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24 febbraio 2015 delle ore 15:02
Fino al 7.III.2015
Glumba SKZX
Ex Elettrofonica, Roma
Quando gli ospiti dopo tre giorni non puzzano
Ex Elettrofonica si è trasformata in questi giorni
in una galleria di Belfast, ospitando una piccola
collettiva di artisti principalmente nord
irlandesi, a cura di Ben Crothers. Fin qui
sembrerebbe una mera vetrina a Roma di cosa
succede a Belfast, che già potrebbe essere
interessante, ma c'è dell'altro: la mostra infatti
è la prima del ciclo ideato da Manuela Pacella,
Be My Guest. La curatrice romana, critica verso
lo scenario curatoriale cittadino, spesso
impantanato in dinamiche tanto autoreferenziali
quanto deboli di idee, si mette da parte e invita
invece come ospite un curatore outsider. Ottima
idea, ben vengano germi freschi e alieni,
fondamentali per la crescita. Ma facciamo un
passo indietro. Com’è la mostra? Il fil rouge
principale è la poetica delle piccole, povere cose
di uso quotidiano, il cui valore è comunque
relativo e in continua oscillazione a seconda del
significato che a esse viene dato. Si passa
dunque dal coloratissimo e patinato video
Vichy Shower dell'artista di origine egiziana
Adham Faramawy, in cui l'acqua diventa un
sofisticato bene di lusso, ai piccoli oggetti
d'affezione arrivati direttamente dall'infanzia
dell'artista Ben Craig – e rielaborati in un
piccolo libro d'arte – e agli accessori
acquistabili nei negozi "tutto a una sterlina”,
fotografati da Theo Simpson e raccolti in
eleganti cartelle quasi fossero preziosi oggetti
di design. Sono inclusi in mostra anche dei
fumetti, grande passione del curatore – lo stesso
titolo nonsense della mostra è d'altronde una
citazione della famosa striscia Archie – e
graphic novels di Simon Hanselmann e Esther
Pearl Watson, acquistati direttamente in rete
dalla stessa galleria. Crothers si muove bene, in
gran libertà, annullando i confini tra arte alta e
bassa, e scegliendo opere che ama e che possano
inserirsi nella sua visione, anche se il criterio di
scelta non è sempre solido, o chiaramente
leggibile. Viene da pensare al progetto di Fiona
Larkin, ad esempio, o al seppur intrigante
esperimento dei tatuaggi sbagliati di Michael
Hanna, o al viaggio di un pacco filmato dal suo
interno, di Shiro Masuyama, o ancora al lavoro
di quel big dell'arte contemporanea nord
irlandese che è Locky Morris. Riflettere oggi
sugli oggetti-opera d'arte, sul concetto di
autorialità e di valore dell'opera, è come
reinterpretare, aggiornandolo, il piacevole
motivo di una vecchia canzone che tutti ormai
conoscono: stimolante, ma difficilissimo.
Quanto agli ospiti, aspettiamo il prossimo con
curiosità e impazienza.
Mario Finazzi mostra visitata il 13 gennaio
Dal 13 gennaio al 7 marzo 2015 Glumba SKZX
Ex Elettrofonica, Vicolo di Sant’Onofrio 10, 11,
Roma Orari: dal martedì al venerdì 16.00 20.00 Sabato su appuntamento Info:06.64760163,
[email protected]
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