cravatta che passione!

Transcript

cravatta che passione!
R
simbolo
cravatta
Arturo Lini
che passione
Una cravatta bene
Margherita Casazza
Stefano Cecchi
annodata è il primo passo serio nella vita
Oscar Wilde
C
ome ricorderete, nel numero
di dicembre avevo raccontato come nasce la cravatta e un
po’ della sua storia.
In questo numero, come promesso, vi
racconteremo un po’ di curiosità sulle
cravatte...
Nel 1700, presso le corti, l’antenata
della cravatta stava crescendo evolvendosi in modo molto particolare. Si
attraversava un’epoca ricca di merletti
e cominciavano ad apparire fiocchi
azzurri e gialli. Questi colori avevano
un profondo significato, l’azzurro era
sinonimo di nobiltà, la seconda rappresentava il potere. Pensate che in
Cina chi osava sfoggiare il giallo veniva addirittura decapitato.
Vari esperti si sono cimentati in studi
più o meno seri relativi alla cravatta:
ne risulta che la cravatta riveste il ruolo di bandiera esibita dall’uomo per
comunicare le proprie emozioni ed
i propri desideri, di essere, di apparire. I grandi decisionisti si riconoscono dai motivi rigati,
i diplomatici di alto livello
privilegiano i modelli
con stampe griglia
di staffe e catenelle.
I colori e le fantasie possono influenzare il vostro e altrui umore e diventare imbarazzanti in determinate situazioni. Mi riferisco soprattutto alle
cravatte Regimental, che non devono
essere confuse con le cravatte a righe.
Dal punto di vista estetico sembra che
non ci siano troppe differenze, ma i
loro significati lo sono.
Le cravatte regimental sono originarie
dei club e dei college inglesi. Indossare una cravatta con i colori di un reggimento, di un college o di un club è indice di appartenenza a tali istituzioni.
Gli stranieri comprano questo genere
David Nieven
La cravatta nera è tipica di personaggi
abituati alle tenebre e che non vogliono comunicare nulla di sé, spiazzando
così l’interlocutore. Molti rampanti
banchieri di Wall Street optano invece
per il giallo acidulo della “power tie”.
Gli altri scivolano su tranquilli beige. I
“polka dot”, quelli che volgarmente
chiamiamo pois, sono un melange
fra chi non vuole svelarsi ma desidera
emergere facendo contenti tutti. Infine i modelli “conversational” ovvero
creati per favorire l’approccio: esempi
immediati sono i piccoli disegni che riproducono un hobby, come le forbici
per il giardinaggio, le pipe per i fumatori o i collezionisti, le automobiline e
via dicendo. Da qualche metro non si
distinguono i disegni, ma una volta
vicini saltano all’occhio. E possono diventare motivo di scambio di vedute,
magari con la semplice domanda di
una signora come “per quale motivo
ha fatto questa scelta?”
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Giuseppe
Lambertucci
Emilio Patrizio
di cravatte senza conoscerne il significato, creando imbarazzo a colui che
indossando una cravatta con colori
di un famoso club di cui non è affatto membro, potrebbe incontrare un
cliente d’affari inglese appartenente
a un club rivale. Gli inglesi conoscono
molto bene i colori utilizzati dai club,
pertanto il rischio di fare una gaffe,
soprattutto in
Gran Bretagna, è piuttosto alto.
Riporto
alcune
curiosità
sui significati
della scelta del
colore della cravatta:
rosso = playboy, infedele incallito
azzurro = nobiltà, disponibilità e
rilassatezza
blu = poca fantasia
verde = riposante, tranquillo, è scelto dai politici centristi.
Sembra che più di altri capi di abbigliamento essa rappresenta arma di
sicurezza, simbolo fallico, ma soprattutto specchio fedele di se stessi.
Una cravatta annodata in un modo
piuttosto che in un altro, rivela il nostro umore e il nostro atteggiamento.
Si dice che colui che indossa una cravatta dal nodo grosso ed allentato sia
gioviale e di buon cuore, mentre, un
uomo dal nodo piccolo e stretto sia
egoista, avaro e poco comunicativo.
Mentre per i disegni e le fantasie delle
cravatte caratterizzate da motivi geometrici, come quadri strisce o piccoli
disegni, potrebbero indicare l’aspirazione all’ordine.
Le strisce sembrano denotare uno
Oscar Wilde
sforzo organizzato, il desiderio di seguire una linea, da qui le ben note
cravatte “reggimentali” britanniche
dalle strisce trasversali.
Le strisce larghe possono rivelare persone di carattere esuberante, mentre
quelle sottili possono essere indizio
di mente incline alla precisione e alla
meticolosità.
In genere più grande è il disegno,
maggiore è l’impegno fisico: si potrà
scegliere una cravatta con disegni
grandi per una gita in macchina,
mentre una con disegni piccoli per
andare in ufficio.
Più di qualche altro accessorio, dunque, la cravatta è anche un’affermazione del proprio “IO”, della propria personalità, poiché è il più
chiaramente visibile degli indumenti.
Quindi cambiare la cravatta significa, anche, cambiamenti di stati d’animo e di idea.
La lunghezza standar
della cravatta si aggira attorno ai 150
cm, anche se non
è raro trovarla
lunga 165 cm. Il
perché di questa
lunghezza è da
ricercare in
due fattori
principali:
l’altezza di
colui che la
indossa
ed il tipo di
n o d o
adottato. La
prima incide
molto sulla lunghezza della cravatta, in quanto, una volta indossata ed
annodata, per vestire al meglio, deve
arrivare all’altezza dei pantaloni. La
seconda, influisce in misura maggiore, semplicemente perché più il nodo
sarà elaborato e più tessuto impegnerà, rendendola più corta. È importante ricordare che una cravatta, per vestire perfettamente, deve nascondere
la striscia verticale di bottoni della
camicia.
La cravatta comunica continuamente,
eliminarla sarebbe un po’ come smettere di parlare.
David Nieven diceva «Ditemi che ho
sbagliato una battuta, ma non che ho
sbagliato cravatta» e, considerato che
possedeva tre stanze zeppe di cravatte, sicuramente aveva una precisa
idea di ciò di cui parlava.
Oscar Wilde scrive nella sua opera
L’importanza di chiamarsi Ernesto la
frase storica e densa di significato:
«Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita».
Nelle prossime uscite di Reality del
2015 parleremo di stoffe, colori, fan-
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tasie, simbologie, modi di indossarle
e personaggi del mondo che hanno
fatto della cravatta un proprio segno
distintivo incontrerete inoltre alcuni
originali interpretazioni della cravatta
dovuta ad artisti contemporanei, attinte a una cospicua collezione della
quale anticipiamo qui pochi esemplari.
Gianfranco Pacini
Mauro Rea