«La cravatta. uomo moda potere» 19.09.2014 – 18.01.2015 Dal

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«La cravatta. uomo moda potere» 19.09.2014 – 18.01.2015 Dal
«La cravatta. uomo moda potere»
19.09.2014 – 18.01.2015
Dal modello classico al jabot – La cravatta al Museo nazionale a Zurigo
Il Museo nazionale a Zurigo presenta l’evoluzione della cravatta nel corso degli
anni. Sinonimo in passato di conformismo e mentalità borghese, la cravatta è oggi
un accessorio alla moda, elegante eppure indossato con disinvoltura. Aperta fino
al 15 gennaio 2015, la mostra «La cravatta. uomo moda potere» sorprenderà i
visitatori tanto per i modelli rari che vi si possono ammirare quanto per la
creatività dell’allestimento scenografico.
Da quasi quattro secoli, gli uomini – e talvolta anche le donne – annodano intorno
al collo ogni tipo di cravatta. Questo accessorio la dice lunga su chi lo indossa,
sulla sua posizione sociale, sulle sue preferenze estetiche o sulle sue opinioni
politiche. Sin dall’inizio del XVII secolo, la cravatta presenta una grande varietà di
materiali, colori e nodi. In questi ultimi anni, la moda maschile ha riscoperto questo
accessorio. Ormai libera da convenzioni e rigidi codici d’abbigliamento, la cravatta
è sempre più apprezzata anche dai giovani che la indossano con disinvoltura. Il suo
ritorno alla ribalta e la recente integrazione d’importanti archivi tessili nelle
collezioni del Museo nazionale svizzero offrono una ghiotta opportunità per
presentare questo accessorio in tutte le sue sfaccettature nell’ambito di una
mostra.
L’esposizione propone al pubblico modelli rari e antichi, tra cui uno dei preziosi
esemplari in pizzo ad ago veneziano (XVII secolo) o la cravatta del costume
d’incoronazione di Christian VII, re di Danimarca e Norvegia (XVIII secolo). Nel XIX
secolo, le cravatte presentano un’incredibile ricchezza di forme e innumerevoli
varianti di nodi. A partire da esempi storici, i visitatori avranno l’occasione di
esercitarsi ad annodare una cravatta. La mostra dedica peraltro un capitolo alle
cravatte indossate da donne e musicisti. L’attrice Marlene Dietrich, di cui si può
ammirare a Zurigo il leggendario frac degli anni 1930, non è la prima donna ad
avere portato una cravatta: già nel XVII secolo, le nobildonne annodavano intorno al
collo nastri di seta. Dal canto loro, le star della musica punk e rock esibivano una
cravatta più spesso di quanto si potrebbe supporre. Il mondo artistico si è pure
interessato da vicino a questo importante accessorio: gli oggetti esposti spaziano
dai disegni di cravatte realizzati da celebri artisti quali Salvador Dalí o Pablo
Picasso ai modelli appartenenti al guardaroba personale di Andy Warhol, passando
attraverso la messa in scena fotografica di Ugo Rondinone. Con sottigliezza e senso
dell’umorismo, il direttore artistico Beda Achermann e il fotografo Walter Pfeiffer
hanno creato espressamente per la mostra una serie di ritratti attuali in cui la
cravatta fa da protagonista.
Una pagina della storia industriale
La mostra dedica uno spazio rilevante alle collezioni del Museo nazionale svizzero.
Vi si possono ammirare campioni di stoffe, campionari e disegni realizzati dai
principali produttori svizzeri di tessuti per cravatte, tra cui vanno annoverati
Weisbrod-Zürrer, Robt. Schwarzenbach & Co., Gessner e Stehli Seiden. Questi
oggetti documentano non solo lo spirito che regnava in ogni epoca illustrata nella
mostra, ma anche la padronanza tecnica e la creatività di queste aziende. In
qualità di partner principale, la Società zurighese dell’industria serica (ZSIG) ha
apportato un contributo determinante alla realizzazione della mostra.
Percorso espositivo
1. La cravatta. uomo moda potere
Sin dalla sua diffusione in Europa nel XVII secolo, la cravatta è il simbolo dell’eleganza
maschile. Il suo aspetto e i vari modi di annodarla non hanno cessato di evolvere fino al XX
secolo. La cravatta rimanda a norme sociali e a codici di abbigliamento. Il fatto d’indossarla,
oltre a sottolineare il proprio stile personale e i propri gusti in fatto di moda, segnala anche
l’appartenenza a un determinato ceto sociale.
A metà del XX secolo, Como, Krefeld e Zurigo sono i principali centri di produzione di tessuti
per cravatte di alta qualità, esportati in tutto il mondo. La collezione del Museo nazionale
svizzero racchiude oggi gli archivi dei principali produttori svizzeri di tessuti per cravatte, che
documentano l’importanza che questa attività ebbe per l’economia svizzera.
Negli ultimi decenni, la moda maschile ha riscoperto questo accessorio. Oggi i giovani
dimostrano di apprezzare la cravatta, un accessorio ormai libero dalle convenzioni e dai rigidi
codici dell’abbigliamento del passato.
2. FORME
Nel XVII secolo, i nobili francesi si ispirano alla sciarpa grossolana dei cavalieri croati e
modificano la forma di questo accessorio dell’abbigliamento militare per introdurlo nel
guardaroba maschile. A partire da quel momento la cravatta, realizzata con stoffe pregiate ed
eleganti, diventa parte integrante dell’abbigliamento degli uomini facoltosi. La forma e lo stile
delle cravatte seguono gli sviluppi della moda e questo accessorio finisce col diffondersi in
tutta l’Europa.
Nel XIX secolo l’abbigliamento dell’uomo borghese diventa più funzionale e uniforme. Le
cravatte presentano invece un’inedita ricchezza di forme e varianti. La forma lunga e sottile in
uso al giorno d’oggi appare solo nella seconda metà del XIX secolo, quando inizia ad imporsi la
giacca corta e dritta.
3. CENTRI DI PRODUZIONE ZURIGHESI
Gli schizzi, i disegni tecnici, detti messe in carta, i campionari e le stoffe provenienti dagli
archivi di importanti aziende zurighesi documentano la produzione di tessuti per cravatte in
Svizzera sin dalla fine del XIX secolo. Il telaio Jacquard, in uso all’epoca, consente di tessere
velocemente motivi piccolissimi, complessi e variegati in una gamma di variazioni e tinte
pressoché infinita.
Negli anni 1970, l’industria svizzera dei tessuti per cravatte vive il suo momento di massimo
splendore: gli Stati Uniti sono un nuovo, importante mercato e la cravatta extra larga, di moda
in quegli anni, richiede più stoffa. Negli anni 1990, le nuove tendenze della moda e la
pressione sui costi a livello internazionale provocano perdite consistenti per l’industria della
seta zurighese e la sua produzione di cravatte. Oggi la maggior parte dei tessuti per cravatte
proviene dall’Asia.
4. NODI
I tre nodi più diffusi al giorno d’oggi sono il «four in hand», il «Windsor» e il «mezzo Windsor».
Pochi a fronte delle oltre quaranta varianti in uso nel XIX° secolo, quando numerosi manuali
spiegavano come annodare correttamente una cravatta e come scegliere il nodo più adatto
alla propria personalità e statura.
Nel XX secolo il tema delle varianti di nodi viene analizzato sotto il profilo scientifico: i fisici
studiano il nodo e definiscono 85 modi per annodare una cravatta. La questione suscita
ancora un certo interesse ai giorni nostri: un gruppo di scienziati ispiratosi al film di
fantascienza «The Matrix» ha presentato, nel 2013, una sorprendente serie di 177’147 nodi
possibili.
5. GERARCHIA
L’abito e la cravatta indicano la posizione sociale dell’uomo che li indossa. Nella seconda metà
del XIX secolo, la cravatta diventa in Inghilterra il simbolo di appartenenza a circoli sportivi e di
caccia, a divisioni e compagnie militari o ancora a scuole e università. Le combinazioni
cromatiche, i motivi e gli emblemi di queste cravatte non sono mai casuali.
A differenza dei paesi anglosassoni, questa tradizione stenta ad affermarsi sul continente,
dove il fatto di indossare una cravatta, salvo nelle uniformi, è molto meno codificato.
Ciononostante, anche qui la cravatta è d’obbligo nelle funzioni di rappresentanza e nelle
occasioni ufficiali.
6. MODA FEMMINILE
Così come avviene per la moda maschile, le prime cravatte per donna appaiono nel XVII secolo
nell’ambito di occasioni ben precise. A corte, le nobildonne annodano intorno al loro collo
nastri di seta. La cravatta femminile è inoltre parte integrante del guardaroba da caccia e da
equitazione.
Sulla scia dei primi moti emancipatori del XIX secolo, l’uso dell’accessorio indugia tra
convenzione e ribellione: le donne indossano sia cravatte femminili riccamente decorate, sia
cravatte di foggia maschile - lunghe o a farfallino - quale simbolo di emancipazione e di
uguaglianza tra i sessi. Nel XX° secolo il margine d’interpretazione si fa più ampio e la cravatta
esordisce nelle sfilate di moda come accessorio versatile.
7. MUSICA PUNK E ROCK
Grazie al rock, la cravatta attira molti nuovi accoliti annullando in tal modo ogni frontiera
sociale. I primi fan del rock’n’roll, i «Teddy Boys», la adottano negli anni 1950 e anche i
«Mods», appassionati di soul e rhythm’n’blues, ne fanno un elemento essenziale del proprio
look. Negli anni 1960 i Beatles impongono l’immagine del musicista in giacca e cravatta. Negli
anni 1970 e 1980 i musicisti punk integrano la cravatta nel loro stile ribelle. Star come Bryan
Ferry o Patti Smith trasformano questo accessorio in un contrassegno della propria singolarità.
Oggi molti gruppi di successo tornano a puntare sul look in cravatta. Una scelta che, oltre a
conferire loro un tocco di originalità, associa la cravatta a un’immagine «cool» anche al di
fuori della scena musicale.
8. COLLEZIONI
Le cravatte e le spille da cravatta sono anche ambiti oggetti da collezione. In linea di massima
si distinguono due tipi di raccolta: da un lato quelle costituite dalle cravatte acquisite nel corso
degli anni per essere indossate, che rispecchiano la personalità di chi le ha scelte; dall’altro
quelle più sistematiche, allestite in base a criteri tematici, artistici o tecnici.
Come i gemelli o l’orologio, la spilla da cravatta fa parte dei gioielli destinati all’uomo. Apparsa
alla fine del XVIII secolo, si declina in materiali pregiati e in una grande varietà di forme e
dettagli.
9. OPERE D’ARTE E CRAVATTE D‘ARTISTA
Se nei ritratti del 18° e 19° secolo la cravatta svela soprattutto lo status sociale di chi la
indossa, in quelli del 20° secolo essa non da più informazioni così univoche sui soggetti.
All’interno del quadro, la cravatta sottolinea individualità e personalità e viene impiegata
come elemento di composizione.
Nel 20° secolo la cravatta diventa terreno di espressione degli artisti che la utilizzano per
rafforzare il legame tra arte e vita. In Italia, i futuristi inventano persino cravatte dalle forme
inedite.
Nella seconda metà del 20° secolo, gli artisti si occupano della funzione sociale della cravatta e
delle condizioni per indossarla, tematizzando la sua perdita d’importanza e di significato. Dagli
anni ’60 questo accessorio viene generalmente recepito quale simbolo dello stile di vita
borghese e della definizione di genere.
10. ATTUALITÀ
Se alla fine del XX secolo la cravatta non fa più tendenza, essa torna alla ribalta all’inizio del
XXI secolo. Ormai libera da connotazioni quali il rango sociale o gerarchico, il conformismo e il
codice di abbigliamento, la cravatta diventa un elemento di stile ludico, le cui possibilità
interpretative sembrano illimitate.
Più che i motivi eccentrici, sono oggi le forme, i materiali e i nodi a spingere verso nuove
sperimentazioni. I giovani in particolare adottano la cravatta non per obbligo, ma con
disinvoltura e nonchalance. La cravatta torna così a essere l’accessorio versatile e poliedrico
che era all’inizio della sua storia.