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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - € 3,00
Cesena
I Nasi Rossi del
dottor Jumba
Una risata ci guarirà
Gaetano Foggetti e Germano Pestelli Per gli altri
Tradizioni di Natale Atmosfere magiche
Feste golose I segreti di un cesto perfetto
w w w. i n m a g a z i n e . i t
Aiutare | I Nasi Rossi del dottor Jumba
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Una risata
ci
Guarirà
testo Elide Giordani - foto Gianmaria Zanotti
I Nasi Rossi del dottor Jumba:
volontari formati per aiutare a
distrarre i piccoli pazienti dalla
condizione di malattia. Ben più che
semplici animatori, come spiegano
dall’Aquilone di Iqbal, cooperativa
cesenate all’interno della quale è
nato il progetto.
La dottoressa Frittella ha il colorito
olivastro delle donne mediterranee e un naso importante, eredità della sua origine greca, eppure
non sono molti i bambini che lo
sanno. La dottoressa Frittella, infatti, è un “naso rosso del dottor
Jumba” e, dunque, quando entra
in Pediatria scuotendo i capelli legati a codini e facendo volteggiare
i suoi improbabili vestiti da “dottoressa”, il naso ce l’ha tondo, di
un bel colore rosso vivo, così come
virano al porpora le sue gote mediterranee. I bimbi non sanno un’altra cosa - ma a loro poco importa
- ossia che quella strana dottoressa
che canta, balla, ride, inciampa o
piange in duetto o in terzetto con
altri buffi tipi dal naso rosso, sa
improvvisare e mettere a frutto la
sua creatività e la sua fantasia ma,
soprattutto, ha alle spalle una solida preparazione che, se le cose
andassero come devono, darebbe
luogo a una vera a propria professione: quella dei “dottori clown”
che curano stimolando il sorriso.
“Eppure, ad oggi, solo la regione
Toscana, l’ha riconosciuta come
tale”, dice la dottoressa Frittella,
che quando smette il naso rosso si
chiama Azzurra Alexiadis, è laureata in Scienze Politiche con indirizzo sociale e ha frequentato corsi
di alta formazione con lo specifico
indirizzo dell’animazione, volta a
distrarre i bambini dal contesto
ospedaliero, ad abbattere l’ansia
sia dei piccoli che dei genitori per
quella condizione che così poco si
attaglia all’infanzia: la malattia.
Che spesso porta con sé il dolore,
la paura, la rabbia, la rivolta per essere costretti in un contesto estraneo e nemico.
I Nasi Rossi del dottor Jumba operano in regime di volontariato (solo
rimborsi spesa sostenuti da qualche contributo pubblico e da cam-
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In queste pagine e in apertura,
alcuni “dottori clown” attivi
negli ospedali romagnoli.
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pagna di fund raising) al Bufalini
di Cesena, al Pierantoni di Forlì,
al Gozzadini di Bologna, all’Oncologia Pediatrica domiciliare di Faenza, ma sono stati presenti anche
in situazioni d’emergenza sociale
e psicologica, come nel post terremoto in Abruzzo, a Gaza e in Bielorussia. I clown dottori, che hanno
la loro base a Bagnile di Cesena, nascono da un progetto - coordinato
dallo psicologo Roberto Flangini,
dottor Collina Senz’Alberi, come
grida il suo cranio a palla da biliardo - della cooperativa sociale
l’Aquilone di Iqbal che si presenta così: “L’amore e la passione nel
donare un sorriso alle persone, la
costanza e la dedizione per consolidare valori e relazioni sono il
firmamento che guida l’Aquilone
di Iqbal nel suo impegno quotidiano.”
Si chiama passione, dunque, come
spesso capita nelle professioni incardinate sulle relazioni umane, il
carburante dei Nasi Rossi del Dottor Jumba. Un combustibile addizionato con competenza. “Prima
di entrare in reparto - spiega la dottoressa Frittella, che spesso opera
con il dottor Fumetto (Massimo
Sangiuliano) e il dottor Fiscalino
(Gianni Ravaioli), solo per citarne
alcuni - proviamo tra noi scenette e
giochi in modo da creare sintonia
e cancellare tutto quello che abbiamo in testa. Insomma,
entriamo nella parte e da quel momento siamo i Nasi
Rossi.”
Storie umane tante, per questi operatori dalla funzione
singolare. Azzurra Alexiadis s’illumina mentre cerca (ma
è un fiume in piena…) di sintetizzarne alcune. La sintesi
più fulminante, tuttavia, è quel sorriso che fiorisce suscitando la sorpresa di un fiore raro - per vederlo basta
visionare il filmato sui Nasi Rossi messo su YouTube - sul
visetto di una bimba incorniciato da fasciature vistose. La
piccola, drammaticamente ustionata, è già sul tavolo operatorio, ma ecco che fanno la comparsa questi amici giocherelloni e tanto buffi, la bimba dimentica la paura, il disagio, e sorride. Ed ecco che si compie la più azzeccata delle
definizioni dei clown dottori: “Trasformatori di emozioni”.
Storia del progetto
Il progetto “Nasi Rossi del dottor Jumba” è nato nel 1999
all’interno dell’Unità Operativa Pediatrica del Bufalini di Cesena.
Attualmente sono una ventina gli operatori (giovani laureati in
Psicologia, Medicina, Scienze dell’Educazione e Scienze Motorie,
adeguatamente formati per utilizzare gli strumenti del clown
integrandoli con conoscenze psico-socio-sanitarie) che fanno
parte del gruppo, aderente, a sua volta, all’Associazione L’Aquilone
di Iqbal di Cesena, che gestisce la segreteria della Federazione
Nazionale Clown Dottori. I clown dottori operano principalmente
in coppia, possibilmente maschio e femmina, secondo un
meccanismo assai collaudato che consente sia di improvvisare
sia di operare su più fronti (bambino/mamma, genitore o altro
parente, comunità), sia di sostenersi vicendevolmente nei diversi
momenti del loro interventi. www.aquiloneiqbal.it
“Entriamo negli ospedali e nei
contesti in punta di piedi”, specifica, tuttavia, Azzurra, consapevole,
come i suoi colleghi, che occorre
sensibilità e intelligenza anche per
collaborare con gli infermieri e i
medici, alcuni dei quali - che così
diventano dottori clown - non esitano a indossare il naso rosso. Ma
spesso sono proprio gli operatori
sanitari a chiedere aiuto ai “clown
dottori.”
L’organizzazione ha un unico, vero,
punto di fragilità: la necessità di risorse per continuare a sostenersi.
Infatti, soprattutto in questi ultimi
anni, i Nasi Rossi hanno fatto capolino in numerose iniziative di
ricerca fondi. A fine anno un libro
da colorare, Bubba il bradipo veloce,
venduto in varie location dove si sostengono i progetti dell’Aquilone
di Iqbal, porterà fondi consegnando, nel contempo, un gioco crea-
tivo. Guardando verso il futuro,
oltreché il riconoscimento di un
ruolo professionale (una ricerca
durata 8 mesi e attuata all’ospedale
Morgagni-Pierantoni di Forlì rivela
scientificamente come la clown terapia funzioni sia sui bambini che
sui genitori) i Nasi Rossi puntano a
varcare i confini nazionali per portare la “terapia del sorriso” nelle situazioni più disparate, dove i bambini vivono condizioni di stress. IN
A fianco, auguri per un
Natale col sorriso da alcuni
dei volontari del progetto.
Un caso emblematico
Uno dei progetti più impegnativi
dei Nasi Rossi del dottor Jumba
è stato sicuramente quello di
accompagnare una piccola paziente
all’interno della Camera Iperbarica
di Faenza. Il “Progetto Carlotta”
ha avuto il compito di far sì che le
manovre necessarie per usufruire
della struttura, ossia uso del casco
o della maschera, fossero meno
traumatiche per la bimba. Carlotta,
piccola faentina di 4 anni, è affetta
dalla sindrome di Leigh, patologia
neurologica che causa difficoltà
motorie e cognitive. Tra i rischi
che Carlotta corre nella Camera
Iperbarica, le crisi convulsive ed
è fondamentale che la piccola
non pianga e non si agiti. Pupazzi,
canzoni, carte buttate per aria, bolle
di sapone sono stati i coadiutori dei
clown dottori in questa particolare
situazione.
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