Dal sito di “YAHOO.Finanza”, 19 settembre 2011

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Dal sito di “YAHOO.Finanza”, 19 settembre 2011
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 19 settembre 2011
Lista del Patto, si scelgono i nomi ( Italia Oggi.online ), 19 settembre
Lavori ancora in corso, alla vigilia della riunione decisiva di domani, per completare la lista dei candidati che
il Patto di sindacato di Mediobanca, che raccoglie i grandi soci dell'istituto, presenterà all'Assemblea del 28
ottobre.
Mentre il quadro delle disdette all'accordo di blocco è ormai chiaro ( con Commerzbank, 1,7 %, in uscita
insieme a Sal Oppenheim, 1,7 %, e Santusa, 1,84 % ) e si considera scontata la conferma del Presidente
Renato Pagliaro e dell'Amministratore Delegato Alberto Nagel, sono proseguiti i contatti per arrivare, entro
oggi, a stilare i nomi dei Consiglieri per il prossimo triennio.
Si fa anche l'ipotesi dell'ingresso di Diego Della Valle.
Tra le linee guida per le decisioni del Patto c'è l'intenzione di accrescere le quote rosa nel board, oggi
rappresentate da Marina Berlusconi e da Jonella Ligresti, per avvicinarsi alle disposizioni di legge che
scatteranno nel 2012.
Per questo, secondo quanto si apprende, oltre ai soci industriali del gruppo «B», anche quelli esteri del
gruppo «C» sarebbero orientati a inserire il nome di una donna che affianchi, come indipendente, il
Consigliere uscente Tarak Ben Ammar.
Sui nuovi ingressi femminili non trapelano però al momento indicazioni e, tra le altre ipotesi, non trova
conferma in fonti del Patto quella di Diana Bracco, indicata da indiscrezioni di stampa come possibile
candidata.
BPER: Accordo per cessione ramo Fondi Optima ad Arca Sgr ( Asca )
Roma, 19 settembre
Optima SGR, controllata dalla Banca Popolare dell'Emilia Romagna, ha sottoscritto un contratto preliminare
per la cessione ad Arca SGR del ramo d'azienda Fondi Comuni di Investimento costituito dalle attività di
gestione collettiva del risparmio svolte dalla stessa Optima.
Al ramo, spiega BPER in una nota, sono riconducibili, tra l'altro, i tredici Fondi Comuni di Investimento
aperti armonizzati appartenenti al Sistema Fondi Optima con masse al 31 agosto scorso pari a circa 1
miliardo di euro di cui Arca ha da tempo assunto il ruolo di SGR di Gestione.
Il perfezionamento dell'operazione '' è subordinato, tra l'altro, all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni
da parte dell'Autorità di Vigilanza '' mentre il prezzo di cessione '' verrà puntualmente determinato alla data
di efficacia dell'operazione sulla base della consistenza delle masse alla medesima data e sara' oggetto di un
meccanismo di aggiustamento parziale che troverà applicazione nel medio periodo ''.
Banco Desio: fusione delle controllate ( Trend.online ), 19 settembre di Pierpaolo
Molinengo
È stato stipulato in data odierna l’atto di fusione per incorporazione nella Capogruppo
( Banco di Desio e della Brianza SpA ) di Banco Desio Toscana SpA e Banco Desio Veneto SpA (
società interamente possedute ), in attuazione delle delibere di fusione assunte dagli Organi
competenti di ciascuna delle predette Società in data 25 agosto 2011, messe a disposizione del
pubblico unitamente al Progetto di Fusione e all’apposita Relazione degli Amministratori.
La fusione diverrà efficace il 1° ottobre 2011, completata l’iscrizione dell’atto presso i competenti
Registri delle Imprese.
Si realizza in tal modo il Progetto di riorganizzazione delle reti bancarie del Gruppo Banco Desio,
approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo lo scorso 22 marzo, con l’obiettivo
principale di una semplificazione del governo e di un’ottimizzazione delle risorse del Gruppo.
Oltre a non dar luogo ad alcun esubero del Personale, il Progetto prevede che rimanga tra l’altro
inalterata l’impostazione dell’assetto organizzativo - commerciale, nonché la gamma dei prodotti
e servizi offerti alla clientela.
Al riguardo, si precisa che non verranno modificate le denominazioni degli strumenti finanziari (
diversi dalle azioni ) emessi da Banco Desio Toscana SpA e da Banco Desio Veneto SpA, fermo
restando che Banco di Desio e della Brianza SpA subentrerà “ ipso iure ” - a decorrere dalla data di
efficacia della fusione - nella posizione giuridica delle Società incorporate.
UBI, Norges Bank scende sotto il 2 %
( Finanza.com ), 19 settembre
Norges Bank ha ridotto la propria quota in UBI scendendo all'1,895 % dal precedente 2,032 %.
Lo riporta il sito web della Consob nella sezione dedicata alle partecipazioni rilevanti, indicando
come data dell'operazione lo scorso 14 settembre.
Eni: Intesa San Paolo sale al 2,7 % ( Finanza.com ), 19 settembre
Intesa San Paolo è salita al 2,724 % di Eni, di cui deteneva in precedenza il 2,099 %.
Lo riporta il sito web della Consob nella sezione dedicata alle partecipazioni rilevanti, indicando come data
dell'operazione lo scorso 14 settembre.
UBS: avvia inchiesta interna per perdita da 2,3 miliardi ( AGI ), 19 settembre
La Banca svizzera UBS ha avviato un'inchiesta interna sulla perdita da 2,3 miliardi di euro causata dalle
operazioni non autorizzate di un trader infedele.
Il Board dei Direttori della Banca ha incaricato un Comitato presieduto da David Sidwell, ex capo finanziario
di Morgan Stanley, di condurre un'inchiesta indipendente sulle operazioni finanziarie non autorizzate e sul
sistema di controllo dell'Istituto.
Unicredit, dubbi Cassamarca su ipotesi terzo aumento di
capitale ( Milano Finanza ), 19 settembre
Se Unicredit lanciasse un aumento di capitale, la Fondazione Cassamarca avrebbe qualche difficoltà a
sottoscriverlo e dovrebbe usare le risorse destinate alle attività.
E' Dino De Poli, Presidente dell'Ente veneto, azionista di Unicredit con poco meno dell'1 %, a mettere le
mani avanti di fronte a una probabile ricapitalizzazione di Piazza Cordusio.
" Unicredit sta valutando se lo farà.
Tenendo presente che noi abbiamo già aderito a due aumenti e che per un terzo ci sarebbe una qualche
difficoltà perché dovremmo adoperare i soldi delle nostre attività, Unicredit dovrà sondare bene se
l'eventualità di un aumento di capitale trova consenso e riscontro nelle possibilità delle Fondazioni ", ha
spiegato De Poli.
Unicredit è l'unica, tra le principali Banche italiane, a non aver varato un aumento di capitale.
Di recente l'A. D., Federico Ghizzoni, ha dichiarato che la Banca potrebbe rafforzare il patrimonio core
attraverso un aumento di capitale, la riduzione degli Asset rischiosi e la vendita di Asset.
In effetti l'Istituto negli ultimi tre anni ha già chiesto a soci e mercato circa 7 miliardi con l'operazione
cashes del 2009 e l'aumento di capitale del 2010.
A fine giugno il Core Tier 1 era pari al 9,12 %.
" Avendo coscienza Unicredit che i soldi che ci dà sono la vita delle Fondazioni, non può darci soldi e
chiederceli immediatamente indietro.
Che se li tenga direttamente ", ha osservato De Poli, precisando peraltro che l'aumento di capitale " è
incerto, non è deciso, però si deve anche guardare a come arrivarci ".
Infine, sull'andamento in Borsa del titolo De Poli ha sottolineato che se l'Italia è sotto la logica della
speculazione, l'attacco alle Banche è conseguente.
" Vediamo che le azioni Unicredit vanno su e giù, ma noi non compriamo e non vendiamo, le teniamo
ferme ".
Nell'ultimo mese il titolo ha perso oltre il 30 % in Borsa.
Oggi recupera l'1,25 % a 0,72 euro, viaggiando contro corrente rispetto al comparto bancario europeo ( 1,9 % lo Stoxx ), mentre aumentano le probabilità che un grande Gruppo bancario internazionale compri
una quota consistente o lanci un'OpA sulla Banca.
A dispetto delle affermazioni di oggi di Carlos Costa, membro del Consiglio Governativo della Banca
Centrale Europea, secondo cui il sistema finanziario si trova di fronte a sfide impegnative sul fronte della
liquidità e del capitale ed è dunque importante che le Banche tengano sotto controllo i livelli di liquidità e i
rischi di solvibilità in quanto la loro stabilità è essenziale per la crescita economica, le Fondazioni azioniste
di Unicredit non vogliono l'aumento di capitale.
Gli azionisti italiani principali di Piazza Cordusio sono la Fondazione Cariverona con il 4,2 %, Fondazione
Crt con il 3,3 % e Carimonte con il 2,9 %.
Il mercato in realtà ormai sconta già nei prezzi del titolo Unicredit un aumento di capitale da almeno 5
miliardi di euro secondo il consenso degli analisti, cifra che tuttavia si tradurrebbe in una diluizione
pesante e metterebbe a rischio gli attuali assetti proprietari.
Una cifra che potrebbe non bastare.
Unicredit, infatti, in quanto Banca sistemica, potrebbe essere chiamata ad avere requisiti patrimoniali più
severi di quelli attuali.
Oggi Banca Leonardo ha ridotto il target price di Unicredit da 1,4 a 1 euro ( rating underweight ) in
seguito a un taglio delle stime di utile netto mediamente del 22 %, per effetto di una riduzione del 3,9 %
dei ricavi e di un incremento del 4 % degli accantonamenti, e di una revisione delle previsioni sui
dividendi mediamente del - 9 %.
Unicredit: De Poli, noi le azioni le teniamo ferme
( Asca )
Treviso, 19 settembre
'' Vediamo che le azioni di Unicredit vanno su e giù ma noi non compriamo e non vendiamo e le teniamo
ferme ''.
Così Dino De Poli, Presidente della Fondazione Cassamarca.
'' Le azioni di Unicredit e Intesa sono due punti di riferimento, se l'Italia è sotto la logica della
speculazione l'attacco alle Banche è nella logica delle cose '', ha detto ai giornalisti, raccomandando la
massima attenzione per non impoverire le linee strategiche di Unicredit.
Nei giorni scorsi De Poli ha incontrato il vertice di Unicredit ed oggi ai giornalisti ha riferito le sue
impressioni.
'' Ghizzoni non lo conoscevo personalmente ma ho visto una persona molto attenta a tutti i particolari; ha
fatto una buona impressione a me e anche agli altri Presidenti delle Fondazioni ''.
Fondazione Cassamarca: Zaia, evidente gestione non illuminata
( Asca ) Conegliano (TV), 19 settembre
'' Penso che siano evidenti i tratti di una gestione che non è stata assolutamente illuminata come
qualcuno vorrebbe dire ''.
Così Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, su come il Presidente Dino De Poli ha gestito la
Fondazione Cassamarca.
'' Avevamo un grande patrimonio che è la nostra Banca - ha dichiarato Zaia ai giornalisti, a
margine di un incontro a Conegliano con il Soccorso alpino - e questo patrimonio oggi si traduce
in un momento di grossa difficoltà ''.
Il Governatore ha detto di sperare '' che si possano recuperare i tempi dei fasti, il che significa che
bisognerà puntare anche ad un grosso progetto di ristrutturazione.
Io non faccio parte del Direttivo - ha aggiunto -, però penso che si debba lasciare in mano ai
trevigiani, sapendo che questa Banca nasce come Cassa di Mutuo Soccorso ''.
Credit Suisse: Risolve Procedimento In Germania Pagando 150 Mln
( Asca - AFP ), Ginevra 19 settembre
Il colosso bancario svizzero Credit Suisse ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Germania per
la chiusura si un procedimento di evasione fiscale.
L'Istituto pagherà alla Germania 150 milioni di euro.
'' L'intero procedimento - ha affermato Credit Suisse in una nota - è stato risolto ''.
Bank of Spain si accolla gli asset a rischio di CAM per € 20 milioni
( Finanza.com ), 19 settembre
Bank of Spain inietterà oltre 20 milioni di euro in Caja de Ahorros del Mediterraneo ( CAM ).
È il quotidiano spagnolo El Mundo a citare i documenti inviati ai potenziali acquirenti della Banca iberica, nei
quali si specifica che per agevolare il salvataggio di CAM tramite l’acquisto da parte di investitori interessati,
la Banca Centrale Spagnola è disposta a farsi carico del book value degli Asset a rischio dell’Istituto di
credito in vendita.
L’iniezione di liquidità dovrebbe avvenire attraverso un programma di Asset protection, che tutelerà il
potenziale acquirente di CAM da possibili default o da eventuale deterioramento del valore degli Asset.
Tra i possibili acquirenti di CAM, secondo El Mundo, ci sarebbero Banco Santander, BBVA, La Caixa e
Basque.
UBS: sale a 2,3 mld $ la perdita derivante da operazioni non autorizzate
di un trader ( Finanza.com ), 19 settembre
Sale da 2 a 2,3 miliardi la perdita indicata da UBS relativa a transazioni di negoziazione non autorizzate a
carattere speculativo concernenti vari futures su indici azionari, ( DAX e EuroStoxx fatte nel corso degli ultimi
tre mesi.
" L’effettiva portata dell’esposizione al rischio - rimarca la nuova nota di UBS - risultava tuttavia distorta
poiché le posizioni erano compensate nei nostri sistemi da fittizie posizioni cash ETF con liquidazione a
termine, che sarebbero state eseguite dal trader.
Queste operazioni fittizie nascondevano che le transazioni su futures su indici superavano i limiti di rischio di
UBS ".
L'Istituto elvetico ieri ha reso noto inoltre che adesso ha coperto il rischio risultante dalle transazioni di
negoziazione non autorizzate e l'attività su azioni è tornata ad operare nella normalità secondo i limiti di
rischio precedentemente definiti.
Il Consiglio di Amministrazione di UBS ha creato un Comitato speciale che condurrà un'inchiesta
indipendente riguardo alle attività di negoziazione non autorizzate e al loro legame con i controlli vigenti.
Il Comitato, che sarà presieduto da David Sidwell, membro del Consiglio Senior indipendente, sarà
subordinato al Consiglio d'Amministrazione.
Gli altri membri del Comitato sono Ann Godbehere e Joseph Yam.
Assegni familiari via web
( Italia Oggi.online ), 19 settembre di Carla De Lellis
Dal 1° ottobre le domande di assegni familiari per i coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri vanno
inoltrate mediante canale telematico.
Lo stabilisce l'Inps nella circolare n. 121/2011.
Nel messaggio n. 17862/2011, inoltre, l'Istituto ricorda che dal 1° settembre il canale telematico ( web
) è l'unico percorribile per la presentazione delle domande di riscatto laurea, così come stabilito con la
circolare n. 110/2011.
Per quanto riguarda gli assegni familiari in agricoltura, l'Inps spiega che è concesso un periodo
transitorio, fino al 30 novembre 2011, durante il quale le domande presentate attraverso i canali
tradizionali saranno considerate validamente presentate.
A partire dal 1° dicembre, invece, tutte le domande andranno presentate esclusivamente in via
telematica.
G/20: UED chiederà a Usa e Giappone di agire su deficit
Bruxelles, 19 settembre
( AGI )
I Paesi membri dell'Unione Europea, in occasione del G/20, chiederanno a Usa e Giappone di
agire per ridurre i loro deficit e premeranno sulla Cina perchè stimoli i consumi interni.
E' quanto si legge in un documento, ottenuto dall'agenzia Reuters, diretto alle delegazioni dei
Ventisette che parteciperanno all'imminente vertice di Washington.
Crisi: Sindacato Mondiale a FMI, il lavoro è la priorità ( Asca ) Roma, 19 settembre
L'austerità senza crescita non basata, bisogna '' porre in cima alle priorità la creazione di posti di lavoro e
astenersi dal promuovere misure di deregolamentazione ''.
In un documento predisposto per il meeting annuale del Fondo Monetario Internazionale ( FMI ) e della
Banca Mondiale ( BM ), in programma a Washington tra il 23 e il 25 settembre, il Global Unions avanza una
serie di proposte alle Istituzioni Finanziarie Internazionali ( IFI ) e ai Paesi del G/20 a partire da '' un Piano di
azione globale per prevenire un nuovo incremento della disoccupazione ''.
Il documento del gruppo Global Unions - composto dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati ( ITUC
- CSI ), che ha 175 milioni di iscritti in 151 Paesi, insieme alle Federazioni delle Global Unions che
rappresentano i loro rispettivi settori a livello sindacale internazionale, e dal Comitato Consultivo Sindacale
( TUAC ) presso l'OCSE - è stato spedito al FMI e alla BM per l'incontro in programma il prossimo fine
settimana ed è stato inviato dalla Cgil nei giorni scorsi anche al Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Il Sindacato mondiale rileva con preoccupazione il '' nuovo ciclo di grave sconvolgimento finanziario '' a soli
tre anni dalla catastrofe finanziaria del settembre 2008 che ha '' cancellato più di 30 milioni di posti di
lavoro '', e denuncia come, '' invece di prevenire il ritorno periodico di crisi finanziarie e dare priorità alla
lotta alla disoccupazione, come promesso, l'attenzione si è spostata sul risanamento dei conti pubblici ''.
Il tutto, prosegue, '' attraverso politiche di austerità per ridurre i disavanzi ma che hanno contribuito ad una
rinnovata flessione economica con il pericolo di provocare la perdita di diversi milioni di posti di lavoro '',
rendendo allo stesso tempo '' più improbabile il raggiungimento degli obbiettivi di disavanzo ''.
Da queste considerazioni l'appello del Sindacato mondiale alle IFI e al G/20 '' di assumere un ruolo guida nel
fermare queste politiche economiche, distruttive e in definitiva controproducenti, che condurranno ad una
nuova ondata di disoccupazione mondiale ''.
Per il Global Unions la ricetta va ricercata nel lavoro e nell'attuazione di programmi '' per incoraggiare
l'occupazione tramite infrastrutture, investimenti legati al clima e ai servizi pubblici ''. Inoltre le IFI devono
parallelamente agire '' in modo responsabile '' per proteggere la qualità di quei servizi pubblici vitali per lo
sviluppo delle società, quali l'istruzione e la salute, e sostenere '' l'introduzione di uno zoccolo di protezione
sociale in tutti i Paesi ''.
Dovrebbero quindi '' appoggiare i Piani di risanamento dei conti pubblici solo in quei Paesi nei quali la
crescita economica è autosufficiente e la disoccupazione tende a calare ''.
Questi Piani di rilancio dell'occupazione, per generare crescita, dovrebbero per le Global Unions basarsi su
fonti addizionali di entrate, '' specialmente attraverso la tassazione progressiva e le imposte sul settore
finanziario, piuttosto che essere realizzati attraverso tagli ai servizi pubblici ''. Per questo va istituita una
tassa sulle transazioni finanziarie attraverso un ruolo guida del FMI che deve condurre uno '' sforzo
coordinato per istituire imposte sulle transazioni finanziarie, in tutti i Paesi possibili, per finanziare
programmi di ripresa basati sull'occupazione intensiva e far fronte agli impegni dello sviluppo e del
finanziamento t ematico ''.
Anche le IFI dovrebbero insistere sull'urgenza di procedere con gli impegni di regolamentare il settore
finanziario '' prima che si ripresenti un'altra devastante crisi economica ''.
La ricetta per tirare il mondo fuori dalla crisi non va, infine, ricercata nella ' precarizzazione ' del mercato
del lavoro.
'' Il FMI - si legge nel documento - dovrebbe astenersi dal promuovere misure di deregolamentazione del
mercato del lavoro, come fa frequentemente, sulla base di analisi errate e, invece, lavorare in
collaborazione con l'Organizzazione Internazionale del Lavoro ( OIL ) ''.
Un lavoro che porti alla realizzazione dell'iniziativa congiunta FMI - OIL sulla crescita occupazionale
intensiva, lanciata nel settembre del 2010.
Obama prova a tagliare il deficit di 4 mila miliardi in 10 anni
( Milano Finanza ), 19 settembre
Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha presentato un Piano di riduzione del deficit del
governo federale di circa 4 mila miliardi di dollari, superiore ai 3 mila ipotizzati alla vigilia.
Secondo i calcoli del Tesoro Usa il Piano taglia due dollari di spesa per ogni dollaro di nuove
entrate, grazie anche all’applicazione di " modesti aggiustamenti alla spesa per sanità e pensioni "
oltre a risparmi per 1.100 miliardi derivanti dalla conclusione delle guerre in Iraq e Afghanistan.
Il Piano per l’abbattimento del deficit dovrebbe avere effetto lungo il prossimo decennio e
comprenderà anche aumenti delle tasse.
Ora la palla passa nelle mani della super Commissione Parlamentare sulla riduzione del debito.
La Commissione, che si è insediata la settimana scorsa, avrà tempo fino al 23 novembre per
trovare una proposta comune.
Nel dettaglio, secondo le intenzioni di Obama saranno 580 i miliardi da incassare derivanti dai
tagli alla spesa pubblica e 1.100 miliardi di risparmi legati al ritiro delle truppe in Iraq e
Afghanistan.
La riforma del fisco, compresa nel Piano, dovrebbe invece portare a risparmi per 1.500 miliardi,
mentre altri 430 verrebbero reperiti da ulteriori risparmi sulla spesa per interessi. Obama avrebbe
inoltre l'intenzione di non rinnovare le agevolazioni fiscali per i redditi sopra 200 mila dollari
introdotte dall'amministrazione Bush.
" Non possiamo permetterci aliquote basse speciali per i ricchi con dei disavanzi così grandi ", ha
spiegato il Presidente.
Obama spera così di recuperare 800 miliardi, ma su questo punto è prevedibile che i Repubblicani
daranno battaglia.
Già il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, ha risposto a Obama sottolineando che "
un enorme aumento delle imposte, risparmi fantasma e una riforma della spesa pubblica " non
sono valide ricette per stimolare la crescita, arginare la disoccupazione e ridurre il deficit.
Sempre sotto il profilo fiscale, la riforma prevedrebbe l’eliminazione di sconti fiscali per alcune
categorie di imprese, una misura che, secondo Obama, dovrebbe permettere di ridurre le tasse
sulle aziende a livello generale.
L'inquilino della Casa Bianca ha comunque intenzione di fare un piccolo passo indietro anche
sull'assistenza sanitaria pubblica.
I tagli alla spesa colpirebbero infatti sia Medicare, il programma rivolto agli anziani, che Medicaid,
che riguarda invece i più poveri, rispettivamente per 248 e 72 miliardi di dollari.
Si tratterebbe comunque di correggere quelle cose sfuggite al controllo federale: " Dovremo fare di
più ", ha precisato Obama, " per ridurre gli sprechi legati ai sussidi e ai pagamenti errati ".
I cambiamenti riguarderanno l'assistenza statale; anche se ha assicurato che " l'assistenza ai
bambini o agli handicappati " non subirà tagli.
" Non è certo la previdenza sociale la causa del nostro deficit ", ha detto.
Fiat: Marchionne, se necessario altro incontro con Sindacati
( Asca )
Torino, 19 settembre
Sergio Marchionne non esclude un altro incontro con i Sindacati sullo stabilimento di Mirafiori.
Ai Sindacati che reclamano un nuovo confronto dopo la probabile decisione ventilata dell'azienda di
rinunciare alla produzione dei due suv torinesi, l'Amministratore Delegato del Lingotto dichiara, a margine
dell'inaugurazione del Fiat Industrial Village: '' Che sappia io, abbiamo comunicato tutte le informazioni ma
se è necessario un altro incontro lo faremo ''.
Fiat, Marchionne: non penso rinvieremo investimenti
( Reuters ), 19
settembre
Fiat dice che non ritiene rinvierà il Piano di investimenti del gruppo, a causa della crisi.
Lo ha detto Sergio Marchionne, A. D. di Chrysler e Fiat, aggiungendo che è fiducioso sulla possibilità di
arrivare a un Accordo con il Sindacato Usa, UAW, per un Contratto non necessariamente come quello
concluso dal Sindacato con Gm.
" Per quanto ne so, non penso rinvieremo nulla ", ha detto Marchionne sugli investimenti.
Nei giorni scorsi Marchionne ha detto che il gruppo sta rivedendo tempi e modalità di tutti i nuovi investimenti
a livello globale.
In alcune slide distribuite agli analisti al salone di Francoforte, Fiat prevede il rinvio nel lancio dei nuovi
modelli Alfa Romeo.
Imprese: MISE, 117 contratti di rete tra 560 aziende
( Asca ) Roma, 19
settembre
'' Avviare un confronto con gli imprenditori che hanno realizzato contratti di rete e farli dialogare tra loro per
condividere le migliori esperienze, i problemi e le soluzioni che sono state messe in campo ''.
Il Ministero dello Sviluppo Economico spiega così il senso dell'incontro che il Referente Nazionale delle
Piccole e Medie Imprese, Giuseppe Tripoli, ha oggi avuto al Dicastero di Via Veneto '' con i diretti
protagonisti imprenditoriali per esaminare le principali prospettive ''.
Dopo che il MISE ha svolto nei mesi scorsi una prima mappatura qualitativa del '' fenomeno reti '', attraverso
contatti telefonici diretti con le imprese, spiega il Ministero, '' è stato fatto il punto sulle motivazioni che hanno
spinto le imprese a utilizzare il contratto di rete, sui problemi che hanno dovuto risolvere e sugli eventuali
aspetti organizzativi, amministrativi e normativi da affrontare per rendere lo strumento pienamente coerente
con le forti aspettative maturate tra le imprese ''.
Le motivazioni principali che hanno spinto già oltre 560 imprese italiane a sottoscrivere un contratto di rete (
per un totale di 117 contratti iscritti nel Registro delle Imprese in 73 Province di 18 regioni ) sono:
- strutturare e dare continuità alle collaborazioni informali tra imprese;
- avviare investimenti innovativi in modo congiunto;
- rafforzarsi nei confronti del mercato e dei grandi operatori;
- tutelare il know-how specifico proprio delle aziende.
In particolare, secondo i dati Infocamere, i settori nei quali si stipulano più contratti di rete sono Industria e
Artigianato con 285 imprese coinvolte, i Servizi con 165 ed il Commercio con 34 imprese.
Le Regioni più attive si sono dimostrate al momento il Veneto, l'Emilia Romagna, la Toscana, le Marche e,
tra quelle meridionali, la Campania.
Mister Pmi '' si è assunto l'impegno a svolgere un ruolo di facilitatore del fare rete tra le reti, continuando a
monitorare il fenomeno e mettendo a breve a disposizione delle imprese un sito web che servirà anche da
luogo di raccolta di migliori prassi, con particolare attenzione alle esperienze di aggregazioni mirate
all'internazionalizzazione ed all'innovazione di processi e/o prodotti ''.
Iva al 21 %: facciamo chiarezza
( Trend.online ), 19 settembre di Pierpaolo
Molinengo
" Deve essere evidente a tutti che l'aumento di un punto percentuale dell'aliquota Iva del 20 % al 21 %
produrrà inevitabilmente un piccolo scalino inflazionistico, che contribuirà a ridurre la già bassa dinamica dei
consumi delle famiglie e del Pil ".
La denuncia è di Confcommercio, dopo gli allarmi arrivati da consumatori e Associazioni del mondo agricolo.
" In un momento di crisi così profonda, in cui imprese e famiglie tutte stanno soffrendo da molto tempo sostiene la Confederazione - si sperava che i vecchi copioni fossero stati cestinati per far posto ad analisi più
serie sulle dinamiche di mercato e l'inflazione.
Evidentemente - conclude Confcommercio - la tentazione di cavalcare i luoghi comuni è ancora troppo forte
per talune Associazioni di consumatori e di agricoltori ".
Intanto, Federazione Moda Italia - Confcommercio ha annunciato che l'incremento dell'Iva al 21 % non avrà,
in questa fase, una ricaduta sui prezzi finali nei negozi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori
moda ed articoli sportivi.
Secondo i calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre il passaggio dal 20 % al 21 % dell’aliquota IVA non inciderà
sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari e le bevande, la sanità, l’istruzione, l’abitazione
ecc., tutti beni ai quali si applica l’IVA al 10 % o al 4 %, o non si applica affatto.
Diverso, invece, il discorso per tutti quei beni non alimentari ai quali, invece, si applicherà l’IVA al 21 %: 92
saranno mediamente gli euro che le famiglie sborseranno in più all’anno.
Di questi,
- 32 euro saranno in capo per la spesa dei trasporti ( aumento carburanti, acquisto mezzi di trasporto, ticket
per bus/treni e voli aerei, etc. );
- 18 euro per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici e per l’abbigliamento e le calzature;
- 12 euro verranno spesi in più per altri beni e servizi ( effetti personali, servizi ai minori ed agli anziani,
assicurazioni, cura della persona, etc. );
- 6 euro per la spesa per le comunicazioni ( servizi postali, apparecchi telefonici, servizi di telefonia );
- 5 euro per i giochi, la cultura ed il tempo libero ( articoli sportivi, cinema, teatro, pacchetti vacanze, etc .).
In termini assoluti, l’incidenza attuale dell’IVA ( di tutte e tre le aliquote ) sulla spesa media annua è di oltre
2.800 euro su un totale di spesa di 27.857 euro.
Con il nuovo incremento si arriverà, quindi, ad una spesa annua media familiare di poco superiore ai 27.900
euro.
Le Banche Centrali concedono liquidità alle Banche Europee
( Trend.online ) Private & Consulting, 19 settembre 2011
Mercato Obbligazionario Le 5 maggiori Banche Centrali del mondo hanno concordato un intervento
congiunto per garantire liquidità in Dollari per tutto il 2011 alle Banche Europee.
Sono state programmate tre operazioni di finanziamento a tre mesi a tasso fisso con quantità illimitata per
garantire il fabbisogno di fine anno.
L’annuncio ha spinto le piazze finanziarie e ha contribuito ad alleviare i timori di un imminente default della
Grecia.
La notizia ha un duplice risvolto: da un lato l’intervento permetterà di contenere i rischi di liquidità in Europa;
dall’altro manovre di finanziamento straordinarie indicano una situazione di fragilità. Intanto lo spread fra
BTP e Bund sulla scadenza decennale rimane su livelli record ( 381 bps ) con il rendimento del BTP al 5,62
%.
Mercato Azionario Dopo un lunedì carico di tensione, con il FTSE MIB in calo del 3,89 % a 13.474 punti, i
mercati azionari hanno proseguito la settimana con il segno più.
Il Dax, che nell’intraday si era spinto fin sotto la soglia dei 5.000 punti, è poi rimbalzato fino a 5.574 punti.
E’ troppo presto per stabilire se queste soglie possano rappresentare dei minimi importanti da cui ripartire,
ma il mercato per qualche giorno ci ha creduto.
Si mantengono invece sotto pressione i titoli finanziari che guardano con timore ad Atene e a Parigi dove si
addensano i timori sui tre big del credito francese Société Generale, BNP Paribas e Credit Agricole.
Male anche UBS, che ha subito una perdita di 2,3 Mld di dollari a causa delle attività “ non autorizzate ” di un
trader.
Oggi Intesa SanPaolo e Unicredit escono dall’indice Stoxx Europe 50.
Valute La mossa delle Banche Centrali ( FED, BCE, BOJ, BOE, SNB ) ha ridato fiato per qualche giorno
all’Euro che si è portato sopra 1,39 sul Dollaro USA, con un rimbalzo dell’1 %, e sopra 106 nei confronti dello
Yen.
Tuttavia la mossa ha avuto effetti limitati sulla moneta unica che da venerdì ha ricominciato a indebolirsi,
appesantita dalla crisi del debito.
Stabile il cambio Dollaro-Yen in area 77.
Anche il Franco Svizzero resiste a quota 1,21 sull’Euro per effetto della mossa della Banca Centrale
Svizzera.
Mossa che potrebbe spingere ad intervenire anche gli omologhi Istituti Svedesi e Norvegesi per impedire un
eccessivo apprezzamento delle loro valute.
Crisi: BCE, acquisti bond giù di un terzo settimana scorsa
( AGI )
Francoforte, 19 settembre
Il controverso acquisto di bond da parte della BCE cala di un terzo la settimana scorsa rispetto ai precedenti
sette giorni.
La BCE fa sapere di averne acquistato per 9,8 miliardi di euro, contro i 14 miliardi di euro della settimana
scorsa.
BCE: in aumento prestiti overnight a Banche ( AGI ) Roma, 19 settembre
Salgono i prestiti di emergenza della BCE alle Banche Europee.
Venerdì scorso i prestiti overnight sono saliti a 1,2 miliardi di euro dai 950 milioni di euro del giorno
precedente a un tasso del 2,5 %, superiore a quello ufficiale.
I depositi delle Banche presso lo sportello BCE salgono da 95 a 111 miliardi di euro, a dimostrazione della
difficoltà delle Banche a prestarsi soldi l'un l'altra.
L'acquisto di bond resta fermo a 59,369 miliardi di euro.
Grecia: Roubini, necessario il default ed il ritorno alla dracma
(
Finanza.com ), 19 settembre
“ Atene è intrappolata in un circolo vizioso alimentato da insolvenza, bassa competitività e depressione
economica ”.
È quanto ha dichiarato l'economista Nouriel Roubini, professore alla New York University, in un editoriale
pubblicato sul Financial Times.
“ Di questo passo il debito pubblico salirà al 200 % del Pil: l’unica soluzione è una procedura di default e
l’uscita volontaria dalla Zona Euro ”.
Le altre possibili opzioni, come un indebolimento dell’euro, un rapido calo del costo del lavoro e un’ondata
deflattiva su prezzi e salari, appaiono improbabili o impraticabili.
Anche se il processo sarà inizialmente “ drammatico ”, il ritorno della dracma e il successivo deprezzamento
della valuta restituiranno “ competitività all’economia e permetteranno alla crescita di ripartire, così come già
successo all’Argentina ed alle altre economie emergenti che hanno abbandonato l’ancoraggio ad una
determinata valuta ”, ha detto Mr. Doom.
E' fuga dai Fondi, più che ai tempi crack Lehman ( Wall Street Italia ) Milano, 19
settembre
Dalla fine di aprile fino a oggi, gli investitori hanno ritirato soldi dai Fondi di investimento americani più che
nei cinque mesi successivi al collasso di Lehman Brothers.
Secondo quanto riporta Bloomberg - basandosi sui dati diffusi dall'Investment Company Institute, Gruppo
con sede a Washington, e dalla società di ricerca EPFR di Cambridge, Massachussetts - negli ultimi quattro
mesi, i flussi in uscita sono ammontati a $75 miliardi circa, contro i $72,8 miliardi del periodo compreso tra
l'ottobre del 2008 al febbraio del 2009, successivo appunto al collasso di Lehman Brothers.
I ribassisti interpretano il fenomeno affermando che gli investitori stanno abbandonando i Fondi perchè
temono sempre di più l'arrivo del mercato orso.
I rialzisti, invece, ricordano come i ritiri dei soldi dai Fondi siano stati proprio il motivo che ha poi portato gli
investitori a posizionarsi di nuovo sui mercati, a partire dalla fase " bullish " dei mercato, iniziata nel marzo
del 2009.
Per i più ottimisti, insomma, i flussi in uscita si traducono in una quantità di liquidità maggiore, che sarà poi
utilizzata per acquistare titoli azionari in futuro.
" Ogni volta che ci avviciniamo al Fondo, i telefoni arroventati iniziano a squillare e i nostri clienti vogliono
vendere tutto ", afferma Brice McCain, responsabile strategist degli investimenti presso la Divisione di
Private Banking di KeyCorp.
" E quando il mercato tocca il fondo, non significa tanto che ci sia un miglioramento dei fondamentali, che si
tratti del quadro dell'economia o degli utili, ma piuttosto che ci si sbarazza di tutti gli investitori ansiosi ".
Un Patto per la Sostenibilità del debito pubblico ( Trend.online ), 19 settembre di Luigi De
Luca
Negli ultimi tempi non si sente altro che parlare di crisi del debito pubblico, deficit e possibili soluzioni per risolvere
questi problemi.
Andiamo a vedere cosa sostiene a riguardo uno dei più importanti atti politici dopo il Trattato sull’Unione Europea: il
Patto di Stabilità e Crescita.
La definizione del PSC, va inquadrata nell’ottica più ampia di integrazione delle politiche economiche e monetarie
intrapresa dagli Stati membri dell’Unione Europea con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht nel quale, tra le
condizioni fissate per l’ammissione all’UEM, spiccavano quelle riguardanti il disavanzo di bilancio ( non superiore al 3
% del PIL ) e il debito pubblico ( non superiore al 60 % del PIL; in caso contrario, era necessaria una sua diminuzione
fino al valore di riferimento fissato ad un tasso soddisfacente ).
Queste condizioni, inoltre, dovevano ( e devono ) essere rispettate anche dopo l’entrata nell’unione anche se, nel
tempo, sono state apportate delle importanti modifiche alle modalità con le quali tali regole vengono applicate.
Il PSC fu sottoscritto nel 1997 al fine di evitare un precoce fallimento del percorso di integrazione monetaria
intrapreso nel ’92.
Creato a tutela della solidità delle finanze pubbliche, si presenta come un quadro di norme per il coordinamento delle
politiche di bilancio nazionali.
Alla fine del ’95, il Lussemburgo era l’unico Stato in grado di rispettare i parametri di convergenza previsti nel Trattato,
così si ritenne necessario rinegoziare le condizioni di accesso degli Stati membri all’eurozona.
Le posizioni politiche che caratterizzarono il dibattito tra gli Stati membri furono sostanzialmente due: da una parte, la
Germania ( ma non solo ) e la sua Banca Centrale ritenevano che i parametri non dovessero essere rinegoziati e che
dovessero essere interpretati in modo rigido, dall’altra, Francia e Paesi mediterranei richiedevano più flessibilità,
anche attraverso un giudizio politico sullo sforzo e sulla buona volontà dimostrati dagli Stati membri.
Oltre queste due posizioni, ve ne fu una terza, intermedia, caldeggiata dal Cancelliere Tedesco Kohl, il quale
proponeva inizialmente una “ mini - unione ” comprendente solo i Paesi “ virtuosi ” ( sopra tutti Francia e Germania ),
in cui gli altri Paesi sarebbero potuti entrare in un secondo momento, dopo aver messo in ordine le proprie finanze
pubbliche.
L’idea della “ mini - unione ” cadde rapidamente, sia perché politicamente inaccettabile per i Paesi esclusi, sia perché,
alcuni di essi, come Spagna e Portogallo, dal ’96 in poi si allinearono ai valori previsti dai parametri di Maastricht.
Con il PSC gli Stati membri raggiunsero un compromesso secondo il quale, se da una parte si ebbe un forte
irrigidimento del parametro riferito al rapporto tra deficit e PIL, dall’altra, si decise di non negare preventivamente
l’accesso ad alcuno Stato membro.
Tra l’altro, come conseguenza di quest’ultimo aspetto, si decise di rendere più elastico il parametro relativo al
rapporto debito / PIL ( la riduzione del debito, infatti, è obiettivo realizzabile soltanto nel lungo periodo ) poiché, in
caso di interpretazione restrittiva, molti Paesi, tra cui Italia, Spagna, Grecia e Paesi Bassi ( questi ultimi ritenuti tra i
Paesi modello della stabilità monetaria ) sarebbero stati estromessi dall’unione monetaria.
In cambio di queste concessioni, però, fu stabilito che, qualora il debito pubblico di uno Stato membro fosse stato
superiore al 60 % del suo PIL, esso sarebbe dovuto “ diminuire sufficientemente fino al valore di riferimento, ad un
tasso soddisfacente ”.
Per rendere vincolante questa prescrizione, il Patto impose di perseguire il pareggio di bilancio, eliminando quindi, la
possibilità di poter registrare un deficit inferiore o uguale al 3 % del PIL, così come si era inizialmente stabilito con il
Trattato di Maastricht.
In deroga a ciò, il Patto previde comunque un margine di tolleranza fino al 3 %, a condizione però di recuperare tale
deficit negli anni di congiuntura positiva.
In ogni caso, questo parametro non doveva e non dovrà mai superare il valore del 3 %; la pena è rappresentata da una
pesante sanzione pari allo 0,2 % del PIL, che potrebbe aumentare fino allo 0,5 % del PIL.
Paradossalmente, quindi, un Paese che ha già grosse difficoltà a contenere il proprio deficit verrebbe ulteriormente
penalizzato con una sanzione.
Ma perché deficit e debito pubblico sono così importanti all’interno di un’unione monetaria ?
Consideriamo, ad esempio, il caso dell’Italia e della Germania.
Il fatto che l’Italia abbia un rapporto debito / PIL molto elevato crea un incentivo per il Governo italiano a scatenare
inflazione inattesa.
Parte dello stock di titoli del debito pubblico emessi dal Governo è a lungo termine e il tasso di interesse relativo è
stato fissato in periodi precedenti, sulla base delle aspettative inflazionistiche di allora.
Creando un’elevata inflazione inattesa, il Governo provocherà un’erosione del valore reale di queste obbligazioni
poiché i detentori di tali titoli non saranno sufficientemente compensati, essendo il tasso di interesse corrisposto su
quei titoli non indicizzato.
Con questo meccanismo, il Governo italiano guadagnerebbe a scapito dei detentori dei titoli !
Segue che un’unione monetaria come quella europea crea un problema per Paesi con basso debito pubblico poiché si
troveranno ad interagire con partner che hanno la tendenza a rinfocolare l’inflazione, anche qualora le preferenze
sull’inflazione fossero identiche.
Un Paese come la Germania, a basso debito, risulterà quindi svantaggiato ed insisterà affinché l’Italia, prima di entrare
nell’unione monetaria, riduca il rapporto debito / PIL.
Per conseguire tale risultato, l’Italia dovrà ridurre il suo disavanzo pubblico.
Molti economisti hanno criticato i valori del 3 % e del 60 % imposti dal Trattato di Maastricht rispettivamente per il
deficit e il debito pubblico.
A quanto pare, questi valori sono stati desunti dalla formula di determinazione del disavanzo di bilancio necessario per
stabilizzare il debito pubblico: , d = gD dove d è il rapporto tra deficit e PIL che garantisce, in stato di crescita costante
del PIL al tasso nominale g, che il rapporto tra debito e PIL si stabilizzi al livello D.
Posto che nei primi anni ‘90 ( anni di negoziazione del Trattato di Maastricht ) il debito pubblico medio in Europa era
prossimo al 60 % del PIL e, posto che nella seconda metà degli anni ’80 la crescita media annua del PIL reale in UE era
stata pari a circa il 3 %, e che pertanto la crescita nominale auspicata dai redattori del Trattato dovesse essere pari al 5
% annuo ( cioè 3 % + 2 % di inflazione ), la sostenibilità di un debito pubblico pari al 60 % del PIL con una crescita
nominale annua al 5 % era garantita da un deficit pubblico contenuto entro il 3 % del PIL.
Si può facilmente evincere, dunque, che la definizione numerica dei vincoli posti ai deficit e ai debiti pubblici nazionali
sia assolutamente arbitraria ed è alquanto difficile pensare che le stesse cifre si possano applicare a Paesi diversi (e
quindi livelli di debito diversi), con situazioni economiche non proprio simili tra loro.
Altro problema è quello della gestione delle politiche fiscali all’interno dell’unione. Secondo i sostenitori della Teoria
AVO, i Paesi che entrano a far parte di un’unione monetaria perdono il tasso di cambio quale strumento di politica e,
se non c’è un bilancio centralizzato che automaticamente ridistribuisce il reddito come nell’eurozona, l’unico
strumento per assorbire gli effetti degli shock negativi è lo strumento della politica fiscale ( se i salari non sono
flessibili e non vi è mobilità del lavoro ).
Questa seconda conclusione, che invoca flessibilità e autonomia dei bilanci pubblici nazionali, è stata oggetto di forti
critiche.
Una delle principali difficoltà nell’accettarla è l’assunzione sottostante che i Governi possano creare disavanzi di
bilancio per assorbire gli shock negativi senza che ciò porti a problemi di sostenibilità.
In effetti, un disavanzo di bilancio provoca un aumento del debito pubblico che dovrà essere ripagato in futuro; se il
tasso di interesse sul debito pubblico supera il tasso di crescita dell’economia si mette in moto una dinamica che
provoca un continuo aumento del debito pubblico in rapporto al PIL.
Ciò diventa insostenibile e richiede un’azione correttiva.
Se un Paese ha accumulato notevoli disavanzi nel passato, in seguito dovrà conseguire corrispondentemente grandi
avanzi primari di bilancio per impedire che il rapporto debito / PIL aumenti automaticamente.
Ciò significa che il Paese dovrà ridurre la spesa e / o aumentare le tasse ( proprio ciò che sta accadendo in Italia ! ).
Questa analisi della sostenibilità delle politiche fiscali ci ha condotto ad un punto di vista completamente differente
sulle politiche fiscali desiderabili dei Paesi membri di un’unione monetaria rispetto a quello esposto dalla Teoria AVO.
Sia il Trattato che il PSC prevedono, quindi, che le politiche fiscali vadano disciplinate. Tuttavia, bisogna dire che,
anche se i deficit e i conseguenti livelli di debito potrebbero rappresentare un problema e dovrebbero quindi essere
tenuti sotto controllo, l’esistenza di un’unione monetaria potrebbe far sì che i disavanzi di bilancio degli Stati membri
siano comunque più contenuti.
I Paesi che entrano a far parte di un’unione monetaria riducono la propria capacità di finanziare i disavanzi di bilancio
attraverso la creazione di moneta di conseguenza, i governi degli Stati membri di un’unione monetaria, sono soggetti a
vincoli di bilancio più severi rispetto agli Stati sovrani che mantengono una propria moneta ( per questi ultimi, il fatto
che ci sia una banca nazionale su cui esercitare pressioni per finanziare il deficit di bilancio crea un incentivo ad avere
elevati disavanzi ).
L’evidenza empirica mostra che i disavanzi di bilancio medi degli Stati membri dell’unione monetaria tendono ad
essere minori dei disavanzi medi dei Paesi della Comunità Europea.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, 20 settembre 2011
Grecia: per Fitch il default ci sarà, ma Atene non abbandonerà
Eurolandia ( Finanza.com ), 20 settembre
La Grecia andrà in default, ma non abbandonerà Eurolandia.
Ne sono convinti gli analisti di Fitch.
" Come riflesso nei rating, Fitch si attende un default di Atene, anche se il Paese non lascerà l'Eurozona ", si
legge nello studio pubblicato oggi.
Secondo l'agenzia di rating Usa sarebbe infatti economicamente " irrazionale per la Grecia o per altri Paesi
sotto stress lasciare la zona euro, e se Atene lo facesse, con l'incoraggiamento degli altri Stati membri ( non
esiste una base legale per essere l'espulsione ), rappresenterebbe un precedente poco felice ".
Crisi: Mussari, spread mi sembra tanto, Italia penalizzata
( AGI ) Roma, 20
settembre
" Quasi 400 punti di spread mi sembrano tanti. Noi siamo eccessivamente penalizzati ".
E' l'opinione del Presidente dell'ABI, Giuseppe Mussari, il quale, parlando con i giornalisti del declassamento
dell'Italia da parte di Standard&Poor's, ha dichiarato che " è sicuro si debba fare di meglio e di più ".
Ma l'Italia è stata penalizzata.
" Ma dove saremmo se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto ", è la domanda che secondo Mussari è
necessario porsi.
Crisi: Almunia, Banche Europee potrebbero dover ricapitalizzare (
AFP ) Bruxelles, 20 settembre
L'aggravarsi della crisi potrebbe rendere necessarie nuove ricapitalizzazioni delle Banche Europee.
Asca -
Lo ha detto il Commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia nel corso di una conferenza stampa. '
'L'aggravarsi della crisi dei debiti sovrani, il suo impatto su un sistema bancario fragile e il persistere di
tensioni nei mercati interbancari, fanno presagire la possibilità che ci sia bisogno di ulteriori ricapitalizzazioni
delle Banche rispetto alle nove che hanno fallito gli Stress Test '' ha detto.
Crisi: Nuove voci sulle Banche francesi ( Borsainside.it ), 20 settembre
I titoli delle Banche Francesi potrebbero oggi soffrire sensibilmente.
Secondo quanto riporta il Financial Times il Gruppo tedesco Siemens avrebbe ritirato circa due settimane fa
da una Banca Francese più di € 500 milioni per depositarli direttamente presso la BCE.
Il conglomerato avrebbe preso la decisione in parte perchè avrebbe avuto dei dubbi sulla solidità della
Banca in questione, in parte per beneficiare dei maggiori interessi pagati dalla BCE.
Reuters riporta da parte sua che Bank of China avrebbe sospeso, a causa dei crescenti rischi legati alla crisi
del debito sovrano, le sue transazioni sulle valute con alcune Banche Europee, tra cui le francesi BNP
Paribas, Crédit Agricole, Société Générale .
Crisi: Profumo, la priorità è salvare la Grecia per salvare l'euro
( Asca )
Roma, 20 settembre
'' Far fallire la Grecia sarebbe un colpo durissimo e mortale non solo per la Grecia e per le Banche ma per
l'euro e per l'Europa.
La priorità non può essere che una: salvare la Grecia per salvare l'euro ''.
Ne è convinto l'ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, secondo il quale '' se la Grecia
andasse in default all'inizio le Banche Tedesche riuscirebbero a reggerne gli effetti, anche se con gravi
perdite ( il write off già realizzato per il sistema bancario europeo derivante dalla crisi greca è dell'ordine del
20 - 25 % del totale dell'esposizione ), ma il problema vero si porrebbe subito dopo: dal giorno successivo
alla bancarotta della Grecia, il mercato incomincerebbe a chiedersi chi è la prossima vittima e a chi tocca il
prossimo default con un effetto devastante per tutti ? ''.
Intervistato da Franco Locatelli per FIRSTonline.info Profumo si sofferma sull'importanza del ruolo della
Germania in Europa.
'' La Germania - dice - nella sua attuale maggioranza, resta ancorata all'euro e all'Europa ma non può
accettare comportamenti disinvolti da moral hazard di altri Paesi, comportamenti indisciplinati sul piano della
stabilità finanziaria che mettono in difficoltà l'europeismo della Germania ed è difficile dar torto ai tedeschi
quando si domandano la ragione per la quale dovrebbero pagare le avventure altrui ''.
Secondo Profumo, però, '' non si può realisticamente pensare che la Germania si faccia carico dei debiti di
tutta Europa. Al di là dei giudizi morali - aggiunge - sarebbe un'operazione insostenibile anche per i tedeschi.
I Paesi che lamentano un affievolimento dell'europeismo tedesco possono però assumere comportamenti
più virtuosi nella gestione della crisi, soprattutto sulla riduzione del debito pubblico e sul sostegno alla
crescita.
Offrirebbero così alla Germania una sponda per rilanciare la politica europeistica e la troverebbero a loro
volta ''.
Crisi: entro fine mese Decreto con misure sviluppo ( AGI ) Roma, 20 settembre
Dovrebbe arrivare entro la fine del mese, al massimo entro i primi di ottobre, il Decreto con le misure per lo sviluppo
che il Governo sta mettendo a punto.
Secondo quanto si apprende un nuovo tavolo tra Governo e rappresentanti di Banche e imprese è in programma per la
prossima settimana al Tesoro con l'obiettivo di ultimare i provvedimenti per la crescita.
Oggi al Ministero dell'Economia si è tenuta una nuova riunione a cui hanno preso parte i Ministri economici,
Confindustria, ABI e rappresentanti della Banca d'Italia.
Crisi: Mussari su S&P’s, stabilità bilancio si vede dai saldi
( Asca ) Roma, 20
settembre
'' Continuo a pensare che la stabilità di un bilancio pubblico si guarda dai saldi, poi abbiamo un problema di crescita.
Io diffido del giudizio qualitativo e non quantitativo, perchè il giudizio qualitativo è soggettivo ''.
Così il Presidente dell'ABI, Giuseppe Mussari, risponde ai giornalisti, a margine della conferenza sulla manifestazione
'Invito a Palazzo', sul declassamento del debito dell'Italia deciso da Standard & Poor's.
Mussari ha sottolineato che '' siamo eccessivamente penalizzati rispetto a quello che siamo: cominciamo ad apprezzare
quello che abbiamo fatto - ha detto -, anche se non è sufficiente e si dovrebbe fare di più e meglio con i tempi giusti
considerando che siamo in una fase che non dipende solo da noi, che non decidiamo solo noi.
Penso che siamo in parte penalizzati - ha ribadito -, ma siamo meglio di Germania e Francia “.
Mussari poi, in merito allo spread di 390 punti tra Btp e Bund raggiunto oggi, ha commentato: '' Mi sembra tanto ''.
Italia, UE: misure dovrebbero portare debito su giusto sentiero
( Reuters ), 20
settembre
Le misure di risanamento italiane annunciate durante l'estate dovrebbero mettere il debito su un sentiero sostenibile e in
discesa.
Lo ha detto la Commissione Europea.
" La piena attuazione di queste misure dovrebbero consentire all'Italia di raggiungere un avanzo primario consistente nel
2013 e questo sarà fondamentale per mettere l'enorme debito su un percorso in graduale diminuzione " ha detto Amadeu
Altafaj, portavoce del Commissario UE agli Affari Economici Olli Rehn
La Commissione non ha alcun commento specifico sulla decisione dell'agenzia di rating Standard and Poor’s di ridurre
il rating dell'Italia.
Crisi: Confagricoltura, imprenditori non possono stare alla finestra ( Asca ) Roma,
20 settembre
'' Il primo dovere di un imprenditore è quello di tutelare la sua azienda e quanti vi lavorano, per questo non può e non
deve cedere allo sgomento nemmeno nelle situazioni più difficili.
Ma un imprenditore non può nemmeno stare alla finestra, guardando passivamente quanto accade.
Le crisi vanno affrontate, non subite ''.
Lo dichiara Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura commenta il declassamento del rating italiano da parte di
Standard & Poor's.
'' Tralascio - prosegue Guidi - i commenti sulla validità dei giudizi espressi dalle agenzie di rating internazionali, che
troppo spesso negli ultimi anni hanno dato prove di sé non certo illuminanti.
Posso però dire che nella community economica da almeno tre settimane si parlava di un possibile declassamento
dell'Italia attorno a metà settembre.
Anche per questo, oggi, le valutazioni di Standard & Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani e da
considerazioni politiche che dalla realtà delle cose.
Questa realtà - sottolinea il Presidente di Confagricoltura - è che l'Italia ha fondamentali tali da confermarla nel ruolo di
terza grande economia europea e che è cruciale per la sopravvivenza stessa dell'euro.
Questo non vuol dire eccesso d'ottimismo, perchè, come ha detto Jean Claude Trichet: L'ottimismo è importante, ma
non quanto lavorare duro.
Ecco qui sta il punto, noi imprenditori agricoli, che, in piena crisi, abbiamo contribuito a contenere l'inflazione, abbiamo
creato nuova occupazione e continuato ad investire nonostante i nostri redditi fossero falcidiati dagli infimi livelli dei
prezzi, vogliamo avere la possibilità di lavorare duro e decidere come farlo, per noi e per il Paese.
Questo chiediamo alla politica e solo su questo giudicheremo la politica ''.
Crisi: S&P’s declassa debito Italia. ' Poca crescita e Governo debole '
( Asca ) Roma, 20 settembre
Scarsa crescita, Governo debole e obiettivi di correzione contenuti nella manovra difficilmente raggiungibili.
Con queste motivazioni Standard & Poor's ha declassato il debito sovrano dell'Italia tagliando merito di credito a lungo
termine da A+ ad A e quello a breve termine da A-1+ ad A-1. L'Outlook è Negativo e dunque resta la possibilità di
ulteriori riduzioni del giudizio.
Il declassamento del merito di credito del Paese riflette '' L'indebolimento della crescita economica mentre la fragilità
del Governo limita la capacità di rispondere alla sfide economiche interne ed internazionali '', scrive S&P’s.
Per l'agenzia di rating, la manovra di correzione dei conti pubblici, 60 miliardi per il periodo 2011-2014, appare ''
insufficiente e mal congegnata '', dunque incapace di ridurre in maniera significativa il peso del debito sul Pil.
Se va bene, il rapporto debito / Pil scenderà al 115 % nel 2014 dal 117 % di quest'anno, '' frazionali miglioramenti '',
scrive S&P’s, considerando che '' nel 2007 questo rapporto era al 100 % ''.
Pesano '' le deboli prospettive di crescita economica del Paese '' e una manovra '' fatta per due terzi di tasse che
aumenterà una pressione fiscale già molto alta '' con tassi di interesse ( e quindi il finanziamento del debito pubblico )
che '' stanno aumentando.
A nostro avviso - spiega l'agenzia - le prospettive economiche si stanno indebolendo e ci attendiamo che la debole
coalizione di Governo e le differenze nel Parlamento continueranno a limitare la capacità del Governo a rispondere con
decisione alle sfide macroeconomiche domestiche ed esterne ''.
Ad avviso di S&P’s, che ha ridotto le stime sul Pil italiano da + 1,3 % a + 0,7 % tra il 2011 ed il 2014, '' la performance
debole della crescita limiterà l'efficacia del programma di consolidamento fiscale italiano, basato sulle entrate ''.
L'outlook negativo '' riflette la nostra opinione sull'esistenza di ulteriori rischi al ribasso per le finanze pubbliche legate
all'andamento del pil reale e nominale italiano e i rischi contenuti nell'implementazione della manovra ''.
Crisi: Palazzo Chigi, da S&P’s valutazioni politiche ( AGI ) Roma, 20 settembre
" Il Governo ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza.
Le valutazioni di Standard & Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e
appaiono viziate da considerazioni politiche ".
E' quanto sostiene un comunicato di Palazzo Chigi che spiega: " Vale la pena di ricordare che l'Italia ha varato
interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i
cui frutti si vedranno nel breve - medio periodo ".
Crisi: Tremonti, un Piano decennale per la crescita ( Asca ) Roma, 20 settembre
Un Piano decennale per la crescita.
Sarebbe questo l'impegno assunto dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti nei confronti di Banche e mondo delle
imprese convocate al Tesoro per il secondo round del cosiddetto '' tavolo per lo sviluppo ''.
Un incontro durato oltre quattro ore cui hanno preso parte ABI, Confindustria e Rete Imprese Italia insieme a
rappresentanti di Bankitalia.
E secondo quanto trapelato dovrà essere proprio Ignazio Visco, Vice Direttore Generale di Via Nazionale, a studiare il
Piano che dovrà avere come caposaldi su cui imperniare gli interventi il lavoro, le imprese, il credito e lo Stato.
'' Il momento è assolutamente complesso - ha spiegato Tremonti ai suoi interlocutori - ma proprio per questo dobbiamo
dare l'idea di cosa fa questo Paese nei prossimi 10 anni, per almeno tre legislature ''.
Segnali forti dovranno però arrivare nei prossimi giorni e da questo punto di vista Tremonti ha assicurato che nel giro al
massimo di una decina di giorni arriverà un Decreto sulle infrastrutture e da subito si procederà alla 'manutenzione' di
misure già varate che saranno comunque a costo zero.
Un nuovo tavolo con le Parti Sociali potrebbe essere riconvocato già la prossima settimana, probabilmente mercoledì.
Parallelamente si dovrà accelerare sulle liberalizzazioni, e la strada da seguire potrebbe essere quella già indicata dalla
UE alla Grecia.
In più Tremonti avrebbe insistito sulla necessità di modificare al più presto l'articolo 41 della Costituzione che dovrebbe
limitarsi a recitare che in economia deve essere lecito tutto ciò che non è vietato espressamente.
Dalla riunione sono filtrate anche una serie di dichiarazioni che il portavoce del Ministro si è affrettato a smentire.
'' Per uscire dalla crisi dobbiamo fare un po' di marketing per l'Italia. Serve un po' di allure che ci dia il respiro di grandi
opere '', avrebbe detto Tremonti, che secondo alcuni partecipanti avrebbe citato anche Bismark: '' Se il popolo sapesse
come sono fatte le sue salse e le sue leggi non le mangerebbe ''.
Ma la frase che ha scatenato un vero e proprio 'giallo' riguarda la Fiat e i rapporti con i Sindacati.
'' Dobbiamo dare delle risposte a Marchionne se fa il demonio e dice che non vuole stare in Italia perchè c'è il
Sindacato.
Ci sarà una ragione se ogni volta dice che deve uscire da Confindustria se vuole stare in Italia ''.
Frasi però seccamente smentite dal Tesoro.
Attali, se Grecia fallisce prossima potrebbe essere Italia ( AGI )
Bologna, 20
settembre
" Aumentare le tasse in modo da ridurre l'indebitamento italiano, riforme del sistema pensionistico, del
mercato del lavoro, del sistema universitario e misure per rendere più efficiente l'apparato governativo ":
queste le priorità per l'Italia individuate dall'economista Jacques Attali.
" Il problema della Grecia - ha detto durante il suo intervento al convegno inaugurale del Cersaie - che
rappresenta solo il 2 % del Pil europeo era facile da risolvere ma non è stato fatto.
Se nessuno paga per la Grecia chi sarà la prossima ?
Potrebbe essere la Spagna, l'Irlanda, il Portogallo e anche la Francia ma sarà proprio l'Italia la prima in
questa fila " .
FMI: Mondo in fase pericolosa, taglio stime Pil 2011 e 2012
( AGI )
Roma, 20 settembre
L'economia globale è in una nuova " fase pericolosa ": la fiducia è in profondo calo e i rischi al
ribasso stanno crescendo.
Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale, nel World Economic Outlook che taglia le stime di
crescita del Pil mondiale al 4 % quest'anno e nel 2012 ( dai precedenti 4,3 e 4,5 % ).
Secondo gli esperti di Washington, " I problemi strutturali che erano alla base della crisi nelle
economie dei Paesi più avanzati stanno dando prova di essere più inflessibili rispetto alle attese, e
il processo di riforme sta diventando più complicato ".
Crisi: Brasile proporrà aiuti BRICS a Europa via FMI ( AGI ) San Paolo,
20 settembre
Il Brasile proporrà ai Paesi emergenti del BRICS di creare nuovi fondi a disposizione del Fondo
Monetario Internazionale per aiutare l'Europa a uscire dalla crisi del debito.
Il Ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, lancerà questa proposta a un vertice dei
cosiddetti BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ), che si terrà questa settimana a
Washington.
Lo rivelano fonti bene informate che preferiscono restare anonime.
FMI: nel 2013 Italia non raggiungerà pareggio, deficit all'1 %
( Asca ) Roma, 20 settembre
Il deficit dell'Italia nel 2013 si attesterà all'1 % del Pil rispetto al pareggio di bilancio dell'obiettivo
del Governo.
E' quanto indica il FMI nel rapporto sui conti pubblici indicando che la differenza è dovuta alle
stima su una crescita meno sostenuta.
Nell'ambito del G/7 tuttavia l'Italia si colloca al secondo posto come deficit più basso.
Il debito pubblico italiano - continua il FMI - si stabilizzerà l'anno prossimo e inizierà a scendere
dal 2013.
Il FMI inoltre rileva che l'andamento dei conti pubblici dell'Italia nell'anno in corso è in linea con
gli obiettivi.
Piazza Affari si conferma tonica, Almunia tifa per le Banche italiane ( Milano
Finanza ) Milano, 20 settembre – h. 14,40
Piazza Affari non si scompone dopo il dato macro Usa.
Il Ftse Mib, pur ritracciando dai massimi intraday a quota 14.342 punti, scambia a quota 14.237 punti e sale
dell'1,07 % con i futures sugli indici di Wall Street anch'essi in rialzo nell'attesa dell'annuncio di nuove
misure di stimolo dell'economia da parte della Fed.
L'avvio di nuovi cantieri negli Stati Uniti è sceso ai minimi dall'aprile scorso.
E' calato del 5 % ad agosto a 571 mila unità, più della prevista discesa a 590 mila unità.
A luglio era calato del 2,3 % a 801 mila unità ( dato rivisto dalle iniziali 604 mila unità ).
I permessi per l'avvio di nuovi cantieri sono però saliti del 3,2 % a 620 mila unità, il massimo dal dicembre
scorso.
A luglio erano scesi del 2,6 % a 601 mila unità.
Gli analisti si aspettavano un calo a 590 mila unità.
Sul listino milanese, oltre che su Fiat ( + 5,52 % ) e su Luxottica ( + 3,14 % ), gli acquisti si concentrano su
alcune Banche.
In particolare, UBI Banca, Unicredit e B. Popolare guadagnano oltre due punti percentuali.
Un po' più indietro Intesa Sanpaolo ( + 1,48 % ) e Bpm ( + 0,6 3 %).
" I fondamentali della Banche italiane sono solidi, e questa è una fortuna per l'economia italiana ", ha
affermato il Commissario Europeo alla Concorrenza, Joaquin Almunia, sostenendo che le Banche italiane
sono in una buona posizione: hanno superato positivamente gli Stress Test e non hanno avuto bisogno di
sostegno pubblico come altre Banche in Europa.
Ma le tensioni di queste settimane hanno finito per colpire anche gli Istituti della penisola, perché " in questo
momento ", ha spiegato Almunia, " il problema deriva dal collegamento che i mercati fanno tra debito
pubblico e sistema bancario, che può portare a tensioni per la liquidità sul mercato interbancario ".
Oggi lo stesso A. D. della BPER, Fabrizio Viola, ha difeso il nostro sistema bancario: " Non lo definirei
fragile, se facciamo riferimento agli interventi di patrimonializzazione che ci sono stati, inoltre l'esposizione
verso la Grecia è minima ed è basso il livello di leverage, quindi direi che il sistema bancario italiano non è
debole ".
E anche il Presidente dell'ABI, Giuseppe Mussari, ha detto che " non vede rischi " di un calo del rating, a
cascata, sulle Banche italiane dopo il taglio del giudizio dell'Italia da parte di Standard and Poor's.
Gli Istituti di credito italiani, ha ricordato, " hanno dimostrato una solidità invidiabile, un'azione al servizio
dell'economia reale e hanno fatto quello che si doveva fare in tema patrimoniale ".
Banche italiane a parte, a livello europeo una ricapitalizzazione potrebbe essere necessaria per più Banche
rispetto alle nove indicate dagli Stress Test di luglio, visto il peggioramento della crisi del debito.
" E' per questo che è importante risolvere la crisi del debito sovrano senza ulteriori ritardi ", ha osservato
Almunia.
Il Commissario chiederà all'Unione Europea di estendere le regole speciali sull'assistenza dei Governi alle
Banche poste in essere durante la crisi.
" Avrei preferito tornare alle regole normali prima, e questa era in realtà la mia intenzione fino all'estate ", ha
riconosciuto Almunia.
Ma " la situazione che stiamo affrontando in questi giorni richiede un'estensione dell'esistente regime di aiuto
statale ".
Comunque le Banche dovrebbero tentare di finanziarsi da sole sui mercati e prendere tutte le possibili misure
prima di rivolgersi alle Autorità pubbliche che dovrebbero essere usate come " ultima spiaggia ".
Banche: Profumo, quelle Italiane stanno meglio delle tedesche ( Asca ) Roma, 20
settembre
'' Almeno in campo bancario l'Italia si trova in una condizione migliore rispetto alla Germania ''. L'ex
amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo difende la posizione delle Banche italiane rispetto
a quelle tedesche.
Intervistato da Franco Locatelli per FIRSTonline.info, Profumo spiega che quello tedesco '' è un sistema
molto complesso che marcia a due velocità e che ha il suo punto debole nelle cosiddette Landesbank che non
hanno più un modello di business sostenibile e quindi non stanno più in piedi. Avrebbero bisogno di
privatizzazioni e aggregazioni con le Casse di Risparmio, come è avvenuto da noi.
Poi ci sono la Deutsche Bank e Unicredit, mentre il resto del sistema bancario è sostanzialmente pubblico.
Il paradosso della Germania è che ha il più forte sistema industriale d'Europa e il più debole sistema bancario
''.
Profumo difende quindi le scelte fatte in Italia.
'' Noi - dice - abbiamo cominciato a privatizzare e modernizzare il sistema con la legge Amato - Ciampi e poi
abbiamo fatto un sacco di aggregazioni e acquisizioni interne ed esterne che hanno alla fine portato alla
creazione di due campioni europei ''.
In Germania - conclude - '' apprezzano la nostra creatività, ma criticano il nostro disordine istituzionale e la
qualità dei nostri processi decisionali.
E non hanno tutti i torti ''.
Unicredit: Gnudi, non è vero che siamo scontenti di
Ghizzoni ( Finanza.com ), 20 settembre
Piero Gnudi smentisce tutto.
Il CdA di Piazza Cordusio non è scontento dell’operato dell’A. D. Ghizzoni.
" Non è vero ", ha detto il Consigliere di UniCredit a chi gli chiedeva se le indiscrezioni riportate negli
ultimi giorni da alcuni giornali fossero vere.
Secondo quanto riportato dalla carta stampata il Consiglio di Unicredit non sarebbe soddisfatto
dell’operato dell’A. D..
Unicredit conferma i delegati ( Italia Oggi.online ), 20 settembre
UniCredit non ha problemi sul fronte della liquidità.
Lo ha assicurato l'A. D., Federico Ghizzoni, in un breve incontro con la stampa al termine del Consiglio
d'Amministrazione, che ieri ha confermato l'A. D. e il Presidente, Dieter Rampl, come rappresentanti nel
Direttivo del Patto di sindacato di Mediobanca.
« Noi monitoriamo con attenzione la liquidità.
Siamo in situazione positiva, tranquilla e stabile.
La nostra posizione geografica poi ci dà una mano importante in questo periodo.
Noi guardiamo con attenzione ai mercati, però siamo convinti che il Gruppo abbia la possibilità gestire
questo periodo in modo positivo », ha detto Ghizzoni.
Quanto alle molte voci di un nuovo aumento di capitale ( che hanno suscitato qualche perplessità nelle
Fondazioni ) UniCredit farà il punto nell'ambito del Piano Industriale e sul tema ancora non è stata
avviata una discussione con gli azionisti, ha spiegato l'A. D.. « Stiamo lavorando al nostro Piano
Industriale.
Vogliamo uscire con un piano realistico, credibile e anche ambizioso.
Tutti i discorsi sul capitale, e non necessariamente sull'aumento di capitale, verranno definiti e annunciati
con il Piano », ha affermato.
Ghizzoni, in merito alle osservazioni delle Fondazioni, ha spiegato che « noi non abbiamo ancora avviato
un dibattito interno sul tema.
Vogliamo iniziare a discuterne una volta che sarà pronto a livello manageriale e solo a quel punto
parleremo con tutti.
Si tratta di decisioni importanti, quando saremo pronti ne discuteremo ».
L'A. D. ha infine ribadito la volontà di presentare il Piano entro fine anno, « salvo situazioni di estrema
volatilità » del mercato.
Ghizzoni ha infine escluso in modo deciso le ipotesi di cessioni degli Asset in Polonia ( Bank Pekao ) o
Turchia ( Yapi Kredi ).
« Sulle voci di una possibile vendita di Asset in Polonia e Turchia smentisco categoricamente, perché non
hanno senso.
Si tratta - ha spiegato - di Paesi dove stiamo avendo risultati eccellenti e che hanno una crescita molto
alta.
La Turchia, tra l'altro, ha appena ricevuto un aumento del rating.
Da questi Paesi noi sicuramente non usciamo ».
Quanto al ruolo in Mediobanca ( oggi vi sono Comitati e CdA ), « siamo tranquilli.
Il Board di Unicredit ha approvato il rinnovo delle nostre cariche nel Patto.
Non avverto particolari tensioni o problemi in Mediobanca.
Tutto si sistemerà nel migliore dei modi ».
Unicredit: Ghizzoni, siamo aperti all’ingresso di nuovi
soci ( Finanza.com ), 20 settembre
La liquidità di Unicredit è stabile e non abbiamo problemi nel funding in dollari.
Lo ha annunciato l’A. D. di Unicredit Federico Ghizzoni nel corso di un incontro con la stampa.
Nel corso della riunione del Board non è stata presa nessuna decisione relativa l’aumento di
capitale ma, precisa il manager, “ annunceremo i dettagli dell’operazione quanto sarà presentato il
nuovo Piano Industriale ”.
Per quanto riguarda le voci circolate negli ultimi giorni, “ non sono a conoscenza di un
malcontento relativo le mie performance ”.
Totale apertura infine all’ingresso di nuovi soci: “ chiunque abbia intenzione di investire e di
supportare il Gruppo nel lungo termine è il benvenuto ".
Mediobanca: verso conferma status quo, Della Valle non CdA
( AGI )
Milano, 20 settembre
Il patron di Tod's, Diego Della Valle, non entrerà nel nuovo Consiglio di Amministrazione di Mediobanca.
Questa la principale novità emersa al termine di una giornata di continue consultazioni tra i soci dell'Istituto,
alla vigilia della riunione del Patto di sindacato che stilerà la lista definitiva dei candidati.
P. A.: Brunetta Incalza Tremonti, serve c. i. elettronica per Dipendenti
( Adnkronos ) Roma, 20 settembre
" Con l'inizio della settimana il Ministro Renato Brunetta ha ripreso a scrivere al collega Giulio Tremonti,
questa volta sollecitandolo a proposito dello schema - tipo di documento progettuale per la produzione, il
rilascio e la gestione del documento d'identità elettronico ai Dipendenti ( Modello ATe ) da parte delle
Amministrazioni dello Stato ".
Così inizia il comunicato stampa di Palazzo Vidoni
" Con la missiva dello scorso 4 agosto - ricorda Brunetta in una lettera inviata ieri ( si legge nella nota ) - ti ho
già sottolineato come le osservazioni formulate dall'Ufficio legislativo - economia fossero riferite ad aspetti
finanziari relativi all'emissione del citato documento.
Il provvedimento, invece, riguarda solo aspetti tecnici e nulla dispone circa la copertura finanziaria, le
modalità e i tempi con cui ciascuna Amministrazione, utilizzando le risorse disponibili, dovrà provvedere
all'eventuale rilascio del documento ai Dipendenti.
Nonostante le argomentazioni addotte - osserva Brunetta - non è pervenuto dai tuoi uffici alcun riscontro al
riguardo.
Considerato che il documento progettuale da approvare è stato puntualmente concordato nel corso di
apposite riunioni tecniche, ti chiedo nuovamente di voler consentire l'emanazione del provvedimento, di
evidente utilità per i Dipendenti pubblici, comunicando sollecitamente il tuo concerto ".
Lavoro: Sacconi firma Decreto su servizi, entrano scuole e Università
( Asca ) Roma, 20 settembre
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, ha firmato il Decreto Ministeriale che
definisce i dettagli operativi dell'allargamento della platea dei soggetti autorizzati alla intermediazione nel
mercato del lavoro.
Si completa quindi il processo di liberalizzazione del collocamento e dei servizi per il lavoro.
Il Decreto - si legge in una nota - è infatti l'ultimo tassello di un disegno riformatore avviato con le leggi Biagi
e Treu che ora giunge a compimento.
Col Decreto fanno definitivamente il loro ingresso attivo ( e non più solo formale ) nei servizi per il lavoro
anche le scuole e le Università.
Come già anticipato dalla circolare dei Ministri Sacconi e Gelmini del 4 agosto 2011, vengono ora
definitivamente stabilite le modalità di pubblicazione dei curricula degli studenti sul portale
www.cliclavoro.gov.it nonchè quelle per l'iscrizione all'albo informatico delle Agenzie per il Lavoro dei nuovi
soggetti autorizzati.
Scuole e Università dovranno comunque pubblicare i curricula degli studenti anche sul proprio sito
istituzionale pena la perdita della autorizzazione alle attività di placement.
La circolazione delle informazioni garantisce anche il monitoraggio dei fabbisogni professionali e il buon
funzionamento del mercato del lavoro.
Dalla data in vigore del Decreto - dopo la registrazione della Corte dei Conti e la pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale - per mantenere l'autorizzazione all'intermediazione e non intercorrere nelle sanzioni
previste, sarà necessario, come anticipato, il collegamento a www.cliclavoro.gov.it e, per scuole e
Università, la pubblicazione dei curricula.
I dati sulla sostenibilità nei bilanci: la richiesta ( Trend.online ) di Pierpaolo Molinengo
Una coalizione di investitori guidata da Aviva Investors chiederà oggi agli Stati Membri delle Nazioni Unite di
sviluppare un sistema che richieda alle aziende quotate e alle grandi società private di integrare il proprio bilancio
d’esercizio con requisiti di sostenibilità o, in caso contrario, motivare perché non sono in grado di farlo.
Paul Abberley, CEO di Aviva Investors London, lancerà l’invito ad agire ( call for action ) in occasione del Forum del
settore privato sull’energia sostenibile per tutti ( United Nations Private Sector Forum on Sustainable Energy for All )
che si terrà oggi presso le Nazioni Unite in concomitanza con la 66ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite.
A nome della Corporate Sustainability Reporting Coalition, Paul Abberley chiederà ai membri dell’ONU di sottoscrivere
un accordo finalizzato alla creazione di politiche nazionali che rendano obbligatoria la pubblicazione di dati relativi alla
sostenibilità da parte delle società quotate.
La coalizione inviterà inoltre gli Stati Membri ad adottare un Accordo condiviso alla prossima conferenza delle Nazioni
Unite sullo sviluppo sostenibile, il 2012 Earth Summit, che si terrà a Rio de Janeiro nel giugno 2012.
La coalizione ritiene che il sistema a livello internazionale dovrebbe attenersi a due principi chiave:
1. Trasparenza - Gli Stati Membri delle Nazioni Unite dovrebbero prevedere norme nazionali che obblighino ad
integrare il bilanci d’esercizio con dati sulla performance e sulle strategie di sostenibilità;
2. Responsabilità - Gli Stati Membri delle Nazioni Unite dovrebbero mettere a disposizione degli investitori
meccanismi per far sì che le società siano valutate per la qualità dei dati effettivamente riportati.
Uno di questi meccanismi potrebbe essere quello di mettere tali dati al voto dell’Assemblea annuale degli azionisti.
Aviva plc, casa madre di Aviva Investors, è stata la prima società del settore finanziario a sottoporre al voto consultivo
degli azionisti i dati relativi alla sostenibilità integrati nel bilancio d’esercizio.
La coalizione rappresenta Istituzioni finanziarie, Associazioni professionali, Organizzazioni non - governative e
investitori che insieme gestiscono asset per 1,6 trilioni di dollari.
Attualmente, la coalizione comprende organizzazioni come Association of Chartered Certified Accountants, CA
Cheuvreux, Generation Investment, Global Reporting Initiative e Hermes.
Paul Abberley, CEO di Aviva Investors London ha dichiarato: “ le aziende all’avanguardia in tutto il mondo hanno
compreso che si può avere un valore maggiore e più duraturo solo se si includono strategie di sostenibilità a lungo
termine nelle strategie aziendali rendendo pubblici i progressi agli investitori.
In quanto investitori di lungo termine riconosciamo anche l’impatto positivo che l’introduzione di fattori di
sostenibilità possa avere sul valore per gli azionisti.
A nostro avviso bisognerebbe richiedere ai vertici aziendali di valutare la sostenibilità delle società che dirigono.
Questo non incrementa solo la redditività a lungo termine e i rendimenti degli investitori, ma migliora anche la qualità
dei mercati azionari, aumenta la stabilità finanziaria a livello macro e migliora materialmente le vite delle persone
impattate dall’attività aziendale. Questo è il motivo per cui ci stiamo rivolgendo agli Stati Membri delle Nazioni Unite
affinché si impegnino a sviluppare politiche che promuovano la pubblicazione di bilanci di sostenibilità. I mercati sono
guidati dalle informazioni: se le informazioni che ricevono sono focalizzate sul breve termine e lacunose, tali
caratteristiche definiranno i nostri mercati ”.
Ernst Ligteringen, Chief Executive di Global Reporting Initiative ha dichiarato: “ un gruppo di società pioniere ha
collaudato un modello aziendale per riportare dati relativi alla sostenibilità: ora è il momento di chiedersi perché non
pubblicarli ?
Gli Stati Membri hanno l’opportunità di guidarci verso un’economia sostenibile, richiedendo a tutte le grandi
organizzazioni aziendali di indicare l’impatto delle loro attività scegliendo di farlo attraverso un bilancio sociale o
integrando i dati finanziari con quelli sulla performance e sulla strategia di sostenibilità - o motivando il loro silenzio in
merito ”.
Helen Brand, Chief Executive dell’ Association of Chartered Certified Accountants, ha aggiunto: “ siamo lieti di poter
aiutare Aviva Investors a porre la sostenibilità al centro della pianificazione e della strategia aziendale.
Le aziende al giorno d’oggi hanno la possibilità di giocare un ruolo chiave nel creare un mondo più sostenibile.
Portare la sostenibilità al centro delle strategie aziendali e integrarla nei processi chiave, come la stesura del bilancio,
sono dei passaggi obbligati se il settore aziendale vuole utilizzare il proprio potenziale per influenzare in modo positivo
il mondo di domani. Integrare dati sulla sostenibilità nei bilanci aziendali è l’approccio che il mondo si aspetta dalle
corporation nel 21esimo secolo."