Spunti di riflessione concorso di poesia suoni e colori
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Spunti di riflessione concorso di poesia suoni e colori
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE - “LEONARDO DA VINCI” Via del Fornacione, 1 Pistoia – Tel. 0573 964215 – Fax. 0573 451137 http://www.istitutoleonardodavincipt.gov.it e-mail: [email protected] - [email protected] [email protected] SPUNTI DI RIFLESSIONE SUL TEMA SCELTO “ COLORI E SUONI NELLA POESIA” Pennellate di note in versi Anche quest'anno proseguirà il 9° Concorso di poesia “Far...rima del mio sacco”. Il tema del Concorso è “Colori e suoni nella poesia”. La poesia è fortemente intrecciata al significato dei colori e all’esperienza musicale. I colori, l'idea di luce/ombra, sono elementi essenziali all'interno di un brano o di una poesia perché permettono di creare un paesaggio, una dimensione, un'emozione. Giocando con la luce e con le ombre nascono paesaggi inquietanti o misteriosi; l'uso di alcuni colori ci permette di esternare le sensazioni che proviamo o semplicemente ci assicura la bellezza del ricordo incarnato da un oggetto, dal viso di una persona, da un elemento della natura. E' noto come anche gli impressionisti abbiano fatto un uso distinto del colore per poi avere un'immagine d'insieme nel risultato finale: la separazione e l'accostamento di colori puri sulla superficie del dipinto, i quali vengono poi rimescolati nella percezione dell'osservatore creano un'armonia visiva. (Cattedrale di Rouen – Monet). “Con il denaro sapientemente risparmiato, fra i tredici e o quattordici anni mi comprai una cassetta da pittore con colori ad olio. Ricordo ancora la sensazione- o meglio l’esperienza vitale – del colore che esce dal tubetto. Una pressione del pollice, e uno dopo l’altro quegli esseri straordinari che vengono chiamati colori venivano fuori esultanti, festosi, riflessivi, fantastici, immersi in sé...vivi in sé e per sé, singolarmente dotati di tutte le qualità necessarie a condurre una vita autonoma e pronti in ogni momento a piegarsi spontaneamente a nuove combinazioni, a mescolarsi fra loro e a creare serie infinite di mondi nuovi.” Così scrive Kandinskij in una delle pagine più toccanti della sua autobiografia “Sguardo al passato”. Per questo artista i colori sono degli esseri fantastici capaci di comunicare direttamente con noi uomini. Ciascun colore richiama a Kandinskij una sensazione vitale, un’emozione, un moto dell’anima...addirittura un suono o meglio uno strumento musicale! IL GIALLO PER KANDINSKIJ E' il tipico colore terreno, irraggia e sembra quasi avvicinarsi a chi l’osserva abbagliandolo. Può essere paragonato a un eccesso di furore, alla cieca follia e frenesia. Musicalmente il giallo emette un suono paragonabile a quello di una tromba acuta suonata sempre più forte o a un suono di fanfare sempre più alto. IL BLU PER KANDINSKIJ E’ il tipico colore del cielo. Andando molto in profondità sviluppa l’elemento della quiete. Quanto più è profondo, tanto più fortemente richiama l’uomo verso l’infinito, suscita in lui la nostalgia della purezza e infine del sovrasensibile... Musicalmente l’azzurro è simile a un flauto; il blu scuro somiglia un violoncello e, diventando sempre più cupo, ai suoni meravigliosi del contrabbasso; nella sua forma profonda, solenne, il suono del blu è paragonabile ai toni gravi dell’organo. IL VERDE PER KANDINSKIJ Il verde assoluto è il colore più calmo che esista: esso non si muove in nessuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza, di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla. E’ il colore dell’estate, quando la natura ha superato la primavera e si immerge in una quiete soddisfatta di sé. Musicalmente il verde assoluto può essere paragonato ai toni quieti, ampi, di media profondità, del violino. IL ROSSO PER KANDINSKIJ E’ un colore tipicamente caldo, senza limiti, agisce interiormente come un colore assai vivace, acceso, inquieto e genera una forte nota di un’energia immensa. Questo rosso ideale può subire nella realtà grandi alterazioni, deviazioni e variazioni...Ogni tonalità richiama a Kandinskij un’immagine, un’emozione diversa ma anche diversi suoni musicali. Il rosso caldo chiaro (rosso di Saturno) ricorda in campo musicale il suono delle fanfare in cui sia presente anche la tuba: tono ostinato, molesto, forte. Il rosso cinabro suona come la tuba e può essere paragonato a forti rulli di tamburo. Il rosso freddo, quando è chiaro, ricorda i toni più alti, chiari, melodiosi del violino. L’ARANCIONE PER KANDINSKIJ Possiamo dire che è un rosso che si muove verso lo spettatore. L’arancione è come un essere umano cosciente della sua forza e produce perciò un sentimento particolarmente sano. Musicalmente l’arancione ricorda il suono di una campana media di chiesa che chiami per l’Angelus, o una forte voce da contralto, o una voce viola che suoni un largo. IL VIOLA PER KANDINSKIJ E’ come un rosso freddo che si ritira verso se stesso. E’ un rosso raffreddato in senso fisico e psichico. Esso ha perciò qualcosa di malaticcio, di spento, di mesto. Per questi motivi è considerato adatto per gli abiti delle donne anziane. Addirittura, fra gli artisti si risponde scherzosamente alla domanda: ”Come stai?”, “Tutto viola”, cosa che non significa nulla di piacevole. Il viola è simile al suono del corno inglese, della zampogna, e quand’è più profondo, ai toni gravi dei legni (ad esempio il fagotto). Un’ affermazione di Montale può rendere più chiaro il tema che si vuole trattare: “Quando cominciai a scrivere le prime poesie di Ossi di Seppia avevo certo un’idea della musica nuova..[...]. Avevo sentito i Minstrels di Debussy.....”. Debussy fu tra i primi a scardinare il sistema tonale tradizionale, con dissonanze volute che rompevano la scala armonica e che dovevano essere recepite ed ascoltate dall’orecchio dell’ascoltatore come una musicalità intrinseca ed autonoma dei suoni. La vena debussiana, nella poesia di Montale, si esprime anche formalmente, nelle cascate di versi brevi e nelle rime ripercosse. La natura che Debussy ritrae in molti dei suoi brani è pensata alla luce del ricordo, poiché la soggettività impressionista è chiusa su se stessa e sembra galleggiare nel tempo infinito. Debussy privilegia le relazioni coloristiche all’interno della linea melodica: più che la relazione fra gli intervalli, sembrano essere rilevanti le relazioni fra i colori, fra le tinte dei suoni, questo in stretta analogia con ciò che fanno i pittori della scuola impressionista. Come Debussy anche Montale attribuisce un valore simbolico ed evocativo agli oggetti, alle piante o ai luoghi. Come Debussy anche Montale coglie un linguaggio assolutamente nuovo. Debussy coglie l'ultimo soffio della vita sulla soglia stessa che separa l'essere dal non essere; i suoi silenzi e le sue pause vengono talvolta come dall'altra riva. Ma non c'è possibilità di decifrazione di questo mistero: l'inafferrabile rimane tale, l'inesprimibile non detto e l'invisibile non visto. La musica di Debussy vuole essere così, non spiegata, non decifrata, portatrice di messaggi che non devono necessariamente essere intesi e il cui significato è ancora molto lontano dall'essere esaurito. La correlazione fra i colori e la musica rappresenta un bellissimo connubio per invogliare gli studenti ad accostarsi alla poesia, cogliendo le sfumature e i significati dei colori come emblemi dei propri stati d'animo. I limoni [...]Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni. [...]Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. […] dalla sezione Movimenti di“Ossi di seppia” La poesia “I Limoni” fu scritta tra il 1921 e il 1922 da Montale. La poesia esprime tutto il pessimismo razionale del poeta. Il tema della poesia è la disillusione dinanzi all’impossibilità di poter accedere alla scoperta del segreto delle cose e del significato della vita. Il poeta si rende conto che dopo il momento dell’illusione viene il momento della realtà che distrugge l’illusione. Ma il poeta non conclude la poesia con la vittoria della realtà sulla illusione, perché inaspettatamente compaiono i limoni a destare la vitalità nell’anima e a donare l’incoraggiamento al cuore; anzi la poesia termina con un inno alla solarità capovolgendo la situazione e segnando la vittoria dell’illusione sulla realtà. Il tema della poesia è dunque la riproposta dell’eterna lotta tra illusione e realtà. Per il poeta, i limoni rappresentano la speranza, la volontà di vivere e di ricominciare la lotta per sconfiggere il grigiore della vita quotidiana ogni volta che sopraggiunge la realtà. I limoni significano soprattutto la fede e la razionalità dell’uomo contro il mistero della natura e la sua incomprensione. Spicca il colore giallo degli agrumi e non è casuale: il colore alleggerisce e sottrae profondità, ed in questo senso potrebbe sembrare superficiale, in quanto fa rimbalzare lo sguardo e lo proietta in una dimensione, che se non fosse quella eterna, sarebbe quella della irrealtà: la presenza cromatica del giallo riappare più volte in un crescendo sensoriale, a partire dal titolo, dagli alberi di limoni, all’odore dei limoni ed infine alle trombe d’oro della solarità; il giallo è una cromaticità mutevole in costante crescita, concentrata nell’ultima strofa, dove assume il simbolo di un avvenimento prodigioso, capace di riscattare l’esistenza grigia e tediosa che grava sugli uomini. I limoni rappresentano un salto, una rinata speranza che però, consiste nella riduzione dell’oggetto del desiderio, in un elemento povero e comune, su cui concentrare, simbolicamente, le certezze limitate di un’effimera gioia, senza ulteriori attese di rinnovamento. Il giallo rappresenta, quindi, anche la luce e il suo potere di illuminare, con la chiarezza della coscienza, la vita confusa del poeta. In questa poesia, il colore azzurro fa la sua prima apparizione, comparendo in due differenti occasioni e in entrambi i casi in veste di sostantivo: l’azzurro è fortemente radicato nell’anima del poeta, pronta a cogliere qualsiasi parallelo cromatico con il cielo ligure, con il mare e talvolta con l’ombra. Il colore azzurro si concretizza in questi tre aspetti incarnando il paesaggio di Montale. Il cielo, con la sua presenza costante sullo sfondo della lirica e degli oggetti in essa divenuti protagonisti, non è mai nominato esplicitamente, poiché per l’autore, è sufficiente individuarlo per mezzo della sua qualificazione cromatica, divenuta, qui, sostanza e corporeità: si tratta di un azzurro materiale, palpabile che interiorizza le immagini “Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro..”. La componente coloristica si muove in linea con i sentimenti dell’autore: l’azzurro è vicinissimo e con esso l’uomo instaura un contatto vitale ed irripetibile altrove, in una sorta di ponte fra cielo e terra. Quando invece il poeta si volge a scrutare la pioggia e la città, caricando la poesia con un sentimento di tristezza e di amarezza, l’azzurro del cielo si allontana dalla terra “spezzandosi” “tra le cimase”, perdendo tutta la sua energia e slancio vitale offuscando il suo iniziale splendore: il colore non riesce più ad impregnare di sé ogni componente vegetale ed animale della natura, si scorpora dalla realtà sensibile, incapace, ora, di sopraffare l’elemento uditivo delle “gazzarre”; il colore ora, dotato di una volontà sconnessa, non riesce a vincere i rumori della città. Questo schema esemplificativo (aperto e flessibile) può servire da orientamento per indirizzare gli alunni nella riflessione e nella scelta dei colori e dei suoni da utilizzare nella stesura della propria poesia. delle emozioni dei sentimenti dei ricordi della natura I COLORI delle stagioni delle età della vita dei momenti del giorno dei suoni e dei rumori dei luoghi …..................................... Riportiamo esempi di come il suono e il colore siano importanti nella poesia: BLU: BLU: notte intrisa di luce… spazio, lontananza, leggerezza,sogno di una sera estiva. …Silenzio oggi rappreso sul vecchio muro… dove fioriranno le campanule BLU,. Nelle sere BLU d’estate me ne che pianto per te . andrò per i sentieri… sull’erba fine, tra il pungente grano… non avrò Sara Zanghi parole, non avrò pensieri, ma nel petto mi salirà un infinito amore e come uno zingaro andrò Ora è tempo delle stelle. Posano lontano… vicine in questo luogo aereo. Fanno il cielo BLU. Arthur Rimbaud Sara Zanghi NERO: notte misteriosa, desideri pericolosi… NERO: sguardo segreto… Questa voglia di amore mio cosi alta e funesta. Questa voglia che è sempre in festa, che corre di porta in porta senza nessuna scorta, che vorrebbe un carabiniere per certe notti NERE. Come pupilla, NERA; come pupilla che risucchia la luce, ti amo, perspicace notte. Marina Qvetaeva Alda Merini ROSSO: passione e fuoco che arde… ROSSO: vita che scorre e danza… Giovinezza mia! Mia scarpina spaiata! … Giovinezza mia, pezza di ROSSA tela! Brucia con la gonna color lampone, mia giovinezza! Piccoli papaveri, fiammelle d’inferno… sono esausta al guardarvi danzare cosi ROSSO chiaro e stropicciati, come la pelle di una bocca insanguinata Marina Qvetaeva Sjlvia Plath ROSSO : sangue e ferite… C’è un paio di scarpette rosse … I tulipani ROSSI sono troppo ROSSI. Mi fanno male. Il loro ROSSO parla alla mia ferita: le corrisponde. C’è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica Schulze Monaco c’è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c’è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a far coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c’è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald [Continua...] erano di un bimbo di tre anni forse di tre anni e mezzo chissà di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l’eternità perchè i piedini dei bambini morti non crescono c’è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perchè i piedini dei bambini morti non consumano le suole. Joyce Lussu GIALLO: luce, gioia e amore. GIALLO: splende e riscalda come l’amore Solcava lenta e lieve la barca, laghi D’OR, andando cosi’ noi nel SOLE abbracciati. Il GIALLO la natura lo usa più di rado degli altri colori, lo tiene tutto in serbo per i tramonti… il GIALLO se lo concede con parsimonia, in certe occasioni, come le parole di un amante. Antonia Pozzi Emily Dickinson Vocali A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali, Io dirò un giorno le vostre nascite latenti: A, nero corsetto villoso di mosche splendenti Che ronzano intorno a crudeli fetori, Golfi d'ombra; E, candori di vapori e tende, Lance di fieri ghiacciai, bianchi re, brividi di umbelle; I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra Nella collera o nelle ubriachezze penitenti; U, cicli, vibrazioni divine dei verdi mari, Pace di pascoli seminati d'animali, pace di rughe Che l'alchimia imprime nelle ampie fronti studiose; O, suprema Tromba piena di strani stridori, Silenzi attraversati da Angeli e Mondi: - O l'Omega, raggio viola dei suoi Occhi! A. Rimbaud La referente del progetto Prof.ssa Arianna Tomassetti IMPORTANTE! SI AVVISANO GLI INSEGNANTI CHE LA SCADENZA PER LA PRESENTAZIONE DELLE POESIE E' PREVISTA PER IL 4 FEBBRAIO 2015.