StoriaDLACQUA - Itinerari e Luoghi
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StoriaDLACQUA - Itinerari e Luoghi
Svizzera e Italia Idrovia Ticino-Po Storia d’acqua VERBANO DEVOTO La chiesa di Santa Caterina del Sasso, sul lago Maggiore. I SERATE MENEGHINE Il Naviglio Grande a Milano. Un viaggio sul filo Milano Venezia dell’acqua, lungo 500 chilometri, alla scoperta della nuova waterway transfrontaliera Locarno-Milano-Venezia. L'Idrotour è un progetto europeo all’insegna della mobilità dolce e dell’eco-sostenibilità per tutti. Locarno II C osa possono strade e binari di fronte all’opportunità di unire la Svizzera all’Italia e il lago con il mare attraverso una waterway eco-sostenibile e di grande richiamo turistico? L'Idrotour Locarno-Milano-Venezia è un progetto europeo in cui la Regione Lombardia ha avuto un ruolo guida, visto il suo preponderante coinvolgimento territoriale: il risultato è un concentrato di storia, valorizzazione culturale e sostenibilità ambientale davvero esemplare. Non solo perché, inseguendo il trend dello slow travel, s’inaugura un percorso inedito a impatto zero, ma perché esso stesso affonda le sue radici lontano nel tempo. Ci parla dei Visconti che, già nel XV secolo, navigavano lungo il Naviglio per raggiungere i castelli di Locarno, Abbiategrasso, Milano e Pavia, e dei marmi di Candoglia che, dal Lago Maggiore lungo il Ticino e il Naviglio venivano trasportati a Milano per la costruzione del Duomo. Vie d’acqua commerciali e non solo, laghi, conche, fiumi e navigli, prima dell’avvento della ferrovia e poi dell’asfalto, servivano da “strade” alle famiglie aristocratiche, ai lavoratori e ai mercanti, e da “svago” ai turisti che, ad esempio, giungevano a Locarno sul primo battello a vapore. Oggetto d’un ambizioso sogno, il ripristino del lungo viaggio che dal Ticino, attraverso Milano e Pavia, portava a Venezia, è oggi una solida realtà, che si concretizza nel progetto dell’Idrovia. I cinquecentocinquanta chilometri d’autostrada liquida saranno infatti un’occasione imperdibile per valorizzare le culture e i paesaggi attraversati, costruire infrastrutture e approdi, attivare servizi nautici, portando nuova luce su un patrimonio per lungo tempo dismesso, ma non per questo dimenticato. III CIELI DI CONFINE Volo con il parapendio sopra Locarno; tramonto presso Verbania, sul lago Maggiore. In basso: uno scorcio del giardino botanico sull'isola di Brissago, sul versante ticinese del Verbano. Nella pagina a fianco, in alto: un barcone da trasporto usato un tempo sul Naviglio; in basso: il castello di Locarno. IV V SVIZZERA A LT O - A D I G E Lago Maggiore 0 25 50 Primo itinerario Secondo itinerario Maccagno Cannero Verona V E N E T O Ghiffa Porto Valtravaglia Sesto Calende Brondolo di Chioggia EMI LI A -R O M A GN A Baveno Isole Borromee Stresa Santa Caterina del Sasso Monvalle Belgirate Ferrara Bologna Castelletto Sopra Ticino Varese Ispra Porto Garibaldi Ranco Meina Angera Arona Cascinetta Sesto Calende Somma Lombardo Gli itinerari Gallarate Malpensa PIEMONTE Vizzola Ticino Tornavento Nosate Golasecca Somma Lombardo diga di Porto della Torre dighe del Panperduto Bacino di Calma 2 Maddalena 4 chilometri Legnano L C an a l e Vi l l o r e s i Turbigo Castelletto di Cuggiono Bernate Novara 0 Busto Arsizio O M B A R D I A Cuggiono Milano Magenta Boffalora Ponte Nuovo Ponte Vecchio Robecco Cassinetta Gaggiano l i o G ig Nav Abbiategrasso Castelletto di Abbiategrasso Castello o opere difensive Musei o gallerie d’arte Orrido Palazzi Torre Chiesa o santuario Mercato Convento Ceramica Parco botanico Centrale droelettrica Lido Ponte Panorama Abbazia Centro storico Ponte coperto ran de Abbazia di Morimondo Darsena Rozzano N Binasco ere Nav ig di B a rd o 0 no ve li o Pa gu ci 10 20 chilometri Certosa di Pavia se VI dighe del Panperduto Ti Primo itinerario: il Lago Maggiore tra Svizzera e Italia Punto di partenza: Locarno Punto di arrivo: Sesto Calende Lunghezza: 63 km (54 km battello e 9 km treno) Note: navigazione da Locarno ad Arona, poi treno da Arona a Sesto Calende. diga della Miorina Varallo Pombia li o av ig Il percorso dell’Idrovia è suddivisibile in quattro itinerari consecutivi che, da Locarno, approdano a Venezia. Il primo tratto, dalla città svizzera fino a Sesto Calende, corrisponde alla navigazione del Lago Maggiore, più un passaggio in treno da Arona a Sesto Calende. Il secondo, da Sesto Calende alle dighe del Panperduto, è più breve e combina spostamenti in barca e bicicletta. Stessa alternanza di mezzi di trasporto per il terzo percorso che, dalle dighe del Panperduto, arriva alla Darsena di Milano, seguendo il Canale Industriale e il Naviglio Grande (con una deviazione sul Naviglio di Bereguardo) terminando in Porta Ticinese, a Milano. Il quarto e ultimo itinerario, da Milano a Venezia, attraversa lungo il Po alcune fra le città più belle della Lombardia, fino alla laguna veneta. L’Idrovia parte dal Lago Maggiore, il secondo lago più grande d’Italia, con una superficie di 212 km quadri e un perimetro costiero di 170 km. È diviso tra Svizzera e Italia, e nel versante nostrano le sponde occidentali appartengono al Piemonte, mentre quelle orientali alla Lombardia. Il sistema di navigazione pubblica collega 11 scali del bacino elvetico e 25 di quello italiano. L’itinerario inizia da Locarno, la terza città del Canton Ticino, che vanta il maggior numero di ore di sole all’anno. Il centro storico, sviluppato intorno a piazza Grande - location del Festival del Film - e alle dimore patrizie, è un dedalo di vie punteggiate di negozi e locali a pochi passi dal lungolago. Degno di nota è il castello visconteo, costruito dal XIII al XV sec., con l’annesso palazzo Casorella e i musei archeologico e civico. Le due esposizioni meritano una visita, rispettivamente, per la collezione di antichi vetri romani e per la raccolta di cimeli e documenti originali riguardanti il Patto di Locarno (1925). Vicino ai musei, il Rivellino è una costruzione fortificata edificata nel 1507 come rinforzo del castello esistente, su progetto di Leonardo da Vinci. Un “classico” della gita a Locarno è la salita, a piedi o in funicolare, al santuario della Madonna del Sasso ad Orselina che, da oltre 700 anni, svetta sulla collina. Accanto alla chiesa del XV sec., meta di pellegri- Vergiate Laveno Monbello ino no Rovigo Po Parma Quarto itinerario Fondo Toce Governolo Po Luino Intra Mantova Po Piacenza Venezia Terzo itinerario Lugano Ti c ci Cremona Oggebbio Padova LO MB A R DI A Pavia Punto di arrivo Brissago chilometri Milano Punto di partenza Gambarogno Brissago Bergamo Brescia Ti P I E M O N T E Lecco Como Ascona Magadino Ronco Isole di Brissago TRENTINO Verbania Sesto S V I Z Z E R A Locarno Locarno Pavia Boschi di Travacò Mezzana Bigli Cremona Po Arena Po VII FOLAGHE E CIGNI Il lungolago di Locarno. In basso, in senso orario: imbarcazioni lacustri ormeggiate al porto di Ascona, sul lago Maggiore; sigari Dannermann prodotti a Brissago; un ristorante sull'isola di Brissago. Nella pagina a fianco: la villa sull’isola di Brissago, circondata da un rigoglioso giardino botanico. VIII naggio e celebre per i suoi affreschi e stucchi, sorge il convento dei frati cappuccini. Da qui la funivia collega Orselina a Cardada (1.344 m) dove, tramite una passerella sospesa nel vuoto, si ammira la vista sul Lago Maggiore e le Alpi. La seggiovia, quindi, sale fino a Cimetta (1.670 m), sede dell’osservatorio geologico. Tornando sul lago, a ridosso della spiaggia, il nuovo lido di Locarno vanta piscine interne ed esterne, sala fitness, vasche termali con idromassaggio, scivoli per il divertimento e un prato con lettini e campo da beach volley. Prima di lasciare la città, meritano una sosta il Parco delle Camelie, con 900 specie anche molto rare, e la chiesa romanica di San Vittore a Muralto (XI sec.), la cui cripta conserva stupendi capitelli. Al di là del fiume Maggia, Ascona offre uno dei lungolago più affascinanti del Canton Ticino, il centro storico noto come Borgo, gallerie d’arte e il Museo Comunale d’Arte Moderna, con opere di Alexej Jawlensky e Paul Klee. D’estate è presa d’assalto in occasione del Jazz Festival e la pittoresca frazione di Ronco è il punto migliore per vedere la città dall’alto. Da Porto Ronco, i battelli fanno la spola alle isole di Brissago, San Pancrazio o Isola Grande e Sant’Apollinare o Isola Piccola. Nel cuore del Verbano godono, grazie alla protezione delle montagne, di un clima subtropicale, mite tutto l’anno. L’isola maggiore ospita il Parco Botanico delle Isole di Brissago, un’oasi di 2,5 ettari dove crescono oltre 1.700 specie di piante provenienti dal Mediterraneo, dall’Asia subtropi- cale, dal Sud Africa, dalle Americhe e dall’Oceania. Fu creato nel 1885 dai coniugi Richard e Antoinette Fleming St. Leger; la Grande Guerra e la fuga del marito, nel 1927, costrinsero la baronessa Antoinette a vendere la proprietà e a trasferirsi sulla terraferma. Un anno dopo, fu il commerciante amburghese Max Emden ad adottare l’Isola Grande costruendo la villa residenziale che prende il suo nome. Alla sua morte, il giardino e la villa passarono allo Stato del Cantone Ticino che, con i comuni di Ascona, Brissago, Ronco sopra Ascona, la Heimatschutz Svizzera e ProNatura, nel 1950 aprì il Parco botanico del Cantone Ticino. Il Parco, con splendide terrazze sul lago, si compone di diverse aree, suddivise per paesi, dalle Americhe, all’Australia/Nuova Zelanda e Tasmania, Cina/Corea e Giappone, fino al Sud Africa e al Mediterraneo. Di fronte alle isole, Brissago, nota in tutto il mondo per i suoi sigari, prodotti dal 1847 a marchio Dannemann (vedi box), vanta frazioni disposte a terrazzo e un centro storico ricco di monumenti, edifici nobiliari e chiese. Tra essi, spiccano le chiese risalenti al XVI sec. di Madonna del Ponte e di San Pietro e Paolo, il settecentesco palazzo Branca - Baccalà e il Sacro Monte, con le 14 stazioni della Via Crucis. La sponda opposta ospita gli abitati di Tenero e Magadino, noto per la riserva naturale della zona umida Bolle di Magadino, il Festival internazionale di musica organistica e la chiesa parrocchiale di San Carlo. Seguono gli scali di Vira e San Nazzaro; quest’ultimo, come IX FORTI LACUSTRI I castelli di Cannero. In basso: un cigno reale presso la sponda di Sesto Calende. Nella pagina a fianco, in alto: ormeggio del traghetto al pontile di villa Taranto, a Verbania; in basso: il traghetto che svolge servizio sul lago Maggiore costeggia il paese di Baveno, sulla sponda piemontese del Verbano. il tratto di Riviera del Gambarogno compresa tra Piazzogna e Vairano, fa parte del Parco Botanico di Gambarogno, che vanta una varietà record di magnolie. Prima di varcare il confine italosvizzero, non restano che due approdi: Gerra e Ranzo. Cannobio, primo degli scali presenti sul Lago Maggiore italiano, è un paese che nei secoli ha conservato il suo charme medievale. Nel borgo antico spiccano il Palazzo della Ragione, della fine del XIII sec., la torre campanaria, palazzo Pironi, simile alla prua di una nave e, in piazza Lago, le mura cinquecentesche di palazzo Omacini. Nei pressi, l’imbarcadero è il punto d’approdo dei turisti e degli sportivi. Il lido di Cannobio, infatti, oltre ad essere una meta per la vela, il windsurf, il kite-surf e lo sci d’acqua, offre spazi attrezzati per praticare l’atletica e giocare a tennis, minigolf, calcetto e beach volley. Per chi viaggia su due ruote c’è la pista ciclabile di 5 km che parte dal lido di Cannobio, oltrepassa il Ponte Ballerino proseguendo nel bosco fino all’orrido di Sant’ Anna. Dalla vicina cappella di X Cioss, in frazione Trafiume, la strada borromea attraversa i comuni della valle Canobina. Sulla sponda opposta, Maccagno è un tipico paese rivierasco diviso dal fiume Giona nelle località Inferiore e Superiore. Su piazza Roma, con la caratteristica torre, si trova la sede della Zecca dei Mandelli (il diritto di coniare moneta fu concesso nel X sec. da Ottone I), mentre a picco sul lago si scorge il cinquecentesco Santuario della Madonnina, detta “della Punta”. Vanto di Maccagno è il Civico Museo Parisi Valle che, frutto della donazione Parisi-Valle, comprende 2.085 opere moderne e contemporanee (con capolavori di Giacomo Balla, Giorgio de Chirico, Pablo Picasso e Renato Guttuso) e oltre 400 reperti antichi e numismatici. Nella parte superiore del paese, da vedere la chiesa di Sant’Antonio, con affreschi dell’artista Antonio da Tradate e Casa Branca, con il cortile a loggiati. Proseguendo s’incontra il molo di Cannero Riviera, scelta come dimora, nel Risorgimento italiano, da Laura Mantegazza e Massimo D’Azeglio. Caratterizzata dai castelli pian- tati come sentinelle sui suoi isolotti - i castelli di Malpaga (XV sec.) e Vitaliana (XVI sec.) - Cannero costituisce una meta obbligata sul Lago Maggiore. Qui, all’epoca della Grande Guerra, il generale Cadorna fece costruire delle linee difensive, mai utilizzate, che rappresentano, oggi, un interessante patrimonio d’archeologia militare. Viene poi Luino, patria dello scrittore Piero Chiara e sede, dal 1541, del più importante mercato del Lago Maggiore, con ben 374 bancarelle ogni mercoledì. Proseguendo la navigazione, ci s’imbatte nel triangolo formato da Oggebbio, Porto Valtravaglia e Ghiffa. Quest’ultimo paese, sede del Museo dell’Arte del Cappello (nell’ex Cappellificio Panizza, chiuso nel 1981) e sormontato dall’omonimo Sacro Monte, precede l’arrivo a Intra che, insieme a Pallanza, Suna e altre piccole frazioni, costituisce il Comune di Verbania. La bellezza di questo tratto di lago, caratterizzato da sontuose ville e giardini, dal 1909, è oggetto della valorizzazione da parte del Museo del Paesaggio di Pallanza. Se palazzo Viani-Dugnani ospita le sezioni archeologiche, pittoriche e scultoree, palazzo Biumi-Innocenti conserva una collezione di oltre 5.000 ex-voto dipinti. Tra le meraviglie di questo “spicchio” di Verbano, i giardini Botanici di villa Taranto, oltre a villa San Remigio, sono una delle attrazioni più ambite: 20.000 specie vegetali provenienti da ogni angolo del Pianeta. La “sorella” lombarda di Intra, Laveno Mombello, si trova alle pendici del monte del Sasso del Ferro ed è nota come la “capitale della ceramica”, una tradizione che affonda le radici nella seconda metà dell’Ottocento. Da Laveno Mombello parte il Sentiero del Verbano, una via verde che corre a Sesto Calende, attraversando le località di Taino, Angera, Ranco, Ispra, Brebbia, Besozzo, Monvalle e Leggiuno. Tornando in Piemonte, Baveno è il luogo in cui, nel 1826, furono varati i primi piroscafi a vapore per la navigazione turistica del Lago Maggiore. Numerose sono le testimonianze storico-architettoniche del suo passato, dalla chiesa romanica dei Santi Gervasio e Protasio dell’XI-XII sec., con battistero ottagonale del V sec. e affreschi datati dal XV al XIX sec. Le facciate del centro storico, affrescate con dipinti murali che spaziano dal sacro al Liberty, così come il suo lungolago, incantarono personaggi quali Lord Byron, la regina Vittoria d’Inghilterra, Wagner e Churchill. XI La fama della città è legata all’estrazione del granito rosa, le cui cave si trovano sulle montagne che circondano Baveno. In località Boleto di Madonna del Sasso, il Museo dello Scalpellino racconta il mestiere dei cosiddetti picasass attraverso filmati, documenti storici e oggetti d’epoca. Prima d’imbarcarsi alla volta di Stresa, una rete di sentieri percorre le frazioni di Baveno: Roncaro, Romanico, Loita, Oltrefiume e Feriolo, alla scoperta di piccoli borghi, antichi mestieri e favolosi scorci sul lago. A nord di Feriolo, tra canneti e saliceti, s’estende la Riserva Naturale Speciale di Fondotoce, un habitat naturale di grande interesse ornitologico. Da Carciano, il “lido” di Stresa, partono le imbarcazioni per le isole Borromee. L’Isola dei Pescatori, così chiamata per la sua viva tradizione ittica, è l’unica stabilmente abitata dell’arcipelago che comprende l’Isola Bella e l’Isola Madre. Quest’ultima è la più estesa e ospita un immenso giardino di piante rare e fiori esotici dove scorrazzano pappagalli, pavoni e fagiani e si trovano splendide fioriture, dalle azalee alla collezione di ibiscus. Il palazzo del XVI sec. ospita l’esposizione dei teatrini delle marionette risalenti al XVII e al XIX sec., bambole e porcellane d’epoca. L’Isola Bella è forgiata dai suoi giardini che, composti da dieci terrazze che digradano verso il lago, creano un tutt’uno armonico con il palazzo barocco voluto nel XVII secolo da Carlo III Borromeo. Oltre all’esemplare “giardino all’italiana” seicentesco, l’interno della villa rivela grotte a mosaico, tappezzerie fiamminghe, statue e dipinti. Tornati a Stresa, è d’obbligo una sosta alla “perla” del Lago Maggiore, partendo dal piacevole lungolago, con le ville signorili – tra tutte, villa Pallavicino, villa Vignolo e villa Niobe -, i lussuosi alberghi in stile Liberty e i rigogliosi giardini. Uno sguardo al centro storico non può tralasciare Villa Ducale, sede del Centro internazionale di Studi Rosminiani e la chiesa di Sant’Ambrogio, che conserva tele settecentesche. In frazione Reno del Comune di Leggiuno, sulla sponda lombarda, l’eremo di Santa Caterina del Sasso - edificato tra la fine ARCIPELAGO La piccola Isola dei Pescatori. In alto: scorcio dei giardini di palazzo Borromeo, sull'Isola Madre. Nella pagina a fianco, in alto: ormeggio a palazzo Borromeo, sull'Isola Bella; in basso: vela ad Arona. XII del XII e l’inizio del XIII sec. su volontà di Alberto Besozzi, un ricco mercante scampato al naufragio – è oggi retto dagli oblati benedettini. La navigazione procede verso Belgirate, paese d’origine medievale citato da Stendhal e Gozzano. Celebre per le ville sette-ottocentesche quali villa Cairoli, dove soggiornò Giuseppe Garibaldi, villa Conelli e villa Carlotta, che ospitò Guido Gozzano, Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni, è sovrastato dal colle di Motta Rossa, con la chiesa gotica di Santa Maria e il suo campanile romanico del XI sec. Seguono Lesa, con il tranquillo lungolago e lo scenografico palazzo Stampa, che ospitò Manzoni e Cavour, e Ispra, antico centro d’estrazione e lavorazione della calce come dimostrano alcune vecchie fornaci. Se Ranco vale una sosta per il museo Ogliari, un’excursus sui mezzi per la viabilità su rotaia e strada dal XVIII sec. al XX sec., Meina ospiterà presto, presso l’ottocentesca Villa Faraggiana, il Museo Europeo del Disegno. Ultima fermata, prima di terminare la corsa ad Arona, Angera, sovrastata dalla celebre rocca. Costruita in varie epoche, a partire dalla duecentesca torre castellana, seguita dall’ala Scaligera del XIII sec., la Viscontea della fine del XIII sec. e da quella Borromea (XV-XVI sec.), ospita il Museo della Bambola e dell’Abbigliamento Infantile, la Sala di Giustizia e delle Cerimonie, entrambe riccamente affrescate. Di grande interesse, l’oasi della Bruschera è un’area protetta che comprende l’Isolino Partegora. L’itinerario navigabile finisce ad Arona, con il popolare colosso (l’altezza totale è di 35,10 metri) noto come Sancarlone, realizzato dagli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi nel 1698. Situato sul Sacro Monte, a sua volta fondato nel XVII secolo, è secondo per altezza solo alla Statua della Libertà. Da visitare, oltre al piacevole centro storico, i resti della rocca Borromea, la zona umida del Parco dei Lagoni di Mercurago, che conserva ritrovamenti archeologici databili al IV sec., e la collegiata della Natività di Maria Vergine con il meraviglioso polittico di Gaudenzio Ferrari. Ad Arona cessa il servizio di navigazione pubblica sul Lago Maggiore e per raggiungere il fiume Ticino, suo maggiore emissario e immissario, occorre servirsi dell’auto o delle linee ferroviarie provenienti da Milano, Genova, Torino. XIII NOBILI SALE L'interno di palazzo Borromeo, sull'Isola Madre; Angera vista da Arona. In basso: pescatore di lucci a Sesto Calende. Nella pagina a fianco, in senso orario: la chiesa di Santa Caterina del Sasso, che si affaccia sul lago Maggiore; navigazione sul lago; una sala di palazzo Borromeo, sull'Isola Bella. XIV XV Il Parco del Ticino Secondo itinerario: sul Ticino Punto di partenza: Sesto Calende Punto di arrivo: dighe del Panperduto Lunghezza: 14 km Dall’imbarcadero di Sesto Calende i battelli della Navigli Lombardi s.c.a.r.l. effettuano la navigazione del Ticino lungo due itinerari, entrambi con ritorno a Sesto Calende. Il primo, reso possibile dalla ricostruzione, conclusa nel 2007, della diga della Miorina porta a Golasecca, nel punto di passaggio dal Lago Maggiore al Ticino. Il secondo, detto Via dei Marmi si spinge fino alla diga di Porto della Torre (non ancora funzionante) e ricalca il sistema idroviario utilizzato già nel Trecento per trasportare i blocchi di marmo dalle cave di Candoglia, sul Lago Maggiore, fino a Milano dove venivano utilizzati per la costruzione del Duomo. A 800 metri dallo sbarramento di Porto della Torre, nel Parco Lombardo della Valle del Ticino (Comune di Somma Lombardo), si trovano le dighe del Panperduto, costruite alla fine del XIX sec. per regolare l’uso delle acque del Ticino a fini irrigui ed energetici. Da esse traggono le loro acque il canale Villoresi e il sistema dei Navigli milanesi (Grande, Bereguardo e Pavese). Frutto dell’ultimo progetto di re- Il Parco del Ticino si estende tra Piemonte e Lombardia lungo l’omonimo fiume che, con i suoi 248 km di lunghezza, è il più ricco affluente del Po. I suoi 91.410 ettari, divisi tra il Parco Naturale e il Parco Regionale, comprendono 47 comuni lombardi dislocati nelle province di Varese, Milano e Pavia e 11 comuni piemontesi nella provincia di Novara. Posto su uno dei più importanti punti d’unione tra la Pianura Padana e il resto dell’Europa, questo territorio ha rappresentato, fin da sempre, una strategica via d’acqua per il commercio. Nel suo complesso, il Parco del Ticino vanta ben 780 km di percorsi ciclopedonali e una grande biodiversità che spazia dal fiume e la sua valle alla pianura, con fontanili e opere idrauliche, e dai Navigli, con i canali, le dighe, le cascine, le risaie e i campi coltivati, fino ai laghi; sullo sfondo, i profili del Monte Rosa. Il Parco ospita stabilmente 48 specie di mammiferi e una flora che conserva specie altrove scomparse o rare, tra cui 16 varietà di orchidee e alcuni filari di gelsi, sopravvissuti al cessato allevamento dei bachi da seta. Info: Parco Ticino, via Isonzo 1, Pontevecchio di Magenta, tel. 02.972101, www.parcoticino.it. gimazione sul bacino idraulico del fiume Ticino, oggi costituiscono un interessante monumento industriale e sono punto d’unione fondamentale lungo l’Idrovia Locarno-Milano-Venezia. Una volta ultimato il restauro disposto dal Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, il sito del Panperduto INGEGNERIA IDRAULICA La scenografica struttura della diga del Panperduto. Nella pagina a fianco, in alto: la pista ciclabile presso la diga del Panperduto, a Somma Lombardo: in basso: una garzetta. XVI diventerebbe il punto di trasbordo delle imbarcazioni provenienti da Porto Torre e dirette a Milano. Il progetto prevede la messa in sicurezza e la valorizzazione ambientale e turistica dell’area, il recupero degli edifici storici presenti e il ripristino della funzionalità idraulica, in modo da riattivare così anche la navigazione turistica. Con il ripristino delle tre conche di navigazione connesse alle dighe, infatti, sarà possibile allungare la via navigabile, per 40 km, in direzione di Milano. Tra le opere in agenda, una delle più importanti prevede l’installazione, in un vecchio magazzino idraulico situato tra il fiume Ticino e il Bacino di Calma del Panperduto, del Museo delle acque italo-svizzere. Questo punto espositivo, attraverso mostre permanenti e temporanee, sarà interamente dedicato al bacino idrografico del Ticino e alla sua storia. Nel Bacino di Calma, inoltre, si svolgeranno i percorsi didattici sull’acqua, alla scoperta del complesso sistema di funzionamento delle dighe del Panperduto. L’imbarcazione dieselelettrica, costruita sul modello delle vecchie chiatte, farà la spola tra i futuri imbarcaderi dell’ostello, in fase di proget- tazione, con alloggio, ristoro, punto bici e infopoint del Parco del Ticino (vedi box) e del Museo. Il sito delle dighe del Panperduto è, ad oggi, visibile grazie al comodo percorso ciclo-pedonale che, sull’alzaia, costeggia il Bacino di Calma. Questo itinerario ciclabile (il transito è consentito ai soli veicoli di servizio autorizzati), in realtà, inizia sul lungolago di Sesto Calende proseguendo lungo l’alzaia del Ticino, a Golasecca, fino alle dighe del Panperduto e alla presa del Villoresi. Il percorso, che ha una lunghezza totale di 14 km, continua lungo il canale industriale dell’Enel passando da Vizzola Ticino e Tornavento fino a Santa Maria in Binda, a Nosate. Nell'ambito delle opere di recupero del Panperduto, è stato inaugurato il MUBO - Museo della Bonifica a Chignolo Po che, nato dal recupero della vecchia Chiavica del Reale spiega i sistemi di tutela e di gestione del territorio. Oltre al museo, la Chiavica ha altri tre diversi settori di impiego: il meccanismo idraulico di vitale importanza per la bonifica, i nuovi uffici del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi e il piano terra dedicato alle mostre temporanee. XVII Il vocabolario dell’acqua Terzo itinerario: l’idea di Leonardo Punto di partenza: dighe del Panperduto, Somma Lombardo Punto di arrivo: Darsena di Milano Lunghezza: 70 km circa, comprese deviazioni Note: navigazione + bici; i tratti navigabili sono da Castelletto di Cuggiono a Cassinetta di Lugagnano e 12 km di Naviglio Grande tra Gaggiano e la Darsena di Milano; l’itinerario è per la maggior parte riservato ai ciclisti, ad eccezione di alcuni incroci con strade comunali e provinciali. Derivano le proprie acque dal fiume Ticino, mediante le dighe del Panperduto, il canale Villoresi (fine del XIX sec.), che da Somma Lombardo in 86 km, termina a Cassano d’Adda, e il Canale Industriale, inaugurato nel 1900 e dedicato a Vittorio Emanuele III. Quest’ultimo aziona le turbine delle tre centrali idroelettriche di Vizzola, Tornavento e della centrale Castelli di Turbigo. Dal sito del Panperduto, l’attuale itinerario dell’Idrovia prosegue lungo la pista ciclo-pedonale dell’Alto Ticino fino alla località La Maddalena, una frazione di Somma Lombardo. Alla diga della Maddalena iniziano i canali Villoresi e Industriale, con le rispettive conche. Il progetto prevede il restau- Conca: costituita da una “porta” a monte e una a valle, contiene il dislivello delle acque del canale. Una volta raggiunta la parità di livello, la porta si apre e le barche possono entrare nel canale successivo. Se il Naviglio Grande non ha conche, il Naviglio di Pavia ne conta ben 14 (12 di cui 2 doppie). Bocca: la “bocca” regolava le derivazioni d’acqua dei Navigli. Ai “campari” era affidata la divisione delle acque e il controllo dei deflussi dalle “bocche in fregio” ai Navigli. Accanto alla “bocca”, l’idrometro indica il livello delle acque prelevate e la “vasca di calma” lascia ristagnare l’acqua prima di passare oltre. Il Naviglio Grande possiede 116 bocche, mentre il Naviglio di Pavia 35. Fontanile: formato da una “testa” e da un’”asta”, il fontanile è un’opera artificiale che consente di convogliare l’acqua di risorgiva per formare un corso d’acqua con funzioni irrigue. Da essa deriva una forma redditizia di coltivazione di foraggio, diffusa nella Pianura Padana, nota come “marcita”. Nella sola provincia di Milano si possono contare circa 600 fontanili. Lavatoio: 62 sul Naviglio Grande e 7 sul Naviglio di Pavia, di cui 19 nella sola Milano, i lavatoi permettevano il “cambio d’abito” delle famiglie milanesi, per mano delle donne esperte nella cosiddetta “imbiancatura”. ro e la rimessa in funzionamento di entrambe permettendo, così, l'arrivo fino ad Arconate, lungo il Villoresi (25,7 km navigabili) e a Vizzola Ticino, lungo l'Industriale (5 km navigabili), sulla via DAL TICINO ALL'ADDA Diga sul canale Villoresi. Nella pagina a fianco, in alto: la chiesa di Santa Maria in Binda, eretta nel XIII secolo a Nosate; in basso: le antiche chiuse di Vizzola Ticino. XVIII per Milano. A Vizzola, infatti, sono presenti altre quattro conche e, poi, altre due a Tornavento e a Turbigo. In quest'ultima località, infine, il Canale Industriale confluisce nel Naviglio Grande, il canale navigabile che, dopo aver percorso 49,9 km, termina alla Darsena di Porta Ticinese, a Milano. Il Naviglio Grande è il più antico canale milanese e la sua costruzione risale al XII secolo. Dal ponte sul Canale Industriale a Nosate inizia la pista ciclo-turistica dei Navigli con la quale è possibile spingersi fino a Castelletto di Abbiategrasso. Adagiata lungo la riva sinistra del fiume Ticino, Nosate ospita la chiesa di Santa Maria in Binda. La costruzione, di origine longobarda, risale all’VIII secolo e vanta notevoli affreschi cinquecenteschi, tra cui una rara danza macabra. Per quanto riguarda Turbigo, oltre alla chiesa barocca affacciata sul Naviglio dei Santi Cosma e Damiano, spicca per l’antico castello visconteo - sforzesco e l’elegante palazzo De Cristoforis Gray, che oggi ospita il Municipio e la Biblioteca Civica. Da notare il ponte sul Naviglio a tre arcate del XVII secolo, affiancato dai resti della vecchia dogana austriaca. Superata Bernate, il borgo di Castelletto di Cuggiono è uno storico luogo di villeggiatura della nobiltà milanese, che merita una sosta soprattutto per l’antico pon- te sul Naviglio e il magnifico complesso di villa Clerici. La vicina Cuggiono ospita il complesso d’età napoleonica di villa Annoni e il Museo Storico Civico Cuggionese dedicato agli antichi mestieri. Segue Bernate Ticino, sviluppatasi su ambedue le sponde del Naviglio, con un centro storico ben conservato dove spiccano la chiesa di San Giorgio e il quattrocentesco palazzo Visconti. Superato il ponte di Boffalora, una deviazione lungo la ciclabile porta al centro di Magenta. D’origine romana, la città si sviluppa su quattro vie principali. Lungo via Roma svetta la basilica di San Martino, che conserva il pregevole organo di Prestinari, la storica casa organara magentina. Proseguendo verso piazza della Liberazione incontriamo la chiesa dell’Assunta, con preziose pale rinascimentali, e l’antico oratorio di San Biagio con dipinti secenteschi. La celebre battaglia di Magenta che, il 4 giugno 1859, vide trionfare sull’esercito austro-ungarico le truppe franco-piemontesi è annualmente ricordata attraverso parate e rievocazioni storiche. Il Teatro Lirico di Magenta, inoltre, è tra i più prestigiosi in tutta la provincia di Milano, completamente restaurato nel 2003. Tornando lungo il Naviglio, la tappa successiva è Boffalora sopra Ticino, che conserva l’antico impianto cittadino e XIX gli storici edifici di villa Giulini e palazzo Calderari. Segue il paese di Ponte Nuovo, sorto intorno al nucleo industriale voluto, alla fine dell’800, da Giacomo de’ Medici. Convertito nel 1928 nell’ex industria Saffa (gli edifici sono in fase di restauro), inglobava un vero e proprio villaggio operaio. Sulle due ruote ci si spinge fino a Ponte Vecchio, sede della seicentesca villa Castiglioni, oggi sede del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Per una breve deviazione, si può seguire la strada a sinistra del ponte che, in saliscendi, conduce al mulino Pietrasanta, splendido esempio di cultura materiale contadina. Oltre il Ponte degli Scalini, ecco susseguirsi alcune splendide ville nobiliari, quali la settecentesca villa Terzaghi, l’ottocentesca villa Scotti (ora Municipio) in stile neoclassico e la secentesca villa Gromo di Ternengo. Le due ruote attraversano, quindi, Robecco sul Naviglio, con la parrocchiale di dedicata a San Giovanni Battista, la cui facciata risale ai primi del ’900, e scorrono in via Matteotti seguendo il perimetro di Villa Gaia. Quest’ultima è la dimora in stile rinascimentale più antica di Robecco, impreziosita da decori ne- oclassici. Il suo appellativo – in realtà il nome originale è villa Gandini – è dovuto all’uso “ludico” che il duca Ludovico il Moro le aveva destinato: feste, balli e concerti. Riccamente affrescato all’esterno e all’interno, arredato con mobili d’epoca, l’edificio conserva soffitti lignei e uno scenografico scalone settecentesco. Oggi la villa, col suo splendido cortile porticato decorato con affreschi in stile neoclassico, ospita eventi speciali, ricevimenti e matrimoni. Di fronte a Villa Gaia due torri merlate annunciano il restaurato palazzo Archinto (‘600 -‘700), ideato dall’architetto Carlo Federico Pietrasanta. Il borgo di Robecco sul Naviglio, celebre per il ponte pedonale degli Scalini (d’origine ottocentesca) è inoltre noto per le ville della “Bassana”, un grande edificio tardo secentesco che custodisce importanti vedute pittoriche del Naviglio, la contemporanea villa Dugnani e la casa Sironi Marelli, capolavoro ottocentesco con curati giardini e scuderie. Lasciata Robecco, la settecentesca villa Negri detta “I Platani” per via dei giganteschi alberi che si scorgono oltre il ponte sulla roggia Viscontea, precede l’abitato di Cassinetta. Qui, di notevole SPONDE LOMBARDE Il ponte sul Naviglio Grande a Robecco. Nella pagina a fianco, in alto: villa Visconti Maineri a Cassinetta di Lugagnano; in basso: particolare degli affreschi di villa Gaia a Robecco. XX interesse sono villa Nai, antica proprietà settecentesca dell’architetto Carlo Federico Castiglione, il costruttore dell’adiacente oratorio di San Giuseppe, e villa Krentzlin, ex residenza di campagna dell’omonima famiglia. Segue, sempre pedalando in direzione di Milano,l’imponente villa Visconti Maineri: costruita nel 1600 su una cascina preesistente, ne conserva la struttura architettonica, completa di giardino all’italiana, frutteto, cappella settecentesca e alcuni edifici destinati al personale di servizio. Da visitare, sempre a Cassinetta, la chiesa di Santa Maria Nascente e sant’Antonio Abate, d’origine quattrocentesca ma rimaneggiata nel ’700, e l’antico molino Gerli recentemente restaurato. Tra le ville di delizia e i palazzi nobiliari utilizzati fin dal 1700 come dimore di villeggiatura dalle famiglie aristocratiche milanesi, spiccano poi il settecentesco palazzo Negri, oggi sede comunale, la neoclassica villa Morlin Visconti (dell’800), le settecentesche villa Eusebio e villa Trivulzio e la vicina villa Clari Monzini. Volgendo le spalle al ponte di Cassinetta di Lugagnano, nei pressi della rinomata Antica Osteria del Ponte, una discesa conduce all’imbarcadero e, a pelo dell’acqua, alla Passeggiata dell’Amore, un piacevole sentiero per rilassarsi. Il successivo centro abitato, meta di una piccola deviazione, è Albairate, sede del Museo Agricolo Angelo Masperi che, nato da un gruppo di veri appassionati del territorio, ricostruisce gli ambienti abitativi e lavorativi del mondo agricolo locale. Continuando sulla ciclabile, circondata dal territorio rurale della Bassa, costellato di canali e fontanili, si attraversa il ponte di Castelletto, frazione di Abbiategrasso. Prima di lasciare Abbiategrasso, riprendete la strada verso il castello Visconteo, in piazza Garibaldi svoltate a sinistra in via Cavallotti, poi viale Cadorna, quindi girate a destra in via Albania e, raggiunta via Ponti, visitate il restaurato convento dell’Annunciata di Abbiategrasso. L’edificio, costruito alla fine del Quattrocento per volere di Galeazzo Maria Sforza, custodisce preziose decorazioni quattrocentesche e d’epoca barocca e un meraviglioso ciclo pittorico dedicato alle Storie della Vergine, opera del pittore caravaggesco Moietta (1519). Fulcro di Abbiategrasso, piazza Garibaldi è caratterizzata dal castello Visconteo, la cui data di fondazione è presumibilmente anteriore al rifacimento operato da Gian Galeazzo Visconti nel 1381. Del maestoso impianto originario rimangono una delle quat- XXI La linea delle Delizie Navigli Lombardi s.c.a.r.l. (tel. 02.92273118, www.naviglilombardi.it) propone, da giugno a settembre, quattro percorsi di navigazione lungo il Naviglio Grande (la cosiddetta linea 3 delle Delizie), da Cassinetta di Lugagnano a Castelletto di Cuggiono. Il primo itinerario, In barca tra ville e sapori, parte (come tutti) in bus da Milano, con sosta al castello Visconteo di Cusago e al Museo Agricolo di Albairate, sale in battello a Robecco sul Naviglio, scivola fino al centro di Boffalora, con il ricordo del Barchètt, lo storico servizio di trasporto sul canale. In barca si raggiunge la canonica di Bernate Ticino e l’adiacente palazzo Visconti, per far ritorno a Robecco sul Naviglio. Da qui, si riparte in bus fino a Cassinetta di Lugagnano e Milano. In barca tra ville ed abbazie, invece, prevede la navigazione da Boffalora Sopra Ticino, passando per Bernate Ticino fino a Castelletto di Cuggiono. Segue il tratto in bus per visitare Cuggiono, Morimondo e Motta Visconti. Il terzo itinerario, In barca tra ville e canonica, salpa dall’imbarcadero di Robecco sul Naviglio, per una crociera che percorre il tratto navigabile tra Cassinetta di Lugagnano e Bernate Ticino passando per Pontevecchio, Pontenuovo e Boffalora Sopra Ticino. Da Bernate Ticino si raggiunge in bus Marcallo con Casone prima di tornare a Milano. L’ultimo percorso, In barca tra ville e castelli, percorre lo stesso tratto di navigazione dell’itinerario precedente mentre, per la parte su strada, annovera due soste ad Albairate e Abbiategrasso. tro torri, alcune bifore risalenti al tardo ’300 e ’400, merlature, un’arcata duecentesca e il simbolo visconteo raffigurante il biscione. Gli interni conservano affreschi e decori d’epoca viscontea e sono stati convertiti nelle sale della biblioteca comunale. Il centro storico coincide tuttora con l’antica piazza medievale e un tempo era delimitato da quattro mura corrispondenti alle rispettive arterie cittadine, dal castello e dal fossato, il cui tracciato è ancora visibile. Da piazza Marconi, luogo storicamente adibito al mercato abbiatense, si dipartono i portici (i più antichi risalgono al 1300) contraddistinti da eleganti negozi e locali inframmezzati da palazzi per la maggior parte in stile barocco. Nelle vicinanze, oltre alla restaurata e barocca chiesa di San Bernardino, spicca la basilica di Santa Maria Nuova, che possiede un quadriportico rinascimentale e il pronao cinquecentesco. Nel fonte battesimale furono battezzati Giovanni Maria Visconti, figlio del duca Galeazzo, e Galeazzo Maria Sforza, figlio di Francesco. Da Abbiategrasso, si lascia per una deviazione la pista ciclabile diretta a Milano per seguire quella che, in 10 km circa, segue il Naviglio di PASSEGGIO COPERTO i lunghi portici che circondano piazza Marconi ad Abbiategrasso. Nella pagina a fianco: la chiesa di San Cristoforo, edificata nel XIII secolo lungo le sponde del Naviglio Grande a Milano. XXII Bereguardo fino a raggiungere la ben segnalata abbazia di Morimondo. Lungo il percorso s’incontrano alcuni esempi delle antiche conche – in origine erano ben dodici – posizionate tra Bereguardo e Castelletto. D’origine cistercense, l’abbazia venne fondata il 4 ottobre 1134 dai monaci originari di Morimond, in Borgogna. Il semplice ed essenziale stile architettonico romanico - padano della chiesa risente già degli influssi gotici e presenta, rispetto al modello cistercense, un maggiore slancio in altezza dato dall’utilizzo di volte ad ogiva. Il monastero, con le zone adibite al lavoro, il chiostro, la sala capitolare, lo scriptorium, la cucina e il refettorio forniscono un tangibile esempio dell’attività dei monaci, sia in termini spirituali, sia nelle importanti attività materiali di colonizzazione agricola del territorio. L’abbazia, inoltre, data la sua posizione strategica e di passaggio, fu ripetutamente coinvolta nelle complesse vicende storiche intervenute tra Guelfi e Ghibellini, tra impero e comuni, dai truci episodi avvenuti ai tempi di Federico II e Federico Barbarossa, dalla commenda alla soppressione avvenuta nel 1798, in pieno periodo rivoluzionario. Tornando sulla ciclabile del Naviglio Grande, s’incontra Castelletto di Abbiategrasso, abitato d’origine duecentesca. Posto sulla riva sinistra del Naviglio, il palazzo Cittadini Stampa prende il nome dalle due famiglie che, in periodi storici diversi, gestirono l’immobile; la struttura a pianta rettangolare conta tre piani più la torre medievale e conserva al suo interno un ciclo d’affreschi opera di pittori secenteschi milanesi. Accanto al palazzo sorge l’albergo o bettola di Sant’Antonio, un tempo meta prediletta dei barcaioli che viaggiavano lungo il Naviglio, mentre, dalla parte opposta del canale, la chiesa di Sant’Antonio Abate fu edificata nel 1610 su impianto quattrocentesco. A Castelletto, inoltre, si trovano le rovine della Casa del Guardiano delle Acque, la vecchia sede preposta all’ispezione del Naviglio che, grazie a un recente progetto approvato dalla regione, dalla provincia e dall’università di Milano, sarà convertita in un centro di ricerche sullo stato delle acque dell’ambiente circostante. Costeggiando i campi del Parco Agricolo Sud Milano, il canale scorre dolcemente fino a Gaggiano. Il paese, con le sue strade ciottolate, le caratteristiche case a corte e gli storici edifici che si specchiano nel Naviglio Grande, ospita la parrocchiale di Sant’Invenzio, che risale all’XI secolo e il settecentesco palazzo Venini Uboldi. Da Gaggiano parte la navigazione, sempre gestita dalla società Navigli Lombardi. Il battello, unitamente a una tratta da percorrere in bici o in carrozza, conduce fino all’alzaia Naviglio Grande 4. Al cosiddetto Itinerario dei Fontanili e degli Aironi di Milano, dall’alzaia Naviglio Grande 4, s’affianca l’Itinerario delle Conche. L’imbarcazione costeggia il vicolo dei Lavandai, uno dei numerosi lavatoi storici milanesi, prosegue fino all’approdo in alzaia Naviglio Grande 66, sede del palazzo Galloni e del Centro degli Incisori. La navigazione continua nei pressi del ponte, della chiesa (XIV sec.) e del lavatoio di San Cristoforo. Di ritorno, oltre il cosiddetto ponte dello Scodellino, si guadagna la Darsena, antico porto di interscambio con il lago Maggiore. Costruita nella prima metà del XV secolo dove ora c’è la Darsena di Milano e poi ricostruita nell’attuale via Conca del Naviglio, la conca della Fabbrica o conca di Viarenna è una delle prime conche di navigazione d’Europa. Costruita dagli ingegneri della Fabbrica del Duomo (da cui il nome), era funzionale al trasporto del marmo dalla Candoglia. L'ambizioso progetto di recupero dell'areamprevede di ricollegare la conca di Viarenna alla Darsena, ricomponendo il bacino, restaurando la conca di Viarenna e riscoprendo il canale tra la conca e la Darsena. XXIII Lombardia a pedali Grazie alla variegata conformazione del suo territorio, la Lombardia è un paradiso per gli amanti delle due ruote. Dedicato a chi vuole pedalare in relax, optando per percorsi facili, ma anche a chi è in cerca di sport e divertimento o agli amanti dell’adrenalina e degli itinerari impegnativi, la sezione cicloturismo del portale turistico della Regione Lombardia è in grado di fornire idee e consigli adatti a tutti. I percorsi ciclabili, comodamente scaricabili e suddivisi per livelli – facili, di media difficoltà e difficili – invitano a trascorrere splendide giornate su due ruote in Regione Lombardia. Qualche esempio? La Ciclovia dei Laghi, le salite che hanno scritto la storia del Giro d’Italia, i Navigli (Pavese, Grande e Martesana), la Ciclovia dei Parchi, i sentieri della Valtellina e della Lomellina, le colline moreniche, bergamasche o comasche, i fiumi Mincio e Adda e le rive del Po da Lodi a Cremona, la confluenza fra Oglio e Po... Per i più sportivi laVia Carolingia e la Val Bregaglia, impegnative ma di grande soddisfazione. La sezione “crea il tuo percorso”, poi, offre la possibilità di realizzare innumerevoli itinerari personalizzati grazie al pratico e innovativo sistema di Geo-Routing. Ogni visitatore può creare il proprio itinerario su misura scegliendo, con la funzione di calcolo automatico del percorso, qualunque punto di partenza e di arrivo. Info: www.turismo.regione. lombardia.it/it/le-guide/cicloturismo XXIV RICCHI E POVERI Villa Clerici a Castelletto di Cuggiuono; i vecchi lavatoi sul Naviglio Grande a Milano In basso: le case del centro di Gaggiano. Nella pagina a fianco, dall'alto: navigazione sul Naviglio Grande, fiancheggiato dalla ciclabile; partita a carte in una trattoria di Abbiategrasso; surf sul Naviglio Grande a Turbigo. XXV Quarto itinerario: verso il mare Punto di partenza: Milano Punto di arrivo: Venezia Lunghezza: circa 350 km. Il Naviglio Pavese, la cui costruzione iniziò nel 1564 per unire - via acqua - Milano a Pavia, inizia il suo corso dalla Darsena di Porta Ticinese, a Milano, e sfocia nel Ticino, a Pavia, percorrendo 33,1 km. La Conchetta di Milano, situata all’incrocio tra via Conchetta e via Ascanio Sforza, dopo quasi trent’anni di disuso, è stata finalmente oggetto del restauro (progetto a cura dell’Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli) attuato e finanziato dalla Regione Lombardia. Prima delle quattordici conche che si susseguono uscendo da Milano lungo il Naviglio Pavese, ha visto sostituire le sue antiche porte vinciane in ferro (del Novecento) con fedeli riproduzioni lignee. A lato della Conchetta c’è l’edicola che custodisce la strumentazione per attivare il sistema delle porte, un tempo luogo di sosta dell’addetto alla sorveglianza. Stessa sorte per la conca Fallata, anch’essa restaurata e inaugura- XXVI ta nel 2006 su progetto dell’Associazione Amici dei Navigli, finanziato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano. Si trova in via Chiesa Rossa, a Milano, e pur essendo stata costruita in epoca successiva al passaggio di Leonardo in città, la sua conformazione ricorda i disegni contenuti nei Codici Leonardeschi. Grazie a questi due restauri, quindi, il tratto di Naviglio Pavese tra Milano e Rozzano è potenzialmente navigabile. Sono ancora da restaurare, invece, le conche del Naviglio comprese tra Rozzano e Pavia; sono in fase di costruzione, poi, i ponti mobili di Pavia, Borgarello e Rozzano. Da realizzare anche il restauro della scala d’acqua di Pavia, per collegare via acqua il Comune di Rozzano al fiume Ticino. In attesa di un futuro “sentiero navigabile”, il tratto compreso tra Milano e Pavia è percorribile in bicicletta grazie alla ciclabile lunga 25 km che costeggia il Naviglio Pavese e attraversa il Parco Sud. Tra i paesi attraversati, a Rozzano si visitano la Fondazione Arnaldo Pomodoro, che raccoglie una trentina di opere dello scultore, comprese tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta, il castello Visconteo di Cassino Scanasio, dimora storica della famiglia Visconti di Modrone, il Museo dell’Automobile presso la sede dell’Editoriale Domus di via Mazzocchi e il curioso Museo della Pentola. I due recenti sottopassi e il ponte in legno all’altezza di Binasco evitano l’attraversamento della strada provinciale e dell’ex statale dei Giovi. Superata Binasco, prima di raggiungere la città di Pavia, è possibile fare una deviazione per visitare la Certosa di Pavia. Costruito a partire dal 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti, e ultimato nel 1452 (la chiesa nel 1473), il monastero è gestito, oggi, dai monaci cistercensi del priorato della Beata Maria Vergine della Certosa Ticinese. Nell’adiacente Palazzo Ducale, antica residenza estiva della dinastia visconteo - sforzesca, ha sede il Museo della Certosa che ospita la gipsoteca, con oltre 200 calchi conservati nella Galleria a piano terra. Al primo piano del museo si possono ammirare gli altorilievi in marmo di Bambaia e le sculture, databili al 1480, di Giovanni Antonio Amadeo e Antonio Mantegazza, oltre ai capolavori scultori lombardi in pietra policroma della seconda metà del XV secolo, dipinti murali e su tavola e paramenti ecclesiastici. Segue Pavia, con il celebre Ponte Coperto a cinque arcate costruito nel 1949 sul modello dell’originale del XIV secolo. La città d’origine romana, posta a nord della confluenza del fiume Ticino nel Po, conserva un centro storico ricco di monumenti e, nelle vicinanze, gradevoli aree TRASPORTO ECCEZIONALE Argani utilizzati un tempo per il passaggio dei barconi. In basso: l'ingresso alla Certosa di Pavia; un cavedano risale il Naviglio Pavese; una libellula Calopteryx splendens. Nella pagina a fianco:uno dei vecchi barconi che un tempo percorrevano il Naviglio Pavese, ora riconvertiti. XXVII Piacenza e Cremona: da non perdere Piacenza: 1) piazza Cavalli, con le due statue equestri, il cosiddetto Palazzo Gotico e il Palazzo del Governatore; 2) gli imperdibili Musei Civici di palazzo Farnese, dalla Pinacoteca al Museo delle Carrozze, Archeologico e Risorgimentale; 3) il duomo di Piacenza, splendido esempio di stile architettonico romanico, con l’affascinante cripta; 4) il Museo Capitolare di San’Antonio, situato nell’omonima basilica d’origine quattrocentesca; 5) assaggiare la “bomba di riso”, una ricetta tipica piacentina. Cremona: 1) salire sul Torrazzo, una delle torri campanarie in muratura più alte d’Europa; 2) il Museo Stradivariano e la collezione dei violini antichi più famosi al mondo; 3) il battistero e la cattedrale, con la sua antica cripta; 4) i capolavori di Caravaggio e dell’Arcimboldi alla Pinacoteca Civica e del Perugino nella chiesa di Sant’Agostino; 5) fare scorta per dei prodotti più tipici di Cremona, mostarda e torrone. XXVIII ACQUE DI TICINO Il ponte coperto a Pavia. In basso: fioritura di ninfea. Nella pagina a fianco, in alto: navigazione in canoa lungo il Po; in basso: tramonto sulla Darsena di Milano; una chiusa lungo il Naviglio Pavese naturali quali il parco della Vernavola e il bosco della Sora. Da Pavia, il Ticino e il Po hanno rappresentato le vie d’acqua “maestre” per raggiungere Venezia e oggi sono navigabili, a tratti, grazie ai minitour in battello sul Ticino (da Pavia fino alla confluenza con il Po), alle escursioni in canoa e alle romantiche cene in battello, sempre sul Ticino. La Società Canottieri Ticino, inoltre, è una delle più antiche società remiere d’Italia. Costituita nel 1873, è attiva nell’organizzazione delle attività e manifestazioni di canottaggio lungo il fiume Po. Alcune compagnie di navigazione propongono itinerari fluviali e brevi crociere da Pavia a Mezzana Bigli, alla Grande Foresta in località Boschi di Travacò Siccomario, tra il ponte della Becca (Linarolo) e Arena Po e il traghettamento da San Lanfranco al lido di Pavia, per ammirare le due sponde del fiume, con il Borgo Basso e la zona di confluenza del Naviglio Pavese nel Ticino. Dal Ticino al Po, inoltre, è in programma la navigazione fino a Piacenza e, grazie al ripristino della conca di Isola Serafini, il collegamento tra Piacenza e Cremona, per avere un percorso navigabile continuo che da Pavia arriva a Venezia. La conca, oggi in attesa di restauro, venne realizzata di fianco all’omonima centrale idroelettrica degli anni Sessanta, per consentire alle barche di superare lo sbarramento ed è collegata da un ponte alla riva destra del fiume. Da sottolineare che, allo stato attuale, da Pavia a Cremona non è garantito in modo certo e continuativo nessun servizio di navigazione, per tre ragioni: il basso livello del Po, la mancanza di manutenzione ordinaria e il “nodo” della conca Serafini. Diverso, invece, è il discorso a partire dalla città di Cremona: grazie alle navi da crociera, infatti, da qui è possibile risalire il fiume Po fino al suo Delta e a Venezia in un itinerario navigabile di una lunghezza totale di circa 280 km. Dopo una corsa di 650 km, il Po, il fiume più lungo d’Italia, sfocia con un delta a cuspide nel Mar Adriatico. Il delta attivo, situato pressoché integralmente in Veneto, si estende per 786 km², 120 dei quali fanno parte dell’area protetta del Parco Regionale Veneto del Delta del Po. La sua estensione e i suoi diversi ambienti, dalla campagna agli argini, dalle golene alle valli da pesca, fino alle lagune e agli scanni, rendono questo territorio unico. Numerose sono le attività possibili come, ad esempio, gli itinerari XXIX fluviali sui sette rami del fiume Po, alla scoperta dei diversi ambienti e della flora e fauna locali, il birdwatching, le gite a piedi, in bici o a cavallo, così come le visite ai musei e alle strutture didattiche e di tutela e ricerca ambientale del Parco. Senza dimenticare che i 9 comuni del Delta del Po Veneto custodiscono tesori d’archeologia industriale, case rurali, ville e reperti archeologici di grande interesse. Per chi non volesse rinunciare alla visita della splendida Mantova, la città dei Gonzaga è collegata al fiume Po attraverso la conca di navigazione situata in località Governolo. Tornando al percorso dell’Idrovia, nel suo tratto finale, il passaggio dal fiume al mare è effettuabile attraverso l’Idrovia Po Brondolo, dalla conca di Volta Grimana alla laguna veneziana, in località Brondolo di Chioggia, oppure tramite l’Idrovia Ferrarese, per mezzo della conca di Pontelagoscuro, con uscita a Porto Garibaldi. Venezia: il Lido e l’Arsenale Il Lido di Venezia è un’isola compresa tra la laguna e il Mar Adriatico. Nota per la parata di vip che l’affollano durante la Mostra del Cinema, ospita un noto Casinò e, appunto, il palazzo del Cinema. La sua celebre spiaggia di sabbia fine, protetta dalle dighe di San Nicolò e degli Alberoni, già nel 1857 annoverava il primo stabilimento balneare. Così come i suoi frequentati porti, Santa Maria Elisabetta, San Nicolò, Malamocco e Alberoni, è una delle attrazioni preferite dai turisti provenienti da tutto il mondo. In fase di riqualificazione e attualmente utilizzato, tra le altre attività, come una delle location della Biennale, l’Arsenale fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo, nonché il simbolo della potenza marittima della Serenissima. Sviluppato su cinque piani espositivi, qui si trova il Museo Storico Navale di Venezia, che comprende anche l’adiacente chiesa di San Biagio e il Padiglione delle Navi, ricavato nell’ex Officina dei remi dell’Arsenale. CITTÀ D'ARTE Mantova, piazza Sordello con la torre della Gabbia e la cupola di Sant'Andrea; gondola in laguna. In basso: navigazione tra i canneti del delta del Po. Nella pagina a fianco, in alto: l'imbocco del Canal Grande a Venezia; in basso: le case di Palestrina, fra laguna veneta e Adriatico. XXX XXXI Svizzera e Italia Idrovia Ticino-Po testi di Marta Ghelma – foto di Giorgio Mesturini Indirizzi utili www.visitporiver.it, è il sito turistico che racchiude le informazioni utili sul Po, il fiume più lungo d’Italia che attraversa 4 regioni, 13 provincie, 474 comuni, percorrendo 652 km. www.relaxinlombardia.it, il sito che promuove il territorio lombardo, le sue mete e i paesaggi e raccoglie proposte su tutte le opportunità turistiche, con un occhio agli eventi e all’attualità. Con un animato blog e una pagina Facebook per scambiarsi opinioni sui vostri luoghi preferiti. www.greenlombardy.it, il portale per chi vuole vivere e viaggiare green in Lombardia, con sezioni dedicate alle città, alla natura, ai laghi e alle vie d’acqua, alla montagna e ai più piccoli. E, in più, percorsi cicloturistici, parchi e consigli su dove dormire e mangiare in modo eco-sostenibile. www.svizzera.it, è il sito di Svizzera Turismo, nella versione in lingua italiana. Tra i tanti temi, grande spazio è riservato alla vacanza attiva, con aree dedicate al tema dell’acqua e alle numerose possibilità di scoprire i “sentieri liquidi”. www.illagomaggiore.com, è il portale ufficiale del Turismo del Lago Maggiore e delle sue Valli, una fonte d’informazione esauriente sul territorio, l’arte e la cultura, la natura, la vacanza attiva, l’enogastronomia e il business legato ai congressi. www.etvilloresi.it, il sito del Consorzio di Bonifica Est Villoresi, con tutti gli aggiornamenti sui progetti ambientali e turistici del territorio. www.navigazionelaghi.it, battelli e aliscafi collegano i principali paesi del Lago Maggiore. Per ulteriori informazioni rivolgetevi agli Uffici di Informazione Turistica locali e visitate il sito www.turismo.regione.lombardia.it