CAFFÈ, PITTORI E CALDAIE di COMES Antonio, RANALDO

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CAFFÈ, PITTORI E CALDAIE di COMES Antonio, RANALDO
classe 3^ B Primaria
Alunni: Comes Antonio Ranaldo Cosimo Di Canio Pietro Vizzielli Vincenzo
CAFFÈ, PITTORI E CALDAIE.
Giallo & mistero
CAFFÈ, PITTORI E CALDAIE.
incipit
La notizia si è sparsa in un baleno: il silenzioso ometto che tutti nel piccolo paese
di montagna avevano soprannominato “il pittore della domenica" è stato trovato
morto per il cattivo funzionamento della caldaia del termosifone. Nessuno lo
conosceva quando, qualche tempo prima, aveva preso in affitto una casetta ai
margini del bosco. Lo si vedeva fuori solo ogni tanto, col cavalletto e la cassetta dei
colori, a dipingere il paesaggio.
Fiamma, dieci anni, disordinata chioma rossa e carattere deciso, e Martino, il suo
amico timido e imbranato, entrambi con la fissa delle storie misteriose, quando il
pittore era arrivato in paese si erano convinti che avesse qualcosa da nascondere e,
sentendosi abili investigatori, avevano cominciato a tenerlo d'occhio. Erano riusciti
anche a scambiare qualche parola con lui, quando lo avevano visto discutere nel
bosco con un misterioso signore.
- Com'é possibile che sia morto perché non funzionava la caldaia? - dice Martino a
Fiamma mentre escono da scuola - Ma se ieri ho visto davanti al suo cancello un
furgoncino con su scritto manutenzione caldaie! - Sei sicuro di aver visto scritto proprio così, quattrocchi? - , chiede il solito Alberto
con la sua aria dispettosa.
- Certo che è sicuro, lui almeno sa leggere! - , taglia corto Fiamma, dando
un'occhiataccia a quel bullo e trascinando via il suo amico. E subito gli chiede: Davvero hai visto il camioncino della manutenzione? - Sì che l'ho visto! Per questo non ci credo che sia morto per disgrazia... - Allora pensi che qualcuno lo abbia fatto fuori? - Non lo sapremo mai... - Martino, sai che ti dico? - Fiamma gli si pianta battagliera davanti: - Lo
scopriremo noi! -
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L’appuntamento era all’imbrunire vicino alla
casa del Pittore della Domenica, Fiamma e
Martino guardano la casa e sentono subito
l’odore pungente del bruciato. Martino
indietreggia nascondendosi dietro Fiamma e
con tono impaurito dice : “andiamocene, questo
posto mi fa paura!”
Fiamma dice : “No dobbiamo scoprire la
verità!”
Entrano con passo lento iniziando ad osservarsi intorno per scoprire che cosa è
successo: alcune ore dopo per la paura Martino inciampa e dopo essersi rialzato
scorge un grande quadro accanto al camino del salotto. La paura aumenta e
Fiamma corre a guardare, ma la curiosità è davvero tanta: insieme spostano il
quadro che nasconde una leva, la innescano e il muro scivola verso il basso.
I due amici con coraggio scivolano giù e mentre Fiamma si volta intravede
l’ombra di un uomo, ma ormai non si torna più indietro!
L’uomo però non li ha visti e continua le sue ricerche. Nel frattempo Fiamma e
Martino si ritrovano in un sotterraneo pieno di
stanze con scheletri e spade attaccate alle pareti.
In una stanza finalmente trovano un computer,
in un cassetto tanti ritagli di giornali e un foglio
con su scritto un codice misterioso. L’uomo
dell’ombra trova la botola e si mette
all’inseguimento dei ragazzi, che sentono dei
rumori strani: infilano il computer e il codice
nel loro zainetto e da una porta sul retro della
casa riprendono fuggendo la strada di casa.
Finalmente al sicuro, accendono il computer e grazie al codice che non era altro
che una password iniziano a capire chi era veramente il Pittore della Domenica.
Prima di trasferirsi, il Pittore della Domenica era un noto esperto d’arte che
lavorava presso l’università di Torino, fino a quando il suo più caro amico e
collega Roberto, aveva iniziato a trafficare opere d’arte. Vendeva e acquistava
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quadri, ma la scoperta più triste e inquietante che aveva fatto Francesco, era
quella che il suo caro amico commerciava, anche e soprattutto, quadri falsi.
Così dopo questa ennesima delusione decise di andare a vivere lontano da
Torino dove iniziò a coltivare la sua vera passione: dipingere paesaggi.
Francesco però leggendo i giornali vedeva come il
suo amico diventasse sempre più avido e spietato
nel truffare la gente, tanto da iniziare a mettere
insieme quante più notizie possibili sulla sua
attività.
Un giorno Roberto contattò Francesco: “Carissimo
amico dove sei finito ? E’ proprio tanto che non ci
si vede! Pensavo di venirti a trovare”.
Francesco un po’ imbarazzato cercò di cambiare
discorso dicendogli di aver cambiato casa e città : “Peccato sono a Grenoble in
una casetta vicino al bosco !”
Roberto per nulla sfiduciato disse : “Fantastico! Passo proprio di lì, ci vediamo
tra poco !”
Intanto Fiamma e Martino, presi dalla nuove scoperte, non si accorgono che
Alberto, il bullo del gruppetto, è giunto alle loro spalle: “Beh a che punto sono le
vostre indagini ? Volevo soltanto informarvi che il furgone della manutenzione
caldaie era fermo giù in paese proprio ieri nel tardo pomeriggio…….quindi il
nostro caro QUATTROCCHI ha visto bene !!!”
“Abbiamo il suo computer !” Dice Fiamma “e
dentro c’è un mare di roba, guarda, guarda !”
Francesco e Roberto si erano incontrati: “Ma
cosa fai ? Ti sei messo a dipingere ? Sei bravo !”
“Mai come te !”
“Cosa vuoi dire ?”
“No dicevo così per dire !”
“Leggi il giornale di Torino ! (Sulla prima
pagina c’è proprio la sensazionale notizia del
museo di Londra che ha acquistato ad un prezzo esorbitante un quadro inedito
di Van Gogh) , hai visto che notizia ?”
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Tra i due scende il silenzio e Francesco evita di continuare ,
ma lo scontro è inevitabile : “quanto sei coinvolto in questa
storia? Quel quadro non può essere di Van Gogh e il tuo
comportamento me lo conferma.”
“Ti spiegherò tutto se ci incontriamo al Caffè dei Pittori
domani verso le diciotto, ci sarai ?” “Va bene ci vediamo
domani !”
All’indomani Francesco si reca all’appuntamento, ma
Roberto, ormai consapevole della sua posizione scomoda, va a casa dell’amico
con l’intenzione di cercare le prove che lo inchiodano.
Nel frattempo qualcuno suona alla porta : è il tecnico della manutenzione della
caldaia che insiste per entrare ma che dopo un po’ va via.
Francesco ormai arrivato al Caffè riflette intensamente sulle parole di Roberto e
non vedendolo arrivare capisce immediatamente l’inganno che
l’amico gli ha giocato.
Ritorna subito a casa e lì lo sorprende a frugare tra le sue cose
in cerca di prove. Tra i due scoppia lo scontro e Francesco
cade, urtando contro lo spigolo del tavolino di cristallo, senza
vita.
Roberto è nel panico.
Pensa al tecnico della caldaia e lì capisce che deve bruciare
ogni indizio.
Manomette la caldaia, in tempo fugge, e la casa in pochi istanti
si incendia.
I ragazzi finalmente hanno tutto chiaro: l’uomo misterioso che li inseguiva era
Roberto, l’assassino che era ancora alla ricerca di quel computer che loro
avevano e che conteneva la chiave del mistero.
Bisognava quanto prima avvisare la polizia e consegnare le prove che
incastravano il vero colpevole.
COMES Antonio RANALDO Cosimo DI CANIO Pietro VIZZIELLI Vincenzo
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