Non di Solo Pane
Transcript
Non di Solo Pane
Non di solo PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 5 marzo 2017 I Settimana di Quaresima Anno XIX - Vittorioso nella fede Settimanale di preghiera n° 793 Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente” Sussidio di preghiera per la famiglia Sito di Non di Solo Pane: www.nondisolopane.it Marzo 2017 Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Intenzioni mese di Marzo Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze Intenzione del Santo Padre Per i cristiani perseguitati, perché sperimentino il sostegno di tutta la Chiesa nella preghiera e attraverso l’aiuto materiale. di questo giorno, in riparazione dei peccati, Intenzione dei vescovi per la salvezza di tutti gli uomini, Perché le comunità e le associazioni riscoprano la gioia e la forza della testimonianza. nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 2 I Domenica di Quaresima Ci vuole coraggio per riporre fede in qualcosa al di fuori di se stessi; eppure chi si affida a Dio può testimoniare che così facendo si acquista non solo un coraggio più grande, ma anche pace interiore. Il santo del giorno: San Foca l'Ortolano Era apprezzato e benvoluto da tutti per la sua generosità e la sua ospitalità e di queste sue virtù diede una commovente dimostrazione agli stessi carnefici, incaricati di eseguire la sen- tenza capitale pronunciata contro di lui. Evidentemente i carnefici non lo conoscevano di persona, perché, entrati in casa sua per avere delle indicazioni, furono generosamente invitati a pranzo dall'ortolano. Mentre i due si rifocillavano, Foca Domenica 5 Marzo I Settimana andò nell'orto a scavarsi la fossa; quindi tornò in casa e dichiarò la propria identità ai carnefici, pregandoli di non porre indugi all'esecuzione della sentenza. Fu accontentato e pochi istanti dopo il suo corpo cadeva nella fossa appena scavata. Agisci Brano Evangelico: Mt 4,111 La mia fede ha bisogno di essere radicata nella vita, e deve essere il motore che mi fa agire come se tutto dipendesse da me, ma con l’umile consapevolezza che Dio completa in me l’opera delle sue mani. Come gli apostoli, devo chiedere spesso a Gesù: “Signore aumenta la mia fede!” Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pin nacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorregge ranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispo se: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. Adorerai il Signore, Dio tuo (cf MI 4,10) Contemplo: Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto, per essere messo alla pro va. Il diavolo gli propone la via allettante del successo mondano, della supremazia sugli altri. Gesù non lo ascolta, e gli risponde che la vera grandezza dell'uomo è di adorare Dio, l'unico vero Bene, l'Eterno che ci dà la vita in questo mondo e la beatitudine nell'altro. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 3 Me d it a l a Vittorioso nella fede. Meditazione si S.E. Mons. Luigi Negri La liturgia della prima domenica di Quaresima incomin cia con l'evocazione potente e drammatica della creazione e dell'ordine dell'universo che ruota attorno all'uomo e alla donna destinati a vivere in questo mondo in dialogo profondo, quotidiano e obbediente con il mistero di Dio. Ma in questo quadro straordinario si inserisce un elemento nuovo: il peccato. Si tratta del rifiuto di Dio come condizione per la realizza- zione piena dell'umanità. Questa tentazione, che si è compiuta nel cuore e nella libertà di Adamo ed Eva, persegue la storia dell'umanità di età in età, rappresenta la grande alternativa, che influisce sulla mentalità. Il peccato originale è la sostituzione alla menta lità della fede di una mentalità ateistica, o meglio, di una mentalità in cui il dio è la propria istintività intellettuale, morale, scientifica o tecnologica. Il Vangelo dà un tocco Parol a altamente drammatico. Nelle tentazioni il demonio cerca continuamente di scombinare le carte della fede e della carità. Lo stesso Figlio di Dio vi è sottoposto dal maligno, affinché anche Lui scardini la logica della fede e la sostituisca con la logica del potere, quindi con la logica della soggezione al potere: adorare il male nella sua forma di società organizzata contro Dio e contro l'uomo. La forza limpida del Figlio di Dio risponde a queste tentazioni riaffermando la verità della logica della fede, rifiutando di riconoscere qualcun'altro come Dio se non il Padre di cui egli è Figlio. Questo ricordo delle tentazioni del Signore, superate vittoriosamente dalla sua fede e dalla sua dedizione al Padre, rimangono per ciascuno di noi un invito all'umiltà. Se il demonio ha tentato il Figlio di Dio non demorderà certo dal tentarci quotidianamente, ma il Figlio di Dio ci indica anche il metodo per uscire dalla ten tazione e riconoscere la verità di Dio nella nostra vita ed uniformarsi ad essa con vera e profonda umiltà di cuore. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 4 Me d it a l a Meditazione del giorno Penso di sì, era necessario! di don Luciano Vitton Mea Parol a Preghiamo la Parola Ci affidiamo a te, Signore Era proprio necessario che Gesù fosse sospinto dallo Spirito nel deserto per essere tentato? Perché incontrare faccia a faccia il Male, subire il suo fascino, essere tentato da Satana in persona? Calpestare le sabbie roventi, sedere nel silenzio dove il soffio del vento porta gli echi di arcane paure? Guardiamo il cielo e ci affidiamo a te, Signore. Contempliamo l’eterno scorrere del tempo, Penso di si, era necessario. il sorgere del sole, È la logica dell’Incarnazione che fa percorre al Dio mendicante le orme di Mosè e del suo popolo; non è la sua forza che vaga nel deserto, ma la sua povertà, la legge della stalla di Betlemme e della bottega del carpentiere. Mi piace questa povertà perché è la mia povertà, sono gli abiti della fatica quotidiana che mi fanno percepire Dio come fratello, un uomo tra gli uomini. Lo incontri dovunque: tra i vagiti di un neonato, sporco di trucioli odorosi di resina, ai crocicchi delle strade, seduto sulla scalinata del tempio, nei deserti dell’umana solitudine. Ovunque la povertà si fa tunica, Dio ne porta una tutta di un pezzo, senza cuciture. il nascere di ogni creatura e ci affidiamo a te, Dio del cielo e della terra. Sappiamo di essere nelle tue mani come perla preziosa che tu custodisci. Siamo sul palmo della tua mano, Signore,e nulla ci spaventa: né il presente né il futuro perché tu Satana lo tenta, con lucidità, seguendo una logica che tutti saremmo pronti a sottoscrivere: “Perché vivi come un uomo tu che sei Dio? Perché non esibisci la tua Onnipotenza, Tu che hai ai tuoi ordini una schiera di Angeli?” Il Male teme la povertà, a maggior ragione un Dio povero: ecco perché cerca vanamente di dissuaderlo. Così tra le dune del deserto la povertà della natura umana di Gesù sfiora la finitudine di ogni uomo, la tentazione, cioè, di diventare come dei; Gesù sconfigge questa logica, perché la sua forza, quella che sconfiggerà ogni male, è quella di diventare “l’uomo dei dolori” il servo sofferente che redime i peccati del mondo. sei con noi e ci ami. Amen. don Luciano Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 5 I Settimana di Quaresima Ridi di te stesso ogni tanto. Ti farà bene. Lunedì 6 Marzo I Settimana Il santo del giorno: Beata Rosa Viterbo da Nata da famiglia di mo deste condizioni, a 17 anni entrò nell’ordine delle terziarie dopo a ver avuto una visione. Agisci Devo ricordarmi che la mia fede è un dono di Dio che ho ricevuto anche grazie alla buona parola, la buona testimonianza di qualcuno che si è preso cura di me. Il dono ricevuto diventa così responsabilità da offrire e condividere con i fratelli. In questo periodo fece diversi pellegrinaggi e soprattutto una dura penitenza. Mentre si faceva intensa la guerra tra Guelfi e Ghibellini insieme alla famiglia fu esiliata: tornò in patria dopo la morte di Fede rico II, ma la sua vita fu assai breve. Sulla sua morte non si sa pratica mente nulla solo che alcuni anni più tardi il suo corpo è stato ritro vato intatto. Brano Evangelico Mt 25,3146 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mon do. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovar mi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo vedu to affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'a vete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, male detti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi a vete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi a vete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andran no, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». Contemplo: Perdonate e sa- rete perdonati (cf Mt 6,14) «Rimetti a noi i nostri debiti, co me anche noi li rimettiamo ai no stri debitori» (Mt 6,12). Come o gni giorno abbiamo bisogno del pane, e per questo lo chiediamo a Dio, così ogni giorno abbiamo bisogno di chiedere e dare il per dono. Gesù ci insegna a perdonare con generosità, se vogliamo, a no stra volta, ricevere il perdono per le nostre mancanze. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 6 MeditazioneMeditazione del giorno del giorno Pane, tetto un abbraccio La cospirazione di eDio di Mendoca conforto di Jose Tolentino di Fiorella Elmetti Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare Con queste parole siamo messi di fronte alla concretezza della fede cristiana. Non si può fare teorie sulla fede e sull’amore davanti a milioni di bambini che muoiono di fame. Bisogna dare pane, tetto e un abbraccio di conforto. Non si può restare indifferenti alla miseria e alla paura che costringe generazioni intere di uomini e donne a lasciare la loro terra e preferiscono morire in mare piuttosto che avere la certezza di essere torturati e uccisi in patria. Bisogna fare il possibile per costruire ponti di pace, non mura di separazione. L’altro, chiunque esso sia, diventa il tuo completamento, il tuo specchio. L’altro ti spinge a guardare oltre di te. E accettare l’altro, o meglio, accoglierlo è come riconoscere l’impronta di Dio in ogni segno, come scrive la poetessa Alda Merini: “E come si fa a conoscere il tuo volto, te lo spiego io: basta vedere qualcosa che reca la tua impronta. E noi siamo pieni delle tue impronte, come se tu fossi passato in ogni casa a lasciare segni invisibili”. Non a caso il Vangelo sottolinea: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Preghiera Grazie, Signore! Nelle «discese» di vita, che avvertiamo in noi, negli inciampi, nelle prove che sembrano abbatterci, fa' che portiamo sempre impressa nel cuore l'immagine dolce e fortissima di te, Gesù, che continui a salire a Gerusalemme, pronto a offrirti, sublime, in dono! Segua i tuoi passi la nostra umile offerta. Kyrie eleison! Meditiamo la Parola I tesori della chiesa. Don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno “Creandomi Dio si è creato un giudice” afferma don Primo Mazzolari. Perché ogni peccato, ogni cattiveria è un giudizio che condanna Dio alla passione e alla croce. E’ giusto, quindi, che, all’inizio della santa Quaresima, la liturgia ci inviti a porci d’innanzi al giudizio di Dio, l’ultimo e supremo giudizio. Di fronte al brano evangelico di oggi cadono le nostre certezze, l’arroganza di manipolare Dio e codificarlo in rigidi schemi. La legge e le norme mi rassicurano, il volto nascosto di Dio nell’uomo, nell’ultimo degli uomini, mi inquieta, non mi lascia tranquillo. Quando entro nel tempio sono avvolto da certezze, quando invece esco dal recinto del sacro per attraversare i vari “Golgota” che mi circondano mi assale il dubbio e il timore. Ogni volto può rappresentare quel “ero e non mi avete dato”, ogni crocifisso, anche quello del più infamante ladrone, può nascondere il Figliol di Dio. E’ bene che la liturgia, all’inizio di questo tempo santo, non ci offra vane illusioni, ci dica con chiarezza che senza l’amore verso il prossimo vano è il digiunare, inutili le preghiere. Con l’Incarnazione ogni povero diventa sacro, ogni disgraziato sacramento di una velata presenza. I poveri ci annunciano che il regno di Dio è vicino, che dobbiamo convertirci al mistero della debolezza e della piccolezza. Infatti. “il povero ha un potere misterioso: nella sua debolezza, egli diviene capace di toccare i cuori induriti e di rivelare le loro fonti d’acqua viva nascosta in loro. E’ la manina del bimbo di cui non si ha paura, che scivola attraverso le sbarre della nostra prigione ed egoismo. Egli arriva ad aprire la serratura. Egli libera. E Dio si cela nel bambino. I poveri ci evangelizzano. E’ per questo che sono i tesori della Chiesa. (J.Vanier)”. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 7 I Settimana di Quaresima La contentezza è quella sensazione che pervade la tua vita quando sei veramente grato di ciò che hai. Il Santo del giorno: Sante Perpetua e Felicita Chiusa in carcere aspettando la morte, una giovane tiene una sorta di diario dei suoi ultimi giorni, descrivendo la prigione affollata, il tormento della calura; annota nomi di visitatori, racconta sogni e visioni degli ultimi giorni. Agisci Mi ricorderò in ogni circostanza della responsabilità della preghiera per i fratelli, dell’impegno di intercessione per tutti. Siamo a Cartagine, Africa del Nord, anno 203: chi scrive è la colta gentildonna Tibia Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un bambino. Nella folla carcerata sono accanto a lei anche la più giovane Felicita, figlia di suoi servi, e in gravidanza avanzata; e tre uomini di nome Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti Martedì 7 Marzo I Settimana del Salterio condannati a morte perché vogliono farsi cristiani e stanno terminando il periodo di formazione; la loro «professione di fede» sarà il martirio nel nome di Cristo. Le annotazioni di Perpetua verranno poi raccolte nella «Passione di Perpetua e Felicita», opera forse di Tertulliano, testimone a Cartagine. Brano Evangelico: Mt 6,715 Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uo mini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. Contemplo: Venite, bene- detti del Padre mio (Mt 25,34) Sarà dolce e consolante sentirci dire dal Signore: «Venite, be nedetti del Padre mio nel regno dell'amore». Come poter essere sicuri di sentire rivolta a noi una tale parola? Con l'amare il nostro prossimo. Accogliere gli altri, as sisterli, soccorrerli nelle loro ne cessità, significa accogliere e assi stere Dio stesso che ha voluto di morare nei nostri cuori. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 8 MeditazioneMeditazione del giorno del giorno Meditiamo la Parola Ero invidiosa della La cospirazione di Dio La preghiera più grande sua santità di Jose Tolentino Mendoca di don Luciano Vitton Mea Leggendo gli atti del processo canonico a carico di Suor Virginia Maria de Leyva (la monaca di Monza di manzoniana memoria) mi ha colpito la testimonianza di una sua compagna di noviziato: «ero invidiosa della sua santità». Approfondendo la drammatica storia di questa infelice monaca mi sono fatto un’idea ben precisa che penso non sia molto lontana dalla verità. Quella di suor Virginia era una religiosità imperniata su di un pressoché totale formalismo esteriore formato da un indefinito numero di pratiche da compiere o di tradizioni da rispettare e da una miriade di scrupoli di coscienza perennemente presenti. Di un rapporto personale con Dio, sentito come Padre, neppure a parlarne. La sua religiosità non riuscì, in una parola, a farle comprendere che Dio la amava immensamente, le era accanto in ogni istante e che poteva, quindi, affidarsi a Lui e contare sul suo aiuto in ogni circostanza e situazione interiore si trovasse. «Voi dunque pregate così ...». La preghiera per Gesù non è una pratica o un pseudo dovere ma una neccesità, una dimensione costitutiva dell’essere umano, il tempo sacro dove il contingente comunica con il trascendente. Gesù non comanda di pregare perché nella sua ottica il colloquio con il Padre è cosa scontata, un atto fondamentale del suo essere “figlio dell’uomo”, un soffio vitale che mai può venir meno. Il cuore dell’uomo è spesso immerso in acque torbide, stagnanti; la preghiera rende trasparenti le sorgenti interiori, donando rinnovata energia al nostro modo di fare e di agire ecco perché David Maria Turoldo affermava. “Pregare, forse il discorso più urgente”. Fiorella Elmetti Coordinatrice di “Non di solo Pane” “Voi dunque pregate così…”. È bello che i discepoli abbiano chiesto a Gesù di imparare a pregare con i pensieri e le attese di Dio Padre, e trovo che Egli non poteva consegnarci una preghiera più grande. Gesù, infatti, ci insegna a dire: Padre nostro. Non Padre mio, perché tutti siamo incatenati l’uno all’altro, come in una cordata, soprattutto quando preghiamo. Non Padre mio, perché Dio è Padre per tutti e noi, pur nella nostra fragilità, nella vita quotidiana siamo fratelli di tutti, anche di chi non conosciamo. Non Padre mio, perché tutti possiamo imparare a lasciarci amare dalla Sua paternità, che è bontà, misericordia, giustizia, santità. Può essere difficile dire: “Padre nostro”, ma la Chiesa non può ammettere assenze attorno al suo focolare, che è l’amore di Dio portato i da Cristo. Dentro possiamo starci tutti: dal buon ladrone crocifisso insieme a Gesù al bambino non ancora nato, che di Gesù non conosce neppure il nome. Che bello quindi poter dire: “Padre nostro!”. Preghiera Ti ringraziamo, Signore Gesù, ci conduci un passo dopo l'altro - a maturare, nel cuore e nello spirito,la qualità delle nostre relazioni: fratelli, tutti figli di un unico Padre, liberi dall'illusione di autosufficienza, docili al dipanarsi della vita, alla luce della tua Parola, pronti al servizio reciproco. Kyrie eleison! Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 9 Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane Pilato: un’occasione perduta Meditazione di don Luciano Vitton Mea Lettura biblica (Mt 27,26) Pilato, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Pilato, dopo aver consegnato Gesù ai giudei, ragionò tra se: “Tipo strano questo Gesù di Galilea. Lo deridono, lo accusano, lo vogliono morto e lui non dice niente, non si difende. Dicono che si proclama Figlio di Dio, ma mi pare solo un poveraccio. Non lo capisco proprio questo Gesù: parla di una verità che solo lui conosce, di un regno che si trova chissà dove... Anche i suoi discepoli lo hanno abbandonato. Mi fa pena, ma non ho scelta: lo condannerò a morte, perché così va il mondo. I miseri e gli ultimi, come questo galileo, fanno tutti la stessa fine, tanto nessuno si cura di loro”. Hai ragione Pilato: nessuno si prende cura dei poveracci come Gesù, il mondo è pieno di straccioni che non contano nulla, che danno fastidio, che vagano raminghi per le polverose strade dell’indifferenza umana. Di una cosa però non ti sei accorto, non hai valutato, forse ti è addirittura sfuggita: era quel povero galileo che voleva prendersi cura di te, voleva darti un’occasione unica per riscattarti, per scrivere un nuovo capitolo della tua misera esistenza. Il Dio dei Giudei poteva diventare il tuo salvatore, Colui che ha fatto passare illeso il popolo eletto attraverso le acque del Mar Rosso voleva farti passare all’altra riva, farti attraversare il non senso della tua esistenza per darti in pegno un’eredità che nessuno ti avrebbe mai tolto. Vedi, Pilato, la Verità che tu hai incontrato, hai giudicato e condannato era un monito, una luce che ti avrebbe illuminato. Era una voce che voleva metterti in guardia: “I regni di questo mondo passano, il potere e il successo prima o poi vengono meno; una sola cosa rimane: un volto segnato dalla sofferenza, un capo coronato di spine, un crocefisso che paga per tutti.” Ti sei lasciato ingannare dalla sua povertà, da quello sguardo umile da un lato ma fiero dall’altro, dalle sue labbra gonfie che non rispondevano agli insulti e alle false e infamanti a c cu se . Dio da a tu t ti un’occasione, la possibilità di cambiare, si accontenta di poco: un gesto, un cenno di pietà, un fremito di coraggio. Ecco, Pilato, ti è mancato un briciolo di coraggio; tu potente non hai esercitato per una volta il tuo potere con un gesto profetico, tu giudice non hai voluto giudicare e te ne sei lavato le mani. Ma in quello scroscio d’acqua è scivolata lentamente la tua stessa esistenza, il successo, il potere. Di li a pochi anni ti sei trovato non a tra gli splendori di Roma ma nella periferica Gallia e nell’anonimato di una regione lontana ti sei tolto la vita. Io non posso pensare che Dio si “sia lavato le mani di te” e negli spasimi dell’agonia, forse, hai intravisto un Re coronato di spine, quel poveraccio che hai condannato. Sei i tuoi occhi velati di morte hanno incontrato lo sguardo del crocefisso dentro di te avrai sentito una voce arcana che sussurrava: “oggi la salvezza è entrata anche in questa misera casa”. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 10 I Settimana di Quaresima Mercoledì 8 Marzo Dio ama gli umili, gli scoraggiati e quelli che lottano per tenere vivi i loro sogni. Egli è vicino a coloro che hanno il cuore spezzato: desidera confortarli e desidera guarire Il Santo del giorno: San Giovanni di Dio Nato a MontemoroNovo, poco lontano da Lisbona, nel 1495, Giovanni di Dio - allora Giovanni Ciudad - trasferitosi in Spagna, vive una vita di avventure, passando dalla pericolosa carriera militare alla vendita di libri. Ricoverato nell'ospedale Agisci di Granada per presunti disturbi mentali legati alle manif e s t a z i o n i "eccessive" di fede, incontra la drammatica realtà dei malati, abbandonati a se stessi ed emarginati e decide così di consacrare la sua vita al servizio degli infermi. Fonda il suo primo ospedale a Granada nel 1539. Muore I Settimana l'8 marzo del 1550. Nel 1630 viene dichiarato Beato da Papa Urbano VII, nel 1690 è canonizzato da Papa Alessandro VIII. Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 viene proclamato Patrono degli ammalati, degli ospedali, degli infermieri e delle loro associazioni e, infine, patrono di Granada Brano Evangelico: Lc 11,2932 Custodirò nel cuore la meravigliosa notizia che Cristo è risorto e vive per sempre. Solo così sono in grado di discernere gli eventi, annunciare la speranza e vivere nella pace del cuore. Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa ge nerazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorge rà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per a scoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con que sta generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui. Contemplo: Insegnami, o Dio, la sapienza (cf Sai 50,8) «Signore, tu gradisci la sin cerità nel mio intimo, nel se greto del cuore mi insegni la sapienza» (Sal 50,8). Riflet tere sul nostro peccato è utile per rendersi conto della pro pria fragilità. È una sapienza preziosa per capire quanto siamo bisognosi dell'aiuto di Dio: occorre, per questo, es sere sinceri con se stessi e riconoscere i propri errori. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 11 Meditazione del Meditazione giorno del giorno Meditiamo la Parola Con cristiano La cospirazione di Dio disordine Ma a volte esageriamo di Jose Tolentino Mendoca di Jose Tolentino Mendoca Fiorella Elmetti Coordinatrice di “Non di solo Pane” Mi torna spesso in mente un passaggio del romanzo di Georges Bernanos Diario di un curato di campagna. Riguarda un soggetto forse inatteso, che possiamo esprimere con una domanda: i nostri templi devono essere puliti o sporchi? È chiaramente un interrogativo che va inteso in senso simbolico, ma i simboli funzionano veramente solo se ancorati alla realtà che rispecchiano e che sfidano. I templi devono essere puliti o sporchi? Bernanos parte dall'esempio di una sacrestana così zelante della pulizia della chiesa da guardare i fedeli che vi entravano come una minaccia e un disturbo. Un fedele in visita al tempio era, per lei, un'avversità. È in tale contesto che lo scrittore sostiene: «Una parrocchia è forzatamente sporca. Una cristianità è ancora più sporca». Una Chiesa maniaca dell'organizzazione e dell'ordine, ossessionata da un regime di purità, tiene a distanza le persone. Diventa un luogo di cerimonie, statico e ineccepibile come un museo, ma non è più un territorio di celebrazione della vita, esposto alla quotidianità,Preghiera alla sua turbolenza e alle pedate lasciate in giro. Rimane sequestrata Signore Gesù, attraversa ancora con misteriosa consapevolezza, con umile fierezza, canale di misericordia di che gioia. Si conl'incredulità, la paura, el'ira ci impedicentra naftalina scono disull'odore crederti e della di accettarti comequando dono. dovrebbe contaminarsi, come raccomanda Grazia e benevolenza rifulgono in te e, se il nostro cuore ti segue, tu illumini anche noi papa Francesco, dell'odore delle pecore. con la dignità dello Spirito che viene da Dio e per il quale oggi e sempre ti rendiamo grazie. dal formalismo e dallo zelo, invece di farsi Cerchiamo sempre segni, e a mio modesto parere non è un male. Fino a quando il nostro cuore è inquieto possiamo metterci in gioco, porre domande e imparare ogni giorno a dar valore alla vita. Ma a volte esageriamo, quando non diamo fiducia alla Parola, quando ci accontentiamo del cammino cristiano iniziato a catechismo e mai più approfondito e vissuto. Paolo Curtaz commenta: “Ci è dato solo il segno di Giona: la predicazione che Gesù fa deve essere sufficiente al popolo ebraico per riconoscere in lui l'inviato di Dio. Ma così non accade: bisognosi di miracoli e segni, gli uomini pongono continuamente delle condizioni a Dio. Sappiamo sfruttare la Parola che abitualmente ascoltiamo, non poniamo sciocche condizioni a Dio e non lasciamoci passare davanti da tutti coloro che - non avendo un'esperienza di fede - con entusiasmo si lasciano convertire dalla Parola. Ma, ahimé, non c'è nessuno più difficile da convertire di un presunto pio credente che crede di credere. Monito bruciante per noi a non abituarci mai al messaggio del Signore, invito pressante a lasciarci scuotere e convertire dai tanti Giona che oggi incontreremo”. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 12 I Settimana di Quaresima Quando ti senti sopraffatto da tutto quel che c’è da fare, rivaluta le tue priorità, poi fai subito le cose più importanti e lascia il resto per domani. Il Santo del giorno: San Domenico Savio Nasce a Riva di Chieri il 2 aprile 1842 e muore a Mondonio il 9 marzo 1857. Ancora bambino decise quale sarebbe stato il suo pro- getto di vita: vivere da vero cristiano. Tale desiderio venne a c ce n t u a t o dall’ascolto di una predica di don Bosco, dopo la quale decise di divenire santo. Da questo momento, infatti la sua esistenza fu piena d’amore e ca- Giovedì 9 Marzo I Settimana rità verso il prossimo, cercando in occasione di dare l'esempio. Nel 1856 fondò la Compagnia dell'Immacolata e poco più tardi morì, lasciando un valido e bel ricordo della sua persona ai giovani cristiani. Brano Evangelico: Mt 7,712 Agisci Devo cercare sempre l’unione di cuore con Gesù per essere più libero della schiavitù delle cose, dall’intolleranza e dall’egoismo, dalla paura e dalla sfiducia. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una ser pe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa in fatti è la Legge ed i Profeti. Contemplo: Chiedete e vi sarà dato (Mt 7,7) Il Signore Gesù ci invita ad avere fiducia nella provvi denza del Padre, che non la scerà i suoi figli privi del ne cessario. Se noi, che siamo cattivi, siamo capaci di senti menti buoni e di provvedere ai bisogni degli altri, quanto più il Padre sarà capace di esaudire le giuste richieste dei suoi figli! Non temiamo, dunque, di chiedere al Signo re: egli ci ascolterà. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 13 Meditazione del giorno Meditazione del giorno Il diavoloditeme La cospirazione Dio la povertà di don Luciano Vitton Mea di Jose Tolentino Mendoca Il diavolo teme una sola cosa: Meditiamo MeditiamolalaParola Parola Grembo della fede è il cuore Disperazione Meditazione don Carlo Moro Meditazioneadicura dondiLuciano Vitton Mea Parroco di Gargnano Parroco di Bovegno la povertà e la debolezza umana. E’ una creatura astuta e sa perfettamente che un uomo, quando riconosce i suoi limiti, la propria creaturalità diventa tutto di Dio, si abbandona con fiducia alla sua santa protezione. Satana vuole l’uomo forte, tronfio di se, narcisisticamente innamorato della sua immagine; teme la logica di un Dio che si è fatto compagno dell’uomo, ha sposato il fango con cui l’aveva creato. Lo spirito del male guarda da lontano la greppia di Betlemme e trema davanti a un Dio bambino; si spaventa quando nel deserto Gesù ha fame e affronta la solitudine dei deserti umani. Un Dio forte e chiuso nella trascendente lontananza del cielo o nel recinto sacro di un tempio è appannaggio di pochi, la sua salvezza abbraccia un cerchio ristretto di eletti. Ma un Dio che assume la debolezza e la povertà della natura umana diventa il salvatore di tutti, abbraccia ogni singola esistenza, asciuga il volto di ogni umana debolezza. Un Dio forte e che fa della forza la sua unica prerogativa lascia un campo Preghiera aperto all’azione del maligno, una mietitu- Signore Gesù, attraversa con mistera abbondante nei desertiancora dell’umana soliriosa consapevolezza, umile fierezza, tudine. Ma un Dio che sicon è abbassato, che è l'incredulità, la paura, l'ira che ci impediuscito dal sacro per percorrere i polverosi scono di crederti e di accettarti come dono. sentieri della sofferenza, che strappa dalle Grazia e benevolenza rifulgono in te e, se il mani del maligno anche l’ultimo dei ladronostro cuore ti segue, tu illumini anche noi nicon fa lapaura al principe delleche tenebre, fa dignità dello Spirito viene da scappare e ioggi suoie diavoli. diavolo Dio e persatana il quale sempre Il ti rendiateme la povertà, ogni povertà. mo grazie. Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto". Chiedete, cercate, bussate: Gesù scandisce così il dinamismo interiore della preghiera di domanda che scaturisce fiduciosa dalla nostra relazione filiale con il Padre sul fondamento di una fede perseverante, tutta protesa ad accogliere la provvida benevolenza di Dio. Il mistico russo Giovanni di Kronstadt, nel suo diario spirituale, annota: "Ricordati che, quando preghi, Dio aspetta che tu risponda affermativamente alla domanda che ti pone interiormente: "Credi tu che io possa fare questo?" A questa domanda devi rispondere dal profondo del cuore: "Sì, Signore!". Grembo della fede è infatti il cuore. E' dalle sue profondità, come da sorgiva limpida, che matura e feconda la preghiera fiduciosa a misura della nostra piena consegna a Lui nella quiete ordinaria dei giorni, al di là di ogni legittima aspettativa, oltre i nostri stessi desideri. Una certezza ci sostiene: "il Padre vostro – dice Gesù - dà sempre cose buone a quelli che gliele domandano". Ecco perché ciò che conta non è l'essere esauditi in quel che chiediamo, ma il coltivare e il custodire occhi limpidi che sappiano vedere tutte quelle cose Preghiera buone sparse a piene mani da Dio che opera meraviglie le pieghe nascoste Signoretra Gesù, attraversa ancoradell'ordinarietà, con misteoltre le apparenze. riosa consapevolezza, con umile fierezza, l'incredulità, la paura, l'ira che ci impediPreghiera scono di crederti e di accettarti come dono. Signore anche noirifulgono talora siamo davanti Grazia Gesù, e benevolenza in te e, se il a te come orfani ricercatudiillumini un riparo, di noi un connostro cuorealla ti segue, anche forto, di un'ispirazione in mocon la dignità dello capace Spirito di cherimettere viene da toDio la vita e di preghiera e per il rinnovare quale oggilae speranza. sempre ti La rendiache rivolgiamo sia per noi un intimo laboratorio motigrazie. attraverso cui il nostro cuore divenga sempre di più conte il tuo. Kyrie eleison! Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 14 I Settimana di Quaresima Mira più in alto possibile, non permettere a niente di limitare la tua fede. Venerdì 10 Marzo I Settimana Il Santo del giorno: San Simplicio Nato a Tivoli, fu papa in un periodo tormentato della storia dell’Occidente che vide la ca d u ta dell’Impero Romano d’Occidente, quando il barbaro Odoacre nel 476 depose l’ultimo imperatore Romolo Agisci: Alimenterò nel mio cuore il sentimento di amicizia sincera con Gesù, perché sul suo esempio io non sia giudice dei miei fratelli, ma strumento della Sua misericordia per risollevare chi cade nel peccato. Augustolo. Contemporanemente la Chiesa d’Oriente era travagliata dalle c o ns e g ue nz e dell’eresia monofisita, la quale sosteneva che in Cristo ci fosse unicamente la natura divina. Si hanno poche informazioni su Simplicio: prese netta posiz io ne con tro l’eresia anche nei con- fronti dell’imperatore d’Oriente Zenone, stabilì turni di presbiteri nelle principali basiliche cimiteriali e non soltanto restaurò e dedicò chiese a Roma ma, rispettoso della vera arte, salvò dalla distruzione i mosaici pagani della Chiesa di S. Andrea. Brano Evangelico: Mt 5,2026 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigio ne. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! Contemplo: Metti in pratica la Parola (cf Dt 26,17) Dopo aver dato la sua legge di amore e di rispetto per la vita e il creato, il Signore ci esorta a met tere in pratica quanto abbiamo udito. Non possiamo pensare che sia sufficiente celebrare l'eucari stia, ascoltare la sua parola o se guire belle cerimonie in chiesa. Occorre applicare la sua parola nella vita quotidiana, in modo da essere suoi veri figli, che seguono la via della beatitudine. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 15 Meditazione la Parola Meditazione del giorno Il significato più genuino Meditazione giorno Meditiamo ladel Parola La cospirazione di Dio Meditazione a cura di don Carlo Moro Tra le sabbie e le dune ... Disperazione di Jose Tolentino Mendoca Parroco di Gargnano Meditazione Meditazionedididon donLuciano LucianoVitton VittonMea Mea Parroco di Bovegno Parroco di Bovegno Gesù riporta la legge mosaica al suo significato più genuino, ma anche più esigente. Quello che è importante davanti a Dio non sono soltanto gli atti ed i gesti , ma anche le intenzioni che muovono le nostre azioni. Per questo, ciò che ci spinge ad insultare un nostro fratello è la stessa molla di quello che potrebbe, in altre circostanze, portare ad ucciderlo. Il Vangelo ci rivela tutta la bellezza e la serietà del cammino che facciamo dietro a Gesù: in questa Quaresima abbiamo l’impegno di riconciliarci anzitutto con coloro che ci sono accanto, e con i quali magari non parliamo o non abbiamo relazioni da molto tempo. Sarà la maniera migliore per vivere la nostra autentica amicizia con lui, ed a iniziare a vivere da discepolo, con tutto ciò che comporta. Preghiera Preghiera Signore Gesù, attraversa ancora con misteGrazie, Signore Gesù! Riceviamo da te, oriosa consapevolezza, con umile della fierezza, gni giorno, il dono inestimabile tua l'incredulità, la paura, l'ira che ci impedimisericordia, che ci rende creature nuove: scono di crederti e di accettarti come dono. più profondo lo sguardo, più accogliente il cuore, sicuro il passo. Comeinpossiamo, Graziapiù e benevolenza rifulgono te e, se il salvati dalla forza del tuo amore, negare ai nostro cuore ti segue, tu illumini anche noi fratelli «lo spicciolo» della nostra fiducia, con la dignità dello Spirito che viene da del perdono, di una mano tesa, di una paroe per il quale oggi e sempre ti rendialaDio di speranza? Kyrie eleison! mo grazie. La quaresima è un tempo di grazia dove il Signore vuole attiraci a se, condurci nel deserto e parlare al nostro cuore. Tra la sabbia e le dune riarse dal sole siamo chiamati a fare un’esperienza di verità, una verità sulla nostra vita e per incontrare Lui che è Verità. E’ necessario inoltrarci nel deserto, perché nel deserto cadono le nostre false sicurezze, quei sostegni che spesso mettiamo alla nostra vita, quelle sicurezze fondate esclusivamente sulle nostre forze. Nel deserto non riusciamo più ad andare sulle alture per servire gli idoli falsi fabbricati da mano d’uomo; nel deserto siamo soli con la nostra verità, con la verità della nostra povera vita, con i nostri difetti, mancanze e, perché no, anche con il nostro peccato. E’ come uno specchio dove vediamo il nostro volto ma senza trucco, senza creme, lo vediamo con le rughe, le rughe di un’esistenza che spesso è segnata da una lontananza. E allora prendiamo un poco paura, ma in questo cammino di conoscenza vera di noi stessi incontriamo anche, e questa volta è una luce vera, la presenza di Dio, la sua voce che nel deserto ci dice: “ Non spaventarti dei tuoi limiti, dei tuoi errori, io sono Colui che vuole fidanzarsi con te, Colui che ti vuole sposare così come sei e farti camminare su una stradaPreghiera di libertà. Infatti anche Israele, per ritrovare la libertà ha dovuto camminare per Signore Gesù, attraversa ancora con mistequarant’anni nel deserto”. E’ un’esperienza bellisriosa consapevolezza, con umile fierezza, sima, quindi, quella della Quaresima, dove, prenl'incredulità, la paura, l'ira che ci impedidendo conoscenza dei nostri limiti, nell’ascolto scono di crederti e di accettarti come dono. attento della Parola di Dio, frequentato più assiGrazia e benevolenza rifulgono in te e, se il duamente la Santa Messa festiva e praticando nostro cuore ti segue, tu illumini anche noi opere buone di carità, possiamo intraprendere il con la dignità dello Spirito che viene da nostro esodo, un cammino di liberazione verso la Dio e per il quale oggi e sempre ti rendiaPasqua, verso la resurrezione interiore di un uomo mo grazie. nuovo, un uomo per sempre riconciliato con Dio e con i fratelli. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 16 spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane Affascina e spaventa Meditazione di un Monaco Il deserto affascina e nel medesimo tempo spaventa. È la terra della grande solitudine e l'uomo, istintivamente, ha paura di trovarsi faccia a faccia con se stesso. L'essenza del deserto è l'assenza dell'uomo; il deserto puro non sopporta neppure la vita. Il mare di sabbia come la cima ghiacciata delle montagne, è la natura allo stato vergine, come è uscita dalle mani del Creatore, sulla quale sembra riposi ancora lo spirito di Dio che si muoveva sulle acque all'origine del mondo. Le anime profonde sono tentate da questa verginità del luogo. Il deserto è puro e purificato: dove non c'è l'uomo, non c'è più né il peccato né il rumore delle preoccupazioni terrestri. Tu troverai cara la solitudine, ma ne affronterai l'austerità. Dio stesso definisce il deserto una «terra desolata e piena di fosse, una terra arida e tenebrosa, una terra che nessuno attraversa e nessuno abita» (Ger 2,6). Chiuso in te stesso, in alcuni momenti, risentirai la nostalgia degli scambi umani e il deserto ti sembrerà terribilmente vuoto e assurdo. Non sei un turista, ma ti accampi come nomade senza sperare il ritorno. In questa «lotta del deserto» di cui parla san Benedetto non avrai nessun valido appoggio, se non in Dio, anche se egli stesso apparentemente si nasconde. È stato scritto: «Il deserto non sostiene l'uomo debole, lo schiaccia. Chi vuole lo sforzo e la lotta sa sopravvivere». Amerai la solitudine come distensione per riprendere fiato in mezzo alle occupazioni che mantengono il desiderio di vivere e stimolano il bisogno di produrre. La solitudine è ormai il tuo luogo vitale e nessuno attende il frutto della tua attività. Tu non hai che una risorsa: spargere, apparentemente senza motivo, sui piedi di Gesù, il profumo prezioso delle tue capacità umane. (...) Il deserto, per te, non è una cornice, è uno stato d'animo. E qui sta la difficoltà. Il centro della solitudine sei tu, in cui questa assenza dell'uomo e delle sue vanità crea una prima zona di silenzio. Sulla steppa non vi è che un rumore: il gemito del vento: questo è, dice un proverbio arabo, il deserto che piange perché vorrebbe essere prateria! Così è di te, terra arida e senz'acqua, che supplica il Signore di farvi fluire la sua rugiada. (...) Sei un pellegrino senza «una tua casa», senza bagagli, senza sicurezza del domani. Il deserto, per l'uomo che vi si avvent ura, non è una «dimora» ma una «traccia» sulla quale cammina in fretta per attendere, secondo un bel simbolo, «un paesaggio da cui non si ritorna indietro». Questo paesaggio è Dio stesso visto allo scoperto, e solo la morte ce lo mostra così; (...) Lui solo sa il momento e la strada. Non avere piani di vita, mantieniti soltanto libero da tutto ciò che potrebbe impedire a Dio di muoverti secondo la sua volontà. (...) Ti è chiesto questo abbandono basato solo sulla fede nella saggezza, potenza e amore del Padre che è nei cieli. «Egli sa tutto, può tutto, e mi ama», imprimiti questo nel cuore e sul palmo delle tue mani. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 17 I Settimana di Quaresima Prima di discutere un problema o presentare un reclamo, esprimi sempre il tuo apprezzamento. Il santo del giorno: San Costantino Vissuto nel VI secolo, fu re dell’attuale Cornovaglia. Il primo periodo della sua vita fu a quanto si racconta “scellerato”. Sacrilego e pluriassassino, si sarebbe separato dalla moglie, figlia del re di Bretagna Armoricana, Agisci Proverò a vivere il tempo della mia preghiera in ascolto lasciando parlare la Parola, nel silenzio delle mie parole dopo aver invocato il dono dello Spirito Santo. per essere più libero. Convertitosi al cristianesimo, cambiò radicalmente vita, abbandonò il trono e si ritirò in un monastero irlandese. Dopo sette di vita vissuta in austerità e penitenza, studiando le scritture, fu consacrato sacerdote e invitato in Scozia sotto la direzione di San Sabato 11 Marzo I Settimana Columba, per evangelizzare le popolazioni indigene. Lì fu martirizzato da fanatici pagani. La sua vita ci testimonia quale sia la potenza del Vangelo di Cristo che può portare cambiamenti radicali nella vita dell’uomo. Brano Evangelico: Mt 5,4348 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sor gere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere so pra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi ama no, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straor dinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfet ti come è perfetto il Padre vostro celeste. Contemplo : Fai la pace con il fratello (cf Mt 5,24) Offrire doni a Dio rimanendo in lite con i fratelli ci insegna il Signore Gesù non serve a nul la. Occorre prima di tutto ricon ciliarci con gli altri, ritrovare cioè la pace perduta, e solo dopo presentare le nostre offerte a Di o. La nostra preghiera si eleverà più pura se sgorgherà da un cuo re in pace, in sintonia con l'amo re di Dio per tutte le sue creatu re. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 18 MeditazioneMeditazione del giorno del giorno Una travedi daDio amare. La cospirazione di don Luciano Vitton Mea di Jose Tolentino Mendoca Facile a vedersi è l’errore altrui, difficile a vedersi, invece, il proprio: si vagliano gli errori altrui come la pula del grano, ma si nascondono i propri come il baro nasconde il tiro perdente dei dadi. Di colui che ravvisa gli errori altrui, che nutre sempre sentimenti di disprezzo, di costui crescono le contaminazioni, anzi, egli è ben lontano dalla loro eliminazione. Questi detti tratti dalla saggezza buddista sembrano essere un eco lontano del monito evangelico «Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?» Partire dalla nostra “trave” diventa la strada maestra per raggiungere la pace del cuore, la serenità interiore che ci permette di coltivare relazioni limpide e trasparenti con tutti. Colui che impara a guardare se stesso, il proprio cuore, a vagliare la pula del proprio grano non avrà mai sentimenti di disprezzo nei confronti degli altri. Il vero nemico non abita nella casa accanto ma nelle quattro mura della nostra esistenza. E’ la trave, appunto, che si trova nel nostro occhio e che deve essere rimossa con pazienza e nella carità. Dobbiamo amare il nostro nemico, cioè il peggio che abita in noi, guardarlo con gli occhi innocenti di Cristo. La carità è un fuoco che brucia le gramigne interiori, che riduce in cenere la trave che portiamo dentro di noi. Il nostro primo nemico lo troviamo in noi, non nel volto di chi ci sta accanto. Amando la nostra vita in un cammino di vera e autentica conversione amiamo tutto ciò che ci circonda, i volti più o meno luminosi di coloro che incontriamo sui polverosi sentieri della nostra esistenza. Meditiamo la Parola Il segno distintivo del cristiano a cura di Don Carlo Moro Parroco di Gargnano Non è sempre facile per noi accettare il modo di essere di Dio, perché sappiamo che se lo accettassimo, di conseguenza dovremmo cambiare il nostro modo di pensare ed agire. Nel Vangelo, Cristo mostra il volto di un Dio che non fa preferenze, che ama chi non lo ama. Un Dio, quindi, che chiama chi lo segue a far suo lo stesso atteggiamento interiore. E questo ci mette in crisi. Di per sé, il discepolo di Gesù non dovrebbe vedere nessun uomo come suo nemico, anche se, quando realizza il suo essere segno di contraddizione tra gli uomini, troverà delle persone che lo vedranno come loro nemico. Vedere qualcuno come nemico significa iniziare a non guardarlo con gli occhi di Cristo. Gesù non ha guardato chi l'ha crocifisso come un nemico, e il suo sguardo di perdono ha fatto poi gridare al centurione: "Costui era veramente il Figlio di Dio". L'amore del Signore si è rivelato in tutta la sua grandezza proprio quando si è mostrato universale non solo nella quantità, ma nella qualità: si è rivolto a tutti, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti. Questo è il segno distintivo del cristiano. Eppure, anche come comunità ecclesiale, troppo spesso ci incagliamo su questo: preghiamo per le vittime della violenza e non per chi l'ha provocata, chiediamo la guarigione per tanti malati, ma non per chi è malato nell'intimo, perché non ha conosciuto e non vive l'amore. Difficilmente preghiamo per chi ci ha fatto soffrire. Ecco uno dei motivi per cui non riusciamo a perdonare. Chi vive "da cattivo" (e nessuno può dirsi "buono" al cento per cento), soffre, perché è lon tano dall'amore. Prendiamoci a cuore anche questa sofferenza. Preghiera Signore Gesù, noi non sappiamo se siamo giusti o ingiusti... non lo sappiamo di noi stessi e come potremmo mai saperlo degli altri? Aiutaci ogni giorno a rifuggire dalla ricerca dello straordinario e insegnaci le vie ordinarie di un amore che è sempre unico. Non di solo pane Numero 793 Tempo di Quaresima pagina 19 Sussidio di preghiera per la famiglia Coordinatrice Fiorella Elmetti Anno XIX - n. 793 Domenica 5 Marzo 2017 Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Chiuso il 23/02/2017 Numero copie 1350 Stampato in proprio Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea 333/3390059 don Luciano Ideato da don Luciano Vitton Mea Per la tua vita spirituale visita Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo Ti aspetto ogni giorno su: www.nondisolopane.it