Primo numero 2013/2014 - Clicca qui

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Primo numero 2013/2014 - Clicca qui
n. 1 Dicembre 2013
2013
1
ISTITUTO
SCOLASTICO PARITARIO SUORE SACRAMENTINE
Via S. Antonino, 8 - 24122 BERGAMO - Tel. 035.270.027 - Fax
035.224.965
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www.scuolesacramentinebergamo.it
“La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente
di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità. E’ l’ignoto
di sé, della propria mente, del proprio corpo. Non è
neppure una riflessione, scrivere è una facoltà che si ha
fuori di noi, parallelamente a noi, di un altro che appare
e si fa avanti, invisibile, dotato di pensiero, d’ira, e che
talvolta, per questo stesso motivo, è in pericolo di
rimetterci la vita. Lo scritto arriva come il vento, è nudo,
è l’inchiostro, è lo scritto, e passa come niente altro passa
nella vita, niente di più, se non la vita stessa”.
(“Scrivere” di Margherite Duras, Feltrinelli, 1994)
La redazione di Segnali di Fumo
Docente: Santagata Maria Vittoria
e la collaborazione dei Docenti delle varie classi della
Scuola Secondaria di primo grado.
Reporter: studenti della Scuola di primo grado.
2
LETTERA
A PAPA GIOVANNI XIII
un’atmosfera più spirituale, come quella che
avevo “respirato” quando abbiamo visitato la
casa di Madre Geltrude.
Una delle stanze che mi ha colpito
maggiormente è stata quella dell’albero
genealogico: le pareti sono ricoperte da un
albero dipinto i cui rami si allungano e portano
alle fotografie dei tuoi parenti. Sono tutti
personaggi molto caratteristici, come del resto
lo sono le immagini in bianco e nero che noi non
siamo più abituati a vedere. Gli abiti, le
acconciature e i grandi baffi degli uomini
dell’epoca sono stati per me come un tuffo nel
passato.
Dopo la casa natale, abbiamo visitato la chiesa
della Madonna di Brusicco. Qui abbiamo notato
il fonte battesimale dove sei stato battezzato e
l’altare dove hai celebrato la tua prima Messa. E’
stato un luogo molto significativo dove, tutti
insieme, abbiamo recitato una preghiera e
abbiamo letto un brano riguardante lo stile
architettonico e le tue parole riguardo questa
chiesa.
Successivamente, abbiamo percorso una strada
scoscesa affacciata su un ruscello e siamo
arrivati al santuario delle Caneve.
Abbiamo avuto la possibilità di osservare il
dipinto della Madonna con in braccio Gesù: l’ho
trovato molto bello, ma soprattutto è stata
particolarmente suggestiva la storia riguardante
questa chiesetta.
L’insegnante che ci accompagnava ci ha
raccontato infatti che, quando eri un bambino,
la tua mamma ti portava spesso in questo luogo
e, quando i posti a sedere erano occupati, ti
prendeva in braccio e ti permetteva di osservare
l’affresco della Madonna da una finestrella.
Per un momento le due immagini si sono
sovrapposte nella mia mente.
Dopo aver recitato la preghiera dell’Angelus,
abbiamo concluso la giornata salutando i
ragazzi dell’istituto scolastico di Cantù e, arrivati
ai pullman, abbiamo cominciato il viaggio di
ritorno.
E’ stata un’uscita molto significativa in cui ho
imparato tante informazioni su di te; inoltre i
miei amici l’hanno resa una giornata speciale, da
non dimenticare.
2.10. 2013 Bergamo,
Carissimo Papa Giovanni XXIII,
mi chiamo Virginia Bosisio, ho dodici anni e
vengo da Bergamo.
Frequento la seconda media all’Istituto delle
“Suore Sacramentine” e oggi, insieme alle altre
classi e all’Istituto di Cantù, ci siamo recati in
pellegrinaggio a Sotto il Monte. Proprio il tuo
paese natale.
Siamo partiti da Bergamo alle otto in punto e,
dopo circa mezz’ora, siamo arrivati a
destinazione.
Abbiamo cominciato la giornata con la messa
nella chiesa parrocchiale: è stata celebrata da
Don Igor. Mi è molto piaciuto come ha
commentato le letture che riguardavano un
argomento particolarmente significativo: Dio è
il pastore e quando noi lo amiamo ci affida un
compito importante. Durante la messa, mi sono
piaciuti molto i canti allegri che abbiamo
intonato con impegno e che erano stati
preparati nelle settimane precedenti.
Subito dopo la celebrazione, ci siamo recati al
museo di Ca’ Maitino dove sono conservati gli
oggetti a te più cari.
Pensa che le suore custodiscono con cura ed
espongono in teche di vetro ogni singolo
vestito, regalo e fotografia che aiuti a costruire
la tua carda d’identità.
Una stanza in particolare del museo mi ha fatto
riflettere sulla tua persona: quella delle grazie.
Le pareti sono tappezzate di piccole cornici
contenenti immagini della Madonna o frasi di
ringraziamento.
Ho capito che le persone ti vogliono davvero
bene! Credono profondamente in te, al punto di
affidarti i loro pensieri e desideri più intimi.
Sulla parete destra, inoltre, erano appese
piccole bavaglie azzurre o rosa che i credenti ti
hanno portato dopo aver ricevuto la grazia per i
loro bambini.
Usciti dal museo, abbiamo percorso un tratto di
strada e poi siamo arrivati alla tua casa natale.
L’ho trovata molto caratteristica: anche se è
stata ristrutturata e ritinteggiata, ha conservato
l’aspetto di una casa di campagna. Abbiamo
visitato le stanze interne che sono state
arricchite, a mio parere eccessivamente, da
fotografie, mosaici, quadri e sculture. Mi sarei
aspettata qualcosa di più intimo, di più raccolto,
Ora ti saluto con affetto,
Virginia Bosisio 2^B
3
immaginato con quanto amore e pazienza tua
mamma ti abbia insegnato quella preghiera
rivolta alla Santa Vergine.
Dopo essere scesi dal santuario, ci siamo
fermati in un’altra Chiesa nella località Brusicco,
dove abbiamo consumato la nostra merenda.
Entrando in Chiesa, una suora ci ha chiesto di
accomodarci nei banchi perché aveva delle cose
da dirci. Ci spiegò infatti che in quella Chiesa sei
stato battezzato tu. A quelle parole, subito mi è
tornato in mente il mio Battesimo: anche se ero
molto piccolo, mi ricordo il momento in cui il
prete mi ha versato l’acqua battesimale e il mio
pianto, perché me lo hanno raccontato. Anche
in quella Chiesa, abbiamo recitato una
preghiera, affinché tu ci aiutassi nel momento
del bisogno: spero che tu l’abbia ascoltata!
In un secondo momento, dopo una breve sosta,
ci siamo recati a Ca’ Maitino, la casa che tu hai
comprato per i periodi nei quali eri a casa e non
impegnato in giro per il Mondo.
In questa casa, una suora che vi abitava ci ha
raccontato nei minimi particolari la tua vita,
soprattutto, ha commentato il tuo proposito di
essere buono sempre e con tutti.
Entrati nella tua casa, ho provato stupore nel
vedere con quale cura erano tenuti gli oggetti,
ma anche tristezza di fronte al tuo letto
mortuale, perché ha segnato il momento nel
quale tu ci hai lasciato.
L’ultimo luogo che abbiamo visitato è stata la
tua casa natale, l’abitazione dove tu hai vissuto
con i tuoi genitori nei primi anni di vita.
All’interno era molto semplice, ma le poche
cose che c’erano sono state curate e ben
conservate. Guardando questi oggetti, ho
provato stupore, in quanto non mi sembra
immaginabile vivere all’interno di una piccola
casa con così pochi oggetti: io di sicuro non ce la
farei!
Alla fine, siamo saliti sul pullman per Bergamo
ed abbiamo continuato le normali lezioni
pomeridiane. Questa giornata mi è piaciuta
molto, in quanto ho potuto visitare i luoghi più
significativi della tua vita. Mi ha fatto inoltre
capire come era semplice la società del passato.
Ho potuto anche apprezzare quanto bene hai
fatto agli altri mettendo prima di stesso le altre
persone.
Ho capito anche che Dio è il migliore amico
dell’uomo e che ti aiuta sempre anche nei
momenti più difficili.
Il luogo che mi è piaciuto di più è stato il
Santuario, in quanto mi ha fatto ricordare la mia
Papa Giovanni XXIII
Bergamo, 9/10/13
Caro Papa Giovanni,
Oggi ti scrivo per parlarti della mia visita a Sotto
il Monte, il tuo paese natale,dove hai vissuto la
tua infanzia e i tuoi primi anni di vita.
Mercoledì 2 ottobre infatti sono andato a scuola
pronto per prendere l’autobus che mi avrebbe
portato a Sotto il Monte, dove tutto l’Istituto,
tranne l’elementari e l’asilo, si è recato per
celebrare l’inizio del nuovo Anno Scolastico.
Arrivati a Sotto il Monte siamo andati nella
chiesa parrocchiale, che è stata da te
consacrata. Qui abbiamo celebrato l’Eucarestia
insieme ai ragazzi della scuola di Cantù. Mi è
piaciuto molto che, oltre ai miei compagni,
abbiano partecipato anche loro a questo evento
in quanto ho potuto vedere nuovi volti e fare
conoscenza di nuovi ragazzi e ragazze.
La Messa mi ha colpito, in quanto non mi capita
spesso di vedere una Chiesa così festosa.
Un altro elemento che mi ha molto soddisfatto
è stato la presenza dell’organo all’interno della
celebrazione, in quanto mi ha fatto ricordare la
Messe del Duomo di Milano, dove ho vissuto
durante i miei primi anni di vita.
Il prete che ha celebrato mi ha appassionato
molto, perché mi ha coinvolto nella
celebrazione e mi ha fatto seguire al meglio la
Messa.
Dopo questo momento solenne, c’è stato un
periodo nel quale ho potuto fare conoscenza di
alcuni ragazzi di Cantù: con loro ho scambiato il
mio foglietto giallo che conteneva una frase
incompleta e per completarla ho dovuto
ottenere un nuovo biglietto che conteneva la
fine della frase da una ragazzo di Cantù.
In quel momento, ho provato gioia, in quanto
sono una persona socievole e mi piace sempre
fare nuove amicizie e conoscere altre persone.
Alla fine di questo momento, ci siamo divisi in
gruppi a seconda della sezione in cui ci
trovavamo e abbiamo incominciato a girare per
le strade di Sotto il Monte, alla ricerca dei luoghi
più significativi della tua vita.
Dopo una lunga salita, siamo arrivati ad un
santuario, dove una suora di Cantù ci ha
raccontato che la tua mamma lì ti ha insegnato
una preghiera: infatti in quella piccola chiesa c’è
un quadretto che raffigura la Madonna. Per
ricordare questi momenti della tua fanciullezza,
abbiamo recitato quella stessa preghiera in tuo
onore. Sentendo le parole della preghiera, ho
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infanzia, quando i miei genitori con amore e
pazienza mi insegnavano le preghiere.
Sono molto contento di aver partecipato a
questa giornata perché mi ha insegnato molte
cose che sicuramente mi serviranno per vivere
al meglio.
Ti ringrazio per aver fatto tutto ciò per noi.
Il tuo caro
territorio bulgaro dove incontrò molti ortodossi
con cui fece amicizia.
Durante le vacanze estive ritornava al suo paese
natale nella casa di Ca’ Maitino . Concluse la
missione in Bulgaria nel 1927. Dal 1935 al 1944
don Angelo fu mandato in Turchia dove fu
costretto ad indossare abiti civili. Aiutò molti
ebrei a scappare dai nazzisti perché la Turchia
chiuse le frontiere ai profughi. Attraverso
accordi diplomatici ne salvò addirittura 26000.
Nel 1944 il rabbino di Gerusalemme scrisse a
Don Roncalli una lettera in cui esprimeva
gratitudine per i soccorsi ricevuti in un
momento di difficoltà.
Nel 1944 arrivò a Parigi e il Papa lo nominò
Cardiale. Durante il dopo guerra si occupò di
alcune accuse rivolte a 30 vescovi che
parteggiavano per Hitler e riuscì a farne
processare solamente tre.
Nel 1953, oltre a essere stato nominato
Cardinale del Concistoro il 12 gennaio di quello
stesso anno, fu nominato patriarca di Venezia.
Il 28 ottobre 1958 Don Angelo Roncalli, con gran
sorpresa fu nominato Papa con il nome di
Giovanni XXIII (che era stato il nome di un
antipapa). Da pontefice fece molte azioni
importanti tra cui l’Enciclica “Pacem in Terris”
mandandola ai capi di stato Russo e Americano
per evitare lo scoppio di una guerra.
Poi convocò il Concilio Vaticano, dove si
discusse del legame fra Chiesa e Mondo.
Il 26 dicembre si recò al carcere di Celi per
incontrare i detenuti, dicendo che anche il luogo
in cui si trovavano era la casa del Padre e mise il
suo cuore vicino a quello dei detenuti.
Il suo pontificato durò cinque anni e morì nel
1963. Secondo noi Papa Giovanni XXIII rimarrà
nel cuore di tutti noi perché ha avuto
disponibilità per tutti.
In poche parole è stato un Papa molto vicino
alla gente.
Ecco la vita dell’ uomo dal cuore grande.
Alberto Boccalari 3^B
Angelo Giuseppe Roncalli più tardi conosciuto
come Papa Giovanni XXIII nacque a Brusicco,
una piccola frazione di Sotto il Monte il 25
novembre 1881 nel palazzo di proprietà dei
conti Morlani, quarto genito di 13 figli.
Nello stesso giorno ricevette il battesimo nella
chiesa di Santa Maria in Brusicco.
La madre,
insieme allo zio Zaverio, si
occuparono della sua istruzione sia a livello
scolastico che a livello religioso. Uno dei tanti
ricordi di Angelo fu quando la madre lo portava
al piccolo santuario della Madonna delle
Caneve.
Angelo all’età di 11 anni, entrò al seminario di
Bergamo e nel 1904 divenne prete realizzando il
sogno della sua vita; il 15 agosto 1904 celebrò la
sua prima messa nella chiesa in cui era stato
battezzato. Il primo incarico che ricevette fu
essere il segretario del vescovo d Bergamo
Radini Tedeschi da cui imparò ad incontrare,
conoscere ed ad ascoltare la gente.
Nel 1915 termina il suo incarico di segretario e
inizia quello di cappellano militare dell’ospedale
di Bergamo dove si avvicinerà di più alla gente
ed imparerà ad ascoltarla trovando con loro
soluzioni ai loro problemi.
Dopo la guerra, Don Angelo entrò nella casa
dello studente dove, ovviamente, abitavano i
ragazzi. In fondo ad una grande scalinata mise
uno specchio con scritto in latino “Nosce te
ipxum” che in italiano significa “conosci te
stesso”. Ovviamente vi chiederete a che cosa
servisse quello specchio.
Beh…. serviva a far vedere ai ragazzi che
quando ci si specchia non bisogna guardare
l’aspetto esteriore ma quello interiore
guardandosi nel profondo del loro cuore.
Nel 1921 Papa XI lo mandò in Bulgaria, dove fu
nominato Vescovo e il suo motto fu
“obbedendo io sto in pace”. Il suo compito fu
visitare le varie comunità cristiane sparse per il
Celine Polepole & Stefano Pilosio 2^A
Uno sguardo al futuro!
La scelta della professione futura oggigiorno è
molto importante, perché influisce in modo
evidente sulla formazione culturale di una
persona, ne condiziona la carriera e la
reputazione. Specialmente nella società
odierna, attraversata da una profonda crisi
economica che va a colpire pressoché tutti i
settori lavorativi, è importante affermarsi in
5
base al merito e alle attitudini per riuscire a
sopravvivere al difficile mondo del lavoro che
non offre possibilità per tutti ed è irto di
ostacoli anche per i più bravi.
A me piacerebbe esercitare la professione di
avvocato penalista e andare a discutere le cause
in tribunale, per dare il mio contributo al
progredire dell’equità e della giustizia, che sono
i pilastri su cui si deve reggere la legalità in Italia
e nel mondo. Molte volte, si viene a conoscenza
di scandalosi errori giudiziari, dovuti a
mancanza di prove o a negligenze di magistrati
che causano ingiustizie assolvendo gli effettivi
colpevoli e condannando gli innocenti, che
talvolta subiscono tortuosi processi giudiziari e
lesioni alla propria reputazione senza nessuna
colpa. Questi errori giudiziari non sono così
recenti, dovuti all’alienarsi della legalità
nell’odierna società, ma affondano le loro radici
in tempi remoti.
Per sanare queste ingiustizie, che avvengono
proprio nei tribunali dove l’equità e
l’uguaglianza devono essere garantite, occorre
l’impegno di chi vi opera e l’imparzialità di
ciascuno, per questo mi sento attratto dalla
professione di avvocato.
Per esercitare in futuro questo tipo di attività,
ritengo che sia molto importante la formazione
culturale liceale e universitaria. Innanzitutto,
desidero frequentare il liceo scientifico perché
penso che, a chi è portato per la matematica e
le materie scientifiche, offra molte possibilità e
permetta l’apertura a varie prospettive future.
Per praticare la professione di avvocato
penalista, il liceo scientifico non offre una
particolare preparazione, perché sarà poi
l’Università ad aprire nuovi orizzonti: potrò
infatti scegliere, per esempio, la facoltà di
Giurisprudenza che mi preparerà in modo
specifico.
Anche i miei genitori hanno frequentato il liceo
scientifico a Bergamo e me lo hanno vivamente
consigliato, perché fornisce una buona
preparazione e amplia gli orizzonti a livello
didattico e formativo. Mi hanno anche detto,
trovandosi pienamente d’accordo fra loro, che
gli anni del liceo sono i più importanti per la
carriera futura, dato che in quell’ambiente si
apprende a crescere e a diventare
culturalmente uomini e donne adulti. Per
questo motivo, credo proprio che seguirò il
consiglio dei miei genitori e frequenterò il liceo
scientifico.
Mio padre è un dirigente aziendale, conosce le
richieste del mondo del lavoro e mi ha suggerito
di frequentare l’Università riguardante la
professione che desidero intraprendere in
futuro; anche per questo aspetto credo che
ascolterò il suo consiglio, perché mi sembra
valido.
Ovviamente, scelte di questa importanza non
vanno effettuate in maniera affrettata e
inconsapevole; infatti, è necessario tenere
presenti le proprie attitudini ed esperienze per
fare scelte oculate.
A me effettivamente piace in particolar modo
convincere qualcuno della validità delle mie
teorie e l’avvocato si dedica sostanzialmente a
questo: influenzare l’opinione altrui per una
giusta causa con argomentazioni convincenti e
ragionate.
Ritengo anche che l’avvocato oggi sia una figura
professionale molto richiesta, dato che
costantemente assistiamo a ingiustizie sociali o
a cause fra due parti in un contesto familiare o
sociale. Pertanto, trovare lavoro in base al
merito non dovrebbe essere tanto arduo come
in altre attività.
Certo, c’è chi asserisce che praticando la
professione di avvocato spesso si rischia di stare
dalla parte del torto e di proteggere un
assassino, o al contrario incolpare un innocente.
Però, se ci pensiamo, errori giudiziari di questa
natura esistono fin dagli albori della società e la
bravura di un avvocato sta nel non farsi
corrompere e nell’evitare in tutti i modi che tali
errori si verifichino, battendosi per l’equità e la
giustizia per tutta la vita.
Se davvero farò l’avvocato o il giudice, mi
ispirerò a due grandi magistrati italiani, che
hanno combattuto per la giustizia fino alla fine,
tanto da perdere anche la propria stessa vita:
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Essi,
educati fin dalla nascita al rispetto per le regole
e alla legalità, hanno continuato per tutta la vita
ad agire in modo coerente con i propri principi.
Per concludere, io credo che diventerò
avvocato o magistrato per dare il mio
contributo al mantenimento della legalità in
Italia, per andare sempre alla ricerca della
verità, che è la massima aspirazione dell’uomo.
Anche i Latini infatti dicevano: “In primis
hominis est propria veri investigatio atque
indagatio”. (Cicerone, “De Officis”).
Pellicioli Michele 3^B
6
a piovere. E’ stato meraviglioso sentire solo il
TIC e TAC che faceva la pioggia cadendo per
terra e vedere davanti a noi tutto scuro. Si
intravedevano soltanto gli alberi che con i loro
colori rendevano l ‘atmosfera ancora più
sensazionale. La parte più bella però non era
ancora arrivata. Infatti quando si mise a piovere
molto forte, ci dirigemmo verso casa correndo e
urlando per i prati, calpestando tutte le foglie
che emettevano un sonoro CRACK. Alla fine
giunsi a casa bagnata fradicia, ma entusiasta
perché mi ero divertita molto. Questo è
soltanto uno dei tanti episodi che mi ha fatto
vivere l’autunno, per raccontarli tutti non
basterebbe un intero quaderno.
Questo
periodo dell'anno ha un aspetto
negativo: è il cielo che è sempre grigio e ha
perso non il suo bel colore azzurro. Nonostante
questo dettaglio, l’autunno è una stagione
meravigliosa, forse proprio perché è particolare
e del tutto diversa dalle altre.
L’ autunno
L’ estate è terminata e con lei le
amate e riposanti vacanze.
E' arrivata una nuova stagione, l’autunno
A molte persone non piace, dicono che “a causa
sua” il divertimento e il relax delle vacanze
estive si concludono, perché esso dà di nuovo
inizio alla scuola ed al lavoro, ma io non la penso
così. Secondo me, l’autunno è una delle stagioni
più belle, la più intensa, la più vivace e colorata.
Non dico che sia la mia preferita, però ogni
anno mi stupisce proprio con i suoi colori: il
rosso, il giallo e l’arancione che tingono le foglie
degli alberi rendendole luminose e vivaci.
Trovare poi il proprio giardino, come succede a
me, cosparso di foglie qua e là cadute dagli
alberi è emozionante come sentire anche quel
“crack” quando ne calpesti una. È meraviglioso
vedere un parco tutto rosso, arancione e giallo
anziché verde; è spettacolare veder svolazzare
nell’aria tiepida le foglioline, osservarle ad una
ad una e scorgere tutte le loro sfumature che da
lontano non riesci a percepire. Come ho detto
prima è bellissimo, contemplare la pioggia che
scende lenta, si cala silenziosamente e
tranquilla su un albero, rinfrescandolo, oppure
sentire l’aria che non è né calda né fredda ma
tiepida tanto che è piacevole uscire a fare una
passeggiata all’aria aperta e libera.
Tutto è silenzioso, si sente soltanto il fruscio
degli alberi causato da un lieve e leggero
venticello. L’autunno suscita in me moltissime
emozioni e sensazioni, come la tranquillità.
Quando penso a questa stagione mi viene
sempre in mente un giardino enorme, deserto
ma vivace grazie ai sui colori. Mi perdo ad
ammirare l’immenso cielo azzurro punteggiato
da stormi di uccelli che migrano verso i paesi
più caldi. Li osservo mentre spiccano il volo e
scuotono velocemente le ali, nell’aria dal sapore
indescrivibile.
In questa stagione ho vissuto momenti
indimenticabili. L'anno scorso, per esempio, ero
nel parco del mio paese dove ero andata con
alcune mie amiche a giocare. Il cielo scuro non
prometteva nulla di buono. Sapevamo
benissimo che prima o poi sarebbe piovuto ma
decidemmo di andare comunque, perché non
volevamo perdere un bellissimo pomeriggio di
divertimento. Ci sedemmo su una panchina e ci
mettemmo a chiacchierare. Subito udimmo un
TUM: era un forte tuono. Calò il silenzio e iniziò
Federica Aponte 2^C
LA PERICOLOSITA’
DELLA DROGA
Ogni anno la droga distrugge e rovina milioni di
vite. Le droghe sono diventate parte della
nostra cultura dalla metà dell’ultimo secolo.
Nel
1960
queste
sostanze
venivano
pubblicizzate dalla musica e dai mass media,
superando ogni pregiudizio imposto dalla
società. Oggi, molto spesso si parla della droga
nel mondo, nelle strade, a scuola, in TV, in radio,
in internet.
Qualcosa è vera qualcosa no.
Molte informazioni che senti sulle droghe,
spesso derivano da chi le vende. Gli spacciatori
farebbero qualsiasi cosa pur di fare in modo che
altre persone comprino queste sostanze
stupefacenti.
NON FARTI INGANNARE!
La droga più comunemente usata è la Marijuana
o l’Hashish, tuttavia sono molto usate anche: la
Cocaina, l’Ecstasy, le Metamfetamine, l’Eroina e
l’LSD. Le persone assumono droga perché
cercano di cambiare qualcosa nella loro vita,
alcune di queste ragioni sono: per inserirsi (nelle
amicizie e nella società), per fuggire o rilassarsi,
per alleviare la noia, per sembrare più grande,
per ribellione, per provare; si pensa che la droga
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sia una soluzione ma alla fine essa diventa il
problema.
Per quanto sia difficile affrontare i propri
problemi, le conseguenze dell’uso di sostanze
stupefacenti sono sempre peggiori del
problema che uno sta cercando di risolvere con
esse.
La droga avvelena, essa ha un effetto diretto sul
cervello, essa distorce le percezioni intorno a te,
la droga isola e spegne le sensazioni desiderate
con quelle indesiderate; la droga è distruttiva.
Queste sostanze portano la persona ad una
falsa allegria, ma quando l’effetto svanisce, la
persona precipita ancora più giù di prima, ogni
volta lo sconforto emozionale è sempre più
basso, alla fine la droga distrugge
completamente tutta la creatività che una
persona possiede.
Scopri la verità sulla droga.
NON ASSUMERLA MAI, PER QUALSIASI
MOTIVO!!!
PERICOLI SUL WEB
Martedì 22 ottobre
è venuto nella nostra scuola
un commissario della finanza e ci ha parlato dei
pericoli del web.
Un fatto importante che ci ha spiegato è che il
web non dimentica e perciò, anche cancellando
per esempio la cronologia di navigazione, i dati
rimangono memorizzati.
Un altro grande pericolo che pervade il web
sono gli stalker, che si spacciano per persone
che in realtà non sono. Questo può essere causa
di rapimento soprattutto per adolescenti che
possono essere ingannati facilmente in quanto
si fidano di quanto viene loro detto.
La pirateria è un reato molto noto, dove si
comprano prodotti illegalmente su Internet
come armi da fuoco e altri oggetti non
consentiti dalla legge.
Spero che le tecnologie avanzate e la
collaborazione fra polizia e finanza proteggano
il web da queste brutte compagnie ma anche
che noi ragazzi capiamo la gravità dei pericoli
che incombono su questi siti e quindi prima di
accettare inviti da persone è meglio parlarne in
famiglia.
Noi ragazzi dobbiamo sempre ricordarci che IL
WEB NON DIMENTICA ma anche che noi ragazzi
DEL WEB NON CI DOBBIAMO FIDARE.
Ricordati che, DROGA: UNA PAROLA PICCOLA
COME LA VITA DI CHI NE FA USO!!!
Filippo Belotti 1^ B
BERGAMO SCIENZA
Il giorno 11-10-2013 la 2^A,
accompagnata da due professori, si è recata in
visita a Bergamo Scienza per assistere al
progetto “CLICK E LUCE FU”. Io e i miei
compagni abbiamo fatto molti giochi, per
esempio quello delle maschere.
Ci hanno mostrato una maschera bianca
attaccata a un bastone che, attraverso un
apposito ingranaggio, girava. Osservando da
una certa distanza, si poteva notare che la
maschera vista di fronte, dalla parte in rilievo, si
vedeva normalmente. Se la maschera si vedeva
dalla parte infossata invece, ci dava l’illusione
che fuoriuscisse e poi rientrasse.
Noi abbiamo capito che questo succede perché
il nostro cervello è abituato a percepire
immagini in 2D e 3D.
Un’ altra attività che è stata fatta è quella
riguardante le luci primarie: rosso, blu e giallo;
con questa ci hanno illustrato che le luci
colorate, se dirette verso oggetti, ne mutano il
colore.
L’ esperienza mi è piaciuta molto e spero di
poterne fare altre simili.
Arianna Locatelli 2^A
Le nuove tecnologie:
possibilità e rischi
Negli ultimi dieci anni, le tecnologie virtuali sono
diventate parte delle nostra vita quotidiana,
permettendoci di accedere ad una enorme
quantità e varietà di informazioni e dandoci la
possibilità di immagazzinare moltissimi dati in
piccole memorie. Hanno inoltre cambiato il
modo di lavorare, di gestire gli acquisti, di
impiegare il tempo libero e, soprattutto, le
relazioni con gli altri e, quindi, il modo di vivere
la realtà.
Ciò però che ha rivoluzionato la nostra società e
la vita in modo irreversibile è Internet.
Internet è infatti diventato uno strumento
indispensabile per l’attività lavorativa e
scolastica, è fondamentale per ricercare ogni
tipo di informazione, approfondimento e
permette il confronto fra varie fonti, da quelle
ufficiali a quelle ufficiose. Permette inoltre di
Jessica Bresciani 2^A
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creare siti web, software e programmi che
hanno potenzialità enormi.
Essi sono in grado, ad esempio, di riprodurre la
realtà tramite dati inseriti nel programma e che
ricreano moltissime variabili di un fenomeno o
di una realtà.
Internet addirittura ha rappresentato per
alcune nazioni, come la Cina, uno strumento
fondamentale per uscire dall’isolamento
politico e sociale nel quale i governanti
tenevano la loro popolazione.
Tuttavia, Internet presenta aspetti negativi che
spesso purtroppo risaltano più di quelli positivi,
come per esempio la virtualità delle relazioni
interpersonali.
Molto discussi sono i cosiddetti “Social
Network”, a cui i giovani si iscrivono per
mantenersi in contatto con gli amici e per
stringere nuove amicizie virtuali.
Uno dei più famosi è Facebook, a cui sono
iscritti quasi la totalità dei ragazzi tra i dodici e i
venticinque anni. L’utilizzo di questo Social
Network può essere molto pericoloso, perché
esso ha la possibilità per contratto di utilizzare
le foto degli iscritti vendendole a chi ne può far
uso per sponsorizzare i propri prodotti.
Inoltre, i profili possono essere utilizzati dalla
criminalità informatica per compiere reati ed
effettuare i cosiddetti “ furti d’identità”.
Le amicizie fatte sui social network possono
inoltre essere talvolta pericolose, soprattutto
per gli adolescenti, perché non si conoscono le
persone con cui si è in contatto e perché si
tratta di un rapporto virtuale e non reale,
caratteristica questa sfruttata da persone male
intenzionate.
I social network sono pericolosi anche perché i
giovani, spesso, invece di intrattenere relazioni
reali si limitano a quelle virtuali, nascondendosi
dietro ad uno schermo per pomeriggi interi e
creandosi una realtà artificiosa in cui vivere.
Sarebbe bene, perciò, che si facesse dei social
network un uso consapevole e ponderato,
accompagnati magari da adulti che possano
filtrare eventuali contenuti non costruttivi ed
adeguati.
Io credo che l’utilizzo delle nuove tecnologie
sia, in generale, costruttivo e positivo; è
necessario, tuttavia, essere persone mature e
responsabili per farne un uso adeguato.
PARODIE SUI RACCONTI
RACCONTI
DELL’ENEIDE
DELL’ENEIDE
NISO
Caro Niso,
per prima cosa devo ammettere che la vostra
storia, di un’amicizia così bella…beh, è davvero
commovente…
Ma, diciamocela tutta, sei proprio un grande!
È tutta colpa sua, no… no…., non di Eurialo
come avrai di sicuro pensato quando ho detto
“colpa sua”, ma della luna, certo che poteva
starsene da parte, senza far scoprire il tuo
povero amico, ma no, lei deve essere sempre e
per forza al centro dell’attenzione!
Torniamo alla vostra amicizia, che è davvero
rara, due persone che muoiono in guerra solo
per coprirsi le spalle a vicenda, sono una coppia
speciale, o meglio, una coppia che scoppia!
Se non ci fosse stato Volcente, ah, che bello,
sarebbe stato MOOOLTO meglio; la vostra
storia doveva durare, era talmente bella che se
lo meritava. Ti rendi conto? Siete morti l’uno per
l’altro…come due veri amici, si, questo nome vi
si addice proprio: VERI AMICI.
Ciao Niso, e non ti preoccupare, perché io so
che la vostra storia sarà impressa nei cuori dei
lettori, per sempre. <3
Tanti baci, Lodo <3
Lodovica Taddei 2^A
NISO E EURIALO
Niso, bravo l’amichetto fedele, che ha rischiato
la vita ed è morto sopra il suo amico.
Ma prima mi devi spiegare, perchè, avete fatto il
grande errore di andare a vedere il campo dei
potenti. Non avete pensato, alle vostre fragili
membra munite solo di un pugnale contro dei
grandi corpi possenti??? E’ vero non ci avete
pensato ed ecco cosa è successo.
Tu e Eurialo guerrieri troiani dapprima vi siete
mostrati coraggiosi a stare da soli al campo,
però poi come tutti i guerrieri, avete voluto fare
i “ganzi” e uccidere alcuni cavalieri Rutuli, ovvio
che voi avrete pensato, già che ci siamo perchè
Eurialo non provi ad indossare le armi argentee
dai corpi ormai avvolti nel buio, per vedere se
erano alla moda !!?? ah non so !
Calmi stavate per tornare all‘accampamento
come se niente fosse per dire ai troiani più
Federico Di Ceglie 3^B
9
valorosi ”abbiamo ucciso alcuni Rutuli“, e
magari vi davano la medaglia di bronzo
ma......non è successo.
Gli avversari hanno visto il bagliore delle armi
che indossava Eurialo e quindi, lo catturarono e
tu gentile CAVALIERE non potevi andartene per
prendere tutto il merito. Eh NO……non è
giusto .
Quindi hai fatto una cosa tenera e dolce e ti sei
fatto uccidere insieme al tuo amico.
E pensare che sei diventato anche famoso.
BRAVO NISO
Giulia Carminati
EURIALO E NISO
Cari Eurialo e Niso,
vi scrivo da tutt’altra epoca per dirvi quello che
io penso del vostro gesto fraterno e di come
oggi verrebbe considerato.
Oggi molti ritengono che tu Niso avresti potuto
salvare la pelle e lasciar nei guai quello del tuo
migliore amico. La vostra tragica fine mi
commuove, sapendo che voi siete nati e
cresciuti insieme come fratelli, per poi morire
insieme per mai soffrire della morte dell’altro.
Quindi io vi appoggio con tutta me stessa e non
preoccupatevi per quello che dice la gente.
Voi si, che siete fratelli anche se non lo siete
fisiologicamente, offrite a tutti un esempio di
amore e fedeltà e date un insegnamento a tutti i
fratelli che magari bisticciano fra loro anche in
età adulta.
Siete d’esempio per tutte le coppie e famiglie
spezzate, perché voi in un momento di difficoltà
avete dimostrato di essere uniti. Vi ripeto che
l’azione che avete compiuto per cercare di
salvarvi reciprocamente (anche se crudele,
violenta e tragica) è stata una dimostrazione
per tutta l’umanità. Anche se siete dei miti
creati da una mente ingegnosa, sarete per me
sempre un monito di vita, ovviamente non
facendo scelte così drastiche come la vostra.
Spero che il messaggio sia arrivato dove
sarebbe giusto che arrivi.
Arrivederci da Celine.
2^A
DUELLO TRA
TURNO ED ENEA
Le preghiere quasi riuscivano a commuovermi.
Però, so rencursit che te portet ol cinturù del
me mais
Chel coi borchie d’or l’ era del’ me mais Parlante
che te le masai con ü colp mortal dopo te metit
ol so cinturù come trofeo e te ta domande pietà
a me?
Ma va la mat !!!!!! Te ghe mia it compasiù per
chel la e me gavres de ighela per te, ma l’so mia
ma. E ora vendicherò la morte del mi amis
uccidendo te ………ZAC
Giorgio Rota 2^A
TURNO
Celine Polepole 2^A
Turno, caro mio,
ma cosa ti è passato per la testa?
L’amore è bello, sì, ma tu perché hai deciso di
lottare?
Sapevi che Enea ti avrebbe sconfitto, gli Dei
facevano il tifo per lui. È come se voi foste stati
in uno stadio, Rutuli vs Troiani. Gli
Dei in
tribuna presidenziale. Zeus al centro con i
gadget di Enea mentre urla: “Forza Troiani!”.
È il momento culminante, il rigore finale.
L’ultima opportunità che ha Enea di segnare. Tu
sei in porta, sai che fallirai, ma ci provi
comunque, anche perché sei costretto. La Furia
ti tiene in pugno. Enea si prepara tira e… goal!
Tu lo sapevi ma non ti sei tirato indietro.
E tutta questa umiliazione per cosa?
Solo per quella stupidaggine dell’onore in
guerra, logico no?
ENEA
Ragionare con la testa proprio no è!
Avevi un ‘ opportunità unica,
potevi sposarti con una donna
bellissima che detto tra noi era molto più bella
di Lavinia.
Didone amava te e tu amavi lei, lo so dai … non
mentire.
Era un amore così forte e tu lo butti via come se
fosse la prima cottarella delle elementari.
Certo è vero non è colpa tua, mi dirai che è
colpa degli dei ma se volevi potevi dire che
questa missione non faceva per te oppure che
insieme a Lavinia avresti fondato una nuova
Troia
non
credi?
Cerano molte possibilità ma tu no, tu dovevi
proprio far soffrire una donna così innocente.
Tu hai tante vite sulla coscienza ma quella di
Eleonora Foglieni 2^A
10
Didone
forse
è
la
più
grande.
Invece di lottare con Turno per il cuore di
Lavinia dovresti essere triste con te stesso,
vergognati!
Io non li capirò mai gli uomini!
del Cavallo di Troia con cui i Greci vinsero la
guerra.
Il cavallo è solo una delle tante invenzioni, prova
della sua straordinaria intelligenza.
L’eroe navigò per il Mediterraneo, spinto dal
desiderio di ritornare ad Itaca dopo essere stato
a Troia.
In questi vent’anni Ulisse si ritrovò davanti ad
ostacoli e prove che superò grazie al suo
ingegno e alla sua astuzia.
Visse innumerevoli avventure insieme alla sua
ciurma, prima di giungere alla corte del re
Alcinoo e di sua figlia Nausicaa.
Attraversò, ad esempio, lo stretto di Messina
dove si ritrovò a decidere se affrontare Scilla o
Cariddi. Fu prigioniero nella grotta dove accecò
Polifemo, resistette ai canti delle Sirene e
incontrò la maga Circe. Enea era un nobile
troiano, figlio di Anchise e Afrodite.
Era caro agli dei. Leale e responsabile, devoto
verso la famiglia e la patria.
Scappò da Troia quando venne assalita dai
Greci, portando sulle spalle l’ anziano padre.
Mentre fuggiva, via mare, la dea Giunone
scatena una tempesta e li fa naufragare sulle
coste africane. La Regina di Cartagine, Didone,
li accolse ed Enea le raccontò la sua avventura.
Didone si innamorò di Enea e non avrebbe
voluto lasciarlo andare, ma gli Dei ricordarono
all’eroe la sua missione: costruire una città che
diventerà la gloriosa Roma.
Appena partito Enea, Didone si uccise
maledicendo Enea ed i suoi discendenti.
Questa vicenda dimostrò la devozione di Enea
verso gli Dei che, benevoli con lui, gli
consentirono di raggiungere il Lazio.
Tra questi tre eroi, quello che mi ha colpito di
più è Ulisse, uomo astuto e ingegnoso, non
possente e forte, ma dotato di intelligenza e
astuzia, doti importanti nella vita di tutti i giorni,
anche nella nostra società.
Chiara Capelli 1^A
Proemio dell’ ENEIDE ( 1-10)
L’armi canto e ‘l valor del grand’alunno
che arrivò dalla sua dolce casa, per destino, ai
confini dell’orrida scuola;
e quando errò, quando sofferse, in quanti
tra banchi, perigli incorse,
professor Enea, e della profe l’ira tenace.
E con coraggio la sanguinosa guerra
l’interrogazione superò, e del suo otto
ripose in aula.
Arianna Locatelli 2^A
….. ULISSE
Achille è il più forte e potente guerriero
schieratosi dalla parte degli Achei.
Figlio della ninfa Teti e di re Peleo (da qui il
patronimico Pelide), divenne immortale perché
sua madre lo immerse nel fiume Stige, negli
Inferi, sorreggendolo per il tallone, l’unica parte
vulnerabile del suo corpo, che poi Paride colpirà
con una freccia, uccidendo l'eroe.
Achille è conosciuto anche con l’epiteto Piè
veloce , poiché correva con estrema rapidità.
L’eroe ebbe una lite con Agamennone che
aveva rapito la figlia di Crise, sacerdote di
Apollo, il quale scatenò una pestilenza nel
campo dei Greci: Agamennone dovette, quindi,
restituire Crise , pretendendo in cambio di
Briseide, schiava di Achille.
Quest’ ultimo non combatté più e si ritirò dalla
guerra, ma quando seppe che il suo migliore
amico
Patroclo era entrato in guerra con l’
armatura di Achille venendo così ucciso, l’ eroe
ritornò in campo e fece strage di nemici, carico
di rabbia e vendetta.
Questa momento della vicenda ci parla
dell’anima spietata di Achille, una delle sue doti
principali, insieme all'abilità in guerra.
Ulisse o Odisseo , figlio di Laerte , è uno degli
eroi Greci descritti da Omero.
E’ originario di Itaca.
Secondo Apollodoro, Ulisse escogitò l'inganno
Massimo Macchi 2^C
….. ENEA
Achille, Ulisse ed Enea sono i tre protagonisti
dei poemi Iliade e Odissea, composti dal poeta
greco Omero e dell'Eneide del latino Virgilio.
Omero, nell' Iliade, inizia descrivendo "l'ira
funesta" del guerriero Achille.
Fin dall' inizio, comprendiamo quindi che
l'autore vuole mostrarci che Achille e' molto
irascibile e che questo suo carattere cosi'
11
violento, quando e' fuori controllo, diventa un
problema persino per i suoi stessi alleati.
Achille, figlio di un comune mortale, il re dei
Mirmidoni Peleo, e di una ninfa di nome Teti, e'
un eroe fuori dal comune, infatti quand'era
ancora in fasce fu immerso dalla madre stessa
nelle acque del fiume infernale Stige e cosi' fu
reso quasi del tutto invincibile.
Secondo me, la sua consapevolezza di non
poter
essere
ucciso
rendono
Achille
particolarmente vanitoso, egocentrico, audace
e spavaldo senza limiti.
Non credevo, infatti, che un guerriero così
potesse commuoversi di fronte a un padre in
lacrime, come accade nell'episodio del re
Priamo, che si reca da Achille per chiedere la
restituzione del corpo del figlio Ettore.
Il rispetto per la famiglia e l'amore per i genitori
e' il primo punto in comune tra Achille, Ulisse ed
Enea.
Anche Ulisse, infatti, nel poema da Omero a lui
dedicato, l'Odissea, affronta il decennale
viaggio di ritorno
in patria, animato dal
desiderio di rivedere i propri cari.
Lo stesso amore per la famiglia lo dimostra
nell'Eneide Enea. Quando Enea capisce che
tutto e' perduto, infatti, con in groppa il padre
Anchise e per mano il figlio Ascanio fugge da Ilio
(Troia).
Di contro Ulisse, come guerriero, e' assai
diverso da Achille. il suo e' un carattere che lo
porta ad agire con astuzia evitando lo scontro
fisico e ricercando sempre una soluzione
alternativa. Lo stesso episodio del cavallo di
legno e' un chiaro esempio di come agisce
questo sagace eroe.
Un aspetto che accomuna i nostri tre eroi e',
infine, la devozione agli dei, anche se ognuno la
manifesta in modo diverso. Studiando i poemi
epici mi e' sembrato che il piu' devoto agli dei
sia Enea.
Parlando di lui ho visto che, pur essendo un
semidio come Achille , si comporta in modo
totalmente diverso, da comune essere umano.
Questa sua umiltà mi affascina. Lui, tra i tre, è il
mio preferito.
con le armi, nel duello contro il troiano riceve un
aiuto da Atena, dea della guerra: questa,
assumendo le sembianze del fratello minore di
Ettore, Deìfobo, inganna il principe di Troia
spingendolo a scontrarsi con Achille, contro il
quale avrebbe sicuramente perso.
Una delle tante caratteristiche di Achille è la
lealtà, questo è dimostrato dal fatto che si
conquista onestamente le vittorie ed il bottino.
Si potrebbe dire che Achille è un uomo egoista
perché si rifiuta di combattere per i Greci, pur
sapendo che senza di lui non avrebbero vinto,
ma lo fa per difendere la sua schiava Briseide.
Achille può apparire spietato, poiché quando si
scontra con Ettore decide di non scendere a
patti con il nemico ma di umiliarlo legandolo a
un carro e trascinandolo intorno alle mura di
Troia.
Inoltre si rifiuta di consegnare il corpo del
nemico ai familiari. Bisogna, però, ricordare che
Achille era molto affezionato al suo amico
Patroclo, che Ettore aveva ucciso.
Achille, inoltre, porta nel cuore il valore della
famiglia, infatti quando Priamo, padre di Ettore
va a chiedere in ginocchio il corpo del figlio per
celebrarne il funerale, il greco ricorda suo padre
Peleo e, commosso, restitituisce il corpo di
Ettore a Priamo.
Un altro eroe molto potente e astuto è Odisseo,
il famoso Ulisse dell’Odissea di Omero.
Ulisse è intelligente e furbo. Un famoso
episodio, che dimostra quanto detto è quello di
Ulisse e Polifemo.
Ulisse riesce a scappare dalla grotta del ciclope
acccecando l’unico occhio che aveva e
nascondendosi sotto il ventre di una capra. La
sua abilità con le armi emerge durante la gara
dell’arco, in cui dimostra la sua identità facendo
vedere alla moglie Penelope di saper
maneggiare l’arnese.
Anche Ulisse è molto legato alla famiglia, infatti
quando gli viene proposta l’immortalità da
Calipso a patto di restare con lei, lui rifiuta
perché preferisce tornare a casa da sua moglie.
Nell’Eneide di Virgilio, invece, troviamo il
valoroso Enea, capostipite dei Latini.
Enea è un personaggio diverso dai precedenti,
incarna il tipico cittadino che segue le virtù della
civiltà romana.
È un uomo pio, devoto non soltanto alla
famiglia ma anche agli dei; infatti durante la
fuga da Troia in fiamme si preoccupa di portare
in salvo il padre Anchise e il figlio Ascanio
portando con sé le statuine degli dei Penati.
Lorenzo Nembrini 2^C
….. ACHILLE
Achille, protagonista dell’Iliade di Omero, è uno
dei più forti guerrieri greci perché ha vinto lo
scontro contro il potente Ettore di Troia.
Nonostante il guerriero greco sia molto abile
12
È un uomo la cui vita è continuamente decisa
dal Fato; gli dei gli affidano la missione di andare
alla ricerca di una nuova patria tanto che
influenzano molto il viaggio dell’eroe verso
l’Italia.
Possiamo dire che Enea e Ulisse sono simili per il
fatto che nell’Odissea, Omero racconta del
viaggio compiuto da Odisseo per ritornare in
patria, mentre nell’Eneide Virgilio racconta del
viaggio di Enea alla ricerca di una nuova patria.
Come gli eroi precedenti, anche Enea, viene
coinvolto in una guerra contro i popoli italici in
cui uccide il nemico Turno.
Il mio eroe preferito, però, è Achille, anche se è
quello che ha più difetti.
La cosa bella di questo eroe è che alla fine riesce
sempre a rimediare a qualunque suo errore:
prima, per esempio, abbandona la guerra e poi
ritorna in campo; prima decide di massacrare il
corpo di Ettore ma poi lo restituisce a Priamo.
La capacità di riconoscere i propri sbagli e di
porvi rimedio è molto rara: per questo Achille è
il mio eroe preferito.
dell’incantevole dama.
Anche il racconto
intitolato Il diadema di Berili mi è parso assai
avvincente ed interessante, poiché fa nutrire al
lettore la curiosità che Holmes prova e sa
trasmettere durante le proprie indagini. I
racconti di Doyle, secondo la mia esperienza di
lettrice, non presentano aspetti negativi, ed è
per questo che consiglio vivamente la lettura
della raccolta Le avventure di Sherlock Holmes.
Claudia Iacuzzi 2^C
Le stupende,
lontane luci del Nord
Lisbona, 19 ottobre 1520
Il capitano inglese Stewart era per sua natura
deciso, ma non imprudente. Il suo nome era
noto in tutta Europa. Le sue origini erano
misteriose, ma le sue gesta, certo, non
rimanevano nell'ombra.
Il Condottiero avava compiuto numerose
scoperte ed intrapreso gloriosi viaggi verso
l'ignoto. In quei giorni, quell'uomo alto, dai
capelli biondi e dagli occhi verdi, con una narice
sottile che aveva assaporato i profumi di terre
lontane e dalle mani robuste, che avevano
salvato numerose imbarcazioni dalle tempeste,
quell'uomo, in quel momento, cercava di
compiere un'impresa impossibile: giungere in
India, passando per il Polo Nord.
Camminava con passo deciso, con il volto
impassibile, diretto verso il salone del Sovrano
portoghese. Arrivò davanti al portone intarsiato
e adornato di lapislazzuli e pietre preziose. Due
guardie aprirono ed il Capitano ebbe la visione
di un maestoso salone dalla tappezzeria bianca
e azzurro chiaro. Grandi finestroni davano sul
mare e in fondo, seduto su un trono d'oro
tempestato di diamanti, stava seduto il Re. Le
sue vesti erano di seta, ricamate d'oro e la sua
corona d'argento americano e rubini.
Il colloquio tra i due fu breve, siccome il
capitano Stewart era molto conosciuto ed
apprezzato.
Il Monarca gli mise a disposizione una caracca e
cento giorni di tempo:" Bene Signore," disse il
Sovrano " è la sera di mercoledì 19 ottobre 1520 e
voi siete al servizio della Corona portoghese.
Buon viaggio e che la speranza non vi
abbandoni!". Stewart uscì dal salone, scese le
scale e dopo essersi immerso nelle tenebre, si
Marta Balconi 2^C
Le avventure di
Sherlock Holmes
Uomo stimato nei tempi passati e recenti,
Sherlock Holmes appare nell’immaginazione di
Arthur Conan Doyle tra l’Ottocento e il
Novecento. Pur non essendo scrittore bensì
medico, Doyle si dedicò alla composizione dei
celebri racconti riguardanti il famoso detective
inglese e il suo aiutante Watson. Secondo lo
storico anglosassone Carlo Ginzburg, Doyle ha
ritratto se stesso in Holmes, valorizzando
quindi i propri pregi e difetti attraverso il
personaggio. Uomo apprezzato soprattutto dai
giovani, Holmes appare come un tipo solitario
anche se spesso in compagnia del dottor
Watson. È il tipo di uomo che è raro trovare,
dedito alla propria deduzione infallibile, a volte
avvantaggiata dal proprio collaboratore.
È
molto attento ai dettagli quasi insignificanti, che
molte volte offrono la soluzione dell’enigma.
Da un mistero all’altro, Holmes si catapulta in
situazioni ed avventure sempre più intriganti,
come per esempio ne La scomparsa di Lady
Carfax,
in
cui
l’investigatore
viene
concretamente
coinvolto
nella
ricerca
13
diresse al molo. La mattina dopo sarebbero
salpati.
Porto di Lisbona, 20 ottobre 1520 (alba)
Tra i compagni più fidati del Capitano, c'era di
sicuro il timoniere. Alto, slanciato, dai capelli
color paglia e dalla pelle molto abbronzata, era
vestito con un'uniforme blu oceano così come
le scarpe.
Era una persona amabile, dal carattere tutt'altro
che impulsivo ed aveva anche lui una grande
esperienza sul campo.
Il Diamante amaranto levò l'ancora alle 7,40 di
quelllo stesso giorno: la spedizione era
ufficialmente avviata.
Verso mezzogiorno, però, il Capitano venne
raggiunto nella sua cabina dal capace timoniere
Herman. Questi lo informò di una violenta
tempesta in arrivo. Il Capitano cercò di evitarla,
ma alla compieta raggiunsero la perturbazione,
o meglio, fu lei a raggiungere loro.
Saette lampeggianti e continui fragori di tuoni,
che si perdevano nella notte, li accolsero.
Un'onda improvvisa si infranse contro
l'imbarcazione e questa rollò pericolosamente.
"Amminate le vele!" urlò il Capitano. Le vele
furono ammainate appena in tempo, un vento
impetuoso aveva iniziato a soffiare. La
navigazione continuò faticosamente per tutta la
notte e l'alba rivelò l'irreparabile: dei cento
uomini salpati , solo cinquantacinque era
sopravvissuti.
La spedizione proseguì, ma il clima a bordo era
cambiato. Gli uomini, pervasi dalla paura,
avevano perso
ogni fiducia nel loro
comandante.
La mattina del 5 dicembre 1520, giunsero in vista
del grande e maestoso Polo Nord, ma in una
notte buia e fredda arrivò per quegli uomini la
fine: mente in cielo si stava formando l' aurora
boreale e le splendide luci del Nord
rischiaravano il cielo tenebroso, Herman urtò un
iceberg.
La nave iniziò rapidamente ad imbarcare acqua
ed i mariani corsero alle scialuppe. Il Capitano
Stewart, invece, camminò verso la prora e
sull'attenti si fermò. Gli altri gli gridavano di
mettersi in salvo, ma lui, che era nato per
navigare, aveva decsio di morire insieme alla sua
imbarcazione.
Il Diamante amaranto affondò e con essa il suo
capitano. Dei marinai non si seppe più nulla e
per le Indie si dovette trovare un'altra strada.
La città fantasma
Camminavo pensierosa per strada
e a un certo punto si parò davanti
a me una bancarella solitaria.
Il proprietario aveva un grosso cappello nero
calato sugli occhi e una sciarpa che gli copriva
gran parte del viso. Io, spaventata dalla sua aria
sinistra, mi allontanai velocemente.
“Camilla!”mi arrestai all’improvviso.
Avevo i sudori freddi, ero spaventatissima ma
trovai il coraggio di girarmi … la bancarella era
sparita e al suo posto c’era un biglietto
luccicante. Era quasi mezza notte ed ero in
ritardo, ma ero talmente incuriosita che mi
avvicinai e lo presi in mano.
Mentre lo leggevo scoccò la mezzanotte …
“Dove sono?...” Tutto era cambiato.
Ero avvolta nella nebbia e intravidi
confusamente le mura frastagliate di una strana
città. Mi avvicinai alla sua figura imponente,
perché era il mio unico punto di riferimento.
Entrata nella città fui attratta da una casa dalla
cui finestra proveniva una tenue luce. Bussai
alla porta che si aprì, con cigolio sinistro.
Vidi un signore che mi dava le spalle, coperto da
un lungo mantello nero. “Scusi, dove siamo?”
Si girò di colpo.
Rimasi pietrificata: era uno scheletro.
“ahhhhhhhhhh” cacciai un urlo, corsi fuori da
quella casa e mi diressi all’uscita della città, ma il
portone delle mura era chiuso. Cercai di aprirlo
con calci e pugni, ma rimase sbarrato.
Sconsolata mi sedetti su un sasso e con la coda
dell’occhio intravidi una persona. Anche questa
volta era girata di spalle e si vedeva la nuca.
Mi avvicinai. “Scusi” lui si girò: fortunatamente
non era uno scheletro!
Si avviò verso una casa solitaria ed entrò.
Lo seguii.
Si girò, mi sorrise e si dissolse nell’aria. Rimasi
impietrita perché davanti a me si era formato un
via vai di fantasmi: uno di loro si girò ed io mi
spaventai a tal punto che arretrai inciampando
in un sasso che mi fece cadere in un pozzo
senza fondo …
… Mi svegliai ; per fortuna era un sogno!
Mi girai dall’altra parte del letto e davanti a me
si
presentò
un
fantasma
illuminato
sinistramente nella penombra …
Caterina Bonacina, Lucia D’amore e
Federico Gilberti 2^C
Daniela Rota
14
1^A
provavo per quel povero animale terrorizzato
ed indifeso, così mollò la rete ed abbassò il
pugnale.
La redenzione del
cacciatore
Federica Fontana 2^C
La Primavera si sta avvicinando
e con essa la stagione della caccia all'orso. Io
non amo questo tipo di attività, ma mio zio sì.
Abitiamo entrambi in una casetta in montagna,
isolata dalla città, immersa nella valle. Mio zio è
una persona tenera, si è preso cura di me e mi
ha cresciuta come fossi sua figlia.
E' un uomo alto, slanciato e robusto. Ha i capelli
corti, neri e lisci; il naso a punta e delle orecchie
piccole. Gli occhi sono color smeraldo, il suo
sguardo molto espressivo: basta quello per
comprendere il suo stato d'animo. Ha un
carattere forte, è responsabile e socievole.
La sua professione è la falegnameria, ma la sua
vera passione è la caccia. Il suo passatempo
preferito è lucidare la sua collezione di coltelli,
pugnali e fucili.
Qualche settimana fa, è tornato a casa dicendo
di aver avvistato tra gli alberi della foresta una
grossa bestia dal pelo folto e dalla carne
succulenta. Sicuramente aveva pensato di
utilizzare la pelliccia di quel povero animale
come tappeto e la carne per un futuro
banchetto.
Allora mi disse con tono deciso:" Tu verrai con
me domani all'alba ad uccidere quell'animale,
mi serviranno altre due braccia per
squarciarlo!". Io ero terrorizzata all'idea, ma
non volevo deluderlo: è stato sempre così
generoso con me!
Il giorno seguente, mi svegliò all'ora
prestabilita. Insieme ci preparammo, egli si
armò e ci dirigemmo verso il bosco. Eravamo
immersi nel verde degli alberi, io avevo le mani
in tasca per il terrore e lo zio il fucile puntato.
Vagammo per ore senza ottenere risultati. Solo
verso sera incominciammo ad intravedere delle
ombre inquietanti. Io mi nascosi dietro un
masso, mentre mio zio continuava la ricerca.
Ad un certo punto, un grosso e possente orso
sbucò da dietro un albero. Lo zio gli gettò
addosso una rete che aveva tenuto nascosta
fino a quel momento. Il povero orso si agitava e
scalpitava in preda al terrore. Lo zio, dopo
averlo intrappolato, estrasse dai pantaloni un
pugnale che alzò lentamente sul petto dell'orso
bruno.
A quel punto, raccolsi fiato e gridai:" NOOOO !".
Lo zio, stupefatto, si voltò verso di me e lesse
nei miei occhi il dolore e la compassione che
VIVERE UN SOGNO
Alessandra era una ragazza
molto allegra, con due occhi scuri
e una carnagione pallida.
Fin da piccola aveva un sogno: diventare una
professionista di equitazione. Data questa sua
passione, decise di frequentare un corso per
poter imparare a cavalcare.
Allora aveva 8 anni e subito rimase sbalordita
dai magnifici cavalli della scuderia che la
circondavano, soprattutto da una di questi.
Non sapeva ancora il suo nome, ma il suo muso
la colpì per la dolcezza e le raccontò la sua
storia. Capì così che era la cavalla perfetta per
lei, però all’inizio non la montò perché era
troppo grande.
Passò del tempo e un giorno la sua insegnante
le disse che era pronta a cavalcare anche cavalli
più grandi ed iniziare a prepararsi per le gare.
Lasciò il cavallo con il quale si era allenata fino a
quel momento e le venne assegnata la cavalla
che aveva sempre desiderato. Scoprì così,
anche il suo nome: Mary Poppins, era abilissima
nel salto.
La prima volta che si incontrarono erano
entrambe molto emozionate.
Il suo manto aveva il colore brillante come il
tronco di una giovane quercia, una folta criniera
e una coda lunghissima di colore nero come il
buio più profondo.
Alessandra e Mary da quel momento non si
lasciarono più. Ogni giorno che aveva
allenamento, verso le cinque del pomeriggio,
Alessandra la puliva, la spazzolava, la faceva
ancor più bella di quanto era già. E poi le
metteva la sella.
Durante le sue cavalcate praticava un po’ tutti
gli stili: andava al passo, al trotto e al galoppo,
ma l’attività preferita sia da lei sia da Mary era il
salto.
Le emozioni che Alessandra provava mentre
cavalcava erano infinite, ma soprattutto stava
sviluppando un maggior senso di sicurezza e
autonomia che prima le mancava. Andare a
cavallo quindi, oltre che essere divertente e
regalarle gioia, la sta aiutando anche a formare
il suo carattere.
15
Dopo qualche mese di duro allenamento iniziò a
gareggiare con Mary e il loro legame era così
tanto cresciuto che ora si sentivano come
sorelle che si aiutavano in ogni situazione,nel
bene e nel male, ma soprattutto nel bene!
Il loro sogno era sempre stato quello di
partecipare al campionato americano di
equitazione e quel giorno si avvicinava. Un
pomeriggio stava passeggiando con Mary lungo
il viale della scuderia quando incontrò un’amica
con cui aveva frequentato il corso. Ricordarono
i momenti più belli di quelle prime volte e si
fecero un sacco di risate. Poi si salutarono e
ognuno se ne andò per la propria strada.
All’improvviso però Mary inciampò in un sasso
che sporgeva dal terreno ed emise un nitrito di
dolore.
Preoccupata, chiamò subito la sua insegnante,
che però poco dopo la rassicurò: Mary aveva
preso soltanto una slogatura e per questo
motivo sarebbe dovuta rimanere a riposo per
tre giorni. Questo fatto la rattristò molto, anche
perché mancavano solo due giorni all’inizio del
campionato americano di equitazione.
Per non rischiare, Alessandra la fece visitare dal
veterinario che per fortuna la tranquillizzò:
Mary era in buona salute e avrebbe potuto
gareggiare.
Parlando con Mary, Alessandra le chiese se era
d’accordo. Lei la guardò con i suoi occhioni dolci
e poi, con un breve nitrito, le fece capire di sì! La
gara era salva.
Arrivò finalmente il giorno tanto atteso. La
tensione era alle stelle. Appena il giudice diede il
via, Alessandra e Mary partirono come saette
verso il traguardo. L’impresa era dura,
soprattutto per via della slogatura di Mary, ma
strinsero entrambe i denti e alla fine, saltando
tutti gli ostacoli senza compiere nemmeno un
errore, giunsero prime.
Erano al settimo cielo: il cuore batteva loro
fortissimo. Ce l’avevano fatta.
Ora poteva dire di aver realizzato uno dei suoi
sogni più grandi.
UNA GIORNATA DA DIMENTICARE
Caro diario, oggi è stata la giornata più brutta
della mia vita, pensa che sono chiusa in camera
da cinque ore senza avere neanche mangiato.
Domani non ho proprio voglia di andare a
scuola! Ti chiederai perché dico tutto ciò! Ora ti
racconto.
Stamattina la sveglia non è suonata, e quindi ho
avuto solo cinque minuti per prepararmi.
Siccome ero in ritardo ho preso i primi vestiti
che mi sono capitati e li ho indossati, non mi
sono pettinata e non ho fatto colazione.
Appena ho aperto la porta della mia classe tutti
si sono messi a ridere compresa la
professoressa. Però non capivo il motivo per cui
tutti ridessero.
Così all’intervallo la mia migliore amica mi portò
in bagno, davanti allo specchio e da li dedussi il
motivo per cui i miei compagni ridevano.
Il mio aspetto era orribile!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Un vero e proprio mostro, vedevo in quello
specchio!!!!!!!!!!!!
Mi ero vestita con i pantaloni di mio fratello, ed
una felpa scolarita.
Però sapevo su chi contare, la super esperta di
moda….Amanda.
Lei nel suo armadietto ha un vero e proprio
guardaroba con tanto di trucchi, pettine ed
altre cianfrusaglie. Così andai da lei e le chiesi
aiuto. Mi diede dei bellissimi vestiti, mi truccò
un po’ e mi pettinò ed andai a cercare Rebecca,
la ragazza che mi aveva rivelato il motivo per cui
i miei compagni ridevano.
Soddisfatta entrai in classe e fui accolta da una
terribile sorpresa: mi cadde in testa un secchio
d’acqua! Il trucco si sciolse sul mio viso
facendomi ridiventare un mostro!!! e i miei
vestiti, si erano rovinati.
Non potevo richiedere aiuto ad Amanda! Così mi
rimisi i vestiti brutti che avevo indossavo la
mattina, mi lavai la faccia e mi misi un berretto
che mi prestò una compagna.
Dopo di che rientrai in classe e fui interrogata in
Scienze, Storia e Geografia.
Non le avevo ripassate, infatti presi quattro in
tutte e tre le materie.
Quando uscii da scuola il mio migliore amico mi
chiese se volevo fidanzarmi con lui, non era
giornata, anche se devo ammettere che è
proprio carino!
Francesca Barbieri e Sofia Fumagalli
1^A
16
Per sbaglio il più antipatico della scuola mi
lanciò cinque uova e un pacco di farina che
avrebbero dovuto finire in testa a Camilla la sua
ex . Questa giornata è stata come un’odissea,
ma ho capito molte cose:
- Ripassare sempre le lezioni del giorno
- Svegliarsi quando suona la sveglia
- Avere cura del proprio aspetto
Ciao caro Diario alla prossima avventura
in spiaggia per vedere il sole tramontare. Dopo
la passeggiata tornammo in camera e io mi
diressi in terrazza per poter godere ancora un
po’ della calda brezza estiva. Poi andai a letto e
mi addormentai sapendo che il giorno seguente
mi sarei dedicata al surf e mi addormentai
pensando alle cavalcate che avrei fatto
l’indomani.
La mattina appena sveglia mi preparai più
velocemente possibile ed andai a fare colazione.
Come sospettavo papà era già andato a
lavorare. Dopo essermi rimpinzata perbene
scesi in spiaggia con la mia tavola da surf ed
entrai in mare, decisa a “conquistare” le onde
più belle.
La giornata volò e così tutte le altre che passai
tra le calde spiagge dell’Australia.
Questo viaggio è stato forse il migliore di tutta
la mia vita ma sarebbe stato ancora più perfetto
se ci fossi stata tu con me. Comunque la buona
notizia è che papà ha promesso che, non
appena riuscirà ad ottenere qualche giorno di
ferie in più ritorneremo su questa meravigliosa,
grandissima isola e visiteremo anche il deserto,
e vedremo i canguri.
Ciao mamma, attendi aggiornamenti.
BACI.
Chiara Capelli 1^A
7 LUGLIO 2015
Cara mamma,
ho deciso di tenere un diario per raccontarti le
mie emozioni e paure, le mie esperienze ed i
miei viaggi, dato che non lo posso fare di
persona. Come tu già sai, papà viaggia molto
per lavoro ed io l’ho sempre seguito,
specialmente adesso che tu non ci sei più oggi ti
racconterò il nostro ultimo viaggio che è
appena terminato. Infatti, per raggiungere la
nostra meta, abbiamo dovuto utilizzare l’aereo,
ed io per non ricordare quel terribile viaggio che
non ti ha permesso di visitare la terra dei tuoi
sogni, ho deciso di distrarmi scrivendo, e quindi
adesso scrivo, scrivo, scrivo…
Allaccia le cinture, stiamo per partire
destinazione Australia.
Appena arrivati in hotel, papà è subito ripartito
per raggiungere il luogo dove si sarebbe tenuto
il convegno, ed io sono rimasta sola in camera.
Non sapendo cosa fare ho deciso di iniziare la
mia avventura in Australia collaudando la vasca
idromassaggio. Dopo circa mezz’ora, ho iniziato
a sistemare i vestiti nella cabina armadio, e poi,
a causa del fuso orario mi sono addormentata.
<<Ehi, apri, apri …>> ho sentito chiamare. Mi
sono svegliata e mi sono accorta che le grida
provenivano da qualcuno che era rimasto
chiuso fuori dalla propria stanza. Ero ancora
piuttosto assonnata, perciò ci misi qualche
secondo a rendermi conto che l’individuo che
gridava era nientemeno che papà. Andai ad
aprire e lui mi disse di iniziare a prepararmi per
scendere a cena.
Ci misi poco a vestirmi: presi dall’armadio il mio
vestito a fiori, infilai le infradito e uscii dalla
stanza. La cena consisteva in piatti tipici tra cui
noci macadamia, e per dessert ci servirono una
torta locale di cui non ricordo il nome. Finito di
mangiare, riuscii a convincere papà a portarmi
Eleonora Foglieni e Alice Baldin 2^A
Lunedì 4 Novembre 2013
Caro Amico,
questa volta siamo in tre a scriverti:
Giuly, Fra & Lodo, abbiamo deciso di chiamarti
così perché un amico in più non guasta mai,
soprattutto se quell’amico ha la A maiuscola!
☺ Ci hanno detto di scrivere un articolo per il
giornalino della scuola, ma c’è un problema:
ogni volta che ci affidano (questa parola non ci
piace, ma non ne trovavamo un’altra) un
compito di questo tipo le nostre idee sono pari
a… zero assoluto!!!!!!!!!!!!!!
Aiutaci tu!!!!!!!!!!!!!!!!
Ripensando e ripensando, un argomento c’è: sei
proprio tu, amico!!!
L’altro giorno era halloween, a proposito…
dolcetto o scherzetto?
Abbiamo mangiato la pizza e poi siamo andate a
dormire da Giuly, non sappiamo come ma,
siamo arrivate a parlare della parola amicizia e
del suo significato. Abbiamo usato le nostre
cellule grigie (cellule che non siamo sicure di
avere!!) e conclusione… abbiamo pensato, che
noi tre, siamo come in una squadra di calcio,
17
attaccante, portiere e difensore (come se ce ne
intendessimo ) ognuno di questi è
indispensabile; siamo come le parti del corpo:
ognuna aiuta le altre (brave anche in scienze
); siamo come in una lettera: data, saluto e
firma; siamo come in una canzone: testo, note e
sentimenti.
Penso tu abbia capito: siamo anche noi amiche
con la A maiuscola.
Concludiamo con una cosa sola, ma
“essenziale”: wow quante parentesi !!!!!!!!!!!!!!!!!!
(ahahah) ☺☺
A domani Amico !!!! <3
La scenografia è sempre rimasta uguale durante
lo spettacolo, ed era realistica. Consisteva in un
telone che rappresentava una sala di colore
verdognolo, sul cui fondo si trovavano tre
porte. Quelle laterali erano solo dipinte e in
scena si trovavano delle poltrone e un tavolo.
Mi è sembrata molto adatta al testo, perché,
nella sua semplicità, riusciva ad essere un
ottimo sfondo rispetto a quanto avveniva sul
palco. Era, infatti, funzionale ad ogni azione
degli attori.
I costumi rispecchiavano l’epoca storica, perché
erano identici a quelli settecenteschi. Erano
molto eleganti e non si usavano maschere. In tal
modo il pubblico poteva vedere le espressioni
del viso degli attori. I colori degli abiti erano
generalmente vivaci.
Gli attori interpretavano bene i loro personaggi
e si muovevano bene sul palco.
Il marchese ed il conte infatti, nell’azzuffarsi per
Mirandolina, erano ridicoli per via della loro età
decisamente più avanzata rispetto a quella della
locandiera.
Il primo, inoltre, assumeva un comportamento
tronfio, promettendo protezione a Mirandolina
come fanno
coloro che hanno un’alta
considerazione della propria posizione sociale, e
che desiderano sfruttarla per raggiungere i
propri scopi.
Il secondo, invece, era più leggero e
superficiale, e il suo comportamento è tipico di
chi ha molti soldi e pensa, con quelli, di poter
“comperare” le persone.
Il Cavaliere, invece, è stato il mio personaggio
preferito, per l’eccellente recitazione dell’attore
che ricopriva quel ruolo. Inizialmente, infatti,
egli era rozzo e burbero, ma poi, gradualmente,
si addolciva, quasi rapito ed “ipnotizzato” dal
fascino di Mirandolina. Infine, egli diventava
geloso
al
punto
da
assumere
un
comportamento agitato e quasi convulso.
Mirandolina, invece, era furba e si faceva beffe
del cavaliere, provando contentezza per aver
punito la sua superbia.
Gli attori recitavano in modo eccellente sia con
la voce che con i gesti, perché essi si adattavano
bene fra di loro.
Giudico molto buona la recitazione per
l’armonia che l’ha caratterizzata.
Venivano utilizzate musiche molto particolari
durante i passaggi da un atto all’altro; esse mi
sono sembrate adatte, in quanto erano tutte in
stile classico o, comunque, di carattere sereno e
Francesco Silvestro, Lodovica Taddei e
Giulia Carminati 2^A
“LA LOCANDIERA”
Commedia di Carlo Goldoni
alla Casa del Giovane
Lo Spettacolo teatrale “La Locandiera”, di
Carlo Goldoni è stato rappresentato dalla
compagnia “Carro di Tespi”presso la “casa del
Giovane” a Bergamo. Si tratta di una
“commedia di carattere”, in cui si possono
ritrovare, oltre alle “tre unità” goldoniane (di
azione, di tempo e luogo), anche un notevole
approfondimento
psicologico
dei
vari
personaggi.
Non c’è un narratore esterno e prevale il
dialogo con qualche monologo.
La storia parla di un’affascinante locandiera,
Mirandolina, la quale è corteggiata da due
nobili: il Conte di Albafiorita e il Marchese di
Forlipopoli.
Per conquistarla, il primo le fa molti costosi
regali, mentre il secondo le fa delle promesse di
protezione.
Anche il cameriere, Fabrizio, è innamorato di lei.
Ad essere ospite della locanda è anche il
cavaliere di Ripafratta, un nobile che si vanta di
essere immune al fascino femminile e di non
essersi mai innamorato.
Mirandolina decide, dunque, di punire la sua
superbia. Riesce a farlo innamorare, ma poi
rifiuta il suo amore, concedendo la propria
mano all’unica persona che le abbia davvero
voluto bene: Fabrizio.
18
spensierato (come, in effetti, era tutta la
commedia).
Ci sono state anche diverse variazioni di luce. In
particolare, esse venivano abbassate durante i
cambi di atto. Si è trattato di un espediente
molto intelligente per mantenere lo spettatore
nel vivo dell’azione, senza fare stacchi netti tra
un atto e l’altro, e dando, quindi, continuità alla
vicenda.
I personaggi maggiormente in luce erano
Mirandolina e Fabrizio, i quali, quando
dialogavano, venivano illuminati di più rispetto
al resto della scena, che restava al buio.
La commedia ha stimolato in me alcune
riflessioni sul comportamento dei vari
personaggi. Il Conte ed il Marchese, infatti,
secondo me, sbagliavano quando tentavano di
conquistare Mirandolina offrendole protezione
o regali, anziché manifestandole il loro amore
attraverso dichiarazioni esplicite . Questo
perché l’amore per una persona è un
sentimento estremamente bello ed è arrogante
pensare di conquistarlo mediante beni materiali.
Avverto
anche
molte
criticità
anche
nell’atteggiamento che Mirandolina ha nei
confronti del Cavaliere. Penso che, facendolo
innamorare e poi ripudiandolo, lei abbia giocato
con i suoi sentimenti.
Infatti, ha generato in lui false illusioni, che
avrebbero portato ad una delusione e quindi al
dolore. Infine, anche il superbo Cavaliere di
Ripafratta non ha avuto un comportamento
corretto, perché, prima di esprimere opinioni
così negative sulle donne, avrebbe dovuto
conoscere a fondo il genere femminile.
La reazione del pubblico è stata entusiastica: gli
applausi sembravano non finire più! Anche a me
è piaciuta la commedia, per l’ottima recitazione,
la professionalità degli attori e la bellezza della
trama.
Cabiri, per una vittoria navale (un'ipotesi vuole
che si tratti di quella ottenuta dai rodi nel 190
a.C. nella battaglia di Side sulla flotta fenicia al
servizio del re di Siria Antioco III). Vi è anche
un'ipotesi per cui l'opera sia una copia di una
scultura di epoca classica, con una datazione più
alta, all'inizio del III secolo a.C.: tale datazione si
concilia anche con le più antiche attestazioni
dell'iconografia di Nike su prua, nella seconda
metà del IV secolo a.C., su anfore panatenaiche
e su alcuni conii di Alessandro Magno. La posa
della statua riproduce inoltre fedelmente
l'immagine monetale dei conii di Demetrio
Poliorcete risalenti ai primissimi anni del III
secolo a.C.
L'opera è collocata in punto cruciale del museo
del Louvre a Parigi; essa si erge maestosa in
cima allo scalone progettato da Hector Lefuel,
che collega la Galerie d'Apollon e il Salon Carré.
La Statua della Madre Russia di Stalingrado è
stata ispirata alla Nike di Samotracia.
La statua rappresenta la giovane dea alata,
figlia di Pallante, che porta l'annuncio delle
vittorie militari, mentre si posa sulla prua di una
nave da battaglia (il basamento, pure in pietra).
Un vento impetuoso investe la figura protesa in
avanti, muovendo il panneggio che aderisce
strettamente al corpo e crea un gioco
chiaroscurale di pieghette dall'altissimo valore
virtuosistico, in grado di valorizzare il risalto
dello slancio. Dinamismo ed abilità di
esecuzione si uniscono quindi in un'opera che
concilia spunti dai migliori artisti dei decenni
precedenti: il vibrante panneggio fidiaco, gli
effetti di trasparenza e leggerezza prassitelici e
la tridimensionalità lisippea.
Scolpita nel pregiato marmo di Paro, la dea
posa con leggerezza il piede destro sulla nave,
mentre per il fitto battere delle ali, che frenano
l'impeto del volo, il petto si protende in avanti e
la gamba sinistra rimane indietro. Le braccia
sono perdute, ma alcuni frammenti delle mani e
dell'attaccatura delle spalle mostrano che il
braccio destro era abbassato, a reggere
probabilmente il pennone appoggiato alla
stessa spalla, mentre il braccio sinistro era
sollevato, con la mano aperta a compiere,
secondo la conservatrice del Louvre Hamiaux,
un gesto di saluto, o meglio a reggere una
corona. L'autore della Nike ha esasperato tutto
ciò che può suggerire il movimento e la velocità.
Alessandro Lavelli 2^B
La Nike di Samotracia
Sfogliando il libro di arte ci ha
colpiti maggiormente la Nike di
Samotracia.
La Nike (in greco Νίκη - dea della
vittoria) fu ritrovata a Samotracia, un'isola
dell'Egeo, nel 1863 priva delle braccia e della
testa (solo una mano venne ritrovata nel 1950).
L'opera venne scolpita a Rodi in epoca
ellenistica e rappresentava forse un'offerta
commemorativa al santuario dei Grandi Dei, i
Filippo Trovesi 1^A
19
L'accesso al Colosseo era gratuito e
l’assegnazione del posto dipendeva dalla classe
sociale di appartenenza.
I gradini del Podium quelli più vicini all’arena,
erano riservati alla corte imperiale e ai senatori.
IL COLOSSEO
Il Colosseo rappresenta ancora oggi un prodigio
d’ingegneria e di funzionalità.
Il suo nome è anfiteatro Flavio perché fatto
costruire dall’imperatore Vespasiano Flavio, ma
è detto popolarmente Colosseo perché si trova
nei pressi di una colossale statua.
L’edificio ospitava i combattimenti dei gladiatori
con spade ed altre armi, dare la caccia ad
animali feroci e altri spettacoli sanguinosi.
Iniziato sotto l’imperatore Vespasiano nel 72
d.C., fu inaugurato da suo figlio Tito nel 80 d.C.
con festeggiamenti che durarono 100 giorni,
durante i quali furono uccisi almeno cinquemila
animali feroci.
La pianta è di forma ellittica e le gradinate sono
disposte intorno all’arena centrale, di enormi
dimensioni (si stima che potesse ospitare oltre
cinquantamila persone), il Colosseo fu
progettato con straordinaria attenzione: un
complesso sistema di rampe, scale e corridoi
per permettere alla folla di andare verso
l’uscita, permettendo di evacuare l’edificio in
pochi minuti.
La struttura portante fu costruita con mattoni e
soprattutto marmo. Per le volte delle gallerie si
fece ricorso a calcestruzzo.
Quando perse la sua funzione di palestra per
combattimenti all’ultimo sangue, il Colosseo
cadde in rovina.
Da allora i Romani lo usarono come una cava da
cui prelevare materiale da costruzione.
Nel XVII secolo la chiesa lo salvò dalla definitiva
distruzione, dichiarandolo luogo sacro in
quanto si riteneva che fosse avvenuto il martirio
dei primi Cristiani.
Sotto il tavolato dell’arena si trovano i
sotterranei, dove erano raccolti tutti i servizi e
le attrezzature necessarie allo svolgimento dei
giochi: macchine, armi, gabbie per belve e celle
per gladiatori e un sistema di montacarichi che
portava ogni cosa sull’arena al momento
opportuno.
Al di sopra dell’anfiteatro veniva disteso un
grandissimo tendone di tela, il Vellarium, per
riparare gli spettatori dai raggi solari, mentre
durante gli spettacoli notturni l’arena veniva
illuminata da massicci candelieri di ferro.
Nella bassa, càvea sedevano le cariche militari.
Alla ricca borghesia erano destinate le gradinate
alla media càveamentre nelle gradinate dell’alta
càvea trovava posto la plebe.
Filippo Nozza 1^A
Secondo l’associazione
Zulu Nation l’hip-hop è nato il giorno
11 novembre 1973 grazie al lavoro
dei DJ Kool Herk e Afrika Bambaataa.
Il fenomeno “Block Party” ha dato vita a questo
ballo; consisteva in feste di strada in cui i giovani
afroamericani e latino americani suonavano,
ballavano, cantavano a ritmo di musica, cioè
4/4. Tra gli anni Ottanta e Novanta gli aspetti di
questa cultura si diffusero in tutto il mondo
soprattutto entro i confini americani.
Questo stile ha generato un importante
fenomeno
commerciale
e
sociale,
rivoluzionando il mondo della musica, della
danza, dell’abbigliamento e del design.
I quattro elementi della cultura dell’hip-hop
sono:
- lo MCing, anche noto come musica rap,
introdotto dagli afroamericani;
- il DJing, introdotto dai giamaicani;
- il B-boying, ovvero l’arte introdotta dai
latinoamericani e afroamericani del Bronx.
Alcuni considerano il beatboxing il quinto
elemento dell’hip-hop, altri aggiungono lo slang
o il double dutching (forma di salto alla corda);
molti seguono l’insegnamento di Bambaataa
cioè il knowledge.
La musica hip-hop nasce dalla mescolanza di
musica giamaiacana ed americana nel 1970.
È caratterizzata dall’enfasi del ritmo e dalla
frequente inclusione del rapping.
Rapping in italiano ha due definizioni: “reppare”
o “rappare” che si potevano ritrovare nella
musica giamaicana, prodotta nello stesso
periodo.
L’ hip-hop, a sua volta, ha dato origine ad altre
tecniche:
- il DJing, che ne ha esteso i confini;
- il writing,nato nel 1970, ma si è sviluppato nei
tardi anni Ottanta;
- il B-boying: uno stile dinamico di danza;
- il beatboxing: è rappresentato dall’imitazione
vocale delle percussioni.
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Gli strumenti tipici dell’hip-hop sono: il
giradischi, il sintetizzatore, il DAW, il rapping, il
drum machine, il campionatore, la batteria, la
chitarra elettrica, il basso elettrico, il pianoforte,
il beatboxing, la voce.
* mascara e trucco chiaro mettono in risalto i
tuoi occhi
* smalto troppo fosforescente o troppo
colorato o eccessivamente scuro fa venire il mal
di testa a chi lo guarda
* disegni sulle unghie o adesivi? Sono molto
divertenti soprattutto in estate
* ricorda che il lucidalabbra non serve per farlo
vedere agli altri ma per non fare screpolare le
tue labbra, quindi usalo con moderazione
* per finire non scordare mai un tocco leggero
di profumo e….
Arianna Camera e
Federica Rota Nodari
1^B
Sei pronta per uscire!
Abbigliamento:
che passione!
Elisa Bonazzi & Emma Veneziani 1^A
* magliette troppo scollate ?
Meglio indossarle con una sciarpa in tinta con il
tuo top
* magliette con lo strappo o con il pizzo sul
dietro sono fashion
* bellissime e very cool quelle con baffi o con
disegni allegri
* le felpe con il pelo sono perfette per l’inverno
perché tengono molto caldo, mentre quelle di
Disney sono divertenti
* per andare a scuola non indossare mai gonne
troppo corte ma ti consigliamo un paio di
pantaloncini con leggings: questi sì sono
perfetti
* ok anche i leggings a fantasia perché sono
vivaci
ANIMALI
Ci piacerebbe andare alla scoperta di animali, e
così nella nostra fantasia abbiamo pensato di
fare un’intervista a tre categorie: Marini, Anfibi
e Terrestri e di scegliere due sottocategorie :
Innocui e Feroci.
Feroci / Terrestri:
Falco pellegrino
”Perche voli cosi in alto, mio caro amico?”
“ Perche almeno posso individuare la preda e
poi quando l’ho vista chiudo le ali e poi…
Beh… non c’è più scampo per questa”.
”Come fai a nutrire i tuoi piccoli?”
”I miei piccoli mangiano i piccioni che piacciono
tanto anche a me, che leccornia!! I pulcini
mangiano solo ciò che ho rigurgitato io e a
pensarci adesso, dovrei andare a dar loro da
mangiare. Tornerò fra circa venti minuti.
La mia è stata una dura caccia, ma molto
proficua.”
”Quanto misura la tua apertura alare?
”Misura circa due metri compreso il corpo. E’
fatta così perche almeno posso planare in
picchiata e afferrare più velocemente la preda.”
”Grazie, ciao ci vediamo!”
Accessori: gli indispensabili
* cartelle Eastpak: veramente carine e in tanti
modelli per le tue esigenze
* borse GOLA sono bellissime perché si
possono trovare in molte fantasie
* collanine Accessorize , ecco un must per ogni
occasione
* orecchini con baffi e con pizzo ricamato sono
fantastici e completano il tuo look con classe
Scarpe: un elemento fondamentale
* Emu perfetti per l’inverno: ti riscalderanno le
gambe
* le ballerine sì ma con calzamaglie o leggings
* scarpe Nike comode e sportive
* All Star? Certo stanno benissimo con qualsiasi
abbigliamento
* stivali alto o bassi con pantaloni a stretti sono
excellent!
L’Orca assassina
“Qual è il tuo cibo preferito?”
“Sinceramente sono ghiotta di otarie, e,
soprattutto per cena, di pesciolini molto piccoli,
come il plancton”.
“Perche nuoti cosi veloce e in profondità?”
“ Nuoto in profondità perché così da sotto vedo
Trucchi e dintorni
* truccatevi in modo leggero e naturale
21
- Scienze Motorie perché mi piace fare
movimento e giocare.
Cosa preferisci fare durante il tempo libero?
- Giocare con mio padre perché è allegro e
divertente.
Pratichi qualche sport?
- Sì, il calcio.
E per quale squadra tifi? – Chi è il tuo calciatore
preferito?
- La mia squadra del cuore è l’Inter ed il mio
calciatore preferito è Milito.
Quale lingua straniera ti piace di più: spagnolo
o inglese?
- Preferisco lo spagnolo perché ogni anno
trascorro l’estate a Tenerife e vorrei imparare a
parlarlo bene.
Cosa ti piacerebbe fare da grande?
- il cacciatore.
Hai un sogno nel cassetto?
- Sì, andare a vivere in Spagna con la mia
famiglia.
Allora grazie, Federico e…IN BOCCA AL LUPO!!!
la mia preda e nuoto velocemente così non può
sfuggirmi, poi, con un maestoso salto, esco
fuori dall’acqua e mostro la mia preda a tutti”.
“Perché non migri mai nel tuo ciclo di vita?”
“Perché nei mari in cui vivo c’è cibo a sufficienza
e la mia temperatura corporea si è adattata a
questo tipo di clima. “
Anfibi: Rana dai puntini rossi
“Perché quando qualcuno tisi avvicina gli
spruzzi del veleno?”
“Perché una rana piccola come me deve
difendersi; io come faccio a sapere che
intenzioni ha chi mi viene in contro?”
“Qual è il tuo cibo preferito?”
“Grazie alla mia lingua lunga riesco a catturare,
senza spaventarli, gli insetti tipo mosche,
moscerini e zanzare, Che buoni!!!!!!!”.
“Perché le tue zampe sono palmate?”
“Perché mi fanno nuotare più veloce e scappare
dai lucci e dai coccodrilli”.
Innocui / Terrestri:
Gallina
Luca Strani 1^A
“Perché deponi le uova?”
“Perché almeno la mia specie continuerà a
vivere e perché io, con quelle, vi nutro!!!”
“Perché hai le ali ma non voli?”
“Perché il nostro corpo è troppo pesante per
due aluccie così piccole”.
“Perché, a volte mangi le tue uova?”.
“Perché ho fame!”
Top gear(ep.1)
Marini: Pesce farfalla
“Perché hai la forma allungata?”.
“Perché posso nuotare più veloce, quindi
scappare dai predatori?”.
“Perché hai il colore dei coralli?”.
“Grazie al mio colore giallo-marrone mi
mimetizzo tra di essi”.
“Che cosa preferisci mangiare?”.
“Io mangio piccoli pesci, li adoro!”
Questa è una classifica
riguardante la bellezza delle auto, cosa che è
molto soggettiva e che varia molto da persona a
persona.
Abbiamo quindi cercato di scegliere le 8 auto
nella maniera più oggettiva possibile. Detto
questo possiamo cominciare con l'ottava auto:
la Noble M600.
Matilde Papis 1^A
La Noble è una casa praticamente sconosciuta,
fondata dall'americano Lee Noble nel 1999 in
Inghilterra; ha prodotto la M600 dal 2010.
La M600, con l'incredibile velocità massima di
362 Km/h è una tra le auto più veloci del
mondo,inoltre va anche da 0 a 100 in 3.0
secondi.
Con il muso corto e l'aspetto né troppo
appariscente ne troppo discreto si merita tutta
l'ottavo posto nella classifica.
8. Noble M600
Intervista ad
ad uno studente
dell’Istituto ’Suore Sacramentine’’
Intervistatore: Strani Luca.
Intervistato: Casali Federico
Ciao, come ti chiami?
- Federico Casali.
Quanti anni hai? - Undici.
Quando sei nato? - L’8 novembre del 2002.
Che classe frequenti? - La prima media
dell’Istituto “Suore Sacramentine” di Bergamo.
Qual è la tua materia preferita?
7. Lamborghini Aventador roadster
Tutte le Lamborghini hanno il loro fascino e sarà
stato, anche solo per poco tempo, il “mito
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automobilistico” di ognuno di noi, ma trovo che
la Aventador abbia qualcosa in più che non si
può comprendere senza vederne una fotografia
se non con 2 termini: esagerazione e follia.
basta vederla per capire quanto è bella e per me
lo è da ogni punto di vista.
Credo che il modo migliore per darne prova sia
un immagine.
di Giorgio Rota e Pietro Belloli 2^A
6. Ford GT
L'unica Ford alla pari della GT è la Mustang che
però non può competere con il bellissimo
aspetto da “muscle car” alternativa della
discendente della campionessa di Le Mans.
L'enorme mostro americano, nonostante le
dimensioni ha un aspetto leggero e questo è il
principale motivo per cui si merita la sesta
posizione.
Una donna vede il marito sulla culla del loro
bambino appena nato. Osservando il neo-papà,
nota diverse emozioni sul suo volto: incredulità,
dubbio, meraviglia, incanto e scetticismo.
Avvicinandosi gli domanda dolcemente:
- A cosa stai pensando?
- È incredibile! Non capisco come si possa
fabbricare culle solide come questa per soli
19,99 euro!
*****
Un tale si lamenta:
- Io prendo il mio lavoro molto seriamente, e
così al circo mi dicono ch sono un pessimo
clowon.
*****
Un immigrato originario del Congo, chiamato a
deporre in tribunale, quando viene a sapere che
è stata richiesta la presenza di un interprete,
protesta indignato:
Ma, signor giudice, io vivo qui sin da
piccolo, qui ho fatto tutti i miei studi e mi sono
laureato in lettere: la presenza di un interprete
costituisce per me un’offesa!
E il giudice, pure lui africano, si rivolge
all’interprete e gli chiede in congolese:
Che cosa ha detto?
*****
5. Jaguar XK
Jaguar... Un nome cattivo ma la XK, in realtà ha
un aspetto piuttosto gentile ed è per questo
che mi piace molto inoltre con il V8
supercharged (con compressore volumetrico)
che gli permette di raggiungere la velocità
massima (autolimitata) di 250 Km/h e di andare
da 0 a 100 in 4.8 secondi è una tra le mie auto
preferite.
4. Maserati granturismo
Veramente bellissima e con un sound da vera
Maserati. Mi piace soprattutto la sua linea è
molto fluida e pulita, senza troppi fronzoli. La
sua semplicità è il suo punto forte e ha
l'eleganza tipica di tutte italiane. Non sarà l'auto
più veloce del mondo ma vale il suo titolo di
supercar e la quarta posizione.
3. Chevy (Chevrolet) Camaro ZL1
Molto cattiva, motore V8, grossa e rumorosa è
la “muscle car” per eccellenza, un auto potente
dalla linea stupenda e veramente bellissima.
L'unico aspetto negativo sta nella pesantezza
della forma ma Giorgio Rota la adora e perciò le
concedo il podio.
Che cosa manca?
Nella 2° vignetta mancano 9 particolari. Quali?
2. Ferrari 458 Italia
La più che degna erede della F430 distrugge in
velocità la F360 e ha l'aspetto di una vera
Ferrari. Secondo me, per trovare una Ferrari
così bella si deve ritornare indietro alla vecchia
288GTO. Di auto così belle ce ne sono poche,
anzi ce n'è solo una: la...
1. Alfa Romeo 8C
La mia auto preferita, la più bella di sempre ed è
un' Alfa Romeo.
So già che qualcuno avrà da ridire su questo ma
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