Primo numero 2013/2014 - Clicca qui
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n. 1 Dicembre 2013 2013 1 ISTITUTO SCOLASTICO PARITARIO SUORE SACRAMENTINE Via S. Antonino, 8 - 24122 BERGAMO - Tel. 035.270.027 - Fax 035.224.965 [email protected] [email protected] www.scuolesacramentinebergamo.it “La scrittura è l’ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità. E’ l’ignoto di sé, della propria mente, del proprio corpo. Non è neppure una riflessione, scrivere è una facoltà che si ha fuori di noi, parallelamente a noi, di un altro che appare e si fa avanti, invisibile, dotato di pensiero, d’ira, e che talvolta, per questo stesso motivo, è in pericolo di rimetterci la vita. Lo scritto arriva come il vento, è nudo, è l’inchiostro, è lo scritto, e passa come niente altro passa nella vita, niente di più, se non la vita stessa”. (“Scrivere” di Margherite Duras, Feltrinelli, 1994) La redazione di Segnali di Fumo Docente: Santagata Maria Vittoria e la collaborazione dei Docenti delle varie classi della Scuola Secondaria di primo grado. Reporter: studenti della Scuola di primo grado. 2 LETTERA A PAPA GIOVANNI XIII un’atmosfera più spirituale, come quella che avevo “respirato” quando abbiamo visitato la casa di Madre Geltrude. Una delle stanze che mi ha colpito maggiormente è stata quella dell’albero genealogico: le pareti sono ricoperte da un albero dipinto i cui rami si allungano e portano alle fotografie dei tuoi parenti. Sono tutti personaggi molto caratteristici, come del resto lo sono le immagini in bianco e nero che noi non siamo più abituati a vedere. Gli abiti, le acconciature e i grandi baffi degli uomini dell’epoca sono stati per me come un tuffo nel passato. Dopo la casa natale, abbiamo visitato la chiesa della Madonna di Brusicco. Qui abbiamo notato il fonte battesimale dove sei stato battezzato e l’altare dove hai celebrato la tua prima Messa. E’ stato un luogo molto significativo dove, tutti insieme, abbiamo recitato una preghiera e abbiamo letto un brano riguardante lo stile architettonico e le tue parole riguardo questa chiesa. Successivamente, abbiamo percorso una strada scoscesa affacciata su un ruscello e siamo arrivati al santuario delle Caneve. Abbiamo avuto la possibilità di osservare il dipinto della Madonna con in braccio Gesù: l’ho trovato molto bello, ma soprattutto è stata particolarmente suggestiva la storia riguardante questa chiesetta. L’insegnante che ci accompagnava ci ha raccontato infatti che, quando eri un bambino, la tua mamma ti portava spesso in questo luogo e, quando i posti a sedere erano occupati, ti prendeva in braccio e ti permetteva di osservare l’affresco della Madonna da una finestrella. Per un momento le due immagini si sono sovrapposte nella mia mente. Dopo aver recitato la preghiera dell’Angelus, abbiamo concluso la giornata salutando i ragazzi dell’istituto scolastico di Cantù e, arrivati ai pullman, abbiamo cominciato il viaggio di ritorno. E’ stata un’uscita molto significativa in cui ho imparato tante informazioni su di te; inoltre i miei amici l’hanno resa una giornata speciale, da non dimenticare. 2.10. 2013 Bergamo, Carissimo Papa Giovanni XXIII, mi chiamo Virginia Bosisio, ho dodici anni e vengo da Bergamo. Frequento la seconda media all’Istituto delle “Suore Sacramentine” e oggi, insieme alle altre classi e all’Istituto di Cantù, ci siamo recati in pellegrinaggio a Sotto il Monte. Proprio il tuo paese natale. Siamo partiti da Bergamo alle otto in punto e, dopo circa mezz’ora, siamo arrivati a destinazione. Abbiamo cominciato la giornata con la messa nella chiesa parrocchiale: è stata celebrata da Don Igor. Mi è molto piaciuto come ha commentato le letture che riguardavano un argomento particolarmente significativo: Dio è il pastore e quando noi lo amiamo ci affida un compito importante. Durante la messa, mi sono piaciuti molto i canti allegri che abbiamo intonato con impegno e che erano stati preparati nelle settimane precedenti. Subito dopo la celebrazione, ci siamo recati al museo di Ca’ Maitino dove sono conservati gli oggetti a te più cari. Pensa che le suore custodiscono con cura ed espongono in teche di vetro ogni singolo vestito, regalo e fotografia che aiuti a costruire la tua carda d’identità. Una stanza in particolare del museo mi ha fatto riflettere sulla tua persona: quella delle grazie. Le pareti sono tappezzate di piccole cornici contenenti immagini della Madonna o frasi di ringraziamento. Ho capito che le persone ti vogliono davvero bene! Credono profondamente in te, al punto di affidarti i loro pensieri e desideri più intimi. Sulla parete destra, inoltre, erano appese piccole bavaglie azzurre o rosa che i credenti ti hanno portato dopo aver ricevuto la grazia per i loro bambini. Usciti dal museo, abbiamo percorso un tratto di strada e poi siamo arrivati alla tua casa natale. L’ho trovata molto caratteristica: anche se è stata ristrutturata e ritinteggiata, ha conservato l’aspetto di una casa di campagna. Abbiamo visitato le stanze interne che sono state arricchite, a mio parere eccessivamente, da fotografie, mosaici, quadri e sculture. Mi sarei aspettata qualcosa di più intimo, di più raccolto, Ora ti saluto con affetto, Virginia Bosisio 2^B 3 immaginato con quanto amore e pazienza tua mamma ti abbia insegnato quella preghiera rivolta alla Santa Vergine. Dopo essere scesi dal santuario, ci siamo fermati in un’altra Chiesa nella località Brusicco, dove abbiamo consumato la nostra merenda. Entrando in Chiesa, una suora ci ha chiesto di accomodarci nei banchi perché aveva delle cose da dirci. Ci spiegò infatti che in quella Chiesa sei stato battezzato tu. A quelle parole, subito mi è tornato in mente il mio Battesimo: anche se ero molto piccolo, mi ricordo il momento in cui il prete mi ha versato l’acqua battesimale e il mio pianto, perché me lo hanno raccontato. Anche in quella Chiesa, abbiamo recitato una preghiera, affinché tu ci aiutassi nel momento del bisogno: spero che tu l’abbia ascoltata! In un secondo momento, dopo una breve sosta, ci siamo recati a Ca’ Maitino, la casa che tu hai comprato per i periodi nei quali eri a casa e non impegnato in giro per il Mondo. In questa casa, una suora che vi abitava ci ha raccontato nei minimi particolari la tua vita, soprattutto, ha commentato il tuo proposito di essere buono sempre e con tutti. Entrati nella tua casa, ho provato stupore nel vedere con quale cura erano tenuti gli oggetti, ma anche tristezza di fronte al tuo letto mortuale, perché ha segnato il momento nel quale tu ci hai lasciato. L’ultimo luogo che abbiamo visitato è stata la tua casa natale, l’abitazione dove tu hai vissuto con i tuoi genitori nei primi anni di vita. All’interno era molto semplice, ma le poche cose che c’erano sono state curate e ben conservate. Guardando questi oggetti, ho provato stupore, in quanto non mi sembra immaginabile vivere all’interno di una piccola casa con così pochi oggetti: io di sicuro non ce la farei! Alla fine, siamo saliti sul pullman per Bergamo ed abbiamo continuato le normali lezioni pomeridiane. Questa giornata mi è piaciuta molto, in quanto ho potuto visitare i luoghi più significativi della tua vita. Mi ha fatto inoltre capire come era semplice la società del passato. Ho potuto anche apprezzare quanto bene hai fatto agli altri mettendo prima di stesso le altre persone. Ho capito anche che Dio è il migliore amico dell’uomo e che ti aiuta sempre anche nei momenti più difficili. Il luogo che mi è piaciuto di più è stato il Santuario, in quanto mi ha fatto ricordare la mia Papa Giovanni XXIII Bergamo, 9/10/13 Caro Papa Giovanni, Oggi ti scrivo per parlarti della mia visita a Sotto il Monte, il tuo paese natale,dove hai vissuto la tua infanzia e i tuoi primi anni di vita. Mercoledì 2 ottobre infatti sono andato a scuola pronto per prendere l’autobus che mi avrebbe portato a Sotto il Monte, dove tutto l’Istituto, tranne l’elementari e l’asilo, si è recato per celebrare l’inizio del nuovo Anno Scolastico. Arrivati a Sotto il Monte siamo andati nella chiesa parrocchiale, che è stata da te consacrata. Qui abbiamo celebrato l’Eucarestia insieme ai ragazzi della scuola di Cantù. Mi è piaciuto molto che, oltre ai miei compagni, abbiano partecipato anche loro a questo evento in quanto ho potuto vedere nuovi volti e fare conoscenza di nuovi ragazzi e ragazze. La Messa mi ha colpito, in quanto non mi capita spesso di vedere una Chiesa così festosa. Un altro elemento che mi ha molto soddisfatto è stato la presenza dell’organo all’interno della celebrazione, in quanto mi ha fatto ricordare la Messe del Duomo di Milano, dove ho vissuto durante i miei primi anni di vita. Il prete che ha celebrato mi ha appassionato molto, perché mi ha coinvolto nella celebrazione e mi ha fatto seguire al meglio la Messa. Dopo questo momento solenne, c’è stato un periodo nel quale ho potuto fare conoscenza di alcuni ragazzi di Cantù: con loro ho scambiato il mio foglietto giallo che conteneva una frase incompleta e per completarla ho dovuto ottenere un nuovo biglietto che conteneva la fine della frase da una ragazzo di Cantù. In quel momento, ho provato gioia, in quanto sono una persona socievole e mi piace sempre fare nuove amicizie e conoscere altre persone. Alla fine di questo momento, ci siamo divisi in gruppi a seconda della sezione in cui ci trovavamo e abbiamo incominciato a girare per le strade di Sotto il Monte, alla ricerca dei luoghi più significativi della tua vita. Dopo una lunga salita, siamo arrivati ad un santuario, dove una suora di Cantù ci ha raccontato che la tua mamma lì ti ha insegnato una preghiera: infatti in quella piccola chiesa c’è un quadretto che raffigura la Madonna. Per ricordare questi momenti della tua fanciullezza, abbiamo recitato quella stessa preghiera in tuo onore. Sentendo le parole della preghiera, ho 4 infanzia, quando i miei genitori con amore e pazienza mi insegnavano le preghiere. Sono molto contento di aver partecipato a questa giornata perché mi ha insegnato molte cose che sicuramente mi serviranno per vivere al meglio. Ti ringrazio per aver fatto tutto ciò per noi. Il tuo caro territorio bulgaro dove incontrò molti ortodossi con cui fece amicizia. Durante le vacanze estive ritornava al suo paese natale nella casa di Ca’ Maitino . Concluse la missione in Bulgaria nel 1927. Dal 1935 al 1944 don Angelo fu mandato in Turchia dove fu costretto ad indossare abiti civili. Aiutò molti ebrei a scappare dai nazzisti perché la Turchia chiuse le frontiere ai profughi. Attraverso accordi diplomatici ne salvò addirittura 26000. Nel 1944 il rabbino di Gerusalemme scrisse a Don Roncalli una lettera in cui esprimeva gratitudine per i soccorsi ricevuti in un momento di difficoltà. Nel 1944 arrivò a Parigi e il Papa lo nominò Cardiale. Durante il dopo guerra si occupò di alcune accuse rivolte a 30 vescovi che parteggiavano per Hitler e riuscì a farne processare solamente tre. Nel 1953, oltre a essere stato nominato Cardinale del Concistoro il 12 gennaio di quello stesso anno, fu nominato patriarca di Venezia. Il 28 ottobre 1958 Don Angelo Roncalli, con gran sorpresa fu nominato Papa con il nome di Giovanni XXIII (che era stato il nome di un antipapa). Da pontefice fece molte azioni importanti tra cui l’Enciclica “Pacem in Terris” mandandola ai capi di stato Russo e Americano per evitare lo scoppio di una guerra. Poi convocò il Concilio Vaticano, dove si discusse del legame fra Chiesa e Mondo. Il 26 dicembre si recò al carcere di Celi per incontrare i detenuti, dicendo che anche il luogo in cui si trovavano era la casa del Padre e mise il suo cuore vicino a quello dei detenuti. Il suo pontificato durò cinque anni e morì nel 1963. Secondo noi Papa Giovanni XXIII rimarrà nel cuore di tutti noi perché ha avuto disponibilità per tutti. In poche parole è stato un Papa molto vicino alla gente. Ecco la vita dell’ uomo dal cuore grande. Alberto Boccalari 3^B Angelo Giuseppe Roncalli più tardi conosciuto come Papa Giovanni XXIII nacque a Brusicco, una piccola frazione di Sotto il Monte il 25 novembre 1881 nel palazzo di proprietà dei conti Morlani, quarto genito di 13 figli. Nello stesso giorno ricevette il battesimo nella chiesa di Santa Maria in Brusicco. La madre, insieme allo zio Zaverio, si occuparono della sua istruzione sia a livello scolastico che a livello religioso. Uno dei tanti ricordi di Angelo fu quando la madre lo portava al piccolo santuario della Madonna delle Caneve. Angelo all’età di 11 anni, entrò al seminario di Bergamo e nel 1904 divenne prete realizzando il sogno della sua vita; il 15 agosto 1904 celebrò la sua prima messa nella chiesa in cui era stato battezzato. Il primo incarico che ricevette fu essere il segretario del vescovo d Bergamo Radini Tedeschi da cui imparò ad incontrare, conoscere ed ad ascoltare la gente. Nel 1915 termina il suo incarico di segretario e inizia quello di cappellano militare dell’ospedale di Bergamo dove si avvicinerà di più alla gente ed imparerà ad ascoltarla trovando con loro soluzioni ai loro problemi. Dopo la guerra, Don Angelo entrò nella casa dello studente dove, ovviamente, abitavano i ragazzi. In fondo ad una grande scalinata mise uno specchio con scritto in latino “Nosce te ipxum” che in italiano significa “conosci te stesso”. Ovviamente vi chiederete a che cosa servisse quello specchio. Beh…. serviva a far vedere ai ragazzi che quando ci si specchia non bisogna guardare l’aspetto esteriore ma quello interiore guardandosi nel profondo del loro cuore. Nel 1921 Papa XI lo mandò in Bulgaria, dove fu nominato Vescovo e il suo motto fu “obbedendo io sto in pace”. Il suo compito fu visitare le varie comunità cristiane sparse per il Celine Polepole & Stefano Pilosio 2^A Uno sguardo al futuro! La scelta della professione futura oggigiorno è molto importante, perché influisce in modo evidente sulla formazione culturale di una persona, ne condiziona la carriera e la reputazione. Specialmente nella società odierna, attraversata da una profonda crisi economica che va a colpire pressoché tutti i settori lavorativi, è importante affermarsi in 5 base al merito e alle attitudini per riuscire a sopravvivere al difficile mondo del lavoro che non offre possibilità per tutti ed è irto di ostacoli anche per i più bravi. A me piacerebbe esercitare la professione di avvocato penalista e andare a discutere le cause in tribunale, per dare il mio contributo al progredire dell’equità e della giustizia, che sono i pilastri su cui si deve reggere la legalità in Italia e nel mondo. Molte volte, si viene a conoscenza di scandalosi errori giudiziari, dovuti a mancanza di prove o a negligenze di magistrati che causano ingiustizie assolvendo gli effettivi colpevoli e condannando gli innocenti, che talvolta subiscono tortuosi processi giudiziari e lesioni alla propria reputazione senza nessuna colpa. Questi errori giudiziari non sono così recenti, dovuti all’alienarsi della legalità nell’odierna società, ma affondano le loro radici in tempi remoti. Per sanare queste ingiustizie, che avvengono proprio nei tribunali dove l’equità e l’uguaglianza devono essere garantite, occorre l’impegno di chi vi opera e l’imparzialità di ciascuno, per questo mi sento attratto dalla professione di avvocato. Per esercitare in futuro questo tipo di attività, ritengo che sia molto importante la formazione culturale liceale e universitaria. Innanzitutto, desidero frequentare il liceo scientifico perché penso che, a chi è portato per la matematica e le materie scientifiche, offra molte possibilità e permetta l’apertura a varie prospettive future. Per praticare la professione di avvocato penalista, il liceo scientifico non offre una particolare preparazione, perché sarà poi l’Università ad aprire nuovi orizzonti: potrò infatti scegliere, per esempio, la facoltà di Giurisprudenza che mi preparerà in modo specifico. Anche i miei genitori hanno frequentato il liceo scientifico a Bergamo e me lo hanno vivamente consigliato, perché fornisce una buona preparazione e amplia gli orizzonti a livello didattico e formativo. Mi hanno anche detto, trovandosi pienamente d’accordo fra loro, che gli anni del liceo sono i più importanti per la carriera futura, dato che in quell’ambiente si apprende a crescere e a diventare culturalmente uomini e donne adulti. Per questo motivo, credo proprio che seguirò il consiglio dei miei genitori e frequenterò il liceo scientifico. Mio padre è un dirigente aziendale, conosce le richieste del mondo del lavoro e mi ha suggerito di frequentare l’Università riguardante la professione che desidero intraprendere in futuro; anche per questo aspetto credo che ascolterò il suo consiglio, perché mi sembra valido. Ovviamente, scelte di questa importanza non vanno effettuate in maniera affrettata e inconsapevole; infatti, è necessario tenere presenti le proprie attitudini ed esperienze per fare scelte oculate. A me effettivamente piace in particolar modo convincere qualcuno della validità delle mie teorie e l’avvocato si dedica sostanzialmente a questo: influenzare l’opinione altrui per una giusta causa con argomentazioni convincenti e ragionate. Ritengo anche che l’avvocato oggi sia una figura professionale molto richiesta, dato che costantemente assistiamo a ingiustizie sociali o a cause fra due parti in un contesto familiare o sociale. Pertanto, trovare lavoro in base al merito non dovrebbe essere tanto arduo come in altre attività. Certo, c’è chi asserisce che praticando la professione di avvocato spesso si rischia di stare dalla parte del torto e di proteggere un assassino, o al contrario incolpare un innocente. Però, se ci pensiamo, errori giudiziari di questa natura esistono fin dagli albori della società e la bravura di un avvocato sta nel non farsi corrompere e nell’evitare in tutti i modi che tali errori si verifichino, battendosi per l’equità e la giustizia per tutta la vita. Se davvero farò l’avvocato o il giudice, mi ispirerò a due grandi magistrati italiani, che hanno combattuto per la giustizia fino alla fine, tanto da perdere anche la propria stessa vita: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Essi, educati fin dalla nascita al rispetto per le regole e alla legalità, hanno continuato per tutta la vita ad agire in modo coerente con i propri principi. Per concludere, io credo che diventerò avvocato o magistrato per dare il mio contributo al mantenimento della legalità in Italia, per andare sempre alla ricerca della verità, che è la massima aspirazione dell’uomo. Anche i Latini infatti dicevano: “In primis hominis est propria veri investigatio atque indagatio”. (Cicerone, “De Officis”). Pellicioli Michele 3^B 6 a piovere. E’ stato meraviglioso sentire solo il TIC e TAC che faceva la pioggia cadendo per terra e vedere davanti a noi tutto scuro. Si intravedevano soltanto gli alberi che con i loro colori rendevano l ‘atmosfera ancora più sensazionale. La parte più bella però non era ancora arrivata. Infatti quando si mise a piovere molto forte, ci dirigemmo verso casa correndo e urlando per i prati, calpestando tutte le foglie che emettevano un sonoro CRACK. Alla fine giunsi a casa bagnata fradicia, ma entusiasta perché mi ero divertita molto. Questo è soltanto uno dei tanti episodi che mi ha fatto vivere l’autunno, per raccontarli tutti non basterebbe un intero quaderno. Questo periodo dell'anno ha un aspetto negativo: è il cielo che è sempre grigio e ha perso non il suo bel colore azzurro. Nonostante questo dettaglio, l’autunno è una stagione meravigliosa, forse proprio perché è particolare e del tutto diversa dalle altre. L’ autunno L’ estate è terminata e con lei le amate e riposanti vacanze. E' arrivata una nuova stagione, l’autunno A molte persone non piace, dicono che “a causa sua” il divertimento e il relax delle vacanze estive si concludono, perché esso dà di nuovo inizio alla scuola ed al lavoro, ma io non la penso così. Secondo me, l’autunno è una delle stagioni più belle, la più intensa, la più vivace e colorata. Non dico che sia la mia preferita, però ogni anno mi stupisce proprio con i suoi colori: il rosso, il giallo e l’arancione che tingono le foglie degli alberi rendendole luminose e vivaci. Trovare poi il proprio giardino, come succede a me, cosparso di foglie qua e là cadute dagli alberi è emozionante come sentire anche quel “crack” quando ne calpesti una. È meraviglioso vedere un parco tutto rosso, arancione e giallo anziché verde; è spettacolare veder svolazzare nell’aria tiepida le foglioline, osservarle ad una ad una e scorgere tutte le loro sfumature che da lontano non riesci a percepire. Come ho detto prima è bellissimo, contemplare la pioggia che scende lenta, si cala silenziosamente e tranquilla su un albero, rinfrescandolo, oppure sentire l’aria che non è né calda né fredda ma tiepida tanto che è piacevole uscire a fare una passeggiata all’aria aperta e libera. Tutto è silenzioso, si sente soltanto il fruscio degli alberi causato da un lieve e leggero venticello. L’autunno suscita in me moltissime emozioni e sensazioni, come la tranquillità. Quando penso a questa stagione mi viene sempre in mente un giardino enorme, deserto ma vivace grazie ai sui colori. Mi perdo ad ammirare l’immenso cielo azzurro punteggiato da stormi di uccelli che migrano verso i paesi più caldi. Li osservo mentre spiccano il volo e scuotono velocemente le ali, nell’aria dal sapore indescrivibile. In questa stagione ho vissuto momenti indimenticabili. L'anno scorso, per esempio, ero nel parco del mio paese dove ero andata con alcune mie amiche a giocare. Il cielo scuro non prometteva nulla di buono. Sapevamo benissimo che prima o poi sarebbe piovuto ma decidemmo di andare comunque, perché non volevamo perdere un bellissimo pomeriggio di divertimento. Ci sedemmo su una panchina e ci mettemmo a chiacchierare. Subito udimmo un TUM: era un forte tuono. Calò il silenzio e iniziò Federica Aponte 2^C LA PERICOLOSITA’ DELLA DROGA Ogni anno la droga distrugge e rovina milioni di vite. Le droghe sono diventate parte della nostra cultura dalla metà dell’ultimo secolo. Nel 1960 queste sostanze venivano pubblicizzate dalla musica e dai mass media, superando ogni pregiudizio imposto dalla società. Oggi, molto spesso si parla della droga nel mondo, nelle strade, a scuola, in TV, in radio, in internet. Qualcosa è vera qualcosa no. Molte informazioni che senti sulle droghe, spesso derivano da chi le vende. Gli spacciatori farebbero qualsiasi cosa pur di fare in modo che altre persone comprino queste sostanze stupefacenti. NON FARTI INGANNARE! La droga più comunemente usata è la Marijuana o l’Hashish, tuttavia sono molto usate anche: la Cocaina, l’Ecstasy, le Metamfetamine, l’Eroina e l’LSD. Le persone assumono droga perché cercano di cambiare qualcosa nella loro vita, alcune di queste ragioni sono: per inserirsi (nelle amicizie e nella società), per fuggire o rilassarsi, per alleviare la noia, per sembrare più grande, per ribellione, per provare; si pensa che la droga 7 sia una soluzione ma alla fine essa diventa il problema. Per quanto sia difficile affrontare i propri problemi, le conseguenze dell’uso di sostanze stupefacenti sono sempre peggiori del problema che uno sta cercando di risolvere con esse. La droga avvelena, essa ha un effetto diretto sul cervello, essa distorce le percezioni intorno a te, la droga isola e spegne le sensazioni desiderate con quelle indesiderate; la droga è distruttiva. Queste sostanze portano la persona ad una falsa allegria, ma quando l’effetto svanisce, la persona precipita ancora più giù di prima, ogni volta lo sconforto emozionale è sempre più basso, alla fine la droga distrugge completamente tutta la creatività che una persona possiede. Scopri la verità sulla droga. NON ASSUMERLA MAI, PER QUALSIASI MOTIVO!!! PERICOLI SUL WEB Martedì 22 ottobre è venuto nella nostra scuola un commissario della finanza e ci ha parlato dei pericoli del web. Un fatto importante che ci ha spiegato è che il web non dimentica e perciò, anche cancellando per esempio la cronologia di navigazione, i dati rimangono memorizzati. Un altro grande pericolo che pervade il web sono gli stalker, che si spacciano per persone che in realtà non sono. Questo può essere causa di rapimento soprattutto per adolescenti che possono essere ingannati facilmente in quanto si fidano di quanto viene loro detto. La pirateria è un reato molto noto, dove si comprano prodotti illegalmente su Internet come armi da fuoco e altri oggetti non consentiti dalla legge. Spero che le tecnologie avanzate e la collaborazione fra polizia e finanza proteggano il web da queste brutte compagnie ma anche che noi ragazzi capiamo la gravità dei pericoli che incombono su questi siti e quindi prima di accettare inviti da persone è meglio parlarne in famiglia. Noi ragazzi dobbiamo sempre ricordarci che IL WEB NON DIMENTICA ma anche che noi ragazzi DEL WEB NON CI DOBBIAMO FIDARE. Ricordati che, DROGA: UNA PAROLA PICCOLA COME LA VITA DI CHI NE FA USO!!! Filippo Belotti 1^ B BERGAMO SCIENZA Il giorno 11-10-2013 la 2^A, accompagnata da due professori, si è recata in visita a Bergamo Scienza per assistere al progetto “CLICK E LUCE FU”. Io e i miei compagni abbiamo fatto molti giochi, per esempio quello delle maschere. Ci hanno mostrato una maschera bianca attaccata a un bastone che, attraverso un apposito ingranaggio, girava. Osservando da una certa distanza, si poteva notare che la maschera vista di fronte, dalla parte in rilievo, si vedeva normalmente. Se la maschera si vedeva dalla parte infossata invece, ci dava l’illusione che fuoriuscisse e poi rientrasse. Noi abbiamo capito che questo succede perché il nostro cervello è abituato a percepire immagini in 2D e 3D. Un’ altra attività che è stata fatta è quella riguardante le luci primarie: rosso, blu e giallo; con questa ci hanno illustrato che le luci colorate, se dirette verso oggetti, ne mutano il colore. L’ esperienza mi è piaciuta molto e spero di poterne fare altre simili. Arianna Locatelli 2^A Le nuove tecnologie: possibilità e rischi Negli ultimi dieci anni, le tecnologie virtuali sono diventate parte delle nostra vita quotidiana, permettendoci di accedere ad una enorme quantità e varietà di informazioni e dandoci la possibilità di immagazzinare moltissimi dati in piccole memorie. Hanno inoltre cambiato il modo di lavorare, di gestire gli acquisti, di impiegare il tempo libero e, soprattutto, le relazioni con gli altri e, quindi, il modo di vivere la realtà. Ciò però che ha rivoluzionato la nostra società e la vita in modo irreversibile è Internet. Internet è infatti diventato uno strumento indispensabile per l’attività lavorativa e scolastica, è fondamentale per ricercare ogni tipo di informazione, approfondimento e permette il confronto fra varie fonti, da quelle ufficiali a quelle ufficiose. Permette inoltre di Jessica Bresciani 2^A 8 creare siti web, software e programmi che hanno potenzialità enormi. Essi sono in grado, ad esempio, di riprodurre la realtà tramite dati inseriti nel programma e che ricreano moltissime variabili di un fenomeno o di una realtà. Internet addirittura ha rappresentato per alcune nazioni, come la Cina, uno strumento fondamentale per uscire dall’isolamento politico e sociale nel quale i governanti tenevano la loro popolazione. Tuttavia, Internet presenta aspetti negativi che spesso purtroppo risaltano più di quelli positivi, come per esempio la virtualità delle relazioni interpersonali. Molto discussi sono i cosiddetti “Social Network”, a cui i giovani si iscrivono per mantenersi in contatto con gli amici e per stringere nuove amicizie virtuali. Uno dei più famosi è Facebook, a cui sono iscritti quasi la totalità dei ragazzi tra i dodici e i venticinque anni. L’utilizzo di questo Social Network può essere molto pericoloso, perché esso ha la possibilità per contratto di utilizzare le foto degli iscritti vendendole a chi ne può far uso per sponsorizzare i propri prodotti. Inoltre, i profili possono essere utilizzati dalla criminalità informatica per compiere reati ed effettuare i cosiddetti “ furti d’identità”. Le amicizie fatte sui social network possono inoltre essere talvolta pericolose, soprattutto per gli adolescenti, perché non si conoscono le persone con cui si è in contatto e perché si tratta di un rapporto virtuale e non reale, caratteristica questa sfruttata da persone male intenzionate. I social network sono pericolosi anche perché i giovani, spesso, invece di intrattenere relazioni reali si limitano a quelle virtuali, nascondendosi dietro ad uno schermo per pomeriggi interi e creandosi una realtà artificiosa in cui vivere. Sarebbe bene, perciò, che si facesse dei social network un uso consapevole e ponderato, accompagnati magari da adulti che possano filtrare eventuali contenuti non costruttivi ed adeguati. Io credo che l’utilizzo delle nuove tecnologie sia, in generale, costruttivo e positivo; è necessario, tuttavia, essere persone mature e responsabili per farne un uso adeguato. PARODIE SUI RACCONTI RACCONTI DELL’ENEIDE DELL’ENEIDE NISO Caro Niso, per prima cosa devo ammettere che la vostra storia, di un’amicizia così bella…beh, è davvero commovente… Ma, diciamocela tutta, sei proprio un grande! È tutta colpa sua, no… no…., non di Eurialo come avrai di sicuro pensato quando ho detto “colpa sua”, ma della luna, certo che poteva starsene da parte, senza far scoprire il tuo povero amico, ma no, lei deve essere sempre e per forza al centro dell’attenzione! Torniamo alla vostra amicizia, che è davvero rara, due persone che muoiono in guerra solo per coprirsi le spalle a vicenda, sono una coppia speciale, o meglio, una coppia che scoppia! Se non ci fosse stato Volcente, ah, che bello, sarebbe stato MOOOLTO meglio; la vostra storia doveva durare, era talmente bella che se lo meritava. Ti rendi conto? Siete morti l’uno per l’altro…come due veri amici, si, questo nome vi si addice proprio: VERI AMICI. Ciao Niso, e non ti preoccupare, perché io so che la vostra storia sarà impressa nei cuori dei lettori, per sempre. <3 Tanti baci, Lodo <3 Lodovica Taddei 2^A NISO E EURIALO Niso, bravo l’amichetto fedele, che ha rischiato la vita ed è morto sopra il suo amico. Ma prima mi devi spiegare, perchè, avete fatto il grande errore di andare a vedere il campo dei potenti. Non avete pensato, alle vostre fragili membra munite solo di un pugnale contro dei grandi corpi possenti??? E’ vero non ci avete pensato ed ecco cosa è successo. Tu e Eurialo guerrieri troiani dapprima vi siete mostrati coraggiosi a stare da soli al campo, però poi come tutti i guerrieri, avete voluto fare i “ganzi” e uccidere alcuni cavalieri Rutuli, ovvio che voi avrete pensato, già che ci siamo perchè Eurialo non provi ad indossare le armi argentee dai corpi ormai avvolti nel buio, per vedere se erano alla moda !!?? ah non so ! Calmi stavate per tornare all‘accampamento come se niente fosse per dire ai troiani più Federico Di Ceglie 3^B 9 valorosi ”abbiamo ucciso alcuni Rutuli“, e magari vi davano la medaglia di bronzo ma......non è successo. Gli avversari hanno visto il bagliore delle armi che indossava Eurialo e quindi, lo catturarono e tu gentile CAVALIERE non potevi andartene per prendere tutto il merito. Eh NO……non è giusto . Quindi hai fatto una cosa tenera e dolce e ti sei fatto uccidere insieme al tuo amico. E pensare che sei diventato anche famoso. BRAVO NISO Giulia Carminati EURIALO E NISO Cari Eurialo e Niso, vi scrivo da tutt’altra epoca per dirvi quello che io penso del vostro gesto fraterno e di come oggi verrebbe considerato. Oggi molti ritengono che tu Niso avresti potuto salvare la pelle e lasciar nei guai quello del tuo migliore amico. La vostra tragica fine mi commuove, sapendo che voi siete nati e cresciuti insieme come fratelli, per poi morire insieme per mai soffrire della morte dell’altro. Quindi io vi appoggio con tutta me stessa e non preoccupatevi per quello che dice la gente. Voi si, che siete fratelli anche se non lo siete fisiologicamente, offrite a tutti un esempio di amore e fedeltà e date un insegnamento a tutti i fratelli che magari bisticciano fra loro anche in età adulta. Siete d’esempio per tutte le coppie e famiglie spezzate, perché voi in un momento di difficoltà avete dimostrato di essere uniti. Vi ripeto che l’azione che avete compiuto per cercare di salvarvi reciprocamente (anche se crudele, violenta e tragica) è stata una dimostrazione per tutta l’umanità. Anche se siete dei miti creati da una mente ingegnosa, sarete per me sempre un monito di vita, ovviamente non facendo scelte così drastiche come la vostra. Spero che il messaggio sia arrivato dove sarebbe giusto che arrivi. Arrivederci da Celine. 2^A DUELLO TRA TURNO ED ENEA Le preghiere quasi riuscivano a commuovermi. Però, so rencursit che te portet ol cinturù del me mais Chel coi borchie d’or l’ era del’ me mais Parlante che te le masai con ü colp mortal dopo te metit ol so cinturù come trofeo e te ta domande pietà a me? Ma va la mat !!!!!! Te ghe mia it compasiù per chel la e me gavres de ighela per te, ma l’so mia ma. E ora vendicherò la morte del mi amis uccidendo te ………ZAC Giorgio Rota 2^A TURNO Celine Polepole 2^A Turno, caro mio, ma cosa ti è passato per la testa? L’amore è bello, sì, ma tu perché hai deciso di lottare? Sapevi che Enea ti avrebbe sconfitto, gli Dei facevano il tifo per lui. È come se voi foste stati in uno stadio, Rutuli vs Troiani. Gli Dei in tribuna presidenziale. Zeus al centro con i gadget di Enea mentre urla: “Forza Troiani!”. È il momento culminante, il rigore finale. L’ultima opportunità che ha Enea di segnare. Tu sei in porta, sai che fallirai, ma ci provi comunque, anche perché sei costretto. La Furia ti tiene in pugno. Enea si prepara tira e… goal! Tu lo sapevi ma non ti sei tirato indietro. E tutta questa umiliazione per cosa? Solo per quella stupidaggine dell’onore in guerra, logico no? ENEA Ragionare con la testa proprio no è! Avevi un ‘ opportunità unica, potevi sposarti con una donna bellissima che detto tra noi era molto più bella di Lavinia. Didone amava te e tu amavi lei, lo so dai … non mentire. Era un amore così forte e tu lo butti via come se fosse la prima cottarella delle elementari. Certo è vero non è colpa tua, mi dirai che è colpa degli dei ma se volevi potevi dire che questa missione non faceva per te oppure che insieme a Lavinia avresti fondato una nuova Troia non credi? Cerano molte possibilità ma tu no, tu dovevi proprio far soffrire una donna così innocente. Tu hai tante vite sulla coscienza ma quella di Eleonora Foglieni 2^A 10 Didone forse è la più grande. Invece di lottare con Turno per il cuore di Lavinia dovresti essere triste con te stesso, vergognati! Io non li capirò mai gli uomini! del Cavallo di Troia con cui i Greci vinsero la guerra. Il cavallo è solo una delle tante invenzioni, prova della sua straordinaria intelligenza. L’eroe navigò per il Mediterraneo, spinto dal desiderio di ritornare ad Itaca dopo essere stato a Troia. In questi vent’anni Ulisse si ritrovò davanti ad ostacoli e prove che superò grazie al suo ingegno e alla sua astuzia. Visse innumerevoli avventure insieme alla sua ciurma, prima di giungere alla corte del re Alcinoo e di sua figlia Nausicaa. Attraversò, ad esempio, lo stretto di Messina dove si ritrovò a decidere se affrontare Scilla o Cariddi. Fu prigioniero nella grotta dove accecò Polifemo, resistette ai canti delle Sirene e incontrò la maga Circe. Enea era un nobile troiano, figlio di Anchise e Afrodite. Era caro agli dei. Leale e responsabile, devoto verso la famiglia e la patria. Scappò da Troia quando venne assalita dai Greci, portando sulle spalle l’ anziano padre. Mentre fuggiva, via mare, la dea Giunone scatena una tempesta e li fa naufragare sulle coste africane. La Regina di Cartagine, Didone, li accolse ed Enea le raccontò la sua avventura. Didone si innamorò di Enea e non avrebbe voluto lasciarlo andare, ma gli Dei ricordarono all’eroe la sua missione: costruire una città che diventerà la gloriosa Roma. Appena partito Enea, Didone si uccise maledicendo Enea ed i suoi discendenti. Questa vicenda dimostrò la devozione di Enea verso gli Dei che, benevoli con lui, gli consentirono di raggiungere il Lazio. Tra questi tre eroi, quello che mi ha colpito di più è Ulisse, uomo astuto e ingegnoso, non possente e forte, ma dotato di intelligenza e astuzia, doti importanti nella vita di tutti i giorni, anche nella nostra società. Chiara Capelli 1^A Proemio dell’ ENEIDE ( 1-10) L’armi canto e ‘l valor del grand’alunno che arrivò dalla sua dolce casa, per destino, ai confini dell’orrida scuola; e quando errò, quando sofferse, in quanti tra banchi, perigli incorse, professor Enea, e della profe l’ira tenace. E con coraggio la sanguinosa guerra l’interrogazione superò, e del suo otto ripose in aula. Arianna Locatelli 2^A ….. ULISSE Achille è il più forte e potente guerriero schieratosi dalla parte degli Achei. Figlio della ninfa Teti e di re Peleo (da qui il patronimico Pelide), divenne immortale perché sua madre lo immerse nel fiume Stige, negli Inferi, sorreggendolo per il tallone, l’unica parte vulnerabile del suo corpo, che poi Paride colpirà con una freccia, uccidendo l'eroe. Achille è conosciuto anche con l’epiteto Piè veloce , poiché correva con estrema rapidità. L’eroe ebbe una lite con Agamennone che aveva rapito la figlia di Crise, sacerdote di Apollo, il quale scatenò una pestilenza nel campo dei Greci: Agamennone dovette, quindi, restituire Crise , pretendendo in cambio di Briseide, schiava di Achille. Quest’ ultimo non combatté più e si ritirò dalla guerra, ma quando seppe che il suo migliore amico Patroclo era entrato in guerra con l’ armatura di Achille venendo così ucciso, l’ eroe ritornò in campo e fece strage di nemici, carico di rabbia e vendetta. Questa momento della vicenda ci parla dell’anima spietata di Achille, una delle sue doti principali, insieme all'abilità in guerra. Ulisse o Odisseo , figlio di Laerte , è uno degli eroi Greci descritti da Omero. E’ originario di Itaca. Secondo Apollodoro, Ulisse escogitò l'inganno Massimo Macchi 2^C ….. ENEA Achille, Ulisse ed Enea sono i tre protagonisti dei poemi Iliade e Odissea, composti dal poeta greco Omero e dell'Eneide del latino Virgilio. Omero, nell' Iliade, inizia descrivendo "l'ira funesta" del guerriero Achille. Fin dall' inizio, comprendiamo quindi che l'autore vuole mostrarci che Achille e' molto irascibile e che questo suo carattere cosi' 11 violento, quando e' fuori controllo, diventa un problema persino per i suoi stessi alleati. Achille, figlio di un comune mortale, il re dei Mirmidoni Peleo, e di una ninfa di nome Teti, e' un eroe fuori dal comune, infatti quand'era ancora in fasce fu immerso dalla madre stessa nelle acque del fiume infernale Stige e cosi' fu reso quasi del tutto invincibile. Secondo me, la sua consapevolezza di non poter essere ucciso rendono Achille particolarmente vanitoso, egocentrico, audace e spavaldo senza limiti. Non credevo, infatti, che un guerriero così potesse commuoversi di fronte a un padre in lacrime, come accade nell'episodio del re Priamo, che si reca da Achille per chiedere la restituzione del corpo del figlio Ettore. Il rispetto per la famiglia e l'amore per i genitori e' il primo punto in comune tra Achille, Ulisse ed Enea. Anche Ulisse, infatti, nel poema da Omero a lui dedicato, l'Odissea, affronta il decennale viaggio di ritorno in patria, animato dal desiderio di rivedere i propri cari. Lo stesso amore per la famiglia lo dimostra nell'Eneide Enea. Quando Enea capisce che tutto e' perduto, infatti, con in groppa il padre Anchise e per mano il figlio Ascanio fugge da Ilio (Troia). Di contro Ulisse, come guerriero, e' assai diverso da Achille. il suo e' un carattere che lo porta ad agire con astuzia evitando lo scontro fisico e ricercando sempre una soluzione alternativa. Lo stesso episodio del cavallo di legno e' un chiaro esempio di come agisce questo sagace eroe. Un aspetto che accomuna i nostri tre eroi e', infine, la devozione agli dei, anche se ognuno la manifesta in modo diverso. Studiando i poemi epici mi e' sembrato che il piu' devoto agli dei sia Enea. Parlando di lui ho visto che, pur essendo un semidio come Achille , si comporta in modo totalmente diverso, da comune essere umano. Questa sua umiltà mi affascina. Lui, tra i tre, è il mio preferito. con le armi, nel duello contro il troiano riceve un aiuto da Atena, dea della guerra: questa, assumendo le sembianze del fratello minore di Ettore, Deìfobo, inganna il principe di Troia spingendolo a scontrarsi con Achille, contro il quale avrebbe sicuramente perso. Una delle tante caratteristiche di Achille è la lealtà, questo è dimostrato dal fatto che si conquista onestamente le vittorie ed il bottino. Si potrebbe dire che Achille è un uomo egoista perché si rifiuta di combattere per i Greci, pur sapendo che senza di lui non avrebbero vinto, ma lo fa per difendere la sua schiava Briseide. Achille può apparire spietato, poiché quando si scontra con Ettore decide di non scendere a patti con il nemico ma di umiliarlo legandolo a un carro e trascinandolo intorno alle mura di Troia. Inoltre si rifiuta di consegnare il corpo del nemico ai familiari. Bisogna, però, ricordare che Achille era molto affezionato al suo amico Patroclo, che Ettore aveva ucciso. Achille, inoltre, porta nel cuore il valore della famiglia, infatti quando Priamo, padre di Ettore va a chiedere in ginocchio il corpo del figlio per celebrarne il funerale, il greco ricorda suo padre Peleo e, commosso, restitituisce il corpo di Ettore a Priamo. Un altro eroe molto potente e astuto è Odisseo, il famoso Ulisse dell’Odissea di Omero. Ulisse è intelligente e furbo. Un famoso episodio, che dimostra quanto detto è quello di Ulisse e Polifemo. Ulisse riesce a scappare dalla grotta del ciclope acccecando l’unico occhio che aveva e nascondendosi sotto il ventre di una capra. La sua abilità con le armi emerge durante la gara dell’arco, in cui dimostra la sua identità facendo vedere alla moglie Penelope di saper maneggiare l’arnese. Anche Ulisse è molto legato alla famiglia, infatti quando gli viene proposta l’immortalità da Calipso a patto di restare con lei, lui rifiuta perché preferisce tornare a casa da sua moglie. Nell’Eneide di Virgilio, invece, troviamo il valoroso Enea, capostipite dei Latini. Enea è un personaggio diverso dai precedenti, incarna il tipico cittadino che segue le virtù della civiltà romana. È un uomo pio, devoto non soltanto alla famiglia ma anche agli dei; infatti durante la fuga da Troia in fiamme si preoccupa di portare in salvo il padre Anchise e il figlio Ascanio portando con sé le statuine degli dei Penati. Lorenzo Nembrini 2^C ….. ACHILLE Achille, protagonista dell’Iliade di Omero, è uno dei più forti guerrieri greci perché ha vinto lo scontro contro il potente Ettore di Troia. Nonostante il guerriero greco sia molto abile 12 È un uomo la cui vita è continuamente decisa dal Fato; gli dei gli affidano la missione di andare alla ricerca di una nuova patria tanto che influenzano molto il viaggio dell’eroe verso l’Italia. Possiamo dire che Enea e Ulisse sono simili per il fatto che nell’Odissea, Omero racconta del viaggio compiuto da Odisseo per ritornare in patria, mentre nell’Eneide Virgilio racconta del viaggio di Enea alla ricerca di una nuova patria. Come gli eroi precedenti, anche Enea, viene coinvolto in una guerra contro i popoli italici in cui uccide il nemico Turno. Il mio eroe preferito, però, è Achille, anche se è quello che ha più difetti. La cosa bella di questo eroe è che alla fine riesce sempre a rimediare a qualunque suo errore: prima, per esempio, abbandona la guerra e poi ritorna in campo; prima decide di massacrare il corpo di Ettore ma poi lo restituisce a Priamo. La capacità di riconoscere i propri sbagli e di porvi rimedio è molto rara: per questo Achille è il mio eroe preferito. dell’incantevole dama. Anche il racconto intitolato Il diadema di Berili mi è parso assai avvincente ed interessante, poiché fa nutrire al lettore la curiosità che Holmes prova e sa trasmettere durante le proprie indagini. I racconti di Doyle, secondo la mia esperienza di lettrice, non presentano aspetti negativi, ed è per questo che consiglio vivamente la lettura della raccolta Le avventure di Sherlock Holmes. Claudia Iacuzzi 2^C Le stupende, lontane luci del Nord Lisbona, 19 ottobre 1520 Il capitano inglese Stewart era per sua natura deciso, ma non imprudente. Il suo nome era noto in tutta Europa. Le sue origini erano misteriose, ma le sue gesta, certo, non rimanevano nell'ombra. Il Condottiero avava compiuto numerose scoperte ed intrapreso gloriosi viaggi verso l'ignoto. In quei giorni, quell'uomo alto, dai capelli biondi e dagli occhi verdi, con una narice sottile che aveva assaporato i profumi di terre lontane e dalle mani robuste, che avevano salvato numerose imbarcazioni dalle tempeste, quell'uomo, in quel momento, cercava di compiere un'impresa impossibile: giungere in India, passando per il Polo Nord. Camminava con passo deciso, con il volto impassibile, diretto verso il salone del Sovrano portoghese. Arrivò davanti al portone intarsiato e adornato di lapislazzuli e pietre preziose. Due guardie aprirono ed il Capitano ebbe la visione di un maestoso salone dalla tappezzeria bianca e azzurro chiaro. Grandi finestroni davano sul mare e in fondo, seduto su un trono d'oro tempestato di diamanti, stava seduto il Re. Le sue vesti erano di seta, ricamate d'oro e la sua corona d'argento americano e rubini. Il colloquio tra i due fu breve, siccome il capitano Stewart era molto conosciuto ed apprezzato. Il Monarca gli mise a disposizione una caracca e cento giorni di tempo:" Bene Signore," disse il Sovrano " è la sera di mercoledì 19 ottobre 1520 e voi siete al servizio della Corona portoghese. Buon viaggio e che la speranza non vi abbandoni!". Stewart uscì dal salone, scese le scale e dopo essersi immerso nelle tenebre, si Marta Balconi 2^C Le avventure di Sherlock Holmes Uomo stimato nei tempi passati e recenti, Sherlock Holmes appare nell’immaginazione di Arthur Conan Doyle tra l’Ottocento e il Novecento. Pur non essendo scrittore bensì medico, Doyle si dedicò alla composizione dei celebri racconti riguardanti il famoso detective inglese e il suo aiutante Watson. Secondo lo storico anglosassone Carlo Ginzburg, Doyle ha ritratto se stesso in Holmes, valorizzando quindi i propri pregi e difetti attraverso il personaggio. Uomo apprezzato soprattutto dai giovani, Holmes appare come un tipo solitario anche se spesso in compagnia del dottor Watson. È il tipo di uomo che è raro trovare, dedito alla propria deduzione infallibile, a volte avvantaggiata dal proprio collaboratore. È molto attento ai dettagli quasi insignificanti, che molte volte offrono la soluzione dell’enigma. Da un mistero all’altro, Holmes si catapulta in situazioni ed avventure sempre più intriganti, come per esempio ne La scomparsa di Lady Carfax, in cui l’investigatore viene concretamente coinvolto nella ricerca 13 diresse al molo. La mattina dopo sarebbero salpati. Porto di Lisbona, 20 ottobre 1520 (alba) Tra i compagni più fidati del Capitano, c'era di sicuro il timoniere. Alto, slanciato, dai capelli color paglia e dalla pelle molto abbronzata, era vestito con un'uniforme blu oceano così come le scarpe. Era una persona amabile, dal carattere tutt'altro che impulsivo ed aveva anche lui una grande esperienza sul campo. Il Diamante amaranto levò l'ancora alle 7,40 di quelllo stesso giorno: la spedizione era ufficialmente avviata. Verso mezzogiorno, però, il Capitano venne raggiunto nella sua cabina dal capace timoniere Herman. Questi lo informò di una violenta tempesta in arrivo. Il Capitano cercò di evitarla, ma alla compieta raggiunsero la perturbazione, o meglio, fu lei a raggiungere loro. Saette lampeggianti e continui fragori di tuoni, che si perdevano nella notte, li accolsero. Un'onda improvvisa si infranse contro l'imbarcazione e questa rollò pericolosamente. "Amminate le vele!" urlò il Capitano. Le vele furono ammainate appena in tempo, un vento impetuoso aveva iniziato a soffiare. La navigazione continuò faticosamente per tutta la notte e l'alba rivelò l'irreparabile: dei cento uomini salpati , solo cinquantacinque era sopravvissuti. La spedizione proseguì, ma il clima a bordo era cambiato. Gli uomini, pervasi dalla paura, avevano perso ogni fiducia nel loro comandante. La mattina del 5 dicembre 1520, giunsero in vista del grande e maestoso Polo Nord, ma in una notte buia e fredda arrivò per quegli uomini la fine: mente in cielo si stava formando l' aurora boreale e le splendide luci del Nord rischiaravano il cielo tenebroso, Herman urtò un iceberg. La nave iniziò rapidamente ad imbarcare acqua ed i mariani corsero alle scialuppe. Il Capitano Stewart, invece, camminò verso la prora e sull'attenti si fermò. Gli altri gli gridavano di mettersi in salvo, ma lui, che era nato per navigare, aveva decsio di morire insieme alla sua imbarcazione. Il Diamante amaranto affondò e con essa il suo capitano. Dei marinai non si seppe più nulla e per le Indie si dovette trovare un'altra strada. La città fantasma Camminavo pensierosa per strada e a un certo punto si parò davanti a me una bancarella solitaria. Il proprietario aveva un grosso cappello nero calato sugli occhi e una sciarpa che gli copriva gran parte del viso. Io, spaventata dalla sua aria sinistra, mi allontanai velocemente. “Camilla!”mi arrestai all’improvviso. Avevo i sudori freddi, ero spaventatissima ma trovai il coraggio di girarmi … la bancarella era sparita e al suo posto c’era un biglietto luccicante. Era quasi mezza notte ed ero in ritardo, ma ero talmente incuriosita che mi avvicinai e lo presi in mano. Mentre lo leggevo scoccò la mezzanotte … “Dove sono?...” Tutto era cambiato. Ero avvolta nella nebbia e intravidi confusamente le mura frastagliate di una strana città. Mi avvicinai alla sua figura imponente, perché era il mio unico punto di riferimento. Entrata nella città fui attratta da una casa dalla cui finestra proveniva una tenue luce. Bussai alla porta che si aprì, con cigolio sinistro. Vidi un signore che mi dava le spalle, coperto da un lungo mantello nero. “Scusi, dove siamo?” Si girò di colpo. Rimasi pietrificata: era uno scheletro. “ahhhhhhhhhh” cacciai un urlo, corsi fuori da quella casa e mi diressi all’uscita della città, ma il portone delle mura era chiuso. Cercai di aprirlo con calci e pugni, ma rimase sbarrato. Sconsolata mi sedetti su un sasso e con la coda dell’occhio intravidi una persona. Anche questa volta era girata di spalle e si vedeva la nuca. Mi avvicinai. “Scusi” lui si girò: fortunatamente non era uno scheletro! Si avviò verso una casa solitaria ed entrò. Lo seguii. Si girò, mi sorrise e si dissolse nell’aria. Rimasi impietrita perché davanti a me si era formato un via vai di fantasmi: uno di loro si girò ed io mi spaventai a tal punto che arretrai inciampando in un sasso che mi fece cadere in un pozzo senza fondo … … Mi svegliai ; per fortuna era un sogno! Mi girai dall’altra parte del letto e davanti a me si presentò un fantasma illuminato sinistramente nella penombra … Caterina Bonacina, Lucia D’amore e Federico Gilberti 2^C Daniela Rota 14 1^A provavo per quel povero animale terrorizzato ed indifeso, così mollò la rete ed abbassò il pugnale. La redenzione del cacciatore Federica Fontana 2^C La Primavera si sta avvicinando e con essa la stagione della caccia all'orso. Io non amo questo tipo di attività, ma mio zio sì. Abitiamo entrambi in una casetta in montagna, isolata dalla città, immersa nella valle. Mio zio è una persona tenera, si è preso cura di me e mi ha cresciuta come fossi sua figlia. E' un uomo alto, slanciato e robusto. Ha i capelli corti, neri e lisci; il naso a punta e delle orecchie piccole. Gli occhi sono color smeraldo, il suo sguardo molto espressivo: basta quello per comprendere il suo stato d'animo. Ha un carattere forte, è responsabile e socievole. La sua professione è la falegnameria, ma la sua vera passione è la caccia. Il suo passatempo preferito è lucidare la sua collezione di coltelli, pugnali e fucili. Qualche settimana fa, è tornato a casa dicendo di aver avvistato tra gli alberi della foresta una grossa bestia dal pelo folto e dalla carne succulenta. Sicuramente aveva pensato di utilizzare la pelliccia di quel povero animale come tappeto e la carne per un futuro banchetto. Allora mi disse con tono deciso:" Tu verrai con me domani all'alba ad uccidere quell'animale, mi serviranno altre due braccia per squarciarlo!". Io ero terrorizzata all'idea, ma non volevo deluderlo: è stato sempre così generoso con me! Il giorno seguente, mi svegliò all'ora prestabilita. Insieme ci preparammo, egli si armò e ci dirigemmo verso il bosco. Eravamo immersi nel verde degli alberi, io avevo le mani in tasca per il terrore e lo zio il fucile puntato. Vagammo per ore senza ottenere risultati. Solo verso sera incominciammo ad intravedere delle ombre inquietanti. Io mi nascosi dietro un masso, mentre mio zio continuava la ricerca. Ad un certo punto, un grosso e possente orso sbucò da dietro un albero. Lo zio gli gettò addosso una rete che aveva tenuto nascosta fino a quel momento. Il povero orso si agitava e scalpitava in preda al terrore. Lo zio, dopo averlo intrappolato, estrasse dai pantaloni un pugnale che alzò lentamente sul petto dell'orso bruno. A quel punto, raccolsi fiato e gridai:" NOOOO !". Lo zio, stupefatto, si voltò verso di me e lesse nei miei occhi il dolore e la compassione che VIVERE UN SOGNO Alessandra era una ragazza molto allegra, con due occhi scuri e una carnagione pallida. Fin da piccola aveva un sogno: diventare una professionista di equitazione. Data questa sua passione, decise di frequentare un corso per poter imparare a cavalcare. Allora aveva 8 anni e subito rimase sbalordita dai magnifici cavalli della scuderia che la circondavano, soprattutto da una di questi. Non sapeva ancora il suo nome, ma il suo muso la colpì per la dolcezza e le raccontò la sua storia. Capì così che era la cavalla perfetta per lei, però all’inizio non la montò perché era troppo grande. Passò del tempo e un giorno la sua insegnante le disse che era pronta a cavalcare anche cavalli più grandi ed iniziare a prepararsi per le gare. Lasciò il cavallo con il quale si era allenata fino a quel momento e le venne assegnata la cavalla che aveva sempre desiderato. Scoprì così, anche il suo nome: Mary Poppins, era abilissima nel salto. La prima volta che si incontrarono erano entrambe molto emozionate. Il suo manto aveva il colore brillante come il tronco di una giovane quercia, una folta criniera e una coda lunghissima di colore nero come il buio più profondo. Alessandra e Mary da quel momento non si lasciarono più. Ogni giorno che aveva allenamento, verso le cinque del pomeriggio, Alessandra la puliva, la spazzolava, la faceva ancor più bella di quanto era già. E poi le metteva la sella. Durante le sue cavalcate praticava un po’ tutti gli stili: andava al passo, al trotto e al galoppo, ma l’attività preferita sia da lei sia da Mary era il salto. Le emozioni che Alessandra provava mentre cavalcava erano infinite, ma soprattutto stava sviluppando un maggior senso di sicurezza e autonomia che prima le mancava. Andare a cavallo quindi, oltre che essere divertente e regalarle gioia, la sta aiutando anche a formare il suo carattere. 15 Dopo qualche mese di duro allenamento iniziò a gareggiare con Mary e il loro legame era così tanto cresciuto che ora si sentivano come sorelle che si aiutavano in ogni situazione,nel bene e nel male, ma soprattutto nel bene! Il loro sogno era sempre stato quello di partecipare al campionato americano di equitazione e quel giorno si avvicinava. Un pomeriggio stava passeggiando con Mary lungo il viale della scuderia quando incontrò un’amica con cui aveva frequentato il corso. Ricordarono i momenti più belli di quelle prime volte e si fecero un sacco di risate. Poi si salutarono e ognuno se ne andò per la propria strada. All’improvviso però Mary inciampò in un sasso che sporgeva dal terreno ed emise un nitrito di dolore. Preoccupata, chiamò subito la sua insegnante, che però poco dopo la rassicurò: Mary aveva preso soltanto una slogatura e per questo motivo sarebbe dovuta rimanere a riposo per tre giorni. Questo fatto la rattristò molto, anche perché mancavano solo due giorni all’inizio del campionato americano di equitazione. Per non rischiare, Alessandra la fece visitare dal veterinario che per fortuna la tranquillizzò: Mary era in buona salute e avrebbe potuto gareggiare. Parlando con Mary, Alessandra le chiese se era d’accordo. Lei la guardò con i suoi occhioni dolci e poi, con un breve nitrito, le fece capire di sì! La gara era salva. Arrivò finalmente il giorno tanto atteso. La tensione era alle stelle. Appena il giudice diede il via, Alessandra e Mary partirono come saette verso il traguardo. L’impresa era dura, soprattutto per via della slogatura di Mary, ma strinsero entrambe i denti e alla fine, saltando tutti gli ostacoli senza compiere nemmeno un errore, giunsero prime. Erano al settimo cielo: il cuore batteva loro fortissimo. Ce l’avevano fatta. Ora poteva dire di aver realizzato uno dei suoi sogni più grandi. UNA GIORNATA DA DIMENTICARE Caro diario, oggi è stata la giornata più brutta della mia vita, pensa che sono chiusa in camera da cinque ore senza avere neanche mangiato. Domani non ho proprio voglia di andare a scuola! Ti chiederai perché dico tutto ciò! Ora ti racconto. Stamattina la sveglia non è suonata, e quindi ho avuto solo cinque minuti per prepararmi. Siccome ero in ritardo ho preso i primi vestiti che mi sono capitati e li ho indossati, non mi sono pettinata e non ho fatto colazione. Appena ho aperto la porta della mia classe tutti si sono messi a ridere compresa la professoressa. Però non capivo il motivo per cui tutti ridessero. Così all’intervallo la mia migliore amica mi portò in bagno, davanti allo specchio e da li dedussi il motivo per cui i miei compagni ridevano. Il mio aspetto era orribile!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Un vero e proprio mostro, vedevo in quello specchio!!!!!!!!!!!! Mi ero vestita con i pantaloni di mio fratello, ed una felpa scolarita. Però sapevo su chi contare, la super esperta di moda….Amanda. Lei nel suo armadietto ha un vero e proprio guardaroba con tanto di trucchi, pettine ed altre cianfrusaglie. Così andai da lei e le chiesi aiuto. Mi diede dei bellissimi vestiti, mi truccò un po’ e mi pettinò ed andai a cercare Rebecca, la ragazza che mi aveva rivelato il motivo per cui i miei compagni ridevano. Soddisfatta entrai in classe e fui accolta da una terribile sorpresa: mi cadde in testa un secchio d’acqua! Il trucco si sciolse sul mio viso facendomi ridiventare un mostro!!! e i miei vestiti, si erano rovinati. Non potevo richiedere aiuto ad Amanda! Così mi rimisi i vestiti brutti che avevo indossavo la mattina, mi lavai la faccia e mi misi un berretto che mi prestò una compagna. Dopo di che rientrai in classe e fui interrogata in Scienze, Storia e Geografia. Non le avevo ripassate, infatti presi quattro in tutte e tre le materie. Quando uscii da scuola il mio migliore amico mi chiese se volevo fidanzarmi con lui, non era giornata, anche se devo ammettere che è proprio carino! Francesca Barbieri e Sofia Fumagalli 1^A 16 Per sbaglio il più antipatico della scuola mi lanciò cinque uova e un pacco di farina che avrebbero dovuto finire in testa a Camilla la sua ex . Questa giornata è stata come un’odissea, ma ho capito molte cose: - Ripassare sempre le lezioni del giorno - Svegliarsi quando suona la sveglia - Avere cura del proprio aspetto Ciao caro Diario alla prossima avventura in spiaggia per vedere il sole tramontare. Dopo la passeggiata tornammo in camera e io mi diressi in terrazza per poter godere ancora un po’ della calda brezza estiva. Poi andai a letto e mi addormentai sapendo che il giorno seguente mi sarei dedicata al surf e mi addormentai pensando alle cavalcate che avrei fatto l’indomani. La mattina appena sveglia mi preparai più velocemente possibile ed andai a fare colazione. Come sospettavo papà era già andato a lavorare. Dopo essermi rimpinzata perbene scesi in spiaggia con la mia tavola da surf ed entrai in mare, decisa a “conquistare” le onde più belle. La giornata volò e così tutte le altre che passai tra le calde spiagge dell’Australia. Questo viaggio è stato forse il migliore di tutta la mia vita ma sarebbe stato ancora più perfetto se ci fossi stata tu con me. Comunque la buona notizia è che papà ha promesso che, non appena riuscirà ad ottenere qualche giorno di ferie in più ritorneremo su questa meravigliosa, grandissima isola e visiteremo anche il deserto, e vedremo i canguri. Ciao mamma, attendi aggiornamenti. BACI. Chiara Capelli 1^A 7 LUGLIO 2015 Cara mamma, ho deciso di tenere un diario per raccontarti le mie emozioni e paure, le mie esperienze ed i miei viaggi, dato che non lo posso fare di persona. Come tu già sai, papà viaggia molto per lavoro ed io l’ho sempre seguito, specialmente adesso che tu non ci sei più oggi ti racconterò il nostro ultimo viaggio che è appena terminato. Infatti, per raggiungere la nostra meta, abbiamo dovuto utilizzare l’aereo, ed io per non ricordare quel terribile viaggio che non ti ha permesso di visitare la terra dei tuoi sogni, ho deciso di distrarmi scrivendo, e quindi adesso scrivo, scrivo, scrivo… Allaccia le cinture, stiamo per partire destinazione Australia. Appena arrivati in hotel, papà è subito ripartito per raggiungere il luogo dove si sarebbe tenuto il convegno, ed io sono rimasta sola in camera. Non sapendo cosa fare ho deciso di iniziare la mia avventura in Australia collaudando la vasca idromassaggio. Dopo circa mezz’ora, ho iniziato a sistemare i vestiti nella cabina armadio, e poi, a causa del fuso orario mi sono addormentata. <<Ehi, apri, apri …>> ho sentito chiamare. Mi sono svegliata e mi sono accorta che le grida provenivano da qualcuno che era rimasto chiuso fuori dalla propria stanza. Ero ancora piuttosto assonnata, perciò ci misi qualche secondo a rendermi conto che l’individuo che gridava era nientemeno che papà. Andai ad aprire e lui mi disse di iniziare a prepararmi per scendere a cena. Ci misi poco a vestirmi: presi dall’armadio il mio vestito a fiori, infilai le infradito e uscii dalla stanza. La cena consisteva in piatti tipici tra cui noci macadamia, e per dessert ci servirono una torta locale di cui non ricordo il nome. Finito di mangiare, riuscii a convincere papà a portarmi Eleonora Foglieni e Alice Baldin 2^A Lunedì 4 Novembre 2013 Caro Amico, questa volta siamo in tre a scriverti: Giuly, Fra & Lodo, abbiamo deciso di chiamarti così perché un amico in più non guasta mai, soprattutto se quell’amico ha la A maiuscola! ☺ Ci hanno detto di scrivere un articolo per il giornalino della scuola, ma c’è un problema: ogni volta che ci affidano (questa parola non ci piace, ma non ne trovavamo un’altra) un compito di questo tipo le nostre idee sono pari a… zero assoluto!!!!!!!!!!!!!! Aiutaci tu!!!!!!!!!!!!!!!! Ripensando e ripensando, un argomento c’è: sei proprio tu, amico!!! L’altro giorno era halloween, a proposito… dolcetto o scherzetto? Abbiamo mangiato la pizza e poi siamo andate a dormire da Giuly, non sappiamo come ma, siamo arrivate a parlare della parola amicizia e del suo significato. Abbiamo usato le nostre cellule grigie (cellule che non siamo sicure di avere!!) e conclusione… abbiamo pensato, che noi tre, siamo come in una squadra di calcio, 17 attaccante, portiere e difensore (come se ce ne intendessimo ) ognuno di questi è indispensabile; siamo come le parti del corpo: ognuna aiuta le altre (brave anche in scienze ); siamo come in una lettera: data, saluto e firma; siamo come in una canzone: testo, note e sentimenti. Penso tu abbia capito: siamo anche noi amiche con la A maiuscola. Concludiamo con una cosa sola, ma “essenziale”: wow quante parentesi !!!!!!!!!!!!!!!!!! (ahahah) ☺☺ A domani Amico !!!! <3 La scenografia è sempre rimasta uguale durante lo spettacolo, ed era realistica. Consisteva in un telone che rappresentava una sala di colore verdognolo, sul cui fondo si trovavano tre porte. Quelle laterali erano solo dipinte e in scena si trovavano delle poltrone e un tavolo. Mi è sembrata molto adatta al testo, perché, nella sua semplicità, riusciva ad essere un ottimo sfondo rispetto a quanto avveniva sul palco. Era, infatti, funzionale ad ogni azione degli attori. I costumi rispecchiavano l’epoca storica, perché erano identici a quelli settecenteschi. Erano molto eleganti e non si usavano maschere. In tal modo il pubblico poteva vedere le espressioni del viso degli attori. I colori degli abiti erano generalmente vivaci. Gli attori interpretavano bene i loro personaggi e si muovevano bene sul palco. Il marchese ed il conte infatti, nell’azzuffarsi per Mirandolina, erano ridicoli per via della loro età decisamente più avanzata rispetto a quella della locandiera. Il primo, inoltre, assumeva un comportamento tronfio, promettendo protezione a Mirandolina come fanno coloro che hanno un’alta considerazione della propria posizione sociale, e che desiderano sfruttarla per raggiungere i propri scopi. Il secondo, invece, era più leggero e superficiale, e il suo comportamento è tipico di chi ha molti soldi e pensa, con quelli, di poter “comperare” le persone. Il Cavaliere, invece, è stato il mio personaggio preferito, per l’eccellente recitazione dell’attore che ricopriva quel ruolo. Inizialmente, infatti, egli era rozzo e burbero, ma poi, gradualmente, si addolciva, quasi rapito ed “ipnotizzato” dal fascino di Mirandolina. Infine, egli diventava geloso al punto da assumere un comportamento agitato e quasi convulso. Mirandolina, invece, era furba e si faceva beffe del cavaliere, provando contentezza per aver punito la sua superbia. Gli attori recitavano in modo eccellente sia con la voce che con i gesti, perché essi si adattavano bene fra di loro. Giudico molto buona la recitazione per l’armonia che l’ha caratterizzata. Venivano utilizzate musiche molto particolari durante i passaggi da un atto all’altro; esse mi sono sembrate adatte, in quanto erano tutte in stile classico o, comunque, di carattere sereno e Francesco Silvestro, Lodovica Taddei e Giulia Carminati 2^A “LA LOCANDIERA” Commedia di Carlo Goldoni alla Casa del Giovane Lo Spettacolo teatrale “La Locandiera”, di Carlo Goldoni è stato rappresentato dalla compagnia “Carro di Tespi”presso la “casa del Giovane” a Bergamo. Si tratta di una “commedia di carattere”, in cui si possono ritrovare, oltre alle “tre unità” goldoniane (di azione, di tempo e luogo), anche un notevole approfondimento psicologico dei vari personaggi. Non c’è un narratore esterno e prevale il dialogo con qualche monologo. La storia parla di un’affascinante locandiera, Mirandolina, la quale è corteggiata da due nobili: il Conte di Albafiorita e il Marchese di Forlipopoli. Per conquistarla, il primo le fa molti costosi regali, mentre il secondo le fa delle promesse di protezione. Anche il cameriere, Fabrizio, è innamorato di lei. Ad essere ospite della locanda è anche il cavaliere di Ripafratta, un nobile che si vanta di essere immune al fascino femminile e di non essersi mai innamorato. Mirandolina decide, dunque, di punire la sua superbia. Riesce a farlo innamorare, ma poi rifiuta il suo amore, concedendo la propria mano all’unica persona che le abbia davvero voluto bene: Fabrizio. 18 spensierato (come, in effetti, era tutta la commedia). Ci sono state anche diverse variazioni di luce. In particolare, esse venivano abbassate durante i cambi di atto. Si è trattato di un espediente molto intelligente per mantenere lo spettatore nel vivo dell’azione, senza fare stacchi netti tra un atto e l’altro, e dando, quindi, continuità alla vicenda. I personaggi maggiormente in luce erano Mirandolina e Fabrizio, i quali, quando dialogavano, venivano illuminati di più rispetto al resto della scena, che restava al buio. La commedia ha stimolato in me alcune riflessioni sul comportamento dei vari personaggi. Il Conte ed il Marchese, infatti, secondo me, sbagliavano quando tentavano di conquistare Mirandolina offrendole protezione o regali, anziché manifestandole il loro amore attraverso dichiarazioni esplicite . Questo perché l’amore per una persona è un sentimento estremamente bello ed è arrogante pensare di conquistarlo mediante beni materiali. Avverto anche molte criticità anche nell’atteggiamento che Mirandolina ha nei confronti del Cavaliere. Penso che, facendolo innamorare e poi ripudiandolo, lei abbia giocato con i suoi sentimenti. Infatti, ha generato in lui false illusioni, che avrebbero portato ad una delusione e quindi al dolore. Infine, anche il superbo Cavaliere di Ripafratta non ha avuto un comportamento corretto, perché, prima di esprimere opinioni così negative sulle donne, avrebbe dovuto conoscere a fondo il genere femminile. La reazione del pubblico è stata entusiastica: gli applausi sembravano non finire più! Anche a me è piaciuta la commedia, per l’ottima recitazione, la professionalità degli attori e la bellezza della trama. Cabiri, per una vittoria navale (un'ipotesi vuole che si tratti di quella ottenuta dai rodi nel 190 a.C. nella battaglia di Side sulla flotta fenicia al servizio del re di Siria Antioco III). Vi è anche un'ipotesi per cui l'opera sia una copia di una scultura di epoca classica, con una datazione più alta, all'inizio del III secolo a.C.: tale datazione si concilia anche con le più antiche attestazioni dell'iconografia di Nike su prua, nella seconda metà del IV secolo a.C., su anfore panatenaiche e su alcuni conii di Alessandro Magno. La posa della statua riproduce inoltre fedelmente l'immagine monetale dei conii di Demetrio Poliorcete risalenti ai primissimi anni del III secolo a.C. L'opera è collocata in punto cruciale del museo del Louvre a Parigi; essa si erge maestosa in cima allo scalone progettato da Hector Lefuel, che collega la Galerie d'Apollon e il Salon Carré. La Statua della Madre Russia di Stalingrado è stata ispirata alla Nike di Samotracia. La statua rappresenta la giovane dea alata, figlia di Pallante, che porta l'annuncio delle vittorie militari, mentre si posa sulla prua di una nave da battaglia (il basamento, pure in pietra). Un vento impetuoso investe la figura protesa in avanti, muovendo il panneggio che aderisce strettamente al corpo e crea un gioco chiaroscurale di pieghette dall'altissimo valore virtuosistico, in grado di valorizzare il risalto dello slancio. Dinamismo ed abilità di esecuzione si uniscono quindi in un'opera che concilia spunti dai migliori artisti dei decenni precedenti: il vibrante panneggio fidiaco, gli effetti di trasparenza e leggerezza prassitelici e la tridimensionalità lisippea. Scolpita nel pregiato marmo di Paro, la dea posa con leggerezza il piede destro sulla nave, mentre per il fitto battere delle ali, che frenano l'impeto del volo, il petto si protende in avanti e la gamba sinistra rimane indietro. Le braccia sono perdute, ma alcuni frammenti delle mani e dell'attaccatura delle spalle mostrano che il braccio destro era abbassato, a reggere probabilmente il pennone appoggiato alla stessa spalla, mentre il braccio sinistro era sollevato, con la mano aperta a compiere, secondo la conservatrice del Louvre Hamiaux, un gesto di saluto, o meglio a reggere una corona. L'autore della Nike ha esasperato tutto ciò che può suggerire il movimento e la velocità. Alessandro Lavelli 2^B La Nike di Samotracia Sfogliando il libro di arte ci ha colpiti maggiormente la Nike di Samotracia. La Nike (in greco Νίκη - dea della vittoria) fu ritrovata a Samotracia, un'isola dell'Egeo, nel 1863 priva delle braccia e della testa (solo una mano venne ritrovata nel 1950). L'opera venne scolpita a Rodi in epoca ellenistica e rappresentava forse un'offerta commemorativa al santuario dei Grandi Dei, i Filippo Trovesi 1^A 19 L'accesso al Colosseo era gratuito e l’assegnazione del posto dipendeva dalla classe sociale di appartenenza. I gradini del Podium quelli più vicini all’arena, erano riservati alla corte imperiale e ai senatori. IL COLOSSEO Il Colosseo rappresenta ancora oggi un prodigio d’ingegneria e di funzionalità. Il suo nome è anfiteatro Flavio perché fatto costruire dall’imperatore Vespasiano Flavio, ma è detto popolarmente Colosseo perché si trova nei pressi di una colossale statua. L’edificio ospitava i combattimenti dei gladiatori con spade ed altre armi, dare la caccia ad animali feroci e altri spettacoli sanguinosi. Iniziato sotto l’imperatore Vespasiano nel 72 d.C., fu inaugurato da suo figlio Tito nel 80 d.C. con festeggiamenti che durarono 100 giorni, durante i quali furono uccisi almeno cinquemila animali feroci. La pianta è di forma ellittica e le gradinate sono disposte intorno all’arena centrale, di enormi dimensioni (si stima che potesse ospitare oltre cinquantamila persone), il Colosseo fu progettato con straordinaria attenzione: un complesso sistema di rampe, scale e corridoi per permettere alla folla di andare verso l’uscita, permettendo di evacuare l’edificio in pochi minuti. La struttura portante fu costruita con mattoni e soprattutto marmo. Per le volte delle gallerie si fece ricorso a calcestruzzo. Quando perse la sua funzione di palestra per combattimenti all’ultimo sangue, il Colosseo cadde in rovina. Da allora i Romani lo usarono come una cava da cui prelevare materiale da costruzione. Nel XVII secolo la chiesa lo salvò dalla definitiva distruzione, dichiarandolo luogo sacro in quanto si riteneva che fosse avvenuto il martirio dei primi Cristiani. Sotto il tavolato dell’arena si trovano i sotterranei, dove erano raccolti tutti i servizi e le attrezzature necessarie allo svolgimento dei giochi: macchine, armi, gabbie per belve e celle per gladiatori e un sistema di montacarichi che portava ogni cosa sull’arena al momento opportuno. Al di sopra dell’anfiteatro veniva disteso un grandissimo tendone di tela, il Vellarium, per riparare gli spettatori dai raggi solari, mentre durante gli spettacoli notturni l’arena veniva illuminata da massicci candelieri di ferro. Nella bassa, càvea sedevano le cariche militari. Alla ricca borghesia erano destinate le gradinate alla media càveamentre nelle gradinate dell’alta càvea trovava posto la plebe. Filippo Nozza 1^A Secondo l’associazione Zulu Nation l’hip-hop è nato il giorno 11 novembre 1973 grazie al lavoro dei DJ Kool Herk e Afrika Bambaataa. Il fenomeno “Block Party” ha dato vita a questo ballo; consisteva in feste di strada in cui i giovani afroamericani e latino americani suonavano, ballavano, cantavano a ritmo di musica, cioè 4/4. Tra gli anni Ottanta e Novanta gli aspetti di questa cultura si diffusero in tutto il mondo soprattutto entro i confini americani. Questo stile ha generato un importante fenomeno commerciale e sociale, rivoluzionando il mondo della musica, della danza, dell’abbigliamento e del design. I quattro elementi della cultura dell’hip-hop sono: - lo MCing, anche noto come musica rap, introdotto dagli afroamericani; - il DJing, introdotto dai giamaicani; - il B-boying, ovvero l’arte introdotta dai latinoamericani e afroamericani del Bronx. Alcuni considerano il beatboxing il quinto elemento dell’hip-hop, altri aggiungono lo slang o il double dutching (forma di salto alla corda); molti seguono l’insegnamento di Bambaataa cioè il knowledge. La musica hip-hop nasce dalla mescolanza di musica giamaiacana ed americana nel 1970. È caratterizzata dall’enfasi del ritmo e dalla frequente inclusione del rapping. Rapping in italiano ha due definizioni: “reppare” o “rappare” che si potevano ritrovare nella musica giamaicana, prodotta nello stesso periodo. L’ hip-hop, a sua volta, ha dato origine ad altre tecniche: - il DJing, che ne ha esteso i confini; - il writing,nato nel 1970, ma si è sviluppato nei tardi anni Ottanta; - il B-boying: uno stile dinamico di danza; - il beatboxing: è rappresentato dall’imitazione vocale delle percussioni. 20 Gli strumenti tipici dell’hip-hop sono: il giradischi, il sintetizzatore, il DAW, il rapping, il drum machine, il campionatore, la batteria, la chitarra elettrica, il basso elettrico, il pianoforte, il beatboxing, la voce. * mascara e trucco chiaro mettono in risalto i tuoi occhi * smalto troppo fosforescente o troppo colorato o eccessivamente scuro fa venire il mal di testa a chi lo guarda * disegni sulle unghie o adesivi? Sono molto divertenti soprattutto in estate * ricorda che il lucidalabbra non serve per farlo vedere agli altri ma per non fare screpolare le tue labbra, quindi usalo con moderazione * per finire non scordare mai un tocco leggero di profumo e…. Arianna Camera e Federica Rota Nodari 1^B Sei pronta per uscire! Abbigliamento: che passione! Elisa Bonazzi & Emma Veneziani 1^A * magliette troppo scollate ? Meglio indossarle con una sciarpa in tinta con il tuo top * magliette con lo strappo o con il pizzo sul dietro sono fashion * bellissime e very cool quelle con baffi o con disegni allegri * le felpe con il pelo sono perfette per l’inverno perché tengono molto caldo, mentre quelle di Disney sono divertenti * per andare a scuola non indossare mai gonne troppo corte ma ti consigliamo un paio di pantaloncini con leggings: questi sì sono perfetti * ok anche i leggings a fantasia perché sono vivaci ANIMALI Ci piacerebbe andare alla scoperta di animali, e così nella nostra fantasia abbiamo pensato di fare un’intervista a tre categorie: Marini, Anfibi e Terrestri e di scegliere due sottocategorie : Innocui e Feroci. Feroci / Terrestri: Falco pellegrino ”Perche voli cosi in alto, mio caro amico?” “ Perche almeno posso individuare la preda e poi quando l’ho vista chiudo le ali e poi… Beh… non c’è più scampo per questa”. ”Come fai a nutrire i tuoi piccoli?” ”I miei piccoli mangiano i piccioni che piacciono tanto anche a me, che leccornia!! I pulcini mangiano solo ciò che ho rigurgitato io e a pensarci adesso, dovrei andare a dar loro da mangiare. Tornerò fra circa venti minuti. La mia è stata una dura caccia, ma molto proficua.” ”Quanto misura la tua apertura alare? ”Misura circa due metri compreso il corpo. E’ fatta così perche almeno posso planare in picchiata e afferrare più velocemente la preda.” ”Grazie, ciao ci vediamo!” Accessori: gli indispensabili * cartelle Eastpak: veramente carine e in tanti modelli per le tue esigenze * borse GOLA sono bellissime perché si possono trovare in molte fantasie * collanine Accessorize , ecco un must per ogni occasione * orecchini con baffi e con pizzo ricamato sono fantastici e completano il tuo look con classe Scarpe: un elemento fondamentale * Emu perfetti per l’inverno: ti riscalderanno le gambe * le ballerine sì ma con calzamaglie o leggings * scarpe Nike comode e sportive * All Star? Certo stanno benissimo con qualsiasi abbigliamento * stivali alto o bassi con pantaloni a stretti sono excellent! L’Orca assassina “Qual è il tuo cibo preferito?” “Sinceramente sono ghiotta di otarie, e, soprattutto per cena, di pesciolini molto piccoli, come il plancton”. “Perche nuoti cosi veloce e in profondità?” “ Nuoto in profondità perché così da sotto vedo Trucchi e dintorni * truccatevi in modo leggero e naturale 21 - Scienze Motorie perché mi piace fare movimento e giocare. Cosa preferisci fare durante il tempo libero? - Giocare con mio padre perché è allegro e divertente. Pratichi qualche sport? - Sì, il calcio. E per quale squadra tifi? – Chi è il tuo calciatore preferito? - La mia squadra del cuore è l’Inter ed il mio calciatore preferito è Milito. Quale lingua straniera ti piace di più: spagnolo o inglese? - Preferisco lo spagnolo perché ogni anno trascorro l’estate a Tenerife e vorrei imparare a parlarlo bene. Cosa ti piacerebbe fare da grande? - il cacciatore. Hai un sogno nel cassetto? - Sì, andare a vivere in Spagna con la mia famiglia. Allora grazie, Federico e…IN BOCCA AL LUPO!!! la mia preda e nuoto velocemente così non può sfuggirmi, poi, con un maestoso salto, esco fuori dall’acqua e mostro la mia preda a tutti”. “Perché non migri mai nel tuo ciclo di vita?” “Perché nei mari in cui vivo c’è cibo a sufficienza e la mia temperatura corporea si è adattata a questo tipo di clima. “ Anfibi: Rana dai puntini rossi “Perché quando qualcuno tisi avvicina gli spruzzi del veleno?” “Perché una rana piccola come me deve difendersi; io come faccio a sapere che intenzioni ha chi mi viene in contro?” “Qual è il tuo cibo preferito?” “Grazie alla mia lingua lunga riesco a catturare, senza spaventarli, gli insetti tipo mosche, moscerini e zanzare, Che buoni!!!!!!!”. “Perché le tue zampe sono palmate?” “Perché mi fanno nuotare più veloce e scappare dai lucci e dai coccodrilli”. Innocui / Terrestri: Gallina Luca Strani 1^A “Perché deponi le uova?” “Perché almeno la mia specie continuerà a vivere e perché io, con quelle, vi nutro!!!” “Perché hai le ali ma non voli?” “Perché il nostro corpo è troppo pesante per due aluccie così piccole”. “Perché, a volte mangi le tue uova?”. “Perché ho fame!” Top gear(ep.1) Marini: Pesce farfalla “Perché hai la forma allungata?”. “Perché posso nuotare più veloce, quindi scappare dai predatori?”. “Perché hai il colore dei coralli?”. “Grazie al mio colore giallo-marrone mi mimetizzo tra di essi”. “Che cosa preferisci mangiare?”. “Io mangio piccoli pesci, li adoro!” Questa è una classifica riguardante la bellezza delle auto, cosa che è molto soggettiva e che varia molto da persona a persona. Abbiamo quindi cercato di scegliere le 8 auto nella maniera più oggettiva possibile. Detto questo possiamo cominciare con l'ottava auto: la Noble M600. Matilde Papis 1^A La Noble è una casa praticamente sconosciuta, fondata dall'americano Lee Noble nel 1999 in Inghilterra; ha prodotto la M600 dal 2010. La M600, con l'incredibile velocità massima di 362 Km/h è una tra le auto più veloci del mondo,inoltre va anche da 0 a 100 in 3.0 secondi. Con il muso corto e l'aspetto né troppo appariscente ne troppo discreto si merita tutta l'ottavo posto nella classifica. 8. Noble M600 Intervista ad ad uno studente dell’Istituto ’Suore Sacramentine’’ Intervistatore: Strani Luca. Intervistato: Casali Federico Ciao, come ti chiami? - Federico Casali. Quanti anni hai? - Undici. Quando sei nato? - L’8 novembre del 2002. Che classe frequenti? - La prima media dell’Istituto “Suore Sacramentine” di Bergamo. Qual è la tua materia preferita? 7. Lamborghini Aventador roadster Tutte le Lamborghini hanno il loro fascino e sarà stato, anche solo per poco tempo, il “mito 22 automobilistico” di ognuno di noi, ma trovo che la Aventador abbia qualcosa in più che non si può comprendere senza vederne una fotografia se non con 2 termini: esagerazione e follia. basta vederla per capire quanto è bella e per me lo è da ogni punto di vista. Credo che il modo migliore per darne prova sia un immagine. di Giorgio Rota e Pietro Belloli 2^A 6. Ford GT L'unica Ford alla pari della GT è la Mustang che però non può competere con il bellissimo aspetto da “muscle car” alternativa della discendente della campionessa di Le Mans. L'enorme mostro americano, nonostante le dimensioni ha un aspetto leggero e questo è il principale motivo per cui si merita la sesta posizione. Una donna vede il marito sulla culla del loro bambino appena nato. Osservando il neo-papà, nota diverse emozioni sul suo volto: incredulità, dubbio, meraviglia, incanto e scetticismo. Avvicinandosi gli domanda dolcemente: - A cosa stai pensando? - È incredibile! Non capisco come si possa fabbricare culle solide come questa per soli 19,99 euro! ***** Un tale si lamenta: - Io prendo il mio lavoro molto seriamente, e così al circo mi dicono ch sono un pessimo clowon. ***** Un immigrato originario del Congo, chiamato a deporre in tribunale, quando viene a sapere che è stata richiesta la presenza di un interprete, protesta indignato: Ma, signor giudice, io vivo qui sin da piccolo, qui ho fatto tutti i miei studi e mi sono laureato in lettere: la presenza di un interprete costituisce per me un’offesa! E il giudice, pure lui africano, si rivolge all’interprete e gli chiede in congolese: Che cosa ha detto? ***** 5. Jaguar XK Jaguar... Un nome cattivo ma la XK, in realtà ha un aspetto piuttosto gentile ed è per questo che mi piace molto inoltre con il V8 supercharged (con compressore volumetrico) che gli permette di raggiungere la velocità massima (autolimitata) di 250 Km/h e di andare da 0 a 100 in 4.8 secondi è una tra le mie auto preferite. 4. Maserati granturismo Veramente bellissima e con un sound da vera Maserati. Mi piace soprattutto la sua linea è molto fluida e pulita, senza troppi fronzoli. La sua semplicità è il suo punto forte e ha l'eleganza tipica di tutte italiane. Non sarà l'auto più veloce del mondo ma vale il suo titolo di supercar e la quarta posizione. 3. Chevy (Chevrolet) Camaro ZL1 Molto cattiva, motore V8, grossa e rumorosa è la “muscle car” per eccellenza, un auto potente dalla linea stupenda e veramente bellissima. L'unico aspetto negativo sta nella pesantezza della forma ma Giorgio Rota la adora e perciò le concedo il podio. Che cosa manca? Nella 2° vignetta mancano 9 particolari. Quali? 2. Ferrari 458 Italia La più che degna erede della F430 distrugge in velocità la F360 e ha l'aspetto di una vera Ferrari. Secondo me, per trovare una Ferrari così bella si deve ritornare indietro alla vecchia 288GTO. Di auto così belle ce ne sono poche, anzi ce n'è solo una: la... 1. Alfa Romeo 8C La mia auto preferita, la più bella di sempre ed è un' Alfa Romeo. So già che qualcuno avrà da ridire su questo ma 23