Tutela della natura e salvaguardia dell`agricoltura

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Tutela della natura e salvaguardia dell`agricoltura
Provincia di Pavia
Settore Faunistico Naturalistico
TUTELA DELLA NATURA
E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA
DELLE PRODUZIONI AGRICOLE
Attività svolte dalla UO Caccia
• Realizzazione e approvazione del Piano Faunistico
•
•
•
•
venatorio e di miglioramento ambientale del territorio
provinciale;
Istituzione e gestione degli Istituti venatori pubblici (zone
di ripopolamento e cattura, oasi di protezione);
Istituzione e controllo degli Istituti venatori privati
(Aziende faunistico-venatorie, Aziende agri-turistico
venatorie, Zone addestramento e allenamento cani);
Istituzione e la nomina dei Comitati di gestione e il
controllo degli Ambiti territoriali di caccia;
Prevenzione, accertamento e liquidazione indennizzi
per i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni
agricole;
• Redazione di progetti di miglioramento ambientale;
• Organizzazione di corsi ed esami per il conseguimento
•
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•
•
•
dell’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria;
Stampa e ritiro tesserini venatori;
Realizzazione di corsi ed esami per l’abilitazione alla
forme di caccia di specializzazione, in particolare:
selecontrollori per la caccia di selezione agli ungulati,
biometristi, cacciatori accompagnatori esperti, cacciatori
al cinghiale in braccata;
Organizzazione dei corsi ed esami per gli operatori
abilitati al controllo della fauna selvatica (art. 41 L.R.
26/93);
Realizzazione di piani di controllo per le specie invasive;
Censimenti della fauna e redazione dei Piani di prelievo
della fauna cacciabile;
Approvazione delle integrazioni provinciali al Calendario
venatorio regionale;
Colture agricole: frumento
• Il frumento o grano è noto fin dai tempi antichi e rappresenta
ancor oggi, soprattutto nelle zone temperate, la principale fonte
di cibo per l’uomo.
• E’ originario dell’Asia sud-occidentale ed attualmente viene
coltivato in tutti i continenti.
• La produzione italiana di frumento tenero (Triticum aestivum) è
concentrata prevalentemente al Centro-Nord e copre solo in
parte il fabbisogno nazionale (55%).
• La superficie investita, dopo una forte contrazione verificatasi
negli anni ’80 soprattutto al Nord, a vantaggio di colture più
produttive e redditizie, quali il mais, l’orzo, la barbabietola e la
soia, ha recentemente ripreso ad aumentare a seguito della
politica di aiuti comunitari.
• Le varietà a semina autunnale coltivate in Italia sopportano bene
i freddi invernali e richiedono temperature crescenti. In fase di
maturazione il frumento si avvantaggia di un clima caldo e poco
piovoso.
.
• Il frumento è una pianta a medie esigenze idriche e teme
fortemente, specie nei periodi freddi, il ristagno d’acqua
nel terreno a seguito del quale si verificano sviluppo
stentato per asfissia radicale e attacchi parassitari; teme
inoltre i forti venti ed i temporali primaverili in quanto
causa di allettamento.
• L’aumento produttivo registratosi negli ultimi anni è in
gran parte dovuto al lavoro di miglioramento genetico,
iniziato già ai primi del Novecento.
• In provincia di Pavia nell’anno 2011 la coltura di frumento
tenero ha investito una superficie di circa 10.000 ettari
con una produzione media di circa 44 quintali ad ettaro.
Colture agricole: mais
• Il mais o granoturco è una pianta erbacea annuale ed è
uno dei più importanti cereali largamente coltivato sia
nelle regioni tropicali che in quelle temperate, in
quest'ultimo caso a ciclo primaverile/autunnale.
• Il mais rappresenta la base alimentare tradizionale nelle
popolazioni dell'America latina e, localmente, in alcune
regioni dell'Europa e del Nordamerica.
• Nelle regioni temperate è principalmente destinato
all'alimentazione degli animali domestici, sotto forma di
granella, farine o altri mangimi, oppure come insilato,
generalmente raccolto alla maturazione cerosa. È inoltre
destinato a trasformazioni industriali per l'estrazione di
amido e olio oppure alla fermentazione, allo scopo di
produrre per distillazione bevande alcoliche o bioetanolo
a scopi energetici.
• L'infiorescenza femminile, che porta le cariossidi, si
chiama correttamente spiga ma viene più spesso
impropriamente chiamata "pannocchia".
• Le regioni italiane più intensamente maidicole sono
Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia: da
queste quattro regioni si producono circa i 2/3 di tutto il
mais prodotto in Italia.
• La produzione nazionale copre circa l’85% del fabbisogno
interno (rappresentato quasi esclusivamente dall’impiego
zootecnico), che pertanto deve essere integrato
ricorrendo all’importazione, soprattutto dagli USA e dal
Sud America.
• In provincia di Pavia il mais è stato coltivato, nell’anno
scorso, su di una superficie complessiva di circa 30.000
ettari, con una resa media di granella di circa 110 quintali
per ettaro.
Colture agricole: riso
• Il riso è una pianta erbacea annuale di origine asiatica
appartenente alla famiglia delle Graminacee, che viene
coltivata nel periodo primaverile/autunnale.
• Richiede caldo e pochi sbalzi di temperatura, per cui è
stata da sempre attuata la coltivazione in sommersione,
ovvero nell’acqua, per consentire un’azione
termoregolatrice, un miglior controllo delle infestanti non
acquatiche,una riduzione delle perdite di azoto ed un
aumento della disponibilità di alcuni elementi nutritivi.
• Attualmente vengono utilizzati il laser per spianare il
terreno e la tecnica della semina in asciutta, per
consentire un utilizzo più efficiente e sostenibile
dell’acqua.
• Esistono le sottospecie indica e quella japonica, che
ricomprende i risi comuni (es. varietà Balilla), semifini
(es. varietà Vialone Nano), fini (es. varietà Roma),
superfini (es. varietà Carnaroli).
• La provincia di Pavia è la maggior produttrice di riso in
Italia, con 1.700 aziende risicole su di una superficie
complessiva, nella zona del Pavese e Lomellina, di circa
85.000 ettari.
• La produzione media è di circa 56 quintali per ettaro, che
ha comportato nell’anno 2011 una produzione
complessiva di quasi 5 milioni di quintali.
Colture agricole: vigneto
• La superficie in produzione coltivata a vite in provincia di
Pavia, nell’anno 2011, è stata di circa 13.000 ettari, con
una resa di circa 85 quintali per ettaro ed una produzione
complessiva superiore ad 1 milione di quintali di uva.
• In particolare, l’Oltrepò Pavese è il territorio vitato più
esteso della Regione Lombardia, con una capacità
produttiva pari al 5% della produzione italiana ed al 75%
della produzione lombarda.
• La viticoltura è presente nelle fasce collinari, al di sotto
dei 600m, con oltre 13.000 ha iscritti agli albi della DOC.
Le varietà più coltivate sono la Croatina (3.900 ha), la
Barbera (3.000 ha) e il Pinot Nero (2.200 ha).
La ripartizione produttiva complessiva del territorio vede
quasi un 70% di uve prodotte per la vinificazione in rosso
ed un 30% per vino bianco.
Legge Regione Lombardia 16 agosto 1993 n 26
• ART 1. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello
Stato, costituisce bene ambientale ed è tutelata e protetta
nell’interesse della comunità internazionale, nazionale e
regionale.
• ART 3. L’esercizio dell’attività venatoria è consentito
purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della
fauna selvatica e non arrechi danno alle produzioni
agricole.
• Art. 37 Limitazione all’utilizzo dei terreni agricoli a fini
venatori
• L’esercizio venatorio è comunque vietato in forma vagante
sui terreni in attualità di coltivazione. Si considerano in
attualità di coltivazione: i terreni con coltivazioni erbacee
da seme; i frutteti specializzati; i vigneti e gli uliveti
specializzati fino alla data del raccolto; i terreni coltivati a
soia e a riso, nonché a mais per la produzione di seme
fino alla data del raccolto.
• L’esercizio venatorio in forma vagante è inoltre vietato sui
terreni in attualità di coltivazione, individuati su richiesta
delle organizzazioni professionali agricole maggiormente
rappresentative a livello regionale, tramite le loro
organizzazioni provinciali, in relazione all’esigenza di
protezione di altre colture specializzate o intensive.
Terreni in attualità di coltivazione
Tipologia
Colture cerealicole, orticole
Periodo
Dalla semina al raccolto
ed erbacee da seme
Prati naturali ed artificiali
Falciatura (fioritura)
Marcite: prati artificiali irrigui
sempre
Frutteti e vigneti
fino al raccolto
Tipologia
• Terreni rimboschiti
• Pioppeti
• Vivai, frutteti e colture arboree
specializzate
Periodo
Successivo alla
piantumazione
Fine al terzo anno dopo
l’impianto
Sempre
Fondi chiusi (art. 37 L.R. 26/93)
L’esercizio della caccia è vietato nei fondi chiusi,
suddivisi nelle seguenti tipologie:
• Fondi chiusi istituiti per la salvaguardia di colture agricole
specializzate, segnalati mediante apposita tabellatura lungo
il perimetro dell’area interessata;
• Fondi rustici chiusi: fondi delimitati da rete metallica o altra
effettiva chiusura, di altezza non inferiore ad 1.20 m. o da
specchi o da corsi d’acqua perenni il cui letto abbia la
profondità di almeno metri 1,50 e la larghezza di almeno 3
metri.
• Fondi dove è praticato l’allevamento ed il pascolo del
bestiame adeguatamente delimitati da recizioni fisse,
barriere o elementi naturali.
Danni causati dalla fauna selvatica
alle coltivazioni agricole
(art.47 l.r. 26/93)
•L’indennizzo dei danni arrecati alle produzioni agricole
dalle specie di fauna selvatica e domestica inselvatichita
è a carico:
•a) della Provincia, qualora siano provocati nelle oasi di
protezione, zone di ripopolamento e cattura, nei centri
pubblici di produzione della selvaggina; la Provincia fa fronte
ai danni con la dotazione finanziaria del bilancio regionale
riguardante le spese per le funzioni trasferite in materia di
caccia;
• b) degli Ambiti territoriali di caccia, qualora si
siano verificati nei fondi ivi compresi.
• c) dei titolari
o concessionari degli Istituti
venatori privati, (AATV AFV) qualora si siano
prodotti nei fondi inclusi nelle rispettive Aziende;
• d) dei titolari delle zone per l’addestramento e
per le prove cinofile, qualora si siano verificati
nei rispettivi fondi.
• I danni, che devono essere denunciati entro otto giorni
dall’avvenimento, sono quantificati attraverso perizie
effettuate da tecnici abilitati, individuati dalle Province, di
concerto con i Comitati di gestione degli ambiti territoriali.
• Le risorse sono reperite nell’ambito delle dotazioni
finanziarie regionali trasferite alle province concernenti le
spese relative alle funzioni in materia di caccia,
determinate sulla base del TASP (territorio agro-silvopastorale) e del numero di cacciatori residenti sul
tarritorio;
• gli Ambiti di caccia partecipano per il 10 % dei danni
quantificati e liquidati, tramite le quote versate dai singoli
soci iscritti.
Comitato tecnico provinciale per la gestione del fondo
di tutela della produzione agraria.
• Presso ogni Provincia è presente un Comitato tecnico,
costituito dai rappresentanti delle maggiori
Organizzazioni professionali agricole e venatorie, che
determina l’indennizzo la liquidare alle Aziende agricole
per i danni causati dalla fauna alle coltivazioni.
• La quantificazione del danno viene approvata sulla base
delle perizia dei tecnici abilitati, tenuto conto delle
produzioni medie e dei prezzi di mercato delle colture
agricole.
Prevenzione danni
Sono concessi contributi per gli interventi di prevenzione
dei danni alle produzioni agricole e alle opere approntate
su terreni coltivati solo se concordati ed autorizzati dai
Comitati di gestione o dalla Provincia.
-
Il materiale comunemente utilizzato per la tutela delle
produzioni agricole è costituito da:
Reti metalliche o plastificate;
Recinzioni elettrificate (anti-ungulati)
Retine zincate antilepre;
Repellente granulare (anti-avifauna), liquido o resinoso
(antilepre e/o antiungulati);
Dissuasori visivi od acustici
Piani di controllo delle specie invasive (art.
41 l.r. 26/93)
Per la tutela delle produzioni agro-forestali, la Provincia
provvede al controllo delle specie di fauna selvatica od
inselvatichita, che viene effettuato, in prima istanza,
tramite metodi ecologici.
Solo di fronte alla dichiarata inefficacia di tali interventi è
possibile intervenire tramite piani di controllo numerico.
I piani sono attuati dalla Polizia provinciale che può
avvalersi dei proprietari/conduttori dei fondi con licenza di
caccia, degli operatori in possesso di specifica
autorizzazione, delle guardie forestali e delle guardie
volontarie o dipendenti degli Istituti venatori privati.
Detti piani di contenimento numerico sono sottoposti
all’approvazione preliminare dell’ISPRA.
Piani di contenimento: nutria
• La nutria è un roditore esotico artificialmente introdotto in
Italia negli anni ’80. Poiché è in grado di alterare il
reticolo idrografico, ha un impatto negativo sugli
ecosistemi naturali, sulle opere idrauliche e sulle colture
agricole. Consistenti danni sono rinvenuti a carico delle
coltivazioni agricole, degli argini, terrapieni, sponde di
rogge e canali ed infrastrutture rurali.
• Da una ricerca condotta dalla Provincia, risulta che la
densità media di nutrie sul territorio pavese oscilla tra 0,1
e 2 individui/ettaro.
• Le colture maggiormente a rischio sono il mais, durante
tutto il ciclo colturale, il riso - in risaia tradizionale ed in
asciutta, soprattutto nei periodi di irrigazione e nelle fasi
di germinazione e sviluppo - ed in misura minore il grano,
l’orzo e gli erbai.
• Il piano di contenimento della nutria prevede:
la cattura con apposite gabbie trappola o l’abbattimento
diretto con arma da fuoco su tutto il territorio provinciale
ed in ogni periodo dell’anno, con la sola esclusione delle
garzaie e delle riserve naturali nel periodo marzo-giugno
Colombo di città (piccione)
• Le popolazioni di colombo di città risultano in graduale
e costante aumento. Al di là delle problematiche
igienico-sanitarie arrecate dalla specie in territorio
urbano, danni da colombo sono segnalati alle
coltivazioni agricole, soprattutto nelle fasi di semina a
carico di colture leguminose (soia e pisello proteico) e a
carico di tutte le colture cerealicole, ad eccezione del
mais, nelle fasi di maturazione dei semi, di raccolta e di
stoccaggio delle granaglie.
• Da non trascurare l’impatto sugli allevamenti zootecnici,
con grave rischio sanitario a carico del bestiame.
• Il piano di contenimento approvato dalla Provincia di
Pavia, in vigore fino a tutto il 2014,
prevede
l’abbattimento diretto sui campi, in corrispondenza del
periodo delle semine e dei raccolti.
• Vi è possibilità di intervenire nell’ambito di allevamenti
zootecnici e depositi di granaglie, purché siti in cascinali
isolati a seguito dell’applicazione, senza esito, di metodi
ecologici.
• Non è previsto alcun limite di prelievo.
Corvidi (cornacchia grigia e
gazza)
• La cornacchia grigia e la gazza sono due specie
onnivore, la cui presenza, insieme ad altre specie di
corvidi, è in significativo aumento tanto in ambito urbano,
quanto in contesti rurali.
• I corvidi sono specie potenzialmente dannose per tutte le
colture agricole: mais (tutto il ciclo vegetativo), cereali in
genere durante le semine, colture orto-frutticole ed
arboree di pregio durante la maturazione dei frutti.
• Il contenimento avviene esclusivamente mediante la
cattura con gabbie trappola in primavera (15 aprile - 31
maggio) e nel mese di agosto.
Cinghiale
Presenza diffusa e in aumento della specie sul territorio
Inefficacia metodi ecologici
Conflitto con il mondo agricolo a causa degli ingenti danni
Problema sicurezza della circolazione automobilistica
Danni all’ecosistema
Difficoltà di gestione della specie
Impossibilità di reperire nel bilancio i fondi per l’indennizzo di
tutti i danni provocati
Strumenti normativi utilizzati per il controllo delle
popolazioni
Art. 19 Legge 157/92
Art. 41 L.R. 26/93
Danni da cinghiale
Indennizzi liquidati riferiti
all’intero territorio provinciale (ZRC+ATC)
Nel periodo 2006-2011: Danni indennizzati €
231.000,00.
Prevenzione nell’ultimo quadriennio: € 31.200,00
(elettrificatori e dissuasori acustici)
Danni indennizzati nell’ATC 4
2010
Capriolo
1%
Cinghiale
61%
Minilepre
3%
Piccione
4%
Lepre
11%
Storno
4%
Corvidi
16%
Danni indennizzati nell’ATC 5
2010
Capriolo
20%
Cinghiale
39%
lepre
24%
corvidi
16%
Storno
1%
Danni da cinghiale
Colture cerealicole
Danni da cinghiale
Colture erbacee, prati
Numero di incidenti stradali nei 2 ATC dell’Oltrepò nel 2011
14
12
ATC 4
ATC 5
Totale
10
8
6
4
2
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre dicembre
ATTIVITA’ CORRELATE
CONTROLLO ALLEVAMENTI AUTORIZZATI
ACCERTAMENTI SANZIONATORI DEGLI ALLEVAMENTI
NON AUTORIZZATI
REPRESSIONE IMMISSIONI ILLEGALI
CONTROLLO ALL’INTERNO DEGLI ISTITUTI PRIVATI
(A.A.T.V. E A.F.V.) IN COLLABORAZIONE CON I SOGGETTI
AUTORIZZATI ED I CONCESSIONARI;
ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DI CONTROLLO DA PARTE
DELLA PROVINCIA IN COLLABORAZIONE CON I COMUNI
Alternativa all’abbattimento
CATTURA CON TRAPPOLE O CHIUSINI
Posizionamento in zone che consentano un continuo
ed efficace controllo
Comunicazione alla Polizia Provinciale della messa in
opera
Abbattimento degli animali catturati da parte della
Polizia Provinciale o dei selecontrollori
Miglioramenti ambientali
• Art. 15. La Provincia predispone piani di miglioramento
ambientale tesi a favorire la sosta dell’avifauna selvatica
migratoria e la produzione naturale di fauna selvatica
autoctona.
• Art. 31. I Comitati di gestione degli ATC promuovono e
organizzano le attività di ricognizione delle risorse
ambientali e della consistenza faunistica, programmano
gli interventi per il miglioramento degli habitat,
provvedono all’attribuzione di incentivi economici ai
conduttori dei fondi rustici.
• Il Piano Faunistico venatorio provinciale stabilisce che
ogni Ambito Territoriale di Caccia destini agli interventi di
riqualificazione ambientale una quota variabile dal 10 al
20% del proprio Bilancio.
• La Provincia di Pavia ha sottoscritto specifici protocolli
d’intesa con i Comitati di gestione degli ATC, per la
realizzazione di interventi di riqualificazione ambientale
sul territorio a caccia programmata e nelle zone di tutela
provinciali.
Miglioramenti ambientali: interventi
• Salvaguardia zone umide
• Ricostituzione boschi
e boschetti
Anatre, beccaccini
Fagiano, pernice,
passeriformi, starna, beccaccia
• Costituzione, mantenimento prati
ed erbai
Lepre
• Colture a perdere
(mais, grano, sorgo, miscugli di foraggere
Fagiano, pernice,
starna, ungulati
leguminose e graminacee)
• Mantenimento di coltivazioni
tradizionali
(anziché la monocoltura intensiva)
Lepre,pernice, starna
Progetto pernice rossa
La Provincia di Pavia e l’A.T.C. Oltrepò Sud 5 hanno
realizzato un progetto di consolidamento della pernice rossa
sull’Appennino Pavese, con l’obiettivo della creazione di
nuclei stabili di popolazioni che si possano riprodurre sul
territorio vocato.
• La prima fase dell’intervento, della durata quinquennale
(settembre 2008 - agosto 2013), prevede la riqualificazione
ambientale mediante il rilascio di colture a perdere, il
mantenimento di appezzamenti inerbiti, il recupero e la
manutenzione di aree con macchie boscate.
• La seconda fase prevede la posa di strutture di
ambientamento, in particolare recinti di immissione, voliere
di ambientamento, mangiatoie ed abbeveratoi.
• Infine si è provveduto all’immissione di nuclei di pernici,
garantiti in salute ed in purezza genetica.
• Recinto di immissione e voliera
Pernici nella voliera
Voliera in Comune di Varzi
Progetto di ricostituzione di marcite
nell’Oasi della Vernavola
• Il Settore Faunistico Naturalistico ha realizzato un
progetto di ricostituzione di marcite nell’Oasi Vernavola a
Pavia, finanziato con un duplice obiettivo:
• la funzione faunistico-ambientale, per il recupero di zone
umide utili alla sosta ed al rifugio di specie di avifauna
migratoria e stanziale.
• la funzione socio-culturale, per il recupero di un tipico
elemento colturale e paesaggistico della pianura
lombarda di un tempo.
• La marcita è una tecnica colturale che utilizza
l’irrigazione a gravità usando, anche nella stagione
invernale, l’acqua che con il proprio moto impedisce
la congelazione e somministra all’erba un continuo
alimento, mantenendo così vive le funzioni vitali
dell’erba che diversamente arresterebbe la propria
crescita.
• La funzione della marcita è proprio quella di produrre
foraggio già alla fine dell’inverno, quando ormai il
fieno dell’anno precedente scarseggia, con 7/8 tagli
da fine febbraio alla fine di novembre/inizio
dicembre.
La marcita della Vernavola
Le zone umide
Le zone umide rivestono una notevole importanza per
diversi aspetti:
• idrogeologico, in quanto svolgono la funzione di
attenuazione e regolazione dei fenomeni come le
piene dei fiumi. Sono, inoltre, importanti serbatoi per
le falde acquifere;
• chimico e fisico, infatti sono trappole per nutrienti. La
ricca e diversificata vegetazione delle zone umide
conferisce a questi ambienti la capacità di assimilare
nutrienti, cioè composti di potassio e azoto e la
possibilità di creare condizioni favorevoli per
la decomposizione microbica della sostanza organica;
• biologico, perché rappresentano, a livello mondiale, una
delle tipologie di habitat più importanti per la
conservazione della biodiversità. Tra gli uccelli minacciati
di estinzione, ad esempio, 146 specie dipendono dalle
zone umide;
• produttivo, per la loro importanza nei settori
dell’itticoltura;
• educativo e culturale, grazie alle svariate attività, tra cui
in particolare il birdwatching, legate a questi luoghi;
• scientifico: è possibile ricostruire le vicende ecologiche,
climatiche ed evolutive del territorio in cui questi ambienti
sono situati.
Le zone umide
BOSCHI
INCENDI BOSCHIVI
• Il numero annuo di incendi in Italia è passato da circa
6.000 negli anni '60, a 12.000 negli anni '80, a circa
15.000 oggi, che corrispondono a 42 incendi al
giorno, quasi 2 all'ora.
• Gli incendi boschivi sono divenuti una vera calamità
e una emergenza ambientale
Prevenzione degli incendi boschivi
• Per prevenire gli incendi boschivi molto spesso è
sufficiente rispettare alcune semplici norme di
comportamento, così da salvaguardare un patrimonio
comune quale è quello boschivo.
• È dunque buona norma:
- non accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate: è
pericoloso e vietato;
- non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora
accesi nelle aree verdi, o quando si viaggia;
- gettare i rifiuti negli appositi contenitori: se
abbandonati, infatti, i rifiuti possono prendere fuoco;
- non parcheggiare le automobili in zone ricoperte
da erba secca: il calore della marmitta potrebbe
incendiarle.
• In caso di principio di incendio o di incendio attivo:
non bloccare le strade fermandosi a guardare le
fiamme. L'incendio non è uno spettacolo e tale
comportamento potrebbe intralciare l'arrivo dei mezzi di
soccorso e le operazioni di spegnimento.
• La rapidità' di intervento risulta determinante nell' opera
di spegnimento di un incendio.
• Per un tempestivo intervento delle squadre di soccorso e
per ridurre i danni e l'estensione di un incendio boschivo,
chiamare immediatamente il numero 1515 del Corpo
Forestale dello Stato, senza dare per scontato che
qualcuno lo abbia già fatto.