Il visitatore si trova già a Roma per lavoro ed ha a disposizione 3 gg

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Il visitatore si trova già a Roma per lavoro ed ha a disposizione 3 gg
PERCORSO: ROMA-ARTE DAL II AL IV DECENNIO XXSECOLO
Target: businessman o qualsiasi visitatore che si trovi già a Roma per lavoro ed abbia a disposizione
3 gg., ma solo in orario serale. E’ interessato alla storia e all’arte del secolo scorso, e in particolare
ai fatti storici ed alle evidenze artistiche degli anni ‘20/’40 del secolo scorso che hanno lasciato
traccia nel territorio di Roma, pertinenti al regime fascista.
Evidenza culturale:
o STORIA> XXsc.,
o ARTE> Avanguardie; Futurismo.
o Ulteriori approfondimenti> Testimonianze documentarie, fotografiche, etc. e prolungamento
permanenza con visita Fosse Ardeatine, Istituto Luce, Sinagoghe.
Percorso focalizzato sul centro storico di Roma (“sicuro” e illuminato di notte),
evidenze storico/artistiche: architettoniche (godibili anche di notte almeno dall’esterno),
urbanistiche , iconografiche. Accessibilità: pressoché totale (salvo barriere architettoniche non
prevedibili). Maggior godibilità del percorso: a piedi; scelta alternativa consigliata: taxi.
Punto di partenza: P.za Venezia:
Per comprendere le scelte stilistiche che si faranno strada in quegli anni su Roma, uno sguardo a ciò
che è stato realizzato in maniera eclatante nei decenni immediatamente precedenti:
Monumento a Vittorio Emanuele II (1885-1915), di G.Sacconi, che presenta già diversi stilemi
dell’ideologia del potere (monumentalità portata all’eccesso, statua della dea Roma, richiami al
simbolismo classico dell’epoca romano/imperiale (riveduti all’eccesso). Collegamento logico (e
virtuale) con i simboli del potere presi in prestito dal regime fascista al mondo storico (figure
storiche dei: Magistrati cum e sine imperio e del littorio che ne portava i fasci di rappresentanza) e
figurativo romano (fasci littori, aquile etc.) - Siti di riferimento a evidenza culturali sul territorioper conoscere le radici dell’ideologia del potere; che l’impero romano rivisita, il fascismo ri fa
proprio, ma che hanno origine dai totalitarismi del mondo medio orientale. Possibile estensione:
viaggio nelle altre realtà (storiche) che hanno compreso e assimilato, prima del fascio, il potere
demagogico degli assolutismi: Carlo Magno, Napoleone, etc, ed eventuali tracce presenti nel
territorio di Roma, magari tramite la glittica (cammei), l’oreficeria, la pittura.
Da segnalare all’interno del monumento: in ogni stagione mostre di varia natura, aperte d’estate
anche in orari serali, che potrebbero comunque interessare il turista.
Palazzo Venezia: Balcone dal quale si affacciava B.Mussolini durante i comizi. Approfondimento:
Istituto Luce per i filmati storici e le registrazioni radiofoniche inerenti.
Sempre da P.za Venezia il turista può poi far partire il percorso relativo alle
Fontane rionali realizzate in questo periodo storico (percorso che il reasoner estrapolerà da un
percorso più generale relativo alle fontane di Roma). Meno conosciute rispetto a quelle
monumentali ma di ottimo livello stilistico in particolare quelle realizzate negli anni ’20 da Pietro
Lombardi per conto del regime fascista per celebrare il quinto anniversario della marcia su Roma, la
prima che ci si trova davanti è la:
Fontana della Pigna, in marmo travertino come le altre realizzate dal Lombardi, e che prende molto
probabilmente spunto dalla monumentale pigna bronzea all’entrata di S.Pietro, ritrovata presso le
terme di Agrippa e che, in origine, era parte dell’elemento decorativo anch’essa di una fontana,
ovviamente di epoca romana.
Quindi si prosegue, ad es., con la Fontana degli Artisti in Via Margutta, quella delle Tiare, della
Botte, etc.
A questo punto, con le cognizioni per poter apprezzare anche le fontane di ancor minore rilevanza
architettonica disseminate su Roma, se ne suggerisce non solo la visita, quanto di sapervi far
scivolare l’occhio, come su qualcosa che non sarà più solo un semplice strumento d’uso per
dissetarsi, ma che potrà ora essere percepito e riconosciuto anche come un piccolo testimone storico
e artistico di Roma:
I cosiddetti “nasoni”, fontanelle presenti ancora in circa 2000 esemplari su tutto il territorio di
Roma per dissetare i passanti (unica città al mondo ad avere eseguito un progetto del genere) a
cominciare dal 1872 in maniera massiccia con quelle di ghisa, con modello sempre immutato e
ornate di semplici simboli, Roma, Coni, e anche fascio littorio. Non mancano anche una settantina
di esemplari in travertino ancora realizzati negli anni ’30.
PROSEGUIMENTO
Da p.za Venezia si può quindi imboccare
Via dei Fori Imperiali (già Via dell’Impero): La via voluta dal regime insieme al varco di Via
della Conciliazione ed altri rimaneggiamenti architettonici e viari, sotto l’entusiasmo della temperie
innovativa di quegli anni, che portò allo smembramento di interi quartieri storici e medievali della
città che il turista può ri-immaginare e ri-vedere visitando quei luoghi dove ancora ne è mantenuta
testimonianza e memoria fotografica (musei? Archivi storici? Sicuram. Istituto Luce).
A questo punto si può proseguire il percorso seguendo le tracce che questi rimaneggiamenti hanno
lasciato anche nelle opere di diversa natura degli artisti dell’epoca, ad esempio nell’arte pittorica,
con un passo alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna (Via delle Belle Arti 131), dove si potrà
vedere (e a questo punto comprendere appieno), ad es., il dipinto “Demolizione dei Borghi”(1939)
di Mario Mafai, o le due interpretazioni di “Crocifissione“ (1941 e 42) di Renato Guttuso e
Giacomo Manzù, che ben rappresentano lo stato d’animo dell’epoca.
Senza ovviamente perdere le opere dei Futuristi e di quegli autori che si fecero portabandiera delle
ideologie artistiche che stavano prendendo forma, fra i primi Mario Sironi (e da qui il discorso può
spaziare veramente all’infinito seguendo le varie sfaccettature storiche, letterarie ed artistiche che
dal futurismo portano alle arti minori, al fervore architettonico e alla letteratura).
Per chi è amante, oltre che della storia dell’epoca, anche di ciò che il tempo ha saputo creare dalle
ceneri di ciò che è andato distrutto, può perdere una giornata in visita del Quartiere della
Garbatella (alle spalle della Stazione Termini), costruito all’inizio degli anni ’20 sul modello delle
“garden cities” inglesi per ospitare gli operai dell’area industriale ostiense, e che, tra gli anni ’20 e
’30 si venne a popolare anche di centinaia di famiglie sfrattate dalle loro case in seguito agli
sventramenti dei quartieri del centro.
Negli ultimi anni la Garbatella è rinata ancora una volta con la riapertura di diverse strutture
culturali, ed è destinata a diventare un nuovo polo culturale della città, con trattorie e diversi negozi
tipici e specializzati. Crocevia di intellettuali, scrittori, attori (in primis A.Sordi che vi girò anche il
film “Mamma mia che impressione” nel 1951). Da suggerire fra le vie del centro il percorso a
seguire le tracce dell’”ostessa garbata” che si tramanda abbia dato il nome al quartiere (nome che si
cercò in epoca fascista di tramandare come Remuria, dal colle di Remo, ma inutilmente).
Da qui: riferimento alle tantissime pellicole di cui la Garbatella ha fatto da location per registi più e
meno famosi nel corso degli anni.
Fra i quartieri che ancora sprigionano atmosfere anni ’30/’40, per gli stili architettonici o perché
intrisi di storia, meritano sicuramente una visita:
il Quartiere EUR realizzato in concomitanza con l’Esposizione Universale del 1942 e frutto
di un piano regolatore deciso negli anni ’30, ma completato nel decennio successivo. L’EUR è
interessante in particolar modo per le accese discussioni che ha generato, sin dagli anni
immediatamente precedenti alla sua costruzione e fino ai giorni nostri, quando (come per lo più
avviene ciclicamente per ogni stile, contestato o caduto in oblio per lungo tempo) è stato
rianalizzato, ricontestualizzato e in parte (o del tutto) apprezzato, soprattutto per l’ariosità e le
caratteristiche architettoniche di alcuni suoi edifici (es.il Palazzo della Civiltà Italiana di E.B. La
Padula e collaboratori).
Il Ghetto ebraico, che è ancora talmente carico di atmosfere da meritare un percorso tutto suo.
Infine, a chiusura del percorso, si può scegliere una visita “foris portas” alle
Fosse Ardeatine che rappresentano una sorta di sigillo a questo tormentato periodo storico romano,
senza dimenticare che, ancora qui possiamo trovare un’ultima opera d’arte che chiude
significativamente quel pezzo di storia: il cancello in bronzo realizzato da Mirko Basaldella (194951).
Per il turista invece che avrà scelto questo percorso per semplice curiosità storica, per comprendere
meglio determinati eventi, etc, si propongono luoghi gastronomici che rispondano alle esigenze di
qualità/prezzo del turista (http://www.menudiroma.com/ita/default.aspx).
Per coloro che avranno scelto questo percorso in quanto di religione ebraica o perchè si sentono
maggiormente vicini a quel mondo, si segnalano ristoranti che rispettino i dettami gastronomici
della religione ebraica (gastronomia tipica).
Per i “nostalgici” o semplicemente per coloro che sono curiosi di tutto ciò che non condividono si
propone infine una deviazione fuori Roma per un tuffo gastronomico particolare: il ristorante “Il
Federale” ad Ardeana, sulla strada per Valmontone, che conserva cimeli e arredi dell’epoca del
fascio e una cucina normalmente considerata buona, ma su cui si possono trovare pareri diversi su:
forum on-line.