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focus www.esaote.com A tu per tu con Carlos Alonso. “Questa è la mia Esaote” Intervista a Carlos Alonso, CEO di Esaote C arlos Alonso inizia la sua lunga carriera, ventidue anni fa, come Country Manager della Dentsply per la Spagna. Nei quindici anni successivi lavora alla Baxter, per la quale diventa il riferimento in Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Canada e USA, per poi assumere la carica di Presidente per la divisione Latino-Americana e per il Canada, operando a Miami, e gestendo un business di circa 1.5 miliardi di dollari. Promosso poi a Global President della divisione Baxter Renal, con sede centrale a Chicago, Alonso compie un deciso upgrade e arriva a gestire un business di 3 miliardi di dollari. Dopo un anno, decide di tornare in Europa come consulente della spagnola Esteve Pharma, con sede a Barcellona ed oggi è CEO per una delle aziende di imaging digitale più importanti del mondo. Noi oggi faremo quattro chiacchiere con lui per chiedergli come veda la ‘sua’ Esaote. Dott. Alonso, lei ha assunto la guida della più importante azienda italiana di imaging diagnostico, ed ha senz’altro le idee chiare, allora ci dica: come vede il futuro forzamento delle condizioni base del business, in previsione di un’accelerazione nel 2014. Abbiamo svolto un lavoro preparatorio, apportando cambiamenti anche strutturali, nelle funzionalità organizzative e negli investimenti volti all’espansione geografica. Questi cambiamenti sono serviti a rendere l’azienda più agile, più competitiva e più orientata verso il cliente. Lei ha una lunghissima esperienza internazionale nel settore dei dispositivi medici. Vede in questo un settore su cui Esaote potrebbe espandersi? Certamente sì. Ho lavorato 15 anni nei settori del farmaceutico e del medical device, durante i quali vissuto molte reCarlos Alonso e Carlo Castellano Presidente e Fondatore di Esaote di Esaote? Ho la visione chiara di un’azienda che parte già da un alto livello, ma che può fare ancora di più. Il mio sforzo sarà verticalizzato a rendere Esaote un’azienda globale, aperta e pronta ad aggredire nuovi mercati, una vera e propria multinazionale capace di fornire prodotti sempre più competitivi e studiati per rispondere sempre meglio alle esigenze della nuova sanità. Facciamo un passo indietro. Perché ha scelto Esaote? L’imaging medicale, in particolare le metodiche non invasive, quali gli ultrasuoni e la risonanza magnetica dedicata, è un business in forte crescita, più degli altri settori dell’healthcare, questo per l’aumento di diagnosi sempre più sofisticate e per l’aumento dell’età media della popolazione. In più, ho voluto iniziare una sfida, trasformare un’azienda culturalmente italiana in una vera multinazionale, in grado di aver successo in un’arena competitiva dominata dai giganti mondiali del settore. La sfida è assicurata infatti, data la complessità del mercato odierno, sono veramente eccitato per questo nuovo ruolo. Quali sono state le sue impressioni in questo primo anno da Chief Executive Officer? Ha trovato quel che si aspettava? Quando sono arrivato in Esaote ho trovato tanti giovani ingegneri, tutti molto preparati e motivati, garanzia di continuità di questo grande progetto imprenditoriale che è Esaote. L’azienda possiede una grande tecnologia, un ampio portafoglio prodotti e una vocazione internazionale. Diciamo che c’è tutto il “cosa” è necessario per far diventare Esaote una grande azienda; serve però migliorare il “come” e su questo mi sono concentrato in questo primo anno di attività. Veniamo ai fatti. Come descriverebbe il lavoro di questo primo anno? Il mio lavoro di quest’anno è stato incentrato principalmente sul raf- Esaote è un gruppo industriale con trent’anni di esperienza nella progettazione, realizzazione e commercializzazione di apparecchiature biomedicali (in particolare, ultrasuoni, risonanza magnetica dedicata e software di gestione del processo diagnostico). Partendo praticamente da zero nei primi anni 80, Esaote diventa presto un’azienda a livello internazionale in grado di competere con i giganti del settore. Il Gruppo comprende oggi oltre 1360 addetti, di cui circa il 20% impegnati in Ricerca e Sviluppo ed è presente con proprie unità industriali e di ricerca in Italia (Genova, Firenze e Napoli), in Olanda (Maastricht), e in Cina (Shenzhen). Esaote è riconosciuta da autorevoli studi di settore tra le “Top Ten” dell’industria mondiale dell’imaging diagnostico. Esaote S.p.A. è attualmente partecipata da: Ares per il 39,8%, IMI Investimenti (Gruppo Intesa Sanpaolo) per il 19,2%, Equinox per il 13.2%, MP Venture per il 13,2%, Carige per l’8,2%, e da 100 managers e dirigenti del Gruppo Esaote per il 6,4%. Ulteriori informazioni sul Gruppo Esaote e i suoi prodotti disponibili su www.esaote.com e-Health - n. 29 marzo/aprile 2014 47 altà diverse tra loro come gli USA, l’Argentina, il Brasile, il Canada, la Germania e la Spagna, questo mi ha permesso di avere una visione globale della sanità. L’Esaote che vedo prendere forma oggi ha grandi potenzialità. L’azienda espanderà quindi le sue competenze, che andranno dalla prevenzione e la diagnosi alla terapia e al follow-up. Per questo Esaote , pur continuando ad esser focalizzata su ultrasuoni, risonanza magnetica dedicata e IT per la sanità, sta già oggi ampliando i suoi orizzonti e punta ad entrare da protagonista anche nel settore interventistico, ambito nel quale sarà presto in grado di offrire soluzioni globali per patologie specifiche. La crisi non ha risparmiato nessun settore, ma sembrano esserci timidi segnali di ripresa. Lei come vede le evoluzioni del mercato? Su cosa è importante puntare? La crisi è stata profonda, soprattutto nei Paesi dell’Europa mediterranea. Ma questo non significa che bisogna arrendersi. Anzi. La chiave per il successo sta, secondo me, nella visione mondiale del mercato e nella forte attenzione verso il sistema sanitario, al quale noi ci rivolgiamo . Da quando è stata fondata, Esaote ha incluso la customer experience all’interno della sua catena di sviluppo, per andare incontro alle specifiche richieste dei medici e della comunità scientifica riguardo performance e valore.. Per que- 48 e-Health - n. 29 marzo/aprile 2014 sto, oggi più che mai, è necessario capire le loro necessità, soluzioni di sviluppo e miglioramento della qualità, per una valutazione non solo dei risultati diagnostici ma anche di quelli terapeutici . Pensa anche ad ulteriori investimenti sui mercati internazionali? Dopo il rafforzamento del nostro business in Italia, che per noi costituisce circa il 35% delle vendite, accelereremo la nostra crescita nei mercati chiave, come gli USA, che sono uno dei principali obiettivi di crescita per i prossimi cinque anni e dove stiamo investendo in qualità e quantità, ma anche nel Regno Unito, in Francia e in Germania, mercati dove già nel corso del 2013 abbiamo apportato significativi cambiamenti strategici. Naturalmente la nostra attenzione è rivolta già da tempo ai mercati emergenti come la Cina, in cui registriamo di anno in anno una costante crescita, e il Brasile, ai Paesi Scandinavi, l’Australia, il Messico. Dott. Alonso mi permetta, soprattutto la Cina sembrerebbe essere un vostro obiettivo primario. Sì, d’altra parte la strategia di Esaote è quella di rendersi competitiva in quanti più mercati possibile mantenendo inalterati i suoi standard di eccellenza. Ad ogni modo, la Cina è il nostro secondo mercato dopo l’Italia e così sarà anche nel 2014. La storia di Esaote in Cina inizia oltre vent’anni fa quando l’azienda la individuò come un potenziale ‘mercato chiave’ per il suo business futuro, e la scelta si è rivelata vincente. Ad oggi siamo la quarta azienda del settore e vista la grande concorrenza che c’è, la nostra sfida starà nel proseguire il trend positivo di crescita che abbiamo registrato in questi anni. In particolare contiamo di accrescere la nostra penetrazione negli ospedali provinciali e regionali, e con il tempo anche nelle cliniche minori e presso i medici curanti. Un aspetto poco conosciuto, ma di indiscutibile rilevanza, è l’impegno che Esaote mette nel settore della ricerca e dello sviluppo. Sarà così anche sotto la sua guida? Certamente. Questo è un aspetto di Esaote di cui si parla poco, e su questo dobbiamo senza dubbio fare di più. Nel settore tecnologico abbiamo una nutrita squadra di talenti, e abbiamo investito massicciamente in Ricerca e Sviluppo. Lei pensi che circa l’8% del nostro fatturato viene investito in queste attività, in cui è impegnato circa il 20% dei dipendenti, nei laboratori di Genova, Napoli, Firenze, Maastricht e Shenzhen. Competitività, innovazione e ricerca, dove si nasconde il segreto per rimanere leader di un settore in evoluzione come quello dei medical device? Un po’ tutto insieme. Noi puntiamo molto sull’integrazione orizzontale, che vuol dire offrire sistemi che aiutano a svolgere ottime analisi e diagnosi (attraverso un’altissima qualità delle immagini) ma anche a compiere terapie (attraverso la termoablazione ecoguidata per il trattamento mini-invasivo dei tumori) ) e follow up. Le nostre apparecchiature sono più competitive rispetto quelli di altri players, questo in parte perché abbiamo una comprovata esperienza nell’identificare e nell’agire velocemente a seconda dei bisogni del sistema sanitario, come è avvenuto per la fusion imaging e, più recentemente, per le tecnologie che integrando laser e ultrasuoni permettono l’ablazione di piccole lesioni cancerogene del fegato e della tiroide. Diamoci dei tempi. Come vede il 2014 di Esaote? Quali le prospettive nel breve periodo? Nel 2014, Esaote lancerà nuove tecnologie, nuovi sistemi diagnostici a ultrasuoni, e prevede una crescita costante del 18% annuo. Nel frattempo, le vendite di sistemi RM cresceranno del 40%. In più, si prevede la crescita del Information Technology del 3.9%. Nello specifico, Esaote mira a incrementare le vendite di oltre il 60% nei mercati emergenti come il Brasile mentre le vendite nel Nord America, Cina e nel resto del mondo dovrebbero incrementare notevolmente. Prevediamo circa € 300 milioni di fatturato per il solo 2014. E nel lungo periodo punteremo a fare ancora meglio. Quando parla di ‘nuove tecnologie’ si riferisce a ‘Crystaline’? Sì, esatto. Crystaline è stata sviluppata per migliorare la qualità delle immagini dei prodotti Esaote. Le sue capacità tecniche superiori permettono ai medici di catturare le immagini più in profondità nel corpo, anche con i pazienti tecnicamente più difficili, e di usare gli ultrasuoni con facilità anche in procedure di interventistica. Crystaline è un’evoluzione significativa per la tecnologia degli ultrasuoni in termini di accuratezza, qualità e versatilità, rappresentando un’applicazione unica degli ultrasuoni nella catena prevenzione, diagnosi, trattamento e terapia. Su questo sarà incentrato il nostro futuro. Quale importanza riveste nei suoi piani di sviluppo l’Information Technology? L’Information Technology rappresenta una delle nostre linee di business , e rientra nella stessa strategia di sviluppo pensata per accelerare il percorso di crescita: ottimizzazione dei prodotti – come dimostra la nostra piattaforma RIS-PACS Suitestensa, che al recente Congresso ECR di Vienna, è stata presentata con un modulo di Referto Strutturato di 50 e-Health - n. 29 marzo/aprile 2014 seconda generazione, nuove funzionalità 3D/4D ed una soluzione PACS “mobile” anche per per tablet. Ma anche – come per tutte le altre linee di business – rafforzare la qualità e la copertura geografica. Su tutto questo stiamo lavorando con grande impegno e determinazione. Guardando un po’ più in là nel tempo, dove potrebbe puntare Esaote nei prossimi 3 anni? Puntiamo tutto sull’evoluzione dell’azienda. I nostri sforzi sono tesi in varie direzioni e cioè a trasformare Esaote in una vera multinazionale, sempre più orientata verso le nuove esigenze della sanità. Vogliamo offrire prodotti con il giusto livello di ingegneria e tecnologia che permettano ai medici di svolgere meglio il loro lavoro. Lei evidenzia il ruolo determinante del medico non solo per l’utilizzo ma anche per lo sviluppo delle tecnologie. L ’annuale classifica dei “Best Jobs in America” pubblicata da CNNMoney pone al primo posto l’ingegnere biomedico e l’ingegnere clinico al secondo posto tra i “Fastest growing jobs”. Lei a cosa attribuisce il “piazzamento” così sorprendente di queste figure professionali? Nello sviluppo e nella gestione delle tecnologie biomediche queste funzioni sono certamente in costante evoluzione; soprattutto la figura dell’ingegnere clinico, forse più nuova nello scenario della sanità, gioca un ruolo di primo piano nel garantire un uso sicuro, appropriato ed economico dei sistemi biomedicali che sono sempre più interconnessi. La sua attività non può essere disgiunta da quella del medico, proprio perché prestazioni, affidabilità e qualità del prodotto sono alla base di uno sviluppo tecnologico ma anche sostenibile. Allo stesso tempo, l’ingegneria clinica può trovare un valido interlocutore nelle aziende che investono in attività di ricerca e sviluppano direttamente sistemi di diagnostica, perché insieme ci si può confrontare sull’evoluzione delle singole tecnologie e delle tendenze che emergono nello scenario mondiale che sempre più influenzerà anche la realtà del nostro Paese. Dott. Alonso, mi permetta un’ultima domanda. Le sfide, si sa, affasciano i grandi uomini proprio perché scoraggiano i meno audaci, ma proprio per questo volevo chiederle: quale sarà la prossima sfida da vincere per la ‘sua’ Esaote? Esaote è nata da zero, negli anni ottanta ed è cresciuta grazie ad uno spirito imprenditoriale che l’ha caratterizzata sia nelle scelte che nel posizionamento sui vari mercati del mondo, a volte non massimizzando tutte le sue potenzialità e limitando la sua offerta secondo le peculiarità di una specifica area geografica. Oggi la sfida è guardare – con lo stesso entusiasmo che ha dato vita a questa realtà – ad un mercato più ampio, ad una realtà più complessa, con nuovi strumenti, nuove competenze e nuovi obiettivi ed esser riconosciuti a livello mondiale come il miglior partner per soluzioni cliniche innovative. ■ e-Health - n. 29 marzo/aprile 2014 51