Santi e tribunali I nuovi rappresentanti

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Santi e tribunali I nuovi rappresentanti
Chiesa russa
Concilio
Santi
e tribunali
A
Mosca, dal 24 al 29 giugno, si sono
ritrovati in concilio 183 vescovi (dei
197 aventi diritto) in rappresentanza
delle diocesi russe e delle comunità della
diaspora. Dopo la celebrazione solenne
della liturgia eucaristica è stato letto un
lungo rapporto del patriarca Alessio II riguardante, in particolar modo, l’unità della
Chiesa.
Il concilio dei vescovi ha approvato una
censura canonica (la riduzione allo stato
laicale, a meno di un’autocritica dello stesso) del vescovo Diomede di Anadyr, colpevole d’aver criticato il patriarca nella sua at-
Francia
Ebrei e musulmani
I nuovi
rappresentanti
I
n giugno sono state rinnovate le cariche
delle istituzioni rappresentative dell’islam e dell’ebraismo in Francia. L’8 giugno i 4.800 delegati islamici, scelti in base
ai 1.035 luoghi di culto, hanno votato per i
rappresentanti dei consigli regionali del
culto musulmano. I 150 più votati entrano
nell’Assemblea generale e nel Consiglio
d’amministrazione (41). L’Unione dei musulmani di Francia (sostenuta dal Marocco) ha
raccolto il 43% dei suffragi, l’Unione delle
organizzazioni islamiche (vicina ai Fratelli
musulmani) il 30%, i musulmani turchi il
tività ecumenica e interreligiosa. Nella relazione successiva, affidata a mons. Cirillo di
Smolensk, presidente del Dipartimento
delle relazioni esterne della Chiesa, sono
stati ricordati i numeri e le proporzioni della diaspora ortodossa russa (51 paesi, 316
parrocchie, 16 monasteri, 8 vescovi, 358
preti e diaconi che si aggiungono ai numeri già indicati da Alessio per la Russia: 156
diocesi, 29.141 parrocchie, 769 monasteri,
197 vescovi, 30.544 preti e diaconi), come
anche le relazioni con l’insieme dell’ortodossia e delle altre Chiese cristiane.
Fra gli altri appuntamenti del concilio
vi sono stati il riconoscimento di santità
per alcune figure della tradizione ortodossa, l’approvazione di alcuni documenti (fra
cui i Fondamenti dell’insegnamento della
Chiesa ortodossa-russa sulla dignità, la libertà e i diritti dell’uomo, sulla vita interna ed esterna della Chiesa e sulla sua
unità), il ricordo dei 90 anni dal massacro
della famiglia imperiale russa, lo statuto
dei tribunali ecclesiastici chiamati a vigilare sulla dottrina della fede, l’ordine canonico e la fedeltà ai principi etici dell’ortodossia, l’invito a tutte le comunità che si
sono allontanate dall’obbedienza alla
Chiesa di Mosca a tornare alla piena comunione.
L. Pr.
13%, e il resto dei voti è andato agli indipendenti. Assente dalla competizione la
forza maggiore del precedente Consiglio
francese del culto musulmano, cioè l’organizzazione filoalgerina Federazione nazionale dei musulmani di Francia che si è ritirata dalla competizione elettorale: avrà
quindi un solo posto in Assemblea generale mantenendo tuttavia due posti nell’Ufficio esecutivo. Il nuovo presidente del Consiglio francese del culto musulmano è il
leader dell’Unione dei musulmani di Francia, Mohammed Moussaoui, un’imam di 44
anni, matematico.
Trasferimenti identitari
Fra le indicazioni più significative della
tornata elettorale vi è il passaggio da una
funzione prevalentemente rappresentativa
del Consiglio a un interesse diretto per la
difesa del culto musulmano (dalla costruzione delle moschee alla macellazione cultuale, dai cimiteri all’insegnamento dell’arabo ai bambini islamici nati in Francia). Il trasferimento di riferimento dall’islam algerino a quello marocchino conferma il ruolo
ancora preponderante degli stati di provenienza dell’immigrazione musulmana, met-
tendo la sordina alle attese per un islam
francese. Rispetto alle precedenti elezioni
il governo ha mantenuto un riserbo più
marcato non mediando e non contenendo
l’alta litigiosità tra le varie associazioni e federazioni che ha tenuto in sospeso fino a
pochi giorni prima la possibilità stessa dell’elezione. Viene tuttavia confermato il
ruolo di riferimento religioso, civile e politico del Consiglio.
Tanto è nuova la rappresentanza pubblica islamica tanto è tradizionale quella
ebraica. Il Concistoro centrale ebraico e i
dodici concistori locali sono stati avviati
nel 1808 da Napoleone. Il 22 giugno i circa
300 elettori, in rappresentanza delle oltre
200 comunità francesi, hanno eletto a
grande maggioranza il nuovo gran rabbino
di Francia e il presidente del Concistoro. Il
nuovo grande rabbino è Gilles Bernheim e
il nuovo presidente del Concistoro è Joël
Mergui.
L’attenzione è andata in particolare al
nuovo rabbino che ha superato agevolmente il concorrente (e predecessore) Joseph
Haïm Sitruk. Bernheim, raffinato esegeta e
intellettuale, rappresenta l’istanza che privilegia un giudaismo francese rispetto a una
tradizione recente che ha visto prevalere
l’ortodossia identitaria e la vicinanza a Israele. Non è in questione l’ortodossia, del tutto condivisa e praticata dal nuovo gran rabbino, ma la capacità di parlare alla società
francese e di elaborare nell’ebraismo di
Francia una posizione convincente e autonoma. In secondo luogo, la facoltà di rendere suggestiva e fruibile la tradizione ortodossa non solo nella capitale (che vede una
minoranza ebraica consistente), ma anche
nelle piccole comunità distribuite nella provincia francese.
A questo si aggiunge una specifica sensibilità di Bernheim per il dialogo con i cattolici e i cristiani in quanto vicepresidente
dell’Amicizia ebraico-cristiana ed efficace
interlocutore di pastori e teologi. Una scelta coraggiosa in un contesto in cui Gesù è
da molti ebrei rubricato come eretico che
ha meritato la morte. Il dialogo col cristianesimo è inteso come esempio e prova rispetto al confronto con l’islam, spesso prigioniero delle sue ali più intransigenti e fondamentaliste. Tra le sfide che il nuovo gran
rabbino dovrà affrontare vi sarà anche l’urgenza di unificare e accorpare elementi
ebraici che, sia sul versante ortodosso (lubavitch) sia su quello liberale (massorti),
non si riconoscono nel filone ortodosso del
Concistoro, pur ricorrendo ai suoi tribunali,
gli unici riconosciuti dallo stato francese.
L. Pr.
IL REGNO -
AT T UA L I T À
14/2008
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