Atti del 4°Convegno Regionale Edilizia

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Atti del 4°Convegno Regionale Edilizia
REGIONE
LAZIO
Dipartimento di Prevenzione
Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro
Direttore: Daniele Gamberale
4° CONVEGNO REGIONALE EDILIZIA
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ATTI DEL CONVEGNO
____________________________________
Roma, 12 marzo 2008
Azienda USL RM E
SALA LANCISI - BORGO S. SPIRITO, 2
REGIONE
LAZIO
4°
CONVEGNO REGIONALE EDILIZIA
La tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori
edili nelle “Grandi Opere” della capitale:
esperienze e prospettive
Presentazione
La Azienda USL RME è stata incaricata di organizzare il 4° Convegno Regionale Edilizia,
dopo i precedenti realizzati dalle Aziende USL RMB, RMC e VT, in accordo con il Gruppo
Regionale Cantieri.
L’evento cade in un momento di particolare attenzione ai problemi di salute e sicurezza dei
lavoratori, vista la preoccupante catena di infortuni mortali dell’ultimo periodo, pur in
presenza di una generale diminuzione degli infortuni.
La scelta di dedicare il Convegno Regionale sull’Edilizia alle Grandi Opere è una scelta
obbligata per la Azienda USL RME, che dal 2003 ha avuto in carico la vigilanza dei lavori di
costruzione del Passante Nord-Ovest e, subito dopo, in quanto quasi esclusivamente nel suo
territorio di competenza, quelli del raddoppio del GRA - Quadrante Nord-Ovest. Attualmente
partecipa, con altre Aziende USL romane e con la Azienda USL RMG, alla organizzazione
della vigilanza dei lavori di estensione delle Metropolitane delle linee B1 e C.
Il Convegno è dunque dedicato alla sicurezza dei lavoratori impegnati in queste rilevanti
opere, problema di grande attualità e responsabilità, data l’entità dei rischi presentati e la
conseguente attenzione delle Istituzioni, estendendo la collaborazione interdisciplinare anche
ad Enti di ricerca per la valutazione dei rischi e per approfondimenti diagnostici particolari.
Il Servizio PreSAL della Azienda USL RME ha impegnato le proprie competenze ed
esperienze promuovendo attivamente il metodo di collaborazione tra i Servizi interessati alle
attività di vigilanza, coordinando momenti di confronto con le figure della prevenzione (datori
di lavoro, RSPP, medici competenti ed RLS), perseguendo l’utilizzo di protocolli concordati e
condivisi, come già avvenuto per il comparto sanitario, in aderenza alle più recenti indicazioni
del Patto per la Tutela della Salute e la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro.
Un ringraziamento particolare viene rivolto alla Regione Lazio, in particolare all’Assessore
alla Sanità, per lo stimolo alla collaborazione diretta degli operatori delle altre Aziende USL
alle attività di vigilanza dei cantieri del GRA nel momento più critico e al Presidente della
Giunta Regionale per i finanziamenti straordinari del triennio delle attività di prevenzione.
Tali iniziative confermano una particolare sensibilità nei confronti dei problemi dei
lavoratori, a cominciare dalla tutela della loro salute che è uno dei principali obiettivi del
Piano Regionale di Prevenzione delle Aziende UUSSLL del Lazio.
Il Direttore U.O.C. SPreSAL
Azienda USL RME
Dott. Daniele Gamberale
Il Direttore Generale
Azienda USL RME
Dott. Pietro Grasso
SOMMARIO
Sergio Perticaroli
• Illustrazione dell’iniziativa di coordinamento della vigilanza delle
AA.UU.SS.LL. ………………………………………………………………………pag. 5
Eginardo Baron
• L’applicazione del D. Lgs. 494/96 nel confronto continuo tra Organo di
Vigilanza e Committenza …………………………………………………….……pag. 19
Massimo Giuliano – Carlo Taffi
• La vigilanza nei cantieri del Quadrante Nord-Ovest del GRA:
dati riepilogativi e considerazioni su 3 anni di attività ………………………………pag. 29
Giuseppe Costanzo – Giovanni Albanese
• I lavori del QNO del GRA.
Il punto di vista della committenza …………………………………………………..pag. 49
Giovanna Manzari
• La qualità della sorveglianza sanitaria mirata al rischio da esposizione a polveri……pag. 55
Daniele Gamberale
• I lavori delle linee B1 e C: gli interventi coordinati tra Aziende USL e il
Piano Straordinario Regionale di Prevenzione ……………………………………....pag. 61
Luigi Gargiulo
• La tutela della salute e della sicurezza del lavoratori.
Il punto di vista della committenza …………………………………………………..pag. 67
Gianni Cuoco – Sandro Armellini
• Il confronto tra Servizi Pre.S.A.L. e soggetti coinvolti nei lavori
e nella prevenzione…………………………………………………………………...pag. 77
Pietro Pandolfi – Alessandro Palmeri
• La qualità della valutazione del rischio polveri di silice:
linee guida NIS e programmazione degli interventi di vigilanza ………………….…pag. 83
Enzo Valenti – Bruno Ricci
• Il protocollo di sorveglianza sanitaria condiviso tra Servizi Pre.S.A.L. e
Medici competenti…………………………………………………………………....pag. 89
-3-
Ing. Sergio Perticaroli
Dirigente di Ricerca
ISPESL
ILLUSTRAZIONE DELL’INIZIATIVA DI
COORDINAMENTO DELLA VIGILANZA
DELLE AA.UU.SS.LL.
_________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
Roma, 12 marzo 2008
-5-
REGIONE
LAZIO
4° CONVEGNO
REGIONALE
EDILIZIA
LA TUTELA DELLA SICUREZZA
E DELLA
SALUTE DEI LAVORATORI
EDILI NELLE
“GRANDI OPERE” DELLA
CAPITALE:
ESPERIENZE E PROSPETTIVE
Ing. Sergio Perticaroli - Dirigente di Ricerca - ISPESL
-7-
REALIZZAZIONE GRA
DAL 2005 UN’ESPERIENZA POSITIVA:
• DA MANTENERE
• DA MIGLIORARE
NASCE DA IMPEGNO ASS. SANITA’
CONSEGUENTE A DUE INFORTUNI
MORTALI
-8-
COORDINAMENTO DELLE 5
ASL ROMANE + RM G
ISPEZIONI OMOGENEE E
STANDARDIZZATE
CODIFICA E UTILIZZO DI
SCHEDA REGIONALE
PER LA VERIFICA DELLA
SICUREZZA
NEI CANTIERI
-9-
+ SICUREZZA
Prescrizioni meno gravi nel tempo
RISULTATO:
+ SALUTE
Sorveglianza sanitaria
più qualificata
(polveri, rumore, ecc)
- 10 -
DA ESPERIENZA
SIGNIFICATIVA
A RUOLO
REGOLATORE
DEL SERVIZIO PUBBLICO
+ EFFICACIA (cosa e come fare)
+ QUALITA’ (interventi validi e verificabili)
- COSTI PER LE IMPRESE (complessivi)
+ PROMOZIONE CULTURA DELLA
SALUTE E SICUREZZA
- 11 -
REALIZZAZIONE METRO
CONTINUA COORDINAMENTO ASL
+ CONFRONTO PRELIMINARE TRA
RSPP Aziende
TECNICI ASL E
COORDINATORI
SICUREZZA
MEDICI AUSL E MEDICI COMPETENTI
PER PROTOCOLLI CONDIVISI
Es. Sorveglianza sanitaria
. criteri di arruolamento/valutazione
. classificazione pre-esposizione
+ QUALITA’ MISURABILE
- 12 -
Conferenza Stato Regioni
Patto per la tutela della salute
e la prevenzione nei luoghi di
lavoro
Obiettivi strategici
Risorse
Obiettivi specifici
Data 1 agosto 2007
- 13 -
Obiettivi strategici
migliorare omogeneità interventi
• migliorare la conoscenza dei
fenomeni
• programmare e realizzare attività
secondo criteri di efficacia
• concertare, sulla base di evidenze
epidemiologiche, obiettivi di
salute da perseguire con azioni
nazionali
•
- 14 -
Obiettivi strategici
•
comunicare in modo efficace
le informazioni disponibili
(rischi, danni, soluzioni, buone pratiche,
ecc.)
•
implementare la promozione
della salute per la crescita della
cultura prevenzionale
- 15 -
Obiettivi strategici
•
“fare sinergia” tra tutte le
istituzioni, per una integrazione
operativa ed evitare
sovrapposizioni
•
condividere ed analizzare le
informazioni disponibili con tutti
gli attori
•
rafforzare il ruolo
“REGOLATORE” del Servizio
Pubblico
- 16 -
Strumenti
LEA
OMOGENEITÀ
EFFICACIA
Impegno
Regioni
Risorse
- razionalizzare
- ottimizzare
controllo
5% unità
lavorative
Per
consistenza
numerica e
professionalità
dei servizi
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
RISORSE IMPEGNATE
INDICATORI: BISOGNI
ATTIVITÀ / COPERTURA
RISULTATI
- 17 -
CONDIVISI
Obiettivi specifici
Creazione Sistema Informativo
Integrato Nazionale
• Programmazione condivisa attività
nazionali (edilizia) specificità
locali
• Promozione della “partecipazione”
dei vari soggetti (tutti) del sistema a
sostegno delle imprese
• Sviluppo e diffusione delle
conoscenze
•
(inf. mortali, sist. sorv. patologie, reti
locali WHP, campagna informativa
prevenzione tumori)
- 18 -
Ing. Eginardo Baron
Dirigente Ingegnere S.Pre.S.A.L
Azienda USL RM B
L’APPLICAZIONE DEL D.LGS. 494/96 NEL
CONFRONTO
CONTINUO TRA ORGANO DI
VIGILANZA E COMMITTENZA
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4° Convegno Regionale Edilizia
Roma, 12 marzo 2008
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L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA NELLE GRANDI OPERE
(QNO DEL G.R.A. - METROPOLITANA – CITTÀ DELLO SPORT)
Ing. Eginardo Baron AUSL RM/B
1. L’applicazione del decreto 494 nel confronto continuo fra vigilanza e committenza
• Il committente: datore di lavoro di tutti i datori di lavoro
• I rapporti con il committente e la direzione di cantiere
• Il coordinamento con la Direzione Provinciale del Lavoro e gli altri S.PRE.S.A.L.
• Flessibilità del PSC nelle previsioni a lungo termine
2. L’organizzazione della vigilanza
• L’ottimizzazione fra qualità e visibilità degli interventi
• La frequenza dei sopralluoghi nei grandi cantieri
Università di Tor Vergata - Cantiere della Città dello Sport - Casseri degli archi di sostegno del Palasport
- 21 -
1. L’applicazione del decreto 494 nel confronto continuo fra vigilanza e committenza
1.1. Il committente: datore di lavoro di tutti i datori di lavoro
L’applicazione da parte dell’organo di vigilanza delle azioni di prevenzione, dettate
dalla normativa per la tutela della salute dei lavoratori, scaturisce da diverse generatrici.
Una di queste è sempre stata costituita dal confronto dialettico fra organo di vigilanza
e datori di lavoro delle imprese esecutrici.
Nei cantieri temporanei e mobili il decreto 494/96 ha innalzato il confronto dialettico al
livello del committente. La comparsa del committente fra i soggetti responsabili del
processo che deve garantire l’incolumità dei lavoratori è senz’altro un atto di notevole
progresso giuridico, tuttavia appare più semplicemente come il necessario e giusto
riconoscimento della posizione economica del committente: esso è unico motore
economico dell’opera e quindi è il datore di lavoro di tutti i datori di lavoro delle imprese
esecutrici.
Il grande cantiere o grande opera esalta gli aspetti positivi di questo confronto,
attenuandone invece i momenti di conflittualità.
1.2. I rapporti con la direzione di cantiere
La grande opera o il grande cantiere presenta, rispettivamente, una naturale visibilità,
un maggior interesse a rispettare i tempi di esecuzione, una maggior esperienza in
generale degli addetti alla prevenzione. Inoltre i tempi di esecuzione relativamente lunghi
attenuano, o fanno scomparire quasi, la tendenza al rischio, caratteristica invece delle
opere di breve durata.
Tutto ciò induce il committente, la direzione lavori e il suo staff di prevenzione e
protezione a prendere contatti preventivi con l’organo di vigilanza, sia per informazioni e
assistenza nella fase di individuazione delle misure di prevenzione sia per delucidazioni su
quanto richiesto dalla legge.
In questi primi contatti l’organo di vigilanza si trova nelle migliori condizioni per
esplicare il suo mandato di informazione e prevenzione1 e, poiché i lavori non sono ancora
cominciati, può sviluppare, senza alcuna preoccupazione di carattere etico o complicazione
per incompatibilità dei ruoli, la sua vocazione intima che è appunto quella di diffondere le
buone prassi e di far tesoro delle esperienze imprenditoriali su problemi nuovi.
Questi primi approcci possono essere articolati nel tempo e nello spazio; qui si è
immaginato appartenenti all’iniziativa del committente, ma possono essere intrapresi
anche dalle ditte appaltatrici o dallo stesso organo di vigilanza, senza che la natura del
promotore condizioni i lavori. In questi primi incontri, che agevolano tutte le future azioni
a vantaggio della prevenzione infortuni, l’organo di vigilanza deve garantire omogeneità
di protocolli, di proposte e di interpretazioni.
1
La legge di riforma sanitaria affida al servizi di vigilanza questi due incarichi (informazione e prevenzione) in
modo distinto dal momento ispettivo e a monte di questo.
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1.3. Il coordinamento con la Direzione Provinciale del Lavoro e gli altri S.PRE.S.A.L.
Fino a questo momento abbiamo parlato in generale dell’organo di vigilanza. In realtà
gli organi di vigilanza sono diversi.
Negli stessi territori che delimitano le competenze degli otto Servizi Pre.S.A.L. di
Roma è presente la Direzione Provinciale del Lavoro (DPL). In cantieri di vaste opere
pubbliche, infrastrutture ferroviarie, stradali e sotterranee per uno stesso cantiere può
esserci la competenza di più Servizi Pre.S.A.L.
E’ allora necessario che nei cantieri sparsi in più territori di competenza, come quelli
della Metro, ci sia un coordinamento fra servizi delle diverse AUSL, mentre in ogni caso
ciascun Servizio Pre.S.A.L. dovrà sempre coordinarsi con quello della D.P.L.
Tale osservazione è tanto più importante quanto più si consideri che l’iniziativa più
efficace ai fini del coordinamento e della omogeneità degli interventi, oltre naturalmente
alle riunioni preliminari, è la programmazione e l’effettuazione di sopralluoghi congiunti.
Già solo l’intento di effettuare sopralluoghi congiunti con un altro organo di vigilanza
esprime un pensiero positivo per l’impegno a mettere in discussione i propri
comportamenti e per la consapevolezza di dirigersi verso un innalzamento del livello di
qualità dell’azione pubblica nella tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratori.
1.4. Flessibilità e frazionamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) nelle
previsioni a lungo termine.
Nei seminari annuali organizzati dal gruppo cantieri, in tutte le sedi istituzionali e
associative i tecnici della Regione Lazio hanno prodotto un grande sforzo per migliorare
la qualità dei documenti per la progettazione della sicurezza. Nonostante ciò il PSC,
nella quasi generalità dei casi e soprattutto nei cantieri medio piccoli, è ancora un
documento elaborato al computer con i sistemi copia-incolla, contenente modesta parte
dedicata effettivamente alla progettazione della sicurezza. Il documento non riesce, salvo
poche eccezioni, a uscire fuori dal guado della superficialità anche perché poche volte
viene esaminato dal suo acquirente (il committente), mentre i tecnici della prevenzione dei
Servizi Pre.S.A.L., che hanno il compito di verificarne l’adeguatezza rispetto al cantiere
effettivo, accusano una certa stanchezza a ricercare nella mole di carta la parte
tecnicamente congruente con il cantiere e quindi se il cantiere si trova in condizioni
soddisfacenti tendono a non esaminare questo documento. Queste circostanze hanno
innescato un circolo vizioso che negli ultimi tempi ha bloccato il progredire della regola
dell’arte della progettazione della sicurezza nel PSC.
Nelle grandi opere l’attenzione di tutte parti sociali, compresi gli organi di vigilanza, è
certamente maggiore e quindi tali documenti sono redatti con maggior attenzione. Tuttavia
ci si chiede se in un cantiere che può durare diversi anni sia possibile compilare per la
sicurezza - alla pari dei progetti costruttivi nei quali, per esempio, si stabilisce ancora
prima di iniziare il cantiere la sezione dei pilastri, delle travi e dei ferri d’armatura - un
progetto che possa prevedere le misure di sicurezza a lungo termine e quindi stabilire con
anni di anticipo posizione di uomini, attrezzature, mezzi e progressi delle tecnologie in
una previsione utile e attendibile per tutta la durata di un cantiere.
A tale proposito può essere significativo riflettere su due episodi.
A Roma, oltre ai cantieri del G.R.A., ormai in fase di chiusura, sono in corso da circa
un anno due grandi cantieri: il primo, quello della Città dello Sport, è concentrato in area
adiacente al Policlinico Tor Vergata; l’altro, quello della Metro, è frammentato nella città,
ma sostanzialmente presenta le stesse situazioni gestite da due diversi committenti. Ebbene
- 23 -
solo pochi giorni fa, ovvero dopo un anno dall’inizio dei lavori, è stato possibile alle
direzioni tecniche dei due cantieri sciogliere definitivamente le riserve sulle misure di
sicurezza che riguardano le fasi più critiche delle due opere: lo scavo delle gallerie per la
Metro e i lavori in quota per il montaggio delle coperture del complesso della Città dello
Sport.
La Metro C ha presentato ufficialmente la macchina scavatrice, cosiddetta talpa, in una
conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Lazio,mentre quasi contemporaneamente,
pur essendo i due cantieri assolutamente indipendenti, l’Università di Tor Vergata ha
presentato i metodi di lavoro per l’assemblaggio in quota delle strutture che comporranno
le coperture dei palazzi dello sport alte fino a 90 metri.
In sostanza i lavori della Metro C sono iniziati molto tempo prima che la principale
macchina per creare i tunnel fosse messa a punto non soltanto nella sua certificazione ma
anche nella sua tecnologia.
Nel cantiere della Città dello Sport, dove la copertura alta 90 metri non poteva essere
assemblata facendo uso di ponteggi tradizionali, la direzione lavori ha scelto i sistemi di
lavoro in quota solo dopo aver valutato in tempi reali lo stato dell’arte del settore, che è
uno di quelli che maggiormente rappresenta soluzioni innovative nel mercato.
Riguardo poi alla consultabilità dei PSC - documenti appesantiti di citazioni di intere
normative, di schede tecniche, di tabelle sulla magnitudo del rischio o l’entità del danno
assolutamente inutili - vale la pena raccontare che qualche mese fa la direzione della
Metro C ha fatto osservare, a un collega tecnico della prevenzione che chiedeva il PSC,
che fare la fotocopia del documento avrebbe comportato una spesa di circa ventimila euro.
Università di Tor Vergata - Cantiere della Città dello Sport
Disarmo dei Casseri degli archi di sostegno del Palasport
- 24 -
Ma se può accadere che all’inizio dei lavori il PSC non sia adeguato allo sviluppo
dell’opera per motivi tecnici ampiamente legittimati , riflettiamo insieme sulle modalità di
compilazione e sulla finalità del documento cercando di renderlo più semplice e soprattutto
più pratico e rispondente allo spirito della legge.
Noi riteniamo che il PSC, inteso come progetto ovvero come elaborato pronto prima
dell’inizio dei lavori, debba essere ridimensionato e lanciamo una sfida: nel settore dei
grandi cantieri il PSC deve contenere pochi elementi essenziali:
• la progettazione delle aree di cantiere destinate alla movimentazione dei mezzi e agli
apprestamenti igienico sanitari
• le misure di sicurezza per l’apertura del cantiere e le prime fasi di lavorazione
• il cronoprogramma dei lavori contenente anche le misure di sicurezza generali per
ciascuna lavorazione prevista
• la stima dei costi della sicurezza (tenendo naturalmente conto della approssimazione
dovuta all’incertezza delle lavorazioni nel tempo)
A questo documento generale dovranno affiancarsi, con un anticipo che sarà stabilito
caso per caso, documenti integrativi compilati dal coordinatore dell’esecuzione. Questi
documenti successivi saranno veri PSC e descriveranno in tempi poco meno che reali
apprestamenti e misure di sicurezza delle fasi fino alla chiusura del cantiere
• In questo modo gli elaborati sarebbero molto più aderenti alla reale situazione di
cantiere e la verifica degli organi ispettivi potrebbe aprire un tavolo di reale confronto
non solo sulla realtà del cantiere ma anche sulle situazioni di là da venire. Certamente
questa proposta deve essere valutata e applicata caso per caso eventualmente in forme
diverse determinando aree di frazionamento quando i cantieri sono molto estesi e i
tempi di elaborazione quando i cantieri si prolungano per molto tempo
2.
L’organizzazione della vigilanza
Ottimizzazione fra qualità e visibilità degli interventi.
Come già accennato, prima dell’avvio di un grande cantiere si aprono in varie sedi,
sia con azione preventiva che consultiva, confronti e tavoli tecnici fra committente,
organo di vigilanza e associazioni dei lavoratori. Tutto ciò innalza la qualità dell’attività
dell’organo di vigilanza ed eleva il valore della funzione pubblica nella tutela
dell’incolumità dei lavoratori.
Parte da qui una riflessione sull’ottimizzazione fra la visibilità e qualità degli
interventi.
Poiché l’analisi degli infortuni indica che le situazioni a rischio sono generate sempre
più spesso per una mancanza di organizzazione del cantiere molti dirigenti e lo stesso
gruppo regionale hanno stilato modelli d’intervento nei quali oltre alle verifiche sulle
condizioni del cantiere siano garantiti i controlli documentali (con esplicito riferimento
alla corrispondenza di questi con le condizioni del cantiere) e i controlli degli
adempimenti di committenti e coordinatori. Poiché d’altra parte rimangono sempre
pressanti sia a livello regionale che nazionale le richieste dei cosiddetti numeri, ovvero
del numero dei cantieri ispezionati, gli stessi dirigenti e i componenti dello stesso gruppo
regionale appaiono preoccupati, temendo che il forzato raggiungimento del cosiddetto
numero (regionale o nazionale) possa impedire di effettuare un intervento completo di
prevenzione ovvero un intervento che garantisca quei controlli documentali e
comportamentali dai quali può verificarsi l’adeguatezza dell’organizzazione.
- 25 -
Nella dialettica dei confronti interni dei servizi di prevenzione e all’interno degli
organismi regionali il numero dei cantieri ispezionati, che potrebbe rappresentare, per
così dire, la visibilità dell’organo di vigilanza e la verifica dell’organizzazione delle
imprese, che (a nostro avviso impropriamente) si ritiene conferisca il bollino qualità
all’intervento di prevenzione, si trovano spesso a essere pregiudizialmente contrapposte.
Noi crediamo che ciò derivi da un malinteso.
Vediamo di chiarirne il perché supponendo di voler avviare un programma di
prevenzione in un determinato comparto produttivo, nel quale tanto per intenderci
chiameremo azione l’intero programma e intervento (di prevenzione) la visita alla
singola azienda.
La visibilità dell’organo di vigilanza è essenziale nell’azione ma è solo una parte di
questa e non può che estrinsecarsi con la presenza sul territorio, ovvero con il numero
delle aziende visitate.
La qualità appartiene invece all’azione intera, pensando al ruolo dell’organo di
vigilanza in tutti i compiti che la legge gli affida - informativo, preventivo e ispettivo - e
a tutte le sedi nelle quali possono svolgersi queste attività. In sostanza si vuole dire che
l’innalzamento della qualità dell’azione, oltre che con interventi incisivi all’atto degli
interventi, può ottenersi anche con iniziative di formazione e informazione da svolgersi
in sedi diverse da quella del cantiere.
Visibilità e qualità sono caratteristiche essenziali dei programmi di prevenzione ma
l’importanza dell’una non deve far trascurare l’altra.
La qualità appartiene alla globalità dell’azione di prevenzione effettuata in un
determinato comparto, mentre la visibilità non può che essere perseguita a livello locale
intensificando gli interventi nelle aziende. In uno stesso programma di prevenzione, ad
esempio, si può caratterizzare un settore di azione nel quale prevale la visibilità e un
altro settore nel quale prevale la formazione, l’esame dell’organizzazione aziendale, ecc.
E’ noto che la sola regolare presenza dell’automobile di servizio dell’AUSL in un
piano di zona o semplicemente sulla strada che conduce ai singoli cantieri tende a
migliorare lo scenario degli ambienti di lavoro. Tuttavia se l’assessore regionale insiste
nel volere i numeri dei cantieri ispezionati alcuni dirigenti insorgono come se non
potesse essere garantita la qualità degli interventi. Qui sta il malinteso. Si confonde la
parte (l’intervento) con il tutto (l’azione). La qualità dell’azione, oltre che in sede di
attività ispettive, può essere raggiunta anche in sedi diverse dai cantieri, mentre la
visibilità può essere ottenuta solo visitando il cantiere. Quindi appare ragionevole da una
parte determinare nell’intervento stesso azioni minime per la verifica dell’organizzazione
del cantiere dall’altra ottenere un alto numero di cantieri visitati per mantenere al livello
soddisfacente la visibilità, e infine organizzare incontri con i datori di lavoro e con i
committenti da svolgersi nelle sedi delle AUSL, aprire sportelli informativi con
associazioni di lavoratori e di categoria. In questo modo il risultato finale può essere
raggiunto perché gli interventi che generano la qualità possono essere realizzati, non solo
nei cantieri in altre sedi, più consone e più redditizie.
2.2. La frequenza dei sopralluoghi nei grandi cantieri
Nel cantiere di una grande opera esiste una eccezionale concentrazione di lavoratori e
quindi siamo di fronte a una grande quantità di ore lavorative. E’ pertanto giustificata
una particolare programmazione delle attività di vigilanza con un gran numero di
- 26 -
sopralluoghi. Ma tali sopralluoghi, per le ragioni che esporremo di seguito, possono
aumentare anche al di là della proporzione standard degli altri cantieri, naturalmente con
effetti positivi di prevenzione infortuni, senza con questo rischiare che altri settori,
magari meno visibili sia da un punto di vista pratico che mediatico, siano trascurati e non
siano oggetto di una equilibrata vigilanza.
Nel cantiere di una grande opera risulta più facile avviare e mantenere a un giusto
livello le interrelazioni con tutti i soggetti responsabili per quanto riguarda la qualità e
l’impostazione dei documenti di sicurezza (si pensi ad esempio ai libretti di uso e
manutenzione delle attrezzature, generalmente introvabili), che invece nei singoli
cantieri è molto dispendiosa non solo per la qualità ma anche per la dislocazione o lo
stato di conservazione in cantiere. Nel cantiere di una grande opera i tecnici della
prevenzione dei Servizi PRE.S.A.L. finiscono in breve tempo per conoscere il crono
programma dei lavori e a distanza anche di intervalli non trascurabili fra una ispezione e
l’altra prevedono con buona approssimazione lo scenario e le lavorazioni che si svolgono
in cantiere.
Queste non trascurabili circostanze permettono di programmare sopralluoghi agili,
relativamente meno faticosi che possono lasciare spazio alla effettuazione di altre
attività.
In sostanza si creano condizioni di ottimizzazione fra la vigilanza sulla sicurezza
oggettiva, nella quale lo ripetiamo, occorre dare importanza alla visibilità per i noti
effetti positivi sul comportamento effettivo di tutti i soggetti, e la vigilanza sulla
sicurezza organizzativa nella quale invece diventa fondamentale la riflessione, l’esame
delle documentazioni, le interviste ai lavoratori, la qualità delle valutazioni dei rischi e
delle misure di sicurezza.
Queste condizioni di ottimizzazione permettono, di aumentare la frequenza dei
sopralluoghi nei cantieri in rapporto alle ore lavorative delle grandi opere, mantenendo
inalterata la frequenza media di interventi in tutto il resto del territorio.
- 27 -
Ing. Massimo Giuliano
Dirigente Ingegnere S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RM G
TdPALL Carlo Taffi
Coordinatore TdPALL S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RME
LA VIGILANZA NEI CANTIERI DEL QUADRANTE
NORD-OVEST DEL GRA:
DATI RIEPILOGATIVI E CONSIDERAZIONI SU
3 ANNI DI ATTIVITÀ
_________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
- 29 -
SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA
AMBIENTI DI LAVORO
LA VIGILANZA NEI CANTIERI
DEL QNO DEL GRA:
Dati riepilogativi e
considerazioni su tre anni
di attività
Ing. Massimo Giuliano
- 31 -
Verifica della sicurezza in cantiere
PROBLEMATICHE
difficoltà logistiche
estensione geografica e temporale,
condizioni di lavoro particolari,
traffico veicolare ininterrotto.
dinamiche di avvicendamento delle aziende elevate
coordinamento aziende/lavoratori coinvolti
- 32 -
Anno 2005
•
•
•
•
•
Azione di supporto dei Servizi PRE.SA.L. delle
Aziende RMA, RMB, RMC, RMD, RMG
Intervento del Gruppo Regionale Edilizia
Razionalizzazione e Coordinamento
Aumento del numero delle visite ispettive
Incontri informativi con le maestranze ed i tecnici
delle ditte presenti in cantiere
- 33 -
Gruppo
Regionale
Edilizia
• Supporto tecnico di
ingegneri ed
architetti di tutti i
Servizi PRE.SA.L.
• Scheda Regionale
di intervento in
cantiere
• Condivisione di
una metodologia di
intervento
- 34 -
METODOLOGIA DI INTERVENTO
Pianificazione e
Progettazione:
Coordinatori per la
Sicurezza
Piano di Sicurezza e
Coordinamento
Piani Operativi di Sicurezza
Committenti
PREVENZIONE
E
PROGETTAZIONE
VERIFICA SICUREZZA
“OGGETTIVA”
Verifica delle condizioni di
sicurezza per i rischi
maggiori:
• Caduta dall’alto
• Rischio di seppellimento
• Attrezzature e impianti
• Dispositivi di Protezione
Individuale
CONTROLLO PROCEDURE GENERALI
Organizzazione del cantiere
Presenza di un
Responsabile/Preposto
- 35 -
Analisi delle violazioni riscontrate
periodo 2005 / 2007
Violazioni totali: 217
29%
dpr 547/55
dpr 303/56
1%
31%
dpr 164/56
35%
dlgv 626/94
dlgv 494/96
0%
4%
20%
40%
- 36 -
60%
80%
100%
Tipologia delle violazioni
1%
Violaz. Norme Igieniche
Violaz. connesse all'uso di
macchine o impianti
16%
Violaz. connesse all'organizzaz.
del cantiere
2%
41%
Pericolo di caduta dall'alto
19%
Mancata Valutazione del Rischio
2%
Mancata Prot. degli scavi
1%
Mancata Informazione
2%
Mancata effett. Accertamenti
Sanitari
11%
Inadempienza Procedurale
3%
Formazione
2%
Dispositivi di Protez. Individuale
0%
10%
20%
- 37 -
30%
40%
50%
Violazioni per professione/ruolo
5
Medico Competente
7
Lavoratori
198
Datore di lavoro
5
Coord. esecuzione
1
Committente
0
50
100
- 38 -
150
200
Confronto dati vigilanza/violazioni
250
196
200
134
150
128
N° Sequestri
N° Verbali Prescrizione
N° Interventi
100
74
65
50
33
34
24
12
10
5
1
0
1°SEM.2005
- 39 -
2005
2006
2007
REGIONE
LAZIO
RIEPILOGO INTERVENTI
VIGILANZA CANTIERI GRA
RELAZIONE
ANNI 2005-2007
Isp.Coord. S.Pre.S.A.L. AZIENDA USL RM/E
Carlo Taffi
- 41 -
RIEPILOGO
INTERVENTI GRA
• CON QUESTI POCHI E SINTETICI
ISTOGRAMMI SI E’ INTESO
RENDERE NOTO LO SFORZO
COSTANTE DEGLI OPERATORI
S.PRE.S.A.L. NELL’ESECUZIONE
DELLA VIGILANZA NEI CANTIERI
DI GRANDI OPERE CON LO
SCOPO PRIMARIO DI FARE
PREVENZIONE!
• UNENDO E COORDINANDO LE
POCHE RISORSE DISPONIBILI E LE
PIU’ ELEVATE PROFESSIONALITA’
- 42 -
RIEPILOGO
INTERVENTI GRA
PRIMO SEMESTRE ANNO 2005
33
34
35
30
25
20
10
15
10
5
0
N° Interventi
N° Verbali Ispezione/Prescrizione
- 43 -
N° Verbali Ispezione/Sequestro
RIEPILOGO
INTERVENTI GRA
ANNO 2005
134
140
120
100
80
60
74
40
12
20
0
N° Interventi
N° Verbali Ispezione/Prescrizione
- 44 -
N° Verbali Ispezione/Sequestro
RIEPILOGO
INTERVENTI GRA
ANNO 2006
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
sopralluoghi
196
verbali 65
sequestri 5
- 45 -
RIEPILOGO
INTERVENTI
ANNO 2007
ANNO 2007
128
140
120
100
80
60
24
40
1
20
0
N° Interventi
N° Verbali Ispezione/Prescrizione
- 46 -
N° Verbali Ispezione/Sequestro
RIEPILOGO
INTERVENTI
2005 - 2007
200
196
180
160
140
134
128
120
100
74
80
65
60
34 33
40
24
20
12
10
5
0
1°SEM.2005
2005
N° Verbali Ispezione/Sequestro
2006
1
2007
N° Verbali Ispezione/Prescrizioni
- 47 -
N° Interventi
Ing. Giuseppe Costanzo
Dirigente Area Tecnica Nuove Costruzioni ANAS S.p.A
Dott. Giovanni Albanese
Dirigente ANAS S.p.A.
I LAVORI DEL QNO DEL GRA
IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA
__________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
- 49 -
I LAVORI DEL QNO DEL GRA
IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA
Il Grande Raccordo Anulare di Roma è la struttura viaria che, circondando completamente
la capitale, consente agli automobilisti di raggiungere le diverse zone della città di Roma
dall’esterno dell’area urbana evitando così di “soffocare” il centro cittadino con un
impressionante volume di traffico. Il GRA è una realtà di particolare rilevanza per la Capitale
e l’area metropolitana: questa imponente infrastruttura realizza un raccordo autostradale con le
grandi direttrici nazionali, assolvendo allo stesso tempo alla funzione di tangenziale esterna
per il collegamento delle aree periferiche, interessate da un crescente fenomeno di
pendolarismo con il centro della città (che ha prodotto transiti sul GRA che raggiungono
anche 160.000 passaggi/giorno).
Un’autostrada con trentatre uscite per complessivi sessantotto chilometri circa di
lunghezza. Una uscita in media ogni 2,3 chilometri. Un’arteria importantissima, inserita nel
quadro trasportistico nazionale e locale. Un anello essenziale per lo smistamento dei traffici
italiani ed europei.
I lavori in via di completamento, dallo svincolo con la Strada Statale 1 “Aurelia” allo
svincolo con la Strada Statale 3 “Flaminia”, permetteranno la realizzazione di carreggiate
separate ciascuna a tre corsie per ogni senso di marcia lungo tutto il Grande Raccordo
Anulare di Roma. L’estensione dell’intervento è di circa 18,5 Km, compresi nel Quadrante
Nord Occidentale, e ha comportato un impegno finanziario di circa 613 milioni di Euro.
L’ammodernamento ha già consentito una sensibile diminuzione delle code e la riduzione
del 30% dei tempi di percorrenza del GRA, migliorando la qualità della vita sia di chi si
reca a Roma quotidianamente per motivi di lavoro e sia di chi invece risiede in città.
Il GRA, a lavori ultimati, diventerà un’arteria informatizzata grazie ai nuovi strumenti
utilizzati per monitorare il traffico, consentendo quindi di intervenire in tempo reale nelle
situazioni di criticità. L’ANAS sta lavorando per trasformare il GRA in una delle autostrade a
più alto contenuto tecnologico d’Europa, più sicura e moderna.
Lungo tutto il percorso del raccordo anulare, sono installati sistemi di controllo di
videosorveglianza (con 50 telecamere che saranno attive h 24), pannelli a messaggio
variabile per la trasmissione di messaggi informativi agli utenti, sistemi acustici installati in
galleria per avvisare gli automobilisti in caso di pericolo di incendio.
Sui 18,5 Km, che costituiscono l’intero tratto del Quadrante Nord Ovest, circa 17 km
sono aperti al traffico: entro la fine della primavera di quest’anno verranno aperti al
traffico i restanti 1,5 km, al momento ancora interessati da lavori di completamento ed in
via di ultimazione. A lavori ultimati resterà sola da realizzare la seconda canna della
Galleria Cassia in carreggiata interna il cui appalto è attualmente in corso di
compimento.
Il tratto, oggetto degli interventi di adeguamento a tre corsie più la corsia di emergenza, si
sviluppa tra lo svincolo Aurelia, direzione Nord, fino allo svincolo Flaminia comprendendo gli
svincoli con Via della Maglianella, Via Boccea, Casalotti, Selva Candida, Via Trionfale, lo
svincolo del nuovo Ospedale S. Andrea e gli svincoli con la Cassia e la Cassia Veientana fino
allo scavalco del Tevere con un nuovo ponte all’altezza della Via Flaminia.
- 51 -
I lavori hanno comportato la realizzazione, oltre a diversi sovrappassi, di numerosi
viadotti per complessivi 2.900 ml e la realizzazione di gallerie artificiali e naturali per
complessivi 6.700 ml.
Le tecniche di lavorazione impiegate, con largo uso dei moderni macchinari e la tipologia
dei materiali impiegati unita ad una particolare attenzione alle problematiche della sicurezza
nella fase di redazione del progetto esecutivo, hanno contribuito a mitigare all’origine molti
rischi connessi alle lavorazioni nei cantieri stradali. Tuttavia l’ampiezza dei fronti di lavoro,
l’elevato numero dei subappaltatori che in alcuni casi hanno raggiunto il numero di 25 attivi
contemporaneamente all’interno dello stesso cantiere, la presenza frequente di rischi
particolari come le cadute dall’alto, hanno fatto emergere in molti casi punti di debolezza,
inerenti soprattutto all’organizzazione interna delle imprese stesse.
L’ANAS in qualità di Ente Appaltante ha operato in applicazione della legge e ha
proceduto alla nomina dei Coordinatori per la sicurezza dei lavori in fase di progettazione e
poi in fase di esecuzione, ha redatto i Piani di Sicurezza provvedendo a redigere gli opportuni
aggiornamenti ed integrazioni in fase di sviluppo dei lavori, ha costantemente inviato gli
aggiornamenti alla notifica preliminare corredandola dell’elenco aggiornato dei subappaltatori.
Con il trascorrere del tempo dall’inizio dei lavori, l’ANAS ha un po’ modificato le scelte
fatte inizialmente: in quasi tutti i lotti ha diversificato la figura del Direttore dei Lavori da
quella del C.S.E. inizialmente coincidenti come previsto dalla legge, e ciò in quanto si è resa
conto della necessità di dare maggior risalto al ruolo del C.S.E. proprio in lotti così
impegnativi sul fronte della sicurezza e salute dei lavoratori, con notevolissime problematiche
di interferenza sia temporale che spaziale in molte situazioni specifiche.
Ciò ha portato ad un maggiore impegno della struttura interna dell’ANAS che ha
provveduto ad affiancare alla figura dei C.S.E. sia interni che esterni, un’organizzazione
specializzata nella gestione della sicurezza in cantieri stradali. Quest’ultima ha effettuato circa
180 sopralluoghi e visite all’anno presso i cantieri e i fronti di lavoro redigendo verbali e
provvedendo ad inviare la documentazione ai C.S.E. e ai D.L.
Gli stessi C.S.E. hanno effettuato circa 70 sopralluoghi all’anno in ciascun cantiere, nel
complesso quasi 200 riunioni di coordinamento, oltre a specifiche riunioni per la sicurezza per
affrontare situazioni particolari, una mole innumerevole di corrispondenza con le imprese
mandatarie per richiedere documentazione (P.O.S., Libri matricola, ecc.) verifiche
documentali, integrazioni, inviare prescrizioni e raccomandazioni. Sono state effettuate cinque
segnalazioni al R.U.P., circa 65 sospensioni e ripresa dei lavori, tre richieste di allontanamento
di impresa, dieci richieste di richiami agli operai.
L’esperienza maturata in questi quattro anni di lavoro sul Q.N.O. da parte della struttura del
Compartimento ANAS di Roma può essere tradotta nelle considerazioni che seguono.
Se le amministrazioni vogliono migliorare lo standard di sicurezza nei cantieri debbono
dotarsi al proprio interno di professionalità che siano dotate di conclamata capacità ed
esperienza e abbiano modo di specializzarsi nel settore. Non è sufficiente la preparazione
minima prevista dalla legge.
Occorre cambiare la legge Merloni e il regolamento attuativo, che sanciscono la univocità
della figura del Direttore dei Lavori e del C.S.E.: mentre in cantieri di modesta entità sarebbe
antieconomico e, probabilmente, ingiustificato, richiedere la separazione degli incarichi a due
soggetti diversi, ciò è indispensabile in cantieri con importi economici significativi; anzi si
- 52 -
suggerisce che proprio l’importo dei lavori possa costituirne la discriminante. Ciò a causa
della divergenza di obbiettivi: di accelerazione della produzione per il DL, di eliminazione dei
rischi per il CSE.
Inoltre, se si vuole esercitare un controllo che non sia sporadico e quindi efficace, occorre
costituire una squadra per la sicurezza, che affianchi l’attività del Coordinatore, per evitare che
quest’ultimo si trovi da solo a fronteggiare la continua e rapida evoluzione del cantiere.
Infine, per ultimo ma non da ultimo, occorre cominciare a pensare ad un Sistema di
gestione della sicurezza che impegni le Amministrazioni nella definizione di strategie,
programmi e soprattutto obiettivi in materia di sicurezza, fornisca le linee guida per una
pianificazione interna degli standard di sicurezza, renda omogenee le procedure, e soprattutto
consenta di misurare in modo obiettivo il livello di sicurezza raggiunto nei propri cantieri.
L’ANAS, facendo proprio l’impegno morale per una drastica riduzione degli incidenti sul
lavoro, così vivo nella cittadinanza e richiamato dalle più alte cariche istituzionali e civili del
nostro paese, già da tempo, si sta muovendo in questa direzione: dopo una prima fase in cui 54
Coordinatori per la Sicurezza, presso altrettanti cantieri in tutta Italia, sono stati formati alla
tecniche di audit, allo scopo di poter monitorare al meglio l’attuale modello di gestione, sta ora
avviando la seconda fase con la programmazione, proprio in questi giorni, di audit interni
presso 24 grandi cantieri in tutta Italia; i risultati di questi audit forniranno le informazioni di
base che consentiranno all’Amministrazione di definire linee strategiche ed obiettivi precisi di
miglioramento e costituiranno il nucleo di partenza per un proprio Sistema di Gestione della
Sicurezza nei cantieri.
- 53 -
Dr.ssa Giovanna Manzari
Dirigente Medico del Lavoro S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RM E
LA QUALITÀ DELLA SORVEGLIANZA
SANITARIA MIRATA AL RISCHIO DA
ESPOSIZIONE A POLVERI
_________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
- 55 -
LA QUALITÀ DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA
MIRATA AL RISCHIO DI ESPOSIZIONE A POLVERI
Giovanna Manzari
Riassunto
Il Servizio PRESAL della ASL RM E, nel corso delle verifiche effettuate su cantieri edili
per la realizzazione dell’Autostrada GRA, Quadrante Nord-Ovest, ha focalizzato l’attenzione
sulla qualità delle misure di prevenzione primaria e secondaria a tutela dei lavoratori esposti a
polveri in particolare nei lavori di scavo in galleria.
Sono stati presi in considerazione sia gli aspetti relativi ai livelli di esposizione dei
lavoratori esposti a polveri e a silice libera cristallina che l’adeguatezza delle misure
preventive e, tra queste, la qualità degli accertamenti sanitari mirati al rischio, volti ad
evidenziare precocemente eventuali alterazioni dello stato di salute.
L’esame dei protocolli di sorveglianza sanitaria, delle prove di funzionalità respiratoria e
delle radiografie del torace ha mostrato carenze qualitative da superare per la prevenzione dei
danni all’apparato respiratorio.
Inoltre, nella quasi totalità dei casi la sorveglianza sanitaria è stata attivata come misura di
prevenzione a sé stante, solo sulla base di conoscenze di comparto, scissa comunque
dall’effettivo contesto delle lavorazioni effettuate e da misure di esposizione reali a polveri
totali e a silice libera cristallina.
Le verifiche sulle valutazioni del rischio specifico hanno evidenziato carenze nella totalità
dei casi esaminati, non consentendo di precisare l’esposizione dei lavoratori impegnati sul
fronte di scavo delle gallerie o in altre opere di scavo per assenza o insufficienza di
campionamenti ambientali e personali.
In conclusione, per rendere più fruibili le informazioni derivanti dalla sorveglianza
sanitaria quale misura di prevenzione secondaria appare necessario intervenire su vari aspetti
che coinvolgono sia i soggetti responsabili della valutazione del rischio, sia i medici
competenti aziendali, che devono farsi parte attiva per disporre di valori di esposizione a
polveri e a silice libera cristallina necessari per orientare le scelte degli accertamenti
specialistici e nel garantirne la qualità di esecuzione e interpretazione, sia i Servizi PreSAL
delle ASL cui è demandato il ruolo di coordinamento e controllo di qualità su tali aspetti.
Misure di esposizione a polveri e a silice libera cristallina
I controlli della valutazione di esposizione a polveri e a silice libera cristallina sono stati
effettuati su un campione di 11 ditte di cui 9 effettuavano lavorazioni comportanti
l’esposizione: due ditte sono state oggetto di più interventi di verifica nel corso dei lavori in
quanto impegnate in prevalenza in opere di scavo per la realizzazione di gallerie naturali.
Sono stati acquisiti e studiati i documenti di valutazione del rischio, riscontrando carenze
tali da non consentire di quantizzare la reale esposizione dei lavoratori a polveri totali e a silice
cristallina, per assenza o insufficienza di dati relativi ai campionamenti ambientali e personali
come indicato dalle linee guida del Network Italiano Silice (NIS).
- 57 -
In alcune valutazioni sono stati trovati valori limite di riferimento ormai obsoleti, in due
casi le misure documentavano un superamento dei TLV-TWA per la frazione respirabile della
silice cristallina e in un caso il superamento del TLV-TWA per le polveri totali respirabili,
senza che si fosse provveduto a quantizzarne il contenuto in silice.
Per cercare di ottenere misure attendibili dei livelli di esposizione dei lavoratori ai rischi
specifici evidenziati, sono state impartite prescrizioni ai sensi dell’art. 72 quater del D.Lgs.
626/94, ciò nonostante non in tutti i casi si sono ottenute valutazioni dell’esposizione
soddisfacenti: questo è indicativo del fatto che oltre alle necessarie verifiche a campione
effettuate dall’organo di vigilanza, specialmente in lavori edili per la realizzazione di grandi
opere, è utile la preliminare definizione e la condivisione dei metodi di valutazione in aderenza
alle linee guida scientificamente condivise.
Protocolli di sorveglianza sanitaria
I protocolli di sorveglianza sanitaria hanno mostrato difformità nella scelta degli esami
strumentali mirati al rischio polveri e della periodicità di effettuazione degli stessi anche tra
ditte addette ad analoghe lavorazioni presso lo stesso cantiere: questo, senza nulla togliere
all’autonomia decisionale dei singoli medici competenti, non dà garanzia che lavoratori
esposti agli stessi livelli di rischio siano tutelati nello stesso modo per quanto riguarda la
prevenzione dei danni all’apparato respiratorio.
Le carenze di accertamenti mirati al rischio polveri e silice libera cristallina, quali la
mancata effettuazione di radiografie del torace con classificazione ILO-BIT o la mancata
effettuazione di test di screening per la TBC sono state motivate dai medici competenti
aziendali richiamando carenze di informazione rispetto ai dati di esposizione.
In alcuni casi le radiografie del torace erano state richieste dal medico competente
attribuendo un ruolo preventivo “cautelativo” mirato a un presunto rischio silice, senza che
fossero presenti nel documento di valutazione dei rischi misure di esposizione a polveri
respirabili e a silice libera cristallina: pertanto, non poteva essere definita l’effettiva necessità
di tali esami nè il rispetto del principio di “giustificazione” previsto dalle norme
radioprotezionistiche né i criteri di scelta per la periodicità di effettuazione.
In pratica, la redazione del protocollo di sorveglianza sanitaria per l’apparato respiratorio è
stata effettuata in maniera scarsamente rispondente alla realtà delle lavorazioni, prevedendo o
no a seconda dei casi accertamenti mirati a rischi non valutati, senza disporre di misure di
esposizione e del confronto delle stesse con i valori limite previsti (TLV-TWA) e senza la
necessaria collaborazione e interazione tra le figure individuate per la tutela della salute dei
lavoratori.
Qualità di Prove di Funzionalità Respiratoria e Radiografie del torace
E’ stata effettuata una verifica sulla qualità delle prove di funzionalità respiratoria (PFR)
riscontrando il rispetto dei criteri di qualità della corretta esecuzione solo nel 24% dei casi: ciò
indica che la gran parte degli esami sono scarsamente fruibili a fini preventivi, in quanto la
non corretta misura dei volumi e dei flussi polmonari non consente il riscontro di alterazioni
precoci dell’apparato respiratorio dei lavoratori esposti, e del loro monitoraggio.
La qualità delle radiografie del torace è una delle maggiori criticità da evidenziare per
evitarne la ripetizione troppo ravvicinata nel caso in cui non siano qualitativamente utilizzabili
per evidenziare alterazioni precoci negli esposti a polveri contenenti silice.
- 58 -
Per questo, come indicato anche dalle linee guida NIS, è necessario che il medico
competente formuli le proprie richieste evidenziando l’esposizione professionale e il quesito
diagnostico, in riferimento a strutture specialistiche che possano documentare un percorso
formativo specifico e che diano garanzie tecniche di effettuazione e classificazione efficaci ai
fini della prevenzione e diagnosi precoce delle pneumopatie lavoro-correlate. Sarebbe
auspicabile il ricorso a lettori B-readers certificati.
E’ stata effettuata la verifica della qualità tecnica di 42 radiogrammi del torace e la
valutazione di 33 di questi da parte di tre lettori B-readers certificati dal NIOSH statunitense:
la qualità tecnica riscontrata è stata giudicata buona, ove si eccettui per un radiogramma,
eseguito con tecnica digitale, stampato in formato ridotto e pertanto non utilizzabile per il
confronto con gli standard della classificazione ILO 2000 per pneumoconiosi.
Conclusioni
L’esperienza di verifica condotta ad oggi sulla sorveglianza sanitaria cui sono stati
sottoposti i lavoratori addetti ad opere di scavo per la realizzazione di grandi opere esposti a
rischio di patologie per l’apparato respiratorio da esposizione a polveri e a silice libera
cristallina, non ha mostrato una situazione incoraggiante in quanto:
1. le carenze del processo di valutazione nella gran parte dei casi non consentono di avere
dati di esposizione fruibili soprattutto per quanto riguarda l’esposizione a silice libera
cristallina; il miglioramento di questi aspetti appare oltremodo necessario in
considerazione dei superamenti dei valori limite di riferimento presenti in almeno tre delle
valutazioni prodotte;
2. le carenze di valutazione evidenziate non indirizzano correttamente la scelta delle misure
di prevenzione da attuare sia per quanto riguarda la riduzione del rischio (prevenzione
primaria) sia rispetto alle misure di prevenzione secondaria (sorveglianza sanitaria) la cui
effettuazione, in assenza di dati di esposizione, può comportare eccessi o difetti
nell’effettuazione degli accertamenti integrativi e difficoltà nella loro interpretazione.
3. le carenze qualitative della sorveglianza sanitaria necessitano da un lato di una maggiore
conoscenza da parte dei medici competenti dei livelli di esposizione personale dei
lavoratori, e ciò è ottenibile migliorando i flussi informativi tra i soggetti titolari degli
obblighi normativi, dall’altro di una maggiore aderenza degli esami strumentali ai criteri di
qualità per la loro effettuazione (linee guida ATS o simili, requisiti tecnici e classificazione
ILO 2000, altro).
Quanto evidenziato rende necessaria una maggiore attenzione agli aspetti di tutela della
salute dei lavoratori esposti a polveri soprattutto se si tratta di lavori di scavo per la
realizzazione di grandi opere, con coinvolgimento di tutti i soggetti titolari degli obblighi.
Questo attraverso una più efficace programmazione ed effettuazione della valutazione del
rischio, e la trasmissione delle informazioni necessarie relative ai dati di esposizione a polveri
e a silice libera cristallina ai medici competenti e ai lavoratori, prevedendo anche una
maggiore partecipazione, più attiva del medico competente alle fasi di valutazione per ottenere
le informazioni che possono implicare differenti scelte nella redazione del protocollo di
sorveglianza sanitaria relativamente agli accertamenti integrativi e alla loro periodicità.
Si rinnova l’invito ai medici competenti aziendali a prestare costante attenzione alla
qualità degli accertamenti strumentali integrativi, perseguendo e garantendo il rispetto degli
standard previsti dalle linee guida per la loro effettuazione, necessari per il corretto rilievo di
alterazioni dello stato di salute con finalità preventive e per il loro valore epidemiologico.
- 59 -
Prospettive
L’esperienza delle verifiche a campione relative ai lavori del GRA ha evidenziato che le
problematiche di tutela della salute dei lavoratori in relazione all’esposizione a polveri
necessitano di un approccio differente e integrato, sia da parte dei Servizi PreSAL delle ASL
che da parte delle Ditte che effettuano lavori, soprattutto per lavori di lunga durata come quelli
per la realizzazione di grandi opere.
È necessario, infatti, garantire non solo il miglioramento delle informazioni contenute
nella valutazione del rischio ma anche individuare e predefinire i criteri di qualità minimi da
rispettare durante tutte le lavorazioni che espongono al rischio polveri e silice libera
cristallina, oltre che per gli altri rischi specifici propri delle lavorazioni effettuate, sia per
quanto riguarda la qualità delle misure necessarie alla valutazione dei livelli di esposizione che
per la qualità della sorveglianza sanitaria e degli accertamenti integrativi mirati, in accordo
con le linee guida scientifiche validate.
Per questo all’avvio dei lavori per la realizzazione delle Metropolitane di Roma è iniziato
un percorso di confronto e interazione tra i Servizi PreSAL delle ASL che saranno impegnate
nelle successive fasi di verifica e i medici competenti delle Aziende per predefinire e
condividere standard di qualità minimi per la sorveglianza sanitaria a garanzia della efficacia
dei dati sanitari rilevati e della loro utilità anche epidemiologica.
La qualità degli accertamenti integrativi strumentali
tab. 1:
A: qualità degli esami spirometrici
radiogrammi
del torace
B:
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
24%
76%
buona
insufficiente
qualità
98%
2%
inadeguata
buona
- 60 -
tecnica
dei
Dott. Daniele Gamberale
Direttore U.O.C. S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RM E
I LAVORI DELLE LINEE B1 E C: GLI
INTERVENTI COORDINATI TRA AZIENDE USL
E IL PIANO STRAORDINARIO REGIONALE DI
PREVENZIONE
__________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
- 61 -
I LAVORI DELLE LINEE B1 E C DELLE METROPOLITANE:
GLI INTERVENTI COORDINATI TRA AZIENDE UU.SS.LL. E
IL PIANO REGIONALE STRAORDINARIO DI PREVENZIONE
Daniele Gamberale
Direttore SPreSAL ASL RME
I lavori di estensione delle linee B1 e C delle Metropolitane di Roma, tra le Grandi Opere più
importanti della Capitale nei prossimi anni, costituiranno un impegno centrale di vigilanza per i
Servizi PreSAL delle Aziende USL RMA, B, C ed E, con il supporto strategico della RMG.
Il Piano Regionale di Prevenzione, articolazione del CCM del Ministero della Salute, infatti,
prevede la vigilanza di un certo numero di cantieri edili, fissato nel Documento operativo per la
realizzazione del Piano Nazionale di Prevenzione in edilizia del triennio 2008-2010 a cura del
Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro, in un numero
non inferiore a quello del 2005, che nella Regione Lazio è stato di notevole entità.
Infatti, come detto nella presentazione, si è arrivati ad una copertura delle notifiche prossima
al 50% (il dato nazionale non raggiunge il 15-20%), ancora implementata da una politica di
“interventi straordinari” e “settimane dedicate all’edilizia” sulla cui efficacia bisognerebbe fare
qualche riflessione.
Al di là del messaggio di attenzione al problema delle morti in edilizia, che si vorrebbe
sottolineare, la ripetuta interruzione della normale programmazione delle attività
indiscriminatamente in tutte le Aziende USL della Regione, e l’utilizzazione a tappeto della
“scheda regionale di intervento in cantiere” in un grande numero di cantieri visitati non ha visto
una diminuzione proporzionata dell’indice più significativo di cui si dispone, relativo al numero
di morti del comparto edile.
Altri indicatori, come numero e gravità degli infortuni, purtroppo, non sono ancora
abbastanza standardizzabili rispetto al denominatore costituito dal numero di ore lavorate o dal
numero degli addetti del comparto, dati ancora molto incerti, per valutazioni più scientifiche.
Quindi, rispetto al finanziamento triennale previsto dalla Legge Finanziaria Regionale del
2006 n. 4 art. 163 comma 1 che stanziava complessivamente circa 15 Milioni di Euro, di cui 5
nell’esercizio 2007, in sede di COordinamento DIrigenti Servizi di Prevenzione delle Aziende
USL presso l’Area dell’Assessorato alla Sanità Regionale, i Servizi interessati ai lavori di
estensione della Rete delle Metropolitane B1 e C hanno proposto di dedicare a questa attività una
parte dei fondi dell’esercizio 2007.
In effetti, la prima iniziativa era venuta proprio dal general contractor di Roma Metropolitane
convocando una riunione di confronto con i Servizi di vigilanza presso la propria sede nel luglio
2006, per iniziare ad illustrare il cronoprogramma dei rilevanti lavori, le sedi dei cantieri e dei
tracciati.
I Dirigenti e gli operatori delle Aziende USL, già coordinati tra loro per l’assistenza alla
AUSL RME nella vigilanza dei cantieri di raddoppio del Quadrante Nord-Ovest del GRA, hanno
aderito immediatamente alla proposta di una discussione preliminare per affrontare in maniera
condivisa le problematiche di opere tanto impegnative e di così lunga durata.
I confronti successivi sono stati organizzati presso il Dipartimento V del Comune di Roma,
nell’ambito della Commissione per l’armonizzazione delle procedure, dando valore e significato
ancora più concreto all’obiettivo di approfondire preliminarmente i problemi e condividere le
soluzioni con i soggetti titolari delle azioni di prevenzione.
- 63 In effetti, situazioni di rischio connesse a grandi lavori di scavo in profondità (fino a 30-40
metri) non si verificavano a Roma da oltre 20 anni (gli ultimi lavori sono stati quelli della linea A
della Metropolitana) e soltanto in zone limitate.
Vi è quindi anche un problema di esperienza ed addestramento degli operatori a fronteggiare
tali situazioni.
Inoltre, si tratta di controllare i lavori in vari punti della città, in momenti e fasi a volte
diversi, effettuati da lavoratori provenienti anche da altre regioni con le problematiche connesse.
I Servizi di Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro delle Aziende USL hanno quindi
organizzato dei sottogruppi di lavoro (Sicurezza, Igiene e Medicina del Lavoro) con il
coinvolgimento di Ingegneri, Architetti e Tecnici della Prevenzione, Chimici e Medici del
Lavoro per affrontare schematicamente 3 argomenti:
1- SICUREZZA DELLE OPERAZIONI
2- ESPOSIZIONE AD INQUINANTI, IN PARTICOLARE A POLVERI E SILICE LIBERA
CRISTALLINA
3- APPROPRIATEZZA DEI PROTOCOLLI DI SORVEGLIANZA SANITARIA, CON
PARTICOLARE RIGUARDO ALL’APPARATO RESPIRATORIO.
Si tratta evidentemente di problematiche altamente complesse ed interdisciplinari, che
sarebbe riduttivo e sbagliato affrontare con la “sola vigilanza” non meglio specificata, troppo
spesso invocata come tale, senza precisazioni.
La disponibilità finanziaria del Piano Straordinario Regionale di Prevenzione per l’esercizio
2007, approvato con DGR n. 635 del 3 agosto 2007 e Determina n. 3968 del 31 ottobre 2007
ha previsto i seguenti stanziamenti nell’ambito del Piano di promozione della sicurezza in
edilizia:
ASL RMA: 40.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B”
ASL RMB: 20.000 € “Piano di vigilanza coordinato dei lavori linea metro C”
ASL RMC: 40.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C”
ASL RME: 50.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B”
ASL RMG: 40.000 € “ Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B”
L’ Azienda USL RME ha ricevuto una quota maggiore di 10.000 Euro finalizzata a sostenere
raccordi operativi con Enti scientifici come la CONTARP dell’INAIL e strutture diagnostiche di
2°-3° livello (2a Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma- Policlinico S.
Andrea) per la verifica dei radiogrammi del torace secondo i criteri ILO-BIT con l’intervento di
lettori B- Readers certificati (2 dell’Istituto di Radiologia ed 1 del Servizio PreSAL) anche in
fase pre - esposizione di questi cantieri.
Questi aspetti saranno trattati estesamente nelle relazioni finali.
E’ stato previsto anche il ricorso ad eventuali momenti diagnostici più approfonditi, con il
coinvolgimento della Broncopneumologia, nei casi che potessero richiedere il Lavaggio BroncoAlveolare, e di verifica/effettuazione delle Prove di Funzionalità Respiratoria con il Servizio
Broncopneumologia della Azienda USL RME.
Si è cercato quindi, con queste risorse straordinarie, di delineare anche un percorso completo
per il monitoraggio dello stato di salute dei lavoratori impegnati in questa Grande Opera
attraverso il coordinamento e controllo della Sorveglianza Sanitaria, condividendo i protocolli
diagnostici con qualificati rappresentanti dei Medici Competenti delle Ditte al momento più
rappresentative, e che verranno illustrati alla fine della Sessione. Bisogna pensare alla sicurezza,
ma anche alla salute.
- 64 Un ruolo importante dovrà essere svolto, ovviamente, anche dal CTP.
Nello spirito del Patto per la Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro, successivamente
riportato nel DPCM 17 dicembre 2007, sono stati coinvolti i Rappresentanti dei Lavoratori per
concordare i passaggi più importanti ed anche l’organizzazione di questo Convegno, che ritengo
sarà soltanto uno dei primi appuntamenti pubblici dedicati a questi importanti lavori.
Mentre ringrazio particolarmente gli esperti della sicurezza e la Dirigenza di Roma
Metropolitane che si sono resi molto disponibili al confronto, facilitando in tal modo le attività di
vigilanza e controllo, spero che questo tipo di approccio sarà ripagato, nel lungo periodo che ci
vedrà lavorare insieme, da una significativa assenza sia di eventi infortunistici che di insorgenza
di patologie croniche per i lavoratori impegnati nelle opere.
Ricordo che alla fine, come utenti delle infrastrutture che verranno costruite con la loro
fatica, beneficeremo tutti del prodotto del loro lavoro e pertanto è giusto che questo lavoro sia
mantenuto al centro dell’interesse e dell’attenzione delle Istituzioni, a cominciare da quelle
sanitarie e di tutte le altre che ne devono garantire la remunerazione ed il rispetto. La tavola
rotonda conclusiva ha questo significato, con il coordinamento dell’Assessore Regionale al
Lavoro.
- 65 -
Ing. Luigi Antonio Gargiulo
Coordinatore Sicurezza Metro C
LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA
DEI LAVORATORI.
IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA.
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4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
- 67 -
LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI
LAVORATORI. IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA
Svolgere i compiti di coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (CSP) e in fase
di esecuzione (CSE) ai sensi degli artt. 4 e 5 del D. Leg.vo 494/96 e successive varianti ed
integrazioni (s.v.i.) per la nuova linea “C” della metropolitana di Roma è compito
notevolmente impegnativo ed articolato. Il sottoscritto Ing. Gargiulo sta svolgendo questo
ruolo dall’inizio dei lavori di giugno 2006.
Quale CSP ha riscontrato la impossibilità di redigere un unico Piano di Sicurezza e di
Coordinamento (PSC) in considerazione della molteplicità dei lavori, della loro estensione e
della non completa redazione del progetto esecutivo eseguita a più riprese per impedimenti
vari, non ultimi gli scavi archeologici preventivi.
La linea “C” è stata divisa in sette tratte funzionali T2, T3, T4, T5, T6A e T7 più il
Deposito di Graniti ove saranno ricoverate le vetture e sarà eseguita loro la necessaria
manutenzione ordinaria e straordinaria (fig. 1). Man mano che sono stati redatti i progetti
esecutivi delle tratte da T4 a T7 più il Deposito Graniti, ai quali ha contribuito anche
l’Ing. Gargiulo per le problematiche di sicurezza ed igiene del lavoro, dai medesimi per ogni
tratta, è stato redatto il PSC con l’intento di prevedere tutte le problematiche che si
incontreranno nella realizzazione dell’opera, nel rispetto dell’art. 12 del D. Lgs.vo 494/96 e
s.v.i. e degli artt. 2, 3 e 4 del D.P.R. 222/03. Ovviamente tale proponimento potrà avere la sua
effettiva attuazione fin quando non saranno rilevate delle situazioni, nella fase di esecuzione
dei lavori, che vista la vastità dell’appalto, non sono state contemplate “gioco forza” nella
prima stesura dei PSC. Pertanto sicuramente i documenti richiederanno delle successive
integrazioni ed esplicitazioni in linea con i dettami della 494/96 e s.v.i..
Il sottoscritto Ing. Gargiulo è un convinto assertore della notevole utilità del D. Lgs.vo
494/96 e s.v.i. che ritiene una svolta epocale suI criteri di gestione delle norme di sicurezza nel
campo delle costruzioni. Ovviamente crede fermamente nell’utilità del PSC redatto unitamente
alla progettazione, dando ai progettisti utili informazioni sulle misure di sicurezza da attuare
per la realizzazione dell’opera e quindi sulle scelte progettuali e alle imprese affidatarie le
indispensabili disposizioni per l’esecuzione dei lavori, come realmente si stà eseguendo per la
realizzazione della nuova linea “C” della metropolitana di Roma, con notevolissimo impegno
dell’Ing. Gargiulo unitamente ai suoi collaboratori.
Ovviamente oltre alle inevitabili integrazioni dei PSC, questi ultimi devono essere
completati dai Piani Operativi di Sicurezza (POS) delle imprese affidatarie, che nell’ottica di
essere dei piani complementari di dettaglio dei PSC, dovrebbero avere una caratterizzazione
più spinta dei PSC medesimi, in funzione delle scelte tecniche ed operative delle imprese
affidatarie, aspetto che il CSE si propone di far rispettare in assoluto valutando la congruità di
tutti i POS con i PSC. Purtroppo tale incombenza per l’Ing. Gargiulo risulta avere una certa
difficoltà, poichè la scarsa cultura delle imprese affidatarie in materia di sicurezza ed igiene
del lavoro, nonostante il positivo curriculum, il non sufficiente impegno nella redazione dei
POS ritenendoli superflui e solo adempimenti burocratici, fanno sì che nella stragrande
maggioranza dei casi le imprese affidatarie presentano elaborati generici redatti una tantum
sempre allo stesso modo, senza analizzare il PSC, senza uno studio delle opere da realizzare,
senza definire l’organizzazione del lavoro, senza una concreta analisi delle condizioni di
lavoro nel contesto specifico. Pertanto detti POS vengono, analizzati e respinti fin quando le
imprese non presentano documenti accettabili. Solo a seguito dell’approvazione dei POS il
CSE dà l’autorizzazione ad iniziare i lavori.
- 69 L’inadeguatezza dei P.O.S., secondo l’Ing. Gargiulo, non è riscontrabile solo negli appalti
per la linea “C”. Essa è presente anche in altri appalti, ove eventualmente diversi Committenti,
nella persona del CSE non hanno ritenuto necessario analizzare preventivamente i POS, non
dando a detti elaborati il giusto peso. Per tale motivo nei lavori della linea “C” i titolari delle
imprese affidatarie, memori delle passate esperienze, spesso sono rimasti sorpresi dalle
richieste di ulteriori integrazioni ed esplicitazioni dei POS da parte del CSE, negando loro,
l‘autorizzazione ad iniziare il lavoro fin quando non sono stati presentati documenti
accettabili.
Un discorso a parte riguarda lo scavo meccanizzato delle gallerie con macchine denominate
comunemente “talpe” tipo TBM, con camera di scavo sotto pressione per evitare nel modo più
assoluto cedimenti nel sottosuolo (fig. 2). Queste macchine, il cui costo è di circa 8 milioni di
euro cadauna, sono altamente compresse con tecnologie all’avanguardia, che richiedono una
notevole professionalità per la messa in servizio e l’utilizzo, variabili in funzione delle ditte
che le costruiscono. Pertanto il CSP Ing. Gargiulo pur avendo discreta esperienza nello scavo
meccanizzato delle gallerie, non poteva produrre in merito degli esaustivi PSC, dovendosi
rifare esclusivamente alle indicazioni della ditta costruttrice delle TBM della linea “C”.
Consapevole di tale condizione si è attivato presso detta ditta affinché essa a corredo delle
macchine TBM, fornisca un manuale di “Istruzioni della sicurezza”, che sarà considerato un
vero e proprio completamento dei PSC. A tal riguardo sono stati effettuati alcuni sopralluoghi
presso la ditta ove sono in fase di costruzione le macchine con l’intento di prendere visione dei
vari componenti che le costituiscono e se necessario, nell’ambito delle singole competenze,
apportare eventuali migliorie in materia di sicurezza, da inserire in detto manuale.
Mentre per le tratte da T4 a T7 più il deposito Graniti si stà procedendo come descritto ed i
lavori in gran parte già sono iniziati, per le tratte T2 e T3 sono in fase di esecuzione gli scavi
archeologici di prima fase propedeutici alla stesura del progetto esecutivo della metropolitana,
con l’apertura dei cantieri di archeologia nel centro di Roma (fig. 3), ove ipoteticamente
dovranno insediarsi le future stazioni e i pozzi di ventilazione. Per ogni nuovo cantiere per lo
scavo archeologico viene redatto il PSC nel pieno rispetto della normativa, con l’analisi di
dettaglio dei costi della sicurezza. Solo il “fascicolo tecnico dell’opera” non è redatto poiché
per i lavori di che trattasi non sono prevedibili futuri interventi di manutenzione.
Per quanto riguarda l’adempimento di CSE, l’Ing. Gargiulo, in considerazione della
grandezza dell’opera si avvale di un pool di tecnici Ingegneri ed Architetti, preventivamente
formati, il cui numero aumenta sempre più man mano che si aprono nuovi cantieri. Tale
organizzazione è mirata ad ottenere un controllo giornaliero delle imprese affidatarie e dei
lavori in ogni cantiere.
I sopralluoghi vengono effettuati con l’occasione dell’apertura dei nuovi cantieri, quando
si insediano nuove imprese e massimo con cadenza settimanale in ogni cantiere. A seguito di
ogni sopralluogo, nella stragrande maggioranza dei casi, viene redatta nota di prescrizioni di
adempimenti in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per le imprese affidatarie. Dall’inizio
dei lavori sono state redatte circa 600 relazioni di osservazioni e prescrizioni. Quando le
condizioni di lavoro sono ritenute critiche per i lavoratori (pericoli gravi ed imminenti) si
procede allo loro sospensione mediante nota manoscritta rilasciata in cantiere controfirmata
dai responsabili delle imprese affidatarie.
Ulteriori note manoscritte vengono rilasciate in cantiere qualora nelle aree di lavoro
operano più imprese affidatarie, con l’intento di eseguire il loro coordinamento in modo da
evitare interferenze di lavorazioni non compatibili fra loro con il generarsi di condizioni di
pericolo per il personale.
- 70 -
Tutte le note del CSE e quelle dei suoi collaboratori controfirmate per approvazione dal
CSE, vengono inviate alle imprese affidatarie interessate, per conoscenza al Committente ed al
Responsabile dei Lavori e sono considerate aggiornamenti di fatto in itinere dei PSC.
C’è da evidenziare con piacere che l’Ing. Gargiulo nell’attuazione dei suddetti
adempimenti, dopo un primo momento con qualche incomprensione, ha il pieno appoggio di
tutte le figure professionali della Committenza.
Il sottoscritto Ing. Gargiulo in quanto CSP e CSE, espressione della Committenza,
evidenzia ancora che con l’emanazione del D. Lgs.vo 494/96 e con le successive varianti,
modifiche ed integrazioni, quando tutti gli articoli che lo compongono sono interpretati ed
applicati correttamente, effettivamente le condizioni di sicurezza nei cantieri migliorano. Egli
ritiene che, tra gli altri, è stato introdotto il concetto che la sicurezza deve essere studiata fin
dalla progettazione coinvolgendo in tal senso anche i progettisti tramite il CSP che dovrebbe
essere in possesso della giusta formazione ed esperienza e che debba essere controllata
continuamente durante l’esecuzione dell’opera tramite il CSE espressione della Committenza,
che dovrebbe essere in possesso anch’egli della giusta formazione ed esperienza.
A tal riguardo si nutrono delle perplessità in merito alle 120 ore di corso a cui detti tecnici
devono essere sottoposti secondo quanto previsto dalla norma. Solo una specifica formazione
in materia di sicurezza con notevole esperienza in campo maturate nel corso di anni, può
conformare un tecnico con la dovuta sensibilità nella interpretazione delle variegate e mutevoli
condizioni di lavoro nei cantieri per grandi opere.
L’Ing. Gargiulo ritiene inoltre che il PSC possa essere redatto correttamene ed avere una
concreta importanza in fase di realizzazione delle opere, solo dopo un attento studio del
progetto esecutivo, dal quale estrapolare le metodologie realizzative con la fasistica dei lavori
descritte cronologicamente anche con numerosi disegni esplicativi come eseguito per la linea
“C” (figg. 4 e 5). In effetti l’attenzione profusa per la redazione del progetto esecutivo con lo
studio degli architettonici, le strutture, gli impianti con le relazioni di calcolo e descrittive,
deve essere eguale a quella prestata per la redazione dei PSC e dei POS.
Per quanto riguarda la fase realizzativa delle opere, il CSE deve avere un controllo capillare
e costante dei lavori in modo da intervenire tempestivamente in ogni occasione. Come detto
dalla norma, egli deve anche aggiornare il PSC e deve valutare la congruità dei POS con il
PSC. Per questi ultimi adempimenti occorre una maggiore cultura della sicurezza, altrimenti
detti documenti risultano di scarsa efficacia senza apportare alcun beneficio alla sicurezza nei
cantieri. Detti compiti possono esseri assolti solo da un professionista al quale non devono
essere affidati altri incarichi, di Direzione Lavori, ecc., come visto fare anche da grossi
Committenti di rilevanza nazionale, poiché gli interessi del C.S.E. spesso non collimano con
quelli di una figura professionale che si deve interessare della produzione e dei tempi di
consegna dell’opera.
Ing. Luigi Antonio Gargiulo
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Arch. Gianni Cuoco
Dirigente Architetto S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RM C
TdPALL Sandro Armellini
Coordinatore TdPALL S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RMA
IL CONFRONTO TRA SERVIZI PRE.S.A.L. E
SOGGETTI COINVOLTI NEI LAVORI E NELLA
PREVENZIONE
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4° Convegno Regionale Edilizia
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IL CONFRONTO TRA I SERVIZI PRE.S.A.L. E I SOGGETTI
COINVOLTI NEI LAVORI E NELLA PREVENZIONE
Arch. Gianni Cuoco
Per poter parlare del confronto tra i Servizi Pre.S.A.L. delle AUSL della Regione Lazio
occorre dire prima due parole sulla nascita del Gruppo Regionale Edilizia, in quanto è sulla
base di questo evento che state attivate poi dalle varie AUSL tutta una serie di iniziative che
trovano espressione nei Convegni sino ad oggi succedutosi.
Il Gruppo Regionale Edilizia nasce in modo pressoché spontaneo come prosecuzione
dell’esperienza relativa all’organizzazione di un Convegno sui cantieri temporanei e mobili,
promosso dal Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza della AUSL RM B tenutosi a Roma
nel gennaio 2003.
L’idea alla base del Convegno era quella di coinvolgere nello sviluppo dei contenuti il
maggior numero possibile di AUSL del Lazio al fine di poter, attraverso un percorso di
condivisione che ha visto per la prima volta confrontarsi gli operatori di tutti i Servizi su temi
specifici, trasmettere un messaggio comune a tutti i soggetti che a vario titolo si trovano ad
operare nel settore delle costruzioni.
Questo confronto ha confermato sostanzialmente due cose: da una parte la inderogabilità
di organizzare una attività di indirizzo e coordinamento tra le varie AUSL della Regione Lazio
al fine di migliorare il livello di qualità e di omogeneità dei controlli sulla sicurezza nei
cantieri e, dall’altra, la forte esigenza degli operatori di scambiarsi reciprocamente le
proprie esperienze, maturate in contesti territoriali diversi, al fine di allargare la base delle
conoscenze sui temi specifici della sicurezza nei luoghi di lavoro.
A fronte di tutto ciò, che rappresenta poi l’aspirazione storica, si è deciso, d’accordo con i
Direttori di Servizio e di Dipartimento delle varie AUSL di istituire, anche senza il
riconoscimento della Regione, un Gruppo formato da operatori esperti del settore e
possibilmente espressione di tutte le 12 AUSL del Lazio che periodicamente si riunisse per
sviluppare tematiche di carattere tecnico, sanitario e giuridico con lo scopo di dare
un’interpretazione condivisa delle norme e di individuare modalità operative comuni
perseguendo l’obiettivo finale di raggiungere la massima omogeneizzazione negli interventi
ispettivi.
Finora il gruppo, che è stato riconosciuto formalmente dalla Regione Lazio con apposita
determina, si è impegnato in maniera prioritaria sull’impianto normativo del D. Lgs 494/96
cercando di realizzare un quadro condiviso delle responsabilità dei vari soggetti previsti
dalla norma e soprattutto cercando di elaborare una traccia di linee guida per l’analisi critica
dei PSC fornendo un modello interpretativo che costituisse uno strumento operativo concreto
per una valutazione più puntuale ed omogenea nella fase dell’ispezione.
Questa tematica è stata discussa all’esterno del Gruppo anche nel secondo Convegno
regionale organizzato dalla AUSL RM C e tenutosi a Roma a febbraio 2004. In quella
occasione, partendo dalla constatazione che a 10 anni dalla sua entrata in vigore il Decreto
non riesce ancora ad incidere in modo efficace sulla sicurezza ma rappresenta principalmente
un business, si è cercato di approfondire l’analisi del ruolo che rivestono i nuovi soggetti
richiamati dalla norma nella filiera della sicurezza nei cantieri al fine individuarne le maggiori
criticità.
- 79 -
Successivamente nell’anno 2005, anche a seguito dell’intervento del Prefetto di Roma, le
AUSL del Lazio e la Direzione Provinciale del Lavoro si sono sedute intorno ad un tavolo ed
hanno stabilito un Protocollo d’ Intesa generale che dettava le modalità di intervento nel
territorio tra i due istituti mediante l’attivazione di sopralluoghi congiunti tra il personale
ispettivo AUSL e il personale amministrativo DPL, ciò al fine di rendere più efficace la
vigilanza nei cantieri. Tale iniziativa, sigillata poi da Protocolli d’Intesa specifici da parte delle
differenti AUSL di Roma, è tuttora in essere.
La Regione Lazio, sempre nell’ambito della finalità di un maggiore coordinamento ed
efficacia delle attività ispettive, ha stanziato appositi fondi, con un piano triennale
straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro, da destinare all’attività di
formazione dei datori di lavoro e dei lavoratori, che sono stati in parte destinati al CTP di
Roma e in parte ai Servizi Pre.S.A.L.
Insieme al CTP alcuni tecnici delle AUSL hanno collaborato per la redazione di opuscoli
didattici tematici per i lavoratori da distribuire agli stessi nel corso degli interventi di
prevenzione in cantiere.
La AUSL RMC ha organizzato un corso di aggiornamento per i tecnici della
prevenzione di tutte le AUSL di Roma e Provincia, dove i tecnici del Gruppo Regionale
Edilizia, ciascuno per specifiche tematiche, hanno partecipato come docenti proprio per
rendere partecipi i colleghi riguardo ad interpretazioni di norme e linee guida tecniche discusse
all’interno del Gruppo Cantieri.
Alcune AUSL hanno poi, insieme al CTP, istituito corsi di formazione ai datori di lavoro
portando il proprio contributo di esperienza ai soggetti esecutori dei lavori.
Inoltre il personale delle AUSL è stato incaricato di effettuare brevi corsi di formazione
che gli operatori tecnici hanno espletato durante gli interventi di vigilanza a favore dei
lavoratori soprattutto nei cantieri dove risultava palese una insufficiente preparazione alla
sicurezza da parte delle maestranze.
La realizzazione di alcune grandi opere nella città di Roma sono state l’occasione per
andare a verificare sul campo il lavoro fino ad allora svolto dal Gruppo. Infatti la costruzione
della terza corsia del Grande Raccordo Anulare e la Linea dell’Alta Velocità sono da
considerare a tutti gli effetti “grandi opere” per l’alta specializzazione e complessità delle
opere, nonché perché coinvolgenti aree di cantiere di notevole estensione con molteplici zone
di intervento.
In particolare i lavori del GRA sono stati suddivisi in lotti che generalmente hanno
rispettato i confini dei Municipi. In tal modo è stato possibile organizzare una serie di
interventi ispettivi congiunti effettuati dai tecnici della AUSL RME insieme ai tecnici delle
altre AUSL, ciascuno finalizzato alla vigilanza di un particolare tratto del GRA.
Questa esperienza, nata nella fattispecie per particolari motivi di emergenza in
considerazione dell’estensione del cantiere da tenere sotto controllo, ha messo in evidenza
alcuni aspetti da considerare sicuramente positivi e da riproporre in situazioni analoghe.
Primo fra tutti l’interscambio di conoscenze ed esperienze tra i vari operatori, effettuato
direttamente all’interno del contesto lavorativo, ha dato realmente la possibilità di confronto
tra i tecnici di tutte le AUSL in opere di alto profilo tecnico.
- 80 -
Un altro aspetto è stato quello di aver potuto verificare la messa in atto di alcune linee
guida tracciate dal Gruppo Edilizia , in particolare per quanto riguarda la Scheda Regionale di
Intervento in cantiere, che da quel momento è stata adottata da tutti i Servizi come indicatore
comune di approccio all’intervento ispettivo in cantiere.
L’aspetto importante riguarda l’operato dei tecnici della prevenzione davanti agli addetti ai
lavori: in tal modo, infatti, viene dimostrata ai soggetti esterni una modalità di gestione
dell’intervento di prevenzione condivisa, con la conseguenza di una maggiore efficacia
all’intervento stesso e con la garanzia per i soggetti esterni di una corretta interpretazione
degli eventi in cantiere da parte degli operatori delle AUSL.
Attualmente, nel piano triennale straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul
lavoro, è stato programmata un’azione di monitoraggio e controllo dei cantieri della Metro
C, che si invera in una serie di azioni, quali la valutazione dei rischi per la salute e la verifica
di qualità degli accertamenti sanitari periodici effettuati dai medici competenti, una periodica
attivazione di tavoli di confronto sia interni che esterni ai Servizi Pre.S.A.L., un costante
monitoraggio dei lavori mediante una periodica acquisizione e verifica della documentazione
da parte della Committenza, nonché mediante tutti gli interventi di vigilanza necessari ad una
corretta ed efficace prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti.
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Dott. Pietro Pandolfi
Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RMB
Dott. Alessandro Palmeri
Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L.
Azienda USL RME
LA QUALITÀ DELLA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO POLVERI DI SILICE:
LINEE GUIDA NIS E PROGRAMMAZIONE
DEGLI INTERVENTI DI VIGILANZA
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4° Convegno Regionale Edilizia
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LA QUALITÀ DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO POLVERI DI SILICE: LINEE
GUIDA NIS E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI VIGILANZA
Pietro Pandolfi – Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM B
Alessandro Palmeri – Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM E
L’esposizione a polveri di silice libera cristallina (SLC) è uno dei rischi più caratteristici
per i lavoratori impegnati nelle attività di scavo di gallerie. Già da alcuni decenni studi
epidemiologici hanno stabilito correlazioni tra esposizioni a polveri di silice e patologie
dell’apparato respiratorio e nel 1997 lo IARC ha concluso che “la silice cristallina inalata
nelle forme di quarzo o cristobalite da fonti occupazionali è carcinogena per l’uomo
(Gruppo 1)”. Se da una parte la comunità scientifica si è molto impegnata per studiare il
fenomeno e mettere a punto strumenti analitici e valutativi per la caratterizzazione del rischio,
le aziende che svolgono attività di scavo non sempre hanno percepito correttamente questo
nuovo approccio e di conseguenza i documenti di valutazione raramente recepiscono tali
metodologie.
In recenti esperienze locali, quali ad esempio lo scavo della galleria del Passante Nord
Ovest o delle gallerie per i lavori di raddoppio del Quadrante Nord Ovest del Grande Raccordo
Anulare, abbiamo potuto riscontrare una generale impreparazione e una certa confusione
metodologica nell’affrontare la valutazione del rischio da polveri silicotigene, intesa a volte
come la semplice produzione di un certificato analitico. Ci è sembrato pertanto opportuno,
all’inizio dei lavori di estensione della rete delle metropolitane, “Grande Opera” che
impegnerà per parecchi anni la città di Roma, puntualizzare alcuni aspetti relativi alla
valutazione del rischio polveri.
Tale necessità è stata recepita con la presentazione da parte delle AUSL romane interessate
dai lavori delle metropolitane e della AUSL RM G di un progetto condiviso nell’ambito del
piano straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro triennio 2006-08. Nel
più ampio progetto “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della Metro C e
B” è stata prevista una sezione relativa all’Igiene Industriale e alla Medicina del Lavoro avente
l’obiettivo specifico di implementare la rete tra AUSL e Imprese per la condivisione di
protocolli di valutazione del rischio polveri e di sorveglianza sanitaria e per la verifica nel
tempo del mantenimento dei requisiti di qualità a tutela della salute dei lavoratori. Vale la pena
di ricordare che l’attivazione di una sorveglianza sanitaria mirata al rischio di inalazione di
polveri silicotigene che sia effettivamente efficace, in quanto capace di prevenire, in primo
luogo, le patologie legate all’esposizione e capace di rilevare alterazioni precoci attraverso il
monitoraggio dello stato di salute dei lavoratori con metodiche standardizzate, può derivare
solo ed esclusivamente da una corretta impostazione della valutazione che identifichi le fonti
di rischio, le quantifichi ed indichi le azioni da intraprendere per limitare i livelli di
esposizione e quindi i rischi per la salute. La sorveglianza sanitaria dovrebbe dunque
discendere dalla valutazione dei rischi: purtroppo capita spesso di trovarsi di fronte a
protocolli sanitari specifici senza che il datore di lavoro abbia valutato e monitorato i rischi
derivanti da inalazione di polveri, senza sapere cioè se il rischio è a livelli accettabili o
inaccettabili e senza sapere se le misure preventive specifiche sono efficaci o se sono necessari
ulteriori provvedimenti.
- 85 -
Relativamente alla qualità della valutazione del rischio da inalazione di polveri contenenti
silice libera cristallina, il nostro primo obiettivo è stato di uniformare l’impostazione dei
documenti di valutazione e le procedure di monitoraggio, attraverso incontri tra i colleghi delle
AUSL interessate dai lavori con competenze in Igiene Industriale e gli esperti della
CONTARP INAIL che forniranno supporto tecnico ai nostri interventi. Vale la pena ricordare
che la CONTARP INAIL è una delle strutture capofila del Network Italiano Silice (NIS),
pertanto tale partnership espressamente indicata nel progetto “Monitoraggio e controllo dei
cantieri per la realizzazione della Metro C e B” sarà sicuramente preziosa e proficua.
Il documento di valutazione del rischio polveri contenenti SLC.
La valutazione del rischio polveri silicotigene deve essere inserita all’interno del più ampio
argomento del rischio chimico – D. Lgs. 25/02 – recepito quale adeguamento normativo nel
Titolo VII-bis del D. Lgs. 626/94. L’impostazione del documento, i requisiti minimi della
valutazione, la necessità di effettuare monitoraggi personali - sia per l’individuazione
dell’entità del rischio sia per la verifica dell’efficacia delle misure preventive messe in atto sono aspetti tutti esplicitati nel suddetto Titolo. In particolare ricordiamo che nell’allegato
VIII-sexties sono riportate le “metodiche standardizzate” con cui devono essere effettuate le
misurazione degli agenti chimici pericolosi che possono rappresentare un rischio per la salute
(articolo 72-sexies, comma 2), vale a dire:
UNI EN
481:1994
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle
particelle aerodisperse.
UNI EN
689:1997
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Guida alla valutazione dell'esposizione per inalazione a composti chimici
ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione.
UNI EN
1076:1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Tubi di assorbimento mediante pompaggio per la |determinazione di gas e
vapori. Requisiti e metodi di prova.
UNI EN
1232: 1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento personale di agenti chimici. Requisiti e
metodi di prova.
UNI EN
12919:2001
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento di agenti chimici con portate maggiori di 5
l/min. Requisiti e metodi di prova.
UNI EN
482:1998
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Requisiti generali per le prestazioni dei procedimenti di misurazione degli
agenti chimici.
UNI EN
838:1998
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Campionatori diffusivi per la determinazione di gas e vapori. Requisiti e
metodi di prova.
UNI EN
1231:1999
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Sistemi di misurazione di breve durata con tubo di rivelazione. Requisiti e
metodi di prova.
UNI EN
1540:2001
Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Terminologia.
Tali norme tecniche, citate nel testo del D. Lgs. 626/94 quale allegato non possono essere
ignorate o disattese. Per quanto riguarda la silice, le linee guida emanate dal NIS recepiscono
interamente le norme UNI e ne chiariscono le implicazione nel caso specifico della
valutazione polveri di silice.
Siamo perciò concordi nel fare riferimento a tali Linee guida intese come norme di buona
tecnica; altre metodiche, pure adottabili, dovranno garantire analoghi requisiti di performance
e la completa rispondenza alle norme UNI di cui all’allegato VIII-sexties.
- 86 -
Il documento di valutazione del rischio polveri di silice deve pertanto comprendere i
seguenti elementi:
- caratterizzazione geologica degli strati interessati dagli scavi possibilmente con
determinazione in DRX (Diffrattometria a Raggi X) del contenuto di quarzo;
- dettagliata descrizione delle lavorazioni che espongono a SLC (durata, n° lavoratori
esposti, attrezzature impegnate ecc.);
- livello dell’esposizione personale dei lavoratori a SLC;
- misure preventive e protettive già adottate e da adottare.
Vale la pena sottolineare, inoltre, che nell’ambito del documento di valutazione del rischio
chimico dovranno anche essere presi in considerazioni tutti gli altri agenti chimici pericolosi
impiegati durante le lavorazioni o prodotti nel corso delle stesse. Si rammentano inoltre gli
obblighi di cui al Capo III-bis “Esposizione da attività lavorative con particolari sorgenti
naturali di radiazioni” del D. Lgs.230/95 modificato dai D. Lgs.187/00, 241/00, L.R. Lazio
n. 14 del 31.03.2005, con particolare riferimento all’esposizione ai prodotti di decadimento del
radon nelle attività lavorative in luoghi di lavoro sotterranei.
I monitoraggi personali per la silice libera cristallina
Per quanto riguarda la valutazione del livello di esposizione a SLC è assolutamente
indispensabile il campionamento personale, in quanto misurazioni ambientali, pur fornendo
elementi utili, non producono dati analitici utilizzabili ai fini dell’esposizione professionale,
come in più punti ribadito nel titolo VII-bis del D.Lgs. 626/94 e nelle Norme UNI in allegato.
Prospettiamo che il set di analisi minimo deve almeno ricomprendere i monitoraggi
personali della frazione respirabile delle polveri aerodisperse (o del materiale particolato
aerodisperso) e il dosaggio della silice libera cristallina di tale frazione granulometrica. Altre
frazioni granulometriche (frazione toracica e frazione inalabile), pure citate dalla norma UNI
EN 481:1994, potranno essere considerate per ulteriori approfondimenti.
Ricordiamo a tal fine che l’ACGIH ha recentemente dimezzato il valore di TLV-TWA
della SLC portandolo da 0.050 mg/mc a 0.025 mg/mc; resta inalterato il TLV-TWA per le
polveri totali respirabili pari a 3 mg/mc.
La strategia di campionamento, la trattazione statistica delle misure e l’interpretazione dei
dati devono fare riferimento alla norma UNI EN 689:1997; si segnala che le già citate linee
guida NIS chiariscono e approfondiscono tali aspetti. Come già detto precedentemente la
produzione di un certificato analitico non serve a nulla se non è stato fatto seguire da una
interpretazione attenta ed accurata dei dati che trasformi un “numero” in valutazioni e azioni.
Per la scelta dei selettori per il prelievo della frazione respirabile, delle pompe aspiranti e
dei filtri, le linee guida NIS rappresentano lo stato dell’arte e forniscono metodiche affidabili a
cui fare riferimento.
Sottolineiamo che per quanto riguarda la scelta delle tecniche analitiche per il dosaggio di
SLC, le norme di buona tecnica - e soprattutto la necessità di raggiungere un adeguato livello
di sensibilità analitica indispensabile visti i valori limite di esposizione particolarmente bassi –
impongono la lettura dei filtri in spettrometria infrarossa a trasformata di Fourier (IRTF) o in
diffrattometria dei raggi X (DRX), tecniche analitiche che richiedono adeguati standard
professionali e procedurali per affrontare correttamente aspetti rilevanti quali la taratura delle
apparecchiature, gli errori analitici e i limiti di quantificazione.
- 87 -
Quale che sia la metodica di campionamento e di analisi scelta è necessario, ai fini della
rilettura critica dei dati, che le relazioni relative ai monitoraggi personali siano corredate di:
- dati relativi allo stabilimento-area di scavo, data, ora, luogo, lavorazione in atto e materiali
coinvolti;
- codici rilievo e codici campione univoci;
- flusso registrato durante la calibrazione e condizioni di calibrazione, peso iniziale filtro,
metodo di riferimento per il campionamento, tipo di filtro (materiale, diametro, porosità),
dispositivo di campionamento (tipo di ciclone e condizioni operative consigliate,
identificativo), frazione raccolta, pompa impiegata con identificativo;
- nominativo del lavoratore campionato (sesso ed età), fase lavorativa, descrizione
dettagliata della attività svolta durante tutto il periodo campionato;
- inizio e fine di tutti gli intervalli di campionamento e tempo totale di campionamento;
temperatura, pressione e condizioni atmosferiche durante il campionamento;
- flusso alla fine del campionamento; peso finale del filtro.
-
-
In particolare il rapporto di prova deve contenere almeno queste informazioni:
tecnica analitica, metodo di analisi usato (taratura con standard interno o esterno,
metodologia per la preparazione dei filtri standard), strumentazione impiegata (marca,
modello e condizioni operative);
risultati dell’analisi gravimetrica del filtro: peso in polvere alla ricezione, contenuto in
quarzo (in peso e %), concentrazione di quarzo aerodisperso;
limite di rilevabilità, limite di quantificazione, incertezza della misura e valore limite
considerato (TLV-TWA) o comunque, almeno i percorsi metodologici impiegati per
calcolare i valori di questi e di altri parametri di validazione del metodo d’analisi adottato
(cfr. norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025: “Requisiti generali per la competenza dei
laboratori di prova e di taratura”).
In buona sostanza deve essere garantita la congruenza interna tra i dati relativi alle fasi di
campionamento ed analisi e le elaborazioni e considerazioni che, sulla base di questi dati, il
committente l’analisi effettua ai fini della valutazione del rischio.
Per concludere, accenniamo alla prossime azioni che intraprenderemo e alla
programmazione degli interventi di vigilanza.
In primo luogo siamo orientati ad acquisire dalle ditte coinvolte nei lavori i documenti di
valutazione del rischio polveri silicotigene, le indagini geologiche e i monitoraggi personali
(se già disponibili). Successivamente, sulla base delle informazioni acquisite, si procederà a
verificare i livelli di esposizione professionale a lavori di scavo avviati, avvalendosi della
collaborazione tecnica della CONTARP INAIL, procedendo a campionamenti della frazione
respirabile della SLC e delle polveri mediante cicloni del tipo Dewell-Higgins con filtri in
argento (25 mm, 0.8 μm) e analisi in DRX con retta di taratura preparata secondo modalità di
impolveramento eolica. Sulla base dei rischi evidenziati si potrà approfondire la valutazione
impiegando altri tipi di cicloni e campionando anche altre frazioni granulometriche di
interesse sanitario. Si procederà inoltre, se necessario, alla ricerca di altri inquinanti e alle
definizione di altri parametri di interesse igienistico-ambientali, quali quelli microclimatici.
Come più volte rappresentato nel “patto per la tutela della salute e la prevenzione nei
luoghi di lavoro” (D.P.C.M. 17.12.2007), intendiamo avviare sin dalle prime fasi un confronto
tra le figure coinvolte anche nella prevenzione dei rischi per la salute per giungere a percorsi
condivisi e standardizzati; tale impostazione, a nostro avviso, è l’unica capace di garantire
efficacemente la tutela anche della salute dei lavoratori in un settore a così alto rischio.
- 88 -
Dott. Enzo Valenti
Dirigente Medico del Lavoro S.Pr.eS.A.L.
Azienda USL RMC
Dott. Bruno Ricci
Medico Competente
Ditta Trevi S.p.A
IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA
CONDIVISO TRA SERVIZI PRE.S.A.L. E MEDICI
COMPETENTI
__________________________
4° Convegno Regionale Edilizia
12 marzo 2008
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IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA CONDIVISO TRA
SERVIZI PRE.S.A.L. E MEDICI COMPETENTI AZIENDALI
Dott. Enzo Valenti
I lavori per la costruzione delle nuove linee di metropolitana a Roma rappresentano una
opera edilizia di enormi dimensioni sia nello spazio (chilometri di tunnel sotterraneo che
attraversa tutta la città, numerose stazioni e pozzi di decine di metri di larghezza, lunghezza e
profondità) che nel tempo (almeno un decennio di lavori).
Il capitolo che si è aperto è di grande complessità per l’impatto complessivo che tale
grande opera ha nella città e anche per le problematiche che si sollevano in ordine alla salute e
sicurezza dei molti lavoratori che nel corso dei prossimi anni contribuiranno alla sua
costruzione.
Per quanto attiene a questo ultimo aspetto la complessità trae origine da due ordini di
fattori:
1) fattori intrinseci alle lavorazioni stesse, legati al fatto che si susseguiranno e si
intrecceranno molteplici lavorazioni, con diverse tecnologie, alcune anche molto avanzate
(talpe meccaniche TBM), per le quali solo in parte è possibile fare una presunzione dei
rischi, ma bisogna contare soprattutto in una loro attenta valutazione in corso d’opera;
2) fattori esterni alle lavorazioni, legati al fatto che queste avvengono
contemporaneamente, anche se a diverso stato di avanzamento, in molte zone di Roma e
nel loro controllo e vigilanza sono coinvolte più AUSL, che hanno pertanto l’esigenza di
agire in modo, oltre che efficace, anche uniforme e coerente.
Avendo presente quanto sopra, le AUSL romane interessate per competenza territoriale
hanno ritenuto di far fronte ai loro compiti e contribuire, con il loro ruolo, alla prevenzione
e tutela della salute dei lavoratori, ricercando:
- una strategia di intervento, sia nell’ambito della salute che in quello della sicurezza, da
mettere a punto prima che avessero inizio le principali fasi lavorative in termini di mole
di lavoro e di rischi per la salute/sicurezza;
- un coordinamento tra tutte le AUSL interessate, con la condivisione di obiettivi e in
qualche caso la messa a comune di risorse e professionalità;
- un confronto preliminare con le principali aziende che hanno in carico i lavori
(committente, contraente generale) e con alcuni dei soggetti chiamati a
progettare/realizzare le misure di prevenzione e tutela (coordinatore per la
progettazione/esecuzione, RSPP, medici competenti, RLS), al fine di concordare
tempestivamente le modalità di intervento giudicate più efficaci e rispettose della “buona
pratica”. Tale confronto dovrebbe consentire da un lato alle ditte di partire con il “piede
giusto”, senza rischiare di trovarsi a modificare impostazione in corso d’opera, dall’altro di
evitare che l’operato dell’organo di vigilanza si riduca solo ad una eventuale azione
sanzionatoria a posteriori, tesa a rimediare condizioni inadeguate quando già sono in atto,
comportando sforzi aggiuntivi reciproci e con risultati che rischiano di non rivelarsi
ottimali.
L’impostazione sopra descritta, nel caso della sorveglianza sanitaria dei lavoratori, assume
un particolare rilievo in quanto si verifica la situazione in cui cospicui gruppi di lavoratori si
troveranno ad essere esposti ai rischi per la salute legati agli scavi, per un lungo periodo
di tempo, in condizioni lavorative simili, all’interno di una organizzazione di cantiere
definita e controllata. Vi è cioè la possibilità di effettuare un valido controllo
longitudinale della salute di tali lavoratori, se si realizza appunto, a fronte di una
- 91 -
omogeneità e costanza di rischi nel tempo, un controllo sanitario standardizzato, rispettoso
della buona pratica di medicina del lavoro, in grado di individuare indicatori di salute validi e
confrontabili. Tutto questo richiede un coordinamento di tutti i medici competenti che
interverranno nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori, con la supervisione e il controllo, ma
anche la collaborazione attiva, dell’organo di vigilanza che potrà farsi carico, oltre che del
compito istituzionale di coordinamento e controllo di qualità degli accertamenti sanitari
preventivi e periodici, anche della messa a disposizione di prestazioni sanitarie altamente
qualificate (per l’esecuzione e la lettura dei radiogrammi standard del torace e per
accertamenti di II-III livello) e della raccolta ed elaborazione collettiva dei dati sanitari di tutti
i lavoratori che si troveranno ad operare nel tempo.
Per il perseguimento di questi intenti condivisi, le AUSL coinvolte hanno definito i
seguenti obiettivi, riguardanti la sorveglianza sanitaria:
Obiettivi a breve termine:
1. condivisione del protocollo di sorveglianza sanitaria con i medici competenti delle Ditte
interessate sulla base di requisiti di qualità minimi individuati dai Servizi Pre.S.A.L. delle
AUSL, rispetto alla tipologia dei rischi e alle indicazioni della letteratura scientifica.
Obiettivi a medio termine:
2. acquisizione e verifica da parte dei Servizi Pre.S.A.L. degli accertamenti sanitari
effettuati dai medici competenti all’inizio dell’esposizione ai rischi legati ai lavori di scavo
(tempo 0):
3. identificazione e condivisione con i medici competenti di criteri uniformi per la gestione
dei giudizi di idoneità alla mansione, in caso di patologie broncopolmonari croniche (in
particolare iniziali alterazioni radiologiche per pneumoconiosi) e disturbi cronico
degenerativi dell’apparato osteoarticolare.
Obiettivi a lungo termine:
4. monitoraggio longitudinale dello stato di salute dei lavoratori (tempi X).
Per il raggiungimento del primo obiettivo le fasi operative si possono già dire concluse,
infatti i Servizi Pre.S.A.L. delle AUSL hanno messo a punto e presentato alla Committente e
Contraente Generale e ad alcuni medici competenti, un protocollo di sorveglianza sanitaria,
con le seguenti caratteristiche:
• mirato allo svolgimento dei lavori di scavo, sia delle stazioni e pozzi che dei tunnel;
• basato su rischi quasi certi o molto probabili, ma ancora presunti, almeno sul piano
quantitativo, in quanto i suddetti lavori di scavo non sono ancora in atto e la nuova
tecnologia che sarà impiegata per lo scavo dei tunnel principali (Talpa meccanica TBM)
deve ancora essere messa in opera e solo con l’inizio del suo funzionamento si potrà
realmente capire se e quali rischi siano sensibilmente ridotti rispetto ad una tipologia di
scavo di tipo tradizionale;
• improntato ad una logica di “ottimizzazione delle risorse”, sia nella scelta degli
accertamenti che delle relative periodicità, al fine di eseguire accertamenti realmente
“mirati” ai rischi, evitarne di “ridondanti”, non mirati e non stabilire una periodicità degli
stessi inutilmente o dannosamente (nel caso di esposizione a R.I.) ravvicinata;
• con espliciti richiami all’osservanza di criteri minimi di qualità, stabiliti
scientificamente, per alcuni accertamenti, indispensabili per ottenere risultati che siano:
attendibili, con adeguati livelli di sensibilità; confrontabili in senso sia intra che
interindividuale; riproducibili.
- 92 -
Tale protocollo rappresenta ovviamente il modello su cui ogni singolo medico competente
dovrà costruire il proprio protocollo sanitario, il quale sarà basato non più su rischi presunti,
ma su quelli valutati e potrà, di volta in volta, non contenere tutti i rischi preventivati ovvero
contenerne altri, non citati nel protocollo proposto.
Riportiamo di seguito il Protocollo condiviso
PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA
METROPOLITANE DI ROMA
Rischi presunti:
Rischi chimici:
1. Polveri minerali / Silice libera cristallina
2. Gas di scarico automessi (CO, NOx, SOx, IPA)
Rischi fisici:
1. Rumore
2. Vibrazioni corpo intero e mano-braccio
Rischi ergonomici:
1. Movimentazione Manuale dei Carichi
Rischi organizzativi:
1. Turni / Lavoro notturno
Accertamenti mirati al rischio:
Rischi
Chimici:
Polveri minerali/
SiO2
Accertamento
visita medica
Radiografia torace
Criteri minimi
qualità
Qualità tecnica e
classificazione
ILO/BIT 2000
Questionario
Questionario mirato
all’apparato respiratorio CECA o altro
PFR (spirogramma
forzato)
Gas di scarico
Fisici:
Rumore
annuale
5 anni per i primi 20 anni di bassa esposizione
2 anni dopo 20 anni di esposizione o per
esposizioni > 50% TLV
Annuale
standardizzato
Standard ATS o
altre linee guida
validate
Tine test o test
equivalente
Creatininemia Esame
urine
Emocromo
Questionario
mirato Questionario
all’apparato respiratorio CECA o altro
PFR (spirogramma
forzato)
Periodicità
Con stessa periodicità della radiografia del
torace nei casi negativi
Biennale
Biennale
Annuale
standardizzato
Standard ATS o
altre linee guida
validate
ECG
Triennale
Visita medica
Otoscopia
Questionario
audiologico
Come da periodicità dell’accertamento
Stessa dell’esame audiometrico
Stessa dell’esame audiometrico
Audiometria tonale
liminale
Questionario
anamnestico
standardizzato
Norme
tecniche
UNI ISO 389:1991
UNI EN 26189:1993
UNI EN ISO 82531:2000
Prima visita periodica dopo un anno,
successivamente biennale per esposizioni > 85
dB(A)
Linee guida SIMLII
Come da periodicità dell’accertamento
Anamnesi mirata agli
effetti extrauditivi
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Vibrazioni al
corpo intero
Vibrazioni
mano-braccio
Ergonomici:
Movimentazione
manuale dei
carichi
Organizzativi:
Turni / lavoro
notturno
Visita medica
Questionario
anamnestico mirato al
rachide
Valutazione
clinico
funzionale del rachide
Linee guida EPM
CEMOC o altri
metodi
standardizzati
anamnestico-clinici
(es. linee guida
SIMLII)
Visita medica
Linee
Questionario
anamnestico mirato agli SIMLII
arti superiori
Es. clinico vascolare/
/neurologico periferico
arti superiori
Visita medica
Questionario
anamnestico mirato al
rachide
Valutazione
clinico
funzionale del rachide
Biennale
Annuale
guida Annuale
Linee guida EPM
CEMOC o altri
metodi
standardizzati
anamnestico-clinici
(es. linee guida
SIMLII)
Visita medica
Anamnesi mirata a
condizioni di inidoneità
o ipersuscettibilità allo
stress
Glicemia
Annuale
Biennale
biennale
biennale
biennale
biennale
biennale
biennale
Tale protocollo rappresenta, come detto, il modello su cui dovranno essere costruiti i
protocolli di tutti i medici competenti delle ditte che interverranno nell’esecuzione degli scavi
in profondità. L’impegno della committenza (committente e/o contraente generale) sarà quindi
di proporlo ad ogni ditta che subentrerà nel tempo nei vari cantieri, i cui lavoratori si
esporranno ai rischi indicati nel protocollo stesso, per un tempo significativo. In questo modo
si potranno conseguire i seguenti obiettivi sanitari:
- uniformità di tutela sanitaria rispetto agli stessi rischi, pur nella diversità di ditte coinvolte;
- possibilità di valutare gli effetti sulla salute e l’efficacia delle misure preventive e
protettive messe in atto, su un vasto numero di lavoratori sorvegliati omogeneamente con
gli stessi criteri e standard qualitativi, pur se appartenenti a ditte diverse e intervenuti in
momenti diversi.
I vari medici competenti, nell’attuazione del protocollo sanitario, potranno contare sulla
collaborazione e assistenza, se richieste, fornite dai Servizi Pre.S.A.L., sia attraverso la messa
disposizione di linee guida e criteri di qualità, sia fornendo direttamente o tramite strutture
AUSL prestazioni di alto livello qualitativo (esecuzione dei radiogrammi del torace secondo
standard ILO, loro lettura tramite B-reader, accertamenti di II-III livello diagnostico).
- 94 -
Il protocollo di sorveglianza sanitaria condiviso tra
Servizi Pre.S.A.L. e Medici Competenti.
Bruno Ricci Medico Competente TREVI Spa
Responsabile Poliambulatorio MEDOC - Centro di Medicina Occupazionale di Forlì
Premessa e scopi.
Nell’ottica di attuare un corretta attività di vigilanza rivolta alla qualificazione della
sorveglianza sanitaria, il Dipartimento di Prevenzione della AUSL RM E ha coordinato una
serie di incontri con i Medici Competenti al fine di condividere un Protocollo di Sorveglianza
Sanitaria sia per attuare una appropriatezza diagnostica rivolta ad una corretta ricerca attiva
delle Malattie Professionali causate e/o correlate al lavoro sia per ottenere una Banca Dati con
risultati statistici.
Tali dati, potranno essere adeguatamente interpretati a scopo puramente statistico ma anche
considerati come indicatori sensibili e specifici di prevenzione per indirizzare le scelte di
Prevenzione e Protezione negli anni futuri nell’ottica di sviluppare una “best practices” nei
comparti lavorativi con l’ausilio di un monitoraggio di esperienze modello, di una trasparenza
pubblica dei risultati ed di una collaborazione con le parti sociali dei vari comparti interessati.
Per ottenere questo obiettivo di Protocollo di Sorveglianza Sanitaria condiviso, è stata
attuata una ricerca che ha previsto una tipizzazione dei rischi chimici fisici e organizzativi
presunti nell’attività in oggetto, una valutazione dei meccanismi di patogenesi delle patologie
correlate ai rischi e quindi una individuazione dei metodi e degli accertamenti da attuare per
una efficace attività preventiva della Sorveglianza Sanitaria.
Questa programma di Sorveglianza da attuare a cura del Medico Competente, spesso trova
difficoltà nell’applicazione pratica rispetto alle esigenze organizzative del cantiere e pertanto,
in questa relazione, si cercherà di individuare le problematiche più comuni da tenere presente
per una corretta modalità di intervento.
Protocollo di Sorveglianza Sanitaria: modalità, rischi e accertamenti.
La sorveglianza sanitaria prevede una visita medica di idoneità alla mansione specifica
eseguita su base annuale con la compilazione di una cartella sanitaria e di rischio in cui
devono essere indicati i rischi presenti con il livello specifico di esposizione.
La raccolta dei dati deve comprendere: i dati anagrafici del lavoratore, una anamnesi
lavorativa, una anamnesi relativa agli infortuni e alle Malattie Professionali, una anamnesi
familiare ed individuale patologica remota e recente anche mirata ai rischi di mansione (es.:
effetti extrauditivi del rumore, effetti di vibrazioni al corpo intero e vibrazioni mano braccio,
effetti da movimentazione manuale di carichi e da posture incongrue, effetti da esposizione a
rischio chimico quali polveri e gas di scarico ecc.) ed inoltre comprendente domande
specifiche quali il consumo di farmaci.
Si deve prevedere una anamnesi fisiologica con quesiti inerenti al il fumo, al consumo di
alcolici (vino e birra) e superalcolici quantificando il consumo giornaliero o il consumo
occasionale. Inoltre quesiti sullo stile di vita anche con finalità di medicina preventiva e
sociale con riferimento alle attività sportive o motorie svolte, alla presenza di dislipidemia, e
ad eventuali indagini di prevenzione dei tumori e delle cardiopatie ischemiche eseguite dal
lavoratore.
- 95 -
Inoltre è opportuno accertarsi sulla regolarità del sonno, sulla presenza di russamento e
apnea notturna in quanto il consumo di alcol, la presenza di apnea notturna, l’ uso di farmaci
psicotropi e il ritmo del sonno alterato, sono alcuni fattori che possono condizionare le reali
funzioni vigili del lavoratore e, se alterate, aumentare il rischio di sicurezza personale e dei
colleghi.
Si procede poi con l’esame obiettivo dei vari organi e distretti comprendente la
auscultazione cardiaca e respiratoria la misurazione della pressione arteriosa e le varie
manovre diagnostiche sull’apparato muscolo scheletrico previste dalla valutazione clinica
funzionale del rachide e dell’arto superiore.
Deve essere inoltre riportato l’eventuale grado di Invalidità Civile, INPS e INAIL con
evidenza degli esiti invalidanti.
La cartella clinica prima dell’idoneità è bene che preveda una parte chiamata Evidenze
Patologiche in cui sono elencate le patologie riferite e già diagnosticate ed inoltre i sospetti
diagnostici rilevati a seguito della visita medica.
Quando il medico lo ritiene, procede alla richiesta di accertamenti specialistici mirati ad
approfondire un sospetto diagnostico di malattia professionale o rivolti a verificare la
compatibilità o meno con il lavoro svolto, di una patologia rilevata sul lavoratore anche
attraverso accertamenti eseguiti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. (es.
monitoraggio di Picco di Flusso, Holter pressorio, Holter elettrocardiografico ecc.).
Durante la visita medica il Medico Competente provvede ad informare il lavoratore sui
rischi lavorativi a cui è esposto, sul significato e sugli esiti degli accertamenti eseguiti anche
comparandoli con quelli precedenti ed inoltre informa lo stesso sul corretto utilizzo dei
Dispositivi di Protezione Individuale e sul corretto comportamento da adottare per ridurre il
rischio.
Il lavoratore prima di iniziare il percorso di sorveglianza sanitaria firma il consenso
all’esecuzione degli accertamenti che peraltro sono obbligatori ed inoltre a conclusione degli
accertamenti e della visita firma di avere ricevuto informazione sugli accertamenti eseguiti e
sugli esiti.
A conclusione della visita e dopo avere visionato gli accertamenti integrativi eseguiti il
Medico Competente conclude con il giudizio di idoneità alla mansione che deve essere chiaro
semplice concretamente attuabile e comprensibile.
Inoltre in caso di diagnosi di Malattia Professionale la segnala alla AUSL-Servizi
Pre.S.A.L., all’Ispettorato del Lavoro e all’INAIL classificate con i codici secondo il D.M.
27/04/2004.
Il lavoratore può ricorrere all’Organo di Vigilanza della AUSL contro tale giudizio entro
trenta giorni dal ricevimento.
Il Medico Competente a conclusione della Sorveglianza Sanitaria eseguita invia copia al
lavoratore degli accertamenti alterati con lettera per il Medico Curante allo scopo di
informazione e/o di proseguire in un percorso di diagnosi e cura.
- 96 -
In caso di interruzione del rapporto di lavoro o di conclusione delle attività è previsto
secondo il Titolo VII bis del D. Lgs 626/94 l’esecuzione di una Visita di Fine rapporto in cui il
Medico Competente valuta se si sono instaurate patologie correlate al rischio chimico a cui il
lavoratore è stato esposto e provvederà ad inoltrare all’ISPESL copia completa della cartella
sanitaria e di rischio del lavoratore.
I rischi presunti considerati e gli accertamenti previsti sono:
1. Rischio Chimico considerato non moderato ai sensi del Titolo VII bis D. Lgs 626/94 e
determinato da polveri minerali, silice libera cristallina, gas di scarico degli automezzi
(CO,NOx,SOx,IPA) che prevede l’esecuzione di:
•
•
•
•
•
Radiografia Torace – con tecnica e classificazione ILO BIT 2000 da eseguire in visita
di inizio cantiere o visita preventiva e poi ogni 5 anni per i primi 20 anni in caso di
bassa esposizione oppure ogni 2 anni dopo i 20 anni di bassa esposizione o in caso di
esposizioni superiori al 50% del TLV e poi da eseguire in caso di visita di fine rapporto
o di conclusione delle attività;
Prova di Funzionalità Respiratoria (standard ATS) con Questionario CECA mirato
apparato respiratorio: annuale e poi da eseguire in caso di visita di fine rapporto o di
conclusione delle attività;
Tine test o alternativo da eseguire con la stessa periodicità della Radiografia Torace e
da ripetere successivamente nei casi negativi per la prevenzione della TBC che
rappresenta una condizione di rischio se concomitante alla esposizione a silice;
Esami ematochimici per: funzionalità renale, epatica, midollare (emocromo per ricerca
di stato anemico), verifica della glicemia (ricerca di diabete) ; Inoltre a seguito del
Provvedimento 16/03/06 sul divieto di uso di alcol e del Provvedimento 30/10/07 sul
divieto uso di sostanze stupefacenti e psicotrope, si eseguiranno accertamenti rivolti
alla valutazione del tasso e dell’abuso alcolico (alcolemia, valutazione volume
globulare medio MCV e gammaGT) ed accertamenti rivolti alla ricerca di sostanze
stupefacenti e psicotrope in coloro che svolgono le mansioni e le attività indicate nei
due Provvedimenti sopracitati.
Elettrocardiogramma da eseguire almeno con periodicità biennale;
2. Rischio Rumore che prevede l’esecuzione di:
•
•
Audiometria tonale liminale eseguita in cabina silente e la prima volta a riposo acustico
di almeno 12 ore. Quindi al controllo annuale successivo l’audiometria può essere
eseguita anche senza riposo acustico ma da ripetere a riposo acustico in caso di
variazione rispetto all’audiometria precedente di almeno 10 dB medi a 2-3-4 kHz.
(Audiometria può essere eseguita biennale per esposizione superiori a 85 dB(A).
(Audiometria eseguita secondo norme tecniche: UNI ISO 389:1991 UNI ISO 82531:2000 UNI EN 26189:1993 e Linee guida SIMLII
Questionario audiologico anamnestico standardizzato;
3. Rischio Vibrazioni corpo intero che prevede l’esecuzione di:
•
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti
su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati
(es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia cervicale
dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del “livello
soglia”;
- 97 -
4. Rischio Vibrazioni mano-braccio che prevede l’esecuzione di:
•
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori
eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi
standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi vascolari,
neurologici e muscolo scheletrici per il distretto mano-polso-gomito-spalla in caso di
positività per superamento del “livello soglia”;
5. Rischio Movimentazione manuale carichi che prevede l’esecuzione di:
•
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti
su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati
(es. Linee guida SIMLII) con la con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia
cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del
“livello soglia”;
•
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori
eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi
standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi per distretti manopolso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”;
6. Rischio Turni o Lavoro Notturno
•
Per questo rischio viene eseguita una sorveglianza sanitaria che nel corso della visita
medica prevede di indagare la presenza di patologie che sono incompatibili in modo
assoluto con l’attività lavorativa notturna ed altre patologie che invece possono
diventare compatibili con il turno notturno a condizione che siano monitorate, sotto
controllo medico e con un quadro clinico di buon compenso. Inoltre viene indagato il
ritmo sonno veglia e l’uso di farmaci . Viene eseguita la glicemia per verificare la
presenza di diabete.
7. Obbligo di vaccinazione antitetanica
•
Verificare la validità della vaccinazione tramite verifica di apposito cartellino o
dichiarazione. Provvedere ad un richiamo di vaccino ogni dieci anni.
8. Visita di fine rapporto
•
In tale visita il Medico oltre a visitare il lavoratore eseguirà almeno una Radiografia
Torace con tecnica e classificazione ILO BIT 2000, quindi certificherà la presenza o
meno di patologie correlate al rischio chimico e provvederà ad inoltrare all’ISPESL
copia completa della cartella sanitaria e di rischio del lavoratore
Sorveglianza Sanitaria : materiali e metodi di classificazione.
1. Utilizzare un modello di Cartella Sanitaria e di Rischio che contenga almeno quanto sopra
indicato e riportare sulla stessa i livelli di esposizione individuale relativamente ai rischi
evidenziati;
2. Utilizzare i seguenti modelli di Questionari Anamnestici e di Valutazione Clinica:
•
•
Questionario CECA mirato apparato respiratorio
Questionario audiologico anamnestico standardizzato
- 98 -
•
•
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti
su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati
(es. Linee guida SIMLII) con la con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia
cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del
“livello soglia”;
Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori
eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi
standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi vascolari (scala di
Workshop Stoccolma 1986), neurologici e muscolo scheletrici per il distretto manopolso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”;
3. Utilizzare le seguenti classificazioni per i singoli accertamenti e i relativi disturbi e
patologie individuate e riportare i risultati statistici annualmente nel Relazione Sanitaria
relativa ai dati statistici anonimi e collettivi:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Radiografia Torace – con tecnica e classificazione ILO BIT 2000
Tine test o alternativo : negativo o positivo ( se positivo richiede valutazione
Radiografia Torace per ricerca TBC)
Prova di Funzionalità Respiratoria (standard ATS) con classificazione in: normale,
ostruttiva (lieve, media, grave), restrittiva (lieve, media, grave), riduzione dei flussi alle
piccole vie, mista.
Audiometria tonale liminale classificata con metodo Merluzzi-Pira-Bosio-MPB
Valutazione clinico funzionale del rachide secondo le Linee guida EPM CEMOC o
altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII): classificare le Spondilo-artropatia
cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del
“livello soglia”;
Valutazione clinico funzionale arti superiori eseguiti su base annuale e secondo le
Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con
la evidenza di disturbi per distretti mano-polso-gomito-spalla in caso di positività per
superamento del “livello soglia”;
Esami ematochimici : normali o alterati ( se alterati indicare il valore dell’alterazione e
la diagnosi: iperglicemia, anemia, insufficienza renale, epatopatia. In caso di presenza
di alcol e/o sostanze stupefacenti e/o psicotrope il Medico Competente attua quanto
indicato dalla normativa specifica.
Elettrocardiogramma : normale o alterato
Numero e tipologia di Malattie Professionali classificate con i codici secondo D.M.
27/04/2004 e segnalate alla AUSL-Servizi Pre.S.A.L., all’Ispettorato del Lavoro e
all’INAIL.
Relazione Sanitaria annuale relativa ai dati statistici anonimi e collettivi
Comprende :
•
•
•
•
•
•
•
Dati generali azienda e breve descrizione attività
Dati statistici relativi ai risultati di tutti gli esami eseguiti con classificazione
Risultati della valutazione clinico funzionale del rachide
Risultati della valutazione clinico funzionale dell’arto superiore
Numero e tipologia di malattie professionali segnalate
Idoneità complete, con limitazioni e non idoneità
Commenti conclusivi del Medico Competente
- 99 -
Modalità di esecuzione pratica della sorveglianza sanitaria e problematiche di frequente
riscontro presso i cantieri.
1. La sorveglianza sanitaria può essere eseguita: presso ambulatori medici esterni al cantiere,
presso locali in cantiere con le attrezzature di base che sono presenti in un ambulatorio
medico (lettino per visita, scrivania, due sedie, illuminazione naturale ed artificiale,
riscaldamento, possibilità nelle vicinanze di servizi igienici) oppure in Ambulatori Mobili
attrezzati.
2. Audiometria deve essere eseguita in cabina silente in ambulatorio oppure su un
Ambulatorio Mobile dotato di cabina silente e posto in cantiere in una zona lontana da
fonti elevate di rumore. L’esame audiometrico nella prima visita deve essere eseguito a
riposo acustico di almeno 12 ore, quindi al controllo annuale successivo può essere
eseguito anche senza riposo acustico ma da ripetere a riposo acustico in caso di variazione
rispetto all’audiometria precedente di almeno 10 dB medi a 2-3-4 kHz. E’ opportuno
informare i capi cantiere di fare utilizzare gli otoprotettori ai lavoratori durante l’attività
lavorativa eseguita prima dell’esame audiometrico se non è preceduto da riposo acustico.
3. Glicemia. Si evidenza la problematica nell’eseguire la glicemia in quanto si esegue dopo
un digiuno di almeno 8 ore e questo non sempre è possibile per esigenze del lavoratore in
relazione ai suoi turni di lavoro. In alternativa si consiglia una colazione molto leggera
almeno 4 ore prima del prelievo annotandolo e valutando l’esito, tenendo presente che, in
caso di valori elevati (superiori a 110) e/o di glicosuria , è opportuno ripetere l’esame
assolutamente a digiuno.
4. Tine Test. Questo esame per la valutazione della TBC può dare falsi positivi che
comunque vengono valutati con Radiografia Torace perché eseguita contestualmente come
da protocollo. Inoltre l’esecuzione del Tine Test richiede poi la lettura del risultato a
distanza di 72 ore da parte di un sanitario secondo modalità di lettura standardizzate.
Allegato: Proposta di Cartella Sanitaria e di Rischio
Bibliografia di riferimento.
•
•
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SIMLII - Linee Guida SIMLII 2003
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna – Dipartimento Sanità PubblicaCoordinamento SPSAL – Promozione della qualità del Medico Competente: la
sorveglianza sanitaria . Revisione agosto 2005
Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna – Dipartimento Sanità PubblicaCoordinamento SPSAL – Standard di qualità per strumenti informativi gestiti dal
Medico Competente. Revisione agosto 2005
- 100 -
MD 0332 – 04
CARTELLA SANITARIA E DI
RISCHIO PREVENTIVA
Data
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/
REG. N° 4646
UNI EN ISO 9001 : 2000
Pag. 1 di 1
AZIENDA: ……………………………………………………………... VISITA PREVENTIVA
VISITA A RICHIESTA
COGNOME: …………………………………………………………… NOME: …………………………………….……………….……….
NATO/A IL: ………………………………………………… A : ……………………………….…..………………….……………….……….
ABITANTE IN:………………………………………………………………………………………………………………………………….....
TEL.: …………………………………..…………………… MEDICO CURANTE ………..……………………………….…………………
MANSIONE: ………………………………………………………………………………………………………………………………………
POSTAZIONE (attività, mis.prev., problemi, ecc…):………………………………………………………………………………………..……….
RISCHI: 1-ALTEZZA
3- BIOLOGICO
5-CHIMICO ……….……
……………10-MOV. RIP ….….…..
11-POLVERI
………..…… 12-POSTURA ……………. 13-RUMORE ……...… dB(A) 14-SALDATURA ….…..h/sett.
15-INOX …..……h/sett.
16-SOLVENTI …..…...… 17-VIBR.CORPO …..…..… 18-VIBR.MANO-BRACCIO ….………
19-VDT
h/sett……. post. vdt a norma 20-ALTRI ...................……………………………………………………….………….
2-AMIANTO
6-LAV.NOTTURNO …...…
4-CANCEROGENO
7-LEGNO ……..… 8-MICROCLIMA .................... 9-MMC
PERIODICITA’: men. bimest.
trim.
sem.
D.P.I. UTILIZZATI: MASCHERINA
GUANTI
ATTIVITA’ LAVORATIVA PREGRESSA
ann.
bienn.
trienn.
TAPPI/CUFFIE
RISCHI
quadr.
SCARPE
quinq.
OCCHIALI
nessuna
CASCO
una prima volta
………………
ALTRO
IN ITALIA DA:………………………………………..
Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: ……………………..
dal……………
al………..…
Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: ……………………..
dal……………
al …..….……
Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: ……………………..
dal……………
al ……………
Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: ……………………..
dal……………
al …..….……
Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: ……………………..
dal……………
al …..….……
ATTIVITA’ LAVORATIVA PRESSO AZIENDA ATTUALE:
dal…………….……
INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI: ……………………………………..………………………………………………………
ANAMNESI FAMILIARE: NEG
neoplasie: stomaco
cute
intestino
POS
polmone
cardiaco
valvolare
prostata
ischemico
utero-annessi
ipertensione
tiroide
dislipidemie
mammella
rene
diabete
vescica
I i.d.
diabete II
cerebrale
NOTE:………………………………………………………………...……………………………………………...
fratture …………………………………………………esiti ……....……
…………………………………………………………………………………...……….………………….……
ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA: NEG POS
interventi chir.
patologie d’organo ……..…………….………………………………………………………..…...………...…………………………......…
rinocong.allergica ……………………allergie ……………………. asma
DAC
[Prev. onco. ultimi 2aa NO SI ………...... ]
NOTE:……………………………………………………………………………………..............…………………………………………...…
ANAMNESI FISIOLOGICA :
Servizio militare
NO SI
VINO/BIRRA NO SI
SUPERALC. NO SI
Alvo/Diuresi REG.
FUMO(sigarette/die) ..................
............... Ritmo sonno: REG.
IRREG.
Caffè/die .................
Donatore AVIS:
NO SI
Altezza (cm)..................
Sport:
NO SI
PESO Kg.................
...................... colester.tot................
OCCAS. ABIT. SERA GIORNO
QUANTITA’ (mL/die) 100 - 200 - 400 - 600 - 800 - >1L
OCCAS. ABIT. SERA GIORNO
QUANTITA’ (mL/die) 100 - 200 - 400 - 600 - 800 - >1L [Stupef NO SI ...............]
IRREG. ……………………. Cicli mestruali REG. IRREG.
estroprogestinici
menopausa ..............aa
ANAMNESI PATOLOGICA RECENTE: NEG
POS …..…………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………………...
……………………………………………………..………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………….……………………………………………………………………………………
…………………………………………………….…………………………………………………..……………………………………………
USO DI FARMACI: ………………………………………………………………………………………………………………………………
POS : PARESTESIE: MANO dx MANO sn
ARTO SUP : S 1 S 2 G 1 G 2 P 1 P 2 M 1 M 2 CERVICALGIA ABITUALE
NEG
BLOCCHI DORSO LOMBARI
LOMBALGIA ABITUALE
CATARRO > 3 MESI/ANNO
DISPNEA
RUSSAMENTO
VERTIGINI
CEFALEA ABITUALE
TOSSE > 3 MESI/ANNO
APNEE NOTTURNE
Direttore Sanitario: Dott. Bruno Ricci Aut. P.S. 155 26/02/01
MEDOC srl – 47100 FORLI’ – Viale Vittorio Veneto, 1/a – CAP – Tel. 0543 36970 – Fax 0543 457413
47020 PIEVESESTINA di CESENA – P.zza Modigliani, 43 – Tel. 0547 1900470 – Fax 0547 1900472
www.medoc.it [email protected]
MD 0332 – 04
CARTELLA SANITARIA E DI
RISCHIO PREVENTIVA
REG. N° 4646
UNI EN ISO 9001 : 2000
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ESAME OBIETTIVO
Cute
Normotesa/ elastica Alterata …….…………………………..……………………………..
App. osteoarticolare: Attegg. Post. Rachide: Reg Irreg
Lasegue: Neg Pos 90° 60° 30° dx sx
Wasserman: Neg Pos
dx sx
DIM: Neg Pos ………………………………..…
Motilità rachide: Reg
Limitata …….………………………………….…………………………
Motilità arto sup: Reg Limitata SPALLA dx sx abduz. ………… extrarot.
intrarot. ……………. GOMITO dx F E P S sx F E P S
POLSO dx F E sx F E
MANO dx sx ………….. Tinel Neg Pos + + + dx sx
Phalen Neg Pos + + + dx sx
Altri tests funzionali:………………………………………….……………….………………………
Torace
:
Emitoraci simmetrici, fvt normotrasmesso, suono chiaro polmonare, MV normale
Irregolare …………………………….……………………..…………….…………………………
App. cardiovascolare
Toni puri, ritmici, pause libere, no toni aggiunti P.A. ………/……..mmHg FC…….…bpm
Irregolare …………………….….……………………………….……….…………………………
Organi ipocondriaci
Altri organi alterati
Reg Irreg …………………………………………………………………………………………
………………….………………………….………………………….……...…………………………
NOTE:…………………………………………………………………………………...…………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………...………………………………………………………....
.............................................................................................................................................................................................................
a
a
a
a
a
a
Antiepatite B:1 ……………2 ……….…3 …….… R ……….… Antitetanica: 1 ……..…2 …………3 ………… R ……….....……
HbSAg Θ ⊕
HbSAb Θ ⊕.................. HCV Θ ⊕
HIV Θ ⊕
Alcoolemia.................... Alcool Test..................
EVIDENZE PATOLOGICHE:
NO SI
…………………..………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………………………………………………………….……..
……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…..…
………………………………………………...……………….…..……………………………………….……………………………………...
……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…..…
S 1 2 3
BL/aa 1 2 3 …. CUTE
SAP 1 C
L
INV. INAIL ............... %
G 1 2 3
DM C D L
2 C D L
................................
INV. CIVILE ............... %
P 1 2 3
DM S G P M
3 C D L
ASTENOPIA
INV. INPS ............... %
M 1 2 3
................................
DEN. USL
DEN.INAIL
IDONEITÀ
1
IDONEO
2
Temporaneamente per ...................................................
4
Idoneo con le seguenti limitazioni e/o prescrizioni:
3
NON IDONEO
5
Si rammentano otoprotettori per rumore ≥ 85dB(A)
Si consigliano otoprotettori per rumore > 80dB(A)
7
Uso DPI respiratori per esposizione a polveri e broncoirritanti (mascherina FFP1 – FFP2 – FFP3 – carboni attivi)
8
NO lavori in altezza
9
Segnalata patologia da vibrazioni
10
NO MMC > Kg …….….
11
continuativa e ripetitiva
13
NO guida di automezzi e/o carrelli
14
NO attività con vibrazioni mano-braccio
15
NON adibire a lavoro notturno
16
NO attività con movimenti ripetitivi oltre valori di C.L.OCRA di ….…………
6
17
Fornire scarpa antinfortunistica specifica
18
Fornire guanti in: ˆ nitrile
19
Eseguire antitetanica
20
Consigliata antitetanica
12
NO MMC sopra l’altezza delle spalle
ˆ sottoguanti in cotone
21
ˆvinile ˆ …......
Idoneo con uso di proprie lenti
22
Alternare postura eretta e seduta
23
Idonea a prolungare l’attività lav. in gravidanza fino alla fine dell’VIII mese
24
Segnalata anomalia acustica
25
Superamento val. limite monitoraggio biologico
26
Ruotare su varie postazioni per ridurre sforzo ripet. a: ˆspalla  dx
 sx
ˆgomito  dx
 sx
ˆpolso  dx
 sx
ˆmano  dx
 sx
27 ........................................................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................................
Dichiaro di essere stato informato dal Medico durante questa visita sul significato
e sugli esiti dei controlli sanitari ai quali sono sottoposto con il mio consenso, e
che le informazioni da me riferite in sede di visita corrispondono a verità.
IL MEDICO
Firma del lavoratore:……………………………………………………
……………………….....……………...
Direttore Sanitario: Dott. Bruno Ricci Aut. P.S. 155 26/02/01
MEDOC srl – 47100 FORLI’ – Viale Vittorio Veneto, 1/a – CAP – Tel. 0543 36970 – Fax 0543 457413
47020 PIEVESESTINA di CESENA – P.zza Modigliani, 43 – Tel. 0547 1900470 – Fax 0547 1900472
www.medoc.it [email protected]