Atti del 4°Convegno Regionale Edilizia
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Atti del 4°Convegno Regionale Edilizia
REGIONE LAZIO Dipartimento di Prevenzione Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Direttore: Daniele Gamberale 4° CONVEGNO REGIONALE EDILIZIA LLA ELLA AD DE ELLLLA AS SIIC CU UR RE EZ ZZ ZA AE E AT TU UT TE D DE ELLLLA AS SA ALLU UT TE E D DE EII LLA AV VO OR RA AT TO OR RII E ED DIILLII N CA APPIIT TA ALLE NE E:: ELLLLE E ““G GR RA AN ND DII O OPPE ER RE E”” D DE ELLLLA AC E TIIV VE E ES SPPE ER RIIE EN NZ ZE EE E PPR RO OS SPPE ET TT ATTI DEL CONVEGNO ____________________________________ Roma, 12 marzo 2008 Azienda USL RM E SALA LANCISI - BORGO S. SPIRITO, 2 REGIONE LAZIO 4° CONVEGNO REGIONALE EDILIZIA La tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori edili nelle “Grandi Opere” della capitale: esperienze e prospettive Presentazione La Azienda USL RME è stata incaricata di organizzare il 4° Convegno Regionale Edilizia, dopo i precedenti realizzati dalle Aziende USL RMB, RMC e VT, in accordo con il Gruppo Regionale Cantieri. L’evento cade in un momento di particolare attenzione ai problemi di salute e sicurezza dei lavoratori, vista la preoccupante catena di infortuni mortali dell’ultimo periodo, pur in presenza di una generale diminuzione degli infortuni. La scelta di dedicare il Convegno Regionale sull’Edilizia alle Grandi Opere è una scelta obbligata per la Azienda USL RME, che dal 2003 ha avuto in carico la vigilanza dei lavori di costruzione del Passante Nord-Ovest e, subito dopo, in quanto quasi esclusivamente nel suo territorio di competenza, quelli del raddoppio del GRA - Quadrante Nord-Ovest. Attualmente partecipa, con altre Aziende USL romane e con la Azienda USL RMG, alla organizzazione della vigilanza dei lavori di estensione delle Metropolitane delle linee B1 e C. Il Convegno è dunque dedicato alla sicurezza dei lavoratori impegnati in queste rilevanti opere, problema di grande attualità e responsabilità, data l’entità dei rischi presentati e la conseguente attenzione delle Istituzioni, estendendo la collaborazione interdisciplinare anche ad Enti di ricerca per la valutazione dei rischi e per approfondimenti diagnostici particolari. Il Servizio PreSAL della Azienda USL RME ha impegnato le proprie competenze ed esperienze promuovendo attivamente il metodo di collaborazione tra i Servizi interessati alle attività di vigilanza, coordinando momenti di confronto con le figure della prevenzione (datori di lavoro, RSPP, medici competenti ed RLS), perseguendo l’utilizzo di protocolli concordati e condivisi, come già avvenuto per il comparto sanitario, in aderenza alle più recenti indicazioni del Patto per la Tutela della Salute e la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro. Un ringraziamento particolare viene rivolto alla Regione Lazio, in particolare all’Assessore alla Sanità, per lo stimolo alla collaborazione diretta degli operatori delle altre Aziende USL alle attività di vigilanza dei cantieri del GRA nel momento più critico e al Presidente della Giunta Regionale per i finanziamenti straordinari del triennio delle attività di prevenzione. Tali iniziative confermano una particolare sensibilità nei confronti dei problemi dei lavoratori, a cominciare dalla tutela della loro salute che è uno dei principali obiettivi del Piano Regionale di Prevenzione delle Aziende UUSSLL del Lazio. Il Direttore U.O.C. SPreSAL Azienda USL RME Dott. Daniele Gamberale Il Direttore Generale Azienda USL RME Dott. Pietro Grasso SOMMARIO Sergio Perticaroli • Illustrazione dell’iniziativa di coordinamento della vigilanza delle AA.UU.SS.LL. ………………………………………………………………………pag. 5 Eginardo Baron • L’applicazione del D. Lgs. 494/96 nel confronto continuo tra Organo di Vigilanza e Committenza …………………………………………………….……pag. 19 Massimo Giuliano – Carlo Taffi • La vigilanza nei cantieri del Quadrante Nord-Ovest del GRA: dati riepilogativi e considerazioni su 3 anni di attività ………………………………pag. 29 Giuseppe Costanzo – Giovanni Albanese • I lavori del QNO del GRA. Il punto di vista della committenza …………………………………………………..pag. 49 Giovanna Manzari • La qualità della sorveglianza sanitaria mirata al rischio da esposizione a polveri……pag. 55 Daniele Gamberale • I lavori delle linee B1 e C: gli interventi coordinati tra Aziende USL e il Piano Straordinario Regionale di Prevenzione ……………………………………....pag. 61 Luigi Gargiulo • La tutela della salute e della sicurezza del lavoratori. Il punto di vista della committenza …………………………………………………..pag. 67 Gianni Cuoco – Sandro Armellini • Il confronto tra Servizi Pre.S.A.L. e soggetti coinvolti nei lavori e nella prevenzione…………………………………………………………………...pag. 77 Pietro Pandolfi – Alessandro Palmeri • La qualità della valutazione del rischio polveri di silice: linee guida NIS e programmazione degli interventi di vigilanza ………………….…pag. 83 Enzo Valenti – Bruno Ricci • Il protocollo di sorveglianza sanitaria condiviso tra Servizi Pre.S.A.L. e Medici competenti…………………………………………………………………....pag. 89 -3- Ing. Sergio Perticaroli Dirigente di Ricerca ISPESL ILLUSTRAZIONE DELL’INIZIATIVA DI COORDINAMENTO DELLA VIGILANZA DELLE AA.UU.SS.LL. _________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia Roma, 12 marzo 2008 -5- REGIONE LAZIO 4° CONVEGNO REGIONALE EDILIZIA LA TUTELA DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI EDILI NELLE “GRANDI OPERE” DELLA CAPITALE: ESPERIENZE E PROSPETTIVE Ing. Sergio Perticaroli - Dirigente di Ricerca - ISPESL -7- REALIZZAZIONE GRA DAL 2005 UN’ESPERIENZA POSITIVA: • DA MANTENERE • DA MIGLIORARE NASCE DA IMPEGNO ASS. SANITA’ CONSEGUENTE A DUE INFORTUNI MORTALI -8- COORDINAMENTO DELLE 5 ASL ROMANE + RM G ISPEZIONI OMOGENEE E STANDARDIZZATE CODIFICA E UTILIZZO DI SCHEDA REGIONALE PER LA VERIFICA DELLA SICUREZZA NEI CANTIERI -9- + SICUREZZA Prescrizioni meno gravi nel tempo RISULTATO: + SALUTE Sorveglianza sanitaria più qualificata (polveri, rumore, ecc) - 10 - DA ESPERIENZA SIGNIFICATIVA A RUOLO REGOLATORE DEL SERVIZIO PUBBLICO + EFFICACIA (cosa e come fare) + QUALITA’ (interventi validi e verificabili) - COSTI PER LE IMPRESE (complessivi) + PROMOZIONE CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA - 11 - REALIZZAZIONE METRO CONTINUA COORDINAMENTO ASL + CONFRONTO PRELIMINARE TRA RSPP Aziende TECNICI ASL E COORDINATORI SICUREZZA MEDICI AUSL E MEDICI COMPETENTI PER PROTOCOLLI CONDIVISI Es. Sorveglianza sanitaria . criteri di arruolamento/valutazione . classificazione pre-esposizione + QUALITA’ MISURABILE - 12 - Conferenza Stato Regioni Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro Obiettivi strategici Risorse Obiettivi specifici Data 1 agosto 2007 - 13 - Obiettivi strategici migliorare omogeneità interventi • migliorare la conoscenza dei fenomeni • programmare e realizzare attività secondo criteri di efficacia • concertare, sulla base di evidenze epidemiologiche, obiettivi di salute da perseguire con azioni nazionali • - 14 - Obiettivi strategici • comunicare in modo efficace le informazioni disponibili (rischi, danni, soluzioni, buone pratiche, ecc.) • implementare la promozione della salute per la crescita della cultura prevenzionale - 15 - Obiettivi strategici • “fare sinergia” tra tutte le istituzioni, per una integrazione operativa ed evitare sovrapposizioni • condividere ed analizzare le informazioni disponibili con tutti gli attori • rafforzare il ruolo “REGOLATORE” del Servizio Pubblico - 16 - Strumenti LEA OMOGENEITÀ EFFICACIA Impegno Regioni Risorse - razionalizzare - ottimizzare controllo 5% unità lavorative Per consistenza numerica e professionalità dei servizi MONITORAGGIO E VALUTAZIONE RISORSE IMPEGNATE INDICATORI: BISOGNI ATTIVITÀ / COPERTURA RISULTATI - 17 - CONDIVISI Obiettivi specifici Creazione Sistema Informativo Integrato Nazionale • Programmazione condivisa attività nazionali (edilizia) specificità locali • Promozione della “partecipazione” dei vari soggetti (tutti) del sistema a sostegno delle imprese • Sviluppo e diffusione delle conoscenze • (inf. mortali, sist. sorv. patologie, reti locali WHP, campagna informativa prevenzione tumori) - 18 - Ing. Eginardo Baron Dirigente Ingegnere S.Pre.S.A.L Azienda USL RM B L’APPLICAZIONE DEL D.LGS. 494/96 NEL CONFRONTO CONTINUO TRA ORGANO DI VIGILANZA E COMMITTENZA _________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia Roma, 12 marzo 2008 - 19 - L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA NELLE GRANDI OPERE (QNO DEL G.R.A. - METROPOLITANA – CITTÀ DELLO SPORT) Ing. Eginardo Baron AUSL RM/B 1. L’applicazione del decreto 494 nel confronto continuo fra vigilanza e committenza • Il committente: datore di lavoro di tutti i datori di lavoro • I rapporti con il committente e la direzione di cantiere • Il coordinamento con la Direzione Provinciale del Lavoro e gli altri S.PRE.S.A.L. • Flessibilità del PSC nelle previsioni a lungo termine 2. L’organizzazione della vigilanza • L’ottimizzazione fra qualità e visibilità degli interventi • La frequenza dei sopralluoghi nei grandi cantieri Università di Tor Vergata - Cantiere della Città dello Sport - Casseri degli archi di sostegno del Palasport - 21 - 1. L’applicazione del decreto 494 nel confronto continuo fra vigilanza e committenza 1.1. Il committente: datore di lavoro di tutti i datori di lavoro L’applicazione da parte dell’organo di vigilanza delle azioni di prevenzione, dettate dalla normativa per la tutela della salute dei lavoratori, scaturisce da diverse generatrici. Una di queste è sempre stata costituita dal confronto dialettico fra organo di vigilanza e datori di lavoro delle imprese esecutrici. Nei cantieri temporanei e mobili il decreto 494/96 ha innalzato il confronto dialettico al livello del committente. La comparsa del committente fra i soggetti responsabili del processo che deve garantire l’incolumità dei lavoratori è senz’altro un atto di notevole progresso giuridico, tuttavia appare più semplicemente come il necessario e giusto riconoscimento della posizione economica del committente: esso è unico motore economico dell’opera e quindi è il datore di lavoro di tutti i datori di lavoro delle imprese esecutrici. Il grande cantiere o grande opera esalta gli aspetti positivi di questo confronto, attenuandone invece i momenti di conflittualità. 1.2. I rapporti con la direzione di cantiere La grande opera o il grande cantiere presenta, rispettivamente, una naturale visibilità, un maggior interesse a rispettare i tempi di esecuzione, una maggior esperienza in generale degli addetti alla prevenzione. Inoltre i tempi di esecuzione relativamente lunghi attenuano, o fanno scomparire quasi, la tendenza al rischio, caratteristica invece delle opere di breve durata. Tutto ciò induce il committente, la direzione lavori e il suo staff di prevenzione e protezione a prendere contatti preventivi con l’organo di vigilanza, sia per informazioni e assistenza nella fase di individuazione delle misure di prevenzione sia per delucidazioni su quanto richiesto dalla legge. In questi primi contatti l’organo di vigilanza si trova nelle migliori condizioni per esplicare il suo mandato di informazione e prevenzione1 e, poiché i lavori non sono ancora cominciati, può sviluppare, senza alcuna preoccupazione di carattere etico o complicazione per incompatibilità dei ruoli, la sua vocazione intima che è appunto quella di diffondere le buone prassi e di far tesoro delle esperienze imprenditoriali su problemi nuovi. Questi primi approcci possono essere articolati nel tempo e nello spazio; qui si è immaginato appartenenti all’iniziativa del committente, ma possono essere intrapresi anche dalle ditte appaltatrici o dallo stesso organo di vigilanza, senza che la natura del promotore condizioni i lavori. In questi primi incontri, che agevolano tutte le future azioni a vantaggio della prevenzione infortuni, l’organo di vigilanza deve garantire omogeneità di protocolli, di proposte e di interpretazioni. 1 La legge di riforma sanitaria affida al servizi di vigilanza questi due incarichi (informazione e prevenzione) in modo distinto dal momento ispettivo e a monte di questo. - 22 - 1.3. Il coordinamento con la Direzione Provinciale del Lavoro e gli altri S.PRE.S.A.L. Fino a questo momento abbiamo parlato in generale dell’organo di vigilanza. In realtà gli organi di vigilanza sono diversi. Negli stessi territori che delimitano le competenze degli otto Servizi Pre.S.A.L. di Roma è presente la Direzione Provinciale del Lavoro (DPL). In cantieri di vaste opere pubbliche, infrastrutture ferroviarie, stradali e sotterranee per uno stesso cantiere può esserci la competenza di più Servizi Pre.S.A.L. E’ allora necessario che nei cantieri sparsi in più territori di competenza, come quelli della Metro, ci sia un coordinamento fra servizi delle diverse AUSL, mentre in ogni caso ciascun Servizio Pre.S.A.L. dovrà sempre coordinarsi con quello della D.P.L. Tale osservazione è tanto più importante quanto più si consideri che l’iniziativa più efficace ai fini del coordinamento e della omogeneità degli interventi, oltre naturalmente alle riunioni preliminari, è la programmazione e l’effettuazione di sopralluoghi congiunti. Già solo l’intento di effettuare sopralluoghi congiunti con un altro organo di vigilanza esprime un pensiero positivo per l’impegno a mettere in discussione i propri comportamenti e per la consapevolezza di dirigersi verso un innalzamento del livello di qualità dell’azione pubblica nella tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratori. 1.4. Flessibilità e frazionamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) nelle previsioni a lungo termine. Nei seminari annuali organizzati dal gruppo cantieri, in tutte le sedi istituzionali e associative i tecnici della Regione Lazio hanno prodotto un grande sforzo per migliorare la qualità dei documenti per la progettazione della sicurezza. Nonostante ciò il PSC, nella quasi generalità dei casi e soprattutto nei cantieri medio piccoli, è ancora un documento elaborato al computer con i sistemi copia-incolla, contenente modesta parte dedicata effettivamente alla progettazione della sicurezza. Il documento non riesce, salvo poche eccezioni, a uscire fuori dal guado della superficialità anche perché poche volte viene esaminato dal suo acquirente (il committente), mentre i tecnici della prevenzione dei Servizi Pre.S.A.L., che hanno il compito di verificarne l’adeguatezza rispetto al cantiere effettivo, accusano una certa stanchezza a ricercare nella mole di carta la parte tecnicamente congruente con il cantiere e quindi se il cantiere si trova in condizioni soddisfacenti tendono a non esaminare questo documento. Queste circostanze hanno innescato un circolo vizioso che negli ultimi tempi ha bloccato il progredire della regola dell’arte della progettazione della sicurezza nel PSC. Nelle grandi opere l’attenzione di tutte parti sociali, compresi gli organi di vigilanza, è certamente maggiore e quindi tali documenti sono redatti con maggior attenzione. Tuttavia ci si chiede se in un cantiere che può durare diversi anni sia possibile compilare per la sicurezza - alla pari dei progetti costruttivi nei quali, per esempio, si stabilisce ancora prima di iniziare il cantiere la sezione dei pilastri, delle travi e dei ferri d’armatura - un progetto che possa prevedere le misure di sicurezza a lungo termine e quindi stabilire con anni di anticipo posizione di uomini, attrezzature, mezzi e progressi delle tecnologie in una previsione utile e attendibile per tutta la durata di un cantiere. A tale proposito può essere significativo riflettere su due episodi. A Roma, oltre ai cantieri del G.R.A., ormai in fase di chiusura, sono in corso da circa un anno due grandi cantieri: il primo, quello della Città dello Sport, è concentrato in area adiacente al Policlinico Tor Vergata; l’altro, quello della Metro, è frammentato nella città, ma sostanzialmente presenta le stesse situazioni gestite da due diversi committenti. Ebbene - 23 - solo pochi giorni fa, ovvero dopo un anno dall’inizio dei lavori, è stato possibile alle direzioni tecniche dei due cantieri sciogliere definitivamente le riserve sulle misure di sicurezza che riguardano le fasi più critiche delle due opere: lo scavo delle gallerie per la Metro e i lavori in quota per il montaggio delle coperture del complesso della Città dello Sport. La Metro C ha presentato ufficialmente la macchina scavatrice, cosiddetta talpa, in una conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Lazio,mentre quasi contemporaneamente, pur essendo i due cantieri assolutamente indipendenti, l’Università di Tor Vergata ha presentato i metodi di lavoro per l’assemblaggio in quota delle strutture che comporranno le coperture dei palazzi dello sport alte fino a 90 metri. In sostanza i lavori della Metro C sono iniziati molto tempo prima che la principale macchina per creare i tunnel fosse messa a punto non soltanto nella sua certificazione ma anche nella sua tecnologia. Nel cantiere della Città dello Sport, dove la copertura alta 90 metri non poteva essere assemblata facendo uso di ponteggi tradizionali, la direzione lavori ha scelto i sistemi di lavoro in quota solo dopo aver valutato in tempi reali lo stato dell’arte del settore, che è uno di quelli che maggiormente rappresenta soluzioni innovative nel mercato. Riguardo poi alla consultabilità dei PSC - documenti appesantiti di citazioni di intere normative, di schede tecniche, di tabelle sulla magnitudo del rischio o l’entità del danno assolutamente inutili - vale la pena raccontare che qualche mese fa la direzione della Metro C ha fatto osservare, a un collega tecnico della prevenzione che chiedeva il PSC, che fare la fotocopia del documento avrebbe comportato una spesa di circa ventimila euro. Università di Tor Vergata - Cantiere della Città dello Sport Disarmo dei Casseri degli archi di sostegno del Palasport - 24 - Ma se può accadere che all’inizio dei lavori il PSC non sia adeguato allo sviluppo dell’opera per motivi tecnici ampiamente legittimati , riflettiamo insieme sulle modalità di compilazione e sulla finalità del documento cercando di renderlo più semplice e soprattutto più pratico e rispondente allo spirito della legge. Noi riteniamo che il PSC, inteso come progetto ovvero come elaborato pronto prima dell’inizio dei lavori, debba essere ridimensionato e lanciamo una sfida: nel settore dei grandi cantieri il PSC deve contenere pochi elementi essenziali: • la progettazione delle aree di cantiere destinate alla movimentazione dei mezzi e agli apprestamenti igienico sanitari • le misure di sicurezza per l’apertura del cantiere e le prime fasi di lavorazione • il cronoprogramma dei lavori contenente anche le misure di sicurezza generali per ciascuna lavorazione prevista • la stima dei costi della sicurezza (tenendo naturalmente conto della approssimazione dovuta all’incertezza delle lavorazioni nel tempo) A questo documento generale dovranno affiancarsi, con un anticipo che sarà stabilito caso per caso, documenti integrativi compilati dal coordinatore dell’esecuzione. Questi documenti successivi saranno veri PSC e descriveranno in tempi poco meno che reali apprestamenti e misure di sicurezza delle fasi fino alla chiusura del cantiere • In questo modo gli elaborati sarebbero molto più aderenti alla reale situazione di cantiere e la verifica degli organi ispettivi potrebbe aprire un tavolo di reale confronto non solo sulla realtà del cantiere ma anche sulle situazioni di là da venire. Certamente questa proposta deve essere valutata e applicata caso per caso eventualmente in forme diverse determinando aree di frazionamento quando i cantieri sono molto estesi e i tempi di elaborazione quando i cantieri si prolungano per molto tempo 2. L’organizzazione della vigilanza Ottimizzazione fra qualità e visibilità degli interventi. Come già accennato, prima dell’avvio di un grande cantiere si aprono in varie sedi, sia con azione preventiva che consultiva, confronti e tavoli tecnici fra committente, organo di vigilanza e associazioni dei lavoratori. Tutto ciò innalza la qualità dell’attività dell’organo di vigilanza ed eleva il valore della funzione pubblica nella tutela dell’incolumità dei lavoratori. Parte da qui una riflessione sull’ottimizzazione fra la visibilità e qualità degli interventi. Poiché l’analisi degli infortuni indica che le situazioni a rischio sono generate sempre più spesso per una mancanza di organizzazione del cantiere molti dirigenti e lo stesso gruppo regionale hanno stilato modelli d’intervento nei quali oltre alle verifiche sulle condizioni del cantiere siano garantiti i controlli documentali (con esplicito riferimento alla corrispondenza di questi con le condizioni del cantiere) e i controlli degli adempimenti di committenti e coordinatori. Poiché d’altra parte rimangono sempre pressanti sia a livello regionale che nazionale le richieste dei cosiddetti numeri, ovvero del numero dei cantieri ispezionati, gli stessi dirigenti e i componenti dello stesso gruppo regionale appaiono preoccupati, temendo che il forzato raggiungimento del cosiddetto numero (regionale o nazionale) possa impedire di effettuare un intervento completo di prevenzione ovvero un intervento che garantisca quei controlli documentali e comportamentali dai quali può verificarsi l’adeguatezza dell’organizzazione. - 25 - Nella dialettica dei confronti interni dei servizi di prevenzione e all’interno degli organismi regionali il numero dei cantieri ispezionati, che potrebbe rappresentare, per così dire, la visibilità dell’organo di vigilanza e la verifica dell’organizzazione delle imprese, che (a nostro avviso impropriamente) si ritiene conferisca il bollino qualità all’intervento di prevenzione, si trovano spesso a essere pregiudizialmente contrapposte. Noi crediamo che ciò derivi da un malinteso. Vediamo di chiarirne il perché supponendo di voler avviare un programma di prevenzione in un determinato comparto produttivo, nel quale tanto per intenderci chiameremo azione l’intero programma e intervento (di prevenzione) la visita alla singola azienda. La visibilità dell’organo di vigilanza è essenziale nell’azione ma è solo una parte di questa e non può che estrinsecarsi con la presenza sul territorio, ovvero con il numero delle aziende visitate. La qualità appartiene invece all’azione intera, pensando al ruolo dell’organo di vigilanza in tutti i compiti che la legge gli affida - informativo, preventivo e ispettivo - e a tutte le sedi nelle quali possono svolgersi queste attività. In sostanza si vuole dire che l’innalzamento della qualità dell’azione, oltre che con interventi incisivi all’atto degli interventi, può ottenersi anche con iniziative di formazione e informazione da svolgersi in sedi diverse da quella del cantiere. Visibilità e qualità sono caratteristiche essenziali dei programmi di prevenzione ma l’importanza dell’una non deve far trascurare l’altra. La qualità appartiene alla globalità dell’azione di prevenzione effettuata in un determinato comparto, mentre la visibilità non può che essere perseguita a livello locale intensificando gli interventi nelle aziende. In uno stesso programma di prevenzione, ad esempio, si può caratterizzare un settore di azione nel quale prevale la visibilità e un altro settore nel quale prevale la formazione, l’esame dell’organizzazione aziendale, ecc. E’ noto che la sola regolare presenza dell’automobile di servizio dell’AUSL in un piano di zona o semplicemente sulla strada che conduce ai singoli cantieri tende a migliorare lo scenario degli ambienti di lavoro. Tuttavia se l’assessore regionale insiste nel volere i numeri dei cantieri ispezionati alcuni dirigenti insorgono come se non potesse essere garantita la qualità degli interventi. Qui sta il malinteso. Si confonde la parte (l’intervento) con il tutto (l’azione). La qualità dell’azione, oltre che in sede di attività ispettive, può essere raggiunta anche in sedi diverse dai cantieri, mentre la visibilità può essere ottenuta solo visitando il cantiere. Quindi appare ragionevole da una parte determinare nell’intervento stesso azioni minime per la verifica dell’organizzazione del cantiere dall’altra ottenere un alto numero di cantieri visitati per mantenere al livello soddisfacente la visibilità, e infine organizzare incontri con i datori di lavoro e con i committenti da svolgersi nelle sedi delle AUSL, aprire sportelli informativi con associazioni di lavoratori e di categoria. In questo modo il risultato finale può essere raggiunto perché gli interventi che generano la qualità possono essere realizzati, non solo nei cantieri in altre sedi, più consone e più redditizie. 2.2. La frequenza dei sopralluoghi nei grandi cantieri Nel cantiere di una grande opera esiste una eccezionale concentrazione di lavoratori e quindi siamo di fronte a una grande quantità di ore lavorative. E’ pertanto giustificata una particolare programmazione delle attività di vigilanza con un gran numero di - 26 - sopralluoghi. Ma tali sopralluoghi, per le ragioni che esporremo di seguito, possono aumentare anche al di là della proporzione standard degli altri cantieri, naturalmente con effetti positivi di prevenzione infortuni, senza con questo rischiare che altri settori, magari meno visibili sia da un punto di vista pratico che mediatico, siano trascurati e non siano oggetto di una equilibrata vigilanza. Nel cantiere di una grande opera risulta più facile avviare e mantenere a un giusto livello le interrelazioni con tutti i soggetti responsabili per quanto riguarda la qualità e l’impostazione dei documenti di sicurezza (si pensi ad esempio ai libretti di uso e manutenzione delle attrezzature, generalmente introvabili), che invece nei singoli cantieri è molto dispendiosa non solo per la qualità ma anche per la dislocazione o lo stato di conservazione in cantiere. Nel cantiere di una grande opera i tecnici della prevenzione dei Servizi PRE.S.A.L. finiscono in breve tempo per conoscere il crono programma dei lavori e a distanza anche di intervalli non trascurabili fra una ispezione e l’altra prevedono con buona approssimazione lo scenario e le lavorazioni che si svolgono in cantiere. Queste non trascurabili circostanze permettono di programmare sopralluoghi agili, relativamente meno faticosi che possono lasciare spazio alla effettuazione di altre attività. In sostanza si creano condizioni di ottimizzazione fra la vigilanza sulla sicurezza oggettiva, nella quale lo ripetiamo, occorre dare importanza alla visibilità per i noti effetti positivi sul comportamento effettivo di tutti i soggetti, e la vigilanza sulla sicurezza organizzativa nella quale invece diventa fondamentale la riflessione, l’esame delle documentazioni, le interviste ai lavoratori, la qualità delle valutazioni dei rischi e delle misure di sicurezza. Queste condizioni di ottimizzazione permettono, di aumentare la frequenza dei sopralluoghi nei cantieri in rapporto alle ore lavorative delle grandi opere, mantenendo inalterata la frequenza media di interventi in tutto il resto del territorio. - 27 - Ing. Massimo Giuliano Dirigente Ingegnere S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM G TdPALL Carlo Taffi Coordinatore TdPALL S.Pre.S.A.L. Azienda USL RME LA VIGILANZA NEI CANTIERI DEL QUADRANTE NORD-OVEST DEL GRA: DATI RIEPILOGATIVI E CONSIDERAZIONI SU 3 ANNI DI ATTIVITÀ _________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 29 - SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO LA VIGILANZA NEI CANTIERI DEL QNO DEL GRA: Dati riepilogativi e considerazioni su tre anni di attività Ing. Massimo Giuliano - 31 - Verifica della sicurezza in cantiere PROBLEMATICHE difficoltà logistiche estensione geografica e temporale, condizioni di lavoro particolari, traffico veicolare ininterrotto. dinamiche di avvicendamento delle aziende elevate coordinamento aziende/lavoratori coinvolti - 32 - Anno 2005 • • • • • Azione di supporto dei Servizi PRE.SA.L. delle Aziende RMA, RMB, RMC, RMD, RMG Intervento del Gruppo Regionale Edilizia Razionalizzazione e Coordinamento Aumento del numero delle visite ispettive Incontri informativi con le maestranze ed i tecnici delle ditte presenti in cantiere - 33 - Gruppo Regionale Edilizia • Supporto tecnico di ingegneri ed architetti di tutti i Servizi PRE.SA.L. • Scheda Regionale di intervento in cantiere • Condivisione di una metodologia di intervento - 34 - METODOLOGIA DI INTERVENTO Pianificazione e Progettazione: Coordinatori per la Sicurezza Piano di Sicurezza e Coordinamento Piani Operativi di Sicurezza Committenti PREVENZIONE E PROGETTAZIONE VERIFICA SICUREZZA “OGGETTIVA” Verifica delle condizioni di sicurezza per i rischi maggiori: • Caduta dall’alto • Rischio di seppellimento • Attrezzature e impianti • Dispositivi di Protezione Individuale CONTROLLO PROCEDURE GENERALI Organizzazione del cantiere Presenza di un Responsabile/Preposto - 35 - Analisi delle violazioni riscontrate periodo 2005 / 2007 Violazioni totali: 217 29% dpr 547/55 dpr 303/56 1% 31% dpr 164/56 35% dlgv 626/94 dlgv 494/96 0% 4% 20% 40% - 36 - 60% 80% 100% Tipologia delle violazioni 1% Violaz. Norme Igieniche Violaz. connesse all'uso di macchine o impianti 16% Violaz. connesse all'organizzaz. del cantiere 2% 41% Pericolo di caduta dall'alto 19% Mancata Valutazione del Rischio 2% Mancata Prot. degli scavi 1% Mancata Informazione 2% Mancata effett. Accertamenti Sanitari 11% Inadempienza Procedurale 3% Formazione 2% Dispositivi di Protez. Individuale 0% 10% 20% - 37 - 30% 40% 50% Violazioni per professione/ruolo 5 Medico Competente 7 Lavoratori 198 Datore di lavoro 5 Coord. esecuzione 1 Committente 0 50 100 - 38 - 150 200 Confronto dati vigilanza/violazioni 250 196 200 134 150 128 N° Sequestri N° Verbali Prescrizione N° Interventi 100 74 65 50 33 34 24 12 10 5 1 0 1°SEM.2005 - 39 - 2005 2006 2007 REGIONE LAZIO RIEPILOGO INTERVENTI VIGILANZA CANTIERI GRA RELAZIONE ANNI 2005-2007 Isp.Coord. S.Pre.S.A.L. AZIENDA USL RM/E Carlo Taffi - 41 - RIEPILOGO INTERVENTI GRA • CON QUESTI POCHI E SINTETICI ISTOGRAMMI SI E’ INTESO RENDERE NOTO LO SFORZO COSTANTE DEGLI OPERATORI S.PRE.S.A.L. NELL’ESECUZIONE DELLA VIGILANZA NEI CANTIERI DI GRANDI OPERE CON LO SCOPO PRIMARIO DI FARE PREVENZIONE! • UNENDO E COORDINANDO LE POCHE RISORSE DISPONIBILI E LE PIU’ ELEVATE PROFESSIONALITA’ - 42 - RIEPILOGO INTERVENTI GRA PRIMO SEMESTRE ANNO 2005 33 34 35 30 25 20 10 15 10 5 0 N° Interventi N° Verbali Ispezione/Prescrizione - 43 - N° Verbali Ispezione/Sequestro RIEPILOGO INTERVENTI GRA ANNO 2005 134 140 120 100 80 60 74 40 12 20 0 N° Interventi N° Verbali Ispezione/Prescrizione - 44 - N° Verbali Ispezione/Sequestro RIEPILOGO INTERVENTI GRA ANNO 2006 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 sopralluoghi 196 verbali 65 sequestri 5 - 45 - RIEPILOGO INTERVENTI ANNO 2007 ANNO 2007 128 140 120 100 80 60 24 40 1 20 0 N° Interventi N° Verbali Ispezione/Prescrizione - 46 - N° Verbali Ispezione/Sequestro RIEPILOGO INTERVENTI 2005 - 2007 200 196 180 160 140 134 128 120 100 74 80 65 60 34 33 40 24 20 12 10 5 0 1°SEM.2005 2005 N° Verbali Ispezione/Sequestro 2006 1 2007 N° Verbali Ispezione/Prescrizioni - 47 - N° Interventi Ing. Giuseppe Costanzo Dirigente Area Tecnica Nuove Costruzioni ANAS S.p.A Dott. Giovanni Albanese Dirigente ANAS S.p.A. I LAVORI DEL QNO DEL GRA IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA __________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 49 - I LAVORI DEL QNO DEL GRA IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA Il Grande Raccordo Anulare di Roma è la struttura viaria che, circondando completamente la capitale, consente agli automobilisti di raggiungere le diverse zone della città di Roma dall’esterno dell’area urbana evitando così di “soffocare” il centro cittadino con un impressionante volume di traffico. Il GRA è una realtà di particolare rilevanza per la Capitale e l’area metropolitana: questa imponente infrastruttura realizza un raccordo autostradale con le grandi direttrici nazionali, assolvendo allo stesso tempo alla funzione di tangenziale esterna per il collegamento delle aree periferiche, interessate da un crescente fenomeno di pendolarismo con il centro della città (che ha prodotto transiti sul GRA che raggiungono anche 160.000 passaggi/giorno). Un’autostrada con trentatre uscite per complessivi sessantotto chilometri circa di lunghezza. Una uscita in media ogni 2,3 chilometri. Un’arteria importantissima, inserita nel quadro trasportistico nazionale e locale. Un anello essenziale per lo smistamento dei traffici italiani ed europei. I lavori in via di completamento, dallo svincolo con la Strada Statale 1 “Aurelia” allo svincolo con la Strada Statale 3 “Flaminia”, permetteranno la realizzazione di carreggiate separate ciascuna a tre corsie per ogni senso di marcia lungo tutto il Grande Raccordo Anulare di Roma. L’estensione dell’intervento è di circa 18,5 Km, compresi nel Quadrante Nord Occidentale, e ha comportato un impegno finanziario di circa 613 milioni di Euro. L’ammodernamento ha già consentito una sensibile diminuzione delle code e la riduzione del 30% dei tempi di percorrenza del GRA, migliorando la qualità della vita sia di chi si reca a Roma quotidianamente per motivi di lavoro e sia di chi invece risiede in città. Il GRA, a lavori ultimati, diventerà un’arteria informatizzata grazie ai nuovi strumenti utilizzati per monitorare il traffico, consentendo quindi di intervenire in tempo reale nelle situazioni di criticità. L’ANAS sta lavorando per trasformare il GRA in una delle autostrade a più alto contenuto tecnologico d’Europa, più sicura e moderna. Lungo tutto il percorso del raccordo anulare, sono installati sistemi di controllo di videosorveglianza (con 50 telecamere che saranno attive h 24), pannelli a messaggio variabile per la trasmissione di messaggi informativi agli utenti, sistemi acustici installati in galleria per avvisare gli automobilisti in caso di pericolo di incendio. Sui 18,5 Km, che costituiscono l’intero tratto del Quadrante Nord Ovest, circa 17 km sono aperti al traffico: entro la fine della primavera di quest’anno verranno aperti al traffico i restanti 1,5 km, al momento ancora interessati da lavori di completamento ed in via di ultimazione. A lavori ultimati resterà sola da realizzare la seconda canna della Galleria Cassia in carreggiata interna il cui appalto è attualmente in corso di compimento. Il tratto, oggetto degli interventi di adeguamento a tre corsie più la corsia di emergenza, si sviluppa tra lo svincolo Aurelia, direzione Nord, fino allo svincolo Flaminia comprendendo gli svincoli con Via della Maglianella, Via Boccea, Casalotti, Selva Candida, Via Trionfale, lo svincolo del nuovo Ospedale S. Andrea e gli svincoli con la Cassia e la Cassia Veientana fino allo scavalco del Tevere con un nuovo ponte all’altezza della Via Flaminia. - 51 - I lavori hanno comportato la realizzazione, oltre a diversi sovrappassi, di numerosi viadotti per complessivi 2.900 ml e la realizzazione di gallerie artificiali e naturali per complessivi 6.700 ml. Le tecniche di lavorazione impiegate, con largo uso dei moderni macchinari e la tipologia dei materiali impiegati unita ad una particolare attenzione alle problematiche della sicurezza nella fase di redazione del progetto esecutivo, hanno contribuito a mitigare all’origine molti rischi connessi alle lavorazioni nei cantieri stradali. Tuttavia l’ampiezza dei fronti di lavoro, l’elevato numero dei subappaltatori che in alcuni casi hanno raggiunto il numero di 25 attivi contemporaneamente all’interno dello stesso cantiere, la presenza frequente di rischi particolari come le cadute dall’alto, hanno fatto emergere in molti casi punti di debolezza, inerenti soprattutto all’organizzazione interna delle imprese stesse. L’ANAS in qualità di Ente Appaltante ha operato in applicazione della legge e ha proceduto alla nomina dei Coordinatori per la sicurezza dei lavori in fase di progettazione e poi in fase di esecuzione, ha redatto i Piani di Sicurezza provvedendo a redigere gli opportuni aggiornamenti ed integrazioni in fase di sviluppo dei lavori, ha costantemente inviato gli aggiornamenti alla notifica preliminare corredandola dell’elenco aggiornato dei subappaltatori. Con il trascorrere del tempo dall’inizio dei lavori, l’ANAS ha un po’ modificato le scelte fatte inizialmente: in quasi tutti i lotti ha diversificato la figura del Direttore dei Lavori da quella del C.S.E. inizialmente coincidenti come previsto dalla legge, e ciò in quanto si è resa conto della necessità di dare maggior risalto al ruolo del C.S.E. proprio in lotti così impegnativi sul fronte della sicurezza e salute dei lavoratori, con notevolissime problematiche di interferenza sia temporale che spaziale in molte situazioni specifiche. Ciò ha portato ad un maggiore impegno della struttura interna dell’ANAS che ha provveduto ad affiancare alla figura dei C.S.E. sia interni che esterni, un’organizzazione specializzata nella gestione della sicurezza in cantieri stradali. Quest’ultima ha effettuato circa 180 sopralluoghi e visite all’anno presso i cantieri e i fronti di lavoro redigendo verbali e provvedendo ad inviare la documentazione ai C.S.E. e ai D.L. Gli stessi C.S.E. hanno effettuato circa 70 sopralluoghi all’anno in ciascun cantiere, nel complesso quasi 200 riunioni di coordinamento, oltre a specifiche riunioni per la sicurezza per affrontare situazioni particolari, una mole innumerevole di corrispondenza con le imprese mandatarie per richiedere documentazione (P.O.S., Libri matricola, ecc.) verifiche documentali, integrazioni, inviare prescrizioni e raccomandazioni. Sono state effettuate cinque segnalazioni al R.U.P., circa 65 sospensioni e ripresa dei lavori, tre richieste di allontanamento di impresa, dieci richieste di richiami agli operai. L’esperienza maturata in questi quattro anni di lavoro sul Q.N.O. da parte della struttura del Compartimento ANAS di Roma può essere tradotta nelle considerazioni che seguono. Se le amministrazioni vogliono migliorare lo standard di sicurezza nei cantieri debbono dotarsi al proprio interno di professionalità che siano dotate di conclamata capacità ed esperienza e abbiano modo di specializzarsi nel settore. Non è sufficiente la preparazione minima prevista dalla legge. Occorre cambiare la legge Merloni e il regolamento attuativo, che sanciscono la univocità della figura del Direttore dei Lavori e del C.S.E.: mentre in cantieri di modesta entità sarebbe antieconomico e, probabilmente, ingiustificato, richiedere la separazione degli incarichi a due soggetti diversi, ciò è indispensabile in cantieri con importi economici significativi; anzi si - 52 - suggerisce che proprio l’importo dei lavori possa costituirne la discriminante. Ciò a causa della divergenza di obbiettivi: di accelerazione della produzione per il DL, di eliminazione dei rischi per il CSE. Inoltre, se si vuole esercitare un controllo che non sia sporadico e quindi efficace, occorre costituire una squadra per la sicurezza, che affianchi l’attività del Coordinatore, per evitare che quest’ultimo si trovi da solo a fronteggiare la continua e rapida evoluzione del cantiere. Infine, per ultimo ma non da ultimo, occorre cominciare a pensare ad un Sistema di gestione della sicurezza che impegni le Amministrazioni nella definizione di strategie, programmi e soprattutto obiettivi in materia di sicurezza, fornisca le linee guida per una pianificazione interna degli standard di sicurezza, renda omogenee le procedure, e soprattutto consenta di misurare in modo obiettivo il livello di sicurezza raggiunto nei propri cantieri. L’ANAS, facendo proprio l’impegno morale per una drastica riduzione degli incidenti sul lavoro, così vivo nella cittadinanza e richiamato dalle più alte cariche istituzionali e civili del nostro paese, già da tempo, si sta muovendo in questa direzione: dopo una prima fase in cui 54 Coordinatori per la Sicurezza, presso altrettanti cantieri in tutta Italia, sono stati formati alla tecniche di audit, allo scopo di poter monitorare al meglio l’attuale modello di gestione, sta ora avviando la seconda fase con la programmazione, proprio in questi giorni, di audit interni presso 24 grandi cantieri in tutta Italia; i risultati di questi audit forniranno le informazioni di base che consentiranno all’Amministrazione di definire linee strategiche ed obiettivi precisi di miglioramento e costituiranno il nucleo di partenza per un proprio Sistema di Gestione della Sicurezza nei cantieri. - 53 - Dr.ssa Giovanna Manzari Dirigente Medico del Lavoro S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM E LA QUALITÀ DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA MIRATA AL RISCHIO DA ESPOSIZIONE A POLVERI _________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 55 - LA QUALITÀ DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA MIRATA AL RISCHIO DI ESPOSIZIONE A POLVERI Giovanna Manzari Riassunto Il Servizio PRESAL della ASL RM E, nel corso delle verifiche effettuate su cantieri edili per la realizzazione dell’Autostrada GRA, Quadrante Nord-Ovest, ha focalizzato l’attenzione sulla qualità delle misure di prevenzione primaria e secondaria a tutela dei lavoratori esposti a polveri in particolare nei lavori di scavo in galleria. Sono stati presi in considerazione sia gli aspetti relativi ai livelli di esposizione dei lavoratori esposti a polveri e a silice libera cristallina che l’adeguatezza delle misure preventive e, tra queste, la qualità degli accertamenti sanitari mirati al rischio, volti ad evidenziare precocemente eventuali alterazioni dello stato di salute. L’esame dei protocolli di sorveglianza sanitaria, delle prove di funzionalità respiratoria e delle radiografie del torace ha mostrato carenze qualitative da superare per la prevenzione dei danni all’apparato respiratorio. Inoltre, nella quasi totalità dei casi la sorveglianza sanitaria è stata attivata come misura di prevenzione a sé stante, solo sulla base di conoscenze di comparto, scissa comunque dall’effettivo contesto delle lavorazioni effettuate e da misure di esposizione reali a polveri totali e a silice libera cristallina. Le verifiche sulle valutazioni del rischio specifico hanno evidenziato carenze nella totalità dei casi esaminati, non consentendo di precisare l’esposizione dei lavoratori impegnati sul fronte di scavo delle gallerie o in altre opere di scavo per assenza o insufficienza di campionamenti ambientali e personali. In conclusione, per rendere più fruibili le informazioni derivanti dalla sorveglianza sanitaria quale misura di prevenzione secondaria appare necessario intervenire su vari aspetti che coinvolgono sia i soggetti responsabili della valutazione del rischio, sia i medici competenti aziendali, che devono farsi parte attiva per disporre di valori di esposizione a polveri e a silice libera cristallina necessari per orientare le scelte degli accertamenti specialistici e nel garantirne la qualità di esecuzione e interpretazione, sia i Servizi PreSAL delle ASL cui è demandato il ruolo di coordinamento e controllo di qualità su tali aspetti. Misure di esposizione a polveri e a silice libera cristallina I controlli della valutazione di esposizione a polveri e a silice libera cristallina sono stati effettuati su un campione di 11 ditte di cui 9 effettuavano lavorazioni comportanti l’esposizione: due ditte sono state oggetto di più interventi di verifica nel corso dei lavori in quanto impegnate in prevalenza in opere di scavo per la realizzazione di gallerie naturali. Sono stati acquisiti e studiati i documenti di valutazione del rischio, riscontrando carenze tali da non consentire di quantizzare la reale esposizione dei lavoratori a polveri totali e a silice cristallina, per assenza o insufficienza di dati relativi ai campionamenti ambientali e personali come indicato dalle linee guida del Network Italiano Silice (NIS). - 57 - In alcune valutazioni sono stati trovati valori limite di riferimento ormai obsoleti, in due casi le misure documentavano un superamento dei TLV-TWA per la frazione respirabile della silice cristallina e in un caso il superamento del TLV-TWA per le polveri totali respirabili, senza che si fosse provveduto a quantizzarne il contenuto in silice. Per cercare di ottenere misure attendibili dei livelli di esposizione dei lavoratori ai rischi specifici evidenziati, sono state impartite prescrizioni ai sensi dell’art. 72 quater del D.Lgs. 626/94, ciò nonostante non in tutti i casi si sono ottenute valutazioni dell’esposizione soddisfacenti: questo è indicativo del fatto che oltre alle necessarie verifiche a campione effettuate dall’organo di vigilanza, specialmente in lavori edili per la realizzazione di grandi opere, è utile la preliminare definizione e la condivisione dei metodi di valutazione in aderenza alle linee guida scientificamente condivise. Protocolli di sorveglianza sanitaria I protocolli di sorveglianza sanitaria hanno mostrato difformità nella scelta degli esami strumentali mirati al rischio polveri e della periodicità di effettuazione degli stessi anche tra ditte addette ad analoghe lavorazioni presso lo stesso cantiere: questo, senza nulla togliere all’autonomia decisionale dei singoli medici competenti, non dà garanzia che lavoratori esposti agli stessi livelli di rischio siano tutelati nello stesso modo per quanto riguarda la prevenzione dei danni all’apparato respiratorio. Le carenze di accertamenti mirati al rischio polveri e silice libera cristallina, quali la mancata effettuazione di radiografie del torace con classificazione ILO-BIT o la mancata effettuazione di test di screening per la TBC sono state motivate dai medici competenti aziendali richiamando carenze di informazione rispetto ai dati di esposizione. In alcuni casi le radiografie del torace erano state richieste dal medico competente attribuendo un ruolo preventivo “cautelativo” mirato a un presunto rischio silice, senza che fossero presenti nel documento di valutazione dei rischi misure di esposizione a polveri respirabili e a silice libera cristallina: pertanto, non poteva essere definita l’effettiva necessità di tali esami nè il rispetto del principio di “giustificazione” previsto dalle norme radioprotezionistiche né i criteri di scelta per la periodicità di effettuazione. In pratica, la redazione del protocollo di sorveglianza sanitaria per l’apparato respiratorio è stata effettuata in maniera scarsamente rispondente alla realtà delle lavorazioni, prevedendo o no a seconda dei casi accertamenti mirati a rischi non valutati, senza disporre di misure di esposizione e del confronto delle stesse con i valori limite previsti (TLV-TWA) e senza la necessaria collaborazione e interazione tra le figure individuate per la tutela della salute dei lavoratori. Qualità di Prove di Funzionalità Respiratoria e Radiografie del torace E’ stata effettuata una verifica sulla qualità delle prove di funzionalità respiratoria (PFR) riscontrando il rispetto dei criteri di qualità della corretta esecuzione solo nel 24% dei casi: ciò indica che la gran parte degli esami sono scarsamente fruibili a fini preventivi, in quanto la non corretta misura dei volumi e dei flussi polmonari non consente il riscontro di alterazioni precoci dell’apparato respiratorio dei lavoratori esposti, e del loro monitoraggio. La qualità delle radiografie del torace è una delle maggiori criticità da evidenziare per evitarne la ripetizione troppo ravvicinata nel caso in cui non siano qualitativamente utilizzabili per evidenziare alterazioni precoci negli esposti a polveri contenenti silice. - 58 - Per questo, come indicato anche dalle linee guida NIS, è necessario che il medico competente formuli le proprie richieste evidenziando l’esposizione professionale e il quesito diagnostico, in riferimento a strutture specialistiche che possano documentare un percorso formativo specifico e che diano garanzie tecniche di effettuazione e classificazione efficaci ai fini della prevenzione e diagnosi precoce delle pneumopatie lavoro-correlate. Sarebbe auspicabile il ricorso a lettori B-readers certificati. E’ stata effettuata la verifica della qualità tecnica di 42 radiogrammi del torace e la valutazione di 33 di questi da parte di tre lettori B-readers certificati dal NIOSH statunitense: la qualità tecnica riscontrata è stata giudicata buona, ove si eccettui per un radiogramma, eseguito con tecnica digitale, stampato in formato ridotto e pertanto non utilizzabile per il confronto con gli standard della classificazione ILO 2000 per pneumoconiosi. Conclusioni L’esperienza di verifica condotta ad oggi sulla sorveglianza sanitaria cui sono stati sottoposti i lavoratori addetti ad opere di scavo per la realizzazione di grandi opere esposti a rischio di patologie per l’apparato respiratorio da esposizione a polveri e a silice libera cristallina, non ha mostrato una situazione incoraggiante in quanto: 1. le carenze del processo di valutazione nella gran parte dei casi non consentono di avere dati di esposizione fruibili soprattutto per quanto riguarda l’esposizione a silice libera cristallina; il miglioramento di questi aspetti appare oltremodo necessario in considerazione dei superamenti dei valori limite di riferimento presenti in almeno tre delle valutazioni prodotte; 2. le carenze di valutazione evidenziate non indirizzano correttamente la scelta delle misure di prevenzione da attuare sia per quanto riguarda la riduzione del rischio (prevenzione primaria) sia rispetto alle misure di prevenzione secondaria (sorveglianza sanitaria) la cui effettuazione, in assenza di dati di esposizione, può comportare eccessi o difetti nell’effettuazione degli accertamenti integrativi e difficoltà nella loro interpretazione. 3. le carenze qualitative della sorveglianza sanitaria necessitano da un lato di una maggiore conoscenza da parte dei medici competenti dei livelli di esposizione personale dei lavoratori, e ciò è ottenibile migliorando i flussi informativi tra i soggetti titolari degli obblighi normativi, dall’altro di una maggiore aderenza degli esami strumentali ai criteri di qualità per la loro effettuazione (linee guida ATS o simili, requisiti tecnici e classificazione ILO 2000, altro). Quanto evidenziato rende necessaria una maggiore attenzione agli aspetti di tutela della salute dei lavoratori esposti a polveri soprattutto se si tratta di lavori di scavo per la realizzazione di grandi opere, con coinvolgimento di tutti i soggetti titolari degli obblighi. Questo attraverso una più efficace programmazione ed effettuazione della valutazione del rischio, e la trasmissione delle informazioni necessarie relative ai dati di esposizione a polveri e a silice libera cristallina ai medici competenti e ai lavoratori, prevedendo anche una maggiore partecipazione, più attiva del medico competente alle fasi di valutazione per ottenere le informazioni che possono implicare differenti scelte nella redazione del protocollo di sorveglianza sanitaria relativamente agli accertamenti integrativi e alla loro periodicità. Si rinnova l’invito ai medici competenti aziendali a prestare costante attenzione alla qualità degli accertamenti strumentali integrativi, perseguendo e garantendo il rispetto degli standard previsti dalle linee guida per la loro effettuazione, necessari per il corretto rilievo di alterazioni dello stato di salute con finalità preventive e per il loro valore epidemiologico. - 59 - Prospettive L’esperienza delle verifiche a campione relative ai lavori del GRA ha evidenziato che le problematiche di tutela della salute dei lavoratori in relazione all’esposizione a polveri necessitano di un approccio differente e integrato, sia da parte dei Servizi PreSAL delle ASL che da parte delle Ditte che effettuano lavori, soprattutto per lavori di lunga durata come quelli per la realizzazione di grandi opere. È necessario, infatti, garantire non solo il miglioramento delle informazioni contenute nella valutazione del rischio ma anche individuare e predefinire i criteri di qualità minimi da rispettare durante tutte le lavorazioni che espongono al rischio polveri e silice libera cristallina, oltre che per gli altri rischi specifici propri delle lavorazioni effettuate, sia per quanto riguarda la qualità delle misure necessarie alla valutazione dei livelli di esposizione che per la qualità della sorveglianza sanitaria e degli accertamenti integrativi mirati, in accordo con le linee guida scientifiche validate. Per questo all’avvio dei lavori per la realizzazione delle Metropolitane di Roma è iniziato un percorso di confronto e interazione tra i Servizi PreSAL delle ASL che saranno impegnate nelle successive fasi di verifica e i medici competenti delle Aziende per predefinire e condividere standard di qualità minimi per la sorveglianza sanitaria a garanzia della efficacia dei dati sanitari rilevati e della loro utilità anche epidemiologica. La qualità degli accertamenti integrativi strumentali tab. 1: A: qualità degli esami spirometrici radiogrammi del torace B: 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 24% 76% buona insufficiente qualità 98% 2% inadeguata buona - 60 - tecnica dei Dott. Daniele Gamberale Direttore U.O.C. S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM E I LAVORI DELLE LINEE B1 E C: GLI INTERVENTI COORDINATI TRA AZIENDE USL E IL PIANO STRAORDINARIO REGIONALE DI PREVENZIONE __________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 61 - I LAVORI DELLE LINEE B1 E C DELLE METROPOLITANE: GLI INTERVENTI COORDINATI TRA AZIENDE UU.SS.LL. E IL PIANO REGIONALE STRAORDINARIO DI PREVENZIONE Daniele Gamberale Direttore SPreSAL ASL RME I lavori di estensione delle linee B1 e C delle Metropolitane di Roma, tra le Grandi Opere più importanti della Capitale nei prossimi anni, costituiranno un impegno centrale di vigilanza per i Servizi PreSAL delle Aziende USL RMA, B, C ed E, con il supporto strategico della RMG. Il Piano Regionale di Prevenzione, articolazione del CCM del Ministero della Salute, infatti, prevede la vigilanza di un certo numero di cantieri edili, fissato nel Documento operativo per la realizzazione del Piano Nazionale di Prevenzione in edilizia del triennio 2008-2010 a cura del Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro, in un numero non inferiore a quello del 2005, che nella Regione Lazio è stato di notevole entità. Infatti, come detto nella presentazione, si è arrivati ad una copertura delle notifiche prossima al 50% (il dato nazionale non raggiunge il 15-20%), ancora implementata da una politica di “interventi straordinari” e “settimane dedicate all’edilizia” sulla cui efficacia bisognerebbe fare qualche riflessione. Al di là del messaggio di attenzione al problema delle morti in edilizia, che si vorrebbe sottolineare, la ripetuta interruzione della normale programmazione delle attività indiscriminatamente in tutte le Aziende USL della Regione, e l’utilizzazione a tappeto della “scheda regionale di intervento in cantiere” in un grande numero di cantieri visitati non ha visto una diminuzione proporzionata dell’indice più significativo di cui si dispone, relativo al numero di morti del comparto edile. Altri indicatori, come numero e gravità degli infortuni, purtroppo, non sono ancora abbastanza standardizzabili rispetto al denominatore costituito dal numero di ore lavorate o dal numero degli addetti del comparto, dati ancora molto incerti, per valutazioni più scientifiche. Quindi, rispetto al finanziamento triennale previsto dalla Legge Finanziaria Regionale del 2006 n. 4 art. 163 comma 1 che stanziava complessivamente circa 15 Milioni di Euro, di cui 5 nell’esercizio 2007, in sede di COordinamento DIrigenti Servizi di Prevenzione delle Aziende USL presso l’Area dell’Assessorato alla Sanità Regionale, i Servizi interessati ai lavori di estensione della Rete delle Metropolitane B1 e C hanno proposto di dedicare a questa attività una parte dei fondi dell’esercizio 2007. In effetti, la prima iniziativa era venuta proprio dal general contractor di Roma Metropolitane convocando una riunione di confronto con i Servizi di vigilanza presso la propria sede nel luglio 2006, per iniziare ad illustrare il cronoprogramma dei rilevanti lavori, le sedi dei cantieri e dei tracciati. I Dirigenti e gli operatori delle Aziende USL, già coordinati tra loro per l’assistenza alla AUSL RME nella vigilanza dei cantieri di raddoppio del Quadrante Nord-Ovest del GRA, hanno aderito immediatamente alla proposta di una discussione preliminare per affrontare in maniera condivisa le problematiche di opere tanto impegnative e di così lunga durata. I confronti successivi sono stati organizzati presso il Dipartimento V del Comune di Roma, nell’ambito della Commissione per l’armonizzazione delle procedure, dando valore e significato ancora più concreto all’obiettivo di approfondire preliminarmente i problemi e condividere le soluzioni con i soggetti titolari delle azioni di prevenzione. - 63 In effetti, situazioni di rischio connesse a grandi lavori di scavo in profondità (fino a 30-40 metri) non si verificavano a Roma da oltre 20 anni (gli ultimi lavori sono stati quelli della linea A della Metropolitana) e soltanto in zone limitate. Vi è quindi anche un problema di esperienza ed addestramento degli operatori a fronteggiare tali situazioni. Inoltre, si tratta di controllare i lavori in vari punti della città, in momenti e fasi a volte diversi, effettuati da lavoratori provenienti anche da altre regioni con le problematiche connesse. I Servizi di Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro delle Aziende USL hanno quindi organizzato dei sottogruppi di lavoro (Sicurezza, Igiene e Medicina del Lavoro) con il coinvolgimento di Ingegneri, Architetti e Tecnici della Prevenzione, Chimici e Medici del Lavoro per affrontare schematicamente 3 argomenti: 1- SICUREZZA DELLE OPERAZIONI 2- ESPOSIZIONE AD INQUINANTI, IN PARTICOLARE A POLVERI E SILICE LIBERA CRISTALLINA 3- APPROPRIATEZZA DEI PROTOCOLLI DI SORVEGLIANZA SANITARIA, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALL’APPARATO RESPIRATORIO. Si tratta evidentemente di problematiche altamente complesse ed interdisciplinari, che sarebbe riduttivo e sbagliato affrontare con la “sola vigilanza” non meglio specificata, troppo spesso invocata come tale, senza precisazioni. La disponibilità finanziaria del Piano Straordinario Regionale di Prevenzione per l’esercizio 2007, approvato con DGR n. 635 del 3 agosto 2007 e Determina n. 3968 del 31 ottobre 2007 ha previsto i seguenti stanziamenti nell’ambito del Piano di promozione della sicurezza in edilizia: ASL RMA: 40.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B” ASL RMB: 20.000 € “Piano di vigilanza coordinato dei lavori linea metro C” ASL RMC: 40.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C” ASL RME: 50.000 € “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B” ASL RMG: 40.000 € “ Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della METRO C e B” L’ Azienda USL RME ha ricevuto una quota maggiore di 10.000 Euro finalizzata a sostenere raccordi operativi con Enti scientifici come la CONTARP dell’INAIL e strutture diagnostiche di 2°-3° livello (2a Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma- Policlinico S. Andrea) per la verifica dei radiogrammi del torace secondo i criteri ILO-BIT con l’intervento di lettori B- Readers certificati (2 dell’Istituto di Radiologia ed 1 del Servizio PreSAL) anche in fase pre - esposizione di questi cantieri. Questi aspetti saranno trattati estesamente nelle relazioni finali. E’ stato previsto anche il ricorso ad eventuali momenti diagnostici più approfonditi, con il coinvolgimento della Broncopneumologia, nei casi che potessero richiedere il Lavaggio BroncoAlveolare, e di verifica/effettuazione delle Prove di Funzionalità Respiratoria con il Servizio Broncopneumologia della Azienda USL RME. Si è cercato quindi, con queste risorse straordinarie, di delineare anche un percorso completo per il monitoraggio dello stato di salute dei lavoratori impegnati in questa Grande Opera attraverso il coordinamento e controllo della Sorveglianza Sanitaria, condividendo i protocolli diagnostici con qualificati rappresentanti dei Medici Competenti delle Ditte al momento più rappresentative, e che verranno illustrati alla fine della Sessione. Bisogna pensare alla sicurezza, ma anche alla salute. - 64 Un ruolo importante dovrà essere svolto, ovviamente, anche dal CTP. Nello spirito del Patto per la Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro, successivamente riportato nel DPCM 17 dicembre 2007, sono stati coinvolti i Rappresentanti dei Lavoratori per concordare i passaggi più importanti ed anche l’organizzazione di questo Convegno, che ritengo sarà soltanto uno dei primi appuntamenti pubblici dedicati a questi importanti lavori. Mentre ringrazio particolarmente gli esperti della sicurezza e la Dirigenza di Roma Metropolitane che si sono resi molto disponibili al confronto, facilitando in tal modo le attività di vigilanza e controllo, spero che questo tipo di approccio sarà ripagato, nel lungo periodo che ci vedrà lavorare insieme, da una significativa assenza sia di eventi infortunistici che di insorgenza di patologie croniche per i lavoratori impegnati nelle opere. Ricordo che alla fine, come utenti delle infrastrutture che verranno costruite con la loro fatica, beneficeremo tutti del prodotto del loro lavoro e pertanto è giusto che questo lavoro sia mantenuto al centro dell’interesse e dell’attenzione delle Istituzioni, a cominciare da quelle sanitarie e di tutte le altre che ne devono garantire la remunerazione ed il rispetto. La tavola rotonda conclusiva ha questo significato, con il coordinamento dell’Assessore Regionale al Lavoro. - 65 - Ing. Luigi Antonio Gargiulo Coordinatore Sicurezza Metro C LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI. IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA. _________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 67 - LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI. IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMITTENZA Svolgere i compiti di coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (CSP) e in fase di esecuzione (CSE) ai sensi degli artt. 4 e 5 del D. Leg.vo 494/96 e successive varianti ed integrazioni (s.v.i.) per la nuova linea “C” della metropolitana di Roma è compito notevolmente impegnativo ed articolato. Il sottoscritto Ing. Gargiulo sta svolgendo questo ruolo dall’inizio dei lavori di giugno 2006. Quale CSP ha riscontrato la impossibilità di redigere un unico Piano di Sicurezza e di Coordinamento (PSC) in considerazione della molteplicità dei lavori, della loro estensione e della non completa redazione del progetto esecutivo eseguita a più riprese per impedimenti vari, non ultimi gli scavi archeologici preventivi. La linea “C” è stata divisa in sette tratte funzionali T2, T3, T4, T5, T6A e T7 più il Deposito di Graniti ove saranno ricoverate le vetture e sarà eseguita loro la necessaria manutenzione ordinaria e straordinaria (fig. 1). Man mano che sono stati redatti i progetti esecutivi delle tratte da T4 a T7 più il Deposito Graniti, ai quali ha contribuito anche l’Ing. Gargiulo per le problematiche di sicurezza ed igiene del lavoro, dai medesimi per ogni tratta, è stato redatto il PSC con l’intento di prevedere tutte le problematiche che si incontreranno nella realizzazione dell’opera, nel rispetto dell’art. 12 del D. Lgs.vo 494/96 e s.v.i. e degli artt. 2, 3 e 4 del D.P.R. 222/03. Ovviamente tale proponimento potrà avere la sua effettiva attuazione fin quando non saranno rilevate delle situazioni, nella fase di esecuzione dei lavori, che vista la vastità dell’appalto, non sono state contemplate “gioco forza” nella prima stesura dei PSC. Pertanto sicuramente i documenti richiederanno delle successive integrazioni ed esplicitazioni in linea con i dettami della 494/96 e s.v.i.. Il sottoscritto Ing. Gargiulo è un convinto assertore della notevole utilità del D. Lgs.vo 494/96 e s.v.i. che ritiene una svolta epocale suI criteri di gestione delle norme di sicurezza nel campo delle costruzioni. Ovviamente crede fermamente nell’utilità del PSC redatto unitamente alla progettazione, dando ai progettisti utili informazioni sulle misure di sicurezza da attuare per la realizzazione dell’opera e quindi sulle scelte progettuali e alle imprese affidatarie le indispensabili disposizioni per l’esecuzione dei lavori, come realmente si stà eseguendo per la realizzazione della nuova linea “C” della metropolitana di Roma, con notevolissimo impegno dell’Ing. Gargiulo unitamente ai suoi collaboratori. Ovviamente oltre alle inevitabili integrazioni dei PSC, questi ultimi devono essere completati dai Piani Operativi di Sicurezza (POS) delle imprese affidatarie, che nell’ottica di essere dei piani complementari di dettaglio dei PSC, dovrebbero avere una caratterizzazione più spinta dei PSC medesimi, in funzione delle scelte tecniche ed operative delle imprese affidatarie, aspetto che il CSE si propone di far rispettare in assoluto valutando la congruità di tutti i POS con i PSC. Purtroppo tale incombenza per l’Ing. Gargiulo risulta avere una certa difficoltà, poichè la scarsa cultura delle imprese affidatarie in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, nonostante il positivo curriculum, il non sufficiente impegno nella redazione dei POS ritenendoli superflui e solo adempimenti burocratici, fanno sì che nella stragrande maggioranza dei casi le imprese affidatarie presentano elaborati generici redatti una tantum sempre allo stesso modo, senza analizzare il PSC, senza uno studio delle opere da realizzare, senza definire l’organizzazione del lavoro, senza una concreta analisi delle condizioni di lavoro nel contesto specifico. Pertanto detti POS vengono, analizzati e respinti fin quando le imprese non presentano documenti accettabili. Solo a seguito dell’approvazione dei POS il CSE dà l’autorizzazione ad iniziare i lavori. - 69 L’inadeguatezza dei P.O.S., secondo l’Ing. Gargiulo, non è riscontrabile solo negli appalti per la linea “C”. Essa è presente anche in altri appalti, ove eventualmente diversi Committenti, nella persona del CSE non hanno ritenuto necessario analizzare preventivamente i POS, non dando a detti elaborati il giusto peso. Per tale motivo nei lavori della linea “C” i titolari delle imprese affidatarie, memori delle passate esperienze, spesso sono rimasti sorpresi dalle richieste di ulteriori integrazioni ed esplicitazioni dei POS da parte del CSE, negando loro, l‘autorizzazione ad iniziare il lavoro fin quando non sono stati presentati documenti accettabili. Un discorso a parte riguarda lo scavo meccanizzato delle gallerie con macchine denominate comunemente “talpe” tipo TBM, con camera di scavo sotto pressione per evitare nel modo più assoluto cedimenti nel sottosuolo (fig. 2). Queste macchine, il cui costo è di circa 8 milioni di euro cadauna, sono altamente compresse con tecnologie all’avanguardia, che richiedono una notevole professionalità per la messa in servizio e l’utilizzo, variabili in funzione delle ditte che le costruiscono. Pertanto il CSP Ing. Gargiulo pur avendo discreta esperienza nello scavo meccanizzato delle gallerie, non poteva produrre in merito degli esaustivi PSC, dovendosi rifare esclusivamente alle indicazioni della ditta costruttrice delle TBM della linea “C”. Consapevole di tale condizione si è attivato presso detta ditta affinché essa a corredo delle macchine TBM, fornisca un manuale di “Istruzioni della sicurezza”, che sarà considerato un vero e proprio completamento dei PSC. A tal riguardo sono stati effettuati alcuni sopralluoghi presso la ditta ove sono in fase di costruzione le macchine con l’intento di prendere visione dei vari componenti che le costituiscono e se necessario, nell’ambito delle singole competenze, apportare eventuali migliorie in materia di sicurezza, da inserire in detto manuale. Mentre per le tratte da T4 a T7 più il deposito Graniti si stà procedendo come descritto ed i lavori in gran parte già sono iniziati, per le tratte T2 e T3 sono in fase di esecuzione gli scavi archeologici di prima fase propedeutici alla stesura del progetto esecutivo della metropolitana, con l’apertura dei cantieri di archeologia nel centro di Roma (fig. 3), ove ipoteticamente dovranno insediarsi le future stazioni e i pozzi di ventilazione. Per ogni nuovo cantiere per lo scavo archeologico viene redatto il PSC nel pieno rispetto della normativa, con l’analisi di dettaglio dei costi della sicurezza. Solo il “fascicolo tecnico dell’opera” non è redatto poiché per i lavori di che trattasi non sono prevedibili futuri interventi di manutenzione. Per quanto riguarda l’adempimento di CSE, l’Ing. Gargiulo, in considerazione della grandezza dell’opera si avvale di un pool di tecnici Ingegneri ed Architetti, preventivamente formati, il cui numero aumenta sempre più man mano che si aprono nuovi cantieri. Tale organizzazione è mirata ad ottenere un controllo giornaliero delle imprese affidatarie e dei lavori in ogni cantiere. I sopralluoghi vengono effettuati con l’occasione dell’apertura dei nuovi cantieri, quando si insediano nuove imprese e massimo con cadenza settimanale in ogni cantiere. A seguito di ogni sopralluogo, nella stragrande maggioranza dei casi, viene redatta nota di prescrizioni di adempimenti in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per le imprese affidatarie. Dall’inizio dei lavori sono state redatte circa 600 relazioni di osservazioni e prescrizioni. Quando le condizioni di lavoro sono ritenute critiche per i lavoratori (pericoli gravi ed imminenti) si procede allo loro sospensione mediante nota manoscritta rilasciata in cantiere controfirmata dai responsabili delle imprese affidatarie. Ulteriori note manoscritte vengono rilasciate in cantiere qualora nelle aree di lavoro operano più imprese affidatarie, con l’intento di eseguire il loro coordinamento in modo da evitare interferenze di lavorazioni non compatibili fra loro con il generarsi di condizioni di pericolo per il personale. - 70 - Tutte le note del CSE e quelle dei suoi collaboratori controfirmate per approvazione dal CSE, vengono inviate alle imprese affidatarie interessate, per conoscenza al Committente ed al Responsabile dei Lavori e sono considerate aggiornamenti di fatto in itinere dei PSC. C’è da evidenziare con piacere che l’Ing. Gargiulo nell’attuazione dei suddetti adempimenti, dopo un primo momento con qualche incomprensione, ha il pieno appoggio di tutte le figure professionali della Committenza. Il sottoscritto Ing. Gargiulo in quanto CSP e CSE, espressione della Committenza, evidenzia ancora che con l’emanazione del D. Lgs.vo 494/96 e con le successive varianti, modifiche ed integrazioni, quando tutti gli articoli che lo compongono sono interpretati ed applicati correttamente, effettivamente le condizioni di sicurezza nei cantieri migliorano. Egli ritiene che, tra gli altri, è stato introdotto il concetto che la sicurezza deve essere studiata fin dalla progettazione coinvolgendo in tal senso anche i progettisti tramite il CSP che dovrebbe essere in possesso della giusta formazione ed esperienza e che debba essere controllata continuamente durante l’esecuzione dell’opera tramite il CSE espressione della Committenza, che dovrebbe essere in possesso anch’egli della giusta formazione ed esperienza. A tal riguardo si nutrono delle perplessità in merito alle 120 ore di corso a cui detti tecnici devono essere sottoposti secondo quanto previsto dalla norma. Solo una specifica formazione in materia di sicurezza con notevole esperienza in campo maturate nel corso di anni, può conformare un tecnico con la dovuta sensibilità nella interpretazione delle variegate e mutevoli condizioni di lavoro nei cantieri per grandi opere. L’Ing. Gargiulo ritiene inoltre che il PSC possa essere redatto correttamene ed avere una concreta importanza in fase di realizzazione delle opere, solo dopo un attento studio del progetto esecutivo, dal quale estrapolare le metodologie realizzative con la fasistica dei lavori descritte cronologicamente anche con numerosi disegni esplicativi come eseguito per la linea “C” (figg. 4 e 5). In effetti l’attenzione profusa per la redazione del progetto esecutivo con lo studio degli architettonici, le strutture, gli impianti con le relazioni di calcolo e descrittive, deve essere eguale a quella prestata per la redazione dei PSC e dei POS. Per quanto riguarda la fase realizzativa delle opere, il CSE deve avere un controllo capillare e costante dei lavori in modo da intervenire tempestivamente in ogni occasione. Come detto dalla norma, egli deve anche aggiornare il PSC e deve valutare la congruità dei POS con il PSC. Per questi ultimi adempimenti occorre una maggiore cultura della sicurezza, altrimenti detti documenti risultano di scarsa efficacia senza apportare alcun beneficio alla sicurezza nei cantieri. Detti compiti possono esseri assolti solo da un professionista al quale non devono essere affidati altri incarichi, di Direzione Lavori, ecc., come visto fare anche da grossi Committenti di rilevanza nazionale, poiché gli interessi del C.S.E. spesso non collimano con quelli di una figura professionale che si deve interessare della produzione e dei tempi di consegna dell’opera. Ing. Luigi Antonio Gargiulo - 71 - - 73 - - 74 - - 75 - - 76 - Arch. Gianni Cuoco Dirigente Architetto S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM C TdPALL Sandro Armellini Coordinatore TdPALL S.Pre.S.A.L. Azienda USL RMA IL CONFRONTO TRA SERVIZI PRE.S.A.L. E SOGGETTI COINVOLTI NEI LAVORI E NELLA PREVENZIONE __________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 77 - IL CONFRONTO TRA I SERVIZI PRE.S.A.L. E I SOGGETTI COINVOLTI NEI LAVORI E NELLA PREVENZIONE Arch. Gianni Cuoco Per poter parlare del confronto tra i Servizi Pre.S.A.L. delle AUSL della Regione Lazio occorre dire prima due parole sulla nascita del Gruppo Regionale Edilizia, in quanto è sulla base di questo evento che state attivate poi dalle varie AUSL tutta una serie di iniziative che trovano espressione nei Convegni sino ad oggi succedutosi. Il Gruppo Regionale Edilizia nasce in modo pressoché spontaneo come prosecuzione dell’esperienza relativa all’organizzazione di un Convegno sui cantieri temporanei e mobili, promosso dal Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza della AUSL RM B tenutosi a Roma nel gennaio 2003. L’idea alla base del Convegno era quella di coinvolgere nello sviluppo dei contenuti il maggior numero possibile di AUSL del Lazio al fine di poter, attraverso un percorso di condivisione che ha visto per la prima volta confrontarsi gli operatori di tutti i Servizi su temi specifici, trasmettere un messaggio comune a tutti i soggetti che a vario titolo si trovano ad operare nel settore delle costruzioni. Questo confronto ha confermato sostanzialmente due cose: da una parte la inderogabilità di organizzare una attività di indirizzo e coordinamento tra le varie AUSL della Regione Lazio al fine di migliorare il livello di qualità e di omogeneità dei controlli sulla sicurezza nei cantieri e, dall’altra, la forte esigenza degli operatori di scambiarsi reciprocamente le proprie esperienze, maturate in contesti territoriali diversi, al fine di allargare la base delle conoscenze sui temi specifici della sicurezza nei luoghi di lavoro. A fronte di tutto ciò, che rappresenta poi l’aspirazione storica, si è deciso, d’accordo con i Direttori di Servizio e di Dipartimento delle varie AUSL di istituire, anche senza il riconoscimento della Regione, un Gruppo formato da operatori esperti del settore e possibilmente espressione di tutte le 12 AUSL del Lazio che periodicamente si riunisse per sviluppare tematiche di carattere tecnico, sanitario e giuridico con lo scopo di dare un’interpretazione condivisa delle norme e di individuare modalità operative comuni perseguendo l’obiettivo finale di raggiungere la massima omogeneizzazione negli interventi ispettivi. Finora il gruppo, che è stato riconosciuto formalmente dalla Regione Lazio con apposita determina, si è impegnato in maniera prioritaria sull’impianto normativo del D. Lgs 494/96 cercando di realizzare un quadro condiviso delle responsabilità dei vari soggetti previsti dalla norma e soprattutto cercando di elaborare una traccia di linee guida per l’analisi critica dei PSC fornendo un modello interpretativo che costituisse uno strumento operativo concreto per una valutazione più puntuale ed omogenea nella fase dell’ispezione. Questa tematica è stata discussa all’esterno del Gruppo anche nel secondo Convegno regionale organizzato dalla AUSL RM C e tenutosi a Roma a febbraio 2004. In quella occasione, partendo dalla constatazione che a 10 anni dalla sua entrata in vigore il Decreto non riesce ancora ad incidere in modo efficace sulla sicurezza ma rappresenta principalmente un business, si è cercato di approfondire l’analisi del ruolo che rivestono i nuovi soggetti richiamati dalla norma nella filiera della sicurezza nei cantieri al fine individuarne le maggiori criticità. - 79 - Successivamente nell’anno 2005, anche a seguito dell’intervento del Prefetto di Roma, le AUSL del Lazio e la Direzione Provinciale del Lavoro si sono sedute intorno ad un tavolo ed hanno stabilito un Protocollo d’ Intesa generale che dettava le modalità di intervento nel territorio tra i due istituti mediante l’attivazione di sopralluoghi congiunti tra il personale ispettivo AUSL e il personale amministrativo DPL, ciò al fine di rendere più efficace la vigilanza nei cantieri. Tale iniziativa, sigillata poi da Protocolli d’Intesa specifici da parte delle differenti AUSL di Roma, è tuttora in essere. La Regione Lazio, sempre nell’ambito della finalità di un maggiore coordinamento ed efficacia delle attività ispettive, ha stanziato appositi fondi, con un piano triennale straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro, da destinare all’attività di formazione dei datori di lavoro e dei lavoratori, che sono stati in parte destinati al CTP di Roma e in parte ai Servizi Pre.S.A.L. Insieme al CTP alcuni tecnici delle AUSL hanno collaborato per la redazione di opuscoli didattici tematici per i lavoratori da distribuire agli stessi nel corso degli interventi di prevenzione in cantiere. La AUSL RMC ha organizzato un corso di aggiornamento per i tecnici della prevenzione di tutte le AUSL di Roma e Provincia, dove i tecnici del Gruppo Regionale Edilizia, ciascuno per specifiche tematiche, hanno partecipato come docenti proprio per rendere partecipi i colleghi riguardo ad interpretazioni di norme e linee guida tecniche discusse all’interno del Gruppo Cantieri. Alcune AUSL hanno poi, insieme al CTP, istituito corsi di formazione ai datori di lavoro portando il proprio contributo di esperienza ai soggetti esecutori dei lavori. Inoltre il personale delle AUSL è stato incaricato di effettuare brevi corsi di formazione che gli operatori tecnici hanno espletato durante gli interventi di vigilanza a favore dei lavoratori soprattutto nei cantieri dove risultava palese una insufficiente preparazione alla sicurezza da parte delle maestranze. La realizzazione di alcune grandi opere nella città di Roma sono state l’occasione per andare a verificare sul campo il lavoro fino ad allora svolto dal Gruppo. Infatti la costruzione della terza corsia del Grande Raccordo Anulare e la Linea dell’Alta Velocità sono da considerare a tutti gli effetti “grandi opere” per l’alta specializzazione e complessità delle opere, nonché perché coinvolgenti aree di cantiere di notevole estensione con molteplici zone di intervento. In particolare i lavori del GRA sono stati suddivisi in lotti che generalmente hanno rispettato i confini dei Municipi. In tal modo è stato possibile organizzare una serie di interventi ispettivi congiunti effettuati dai tecnici della AUSL RME insieme ai tecnici delle altre AUSL, ciascuno finalizzato alla vigilanza di un particolare tratto del GRA. Questa esperienza, nata nella fattispecie per particolari motivi di emergenza in considerazione dell’estensione del cantiere da tenere sotto controllo, ha messo in evidenza alcuni aspetti da considerare sicuramente positivi e da riproporre in situazioni analoghe. Primo fra tutti l’interscambio di conoscenze ed esperienze tra i vari operatori, effettuato direttamente all’interno del contesto lavorativo, ha dato realmente la possibilità di confronto tra i tecnici di tutte le AUSL in opere di alto profilo tecnico. - 80 - Un altro aspetto è stato quello di aver potuto verificare la messa in atto di alcune linee guida tracciate dal Gruppo Edilizia , in particolare per quanto riguarda la Scheda Regionale di Intervento in cantiere, che da quel momento è stata adottata da tutti i Servizi come indicatore comune di approccio all’intervento ispettivo in cantiere. L’aspetto importante riguarda l’operato dei tecnici della prevenzione davanti agli addetti ai lavori: in tal modo, infatti, viene dimostrata ai soggetti esterni una modalità di gestione dell’intervento di prevenzione condivisa, con la conseguenza di una maggiore efficacia all’intervento stesso e con la garanzia per i soggetti esterni di una corretta interpretazione degli eventi in cantiere da parte degli operatori delle AUSL. Attualmente, nel piano triennale straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro, è stato programmata un’azione di monitoraggio e controllo dei cantieri della Metro C, che si invera in una serie di azioni, quali la valutazione dei rischi per la salute e la verifica di qualità degli accertamenti sanitari periodici effettuati dai medici competenti, una periodica attivazione di tavoli di confronto sia interni che esterni ai Servizi Pre.S.A.L., un costante monitoraggio dei lavori mediante una periodica acquisizione e verifica della documentazione da parte della Committenza, nonché mediante tutti gli interventi di vigilanza necessari ad una corretta ed efficace prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti. - 81 - Dott. Pietro Pandolfi Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RMB Dott. Alessandro Palmeri Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RME LA QUALITÀ DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO POLVERI DI SILICE: LINEE GUIDA NIS E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI VIGILANZA __________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 83- LA QUALITÀ DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO POLVERI DI SILICE: LINEE GUIDA NIS E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DI VIGILANZA Pietro Pandolfi – Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM B Alessandro Palmeri – Dirigente Chimico S.Pre.S.A.L. Azienda USL RM E L’esposizione a polveri di silice libera cristallina (SLC) è uno dei rischi più caratteristici per i lavoratori impegnati nelle attività di scavo di gallerie. Già da alcuni decenni studi epidemiologici hanno stabilito correlazioni tra esposizioni a polveri di silice e patologie dell’apparato respiratorio e nel 1997 lo IARC ha concluso che “la silice cristallina inalata nelle forme di quarzo o cristobalite da fonti occupazionali è carcinogena per l’uomo (Gruppo 1)”. Se da una parte la comunità scientifica si è molto impegnata per studiare il fenomeno e mettere a punto strumenti analitici e valutativi per la caratterizzazione del rischio, le aziende che svolgono attività di scavo non sempre hanno percepito correttamente questo nuovo approccio e di conseguenza i documenti di valutazione raramente recepiscono tali metodologie. In recenti esperienze locali, quali ad esempio lo scavo della galleria del Passante Nord Ovest o delle gallerie per i lavori di raddoppio del Quadrante Nord Ovest del Grande Raccordo Anulare, abbiamo potuto riscontrare una generale impreparazione e una certa confusione metodologica nell’affrontare la valutazione del rischio da polveri silicotigene, intesa a volte come la semplice produzione di un certificato analitico. Ci è sembrato pertanto opportuno, all’inizio dei lavori di estensione della rete delle metropolitane, “Grande Opera” che impegnerà per parecchi anni la città di Roma, puntualizzare alcuni aspetti relativi alla valutazione del rischio polveri. Tale necessità è stata recepita con la presentazione da parte delle AUSL romane interessate dai lavori delle metropolitane e della AUSL RM G di un progetto condiviso nell’ambito del piano straordinario regionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro triennio 2006-08. Nel più ampio progetto “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della Metro C e B” è stata prevista una sezione relativa all’Igiene Industriale e alla Medicina del Lavoro avente l’obiettivo specifico di implementare la rete tra AUSL e Imprese per la condivisione di protocolli di valutazione del rischio polveri e di sorveglianza sanitaria e per la verifica nel tempo del mantenimento dei requisiti di qualità a tutela della salute dei lavoratori. Vale la pena di ricordare che l’attivazione di una sorveglianza sanitaria mirata al rischio di inalazione di polveri silicotigene che sia effettivamente efficace, in quanto capace di prevenire, in primo luogo, le patologie legate all’esposizione e capace di rilevare alterazioni precoci attraverso il monitoraggio dello stato di salute dei lavoratori con metodiche standardizzate, può derivare solo ed esclusivamente da una corretta impostazione della valutazione che identifichi le fonti di rischio, le quantifichi ed indichi le azioni da intraprendere per limitare i livelli di esposizione e quindi i rischi per la salute. La sorveglianza sanitaria dovrebbe dunque discendere dalla valutazione dei rischi: purtroppo capita spesso di trovarsi di fronte a protocolli sanitari specifici senza che il datore di lavoro abbia valutato e monitorato i rischi derivanti da inalazione di polveri, senza sapere cioè se il rischio è a livelli accettabili o inaccettabili e senza sapere se le misure preventive specifiche sono efficaci o se sono necessari ulteriori provvedimenti. - 85 - Relativamente alla qualità della valutazione del rischio da inalazione di polveri contenenti silice libera cristallina, il nostro primo obiettivo è stato di uniformare l’impostazione dei documenti di valutazione e le procedure di monitoraggio, attraverso incontri tra i colleghi delle AUSL interessate dai lavori con competenze in Igiene Industriale e gli esperti della CONTARP INAIL che forniranno supporto tecnico ai nostri interventi. Vale la pena ricordare che la CONTARP INAIL è una delle strutture capofila del Network Italiano Silice (NIS), pertanto tale partnership espressamente indicata nel progetto “Monitoraggio e controllo dei cantieri per la realizzazione della Metro C e B” sarà sicuramente preziosa e proficua. Il documento di valutazione del rischio polveri contenenti SLC. La valutazione del rischio polveri silicotigene deve essere inserita all’interno del più ampio argomento del rischio chimico – D. Lgs. 25/02 – recepito quale adeguamento normativo nel Titolo VII-bis del D. Lgs. 626/94. L’impostazione del documento, i requisiti minimi della valutazione, la necessità di effettuare monitoraggi personali - sia per l’individuazione dell’entità del rischio sia per la verifica dell’efficacia delle misure preventive messe in atto sono aspetti tutti esplicitati nel suddetto Titolo. In particolare ricordiamo che nell’allegato VIII-sexties sono riportate le “metodiche standardizzate” con cui devono essere effettuate le misurazione degli agenti chimici pericolosi che possono rappresentare un rischio per la salute (articolo 72-sexies, comma 2), vale a dire: UNI EN 481:1994 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse. UNI EN 689:1997 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Guida alla valutazione dell'esposizione per inalazione a composti chimici ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione. UNI EN 1076:1999 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Tubi di assorbimento mediante pompaggio per la |determinazione di gas e vapori. Requisiti e metodi di prova. UNI EN 1232: 1999 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento personale di agenti chimici. Requisiti e metodi di prova. UNI EN 12919:2001 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Pompe per il campionamento di agenti chimici con portate maggiori di 5 l/min. Requisiti e metodi di prova. UNI EN 482:1998 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Requisiti generali per le prestazioni dei procedimenti di misurazione degli agenti chimici. UNI EN 838:1998 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Campionatori diffusivi per la determinazione di gas e vapori. Requisiti e metodi di prova. UNI EN 1231:1999 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Sistemi di misurazione di breve durata con tubo di rivelazione. Requisiti e metodi di prova. UNI EN 1540:2001 Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Terminologia. Tali norme tecniche, citate nel testo del D. Lgs. 626/94 quale allegato non possono essere ignorate o disattese. Per quanto riguarda la silice, le linee guida emanate dal NIS recepiscono interamente le norme UNI e ne chiariscono le implicazione nel caso specifico della valutazione polveri di silice. Siamo perciò concordi nel fare riferimento a tali Linee guida intese come norme di buona tecnica; altre metodiche, pure adottabili, dovranno garantire analoghi requisiti di performance e la completa rispondenza alle norme UNI di cui all’allegato VIII-sexties. - 86 - Il documento di valutazione del rischio polveri di silice deve pertanto comprendere i seguenti elementi: - caratterizzazione geologica degli strati interessati dagli scavi possibilmente con determinazione in DRX (Diffrattometria a Raggi X) del contenuto di quarzo; - dettagliata descrizione delle lavorazioni che espongono a SLC (durata, n° lavoratori esposti, attrezzature impegnate ecc.); - livello dell’esposizione personale dei lavoratori a SLC; - misure preventive e protettive già adottate e da adottare. Vale la pena sottolineare, inoltre, che nell’ambito del documento di valutazione del rischio chimico dovranno anche essere presi in considerazioni tutti gli altri agenti chimici pericolosi impiegati durante le lavorazioni o prodotti nel corso delle stesse. Si rammentano inoltre gli obblighi di cui al Capo III-bis “Esposizione da attività lavorative con particolari sorgenti naturali di radiazioni” del D. Lgs.230/95 modificato dai D. Lgs.187/00, 241/00, L.R. Lazio n. 14 del 31.03.2005, con particolare riferimento all’esposizione ai prodotti di decadimento del radon nelle attività lavorative in luoghi di lavoro sotterranei. I monitoraggi personali per la silice libera cristallina Per quanto riguarda la valutazione del livello di esposizione a SLC è assolutamente indispensabile il campionamento personale, in quanto misurazioni ambientali, pur fornendo elementi utili, non producono dati analitici utilizzabili ai fini dell’esposizione professionale, come in più punti ribadito nel titolo VII-bis del D.Lgs. 626/94 e nelle Norme UNI in allegato. Prospettiamo che il set di analisi minimo deve almeno ricomprendere i monitoraggi personali della frazione respirabile delle polveri aerodisperse (o del materiale particolato aerodisperso) e il dosaggio della silice libera cristallina di tale frazione granulometrica. Altre frazioni granulometriche (frazione toracica e frazione inalabile), pure citate dalla norma UNI EN 481:1994, potranno essere considerate per ulteriori approfondimenti. Ricordiamo a tal fine che l’ACGIH ha recentemente dimezzato il valore di TLV-TWA della SLC portandolo da 0.050 mg/mc a 0.025 mg/mc; resta inalterato il TLV-TWA per le polveri totali respirabili pari a 3 mg/mc. La strategia di campionamento, la trattazione statistica delle misure e l’interpretazione dei dati devono fare riferimento alla norma UNI EN 689:1997; si segnala che le già citate linee guida NIS chiariscono e approfondiscono tali aspetti. Come già detto precedentemente la produzione di un certificato analitico non serve a nulla se non è stato fatto seguire da una interpretazione attenta ed accurata dei dati che trasformi un “numero” in valutazioni e azioni. Per la scelta dei selettori per il prelievo della frazione respirabile, delle pompe aspiranti e dei filtri, le linee guida NIS rappresentano lo stato dell’arte e forniscono metodiche affidabili a cui fare riferimento. Sottolineiamo che per quanto riguarda la scelta delle tecniche analitiche per il dosaggio di SLC, le norme di buona tecnica - e soprattutto la necessità di raggiungere un adeguato livello di sensibilità analitica indispensabile visti i valori limite di esposizione particolarmente bassi – impongono la lettura dei filtri in spettrometria infrarossa a trasformata di Fourier (IRTF) o in diffrattometria dei raggi X (DRX), tecniche analitiche che richiedono adeguati standard professionali e procedurali per affrontare correttamente aspetti rilevanti quali la taratura delle apparecchiature, gli errori analitici e i limiti di quantificazione. - 87 - Quale che sia la metodica di campionamento e di analisi scelta è necessario, ai fini della rilettura critica dei dati, che le relazioni relative ai monitoraggi personali siano corredate di: - dati relativi allo stabilimento-area di scavo, data, ora, luogo, lavorazione in atto e materiali coinvolti; - codici rilievo e codici campione univoci; - flusso registrato durante la calibrazione e condizioni di calibrazione, peso iniziale filtro, metodo di riferimento per il campionamento, tipo di filtro (materiale, diametro, porosità), dispositivo di campionamento (tipo di ciclone e condizioni operative consigliate, identificativo), frazione raccolta, pompa impiegata con identificativo; - nominativo del lavoratore campionato (sesso ed età), fase lavorativa, descrizione dettagliata della attività svolta durante tutto il periodo campionato; - inizio e fine di tutti gli intervalli di campionamento e tempo totale di campionamento; temperatura, pressione e condizioni atmosferiche durante il campionamento; - flusso alla fine del campionamento; peso finale del filtro. - - In particolare il rapporto di prova deve contenere almeno queste informazioni: tecnica analitica, metodo di analisi usato (taratura con standard interno o esterno, metodologia per la preparazione dei filtri standard), strumentazione impiegata (marca, modello e condizioni operative); risultati dell’analisi gravimetrica del filtro: peso in polvere alla ricezione, contenuto in quarzo (in peso e %), concentrazione di quarzo aerodisperso; limite di rilevabilità, limite di quantificazione, incertezza della misura e valore limite considerato (TLV-TWA) o comunque, almeno i percorsi metodologici impiegati per calcolare i valori di questi e di altri parametri di validazione del metodo d’analisi adottato (cfr. norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025: “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura”). In buona sostanza deve essere garantita la congruenza interna tra i dati relativi alle fasi di campionamento ed analisi e le elaborazioni e considerazioni che, sulla base di questi dati, il committente l’analisi effettua ai fini della valutazione del rischio. Per concludere, accenniamo alla prossime azioni che intraprenderemo e alla programmazione degli interventi di vigilanza. In primo luogo siamo orientati ad acquisire dalle ditte coinvolte nei lavori i documenti di valutazione del rischio polveri silicotigene, le indagini geologiche e i monitoraggi personali (se già disponibili). Successivamente, sulla base delle informazioni acquisite, si procederà a verificare i livelli di esposizione professionale a lavori di scavo avviati, avvalendosi della collaborazione tecnica della CONTARP INAIL, procedendo a campionamenti della frazione respirabile della SLC e delle polveri mediante cicloni del tipo Dewell-Higgins con filtri in argento (25 mm, 0.8 μm) e analisi in DRX con retta di taratura preparata secondo modalità di impolveramento eolica. Sulla base dei rischi evidenziati si potrà approfondire la valutazione impiegando altri tipi di cicloni e campionando anche altre frazioni granulometriche di interesse sanitario. Si procederà inoltre, se necessario, alla ricerca di altri inquinanti e alle definizione di altri parametri di interesse igienistico-ambientali, quali quelli microclimatici. Come più volte rappresentato nel “patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro” (D.P.C.M. 17.12.2007), intendiamo avviare sin dalle prime fasi un confronto tra le figure coinvolte anche nella prevenzione dei rischi per la salute per giungere a percorsi condivisi e standardizzati; tale impostazione, a nostro avviso, è l’unica capace di garantire efficacemente la tutela anche della salute dei lavoratori in un settore a così alto rischio. - 88 - Dott. Enzo Valenti Dirigente Medico del Lavoro S.Pr.eS.A.L. Azienda USL RMC Dott. Bruno Ricci Medico Competente Ditta Trevi S.p.A IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA CONDIVISO TRA SERVIZI PRE.S.A.L. E MEDICI COMPETENTI __________________________ 4° Convegno Regionale Edilizia 12 marzo 2008 - 89 - IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA CONDIVISO TRA SERVIZI PRE.S.A.L. E MEDICI COMPETENTI AZIENDALI Dott. Enzo Valenti I lavori per la costruzione delle nuove linee di metropolitana a Roma rappresentano una opera edilizia di enormi dimensioni sia nello spazio (chilometri di tunnel sotterraneo che attraversa tutta la città, numerose stazioni e pozzi di decine di metri di larghezza, lunghezza e profondità) che nel tempo (almeno un decennio di lavori). Il capitolo che si è aperto è di grande complessità per l’impatto complessivo che tale grande opera ha nella città e anche per le problematiche che si sollevano in ordine alla salute e sicurezza dei molti lavoratori che nel corso dei prossimi anni contribuiranno alla sua costruzione. Per quanto attiene a questo ultimo aspetto la complessità trae origine da due ordini di fattori: 1) fattori intrinseci alle lavorazioni stesse, legati al fatto che si susseguiranno e si intrecceranno molteplici lavorazioni, con diverse tecnologie, alcune anche molto avanzate (talpe meccaniche TBM), per le quali solo in parte è possibile fare una presunzione dei rischi, ma bisogna contare soprattutto in una loro attenta valutazione in corso d’opera; 2) fattori esterni alle lavorazioni, legati al fatto che queste avvengono contemporaneamente, anche se a diverso stato di avanzamento, in molte zone di Roma e nel loro controllo e vigilanza sono coinvolte più AUSL, che hanno pertanto l’esigenza di agire in modo, oltre che efficace, anche uniforme e coerente. Avendo presente quanto sopra, le AUSL romane interessate per competenza territoriale hanno ritenuto di far fronte ai loro compiti e contribuire, con il loro ruolo, alla prevenzione e tutela della salute dei lavoratori, ricercando: - una strategia di intervento, sia nell’ambito della salute che in quello della sicurezza, da mettere a punto prima che avessero inizio le principali fasi lavorative in termini di mole di lavoro e di rischi per la salute/sicurezza; - un coordinamento tra tutte le AUSL interessate, con la condivisione di obiettivi e in qualche caso la messa a comune di risorse e professionalità; - un confronto preliminare con le principali aziende che hanno in carico i lavori (committente, contraente generale) e con alcuni dei soggetti chiamati a progettare/realizzare le misure di prevenzione e tutela (coordinatore per la progettazione/esecuzione, RSPP, medici competenti, RLS), al fine di concordare tempestivamente le modalità di intervento giudicate più efficaci e rispettose della “buona pratica”. Tale confronto dovrebbe consentire da un lato alle ditte di partire con il “piede giusto”, senza rischiare di trovarsi a modificare impostazione in corso d’opera, dall’altro di evitare che l’operato dell’organo di vigilanza si riduca solo ad una eventuale azione sanzionatoria a posteriori, tesa a rimediare condizioni inadeguate quando già sono in atto, comportando sforzi aggiuntivi reciproci e con risultati che rischiano di non rivelarsi ottimali. L’impostazione sopra descritta, nel caso della sorveglianza sanitaria dei lavoratori, assume un particolare rilievo in quanto si verifica la situazione in cui cospicui gruppi di lavoratori si troveranno ad essere esposti ai rischi per la salute legati agli scavi, per un lungo periodo di tempo, in condizioni lavorative simili, all’interno di una organizzazione di cantiere definita e controllata. Vi è cioè la possibilità di effettuare un valido controllo longitudinale della salute di tali lavoratori, se si realizza appunto, a fronte di una - 91 - omogeneità e costanza di rischi nel tempo, un controllo sanitario standardizzato, rispettoso della buona pratica di medicina del lavoro, in grado di individuare indicatori di salute validi e confrontabili. Tutto questo richiede un coordinamento di tutti i medici competenti che interverranno nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori, con la supervisione e il controllo, ma anche la collaborazione attiva, dell’organo di vigilanza che potrà farsi carico, oltre che del compito istituzionale di coordinamento e controllo di qualità degli accertamenti sanitari preventivi e periodici, anche della messa a disposizione di prestazioni sanitarie altamente qualificate (per l’esecuzione e la lettura dei radiogrammi standard del torace e per accertamenti di II-III livello) e della raccolta ed elaborazione collettiva dei dati sanitari di tutti i lavoratori che si troveranno ad operare nel tempo. Per il perseguimento di questi intenti condivisi, le AUSL coinvolte hanno definito i seguenti obiettivi, riguardanti la sorveglianza sanitaria: Obiettivi a breve termine: 1. condivisione del protocollo di sorveglianza sanitaria con i medici competenti delle Ditte interessate sulla base di requisiti di qualità minimi individuati dai Servizi Pre.S.A.L. delle AUSL, rispetto alla tipologia dei rischi e alle indicazioni della letteratura scientifica. Obiettivi a medio termine: 2. acquisizione e verifica da parte dei Servizi Pre.S.A.L. degli accertamenti sanitari effettuati dai medici competenti all’inizio dell’esposizione ai rischi legati ai lavori di scavo (tempo 0): 3. identificazione e condivisione con i medici competenti di criteri uniformi per la gestione dei giudizi di idoneità alla mansione, in caso di patologie broncopolmonari croniche (in particolare iniziali alterazioni radiologiche per pneumoconiosi) e disturbi cronico degenerativi dell’apparato osteoarticolare. Obiettivi a lungo termine: 4. monitoraggio longitudinale dello stato di salute dei lavoratori (tempi X). Per il raggiungimento del primo obiettivo le fasi operative si possono già dire concluse, infatti i Servizi Pre.S.A.L. delle AUSL hanno messo a punto e presentato alla Committente e Contraente Generale e ad alcuni medici competenti, un protocollo di sorveglianza sanitaria, con le seguenti caratteristiche: • mirato allo svolgimento dei lavori di scavo, sia delle stazioni e pozzi che dei tunnel; • basato su rischi quasi certi o molto probabili, ma ancora presunti, almeno sul piano quantitativo, in quanto i suddetti lavori di scavo non sono ancora in atto e la nuova tecnologia che sarà impiegata per lo scavo dei tunnel principali (Talpa meccanica TBM) deve ancora essere messa in opera e solo con l’inizio del suo funzionamento si potrà realmente capire se e quali rischi siano sensibilmente ridotti rispetto ad una tipologia di scavo di tipo tradizionale; • improntato ad una logica di “ottimizzazione delle risorse”, sia nella scelta degli accertamenti che delle relative periodicità, al fine di eseguire accertamenti realmente “mirati” ai rischi, evitarne di “ridondanti”, non mirati e non stabilire una periodicità degli stessi inutilmente o dannosamente (nel caso di esposizione a R.I.) ravvicinata; • con espliciti richiami all’osservanza di criteri minimi di qualità, stabiliti scientificamente, per alcuni accertamenti, indispensabili per ottenere risultati che siano: attendibili, con adeguati livelli di sensibilità; confrontabili in senso sia intra che interindividuale; riproducibili. - 92 - Tale protocollo rappresenta ovviamente il modello su cui ogni singolo medico competente dovrà costruire il proprio protocollo sanitario, il quale sarà basato non più su rischi presunti, ma su quelli valutati e potrà, di volta in volta, non contenere tutti i rischi preventivati ovvero contenerne altri, non citati nel protocollo proposto. Riportiamo di seguito il Protocollo condiviso PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA METROPOLITANE DI ROMA Rischi presunti: Rischi chimici: 1. Polveri minerali / Silice libera cristallina 2. Gas di scarico automessi (CO, NOx, SOx, IPA) Rischi fisici: 1. Rumore 2. Vibrazioni corpo intero e mano-braccio Rischi ergonomici: 1. Movimentazione Manuale dei Carichi Rischi organizzativi: 1. Turni / Lavoro notturno Accertamenti mirati al rischio: Rischi Chimici: Polveri minerali/ SiO2 Accertamento visita medica Radiografia torace Criteri minimi qualità Qualità tecnica e classificazione ILO/BIT 2000 Questionario Questionario mirato all’apparato respiratorio CECA o altro PFR (spirogramma forzato) Gas di scarico Fisici: Rumore annuale 5 anni per i primi 20 anni di bassa esposizione 2 anni dopo 20 anni di esposizione o per esposizioni > 50% TLV Annuale standardizzato Standard ATS o altre linee guida validate Tine test o test equivalente Creatininemia Esame urine Emocromo Questionario mirato Questionario all’apparato respiratorio CECA o altro PFR (spirogramma forzato) Periodicità Con stessa periodicità della radiografia del torace nei casi negativi Biennale Biennale Annuale standardizzato Standard ATS o altre linee guida validate ECG Triennale Visita medica Otoscopia Questionario audiologico Come da periodicità dell’accertamento Stessa dell’esame audiometrico Stessa dell’esame audiometrico Audiometria tonale liminale Questionario anamnestico standardizzato Norme tecniche UNI ISO 389:1991 UNI EN 26189:1993 UNI EN ISO 82531:2000 Prima visita periodica dopo un anno, successivamente biennale per esposizioni > 85 dB(A) Linee guida SIMLII Come da periodicità dell’accertamento Anamnesi mirata agli effetti extrauditivi - 93 - Vibrazioni al corpo intero Vibrazioni mano-braccio Ergonomici: Movimentazione manuale dei carichi Organizzativi: Turni / lavoro notturno Visita medica Questionario anamnestico mirato al rachide Valutazione clinico funzionale del rachide Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati anamnestico-clinici (es. linee guida SIMLII) Visita medica Linee Questionario anamnestico mirato agli SIMLII arti superiori Es. clinico vascolare/ /neurologico periferico arti superiori Visita medica Questionario anamnestico mirato al rachide Valutazione clinico funzionale del rachide Biennale Annuale guida Annuale Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati anamnestico-clinici (es. linee guida SIMLII) Visita medica Anamnesi mirata a condizioni di inidoneità o ipersuscettibilità allo stress Glicemia Annuale Biennale biennale biennale biennale biennale biennale biennale Tale protocollo rappresenta, come detto, il modello su cui dovranno essere costruiti i protocolli di tutti i medici competenti delle ditte che interverranno nell’esecuzione degli scavi in profondità. L’impegno della committenza (committente e/o contraente generale) sarà quindi di proporlo ad ogni ditta che subentrerà nel tempo nei vari cantieri, i cui lavoratori si esporranno ai rischi indicati nel protocollo stesso, per un tempo significativo. In questo modo si potranno conseguire i seguenti obiettivi sanitari: - uniformità di tutela sanitaria rispetto agli stessi rischi, pur nella diversità di ditte coinvolte; - possibilità di valutare gli effetti sulla salute e l’efficacia delle misure preventive e protettive messe in atto, su un vasto numero di lavoratori sorvegliati omogeneamente con gli stessi criteri e standard qualitativi, pur se appartenenti a ditte diverse e intervenuti in momenti diversi. I vari medici competenti, nell’attuazione del protocollo sanitario, potranno contare sulla collaborazione e assistenza, se richieste, fornite dai Servizi Pre.S.A.L., sia attraverso la messa disposizione di linee guida e criteri di qualità, sia fornendo direttamente o tramite strutture AUSL prestazioni di alto livello qualitativo (esecuzione dei radiogrammi del torace secondo standard ILO, loro lettura tramite B-reader, accertamenti di II-III livello diagnostico). - 94 - Il protocollo di sorveglianza sanitaria condiviso tra Servizi Pre.S.A.L. e Medici Competenti. Bruno Ricci Medico Competente TREVI Spa Responsabile Poliambulatorio MEDOC - Centro di Medicina Occupazionale di Forlì Premessa e scopi. Nell’ottica di attuare un corretta attività di vigilanza rivolta alla qualificazione della sorveglianza sanitaria, il Dipartimento di Prevenzione della AUSL RM E ha coordinato una serie di incontri con i Medici Competenti al fine di condividere un Protocollo di Sorveglianza Sanitaria sia per attuare una appropriatezza diagnostica rivolta ad una corretta ricerca attiva delle Malattie Professionali causate e/o correlate al lavoro sia per ottenere una Banca Dati con risultati statistici. Tali dati, potranno essere adeguatamente interpretati a scopo puramente statistico ma anche considerati come indicatori sensibili e specifici di prevenzione per indirizzare le scelte di Prevenzione e Protezione negli anni futuri nell’ottica di sviluppare una “best practices” nei comparti lavorativi con l’ausilio di un monitoraggio di esperienze modello, di una trasparenza pubblica dei risultati ed di una collaborazione con le parti sociali dei vari comparti interessati. Per ottenere questo obiettivo di Protocollo di Sorveglianza Sanitaria condiviso, è stata attuata una ricerca che ha previsto una tipizzazione dei rischi chimici fisici e organizzativi presunti nell’attività in oggetto, una valutazione dei meccanismi di patogenesi delle patologie correlate ai rischi e quindi una individuazione dei metodi e degli accertamenti da attuare per una efficace attività preventiva della Sorveglianza Sanitaria. Questa programma di Sorveglianza da attuare a cura del Medico Competente, spesso trova difficoltà nell’applicazione pratica rispetto alle esigenze organizzative del cantiere e pertanto, in questa relazione, si cercherà di individuare le problematiche più comuni da tenere presente per una corretta modalità di intervento. Protocollo di Sorveglianza Sanitaria: modalità, rischi e accertamenti. La sorveglianza sanitaria prevede una visita medica di idoneità alla mansione specifica eseguita su base annuale con la compilazione di una cartella sanitaria e di rischio in cui devono essere indicati i rischi presenti con il livello specifico di esposizione. La raccolta dei dati deve comprendere: i dati anagrafici del lavoratore, una anamnesi lavorativa, una anamnesi relativa agli infortuni e alle Malattie Professionali, una anamnesi familiare ed individuale patologica remota e recente anche mirata ai rischi di mansione (es.: effetti extrauditivi del rumore, effetti di vibrazioni al corpo intero e vibrazioni mano braccio, effetti da movimentazione manuale di carichi e da posture incongrue, effetti da esposizione a rischio chimico quali polveri e gas di scarico ecc.) ed inoltre comprendente domande specifiche quali il consumo di farmaci. Si deve prevedere una anamnesi fisiologica con quesiti inerenti al il fumo, al consumo di alcolici (vino e birra) e superalcolici quantificando il consumo giornaliero o il consumo occasionale. Inoltre quesiti sullo stile di vita anche con finalità di medicina preventiva e sociale con riferimento alle attività sportive o motorie svolte, alla presenza di dislipidemia, e ad eventuali indagini di prevenzione dei tumori e delle cardiopatie ischemiche eseguite dal lavoratore. - 95 - Inoltre è opportuno accertarsi sulla regolarità del sonno, sulla presenza di russamento e apnea notturna in quanto il consumo di alcol, la presenza di apnea notturna, l’ uso di farmaci psicotropi e il ritmo del sonno alterato, sono alcuni fattori che possono condizionare le reali funzioni vigili del lavoratore e, se alterate, aumentare il rischio di sicurezza personale e dei colleghi. Si procede poi con l’esame obiettivo dei vari organi e distretti comprendente la auscultazione cardiaca e respiratoria la misurazione della pressione arteriosa e le varie manovre diagnostiche sull’apparato muscolo scheletrico previste dalla valutazione clinica funzionale del rachide e dell’arto superiore. Deve essere inoltre riportato l’eventuale grado di Invalidità Civile, INPS e INAIL con evidenza degli esiti invalidanti. La cartella clinica prima dell’idoneità è bene che preveda una parte chiamata Evidenze Patologiche in cui sono elencate le patologie riferite e già diagnosticate ed inoltre i sospetti diagnostici rilevati a seguito della visita medica. Quando il medico lo ritiene, procede alla richiesta di accertamenti specialistici mirati ad approfondire un sospetto diagnostico di malattia professionale o rivolti a verificare la compatibilità o meno con il lavoro svolto, di una patologia rilevata sul lavoratore anche attraverso accertamenti eseguiti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. (es. monitoraggio di Picco di Flusso, Holter pressorio, Holter elettrocardiografico ecc.). Durante la visita medica il Medico Competente provvede ad informare il lavoratore sui rischi lavorativi a cui è esposto, sul significato e sugli esiti degli accertamenti eseguiti anche comparandoli con quelli precedenti ed inoltre informa lo stesso sul corretto utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale e sul corretto comportamento da adottare per ridurre il rischio. Il lavoratore prima di iniziare il percorso di sorveglianza sanitaria firma il consenso all’esecuzione degli accertamenti che peraltro sono obbligatori ed inoltre a conclusione degli accertamenti e della visita firma di avere ricevuto informazione sugli accertamenti eseguiti e sugli esiti. A conclusione della visita e dopo avere visionato gli accertamenti integrativi eseguiti il Medico Competente conclude con il giudizio di idoneità alla mansione che deve essere chiaro semplice concretamente attuabile e comprensibile. Inoltre in caso di diagnosi di Malattia Professionale la segnala alla AUSL-Servizi Pre.S.A.L., all’Ispettorato del Lavoro e all’INAIL classificate con i codici secondo il D.M. 27/04/2004. Il lavoratore può ricorrere all’Organo di Vigilanza della AUSL contro tale giudizio entro trenta giorni dal ricevimento. Il Medico Competente a conclusione della Sorveglianza Sanitaria eseguita invia copia al lavoratore degli accertamenti alterati con lettera per il Medico Curante allo scopo di informazione e/o di proseguire in un percorso di diagnosi e cura. - 96 - In caso di interruzione del rapporto di lavoro o di conclusione delle attività è previsto secondo il Titolo VII bis del D. Lgs 626/94 l’esecuzione di una Visita di Fine rapporto in cui il Medico Competente valuta se si sono instaurate patologie correlate al rischio chimico a cui il lavoratore è stato esposto e provvederà ad inoltrare all’ISPESL copia completa della cartella sanitaria e di rischio del lavoratore. I rischi presunti considerati e gli accertamenti previsti sono: 1. Rischio Chimico considerato non moderato ai sensi del Titolo VII bis D. Lgs 626/94 e determinato da polveri minerali, silice libera cristallina, gas di scarico degli automezzi (CO,NOx,SOx,IPA) che prevede l’esecuzione di: • • • • • Radiografia Torace – con tecnica e classificazione ILO BIT 2000 da eseguire in visita di inizio cantiere o visita preventiva e poi ogni 5 anni per i primi 20 anni in caso di bassa esposizione oppure ogni 2 anni dopo i 20 anni di bassa esposizione o in caso di esposizioni superiori al 50% del TLV e poi da eseguire in caso di visita di fine rapporto o di conclusione delle attività; Prova di Funzionalità Respiratoria (standard ATS) con Questionario CECA mirato apparato respiratorio: annuale e poi da eseguire in caso di visita di fine rapporto o di conclusione delle attività; Tine test o alternativo da eseguire con la stessa periodicità della Radiografia Torace e da ripetere successivamente nei casi negativi per la prevenzione della TBC che rappresenta una condizione di rischio se concomitante alla esposizione a silice; Esami ematochimici per: funzionalità renale, epatica, midollare (emocromo per ricerca di stato anemico), verifica della glicemia (ricerca di diabete) ; Inoltre a seguito del Provvedimento 16/03/06 sul divieto di uso di alcol e del Provvedimento 30/10/07 sul divieto uso di sostanze stupefacenti e psicotrope, si eseguiranno accertamenti rivolti alla valutazione del tasso e dell’abuso alcolico (alcolemia, valutazione volume globulare medio MCV e gammaGT) ed accertamenti rivolti alla ricerca di sostanze stupefacenti e psicotrope in coloro che svolgono le mansioni e le attività indicate nei due Provvedimenti sopracitati. Elettrocardiogramma da eseguire almeno con periodicità biennale; 2. Rischio Rumore che prevede l’esecuzione di: • • Audiometria tonale liminale eseguita in cabina silente e la prima volta a riposo acustico di almeno 12 ore. Quindi al controllo annuale successivo l’audiometria può essere eseguita anche senza riposo acustico ma da ripetere a riposo acustico in caso di variazione rispetto all’audiometria precedente di almeno 10 dB medi a 2-3-4 kHz. (Audiometria può essere eseguita biennale per esposizione superiori a 85 dB(A). (Audiometria eseguita secondo norme tecniche: UNI ISO 389:1991 UNI ISO 82531:2000 UNI EN 26189:1993 e Linee guida SIMLII Questionario audiologico anamnestico standardizzato; 3. Rischio Vibrazioni corpo intero che prevede l’esecuzione di: • Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del “livello soglia”; - 97 - 4. Rischio Vibrazioni mano-braccio che prevede l’esecuzione di: • Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi vascolari, neurologici e muscolo scheletrici per il distretto mano-polso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”; 5. Rischio Movimentazione manuale carichi che prevede l’esecuzione di: • Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del “livello soglia”; • Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi per distretti manopolso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”; 6. Rischio Turni o Lavoro Notturno • Per questo rischio viene eseguita una sorveglianza sanitaria che nel corso della visita medica prevede di indagare la presenza di patologie che sono incompatibili in modo assoluto con l’attività lavorativa notturna ed altre patologie che invece possono diventare compatibili con il turno notturno a condizione che siano monitorate, sotto controllo medico e con un quadro clinico di buon compenso. Inoltre viene indagato il ritmo sonno veglia e l’uso di farmaci . Viene eseguita la glicemia per verificare la presenza di diabete. 7. Obbligo di vaccinazione antitetanica • Verificare la validità della vaccinazione tramite verifica di apposito cartellino o dichiarazione. Provvedere ad un richiamo di vaccino ogni dieci anni. 8. Visita di fine rapporto • In tale visita il Medico oltre a visitare il lavoratore eseguirà almeno una Radiografia Torace con tecnica e classificazione ILO BIT 2000, quindi certificherà la presenza o meno di patologie correlate al rischio chimico e provvederà ad inoltrare all’ISPESL copia completa della cartella sanitaria e di rischio del lavoratore Sorveglianza Sanitaria : materiali e metodi di classificazione. 1. Utilizzare un modello di Cartella Sanitaria e di Rischio che contenga almeno quanto sopra indicato e riportare sulla stessa i livelli di esposizione individuale relativamente ai rischi evidenziati; 2. Utilizzare i seguenti modelli di Questionari Anamnestici e di Valutazione Clinica: • • Questionario CECA mirato apparato respiratorio Questionario audiologico anamnestico standardizzato - 98 - • • Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale del rachide eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la con la evidenza di disturbi di Spondilo-artropatia cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del “livello soglia”; Questionario anamnestico mirato e Valutazione clinico funzionale arti superiori eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi vascolari (scala di Workshop Stoccolma 1986), neurologici e muscolo scheletrici per il distretto manopolso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”; 3. Utilizzare le seguenti classificazioni per i singoli accertamenti e i relativi disturbi e patologie individuate e riportare i risultati statistici annualmente nel Relazione Sanitaria relativa ai dati statistici anonimi e collettivi: • • • • • • • • • Radiografia Torace – con tecnica e classificazione ILO BIT 2000 Tine test o alternativo : negativo o positivo ( se positivo richiede valutazione Radiografia Torace per ricerca TBC) Prova di Funzionalità Respiratoria (standard ATS) con classificazione in: normale, ostruttiva (lieve, media, grave), restrittiva (lieve, media, grave), riduzione dei flussi alle piccole vie, mista. Audiometria tonale liminale classificata con metodo Merluzzi-Pira-Bosio-MPB Valutazione clinico funzionale del rachide secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII): classificare le Spondilo-artropatia cervicale dorsale lombare di grado 1-2-3 in caso di positività per superamento del “livello soglia”; Valutazione clinico funzionale arti superiori eseguiti su base annuale e secondo le Linee guida EPM CEMOC o altri metodi standardizzati (es. Linee guida SIMLII) con la evidenza di disturbi per distretti mano-polso-gomito-spalla in caso di positività per superamento del “livello soglia”; Esami ematochimici : normali o alterati ( se alterati indicare il valore dell’alterazione e la diagnosi: iperglicemia, anemia, insufficienza renale, epatopatia. In caso di presenza di alcol e/o sostanze stupefacenti e/o psicotrope il Medico Competente attua quanto indicato dalla normativa specifica. Elettrocardiogramma : normale o alterato Numero e tipologia di Malattie Professionali classificate con i codici secondo D.M. 27/04/2004 e segnalate alla AUSL-Servizi Pre.S.A.L., all’Ispettorato del Lavoro e all’INAIL. Relazione Sanitaria annuale relativa ai dati statistici anonimi e collettivi Comprende : • • • • • • • Dati generali azienda e breve descrizione attività Dati statistici relativi ai risultati di tutti gli esami eseguiti con classificazione Risultati della valutazione clinico funzionale del rachide Risultati della valutazione clinico funzionale dell’arto superiore Numero e tipologia di malattie professionali segnalate Idoneità complete, con limitazioni e non idoneità Commenti conclusivi del Medico Competente - 99 - Modalità di esecuzione pratica della sorveglianza sanitaria e problematiche di frequente riscontro presso i cantieri. 1. La sorveglianza sanitaria può essere eseguita: presso ambulatori medici esterni al cantiere, presso locali in cantiere con le attrezzature di base che sono presenti in un ambulatorio medico (lettino per visita, scrivania, due sedie, illuminazione naturale ed artificiale, riscaldamento, possibilità nelle vicinanze di servizi igienici) oppure in Ambulatori Mobili attrezzati. 2. Audiometria deve essere eseguita in cabina silente in ambulatorio oppure su un Ambulatorio Mobile dotato di cabina silente e posto in cantiere in una zona lontana da fonti elevate di rumore. L’esame audiometrico nella prima visita deve essere eseguito a riposo acustico di almeno 12 ore, quindi al controllo annuale successivo può essere eseguito anche senza riposo acustico ma da ripetere a riposo acustico in caso di variazione rispetto all’audiometria precedente di almeno 10 dB medi a 2-3-4 kHz. E’ opportuno informare i capi cantiere di fare utilizzare gli otoprotettori ai lavoratori durante l’attività lavorativa eseguita prima dell’esame audiometrico se non è preceduto da riposo acustico. 3. Glicemia. Si evidenza la problematica nell’eseguire la glicemia in quanto si esegue dopo un digiuno di almeno 8 ore e questo non sempre è possibile per esigenze del lavoratore in relazione ai suoi turni di lavoro. In alternativa si consiglia una colazione molto leggera almeno 4 ore prima del prelievo annotandolo e valutando l’esito, tenendo presente che, in caso di valori elevati (superiori a 110) e/o di glicosuria , è opportuno ripetere l’esame assolutamente a digiuno. 4. Tine Test. Questo esame per la valutazione della TBC può dare falsi positivi che comunque vengono valutati con Radiografia Torace perché eseguita contestualmente come da protocollo. Inoltre l’esecuzione del Tine Test richiede poi la lettura del risultato a distanza di 72 ore da parte di un sanitario secondo modalità di lettura standardizzate. Allegato: Proposta di Cartella Sanitaria e di Rischio Bibliografia di riferimento. • • • SIMLII - Linee Guida SIMLII 2003 Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna – Dipartimento Sanità PubblicaCoordinamento SPSAL – Promozione della qualità del Medico Competente: la sorveglianza sanitaria . Revisione agosto 2005 Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna – Dipartimento Sanità PubblicaCoordinamento SPSAL – Standard di qualità per strumenti informativi gestiti dal Medico Competente. Revisione agosto 2005 - 100 - MD 0332 – 04 CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO PREVENTIVA Data / / REG. N° 4646 UNI EN ISO 9001 : 2000 Pag. 1 di 1 AZIENDA: ……………………………………………………………... VISITA PREVENTIVA VISITA A RICHIESTA COGNOME: …………………………………………………………… NOME: …………………………………….……………….………. NATO/A IL: ………………………………………………… A : ……………………………….…..………………….……………….………. ABITANTE IN:…………………………………………………………………………………………………………………………………..... TEL.: …………………………………..…………………… MEDICO CURANTE ………..……………………………….………………… MANSIONE: ……………………………………………………………………………………………………………………………………… POSTAZIONE (attività, mis.prev., problemi, ecc…):………………………………………………………………………………………..………. RISCHI: 1-ALTEZZA 3- BIOLOGICO 5-CHIMICO ……….…… ……………10-MOV. RIP ….….….. 11-POLVERI ………..…… 12-POSTURA ……………. 13-RUMORE ……...… dB(A) 14-SALDATURA ….…..h/sett. 15-INOX …..……h/sett. 16-SOLVENTI …..…...… 17-VIBR.CORPO …..…..… 18-VIBR.MANO-BRACCIO ….……… 19-VDT h/sett……. post. vdt a norma 20-ALTRI ...................……………………………………………………….…………. 2-AMIANTO 6-LAV.NOTTURNO …...… 4-CANCEROGENO 7-LEGNO ……..… 8-MICROCLIMA .................... 9-MMC PERIODICITA’: men. bimest. trim. sem. D.P.I. UTILIZZATI: MASCHERINA GUANTI ATTIVITA’ LAVORATIVA PREGRESSA ann. bienn. trienn. TAPPI/CUFFIE RISCHI quadr. SCARPE quinq. OCCHIALI nessuna CASCO una prima volta ……………… ALTRO IN ITALIA DA:……………………………………….. Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: …………………….. dal…………… al………..… Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: …………………….. dal…………… al …..….…… Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: …………………….. dal…………… al …………… Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: …………………….. dal…………… al …..….…… Mansione: …………………………………… …………………. Ditta: …………………….. dal…………… al …..….…… ATTIVITA’ LAVORATIVA PRESSO AZIENDA ATTUALE: dal…………….…… INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI: ……………………………………..……………………………………………………… ANAMNESI FAMILIARE: NEG neoplasie: stomaco cute intestino POS polmone cardiaco valvolare prostata ischemico utero-annessi ipertensione tiroide dislipidemie mammella rene diabete vescica I i.d. diabete II cerebrale NOTE:………………………………………………………………...……………………………………………... fratture …………………………………………………esiti ……....…… …………………………………………………………………………………...……….………………….…… ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA: NEG POS interventi chir. patologie d’organo ……..…………….………………………………………………………..…...………...…………………………......… rinocong.allergica ……………………allergie ……………………. asma DAC [Prev. onco. ultimi 2aa NO SI ………...... ] NOTE:……………………………………………………………………………………..............…………………………………………...… ANAMNESI FISIOLOGICA : Servizio militare NO SI VINO/BIRRA NO SI SUPERALC. NO SI Alvo/Diuresi REG. FUMO(sigarette/die) .................. ............... Ritmo sonno: REG. IRREG. Caffè/die ................. Donatore AVIS: NO SI Altezza (cm).................. Sport: NO SI PESO Kg................. ...................... colester.tot................ OCCAS. ABIT. SERA GIORNO QUANTITA’ (mL/die) 100 - 200 - 400 - 600 - 800 - >1L OCCAS. ABIT. SERA GIORNO QUANTITA’ (mL/die) 100 - 200 - 400 - 600 - 800 - >1L [Stupef NO SI ...............] IRREG. ……………………. Cicli mestruali REG. IRREG. estroprogestinici menopausa ..............aa ANAMNESI PATOLOGICA RECENTE: NEG POS …..………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………... ……………………………………………………..……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………….…………………………………………………………………………………… …………………………………………………….…………………………………………………..…………………………………………… USO DI FARMACI: ……………………………………………………………………………………………………………………………… POS : PARESTESIE: MANO dx MANO sn ARTO SUP : S 1 S 2 G 1 G 2 P 1 P 2 M 1 M 2 CERVICALGIA ABITUALE NEG BLOCCHI DORSO LOMBARI LOMBALGIA ABITUALE CATARRO > 3 MESI/ANNO DISPNEA RUSSAMENTO VERTIGINI CEFALEA ABITUALE TOSSE > 3 MESI/ANNO APNEE NOTTURNE Direttore Sanitario: Dott. Bruno Ricci Aut. P.S. 155 26/02/01 MEDOC srl – 47100 FORLI’ – Viale Vittorio Veneto, 1/a – CAP – Tel. 0543 36970 – Fax 0543 457413 47020 PIEVESESTINA di CESENA – P.zza Modigliani, 43 – Tel. 0547 1900470 – Fax 0547 1900472 www.medoc.it [email protected] MD 0332 – 04 CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO PREVENTIVA REG. N° 4646 UNI EN ISO 9001 : 2000 Pag. 2 di 2 ESAME OBIETTIVO Cute Normotesa/ elastica Alterata …….…………………………..…………………………….. App. osteoarticolare: Attegg. Post. Rachide: Reg Irreg Lasegue: Neg Pos 90° 60° 30° dx sx Wasserman: Neg Pos dx sx DIM: Neg Pos ………………………………..… Motilità rachide: Reg Limitata …….………………………………….………………………… Motilità arto sup: Reg Limitata SPALLA dx sx abduz. ………… extrarot. intrarot. ……………. GOMITO dx F E P S sx F E P S POLSO dx F E sx F E MANO dx sx ………….. Tinel Neg Pos + + + dx sx Phalen Neg Pos + + + dx sx Altri tests funzionali:………………………………………….……………….……………………… Torace : Emitoraci simmetrici, fvt normotrasmesso, suono chiaro polmonare, MV normale Irregolare …………………………….……………………..…………….………………………… App. cardiovascolare Toni puri, ritmici, pause libere, no toni aggiunti P.A. ………/……..mmHg FC…….…bpm Irregolare …………………….….……………………………….……….………………………… Organi ipocondriaci Altri organi alterati Reg Irreg ………………………………………………………………………………………… ………………….………………………….………………………….……...………………………… NOTE:…………………………………………………………………………………...………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………...……………………………………………………….... ............................................................................................................................................................................................................. a a a a a a Antiepatite B:1 ……………2 ……….…3 …….… R ……….… Antitetanica: 1 ……..…2 …………3 ………… R ……….....…… HbSAg Θ ⊕ HbSAb Θ ⊕.................. HCV Θ ⊕ HIV Θ ⊕ Alcoolemia.................... Alcool Test.................. EVIDENZE PATOLOGICHE: NO SI …………………..……………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…….. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…..… ………………………………………………...……………….…..……………………………………….……………………………………... ……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…..… S 1 2 3 BL/aa 1 2 3 …. CUTE SAP 1 C L INV. INAIL ............... % G 1 2 3 DM C D L 2 C D L ................................ INV. CIVILE ............... % P 1 2 3 DM S G P M 3 C D L ASTENOPIA INV. INPS ............... % M 1 2 3 ................................ DEN. USL DEN.INAIL IDONEITÀ 1 IDONEO 2 Temporaneamente per ................................................... 4 Idoneo con le seguenti limitazioni e/o prescrizioni: 3 NON IDONEO 5 Si rammentano otoprotettori per rumore ≥ 85dB(A) Si consigliano otoprotettori per rumore > 80dB(A) 7 Uso DPI respiratori per esposizione a polveri e broncoirritanti (mascherina FFP1 – FFP2 – FFP3 – carboni attivi) 8 NO lavori in altezza 9 Segnalata patologia da vibrazioni 10 NO MMC > Kg …….…. 11 continuativa e ripetitiva 13 NO guida di automezzi e/o carrelli 14 NO attività con vibrazioni mano-braccio 15 NON adibire a lavoro notturno 16 NO attività con movimenti ripetitivi oltre valori di C.L.OCRA di ….………… 6 17 Fornire scarpa antinfortunistica specifica 18 Fornire guanti in: nitrile 19 Eseguire antitetanica 20 Consigliata antitetanica 12 NO MMC sopra l’altezza delle spalle sottoguanti in cotone 21 vinile …...... Idoneo con uso di proprie lenti 22 Alternare postura eretta e seduta 23 Idonea a prolungare l’attività lav. in gravidanza fino alla fine dell’VIII mese 24 Segnalata anomalia acustica 25 Superamento val. limite monitoraggio biologico 26 Ruotare su varie postazioni per ridurre sforzo ripet. a: spalla dx sx gomito dx sx polso dx sx mano dx sx 27 ........................................................................................................................................................................................................ .................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................. Dichiaro di essere stato informato dal Medico durante questa visita sul significato e sugli esiti dei controlli sanitari ai quali sono sottoposto con il mio consenso, e che le informazioni da me riferite in sede di visita corrispondono a verità. IL MEDICO Firma del lavoratore:…………………………………………………… ……………………….....……………... Direttore Sanitario: Dott. Bruno Ricci Aut. P.S. 155 26/02/01 MEDOC srl – 47100 FORLI’ – Viale Vittorio Veneto, 1/a – CAP – Tel. 0543 36970 – Fax 0543 457413 47020 PIEVESESTINA di CESENA – P.zza Modigliani, 43 – Tel. 0547 1900470 – Fax 0547 1900472 www.medoc.it [email protected]