Modernità e Postmodernità - Dipartimento di Comunicazione e

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Modernità e Postmodernità - Dipartimento di Comunicazione e
Industria culturale e media studies
2015/2016
Modernità e Postmodernità
Moderni (solo?) a parole
«Nei momenti di disperazione della nostra vita –
come si ode ovunque – questa scienza non ha
nulla da dirci. Le questioni che la scienza esclude
per principio sono proprio le questioni scottanti
nella nostra infelice epoca per un’umanità
abbandonata agli sconvolgimenti del destino:
sono le questioni che riguardano il senso o
l’assenza di senso dell’esistenza umana in
generale»
(E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la
fenomenologia trascendentale, 1930)
Moderni (solo?) a parole
«Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo
chiusi in noi stessi. Le macchine che danno
l'abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza
ci ha trasformato in cinici, l'abilità ci ha resi
duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo
troppo poco. Più che di macchine abbiamo
bisogno di umanità. Più che d'intelligenza
abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza
queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà
perduto. »
(C. Chaplin , Il grande dittatore, 1940)
Moderni (solo?) a parole
«La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i
vestiti, fare lavori che odiamo per comprare
cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo
della storia, non abbiamo né uno scopo né un
posto. Non abbiamo la Grande Guerra né la
Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è
quella spirituale, la nostra Grande Depressione è
la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione
che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati
miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è
così. E lentamente lo stiamo imparando.»
(Tyler Durden, Fight Club, 1999)
Crisi e ripensamento
della modernità
Modernizzazione
Modernismo
Progetto della Modernità
Modernità eroica
Modernità liquida
Disagio della Modernità
Modernità in polvere
Modernità radicale
Modernità
Crisi della Modernità
Post- Modernità
Tardo Modernità
Il concetto di modernità
L’aggettivo moderno è la traduzione dal tardo latino dotto
modernum = attuale, recente
derivante a sua volta dall’avverbio
modum = ora, adesso
Indica ciò che è recente,
che si riferisce al presente:
moderno VS antico
Nell’Ottocento: moderno VS vecchio
CHE COSE’ LA MODERNITA’?
Un processo di evoluzione storica
Uno scenario di cambiamenti sociali e culturali
Un insieme di cambiamenti individuali e collettivi
Un quadro di sviluppi scientifici e tecnologici
“[…] every epoch sees in images the epoch which is to
succeed it, the latter appears coupled with elements of
prehistory”
W. Benjamin, Paris – Capital of the Nineteenth Century, 1933
Il concetto di modernità
“Non c’è mai stata
un’poca che non
si sia sentita a suo
modo moderna con la
lucida coscienza di
stare nel mezzo di
una crisi decisiva…
…Per questo ogni
epoca si presenta
irrimediabilmente
moderna”
W. Benjamin, Parigi. Capitale del XIX secolo, Torino, Einaudi, 1986
Il progetto della modernità
Il progetto della modernità
Il progetto della modernità nasce con gli
illuministi
Jürgen Habermas chiama
il progetto della modernità ciò che si
proponevano i grandi pensatori illuministi
nel XVIII secolo:
“sviluppare una scienza obiettiva, una
morale e un diritto universali e un’arte
autonoma secondo le rispettive logiche
interne”
Il progetto della modernità
Il progetto della modernità difeso da
Habermas è quello fondato sull’
autonomia della autonomia di arte,
morale e scienza, cioè della loro
fondazione su principi universali, in
grado di evitare il particolarismo delle
tradizioni: ciò comporta lo sviluppo di
attività separate e gestite da specialisti,
ma non necessariamente il loro totale
isolamento. Il progetto illuminista,
infatti, è anche un progetto di
razionalizzazione delle differenti sfere
dell’attività sociale, la cui autonomia è
orientata alla riforma della società,
della cultura, della vita quotidiana.
Il progetto della modernità
Il progetto della modernità nasce con
gli illuministi
Jürgen Habermas chiama
il progetto della modernità ciò che si
proponevano i grandi pensatori
illuministi nel XVIII secolo:
“sviluppare una scienza obiettiva, una
morale e un diritto universali e un’arte
autonoma secondo le rispettive logiche
interne”
Nascita del
progetto
Periodo collocabile tra l’epoca
rinascimentale e la Rivoluzione
Francese
Nascita degli Stati nazionali.
Nascita della società
capitalistica:
taylorismo, fordismo.
Differenziazione e mobilità
sociale.
Caratteristiche del progetto
La Storia
Nasce dalle conoscenze che si accumulano nel tempo e arricchiscono
l’esperienza del soggetto e conduce naturalmente verso il
progresso.
Il Progresso
Acquista una dimensione oggettiva che enfatizza il valore della
memoria collettiva e del sapere
La Cultura
E’ un’ accumulazione costante di conoscenze
Caratteristiche del progetto
Il Tempo lineare
è l’unità di misura del mondo e il suo vettore
di razionalizzazione
“Moderno”
è sinonimo, in questo contesto, di una cultura e di una
società che sono state plasmate da una visione
antitradizionale, ossia contraria a principi metastorici
e permanenti
Descartes si libera dal mondo delle sensazioni e
delle opinioni, tanto ingannevole da non
permettergli di risalire dai fatti alle idee e alla
scoperta del mondo creato da Dio.
Descartes si libera dell’idea di cosmo. Il mondo non
ha più unità; esso non è che un insieme di oggetti
offerti alla ricerca scientifica
Il mondo di Descartes non è né quello della natura
né quello dello spirito universale, è quello
dell’uomo che dubita e, con ciò, è separato da Dio,
ma anche che trova solido appoggio solo in se
stesso.
Il razionalismo dei Lumi vede la
libertà dell’uomo nel trionfo della
ragione e nella distruzione delle
credenze
René La Haye en Touraine,
31 marzo 1596 – Stoccolma
11 febbraio 1650, filosofo e
matematico francese ,
fondatore delle matematica
e della filosofia moderna. [
Renè Descartes, Discorso sul
metodo, 1637
"Siamo nani issati
sulle spalle dei giganti
che ci hanno
preceduto ed é solo
per questo che
riusciamo a vedere
lontano"
Bernardo Di Chartres, filosofo francese, XI secolo
"Scienza è qualsiasi
disciplina in cui anche
uno stupido di questa
generazione può
oltrepassare il punto
raggiunto da un genio
della generazione
precedente”.
Max Gluckman , antropologo britannico, XX sec
Le dicotomie della modernità
Le dicotomie della
modernità
Natura vs Cultura
Individuo vs Società
Corpo vs Anima
Soggetto vs Oggetto
Crisi della modernità
“Le cose crollano,
il centro non può
reggere.
Mera anarchia è
scatenata
sul mondo”
Sul concetto di modernità,
William Butler Yeats, Dublino, 1956,
poeta, drammaturgo, scrittore
La crisi della modernità
Il patto-scommessa
Lo Streben (la tensione conoscitiva interiore ):
“Mefistofele sfida Dio, dimostrando che Faust, pur affannato alla ricerca di
nuovi ed elevati saperi, è in realtà pur sempre disponibile ad un piacere che
proviene dall'abbandono della sapienza. La parola 'streben' caratterizza il
protagonista, il suo continuo sforzo di superare i limiti, di non appagarsi mai
in nessuna situazione; rappresenta anche lo spirito della borghesia, la sua
forza innovativa e rivoluzionaria.
Faust, nel primo prologo, è disperato: il sapere cui è pervenuto non gli
permette di conoscere l'intima essenza della Natura e decide dunque di darsi
alla magia, evocando Mefistofele.
Faust è salvato in extremis dal suicidio: sente la campane della pasqua e la
gioia che da esse deriva. In Faust, va sottolineato, convivono due anime in
contrasto: la prima tende al potere-sapere, l'altra ad un legame con il
mondo”.
Diego Fusaro, Johann Wolfgang Goethe
La Dialettica dell’Illuminismo
Il controllo scientifico della natura prometteva la libertà rispetto
alla povertà, ai bisogni e all’arbitrarietà delle calamità naturali
Il XX secolo – con i suoi campi di concentramento, due guerre
mondiali e l’esperienza di Hiroshima e Nagasaki – ha certamente
dissolto questo ottimismo
Horkheimer e Adorno in Dialettica dell’Illuminismo, alla luce
dell’esperienza della Germania di Hitler e della Russia di Stalin,
sostengono che la logica che si nasconde dietro alla razionalità
dell’Illuminismo è una logica di dominio e oppressione
La crisi della modernità. Alle origini dei mutamenti culturali
David Harvey, Edizioni Il Saggiatore, Milano, 1997
La crisi del progetto della modernità
La crescita della razionalità
finalizzata – strumentale non
porta alla realizzazione concreta
della libertà universale,
ma alla creazione di una gabbia
d’acciaio di razionalità
burocratica da cui non si può
fuggire
La crisi del progetto della modernità
Processo di urbanizzazione
Inserimento del concetto di massa
nel sistema politico nazionale
Secolarizzazione
Separazione di sfera pubblica/privata
Avvento dei mezzi di comunicazione
La crisi del progetto della modernità
Modernità, società e comunicazione
Fra l’Ottocento e il Novecento si sviluppa
la Sociologia, che cerca di ripensare la
nuova società moderna in rapporto alla
società tradizionale
?
Modernità, società e
comunicazione
Lo stile di vita urbano si fonda
sulla divisione del lavoro e sulla
razionalità astratta del denaro.
Impersonalità e Soggettività
L’individuo cerca di attirare
l’attenzione degli altri in un
mondo spersonalizzato
Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito,
1957
La crisi del progetto della modernità
La Relatività
Un universo relativo non è un universo fondato sul relativismo
assoluto ma sulla dialogicità e la pluralità.
E’ un “multiverso” che ci chiede di essere responsabili del nostro
punto di vista e delle nostre scelte, che reclama il riconoscimento delle
differenze.
Sepolta l’idea di una razionalità centrale della Storia, la Società della
comunicazione mette in scena le mille razionalità locali: minoranze
etniche, religiose, culturali, estetiche
La nuova scienza
L'evoluzione della fisica, della chimica, della biologia,
della termodinamica e della cibernetica nel XX
secolo, hanno reso necessario un nuovo tipo di
pensiero scientifico, più vicino a ciò che un tempo
era chiamato "pensiero quantitativo" e, allo stesso
tempo, lontano dalla preoccupazione unilaterale
della scienza classica per l'universale, il
deterministico, le categorie unilaterali.
La nuova scienza
Per questa nuova epistemologia, il disordine (l'entropia) non solo
permea l'ordine, ma crea l'ordine, dalle strutture dell'universo giù fino al
cervello dell'uomo e alla più complessa forma di tutte: la società umana.
Questo lascia spazio per un approccio multilaterale al gioco fra natura e
cultura, o potere e società così pure per le incertezze teorizzate dalla
scienza moderna
Per usare le parole di Prigogine:
“L'uomo sa di non avere più il potere di capire tutto da un unico centro
(il posto - si presume - occupato dal suo pensiero)”
Edgar Morin: le paradigme perdu: la nature humaine (Paris, 1973)
e La Méthode (Paris, 1977)
La crisi del progetto della modernità
Modernità relativa
Dalla logica dell’aut-aut
alla logica dell’et-et
Il mondo esiste sempre in
relazione a un osservatore.
Werner Heisenberg
(5 dicembre 1901,
Würzburg – 1 febbraio
1976, Monaco)
Non esiste un punto di vista
assoluto sull’universo ma
sempre e soltanto gli
infiniti punti di vista di
osservatori particolari
Albert Einstein
(14 marzo 1879,
Ulm - 18 aprile
1955, Princeton)
La crisi del progetto della modernità
La fine di un’illusione?
La società delle scienze umane, a
partire dall’Illuminismo, è quella in
cui l’uomo è diventato finalmente
oggetto di sapere, rigoroso, valido,
verificabile.
Johnny Deep in Sleepy Hollow, 1999
Regia di Tim Burton
L’uomo può diventare consapevole
di sé in una sfera pubblica, dove si
svolgono libere discussioni, senza
pregiudizi né superstizioni.
Jürgen Habermas
Il silenzio della ragione…
I soldati che tornano dalla
guerra non sono più ricchi
d’esperienza ma più poveri,
perché il trauma che hanno
vissuto li ha proiettati in una
dimensione estranea.
La povertà della loro esperienza
è povertà d’esperienza
comunicabile. Le prove che
hanno affrontato hanno
spezzato la “ragione abituale”.
Al di là del principio di piacere
1920, Sigmund Freud
Il silenzio della ragione…
“Non scriverò più nessun libro, né in
inglese né in latino perché la lingua in
cui mi sarebbe dato non solo di
scrivere, ma forse anche di pensare
non è il latino né l’inglese né
l’italiano o lo spagnolo, ma una
lingua di cui non una sola parola mi è
nota, una lingua in cui mi parlano le
cose mute, e in cui forse un giorno
nella tomba mi troverò a rispondere a
un giudice sconosciuto”
Hoffmanistal, Lettera di Lord Chandos,1902
Edward Munch, L’urlo 1893
Il mistero di
Sleepy Hollow
Titolo originale: Sleepy Hollow
Nazione: Usa
Anno: 1999
Genere: Horror
Durata: 1h e 51'
Regia: Tim Burton
Trama: 1799. Il poliziotto Ichabod
Crane viene inviato nel piccolo paese
di Sleepy Hollow per indagare su una
serie di omicidi commessi da
un presunto cavaliere senza testa.
King Kong
Titolo originale: King Kong
Nazione: Usa
Anno: 1933
Genere: Thriller
Durata: 90'
Regia: Merian C. Cooper, Ernest B.
Schoedsack
Trama: Carl Denham, avventuroso
produttore di documentari, parte con
la giovane disoccupata Ann verso Skull
Island, un'isola tropicale dominata da
Un gigantesco gorilla chiamato King
Kong. Dopo averlo catturato e portato
a New York per esibirlo, il gorilla riesce
a liberarsi. Lo uccideranno i caccia
sopra la vetta dell'Empire State Building,
dove Kong si era rifugiato con l'adorata
Ann.
Zelig
Titolo originale: Zelig
Nazione: Usa
Anno: 1983
Genere: Commedia
Durata: 80'
Regia: Woody Allen
Cast: Woody Allen, Mia Farrow
Trama: Storia di Leonard Zelig, un ebreo
americano, tra le due guerre, che nella sua
smodata smania di essere accettato e
amato ha sviluppato la capacità
camaleontica di assumere le caratteristiche
somatiche, psichiche e lessicali di chiunque
incontri. Apologo sul conformismo e lo
sforzo d'integrazione degli emigranti USA,
satirica riflessione sul mito del successo
La rosa purpurea
del Cairo
Regia: Woody Allen
Nazione: USA
Anno: 1985
Durata 85‘
Trama: New Jersey, 1935. La giovane
cameriera Cecilia, sposata a un
ubriacone, passa gran parte del suo
tempo al cinema. Un giorno viene
licenziata e torna a vedere La rosa
purpurea del Cairo, un fìlm che l'aveva
entusiasmata. Durante la proiezione, il
personaggio di Tom Baxter
esce dallo schermo e dichiara di amarla.
Pleasantville
Titolo originale: Pleasantville
Nazione: Usa
Anno: 1998
Genere: Commedia
Durata: 2h
Regia: Gary Ross
Cast: Tobey Maguire, Reese Witherspoon,
Jeff Daniels, Joan Allen, William H. Macy
Trama: Due teenagers degli anni ‘90, David
e Jennifer (Tobey Maguire e Reese
Whiterspoon), si ritrovano trasportati in una
sit-com in bianco e nero ambientata negli
anni '50. La loro presenza sconvolgerà la
piccola comunità.
Il cielo sopra
Berlino
Titolo originale: Der himmel über Berlin
Nazione: Francia e Germania
Anno: 1987
Genere: Drammaitco
Durata: 130'
Regia: Wim Wenders
Cast: Bruno Ganz, Solveig Dommartin,
Otto Sander
Trama: Due angeli, Damiel e Cassiel,
scendono dal cielo sopra Berlino
sulla città e osservano il comportamento
degli umani, la loro disperazione, ma non
possono fare nulla per aiutarli. Alla fine
Damiel, innamoratosi di una bella trapezista
dal cuore puro, perderà la sua
condizione di angelo e resterà nella città.
Matrix
Titolo originale: The Matrix
Nazione: Usa
Anno: 1999
Genere: Azione/Fantascienza
Durata: 131'
Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne,
Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Hugo
Weaving
Trama: Morpheus (Laurence Fishburn)
chiede l'aiuto di Neo (Keanu Reeves)
per liberare l'umanità dall'influsso
della vita artificiale conosciuta come
Matrix.
Tardomodernità
La modernità è finita ?
In realtà, è finita quella società in cui erano presenti la determinazione e la speranza,
l’illusione di poter risolvere tutti i problemi.
L’illusione della modernità è quella di affrontare ad uno ad uno i mille problemi
presenti nella società e di risolverli.
“La vera libertà viene barattata in favore della sicurezza”.
Zygmunt Bauman
"All'idolatria del progresso
si contrappose quella della sua maledizione:
si sommarono così due luoghi comuni”
Paul Valéry
Post- Modernità
Il termine “post – modernità”
viene introdotto nel 1930 da
Federico De Onis
Il testo di riferimento è:
“La condizione postmoderna”
di Jean-Francois Lyotard
L’ipotesi dominante di Lyotard
è che sia profondamente
mutata la condizione del
Sapere nelle società più
sviluppate
Il concetto di “tardo
modernità” viene elaborato
da Antony Giddens e
sviluppato all’interno del
volume “Le conseguenze della
Modernità”
Prendendo lo spunto da altri
autori, tra cui Beck, il
sociologo inglese punta ad
evidenziare la radicalizzazione
della crisi della Modernità
Tardo Modernità
La società postmoderna
“L’oggetto di questo studio è la
condizione del sapere nelle società più
sviluppate. Abbiamo deciso di
chiamarla postmoderna. La
definizione è corrente nella letteratura
sociologica e critica del continente
americano. Essa designa lo stato della
cultura dopo le trasformazioni subite
dalle regole dei giochi della scienza,
della letteratura e delle arti a partire
dalla fine del XIX secolo. Tali
trasformazioni saranno messe qui in
relazione con la crisi delle narrazioni”
Jean-Francois Lyotard, La condizione postmoderna,
Milano, 1981, Feltrinelli, p.5
La società postmoderna
La condizione postmoderna,
caratteristica della cultura nelle società
industriali avanzate, è quella di chi vive
in una società aleatoria con infiniti
conflitti disseminati in ogni settore;
nella quale si assiste alla fine delle
Grandi Narrazioni, cioè di una
comprensione dell'esperienza storica
come svolgimento unitario e dotato di
un senso coerente
Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di
progresso cumulativo di matrice illuminista e il
progresso non appare più certo ma rientra
nell'ordine delle possibilità
La società postmoderna
La condizione postmoderna,
caratteristica della cultura nelle società
industriali avanzate, è quella di chi vive
in una società aleatoria con infiniti
conflitti disseminati in ogni settore;
nella quale si assiste alla fine delle
Grandi Narrazioni, cioè di una
comprensione dell'esperienza storica
come svolgimento unitario e dotato di
un senso coerente
Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di
progresso cumulativo di matrice illuminista e il
progresso non appare più certo ma rientra
nell'ordine delle possibilità
La società tardomoderna
Cos’è la modernità?
“In prima approssimazione possiamo semplicemente dire che il termine
modernità si riferisce a quei modi di vita o di organizzazione sociale che
affiorarono in Europa intorno al XVII secolo e che successivamente estesero la
loro influenza a quasi tutto il mondo. Molti sostengono che con la fine del XX
secolo sta per dischiudersi una nuova era”
Ritmo del cambiamento (ex. il passaggio delle
informazioni);
Portata del cambiamento (ex. l’estensione dei
mercati, fino alla globalità);
Natura delle istituzioni moderne (ex. lo Stato
nazionale, la mercificazione dei prodotti, il lavoro
salariato).
Non siamo usciti dalla modernità, ne stiamo vivendo una
radicalizzazione
Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità,
1994, Bologna, Il Mulino, p. 15
La società tardomoderna
Partendo dalla
profonda
critica al concetto di postmodernità,
Anthony
Giddens
1938 – utilizza uno schema a 3 tempi:
Giddens
Sociologo inglese
Esponente del partito laburista britannico,
prima fase della membro
modernità:
illuminista
della camera
dei e illusa, convinta di poter
Lord
comprendere e governare
Ideatore della “terza via”
di Tony Blair
seconda fase della
realizzata
e gradualmente in crisi,
La modernità:
costituzione della
società, Ed.
Comunità,
Milano,sul “politeismo disincantato”, in cui
perché profondamente
basata
1990;
tutti possono aver
ragione a seconda del loro punto di vista
Oltre la destra e la sinistra,
Mulino, Bologna, 1997;
L’Europa
nell’età globale,
terza ed ultima fase:
modernità
radicale, basata sul ripensamento
Laterza, Bari,
degli stessi vincoli sociali che le prime forme di modernità avevano
fondato
La società tardomoderna
I momenti disgregativi, come quelli che
dominano nella modernità radicale, vedono la
complessità sociale indurre all’astrazione
processi e relazioni rispetto ai loro specifici
contesti, in dimensioni spazio-temporali e con
simboli e sistemi esperti che contribuiscono a
una forte insicurezza e alla frammentazione
dell’esperienza;
La fiducia è connessa con eventi che non
possono essere previsti, ed è necessaria nelle
società in quanto non sono trasparenti. A
questo processo la società fa fronte attraverso
forme di riaggregazione, che creano nuove
forme di relazioni sociali, comunitarie e
politiche , che sostituiscono
quelle tradizionali
La società della Seconda Modernità
Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a
Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle
conseguenze della modernità, individuando nell'epoca
contemporanea i tratti di una “seconda modernità”
La seconda modernità è in grado, da
un lato, di portare a compimento
alcuni dei processi iniziati nella
"prima modernità", dall'altro di
radicalizzare tali processi fino a
metterne in discussione le premesse
stesse
Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna,
Il Mulino
La società della Seconda Modernità
Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a
Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle
conseguenze della modernità, individuando nell'epoca
contemporanea i tratti di una “seconda modernità”
La seconda modernità è in grado, da
un lato, di portare a compimento
alcuni dei processi iniziati nella
"prima modernità", dall'altro di
radicalizzare tali processi fino a
metterne in discussione le premesse
stesse
Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna,
Il Mulino
La società della Seconda Modernità
Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a
Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle
conseguenze della modernità, individuando nell'epoca
contemporanea i tratti di una “seconda modernità”
La seconda modernità è in grado, da
un lato, di portare a compimento
alcuni dei processi iniziati nella
"prima modernità", dall'altro di
radicalizzare tali processi fino a
metterne in discussione le premesse
stesse
Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna,
Il Mulino
Modernità liquida
Il testo di riferimento è MODERNITÀ LIQUIDA di Zygmunt Bauman.
L’autore esprime profonde perplessità nei confronti di ogni tentativo
di definire la modernità delle società contemporanee
Modernità in polvere
Il testo curato da Arjun Appadurai mette in luce gli strettissimi legami tra
il concetto di modernità e quelli di globalizzazione e localizzazione
Modernità radicale
Il testo di riferimento è LA SOCIETA’ DEL RISCHIO. VERSO UNA SECONDA
MODERNITA’. Beck elabora una teoria secondo cui la modernità non è stata
affatto superata, ma è andata incontro ad una crisi e ad una rielaborazione
La Modernità liquida
La fluidità è lo stato dei liquidi e dei gas “La
proprietà caratteristica dei fluidi è il
continuo ed irreversibile mutamento di
posizione di una parte della materia rispetto
ad un’altra”
I fluidi hanno un legame profondamente
diverso rispetto ai solidi: si tratta di
relazioni spazio-temporali differenti
“La modernità solida è definita tale per la
sua tendenza a creare istituzioni durevoli e
stabili che la porta a privilegiare il legame
spaziale e territoriale all'effervescenza
temporale” .
Zygmunt Bauman
La Modernità liquida
Se per i corpi solidi la dimensione principale è lo spazio,
per i liquidi è il tempo la variabile determinante
La modernità è stata liquida da sempre: nonostante la formazione di
corpi solidi (istituzioni, reti sociali, comunità
ben definite), la modernità ha
continuato letteralmente
a liquefare ciò che incontrava
“Fondere i corpi solidi”, secondo
Marx ed Engels (Il Manifesto
del Partito Comunista), era
L’obiettivo dello spirito moderno
nei confronti di una società
considerata stagnante
Le categorie di
Bauman
Individualità
Un mondo sotto controllo
Il mondo nuovo (1932) di Aldous
Huxley e 1984 (1948) di George
Orwell rappresentano due mondi
profondamente differenti ma
anche due utopie negative che
prospettavano un futuro tetro
Un futuro in cui il margine di
libertà sarebbe costantemente
diminuito
Le categorie di Bauman
Individualità
Un mondo sotto controllo
Oggi l’ubbidienza agli standard sociali, culturali, ma anche lavorativi,
viene raggiunta attraverso la lusinga e la seduzione
La situazione, oggi, si è rovesciata e ora sono
i molti che controllano i pochi
(T. Mathiesen, The viewer society:
Michael Foucalt’s “Panopticon”rivisited,
in “Theoretical Criminology”, 1-2, 1997):
Gli spettacoli prendono il posto della mera
sorveglianza senza perdere alcunché del loro
potere disciplinativo
Le categorie di Bauman
Individualità
Un mondo sotto controllo
Vivere in mezzo a un numero
apparentemente infinito di possibilità
acquisisce il gradevole sapore del
poter diventare chiunque
La gabbia d’acciaio è stata spezzata
La libertà appare l’unica condizione
possibile
La società non esiste più, esiste
solo l’individuo o meglio il
consumatore la cui principale attività
diventa lo shopping esistenziale
Le categorie di Bauman
Individualità
Un mondo sotto controllo
Viene meno il concetto di
autorità, come anche quello
di autorevolezza: opinion
leader
Non esistono più punti di
riferimento precisi,
impersonati da autorità
Esistono esclusivamente
esempi che possono essere
presi in considerazione
Le categorie di Bauman
Individualità
Un mondo sotto controllo
La vita desiderata tende spesso a essere quella vista in televisione,
anche se paradossalmente proprio in televisione viene meno la barriera
tra sfera pubblica e sfera privata
I talk show legittimano il dibattito pubblico sugli affari privati,
attivandosi come rituali di esorcismo nei confronti delle più diffuse
paure e come confessioni pubbliche
Le categorie della modernità
Dalla premodernità alla postmodernità
MEDIUM
PAROLA
SCRITTURA
ELETTRICITÀ
MODALITÀ
ORALE
LETTERATA
DIGITALE
STRUTTURA
SOCIALE
COLLETTIVA
TRIBU’
INDIVIDUALE
PERSONA
CONNETTIVA
RETE
SIGNIFICATO
BASATO SUL…
CONTESTO
TESTO
IPERTESTO
HOMO COMMUNICANS
STRUTTURA
PSICOLOGICA
HOMO AEQUALIS
HOMO CLAUSUS
MODALITA’
PEDAGOGICA
PARLARE
PENSARE
HOMO COMPLEXUS
CONNETTERE
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Stato
Identità
nazionali
Burocrazia,
secolarizzazione
controllo
Localismi
globalizzazione
P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Società
Separazione
Pubblico
Privato
Ordine/Conflitto
“Società degli
individui”
Società della
comunicazione
P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Lavoro
Nobilitazione
dell’uomo
Taylorismo,
Fordismo
Flessibilità del
Capitale
P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione
Società
Il punto cruciale nel dibattito
sulla modernità è rappresentato
esattamente da questa coppia e
dal passaggio da un termine a un
altro:
Società tradizionale  Società moderna
Ferdinand Tönnies
(1855 – 1936)
Comunità e società (1887)
Gemeinschaft (comunità)
Gesellschaft (società)
Società
Nella società industriale
domina la logica della
razionalità diretta allo
scopo e della finalità
che può essere
calcolata
Max Weber, Economia e società,
(postuma, 1922)
Tempo
Le categorie della modernità
P
C
R
Categorie
Lineare
Frammentato
Istantaneo
Tempo
P = Progetto
C = Crisi
R = Radicalizzazione
La premodernità: il tempo circolare
Nel rapportarsi alla Realtà, i nostri Padri valutavano il tempo in base ai
fenomeni ciclici della Natura.
Risalirono alla genesi del tempo e si accorsero che essa iniziava
ad un certo punto della costituzione naturale.
Misuravano il tempo nel campo delle forze più sottili,
e secondo un processo ciclico, circolare, quindi, e non rettilineo
IL TEMPO DEL MITO
I popoli primitivi hanno un concetto di tempo legato al sacro, rifuggono il
tempo “profano”, considerato di scarso valore. Il rifiuto della storia si esprime
nella salvaguardia patrimonio tradizionale: i popoli pre-moderni non redigono
cronache, non registrano eventi, non raccontano la storia, ma usano l’archetipo
di un episodio storico trasformandolo in mito.
Il tempo è reale – solo se viene impiegato per riattualizzare il tempo sacro, il
tempo delle origini, il tempo del mito. Quando l’individuo agisce non tendendo
conto del sacro, compie qualcosa di irreale, inutile e pericoloso per la comunità.
Ne deriva una nostalgia delle origini, tipica di tutte le culture antiche (cfr. il mito
dell’età dell’oro), il rimpianto del tempo iniziale della creazione, quando il
mondo era in piena armonia, mentre nel presente si vive una situazione di
continua degradazione. In questo contesto si inserisce il rito, che serve a
riattualizzare quel tempo e a collocare il presente nel mito.
Il tempo
La modernità: il tempo lineare
La storia del tempo nasce con la modernità, o meglio:
la modernità è la storia del tempo
Ai tempi delle olimpiadi greche nessuno pensava di registrare
i record olimpici e tanto meno di infrangerli
Il tempo
La modernità:
il tempo lineare
Non esistevano i cronometri…
…ma non esisteva neppure
qualcosa che potesse essere
più veloce di un uomo o di un
animale, per questo non si
prestava attenzione alle singole
capacità motorie di un
individuo
Quando furono inventati mezzi meccanici in grado di diminuire
costantemente il tempo necessario a percorrere uno spazio, allora
spazio e tempo si scissero, diventando due categorie a se stanti
La modernità:
il tempo lineare
Il tempo lineare che si snoda tra
passato, presente e futuro e consente
la narrazione della storia, è legato al
monoteismo giudaico che situa il
tempo all'interno della creazione
Prodotto dell'eternità, il tempo ha un
inizio e conseguentemente una fine,
può essere narrato, frantuma ogni
ciclicità
La modernità: il tempo lineare
Il tempo venne a differenziarsi dallo spazio perché ora può essere più
facilmente cambiato e manipolato.
Nell’ambito di un’ipotetica equazione, in cui tempo e spazio
assumevano i caratteri di incognite variabili e indipendenti, il tempo si
dimostra l’elemento più dinamico
La modernità: Il tempo lineare
Come durante un viaggio, la continua accelerazione, e dunque
compressione del tempo, diede gradualmente la possibilità di
aumentare lo spazio percorso e raggiungibile: la modernità nacque
sotto le stelle dell’accelerazione e della conquista della terra
In tal modo nella prima modernità si affermò il tempo
standardizzato: il ritmo lavorativo fordista
Il tempo della crisi
La nostra esperienza è
caratterizzata dal divenire, sia
dei nostri stati interiori, sia
degli oggetti della natura.
Il divenire non è un
accostamento di differenti stati,
ma un fluire continuo nel quale
il passato si proietta nel
presente.
la durata è creazione continua
Henri Bergson
Il tempo della crisi
Il tempo "spazializzato“ è astratto ed
esteriore, è quello della meccanica, della
fisica, della scienza positivistica.
Bergson cita ad esempio una collana di
perle, uguali e separate fra loro.
Il tempo come "durata" è un tempo
spirituale; costituito da momenti
irripetibili;. ed è interiore. Bergson , a tale
proposito, fa l’esempio di un gomitolo di
filo che cambia continuamente e cresce
su se stesso. Il tempo come "durata"
dunque è auto-creazione continua e
libertà.
Henri Bergson
Il tempo della crisi
Secondo Baudelaire:
“La modernità è il transitorio, il
fuggitivo, il contingente, la metà
dell’arte, di cui l’altra metà è
l’eterno e l’immutabile”
Il pittore della vita moderna, 1863
La modernità sembra essere la
condizione in cui le uniche
certezze sono l’effimero ed il
mutamento
Il tempo della crisi
Attraverso questa definizione Baudelaire ci introduce nel
tempo della metropoli, luogo in cui si confondono folle e
razze, in le esperienze non si solidificano ma sono sfuggenti .
La storia di ogni individuo è composta da scene insignificanti
per l’uomo comune, mentre l’artista ci proietta nel mistero del
loro avvenire mediante la rappresentazione del bello.
Il bello, infatti, è fatto di un elemento eterno, invariabile, la cui
quantità è oltremodo difficile da determinare e di un elemento
relativo, di circostanza, che sarà, se si vuole, di volta in volta o
contemporaneamente, l’epoca, la moda, la morale, la
passione.
L’artista, per rappresentare il “bello” deve diventare “cittadino
del mondo”.
.Uomo di mondo come uomo del mondo intero, che capisce il
mondo e le ragioni misteriose delle sue usanze;
A muovere la sua attenzione per il mondo è “la curiosità”. Egli,
vive tra la gente e ne respira gli umori.
Il tempo della crisi
Memoria volontaria
L'ho finita con la psico-analisi. Dopo di averla praticata
assiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. Non ho
ancora congedato il dottore, ma la mia risoluzione è
irrevocabile. … In questa città, dopo lo scoppio della guerra, ci
si annoia più di prima e, per rimpiazzare la psico-analisi, io mi
rimetto ai miei cari fogli. il mio abbandono. Ma ora mi trovo
squilibrato e malato più che mai e, scrivendo, credo che mi
netterò più facilmente del male che la cura m'ha fatto. Almeno
sono sicuro che questo è il vero sistema per ridare importanza
ad un passato che più non duole e far andare via più rapido il
presente uggioso.
Italo Svevo
Ma di ciò non m'importerebbe gran fatto e non è questa la ragione per cui lascio la cura. Se le
ore di raccoglimento presso il dottore avessero continuato ad essere interessanti apportatrici di
sorprese e di emozioni, non le avrei abbandonate o, per abbandonarle, avrei atteso la fine della
guerra che m'impedisce ogni altra attività. Ma ora che sapevo tutto, cioè che non si trattava
d'altro che di una sciocca illusione…come potevo sopportare la compagnia di quell'uomo
ridicolo, con quel suo occhio che vuole essere scrutatore e quella sua presunzione che gli
permette di aggruppare tutti i fenomeni di questo mondo intorno alla sua grande, nuova teoria?
Impiegherò il tempo che mi resta libero scrivendo. Scriverò intanto sinceramente la storia della
mia cura.
(La coscienza di Zeno, 1923)
Il tempo della crisi
Nella crisi del progetto della modernità,
dal tempo lineare si passa a un tempo “nuovo” e
incomunicabile che perciò non è più amico dell’uomo
O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita
e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore
cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.
Il nemico, C. Baudelaire
Ricordati che il tempo è giocatore avido:
guadagna senza barare, ad ogni colpo! È
legge.
Il giorno declina, la notte cresce; ricordati!
L'abisso ha sempre sete; la clessidra si
vuota.
L’orologio, C. Baudelaire
Il tempo e la memoria
Memoria involontaria
"Ogni ora della nostra vita, appena
morta, s'incarna e si nasconde in qualche
oggetto materiale, e vi resta prigioniera
per sempre, salvo che noi non ci
imbattiamo in quell'oggetto. Attraverso
lui la riconosciamo, la chiamiamo ed
essa viene liberata ..."
L’universo del protagonista è
racchiuso in una tazza di tè
La memoria involontaria mette in crisi il tempo
omogeneo e lineare
Il tempo della crisi
La "fine della storia":
è un ritorno al "tempo
immobile" degli antichi,
all’istante eterno
"In contrasto con un tempo
lineare e progressivo che
diventa rapidamente omogeneo
ed esteriore,
il tempo vissuto socialmente e
individualmente è quello della
ripetizione, della circolarità"
Il tempo della crisi
Ne è testimonianza la catastrofe dell’idea di progresso, che esigeva
che il presente fosse interpretato esclusivamente alla luce di un
futuro concepito come "miglioramento" o "ottimizzazione": queste
belle promesse, sempre tradite, non fanno più sognare.
Gli uomini, incapaci di credere nell’avvenire e spesso privati del
ricordo del passato, vogliono ormai vivere nel presente, accettare "il
gioco del mondo, o il mondo come gioco".
Maffesoli fa notare che la vita come gioco è una sorta di
accettazione del mondo così com’è.
M. Maffesoli, L’instant éternel, Denoël, Paris 2000
Il mito dell’eterno ritorno
“Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua
più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che
adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e
un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma
tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed
ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso
ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli
alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti
getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il
demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si
impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di
fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di
nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda
graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto”
F. Nietzsche, La gaia scienza (1882)
Il mito dell’eterno ritorno
“Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua
più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che
adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e
un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma
tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed
ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso
ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli
alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti
getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il
demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si
impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di
fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di
nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda
graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto”
F. Nietzsche, La gaia scienza (1882)
Il mito dell’eterno ritorno
Questo è l’eterno ritorno dell’uguale.
La vita non è più una linea retta che
rimanda sempre a un domani per la sua
realizzazione, ma è un’interminabile
ripetizione di se stessa. Un’ininterrotta e
identica ripetizione di quello che
abbiamo vissuto così come lo abbiamo vissuto,
di quello che stiamo
vivendo, di quello che vivremo.
Nietzsche sostituisce a questo individuo impaurito,
debole e disarmato un uomo nuovo, Il Superuomo ,
che abbandona una prospettiva finalistica della vita e
afferma il “ qui e ora” come imperativo dell’essere,
accettando l’esistenza con una carica, entusiastica, “
dionisiaca”.
Il mito dell’eterno ritorno
“L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha
messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni
cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche
questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha
questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per
negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che
non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in
precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel
terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla.
Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati
africani del quattordicesimo secolo che non ha
cambiato nulla sulla faccia della terra, benché
trecentomila negri vi abbiano trovato
la morte fra torture indicibili.”
Milan Kundera,
L’ insostenibile leggerezza dell’essere
Il mito dell’eterno ritorno
Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, le nostre vite possono apparire in tutta la
loro meravigliosa leggerezza.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa?
Il fardello più pesante ci opprime, ci schiaccia al suolo. Quanto più il fardello è pesante,
tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica.
Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero
dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, diventi solo a metà reale e i
suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato.
Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza?
Questa domanda se l’era posta Parmenide nel sesto secolo avanti Cristo. Egli vedeva
l’intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo,
essere-non essere. Uno dei poli dell’opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il
sottile, l’essere), l’altro negativo. Questa suddivisione in un polo positivo e in uno
negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso: che cos’è positivo, la
pesantezza o la leggerezza?
Parmenide rispose: il leggero è il positivo, il pesante è negativo.
Aveva ragione oppure no? Questo è il problema. Una sola cosa era certa: l’opposizione
pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni
Milan Kundera,
L’ insostenibile leggerezza dell’essere
Il tempo istantaneo
La tecnologia che domina e foggia il mondo in cui viviamo
è fatta di macchine, nel senso tradizionale del termine,
ma è soprattutto definita, in modo essenziale, da sistemi
di raccolta e trasmissione delle informazioni.
La riduzione della storia sul piano della simultaneità
sottolinea
la contemporaneità del mondo contemporaneo
La conoscenza analogica
A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma di
conoscenza analogica (o olistica).
L’ipotesi di una coesistenza di
elementi contraddittori, coincide
con le differenze tra epoca moderna
e tardo-moderna.
“L’analogia è una tecnica
simbolica che, contrariamente
alla dialettica, non supera le
contraddizioni, ma le mantiene
in quanto tali in una globalità
conflittuale di cui l’amore e l’odio,
la crudeltà e la tenerezza”.
M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso,
Garzanti, Milano, 1990
La conoscenza analogica
A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma di
conoscenza analogica (o olistica).
L’ipotesi di una coesistenza di
elementi contraddittori, coincide
con le differenze tra epoca moderna
e tardo-moderna.
“L’analogia è una tecnica
simbolica che, contrariamente
alla dialettica, non supera le
contraddizioni, ma le mantiene
in quanto tali in una globalità
conflittuale di cui l’amore e l’odio,
la crudeltà e la tenerezza”.
M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso,
Garzanti, Milano, 1990
Syncronicity
Secondo la fisica quantistica la realtà è coinvolta in una danza
astratta; tutte le particelle possono essere divise in due gruppi
a seconda della danza che eseguono, alcune compiono una
danza antisimmetrica, altre una danza simmetrica.
In contrasto con la
concezione
giudaico-cristiana
del tempo lineare,
la psicologia junghiana
ha anche esplorato una
dimensione sincronica, critica nei confronti della centralità
della logica di causa-effetto, uno dei capisaldi della scienza
newtoniana.
Spazio
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Spazio
Esteso
Metropoli
Annullato
P = Progetto
C = Crisi
R = Radicalizzazione
Lo spazio
La società dell’immagine con i
suoi linguaggi e i suoi apparati si sviluppa
nell’Ottocento.
Il mondo si trasforma in immagine, e così anche lo
spazio, perché è solo in questo modo che si può
possederlo realmente.
Nascono così le grandi Esposizioni Universali:
insediamenti territoriali in grandi scenari
metropolitani in cui vengono pubblicizzate le
tecnologie e le merci per affermarle nei
rapporti di potere della società e della vita
quotidiana
A. Abruzzese, D. Borrelli,
L’industria culturale. Tracce e immagini di
un privilegio
Modernità e metropoli
Nei grandi centri urbani del XIX
secolo si ridefiniscono i rapporti tra
spazio interno e spazio esterno.
Nella metropoli mezzi fantasmagorici
cercano di valorizzare la visibilità:
l'illuminazione nelle strade,
l’esposizione delle merci nelle
vetrine, lo spettacolo delle
Esposizioni universali.
Le grandi Esposizioni Universali
rendono omaggio ai beni della
civiltà occidentale. Le vetrine fanno
sognare i passanti e promuovono
desideri, in sintonia con la sensibilità
romantica.
Modernità e
metropoli
Nella metropoli i vecchi legami
vengono recisi, crescono i
contatti interpersonali e casuali
Le scelte individuali si vanno a
collocare su una linea di confine
tra autonomia ed eteronomia
Nell’organizzazione del tempo metropolitano le tradizioni rituali della
dimensione comunitaria primitiva sono venute a mancare e il potere
delle immagini va assumendo una funzione fantasmagorica
Nathaniel Hawthorne (Wakefield), Edgar Allan Poe (L'uomo della folla)
Modernità e metropoli
Walter Benjamin,
l’individuo nella società moderna non deve sapere orientarsi,
ma sapersi perdere.
Georg Simmel,
la metropoli garantisce il massimo livello di sviluppo per la vita
individuale :
“Il punto decisivo è che la vita urbana ha trasformato la lotta con la
natura per il cibo in una lotta per l’uomo”
“Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la
preponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullo
spirito soggettivo”
La razionalità inserita in una semplice macchina da cucire (oggettività priva di
coscienza, progettata però consapevolmente da uno o più uomini) prende il
posto della coscienza, dell'abilità, della capacità, dell'attenzione della donna
che con l'ago e il filo eseguiva a mano le medesime operazioni
Modernità e metropoli
La metropoli è il luogo in cui la concentrazione della produzione
industriale (nella forma della merce) e l’immaginario artistico
entrano in contatto.
“Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la
preponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullo
spirito soggettivo: in altre parole, nel linguaggio come nel diritto,
nella tecnica della produzione come nell’arte, nella scienza come
negli oggetti di uso domestico, è incorporata una quantità di
spirito al cui quotidiano aumentare lo sviluppo spirituale del
soggetto può tener dietro solo in modo incompleto, e con distacco
sempre crescente [...]”
G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito
Modernità e metropoli
Walter Benjamin
Il flâneur non è un individuo
che vaga sperduto nella
metropoli moderna. Ne è
piuttosto l’esploratore, il
soggetto che nella molteplicità
delle persone, nel proliferare
delle merci e nell’incontenibile
crescita
“ dei messaggi culturali
tenta di cogliere ciò che è
veramente significativo. Le sue
strategie di orientamento, sono
fondate sull’attenzione per ciò
che è marginale e trascurato
L ‘individuo Blasè è colui che
abita nella metropoli, è
disincantato e annoiato, “ha già
visto tutto”, è indifferente nei
confronti di tutta la varietà
Georg Simmel,
qualitativa delle cose; il
susseguirsi quotidiano di notizie
ed emozioni fa divenire tutto
normale, consuma le energie
anche se poi questa annoiata
o
indifferenza è solo una forma di
difesa posta in essere
dall’abitante della metropoli, di
fronte alla frenesia che
caratterizza la vita delle grandi
città
Modernità e metropoli
“In ogni caso, l’individuo è sempre meno
all’altezza dello sviluppo lussureggiante
della cultura oggettiva [...] l’individuo è
ridotto ad una quantité négligeable, ad
un granello di sabbia di fronte ad
un’organizzazione immensa di cose e di
forze che gli sottraggono tutti i progressi,
le spiritualità e i valori, trasferiti via via
dalla loro forma soggettiva a quella di
una vita puramente oggettiva”
(G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito)
Lo spazio
I non-luoghi
Il concetto di non-luogo può
essere fatto risalire a Marc Augè e
a Georges Benko.
Sono tali i luoghi in cui viene scoraggiata
ogni possibilità di insediamento duraturo,
in cui è impossibile la possibilità di
colonizzazione.
Il non-luogo è uno spazio privo delle
espressioni simboliche di identità,
relazioni e storia.
Sono gli aeroporti, le stanze d’albergo,
i mezzi pubblici di trasporto.
In un non-luogo, chiunque deve sentirsi
a casa propria, ma nessuno deve
comportarsi come a casa propria.
Il bello e l’utile
L’arte si collega sempre
più strettamente alla vita
quotidiana, all’estetizzazione
egli oggetti (design), al culto
delle forme, al rispetto
dell’ambiente.
Dagli oggetti misurabili,
sostituibili, analizzabili,
Dall’organizzazione rigorosa della
realtà agli oggetti estetizzati, che
diventano merci, immagini, consumi.
Media e Modernità
Nella civiltà dell’immagine…
La Modernità è segnata dall’esperienza
Dell’interazione mediata e dall’agire a
distanza.
I media esprimono il bisogno che
venga restituita visibilità agli oggetti e ai
soggetti che occupano il proprio ambiente
di vita: Esposizioni Universali, fotografia,
cinema, televisione, Rete.
Le immagini rappresentano le forme di
riappropriazione simbolica di una società
nella quale si moltiplicano segni e presenze.
L’evoluzione dell’industria culturale
coincide con la storia della metropoli.
“Dai viaggi in terre lontane ai viaggi nella propria stanza e
nella propria testa. Questa è anche la storia dei media. Dalla
fotografia che scopre il mondo delle cose all’informazione
audiovisiva; dallo straniero in quanto eroe dell’immaginario
ottocentesco all’ospite in studio del set televisivo.
Dallo schermo al computer.
A ogni mutamento il soggetto si è trovato a disporre di una
artificialità dell’espressione che affondava le sue radici nel
mutamento stesso e cioè nei bisogni del soggetto.”
A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e Gabriele Montagano,
La scena immateriale, Costa & Nolan, Genova, 1994, p. 117
“Giunti a non essere più compatibili con i precedenti mezzi di
rappresentazione e di comunicazione, l’azione espressiva del soggetto li
forza, distorce, destruttura, sino a farli implodere in un nuovo mezzo di
espressione. L’immaginazione umana è spinta dal desiderio di ridare
corpo, presenza, visibilità a ciò che produce. Per questo essa ha superato
le mura e le strade della metropoli, la pagina scritta e la scena teatrale,
arrivando così allo schermo cinematografico, per questo il video ha
moltiplicato i suoi territori iperreali.”
A. Abruzzese, Nemici a se
stessi, in A. Ferraro e Gabriele
Montagano, La scena
immateriale, Costa & Nolan,
Genova, 1994, p. 117
Società e identità
La rivendicazione dell’uguaglianza nel periodo illuministico si presentò
come un movimento di reazione alle disuguaglianze subite da grandi
masse ed individui e divenuti per essi insopportabili.
Queste disuguaglianze non furono avvertite in prima istanza come lesive
di un astratto diritto a essere uguali, ma della più primaria e sentita
esigenza di affermare liberamente la propria personalità.
L’uguaglianza apparve cioè come uno strumento per far valere
l’individualità negata.
G. Simmel, Forme dell’individualismo, Armando, 2001
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Soggetto
Identità forte
Identità debole
Identità plurime
P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione
Evoluzione del concetto
di Identità
L’uomo della Modernità era
determinato da eventi naturali e
abitudini sociali.
L’uomo della Crisi è costretto a
creare il proprio destino, prova un
sentimento di insecuritas e sensi di
colpa, non trova più la strada della
salvezza.
Spezzati i legami che connettevano
l’esistenza umana alla natura, agli
altri e a Dio, l’uomo si ripiega su se
stesso e ascolta la vita che scorre al
proprio interno.
Identità
Uno….
L’individuo moderno era un individuo
“sostanziale” dotato di un nucleo metafisico
a cui fare riferimento e nello stesso tempo,
contro cui lottare per liberarsi dai vincoli
della tradizione, della morale, della
religione, dello Stato.
L’individuo moderno affronta la lotta
prometeica contro le forze della natura e
contro l’ordine sociale tradizionale.
Renè Descartes
(La Haye, Turenna 1596 Stoccolma 1650)
Opera di riferimento:
Discorso sul metodo
1637
Identità
?
... nessuno, ….
Il soggetto forte cartesiano, homo oeconomicus, lascia il posto
a un’identità frammentaria e nomade.
Nella crisi della modernità l’identità non è più un dato ma
una sfida, un processo sempre più affidato alle risorse e alle
capacità individuali.
… centomila
In un mondo in continuo
mutamento, il soggetto ha il
problema di garantire un nucleo
stabile.
La sfida ora non è più il
cambiamento, ma assicurare
l’unità e la continuità della storia
Individuale.
Identità
Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di
certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me
ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici
o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al
punto di venire da me per qualche consiglio o
suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli
occhi e gli rispondevo:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
- Grazie, caro. Questo lo so.
- E ti par poco?
Il fu Mattia Pascal,
Luigi Pirandello (1904)
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa
volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè,
come prima, all'occorrenza:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
Libertà vs uguaglianza
Lo scontro di libertà e uguaglianza
produce una rottura dell’equilibrio
illuministico

Si credeva che la libertà avrebbe
prodotto un’uguaglianza naturale,
universale e duratura
L’individualismo illuminista è
quantitativo

Uomo universale
L’uomo universale
Liberazione dell’uomo dalla tradizione, dalla religione,
dalla metafisica, dai legami causali della natura (Kant)
Al razionalismo del XVIII sec. non interessava l’uomo
particolare ma l’uomo astratto, che si emancipa dalle
corporazioni medioevali
“un essere razionale deve essere senz’altro un individuo,
ma non questo o quell’individuo determinato” (Ficthe)
Identità eroica
In Nietzsche trova piena affermazione
l’individualismo ottocentesco dell’unicità
Ogni uomo rappresenta l’umanità in una
forma particolare
Gli individui resi autonomi dalle istituzioni
vogliono ora distinguersi l’uno dall’altro
Il superuomo è il soggetto del superamento
della soggettività della razionalità classica
Friederich Wilhelm Nietzsche
(15 ottobre 1844 – 25 agosto 1900)
…colui che sa “continuare a
sognare sapendo di
sognare” …
Identità eroica
L’unico mondo reale è quello dell’esperienza, le cui
contraddizioni non si risolvono però in una sintesi
razionale, salvifica e consolatrice
I fatti non esistono ma esistono solo le interpretazioni.
Il mondo è un testo misterioso e non ancora decifrato
La scienza ora è una struttura coerente di errori indispensabile alla
sopravvivenza dell’uomo; per rendere calcolabile e controllabile l’avvenire ne
elimina l’imprevedibilità e l’innovazione.
Un filo invisibile lega arte e scienza:
è stata l’arte, che favorendo il culto del “non vero” e della finzione, ha reso
accettabile il modo in cui oggi si presenta la scienza.
Identità e inconscio
Oltre il silenzio possono prodursi nuove
parole, strumenti per decifrare ciò che
non si sa, l’impensato.
Sigmund Freud
(1856 Freiberg – 1939 Londra)
E’ l’inconscio di Freud,
un luogo sconosciuto nel quale ci si avventura
nell’assenza e nel groviglio di parole, attraverso
l’interpretazione e la costruzione critica.
Nel 1900 viene pubblicato il poderoso lavoro:
l'interpretazione dei sogni.
Identità e assurdo
E’ l’insetto della Metamorfosi di Kafka
(3 luglio 1883, Vienna - 3 giugno 1924, Kierling), che con il suo
sguardo acuto osserva le cose, cogliendone il bordo acuto e
tagliente
Identità e assurdo
L’uomo moderno è schiacciato
da organismi statali e burocratici
che lo dominano senza che egli
neppure ne conosca il volto, gli
scopi, i procedimenti.
Dalla deformazione del
quotidiano nascono situazioni
grottesche
L’inquietudine,
l’insoddisfazione, e nel
frattempo, l’attesa di
un’indicazione, di un messaggio,
la ricerca di una Legge
caratterizzano la condizione
dell’uomo moderno
Identità e assurdo
“Gregor si spaventò nel sentire la
propria voce che rispondeva alla
madre, era sempre la sua di prima,
non si poteva sbagliare, ma vi si
mescolava, nei toni bassi, un pigolio
doloroso impossibile a sopprimere
che lasciava sussistere le parole
soltanto nel primo istante in cui erano
pronunciate e poi le soffocava, tanto da non sapere
se erano state capite o no”
La metamorfosi
Franz Kafka, 1916
Identità e metamorfosi
Identità e metamorfosi
Il Bruco e Alice si guardarono a vicenda per qualche tempo in
silenzio; finalmente il Bruco staccò la pipa di bocca, e le parlò
con voce languida e sonnacchiosa:
Chi sei? - disse il Bruco.
Non era un bel principio di conversazione. Alice rispose con
qualche timidezza: - Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti
chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d'allora
credo di essere stata cambiata parecchie volte.
- Che cosa mi vai contando? - disse austeramente il Bruco. Spiegati meglio.
- Temo di non potermi spiegare, - disse Alice, - perchè non
sono più quella di prima, come vedi.
- Io non vedo nulla, - rispose il Bruco.
- Temo di non potermi spiegare più chiaramente, - soggiunse
Alice in maniera assai gentile, - perchè dopo esser stata
cambiata di statura tante volte in un giorno, non capisco più
nulla.
- Non è vero! - disse il Bruco
Consigli del bruco,
Alice nel Paese delle
Meraviglie (1865)
di Lewis Carroll
Identità e metamorfosi
In una società molto differenziata l’uomo fa l’esperienza diretta della
propria diversità, ma sperimenta anche la difficoltà di riconoscersi negli
altri.
Un io molteplice non fa riferimento a un’essenza permanente, ma al
processo delle proprie identificazioni successive
Attraverso i cambiamenti
di forma l’identità
diventa un processo di
negoziazione tra parti
diverse di noi stessi e
diversi sistemi di
relazione ma l’
indebolimento delle
Zelig, Usa, 1983, regia di Woody Allen
identificazioni esterne
produce l’esigenza di trovare nuove radici e rassicurazioni
Le categorie della modernità
Categorie
P
C
R
Cultura
Accumulazione
costante di
Sapere
Relativismo,
falsificabilità,
incertezza
Eccedenza
comunicativa
Cultura Alta
MidCult
MassCult
P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione
Modernità e
civilizzazione
Nel lungo processo che conduce
alla Modernità la forma e la forza
dell’autocontrollo cambiano
seguendo una linea di sviluppo storico
Sigmund Freud
(1856 Freiberg – 1939 Londra)
“La tendenza aggressiva è nell’uomo una
disposizione pulsionale originaria e indipendente,
che la civiltà trova in essa il suo più grave ostacolo …”
La civiltà è disagio perché l’uomo per vivere insieme agli altri
rinunciando in gran parte alla libera espressione di una parte della
sessualità
Modernità e civilizzazione
La società di corte è il luogo nel quale
prende avvio il processo di
razionalizzazione da cui nasce il mondo
moderno.
Man mano che l’aristocrazia si trasferisce
a corte e il potere centrale si consolida,
nasce un habitus più pacifico e
addomesticato.
I cavalieri medioevali erano guerrieri rudi
e violenti, i cavalieri che vivono a corte
sviluppano un tipo di autocontrollo,
sostituendo all’aggressione fisica
strategie di studio dell’avversario che
necessitano di introspezione psicologica.
Modernità e civilizzazione
Elias dà della civilizzazione una lettura
sostanzialmente positiva.
Nonostante non siano scomparsi conflitti e
sofferenze, tuttavia la civiltà pacifica produce
un minor grado d’infelicità generale
Freud considera la repressione
degli istinti come un prezzo
troppo alto da pagare per la la
civiltà pacificata
Modernità e civilizzazione
L’uomo moderno è un uomo che si auto-reprime in misura
molto superiore a quella di uomini di società più semplici.
Attraverso il processo di civilizzazione gli uomini rinunciano
sempre più regolarmente alla soddisfazione dell’istintualità,
ad esprimere le emozioni, eliminando al violenza fisica dai
rapporti sociali.
Norbert Elias
La civiltà delle buone maniere,
Il processo di civilizzazione,
Bologna, Il Mulino, 1982
Modernità e civilizzazione
La razionalizzazione è un aspetto della civilizzazione
L’avanzare della civiltà produce sul versante macro
l’affermazione del potere statale si realizza grazie a una
concentrazione delle risorse economiche, simboliche,
mentre sul versante micro l’individuo tende a sviluppare un
autocontrollo sempre più omogeneo e continuo.
Media e Modernità
Nascita dell’industria culturale moderna
Sviluppo degli
apparati di
produzione e
distribuzione dei beni
culturali
Creazione di un mercato di massa
Modernità e mezzi di
comunicazione
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha avuto un ruolo di
fondamentale importanza nella nascita delle società moderne
A partire dalla metà del diciannovesimo secolo si verifica una
grande espansione delle reti di comunicazione e informazione
che progressivamente estendono la loro ampiezza fino a
raggiungere una dimensione globale
Modernità e mezzi di
comunicazione
L’uso dei mezzi di comunicazione implica la creazione di
nuove forme di azione e di interazione nel mondo sociale, di
nuovi tipi di relazione e di nuovi modi di rapportarsi agli altri e
a se stessi per la prima volta indipendenti dalla condivisione
di un medesimo ambiente
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha reso visibile il
potere su una scala senza precedenti
Modernità e mezzi di
comunicazione
L’incontro con l’opera d’arte è un modo
di fare esperienza, attraverso
l’immaginazione di altri mondi possibili,
facendo uscire l’uomo dal suo mondo
“reale”.
M. Heidegger definisce la Modernità
come “l’epoca delle immagini del
mondo”.
Si può uscire dalla modernità?
Si può uscire dalla Modernità?
La Modernità è l’epoca in cui diventa un valore determinante il fatto di
essere moderni
Nessuno sa cosa c’è fuori, né se si può uscire, e questo dà un senso di
vertigine, che viene sintetizzato razionalmente con il prefisso POST
Pensiamo di ribellarci alla Modernità ma abbiamo a disposizione solo i
suoi linguaggi, le sue regole, le sue categorie concettuali
Si tratta di concetti dati per scontati: il soggetto di cui parla la sociologia
classica è implicitamente bianco, forte, sano, adulto
La modernità è più autoriflessiva che critica
Si può uscire dalla Modernità?
La Storia come scrittura di gruppi e classi sociali
dominanti.
La memoria collettiva ha sempre un carattere ideologico
(Benjamin 1938, Tesi sulla filosofia della storia)
I movimenti che hanno voluto esprimere altre
soggettività si sono scontrati con il Potere
La modernità è più autoriflessiva che critica
In conclusione…
Modernizzazione
Modernismo
Progetto della Modernità
Modernità eroica
Modernità liquida
Disagio della Modernità
Modernità in polvere
Modernità
Crisi della Modernità
Modernità radicale
Post- Modernità
Tardo Modernità
Indicazioni bibliografiche
Arjun Appadurai, MODERNITA ’ IN POLVERE,
2001, Roma, Meltemi
Zygmunt Bauman, MODERNITÀ LIQUIDA, 2002,
Bari, Laterza
Ulrick Beck, I RISCHI DELLA LIBERTÀ, 2000,
Bologna, Il Mulino
David Harvey, LA CRISI DELLA MODERNITA ’ ,
1997, Milano, Est
Anthony Giddens, LE CONSEGUENZE DELLA
MODERNITÀ, 1994, Bologna, Il Mulino
Lyotard,
LA
CONDIZIONE
POSTMODERNA, 1981, Milano, Feltrinelli
Jean-Francois
Taylor,
IL
DISAGIO
MODERNITA’,1999, Bari, Laterza
Charles
DELLA
John B. Thompson, MEZZI DI COMUNICAZIONE
E MODERNITA’, 1998, Bologna, Il Mulino