unione sarda 15 02 2010
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unione sarda 15 02 2010
4 CRONACA REGIONALE L’UNIONE SARDA L’APPELLO AGLI ENTI lunedì 15 febbraio 2010 LA NUOVA FRONTIERA LA FIERA Unanime la richiesta degli operatori per una maggiore presenza delle istituzioni Escursioni con maschera e bombole, archeologia, ospitalità e cucina tipica DIVING E IMMERSIONI Eudi, business sardo tra mare e terra A Bologna il turismo subacqueo volano dei prodotti dell’Isola DAL NOSTRO INVIATO ROBERTO RIPA BOLOGNA. Vale più una cernia bruna che nuota tra le secche sommerse o lo stesso esemplare poggiato su un letto di patate al forno? La gola non avrebbe dubbi, ma il portafogli protesterebbe. A dirlo sono la Colorado State University e l’Università di Economia di Sassari, sede distaccata di Olbia, in un dossier sulla cernia bruna nei fondali dell’Area marina di Tavolara, promosso all’Eudishow. Perché qui, alla fiera internazionale Alghero Sul caicco per vincere il confronto con i tropici BOLOGNA. La posta in gioco è alta. Mar Rosso e Maldive dirottano su altre mete flussi consistenti del turismo subacqueo nazionale ed europeo. Fondali ricchi di coralli, colori e una varietà di fauna spettacolare. Eppure non è una questione di fascino. La ha capito molto bene il Capo Galera diving center di Alghero, capitanato da Gaddo Risso, 39 anni, che per reggere la concorrenza con i mari tropicali ha lanciato la sfida a bordo di uno storico caicco turco, un due alberi di 26 metri e settanta tonnellate di stazza. Un elegante e comodo diving, completo di attrezzature per una crociera nel Mediterraneo tra mogano, vele, cucina sarda e naturalmente fondali da scoprire. Hande di Capo Galera, è la proposta algherese che a Bologna ha convinto. «Il mercato dei mari tropicali è agguerrito e talvolta i costi che dobbiamo sostenere in Sardegna non ci permettono di essere concorrenziali - spiega Gaddo Risso - ma possiamo giocare alla pari sfruttando le nostre capacità di fare turismo». E qui scatta l’estro: l’abbinamento di una buona cucina sarda, una natura che ai tropici si sognano e soprattutto la storia e l’archeologia che rendono la crociera sub nel Mediterraneo assolutamente unica». Dalle falesie di Capo Caccia dove si vive un’avventura straordinaria nelle grotte sommerse, ai fondali selvaggi dell’Asinara, per raggiungere Castelsardo e Santa Teresa con le splendide gorgonie rosse frequentate da cernie e dentici. (r. r.) del mondo sottomarino che oggi conclude la quattro giorni di affari a Bologna Fiere, tutela dell’ambiente fa sempre rima con business. «Lo studio ha dimostrato come la cernia bruna, nel suo ambiente, crea un importante interesse turistico alimentando un giro d’affari che ruota intorno a qualche milione di euro. Da morta evidentemente, molto meno spiega Pier Panzalis, originario di Carlo Forte, ma responsabile dell’ufficio Ambiente dell’Amp di TavolaraCapo Coda Cavallo, a Bologna per promuovere le immersioni nella ri- serva. Insomma lo sviluppo economico passa anche per le attività sub e il turismo attivo. Argomenti clou per gli operatori sardi in fiera, alle battute finali. «Tantissima gente interessata alla Sardegna», commenta Vincenzo Piras, Bosa Diving Center. Sull’attrazione della costa occidentale sarda, parla anche Raimondo Pili, Kora Kodes di San Giovanni di Sinis, Cabras. «C’è in generale una grande attenzione per la provincia di Oristano - dice - abbiamo avuto molte richieste non solo per la subacquea ma per tutto il nostro terri- torio in un abbinata di natura, piatti tipici, archeologia e fondali». A ospitare i diving dell’oristanese il Sistema turistico locale della Provincia. Stesso entusiasmo anche nel grande spazio della Cressi dove si trovano dodici diving, e di questi, cinque sono sardi. «Un grande risveglio della subacquea e soprattutto della subacquea sarda - attacca Gaddo Risso del Capo Galera diving center di Alghero. «L’Eudi si conferma un momento fondamentale e l’auspicio è che non si fermi in un’unica città come era capitato per Roma, ma vada a toccare le località più note della subacquea». Di risveglio parla anche Mario Romor, tra i fondatori di Esa e professionista di profonda esperienza e passione: «Una grande affluenza che certamente rivitalizza il settore - dice - la componente sarda si è presentata bene. C’è una bella aria di positività». Soddisfatto per l’esito della fiera anche Ivan Lucherini, 9511 di San Vero Milis. Ancora presto per quantificare gli affari che interessano direttamente un centinaio di centri sub attivi nell’Isola con un mercato che produce circa 3 milioni di euro a stagione. Ma tra tanta euforia non passa inosservata l’assenza di Regione e Province sarde. «Eppure un coordinamento con la Regione è fondamentale mette in guardia Gaddo. Un vuoto che Patrizia Medda, Centro sub Portorotondo, definisce «grave, se volgiamo essere competitivi e aggredire il mercato deve essere presente la Regione che promuove il Sistema Sardegna». Anche perché l’interesse per il mare in limba ha raggiunto a Bologna buoni livelli. La sfida però è appena iniziata. Esa di Olbia Sardegna sott’acqua 100 65-70 mila 2,8-3 milioni di euro Sono i diving e le scuole di immersione in attività nel 2009 in Sardegna Sono le immersioni effettuate durante una stagione nei fondali sardi È il giro d’affari ufficiale che ruota intorno alle attività subacquee nell’Isola 40 metri 35-40 euro 350 euro È il limite massimo di fondale per un’immersione ricreativa-sportiva È il costo medio di una singola immersione accompagnati da una guida subacquea Il costo base di un “primo livello” che abilita a un’immersione massima a 18 metri di profondità, accompagnati da un istruttore e in curva di sicurezza 4 brevetti 1.350 euro 3-4.000 euro Sono in genere i corsi per completare la formazione di un subacqueo Il costo base di una attrezzatura completa per l’attività subacquea con autorespiratore ad aria Il costo di un’attrezzatura completa e tecnologicamente molto avanzata per l’attività subacquea con autorespiratore ad aria La didattica quattro mori nel mercato mondiale Corallo rosso, crostacei e tanto pesce. Alessandro Valoncini (Trinità D’Agultu): opportunità per l’indotto Da Villasimius a Costa Paradiso: fondali al top Sicbaldi (Cagliari): scatta il mal di Sardegna, chi viene qui sogna di tornare. BOLOGNA. Vincenzo Sicbaldi stenta crederci. Eppure il patron di Air Sub Cagliari, uno dei centri di immersione tra i primi dell’isola, non è nuovo a simili kermesse. «Non pensavo di trovare questo grande entusiasmo - ammette - la crisi si fa sentire ma si nota anche una grande voglia di lavorare e di andare avanti. A Bologna si tocca con mano quanto sia esteso e agguerrito il mercato della subacquea: Egitto, Tunisia, Croazia. Eppure il nostro stand come quello di molti altri sardi è stato avvicinato da un’infinità di potenziali clienti. Nuovi e vecchi, perché la gente vuole tornare dove si è trovata bene. Come per l’Africa, qui scatta il mal CURIOSANDO NEI PADIGLIONI Le imprese eroiche del “maiale” della Decima Mas: fascino e tecnologia nello stand della Marina militare Trecento chili di tritolo innescati e temporizzati da sistemare sotto gli scafi delle navi nemiche. Il resto era solo perizia e tanto coraggio. Il “maiale” della Decima flottiglia Mas trasmette sempre un grande fascino. Alla XVIII edizione dell’Eudishow lo stand della Marina militare non passa inosservato. Al centro uno splendido modello restaurato di di Sardegna». Da Tavolara, unica Amp sarda (ospitata nello stand di Esa) un rammarico: «La Sardegna, quella delle isti- quella che fu una micidiale arma delle Regia marina italiana. Il Slc (Siluro a lenta corsa) era dotato di un motore elettrico e trasportava due sommozzatori, con autorespiratore a ossigeno, oltre alla testa esplosiva sganciabile, da fissare alla chiglia della nave nemica. Veniva chiamato appunto “maiale” sia per la sua forma che per la lentez- tuzioni, non c’è - commenta Gavino Canu, responsabile dell’Ufficio comunicazione dell’Amp di Tavolara. «Noi crediamo za. I “maiali” della Decima Mas venivano portati vicino al porto nemico dai sommergibili trasformati per contenere due o quattro di queste unità. Pilota, vice pilota e un unico obiettivo: affondare le potenti navi delle forze anglo-francesi. Coraggio tanto, come voleva l’acronimo ideato da Gabriele D’Annunzio: Mas, Memento audere semper. che per fare indotto e rendere economicamente interessante il turismo subacqueo sia fondamentale la promozione. Come Amp abbiamo ideato con nostre risorse una Carta dei servizi per creare sistema». Promozione ma anche offerta diversifica- ta e completa, come dichiara Alessandro Valoncini, responsabile del Diving center Costa Paradiso, a Trinità d’Agultu. «Nella nostra zona lavoriamo abbastanza bene sia con i nostri vecchi clienti che con molti nuovi arrivi». E sempre con le offerte del tutto compreso: «Immersione, albergo o casa, appartamento, mezzo di trasporto». Per “vendere” una costa unica nel suo genere: «Abbiamo la fortuna di trovare il corallo in quantità vicino alla riva. Già a venti metri». Altra peculiarità di quella costa è l’abbondanza di crostacei. E proprio sull’opzione “tuffo con alloggio” si apre la nuova frontiera del mercato. (r. r.) BOLOGNA. Curiosando tra gli stand dei padiglioni di Bologna Fiere capita anche di incontrare due simpatici signori dalla carnagione creola e dalla parlata latino-americana, intenti a discutere di subacquea e soprattutto di una scuola gallurese. In evidenza dietro di loro una bandiera con scritto Esa Cuba. Proprio così, la didattica nata e cresciuta a Olbia si è imposta con successo nel difficile mercato delle scuole di immersioni. Grazie alla professionalità dei suoi istruttori oggi è presente nelle località più importanti del Mediterraneo e in molti paesi oltre Oceano. Non solo Cuba evidentemente: Venezuela, Messico, Mar Rosso, Centro America, giusto per elencarne alcuni. «È un risultato che raccogliamo dopo un attento lavoro di formazione», spiega Mario Romor, general manager di Esa. «Si cerca di creare e promuovere il marchio sardo e italiano in un mercato di didattiche molto ampio con moltissime scuole straniere». Anni di studio e analisi sul campo che oggi fanno della didattica di Olbia una delle proposte più serie e innovative. «Abbiamo lavorato a lungo per mettere a punto un percorso di formazione con uno spirito diverso. Abbiamo così una fetta di mercato consolidata grazie alla filosofia del rispetto degli standard della sicurezza - continua Romor - un po’ più rigidi rispetto alle altre didattiche commerciali. Ma abbiamo anche voluto curare una particolare attenzione verso l’ambiente e il turismo attivo». (r. r.)