Un genovese si allea con i cinesi per costruire centrali elettriche
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Un genovese si allea con i cinesi per costruire centrali elettriche
bj55impadoc copia_Layout 1 20/11/10 17:43 Pagina 10 10 L i gur i aB us i nes s J our nal 11/2010 Imprese Focus LA WATERGENPOWER DI MARIO BIANCHI IN JOINT CON CHONGQING MANAGER & DIRIGENTI di MARCO VEZZANI* [email protected] Le “tasse di scopo” altro che tagli Irpef l problema del fisco e delle sue vessatorie ingiustizie nei confronti dei (pochi) contribuenti che dichiarano redditi da lavoro è sempre di più al centro dell’ azione politica della Cida, che rappresenta i dirigenti e le alte professionalità dell’industria, della scuola e del pubblico impiego. Questo perché l’eccessivo peso fiscale che grava su pochi individui e poche imprese strangola l’economia e lo sviluppo del Paese, distorce la concorrenza a favore dei disonesti e dei furbi e soprattutto colpisce sempre di più sempre gli stessi, a fronte di un'evasione conclamata e quasi benedetta dal presidente del consiglio e a fronte di solo un misero 1% che dichiara di guadagnare più di 50 mila euro all’anno. Ora si addensano nuove nuvole tempestose per i pochi noti che pagano le tasse: il federalismo fiscale e il taglio dei trasferimenti verso gli enti locali. L’ ipotesi alla base del federalismo fiscale sarebbe in teoria virtuosa: ognuno spende quel che ha e impone le tasse che ritiene, ma quel che si aumenta in periferia si risparmia al centro. Perfetto. Peccato che, per ora, siano stati autorizzati aumenti fino al 3% entro il 2012 dell’Irpef a livello locale, mentre al centro non vi è il minimo cenno di riduzione delle aliquote, nonostante in molti casi siano stati decentrati pesanti oneri e nonostante il Cavaliere da anni suoni per i citrulli il piffero della diminuzione delle tasse. Quanto ai tagli, dovevano servire, oltre che per migliorare il rapporto debito/Pil, anche per stimolare gli enti locali all’eliminazione di spese inutili e autoreferenziali. In Liguria qualcuno ha, a parole, detto di volerci provare, ma ben presto è germogliata una parolina magica: “tassa di scopo”. L’Amt genovese è di nuovo in profondo rosso (attenzione, prima dei tagli!), bel segno di discontinuità rispetto al risanamento avviato dalla giunta precedente? E allora, anziché far pagare chi usa l’auto per andare in centro rallentando così i mezzi pubblici, che paghino sempre gli stessi con una bella “tassa di scopo”. C’è un deficit incontenibile? Ecco una “tassa di scopo” sulla casa ; c’è un'alluvione e il governo non ha fondi? Imponiamo ai soliti fessi una tassa pari a “dieci caffè”. Amari, naturalmente. E perché no per il Carlo Felice? E per le merendine ai bimbi? E per pagare il conto ai costruttori del park dell’Acquasola, sempre che naturalmente la Corte dei Conti non decida di guardare anche da quella parte? Insomma, tassare (sempre i soliti) è l’unica risorsa cerebrale di cui sembrano disporre amministratori incapaci di vedere altre soluzioni, che invece ci sarebbero, come la cessione del patrimonio non strumentale, il taglio degli sprechi o il far pagare chi beneficia di servizi non essenziali o si appropria del transito sul suolo pubblico. Che ne è degli alloggi completamente abusivi individuati dalle riprese satellitari dell’Agenzia delle Entrate? E degli ospedali utili solo a chi ci lavora? E dei servizi erogati a disabili e bimbi in età prescolare a costi svariate volte superiori a quelli dei privati? Per questo la Cida chiederà ai candidati sindaci e agli attuali amministratori un impegno chiaro a non aumentare l’ imposizione diretta, anche perché è chiaro a tutti che esistono soluzioni che consentirebbero di non mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. L’ elenco potrebbe riempire la rivista. Attendiamo risposte con pazienza decrescente. ¢ I * Presidente Cida Un genovese si allea con i cinesi per costruire centrali elettriche di Alessandra Rossi “L’ uomo che sposta le montagne comincia portando via i sassi più piccoli”, dicono i cinesi. E Mario Bianchi, presidente della WaterGenPower srl, ha tolto un sasso alla volta, aprendo un grande varco nella muraglia di pregiudizi che dividono l’Occidente dalla Cina, riuscendo in poco tempo a creare una sinergia che lo scorso anno gli ha permesso di vincere un appalto da 15 milioni. Cos’è WaterGenPower? Un esempio di imprenditoria lungimirante, nato nel 2008, per volontà di Mario Bianchi, imprenditore che dopo aver studiato Giurisprudenza ed essersi lasciato tentare per un periodo dalla politica, torna sulle orme del padre, esperto nel campo della generazione e distribuzione di energia elettrica. Due anni fa, il passo decisivo. Bianchi raduna nella sede genovese di via XX Settembre alcune professionalità del settore in ambito tecnico, gestionale e commerciale, e fonda WaterGenPower. L’azienda, che si occupa di generazione e trasmissione di energia elettrica, conta una ventina di addetti, sotto la direzione tecnica di Gianmaria Gabrieli (ex a.d. di Ansaldo Industria). L’obiettivo dell’azienda è quello di progettare e costruire centrali alimentate da energie rinnovabili, in particolare da fonte idraulica. E l’intenzione è quella di farlo in Italia e all’estero. La prima occasione arriva nel 2009 quando la Compagnia Valdostana delle Acque (Compagnie Valdôtaine des Eaux spa), pubblica sul suo sito internet un’indagine di mercato: “nel periodo giugno 2008-gennaio 2009, a seguito della crescita rilevante dei prezzi di fornitura che si è registrata negli appalti affidati nel corso degli anni 2007 e 2008, solo in parte giustificata dal costante rialzo nei prezzi delle materie prime, ha condotto un’indagine di mercato nel contesto industriale cinese, recandosi sul posto, per verificare la tecnologia adottata per la produzione di turbine, alternatori e condotte forzate da utilizzare per la produzione di energia idroelettrica. Visti i risultati soddisfacenti dell’indagine e verificato le interessanti opportunità di commercio con il mercato cinese, la direzione Gestioni impianti della Cva è disponibile a confrontarsi con gli operatori industriali interessati ad avere informazioni sugli esiti della suddetta indagine”. WaterGenPower ha raccolto l’invito: rappresentanti dell’azienda sono andati in Cina per verificare se realmente esistessero opportunità di collaborazione commerciali con le imprese cinesi nel settore della costruzione di turbine. E così è stato. Il mercato cinese, il suo vasto territorio e l’ampiezza delle sue fabbriche si sono dimostrate il luogo ideale per la produzione di turbine, valvole, generatori, tutti prodotti e sistemi di alta tecnologia, a prezzi competitivi. Al vantaggio economico però, WaterGenPower ha voluto accostare quello che Bianchi definisce “il valore aggiunto”, ovvero le migliori tecnologie innovative europee finalizzate all’ottimizzazione dei processi di lavorazione dei componenti strategici delle «I nuovi dirigenti cinesi hanno capito che all’Occidente non basta più solo spendere meno. Si vuole risparmiare senza rinunciare alla qualità» macchine. “Non è possibile applaudire con una mano sola”, sostiene un altro proverbio cinese e WaterGenPower, l’ha capito. L’intuizione porta l’azienda Mario Bianchi genovese al successo nel presidente della WaterGen Power srl 2009, quando Cva bandisce una gara per rinnovare l’impianto idroe- do nello stabilimento di Chongqing. lettrico di Champagne, in provincia di Ao- I tecnici cinesi, spiega Binchi, hanno una sta. Bianchi decide di partecipare, allean- buona preparazione base e sanno utilizzare dosi con la Chongqing Water Turbine Works strumentazioni sofisticate per disegnare il proCo. ltd, usufruendo dell’avvalimento, una filo delle gigantesche turbine, i tecnici della nuova normativa europea secondo la qua- WaterGenPower ci mettono il know-how le le piccole aziende che non hanno le ca- tecnologico. pacità tecniche o economiche (la WaterGen- «Per uscire dalla crisi ci vuole coraggio, rischio Power in quel periodo contava su 6 mila eu- – sostiene Bianchi – e la Liguria, che sta atro di fatturato) possono avvalersi dell’alle- traversando un momento delicatissimo a cauanza con società internazionali, per parte- sa della crisi che ha colpito Fincantieri, Ilva e cipare ai grandi appalti. Genova e Cina sba- altre realtà importanti del territorio, dovrebragliano la concorrenza della Alstom Power be colmare il buco che la scomparsa dell’in(attuale colosso mondiale nella produzione dustria meccanica ha lasciato. Si è esaurita di energia, nato in Francia nel 1928) e Wa- un’epoca, bisogna guardare oltre». terGenPower si aggiudica la commessa e Nel frattempo la “piccola” WaterGenPower, un’esclusiva con i cinesi fino al 2012. Il se- che sembra un po’ quel fastidioso sassolino greto della vittoria? «Veniva richiesto un ti- nella scarpa per colossi come Enel o Edison, po di prodotto che, pur non essendo parti- ha vinto un altro contratto con Brusson colarmente moderno, è piuttosto caro a Energie per una nuova centrale a Champocausa della grande quantità di ferro e rame luc. L’operazione è compresa nell’ambito necessari per la sua fabbricazione e per le dell’accordo triennale con la Chongqing numerose e complesse saldature – spiega Water Turbine Works Co. ltd. Bianchi che aggiunge – premesso che cir- Ma com’è lavorare con la Cina, oltre 9 mica l’80% dei componenti per l’industria lioni e 600 mila kmq di territorio e una poidroelettrica viene prodotto in Cina, dove si polazione che sfora 1 miliardo e 330 mila riforniscono anche Enel e Edison, non c’è abitanti? «È una realtà completamente diverpiù nessuno in Italia o in Europa, gli ultimi sa dall’Europa. Un Paese così vasto che ha sono stati gli svizzeri, interessato a fabbrica- vissuto nell’ultimo decennio una crescita re quel tipo di turbina, considerandola un economica sbalorditiva. Ha subito cambiaprodotto “maturo”. Il basso costo delle ma- menti radicali in pochissimo tempo e queterie prime e della manodopera cinese, con sto ha lasciato delle cicatrici. Se da un lato un operaio che guadagna mensilmente 28- esistono città come Pechino e Shangai, do35 euro al mese, oltre a un margine di gua- ve regna il lusso occidentale e si vive bene, dagno contenuto, ci hanno consentito di dall’altro esistono ancora i villaggi rurali, anpresentare un’offerta del tutto rispondente cora troppo poveri, troppo arretrati. Lì regna la miseria. Inoltre, lavorare con i cinesi al bando di gara». A Chongqing i componenti vengono assem- non è semplice – ammette Bianchi – bisoblati e collaudati e ne viene verificata la gna imparare a conoscerli, a rispettarli. Hanconformità dei materiali, affinché una vol- no una mentalità molto rigida, ma stanno ta arrivate in Italia siano pronte per entra- cambiando. I nuovi dirigenti, più giovani, re in funzione: «Non possiamo fermare il la- hanno capito che all’Occidente non basta voro di una centrale – afferma Bianchi – co- più spendere solamente di meno. Si vuole risì i nostri operai sostiuiscono una alla vol- sparmiare senza rinunciare alla qualità e sota i nuovi componenti, in modo da lasciare no convinto che questa nuova “sensibilità” che gli altri funzionino». A Champagne l’av- porterà enormi vantaggi anche alle aziende vio dei lavori il 15 ottobre, sul posto ope- europee. L’importante è capirli, collaborare, rai italiani che si occupano del montaggio trattandoli da pari». meccanico e del funzionamento elettrico. La Ma Bianchi e WaterGenPower non si fermaforza lavoro è monitorata da due tecnici su- no. Sono allo studio progetti anche nelpervisori cinesi che hanno seguito il collau- l’Europa dell’Est, in Serbia e Slovenia. ///