I bambini non sono protetti ”
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I bambini non sono protetti ”
primo piano Pesticidi nel piatto I bambini non sono protetti Si sa da tempo che tutte le misure precauzionali studiate per ridurre il danno potenziale derivante dall’ingestione di residui di pesticidi sono state messe a punto considerando solo gli adulti. Ne consegue che, poiché “i bambini non sono piccoli adulti” bensì organismi in continua evoluzione, queste misure non li proteggono. Alla luce di questo assume un significato diverso dire che “solo” l’1% dell’orto frutta è fuori norma o che “solo” il 30% contiene residui. Gli studi più recenti confermano che alimentare i più piccoli con prodotti biologici garantisce una protezione di gran lunga maggiore VENETIA VILLANI I risultati dell’ultimo rapporto di Legam- anche additivi. biente “Pesticidi nel piatto 2006” è sta- Non sono moltissimi gli studi fatti su questo to letto, come sempre è accaduto in tema, nonostante da più di dieci anni se ne questi anni, da due punti di vista opposti. sia verificata la necessità. Era il 1993 quando, Senza falsare nulla, almeno all’apparenza, negli Stati Uniti, venne pubblicato un rapalcuni giornali hanno dato titoli del tipo: porto del National Research Council (NRC) “Solo l’1% di campioni fuori norma, cibi intitolato “I pesticidi nella dieta dei lattanti e dei bambini”. “Il ancora più sicuri”; sistema normativo altri (meno numeattualmente in vigorosi), hanno letto i re non considera dati più o meno Chi darebbe a un così: “Migliorano i bambino la stessa dose di farmaco specificamente i neonati e i bambini” risultati, ma nel che vien data a un adulto? osservava il rapporto. 30% degli alimenti “E’ necessario assosi trovano residui di ciare dati più precisi fitofarmaci, e, tra la sull’esposizione alifrutta, metà è contaminata”. Certo, rassicurare il lettore (e gli mentare ai residui di pesticidi a migliori inserzionisti) è un punto essenziale di molta informazioni sugli effetti potenzialmente stampa che, restando in superficie, non si dannosi dei pesticidi a carico dei lattanti e dei pone un problema importante: questi ali- bambini.” menti con residui nella norma forse – ma Sulla base del rapporto nel NRC, veniva non è sempre detto - sono sicuri per noi, di promulgato l’atto di protezione della sicurezza degli alimenti. certo non lo sono per i nostri figli. Siamo tutti d’accordo sul fatto che ai bam- In questo atto si proponevano: bini non si possono dare le medicine che - raccolta dati per verificare le effettive dosi usano gli adulti, nella sostanza, o almeno di pesticidi assunte dai bambini; nella dose. Eppure, semplicemente perché - valutazione del rischio reale, considerando non se ne vede a occhio nudo la presenza, si la particolare sensibilità e vulnerabilità dei lascia che i piccoli assumano ogni giorno bambini; residui di fitofarmaci i cui limiti di legge - valutazione degli effetti cumulativi dati sono stati definiti per chi ha già finito di dalla presenza contemporanea di più residui di pesticidi. crescere. Con il convegno in programma il 9 settembre al Sana, AIAB torna su un nodo impor- Ne assumono e ne assorbono di più tante del rapporto tra alimentazione e salu- Per quanto riguarda il primo punto, abbiate: la diffusa presenza di sostanze chimiche mo dovuto aspettare dieci anni anni prima nei cibi e il loro impatto sullo stato di di vedere realizzato uno studio sull’assorbibenessere dei bambini. Fitofarmaci, ma mento di fitofarmaci nei bambini. Due “ 28 settembre/ottobre 2006 ” lavori effettuati negli USA nel 2002 e nel 2005 (Organophosphorus pesticide exposure or urban and suburban pre-school children with organic and conventional diets, Cynthia L. Curl, Richard A. Fenske, Kai Elgethun, Environmental Health Perspectives, October 13, 2002 e Organic diets significantly lower children’s dietary exposure to organophosphorus pesticides,Chensheng Lu, Kathryn Toepel, Rene Irish, Richard A. Fenske, Dana B. Barr, Roberto Bravo, Environmental Health Perspectives, February 2006) hanno mostrato in che misura i metaboliti dei pesticidi fosforganici, usati soprattutto sui vegetali, sono rilevabili nelle urine dei bambini, e come questa presenza scompaia passando a una dieta prevalentemente biologica. Semplice e lineare è stata la conclusione degli studiosi della prima ricerca: “Il consumo di prodotti biologici rappresenta per i genitori un modo relativamente semplice per ridurre l’esposizione dei loro bambini ai pesticidi.” I pesticidi fosforganici sono, in genere, insetticidi neurotossici. Il danno indotto da queste sostanze è indubbiamente più alto nei bambini, ed è tanto maggiore quanto più sono piccoli. Il problema è che la normativa europea che definisce i livelli tollerabili di residui di pesticidi negli alimenti non tiene in nessuna considerazione il “caso particolare” del consumatore-bambino. La conseguenza è che se anche il bambino consuma solo alimenti in regola con la normativa vigente corre comunque grossi rischi per la sua salute. Già dal 1989 studi condotti negli Stati Uniti hanno verificato come, in situazioni normali, i bambini risultino avere un’esposizio- ne ai pesticidi maggiore rispetto agli adulti. canti” non sono completamente funzionanQuesti sono i motivi principali: ti nel bambino, così come altri meccanismi - relativamente al loro peso, i bambini con- di difesa dalle sostanze tossiche, che nell’asumano più cibo dulto risultano più degli adulti. sviluppati. - Mediamente manPer questo motivo giano più frutta, Cosa mangi in mensa? 39 l’effetto dannoso che è notoriamente della sostanza tossica pranzi sui 50 analizzati tra gli alimenti più contengono da un minimo di 2 a sul bambino è magtrattati. giore rispetto all’aun massimo di 10 residui - Studi su animali dulto. Quindi i hanno verificato pesticidi fanno più che i soggetti giovadanni nel bambino. ni di molte specie trattengono di più le sostanze tossiche per- La normativa in vigore non li considera ché hanno una maggiore capacità di assorbi- I limiti massimi di residui pesticidi ammesmento e una minore capacità di eliminazio- si nei cibi fanno riferimento a dati sperimentali riferiti alla cavia adulta, e, per estrane. Tutto questo comporta una differenza rispetto all’adulto - nella relazione tra la dose - la quantità di residui nei cibi - e la effettiva esposizione alla sostanza tossica nel bambino. In altre parole: il bambino assume, rispetto al suo peso, più pesticidi dell’adulto. “ ” polazione, a un uomo “adulto medio” di 60 chili, e non tengono in considerazione tutti gli stadi di sviluppo precedenti, a partire dal livello embrionale. I limiti sono definiti a partire dalla valutazione della tossicità della sostanza. Ma non dovrebbe essere ammesso l’utilizzo di tutti quei pesticidi che hanno dimostrato un effetto cancerogeno (cioè in grado di provocare il cancro), mutageno (che cioè provoca mutazioni nel DNA) o teratogeno (cioè che produce malformazioni nel feto). In questi casi, infatti, l’effetto si ha a qualsiasi concentrazione, anche se, ovviamente, a dosi più alte la probabilità del danno è superiore. Inoltre il rischio di danno derivante dal consumo di alimenti contenenti residui di pesti- ...e ne subiscono maggiormente i danni Altri fattori intervengono aumentando gli effetti delle sostanze tossiche sul corpo del bambino. L’organismo è in crescita, tanto più rapida quanto più il bambino è piccolo. Ogni sostanza tossica che in qualche modo intralcia la crescita agisce negativamente sullo sviluppo dei diversi organi. Gli enzimi che svolgono funzioni “detossifiConvegno al Sana - 9 settembre ore 15 – Sala Madrigale Pesticidi e additivi alimentari: quale rischio per la salute dei bambini? Saluti: Sergio Rossi, Consigliere Delegato di Sana srl Un rappresentante di Ki Group Andrea Ferrante, Presidente dell’Aiab Presentazione: Benedetta Torrani, direttore ilMangiabio Intervengono: Sergio Francardo, medico antroposofo, “Influenza di un’alimentazione ad alta incidenza di additivi chimici sull’equilibrio psico-fisico del bambini” Catherine Leclercq, ricercatore INRAN “L’esposizione alimentare ad additivi e aromi nei bambini” Fina Belli, ospedale Mayer di Firenze “Modalità di cottura degli alimenti e residui dannosi nel latte materno” Francesca Maranghi, Dipartimento Sanità Alimentare ed Animale “Interferenze endocrine delle sostanze con alta presenta di residui tossici” Attilio Speciani, Eurosalus “Diffusione delle allergie e dieta alimentare” Rina Guadagnini, Legambiente, responsabile del rapporto “Pesticidi nel piatto 2006” Modera: Venetia Villani, giornalista Il convegno è organizzato dal quindicinale ilMangiabio, edito dall’Aiab, in collaborazione con Sana e la rivista Cucina Naturale. ➽ 29 Bioagricultura cidi viene valutato come se fossimo esposti a una sola sostanza per volta. In realtà, a causa della grande diffusione dei fitofarmaci, possiamo ritrovarne in numero diverso anche sul singolo alimento: non è un caso raro che, alle analisi, vengano rilevate due o più sostanze diverse sullo stesso ortaggio o frutto. Sarebbe necessario, perciò, tener conto dell’esposizione contemporanea alle diverse sostanze nelle diverse fonti (non solo cibi, ma acqua, inquinamento ambientale, uso di sostanze chimiche come insetticidi negli ambienti domestici, o nelle scuole): non sono minimamente noti gli effetti sinergici dell’assunzione di svariate sostanze chimiche. Per quanto siano di difficile valutazione, bisognerebbe considerare nei conteggi anche questo rischio ulteriore. ✤ I fosforganici? Neurotossici e cancerogeni Le ricerche americane si sono soffermate sui pesticidi fosforganici perché essendo idrosolubili, se ne vedevano immediatamente i metaboliti nelle urine, ma l’opinione diffusa è che siano più pericolose altre classi di pesticidi, come gli organoclorurati che, essendo liposolubili, tendono ad accumularsi nell’organismo. In realtà, gli effetti sull’uomo dei pesticidi fosforganici sono ben conosciuti. Ecco come ne parlava la dottoressa Fiorella Belpoggi, vicedirettore scientifico dell’Istituto Ramazzini per lo studio e il controllo dei tumori e delle malattie ambientali di Bologna. “Dal punto di vista tossicologico, i pesticidi fosforganici danno problemi di tipo neurotossico, anche con danni irreversibili al sistema nervoso. In generale, le sostanze chimiche killer, come gli insetticidi, uccidono gli insetti, ma uccidono anche le nostre cellule. Il verme muore subito, noi no, perché siamo un organismo più grande.” Chiaro, vero? “Dal punto di vista della cancerogenicità, risultano dannosi soprattutto sugli organi emuntori, vescica, rene e fegato. Il danno cancerogeno dipende dalla specificità biologica dei singoli individui. Su 100 bambini possono essercene 1 o 2 geneticamente suscettibili, che subiscono il danno, anche se non immediatamente visibile.” Quanti pesticidi in un menu Lo scorso aprile si è svolto a Catania il 6° Convegno Fitofarmaci e Ambiente, nel corso del quale sono stati presentati i risultati del progetto “Residui nel pranzo pronto”, messo a punto e realizzato da un gruppo di lavoro composto dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici di Trento (Apat), l’Agenzia provinciale protezione ambiente (Appa) e l’Arpa Trentino, con la collaborazione di oltre 22 laboratori italiani. Il progetto mirava all’identificazione dei residui di fitofarmaci presenti anche in dosi minime nei piatti che vengono normalmente serviti nelle mense scolastiche e aziendali. In sintesi il risultato: 39 pranzi sui 50 analizzati contengono da un minimo di 2 a un massimo di 10 residui. Dai calcoli sulla quantità dell’ingestione giornaliera di fitofarmaci da parte dell’uomo, del ragazzo e del bambino, è risultato che nei casi peggiori un bambino assume fino al doppio della dose giornaliera accettabile stabilita dall’Unione Europea. Il piatto in assoluto più a rischio è la frutta che apporta ben il 77% della quantità di residui di fitofarmaci ingeriti, seguita dal vino con il 15%. Gli scienziati protestano Preoccupate per gli effetti dannosi dei fitofarmaci sui bambini, tre associazioni che rappresentano 9.000 scienziati dell’EPA e di altre agenzie governative statunitensi protestano per le pressioni dell’industria chimica e dell’amministrazione Bush per l’autorizzazione di principi attivi senza un’adeguata valutazione. La Public Employees for Environmental Responsibility (PEER) rivela che l’estate scorsa l’industria chimica ha concordato con i funzionari dell’amministrazione Bush una discutibile normativa per test umani sui pesticidi. Il risultato: rischio inaccettabile per i bambini e pressione politica sugli scienziati. Il 3 agosto 2006 sono scaduti i termini di pubblicazione del documento definitivo sull’approvazione per 20 antiparassitari ditiocarbammati e organofosforici da parte dell’Epa. Gli scienziati citano “la prova evidente” che la direzione dell’EPA ha scelto di ignorare che questi “antiparassitari danneggiano lo sviluppo dei sistemi nervosi dei feti, dei neonati e dei bambini”. 30 settembre/ottobre 2006 La qualità premiata Il maiale si fa bio La 4° edizione del Concorso nazionale di salumi da agricoltura biologica promosso annualmente dall’Aiab ha assegnato i seguenti premi per categorie: Salame: 1° il Tondino Salsomaggiore, PR.; 2° “Bastardo” Bioamiata, Siena; 3° Maia Felix, Modena. Lardo: 1° Il Mazzocchino. Orvieto; 2° Il Tondino Salsomaggiore, PR; 3° Bioamiata, Siena. Capocollo: 1° Lo Spicchio, Siena; 2° Mencarelli GL, Siena; 3° Bioamiata, Siena. Guanciale: 1° Lo Spicchio, Siena; 2° Bioamiata, Siena; 3° Mencarelli GL, Siena. Pancetta: 1° Cinta Bioamiata, Siena; 2° Arrotolata il Mazzocchino. Orvieto; 3° Steccata il Mazzocchino, Orvieto. Prosciutto: 1° Bioamiata, Siena; 2° Lo Spicchio, Siena; 3° Il Mazzocchino, Orvieto. Spalla stagionata: 1° Il Tondino, Salsomaggiore, Parma; 2° Mencarelli GL, Siena; 3° Bioamiata, Siena. Coppa: 1° Mencarelli GL, Siena; 2° Il Mazzocchino, Orvieto; 3° Lo Spicchio, Siena. Nel corso della manifestazione, che quest’anno si è svolta in Calabria, ci sono state numerose iniziative. Fra queste il Corso di formazione di assaggiatore di salumi, il Workshop sul tema “L’allevamento all’aperto del maiale: le tecniche, la qualità dei prodotti e la certificazione della provenienza da agricoltura biologica (Reg. CEE 1804/99)”; la mostra-mercato di prodotti da agricoltura biologica, infine il convegno “Suinicoltura a basso impatto ambientale e di qualità, una opportunità per le aree interne”. Al termine del convegno sono stati premiati i vincitori della selezione dei salumi biologici italiani e sono stati consegnati gli attestati di partecipazione al corso ONAS.