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, Adriana Musella, fiera e orgogliosa, ha celebrato il ventesimo anniversario della fondazione di “Riferimenti”, di cui è presidente, e che è stata pensata e risolta nella lotta alla mafia. Visto e considerato che, nonostante le buone intenzioni e le buone azioni di “Riferimenti”, la mafia, invece di diminuire, è aumentata, ci domandiamo: vent'anni dopo o vent'anni perduti? DOMENICA 5 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 02 Parlando di... IL CASO Quei colpi di pistola! ILARIO AMMENDOLIA Prima ancora di capire contro chi erano diretti i colpi sparati dinanzi a Palazzo Chigi, occorre dimostrare che l’Italia intera, e la Calabria soprattutto, è solidale verso il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Giangrande gravemente ferito, verso una figlia che trepida per le sorti del padre di cui è giustamente orgogliosa e, naturalmente, verso il secondo carabiniere ancora in ospedale. Se ad essere colpito fosse stato un politico, un industriale, un banchiere, un sindacalista, la cosa sarebbe stata altrettanto grave ed inaccettabile. La violenza delle armi non può essere mai giustificata da qualunque parte provenga e qualunque siano le motivazioni. Ciò detto, dobbiamo comprendere, con nervi saldi, ciò che è successo il giorno in cui il governo prestava giuramento. È fastidioso il fatto che tutti i giornali abbiano sottolineato- sino alla noia- il fatto che Preiti sia calabrese. È il frutto di un lavoro di lunga lena che ha solcato la mente degli italiani e si racchiude nel binomio calabrese- delinquente. Noi a questa deriva ci siamo opposti con coerenza e ci opporremo con tutte le nostre forze. Ciò detto non abbiamo difficoltà ad ammettere che Preiti era un disperato, un uomo fragile, un giocatore, un disoccupato, un emigrato, un alienato, un calabrese! Quei colpi i di pistola, forse, partivano dal ventre di una Calabria disperata e puntavano all’assurdità del Potere. La Calabria è il posto d’Italia dove la decomposizione della società è andata più avanti. Un posto dove la solitudine conduce alla rabbia ed alla lotta di tutti contro tutti. Abbiamo più volte detto e ribadito che la stessa ndrangheta è una scelta disperata contro gli altri e contro se stessi. Il “disperato” di Rosarno ha comprato una pistola al mercato clandestino delle armi. Nessuno compra un arma con matricola abrasa se non ha qualche intenzione di utilizzarla. Ne consegue che ha comprato una pistola perché si considerava in guerra. Guerra contro un “Potere” che lui considera ESSENZIALE Quei colpi di pistola, forse, partivano dal ventre di una Calabria disperata e puntavano all’assurdità del Potere. Un posto dove la solitudine conduce alla rabbia e alla lotta di tutti contro tutti. responsabile del “male” che attanaglia il nostro Paese. Egli voleva ammazzare ed ammazzarsi! Voleva lanciare un grido di dolore e di rabbia nell’augurio che finalmente qualcuno fosse costretto ad ascoltarlo. Nel romanzo di Alvaro, Antonello, uccide, incendia, devasta per incontrare la Giustizia. Antonello, schiacciato dalla prepotenza dei forti, nonostante tutto, si era scelto un interlocutore. Preiti si sente solo contro tutti. Non crede più nella legge ma non voleva diventare un mafioso. Non ha un sindacato per combattere la sua battaglia per il lavoro. Non ha un partito dentro cui organizzare il proprio sdegno e la propria rabbia, avanzare le proprie proposte e confrontarsi. Non crede nell’azione collettiva perché comprende che il potere è plasmato ad immagine e somiglianza di una società che si va disumanizzando e sbrindellando in tanti piccoli pezzi. Ognuno per sé, e neanche Dio per tutti. È un caso che a sparare sia stato un calabrese? Forse no! In Calabria più che in ogni altro posto, il Potere, con i suoi stanchi riti, appare assurdo, corrosivo, crudele ed inaccettabile. Non è più tollerabilee agli occhi di molti disperati che mentre i diritti fondamentali di cittadinanza vengono messi in discussione, il profitto delle banche americane è passato da due trilioni di dollari a 22 trilioni o che funzionari dello Stato italiano percepiscano molto più del re d’Olanda. Probabilmente Preiti coglieva un nesso tra la ricchezza insensata, irrazionale ed ingorda dei pochi ed i diritti negati ai molti. Mi ha particolarmente colpito il riferimento di Preiti fa, durante l’interrogatorio, al caso della signora di Bergamo che soffoca la figlioletta di tre anni e si toglie la vita. Con quel riferimento sembra abbia voluto dire agli inquirenti: non vedete cosa sta succedendo intono a noi? Non vedete che razza di società si sta costruendo? Ai suoi occhi, una società inumana. La sua guerra non si ferma al “Potere” ma si allarga agli uomini che stanno vivendo una metamorfosi verso un individualismo esasperato, una disumanizzazione dell’uomo che lo fa regredire verso la barbarie. Lui ne è un esempio ed ha l’animo esacerbato per la sua regressione verso la ferocia. Ha paura di se stesso, di quello che sta diventando e decide di diventare “angelo vendicatore” arrogandosi il crudele diritto di ammazzare ed ammazzarsi. Un gesto disperato è sempre un segnale di impotenza ma va analizzato come la punta di iceberg che segnala un malessere di fondo. Oltre un secolo fa l’anarchico Gaetano Bresci uccideva un re in nome della Giustizia. Voleva vendicare la strage di innocenti avvenuta a colpi di cannone nelle strade di Milano attraverso la mano assassina del generale Bava Beccaris. . Bresci, uomo generoso sino all’estremo sacrificio della propria vita, divenne l’emblema del male. Il re Umberto fu mitizzato e celebrato come il “re buono” simbolo di un potere paterno e senza colpe. Il giorno del giuramento del governo, la Calabria non ha trovato posto all’interno di Palazzo Chigi. Non certo perché manchi un ministro calabrese, ma perché questo Stato ci chiude la porta in faccia da tantissimo tempo. Un calabrese disperato si è presentato all’esterno con la pistola in pugno. Non può essere giustificato! La sua azione va condannata senza reticenze e senza nulla concedere alla conterraneità. La prima reazione del governo è quello di aumentare le scorte, ci auguriamo che seguano misure urgenti tese a lenire il malessere sociale. Un gesto disperato è una spia che si accende e si farebbe male ad ignorare. DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA SETTIMANA SBARCHI Sessanta Siriani ed Eritrei nel porto di Roccella Una sessantina di immigrati di nazionalità siriana ed eritrea, tra i quali anche donne e bambini, a bordo di un barcone, sono stati soccorsi al largo dello Jonio tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria. Sul posto sono intervenute la Capitaneria di Porto di Roccella Jonica e la Guardia di finanza. Hanno provveduto al trasbordo dei migranti e ad accompagnare in porto l’imbarcazione, un motopeschereccio. I migranti erano in buona salute. Primo Maggio a Bova ILARIO AMMENDOLIA C’era una volta il Primo Maggio. Una giornata di festa e di lotta. Primo Maggio dei nostri paesi con la banda INCHIESTA FEHIDA Le sorelle di Giovanni Strangio sono state condannate in Appello musicale che suonava inni di riscatto e di speranza. C’erano le bandiere rosse al vento, c’erano i braccianti, i disoccupati, gli artigiani con il fazzoletto rosso al collo ed il garofano al petto. Angela e Teresa Strangio, sorelle di Giovanni, ritenuto l’ideatore e uno degli autori della strage di Duisburg del 15 agosto 2007 in cui furono uccise sei persone, sono state condannate dalla Corte d’appello di Reggio Calabria. Angela Strangio è stata condannata ad otto anni e Teresa a sette anni e quattro mesi. Il procedimento è scaturito da un troncone dell’inchiesta Fehida contro le cosche di San Luca. Le condanne sono state contestate in modo deciso dalle due imputate, che in una nota sostengono che «nessun essere umano dovrebbe ergersi a giudice di un altro essere umano perché uno solo è il giusto giudice, Un turbine di vento ha portato via i calabresi dai loro paesi, i contadini dalle campagne, gli artigiani dalle botteghe, gli intellettuali dai loro studi. Ha lasciato paesi lacerati senza lavoro e con pochi lavoratori. Eppure, quasi per miracolo, il profumo intenso e infondibile del quel Primo maggio, si sentiva a Bova Marina in Dio». Le due ragaze hanno anche difeso a spada tratta il fratello definendolo «un innocente mandato all’ergastolo senza un giusto processo, senza un solo indizio che lo collochi sul luogo del delitto». Si dicono indignate le due ragazze e sostengono di aver ricevuto un trattamento diverso rispetto alle altre imputate: «Le altre donne sono state assolte in primo grado e altre condannate ad un anno e pochi mesi, con la sospensione. Donne che, stando agli atti, portavano uomini armati a summit nei bagagliai delle proprie auto, ma ciò nonostante non hanno avuto lo stesso trattamento di noi». occasione della festa dei lavoratori che si rinnova nonostante tutto. Una banda ha percorso le strade intonando vecchie canzoni: “L’Internazionale”, l’Inno dei Lavoratori, Bandiera Rossa. C’era tanta nostalgia. Nostalgia di un sogno al quale non si rinuncia, nostalgia di un entusiasmo di cui sente un gran bisogno, nostalgia di un tempo di speranza e di lotta. Nostalgia di bandiere che univano il mondo del lavoro negli ideali della pace, dell’uguaglianza, della libertà!. Solo un uomo straordinario ed eccezionale poteva far rivivere quel clima, e infatti alla testa del corteo , fisicamente stanco ma idealmente ruggente, c’era Pasquino Crupi. Esiste una bussola che indica i quattro punti cardinali. C’è una invisibile bussola del tempo che indica l’alba e muove l’orologio della Storia. Non importa se l’orologio sia grande o piccolo. Importante è che continui a funzionare con un impercettibile ticchettio. Un giorno comprenderemo che quello che oggi sembra un tramonto annuncerà l’alba di una “Futura Umanità”. DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 04 la Riviera CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com SOTTOSEGRETARI Sole a Gallicianò Ed eccolo il sole della Calabria, tagliente come un rasoio di fuoco, pronto a mandare in ebollizione mare e sangue, pronto a bruciare foreste e cuori, implacabile nel cielo come una giustizia per gli animi aridi e una speranza per chi sa sognare ancora. E dal paesino tra l’Aspromonte e lo Jonio, come lucertole magiche tra antichi mattoni d’argilla affettuosa, spicchiamo voli fantastici e planiamo, su questa infinita storia di questa smarrita terra, e ci ritroviamo vivi, illuminati dall’astro e forti come i monti calabresi. 1) INCIDENTE SS.106: UN MORTO E UN FERITO 2) ROCCELLA JONICA: ACQUISTI CON ASSEGNI FALSI, 12 ARRESTI PER TRUFFA 3) LO SCHIAFFO CHE SIDERNO NON MERITAVA 4) ARRESTATO IN COLOMBIA IL LATITANTE DOMENICO TRIMBOLI IL DIAVOLO NERO Gli atei devoti 5) PROCESSO CRIMINE: AL VIA LE UDIENZE D’APPELLO 6) MONASTERACE: DOMENICO RUGA SI PRESENTA ALLE AUTORITÀ 7) BOVALINO: TERZA AUTO IN FIAMME IN SOLI DUE MESI 8) DOPO VENT’ANNI ARRESTATO IL PRESUNTO KILLER DI UN BARISTA CALABRESE UCCISO A FORLIMPOPOLI Dati Google.com Come già sapete, il direttore di questo nostro zolforoso settimanale aveva invitato alla Festa del Primo Maggio in Bova Marina l’ extraterritoriale deputata Rosi Bindi, nominata in Calabria. Essendosi liquefatta, come gran parte del Pd, non ci è andata. Sarà per un’altra volta. Ma alla Festa del Primo Maggio bovese, conclusa da una bene accolta orazione di Ilario Ammendolìa, erano stati invitati anche parecchi sindaci della Locride. Che, contenti, come una Pasqua, avevano dato la loro adesione e poi, come l’uovo di Pasqua, hanno riservato la sorpresa, non sorprendente, della loro assenza. Non sarà per la prossima volta, poiché, come si vorrà Lassù dove tutto si puote, non siederanno più sulla sedia sindacale. Unico tra cotanto senno amministrativo ad essere giustificato il presidente dell’Assemblea dei Sindaci, prof. Giorgio Imperitura, che si trovava per una missione speciale in Australia, ricca di tutto tranne che di asini, Ma a tutto c’è rimedio. E il Diavolo Nero, però, vuole rendere merito ad Antonio Condelli, sindaco di Antonimina, che, a differenza dei suoi colleghi impegnati in pratiche amministrative persino nel giorno del Primo Maggio, ha marciato insieme ai lavoratori del braccio e della mente. Questa è una rondine che farà primavera, nonostante l’amaro cielo della Locride sia popolato dagli atei devo- ti. Da sindaci che non credono in nulla, e devoti solo alla poltrona. Cuor contenti, Dio li aiuta ETIMO VERO La questione calabrese è così immensa che persino un ministro delle nostre parti significa poco o nulla. Figurarsi poi se, invece del ministro, nel vagone Letta, come le scarpe, c’è un paio di sottosegretari. Nelle persone dell’ormai immarcescibile Antonio Catricalà e della perdurante Jole Santelli, tutt’e due con polmoni pdl. Il dr. Antonio Catricalà, riaccolto nell’area di Governo come sottosegretario alle Telecomunicazioni, è un calabrese di cui ha notizia solo l’anagrafe del comune di Catanzaro dove aprì gli occhi alla luce. E della Calabria ha conoscenza come gli schiavi di Platone chiusi nella caverna. La signora Jole Santelli ha anche ella un passato di sottosegretriati vari. Poteva aspirare a fare la ministra. Ma chi nasce sottosegretario è destinato a morire da sottosegretario. Comunque, Jole Santelli e Antonio Catricalà, sono cuori contenti, e Dio li ha aiutati. Qui potremmo fare punto e non tornare da capo. E, invece, da capo dobbiamo tornare perché sarebbe un fuor d’opera non sottolineare la fragorosa assenza dalla folta schiera dei sottosegretari di Marco Minniti che già saliva verso il sottosegretariato agli interni, guardiaspalle sicuro e leale di Angelino Alfano. E ne avrebbe tratto vantaggio la Calabria di cui nessuno, come il subcomandante Marco, conosce a menadito caserme e commissariati di polizia e non anche i luoghi della disperazione sociale. Per armonizzarlo con il lutto del suo cuore, deluso da Letta, avevamo in mente di regalargli un vestito di color nero. Ma poi ci siamo ricodati che ce l’ha già. DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 05 DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 06 SANITÀ L’ospedale di Siderno al servizio delle fasce più deboli, cioè bambini e pensionati. Quest’ultimi, con quello che percepiscono, non riescono neanche a comprare i medicinali necessari. Un esempio positivo Venti specialisti al Polo sanitario di Siderno Per una volta vedere il lato positivo della sanità locale. Con il responsabile del Polo sanitario di Siderno, Giuseppe Mirarchi, si è parlato dei servizi a disposizione dei cittadini. «Mi fa piacere che venga fuori la parte positiva, di negativo se ne ha già abbastanza. Ci occupiamo delle fasce più deboli, di primo livello, cioè bambini e pensionati. Quest’ultimi, con quello che percepiscono, non riescono neanche a comprare i medicinali necessari». Il distretto di cui è direttore Silvia Falvo, comprende l’area che va da Monasterace a Palizzi ed è diviso in poli. Quello di Siderno comprende gli utenti di Canolo, Agnana e, appunto, Siderno e, da un anno, anche quelli di Locri, Gerace ad Antonimina perché la struttura di Locri è stata ritenuta inagibile. Quaranta mila abitanti circa, di cui almeno quindici mila hanno diritto all’esenzione per reddito, per fascia di età o patologie varie, servizi che, insieme al cambio del dottore di base e del pediatra, sono di pertinenza del polo. Ma a questi si aggiungono altri servizi. I cittadini possono usufruire di visite specialistiche negli ambulatori che sono stati predisposti nella struttura dove prima si ergeva l’ospedale di Siderno. «Una delle carenze e il poco personale amministrativo. Ma aver ripreso l’attività in questa struttura, è una riconquista per questo presidio, dove non c’era la vigilanza, e i fatti accaduti sono un chiaro sintomo di questo e IN EVIDENZA «In questi due anni ci siamo riappropriati della struttura e come se fossimo di fronte all’Araba fenice, di fronte alla rinascita» tutta una parte era chiusa. Tutti ambulatori che sono di fatto un distaccamento del Presidio ospedaliero di Locri, sono piccoli, ma importanti tasselli per arrivare all’obiettivo finale, la Casa della salute». Prima a Locri, compressi in poche stanze, da due anni, cioè da quando si sono trasferiti, hanno a disposizione lo spazio necessario per il lavoro da portare avanti, dando una discreta risposta agli utenti. «Una bella conquista è che, per tre giorni, da Locri viene qui il dottore Errigo per fare visite cardiologiche, in una settimana circa settanta prestazioni, un grande risultato. Ci sono le liste di attesa, ma tutto si è snellito. Da un po’ è arrivato il dottore Nicita, esperto di gastroenterologia. Chi viene da noi può sottoporsi a visite specialistiche di buon livello. Altra eccellenza la diabetologia pediatria, la dottoressa Bruzzese impianta microinfusori». Ma gli ambulatori sono diversi, anche quello di ortopedia, fisiatria, pneumologia, angiologia, geriatria, reumatologia, endocrinologia, otorino, il centro prelievi dove la dottoressa Gallo ai pazienti ai quali viene somministrata un particolare medicinale, procede direttamente a Siderno, con le analisi necessarie. E poi oculistica e medicina interna. Una ventina di specialisti ai quali se ne dovrebbero aggiungere degli altri. In questa stessa struttura c’è radiologia, un punto di primo intervento, la guardia medica e gli assistenti sociali. «L’accesso ai servizi è a titolo gratuito. Riuscire a dare questo livello vicino a casa è importante. È vero che ci manca il confort, ma intanto diamo la risposta medica. È questo che vorremmo che la gente apprezzasse. La professionalità è garantita. In questi due anni ci siamo riappropriati della struttura e come se fossimo di fronte all’Araba fenice, di fronte alla rinascita. I problemi ci sono, ma si cerca di farne fronte, evitando l’atteggiamento di chiusura che, sicuramente, non paga. Invece l’intento è di far capire a tutti che ciò che abbiamo è un bene comune da tutelare». E.A. Il degrado di Melito Porto Salvo Sono i giorni in cui Melito di Porto Salvo si appresta ai festeggiamenti in onore di Maria SS. di Porto Salvo e, facendo un giro per il paese, non sono passati inosservati i cumuli di immondizia riversi per strada e un sottopasso ridotto a “vespasiano”. Una “bella” cartolina, soprattutto per i tanti turisti che tornano nel paese natale per tradizione e per trascorrere la festa in compagnia di amici e parenti. Una cornice davvero squallida e desolante, soprattutto l’attraversamento del sottopassaggio che da Via Tenente Minicuci porta a mare, proprio a due passi dalla Stazione. La passerella in questione, oltre che una discarica pubblica, è diventata anche un ritrovo per animali e un bagno maleodorante aperto a chiunque. Proprio l’emblema del degrado. Questa situazione ormai si presenta ogni anno e nonostante le numerose segnalazioni, nessun provvedimento finora è stato preso. Lo stato del sottopasso mette a serio rischio l’incolumità e la salute dei cittadini e di coloro che, in particolar modo, avrebbero avuto l’i- dea di fare pochi metri per arrivare a mare. Il dato che fa riflettere è che il sottopas- saggio è sotto gli occhi di tutti, poiché è unito a una delle arterie di comunicazione più trafficate del paese melitese. Proseguendo poco più avanti, sempre lungo la via Tenente Minicuci, qualcuno ha pensato anche di bruciare i rifiuti all’interno e vicino ai cassonetti. Un atto incivile e un crimine per l’ambiente. Per tutto il paese si respirava infatti un cattivissimo odore e il rischio per la salute, inalando diossina, è stato alto quanto dannoso. Anche durante la Processione in onore a Maria SS. di Porto Salvo, che da Pentedattilo è scesa fino a Piazza Porto Salvo, le centinaia di persone che hanno accompagnato la Sacra Effige, hanno tenuto per tutto il tempo il naso tappato a causa del cattivo odore che emanavano i rifiuti fuori dai cassonetti. Intanto l’azienda Ased, che ha sospeso la raccolta, chiede alla commissione prefettizia il pagamento di circa 2 milioni e 400 mila euro di debiti vantati. La piaga dei rifiuti in questi ultimi mesi sta affliggendo tanti paesi del sud Italia ma, finora, all’orizzonte non si intravede nessuna soluzione al problema. I cittadini dal canto loro, reclamano più pulizia e condizioni di vita più dignitose viste anche le imposte sempre più salate che pagano ogni anno. Maria Cristina Condello DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 07 COPERTINA CENTRALE A CARBONE DI SALINE JONICHE Nuoce gravemente alla salute dei calabresi e della democrazia Com’è possibile anche solo pensare di consentire che questa bomba ad orologeria ci venga sganciata addosso? Ma soprattutto come possiamo farci imporre dall’alto una scelta così importante e decisiva per il nostro futuro? I nove comuni e i loro abitanti non hanno nessun potere in questa storia ELEONORA ARAGONA Un progetto da un miliardo di euro con promesse di impiego per 1.500 operai per la costruzione e 140 lavoratori quando la centrale entrerà in funzione a pieno regime. Una centrale che oltre a produrre energia che alla Calabria non serve dato che già ne produce cinque volte più di quanto gliene occorra. Il progetto interesserebbe nove comuni dell’area grecanica in provincia di Reggio Calabria: Montebello Jonico, Melito Porto Salvo, S. Lorenzo, Bagaladi, Roghudi, Roccaforte del Greco, Condofuri, Bova e Bova Marina. È un progetto controverso e che ha spaccato in due la cittadinanza di questi paesi. Da un lato ci sono coloro i quali vogliono questo progetto, sperano nei posti di lavoro promessi e nelle briciole che la società svizzera gli lancia. Dall’altro ci sono gli oppositori, quelli che non si vedono e non svendono il futuro, già così precario, dei loro figli per un progetto che ancora una volta non porterà nessuno sviluppo nella loro zona. L’iter per la realizzazione di questa bomba ecologica che si vorrebbe costruire sulle spalle dei calabresi e della loro salute è quasi giunto al termine. Il V.I.A. (valutazione di Impatto ambientale) ha passato il vaglio del M i n i s t e r o dell’Ambiente nonostante la realizzazione di Saline contribuirebbe a far sforare all’Italia il target di emissioni di C02 consentito dal protocollo di Kyoto. E nonostante il significativo parere forte- IN EVIDENZA Distruggere il passato, una delle poche risorse che possediamo, è di questo che si tratta. Ma non solo purtroppo. Se questo non fosse sufficiente è necessario rendersi conto che permettere la costruzione e la messa in funzione di questa centrale significherebbe svendere la salute nostra e delle future generazioni. Tra democrazia sospesa e partecipazione mancata Lo scioglimento del Consiglio comunale di Montebello Jonico, al di là delle considerazioni sulla giustezza o meno del provvedimento, sicuramente pone seri interrogativi. Ciò, perché, intorno alla Centrale a carbone di Saline, si concentra gran parte del dibattito sul possibile risanamento e riutilizzo dell’area ex Liquichimica. Un confronto a distanza tra il fronte del No e quello del Sì. I comitati dei cittadini, dell’uno e dell’altro fronte, avevano quale riferimento per le loro istanze i rappresentanti eletti in Consiglio comunale, i quali si facevano portatori delle iniziative, delle idee, dei convincimenti dei rappresentati. Il Sindaco, i Consiglieri comunali sono parte di un sistema, nel quale i rappresen- tanti sono autorizzati a trasformare la volontà popolare in atti di governo, sin dal momento in cui sono eletti: perciò hanno un mandato rappresentativo. Oggi, mancando gli interlocutori democraticamente eletti, chi rappresenterà le varie posizioni dei cittadini di Montebello Jonico nella diatriba sempre più accesa pro o contro la Centrale? Sembra para- dossale, ma rispetto alle evoluzioni (o involuzioni), a cui tende il sistema della rappresentanza, quello che disse Winston Churchill alla Camera dei Comuni l’11 novembre 1947 è particolarmente attuale: “La democrazia è la peggiore forma di governo – eccetto per tutte le altre forme che sono state provate di tempo in tempo, che sono ancora peggio” . DOMENIICA Sappiamo bene a quali difetti della democrazia alludeva Churchill. Ma non possiamo evitare di considerare quali pericoli (attuali) e ben gravi conseguirebbero modifiche, che aboliscano la elezione di rappresentanti senza vincolo di mandato. In una società complessa non si può eliminare la rappresentatività, è necessaria una partecipazione il più pos- 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 08 Trionfa la legalicrazia mente negativo opposto al progetto da parte del Ministero dei Beni culturali. Il sito su cui dovrebbe sorgere la centrale è infatti un’area ricca di reperti di età ellenica. Distruggere il passato, una delle poche risorse che possediamo, è di questo che si tratta. Ma non solo purtroppo. Se questo non fosse sufficiente è necessario rendersi conto che permettere la costruzione e la messa in funzione di questa centrale significherebbe svendere la salute nostra e delle future generazioni. Solo in Italia ci sono già tre casi tristemente noti, Genova, Savona e La Spezia, in cui è stato dimostrato come le centrali a carbone abbiano inciso sull’aumento dei casi di tumore ai polmoni, alla laringe, alla vescica e leucemie. La foto che correla l’articolo (e ci scusiamo se può urtare la sensibilità di qualcuno o se può essere ritenute troppo crude) rappresenta quello a cui porterà tutto questo. Il carbone è infatti uno dei combustibili fossili più inquinanti al mondo, produce un’elvatissima quantità di anidride carbonica. Ma non solo. Ecco quali sono gli altri elementi inquinanti che vengono sprigionati da una centrale a carbone: polveri, in particolare del tipo Pm 2,5, benzopirene, diossine, benzene, Cromo, arsenico, silicio, isotopi radioattivi. Secondo il piano regionale della Qualità dell’ Aria in Liguria del 2006, in Liguria le centrali a carbone emettono l’ 89% del mercurio, il 55% del Nickel e del Piombo, il 43% dell’ Arsenico, il 15% del cadmio emessi totalmente in tale regione da ogni fonte antropica. “ P e r quanto riguard a l’e- Massa tumorale sibile diretta, permanente, dell’insieme dei cittadini alla vita pubblica. Oggi assistiamo ad una evidente e profonda crisi della rappresentanza politica, che si manifesta attraverso tutta una serie di fattori, il più noto e il più sensibile dei quali è, certamente, l’enorme astensionismo, così come è stato constatato alle elezioni politiche di febbraio scorso. Conseguente alla debolezza della politica, qualcuno vorrebbe realizzare e vorrebbe anche vincolare gli eletti con votazioni/sondaggio fatte in Rete. Si parla di una democrazia non fatta col voto, ma missione di radionuclidi naturali, responsabili prevalentemente di leucemie, linfomi e tumori del polmone (Radon), nel 2005 la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha dichiarato che vi è una maggiore esposizione alle radiazioni, rispetto alla radioattività naturale di fondo, sia dei lavoratori delle centrali a carbone, sia degli abitanti intorno alle centrali a carbone, pari a 100/150 microSv/anno. Considerando pari a 20 microSievert l’ esposizione a radiazioni ionizzanti dovute ad una radiografia del torace, questo dato corrisponde a valori di esposizione radioattiva fin dalla nascita equivalenti a 5/8 radiografie all’anno, assorbite da ogni organismo in eccesso rispetto alla radioattività naturale di fondo. I problemi principali si pongono per le donne in gravidanza, a causa della maggiore sensibilità del genoma dell’ embrione e del feto agli effetti mutageni e potenzialmente cancerogeni delle radiazioni ionizzanti”. Dottor Paolo Franceschi, Pneumologo, (Membro del Comitato Direttivo e dell’ Albo degli Esperti dell’ ISDE Italia International Society of Doctors For Environment). Ed è proprio per questi motivi che Stati Uniti e Germania stanno chiudendo le centrali di questo tipo e si stanno concentrando su energie verdi e rinnovabili. Com’è possibile anche solo pensare di consentire che questa bomba ad orologeria ci venga sganciata addosso? Ma soprattutto come possiamo farci imporre dall’alto una scelta così importante e decisiva per il nostro futuro? I nove comuni e i loro abitanti non hanno nessun potere in questa storia. Che si sia pro o contro in questo momento tutti sono in balia dell’ultimo baluardo dall’inizio dei lavori. Il piano della Sei e quello del Consiglio dei Ministri infatti ha un unico ostacolo a questo punto dell’iter. La centrale a carbone di Saline collima con il Piano energetico regionale. Spetta alla Regione decidere e imporsi. E la popolazione dovrebbe avere il potere di decidere di questioni così delicate per la propria salute e per lo sviluppo del proprio territorio. Non si può continuare ad imporre alla Calabria progetti che nessun’altro al mondo è disposto ad accettare. Il rigassificatore a Gioia Tauro prima, la centrale a carbone poi. Realizzare l’impianto di Saline vorrebbe dire violentare ulteriormente il nostro territorio e non reagire, non sfruttare tutti gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione per non permetterlo è un dovere a cui non possiamo sottrarci. con la partecipazione diretta. Questa è un’idea che suona attraente, ma è illusoria: chi partecipa può farlo solo con le conoscenze e le competenze che ha. Se sono troppo scarse, procede a caso. La partecipazione a blog o social network si esprime, invece, con testi corti, “tanto si sa di che cosa stiamo parlando”. Le implicazioni inespresse sono manipolabili e portano a polemiche. La media dei cittadini non ha cultura adeguata a decidere questioni che abbiano aspetti tecnici, legali, costituzionali, scientifici. Neanche i deputati sono tutti esperti: dovrebbero Per Saline Joniche decideranno i commissari prefettizi Quando si dice il caso. L’amministrazione comunale di Montebello viene sciolta in coincidenza con la questione carbonifera. E a decidere saranno i commissari prefettizi. Noi proponiamo un referendum PASQUINO CRUPI Non nutriamo dubbi di sorta. Saline Joniche è un territorio interessante e attrattivo. Negli anni Settanta il suo pantano, che ispirava gli ambientalisti e li schierava a favore della sua perpetuità di zanzare, sembrava volgere al tramonto e alla fine con la realizzazione della Liquichimica, abilitata a produrre bioproteine per la alimentazione delle bestie di lavoro e di macello. La fabbrica, pur tra polemiche e stridori di ferraglia antimeridionale, fu costruita dalla a alla zeta. E, caso unico o quasi unico nella storia del Mezzogiorno, si sottrasse al destino d’aumentare il numero delle sperperatici incompiute. Era già pronta per produrre quando fu chiusa da un decreto a mezzo stampa del “Corriere della Sera”, che mobilitò l’esercito della salute contro la Liquichimica le cui bioproteine avrebbero ammazzato, poiché cancerogene, uomini e bestie. Naturalmente, il buongoverno dell’epoca, per placare la fame di lavoro e i sindacati, che contro quella fame erano in armi, promise una alternativa alla Liquichimica, la bella compiuta. Questa alternativa di modello produttivo, d’economia e di lavoro ancora non s’è vista. Ma una cosa è chiara: sulla Liquichimica decisero i gruppi oligarchici, non il popolo sovrano di Saline Joniche e di Montebello. studiare e chiedere aiuto ad esperti credibili. È ingenua l’idea che con Internet ed e-mail risolveremmo ogni problema politico di informazione, correttezza, ottimizzazione delle decisioni, tempestività. Potremmo solo aprire canali su cui tutti ricevano informazioni e notizie, ma questi ci sono già. Poi chiunque potrebbe esprimere pareri o voti, di scarso valore se sono pilotati da riassuntini e twitter che ha appena ricevuto. La questione della Centrale, oggi più che mai, si apre a scenari incerti, stante la partecipazione sospesa. Ma non serve nem- Facciamo un salto. Il pantano è ancora là, la Liquichimica diruta offre asilo a gatti e topi e serpenti, lavoro non ce n’è. Ma ci potrebbe essere se Governo – e in parte lo ha già fatto- Regione e comune di Montebello dicessero finalmente un soddisfatto SI alla costruzione dove il pantano impera d’una centrale a carbone, voluta e richiesta dai capitani d’industria svizzeri, che hanno tanti soldi da investire e da distribuire. Non entriamo nella disputa tra Carbone sì e Carbone no. Ci piace piuttosto ricordare che dalla cancellazione del V Centro siderurgico ad oggi l’alternativa per la Calabria è sempre la stessa: la centrale a carbone. Così a Gioia Tauro, e il fronte meridionalista riuscì a domare il Governo, così ora per Saline Joniche, ma sventuratamente un fronte meridionalista non c’è più. E non c’è più a decidere, a dire la sua parola decisiva, l’Amministrazione comunale di Montebello Jonico, che è stata sciolta – questo è un dato oggettivo- in coincidenza con la questione carbonifera. Via la sovranità del Consiglio comunale in cui risiede la volontà del popolo, sarà la volontà burocratica dei nominati commissari prefettizi a decidere la questione carbonifera. È la legalicrazia, bellezza. Noi, comunque, proponiamo un referendum. meno scagliarsi contro fattibili innovazioni tecnologiche. Bisognerebbe ricercare il confronto, scientifico e tecnico. E’ necessario avere maggiore e più articolata familiarità con la tecnologia, per evitare di asservire il nostro Paese a Nazioni più avanzate. Uno degli obiettivi, invece, è proprio la riduzione del divario fra paesi ricchi e poveri. Ma i disinformati temono eventi non pericolosi e non pensano nemmeno ai rischi veri. E’ ineluttabile riprogettare e modernizzare i grandi sistemi pubblici e privati, che siano in chiave di sviluppo turistico o di produzione energe- tica, ma, comunque in modo integrato e cooperante fra governo, banche, aziende, amministratori (seppur sospesi), scuole. Il fine è di creare un’arena in cui discutere le priorità della società per offrire agli utenti, attivi e passivi, scelte più approfondite e livelli di qualità più alti. Ciò richiede che la popolazione sia debitamente informata, ma sia pure capace di delegare le scelte a chi ne ha le competenze. In questa direzione l’impegno è ancora inadeguato. Walter Scerbo DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 09 Parlando di... IL PARLAMENTO VISTO DA SUD INTERVISTA ALL’ON GIOVANNI EMANUELE BILARDI Una politica che risarcisca il sud da decenni di inefficienze Tra le misure proposte da “Grande Sud” vi è la creazione di distretti temetici, il sostegno alle famiglie e incentivi agli investimenti nel meridione In che direzione dovrà orientarsi lo sviluppo della Calabria? Le cosiddette politiche di contesto che ci aspettiamo dal governo Letta, cioè politiche di sostegno finanziario diretto alle imprese, con una riduzione della pressione fiscale, non appaiono una strada capace di contribuire alla trasformazione del sistema industriale meridionale in generale e della Calabria in particolare se non saranno affiancate dalla responsabilizzazione di tutti gli uffici pubblici centrali e di tutte le amministrazioni locali introducendo vincoli che valgano quale sanzione di scelte programmatiche disinvolte o di persistenti inefficienze amministrative, così da risarcire il sud da decenni di scarsa produttività burocratica ed amministrativa, quale concausa del gap persistente e delle aree di sofferenza socio-economica che l'affliggono. Quali sono le misure più urgenti da portare avanti? Tra le misure proposte da “Grande Sud” vi è la creazione nel Meridione di distretti 'tematici' in cui le imprese possano operare attraverso regimi fiscali agevolati e in cui si favorisca lo sviluppo delle filiere produttive, agevolando così nuova occupazione; il sostegno alle famiglie del Sud attraverso una congrua 'No Tax Area'; incentivi per gli investimenti nel Meridione a forte contenuto di innovazione tecnologica e quelli relativi al settore delle energie alternative. Qual è stato il più grande errore fatto finora nell'amministrazione della Regione e come intendete risolverlo? Non credo che il centrodestra di maggioranza alla Regione Calabria ed il governatore Scopelliti abbiano fatto errori di carattere amministrativo nella gestione dell'Ente. Ritengo che vi sia stata, da parte del centrodestra, la mancata denuncia dei danni macroscopici derivanti dalla politica delle attese, delle rinunce e dell'immobilismo attuate nelle precedenti legislature. Quale sarà la battaglia che i parlamentari e i senatori calabresi non potranno perdere per il nostro futuro? Credo sia necessaria una rinnovata linea di pensiero politico per il Sud Italia e per la nostra Calabria che riconosca che taluni indirizzi centrali hanno sistematicamente mortificato le ragioni e gli interessi generali della convergenza e dello sviluppo nazionale, favorendo tornaconti spesso inconfessabili di minoranze; quindi imponendo alle zone ed ai ceti deboli meridionali i maggiori sacrifici imposti dalla crisi. Tali politiche ingiuste hanno contribuito alla nascita dell'informe creatura anomala dell'antipolitica. Grande Sud” farà la sua parte, soprattutto in tema occupazionale; e da subito crediamo sia necessario che il governo Letta destini tutte le risorse possibili e reperibili alla emergenza lavoro, imponendosi come obiettivo precipuo la immediata inversione del trend negativo degli ultimi anni. Vladimir DOMENIICA Dalla Regione Calabria tagli positivi agli Enti inutili È tempo di riforme per il Consiglio regionale calabrese. È stato infatti approvato il progetto di legge con cui si elimineranno o modificheranno enti, società, consorzi e aziende partecipate dalla Regione. Ventisei articoli compongono questo procedimento e sanciscono il persistere della Fondazione Calabria Film Commission, mentre decretano il momentaneo stand-by dell'Agenzia di marketing per il turismo. Quest'ultimo progetto sarà discusso e inserito in un procedimento apposito. È stato inoltre concordato di escludere dai processi di riforma l'ente Fiera di Cosenza dato che non rientra fra gli enti sub regionali. Il dibattito generale sulla proposta di Legge d'iniziativa della Giunta regionale inerente il "Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi" era stato preceduto dalla proposta del consigliere del Pd Carlo Guccione di inserimento nei temi in discussione di un ordine del giorno relativo all'esenzione ticket. Altra richiesta è stata avanzata dal consigliere Salvatore Magaró (Scopelliti Presidente) riguardante un documento attraverso il quale invitare l'Unione Europea a ritirare le banconote da 500 euro. Al testo in esame sulla riforma degli enti sono stati presentati cinquanta emendamenti, 23 della maggioranza e 27 dell'opposizione contenenti correttivi e nuovi inserimenti alla proposta. Tre gli interventi nel dibattito generale. Per Demetrio Naccari Carlizzi (Pd) "pur rappresentando un passo in avanti la riforma non introduce una regolazione moderna delle funzioni e delle attività dei nuovi organismi". Giuseppe Giordano del gruppo Idv ha definito un passo indietro sottolineando «il rientro dalla finestra, rispetto al testo proposto dalla Giunta, di Calabria Etica, dell'Ente Fiera Cosenza, Comac e Comalca». 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 10 DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 11 Parlando di... LOCRIDE Candidato anche Grillo Il noto Tony White è il sosia del famoso comico/leader politico genovese Beppe Grillo. Chissà se il successo elettorale ottenuto dal promotore del Movimento cinque stelle sarà replicato anche dal suo doppio calabrese. ELEZIONI AMMINISTRATIVE LOCRI Il centrodestra locrese unito, nella consapevolezza che non verranno più commessi gli errori che in passato hanno portato Il peso della responsabilità di candidarsi sindaco a Locri “Tutti per Locri,” una lista composta da persone nuove, insieme per il rinnovo della politica locrese nella consapevolezza che il primo punto, se vincitori, sarà ridare decoro alla città, ormai completamente abbandonata EMANUELA ALVARO Il peso della responsabilità per chi ha deciso di candidarsi a Locri, si sente ed è difficile da gestire. Per chi, come Giovanni Calabrese ha stabilito, con il supporto del centrodestra, di candidarsi a sindaco, è tale da non dormirci la notte. E, in un momento in cui le certezze stanno a zero, si dice convinto del fatto che a Locri il centrodestra non farà più gli errori di un tempo, consapevoli che tutte le energie sono da indirizzare per risolvere le problematiche della città, alla quale vogliono dare un volto diverso, con una lista che punta al rinnovamento della politica locrese. «Solo quattro ex consiglieri comunali, poi tutte persone con vari impegni nella società, pronte a dare il giusto contributo a Locri. Motivo per il quale ho espresso un sincero ringraziamento ai candidati e alle tante altre persone che fanno parte del movimento, non solo quello che si è venuto a creare dall’insieme dei gruppi di centrodestra che hanno animato la scorsa competizione elettorale». Un’aggregazione che, per Calabrese, più che una “fusione”, è la convergenza di idee positive e di persone che hanno come obiettivo quello di affrontare le problematiche nel momento forse più difficile per Locri. E ricordando al candidato a sindaco le settimane in cui si parlava di un nuovo allontanamento “in corsa” di Francesco Macrì, sottolinea come questo non si sia mai concretizzato, trattandosi invece di divergenze che in politica sono da considerare come un confronto nel percorso da affrontare per arrivare ad una lista. «Di fatto non è mai esistita questa possibilità, sono stato io stesso a dirlo in Consiglio comunale che non ci saremo mai più divisi. Non c’è stata fino all’ultimo una candidatura a sindaco, la mia è stata ipotizzata, ma di fatto si è concretizzata solo in questi giorni, concordata con Alfonso Passafaro, Raffaele Sainato, Francesco Macrì, Vincenzo Carabetta e con tutto il gruppo. Di comune accordo abbiamo deciso di andare avanti su questo progetto politico, sono stato investito io del ruolo di candidato a sindaco, ruolo non facile e abbastanza complesso». Oggi più che mai non si sentirà più dire che la situazione è apparsa, una volta vinte le elezione, più grave di quanto ci si aspettava, ormai sono chiare per tutti le condizioni del Palazzo municipale. Nonostante la situazione Calabrese si sente supportato dal gruppo che si è formato, se si andrà ad ammini- strare. «Abbiamo studiato a fondo ogni problematica in questi mesi e siamo convinti di avere, non la soluzione immediata, ma di poter preparare una serie di atti che, in modo graduale, porteranno la città fuori dall’empasse. Non andremmo a dire di chi è la colpa, come amministratori e come cittadini siamo tutti in quota parte responsabili dello stato attuale. Non serve oggi fare, come in passato, la caccia alle streghe, affermando che non si può fare nulla perché di fronte ad una situazione critica». Sul periodo di commissariamento del Comune, Calabrese ha ricordato di aver sempre detto di non essere favorevole, indipendentemente dalla motivazione. «I commissari non hanno lo stesso radicamento e amore che può avere chi è nato e cresciuto nella città che va ad amministrare, questo con tutto il rispetto per il ruolo. Hanno operato bene su alcune cose, per altri problemi, sotto gli occhi di tutti, hanno chiaramente avuto delle difficoltà. Questo fa capire che non sempre è colpa della politica. Per certi versi hanno svolto anche un ruolo politico interpretando alcune problematiche e relative soluzioni a modo proprio. Noi alcune decisioni non le condividiamo, come quest’ultimo provvedimento relativo alla pianta organica, necessario, ma che non ci convince, lo stiamo valutando. Importante il ruolo svolto a livello finanziario, aderendo al Fondo di rotazione, come richiesto da noi in Consiglio comunale, con il “ I commissari non hanno lo stesso radicamento e amore che può avere chi è nato e cresciuto nella città che va ad ammnistrare, questo con tutto il rispetto per il ruolo. hanno operato bene per alcuni aspetti, per altri sono chiare le difficoltà” quale si è evitato il dissesto, obiettivo politico di qualcun altro ed anche l’adesione ad altri strumenti messi in campo dall’ex governo». Proprio per questo motivo la lista “Tutti per Locri” presenta un programma fatto di punti concreti, dove il primo passo sarà ridare decoro alla città, come al cimitero, ambedue in totale stato di abbandono. «Lavorare con onestà, trasparenza ed impegno, cercare di spendere le risorse della legge regionale 1/2006. Abbiamo avuto contatti con l’onorevole Imbalzano, presidente della Commissione bilancio, con il quale ci siamo confrontati su come poter utilizzare questi fondi, risorse fondamentali per Locri, rimodulando il protocollo d’intesa per come già richiesto dai banchi dell’opposizio- Impegno e trasparenza a Locri “Impegno e trasparenza” si è presentata alla cittadinanza. La lista formata dall’unione del Movimento “Locrinasce”, l’ala renziana del Partito democratico e Generazione Locri, nella sede di via I Maggio, ha chiesto alla città la fiducia, ricordando quello che è stato, ma soprattutto quello che, per tutti coloro i quali hanno abbracciato questo progetto, dovrà essere il futuro della città. Progetti e impegni che non andranno a gravare sulle casse dell’Ente. Orazio Diego Arcidiacono, Gildo Barillaro, Nadia Cautela, Maria Davolos, Anna Maria Giorgio, Maria Antonella Gozzi, Antonio Guerrieri, Raffaele Guidace, Salvatore Domenico Lacopo, Pino Mammoliti, Rino Rinaldi, Fausta Stefania Romano, Wanda Sainato, Sergio Schirripa, Tanan Abdelhamid, Giorgianna Taverna sono i protagonisti che, insieme al candidato a sindaco Antonio Cavo, si presenteranno alle prossime amministrative. ne». Chiedono ai cittadini di dare loro fiducia, perché hanno un progetto di rilancio per la città, con tra gli obiettivi più importanti, quello di creare condizioni per nuovi posti di lavoro a Locri, “approfittando” degli strumenti che ci sono per attirare imprenditori seri. «Io l’ho fatto in passato con ottimi risultati e ritengo che, a parte quello che c’è stato e che qualcuno vorrebbe criminalizzare e sminuire, il lavoro deve essere creato, tutto il resto viene dopo. Un’amministrazione capace che ragiona come un’azienda può riuscire in questo obiettivo e credo che noi abbiamo le potenzialità per farlo». Per la lista esclusa si dice dispiaciuto della situazione che si è venuta a creare. Un confronto a tre, per Calabrese, avrebbe creato maggiore dialogo e interesse in campagna elettorale, consapevole che ora non si può fare altro che attendere quello che emergerà dalle indagini. «Ho già espresso a Tommaso Raschellà la mia incondizionata vicinanza, non è bello essere bocciati per un disguido del genere che ritengo si sia creato per la concitazione del momento, dovuto anche ad un po’ di improvvisazione, ma non ritengo che ci sia dolo, come ipotizzato da qualcuno». Per “Tutti per Locri” si pensa ad una campagna elettorale serena, momento di confronto con i cittadini con i quali ragionare su come affrontare i problemi. In caso di vittoria e per il bene della città, Giovanni Calabrese si dice pronto, insieme al gruppo, ad aprire a quella parte di opposizione democratica, invitando tutti ad un comportamento responsabile, lo stesso che assumeranno loro se perderanno il confronto elettorale. DOMENICA 05 MAGGIO 2013 12 DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 13 Polaroid Gli indignati della Locride Ho effettuato un reportage fotografico al Giardino di Zaleuco di Locri, vicino al carcere. Trattasi di cosa pubblica di recente realizzazione lasciata in mano ai vandali e già in fase di degrado e totale abbandono. Hanno danneggiato i servizi igienici, asportato pezzi di recinzione e divelto panchine. Non è neanche video srovegliato. Questo posto doveva somigliare a un parco giochi con annessi servizi invece pare una giungla. Se non si prendono provvedimenti urgenti, sarà l'ennesimo scempio e spreco di soldi pubblici. PROVINCIA ELEZIONI AMMINISTRATIVE Con “Noi giovani per il cambiamento” per dare un volto nuovo a San Luca EMANUELA ALVARO Magari giovani con poca esperienza politica, ma giovani che vogliono mettersi in gioco per dare un volto nuovo al proprio paese, San Luca. “Noi giovani per il cambiamento” con candidato a sindaco Francesco Nirta, prima di una lista è un movimento nato per ovviare alla staticità che vive il paese, ormai da troppo tempo. Questo è il primo obiettivo che, parlando con Francesco Nirta, lui dice di voler raggiungere, facendo un percorso costruttivo con quanti la pensano come lui e altri giovani laureati che, nel proprio paese, vogliono costruire un futuro. «Vogliamo e siamo in campo per un SIDERNO cambiamento. “Noi giovani per il cambiamento” è il nome con il quale ci siamo presentati alla cittadinanza, perché è dai noi che deve partire un segnale di cambiamento, segnale forte per motivare tutti. Creare e portare progresso al proprio territorio». Un programma che, il candidato a sindaco, dice di essere stato pensato partendo dalle esigenze di San Luca, creato confrontandosi con la quotidianità dei cittadini. Territorio, salute, istruzione e sociale i punti fondamentali. «San Luca è un paesino montano dove l’occupazione siamo a noi a doverla creare. Buona parte del territorio ricade all’interno dell’Ente Parco d’Aspromonte, di zona A e zona B. Tutto territorio sottoposto a vincoli. Questo significa che la destinazione dello stesso non può essere cambiata. Con una delibera di Consiglio comunale del 1994 si chiedeva un ridimensionamento dei confini del Parco che partono dal centro storico di San Luca, comprendendo l’ottanta per cento del territorio. Noi ripartiamo da questa delibera chiedendo a gran voce questo ridimensionamento, per poter pensare ad un piano che ci consenta di utilizzare la risorsa forestale come fonte di reddito, creando IN EVIDENZA I dipendenti per Nirta sono una risorsa e non uno spreco di denaro pubblico, con loro e con i cittadini l’intento è di cooperare per il paese offerte occupazionali». Avviare una “battaglia” per far capire l’importanza di puntare sulle risorse del territorio, come possono esserlo anche le sorgenti d’acqua, incentivando le persone a fare azienda, puntando sulla concessione dei terreni agricoli, aiutandoli nel loro percorso formativo, dando loro un sostegno. «Noi crediamo che il Comune debba essere l’ente più vicino al popolo, cosa che negli anni si è persa. Il primo punto di riferimento. Nelle precedenti amministrazioni c’è stata assenza che ha portato ad un distacco da parte dei cittadini. Noi vogliamo ricreare un dialogo con i cittadini pensando ad un referendum popo- lare per le problematiche più contingenti, un modo per far si che la soluzione venga scelta dai cittadini». Una lista con tre donne candidate che, per Francesco Nirta, sono una marcia in più per il paese. Vengono attaccati perché giovani senza esperienza, ma i candidati sono convinti che l’esperienza si acquisisce solo sul campo, hanno voglia di fare, sono istruiti e pronti al cambiamento. «Vogliamo creare una forma di cooperazione con i cittadini e con i dipendenti comunali che, per noi, sono una risorsa e non uno spreco di denaro pubblico. Noi vogliamo motivarli e incentivarli. E poi il sociale, puntiamo molto su questo, vogliamo dare una nuova immagine a San Luca, proteggere la parte buona, perché troppo si è stati strumentalizzati dai media. Progetti per persone svantaggiate, inserendo tra queste anche chi ha avuto problemi con la giustizia, ex detenuti sottoposti a misure alternative, creando con lo Stato dei progetti – lavoro che consenta loro di reintegrarsi e riabilitarsi. Una nuova immagine a San Luca che vuole e deve cambiare, ma per questo abbiamo bisogno di una maggiore presenza dello Stato sul nostro territorio». LOCRIDE Nona edizione del premio Civiltà e lavoro Sviluppo aspromontano Riscoprire i sapori del passato, sapori quasi dimenticati come quello del maiale nero d’Aspromonte. È stato questo uno dei principali obiettivi dell’esposizione di prodotti alimentari aspromontani durante la manifestazione “Convegno sul Parco Nazionale d’Aspromonte per uno sviluppo eco-compatibile dell’area del parco”. L’idea è quella di puntare ad un’evoluzione economica puntando proprio sulle nostre tradizioni eno-gastronomiche e artigianali. Un giorno per ricordare le morti bianche, in Italia e nel mondo. Ma anche per festeggiare tutti i lavoratori e le lavoratrici sidernesi. Dal 2005 è stato istituito il premio Civiltà e Lavoro e la premiazione come ogni anno si è svolta nella villa comunale. Questo gesto simbolico quest’anno vuole mettere in evidenza gli esempi costruttivi e positivi che i giovani della Locride dovrebbero seguire. E vuole anche dimostrare come anche la più piccola gratificazione possa essere una spinta a lavorare bene. Un momento dei festeggiamenti è stato dedicato anche a tutti coloro i quali in questo momento di difficoltà un lavoro non ce l’hanno e che stanno vivendo della situazioni drammatiche. Giuramento avvocati “Giuro di adempiere i miei doveri professionali con lealtà, onore e diligenza per i fini superiori della giustizia e per gli interessi della Nazione”. Più che il giuramento in se, per gli avvocati i quali, questa mattina, i primi dopo l'approvazione della riforma dell'ordinamento forense, hanno recitato la formula di fronte al Consiglio dell'Ordine di Locri, sarà l'inizio di una missione da nutrire giornalmente con il proprio impegno. Questo il senso del discorso che, Gabriella Mollica, neo presidente del Consiglio dell'Ordine di Locri ha pronunciato a conclusione della cerimonia. DOMENIICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 14 la Riviera GIOIOSA JONICA ROCCAFORTE DEL GRECO La voce del cittadino acquista valore Elezioni: corsa solitaria di Giuseppe Minella KATIA CANDIDO In vista delle elezioni comunali abbiamo cercato di capire insieme ai cittadini gioiosani quali sono i problemi che gravano sul paese avanzando delle proposte per tentare di risolverli. Il sig. Franco Ameduri elettricista, e il sig. Federico Totino biologo, e altri cittadini hanno sottolineato lo stato di disagio in cui Gioiosa Ionica si trova in questo momento: l’immondizia in special modo in quanto i cittadini pur pagando regolarmente la tassa specifica non usufruiscono dell’adeguato servizio di smaltimento. Un altro problema emerso da più persone è il mal funzionamento della rete idrica, specificando che il malfunzionamento della stessa crea dispersione di acqua e di conseguenza determina un aumento delle tariffe procapite; altri, come il sig. Giuseppe Seminara pensionato, hanno aggiunto una proposta di ricorso ad un mutuo bancario finalizzato alla riparazione della rete idrica e alla riduzione dei problemi, onde bay-passare la carenza dei fondi. Lo stesso Giuseppe ha evidenziato che i problemi del paese sono aumentati in seguito al commissariamento, attribuendone la causa a coloro che hanno sfiduciato la Giunta Mazza. Inoltre è stato sollevato il problema THUNDER BAY della manutenzione urbanistica. Il sig. Carmelo Macrì proprietario di una agenzia viaggi, lamenta la mancanza di una Amministrazione che tuteli l’interesse del cittadino, poiché mancano i contenuti mentre abbondano sprechi e favoritismi. I signori Lena e Roberto Mammone, proprietari di un panificio hanno riportato un detto antico: “prima il dovere e dopo il piacere” spiegando che al paese manca la cooperazione per incrementare il commercio e le altre attività produttive. Il Comune deve rispettare il “Patto di Stabilità”ci spiega il dott. Rocco Lobianco ex amministratore della Giunta Mazza; e per rispettarlo bisogna fare due cose concrete: contenere le spese e curare le entrate al fine di avere maggiore disponibilità economica per affrontare qualsiasi imprevisto. Altre voci popolari hanno sollevato il problema della mancanza di cultura e comunicazione nonché la carenza di spazi adeguati dedicati all’infanzia. Nonostante Gioiosa Ionica abbia il primato del mercato domenicale alcuni cittadini hanno evidenziato l’assenza di valorizzazione delle arti antiche finalizzate al commercio. In ultimo ma non per importanza citiamo la problematica connessa all’abbandono del Centro Storico. Nella giornata del 26 aprile alle ore 12.15 è stata presentata dal signor Arconte Giorgio Antonino al Segretario Comunale, dottor Fortunato Latella, una lista, l’unica presentata in queste amministrative, recante il contrassegno: Fiamma a tre colori verde, bianco e rosso retta da base trapezoidale costituita dalla dicitura “Movimento” in alto e “Sociale” in basso. Tale insieme è compreso tra le diciture “Fiamma” e “Tricolore” il tutto racchiuso da bordatura cerchiata in nero. I candidati per l’elezione del Consiglio Comunale, che avrà luogo il 26 e 27 maggio, sono il candidato a sindaco Giuseppe Minnella, di Reggio Calabria, segretario provinciale per il MSI-Fiamma Tricolore, nonchè ideatore e creatore del sito Ilduce.net, Cilione Fortunato, Giordano Carmine Antonio, Iacopino Luigi, Quattrocchi Sebastiano, Lazzaro Antonio e Bardinella Dario. Si era diffusa, giorni dopo, la notizia sulla possibilità che la lista della Fiamma Tricolore, presentata per le elezioni amministrative del Comune di Roccaforte del Greco, potesse essere ricusata dalla commissione elettorale circondariale di Melito Porto Salvo, in quanto la documentazione inoltrata sembrava non essere corretta: il primo elemento di contestazione sarebbe stato l’uso del simbolo in quanto riconducibile ad altre formazioni politiche e la presunta mancanza di un documento, ovvero la delega per l’uso del simbolo e del nome del partito da parte del rispettivo segretario nazionale. «Possiamo assolutamente smentire questa notiziadice Minnella- poiché la documentazione presentata è assolutamente regolare ed in linea con il regolamento e le istruzioni diffuse dal Ministero degli Interni». Nonostante ciò il Movimento Fiamma Tricolore, presentato alla Commissione Elettorale un nuovo contrassegno, dalla stessa accettato, concorrerà alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale di Roccaforte del Greco con il candidato a sindaco Giuseppe Minnella e con la nuova lista “Roccaforte Rinasci”, i cui punti programmatici sono: infrastrutture, turismo, ambiente ed energie rinnovabili, economia e agricoltura. M.Valentina Attinà RICORDANDO... Premiato Franco Crupi Premiato il 16 aprile dalla Thunder Bay Chamber of Commerce Franco Crupi. Il sidernese ha vinto il rpestigioso riconoscimento con la sua compagnia di consulenze economiche. Vent’anni di esperienza che ha messo al servizio dei suoi clienti. Conosce l’inglese, l’italiano e lo spagnolo e queste sue competenze linguistiche insieme al suo talento nell’amministrazione finanziaria gli hanno permesso di crearsi una clientela internazionale. Il tempo non cancellerà mai il ricordo di Leonardo. Chi lo ha amato lo porterà sempre nel cuore DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 15 DOMENIICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 16 DOMENIICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 17 ANNIVERSARIO SMARRITO Tra i fondatori del Partito comunista d’Italia Antonio Gramsci, ,insieme a Benedetto Croce e Giovanni Gentile, è il più significativo pensatore europeo del Novecento Anche questo. Dobbiamo a Marcello Veneziani e a “il Giornale” di Sallusti e Veltri se ci siamo ricordati dell’anniversario della morte del grande sardo Le ceneri di Gramsci PASQUINO CRUPI Si deve a Marcello Veneziani, un intellettuale avverso al marxismo, se un po’ di italiani si sono ricordati che il 27 aprile del 1937 moriva appena uscito dal carcere Antonio Gramsci. Apprendo, infatti, scorrendo “il Giornale” di Sallusti e Veltri, che del Grane Sardo ha celebrato l’anniversario della morte a Turi di Bari dove era stato in carcere. Dalle parti della Sinistra nulla. Ed è un vergogna a meno che quel Grande Morto non sia stato rimosso per non avere vergogna del pantano, anche intellettuale, in cui è caduta. Ed io qui voglio riprendere un punto centrale del pensiero di Gramsci, rimasto fuori dalla relazione commemorativa di Marello Veneziani: la questione meridionale. Con il Grande Sardo il campo del meridionalismo si slarga. La fase dei meridionalisti pietosizzanti, che vogliono promuovere la soluzione della questione meridionale attraverso la mozione degli affetti e l’invocazione al buon governo, e la fase dei meridionalisti riformisti, che reclamano più aggiustamenti che riforme, sono chiuse dall’ accelerazione verso la rivoluzione italiana, teorizzata e auspicata da Antonio Gramsci. Che ascrive ai comunisti italiani e, se non proprio a se stesso “ un merito incontrastabile: di aver imposto la questione meridionale all’attenzione dell’avanguardia operaia, prospettandola come uno dei problemi essenziali della politica nazionale del proletariato rivoluzionario. In questo senso essi hanno contribuito praticamente a far uscire la questione meridionale dalla sua fase indistinta, intellettualistica, cosiddetta «concretista», per farla entrare in una fase nuova”. È il primo passo da compiere sulla strada della rivoluzione italiana, momento unico e insostituibile della soluzione della Questione Meridionale, è quello della conquista dei contadini del Mezzogiorno, soprattutto. Su questo Antonio Gramsci era stato preceduto da Ettore Ciccotti, ma dal Ciccotti, che si muoveva sul terreno riformista e rimandava ad una seconda fase il protagonismo dei conta- dini nella battaglia per il superamento del capitalismo italiano, si differenzia e anzi gli si contrappone. Per Antonio Gramsci i contadini erano già maturi per una alleanza subito con il proletariato rivoluzionario del Nord, nonostante il dileggio, il disprezzo, le teorie razziste che la cultura borghese e ampia parte della letteratura socialista gravavano sul Mezzogiorno contadino e i contadini. Contro questa mistificatoria ideologia, che risuonava come pretesto per la continuità dello sfruttamento del Mezzogiorno, Antonio Gramsci, naturalmente a nome dei comunisti, è stato tra i primi ad insorgere, ad ingaggiare una battaglia di idee per emancipare il Mezzogiorno dalla menzogna calcolata che lo riduceva a luogo di tutte le infezioni della storia, abitato da una razza inferiore e degenerata, barbara e primitiva, insuscettibile di progresso e, quindi, incapace di partecipare all’ arduo combattimento, sotto la guida del proletariato del Nord, per l’abbattimento dello Stato borghese. Ed è questo uno dei temi centrali ed essenziali di Alcuni temi della quistione meridionale. Tema anticipato, peraltro, da alcuni articoli gramsciani, apparsi sul «Grido del popolo», sull’ «Avanti!», e su «L’Ordine Nuovo». E anticipato, una volta di più, dalle “Tesi”, elaborate da Gramsci e Togliatti presentate al Congresso di Lione (20-26 gennaio 1926). Ma procediamo per gradi. Antonio Gramsci cominciò a scrivere il saggio Di alcuni temi della quistione meridionale nei primi mesi del 1926 e non gli poté dare forma definitiva perché l’8 novembre 1926 fu arrestato e condannato successivamente dal Tribunale Speciale fascista a 20 anni di carcere. E su di esso non ritornò più nei lunghi anni del suo calvario in carcere. Si apre con pagine di rara asprezza polemica, consueta in Gramsci, nei confronti dei giovani redattori della rivista «Il Quarto Stato», fondata e diretta da Carlo Rosselli, e, in maniera specifica, nei riguardi del giovane collaboratore Ulenspiegel, cioè Tommaso Fiore, che vi aveva pubblicato un articolo sul problema meridionale in cui, secondo il DOMENIICA Grande Sardo, era volutamente e consapevolmente deformata la posizione dei comunisti torinesi sulla “questione contadina”. Posizione ricondotta puramente e semplicemente alla “ formula magica” della divisione del “ latifondo tra i proletari rurali […], inventata di sana pianta” , essendo vero il contrario e, cioè, che il “ concetto fondamentale dei comunisti torinesi non è stato la « formula magica», della divisione del latifondo, ma quello della alleanza politica tra operai del Nord e contadini del Sud per rovesciare la borghesia dal potere di Stato” . In effetti, la questione contadina era stata da tempo posta al centro dell’attenzione dei comunisti torinesi, frazione di sinistra del PSI, e al centro dell’attenzione era stata all’interno del PCdI dopo la sua fondazione il 21 gennaio 1921 a Livorno. Emerge in maniera netta e più distesa al III Congresso di Lione Infatti, nelle Tesi di Lione, un intero paragrafo - il diciannovesimo - viene dedicato alla questione contadina, che è concretamente la questione della alleanza politica tra 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 18 Con il Grande Sardo il campo del meridionalismo si slarga. La fase dei meridionalisti pietosizzanti e dei meridionalisti riformisti è chiusa dalla accelerazione verso la rivoluzione italiana. La questione meridionale è una questione anticapitalista. operai e contadini. Poiché dubbio non ci può essere che “le forze motrici della rivoluzione italiana […] sono, in ordine alla loro importanza, le seguenti: 1) la classe operaia e il proletariato agricolo; 2) i contadini del Mezzogiorno e delle Isole e i contadini delle altri parti d’Italia”. Questa convinzione permeerà per intero di alcuni temi della questione meridionale, ne costituisce il midollo spinale. Secondo lo schema leninista, fortemente presente nelle Tesi di Lione, che assegna la guida dell’alleanza politica tra operai del Nord e contadini del Sud alla classe operaia. Fuori da questa alleanza politica non ci può essere uscita dal vecchio blocco storico-industriali del Nord uniti agli agrari del Sud - che ha determinato e continua a determinare la condizione di colonia del Mezzogiorno. Ciò che decide la soluzione della questione meridionale non è la battaglia di idee, ma l’ azione rivoluzionaria degli operai e dei contadini. E, perciò, l’intera questione non poggiava più sulle spalle - dice Gramsci, non senza il cipiglio Viva e attuale rimane l’idea gramsciana d’un nuovo blocco storico da porre in urto al blocco conservatore nazionale senza il cui abbattimento la questione meridionale permane e si aggrava. acre del superatore - dei Giustino Fortunato, dei Gaetano Salvemini, degli Eugenio Azimonti, degli Arturo Labriola. Della questione meridionale diventava protagonista “l’operaio rivoluzionario di Torino e di Milano” , cioè il proletariato settentrionale. Il quale, se voleva, però, concretamente assumere un ruolo dirigente anche del proletariato del Sud ed essere “capace di governare”, doveva “spogliarsi di ogni residuo corporativo, di ogni pregiudizio o incrostazione sindacalista” , sentirsi membro “di una classe che tende a dirigere i contadini e gli intellettuali, di una classe che può vincere e può costruire il socialismo solo se aiutata e seguita dalla grande maggioranza di questi strati sociali” . La novità è solo questa? Per nulla. La novità sta nella definizione gramsciana della questione contadina come questione meridionale e questione vaticana. Definizione da cui discendono riflessioni radicalmente nuovi e un nuovo modo d’essere degli intellettuali il cui ruolo è di fondamentale importanza nel raccordare questione meridionale e questio- ne vaticana. La qual ultima si pone come il problema di staccare i contadini dall’influenza del clero che funziona come cuscinetto tra grandi proprietari e contadini. E, poiché “il contadino meridionale è legato al grande proprietario per il tramite dell’intellettuale” , che “ funziona da intermediario e da sorvegliante del capitalismo settentrionale e delle grandi banche” ed è “l’armatura flessibile del blocco agrario” , non c’è scampo: o si muta l’indirizzo di pensiero degli intellettuali o il raccordo tra operai del Nord e contadini del Sud avrà tempi lunghissimi per il suo avverarsi. Pesano, dunque, sul Mezzogiorno un blocco agrario e un blocco intellettuale, “che praticamente ha servito finora a impedire che le screpolature del blocco agrario divenissero troppo pericolose e determinassero una frana”. Il compito del proletariato è quello di distruggere il blocco agrario meridionale, e ciò potrà e saprà fare “nella misura in cui riuscirà, attraverso il suo partito, ad organizzare in formazioni autonome e indipendenti sempre più notevoli masse di contadini pove- Viva e attuale rimane la qualificazione del Mezzogiorno come grande disgregazione sociale, accompagnata dalla disgregazione dell’intellettualità meridionale. Viva e attuale rimane la denuncia delle due Italie con la conseguente lunga carriera del Mezzogiorno come colonia di sfruttamento e di consumo. ri” . Non è che un lato del problema. L’altro lato riguarda la capacità di disgregare il blocco intellettuale come condizione per organizzare sempre più notevoli masse di contadini poveri. E a ciò sono necessari e indispensabili gli intellettuali di tipo nuovo, i quali, come Piero Gobetti, hanno avvertito che il “proletariato come classe dirigente sarebbe stato superiore alla borghesia” . Che cosa è vivo e che cosa è morto nella costruzione teorica di Antonio Gramsci? Viva e attuale rimane la qualificazione del Mezzogiorno come grande disgregazione sociale, accompagnata dalla disgregazione dell’intellettualità meridionale. Viva e attuale rimane la denuncia delle due Italie con la conseguente lunga carriera del Mezzogiorno come colonia di sfruttamento e di consumo. Viva e attuale rimane l’idea d’un nuovo blocco storico da porre in opposizione e in urto al blocco conservatore nazionale senza il cui abbattimento la questione meridionale permane e si aggrava. Ciò che è morto, è nella coscienza di tutti: la DOMENICA rivoluzione italiana, la costruzione di uno Stato socialista come corridoio della soluzione della questione meridionale, la “repubblica federale degli operai e dei contadini”. Qui non c’entra solo la terribile forza di recupero del capitalismo dopo la seconda guerra mondiale. C’entra il fatto che il piano meridionalistico di Gramsci, al ritorno dell’Italia in libertà e ad alcuni anni dalla sua liberazione, non era più il piano meridionalistico gramsciano, come era stato pensato in Di alcuni temi della quistione meridionale. Era stato totalmente capovolto dagli stessi dirigenti comunisti, dalla parte dell’obiettivo dell’occupazione delle terre incolte e della loro divisione tra i contadini, che il Grande Morto giudicava realistico, ma non obiettivo del Partito. Era stato, altresì, indirizzato al conseguimento della riforma agraria. In altre parole, un ammorbidimento di tutto rispetto del complesso e rivoluzionario pensiero di Antonio Gramsci. Del quale, purtroppo, sono rimaste le ceneri, e neppure adeguatamente venerate. 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 19 La ... Gerenza www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 la Riviera Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI In redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA, Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri MASSIMO P ETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI. Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA Responsabile sport: ANTONIO TASSONE Art Director: PAOLA D’ORSA Grafica: EUGENIO FIMOGNARI RUBRICHE Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo Messagi nel tempo di Daniela Ferraro COLLABORATORI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro, Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello, Franco Blefari, NOTE E SCHERMAGLIE RIFLESSIONI Risponde il direttore Aiutate Loredana Gentile direttore, sono una sidernese disperata. Siamo quattro persone e non sappiamo più come tirare avanti. Devo ringraziare di avere una casa di proprietà e un pezzetto d’orto. È solo per questo che non sto morendo di fame e che riesco in qualche modo ad andare avanti. Di quattro persone che siamo nessuno di noi è riuscito a trovare un lavoro. Abbiamo bussato a tutte le porte. Abbiamo cercato anche assistenza da parte del comune ma nessuno ci ha ascoltato o aiutato. Con questa lettera vorremmo lanciare un appello a chiunque sia in grado di darci una mano, di offrirci un lavoro, una possibilità di vivere dignitosamente. Loredana Ciao a tutti, sono un gatto senza nome e senza famiglia. Uno di quei gatti che rovistano nella spazzatura senza una dimora fissa, insomma un gatto randagio. Vi rubo solo un po’ di tempo, perché spero che quella grande persona che la scorsa settimana mi ha investito, facendomi perdere un occhio “forse l’altro” e facendomi soffrire per altre ferite , sappia una cosa Io non sono morto! Per fortuna ho incontrato un bambino di 9 anni che si chiama Albino. Lui con l’aiuto di suo padre e con molte difficoltà, visto che nella Locride non esiste un servizio assistenziale per i gatti (ma solo per i cani), sta cercando di salvarmi. Il dottore ieri mi ha detto che sono fuori pericolo di vita ma devo ancora guarire dalle ferite, perchè oltre a non vedere per ora non sento gli odori e quindi non riesco a trovare dov’è il mio cibo e l’acqua da bere, quindi mi devono imboccare con una siringa. Comunque non ho scritto per farvi deprimere, ne tanto meno per esaltare le persone che mi aiutano. Vi starete chiedendo allora cosa voglio, vero? Voglio che quella persona che mi ha investito sappia! Sappia che nn sono morto, perché magari per lui sarebbe stato meglio, avrebbe detto pazienza capita! Invece no. Sono vivoe nn gli auguro male, ma spero solo che abbia una coscienza e che quella lo faccia riflettere su quello che ha fatto, anzi su quello che non ha fatto. Ovvero soccorermi. Ciao, spero a mai più! Firmato un gatto randagio Cara Signora, purtroppo, posso solamente lanciare da queste colonne un appello a chi ha e può onde in qualche modo diminuisca il carico della sua sofferenza sociale. Purtroppo, davvero. Cantastorie e politici arditi Franco Crinò e Alessandra Polimeno Non si deve andare oltre. Nel contesto della Locride bisogna fare una politica incisiva. Chi si offre per questo deve saper leggere il territorio. Il neoministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Enrico Giovannini, studioso del sommerso, ha trovato la formula per calcolare i fattori che alterano il mercato del lavoro. Le attività in “nero” vanno scoraggiate, agli imprenditori che assumono il Governo Letta prevede di far risparmiare le tasse. Si debbono segnalare, inoltre, le attività illecite, rispetto alle quali lo Stato deve dare la cifra della sua capacità sanzionatoria e di prevenzione, e le sacche di assistenza, che si sono ridotte, ma che vanno necessariamente riqualificate. Facendo questo ragionamento, però, restiamo ancora, come dire, sulla difensiva, non parliamo di lavoro nuovo, che bisogna offrire ai giovani, che così ameranno la “casa” (il sistema) che li accoglie. Questo della Locride è un territorio insicuro, che non vede interventi di consolidamento e manutenzione , poco seminato di iniziative di impresa, scarsamente valorizzato dalle attività culturali. La speranza risiede soltanto nelle politiche comunitarie e regionali, che hanno i tempi che hanno, mentre sono scomparse le politiche nazionali. La questione meridionale è diventata l’ostacolo per il quale non si deve investire al sud e non, invece, la questione centrale di un’Italia che deve lavorare alla sua integrazione, per eliminare il confine che ha dentro i suoi confini. La politica deve identificare i punti essenziali dei problemi, ragionando con chi ha ruoli di governo. Una straordinaria energia non deve averla solo chi ha ruoli di governo, ma anche chi intende fare da tramite, chi raccoglie, qui e altrove, le emozioni della gente. Chi si offre per il servizio della politica deve parlare con la gente, affrontare i problemi dal lato della osservazione critica e dal lato del valore e della utilità dei servizi e degli operatori. Noi non teniamo, ovviamente, alla delegittimazione del sistema sanitario della nostra regione o del settore della forestazione, perseguita da tante inchieste giornalistiche e televisive, teniamo al perfezionamento delle riforme, in questi campi come in altri, interroghiamo le Amministrazioni che debbono pianificare le scelte impegnative assunte da Scopelliti, ci impegniamo a fare la nostra parte. C’è da far cambiare idea alla gente. La crisi persistente rischia di far saltare l’ordine sociale ed allora c’è necessità di assorbire le liti, di guardare avanti, di pensare agli effetti positivi che faremo scaturire dalle azioni di oggi. La gente, ormai, snobba i politici oppure li contesta in maniera frontale, perciò è meglio augurarsi gente smaliziata che giudica la politica, che capisce quando una dichiarazione è partigiana, che riconosce un risultato, che chiede il bene comune e si mette nelle condizioni di chiedere a un politico di … cambiare mestiere. I cantastorie non esistono più dalla fine degli anni sessanta. Dopo, cominciarono a vendere dischi a 45 giri o musicassette. I politici che non onorano il loro compito cosa possono raccontare? LA REPUBBLICA DI WEIMAR Un modello contro la disoccupazione? DOMENICO ANGILLETTA La Repubblica di Weimar nasce ufficialmente il 9 di novembre del 1918, giorno in cui l’imperatore Guglielmo II Hohenzollern lascia la Germania per il timore di trovarsi in mezzo ad una rivoluzione simile a quella bolscevica. Essa prende il nome della città, Weimar per l’appunto, che ospitò i lavori dell’assemblea costituente e che sei mesi dopo ha dato alla luce la nuova Costituzione federale (11 agosto 1919) autentico modello di democrazia parlamentare avanzata. La novità rilevante rispetto al passato è che il presidente del Reich viene eletto da tutto il popolo ogni sette anni e che ogni tedesco che abbia compiuto il trentacinquesimo anno diviene eleggibile, mentre il territorio è suddiviso in Länders, che ricalcano grosso modo le vecchie realtà statuali, la Germania era infatti considerata la patria dei mille staterelli.. Essi corrispondono, grosso modo, a una macro regione italiana che si vorrebbe realizzare, e sono retti da un cancelliere chiamato a rispondere del suo operato al Parlamento (Reichstag) organo sovrano del Paese. Gli altri punti che sono per noi importanti non li menzioniamo perché non rientrano nella nostra trattazione, almeno per ora. Va detto comunque che nella nuova Costituzione del 1949 i tedeschi occidentali hanno ricalcato quella del 1919 per cui i costituenti trovaro- no una grande strada già tracciata nel ‘919. Ciò detto, torniamo per un momento a ricostruire quegli anni tanto concitati della storia della Germania, che significa al contempo storia d’Europa. Il primo dato da cui prendere le mosse è di natura prettamente politico: l’umiliazione che essa ha subito da parte delle potenze vincitrici quando fu costretta a firmare la resa incondizionata ed ad addossarsi tutta la responsabilità del conflitto, cosa che ha comportato il pagamento di quasi tutti i danni di guerra, quantificati nell’astronomica cifra di 269 miliardi di marchi dell’epoca, per altri 32. E tale cifra i Paesi vincitori, in primis Francia e Belgio la vollero pagata in oro in 42 rate annuali. In un clima di crisi di tale portata e con un partito organizzato come quello comunista del tempo era naturale che ci fossero le premesse di una rivoluzione comunista, che anche Lenin aspettava, perché a guidare la rivoluzione mondiale sarebbe dovuto essere Berlino, cioè un paese capitalistico avanzato. Tuttavia la rivolta di Berlino agli inizi del ‘19 che avrebbe dovuto segnare una nuova era di cui persino Mosca non sarebbe stato altro che un quartier generale, venne repressa nel sangue e vide uscire dalla scena due grandi rivoluzionari come Rosa Luxemburg e K. Liebkencht, la prima dopo essere uscita dalla prigione verso la fine del 1918 fu assas- sinata da ufficiali reazionari agli inizi dell’anno seguente. I governi di coalizione di impegnarono durante il triennio 21-23 si impegnarono comunque a pagare le prime rate e ciò ebbe come effetto la loro impopolarità a causa di una tassazione che non aveva avuto precedenti nella storia del paese. Come primo rimedio la svalutazione del marco infatti nel gennaio del 1922 venne introdotto il Marco cartaceo in sostituzione di quello aureo e già da subito venne svalutato del 50%. Già durante il mese di maggio dell’anno precedente il suo valore nei confronti del dollaro si attestava di 1/15 mentre ora 1/500. Quando poi ,nell’anno successivo,1923, venne introdotto il Rentenmark DOMENICA come misura antinflazionistica bisogna ricordare che per acquistare 1 Rentenmark erano necessari un bilione di vecchi marchi. Tradotto nel concreto: nell’ottobre del 1923 un operaio specializzato doveva lavorare due intere giornate per poter comperare mezzo chilo di burro; mentre per un mezzo quintale di patate un’intera settimana ed infine per un vestito venti settimane. La causa determinante di tutto ciò fu ovviamente il fatto che per i Tedeschi fu pressoché impossibile pagare i costi della guerra e per avvalersi dei loro diritti gli alleati francesi unitamente ai belgi occuparono militarmente la Renania cosa che ha comportato un’ulteriore serie di scioperi e di ammutinamen- 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 20 Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Antonio Cormaci, Giulio Romeo, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola. COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane PROGETTO GRANDE GIOIOSA Scorretto chiamare così una lista elettorale FRANCO GUGLIELMELLI Difficilmente avrei potuto immaginare che il titolo di un mio Progetto di Sviluppo venisse utilizzato da una fazione politica come emblema di una lista in occasione delle prossime elezioni amministrative. Eppure è avvenuto, senza che alcuno si prendesse la briga almeno di chiedermene il permesso o almeno di informarmi in via preventiva, come elementari comportamenti di correttezza imporrebbero. Per cui mi trovo ad apprendere da la Riviera che il dottor Antonio Scali ha pensato bene di denominare la sua lista elettorale “Progetto Grande Gioiosa”. Poi, dalla breve intervista che appare sul settimanale citato, ci si rende conto che oltre ad appropriarsi di quel titolo non è che si riesca a far di più utilizzando qualcosa del Progetto stesso. Ma tant’è e c’è poco da recriminare: dinanzi a prove di mancanza di rispetto della proprietà intellettuale e professionale di altri nonché di scarsa fantasia (senza andare molto lontano e cambiando quel poco di forma per non cambiare la sostanza si sarebbe potuto chiamare la lista “Gioiosa Grande”, tanto per fare un esempio) occorre arrendersi. A coloro che a suo tempo manifestarono apprezzamento nei confronti di quanto in quel Progetto sostenevo condiviso dalle due Municipalità che vollero organizzare un Convegno su di esso, al quale lo stesso Scali partecipò con un proprio intervento programmato vorrei ricordare qual era l’idea di base che esso sosteneva. Tale idea base del Progetto Grande Gioiosa consisteva Vera Saggezza ANTONIO ZURZOLO nell’impegno congiunto dei due territori, senza alcuna ipotesi di unione dei Comuni, a far leva sui diversi punti di forza e di vantaggio competitivo esclusivi al fine di determinare sviluppo autentico e nascita di posti di lavoro duraturi, valorizzando le peculiarità di ciascun partner secondo logiche ben precise. Il fondamentale punto di partenza è che occorre dare priorità assoluta al decollo di Marina di Gioiosa Jonica senza il quale quello di Gioiosa Jonica non può avvenire. Per cui il consiglio che suggerisco (e non la richiesta giuridica che potrei avanzare) è quello di cambiare in corsa se ancora in tempo - la definizione utilizzata, pena la scarsa credibilità di quanto sotto il cappello di “Progetto Grande Gioiosa” si andrà a sostenere nel corso della imminente campagna elettorale. Randi saggiu papà Napulitanu doppu tant’ann’ i duru navicari certu ca ti volevi riposari e mmata ritornasti mprimu pianu. Lu gestu chi ffacisti chjanu chjanu sul’ unu com’ a ttia lu potè fari pammi ppaci ‘nu pocu li forgiari gurpi di voscu, grigli di pantanu. La dicisioni fatta stamatina fu ‘na carizza a ogni talianu, cosa chi ppuru l’estaru si ‘nchina, cosa chi nta ‘nu tempu cchju’ lluntanu cocchj maestru di la pinna fina scrivi e canta papà Napulitanu. A Sidernu Il registro degli Sidernu tu chi di tutti eri invidiatu, tu, chi eri la perla di lu joniu, mo diventasti tristi e scunsulatu, sulu pemmu u ti viju mi vergognu. Finiru i tempi di lu grandi splendori, finiu l’amuri e poi finiu lu beni, cui guvernava ti temia nto cori, si abbandunatu e nullu ti susteni. Fusti la terra di gelsominu, fiuri pregiatu jettava nu suspiru, ca si saziava già di li profumi. La maistà di chillu lungumari, bellu, imponenti e nu locu sicuru, mo ndai sulu u stai attentu nommu cadi, pecchì puru illu ormai restau a lu scuru. Centru vinelli e la periferia, li borgati e li strati di campagna, e facia preju cui ti vidia. Ma cui ti vidi mo certu si spagna. Avundi jiru chilli tempi d’oru, quando eri cocculatu di carizzi, chi pe tutti eri lo ritovu, mò ti stannu atterrando di mundizzi. È guerra aperta ormai nta stu paisi, non c’è più versu nullu esti sicuru, jornu pe jornu aumentanu i spisi, la paralisi è puru lu lavuru. Chista è la curpa forzi di lu statu, non sapi amministrari lu potiri, di n’annu a nattu si cummissariatu, non c’è nu persunaggiu mu ti fidi. Non ci su sordi pe na lampadina, e di lu restu non c’è più speranza, non c’è sulu forzi na carneficina, più jamu avanti e più è doluri i panza. Finiu la pasta a carni e puru u sucu, e si perdiu la regula e a misura, si ndavi mu si mbulla ncunu bucu, si mentimu nu saccu i spazzatura. È inutili mu giri la pittella, voltala comu voi sempi è cucuzza, forzi non restau mancu a pdella, se non mori ca botta c’è la puzza. Non sacciu se n’addiu caru Sidernu, di fammi nullu si poti sarvari, du paradisu ti portaru o mpernu, ciangimu tutti cu lacrimi amari. Dall’affezionato cittadino Salavtore Mazzitelli ti. nessuno di noi può immaginare che cosa sarebbe successo se dall’altra parte dell’Oceano gli Americani non fossero intervenuti con il noto piano Dawes che fu un’autentica svolta alla crisi dell’economia tedesca. Ovviamente fu determinante il lavoro diplomatico del cancelliere G. Strasemann il quale nella conferenza di Locarno ha saputo essere convincente nell’evacuazione delle aree occupate e creare condizioni molto vantaggiose affinché i capitali americani venissero investi sul suolo tedesco. Sappiamo inoltre che a beneficiarne furono principalmente gli industriali tedeschi mentre ad essere danneggiati furono i dipendenti con stipendio fisso, comunque l’economia tedesca si risollevò e conobbe un trend positivo sino alla crisi del ‘29 che sembrava dovesse in una prima fase toccare solo il mondo americano. Ma così non fu perché i capitali americani furono letteralmente bruciati dalla crisi e accelerò il rapido declino delle Repubblica offrendo ampio spazio al Nazismo. A questo punto non ci resta altro che offrire, seppur in modo molto succinto, l’alternarsi dei vari cancellieri alla guida della Germania e le forze politiche in campo di questo quindicennio concitato. Le forze politiche più rilevanti erano: il partito socialdemocratico (SPD); la Volkspartei; il partito socialista; il partito comunista ed il nascente partito nazional-socialista. La realtà politica era molto frammentata e nessuna delle tre grandi formazioni ebbe mai la meglio sulle altre tanto da poter governare. I governi che sono venuti alla luce furono dunque sin dalla loro nascita macchiati dalla taccia di compromesso e dalla precarietà a causa delle contraddizioni intrinseche. Dei numerosi cancellieri ci corre l’obbligo di ricordare: J. Wirth (1921-22), cattolico soste- la Riviera nuto da un governo di coalizione con i socialdemocratici); W. Cuno (1922-23), Volkpartei governo di Destra sostenuto da una grande coalizione ad eccezione del partito socialista; G.Stasemann (1923-24) leader della Volkspartei sostenuto questa volta anche dai socialisti; W. Marx, centro cattolico (1923-24); H. Müller, H. Bruning (marzo 1930). La Repubblica di Weimar presentava dei tratti veramente molto simili alla nostra Prima repubblica e alla situazione attuale: ingovernabilità e forze politche che sul campo si equivalgono. Chiaramente all’orizzonte non c’è ancora un personaggio che dopo il fallito putchs di Monaco (1923) abbia scritto un altro Mein Kampf, anche se ci assale il dubbio che Beppe Grillo sappia scrivere. Anche la crisi economica c’è e questa sembra che abbia superato di gran lunga quella del ’29, resta tutta- via il dono dall’aruspicina che sembra che siano in pochi ad averlo. Noi, invece non facciamo ipotesi sul futuro, esso ci sovrasta e quindi diventa per questo imprevedibile. Restiamo legati al passato e cerchiamo di capire se esso possa essere d’insegnamento per il nostro presente. Di certo Enrico Letta nostro premier non l’avevamo messo in conto. Abbiamo riscontrato molte analogie con quel pezzo di storia della Germania l’unica cosa che ci manca è un T. Mann; un H. Mann; un B. Brecht; l’Espressionismo, il Bau Haus; la Dodecafonia, L’esistenzialismo ecc. Ci mancano inoltre due personaggi, che sempre nella stessa area culturale e politica hanno marcato il secolo come non mai A. Einstein e S. Freud. Di questa ultima parte abbiamo sicuramente nostalgia. Di attori certamente no. italiani all’estero e i suoi vantaggi L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) è stata istituita con L .N.470 del 27 ottobre 1988 e successivo DPR 30 maggio 1989, N.323 recante il suo regolamento di attuazione. Costituita presso ogni Comune, essa contiene i dati anagrafici: dei cittadini italiani che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a dodici mesi; dei cittadini italiani nati e residenti all’estero il cui atto di nascita venga trascritto in Italia e la cui cittadinanza italiana sia stata accertata dall’ ufficio consolare di residenza ; dei soggetti residenti all’estero che acquistano la cittadinanza italiana a qualsiasi titolo. L’iscrizione all’A.I.R.E. è gratuita ed obbligatoria , ai sensi della citata Legge N.470/ 1988 istitutiva della stessa . Si possono pertanto seguire due vie : ci si può recare all’anagrafe del comune di residenza dichiarando la propria intenzione di trasferirsi all’estero per un periodo di tempo superiore ad un anno (in tal caso, il nominativo verrà annotato nel registro delle cancellazioni anagrafiche ed in quello delle iscrizione all’A.I.R.E. , in attesa che il provvedimento si perfezioni attraverso il ricevimento della dichiarazione presentata dall’interessato all’ufficio consolare di residenza) ; oppure ,entro novanta giorni dall’espatrio, ci si presenta all’ufficio consolare di residenza e si rende una dichiarazione alla quale occorrerà allegare l’atto di nascita , l’attestazione consolare del possesso della cittadinanza e compilare inoltre il Mod. “ Cons.0I “ che sarà poi trasmesso, a cura del Consolato, al Comune italiano di ultima residenza ovvero , in caso di nascita e/o residenza continuativa all’estero, al comune di ultima residenza di genitori o degli avi. È consentito tuttavia regolarizzare la posizione anagrafica oltre detto termine Iscriversi all’A.I.R.E. è vantaggioso per tutta una serie di motivi: consente agli interessati di beneficiare dell’assistenza in loco del consolato per il disbrigo di varie pratiche burocratiche (per esempio: rinnovo del passaporto, rilascio di certificati anagrafici ecc...); permette di esercitare regolarmente il diritto di voto per corDOMENICA rispondenza, tramite l’invio, a cura del consolato ove si è registrati, al proprio domicilio delle schede elettorali; consente di beneficiare delle esenzioni doganali al momento del rimpatrio; permette di ottenere ogni sorta di certificazione anagrafica. Unico neo, se vogliamo, dell’iscrizione all’AIRE riguarda la copertura sanitaria in Italia: si perde il diritto al medico di base e all’assistenza ospedaliera; si mantiene tuttavia, per un periodo non superiore a novanta giorni, il diritto all’assistenza sanitaria urgente, cioè tramite pronto soccorso. Oltre alle varie anagrafi degli italiani residenti all’estero istituite presso tutti i Comuni esiste, presso il Ministero dell’Interno-Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali , l’A.I.R.E. nazionale, ove vengono trasmesse,tramite un’apposita procedura informatica provvista di un particolare sistema di sicurezza, tutti i dati inviati dalle anagrafi comunali. Non è necessaria l’iscrizione all’A.I.R.E.: a) per i lavoratori stagionali che si recano all’estero ; b) per i militari in servizio presso gli uffici e le strutture della N.A.T.O.; c) per i dipendenti statali immessi in ruolo in servizio all’estero ; d) per i cittadini italiani che si recano all’estero per un periodo inferiore ad un anno . Per quanto attiene, infine, la cancellazione dall’A.I.R.E, essa può verificarsi: 1) per perdita della cittadinanza; 2) per irreperibilità presunta; 3) per morte; 4) per rimpatrio dall’estero e successiva iscrizione all’Anagrafe della Popolazione Residente; in tal caso, che è quello più frequente, prima del rientro in Italia è necessario informare il Consolato e richiedere la cancellazione dalla loro anagrafe; occorrerà poi ritirare il certificato di rimpatrio, utile anche per l’esenzione fiscale dei beni personali che verranno trasportati in Italia e , una volta rientrati in Italia, comunicare all’anagrafe del Comune il proprio domicilio . Dopo che il Comune avrà accertato ,tramite indagini di Polizia Urbana, l’effettivo domicilio il nominativo verrà immediatamente registrato nell’Anagrafe della Popolazione Residente. Giuseppe Pelle 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 21 DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 22 SPORT Juventus movie SERIE A Al 99,9% oggi la Juventus si laureerà per la ventinovesima (o trentunesima) volta Campione d'Italia, il secondo scudetto consecutivo per Antonio Conte. Si dice sempre, e in questo caso forse lo è ancora di più, che l'ultimo è lo scudetto più bello, quello più meritato. È stato certamente un titolo diverso rispetto a quello dello scorso anno. Perché se nella passata stagione la Juventus puntò con forza al fattore sorpresa, alla furia agonistica e al fatto di non giocare in Europa, quest'anno, in un certo senso, si è trovata a fronteggiare la concorrenza. Per amor di cronaca, a proposito della concorrenza, potrei aprire un'enorme parentesi, ma rischierei di chiuderla fra un paio di pagine, e, amico lettore, non voglio annoiarti. Dopotutto, i giusti meriti dei campioni vanno equamente divisi con i demeriti di chi arriva secondo, terzo e così via. La Vecchia Signora apre i battenti nel primo anticipo del cam- pionato, nella sfida casalinga contro il Parma: sono i primi tre punti della stagione grazie al due a zero con gol di Lichtsteiner e Pirlo. È un buon segno, anche l'anno passato si esordì in casa con gli emiliani, e anche allora lo svizzero figurò tra i marcatori. Già alle prime giornate gli uomini di Conte imprimono un ritmo terrificante al campionato, dodici punti in quattro partite. Alla seconda c'è il poker in casa dell'Udinese, anche se il rigore con cui gli ospiti sbloccano il risultato è alquanto dubbio. Alla terza giornata arriva la seconda vittoria consecutiva fuori casa, a Marassi contro il Genoa e alla quarta, in casa, facile due a zero contro il Chievo con doppietta di Quagliarella. A Firenze, nel turno successivo, arriva il primo mezzo passo falso, pareggio a reti inviolate con i bianconeri che più di una volta hanno rischiato di soccombere. È un buon segnale per chi insegue? Tutt'altro. La Juventus continua a macinare vittorie, a segnare gol a raffica. Due a uno al Siena nello Juventus Stadium alla sesta giornata e poi una lezione all'odiato Zeman nel 4-1 di casa contro la Roma. Il sabato successivo c'è il primo scontro diretto, sempre in casa, contro il Napoli. È un match equilibrato, con i partenopei che sfiorano il vantaggio con Cavani. Ma nel secondo tempo, a venti minuti dalla fine, Conte pesca il doppio jolly dalla panchina. Dentro Caceres che realizza di testa su corner di Pirlo e poi Pogba che al volo dopo solo due minuti porta sul doppio vantaggio la propria squadra. Per chi non l'avesse capito, la Juventus inizia a fare sul serio. La domenica successiva, sempre tre punti a Catania, ma questa volta le polemiche impazzano per un gol ingiustamente annullato a Bergessio quando ancora si era sullo zero a zero, e poi gol di Vidal viziato da fuorigioco. Ci sono però le prime avvisaglie di una mini crisi. Alla deci- ma giornata, solo allo scadere i bianconeri hanno la meglio sul Bologna, regolato allo scadere grazie alla rete del solito Pogba, sempre più indispensabile. All'undicesima giornata c'è la partita per antonomasia, Juventus - Inter. Strano quanto crudele scherzo del destino, dopo 51 risultati utili consecutivi, Buffon e compagni perdono l'imbattibilità grazie alla “spensieratezza” tattica di Stramaccioni che con la doppietta di Milito e gol di Palacio, gela il popolo juventino. Il sei a uno con cui facilmente ci sbarazza del Pescara alla tredicesima giornata sembra far pensare che la crisi sia alle spalle. Ma non è così, perché nelle successive due partite, la Juventus conquista un solo punto, pareggio in casa contro la Lazio e sconfitta a San Siro contro il Milan. Già due sconfitte in tredici giornate. Cosa sta succedendo? Nulla di grave, la marcia riprende nelle successive quattro giornate con dodici punti conquistati: tre a zero nel derby, vittoria di misura a Palermo nel ritorno di Conte sulla panchina dopo aver scontato la squalifica, di nuovo tre a zero contro l'Atalanta e sempre tre gol al Cagliari. Nuovo stop, forse ancora più clamoroso rispetto a quello con l'Inter, questa volta in casa contro la Sampdoria per giunta in dieci a metà primo tempo. È il sei gennaio, l'ultima giornata di andata. Da qui in avanti il cammino della Juventus, tranne qualche piccolo intoppo, non conoscerà ostacoli. Gol, gioco e punti condurranno i bianconeri verso questo meritatissimo scudetto. E pazienza se forse si sono persi fin troppi punti per strada, il traguardo, anche questa volta, con ogni probabilità sarà tagliato il cinque maggio. Si ripartirà il prossimo anno con la consapevolezza di voler lottare con più forza in Europa. In Italia il cammino è segnato, fuori confine serve qualcosa in più. Massimo Petrungaro DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA Parlando di... Il CENTRO STUDI KARATE sbanca ai Campionati Nazionali di Cervia Pioggia di medaglie per gli atleti del M° Ursino 6 Ori 1 Argento e 1 Bronzo. Nella bellissima cornice del Palazzetto dello Sport di Cervia, dal 26 al 28 Aprile, si è svolto il Campionato Nazionale di Karate al quale hanno partecipato più di 800 atleti provenienti da tutta la penisola. L'evento è stato magistralmente organizzato dalla Direzione Nazionale dell' AICS guidata dal Presidente Bruno Molea. Il CENTRO STUDI KARATE guidato dal M° Vincenzo URSINO anche per questa edizione ha fatto incetta di medaglie rappresentando la Calabria nel migliore dei modi conquistando ben 6 ori, 1 argento e 1 medaglia di bronzo. Si inizia il sabato con le gare di “KATA” dove il club calabrese conquista i primi titoli nazionali con SPORT CALCIO Il Siderno si riorganizza Domenica scorsa si è concluso il campionato di calcio per l'A.C.D. Siderno 1911. La stagione appena conclusa è stata purtroppo negativa sotto l'aspetto del risultato sportivo poiché è culminata con la retrocessione dal campionato d'eccellenza. Il prossimo anno la compagine biancazzurra ripartirà dal campionato di promozione girone b. Il dirigente Francesco Vumbaca in codesto comunicato ufficiale evidenzia che purtroppo quando non si consegue l'obiettivo programmato ad inizio stagione le eventuali colpe sono da suddividere tra tutte le componenti (società, direttivo, staff tecnico e calciatori) in parti uguali. “Alla fine di una stagione sportiva ogni componente attivo della società deve mettersi a riflettere per capire quali sono stati e dove sono stati gli errori commes- si e cercare così di evitarli in futuro”. Purtroppo ci sono state molte difficoltà durante l'intera stagione sportiva che comunque non devono essere considerate come una giustificazione alla retrocessione. Il campionato d'eccellenza è molto dispendioso sia sotto l'aspetto economico che tecnico perciò per poterlo affrontare al meglio occorre che la squadra abbia alle spalle una società con un buon gruppo di soci sostenitori e un direttivo capace oltre ad una rosa competitiva. All'inizio in fase di programmazione molti imprenditori locali avevano espresso la loro vicinanza sia in termini di loro contributo volontario che in sostegno materiale. Ma dei tanti solo pochi hanno mantenuto l'impegno assunto. Intanto il direttivo che ci ha messo la propria faccia ed ha assunto i vari impegni con calciatori e staff tecnico vedendo che i contributi promessi venivano meno è stato costretto a ridimensionare la programmazione d'inizio stagione e a condurla sino al termine tra mille difficoltà puntando su calciatori esclusivamente del luogo tra cui numerosi giovani all'esordio in eccellenza che comunque hanno ben figurato e che per il futuro costituiranno il patrimonio della società. Occorre sottolineare che tranne qualche squadra nessuna ci ha messo in difficoltà, infatti numerosi punti soprattutto in casa sono stati persi negli ultimi minuti di gioco, vuoi per sfortuna vuoi a causa di pecche di gioventù dei tanti giovani schierati in campo. Bisogna anche ammettere che per alcuni calciatori esperti non è stata una grande stagione. Ma di tutto ciò bisogna fare tesoro perché gli errori come già predetto aiutano a crescere e a migliorarsi. Per il futuro stiamo già iniziando ad organizzarci, si punterà ad allargare la base societaria per costituire una società seria, solida, organizzata, competente, caparbia e volenterosa con alla base l'obbiettivo di vivere il calcio divertendosi rispettando le regole e i valori etici e morali del giuoco del calcio. Poi tutti i soci sostenitori voteranno un direttivo che si occuperà della gestione tecnica per l'intera prossima stagione. Punteremo anche a riorganizzare il settore giovanile che ormai manca da diversi anni. In questa direzione cercheremo prima di tutto di trovare un intesa, per una futura collaborazione reciproca, con le scuole calcio già presenti nel paese ed in mancanza costituiremo tutto da zero. Oggi, purtroppo con la crisi che ci attanaglia i giovani costituiscono l'unico modo per combatterla e abbassare i costi di gestione continuando così a fare calcio e a rappresentare la città di Siderno nei vari paesi calabresi. L'occasione mi è gradita per ringraziare tutti i soci sostenitori della stagione appena conclusa, i componenti del direttivo, gli sponsor (in particolare lo sponsor ufficiale “Caffè Santacroce” che da ormai tanti anni costituisce una risorsa importante per la società), i tifosi, la croce bianca di Siderno, la Protezione Civile di Siderno, i mezzi d'informazione e le forze dell'ordine per il loro contributo e la professionalità con cui hanno svolto ognuno il proprio compito. lr TORNEO DI BURRACO: vince il club di Catanzaro Al giro di boa del “Torneo dell'Amicizia” tra le società di Catanzaro e due di Lametia, l'ASD Burraco di Siderno si conferma come migliore società organizzatrice essendo riuscito a formare ben 29 tavoli con 116 giocatori, i quali si son dati battaglia a suon di pinelle. Il torneo è stato diretto dall'arbitro federale Ruso Francesco coadiuvato dall'arbitro funzionario di Circolo Rosalba Abrigate alla quale il Circolo sidernese porge un ringraziamento per il lavoro svolto e per la puntualità nella programmazione del torneo. L'Hotel Ristorante “ La Casa del Gourmet” ancora una volta ha dato il meglio, fornendo il salone dove spiccavano i 29 tavoli. Alle ore 18.30 si è gustato il buffet di dolci offerto dalla socia delle associazioni sidernese. Promozione: il Gioiosa sfida in trasferta la Gallicese Alla fine il Presidente o n o r a r i o dell'Associazione dott. Pasquale Gagliardi, ha ringraziato tutte le società partecipanti ed un applauso alla sig.ra Marcella. Presentazione: 1° posto trofeo più premio alla coppia: Muoio Giovanni - Marino Aida del club CZ 2° posto trofeo più premio alla coppia: Cimino Silvana - Cimino Aurora del club CZ 3° posto trofeo più premio alla coppia: Lucà Barbara e D'Agostino Antonella della società ASD Burraco Siderno. 4° posto premio alla coppia: Siciliano Giuliano Felicetti Alba del club CZ 5° premio alla coppia: Vescio AngelinaMazzocca Nicola del club Burracomania di Lametia Terme. Premio Tecnico alla coppia: Sgarlato Pietro e Catalani Luana Tullia Lea dell'ASD Burraco Siderno Interno alla coppia: Mancuso Serafina Clementi Ivana del club CZ . lr Il Gioiosa di mister Silvano, dopo aver raggiunto l’obiettivo play-off si accinge ad affrontare questo pomeriggio la formazione della Gallicese allenata da mister Casciano. Un traguardo che la squadra bianco-rossa ha ottenuto con grande merito al termine di una stagione esaltante che ha premiato il gruppo di calciatori, i tecnici e la dirigenza che non ha mai fatto mancare il suo prezioso supporto. Gara unica con la necessità per il Gioiosa Jonica di dover vincere assolutamente visto che la Gallicese ha raggiunto una migliore posizione di classifica. Se al termine dei 90 regolamentari, infatti, si dovesse registrare un risultato di parità si andrebbe ai supplementari. Se alla fine dell’extra-time si rimanesse ancora in pareggio passerebbe il turno la Gallicese. Si spera in bomber Siclari e sulla verve ed inventiva di Gianni Libri che potrebbe risultare determinante. Arbitrerà la partita il signor Ippolito De Napoli della sezione di Cosenza. Gli assistenti saranno Dario Cucumo e Roberto Terenzio sempre di Cosenza. Nell’altra partita play-off si affronteranno la Palmese di mister Morelli contro il Bianco di Leo Criaco. La partita si giocherà a Rosarno e sarà diretta dal sig. Cosso di Reggio Calabria.Assistenti Cortese e Paglianiti di VV DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 24 Domenico Macrì e Vincenzo Figliomeni. Nella seconda giornata dedicata ai “Combattimenti” arriva il bronzo di Vincenzo Scruci nella classe esordienti B. Nel terzo giorno il dominio del Team del M° URSINO è stato netto e indiscutibile, infatti nelle tre categorie previste della giornata ha conquistato tutti i titoli disponibili con le coppie Figliomeni-Bizzantini e FigliomeniUrzino primi a pari merito nella classe “ragazzi” dove hanno partecipato ca. 25 coppie, stesso risultato nei “fanciulli” con oltre 45 partecipanti si aggiudica il titolo nazionale Vincenzo Guttà seguito a ruota da Luca Figliomeni (argento) e si chiu- de con i “bambini” dove il mattatore è stato Manuel Urzino. Puntuale la telefonata di congratulazioni del Presidente calabrese dell' AICS il dott. Arturo Nastasi al M° Ursino nella quale lo ringrazia per gli eccellenti risultati raggiunti che portano lontano dalle nostre mura il buon nome della nostra regione. la Riviera di... Play-off: fuori i secondi per Guardavalle Roccella. Juniores Roccella splendido bis Questo pomeriggio al “Nicola Coscia” di Guardavalle andrà in scena l’atto unico della sfida play-off tra i locali ed il Roccella. Una sfida fondamentale tra due formazioni che hanno disputato una stagione importante ma che per raggiungere il traguardo della serie D dovranno affrontare il Rende domenica prossima al Marco Lorenzon. Le due squadre agli ordini di Gesualdo Calabrese e Francesco Ferraro hanno preparato nei minimi dettagli l’importante match odierno che sarà diretto dal signor Marco Ceccon di Lovere con assistenti Francesco Nocella e Gaetano Sciammarella di Paola. Se il risultato di parità dovesse permanere al termine dei 90 minuti regolamentari si andrebbe ai supplementari ed in caso di ulteriore parità verrebbe premiato il Guardavalle per il migliore piazzamento nella stagione regolare, ed è questo un vantaggio di non poco conto. Intanto, mercoledì scorso il Roccella juniores per il secondo anno consecutivo si è laureato campione regionale juniores. Quella contro il Corigliano è stata una partita senza storia troppo netta la superiorità dei ragazzi di mister Favasulli. Gli amaranto partivano subito forte ed al 2’ minuto Marco Sorgiovanni sfoderava un gran tiro dai 20 metri pallone che sfiorava il palo. Al 6’ minuto arrivava la prima rete dell’incontro Khanfri scodellava un pallone area sul quale si avventa Matteo Sorgiovanni che di testa supera va Alfano. Al 13’ arrivava la seconda rete con Villella che sugli sviluppi di un calcio d’angolo stoppava e si inventava un gran tiro sul secondo palo su cui nulla poteva il portiere coriglianese. Al 19’ ci provava il Corigliano con un colpo di testa di Toscano che finiva fuori, al 25’ ancora una buona azione dai ragazzi di Vangieli protagonista sempre Toscano che riceveva un pallone in area roccellese, stop e tiro di prima intenzione Belcastro volava a deviare in angolo. Al 23’ ancora una buona azione del Roccella con Laaribi che appoggiava un pallone per Ienco gran tiro del centrocampista che impegnava severamente Alfano. Al 27’ arrivava la terza rete con Marco Sorgiovanni che si esibiva in un gran tiro in diagonale su cui nulla poteva Alfano. Nonostante l’ampio vantaggio gli amaranto non sia accontentavano e Belcastro provava la conclusione dal limite col pallone che usciva di poco. Al 38’ la rete che avrebbe potuto riaprire l’incontro, Borrelli recuperava un pallone sulla tre quarti scambiava con Carelli che concludeva a rete la sfera veniva deviata da un difensore del Roccella spiazzando Belcastro. Al 45’ Laaribi metteva un pallone in area tiro di Belcastro grande parata di Alfano. Nonostante il doppia vantaggio nella riprese il Roccella continuava ad attaccare, al 5’ minuto Villella serviva Ienco centralmente ma il tiro del centrocampista amaranto veniva deviato in angolo dal tocco di un difensore. Al 19’ arrivava la rete che chiudeva la partita Laaribi serviva un assist al bacio per Khanfri che solo davanti ad Alfano non sbagliava. Alla mezz’ora arrivava l’ultima rete dell’incontro stavoltaeraè Trimboli a servire Ienco centralmente che dopo aver saltato anche l’estremo difensore depositava il pallone nella porta sguarnita. Prima della fine dell’incontro c’è ancora tempo per un bel tiro di Cavallaro respinto dal portiere poi dopo il triplice fischio iniziava la festa del Roccella. si ringrazia Antonio Labate di www.asroccella.it PROMOZIONE Il bilancio del M. di Gioiosa Un campionato da grande protagonista il Marina di Gioiosa ha chiuso domenica il campionato con la sconfitta nel derby contro la Bovalinese che con la vittoria di misura ha festeggiato la sua permanenza in promozione anche per la prossima stagione. Per i giallorossi del presidente Vincenzo Tavernese i play off non sono arrivati per un soffio. Ma all'interno della società c'è lo stesso grande soddisfazione per il campionato disputato che ha visto capitan Ieraci e compagni posizionarsi nelle primissime posizioni di classifica . Una stagione positiva che ha confermato l'ottimo lavoro svolto dalla società e dallo staff tecnico in una lunga stagione dove non sono mancate le difficoltà. Il presidente Tavernese ringrazia tutti: dai giocatori ai tifosi che sono stati sempre vicini alla squadra giallorossa in questa difficile stagione. “Logicamente, non dimentico il grande operato dello staff tecnico dal nostro allenatore ai nostri preparatori . Il rinnovo di mister Gianni Scigliano? Ancora non ne abbiamo parlato, ma da ambo le parti c'è la grande volontà di proseguire il rapporto lo decideremo nelle prossime settimane . Certamente questo ottimo campionato è frutto anche del suo importante lavoro , dell'esperien- za di giocatori importanti che meriterebbero di giocare in categoria superiore e della qualità di alcuni under che sono cresciuti tanto che forse da tempo non si vedeva. Ora non è il momento di azzardare cosa accadrà il prossimo anno ma a breve sarà il momento di ridisegnare quello che potrebbe essere il volto del Marina del futuro tra tante riconferme e nuovi arrivi. Infine, ci tengo a ringraziare per l'ennesima volta i nostri sostenitori, che non ci hanno mai fatto mancare il loro preziosissimo sostegno. Il Marina di Gioiosa sono convinto riuscirà anche nella prossima stagione ad allestire una grande squadra”. Artefice principale di questo eccezionale campionato è stato il bomber Matteo Carbone che ha chiuso con un bottino personale di 21 reti diventando il capo cannoniere del campionato di promozione un giusto premio per l'ottima stagione disputata dal forte fantasista che meriterebbe di calcare i terreni di categorie superiore per lui Pasquale Patrizio e Michele Raso incominciano ad arrivare le prime richieste. NICODEMO BARILLARO DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 25 S E R V I ZI O D I I N F O R M A Z I O N E P E R I C IT T A D I N I , n u m e r o v e r d e : INDIRIZZO 800 678 910 11 Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa” “ CALABRIA & Europa” www.eurokomonline.eu info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it Sottoscriviamo la proposta dei cittadini europei “Un’Educazione Europea di qualità elevata per tutti” In Calabria coordina l’Europe direct “Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica L’Europe direct “Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica promuove nell’ambito delle iniziative per la cittadinanza attiva dell’anno europei dei Cittadini 2013 la proposta dei cittadini europei: Un’Educazione Europea di qualità elevata per tutti. Eurokom sede ospitante dell’Europe Direct “Calabria&Europa” è coordinatore per la regione Calabria dell’iniziativa e invita tutti i cittadini della regione a sottoscrivere l’iniziativa che ritiene fondamentale per il futuro dell’Europa. “Noi crediamo nell’Europa. Crediamo nei cittadini Europei. – sostengono i partner italiani - Crediamo che il futuro dell’Europa dipenda dall’educazione e che più attenzione debba essere data a questa materia. Obiettivi comuni in termini di educazione dovrebbero essere il cuore di una soluzione delle sfide odierne del nostro continente. Obiettivi che riflettono i valori fondanti tra cui il pluralismo, la non-discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà, la responsabilità e le pari opportunità prevalgono”. Infatti il futuro dell’Europa dipende dal sistema educativo, da come si educano i cittadini, da come imparano. Obiettivi educativi condivisi che riflettono i valori di base dell’Unione Europea devono essere al centro di una soluzione alle sfide odierne. Questi sono i temi alla base della proposta dei cittadini europei per un’educazione di qualità elevata per tutti che intende principalmente creare una piattaforma di discussione/collaborazione tra tutti i soggetti interessati dove genitori, insegnanti, studenti, parti sociali, educatori e decision-makers propongono, dibattono e formulano una politica europea per un modello educativo di qualità, pluralistico e orientato a EU 2020 per il sistema scolastico primario e secondario per tutti i cittadini Europei. Stabilire delle linee guida Bandi in scadenza 19/07/2013 Bando comunitario rivolto al partenariato europeo per gli sport Il presente bando ha come scopo di preparare future azioni dell’UE nel settore dello sport, in particolare nel contesto della sezione dedicata allo sport del nuovo programma UE 2014-2020 “Erasmus per tutti”, tenendo conto delle priorità fissate nel Libro bianco sullo sport e nella Comunicazione “Sviluppare la dimensione europea dello sport”. Le azioni finanziabili: Progetti transnazionali, proposti da enti pubblici o organizzazioni no-profit, volti ad individuare e testare reti adeguate e buone pratiche nel settore dello sport riguardo ai per l’implementazione di questo modello educativo, possibilmente terminante con una Maturita’ Europea, a beneficio delle future generazioni, come previsto dal trattato di Lisbona. Per la campagna in Italia diversi sono i Partner e gli Enti sostenitori, che volontariamente forniscono contributi di risorse umane e non finanziarie, per promuovere la cittadinanza Europea. Tra questi l’ICE, in particolare si cura della la raccolta delle dichiarazioni di sostegno sul sito della commissione europea. Quindi a livello nazionale l’iniziativa è sostenuta da: AEDE Associazione Europea degli Insegnanti – Italia; LEND – lingua e nuova didattica Associazione Culturale – Italia blog importanza lingue; Federazione Nazionale Insegnanti - FNISM – Italia; Festival d’Europa a Firenze; Federazione Nazionale Insegnanti Centro di Iniziativa per l’Europa (FENICE) – Italia; Associazione seguenti aspetti: Consolidamento della buona governance e della duplice carriera nello sport,facilitando la mobilità dei volontari, degli allenatori, dei dirigenti e del personale delle organizzazioni sportive senza scopo di lucro governance e della duplice carriera nello sport. Questi programmi dovrebbero fare parte di una strategia o della politica propria delle organizzazioni coinvolte e basarsi su un accordo di (ulteriore) cooperazione tra queste organizzazioni. I programmi dovrebbero includere la formazione specifica, la condivisione di esperienze di lavoro, lo scambio di personale/volontari o una combinazione di questi strumenti. La mobilità potrà coinvolgere in particolare i volontari, gli allenatori,i membri delle squadre sportive, i membri dei consigli di amministrazione e il personale delle organizzazioni sportive e di quelle legate allo sport. Si intende testare la mobilità strutturata come strumento per la realizzazione di progetti di cooperazione transnazionale in materia di buona governance e di duplice carriera nello sport. Tutela degli atleti,in particolare dei più giovani, contro i rischi per la salute e la sicurezza migliorando le condizioni di allenamento e di competizione.bI progetti dovranno essere incentrati sulla promozione della prevenzione degli infortuni e sulle misure di salute e sicurezza,compreso lo Nazionale Docenti Italia Cittadinanza attiva ; Consiglio Italiano del Movimento Europeo CIME - Italia sito Cittadinanza europea e ICE; AICCRE – Sezione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa; AGe Associazione Italiana Genitori; Intervita, Italia. Contro la dispersione scolastica; Eurokom Europe Direct Calabria&Europa; Movimento Federalista Europeo MFE - Sezione di Milano; Europe Direct Chieti – Provincia di Chieti; Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”; Associazione Volare a Santo Stefano – Rende (CS). Dobbiamo raccogliere un milione di firme in Europa, entro ottobre 2013! Per sottoscrive l’iniziativa:https://ec.europa.eu/citizens-initiative/ECI-2012000008/public/signup.do?lang=it; Ulteriori info www.eurokomonline.eu scambio di informazioni e buone pratiche e/o iniziative comuni educative e di formazione e/o lo sviluppo di standard. Progetti di successo dovrebbero coinvolgere persone con diverse competenze,quali la pratica sportiva,allenamento, competizione, coaching ecc., la conoscenza teorica e la capacità di intercettare un pubblico più ampio. L’obiettivo è di incoraggiare le organizzazioni sportive e legate allo sport a considerare in che modo le condizioni di allenamento e di competizione possono essere migliorate dall’interno. Promozione di sport e giochi tradizionali europei Con i progetti si deve consentire di testare come il networking a livello europeo possa contribuire ad affrontare le sfide poste ai tradizionali sport e giochi europei, ad esempio, la capacità di attrarre un pubblico più ampio, lo sviluppo di un patrimonio culturale e sportivo diversificato in Europa. Sono sostenuti progetti volti allo scambio di informazioni e buone pratiche e/o di iniziative comuni educative e di formazione e/o di modelli/standard di buone pratiche. Sono ben accetti progetti con un focus sui contesti regionali e/o locali e progetti che implicano la cooperazione tra sport tradizionali e sport più comuni. Scadenza: Il termine ultimo per poter presentare proposte progettuali è il 19 Luglio 2013 Festa dell’Europa …. Il 2013 anno europeo dei diritti dei cittadini Al Mazzini di Locri il 18 Maggio la giornata dedicata In occasione dell’anno europeo dei cittadini l’Europe Direct “Calabria&europa” ha prioposto all’istituto G Mazzini di Locri per il prossimo 18 Maggio la giornata informativa …. Il 2013 anno europeo dei diritti dei cittadini. Per l’occasione si terrà l’incontro informativo in collegamento con i festeggiamenti del 9 Maggio, giornata internazionale intitolata alla Festa dell’Europa, volto ad approfondire la conoscenza dei diritti e delle opportunità di cui godiamo in quanto cittadini dell’Unione europea, per favorire l’acquisizione delle competenze necessarie per lo sviluppo di iniziative e programmi didattici centrati sui temi affrontati, per presentare e fornire ai docenti partecipanti il kit didattico “Educare alla cittadinanza europea”ed utilizzare gli strumenti digitali a disposizione degli insegnanti sul portale www.youreurope.it. Gli operatori dell’Europe direct Calabria&Europa guideranno gli studenti del triennio del Mazzini a scoprire come il cittadino di uno Stato membro è automaticamente anche cittadino dell’Unione europea. La cittadinanza dell’Unione europea non sostituisce quella nazionale ma conferisce a tutti i cittadini dell’Unione una serie di diritti aggiuntivi, garantiti dai Trattati e di importanza essenziale per la vita di tutti i giorni. Questi diritti non si applicano solo in caso di trasferimento in un altro paese dell’UE, ma anche nel caso di viaggi o brevi soggiorni, in quanto turisti, studenti, tirocinanti, lavoratori, pazienti, o anche in caso di acquisti online. Gli Obiettivi principali della giornata saranno: Approfondire la conoscenza dei diritti e delle opportunità di cui godiamo in quanto cittadini dell’Unione europea; Favorire l’acquisizione delle competenze necessarie per lo sviluppo di iniziative e programmi didattici centrati sui temi affrontati; Presentare le tematiche prioritarie dell’anno europeo dei Cittadini 2013 . I lavori si apriranno alle 10.00 con l’introduzione delL’anno Europeo dei Cittadini 2013 e la presentazione dell’iniziativa dei cittadini Un’Educazione Europea di qualità elevata per tutti che vede inpeganta l’ED Calabria&Europa tra i promotori regionali. Quindi il focus si sposterà su La carta dei Diritti il concetto di cittadinanza dell’Unione europea e i diritti dei cittadini con la relazione della dott.ssa Alessandra Tuzza; a seguire il contributo Muoversi in Europa: vivere, lavorare e studiare della dott.ssa Loredana Panetta ed infine Studiare in Europa: Erasmus relazione dell’esperta in comunicazione Giornalista Raffaella Rinaldis. Chiuderà la giornata un intrattenimento musicale offerto dall’Associazione Eurokom. DOMENICA 5 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 26 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA IL FAUSTO RITORNO DE I CONQUISTATORI DI PERRI Il fausto ritorno de i conquistatori di Perri alle radici della letteratura antifascista GIUSEPPE FIORENZA Perri è sorprendente. Nessuno ha dato, nella letteratura italiana, una visione dal di dentro, della violenza dello squadrismo fascista, anzi per essere precisi della logica di tale violenza. La letteratura antifascista di segno esplicito inizia con I conquistatori. Piaccia o non piaccia agli storiografi impellicciati. C'è da chiedersi come mai questo romanzo di Francesco Perri, I conquistatori ( Roma 1925) , così profondo, così puntuale, così perfetto nella sua sintesi letteraria e nella sua metafora sociale sia stato per così tanto tempo nascosto, camuffato, privato della sua impareggiabile prerogativa, quella cioè di essere letto da quanti più lettori possibili. E la prima risposta potrebbe essere: perché questo romanzo è un paradigma della storia dell'uomo, è un paradigma della storia della società di coloro i quali è difficile chiamare uomini, dopo averne scoperte, con questo libro, le nefandezze, le meschinità, in una parola la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia che assurge a storia di chissà quali menti maligne e perverse. L'incipit del libro, ora riproposto da Laruffa di Reggio Calabria, si apre sulla pianura padana, sulla Lomellina di inizio 900. Mai una descrizione così efficace potrebbe essere scritta da uno scrittore lombardo. Perri già da qui, dà uno spaccato della difficile vita contadina che deve misurarsi non solo con la prepotenza del padrone, ma con un nemico ancora più acerrimo e perfido: la violenza agraria e squadfrista, che sta per abbattersi su di loro. La vicenda si dipana nelle vicende di Siro Gorio, contadino arricchito, che genera due figli che saranno il simbolo della violenza contro i suoi ex colleghi di vita, cioè i contadini, sui quali egli per mano loro si vendica. Di che? Della miseria, diciamo noi, e lo fa nella maniera più subdola e bestiale: programmando addirittura le soppressioni e negando i diritti più elementari dei lavoratori. La grandezza di questo romanzo si incastra perfettamente con l'evolversi tragico che prenderanno gli avvenimenti dello squadrismo fascista e della pianificazione della purtroppo tragica buffonata della marcia su Roma. Se fossi tutto così il libro potrebbe apparire come un saggio, bello sì ma noioso, invece la trama si rivela avvincente appena Perri descrive le psicologie dei personaggi, che ricordiamo si rifanno a persone storicamente vissute e reali della provincia pavese, fino a inserire con una maestria rara e propria dello scrittore calabrese, che si rivelerà appieno nel romanzo Emigranti, i risvolti emotivi e affettivi, in una parola: l'amore, introducendo la protagonista che vive le pene d'amore più angoscianti di quel mondo chiuso e che sarà essa stessa il riscatto morale delle violenze dei fratelli e del padre, che tra l'altro ama di un amore profondo e per questo si sacrifica. La morte è la sola fine plausibile e concepibile, perché quella violenza squadristica non porta ad altro che alla morte, e la morte non può essere altro che il rimedio anche per chi ha dato violenza e morte agli altri, in una splendida e drammatica cornice da contrappasso. Perri è sorprendente. Nessuno ha dato, nella letteratura italiana, una visione dal di dentro così dettagliata, circostanziata ed efficace della violenza quotidiana dello squadrismo fascista, anzi per essere precisi della logica di tale violenza, che qui appare plausibile e spiegabile, mentre per esempio in Giorgio Bassani è limitata al ceto borghese. Preciso analista delle pulsioni umane, fine descrittore e conoscitore delle psicologie femminili, della estetica dell'amore e dei suoi sconvolgimenti al di là di ogni coinvolgimento contemporaneo, Francesco Perri ha la capacità di definire in poche righe le opinioni dell'autore onnisciente, che accompagna i suoi personaggi senza appesantirli di retorica. La sofferenza delle mucche per la mancata mungitura, dovuto allo sciopero dei mungitori, è quanto più di drammatico possa raccontare un libro, la realtà che diventa paradosso letterario nel momento in cui Il padrone (contadino arricchito) preferisce farle morire piuttosto che accontentare le richieste degli scioperanti anzi per evitare di capitolare risolve tutto con la violenza, ma le mucche muoiono lo stesso, metafora cruda e amara delle prepotenza umana che sopprime pure gli animali. Precursore anche dell'epoca moderna (come si desume da una sua prefazione del 1943) , Francesco Perri è un cantore accorato delle aspirazioni sociali del popolo “perché il canto dei lavoratori è malinconico anche quando è un canto d'amore?”, è un sincero democratico che soffre con la povera gente “ricacciata indietro da tutti gli sfruttamenti e tutte le oppressioni”, è un oppositore spietato della guerra (anche se ha partecipato alla prima mondiale), che non è altro che “un mercato nauseante di decorazioni e di posizioni privilegiate, un uso cinico della vita di migliaia di uomini”, è un lirico e solenne cantore dell'amore “quel senso di gioia che vi dà in una donna la piega del suo labbro, l'ombra lunga delle sue ciglia, la grazia di un ricciolo sulla nuca, la delicatezza del lobo del suo orecchio, la peluria bionda del suo labbro, le piccole vene dei suoi polsi; le vibrazioni piacevoli che lascia in voi uno squillo del suo riso, un po' di profumo del suo corpo…” Un romanzo unico e irripetibile. La scrittura è veloce e fluida, il periodare lungo, i dialoghi efficaci senza essere intrisi della retorica dell'epoca. L'autore scava nella psicologia dei personaggi, con le proprie storie e la propria storia senza insistenze ellittiche che potrebbero annoiare, anzi nel momento in cui perde vigore la descrizione o l'analisi l'autore svicola in piccoli colpi di scena talvolta imprevedibili, come la presa di coscienza di Siro Gorio che dovrà difendere la sua ricchezza con la violenza, oppure quando rivela che Giacinta è disperata perché ha un grande e infelice amore ma dovrà accontentarsi del matrimonio combinato dal padre. DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 27 CULTURA E SOCIETÀ “ Ecco a voi Sua Maestà ilCaciocavallo Una femminista che ispira di Ciminà Lettera di una giovane giornalista ad Adele Cambria ILARIA AMMENDOLIA Parmigiano reggiano, pecorino sardo, mozzarella di bufala campana. Eccellenze. Su tutte però spicca il caciocavallo calabro e più precisamente quello di Ciminà. Un formaggio adorato dai palati fini, da mandar giù con un sorso di vino rosso, ma anche gradevole ai palati meno esigenti, che accompagnandolo con del pane casareccio, del “buccularu”o delle fave fresche soddisferanno e compiaceranno il loro gusto. A Ciminà paese incantato, paese dalle tante leggende, paese semiabbandonato, ma amato dalle 680 anime che coraggiosamente hanno fatto la scelta di restare e di fare qualcosa di utile per il proprio paese. Ciminà, perla dalle bellezze incomparabili, assopiti in un paesaggio impervio. Paese dalle tante risorse e dove abbonda il cumino con il quale si impastano fragranti “cudure” e alimento immancabile nella tavola degli antichi greci. Ma per adesso tralasciamo gli altri sapori del posto e soffermiamoci su “Sua Maestà il Caciocavallo”. Formaggio dolce a pasta filata di latte vaccino o misto caprino, che in base alla stagionatura può anche apparire piccante al palato. Probabilmente il suo nome deriva dalla tecnica di asciugatura a cavalcioni “u casu a cavaju” ovvero il formaggio a cavallo. Si può modellare in diverse forme : allungato, rotondo o a palombella. Consumato fresco o stagionato, grattugiato o fuso, il caciocavallo è divenuto nel tempo protagonista della tavola nella dieta mediterranea. Quando è fresco, oltre al consumo da tavola, è adatto per la cottura alla piastra. È molto usato nelle paste ripiene, nelle parmigiane, nei pasticci, ed è ottimo anche sulle pizze casalinghe. Nel gennaio del 2010 con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Ciminà, il The Rotary Club di Locri, dello studioso Francesco Foti e della Facoltà di Agraria di Reggio Calabria, si è ottenuto il primo risultato: il riconoscimento del caciocavallo come prodotto dal marchio D.O.P. e DE.C.O. E ancora nel 2011 si è raggiunta un’ulteriore soddisfazione per coloro che si sono impegnati nello svolgere il loro lavoro con caparbia e passione: il caciocavallo di Ciminà è divenuto presidio SLOW FOOD, un ambito marchio che solo pochi prodotti riescono ad ottenere. Inoltre giovedì 2 maggio c’è stata una conferenza stampa per il “Concorso nazionale di cucina creativa- il caciocavallo e il buccularo di Ciminà”, che si svolgerà martedì 7 maggio a Locri e vedrà impegnati numerosi allievi delle scuole alberghiere. «La Provincia, è particolarmente attenta a promuovere il territorio, le sue peculiarità. Le sue bellezze e tutto quanto possa suscitare interesse e dare il via a un circuito importante dal punto di vista sociale, culturale, turistico e quindi anche economico». Con queste parole ha esordito il Vicepresidente della Provincia Giovanni Verduci, che dopo aver augurato un buon lavoro a tutti i ragazzi impegnati con il concorso, ha concluso evidenziando «quanto sia necessaria la giusta sinergia tra enti e associazioni per trasformare ogni singola opportunità in concreta occasione di sviluppo per l’intera comunità». I.A. Cara Adele, anche io avrei voluto vivere, crescere e formarmi nell’epoca in cui tu hai vissuto, periodo di straordinario cambiamento, che tu, straordinaria donna, hai contribuito a rendere tale. Parlo con te Adele, figlia anche tu di questa terra aspra e generosa, mirabile e spiacevole allo stesso tempo, che come me adori, ma che a differenza mia hai avuto il coraggio di lasciare per riscattare altrove la categoria femminile. Ai tuoi tempi la Calabria, ma un po’ tutta l’Italia, era infatti asfissiata da una mentalità retrograda. Hai portato avanti con onore la categoria delle donne calabresi, affermandoti a Roma nel periodo della dolce vita. Conoscendo splendidi artisti, da Fellini a Pasolini. Hai partecipato attivamente ai movimenti delle donne degli anni Settanta, anche dirigendo “Effe”, la prima rivista femminista italiana in vendita nelle edicole. Hai collaborato con le maggiori testate giornalistiche. Hai scritto da libri a opere teatrali, non dimenticando mai il tuo Sud. Lo hai fatto anche nel tuo ultimo romanzo,un’ epopea delle donne del Sud, “In viaggio con la Zia”, edito da Città del Sole Edizione. Un testo che, più di ogni altro, è legato alla tua terra, la Magna Grecia del mito in cui ritrovi iscritta la tua storia e quella di tutte le donne che sono state al centro della tua intensa attività di giornalista e femminista. Consegni un messaggio intenso e struggente a noi, nuove generazioni di donne. Tu, continui a vedere il “tuo”misterioso vascello delle sette vele, dicendo, «qualcuno, tanti anni fa, mi aveva giurato che il “mio“ vascello portava sigarette di contrabbando, gli anni sono passati e altri mi hanno parlato di droga, di armi, poi, alla fine del millennio, sparite le ingannevoli romantiche vele, all’orizzonte dello Jonio hanno cominciato a profilarsi carrette di mari, gommoni, pescherecci in avaria, colmi di curdi disperati e bruni, con le mogli incinte e, nonostante tutti, regali, i capelli nascosti da veli leggeri, le nobili fronti scoperte.. E quanti bambini..Quante foto scattate..ed ora, spariti i curdi che bramano, anche loro, il Nord d’Europa, e le sue nebbie, ed i compagni già stanziati, lassù, nell’esilio metropolitano, di nuovo il vascello delle sette vele» Io, cara Adele, questo vascello vorrei vederlo finalmente approdare sulle nostre spiagge, per portare un carico di libertà e di uguaglianza di cui avverto una grande necessità. All’ombra de’ libri e dentro l’urne… Quando una salma parla con un’altra salma delle salme, allora ci troviamo in uno spazio circoscritto che si chiama necropoli. È quello che succede nel campo di alcuni appassionati “editori” calabresi cosiddetti minori, in realtà stampatori che, mentre disperano della mutua, nutrono la segreta speranza di pubblicare col proprio marchio un capolavoro, ovviamente a spese dell’autore. Nella ridda di piccoli impressori che specialmente in Calabria favoriscono quel vizio solipsistico che è l’onanismo letterario, ossia la scrittura infeconda che ai lettori non dà piacere né suggerimenti né visioni, accomodata com’è sul proprio ego e spesso deteriorata nella narrazione per assenza di un pietoso correttore, si trovano persone dabbene con le quali non è rischioso prendere un caffè, se ci si limita soltanto a questa cortesia: perché se si procede nella confidenza, il pericolo di dover fronteggiare un’autocelebrazione in gramaglie è in agguato. Il dibattito che gli interessati cercano di muovere intorno ai loro esercizi tipografici, per richiamare l’attenzione sul marmo dove sono esposti in bella mostra i precordi di operette arrangiate, è d’indubbio interesse per capire il deperimento delle relazioni e delle ambizioni culturali e della creatività nella nostra regione. Di questo si generalizzava, un po’ per celia, con l’editore di questo settimanale, nei giorni scorsi, assistendo per onesta curiosità a quel conveniente tentativo di allestire nell’urbe geracese un happening della piccola editoria nostrana, ossia delle piccole stamperie di vicinato, in versione evangelizzatrice: cioè per salvare la Calabria dal declino dello spirito con la pastorale delle buone intenzioni progressiste. Peccato che, a scorrere i cataloghi di alcuni impressori, non si scorga alcuna (non diciamo rivoluzione) evoluzione del linguaggio, né alcuna sperimentazione, né alcuno spunto narrativo o saggistico innovativo, né alcun entusiasmo sensuale, oppure ludico o di subisso. Ché anche le disgrazie o le passioni calabresi, e italiane, raccontate da dilettanti si risolvono in una noia mortale. Come la cronaca nera dei quotidiani regionali (ma questo è un altro discorso). Orfeo DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 28 Dopo un blocco delle esportazioni durato quindici anni gli Stati Uniti d’America aprono ai salumi italiani. Dal prossimo 28 maggio quattro Regioni, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e le Province autonome di Trento e Bolzano potranno esportare i loro prodotti, dopo il via libera delle autorità statunitensi dell’Aphis, Animal and Plant Health Inspection Service, le quali hanno ufficialmente riconosciuto l’indennità dalla malattia vescicolare del suino. Questo provvedimento va a favore del Made in Italy del settore alimentare e in difesa degli acquirenti americani, i quali potranno scegliere prodotti originali, possibilità che fino ad ora non è verificata perché spesso per alimenti prodotti in America si utilizza un nome italiano, mistificando tutto il settore. Tutto bene tranne per il fatto che, di questo sblocco delle esportazioni, saranno agevolate quattro Regioni del Nord e le due Province autonome di Trento e Bolzano, a discapito di tutto il resto e, in tutto il resto, rientrano anche i salumi per cui la Calabria è conosciuta. Se al Nord i salumi tipici conquistano “fette” di mercato grazie anche allo sblocco delle esportazioni verso gli Stati Uniti d’America, in Calabria per far parlare di se le aziende produttrici puntano su messaggi pubblicitari equivoci Quando la Calabria sbaglia a comunicare Ora c’è da capire perché questo si è verificato, per non aver superato i rigidi controlli o perché a livello regionale scarso è stato l’interesse per ovviare al blocco? Intanto i produttori di salumi calabresi cercano di accaparrarsi fette di mercato invogliando il possibile acquirente con strategie pubblicitarie “particolari”. Tra questi lo scettro per la campagna pubblicitaria sicuramente più particolare, anche perché ci si chiede se veramente invoglierà all’acquisto, o a quale acquisto invoglierà, è quella del salumificio Dodaro. A parte il “nail polish” variopinto utilizzato per le mani in primo piano, gli “Effects of Calabria”, lasciano poco all’immaginazione, ma sicuramente produce intorno a se tante parole. Forse questo il vero risultato che si voleva ottenere, probabilmente l’unico! (lr) PERCORSI VIRTUOSI NELL’AREA GRECANICA Il recupero, la conservazione e la valorizzazione della lingua BOVALINO Oggi, domenica 5 maggio a Bovalino in Via Garibaldi 222, il Circolo culturale Conca Glauca, alle 17, 30 organizza un convegno “ENOGASTRONIMIA- Alcune eccellenze della Locride”. Oltre ai saluti delle autorità, relazioneranno: Domenico Agostino, Giornalista, Domenico Cervonaro, Presidente D.E.C.O. Caciocavallo di Ciminà, Giuseppe Alagna e Antonio Barillaro, Pro Loco di Mammola e Pierfrancesco Multari, Presidente della Strada di Vini e dei Sapori. Inoltre durante il Convegno saranno proiettati filmati sulle qualità e modalità di preparazione dei prodotti di eccellenza. Seguirà esposizione, degustazione e vendita anche di altre tipicità della Locride. Fra le risorse sottoutilizzate dell’Area Grecanica, il patrimonio linguistico è forse il più consistente, anzi il più consistente direbbero gli specialisti dello sviluppo locale, sotto il progilo prettamente attrattivo. Se fossimo in Trentino, dove cocciutamente si scava per trovare il Quid in più che accompagna quel forte processo di’identità e di riconoscibilità che sta alla base di ogni azione di sviluppo economico e sociale, il recupero e la conservazione della lingua madre (mille anni fa sostitutiva sul nostro territorio il latino e l’italiano che ancora non esisteva) sarebbe stato l’obiettivo prioritario, così come lo è stato per la salvaguardia delle minoranze trentine. Da noi, invece, un lungo sonno stese l’oblio sulla vicenda ed al risveglio, sollecitato dall’interesse pressante di famosi glottologi a livello europeo Rholfs e Karanastasis fra i più noti, subentrò una sorta di curiosità spesso elevata a puro folklore. Poi l’insistenza caparbia di alcuni intellettuali che sensibilizzarono sull’argomento una fascia ristretta del mondo politico, portò finalmente all’approvazione di una legge, che nel riconoscere le minoranza a livello nazionale, le sostiene e ne esalta il valore. Destinando risorse significative alle attività di recupero e valorizzazione della lingua, con ampia autonomia alle regioni e agli enti sud-regionali in ordine alla spesa. E qui aumentano i problemi ed i pericoli per l’integrità di ciò che rimane dell’antica lingua. Proliferano improvvisamente in ordine sparso, corsi e masters di nessun livello, in quanto non seguono specificamente alcun percorso formativo didattico, spuntano con la stessa caratteristica giornalini ed improbabili riviste rimaste più o meno al numero zero, la cui pretesa a futura memoria, sarà costituita esclusivamente dalla veste grafica della copertina. Iniziative comunque tutte efficaci sotto il profilo della rendicontazione di risorse finanziarie erogate, anche molto significative nel loro complesso. Ma la ricaduta sotto il profilo recupero dell’identità culturale e linguistica? Praticamente zero. Non è aumentato il numero dei parlanti greco, ma soprattutto non si è data la possibilità alle scuole che ne avevano voglia di inserire l’insegnamento della lingua fra le materie obbligatorie, proprio per mancanza di docenti che disponessero di un titolo idoneo. La serietà e il rigore che ancora, nonostante tutto caratterizza una parte seppur minima ma significativa del nostro territorio, ha concentrato l’attenzione sul problema, proponendo un cambiamento di rotta nella programmazione e nell’impegno delle risorse, puntando in primis DOMENICA alla formazione dei docenti laureati in grecanico, attraverso un corso di studi universitario riconosciuto dal Miur e parificato a quelli relativi alle altre lingue. La scuola per mediatori linguistici di Catona diretta con intelligenza e impegno da don Pino Strangio, raccolse la proposta e inoltrò al ministero apposita richiesta recentemente accolta dal ministero per cui il corso di studi potrà essere inaugurato fin dal prossimo mese di ottobre, con la possibilità per gli studenti di conseguire la laurea in due ulteriori lingue, oltre al grecanico (inglese, francese, spagnolo, tedesco, ecc..). Su questa opportunità sono chiamati a scommettere il territorio e le istituzioni in genere, precisando che il comune di Bova si è adoperato in tal senso, puntando alla realizzazione di un laboratorio linguistico con compiti di animazione e di avvicinamento della popolazione al corso universitario per l’insegnamento della lingua. Di pari passo sarà affrontato il problema della stampa e del riconoscimento dei sussidi didattici, ponendo finalmente la parola fine in funzione di probabili utilizzi, al fenomeno di “”Chiunque stampa la qualunque”, quasi sempre a carico delle risorse pubbliche.Quando partirà tutto il processo, sarà sicuramente un bel giorno per l’intera area grecanica. Leo Autelitano 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 29 Parlando di... ANNIVERSARIO Il Kiwans Club compie 5 anni Il Kiwanis Club “Magna Grecia L.Giugno” ha celebrato lo scorso 25 aprile i primi 5 anni di attività al servizio dei bambini e della comunità, all'insegna dello spirito e dei valori che una grande organizzazione umanitaria, come il Kiwanis, porta avanti in tutto il mondo. “Mi auguro che la candelina che quest'oggi abbiamo acceso non sia un lumino in un mare di ombre, ma un faro capace di indicare al nostro club la giusta rotta per raggiungere nuovi obiettivi conformi allo spirito kiwaniano”. Con queste parole il Presidente del Club “Magna Grecia”, Salvatore Borzomì, traccia la prospettiva che proietta il club verso futuri e sempre più significativi traguardi nel segno della solidarietà e dello spirito di servizio. “Il Club locrideo continua con l'attuazione dei suoi service a scrivere pagine di storia kiwaniana - soggiunge Borzomì - con lo stesso spirito dei suoi fondatori e con animo sempre più appassionato grazie all'impegno dei soci che continuano a mantenere vivo lo spirito e gli ideali kiwaniani”. Fra i tanti, è il service a favore del Reparto di Pediatria dell'Ospedale di Locri, a cui il Kiwanis “Magna Grecia” contribuisce annualmente sin dalla sua fondazione, a suscitare grande apprezzamento “a testimonianza della nostra fattiva volontà a voler collaborare per lenire, per quanto possibile, la sofferenza dei bambini”. Saluti da Bova Un caffe in bici!!! Più espresso di così non si può Ospitalità Calabrese Il Di Saluti da Reggio Marco: «Siamo rimasti uno» Messaggi nel tempo di Daniela Ferraro Saluti da San Luca Al monumento di Nosside Lungomare di Locri. L'agile figura slanciata verso l'alto, lo sguardo pensoso proteso lontano, un sospiro…. Volgi lo sguardo, Nosside, e sospira…. Qui la gente fiorisce vana d'attese. Sgretola Zefiro selvaggio adusti dossi e la poesia s'interra d'intima pena. Non più vittorie ai Bruzi, né più i cavalli dalle nari sbuffanti i divini fratelli spingono al piano, né più Persefone giù dall'imo ritorna, né più odorosa Demetra troneggia. Delle glorie passate solo il ricordo beffeggia e irride vanaglorioso canto di chi si erge spavaldo di miseria d'occulto cuore né più in fede ha gli dei. da San Luca il sosia di Montalbano Ciccio, tra un bignè e una “pastarella” Sasà i Amm GIOIOSA JONICA Riflessioni di un elettore Art. 49 della Costituzione Italiana: “Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. La mia riflessione oggi parte da questo importante dettato. La Carta Costituzionale entrò in vigore il primo gennaio 1948. Il nostro Paese era reduce dalla dittatura fascista e da una guerra terribile che aveva ridotto la Nazione allo stremo. Dopo il referendum del 1946 occorreva risollevare il Paese dalle macerie e costruire la nascente Repubblica su basi solide. Le forze che si dedicarono alla redazione della Costituzione furono quelle che uscirono vincitrici dalla lotta della Resistenza e che avevano tre anime: quella socialista, quella cattolica e quella liberale. Negli anni ‘70 e ‘80 i giovani della mia età cominciavano a interessarsi alla politica, usavano ascoltare i discorsi e i confronti tra gli uomini politici di allora. Queste persone rispondevano ai nomi di Saragat, Berlinguer, Moro, Nenni, Fanfani, Pertini, Longo, Mancini, Rumor, Andreotti, ecc.. Statisti di grande valore apprezzati anche all’estero, gente proveniente dal Popolo che aveva vissuto periodi di disagio del Paese. Loro sono stati di esempio per i nostri rappresentanti regionali, provinciali e per i nostri amministratori comunali del periodo. I giovani di oggi forse non lo sanno, ma le “tribune politiche” di allora, erano molto partecipate e contribuivano a formare culturalmente e politicamente i giovani. Esistevano le federazioni giovanili del PCI, del PSI, della DC che erano molto frequentate. Col trascorrere degli anni, la comparsa di nuovi personaggi sulla scena politica, che nulla avevano a che fare con i “vecchi” politici, hanno trasmesso sfiducia ai cittadini e un loro allontanamento dalla frequentazione dei partiti e delle loro sezioni locali, (PCI, PSI, DC, PLI,) seppur ancora presenti sul territorio. Sono subentrati i “capipopolo” sedicenti politici di grido, ma in realtà tutt’altra cosa. Questi, erano pronti alle facili promesse, senza rispetto per l’avversario. Comparivano i primi scandali politici che si ripetevano negli anni e che non hanno consentito di formare in politica un buon ricambio generazionale. Quasi tutti i partiti perdevano la loro identità e non erano più punto di riferimento per i giovani. A Gioiosa le sezioni locali chiudevano i battenti. Nascevano così le liste civiche e i movimenti, spesso senz’anima che duravano lo spazio di una campagna elettorale. Mi sono richiamato alla storia per mandare un messaggio ai giovani: i partiti devono riprendersi il loro ruolo istituzionale che hanno perso per colpa di una generazione di politici irresponsabili. Ora c’è un vuoto che può essere colmato. Spazio ai giovani dunque, con idee costruttive e leali, siano competenti e possano essere affiancati da soggetti seri che siano punto di riferimento perché gli anni della politica svolta nei Partiti con la P maiuscola li hanno vissuti. Mi auguro che i partiti si riprendano quel ruolo garantito dalla Costituzione che oggi pseudo movimenti vorrebbero disconoscere. Spero che dalle prossime elezioni comunali Gioiosa possa trarre beneficio. Felice Murdocca DOMENICA 05 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 30 IL VIAGGIO Calabresi in Romania Un gruppo di calabresi professionisti composto da neuropsichiatri, psicologi, pedagogisti e psicomotricisti si è recato in Romania per mettere in atto le loro competenze a disposizione degli insegnanti locali aiutandoli ad assistere gli alunni disabili. Sono stati ospiti dai Missionari Oblati di Maria Immacolata che hanno una struttura a Maracìnemi a pochi kilometri da Pitesti, città di quasi 170 mila abitanti, capoluogo del distretto di Arges, nella regione storica della Muntenia, nota come la città dei tulipani. I volontari hanno offerto la loro collaborazione con grande professionalità e tenacia. « Ci siamo trovati benissimo ha spiegato uno dei professionisti e siamo riusciti a lavorare altrettanto bene». C’era tanta gente ad attendere consulti cardiolo- gici e altri volontari hanno lavorato nelle scuole elementari e scuole medie come aiuto ai docenti per i bambini e ragazzi affetti da autismo e della sindrome di Adhd: disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini rendendoli per questo motivo irrequieti. Ancora una volta i Calabresi si rendono protagonisti coprendo dei ruoli così importanti per la società. Persone così sono da esempio per tutti noi. la Riviera Siderno 1968-1972 irettore con i nipoti I tre Pasquino il terrore dei totani! mazza che preda!!! Gianni, un leone mai domo Il super tifoso del Siderno, il signor Antonio Macri classe 1925 LA SATIRA POLITICA di Daniela Ferraro Non ci resta che piangere “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per questa Italia oscura ove la dritta via s'è ormai smarrita.” -Ma cosa dice, signor Dante Alighieri, in che luogo saremmo noi mai?“Noi siam venuti al loco ov'io ti ho detto che tu vedrai le genti dolorose ch'hanno perduto il ben dell'intelletto.” -Ma di chi mai sta parlando, scusi?“Questo misero luogo tengon l'anime tristi di coloro che vivon con infamia e senza lodo.” -Sta parlando, per caso, dei nostri politici?“Urlar li fa la pioggia come cani, dell'un de lati fanno all'altro schermo. Non ragioniam di lor ma guarda e passa.” -Facile a dirsi…Ma qualcosa dobbiamo pur fare per uscire da questa situazione!“Dinnanzi a lei non fur cose create se non eterne e lei eterna dura. Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate.” -Ma, forse, il nostro Parlamento….“Quivi diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche e suon di man con elle fanno tumulto….” -Il popolo italiano, allora….“Vano pensiero aduni. La sconoscen- In piedi: Archinà, Panetta, Carabetta, La Face, D’Ascola, BellaII, Bevilacqua. Accosciati: Barilla, Caricari, Prochilo, DeAngelis, Fragomeni, Diano F. te vita che i fe' sozzi ad ogni conoscenza or li fa bruni…” -Ma, insomma, non neghi che abbiamo, almeno, un Presidente valido…“Quello è colui che grande inganno ascolta che ci sia fatto, e poi se ne rammarca.” -Lei mi spaventa, signor Dante Alighieri. Che cosa fare, allora?“Partiti da cotesti che son morti!” -Si, ma per andare dove?“O animale grazioso e benigno che visitando vai per l'aere perso, noi pregheremo Lui della tua pace…” -Rivolgerci a Dio? Bel modo di risolvere i problemi…Possibile che non ci resti altro?“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare.” -Guarda, guarda…Non è per caso anche lei in connivenza con i politici?“L'angoscia che tu hai forse ti tira fuor dalla tua mente sì che non par ch'io ti vedessi mai… Più non ti dico e più non ti rispondo.” -Ehi, aspetti, non vada via….Ma si, che mi aspettavo, in fondo? La morale è sempre la stessa: Italiani, arrangiamoci!.(Si ode in lontananza) “Sovra quella poi t'aggrappa ma tenta pria s'è tal ch'ella ti regge.” BOVALINO Il 25 aprile a Siderno in uniforme Al pancino non si comanda Anche Ginevra ha scelto 3! A Giovanna Mangano vanno i complimenti di Mittiga All'indomani della premiazione, che si è svolta nella Sala delle Culture, a Catanzaro, il 20 Aprile, ho voluto complimentarmi personalmente con la poetessa bovalinese Giovanna Mangano che si è aggiudicato, per la sua capacità poetica, un riconoscimento al prestigioso premio di poesia dedicato ad Alda Merini, organizzato dall'Accademia dei Bronzi di Catanzaro con l'adesione del Capo dello Stato, On.le Giorgio Napolitano, e patrocinato dal Comune di Milano. L'opera “Internato” è la lirica selezionata al Concorso e inclusa nell'Antologia “Mille voci per Alda” che saranno distribuite nelle più importanti biblioteche italiane. Giovanna Mangano è una donna di talento e questo premio è un altro riconoscimento per la sua singolarità. E' importante valorizzare le donne che hanno inclinazione, sensibilità e intelligenza. Bovalino è un paese ricco di energia sottopelle e sono felice quando questa risorsa riesce a emergere in superficie ed è giustamente riconosciuta. Auguro alla mia conterranea Giovanna Mangano un futuro luminoso e le faccio un grandissimo in bocca al lupo per la sua prossima pubblicazione. Il Sindaco Tommaso Mittiga Lo stocco di Cittanova su Rai2 25 aprile 2013 Parco archeologico dei Tauriani a Palmi (RC) Riprese televisive per Sereno Varabile (Rai 2). Osvaldo Bevilacqua e Rosario Previtera parlano dello Stocco di Cittanova DE.C.O. - In onda Sabato 11 maggio 2013 alle ore 17,00 su Rai2 DOMENICA 05 MAGGIO LA RIVIERA 31