Cinque morti a Lampedusa

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Cinque morti a Lampedusa
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Attualità
domenica 18 marzo 2012
l'Adige
GENOVA. Un grande successo la giornata
per ricordare le oltre novecento vittime
In centomila per dire «no alla mafia»
Don Luigi
Ciotti sul
palco: nel
suo lungo
intervento
ha parlato
del pericolo
della «zona
grigia» fra
Mafia e
società
italiana
GENOVA - Novecento nomi pronunciati come in una lenta, dolorosa via crucis hanno chiuso la
grande manifestazione voluta da
Libera per la diciassettesima
Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime di mafia a
Genova.
In 100 mila hanno invaso la città
per dire no alla criminalità organizzata. Protagonisti i parenti delle vittime, quasi tutti provenienti dalle regioni più a rischio come la Sicilia, la Calabria e la Cam-
IMMIGRATI
pania, ma è stata l’Italia del coraggio e della consapevolezza a
scendere in piazza per ricordare
quel «popolo di viventi» strappato alla vita da Cosa nostra, dalla
‘ndrangheta e dalla camorra.
Novecento nomi: accanto a Rizzotto, Impastato, Borsellino, Falcone, agli agenti delle loro scorte, a Chinnici, Dalla Chiesa, i nomi di uomini, donne e ragazzi sconosciuti. E sono sconosciuti anche i ragazzi che ieri hanno invaso Genova per dire no alla violen-
za della mafia. «Siete meravigliosi» ha detto don Luigi Ciotti alla
fine, dopo che in tanti si sono alternati sul palco a leggere quei
nomi.
«Il costante impegno nel rinnovare il ricordo delle donne e degli
uomini vittime della criminalità
mafiosa contribuisce a sottrarre
alle organizzazioni criminali spazi e occasioni di penetrazione nella società» ha scritto il Presidente Napolitano, in un messaggio
inviato a don Ciotti. E qui, tra que-
Riprendono gli sbarchi di massa, centinaia di profughi salvati in mare in 24 ore
Cinque morti
a Lampedusa
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Cinque
morti, cinque bare allineate sul molo
Favaloro, a Lampedusa, con i corpi dei
migranti trovati su un gommone a 70
miglia dall’isola più a sud d’Europa, in
acque libiche. Sulla barca alla deriva
nel Canale di Sicilia, con il motore guasto, gli uomini della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto hanno
trovato altre 52 persone stremate, una
in fin di vita, subito soccorsa in elicottero e accompagnata all’ospedale.
Quando i 51 sono arrivati a Lampedusa sulle motovedette, i medici del pronto soccorso dell’isola hanno di nuovo
allertato l’elisoccorso per trasferire a
Palermo una donna incinta, che si trova in prognosi riservata, e quattro uomini disidratati.
Il gommone della morte, uno scafo verde di una decina di metri, quando è
stato soccorso aveva gli anelli di poppa sgonfi e rischiava di affondare lungo quella rotta che lo scorso anno ha
portato a Lampedusa circa 50 mila migranti, un migliaio dei quali ha trovato la morte per naufragio, come accadde ai 300 finiti in fondo al mare lo scorso 6 agosto a circa 30 miglia dall’isola,
o come i 25 soffocati nella stiva dai gas
di scarico di un barcone arrivato a
Lampedusa l’1 agosto.
Oltre al gommone soccorso in acque
libiche, ieri il rimorchiatore Asso 30
ha caricato a bordo 107 persone, tra
cui donne e bambini, che erano su un
gommone che stava affondando a circa 90 miglia da Lampedusa. Altri 114,
su un gommone in panne a 60 miglia a
sudest dell’isola, sono stati trasferiti
su una motovedetta della Capitaneria
di porto, dopo che Malta, avvertita dalle nostre autorità, non ha dato risposte. E un altro barcone è stato segnalato nel Canale di Sicilia, ma un elicottero della Marina militare, che ha sorvolato la zona, non ha individuato alcuna presenza.
Ed è ancora oscura la vicenda di un
peschereccio sequestrato l’altroieri
notte in acque tunisine, attaccato da
70 migranti di diverse nazionalità che
con piccole barche sono andati all’arrembaggio, come ha raccontato via radio il comandante del peschereccio alle autorità di Tunisi.
Intanto, a Lampedusa, dove il centro
d’accoglienza è stato chiuso a causa
di un incendio provocato lo scorso agosto dai migranti che vi erano ospitati,
finora fa fronte agli arrivi utilizzando
il residence «Le Villette» a Cala Creta
e trasferire successivamente gli immigrati nei centri sparsi in Sicilia. Ma il
ministero della Salute ha già concordato l’attivazione di una task force costituita da medici, infermieri e mediatori culturali da inviare a Lampedusa.
Francia, paura per un pullman di bambini
PARIGI - Grande paura in Francia
per l’incidente ad un pullman a
Quimper, nel nord-ovest del Paese,
a pochi giorni dal tragico schianto
avvenuto martedì scorso in
Svizzera contro il muro della
galleria di Sierre, che ha causato la
morte di 28 persone di cui 22
bambini.
Il bus, secondo i primi elementi
dell’indagine, si è ribaltato
provocando il «ferimento grave» di
quattro persone, rimaste tra le
lamiere, fra cui un bambino di 4
anni a cui è stata amputata una
mano. Tutti sono stati portati in
elicottero all’ospedale di Quimper.
Altri 22 passeggeri sono feriti in
modo leggero. Le operazioni di
soccorso sono terminate nel tardo
pomeriggio. Le famiglie a bordo
partivano per una settimana di
vacanze sulla neve. Il mezzo di
trasporto della compagnia Salaun
era diretto verso Serra-Chevalier,
una nota stazione sciistica delle
Hautes-Alpes, e trasportava un
gruppo di bambini e adulti. I
soccorsi sono arrivati velocemente
sul luogo dell’incidente con tre
elicotteri, diverse unità dei vigili
del fuoco, e sei ambulanze.
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MUORE NEL FUOCO
쐢 ANCONA - Una donna di
60 anni è morta dopo essere
stata avvolta dalle fiamme
mentre, insieme alla madre,
bruciava delle sterpaglie sul
retro della sua casa di
campagna a Senigallia.
CADAVERE TROVATO
IN AUTO BRUCIATA
쐢 RANDAZZO (CATANIA) - Il
cadavere di un uomo è stato
trovato ieri in un’auto in
fiamme nelle campagne di
Randazzo, in provincia di
Catania. Il cadavere non è
ancora stato identificato, ma
la modalità è tipicamente
mafiosa.
MUORE SCHIACCIATO
DAL TRONCO
쐢 LANCIANO (CHIETI) Muore schiacciato da una
quercia che aveva appena
finito di tagliare: l’incidente è
avvenuto nelle campagne di
Civitella e la vittima era un
contadino di 78 anni.
MUORE SCHIACCIATO
DAL TIR IN MANOVRA
쐢 MODENA - Un
magazziniere 52enne
dipendente di una ditta di
trasporti, Massimo Stefanini,
è morto schiacciato da un Tir
guidato da un autista serbo a
Carpi, nel Modenese nel
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sta gente che cammina con la fotografia del proprio caro appesa
al collo, con un Tricolore, con uno
striscione con le parole di Falcone, la mafia non ha aria da respirare, non ha acqua di coltura.
La mafia non è più «quella con la
coppola e con la lupara. Oggi è
ben altro. La vera forza della mafia - ha detto don Ciotti - non sta
dentro la mafia ma fuori da essa,
in quella zona grigia costituita da
segmenti della politica, delle professioni e dell’imprenditoria».
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