L`islam intorno a te - Tutto verso i musulmani
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L`islam intorno a te - Tutto verso i musulmani
Questo libro è dedicato alla memoria del mio collega e amato fratello in Cristo, Bill Saal. La mia preghiera è che molti seguino il suo esempio e diventino fedeli testimoni con gli amici musulmani, che Dio abbia un posto sulla loro strada. “Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre”. I Giovanni 1:5 CONTENUTI Contenuti 5 Prefazione 9 Usare questa guida 13 1. La preghiera 17 La preghiera e l’adorazione Il conflitto nella preghiera Il ministero della preghiera La ricompensa della preghiera Per la riflessione Per la pratica Per l’approfondimento 2. Un messaggio biblico 17 22 23 24 25 25 26 27 Allah: credere nell’esistenza di Dio, nostro creatore 30 Adamo: il peccato costituisce l’ostacolo principale nel cercare d’imboccare la giusta strada 31 Abraamo: credere in Dio e nella Sua salvezza 33 Aissa : l’agnello di Dio, il nostro unico sostituto possibile 34 Accettare il dono meraviglioso del perdono di Dio 37 Per la riflessione 39 Per la pratica 40 Per l’approfondimento 40 3. Una prospettiva biblica sui popoli arabi L’amore e la comprensione Gli arabi nell’Antico Testamento Gli arabi nel Nuovo Testamento 43 44 45 48 L’ISLAM INTORNO A TE Alcune applicazioni Consigli da uno che ci si è trovato Conclusione Per la pratica Per approfondire 4. Rispondere alle domande dei musulmani Rispondere alle obiezioni La Bibbia è stata cambiata Gesù non è il figlio di Dio Gesù non è morto sulla croce La trinità è inverosimile L’islam è il sistema politico ideale Conclusione Per l’approfondimento 5. Comprendere la cultura dei musulmani Comprendere la fmiglia musulmana Relazioni interpersonali fra uomini e donne Rituali e comportamenti religiosi Attività di gruppo dei musulmani nelle società occidentali Inserirsi con efficacia nel mondo musulmano Per la riflessione Per la pratica Per l’approfondimento 6. Vincere la guerra spirituale Le credenze sbocciano da un terreno Comprendere i diversi tipi di credenze: una panoramica Un avvertimento Quelli che abitano in case di vetro L’islam occultistico si basa sull’inganno La famiglia di Dio porta a nuovi rapporti interpersonali In Cristo il nuovo credente ha la vittoria su Satana 6 49 52 54 54 55 57 58 60 62 64 67 68 71 72 75 78 83 84 86 88 90 91 91 93 95 96 99 101 103 105 107 CONTENUTI Per essere vittoriosi ci vuole una presa di posizione contro l’occultismo Per la riflessione Per la pratica Per l’approfondimento 7. Il discepolato Una definizione del discepolato Il processo del discepolato I bisogni particolari dei convertiti dall’islam Il discepolato e l’amicizia Materiale aggiuntivo e di supporto per il discepolato La semplicità del discepolato Per la riflessione Per la pratica Per l’approfondimento 8. I convertiti dell’islam e la chiesa locale L’integrazione in una chiesa locale Per la riflessione Per la pratica Per l’approfondimento 9. Comunicare l’amore Il primo canale: la prospettiva emotiva Il secondo canale: la pazienza Il terzo canale: le relazioni fra parenti Il quarto canale: la potenza dell’islam popolare Il quinto canale: il ruolo delle donne nell’islam Il sesto canale: la persecuzione Il settimo canale: la priorità delle Scritture L’ottavo canale: sfatare i miti Il nono canale: la pace di Dio Trasformare l’entusiasmo iniziale in dedizione fedele 108 109 110 112 113 114 116 121 128 129 131 131 132 132 135 135 145 145 146 147 151 153 156 159 161 163 167 168 169 170 7 L’ISLAM INTORNO A TE Per la pratica Per l’approfondimento 171 171 Conclusione 173 Appendice: traslitterazione araba 176 Lista delle risorse 177 177 179 Comprensioni croce-culturali e missioni Islam Testimoni tra i musulmani 180 Il mondo dell’occulto e la sua relazione con l’islam La storia del nord Africa e la sua chiesa Indice 8 182 183 185 PREFAZIONE Circa 6 milioni di musulmani di cui gran parte arabi. I musulmani in Francia si trovano ad uno stadio di integrazione molto più avanzato rispetto ai musulmani in Italia, visto che molti di loro sono ormai divenuti francesi da decine di anni. In Francia, stando alle stime delle missioni impegnate giornalmente nella testimonianza fra gli islamici, sono centinaia e centinaia gli ex-musulmani divenuti credenti in Cristo. Questi fratelli arabi costituiscono una parte vibrante del corpo di Cristo, e sono diventati degli evangelisti efficaci nella comunità islamica, usati dal Signore con potenza. Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione di musulmani? Dovrà essere scrupolosamente biblico, ma anche adeguato alle loro esigenze e realtà? I giovani musulmani in Occidente vivono legami profondi coi coetanei. I legami culturali scaturiscono però dal vincolo coi familiari più stretti. Di conseguenza, è importante comprendere nel miglior modo possibile la struttura familiare da cui proviene il nostro amico musulmano. Per quelli di seconda generazione i rapporti interpersonali al di fuori dell'ambito familiare sono molto più elastici. Tra i loro amici si possono trovare sia coetanei occidentali sia musulmani. Per le donne, però, le amicizie sono più limitate, a dispetto della costante evoluzione dello status sociale delle più giovani. La prima generazione sta uscendo di scena, eppure la vita delle donne più giovani, in genere, è ancora influenzata dalla struttura familiare tradizionale, focalizzata sull'educazione dei bambini e sugli obblighi familiari in senso esteso. L’ISLAM INTORNO A TE La prima generazione di immigrati musulmani vive in un mondo dedito alla magia. Molti cercano nella magia la soluzione ai problemi di tutti i giorni (salute, matrimonio felice, lavoro, posizione sociale) e queste preoccupazioni possono dominare l’ambito spirituale delle loro vite. Per i musulmani di seconda generazione la situazione potrebbe apparire diversa, ma resta il fatto che i genitori sono più o meno coinvolti nella realtà quotidiana dei figli; un tale coinvolgimento è più rilevante per un musulmano che per un occidentale medio. Molti giovani sono stati spinti da piccoli dai genitori a partecipare, involontariamente, a riti di stregoneria. Alcune di queste pratiche sataniche potrebbero averli segnati per sempre. Spesso, i giovani musulmani finiscono col fondere le pratiche islamiche con quelle della cultura del paese ospitante. Il distacco dalla terra e dalla cultura d’origine sta rendendo molti musulmani di seconda generazione più aperti al Vangelo “dell’Iddio immutabile” (Malachia 3:6). Cerchiamo ora di allargare l’ottica di analisi. L’islam è un fenomeno di vasta portata. I musulmani sentono di far parte di un movimento mondiale, e questo è vero anche quando non sono affatto praticanti. Un nuovo credente in Cristo, proveniente da tale sfondo culturale, è avvantaggio dal fatto di esserne stato parte rispetto a chi non è mai appartenuto una comunità musulmana, per il quale permane un senso di estraneità e potrebbe quindi essere necessario molto tempo per addentrarsi in quella realtà. C’è da aggiungere che la seconda generazione ha una cultura a sé, che inizia dalla porta di casa; una volta varcata la soglia, ci si confronta con una realtà completamente sconosciuta nella quale non ci si sentirà mai pienamente a proprio agio. Dato che i convertiti dall’islam comprendono la propria cultura e religione d’origine, risulteranno di gran lunga più efficaci per portare un musulmano a Cristo. In questo libro ci si sofferma in modo più rilevante sull’aspetto sociologico dell’integrazione di questi nuovi convertiti, verso i quali le chiese italiane devono già prepararsi in preghiera e in modo pra- 10 PREFAZIONE tico al fine di integrarli nelle loro comunità. Se la mietitura scarseggia fra queste anime preziose, molto spesso ciò è dovuto anche alla scarsa conoscenza e preparazione che abbiamo, come credenti italiani, ad accoglierli e assimilarli nella Chiesa una volta divenuti fratelli in Cristo. Spesso i credenti occidentali non si rendono conto di quanto i nuovi credenti che vengono chiamati dall’islam siano fragili ed esposti agli attacchi del maligno. La protezione da parte della comunità d’origine e il senso di sicurezza che ne derivava, defluiscono lentamente come acqua preziosa che si riversa, disperdendosi su un suolo arido. La chiesa locale è preparata a mobilitarsi e stringersi attorno al nuovo credente con amore e compassione? È disposta a prendersene cura, in tutte le aree, e divenire per lui una seconda famiglia? Non dovremmo forse almeno conoscere le opere che Dio sta compiendo meravigliosamente, in modo tale che possiamo imparare gli uni dagli altri specialmente da coloro che prima di noi sono stati suscitati dallo Spirito Santo per divulgare il Vangelo? I credenti francesi non sono stati forse i primi ad avere sbagliato e pian piano imparato dai propri errori? Cristo non ci ha forse comandato di fare discepoli? Per farli, occorre che anche noi passiamo dai banchi di scuola del Signore. Questo libro ci suggerisce la realtà francese e come il Signore stia adoperando i nostri fratelli del laboratorio di Francia, che ormai da quasi quaranta anni hanno iniziato la loro testimonianza in modo marcato, responsabile e organizzato. Naturalmente la nostra realtà potrà essere anche diversa da quella francese, ma certe fasi sono un passaggio obbligato anche per noi e l’esperienza francese diviene così una chiave di lettura a noi utile. 11 USARE QUESTA GUIDA Le guide spesso non si trovano in prima linea nella testimonianza ai musulmani. Siamo chiamati ad addestrare i membri delle nostre chiese locali per la testimonianza ai musulmani. Certo, questo tipo di discorso forse non è entusiasmante, però sono convinto che sempre più musulmani verranno a Cristo, man mano che i credenti occidentali verranno addestrati per poter raggiungere i musulmani che li circondano. Nelle nazioni occidentali, Cristo ha fatto sì che vi siano delle chiese locali che hanno dei musulmani nel loro vicinato. In tutte queste situazioni, i membri di chiesa costituiscono la chiave per l’apertura dei cuori, all’inizio chiusi, dei loro vicini musulmani. Vi appare semplicistico questo ragionamento? Oppure rivoluzionario? Bene, sappiate che i discepoli di Cristo che, regolarmente, settimana dopo settimana, dopo vari giorni di lavoro nel “mondo”, vengono ai culti domenicali, sono i testimoni più efficaci. Non si tratta, in fondo, di coloro che furono mandati da Cristo stesso alla fine dei Vangeli secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni? Il versetto di Atti 1:8 non è rivolto a tutti i credenti, quando viene detto «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi; e mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, e in Samaria, e fino alle estremità della terra»? Il mio desiderio nello scrivere questo manualetto è che esso possa essere una specie di “borsa degli attrezzi”, un insieme di strumenti utili nell’evangelizzazione biblica, pratica, di facile trasmissione e che possa servire per raggiungere un obiettivo specifico. Biblica, perché soltanto la potenza della Parola di Dio può fare in modo che la verità cresca e vada in profondità, attraverso l’opera dello Spirito Santo, nel cuore dei nostri vicini musulmani. In ogni capitolo di questo libro, il L’ISLAM INTORNO A TE lettore potrà trovare molte verità bibliche che aiuteranno ad analizzare le complessità dell’islam e delle pratiche religiose di un musulmano. Pratica, poiché le domande che spesso i musulmani usano per sfidarci non riguardano, in realtà, quelle questioni importanti che li toccano da vicino. La mia preghiera è che i musulmani, coloro che tu incontrerai sulla tua strada, possano giungere a conoscere Gesù come loro Salvatore, anche attraverso questa guida o meglio dell’uso che tu ne farai. Di facile trasmissione, poiché molti dei concetti che imparerai possono essere utilizzati subito con il tuo amico musulmano. La comunicazione con l’amico (o con l’amica) potrà avvenire in un luogo qualsiasi: in cucina, in fabbrica, o in ufficio. I credenti che sono stati posti in questi luoghi, sono chiamati ad andare dai loro colleghi o amici musulmani con l’amore di Gesù. Ci auguriamo che questo scritto possa centrare veramente degli obiettivi, dato che vuole essere un mezzo di comunicazione per saper meglio raggiungere, con il Vangelo della grazia, i musulmani di una nazione del mondo occidentale. Non dimentichiamoci che essi vivono come se fossero continuamente su una specie di altalena. È come se si trovassero su di un asse in bilico su un fulcro: Talvolta tendono verso i modi di vivere e pensare occidentali; in altre occasioni, invece, tendono verso la mentalità ed un modus operandi tipico dei loro familiari. Mia moglie ed io abbiamo vissuto in Nord Africa per cinque anni e spesso ci torniamo per brevi periodi. Fino a poco tempo fa abbiamo vissuto fra nordafricani in Europa. Queste esperienze ed il via vai fra un continente e l’altro, ci aiutano a comprendere le tensioni di musulmani che vivono fra due culture…. Dopo tutto, anche noi, in quanto missionari, viviamo problematiche simili, anche se non uguali. Esiste un’arma segreta nel combattimento spirituale necessario per portare la Buona Notizia del perdono ai musulmani in Occidente. Quest’arma è costituita dal credente che vive e lavora fianco a fianco dei musulmani. Mentre inizi a leggere questo manualetto, probabil- 14 USARE QUESTA GUIDA mente ti sentirai inadeguato o sentirai che ti mancano le qualifiche necessarie per poter essere un ‘missionario’ fra i musulmani. Potresti esitare di fronte all’idea di proclamare il Vangelo ad un musulmano, una persona così diversa da te, sia dal punto di vista della cultura che da quello della religione. Questa tua sensazione, in realtà, ti dimostra che tu possiedi la prima qualifica necessaria per poter testimoniare ai musulmani. Tu sai che tu non puoi, ma Dio può. Partiremo con un esame del ruolo vitale della preghiera come strumento per far giungere il tuo amico a trovare il Buon Pastore. La preghiera è il primo e più importante strumento che va utilizzato in ogni fase della nostra testimonianza e fa parte di quelli che chiameremo arnesi basilari e che imparerai ad usare inizialmente. Uno di essi sarà costituito da una presentazione pertinente e logica del Vangelo. Saper presentare il Vangelo ti aiuterà a diventare un collaboratore di Dio. L’insegnamento biblico riguardante gli arabi è come la punta sulla freccia del nostro messaggio. Poi, più avanti, impareremo ciò che riguarda gli arnesi (o strumenti) per concludere. Cercheremo di comprendere il mondo del nostro amico, un mondo molto diverso dal nostro. La guida contiene anche un capitolo che parla del loro mondo religioso, al fine di aiutarci nella guerra spirituale necessaria per combattere le pratiche occulte dell’islam popolare. Parliamo brevemente di alcune delle risorse che ho usato per sviluppare questi ‘arnesi per il servizio’. I riferimenti coranici che troverete in questo libro sono tratti dall’edizione del Corano stampata in Tunisia con il titolo al-qur’an al-’aDHiim, wa maktabatiha. Una edizione più utile per coloro che conoscono un po’ di inglese, ma non l’arabo sarebbe il Corano arabo-inglese di M.H. Shakir. Le citazioni bibliche in italiano sono tratte dalla Nuova Riveduta, quelle in arabo dalla versione di Van Dyke. La TAV, (Today’s Arabic Version), costituisce una versione più recente e popolare della Bibbia in arabo. Questa traduzione è disponibile per i libri del Nuovo Testamento ed è la più adatta per una persona che stia cercando di imparare l’arabo. Un’altra versione in arabo (lingua cor- 15 L’ISLAM INTORNO A TE rente) che potrebbe risultare utile viene chiamata kitaab al-’ahd aljaddiid li-rabbina wa-mukhalliSina yasuu’ al-masiiH (il Nuovo Testamento). Questa versione araba magrebina è in lingua corrente araba nordafricana, mentre le altre sono in arabo standard moderno (arabo classico). La versione TAV e la traduzione in Arabo Standard Moderno (MSA) vanno bene per tutti i nordafricani, in quanto le nuove generazioni stanno imparando a leggere l’arabo standard moderno. In questo manuale troverai degli strumenti che ti aiuteranno nel comunicare la tua fede a musulmani in un modo logico, ma che raggiunga anche il loro cuore. Un falegname sa che l’attrezzo per lui migliore è quello più familiare e comprovato dall’uso. Il nostro obiettivo è di fornire degli strumenti già testati, affinché tu li possa usare immediatamente nella tua testimonianza. Così facendo, aiuterai ad edificare una porzione unica della Casa di Dio. Diventando esperto di questi strumenti, ti rallegrerai alla presenza di Cristo al momento del suo ritorno di Cristo. Sarai felice di sapere che la tua amica o il tuo amico si troverà al tuo fianco e che anche lui o lei un giorno incontrerà il Signore Gesù, proprio come te. 16 1 LA PREGHIERA Nessun’opera evangelica diretta alla conquista della fortezza dell’Islam potrà progredire efficacemente, senza la prospettiva celeste che deriva solo dalla preghiera e dall’adorazione. Questo manuale vi presenta una serie di strumenti o ‘arnesi’ per il vostro lavoro evangelistico. Mi auguro che essi si rivelino utili nel testimoniare la vostra fede all’amico musulmano. Credo che chiunque sia impegnato nella testimonianza ai musulmani, scoprirà ciò che io ho imparato per esperienza: lo strumento a cui ricorrere con maggiore frequenza è la preghiera. Immaginate di costruire un oggetto partendo dal legno grezzo, secondo un progetto concepito in precedenza. Il vostro desiderio sarà scoprire che cosa avesse in mente il progettista. Nel nostro caso, l’autore del progetto è il nostro Padre celeste: Dio dirige il nostro lavoro, mettendo sulla nostra strada le persone che Egli desidera vengano raggiunte, e noi lavoriamo con l’aiuto del Suo Spirito. Dio ha anche creato degli strumenti specifici per la costruzione: si tratta dei principi d’evangelizzazione che troviamo nella Bibbia. Attraverso la preghiera, scopriamo sia il piano generale sia la metodologia da usare. Tutto il resto dipende da un uso efficace di questo strumento fondamentale: senza la preghiera, il nostro progetto di costruzione sarà difettoso già in partenza. La preghiera e l’adorazione Al centro stesso della preghiera troviamo la dottrina biblica dell’adorazione. Noi ci prostriamo al cospetto del nostro grande Dio, il Dio Santo, nostro Padre; intercediamo presso di Lui per l’amico musul- L’ISLAM INTORNO A TE mano. Dopo aver pregato, andiamo a parlare con la persona a cui vogliamo presentare Cristo. Ma la nostra comunicazione rischia di insabbiarsi già dall’inizio. Perché? Perché l’adorazione è considerata dagli islamici in maniera totalmente diversa dai cristiani. Per un seguace dell’islam, la professione di fede è l’elemento fondamentale per la sua religione. Questo “Credo”recita: «Testimonio che non c’è altro Dio all’infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta.» Notiamo che qui, come d’altronde nel Corano stesso, il nome di Maometto viene associato a quello di Dio. Nell’islam, nessun altro profeta riceve tale onore, ma, ciononostante, il nostro amico affermerà che tutti i profeti hanno la medesima importanza agli occhi di Dio. L’associazione del nome di Maometto a quello di Dio è un elemento che si ritrova spesso nel Corano1. Inoltre, dobbiamo renderci conto che l’islam che scopriamo attraverso il contatto con il musulmano comune, non è proprio uguale all’islam dei teologi. Testimoniando di Cristo, scopriremo un calderone spirituale composto da varie credenze che sono state fatte proprie dal nostro amico, e a cui si dà il nome di islam popolare. Prendiamo, per esempio, la professione di fede islamica. Si tratta delle prime parole che vengono pronunciate alla nascita di un individuo e le ultime alla sua morte. È con grande solennità che l’anziano recita in arabo: «Testimonio che non c’è Dio all’infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta.» Qual è l’uso che viene fatto di queste parole nell’islam popolare? Nella pratica, fra la gente comune, l’uso della professione di fede può portare ad avvicinarsi pericolosamente a ciò che i musulmani chiamano shirk. Questo termine islamico significa associare qualcun altro all’unico Dio. I musulmani possono associare Maometto a Dio, accostandone il nome a quello di Dio nelle loro preghiere. Nel loro culto a Maometto, i musulmani finiscono col commettere proprio quel peccato che professano di aborrire! Dovrai, quindi, chiedere a Dio il discernimento per comprendere la situazione spirituale dell’amico/amica musulmano. È d’importanza fondamentale, proprio all’inizio di un’amicizia con un musulmano, riflettere seriamente sulla natura dell’adorazione. Quali 18 LA PREGHIERA sono le implicazioni del nostro concetto d’adorazione? Qual è l’impatto della pratica d’adorazione dell’amico musulmano? Figura 1: L’adorazione nell’islam e nel cristianesimo Ricorda che l’adorazione è fondamentale nell’uso dello strumento della preghiera. Sin dall’inizio della storia, era nelle intenzioni di Dio che noi adorassimo Lui e Suo Figlio Gesù Cristo. Giovanni fu il grande apostolo della divinità di Cristo. Egli ci rivela questa divinità molto chiaramente in quello che si considera il più imponente dei suoi scritti: il libro dell’Apocalisse. In Apocalisse 4, veniamo trasportati direttamente alla presenza dell’Iddio Eterno, seduto sul suo trono, mentre viene adorato. La scena cambia improvvisamente nel capitolo 5: ora è l’Agnello, Gesù, al centro dell’attenzione e anch’egli viene adorato. Tutte le capacità e le conquiste umane vanno deposte ai piedi di Gesù, come fece Maria con il suo olio profumato. Nel flusso della struttura della frase in greco, improvvisamente spicca una parola: degno (axion). Gesù è degno. Perché? Perché è «stato immolato» (5:9). Nessun altro profeta, vero od immaginario, può rivendicare la stessa pretesa. Il nostro Signore Gesù merita di ricevere i sette elementi elencati al versetto 12: «…la potenza, 19 L’ISLAM INTORNO A TE le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode»! Man mano che impariamo sempre di più ad adorare Cristo, deponendo ogni giorno ai suoi piedi un’offerta di questo tipo, ci rivestiamo di un’armatura spirituale per confrontarci con quel Golia spirituale che è l’Islam. Nell’adorazione, i nostri cuori si concentrano su Cristo; dopodiché entriamo in azione attraverso la preghiera. Qual è l’obiettivo della nostra preghiera? Abbiamo visto che Cristo non si trova al centro della visione spirituale del nostro amico musulmano; lo sarà nel momento in cui il musulmano concentrerà su di Lui la sua adorazione. Questo perché soltanto il Signore Gesù è degno di adorazione, in quanto è Lui l’agnello di Dio. Come Suoi testimoni, andiamo a Dio per adorarlo ed anche per intercedere per altre persone. Sarà il Suo Spirito che dissoderà, in seguito, il terreno duro del cuore del nostro amico. Non dovremmo mai travisare il concetto d’adorazione, ma nemmeno trascurarlo. Un’estate, con una squadra di giovani ci incontravamo ogni giorno per prepararci all’evangelizzazione fra i tanti musulmani di una grande città. Ogni mattina, il nostro obiettivo era di rivestirci dell’armatura per il combattimento spirituale. Avrebbe dovuto essere un tempo di studio biblico e di preghiera, ma presto mi resi conto che stavamo cadendo in un vecchio tranello: lo studio biblico si stava portando via tutto il tempo - anche quello da dedicare alla preghiera. Un poco alla volta, lo spazio per l’adorazione e la preghiera si ridusse sempre di più. Eppure il «non cessate mai di pregare» è l’ultima delle armi spirituali elencate in Efesini 6:10-18. Consideriamo il Grande mandato: nel Vangelo di Matteo, questo comando è preceduto da un tempo di adorazione spontanea, guidato dallo Spirito Santo (Matteo 28:17). Ma come abbiamo fatto a non capire quanto è fondamentale l’adorazione? Ci eravamo caduti anche noi in quell’errore con quei giovani di cui sopra; e ancora oggi, tutti rischiamo di ricaderci ogni volta. È quindi essenziale restaurare le mura diroccate dell’adorazione nella nostra vita. Sarebbe bene anche imparare qualcosa dalla cultura dei popoli orientali. Considerando l’immagine di Dio che ci dà il Corano, possiamo quasi percepire la vastità del deserto che Maometto ed i suoi con- 20 LA PREGHIERA temporanei conoscevano così bene. Allahu akbar! Dio è il più grande! Questo è vero. Ma come va con l’adorazione? Come sta andando la tua vita di preghiera? Il tuo successo dipende da questo. Durante gli otto anni che io e mia moglie abbiamo trascorso a Grenoble, in Francia, io ero l’unico non francese fra gli anziani della nostra chiesa locale. Molte volte arrivavamo alla riunione di preghiera del lunedì sera portandoci dietro le solite preoccupazioni ed i pesi della vita quotidiana. Eravamo consapevoli di una diversità di punti di vista fra i vari membri del collegio degli anziani; eppure, non vi fu mai una rottura aperta o duratura nella nostra unità. Il motivo principale era che lo Spirito Santo ci aveva attirato tutti a Cristo - punto centrale della nostra adorazione - fondendoci in un unico spirito Ho scoperto questa priorità della preghiera, partecipando anche alla vita e al ministero di varie squadre evangelistiche che operano fra musulmani in Europa e altrove. Abbiamo imparato a dedicare un tempo sufficiente all’adorazione e, in tal modo, a salvaguardare la centralità di Cristo nella nostra vita e nella nostra adorazione. Ciò costituisce un segreto fondamentale per scuotere le fondamenta della al-umma al-uskaamiya: la «nazione musulmana».Un gruppo che adora il Signore, per piccolo che sia, ha in sé un potenziale enorme capace di cambiare le cose spiritualmente. Dopo averci detto che l’Agnello è degno, l’apostolo Giovanni ci spiega esattamente che cosa significhi questo essere degno, con sette espressioni: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode» (Apocalisse 5:12). Spesso, mentre siamo alla presenza del nostro Padre Celeste adorandolo, ci sentiamo spinti ad agire in qualche modo. Ad esempio, Egli potrebbe farci rendere conto che non stiamo usando le nostre ricchezze materiali nel modo giusto. Forse il nostro atteggiamento verso un’altra persona non ha onorato il Signore. Stando alla presenza di Dio, possiamo ricevere nuova sapienza per sviluppare un rapporto interpersonale con un amico musulmano. Quando vivevo a Marsiglia, in Francia, sentivo un peso enorme per gli 21 L’ISLAM INTORNO A TE studenti di un’importante facoltà di scienze, non molta lontana da casa mia. A quei tempi, non esisteva alcuna testimonianza cristiana pubblica in quella facoltà. Varie volte alla settimana, passavo da una strada che dava sul retro della struttura universitaria fino alla grande porta metallica d’accesso. Ogni volta che vi passavo, chiedevo a Dio di aprire in qualche modo le porte spirituali di quell’istituto. E Dio iniziò a rispondere in maniera davvero inaspettata. Ad una classe di francese, conobbi due studenti siriani che, guarda caso, erano buoni amici di un cristiano arabo che conoscevo anch’io. L’adorazione apre le porte spirituali. Impara nuovamente ad adorare Gesù, il Figlio di Dio, e la tua adorazione arriverà a toccare il musulmano che Dio, nella Sua provvidenza, ti ha posto accanto. Vorrei ora sottolineare tre aspetti del vasto insegnamento biblico sulla preghiera, aspetti che ho trovato pertinenti per il mio ministero d’evangelizzazione attraverso l’amicizia. Il conflitto nella preghiera Ti è mai capitato? Sei appena entrato alla presenza di Dio per pregare, pregustando il tempo di comunione con Lui. Tutto ad un tratto, ti viene in mente un piccolo compito che devi portare a termine. Oppure, una vocina interna, petulante ti ricorda di buttare giù un appunto per non dimenticare una certa cosa. Prima di rendertene conto, i tuoi pensieri hanno iniziato a vagare. Alla fine, realizzi che la tua mente non ha fatto altro che divagare senza meta. Tutti noi facciamo esperienze del genere ogni giorno. Ma come si spiega? La risposta si trova in Efesini 6. Paolo descrive una gran battaglia in corso fra noi ed una schiera demoniaca di «forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti» (Efesini 6:12). La nostra vittoria in questo combattimento richiede che ci rivestiamo dell’armatura che ci è stata fornita e che «preghiamo in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica» (Efesini 6:18). La divagazione che sperimenti quando inizi 22 LA PREGHIERA ad intercedere, non è altro che un assalto deliberato da parte del Nemico. Preghiera vuol dire conflitto! Quanto sarebbe facile rilassarsi e lasciar perdere l’avanzata verso la conquista della roccaforte satanica nel cuore del tuo amico musulmano. Tante buone attività cercheranno di prendere il posto dell’unica attività essenziale: la preghiera. Bisogna che il Signore Gesù Cristo ci faccia Suoi «buoni soldati» nell’incessante guerra spirituale ingaggiata ogni giorno. Allora diverremo simili a Paolo, che: «Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi…» (Colossesi 2:1). Il ministero della preghiera Ciascuno di noi, in fondo, non desidera ardentemente rendersi utile al Signore in modo pratico? Eppure, ci domandiamo se le nostre preghiere siano davvero importanti. In tutta onestà, tu credi che il tempo trascorso davanti al trono di Dio sia un ministero? Forse ti ricorderai di aver letto di Epafra, l’amico meno conosciuto dell’apostolo Paolo. La Bibbia ci informa che egli stava «lottando sempre in preghiera per la chiesa di Colosse (Colossesi 4:12-13). Sentiva un peso particolare per coloro che si trovavano in questa piccola cittadina, ormai in declino, dell’Asia Minore. E quindi, egli lavorò con fervore per il loro bene. Dove si trovava Paolo quando scrisse queste parole? In qualche comodo ufficio di un istituto biblico? No! Lui ed Epafra erano prigionieri in un carcere romano. Le ristrettezze in cui versava Paolo costituivano forse un fattore che gli impediva di svolgere un ministero per i Colossesi? Assolutamente no; in effetti, dalla sua cella, l’apostolo portava avanti un’opera molto concreta ed importante fra i Colossesi: «Non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi…» (Colossesi 1:9). Anche Epafra era attivo, un vero esempio d’uomo di preghiera. Paolo ci dice che egli stava «lottando sempre in preghiera» per loro e che si dava «molta pena per loro» (Colossesi 4:12-13). Paolo ed Epafra, suo collaboratore in preghiera, videro compier- 23 L’ISLAM INTORNO A TE si una grande opera di Dio. In quella cittadina lontana, attraverso la preghiera essi portarono avanti fedelmente un ministero solido e duraturo. William Carey paragonò il suo campo di missione in India ad una miniera d’oro spirituale in cui voleva scavare. Ma aggiunse altresì:«Voi altri da casa dovete tenere le funi!» La vostra testimonianza verso un amico musulmano può essere paragonata a degli scavi alla ricerca di un tesoro perduto. Ma in tutti i casi, l’opera deve iniziare con la preghiera. La preghiera è un vero ministero, per quanto impercettibile possa risultare per le persone intorno a voi. Di certo, non si tratta né di uno spreco di tempo né di un esercizio inutile. La ricompensa della preghiera Spesso siamo tentati di credere che non valga la pena trascorrere del tempo in preghiera. Ci sono troppe altre cose importanti che premono. Eppure, il nostro Grande Sommo Sacerdote ci da delle gratifiche di infinito valore quando ci accostiamo a Dio nel Suo nome. Non ultima fra queste, è la gioia di vedere le Sue risposte alle nostre preghiere. Nel 1964, pochi giorni prima di salpare per Casablanca (Marocco), mia moglie ed io stavamo leggendo insieme il libretto di meditazioni Daily Light (meditazione per il 16 Aprile). Vi trovammo tre straordinari esempi dall’Antico Testamento riguardo alle risposte di Dio alla preghiera. Considerate per un attimo Jabez, Salomone e Asa. Jabez pregò e Dio gli concesse protezione dai nemici e allargò i suoi confini all’interno della Terra Promessa. Salomone pregò e Dio gli rispose in maniera tale che, nella storia umana, egli resta un esempio ineguagliabile di sapienza. Asa pregò e Dio sgominò il potente esercito etiope schierato davanti a lui. Qui si parla di risposte! Le nostre preghiere spesso sembrano deboli e prive di fede. Poi rimaniamo piacevolmente sorpresi quando Dio, ogni volta, ci fa vedere risposte specifiche da parte Sua. Chissà Dio come sorride di fronte alla poca stima che abbiamo, sia di noi stessi… sia di Lui. Nessun’opera evangelica diretta alla conquista della fortezza 24 LA PREGHIERA dell’islam potrà progredire efficacemente, senza la prospettiva celeste che deriva solo dalla preghiera e dall’adorazione. Ciò è vero soprattutto quando si parla del conflitto spirituale nella vita dei nostri vicini musulmani. Se una persona non attribuisce a Cristo il giusto posto, dentro di essa si formerà un vuoto, che verrà riempito da qualcuno o da qualcos’altro. Il primo strumento essenziale consiste, quindi, nell’esaminare il cuore del Progettista. Noi scopriamo cosa c’è nel cuore del nostro Padre Celeste tramite la preghiera. Impariamo così anche a pregare per gli altri. Ricorda che l’incarico di pregare che Dio ti ha affidato è un ministero vero e proprio, un ministero reale, quanto quello che Lui ti dà quando ti trovi ad evangelizzare l’amico/amica musulmano. Per la riflessione Pensa a cinque richieste specifiche di preghiera da portare a Dio riguardo al musulmano con cui Egli, nella Sua grazia, ti ha fatto entrare in contatto. Pensa a quali preghiere nella Scrittura risultano particolarmente rilevanti per la tua testimonianza. Una delle mie preghiere preferite si trova in Geremia 33. Al versetto 3, Dio stesso dice: «Invocami, e io ti risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci.» Nei versetti che seguono, Geremia impara da Dio alcuni elementi molto pratici. Dio parla di case e palazzi distrutti e rivela anche a Geremia il suo rifiuto di rispondere alle preghiere del popolo di cui il profeta faceva parte. Riesci ad individuare un punto chiave di resistenza spirituale su cui focalizzare la preghiera, ed abbattere il muro spirituale? Per la pratica Mentre preghi, tieni a portata di mano un blocco per gli appunti. Vedrai che Dio ti rivelerà delle vere e proprie gemme spirituali, men- 25 L’ISLAM INTORNO A TE tre ricerchi la Sua faccia. Inoltre, stando alla Sua presenza in preghiera e adorazione, ti impartirà anche delle iniziative pratiche da intraprendere. Non dimenticare di lasciare spazio per annotare come Dio risponde alle tue richieste. Mentre ti accingi a testimoniare di Gesù Cristo, chiedi a Dio di darti almeno un partner di preghiera per sostenerti spiritualmente. Potresti chiedere a tua moglie/marito o ad un caro amico di intercedere per te mentre testimoni. Per non combattere da solo, potrebbe essere d’aiuto la formazione di un piccolo gruppo d’intercessione nella tua chiesa. Per l’approfondimento 1. Se possibile, leggi le biografie di persone usate potentemente da Dio per annunciare il Vangelo ai musulmani: Charles Marsh, Samuel Zwemer, Lilias Trotter e Henry Martin, per citarne alcuni. Leggi anche le testimonianze di coloro che sono fuoriusciti dall’islam ed hanno conosciuto Cristo. Scopri il ruolo della preghiera nelle loro vite2. 2. Tieni a portata di mano un elenco di versetti e brani che ti aiuteranno nella tua testimonianza. Condividili con altri, specialmente con i tuoi partner di preghiera. Chiedi a loro di condividere quanto Dio sta facendo in questa vostra comune avventura spirituale. Note: 1Ad esempio, nella Sura 9 troviamo l’espressione Allah wa rasülihi, «Dio ed il suo Profeta», cioè Maometto. italiano consigliamo Jo Ruffin, «Dall’Islam a Cristo», ModenaMilano 2002, serie di testimonianze di persone passate dall’islam a Cristo. Si tratta di una coedizione fra le Edizioni centro evangelico modenese e il Ministero evangelico tra arabi (MEtA – Casella postale 11210, 20110 Milano). 2In 26 2 UN MESSAGGIO BIBLICO Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione di musulmani? Dovrà essere scrupolosamente biblico, ma anche adeguato alle loro esigenze e realtà. Qualsiasi opera duratura nel cuore di una persona musulmana richiede un fondamento di preghiera. Hai notato una rinnovata efficacia nella tua intercessione per il musulmano che Dio ti ha posto davanti? Dopo la preghiera, una presentazione pratica del Vangelo da parte nostra costituisce il secondo elemento in ordine d’importanza. Si tratta di uno strumento fondamentale: il nostro messaggio deve essere adattato alle esigenze di coloro che lo ricevono. E queste esigenze scaturiscono dalla realtà particolare in cui vivono i nostri amici musulmani - una realtà senza dubbio molto diversa dalla tua. Dobbiamo mantenere sempre una visione per “quei territori al di là dei nostri confini”. L’apostolo Paolo parlò di questo in Romani 15:1924, dove egli esprime il suo peso per raggiungere gli altri, attraverso cerchi sempre più vasti, proprio come una pietra gettata in uno stagno. Dovunque Dio ci pone, dobbiamo avere sempre in mente le masse perdute di musulmani che vivono intorno a noi. Come conquistare per Cristo quei musulmani che vivono nella tua città? La risposta è: uno alla volta. Non permettere che le tue responsabilità nella chiesa locale o le gioie della comunione fraterna offuschino la tua visione. Ogni volta che cerchi di raggiungere l’amico musulmano con il Vangelo, tu stai condividendo la premura costante che Cristo ha verso di loro. Gesù sottolineò tale aspetto nelle Sue parabole in Luca 15, quella della pecora perduta, della dramma perduta e del figliol prodigo. L’interesse di Gesù era rivolto principalmente a ciò che era perduto. L’ISLAM INTORNO A TE Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione di musulmani cresciuti in Occidente? Dobbiamo raggiungerli, ma incontrandoli là dove la loro esigenza è più sentita. Il nostro approccio dovrebbe essere sì scrupolosamente biblico ma, allo stesso tempo, adeguato alle loro esigenze e realtà. Riguardo alla comunicazione del messaggio evangelistico, non è detto che ciò che è valido per un occidentale sia altrettanto valido per un musulmano. Le differenti enfasi che troviamo all’interno dei quattro Vangeli ci ricordano che Dio varia l’approccio usato ogni volta dai Suoi messaggeri. Ad esempio, il Vangelo di Matteo sembra indirizzarsi agli ebrei. La sua forma particolare ed il suo messaggio sono centrate su Gesù come Re. Luca, d’altro canto, si rivolge soprattutto a pagani. La terminologia utilizzata riflette la differenza nei destinatari, parlando di Gesù come “Figlio dell’Uomo”. La scienza moderna delle comunicazioni ci spiega bene questo tipo di problematica. Al mittente del messaggio deve arrivare un riscontro da parte del destinatario. L’assenza di riscontro indica che la comunicazione è stata fraintesa o non recepita. Chiediti quanto sei efficace nel parlare del Signore Gesù Cristo al tuo amico. Il messaggio cristiano viene esposto e recepito con chiarezza? Negli ultimi anni, sempre più cristiani occidentali si sono trovati a testimoniare ai loro vicini musulmani. Lavorando a fianco di alcuni credenti, mi sono reso conto del bisogno di fornire una breve presentazione schematica del Vangelo che sia adatta ai musulmani. Ciò che segue è uno schema che illustra le componenti principali di una presentazione del Vangelo, che uso spesso quando devo testimoniare. Essa ci aiuta a sorvolare su quegli aspetti di minor importanza che potrebbero suscitare inutili controversie. Questo piano, in cinque passi, è molto semplice: Allah, Adamo, Abraamo, Aissa3 e l’accettazione del dono divino. Il passo numero 1 inizia con Allah: Dio. Troppo spesso iniziamo a parlare subito di Gesù, senza che il musulmano si renda conto di quanto sia profonda e reale la nostra fede in Dio. 28 UN MESSAGGIO BIBLICO Figura 2: Cinque passi sulla retta via Il passo numero 2 riguarda Adamo: Si tratta di sviluppare il concetto della realtà del peccato tramite la storia di Adamo. I musulmani amano i racconti e le storie e quasi tutti sono esperti narratori. Nella nostra presentazione di Cristo ai musulmani, dovremmo cercare anche noi di sviluppare una simile capacità narrativa. Intere famiglie, provenienti da un ambito culturale musulmano, sono venute a Cristo attraverso il “Metodo della narrazione di storie4. Il passo numero 3 è quella in cui si narra il racconto biblico riguardante Abraamo (che si trova anche nel Corano, ma in forma alterata). Ciò prepara la strada per il quarto passo, in cui si parlerà del sacrificio di Cristo. Infatti, parlando d’Isacco e del fatto che fu quasi sacrificato sull’altare, si prepara la strada per la presentazione dell’opera dell’Agnello di Dio per eccellenza. Il passo numero 4 riguarda Aissa, l’Agnello di Dio per eccellenza, cioè Gesù Cristo. Qui si mostreranno all’amico musulmani quei brani riguardanti la morte e la resurrezione di Cristo. Benché il musulmano in generale rifiuta di credere alla morte di Cristo e alla Sua divinità, la Spada dello Spirito è in grado di penetrare questa scorza d’incredulità. 29 L’ISLAM INTORNO A TE Il passo numero 5 tratta della decisione di accettare Cristo. Per anni ho esitato di fronte all’idea di spingere un musulmano a prendere una decisione per Cristo. Questo perché ne avevo conosciuti parecchi che avevano professato la loro fede in Gesù alla leggera, con motivazioni non genuine. Ma sono proprio i Vangeli a sottolineare la necessità di un passo di questo tipo. Pensate, ad esempio, a questi tre episodi magistralmente narrati dall’apostolo Giovanni: l’incontro di Gesù con Nicodemo, l’incontro con la donna al pozzo, e quello con l’uomo nato cieco (Giovanni 3, 4 e 9). Tutti e tre i racconti ci dimostrano come Dio opera nella vita di un individuo che da una situazione d’ignoranza e di bisogno spirituale passa alla decisione di credere in Cristo. Di certo, però, a questo punto è necessario un pò di cautela: con l’amico musulmano non trattate la questione della decisione come fareste con una persona che ha già avuto un contatto, seppur sporadico, col Vangelo. Allah: credere nell’esistenza di Dio, nostro Creatore Attorno a noi possiamo scorgere un’infinità di segni che denotano l’esistenza di un Dio meraviglioso. Egli è l’Unico e Vero Dio ed il nostro Creatore. Possiamo percepire il calore intenso e la luminosità del sole di mezzogiorno, possiamo contemplare ogni sera il brillio delle stelle sopra di noi. Tutte queste cose ci stanno dicendo:“Dio ti ama, Dio ti ha creato”. Dio stesso ce lo spiega in uno dei libri più antichi del mondo: la Torah di Mosè (Siidna Muusa). «Nel principio Dio creò i cieli e la terra» (Genesi 1:1). In sei giorni, Dio creò i cieli, la terra, il sole, gli animali e gli esseri umani. «Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina» (Genesi 1:27). Il nostro antenato, Adamo, era perfettamente felice. Egli discorreva con Dio in un bel giardino. Le conversazioni che Adamo e sua moglie Eva (Hawwaa) avevano con Dio costituivano la loro gioia più grande. Infatti, Dio creò degli esseri umani in modo che potessero avere un rapporto personale con Lui. Ne parleremo più avanti, nella storia di Abraamo, l’amico intimo di Dio. La Torah e gli altri libri contenuti oggi in quella che 30 UN MESSAGGIO BIBLICO è comunemente chiamata la Sacra Bibbia, parlano tutti, senza eccezione, dell’Unico e Vero Dio. Nella Torah, leggiamo questa grande dichiarazione fatta al popolo di Dio prima della venuta di Gesù Cristo sulla terra: «Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore. Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze» (Deuteronomio 6:4-5). Gesù Cristo disse la stessa cosa 1500 anni dopo Mosè (cfr. Marco 12:29). Dio parlò per bocca di Mosè dicendo: «Non avrai altri dèi oltre a me» (Esodo 20:3), lasciando intendere la possibilità che altre cose possano prendere il posto che spetta soltanto a Dio. I nostri pensieri e i nostri progetti talvolta vengono concepiti senza consultare Dio, il nostro Creatore. Spesso siamo interessati soltanto ai nostri piaceri. Ci preoccupiamo per una nostra cattiva abitudine, o di un oggetto tanto prezioso ai nostri occhi o magari ci affezioniamo ad un’automobile, un capo di vestiario, o ad un caro amico, più che a Dio. Quando ciò avviene, non siamo migliori di quelle persone che s’inginocchiano di fronte alle statue o consultano dei medium o dei profeti umani, piuttosto che rivolgersi a Dio. Più vediamo la gloria di Dio, più ci accorgiamo della presenza del peccato in noi, della nostra disobbedienza a Lui. Dio è l’Onnipotente. Egli è anche pura verità, come un’acqua dolce che scorre da una profonda sorgente nel deserto. Nessuno può corrompere o cambiare la Sua Parola. Dio dice attraverso il profeta Davide: «Per sempre, Signore , la tua parola è stabile nei cieli» (Salmo 119:89). Adamo: il peccato costituisce l’ostacolo principale nel cercare di imboccare la giusta strada Adamo ed Eva possedevano tutto ciò di cui avevano bisogno per essere felici. Dio aveva dato loro un giardino perfetto; ciononostante, in quel contesto ideale, Egli aveva posto una cosa proibita in mezzo al giardino. Eva, parlando con il serpente (cioè il diavolo sotto mentite spoglie), disse: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma 31 L’ISLAM INTORNO A TE del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”» (Genesi 3:2-3). Allora Satana li ingannò e la sua bugia convinse Eva, e poi Adamo, facendo credere loro di essere stati ingannati da Dio. Fu così che Adamo ed Eva iniziarono a dubitare delle affermazioni dell’Iddio di verità! Non dobbiamo mai dimenticarci che ogni bugia che raccontiamo nasce nel nostro rifiuto di obbedire all’Iddio di verità. Mangiarono quel frutto che Dio, nel Suo amore per loro, aveva proibito. Conosciamo la conseguenza terribile di tale azione: «Perciò Dio il Signore mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto» (Genesi 3:23). Oggi, poichè siamo tutti figli di Adamo (abnaa Adam), siamo pure peccatori. Ciò non è dovuto soltanto al fatto che siamo suoi discendenti; dobbiamo ammettere che abbiamo spesso disobbedito a Dio, sin dalla nostra infanzia. Ogni essere umano, da qualunque nazione della terra provenga, è un peccatore, a prescindere dalle sue pratiche religiose. Il peccato è come una terribile malattia che ha contaminato tutta la razza umana. Dio stesso ce lo dice: «Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Romani 3:23). Non saremo mai capaci di amare Dio, il nostro Creatore, senza prima riconoscere questa dolorosa verità. Dio stesso lo dice. Egli diede i Dieci Comandamenti a Mosè per rivelarci cosa volesse da noi. Trasgredire un solo comandamento vuol dire prendere alla leggera la Sua persona: i Dieci Comandamenti riflettono il Suo carattere. Chi può asserire di non aver mai disobbedito agli ultimi due comandamenti? Essi recitano: «Non attestare il falso contro il prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né… cosa alcuna del tuo prossimo» (Esodo 20:16-17). Questo ci fa venire in mente un proverbio arabo che recita: «La rete disse al setaccio: “Oh, quanto sono grandi i tuoi buchi!” » Quanto è facile parlare degli errori degli altri per dimenticarci dei nostri. Siamo proprio come la rete: siamo come Adamo ed Eva che cercarono di farsi degli abiti con delle foglie nel tentativo di coprire la loro nudità. Dio ci vede così come siamo: colpevoli dei nostri misfatti, dei nostri 32 UN MESSAGGIO BIBLICO peccati. Chi non ha mai mentito riguardo ad un’altra persona? Chi non si è mai reso colpevole di concupiscenza, desiderando qualcosa che apparteneva ad un’altro? C’è un prezzo da pagare per il peccato, poiché Dio è giusto. Quel prezzo è la morte eterna, una realtà che la Bibbia chiama inferno. In questo mondo, esistono soltanto due strade da prendere: la prima va in discesa, e porta all’inferno. Coloro che vi camminano invano fanno ogni sforzo per pagare il prezzo per la loro condanna. Si dimenticano che la condanna è venuta loro addosso proprio a causa dei loro peccati. Dio, però, per mezzo di un sostituto, ha provveduto alla nostra salvezza. Questa è la strada in salita che porta in alto, verso Dio. Quelli che vi camminano sono coloro che hanno creduto a quanto Egli ha detto loro. Hanno accettato il sostituto. Abraamo: credere in Dio e nella Sua salvezza Una delle ricchezze delle nazioni occidentali è costituita dagli immigrati. Quattromila anni fa, un distinto emigrante lasciò il suo paese per andare in Palestina. Quell’emigrante era Abraamo, conosciuto anche come l’amico di Dio. Ad un certo punto della sua vita, ormai avanti negli anni, accadde un evento importante, che c’insegna una lezione fondamentale sulla via che porta a Dio e su come trovarla. Nella Torah di Mosè leggiamo: «Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: “Abraamo!” Egli rispose: “Eccomi”. E Dio disse: “Prendi ora tuo figlio, il tuo unico figlio… e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò”» (Genesi 22:1-2). Questo figlio era unico nel suo genere perché era il figlio scelto da Dio, anche se Abraamo aveva anche un altro figlio. Abraamo dunque obbedì. Sellò il suo asino e partì con il figlio. Dopo aver camminato per tre giorni, i due giunsero alla montagna prescelta, con la legna necessaria per il sacrificio. Infine, suo figlio gli chiese: «Ma dove è l’agnello per l’olocausto? » Una buona domanda, non è vero? 33 L’ISLAM INTORNO A TE Giunto sul luogo dell’olocausto, Abraamo legò suo figlio, poi prese il coltello per scannarlo. Tutto ad un tratto, l’Angelo gridò: «Abraamo! Abraamo! Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli del male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l’unico tuo figlio!» Poi Abraamo vide un montone impigliato per le corna in un cespuglio. Egli lo prese e lo offrì al posto di suo figlio. La prossima volta che vedi una pecora che viene preparata per essere scannata, ricordati di quell’Agnello speciale che Dio ha preparato al posto tuo. Ne parleremo quando considereremo il quarto passo. Qual è il significato di quest’antica storia, ben conosciuta anche da altri popoli? Abbiamo già detto che i nostri peccati ci condannano. Chi, allora, pagherà il prezzo per la nostra condanna (la morte eterna secondo la legge santa di Dio)? Siamo noi a dover essere sacrificati nel giorno del giudizio? Dio, il nostro Creatore non vuole che noi moriamo nei nostri peccati: Egli ha trovato un sostituto. Questa persona unica e straordinaria era la sola capace di prendere il nostro posto. Dio, nel Suo amore, ci ha inviato l’unico sostituto possibile. Ciò ci spinge a chiederci: “Che cosa ha fatto questo sostituto per risparmiarmi la condanna eterna che meritavo?” La risposta ci porta diritti al quarto passo. Aissa: l’Agnello di Dio, il nostro unico sostituto possibile Fino ad ora abbiamo ascoltato le parole di alcuni dei grandi profeti di Dio. Ora cerchiamo di immaginare il periodo storico in cui essi vissero. Disegneremo una linea che rappresenta il tempo, con Adamo ad un estremo e noi all’altro. Le date approssimative sono scritte sotto i nomi dei personaggi; la Torah non ci indica alcuna data per la creazione. Riesaminiamo ora i passaggi riferiti ad Adamo ed Abraamo. Con Adamo vediamo il bisogno di un sostituto. Dio ci ha dato un esempio straordinario di sostituzione quando il montone fu sacrificato al posto del figlio d’Abraamo. Più avanti, Dio rivelò la Sua legge a Mosè, 34 UN MESSAGGIO BIBLICO Figura 3: Cronologia biblica comandò al Suo popolo di portare regolarmente dei sacrifici. Ciò fu necessario per simboleggiare la sostituzione (necessaria) per il loro peccato. Nei Salmi, (vedere i Salmi 22-24), Davide parlò del “profeta sostituto” che sarebbe venuto dopo di lui e messo a morte per i peccati del mondo. Mentre stava per morire, il sostituto di Dio gridò: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22:1). Anche molti altri profeti parlarono del grande sostituto per il genere umano. A questo punto, potrebbe essere utile riesaminare il passaggio in questione, prima di proseguire. Come abbiamo visto sul diagramma, la nascita di Gesù Cristo divide il calendario occidentale in due ere. Il Suo luogo di nascita si trovava in Palestina. A circa 30 anni d’età, Egli iniziò il Suo ministerio d’insegnamento e guarigione. Gesù, nel compiere questo ministero, sperimentò una continua sofferenza. Suo cugino era anch’egli un grande profeta: Giovanni il Battista (yuuHanna al-ma’madaan). Nel vedere Gesù , Giovanni esclama: «Ecco, l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!» (Giovanni 1:29). Perché diede quest’appellativo a Gesù? Giovanni stava profetizzando, senza comprendere pienamente, che tre anni più tardi Gesù sarebbe stato giudicato dai Suoi nemici. Essi lo avrebbero condannato a morte. Eppure la Sua morte fu per i peccati del mondo intero. Il racconto delle sofferenze di Gesù, riportato nel Vangelo di Giovanni (Giovanni 19:1 ss.) ci mostra altri aspetti dell’amore di Dio in Cristo. Il governatore romano, Pilato, prese Gesù e lo fece flagellare. I soldati si facevano beffe di Lui e lo percuotevano. Con motivazioni egoisti- 35 L’ISLAM INTORNO A TE che, gli uomini più religiosi di quel tempo incitarono Pilato a condannare Gesù, ed Egli fu condannato alla crocifissione. La croce costituiva un orribile strumento di tortura, usato per giustiziare i peggiori criminali di quei tempi. Gli aguzzini di Gesù lo costrinsero a portare la Sua croce mentre veniva condotto in un luogo chiamato “il Teschio” o Golgota (al-jumjuma). Dio ci rivela che lì «lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo». Gli fu dato dell’aceto da bere per alleviare il dolore. Lo rifiutò. Poi, giunto alla fine, Egli gridò a gran voce: «È compiuto!» Il sacro Vangelo di Giovanni narra che «chinato il capo, rese lo spirito» (Giovanni 19:30), il che significa, ovviamente, che morì. Possiamo essere certi che fu davvero Gesù a morire su quella croce? Sì. Ne siamo certi perchè sia Sua madre sia il Suo migliore amico si trovavano lì, ai piedi della croce. Loro non potevano sbagliarsi riguardo all’identità di Gesù. Inoltre, molto tempo prima della venuta di Cristo, Dio aveva predetto che il Cristo sarebbe morto - come un’Agnello sacrificato per i peccati dei colpevoli. Gesù era l’Agnello di Dio, come sottolineato da Giovanni il Battista. Cristo morì di venerdì. Fu posto in una tomba, che venne sigillata da una pietra enorme e custodita da soldati romani. Tre giorni più tardi, sia i Suoi nemici che i Suoi amici rimasero sbalorditi: la tomba fu trovata vuota! Soltanto i panni di lino che avevano avvolto il Suo corpo e il sudario che gli avvolgeva il capo erano ancora lì per terra all’interno della tomba. Si trovavano nella stessa posizione, ma il corpo era sparito! Qualcosa di straordinario era avvenuto. Gesù Cristo aveva sperimentato ciò che nessun altro essere umano nella storia aveva mai vissuto. Era risorto, vivo, dalla tomba, senza l’intermediazione di qualche altro essere umano. Molti videro Gesù Cristo durante i quaranta giorni che passò sulla terra dopo la Sua risurrezione. Poi, Egli fece ritorno in Paradiso. Ma prima della Sua dipartita, v’era uno dei Suoi amici, Tommaso, che non credeva che Cristo fosse ritornato in vita, a dispetto di ciò che altri avevano detto. Egli dubitava seriamente di un evento così improbabile. Aveva bisogno di prove. 36 UN MESSAGGIO BIBLICO Gesù passò attraverso delle porte chiuse in una stanza al piano superiore. Tommaso era lì con gli altri amici di Gesù. Gesù andò verso di lui e gli parlò. Fu a quel punto che Tommaso riconobbe Gesù risorto e s’inginocchiò davanti a Lui, esclamando: «Signor mio e Dio mio!» (Giovanni 20:28). Attraverso la Sua morte, Gesù pagò un prezzo incalcolabile per liberarci dai nostri peccati. Egli divenne l’Agnello di Dio per eccellenza e Dio lo risuscitò dai morti. In tal modo, Dio ha dimostrato di accettare che la vita di Gesù fosse sacrificata al posto della nostra. Accettare il dono meraviglioso del perdono di Dio Con il prossimo passo, potrai trovare la certezza del perdono di Dio dei tuoi peccati e della Sua presenza per sempre. Questa è la fase più importante (al-khaTua al-muimma). C’è una canzone per bambini sul Messia, molto in voga qualche anno fa, che dice: Una porta sola Due lati, non più. Io sono dentro, da che parte sei tu? Gesù disse: «Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato» (Giovanni 10:9). Tutto ciò che devi fare è accettare per fede le quattro verità che abbiamo appena considerato. Credi in Gesù prendendolo in parola. Poi sarai pronto per il quinto passo. Non è senza motivo che lo definiamo il passo più importante: infatti ti permetterà di entrare per la porta della salvezza. Gesù Cristo in persona è quella porta, lo ha detto Lui stesso. Sei convinto che il Signore che ti ha creato è sia verità sia amore? Nella sua verità, Egli deve condannarti a causa dei tuoi peccati. Ma, nel Suo amore, ha trovato qualcuno per rimpiazzarti, un sostituto. Gesù Cristo ha preso il tuo posto, il posto di un peccatore condannato, 37 L’ISLAM INTORNO A TE nel momento in cui è morto sulla croce. È per offrirti la salvezza e la risurrezione per l’eternità che Egli ha trionfato sulla morte il terzo giorno. Lo ha fatto per te e si aspetta che ora tu lo accetti. Il buon senso comune c’insegna che il minimo che possiamo fare per qualcuno che ci ha concesso una grande benedizione sarebbe di offrirgli la nostra amicizia ed il nostro amore. Gesù era l’unico che potesse dare la Sua vita al posto della nostra. Egli dovette subire una sofferenza straziante ed ingiusta, al posto nostro. Ora, cosa ci chiede in cambio? Non ci chiede nulla tranne ciò che ci rivela attraverso il profeta Giovanni nel libro dell’Apocalisse al capitolo 3, versetto 20. È Gesù Cristo stesso che ci dice: «Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.» Quasi nessuno rifiuterebbe di ricevere il suo migliore amico a casa propria. Anzi, quasi tutti aprirebbero con gioia la porta della loro casa per dargli il benvenuto. Vorresti aprire la porta della tua vita per ricevere il Signore Gesù Cristo? Si tratta dello stesso Gesù Cristo che ha dato la Sua vita per te. Se lo desideri, ripeti questa preghiera: Mio Dio, io ti ringrazio perché nel tuo amore mi hai creato e mi hai tenuto in vita fino ad oggi. Eppure, devo riconoscere davanti a te che ti sono stato spesso disobbediente ed anche ribelle. Sono un peccatore colpevole. Nonostante questo però, io credo che Gesù, l’Agnello di Dio, ha preso il mio posto. Egli è morto come mio sostituto e credo anche che, essendo risorto dai morti, Egli è capace di darmi la vita eterna. Grazie, Signore Gesù, per il Tuo amore. Per favore, entra ora nella mia vita. Amen. Nota: Siete autorizzati a tradurre liberamente la presentazione del Vangelo che avete appena letto e di stamparla in qualsiasi forma che desideriate. Chiediamo soltanto che non vengano effettuate modifiche ad essa, in qualche nuova pubblicazione o edizione, senza che sia stato dato il permesso scritto. Inoltre, per favore tenete presente che queste pagine non sono da utilizzare come se fossero un opuscolo evangelistico da dare ai musulmani. Piuttosto, si tratta di uno stru- 38 UN MESSAGGIO BIBLICO mento evangelistico, da usare da parte dei cristiani, nell’ambito di un rapporto amichevole, per spiegare il Vangelo al proprio amico musulmano. Per questo motivo, è meglio usarlo con gradualità e con uno spirito di preghiera. Durante i vostri incontri a scopo evangelistico, con l’amico/l’amica, cercate di discutere un passo alla volta. Non siate mai frettolosi nell’uso di questo strumento per la presentazione del Vangelo. La migliore evangelizzazione è quella portata avanti nel tempo, con perseveranza, quando possibile. Ciò vi darà il tempo necessario per rispondere ai malintesi e alle idee sbagliate che i musulmani spesso hanno, e potrete preparare il terreno in preghiera per l’apertura ad una decisione per Cristo. La maggior parte dei musulmani vive ostacoli culturali e spirituali così lontani dalla nostra concezione. Esamineremo questi ostacoli nei capitoli successivi. Per la riflessione Quale Vangelo neotestamentario è meglio utilizzare con i musulmani? Alcuni raccomandano il Vangelo di Matteo per coloro che provengono dall’ambiente occultistico dell’islam popolare. Matteo fa parecchi riferimenti all’Antico Testamento, dove, più che in altre parti della Bibbia, la verità di Dio mette a nudo le pratiche occulte. La genealogia che troviamo all’inizio di questo Vangelo costituisce un elemento che per molti occidentali risulta poco familiare e persino monotono, ma per molti musulmani è significativo. Ad ogni modo, quello di Luca è il Vangelo più consigliato, e certamente il suo utilizzo risulta efficace per vari motivi. Spesso, con degli studenti universitari, uso il Vangelo di Giovanni; ciò perché la presentazione dei concetti orientata verso la filosofia si accompagna all’efficace semplicità della verità di Dio. Ciascun Vangelo, comunque, ha i suoi punti di forza per l’utilizzo in situazioni specifiche. Credo davvero che il mio amico musulmano possa accettare Cristo? Non bisogna mai pensare che i musulmani non possano arrivare ad una decisione per il Signore Gesù. Sempre più musulmani oggi stanno decidendo per Cristo, e proprio tu potresti essere uno degli stru- 39 L’ISLAM INTORNO A TE menti che Dio vuol usare per aiutarli. Il momento della decisione arriverà, e quando arriva, Dio usa i Suoi servi. Leggi e impara a memoria Romani 10:14-15 e Matteo 11:28. Per la pratica 1. Passa in rassegna i tuoi metodi ed il tuo messaggio. Risultano attinenti ai bisogni e alle esigenze dall’amico/amica che Dio ha affidato alle tue cure spirituali, e a quelli della sua cerchia di amici? Lo stile della presentazione del Vangelo nella Parola di Dio varia dagli apici letterari di Isaia agli appelli appassionati di Pietro. La questione chiave fu espressa dal responsabile di una chiesa marocchina, che una volta mi disse: “E’ necessario individuare specificamente il tipo di persona con cui stai parlando.” 2. Come vedi questo modello di rapporto interpersonale nei vari individui che hanno deciso di seguire Cristo, che troviamo in Giovanni 1? Lì il fratello parlava al fratello. Chi sono i fratelli e le sorelle del tuo amico? Aggiungili alla tua lista di preghiera. 3. Talvolta si sono causati grossi danni “cercando di condurre un musulmano a Cristo”, utilizzando il modo che si usa per una persona proveniente dal mondo occidentale. Per questo, se possibile, studia i capitoli che trattano l’ambiente di provenienza del musulmano prima d’esortare l’amico o l’amica a decidere per Cristo. Studia i modi in cui, nei quattro Vangeli e nel libro degli Atti, le persone venivano portate a prendere la decisione. Per l’impazienza di vederli convertiti, potrebbero sfuggirci degli elementi culturali e spirituali della realtà del nostro amico/amica che lo Spirito Santo vuole mostrarci. Per l’approfondimento Fra i libri esistenti in italiano, utili per aiutarci ad approfondire queste tematiche, annoveriamo i seguenti: 1. Come condividere la tua fede con un musulmano di Charles Marsh, 40 UN MESSAGGIO BIBLICO utile per parlare con persone adulte cresciute in Nord Africa e immigrate in Europa. L’edizione italiana è del 1997, a cura di Diffusione letteratura cristiana. 2. Luce sull’Islam di Francesco Maggio, una guida pratica per saper rispondere alle domande più frequenti poste dai musulmani. È stato pubblicato nel 2000 dalla Patmos (Perugia). 3. Oltre il velo, di Trudy Crawford, un libro per le donne, per costruire ponti in mezzo a caos culturali. Trattasi di un libro pubblicato nel 2002, a cura della missione Ministero Evangelico tra Arabi (M.E.t.A). 4. Più che un falegname, di Josh McDowell, edizione bilingue, italiano ed arabo. L’edizione italiana è del 2000, a cura di Edizioni Centro Biblico, Napoli. L’edizione bilingue, che include l’arabo, creata per i nostri amici mediorientali e nordafricani, è attualmente distribuita da M.E.t.A. – Casella Postale 11210 –Milano - HYPERLINK http://www.metaitalia.org www.metaitalia.org Note: 3Aissa: Il nome in arabo per riferirsi a Gesù. Alcuni cristiani obbiettano di fronte all’uso del nome musulmano di Gesù, perché si dice che ci sia il rischio che esso venga associato con l’insieme di idee (distorte) che i musulmani hanno riguardo a Gesù. Ma possiamo usare questo termine, perlomeno all’inizio, poiché se non lo usiamo, per alcuni musulmani potrebbe non essere chiara l’identità della persona a cui ci stiamo riferendo. La Bibbia in arabo chiama il Messia usando il nome yesuu’a. 4Trattasi di un metodo di narrazione dei racconti biblici adatto alle culture a maggioranza musulmana. Per saperne di più vedere la lettera Inter-Link dell’11 novembre 1994 (pubblicazione a cura di H.W. Reimer, Limoges, Francia). 41 42 3 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI L’amore deve essere fondato su una comprensione biblica. Cosa dice il nostro libro, la Bibbia, riguardo all’amico musulmano? Una mattina sorge il sole, lo vedi e senti uno slancio di creatività. Potresti voler costruire qualcosa in legno, o forse ti piace lavorare ad uncinetto o fare lavori di restauro. A prescindere dal progetto che desideri intraprendere, vi saranno dei passi iniziali da compiere prima di poter entrare nel cuore del tuo lavoro. Hai bisogno di un piano o un modello da seguire nel tuo lavoro. Il piano si scopre attraverso la preghiera. Dio conosce sia noi sia i nostri vicini musulmani. Finora, in questo manuale, abbiamo considerato gli strumenti basilari per il lavoro; questa prospettiva biblica sugli arabi costituisce il successivo strumento basilare. Il pomeriggio volgeva a termine e ci trovavamo in un grazioso giardino dietro una chiesetta nell’assonnata cittadina francese di Castelnaudary. Mia moglie ed io avevamo appena terminato una sessione d’addestramento sulla testimonianza ai musulmani. Chiesi a Jed, un pastore statunitense in visita, se volesse aggiungere una riflessione. Affabile come al solito, egli fece una brevissima affermazione, prolungata soltanto dalla traduzione. Egli disse: “Credo che il segreto per condurre i musulmani a Cristo sia lo stesso che per condurre chiunque a Cristo: essi hanno bisogno di vedere l’amore di Dio manifestato in noi.” Quelle parole pronunciate sotto un tiepido sole della Francia del sud, mi tornano spesso in mente. L’amore è davvero la chiave e può fluire solo tramite lo studio e la comprensione della Parola di Dio. Più avanti nel libro, ti accorgerai che esiste un conflitto spirituale intenso quando si cerca di condurre dei musulmani a Cristo. Il mondo del- L’ISLAM INTORNO A TE l’occulto, insito nell’islam popolare, è nascosto dietro le belle facciate degli edifici e di un’unità islamica simulata. Il capitolo 2 ti fornisce un metodo collaudato per presentare Cristo ai musulmani. Hai provato ad usarlo? Penso che ti stupirai nel vedere quanto Dio possa servirsi di te. Ricordati, la testimonianza non è riservata solo agli esperti. L’amore e la comprensione Vorrei anticipare ora un argomento chiave per poter condurre i musulmani o altri a Cristo: l’amore. Nel capitolo 9 scoprirai dei canali attraverso cui l’amore deve scorrere per arrivare in profondità nel cuore dell’amico musulmano che Dio ti ha posto dinanzi. La bellezza dell’amore: non ricorda forse l’esaltazione dell’amore da parte di Paolo in 1 Corinzi 13? Il settimo principio contenutovi è: L’amore deve essere fondato su una comprensione biblica delle cose. La tua testimonianza deve essere basata sulla Parola di Dio. Non è forse vero che i musulmani ci chiamano il Popolo del Libro? Allora, cosa dice il nostro libro, la Bibbia, riguardo ai musulmani? Molti di coloro che useranno questo manuale si troveranno a lavorare con musulmani non di provenienza araba. Potresti entrare in contatto, per esempio, con un nord africano di origine berbera, o un pakistano, un turco, un indonesiano. Infatti, a differenza di quanto comunemente si crede, la maggioranza dei musulmani non è costituita da arabi5. Ma è anche vero che l’amico musulmano si sente realmente arabo dentro di sé. Un musulmano praticante viene inevitabilmente in contatto, in famiglia o in moschea, con il Corano in lingua araba. Noi siamo il Popolo del Libro. Dato che cerchiamo di esserlo veramente questo Popolo del Libro, non sarebbe il caso di considerare che cosa dice la Bibbia riguardo al popolo arabo? Charles Malik, un cristiano arabo-libanese, è l’autore di Christ and the University ed è stato in passato delegato alle Nazioni Unite. Nel suo libro, lascia intendere che il conflitto mediorientale non potrà mai essere compreso a fondo se non si prende in esame il conflitto fra 44 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI Isacco ed Ismaele. Studiare sia l’Antico sia il Nuovo Testamento ti servirà per diventare un testimone più efficace. Adesso impareremo ad usare lo strumento della prospettiva biblica sui popoli arabi. La struttura di questo capitolo sarà diversa da quella degli altri capitoli: vi presenterò uno schema per lo studio delle Sacre Scritture. Spero che Dio lo usi per aiutarvi a comprendere un popolo che ha un posto importante nel mio cuore. In questi 30 anni e più, in cui ho potuto conoscere questo popolo, il mio amore per esso non ha fatto che aumentare. Gli arabi nell’Antico Testamento Gli inizi nella vita di Abraamo (Genesi 16) Ingiustizia: Tu pensi che Sara, in qualche modo, sia stata ingiusta nel modo di trattare Agar? Come si concilia questo comportamento con l’atteggiamento di Agar (vedere il versetto 4)?6 Spiritualità: Ora leggi Genesi 16:7-16. Sembra che Agar avesse ricevuto più rivelazioni spirituali della sua padrona, fra l’altro prescelta di Dio. Inoltre, Agar prese a cuore ciò che Dio le rivelò. Pensi che sia un’esagerazione? Rammenti altri esempi simili nella Genesi? Che cosa ci dice questo sul carattere di Dio? Benedizioni: A chi furono date le benedizioni del versetto 10? Più avanti vedremo che da Ismaele discesero dodici tribù, proprio come da Giacobbe. Il carattere di Ismaele: Medita su Genesi 16:12. Quale pensi sarebbe la reazione del tuo amico musulmano, qualora gli leggessi questo passaggio? Quali conseguenze vedi riflesse nella realtà araba odierna? Perché non possiamo dire che si tratta di un’affermazione razzista, contrariamente a come appare a prima vista. (Prima di rispondere ricordati le benedizioni del versetto 10). Conosci qualche gruppo all’interno della 45 L’ISLAM INTORNO A TE tua cultura che è caratterizzato da un simile spirito di indipendenza? La rottura finale fra Isacco ed Ismaele (Genesi 21) Dio risponde: come si svolse l’incontro tra Dio e Sara nei versetti 17? Vi sono delle verità o promesse che puoi usare nel testimoniare e nel pregare per il tuo amico musulmano? Come le useresti nell’addestrare il neoconvertito che Dio ti ha dato? La festa: Nei versetti da 8 a 10, che cosa provocò la divisione fra le due famiglie? Riesci a scorgere qualche applicazione pratica per noi oggi? Leggi le affermazioni di Paolo riguardo ad Ismaele in Galati 4. Persecuzioni: I musulmani hanno spesso perseguitato coloro che credono in Gesù Cristo come l’unica Via che porta a Dio. L’episodio della Genesi di cui sopra, può in qualche modo rivelarsi utile, per affrontare questo dilemma persistente? L’amore di Abraamo: Abraamo continuò ad amare i discendenti del suo primo figlio (vedi il versetto 11)? Se, per tutta la sua vita, Abraamo ha comunque amato questo figlio, non dovremmo noi, con pazienza, portare a Dio in preghiera coloro rifiutano il nostro messaggio? Non è straordinario il fatto che quasi 4000 anni dopo Abraamo, Dio stia conducendo i discendenti di Ismaele al Messia? Mai come oggi, nella storia della chiesa, c’è stato un tempo in cui così tanti musulmani si convertono al Salvatore. La seconda rivelazione ad Agar: Cosa troviamo in Genesi 21:17-18 a proposito della seconda rivelazione da parte del Signore alla madre del popolo arabo? Che cosa significava per lei? Quale provvedimento di Dio ne conseguì in suo favore? (ved. il versetto 19, e poi i versetti 20-21) L’eredità di Ismaele: Secondo te, come mai nostro Padre ha dotato di tanta ricchezza petrolifera quelle nazioni abitate da popoli arabi e altre 46 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI a maggioranza musulmana? Perché Egli ha permesso che restasse inutilizzata fino al ventesimo secolo? Il Dio che vede e ascolta: Dio si è rivelato a Agar come Colui che vede, poi come Colui che ascolta. In quali modi Dio ha visto la sofferenza dei popoli musulmani oggi? Lo sforzo evangelistico senza precedenti per raggiungere i musulmani può essere un esempio della risposta di di Dio al loro grido? Figura 4: I figli di Ismaele (Genesi 25:13-16) Le generazioni di Ismaele (Genesi 25:12-18) Le benedizioni di Dio: Che cosa ti dice questo brano della Genesi sulle benedizioni divine per Ismaele? Come si riflette nel numero delle tribù che sono discese da lui? I discendenti di Ismaele: Notate i nomi delle tribù. Storicamente, qual è stata la loro posizione nei confronti di coloro che seguono la Bibbia? Vedi qualche rilevanza per la nostra situazione attuale? Stai pregando per qualcuna di queste nazioni o per i loro equivalenti odierni? Un aiuto per rispondere: nota che vengono menzionati l’Egitto, (25:12) e Sur. Sur si trova sulla frontiera nord-orientale dell’Egitto. 47 L’ISLAM INTORNO A TE Ora puoi cominciare a vedere quanto sia importante comprendere le rivelazioni contenute nell’Antico Testamento riguardo agli arabi. Ricordo ancora quanto mi era piaciuta una vignetta di Lawing sulla rivista Christianity Today. Rappresentava due ebrei che discutevano su Ismaele. Dicevano che non dovevano preoccuparsi di Ismaele, dato che “i nostri discendenti difficilmente si sarebbero incontrati con quelli di Ismaele.” Le narrazioni contenute nell’Antico Testamento costituiscono una chiave per comprendere tante delle complicazioni che sono sorte quando i loro discendenti si sono, invece, incontrati. Mi ricordo di Wendy Stanford, che serviva Cristo fedelmente a Montpellier, in Francia, con una squadra di giovani. Lei mi raccontò di quanto era stata benedetta dall’esempio della pazienza, in mezzo alla sofferenza, di un giovane cristiano nord africano. Possiamo imparare molte lezioni dai nostri amici arabi, sia cristiani sia non cristiani. Dovremmo ricordarci che le radici della loro esperienza si trovano proprio in questo Libro che narra degli inizi7. Gli arabi nel Nuovo Testamento Matteo 27:32 Chi fu costretto a portare la croce di Cristo? Da quale nazione proveniva? Consulta un dizionario biblico per scoprire le sue origini. Prendi nota, comunque, che non sai trattava di un arabo bensì di un ebreo ellenista. Atti 2:10-11 Come sono collocati gli arabi in quest’elenco? Noti qualche importanza nel modo in cui sono stati inseriti gli arabi in questi versetti? Chi pensi che fossero? Consulta un commentario biblico per approfondire la questione. Galati 4:21-31 Libertà contro schiavitù: Come si può applicare questo versetto al conflitto fra le credenze cristiane e quelle islamiche? Secondo te, che 48 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI effetti possono avere le tue credenze sui tuoi rapporti con l’amico musulmano? Carne contro promessa: In che modo può esserti d’aiuto questo brano per valutare il concetto musulmano, secondo cui lo zelo per la religione significa che una persona è devota e meritevole agli occhi di Dio? In che modo queste verità denotano la natura conflittuale del messaggio cristiano, e la sua divergenza nei confronti di altre sette o religioni? Riesci ad intravedere l’importanza di queste verità fondamentali nelle Sacre Scritture? Esse ci possono preparare ad una comprensione maggiore del mondo arabo e musulmano. Stai cominciando a vedere come ci aiutano a comprendere i nostri amici musulmani? Pierre Jox, in passato Ministro dell’interno francese, aveva dei consigli da dare durante una crisi in Medio Oriente. Egli disse “Ne paniquons pas!” (“Non facciamoci prendere dal panico!”) Come evitare di farci prendere dal panico mentre comunichiamo l’amore di Dio? La calma subentra quando siamo radicati profondamente nella Parola di Dio e costruiamo i nostri rapporti interpersonali su fondamenti biblici. Alcune applicazioni La risposta di Dio è composta di due parti, ciascuna col suo particolare contesto e criterio. Prima viene l’Antico Testamento e poi il Nuovo. La famosa frase di Sant’Agostino è molto appropriata: “Il Nuovo è nascosto nell’Antico; l’Antico è rivelato nel Nuovo.” La chiesa ed Israele La gente spesso afferma: “Israele è il Popolo di Dio”. Ma forse usano quest’affermazione, per coprire un’attitudine negativa nei confronti di tutti gli arabi. Io credo che Romani 9-11 insegni che Israele non è il Popolo di Dio in quest’era. Un giorno saranno innestati (Romani 11:17-24) e allora avranno di nuovo un ruolo chiave nel piano di Dio. Il Popolo di Dio è costituito da francesi, norvegesi, americani, algeri- 49 L’ISLAM INTORNO A TE ni, giordani: chiunque abbia ricevuto Cristo. Ciò è vero sin da quando la Chiesa fu stabilita sulle fondamenta del popolo ebraico. La Chiesa del ventesimo secolo include gli ebrei. Tuttavia, il numero degli evangelici palestinesi oggi supera di gran lunga quello degli ebrei messianici in Israele. Detto questo, resta il fatto che «tutto Israele sarà salvato» nel giorno del ritorno del Cristo. Due fatti emergono chiaramente da questi passaggi: prima di tutto, i cristiani hanno posizioni teologiche differenti su tale questione spinosa; secondo, dobbiamo comprendere per intero l’insegnamento della Bibbia per poter testimoniare con efficacia ai musulmani. Il vero conflitto in Medio Oriente Lo stesso giorno in cui scoppiò un conflitto su larga scala in Medio Oriente, la nostra piccola squadra aveva programmato una riunione di preghiera prolungata, senza saper nulla del conflitto in corso. Quella coincidenza negli eventi mi ricordò che la vera guerra per i credenti non furono le Crociate del Medio Evo, e nemmeno si può paragonare il combattimento spirituale con qualche conflitto armato di oggi. La nostra guerra consiste nell’indossare l’intera armatura di Dio ed intercedere. Paolo ce lo ricorda in Efesini 6. Non sarà che ci facciamo influenzare troppo da ciò che ascoltiamo e vediamo attraverso i mass media? Abbiamo bisogno del realismo che proviene da ciò che Dio ci dice nella Bibbia. Allora saremo veramente la il Popolo del Libro, come ci definiscono i nostri amici musulmani. Noi diventiamo soldati sul fronte spirituale quando intercediamo personalmente per il mondo musulmano. Attenzione al sincretismo! Il sincretismo è la combinazione di elementi provenienti da due o più religioni, nel tentativo di trarre il meglio da ciascuna di esse. Come fanno i musulmani a sopravvivere nelle nostre nazioni occidentali pluraliste? Per quel che riguarda le questioni religiose, la maggior parte di loro cercano di vivere e lasciar vivere. Quindi, per loro la 50 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI soluzione è accettare che Gesù sia una delle tante vie che portano a Dio. Alcuni potrebbero persino pregare per accettare Cristo, ma senza accettare nei loro cuori la realtà della Sua unicità. Perciò, dobbiamo far sì che la scelta da fare sia resa il più chiaro possibile. Cristo lo fece! Gesù disse di essere la via, non solamente una via. Egli è il Profeta di Dio, Sacerdote e Re. Gesù Cristo non è soltanto un profeta fra gli altri, non è soltanto il figlio di Miriam (Maria), come viene chiamato nel Corano; Egli è l’unico Figlio di Dio. Siate cauti di fronte a decisioni pronunciate in fretta e con troppa facilità. Soltanto se ci atteniamo alla Bibbia, possiamo continuare a mantenere la centralità del fatto che la verità di Dio passa per un sentiero stretto. Dove posso trovare la Focalizzare sulla domanda chiave: “D Vita Eterna?” La Bibbia è assolutamente chiara in Giovanni 17:3: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo». Molti musulmani sono abilissimi a discutere e amano dibattere vivacemente. È necessario che manteniamo l’obiettivo puntato costantemente sul messaggio semplice e potente della vita che si può trovare solo nel Figlio di Dio. Il più “sapiente” può essere il più stolto Quando lavoravo con il banco libri all’università, ho imparato che parecchi studenti erano molto disinformati riguardo ad un argomento di importanza vitale: Dio. Tanti musulmani ricevono insegnamenti religiosi sin dall’infanzia. Ma ho scoperto che molti dimenticano ciò che hanno imparato o perdono interesse per Dio. Questa barriera ci può sgomentare, ma, d’altro canto, non dovremmo nemmeno sentirci intimiditi di fronte alle forti argomentazioni dei musulmani più zelanti. Paolo ci dice nei primi capitoli di 1 Corinzi che la sapienza di Dio e quella umana si trovano a due estremi opposti. Conoscere alcuni dati scritturali sulle possibili origini degli arabi ci aiuterà ad affron- 51 L’ISLAM INTORNO A TE tarli sul loro terreno. Il nostro messaggio, allora, assumerà significato e rilevanza per loro. Consigli da uno che ci si è trovato Un nostro buon amico, Abdullah, cresciuto come musulmano nominale, è oggi un cristiano. Una volta tenne una conferenza per i pastori delle Chiese Evangeliche Libere francesi su come testimoniare di Cristo ai musulmani. Abdullah stesso era passato dallo scetticismo ad un profondo amore per il Signore. Egli mantiene la sua fede nonostante alcuni eventi molto difficili vissuti da lui personalmente. Vorrei includere qui alcuni elementi del suo seminario per aiutarvi a comprendere questo suo singolare punto di vista. Comprendere l’islam da un punto di vista biblico Ebrei 9:22 ci insegna che, senza spargimento di sangue, non c’è perdono dei peccati. Inoltre, Numeri 19:9 e il suo contesto ci parlano del rituale della giovenca rossa: si tratta di un brano che illustra la stessa verità, ma in un contesto familiare a molti musulmani. Anche la storia dell’istituzione della Pasqua in Esodo 12 parla di questo. Un altro brano parallelo lo troviamo in Genesi 22, con la storia di Isacco e del sacrificio. A riguardo, Abdullah afferma: «Tutti i musulmani conoscono questa storia. Possiamo mostrare loro che tutti i credenti nell’Antico Testamento vennero a Dio attraverso un sacrificio» (cfr. Ebrei 10:1-8, 12). Figure della croce . Il serpente di rame innalzato (Giovanni 3:14). Spiega al tuo amico musulmano che allo stesso modo Gesù fu innalzato sulla croce per i peccati delle persone. L’illustrazione ci mostra che Dio è sovra- 52 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI no in questo atto meraviglioso. Mentre predichiamo la Parola di Dio, dovremmo innalzare Gesù, proprio come fece Mosè con il serpente. . Il Buon Pastore che dà la Sua vita per le pecore (Giovanni 10;12:24). Egli è anche l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo (1 Timoteo 2:4-5). Abdullah aggiunge «Se due persone sono in lite, hanno bisogno di un mediatore, di una terza persona, che li faccia riconciliare». Questa è una figura molto familiare nella cultura islamica. Dovremmo sottolineare il fatto che le persone devono essere riconciliate con Dio e non viceversa. Chiedi al tuo amico di fartene degli esempi in base alla sua esperienza di vita in famiglia. Brani biblici da usare nella testimonianza . Romani 3:22-23 «Infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.» . Romani 6:23 «Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore». . Efesini 2:8 «Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio». . 1 Timoteo 2:3-4 «…Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità». . Ebrei 9:22 «… senza spargimento di sangue, non c’è perdono». Un pensiero conclusivo da Abdullah Infine, Abdullah sottolinea il fatto che un individuo non cercherà mai un Salvatore, se non è convinto di essere peccatore. I musulmani non si pentiranno mai veramente, fin quando non comprenderanno che il peccato rappresenta, in realtà, la ribellione a Dio. Non ci sarà mai una vera sottomissione a Cristo come Salvatore, se lo Spirito Santo non 53 L’ISLAM INTORNO A TE convince il tuo amico di peccato, giustizia e giudizio. Quindi, dobbiamo essere totalmente dipendenti dallo Spirito Santo. Pregate spesso che lo Spirito Santo convinca i tuoi amici musulmani del loro peccato. CONCLUSIONE Abbiamo esaminato velocemente alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento che, in qualche modo, riguardano la storia e il carattere dei popoli arabi. Studiando, diventerai un testimone più efficace. Hai seguito il modello, hai valutato ed analizzato. Hai lavorato a lungo e duramente per mettere in pratica il tuo progetto creativo per imparare a testimoniare. Ora sei pronto per l’ispezione finale. L’acquisizione di una prospettiva biblica è proprio come un’ispezione finale Certamente, il tuo studio e la tua esperienza della Bibbia dovrebbero continuare e costituire una parte integrante nel proseguimento. Potresti seguire i suggerimenti di cui sopra o scoprire tu stesso delle linee guida alternative. Dopo tutto, sei tu che stai lavorando con del materiale umano prezioso, stando a stretto contatto con un uomo o una donna proveniente dal mondo musulmano, persone create ad immagine di Dio. Per la pratica 1. Metti per iscritto un approccio che potresti usare con un musulmano utilizzando questi brani della Genesi. 2. In che modo uno studio biblico basato su questi brani può esserti d’aiuto per rafforzare i convertiti dall’islam e aiutarli a vivere all’interno del loro ambito familiare? 3. Mia moglie spesso paragona la sofferenza di Agar a quella di molte donne musulmane con cui lavora. In che modo si potrebbe utilizzare 54 UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI la storia di Agar come ponte verso quella donna musulmana con la quale sei in contatto? Per approfondire 1. Prendi una concordanza, prendi nota di tutti i riferimenti agli “arabi” e fai un riassunto delle tue scoperte. Inoltre, cerca sotto “figli di Ismaele”. Esamina questi termini anche alla luce di una chiave biblica. Cerca di scoprire la relazione fra questo popolo ed altri popoli semitici nella Bibbia. 2. Riesamina alcune credenze islamiche, magari facendo riferimento ad un libro come Luce sull’Islam. Come si riflettono, nelle pratiche islamiche attuali, le radici che scopriamo nella Bibbia? 3. Leggi un libro sulla Storia della Chiesa per scoprire il ruolo dei nordafricani nello sviluppo della chiesa primitiva. Quale eredità biblica ha lasciato S. Agostino alla nostra fede? Ricorda che Sant’Agostino era un berbero, convertitosi dal paganesimo al cristianesimo nel 386 d.C. Cosa potrebbe dire oggi il suo esempio di conversione e di vita di fede alle popolazioni berbere? Nota bene che nessun altro autore influenzò Giovanni Calvino, iniziatore e teologo della Riforma francese, tanto quanto S. Agostino. Note: 5I musulmani spesso ci dicono: «Sì, il profeta Gesù fece miracoli. Vogliamo parlarvi del nostro profeta, Maometto. Egli è il sigillo dei profeti. Egli ci ha portato un libro miracoloso: il Corano». Con dolcezza e mansuetudine, possiamo ricordar loro che il Corano è scritto in lingua araba del settimo secolo. Poi possiamo aggiungere «Voi dite che l’islam è universale. Dite anche che il Corano non può essere tradotto. Però è stato scritto in una lingua che molti popoli delle nazioni musulmane non comprendono. Ci si aspetta che i musulmani vengano influenzati profondamente dalla lingua araba e dal suo stile di 55 L’ISLAM INTORNO A TE vita. Perché costringete altri popoli ad imparare una lingua straniera per poter adorare il vero Dio? La Bibbia, invece, è tradotta nelle varie lingue di popoli di tutto il mondo. Questi popoli non sono costretti a pregare in una lingua che non usano ogni giorno.» 6E’ ovvio che la nostra risposta alla questione Hagar vs. Sara fa una differenza nel nostro modo di pensare ed agire. Di volta in volta riscontro una vena sottile di avversione verso gli arabi da parte di coloro da cui meno me lo aspetterei: i miei fratelli e sorelle evangelici. Questo spesso scaturisce da una comprensione superficiale delle promesse divine riguardanti il futuro del popolo giudaico. E mi fa pensare alla citazione di Julie Andrews nel film Sound of Music: «Partiamo dall’inizio. È il posto migliore da cui partire». Il nostro inizio è il libro degli inizi e delle fondamenta: la Genesi. La figura 4 illustra i vari pezzi del puzzle del nostro rapporto con il nostro amico musulmano. I vari pezzi combaceranno solo se il fondamento è corretto (vedere la figura 4 a pag. 47). 7Per correttezza, dovrei aggiungere che la definizione Popoli Arabi è una questione complessa. Non tutti gli etnologi concordano che gli arabi discendano da Ismaele e da Agar, cosa che, invece, credono, nella stragrande maggioranza, i musulmani. La mia opinione sull’origine degli arabi deriva dalle Sacre Scritture e dal dislocamento geografico degli antenati degli Arabi. Comunque sia, l’esempio di Agar ci ricorda che non è il caso di generalizzare. Lei era egiziana ma a quei tempi i popoli egiziani non erano arabi nel senso proprio del termine. Per approfondire questo argomento si può leggere a riguardo l’articolo di Georges Houssney in ReachOut, 3° Volume, numeri 1 & 2 (Giugno 1989). Egli fa un commento a riguardo della tavola delle nazioni in Genesi 10: «Se l’asserzione musulmana dell’insediamento della Mecca da parte di Agar ed Ismaele risultasse vera, Ismaele sarebbe stato padre di soltanto una parte degli arabi dei tempi di Maometto». 56 4 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI Spesso prestiamo troppa attenzione alle focose argomentazioni del nostro amico musulmano. Piuttosto, dovremmo pregare per scoprire i veri bisogni del suo cuore. Io e mia moglie amiamo moltissimo passare del tempo insieme ai gruppi di giovani missionari di Operazione Mobilitazione. Questi ragazzi, con poca o nessuna esperienza, spesso esperimentano che i giovani musulmani sono disposti ad ascoltarli. Una giornata tipica di questi giovani missionari comincia con canti vibranti al Signore, mentre vanno svanendo gli effetti delle dormite troppo brevi. La squadra poi si immerge nello studio biblico; è un momento significativo ed indimenticabile, accompagnato da un’intensa ricerca di Dio, sia per loro stessi che per le persone con cui entreranno in contatto durante la giornata. La Bibbia ci dà parecchi insegnamenti sulla preghiera, e contiene anche molti insegnamenti riguardo a se stessa: ad esempio sulla sua ispirazione, autorità ed interpretazione. Le dottrine bibliche sulla preghiera e sulle Sacre Scritture sono strettamente connesse fra loro. Abbiamo già considerato l’importanza della preghiera nel presentare il Vangelo all’amico musulmano. I cinque passi sulla retta via (vedere il capitolo 2) ci hanno aiutato a passare all’azione. Ma come spiegare le Sacre Scritture ad un musulmano? I passi suggeriti nel suddetto capitolo ci sono stati d’aiuto, così come lo studio biblico sulle origini etniche del popolo arabo. Adesso dobbiamo imparare a scoprire, attingendo sempre dalle Scritture, la chiave per mirare dritto al bisogno specifico dell’amico musulmano. Un buon riassunto della preparazione acquisita finora potrebbe essere: Prega! Parla! Studia! 57 L’ISLAM INTORNO A TE Anche lo strumento successivo attinge alle Scritture. Forse ti è venuta già in mente una domanda importante alla quale non sai ancora rispondere: «Che fare quando il mio amico solleva questioni spinose, come quella della deità di Cristo o della sua morte sulla croce?» Dobbiamo semplicemente ignorarle, dando per scontato che si tratta di una cortina di fumo per nascondersi? In effetti, spesso, è così, nel senso che i musulmani, attraverso le obiezioni che sollevano, cercano di schivare la forza convincente della Parola di Dio che punge le loro coscienze. Rispondere alle obiezioni Innanzitutto, suggerisco di evitare di rispondere alla maggior parte delle domande dell’amico musulmano appena vengono sollevate. Ma devo anche dire che queste domande andranno affrontate prima e poi. Esistono molti libri validi, sia in inglese che in italiano, che contengono risposte dettagliate alle domande che comunemente vengono sollevate dai musulmani8. Di conseguenza, tenendo conto dei manuali già esistenti e reperibili in Italia, non è necessario considerare in questa sede gli stessi temi. Il nostro scopo è di equipaggiarti con strumenti adeguati per lavorare coi musulmani che risiedono in nazioni occidentali. Detto ciò, trovo utile presentarti una panoramica delle obiezioni più comuni. È necessario tener presente un elemento fondamentale: noterai che probabilmente ci sarà una differenza notevole fra ciò che i nostri amici musulmani dicono e ciò che davvero credono. C’è un famoso proverbio arabo che dice: «Se le parole fossero d’argento, il silenzio sarebbe d’oro». Spesso diamo troppa importanza all’argomentazione focosa del nostro amico musulmano. Piuttosto, dovremmo pregare per scoprire i veri bisogni del suo cuore. Una volta un musulmano prese a discutere animatamente su un certo argomento con un leader arabo cristiano. Allora questo cristiano iniziò a parlare del bisogno universale dell’uomo di avere pace nel cuore. Immediatamente, il musulmano cambiò tono. “Sono così felice che 58 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI tu abbia detto questo”, rispose al cristiano, “sentivo di dover difendere l’islam, e così ho parlato per primo, in difesa della mia fede. Tu hai ragione: ho bisogno di pace”. Così, il leader cristiano ebbe l’opportunità di annunciare il Vangelo ad un ascoltatore molto ricettivo. Come già sottolineato nel capitolo riguardante la presentazione del Vangelo, giungerà il momento di rispondere alle obiezioni. C’è un motivo importante per dire questo9. Il professor Jean Bichon, all’epoca insegnante all’università d’Algeri, prese la parola durante un seminario su Islam e Cristianesimo che si teneva nella chiesa protestante di Rabat, Marocco. Tutto ad un tratto, pronunciò le seguenti parole che stupirono gli ascoltatori: “L’islam nega l’essenza stessa della nostra fede”. Le sue parole echeggiarono con potenza in quella vecchia chiesa. Alcuni dei protestanti più liberali, che costituivano una parte dell’uditorio, si sentirono scioccati e amareggiati. Ma nonostante tutto, il professor Bichon aveva ragione. Vi sono molti ostacoli sulla via del dialogo e della testimonianza. In ogni modo, abbiamo delle risposte da dare in merito a questi punti di conflitto Abbiamo l’esempio del nostro Signore Gesù nel suo dibattito coi Farisei e i Sadducei in Matteo 22:15-46. Egli termina il Suo discorso comprovando, tramite le Scritture, la propria divinità in veste di Figlio di Dio. Le sue parole sconcertarono profondamente gli ascoltatori, monoteisti zelanti ma confusi. I musulmani rimangono spesso scioccati di fronte ad una presentazione dei punti cardine della nostra fede e per gli stessi motivi che scioccarono gli ascoltatori ebrei di Gesù. è nostro compito aiutare i musulmani a credere in Colui che è la Via, la Verità e la Vita. Dobbiamo rispondere alle loro obiezioni. Gesù rispondeva alle domande e così dovremmo fare anche noi! I musulmani sollevano anche molte altre obiezioni. Ad esempio, dicono che la Trinità non può essere vera. Perché i Cristiani mangiano il maiale e bevono l’alcool? Come mai non osservano il digiuno del Ramadan? Alcuni sollevano obiezioni che derivano dal loro orientamento secolare o politico. 59 L’ISLAM INTORNO A TE Tavola 1: Obiezioni comuni dei musulmani (nell’ordine di frequenza in cui vengono sollevate). La Bibbia è stata cambiata Permettetemi di mettervi in guardia: Non fate come Pellegrino, il protagonista del libro di John Bunyan Il pellegrinaggio del cristiano: Mentre vagava in un prato, poco mancò che cadesse da un precipizio e finisse insieme agli altri corpi sfracellatisi là sotto. La nostra battaglia con un musulmano non è la battaglia di un libro contro un altro libro, ma una battaglia tra due persone. Cioè, è Cristo o è Maometto la strada per andare a Dio? Evita di farti trascinare in dibattiti accesi. Dì al tuo amico: “Tu sostieni che la Bibbia è stata cambiata. Dimmi, allora, chi l’ha cambiata, in quale momento storico e in quale luogo? Quali brani biblici sono stati cambiati?” Poi chiedi: “È stata cambiata prima o dopo il tuo profeta Maometto?” Se ti risponde prima di Maometto, allora chiedigli perché il Corano nella Sura 2 fa un elogio della Bibbia, raccomandandone la lettura (Sura 2:130). Se ti risponde dopo Maometto, non c’è problema, dato che esistono molti manoscritti ed altre fonti risalenti ad anni prima di Maometto, che ci aiutano a determinare e convalidare l’autenticità della Bibbia10. 60 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI La testimonianza del Corano In realtà, il Corano non dice che la Bibbia è stata cambiata. Semmai il Corano afferma che parti del Corano stesso sono state cambiate (cfr. Sure 2:100 e 22:51). All’interno del Corano, vi sono riferimenti, senza critica, alla taurat, allo zabur e all’injil. Perché il Corano farebbe riferimenti (positivi) a queste parti della Bibbia, se poi insegna che è stata cambiata? Prove esterne Esistono molte prove esterne per dimostrare che la Bibbia non è stata cambiata. Fra queste annoveriamo: . Le traduzioni più antiche . Citazioni di brani biblici negli scritti dei Padri della Chiesa . Le contraddizioni nelle affermazioni dei critici biblici. Vorrei citare, tanto per farvi un esempio, il vescovo Robinson che, dopo aver esaminato alcuni indizi archeologici, finì per cambiare idea riguardo ai presunti errori nel Vangelo di Giovanni11. . Le evidenze archeologiche. Lo studioso William Albright, che lavorava per conto della prestigiosa John Hopkins University, fu uno dei massimi archeologi del suo tempo. Gradualmente passò dall’accettazione incondizionata dei punti di vista dell’ Alta Critica all’accettazione di un’interpretazione letterale della Bibbia. Scettici dell’era moderna Maurice Bucaille è un autore contemporaneo ampiamente citato da musulmani in Europa e in altre parti del mondo occidentale. Egli nega la pretesa della Bibbia di essere la Parola di Dio, rifacendosi, in particolar modo a presunti errori scientifici e storici. Per un esame 61 L’ISLAM INTORNO A TE più dettagliato delle sue argomentazioni vedi The Qu’ran and the Bible in the Light of Modern Science del dottor William Campbell. Gesù non è il Figlio di Dio Il significato del termine figlio Pochi giorni prima di scrivere questo capitolo, avevo parlato a lungo con un musulmano convinto. La sua fronte corrucciata esprimeva viva preoccupazione: mi chiedeva come facesse Dio ad avere un figlio. Prima di pormi la domanda, questo marrocchino anziano e zelante aveva ascoltato la mia presentazione del Vangelo. (Ricordatevi, se possibile, di presentare prima il Vangelo e di affrontare i problemi di apologetica in un secondo momento). E così, ritornando alla sua domanda, iniziai a rispondergli,: “Tu che cosa pensi che noi crediamo quando parliamo di Gesù come il Figlio di Dio”. Il mio amico, con un certo piglio arrogante, rispose: “Bene, non crederai mica che Dio avesse una famiglia?”. Ovvio che non ci credevo, e così, prendendogli la mano, risposi “Certo che no! Non ci credo più di quanto non ci creda tu. Vedrai che alla fine saremo d’accordo. Ora cercherò di spiegarti che cosa s’intende quando si parla di “Figlio di Dio”. Il tuo Corano usa il termine ‘figlio della strada’ per indicare un viandante. Queste parole forse significano che la strada è sposata ed ha avuto un figlio? Certo che no! Il significato non è letterale, fisico. è come se il viaggiatore prendesse la natura della strada diventando, per così dire, suo figlio. Il figlio, in senso figurato, ha la natura di suo padre.” Continuai a spiegargli come il discorso si applichi a Gesù in qualità di Figlio di Dio. Gesù perdonava i peccati. Solo Dio può farlo. Quindi, Gesù è il Figlio di Dio. Tale ragionamento spesso mi porta a narrare la storia di Gesù ed il paralitico. Come succede coi racconti, questo può catturare l’attenzione dell’amico musulmano in quei momenti in cui ha voglia di polemizzare. 62 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI Il racconto dei quattro amici e Gesù Leggi Matteo 9:1-8 e i passi paralleli negli altri Vangeli. Si tratta del mio racconto preferito per dimostrare la deità del nostro Signore Gesù. Ora racconta al tuo amico di Gesù che annuncia all’uomo paralizzato che i suoi peccati sono stati perdonati. Poi sottolinea l’incredulità e la reazione adirata dei leader religiosi dell’epoca. Il tuo amico, a questo punto, potrebbe scorgere un parallelo con l’islam. Può succedere che alcuni di quelli che si ritengono persone molto religiose si oppongano con forza all’insegnamento di Dio riguardo a Suo Figlio. Gesù perdonò il paralitico. Ciò significava che Gesù era, in effetti, il Figlio di Dio. Egli possedeva la natura divina. Chi può perdonare i peccati, se non Dio stesso? Figura 6: Chi è Gesù? Un altro approccio che uso spesso è quello di porre la seguente domanda: “Hai letto la Bibbia? No? Allora, devi leggerla, perché senza averla letta non potrai comprendere questa questione molto importante”. Chiedi all’amico musulmano di leggere un brano dalle Sacre Scritture, tipo il racconto di cui sopra. Cerca di fissare un incontro per la settimana seguente. Potresti chiedere, al prossimo incontro, se l’ amico ha un brano del Corano particolarmente significativo da farti leggere. Molti non rispondono a questa proposta. Ma, se qualcuno accetta, può succedere di sentirti dire che devi leggere il 63 L’ISLAM INTORNO A TE Corano per intero. A questo punto sarà importante poter affermare in tutta sincerità di averne lette alcune parti. Ti consiglio di leggere la prima sura (capitolo) ed anche la seconda, la sura di Mariam. Poni l’enfasi sulla personalità di Gesù È d’importanza vitale mantenere la discussione centrata su Gesù. Per farlo, potresti porre una domanda generica: “Hai notato che Gesù Stesso ha insegnato che Egli era il Figlio di Dio? Leggi qui in Matteo 16:13-20”. Personalmente citerei quel versetto che riporta l’affermazione ‘Io sono’ nel Vangelo di Giovanni (ad esempio Giovanni 14:6). Chiederei: “Ma Gesù, nell’affermare cose del genere, era forse da ritenersi un malato di mente? Stava cercando deliberatamente di ingannare i Suoi ascoltatori? O era davvero il Figlio di Dio come Egli stesso dichiarava?” Gesù non è morto sulla croce Lo scopo della croce Spiega al tuo amico musulmano lo scopo della morte di Gesù dal punto di vista biblico. Probabilmente, l’amico vede la morte di Gesù come una sconfitta. Noi, invece la vediamo come una grande vittoria. Vai ora a Giovanni 1:29: il versetto dice che Gesù è l’Agnello di Dio. è il cugino di Gesù, il grande profeta Giovanni il Battista, ad affermarlo. In questo modo, puoi passare dalle cose conosciute a quelle sconosciute, portando il discorso su una delle festività più sacre ai musulmani. Si tratta della festa di al-iid al-aDHA, chiamata anche la Festa delle Pecore o al- ‘iid al-kabiir. In tale occasione, il musulmano devoto compra una pecora per la sua famiglia e la offre come ricordo del sacrificio di Abraamo. I musulmani spesso vedono questo sacrificio come un mezzo di espiazione dei peccati. Spiega al tuo amico che Gesù, sulla croce, disse: «è compiuto» (tetelestai, tutto è compiuto pienamente)! Dopodiché puoi passare a illustrare il significato del sacrificio di 64 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI Abraamo, basandoti su Genesi 22. Insegna all’amico come questo sacrificio simboleggi la morte del Figlio unigenito di Dio. Come Dio, anche Abraamo era pronto ad offrire il suo unico figlio, il Figlio della promessa. è bene sottolineare che è per questo motivo che oggi noi non offriamo sacrifici, a differenza dei musulmani che offrono sacrifici nel periodo della Festa della pecora. Il sacrificio era una figura di Cristo, il cui adempimento si è verificato alla Sua venuta; così ora non c’è più bisogno del sacrificio. All’uomo non resta altro da fare, se non credere alla promessa di Dio e obbedire alla Sua Parola. Profezie riguardanti la croce Sottolinea all’amico il fatto che la morte di Cristo è stata predetta molte volte nella Bibbia. Leggi Isaia 52:13-53:12. può darsi che questo passo ti abbia toccato in modo speciale, o toccato qualcun altro che conosci. Mostra al tuo amico come il Messia, Cristo, ci ha amati al punto di morire per noi e spiega come questo ha trasformato la tua vita. Potresti di condividere con lui i salmi messianici (Salmi 22, 23 e 24). Ricorda l’uso della profezia insieme alla cronologia biblica. Come per l’argomento Gesù Figlio di Dio, chiedi ora al tuo amico qual è la testimonianza di Gesù riguardo a se Stesso e alla Sua morte. Matteo 20:28 è un buon versetto da usare. Meglio ancora, potresti leggere interi passaggi nei Vangeli riferiti alla morte di Cristo; prova anche con Matteo 16:13-23. La questione della morte di Cristo è definita chiaramente da quanto Lui stesso proferisce. Queste Sue affermazioni possono rivelarsi utili anche per discutere della Sua natura di Figlio di Dio. Hai notato che i passaggi che parlano di Gesù come Figlio di Dio e quelli sulla Sua morte sono spesso collegate nelle Scritture, proprio come vediamo in Matteo? La centralità della croce Mostra al tuo amico come gli autori dei quattro Vangeli dedichino uno spazio notevole al tema della morte di Gesù. Nel caso di Giovanni, 65 L’ISLAM INTORNO A TE quasi la metà del suo Vangelo parla della morte e risurrezione di Gesù. In tutti i Vangeli si parla molto di più della morte di Gesù che della Sua concezione verginale (dogma accettato dai musulmani, contrariamente a quello della Sua morte). La morte di Gesù viene trattata molto più ampiamente di qualsiasi altro evento della Sua vita. Potresti prendere in esame uno dei Vangeli per dimostrare all’amico quanto sopra, coi relativi passi sottomano. La croce e la risurrezione È nella risurrezione che abbiamo la certezza ed il significato della morte di Gesù. “È vero! Il Signore è risorto.” Leggi 1 Corinzi 15 assieme al tuo amico. Potresti paragonare Luca 1:1-3 con Luca 24 e leggere l’episodio biblico dell’incontro di Gesù con i discepoli sulla via di Emmaus, un racconto che interesserà il tuo amico per l’attinenza alla cultura e alla mentalità orientale. Magari ti chiederai: “Ma come faccio a leggere ad un musulmano dei passaggi delle Scritture sulla morte di Gesù, quando l’islam rifiuta l’idea stessa della morte del Cristo?” Il tuo amico potrebbe non credere che Gesù sia morto per davvero. Niente paura, questo non è un impedimento all’opera divina. Ricorda che Saulo era un accanito e feroce persecutore dei cristiani. Eppure, ciò non impedì alla Parola di Dio di frenarlo bruscamente sulla strada per Damasco (cfr. Atti 9). Paolo non dimenticherà mai più quella sua esperienza con Cristo, tanto che, nel libro degli Atti, la troviamo narrata per ben tre volte. In ogni modo, tieni sempre a mente un problema di fondo: i musulmani vedono la morte come una sconfitta, e sono convinti che Dio non permetterebbe mai ad un Suo profeta subire uno smacco finale così umiliante. Ricorda al tuo amico che anche Maometto, considerato un profeta dai musulmani, andò incontro a grosse sofferenze. Alcuni raccontano che egli morì avvelenato da una delle mogli, un’ebrea. A prescindere da come andarono le cose con Maometto, c’è da sottolineare che molti veri profeti soffrirono. Puoi far riferimento a Giobbe (siidna ayuub), e alla sua vita, come 66 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI illustrazione importante di questa verità, per poi ricordare al tuo amico, (o amica), che per Gesù la morte costituì una vittoria, non una sconfitta. La tua testimonianza personale Serviti anche della tua testimonianza personale. Come hai fatto a renderti conto che Gesù è morto per te? Quali versetti ti hanno colpito? Usali con il tuo amico. Una conoscenza personale di Dio può dire molto a quei musulmani che hanno conosciuto troppi occidentali materialisti. Racconta loro quanto sei diverso ora che Cristo è entrato nella tua vita. Ricordati di Apocalisse 12:11: «Ma essi lo hanno vinto [Satana] per mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte». La Trinità è inverosimile È meglio non andare troppo in profondità sull’argomento Trinità, in quanto il cuore non convertito non riesce a comprendere le cose di Dio. Inoltre, bisogna sempre tenere a mente che quando si parla di “Trinità”, i musulmani pensano sempre a tre déi (padre, madre e figlio). Di conseguenza, dobbiamo ricordare loro con mansuetudine e fermezza: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio» (Matteo 22:29). Kunday Massey suggerisce che la Trinità non è, come molti pensano, paragonabile ad un’addizione; bisognerebbe pensare piuttosto ad una moltiplicazione. Considerate la formula 1 + 1 + 1 = 3. Poi cambiatela in 1 x 1 x 1 = 1. Vedete che il risultato è ancora 1. Sarà d’aiuto sottolineare il fatto che l’islam crede che allaahu akbar, Dio è onnipotente. Quindi, perché aspettarci una risposta banale su questioni così importanti che riguardano un Essere infinito? Figura 7: Idee confuse riguardo alla Trinità 67 L’ISLAM INTORNO A TE Uno strumento eccellente per aiutare un musulmano interessato al Vangelo è la storia di abuu yuusef12. Essa è contenuta in una videocassetta della durata di 30 minuti circa e risulta particolarmente efficace, poiché questo fratello nordafricano condivide la sua testimonianza parlando proprio della zona del Nord Africa in cui è cresciuto. Egli sottolinea, in particolar modo, di essere contemporaneamente il padre di suo figlio, il figlio di suo padre e il marito di sua moglie. Le tre relazioni non implicano comunque che lui sia tre persone diverse. Abuu yuusef è una sola persona, proprio come Dio è tre persone in un’unica essenza. Deuteronomio 6:4 e le citazioni che Gesù ne fa a riguardo risultano molto utili. Io aggiungerei 1 Timoteo 2:5: “un Dio, un mediatore tra Dio e l’uomo”. Trova il momento adatto per parlarne al tuo amico. Ma fai attenzione a non gettare le tue perle ai porci! Inoltre, spiega al tuo amico che delle interpretazioni meramente umane non potranno mai rivelare in modo esauriente la realtà spirituale di Dio. L’islam è il sistema politico ideale Religioso o secolare? Esistono due categorie di musulmani politicizzati. La prima ha una concezione islamica della società piuttosto equilibrata. Coloro che appartengono a questa categoria aspirano a formare associazioni di quartiere per portare cambiamenti religiosi, sociali e politici. La seconda categoria è costituita dai fondamentalisti islamici. Non sono forse loro i più religiosi di tutti, quelli che impongono al musulmano di vivere una relazione corretta/stretta con Allah? Anche se sono soliti citare il Corano, molti dei fondamentalisti con cui ho parlato sembrano conoscere soltanto in parte il suo contenuto. Il pensiero dominante dei fondamentalisti è una manipolazione machiavellica della società. Essi vorrebbero imporre con la forza una struttura islamica in una data zona. La struttura politico-religiosa che hanno in mente è la loro versione dell’islam, diversa dalla maggior parte delle altre. Possiamo dire che, in fondo, i fondamentalisti sono sia politicizzati sia secolarizzati. Ma come possiamo rispondere a queste due categorie? 68 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI I cristiani sono persone integre Yasmina viveva in un quartiere popolare di una grande città musulmana. Quando sorgevano problemi con la legge, la polizia, il più delle volte, andava a parlare con lei. Gli agenti sapevano che era cristiana e che avrebbe detto loro la verità, anche quando nessun altro in quel quartiere l’avrebbe fatto. I musulmani possono rendersi colpevoli di un atteggiamento manipolatore. Puoi dire al tuo amico che spesso i musulmani fanno uso di incentivi materiali per incoraggiare la conversione all’islam. Uno studente che conoscevo era un membro fervente di una organizzazione musulmana all’interno dell’università francese in cui studiava. Una volta notai che offriva danaro ad un amico musulmano a cui stavo testimoniando. Il messaggio era chiaro: “Rimani con noi e ti provvederemo tutto ciò di cui hai bisogno.” Un egiziano in una cittadina universitaria statunitense mi raccontò che cosa successe quando, un giorno, visitò una moschea. Pensando che fosse un musulmano, lo incoraggiarono a trovare una moglie americana al fine di far avanzare l’islam. Ma questi metodi si possono definire spirituali? Si possono definire cose che onorano Dio? I musulmani politicizzati ritengono che il sistema politico islamico sia superiore a tutti gli altri. Forse vorrai far notare che, se è davvero un sistema superiore, come mai nei paesi musulmani i cristiani sono perseguitati. Che Dio abbia bisogno di aiuto per instaurare la Sua società islamica? C’era una donna, moglie di un bravo credente nordafricano che era incinta. Fu interrogata dalla polizia e condotta fuori città. Quando ebbero finito, la lasciarono andare. Ella dovette rifare la lunga strada di ritorno a casa tutta da sola, piedi e al buio. Quale crimine aveva commesso contro il suo Stato per meritarsi un trattamento così brutale? Un medico straniero e cristiano, residente in un paese musulmano, molto benvoluto e indispensabile nella comunità dove viveva, venne espulso con la moglie dal paese. Un pastore e sua moglie, anche loro residenti in una nazione islamica, furono presi e scortati dalla polizia fino all’aeroporto. L’ufficiale di polizia fu turbato vedendo quella donna che piangeva. Le chiese il motivo e lei, in lacrime, rispose che stavano 69 L’ISLAM INTORNO A TE per essere cacciati via dalla terra in cui avevano vissuto per vent’anni. Anni e anni di amore, sacrifici e buoni rapporti fra musulmani e cristiani, tutto ad un tratto andarono in fumo. Civismo responsabile e cambiamenti sociali Parla con il tuo amico musulmano dell’esempio di Gesù Cristo. Al momento del Suo arresto, Gesù disse a Pietro di rimettere a posto la spada. Maometto, al contrario, incoraggiò e guidò la Jihad o Guerra Santa. Appena possibile, comunque, cerca di portare il discorso sulla potenza di Dio che può cambiare i cuori. La storia ci insegna che spesso ne consegue un cambiamento nella società. Condividi col tuo amico quel cambiamento che è avvenuto nel tuo cuore e nella tua realtà. Con gli studenti universitari, per esempio, potresti portare l’esempio dell’opera dei fratelli Wesley in Inghilterra. Questi due potenti evangelisti trasformarono quella terribile e corrotta società del diciottesimo secolo, a tal punto che ci sono degli studiosi secolari che ne parlano ancora oggi. Le loro “armi”consistevano in inni popolari e sermoni biblici predicati nei contesti più inverosimili, come i cimiteri, per esempio. Le persone dell’epoca, grandi e piccole, accorrevano in massa per ascoltare quelle predicazioni. Quale programma politico oggi potrebbe mai portare a cambiamenti così profondi? Alain Choiquier è un evangelista di origini algerine, molto conosciuto in Francia. Egli racconta la storia di uno studente marxista che aveva conosciuto alcuni anni fa. Il giovane declamava le trasformazioni radicali che il comunismo avrebbe operato nella società. Choiquier chiese: “Dimmi, hai visto qualche cambiamento?” “No”, rispose il giovane, “ma ci stiamo muovendo verso di esso”. L’evangelista replicò: “Noi cristiani invece abbiamo già sperimentato un cambiamento. Siamo persone nuove in Cristo (2 Corinzi 5:17).” Choiquier proseguì, spiegando il Vangelo ad un ascoltatore attento, il quale, poco dopo, accettò il Signore. Sarebbe auspicabile concludere un discorso come questo parlando della potenza della preghiera nel ricostruire vite devastate. 70 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI Testimonia ai tuoi amici, islamici e non, di come parli con Dio, di come Lui ti risponde. Spiega come, attraverso la preghiera, tu stai cambiando il mondo. Chiedi all’amico se ha mai parlato con Dio e se si sente vicino a Lui. Digli che stai pregando per i suoi bisogni personali e per una sua relazione personale con Dio. Conclusione Alcuni intellettuali musulmani amano porre una domanda che secondo loro non ha risposta. Uniscono due insegnamenti coranici che risultano in apparente contraddizione tra di loro. Il primo è «Dio è il più terribile fra coloro che puniscono» (shadiid al-’iqaab); il secondo è che Dio è «Colui che perdona ed il misericordioso» (al-ghafuur, ar-raHiim). “Come fanno ad essere vere entrambi le affermazioni?”, chiedono. “Eppure, siamo costretti ad accettarli così come sono”. Entrambi questi tratti, riferiti a Dio, la Sua misericordia e la Sua ira, rappresentano delle grandi verità, sottolineate anche nella Bibbia e considerate parte integrante del piano di Dio. Secondo l’islam, l’unico modo per riconciliare i due poli opposti è attraverso le buone opere. Così facendo, i musulmani ricercano rifugio e salvezza dall’ira futura. In un simile frangente, si crede che siano le azioni umane a portare il beneficiare della misericordia divina. La grazia non esiste! La Bibbia, però, ci guida a tutt’altra conclusione. Gesù Cristo, in quanto Dio e uomo, è venuto ad interporsi fra la misericordia e l’ira divine. Sulla croce, Egli prese su di sé l’ira di Dio, divenendo nostro sostituto. Quindi, solamente in Lui troviamo il perdono. Una sera stavo discutendo questi argomenti con un gruppo di studenti universitari, dei cristiani consacrati. Chiesi loro: “Che cosa s’interpone fra le due verità per unirle?” Uno di loro rispose: “La giustizia divina”. È proprio ciò che afferma l’apostolo Paolo in Romani 3:26. Paolo spiegò come far proprio il sacrificio espiatorio di Cristo. Poi, nel capitolo 3 di Romani, Paolo ci spiega che Dio agisce così affinché Egli sia giusto e giustificatore di colui che ha fede in Gesù. Qual è il rap- 71 L’ISLAM INTORNO A TE porto fra la misericordia di Dio e la Sua ira? I cristiani hanno scoperto la risposta a questa domanda, mentre i musulmani, di fronte ad essa, rimangono turbati. Non hanno una risposta soddisfacente. Ora potete comprendere il conflitto interiore che si cela dietro a molte altre domande e obiezioni che il musulmano solleva. Dovremmo cercare di toccare il punto nevralgico del bisogno personale del musulmano portandogli la Buona Notizia del perdono divino. In tal modo, gli diamo quella risposta che gli è sempre sfuggita. Perché i musulmani sollevano sempre simili domande? Perché sono in lotta con l’incredulità. Il Vangelo di Giovanni è stato chiamato il Vangelo della fede, eppure, studiando le sue pagine, scopriamo che è anche il Vangelo dell’incredulità! Man mano che si procede nel racconto biblico, si va delineando con sempre più chiarezza il processo del rifiuto di Gesù da parte dei conduttori religiosi dei suoi tempi. La loro incredulità s’accresce, sprofondando sempre più verso l’abisso. Simultaneamente, vediamo la fede dei discepoli salire in alto, in crescendo verso il Padre celeste. Come riuscire a convincere l’amico dubbioso? Pregando che diventi come Tommaso – che arrivi a gridare «Mio Signore e mio Dio!». Natanaele all’inizio disprezzava il Cristo, chiedendosi se qualcosa di buono potesse venire da Nazaret (Giovanni 1:46). Eppure, finì per diventare un suo discepolo. Natanaele, il dubbioso, pose le fondamenta della sua casa spirituale sul pilastro del Figlio di Davide, il Figlio di Dio. In tutto il mondo, oggi, moltissimi musulmani stanno vincendo la propria incredulità. Ti ricordi il posto centrale che deve occupare la preghiera? Confida in Dio, credi che Egli porterà il tuo amico ad entrare nella comunità dei credenti, quale membro della famiglia della fede. Per l’approfondimento Puoi studiare dei libri che affrontano la questioni delle obiezioni tipiche dei musulmani. Ce ne sono di ottimi, tra i quali annoveriamo l’opera di Francesco Maggio Luce sull’Islam di (edizioni PATMOS) e quella di 72 RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI Charles Marsh intitolato Come condividere la tua fede con un musulmano. Prendi del tempo per studiare Bibbia ed approfondire quelle domande e questioni importanti che più turbano l’amico musulmano. Concentrati sulle domande che lui pone con più frequenza, ma non dimenticare che potrebbe usare le sue obiezioni come paravento. Concentrati in preghiera per scoprire come colpire la radice spirituale del problema13. Note: tal riguardo, segnaliamo l’esistenza di una risorsa quale Luce sull’Islam di (edizioni PATMOS), a cura di Francesco Maggio, che affronta l’Islam dal punto di vista dell’apologetica. 8A 9La reticenza nell’esprimere ad altri ciò che davvero crediamo ed abbiamo al nostro interno è, di certo, comune alla maggior parte di noi. Però, questo fattore costituisce un problema maggiore quando abbiamo a che fare con dei musulmani. Infatti, essi potrebbero sentire l’esigenza di portare avanti una jihad (guerra santa) verbale. Ciò perché mentre parliamo, potrebbe sembrare loro che stiamo attaccando la loro fede. Inoltre, dobbiamo sempre tenere presente il fatto che i musulmani sono veramente bravi a parlare e amano i dibattiti. questione viene trattata in modo approfondito in Luce sull’Islam (edizioni PATMOS). 10Tale 11La questione chiave che veniva affrontata era la datazione del Vangelo secondo Giovanni che veniva fatta da critici liberali. Robinson finì per accettare una data del primo secolo, concordando così con quanto gli evangelici andavano affermando da anni. 12Si tratta di materiale disponibile tramite l’associazione MENA in Francia (MENA è il corrispettivo della italiana M.E.t.A.). 13 Se vuoi saperne di più, studia un libro sulla storia della chiesa e vedi se la questione teologica si è verificata secoli prima dell’Islam. Le 73 L’ISLAM INTORNO A TE prime quattro obiezioni menzionate erano argomenti maggiori nella storia della chiesa pre-islamica. Il nostro Nemico le ha prese e le ha messe dentro ad una religione mondiale, l’islam, così che, tanti continuano, ancora oggi, a litigare con esse. 74 5 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI L’amicizia è la chiave d’accesso al mondo dei musulmani. Un estraneo viene trattato con grande rispetto se portato all’interno del gruppo familiare. Un giorno mi ritrovai ad aprire una busta misteriosa e scoprii che conteneva un pezzo di carta consumato, scritto in arabo classico e con caratteri in stile coranico. Riconobbi che si trattava di un incantesimo, visto la forma, lo stile di scrittura e la terminologia usata. Mi domandavo come mai me lo avesse mandato un amico cristiano nordafricano, che non, però, aveva pensato ad includervi anche una spiegazione. Mesi dopo, scoprii che lui e la moglie avevano trovato quel pezzo di carta sotto il letto. Egli mi chiese “Secondo te, era a scopo di bene o di male?” Si domandava se il mittente avesse usato magia bianca o nera. Era sicuro che fossero stati i genitori a piazzarlo lì sotto il suo letto. Quando spiegai che si trattava della formula di un incantesimo per rompere il loro matrimonio, il divario già esistente fra loro ed i genitori si ingrandì. Ciò nonostante, in quella giovane coppia rimase quel peso amorevole di pregare per i genitori. Negli anni a venire, si sarebbero presentate molte opportunità per adempiere il comandamento di Esodo 20:12: «Onora tuo padre e tua madre». Nel mezzo della malattia e i problemi coniugali dei genitori, il loro matrimonio divenne una forte testimonianza di fedeltà e amore. Vidi ancora una volta quanto sia difficile comprendere a fondo la cultura musulmana: talvolta risulta difficile anche per coloro che ne fanno parte. Come per qualsiasi progetto edile, il costruttore fruga nella sua cassetta alla ricerca degli attrezzi più adatti. La preghiera e la proclamazione del Vangelo sono strettamente connesse. Abbiamo cercato di conoscere L’ISLAM INTORNO A TE meglio il nostro amico musulmano studiando ciò che la Bibbia dice sui possibili antenati degli arabi. Le loro domande pungenti sono per noi uno stimolo a ricercare delle risposte bibliche (non senza prima averci pregato su). Una volta che l’amico musulmano avrà compreso l’amore di Cristo morto sulla croce per noi, potremo mettere mano a quegli attrezzi che servono per completare il lavoro. In questo capitolo esamineremo lo strumento della conoscenza della cultura dei nostri vicini musulmani. Essi provengono da un ambiente ben diverso dal nostro. è necessario analizzare attentamente la loro realtà mentre trascorriamo del tempo con loro. Con uno spirito di preghiera, chiediamo a Dio di aiutarci a trovare la strada per arrivare al loro cuore. Si tratta di un approccio simile a quello del carpentiere che conosce i materiali necessari per il suo lavoro. I talenti particolari e la cultura del nostro amico musulmano sono molto più preziosi di quanto possa apparire a prima vista. I mattoni, la malta, il legno grezzo, o un rotolo di spago possono apparirci cose di poco conto. Ma è nell’adoperarli che ci rendiamo conto di ciò che possono diventare dopo la lavorazione. È solo allora che finiamo per apprezzarli per quello che sono, scoprendone il valore intrinseco. Conviene, quindi, studiare queste persone, osservandole con attenzione, sia quando si trovano nel loro ambiente familiare sia in pubblico. Scoprirai che la tua testimonianza si farà più incisiva. Potresti notare un’accoglienza via via più profonda da parte di familiari e conoscenti dell’amico/amica. I credenti che vogliono testimoniare ai vicini musulmani dovrebbero intraprendere un tipo di ricerca informale. Gesù avviò un discorso teologico con Nicodemo (Giovanni 3), mentre, con la donna del pozzo, l’approccio fu pratico (Giovanni 4). Il Signore conosceva entrambi intimamente. Con l’aiuto della preghiera, cerca di analizzare a fondo la realtà del tuo amico La maggior parte di noi proviene da una cultura di tipo più occidentale ed individualista rispetto a quella musulmana. I musulmani, anche quando vivono in nazioni occidentali, fanno solitamente parte di una struttura familiare complessa, interconnessa. Quasi sicura- 76 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI mente sarà diversa da quella delle nostre famiglie di origine. Questi legami familiari si estendono talvolta al di là di continenti e oceani fino al paese natio del nostro amico. In che modo la comprensione della realtà della loro struttura familiare può esserti utile per condurli a Cristo? L’evangelista sensibile scoprirà un profondo senso di lealtà nel musulmano. Questa lealtà è insita nella famiglia e si estende al vicinato e alla nazione d’origine, andando spesso a toccare anche il gruppo etnico d’appartenenza nella sua globalità (ad esempio: algerino, libanese, pakistano o berbero). La rete dei vincoli familiari può costituire un ottimo canale per il Vangelo. Anche l’unità familiare può svolgere un ruolo importante. Un proverbio orientale illustra bene questo concetto: «Io contro mio fratello, mio fratello ed io contro mio cugino, tutti noi contro lo straniero». Quando gli arabi di una certa zona geografica vengono oltraggiati o scherniti, sono capaci di aggregarsi ed insorgere. Un esempio lampante fu una marcia che si snodò da Marsiglia a Parigi nel 1983; il pellegrinaggio politico terminò con un’intervista al presidente francese, François Mitterand. In quel caso, la fedeltà al gruppo allargato aveva unito i musulmani per farli agire come un sol uomo. Verso chi o che cosa è leale il tuo amico? In che modo potresti sfruttare questa qualità per far conoscere Cristo? Said e sua moglie vivono più o meno separati dai suoi genitori. Quando la nuora viveva in casa loro (una pratica comune in Nord Africa e spesso esportata in Francia), i suoceri la trattavano come una serva. L’obiettivo della famiglia era di dividere il figlio da sua moglie per divenire loro l’oggetto primario della lealtà del figlio. Pur con molta difficoltà, Said riuscì a preservare comunque il suo matrimonio. Alla fine, Dio si servì di lui per condurre la moglie al Salvatore. La lealtà e la devozione nei confronti della famiglia può essere sentita dai giovani musulmani come un giogo opprimente, tanto da cercare di allentarlo il più possibile. Ma si rendono conto, altresì, del bisogno che hanno delle proprie famiglie. Per i musulmani convertiti al cristianesimo, l’avvertimento di Gesù riguardo all’opposizione dei familiari, diventa, il più delle volte, una drammatica realtà. Il nostro Signore ha detto: 77 L’ISLAM INTORNO A TE «Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome» (Matteo 10:21-23). (Si veda anche Matteo 10:34-38 e 19:29). I rapporti interpersonali all’interno del gruppo rappresentano una questione importante per la seconda generazione14. Ciò è legato, almeno in parte, al concetto islamico di umma (comunità). Il rapporto fondamentale è con la famiglia estesa, dal quale, in genere, conseguono tutte le altre relazioni. Il tuo rapporto con l’amico musulmano potrebbe costituire il canale con cui diffondere il Vangelo a tutta la rete familiare. Comprendere la famiglia musulmana Figura 8: Dinamiche familiari Permettetemi di riassumere: i giovani musulmani in Occidente vivono legami profondi coi coetanei. I legami culturali, però, scaturiscono dal vincolo coi familiari più stretti. Di conseguenza, è importante che comprendiamo meglio la struttura familiare da cui proviene il nostro amico. Ho un amico nordafricano che è il maggiore dei suoi 78 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI fratelli. Egli dice: “Nel nostro ambito familiare, la massima autorità la esercita il padre (su moglie e figli) ed il fratello maggiore (sulle sorelle). Un altro amico aggiunge: “è il padre che impartisce gli ordini; la madre non può nemmeno azzardare un suggerimento. Oggi questa situazione sta cambiando, ma solo grazie all’influenza degli europei”. Un terzo, un uomo che ha studiato all’università, allarga il discorso dicendo: “ è il padre ad esercitare l’autorità in casa, così come il nonno, se è ancora in vita, oppure la nonna”. La struttura familiare in cui m’imbatto più spesso nel mio lavoro è quella della figura di cui sopra. Sono certo che i paragrafi che seguono vi saranno molto utili per comprendere la struttura familiare dell’amico musulmano. Il padre Il padre, in teoria, si trova all’apice del triangolo delle relazioni familiari. Nelle famiglie arabe, egli è il capofamiglia. Tutte le decisioni familiari devono passare attraverso di lui. Questa struttura è molto simile a quella della cultura ebraica nella Bibbia. Leggendo Matteo 1, ad esempio, vediamo che ceppi familiari si rifanno sempre dai maschi; notate che qui si fa riferimento soltanto a quattro donne, oltre a Maria: Tamar, Rahab, Ruth e Batseba. Ho ritrovato questo principio nella famiglia Mohlim. Visitai il padre e feci amicizia con lui. Un giorno egli affermò: “Non mi importa dove vanno i miei figli quando stanno in compagnia di Monsieur Jean (come mi chiamava in segno di rispetto). Io mi fido di lui.” L’unica eccezione a questa regola d’autorità familiare è quando il padre è incapace di adempiere il proprio ruolo. In quel caso, è il figlio maggiore o uno dei fratelli che subentrano al comando. Il figlio maggiore Il figlio maggiore è quello che deve sovrintendere alla disciplina dei fratelli e delle sorelle. Cito come esempio la vicenda di Mohmoud, un capofamilgia, ruolo tipico delle famiglie nord africane più tradizionali. 79 L’ISLAM INTORNO A TE Mahmoud era uno vero e proprio aguzzino, forte della sua posizione de “l’ainé de la famille” (primogenito). Ma quando conobbe Cristo, si ammorbidì e cominciò ad avvicinarsi alla sorella. In passato, spettava a lui picchiarla per punirla. La ragazza si stupì di fronte alla dolcezza del fratello e al cambio d’atteggiamento nei suoi confronti. Mohmoud mantenne la sua posizione di capofamiglia, ma ora pensava al bene degli altri e non soltanto all’esercizio brutale delle sue mansioni di capofamiglia. Ciò costituì un fattore importante nella successiva conversione a Cristo di sua sorella. La madre La madre, nonostante in teoria non detenga grande autorità, spesso esercita una grande influenza sui figli, dato che passa con loro la maggior parte del tempo. Il suo ruolo, nella vita dei figli, risulta essere quello più duraturo. È lei a tramandare i valori religiosi della famiglia, non solo l’islam tradizionale ma anche le pratiche occulte. In Matteo 1, possiamo vedere come Dio tronca con le tradizioni religiose degli israeliti: Dio ha ispirato la genealogia di Matteo per mettere in rilievo la Sua grazia all’opera nella vita delle donne. Esse sono spesso delle figure chiave nel Suo piano di amore e misericordia. Dopo la sua risurrezione, Gesù apparve per primo ad una donna. Il Vangelo purifica e ristabilisce nella giusta ottica l’amore di una madre. Ed è questo che può trasformare la famiglia musulmana. Altri membri di famiglia I membri più anziani della famiglia sono in genere i più rispettati, almeno all’apparenza. Possiamo imparare molto dai nostri amici arabi per quel che riguarda il rispetto verso i congiunti più anziani. I maschi della società hanno spesso più vantaggi rispetto alle donne. Con la pubertà, e una volta terminati gli studi, le ragazze spesso rimangono a casa a lavorare,. Questo accade, perlomeno in parte, al fine di mantenerle pure fino al matrimonio. I maschi, invece, sin dalla giovanissima età, sono liberi di scorrazzare dove e come vogliono. Io 80 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI vedo qualcosa d’ammirevole in questi giovani emancipati, che vanno a ruota libera. Così facendo, sviluppano un atteggiamento mentale che li aiuta ad affrontare i molti stress della vita. Una delle loro caratteristiche migliori è la capacità di affrontare situazioni difficili, come quella di vivere (secondo loro) ai ranghi inferiori della scala sociale. Altri rapporti interpersonali Come menzionato sopra, sono i maschi ad impartire ordini alle femmine. Un parente maschio più anziano può subentrare al padre nel prendere le decisioni di famiglia ed avere l’autorità su donne e ragazze. Turia aveva una paura tremenda di suo zio; non solo rappresentava l’autorità in famiglia - era anche profondamente coinvolto in pratiche occulte. Per i musulmani di seconda generazione, i rapporti interpersonali al di fuori dell’ambito familiare sono molto più elastici. Tra i loro amici puoi trovare sia coetanei occidentali che musulmani. Per le donne, però, le amicizie sono più limitate, nonostante la costante evoluzione dello status sociale delle più giovani. La prima generazione sta uscendo di scena. Ciò nondimeno, la vita delle donne più giovani, in genere, è ancora influenzata dalla struttura familiare tradizionale, focalizzata sull’educazione dei bambini e gli obblighi familiari in senso esteso. Figura 9: Trasformazione culturale L’etica del lavoro femminile riguarda il gruppo in questione. Molte giovani sognano di lasciare la famiglia per andare a vivere e lavorare da sole. Nelle famiglie musulmane, nella maggior parte dei casi, la moglie non ha grandi rapporti coi suoceri. Ciò è dovuto al richiamo 81 L’ISLAM INTORNO A TE magnetico esercitato del desiderio dei suoceri di portare il figlio sotto la loro autorità. È più difficile socializzare con le giovani musulmane rispetto ai ragazzi, ma anche questo pian piano sta cambiando. I maschi, d’altro canto, sono più emancipati in questo senso e fanno entrare con più facilità un estraneo nella propria cerchia d’amicizie. Queste amicizie provengono di solito dall’ambiente di lavoro, dalla scuola, dal bar locale o club giovanile. Spesso fra gli amici di giovani musulmani (singoli o sposati) si possono annoverare anche dei non musulmani. Quanto sopra può comunque variare a seconda della nazionalità, della mentalità dei genitori e di molteplici altri fattori. Ricordiamoci che il motivo per cui più spesso falliamo è dovuto al fatto che non riusciamo a comprendere che la nostra cultura ha una struttura totalmente diversa da quella degli amici musulmani. Si potrebbe dire che la nostra cultura è quadrata mentre quella del musulmano è rotonda. Dobbiamo chiedere allo Spirito di Dio di aiutarci a comprendere le differenze; e Dio ci aiuterà a smussare i nostri “spigoli” culturali affinché possiamo amare meglio il nostro amico per la gloria di Dio. L’amicizia è una strada a doppio senso. Ne vediamo un esempio lampante da una campagna antirazzista sollevata tempo fa in Francia. Lo slogan era “Touch pas mon pôte!” (“Non toccare il mio amico!”). Giovani residenti musulmani, sia francesi che arabi coalizzarono e si unirono a questa protesta, con i francesi che prendevano le difese dei loro amici nordafricani. La cosa ebbe un tale impatto che addirittura gli alti funzionari governativi si dovettero piegare al dialogo con questi giovani pionieri. Grazie a quest’opera di collaborazione tra giovani francesi ed arabi, si riuscì ad integrare l’emarginato nella società. Esempi del genere ci aiutano a comprendere come possiamo guadagnarci la fiducia dei nostri vicini musulmani. Consideriamo ora l’esempio di Turia. Viveva quasi prigioniera nell’appartamento dei suoi suoceri. Ci vollero mesi prima che la potessimo incontrare. Quando venivano degli ospiti, Turia non poteva unirsi a loro, nemmeno a tavola. Mia moglie paragona a Cenerentola queste donne che vivono situazioni simili. Il fatto tragico però, è che le 82 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI Cenerentole non esistono solo nelle favole! Alcuni aspetti della realtà delle giovani musulmane che vivono in occidente sono rese evidenti dal caso descritto nel libro Mai senza mia figlia di Betty Mahmoody15. Teniamo presente che la situazione narrata nel libro riguarda in modo specifico una donna americana sposata con un musulmano iraniano. Il principio che governa gran parte di questi comportamenti si basa sul sistema islamico haraam16. Gran parte delle pratiche islamiche tra i nord africani residenti in Francia focalizzano su ciò che è proibito (haraam) e ciò che è permesso (halaal). Un rapido sguardo alle tecniche tradizionali di costruzione di molte nazioni musulmane ci potrà aiutare a comprendere meglio la loro mentalità. Le case tradizionali sono costruite con poche finestre, soprattutto quelle che danno sulla strada, con le altre piccole e sbarrate. All’interno dell’edificio c’è un ampio cortile che costituisce il centro della dimora ed è completamente racchiuso dal palazzo stesso. In tal modo, le donne sono protette dalla vista degli estranei. Alcune stanze della casa sono dedicate all’ospitalità. All’ospite non viene mai mostrata la casa per intera; malgrado ciò, si fa sempre in modo che si senta il benvenuto. Non si deve considerare tutto ciò come vestigia di un lontano passato; ancora oggi, le famiglie musulmane che ritornano regolarmente ai loro paesi di origine per le ferie, si ritrovano in quei quartieri arabi dove vive la maggior parte della popolazione, e si rituffano totalmente nell’ambito culturale d’origine. Quindi, anche l’abitazione del tuo amico/della tua amica può, in qualche modo, riflettere alcuni aspetti della sua cultura. Relazioni interpersonali fra uomini e donne Le relazioni fra uomini e donne rimangono uno degli aspetti più difficili da comprendere per una persona proveniente dal mondo occidentale. Nondimeno, il rispetto di certe regole in questo campo costituisce una chiave per raggiungere le donne islamiche che vivono in paesi occidentali. Comprendere le relazioni fra i due sessi ci aiuterà anche a saper relazionare con le famiglie musulmane. Una gaffe in 83 L’ISLAM INTORNO A TE campo sociale può creare una barriera permanente. Per approfondire tali aspetti culturali, consiglio di leggere Childhood in the Moslem World, scritto all’inizio del XX secolo dal missionario pioniere, nonché dotto conoscitore del mondo islamico, Samuel Zwemer17. Questo libro contiene molte acute delucidazioni, validi ancora oggi, che ci aiutano a comprendere l’importanza di raggiungere con il Vangelo le madri di famiglia. La madre custodisce nel cuore e nella mente le redini del destino della generazione successiva. Rituali e comportamenti religiosi Da non musulmani quali siamo, cerchiamo in ogni modo di raggiungere con l’amore di Gesù i cuori dei nostri vicini musulmani. Dobbiamo però esaminare alcune strategie per entrare nel loro mondo. Di certo si può dire che l’appartenenza ad una determinata comunità di musulmani di seconda generazione, che vivono in una nazione occidentale, è dettata dalla propria origine etnica, cioè, dalla nascita. Quindi, non esistono riti di passaggio. Detto questo, rimangono comunque alcuni riti che servono per mantenere la propria posizione di membro della società. Sarà utile, quindi, cercare di comprendere come il musulmano si integra nel proprio gruppo. Vedrete con maggiore chiarezza i passi da intraprendere per avvicinarsi a tale gruppo. Alcuni importanti rituali per poter divenire parte di una comunità di musulmani qui in Occidente, includono quanto segue: . Osservare il digiuno durante il mese del Ramadan al raggiungimento dell’età puberale. . Astenersi dal mangiare carne di maiale. Questa non è una cosa da poco per chi frequenta una scuola superiore in occidente. Man mano che acquistano più voce in capitolo nella comunità locale, i musulmani coalizzano al fine di ottenere concessioni che soddisfino queste restrizioni alimentari. 84 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI . La circoncisione per i maschi. . Per molti, è importante la partecipazione a varie pratiche magiche (ad esempio, andare da un mago con la madre se c’è una malattia persistente in famiglia). . Osservare i vari regolamenti sociali (ad esempio, mostrare ospitalità servendo tè o caffè agli ospiti). . il pellegrinaggio alla Mecca. Il credente in Cristo deve esaminare il ruolo di riti, rituali e pratiche religiose tipiche della sua gente. Il pellegrinaggio alla Mecca è considerato la via per stabilire un proprio ruolo nell’islam e nella comunità locale. Coloro che compiono questo pellegrinaggio, acquisiscono notorietà, un titolo onorifico (Hajj) e possono indossare vesti particolari durante le feste. Però, se parlano troppo a proposito del loro pellegrinaggio, gli altri musulmani potrebbero disprezzarli. Non è un caso che vi sia un proverbio arabo che afferma: “Possa Dio salvarci da tre cose: i disastri, la tribolazione e i pellegrini.” Notate come la prima e l’ultima voce nell’elenco di cui sopra costituiscono due fra i cinque Pilastri dell’islam. Si tratta di rituali che un musulmano praticante deve adempiere. Una comprensione biblica, sia del digiuno sia dell’ospitalità, potrà aiutarci ad essere accettati dalla famiglia del nostro amico. Vi ricordate la contesa riguardante la cura delle vedove in Atti 6? Pietro, Giovanni e gli altri discepoli presero coraggiosamente posizione per Cristo. Le vedove erano tagliate fuori dalla propria comunità a causa della persecuzione. Cosa succederà se il tuo amico decide di seguire Cristo? Rendiamoci conto che, a causa della sua origine familiare e culturale (nonché religiosa) il tuo amico musulmano, quando si avvicinerà a Cristo, sarà spesso perseguitato. Quindi, devi pregare che questo fratello o sorella possa essere aiutato a seguire Gesù senza tagliare i legami con l’ambito familiare e a rimanere in contatto con la propria cerchia di amici18. 85 L’ISLAM INTORNO A TE Una volta, mia moglie ed io ci trovavamo in visita in California. Lì, nell’aeroporto internazionale di Los Angeles, sentivamo ripetere continuamente un messaggio del personale dell’aeroporto: “Non lasciare il bagaglio incustodito”. Allo stesso modo, stiamo attenti a non lasciare ‘incustodito’ il vostro amico musulmano. Dovete seguirlo. Sicuramente la sua nuova fede sarà messa in discussione ed è qui che avrà più che mai bisogno della vostra amicizia e delle vostre preghiere. Il cognato di Said costituisce un buon esempio di una persona proveniente da un altro ambiente che viene accettata all’interno di un gruppo familiare. È un arabo tunisino, sposato con la sorella di Said (una donna kabyle). Ciononostante, è lui il padrone di casa più ricercato in occasione di grandi riunioni di famiglia, dato che dispone di un’ampia casa in un modesto quartiere alla periferia della città. Anche se il cognato di Said è un funzionario ministeriale in pensione, (ex dipendente del governo francese), ciò non sembra costituire un problema per il parentado. Lo zio di Said combatté durante la Seconda guerra mondiale nell’esercito coloniale algerino (esercito francese a quei tempi), esperienza di cui parlava con gran vanto. Il servizio militare funge da elemento di unione tra i nord africani ed i francesi con i quali convivono. L’obbligo di adempiere il servizio militare in due nazioni, (quella dei propri genitori e quella della cittadinanza acquisita), può risultare sconvolgente per molti di loro. Argomenti del genere possono offrire dei punti in comune dai quali può nascere un interesse reciproco tra te ed i musulmani che hai intorno. Attività di gruppo dei musulmani nelle società occidentali I giovani musulmani, di solito, sono più o meno integrati nella società occidentale in cui vivono. Di conseguenza, fra loro troveremo meno attività di gruppo (tra di loro) a differenza di quanto avver- 86 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI rebbe nei loro paesi d’origine. Naturalmente, nei paesi occidentali ciò può variare, anche in base alla razza e la nazione d’appartenenza. Ad esempio, ho notato che alcuni berberi sembrano, nel loro modo di pensare, molto più francesi rispetto ad altri arabi nordafricani cresciuti anch’essi in Occidente. Le famiglie musulmane si radunano principalmente in occasione di eventi speciali (matrimoni, nascite, funerali, ecc.). Queste grandi rimpatriate hanno luogo anche in occasione di certe festività come: . I festeggiamenti e lo scambio di visite dopo il tramonto durante il mese di Ramadan . La festa delle pecore (al-’iid al-kabiir), quando i genitori acquisteranno una pecora per il sacrificio. . Il ritorno o la partenza per il pellegrinaggio alla Mecca. Come succede per altre tradizioni islamiche, l’osservanza rigorosa di queste festività sta scemando, soprattutto fra gli uomini che lavorano. Non è facile osservare questo digiuno al di fuori dalla società islamica. Il lavoro deve andare avanti ed il padrone non incoraggerà di certo l’osservanza di feste e dei rituali religiosi islamici del proprio operaio. Le difficoltà aumentano quando, per via del calendario lunare islamico, il mese del digiuno del Ramadan cade nel periodo più caldo dell’anno. Devi chiedere allo Spirito Santo di darti discernimento, affinché tu possa vedere che cosa c’è dietro alle pratiche religiose dei tuoi amici musulmani e delle loro famiglie. A prima vista, alcuni individui sembrano mossi da una dedizione zelante all’islam. Ma può succedere che, in realtà, siano stati spinti dall’islam popolare, piuttosto che da quello puro (ortodosso). La motivazione dietro l’osservanza della Festa delle pecore può essere, in alcuni casi, l’autogratificazione, l’acquisizione di meriti per se stessi e, in una certa misura, il desiderio di sentirsi apprezzati. 87 L’ISLAM INTORNO A TE Alcuni regalano porzioni di pecora ai poveri, e a volte anche agli amici non musulmani, per guadagnarsi dei meriti o una buona reputazione ai loro occhi. Il motivo per cui si osserva il Ramadan potrebbe essere l’aspirazione ad una migliore posizione sociale (vero anche in parte per la Festa delle pecore). Lo stesso potrebbe dirsi nel caso dell’astinenza da carne di maiale o alcool. La proibizione di bere alcool è meno osservata dai giovani maschi. Tematiche di questo genere vengono affrontate, da vari autori cristiani come Phil Parshall e Bill Musk., nei loro scritti validissimi. La comunità familiare rappresenta un fattore chiave di collegamento del nostro amico musulmano al suo ambiente culturale. A questo punto, dobbiamo chiederci: in che modo possiamo riuscire ad entrare nel suo mondo? 88 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI Inserirsi con efficacia nel mondo del musulmano Qual è la chiave per trovare una vera accettazione e una soddisfazione duratura? Sono cose che tutti noi desideriamo ardentemente ed è lo stesso anche per i musulmani. L’accettazione è legata all’ingresso dell’individuo nel Corpo di Cristo. La comunione fraterna riempirà quel gran vuoto e soddisferà il desiderio profondo di essere accettato. Paolo termina molte delle sue epistole con un elenco degli amici cristiani per i quali sta pregando (si veda, per esempio Colossesi 4 e Romani 16). L’amicizia è la chiave per introdursi in un dato ambiente. Sviluppare un’amicizia è un compito che richiede tempo, ma non si tratta di un’impresa impossibile. Chiedi a Dio di darti una persona sulla quale investire amore e cura. Spesso, uno dei nostri più grandi difetti è quello di tracurare le persone. Grazie a Dio, il nostro Signore non si comporta allo stesso modo con noi. Egli ci chiama ad essere come Lui. Ma possono i credenti nel Signore Gesù Cristo inserirsi con successo nella cerchia di amici e parenti dell’ amico musulmano? Certamente: Gesù non era forse il Figlio dell’Uomo? Gesù era un estraneo, proveniente dal Paradiso, eppure s’identificò perfettamente con noi e con le nostre culture. Come facciamo ad adempiere il mandato di andare e fare discepoli (Marco 16:15; Matteo 28:18-19)? Dobbiamo diventare abili a comprendere la cultura del nostro amico musulmano. Potremmo scoprire che la cultura stessa può esserci d’aiuto. Dobbiamo diventare dei buoni ascoltatori, persone disposte ad imparare, proprio come facciamo col nostro amico. Cerchiamo di evitare la trappola di lanciarci a capofitto ad evangelizzare con la nostra tipica mentalità occidentale. Dio indirizzò il Suo messaggio, prima di tutto, a genti di cultura tipicamente orientale. Quindi, un atteggiamento di rispetto costituisce il biglietto d’ingresso a quel tipo di realtà. Probabilmente noterai, come è capitato a me, che gli estranei sono trattati con gran rispetto quando vengono portati all’interno del gruppo familiare. È opinione comune che i musulmani siano prevenuti e difficili da conoscere, ma spesso è vero il contrario. Come mai? Ecco che 89 L’ISLAM INTORNO A TE entrano in gioco le consuetudini arabe nell’area dell’ospitalità. Specialmente nel suo paese, un arabo è capace perfino di indebitarsi, pur di ricevere in grande stile un ospite occidentale. Dovremmo fare altrettanto: ricambiare la loro ospitalità, naturalmente senza fallire economicamente. Dobbiamo ricordare che, comunque, non diverremmo mai membri a pieno titolo del comunità musulmana a cui appartiene il nostro amico; si tratta di una prerogativa che si acquisisce solo per nascita. In ogni modo, è possibile avvicinarci molto a loro, se permettiamo all’amore dello Spirito Santo di fluire attraverso di noi. Lawrence d’Arabia una volta fece la seguente osservazione: gli arabi, se guidati da un condottiero forte, risultano invincibili. Egli illustrò la propria affermazione con l’esempio pratico. Coloro che seguirono Lawrence lo accettarono, nonostante fosse uno straniero. Il suo vivo interesse per la loro lingua e per il loro stile di vita gli fecero guadagnare enorme favore agli occhi degli arabi. Uno studioso arabo cristiano ama citare quest’esempio per incoraggiare altri a testimoniare agli arabi con la giusta attitudine. Dio ti può usare per fare la stessa cosa, ed andare perfino oltre. Gli amici che condurrai al Signore Cristo diverranno tuoi fratelli e sorelle in Cristo Gesù. Dobbiamo ricordarci che, nell’islam, la religione non è soltanto una questione spirituale ma anche socio-politica. Ciò viene illustrato dal detto musulmano: al-islaam, huuwa diin wa dunyaa (L’islam è sia religione sia esistenza terrena). Noi stiamo cercando di sviluppare destrezza nell’usare quegli strumenti che Dio ci ha provveduto. In questo modo, possiamo aiutare il musulmano a trovare il perdono dei peccati in Cristo ed integrarsi in una chiesa evangelica locale. Finora abbiamo preso in esame i materiali utilizzati per edificare la Chiesa. Noi dobbiamo testimoniare, tenendo sempre presenti le caratteristiche ed il contesto culturale dei nostri amici musulmani. Adesso ci rimane da esaminare con attenzione il loro mondo religioso. Abbiamo bisogno d’aiuto per comprendere il mondo dell’occulto che trattiene, come in una morsa, tanti musulmani, sia giovani che anziani. 90 COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI Per la riflessione Fino a che punto riesco a comprendere la famiglia del mio amico musulmano? Quali delle considerazioni fatte in questo capitolo si applicano alla sua situazione? Quali non si applicano? Per la pratica Annota in un elenco di preghiera i nomi di tutti i membri della famiglia dell’amico a della tua amica. Chiedi allo Spirito Santo di indicarti delle persone chiavi sulle quali concentrare la tua preghiera. Cerca di far visita non soltanto al tuo amico, ma anche al resto della sua famiglia. Concentrati sul guadagnarti la fiducia dei genitori attraverso una vita consacrata e ripiena di Spirito Santo. Parla con il tuo amico del significato dell’islam. Metti per iscritto le pratiche che ti sembrano più importanti. Che cosa dicono le Scritture riguardo a questi aspetti? Per l’approfondimento Dopo aver letto Giovanni capitolo 1, considera i rapporti interpersonali di coloro che andarono a Cristo. Come si applicano questi versetti alla situazione del tuo amico? Rifletti sugli insegnamenti nell’Antico Testamento riguardanti il primogenito (la scelta di Giuseppe al posto dei suoi fratelli, Giacobbe al posto di Esaù, ecc.). Cosa ti suggeriscono queste eccezioni per la tua opera in mezzo ad una famiglia musulmana? Note: 14Questo è un termine usato per indicare i figli degli immigranti, cresciuti interamente (o quasi) lontani dalla nazione d’origine dei loro 91 L’ISLAM INTORNO A TE genitori. Essi tendono ad adottare gli usi della loro nuova nazione, finendo talvolta per perdere di vista alcuni valori culturali e la lingua madre dei loro genitori. 15Betty Mahmmody, Mai senza mia figlia, Sperling & Kufer, 1993 16La parola Haraam proviene dalla radice araba tripartita H-r-m. La nostra parola harem proviene dalla stessa radice. Implica un mettere da parte per Dio, santificare, e può fare riferimento non soltanto alle donne ma anche ad oggetti. 17Samuel Zwemer, Childhood in the Moslem World, New York: Revel, 1915. Si tratta di un libro vecchio ma penetrante nella realtà culturale di molti musulmani. La perspicacia dell’autore rende il libro utile ancora oggi. 18Forse potresti chiederti: “Esistono degli equivalenti biblici per alcu- ne di queste pratiche familiari?” Se il tuo amico è stato respinto dalla famiglia o dalla comunità, questi fattori e la riflessione intorno ad essi diverranno di importanza fondamentale. 92 6 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Molti ricorrono alla magia per trovare soluzioni ai problemi d’ogni giorno. ...C’è bisogno di una manifestazione della potenza del Signore Gesù Cristo nella vita di tutti. Vi ricordate l’incontro di Gesù con la donna samaritana? Nel rivolgersi a questa donna (una peccatrice assai nota) presso il pozzo, Gesù centrò il suo bisogno più immediato: l’acqua.(Giovanni 4). Per lei, spegnere la sete era l’esigenza primaria. Gesù si avvicinò in maniera completamente diversa al bisogno profondo di Nicodemo (Giovanni 3). Il nostro Signore sviluppò, per quell’eminente pensatore giudaico, un concetto teologico compenetrante. Nicodemo desiderava ardentemente avvicinarsi a Dio. La prima parte di qualsiasi messaggio che comunichiamo è come la punta di una freccia; se la punta è tagliente e levigata, penetrerà fino ad incontrare i bisogni più profondi del nostro amico. Ogni musulmano è assillato dai forti impulsi delle sue esigenze; ed è lì che va indirizzato il nostro approccio. Per testimoniare al vicino musulmano c’è bisogno del discernimento che soltanto lo Spirito Santo di Dio può dare. Come riconoscere il giusto tipo d’approccio per avvicinare e raggiungere la persona che Dio ci ha messo davanti? Dobbiamo, sì, comprendere la sua realtà sociale e culturale, ma il nocciolo della questione è raggiungere il suo cuore e ciò scatenerà inevitabilmente l’opposizione spirituale di Satana, il nemico delle nostre anime. Nella battaglia spirituale, è fondamentale che noi conseguiamo la vittoria. Cos’è che sente e crede veramente il tuo amico? Sappiamo che ogni individuo è diverso, ma sono convinto che lo schema illustrativo che troverete qui di seguito (tavola 2) sia attendibile. Voglio farvi notare che L’ISLAM INTORNO A TE la prima generazione vive in un mondo dedito alla magia. Molti cercano nella magia la soluzione ai problemi di tutti i giorni (salute, matrimonio felice, lavoro, posizione sociale). Queste preoccupazioni possono dominare l’ambito spirituale delle loro vite. Per i musulmani di seconda generazione la situazione potrebbe apparire diversa. Però, resta il fatto che i genitori sono più o meno coinvolti nella realtà quotidiana dei figli. Un tale coinvolgimento è più rilevante per un musulmano che per un occidentale medio. Molti giovani sono stati spinti da piccoli dai genitori a partecipare involontariamente a riti di stregoneria. Alcune di queste pratiche sataniche potrebbero averli segnati per sempre. Tavola 2: Bisogni avvertiti e risposta di Dio C’è bisogno di una manifestazione del potere del Signore Gesù Cristo nella vita di tutti. Egli ha vinto il mondo di Satana, dei demoni e della malvagità che lo accompagna. Questo regno diabolico è una realtà, nonostante i giovani, almeno a parole, tendono a negarlo. Le parole di Gesù ci parlano chiaramente: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8:36). In un capitolo precedente abbiamo considerato brevemente alcune pratiche musulmane riscontrabili in Francia, ed il loro impatto sulla vita sociale. Queste pratiche sono tipiche anche tra musulmani trapiantati in altre nazioni occidentali. L’importanza ed il significato di tali credenze non sono 94 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE facili da sondare, proprio come le vie tortuose del deserto del Sahara. Il cristiano che ha a cuore di testimoniare all’amico musulmano, se non è ben informato, potrebbe smarrirsi per la via. Ricordiamoci che il nostro obiettivo è ottenere la vittoria nel mondo spirituale in cui vive il nostro amico. Quali sono le qualità interiori ed esteriori più salienti del nostro amico? I musulmani che vivono in occidente, come chiunque altro, possiedono spesso una forma di pietà ma ne negano la potenza. Come ce lo descrive Paolo in 2 Timoteo 3:2-5. Quali sono le implicazioni spirituali nella vita di un giovane musulmano? La risposta ci aiuterà a comprendere le credenze della nuova generazione, e potremo discernere il mosaico complesso alla base dei loro bisogni e motivazioni. In molti casi, la loro fede è fortemente mischiata all’incredulità. Un atteggiamento all’apparenza combattivo, materialistico o politicizzante potrebbe, in realtà, camuffare un fermo proposito di rivolgersi, in cerca d’aiuto, ad un guaritore o un medium. Dunque, in che cosa credono veramente i nostri amici musulmani19? Le credenze sbocciano da un terreno Le credenze di un individuo sbocciano da un terreno di convinzioni personali ed interiori, che traggono origine dal mondo spirituale invisibile. I musulmani sono immersi in questa realtà, anche quelli che vivono nel sofisticato occidente. A molti osservatori esterni, una credenza del genere può sembrare paradossale. Da una parte, adottano gli schemi della società europea o americana che li circonda, molte volte con l’ossessione di accumulare ricchezze materiali. Ciò dà l’impressione che non abbiano alcun interesse di tipo spirituale. Dall’altra parte, abbiamo la maggioranza del popolo musulmano che crede profondamente al mondo spirituale invisibile. Lasciate che vi spieghi meglio. Una giovane algerina ci scrisse, raccontandoci di come Allah l’avesse aiutata a superare l’esame per la patente di guida. Secondo lei, Allah era intervenuto in modo concreto nella sua vita. Una concezione biblica delle stesse verità, raggiunta attraverso lo studio personale delle Scritture, 95 L’ISLAM INTORNO A TE avrebbe lo stesso impatto. Questa mentalità porta a credere al coinvolgimento di Dio in ogni sfera della vita, sia visibile che invisibile. Le distinzioni che gli occidentali solitamente fanno fra sacro e profano non esiste nella mentalità dei musulmani. Ma come si fonde questa realtà invisibile (spesso pervasa da elementi occulti), con la vita di tutti i giorni? È vero che i giovani musulmani che vivono in occidente assorbono inconsciamente gran parte della prevalente concezione secolarizzata della vita. Ciò è vero a prescindere della loro istruzione formale e le capacità intellettuali. Per usare le parole di Francis Schaeffer, sono convinti che anche se Dio è lì, di certo rimane in silenzio di fonte alle problematiche quotidiane. Il musulmano ha bisogno di risposte immediate che provengono dal mondo dell’occulto - medium, astrologo o incantesimo che sia20. Come l’apostolo Paolo aveva scoperto che la raffinata città greca di Atene era “piena di idoli” (Atti 17:16), allo stesso modo si può dire che seconda generazione segue degli schemi per ottenere ciò di cui ha bisogno. A questo si deve poi aggiungere l’influenza di credenze tramandate da genitori, zie, zii ed altri parenti, e da conoscenti musulmani militanti. Comprendere i diversi tipi di credenze: una panoramica Consideriamo ora alcuni esempi di credenze tipiche dei musulmani. Potresti scorgere delle somiglianze con ciò che crede il tuo amico. Un amico cristiano nordafricano afferma al riguardo: “Grazie al Signore, la mia famiglia non è molto fanatica riguardo all’islam. Mia madre pratica la sua religione, ma ascolta anche il Vangelo, ed in genere, anche il mio cognato (un uomo più anziano di prima generazione). Ma di tanto in tanto attacca ciò che dice la Bibbia.” Il mio amico paragona, poi, la sua propria situazione a quella di altri: “Ci sono giovani perditempo che si aggregano alle bande di strada e non sono né musulmani né cristiani. Però quando parli loro di Gesù (yasuu ‘ al-masiiH in arabo), si mettono subito a sbandierare il vessillo dell’islam. È evidente che hanno un islam culturale che non comprendono molto bene.” 96 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Figura 10: Una varietà di credenze In che modo i giovani musulmani attingono alle credenze dei genitori? Essi ostentano una fede islamica che, in realtà, è profondamente alterata da una concezione occultistica. Sovente tentano di manipolare il sovrannaturale a proprio uso e consumo. Vogliono assolutamente controllare, piuttosto che essere controllati da Dio. Un marito si è ammalato? Sicuramente non ha osservato fedelmente i rituali. La moglie ha smesso di amare il marito? Probabilmente, la famiglia di lei ha proferito una maledizione sul loro matrimonio. Una donna non riesce ad avere figli? L’islam popolare sostiene che deve andare da un marabout (stregone) per ricevere aiuto dal mondo degli spiriti. “Ma tutto ciò che cosa c’entra con la teoria islamica della sottomissione alla volontà di Allah?” è una domanda più che legittima che possiamo porre all’amico musulmano. Piuttosto che lusingare Dio con la manipolazione per il nostro interesse, dobbiamo «cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia» (Matteo 6:33). Il grido islamico allaahu akbar, “Dio è il più grande”, è una realtà. Proclamando questo, possiamo andare a Lui in preghiera e scoprire la Sua volontà per noi. Eppure, per tanti giovani musulmani, Dio è solamente una figura simbolica e nulla più. Nella figura 10, vediamo che all’interno di un unico cerchio (che rappresenta la realtà del musulmano) coesistono tre diverse aree, all’apparenza contraddittorie. 97 L’ISLAM INTORNO A TE I musulmani adottano una filosofia ambivalente: da un lato, vogliono realizzarsi dal punto di vista sociale e materiale; dall’altro, ci tengono ad apparire dei veri arabi. Ciò implica quelle usanze familiari che reputano più opportune, oltre a varie pratiche dell’islam ortodosso. Per illustrare le varie credenze, vorrei parafrasare un articolo tratto dalla rivista Urban Mission21. Le citazioni, anche se non letterali, sono comunque rappresentative di conversazioni con alcuni musulmani nord africani. Domande Quale ruolo credi che Dio abbia nella nostra realtà odierna? Risposte Un operaio: Bhé, vede signore, mi reputo un credente, senza dubbio; è solo che non pratico più la mia fede. Non è facile osservare il digiuno del Ramadan qui in un paese straniero, soprattutto quando cade nel periodo più caldo dell’anno. Il capo si aspetta che tu lavori come fai tutto l’anno. Uno studente universitario: Mi sentii molto orgoglioso quando potei iniziare finalmente a digiunare come il resto della mia famiglia. Certo, non conosco Che cosa significa per te l’arabo, e quindi non leggo il Corano. Vi sono molte l’islam? cose che non conosco riguardo alla mia religione. Ma mi ritengo comunque un musulmano. Non sono forse un [la persona cita la sua nazione d’origine? Una giovane moglie e madre: Buon per lui. Ci sono molte cose che apprezzo della sua fede. Ma per me è Che cosa ne pensi della diverso, io non potrei mai fare questo passo. Nella mia decisione di tuo cultura, le donne sono chiamate a portare avanti le tramarito di accettare dizioni musulmane, anche quando il marito non crede Gesù Cristo come suo in Allah! Pensate all’ostracismo sociale di cui sarei Salvatore e Signore? oggetto se lasciassi l’islam. E poi, ho paura. Mio nonno è coinvolto in pratiche occulte e ha un gran potere. Cosa mi accadrebbe se abbandonassi l’ovile dell’islam? Tavola 3: Variazioni nelle credenze La figura 11 (che troverete qui di seguito) descrive le credenze della variegata popolazione nordafricana in Francia. Molti musulmani trapiantati in altre nazioni occidentali seguono questo modello. A sinistra vi sono coloro che sono politicamente attivi. La loro fede, se ce l’hanno, 98 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Un insegnante in pensione e musulmano colto: Mi piace in particolar modo la prima parte [l’Antico Cosa ne pensi di ciò che Testamento]. Ma ho difficoltà a capire come voi crihai letto nella Bibbia stiani possiate affermare che qualcun altro ha potudurante gli ultimi mesi? to pagare per i nostri peccati. Io leggo il Corano e prego. Dopo tutto, le nostre due religioni sono uguali negli elementi essenziali Hai avuto modo di ascoltare le cassette bibliche che ti ho lasciato? Una moglie algerina in ospedale: Oh sì, mi sono piaciute tantissimo. Le ho ascoltate tutte. Sono parole molto buone. Potresti venire a trovarmi più spesso? è una forma di deismo. A destra vi sono coloro che hanno una motivazione religiosa, come la “Fratellanza musulmana” (al-ikhwaan al-musliminiin). Entrambi questi estremi rappresentano individui attivi nel mondo universitario. Le idee dei gruppi musulmani militanti esercitano un’influenza crescente sugli immigrati che vivono in Francia. Un avvertimento Una considerazione troppo superficiale delle varie credenze religiose dell’amico musulmano potrebbe facilmente trarci in inganno; potremmo essere tentati di giudicare dalle prime impressioni. Per esempio, nel parlare con un giovane algerino all’angolo di una strada, possiamo sentire gli echi di un islam ortodosso o islam coranico. Questo tipo d’islam la trovate a destra della figura 11. Il musulmano può esaltare una qualsiasi fra le varie pratiche dell’islam ortodosso descritte dai mass media. Figura 11: Una rappresentazione schematica delle credenze 99 L’ISLAM INTORNO A TE Questo ci aiuterà rivedere brevemente alcune sfaccettature dell’islam ortodosso. Potremmo dire che questi aspetti costituiscono la facciata pubblica dell’Islam. Riassumendo, le pratiche più comuni fra i musulmani trapiantati in occidente sono le seguenti: . Osservanza del Ramadan . Frequentazione di una moschea . Osservanza di una o più regole alimentari dettate dal Corano (ad esempio l’astinenza dalla carne di maiale o dall’alcool). . Proponimento di recarsi alla Mecca in pellegrinaggio Altre pratiche comuni fra i musulmani in Occidente sono: . L’apprendimento della lingua araba, principalmente al fine di facilitare la lettura del Corano. . L’osservanza di un codice morale rigoroso relativo alle donne ed al matrimonio, soprattutto quando paragonato alla dissolutezza morale che vige in occidente. . L’osservanza di una qualunque tra le varie consuetudini familiari, sia sociali sia religiose. Permettetemi di illustrare ciò che intendo dire. Un cristiano occidentale desidera comunicare la fede in Cristo all’amico musulmano. Egli nota che, anno dopo anno, l’amico osserva rigorosamente il Ramadan; dal sorgere del sole fino al tramonto non viene toccato né cibo né bevanda. Ma indagando sulle motivazioni profonde dell’amico, il cristiano potrebbe rimanere sorpreso. È possibile che il musulmano consideri il Ramadan come qualcosa da offrire a Dio, in cambio del Suo aiuto contro il male o una malattia. Per saperne di più riguardo a quest’argomento, consiglio la lettura degli scritti di Bill Musk sull’islam popolare22. Fate attenzione a non credere solo all’immagine dell’islam ortodosso (islam formale) propugnata dai mass media, col rischio di sorvolare sui principi sottostanti sulle quali poggia l’islam popolare. Quali sono 100 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE le credenze dei tuoi amici, e quali sono i presupposti che ne formano la base? Cercheremo ora di esaminare alcuni di questi aspetti. Quelli che abitano in case di vetro “Le persone che vivono in case di vetro non dovrebbero mai lanciare pietre”. Alla base di gran parte delle credenze dei musulmani c’è la religione tradizionale, chiamata, in termini tecnici, animismo. L’animismo crede che l’energia (la cosiddetta “forza o energia vitale”) sia dappertutto. Basta che la persona invochi questa forza per poterla usare. Ciò rappresenta la contraffazione diabolica della grande sorgente di forza del cristiano: «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi» (Atti 1:8). La fonte di questa potenza di risurrezione è una persona: lo Spirito Santo. Ce lo rivela il libro degli Atti, che costituisce, fra l’altro, un ottimo spunto da usare quanto si testimonia ai seguaci dell’islam. La mentalità animista pervade il mondo musulmano, dove la potenza di Cristo che salva (Romani 1:13-18) è pressoché sconosciuta ai più. Malgrado ciò, niente e nessuno può trattenere la potenza salvifica di Dio. Una riflessione sulla nostra storia europea ci ricorderà che non abbiamo alcun motivo per vantarci nei confronti dei musulmani. La nostra cultura occidentale non se l’è certo cavata meglio della loro di fronte alle potenze delle tenebre. Le credenze popolari che si rifanno al mondo spirituale sono parte integrante del nostro passato e presente. Possiamo prendere ad esempio la storia della Francia e dei suoi popoli; durante l’era celtica e in quelle successive si ricorreva molto all’invocazione di forze spirituali. Lo stesso dicasi per la storia dell’Inghilterra, della Germania e di tutte quelle nazioni della cosiddetta Europa “illuminata”. Le esperienze medianiche, oggi, stanno fiorendo a più non posso in Europa e in Nord America, tanto che alcuni vedono questo fenomeno come un risveglio al contrario22. La seconda generazione d’immigrati nord africani è influenzata tanto dalle pratiche occulte occidentali quanto da quelle della cultura d’origine. Nel settembre del 1986, la missione M.E.N.A. istituì la sua 101 L’ISLAM INTORNO A TE prima squadra a Lione, la seconda città della Francia per grandezza, con l’obbiettivo di svolgere un’opera evangelistica in mezzo alla vasta comunità musulmana che vi risiedeva. Una volta, io e mio figlio John andammo a visitare un monastero nei pressi di Grenoble, nelle alpi francesi. Un sacerdote cattolico romano che viveva lì, ci raccontò delle usanze pagane ancora in voga tra gli abitanti delle remote zone montuose che circondano Lione. Sembra che il Cristianesimo non abbia avuto impatto su di loro. Lione è considerata il centro dell’occultismo in Francia. Ciò è significativo, se si pensa che proprio lì sorsero i primi centri del cristianesimo, col suo triste contributo di martiri. In molti paesi occidentali, le antiche pratiche occulte stanno tornando a galla. Per questo, spesso i giovani musulmani finiscono col fondere le pratiche islamiche con quelle della cultura del paese ospitante. I genitori dei musulmani di seconda generazione furono sradicati dal Nord Africa e da altre nazioni islamiche e trapiantati nelle nazioni che attualmente li ospitano. Allo stesso tempo, furono sradicati anche dalle potenze e dall’influenza delle forze occulte che dominano i loro territori d’origine. Quindi, nel momento del bisogno, sentono l’esigenza di ritornarvi per procurarsi qualche incantesimo (formule magiche, pozioni, ecc.). Nel vedere quanto sono corrotte le radici dell’occultismo, possiamo ringraziare Dio perché attraverso i cambiamenti drammatici a cui i musulmani oggi devono assoggettarsi, Egli sta dando loro un rinnovato senso di bisogno. Il distacco dalla terra e dalla cultura di origine sta rendendo molti musulmani di seconda generazione più aperti al Vangelo «dell’Iddio immutabile» (Malachia 3:6). Egli è il Dio della potenza, che ha creato i mondi ed aperto il Mar Rosso. Dovremmo comunque tener presente che i musulmani sono ricettivi anche alle forze spirituali che pervadono i paesi in cui si trasferiscono; per questo continuano a rivolgersi all’occulto e alle forze demoniache anche fuori dal proprio paese. La mancata presa di coscienza della realtà dell’occultismo islamico e l’incapacità di fronteggiarla, costituiscono una delle debolezze più evidenti fra i cristiani occidentali che hanno in cuore di evangelizzare i musulmani. Desidero, perciò, fornirvi alcuni principi che vi saranno d’aiuto per sperimetnare la vittoria di Cristo nella battaglia contre le forze occulte nell’islam. 102 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Tavola 4: La vittoria di Cristo sul mondo dell’occulto L’islam occultistico si basa sull’inganno La Bibbia, parlando del Diavolo, lo chiama il «padre della menzogna». Satana mente riguardo alla sua natura, cercando di apparire come un angelo di luce (Isaia 14:3-17; Ezechiele 28:1-19). Quale fu la prima reazione di Adamo ed Eva quando disobbedirono a Dio? È importante considerare questo fatto, giacchè furono loro i primi peccatori. La reazione dei nostri progenitori fu che tentarono di coprire il loro peccato. La parola occulto significa nascosto o celato. Un nascondersi spirituale! L’islam cerca di tenere nascosta la sua vera natura. Con l’amico musulmano, potremmo tentare l’approccio formale dell’islam ortodosso. A lui potrebbe far piacere essere apprezzato per la sua devozione all’islam. Spesso, però, si tratta solo di una religiosità di facciata. Se ci lasciamo ingannare dalle apparenze, non saremo mai capaci di affrontare i bisogni reali del nostro amico. Dobbiamo cercare di ministrare al suo spirito, con l’aiuto dello Spirito che viene dall’alto, lo Spirito Santo. Lo Spirito di Dio è così diverso dallo spirito che proviene dal basso. Non è indicativo il fatto che la terza persona della 103 L’ISLAM INTORNO A TE Trinità sia chiamata, appunto, Spirito Santo? Quant’è diverso da quella strada contorta che molti giovani, purtroppo, imboccano senza rendersene conto. L’obiettivo di Satana è di renderli impuri. Figura 12: L’iceberg L’illustrazione che preferisco usare per descrivere questa realtà sommersa è quella dell’iceberg. La parte visibile dell’iceberg si potrebbe paragonare all’islam ortodosso, formale, esteriore. Ci può apparire molto bello; eppure ciò che vediamo non rappresenta la realtà effettiva. La maggior parte dell’iceberg rimane nascosta sotto la superficie. Similmente, l’islam popolare costituisce la forza operante alla base di credenze e pratiche religiose di molti musulmani che incontriamo. Ciò vale sia per le persone più anziane sia per le più giovani, sia colti che analfabeti. Non dobbiamo farci ingannare, ignorando la realtà della potenza satanica nella vita dei nostri amici. Essi devono riuscire a comprendere la verità della Parola di Dio riguardo al mondo dell’occulto. Potremmo iniziare con la storia della tentazione di Adamo ed Eva, e poi delle tentazioni di Cristo. I messaggi del Nuovo e dell’Antico Testamento si combineranno, mettendo l’amico di fronte alla verità riguardo al diavolo. Sarà di grande aiuto illustrare la realtà della vittoria attraverso la morte e resurrezione del Cristo. 104 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE La famiglia di Dio porta a nuovi rapporti interpersonali Il mondo che circonda i musulmani può essere d’ostacolo al nostro compito di evangelizzarli. La struttura sociale che li appoggia non fa trapelare quel lato oscuro, occulto, delle loro credenze. Entrando a far parte della famiglia di Dio, l’amico musulmano avvertirà ben presto gli effetti del sostegno dei nuovi fratelli e sorelle cristiani: le loro preghiere lo proteggono dagli assalti del nemico. Il musulmano che decide di svincolarsi una volta per tutte dai legami occulti ha maggiormente bisogno delle nostre preghiere. L’apostolo Giovanni parlò delle relazioni fra credenti in Cristo usando termini che si riferiscono alla famiglia. Egli si rivolge ai destinatari della sua prima lettera chiamandoli figlioli miei (1 Giovanni 2:1, 18) e parla di Dio come “il Padre” della famiglia (3:1; 5:1). I rapporti all’interno di un’unità familiare estesa o di qualsiasi altro gruppo, sono chiamate “relazioni di rete”. Nella nostra famiglia spirituale, questa rete diviene un mezzo che ci aiuta a rimanere focalizzati su Cristo. Ne abbiamo bisogno per contrastare gli attacchi spirituali che mirano a distruggere la relazione che il nuovo credente instaura col Signore Gesù. Nell’ambiente sociale dei musulmani, la rete familiare costituisce un ottimo canale per diffondere il Vangelo da un membro all’altro. Allo stesso modo, però, c’è il rischio che l’opposizione si intensifichi e si diffonda attraverso quello stesso canale. Molte volte, dopo una conversione, succede che i familiari, si muovono compatti contro il nuovo convertito. Per rendere le cose ancora più difficili, si ricorre a pratiche occulte (sortilegi, feticci, pozioni, ecc.). Anche le pressioni sociali contribuiscono a scoraggiare il nuovo convertito dal resistere a questi attacchi. Dobbiamo studiare il modo in cui Dio può servirsi della rete familiare, giacché la nostra testimonianza, in qualche modo, subisce gli effetti di questa realtà. Kinza è una sorella in Cristo marocchina che ha dovuto subire l’allontanamento dal suo ambiente familiare. Nel decidere per Cristo, si è resa conto che, inevitabilmente, avrebbe dovuto rompere con le prati- 105 L’ISLAM INTORNO A TE che occulte che costituivano una parte integrante della sua vita familiare. La struttura compatta della sua famiglia si sarebbe coalizzata contro di lei. I familiari avrebbero cercato di rimuovere la sua influenza, come faremmo noi con un corpo estraneo che ci entra nell’occhio. Figura 13: Rete di relazioni interpersonali Kinza valutò tutto questo nel momento di prendere la decisione per Cristo. Quando iniziò a seguire il Signore, vari credenti divennero suoi amici, e questi amici rappresentavano una nuova famiglia per lei. Fra questi, vi era una coppia di anziani che conosceva bene la sua nazione e che aveva esperienza di lotta spirituale contro Satana. Un giorno, sul balcone di Kinza furono bruciati dei libri d’occultismo (questo ci riporta alla mente Atti 19). E in seguito, la potenza di Dio ebbe il sopravvento totale. La chiesa costituisce l’umma o comunità di persone appartenenti a Dio. La chiesa che Kinza frequentava divenne per lei un luogo d’adorazione e anche un rifugio protetto. L’influenza spirituale del popolo di Dio tenne a bada le forze del maligno. Spesso, i credenti occidentali non si rendono conto di quanto siano fragili ed esposti agli attacchi del maligno i nuovi credenti che provengono dall’islam. La protezione da parte della comunità d’origine e il senso di sicurezza che ne derivava lentamente va sgocciolando via, come acqua preziosa che si riversa, disperdendosi, su di un suolo arido. È 106 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE preparata la chiesa locale a mobilitarsi e stringersi attorno al nuovo credente con amore e compassione? È disposta a prendersene cura, in tutte le aree, e divenire per lui una seconda famiglia? L’esperienza ci insegna che una tale dimostrazione di solidarietà pratica può sorprendere la famiglia e gli amici del nuovo credente. Tutto ad un tratto, essi divengono consapevoli di una nuova potenza: l’amore agape. Il messaggio pratico diffuso per mezzo della rete di rapporti interpersonali è che i seguaci di Gesù Cristo, nel loro insieme, divengono una vera umma, una comunità dinamica e potente. Si viene così a creare una nuova protezione, un’atmosfera che infonde nuova vita al convertito. In un simile contesto, il neo convertito non sentirà più l’esigenza di ricorrere ai consueti espedienti e pratiche occulte. Impareremo qualcosa in più su questo bisogno vitale quando parleremo della chiesa locale. In Cristo il nuovo credente ha la vittoria su Satana I credenti in Cristo provenienti da un ambiente musulmano potrebbero sentirsi spiritualmente zoppi. Questo è dovuto all’attacco incessante sferrato dal nemico per contrastare l’opera vitale di Cristo fra i musulmani. Colossesi 2:13-15 (ed il relativo contesto) impartiscono un insegnamento potente ed appropriato: è scritto che Cristo ha «spogliato i principati e le potenze». Le versioni francesi ed arabe usano una parola che potremmo tradurre con “spellato” o “scuoiato”. Mi piace sottolineare che un animale scuoiato non si trova nelle condizioni più adatte per contrattaccare. Agli amici amo citare l’esempio di quei tappetini di pelle di pecora, tipiche del Nord Africa, sui quali ci piace molto camminare. L’apostolo Paolo spesso dà risalto a questo messaggio di vittoria sulle forze demoniache. Troverete simili insegnamenti sia in Colossesi sia nell’epistola complementare agli Efesini. Studiatele entrambe, così da far vostra la vittoria che avete in Cristo e per trasmettere questi insegnamenti al vostro amico/ amica. Le due epistole in questione erano indirizzate a due chiese locali di due città dell’Asia Minore. Il fatto che fossero destinate a delle chiese, ci ricorda i nuovi rapporti interpersonali che Dio provvede per mezzo della 107 L’ISLAM INTORNO A TE chiesa locale. La tua chiesa dovrebbe costituire il trampolino di lancio per raggiungere gli amici musulmani. La chiesa ti aiuterà ad innalzare lo scudo della fede quando verranno gli attacchi del nemico. Man mano che i convertiti dall’islam divengono parte integrante della comunità locale, sperimenteranno una vittoria reale sulle forze dell’occulto. Potranno dire, assieme all’apostolo Paolo: «Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande dappertutto il profumo della sua conoscenza» (2 Corinzi 2:14). Il giovane credente, alla fine, avrà un impatto su familiari e conoscenti. Lo Spirito di Dio attirerà altri, quando vedranno nel loro congiunto la potenza vincente sul mondo tenebroso dell’occulto. Desidereranno ardentemente la stessa potenza di Dio che possediamo noi in Cristo. Per essere vittoriosi ci vuole una presa di posizione contro l’occultismo Alcuni esempi presentati in questo capitolo ed in altre parti del manuale vi aiuteranno a comprendere in che modo il messaggio del Vangelo può penetrare il mondo invisibile. Non c’è musulmano di seconda generazione (tra quelli che ho conosciuto) che non abbia avuto a che fare con l’occulto. Dobbiamo permettere allo Spirito Santo di guidarci in questo combattimento spirituale. Allora Dio porterà il nostro amico musulmano a conoscenza del vittorioso Figlio di Dio. Mai cessare di prendere posizione contro le forze delle tenebre. Scopriremo che ciò è possibile con la vera potenza che scaturisce dal Cristo risorto (Atti 1:8 e Filippesi 3:10). Dobbiamo pregare gli uni per gli altri affinché «possiamo conoscere Cristo e la potenza della sua resurrezione». In 1 Corinzi 15:58, l’apostolo Paolo ci esorta a «stare saldi e incrollabili». Non a caso tale affermazione segue l’esposizione più completa delle verità sulla resurrezione di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento. Su questa base, possiamo incoraggiare i nostri amici musulmani a ricevere Cristo quale loro Vincitore. Così anche loro potranno sperimentare la vittoria. Nell’usare questo strumento di vittoria nel combattimento spirituale, Dio ci aiuta a discernere i bisogni spirituali dell’amico, così come il costruttore, che deve saper scegliere con cura i materiali più idonei. 108 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Per la riflessione 1. Fino a che punto conosco l’ambiente di provenienza del mio amico? Ho interagito con lui solo al livello superficiale dell’islam ortodosso? Mi sto avvicinando abbastanza a lui da scoprire il substrato occulto dell’Islam popolare, che lega e controlla l’individuo? 2. Quali sono le pratiche (specifiche) che tengono legati i giovani musulmani? Nella realtà, usano consultare, il marabout, il medium o lo stregone? Nei momenti di crisi, recitano formule magiche per ottenere aiuto? Ricordati che ci vorrà del tempo per instaurare con l’amico un rapporto di fiducia, prima che questi aspetti occulti vengano alla luce. 3. Quanto bene conosco il nostro Libro, ispirato dallo Spirito Santo? È questo che ci dà la vera vittoria su spiriti maligni e bugiardi. Tu fai parte del Popolo del Libro. Analizza quegli episodi nei Vangeli dove Gesù scacciava demoni, e anche quelli dove si menziona l’uso di libri di incantesimi e formule magiche fra coloro a cui l’apostolo Paolo annunciò il Vangelo (Atti 19:13-20). A prescindere da quelli forniti in questo manuale, lo strumento indispensabile per eccellenza rimane la Parola di Dio, usata sotto la guida dello Spirito Santo. Dio ci mette in grado, attraverso le Scritture, di discernere le potenze maligne schierate contro di noi. È nella potenza dello Spirito che contrattacchiamo queste forze malvagie. 4. Conosco davvero, per esperienza, la potenza dello Spirito Santo nella mia vita quotidiana? Gli Atti degli apostoli è un libro sulla storia della chiesa, ma anche un libro che parla di missione, documentando la potenza dello Spirito Santo all’opera nella vita quotidiana della gente. La strada per ricevere questa potenza passa attraverso l’obbedienza ai comandamenti del nostro Signore. Negli Atti troviamo episodi di lotta fra potenze durante il ministero missionario degli apostoli. La vittoria sul demone che aveva posseduto una serva (Atti 16:16-18) costituisce uno dei tanti esempi di queste lotte. 5. Quanto conta il mondo sovrannaturale per il tuo amico? I miracoli di Gesù, che dimostrano la Sua potenza e la sua natura, possono, in qualche modo, costituire un ponte per la proclamazione del Vangelo? Man mano 109 L’ISLAM INTORNO A TE che ti addentri in questa realtà invisibile, ricordati di rimanere sempre focalizzato sul Signore Gesù e non su qualche attività occulta o problema personale corrente dell’amico/amico. Dopo aver dato uno sguardo d’insieme alla situzione, torna a focalizzarti su Cristo (Ebrei 12:1-2 e 1 Corinzi 15). 6. Quali pratiche, nello specifico, sembrano esercitare un profondo influsso, o addiruttura controllare, la vita dell’amico musulmano? Scorgi qualche evidenza della realtà occulta man mano che parli con lui? A margine di ciascun elemento di cui prenderai nota, aggiungi quei principi biblici che potrebbero fare al caso suo, per aiutarlo a percepire la verità di Dio . Sono sempre più convinto che la chiave per relazionarci coi musulmani sia la paura, un aspetto comune ad entrambi le nostre culture. Come tutti, essi temono le potenze spirituali sconosciute, le maledizioni e gli incantesimi pronunciati contro di loro. L’Antico Testamento parla spesso di questo temuto mondo invisibile. Parlando apertamente di queste paure, getteremo un ponte tra noi e loro. Possiamo condividere come Cristo abbia vinto le vecchie paure che ci attanagliavano. Elia si scontrò coi profeti di Baal per mezzo della potenza di Dio (1 Re 18:16-40). Quei falsi profeti usavano regolarmente strumenti occulti per manipolare le situazioni. Il Signore può sopraffare Satana nelle nostre vite proprio come fece ai tempi di Elia. Per la pratica Un cristiano vuol raggiungere col Vangelo un vicino musulmano e chiede l’aiuto spirituale degli amici credenti. Perseverando uniti nella preghiera, possono mettere in atto la seguente strategia: 1. Prepararsi per lo scontro con le potenze della malvagità. Cristo in noi costituisce speranza di vittoria. Si potrebbe digiunare e pregare, per scoprire qual è il momento stabilito da Dio per muovere guerra alle potenze che controllano gli individui che Dio pone sulla vostra strada. Mark Bubeck ci fornisce linee guida eccellenti nel suo libro The Adversary. 110 VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE Un altro libro che consigliamo di leggere è The Bondage Breaker di Neil T. Anderson23. Dobbiamo essere pronti ad entrare in battaglia. La liberazione può aver luogo all’istante, oppure dopo un lungo periodo di preghiera ed insegnamento. Una donna nordafricana sperimentò la liberazione in Cristo dall’oppressione satanica solo dopo un lungo periodo di preghiera e meditazione biblica. 2. Fai una ricerca, presso la tua chiesa locale o in altre della zona, di materiale di studi ed insegnamenti biblici equilibrati riguardo al mondo spirituale. Sarebbe utile integrarli con studi biblici a carattere formale, sulla lotta tra la potenza divina e quella demoniaca. A livello informale, si potrebbe discutere il mondo dell’occulto. Così facendo, si crea un’atmosfera d’apertura al percorso verso la vittoria come indicata dalla Parola di Dio. 3. Ascolta le testimonianze e le considerazioni di credenti provenienti dal mondo musulmano; quasi tutti sono cresciuti in questo contesto di occultismo. Alcuni ci vivono ancora, nel senso che genitori e familiari vi sono ancora immersi. L’input e le riflessioni fornite dagli ex-musulmani ravviveranno sia le nostre preghiere sia i nostri studi biblici al riguardo. Incoraggiali a leggere ed a scrivere materiale adatto alla loro gente. 4. Tieni al corrente il gruppo di persone che ti sostengono in preghiera. Chi è disposto ad unirsi in preghiera con te mentre parli di Cristo ad un musulmano? Il Nord Africa iniziò ad aprirsi spiritualmente intorno agli anni sessanta, in seguito a ben ottant’anni di intensa ed incessante preghiera. Molti sono convinti che è solo una tale preparazione in preghiera che può spiegare quello che Dio sta facendo da venti, trent’anni a questa parte. Il leader di un gruppo cristiano che opera fra musulmani in Francia ha detto a tal proposito: «La nostra prima ed unica strategia efficace è la preghiera». Lo stesso principio vale per la città in cui vivi. Ricordati che Paolo termina il suo capitolo riguardante l’armatura spirituale con cinque riferimenti alla preghiera (Efesini 6:18-20). 5. Se conosci l’inglese, leggi e condividi con gli altri alcuni libri che parlano della vittoria sul mondo occulto nell’islam. Personalmente, mi è stato di grande aiuto l’opera di Jessie Penn-Lewis intitolata War on the Saints. 111 L’ISLAM INTORNO A TE Per l’approfondimento Studia quei brani dei Vangeli dove Gesù fronteggia le forze demoniche. Cerca di trarre delle lezioni pratiche dallo studio di Matteo 12:24-32, Marco 5:1-20 (e paralleli in Matteo 8:28-34 e Luca 8:26-39) e Marco 9:38-41. Quali lezioni puoi trarne per la realtà di oggi? Come puoi applicarle per aiutare l’amico musulmano a trovare la libertà a cui Cristo ci ha chiamati (Galati 5:1)? Inoltre, confronta Giovanni 8:32 («la verità vi farà liberi») con Giovanni 8:36 («Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi»). Che importanza riveste questa verità nella tua testimonianza? In che modo può aiutare i nostri amici ad essere liberati dagli attacchi del nemico? Note: 19Dovremmo esaminare la mentalità alla base delle credenze musulmane popolari. In inglese esistono vari libri, ad esempio Bridges to Islam di Phil Parshall (Baker Book House), che costituiscono validi aiuti per poter comprendere l’occultismo alla base delle credenze di molti musulmani. 20Le idee degli autori esistenzialisti francesi come Albert Camus (allevato in Algeria) e Jean-Paul Sartre portano i giovani in Europa lungo una strada diversa. Anche per loro, però, Dio non ha un ruolo pratico nelle loro vite. La Sua rivelazione e le Sue richieste non hanno rilevanza pratica a livello di vita quotidiana. 21Urbam Mission, settembre 1984, pagina 25. 22Mark Bubeck, nei suoi scritti, ha esaminato con attenzione tali aspetti. Fra questi scritti annoveriamo il suo libro, molto conosciuto nel mondo anglosassone, intitolato The Adversary. italiano, il libro si intitola Finalmente liberi, scritto da Neil T. Anderson e pubblicato a cura della casa editrice PATMOS (Peurgia: 1a edizione, 1998). 23In 112 7 IL DISCEPOLATO Il discepolato è un processo individuale d’insegnamento ed addestramento teso ad equipaggiare il nuovo convertito, affinché divenga un membro attivo di una comunità cristiana. Avete notato via via un progresso nell’elaborare il contenuto di questo manuale? Inizialmente abbiamo considerato l’amico musulmano nell’ottica della persona non appartenente al corpo di Cristo. Poi, abbiamo esaminato dei principi applicabili sia ai non credenti che ai nuovi credenti. Abbiamo imparato come avvicinare l’amico portandogli il messaggio di Cristo. Infine, abbiamo sottolineato che, quando la luce di Cristo si fa strada nel cuore del musulmano, egli diviene un nostro fratello (o sorella in Cristo). A questo punto, ti chiederai: “E adesso?” L’evangelista Matteo ci dà una sua presentazione del Vangelo. È un testo di grande aiuto per molti musulmani perché riflette un modo di pensare tipicamente orientale. Matteo riassume il suo messaggio citando testualmente le parole di Gesù: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e in terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli… e insegnando loro tutte quante le cose che io vi ho comandate» (Matteo 28:18-20). In questo capitolo cercheremo di rispondere alla seguente domanda: “Come può il nuovo credente imparare di più riguardo a Cristo e inserirsi felicemente nella chiesa locale?” Molti nuovi convertiti dall’islam finiscono alla deriva per mancanza di un adeguato insegnamento. Nel nostro entusiasmo di fronte alla loro decisione per Cristo, è facile trascurare l’edificazione di solide fondamenta. Lo strumento del discepolato è simile alla pialla del falegname. Addestrare un neo convertito è come smussare con la pialla le superfici ruvide di un mobile in legno. Al nuovo credente vengono impartiti i L’ISLAM INTORNO A TE principi basilari della vita cristiana; in seguito, si appoggerà alla nuova comunità, ovvero, la chiesa locale. La maggior parte di noi impara a discepolare attraverso l’amicizia instaurata con un nuovo credente del nostro stesso ambiente culturale. Il discepolato implica un orecchio attento, un cuore tenero, una mente allenata da un punto di vista biblico, e molte tazzine di caffè! Potresti pensare: “Ma l’insegnamento è un compito che spetta alle guide”. Hai ragione in parte, se alla tua affermazione aggiungi: “e della chiesa locale”. C’è da considerare due cose: prima di tutto, sei tu l’amico del nuovo convertito. Sei tu che ti sei guadagnato la sua fiducia. In secondo luogo, molti nuovi cristiani trovano difficile integrarsi in una chiesa locale, tanto più se la maggioranza dei membri provengono da una cultura diversa. Noi proclamiamo che Cristo è con noi per sempre (Matteo 28:20); di sicuro una promessa per noi che siamo Suoi discepoli. Ma la responsabilità d’insegnare e discepolare, a cui il versetto si riferisce, (Matteo 28:18-19) è anche nostra. Una definizione del discepolato Io definirei il discepolato come segue: Il discepolato è un processo individuale d’insegnamento e addestramento teso ad equipaggiare il nuovo convertito, affinché divenga un membro attivo di una comunità cristiana. Da qui il convertito si proietta verso l’esterno in qualità di testimone per gli altri di fuori. In questo modo, egli diviene uno che è «capace di insegnare ad altri» (2 Timoteo 2:2)24. Fermiamoci un attimo a considerare questa definizione in ogni sua parte: personale indica che tu, come genitore spirituale o amico, devi dare qualcosa di te stesso al nuovo credente. Considera quanto tempo Gesù trascorreva coi Dodici. All’inizio, Gesù relazionava con una cerchia ristretta d’amici. Guarì la suocera di Simone (Luca 4:38-39). Scelse un gruppo speciale, intimo, di soli dodici discepoli, tratti da un 114 IL DISCEPOLATO gruppo più grande di Suoi seguaci. (Matteo 4:18-22). Attirò Levi con la forza magnetica dell’amore divino (Luca 5:27-28): quell’egoista esattore di tasse scoprì “quale amico aveva in Cristo”: Il discepolato è prima di tutto insegnamento. Matteo ci parla dei grandi discorsi di insegnamento di Gesù (vedere Matteo 5-7 e 21:28-25:46). I discepoli di Gesù stavano in primo piano ad ascoltare il Signore mentre ammaestrava le folle. Essi coglievano ogni Sua parola, ed osservavano le reazioni degli ascoltatori. Non si trattava di aridi seminari sui principi dell’insegnamento. Questo aspetto dell’opera di Gesù colpì il pensiero di Nicodemo, egli stesso un insegnante degli Ebrei (Giovanni 3:10). L’addestramento è diverso dall’insegnamento. Nella prima lettera al suo discepolo Timoteo, Paolo fa luce su questa distinzione. In 2 Timoteo 3:16, fa una distinzione tra l’insegnamento e l’addestramento, interponendovi altri due concetti: la riprensione e la correzione. Il cambiamento di vita (a cui si riferiscono i due termini) è strettamente collegato all’insegnamento. È quando sono presenti anche la riprensione e la correzione che l’insegnamento diviene addestramento (o educazione) alla giustizia. Prova ad iniziare l’addestramento del nuovo credente con una panoramica dell’Antico Testamento. Puoi fare dei paragoni col Nuovo Testamento mentre consideri il contenuto dell’Antico. Potresti portare come esempio il contrasto fra i Salmi ed il libro dei Proverbi. I Salmi tra- Tavola 5: Elementi chiave del discepolato 115 L’ISLAM INTORNO A NOI boccano di insegnamenti dottrinali su temi come la persona di Dio, l’adorazione a Dio ed il peccato dell’uomo. Il libro dei Proverbi racchiude elementi essenziali di questi insegnamenti sotto forma di aforismi, che si fissano indelebilmente nella mente del lettore di cultura orientale, come il miele dei tipici dolcetti arabi si fissa al palato. Quello dei Salmi è un libro di insegnamenti sull’adorazione e la preghiera. Proverbi mette maggiormente in risalto tali insegnamenti nel contesto delle innumerevoli vicende quotidiane. La comunità è il luogo dove il nuovo credente può ricevere aiuto. I discepoli di Gesù formarono la comunità a cui Gesù fa riferimento in Matteo 16:18: «Su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte dell’ Ades non la potranno vincere». Egli si riferì a se stesso come pietra angolare (sulla quale sarebbe stata edificata la comunità di discepoli) e Pietro quale conduttore. Quel gruppetto sparuto si sarebbe espanso grandemente per l’opera dello Spirito Santo, fino a diventare quella Chiesa di cui leggiamo gli sviluppi nel libro degli Atti. La testimonianza attiva è un ulteriore elemento fondamentale del discepolato. L’apostolo Giovanni usa spesso questo termine nei suoi scritti. Seguite la narrazione di Giovanni e scoprirete come i Dodici passarono dalla condizione d’apprendisti a quella di testimoni. Essi avevano nel cuore e nelle mani un imponente messaggio di perdono (Giovanni 20:23): «A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti». Le ultime parole di Gesù a discepoli echeggiano come lo squillo di una tromba: Seguimi! (Giovanni 21:19, 22). Essi Lo seguirono perché, Lui in precedenza aveva seguito loro, insegnando e addestrandoli personalmente. Il processo del discepolato Insegnare la verità di Dio Noi testimoniamo agli amici musulmani perché è Gesù che ci manda. 116 IL DISCEPOLATO Considerate di nuovo Grande mandato nella versione di Matteo. Gesù dice: «Ogni potestà in cielo o e sulla terra mi è stata data. Andate e fate discepoli di tutte le nazioni» (Matteo 28:18-20). Come fanno i nuovi discepoli a crescere nell’obbedienza per adempiere tutto ciò che Cristo ha comandato (28:20)? Si tratta di prendere posizione per Lui e seguirlo nel battesimo, come Gesù stesso comanda al versetto 19. Anche l’insegnamento ha un ruolo vitale e può esser svolto discepolando la persona a tu per tu. I nuovi discepoli ricevono insegnamento nella chiesa locale e nei gruppi di studio familiari. La crescita nella dottrina e nella vita cristiana ha un ruolo fondamentale nella preparazione al battesimo che seguirà (vedere il versetto 20). I nuovi credenti devono imparare e disimparare allo stesso tempo. Molti vengono a Cristo carichi di concetti negativi riguardo a Cristo e alla Bibbia. Altri invece, sono semplicemente “ignoranti”, nel senso che non sono mai stati istruiti riguardo a Dio. Devono, inoltre, formarsi delle nuove abitudini. L’apostolo Paolo parla a Tito della sana dottrina (Tito 1:9, 2:2). Il contesto di questi versetti affronta problemi pratici come la pigrizia, gli imbrogli e la maldicenza. La sana dottrina scaturisce dalla «conoscenza della verità che è conforme alla pietà» (Tito 1:1). Chi deve ammaestrare i nuovi convertiti dall’islam? Tu devi farlo, in quanto amico del neo convertito. Egli potrebbe sentirsi a disagio nell’ambito di una chiesa tradizionale. Pur vivendo in occidente, molte volte accade che la comunità musulmana o la famiglia faccia pressione su di loro se li vedono coinvolti apertamente in una chiesa cristiana. In 2 Timoteo 3:15 , vediamo come Timoteo, discepolo di Paolo, conoscesse «fin da bambino le Sacre Scritture». Paolo poi evidenzia il ruolo vitale delle Scritture nell’insegnamento e nell’addestramento. Per mezzo di tali strumenti, i nuovi credenti vengono guidati in «ogni opera buona» (2 Timoteo 3:16). Potresti avviare un piccolo gruppo di studio biblico ed inserirvi il nuovo credente. Forse è meglio, all’inizio, incontrarlo a tu per tu, senza gli altri. Durante questi incontri più confidenziali l’amico potrà condividere i suoi pesi personali e metterli in preghiera, esaminare con te dei brani biblici 117 L’ISLAM INTORNO A TE ed imparare a studiare la Bibbia da solo. Imparare a memoria alcuni versetti della Bibbia aiuterà il nuovo credente a serbare nel cuore la Parola di Dio. Lo terrà lontano dal peccato e acquisterà più fiducia in se stesso quando testimonierà ad altri (Salmi 119:9, 11, 97, 105; cfr. Apocalisse 12:11). Della memorizzazione di versetti ne parleremo più avanti. Addestramento all’evangelizzazione e al discepolato A proposito di quest’importante soggetto, non c’è niente di meglio che leggere i Vangeli con uno spirito di preghiera ed imparare da essi. Nei Vangeli vediamo che Gesù chiamò i Suoi discepoli perché stessero con Lui. Nota in Matteo 4:18-22 come il seguire Gesù fosse un aspetto fondamentale. Lo vediamo anche in Giovanni 1:35-50. I discepoli lo seguivano dappertutto; in questo modo, erano spettatori di prima mano della Sua vita di preghiera e dell’enorme peso che aveva per il prossimo. E ricevettero la Sua stessa visione per l’opera evangelica. In seguito, Gesù mandò i Dodici, poi i Settantadue (Luca 9 e 10). Il ciclo vitale spirituale ripartì da capo: concepimento, nascita, crescita e frutti. I discepoli di Gesù conquistarono le persone che avevano intorno e le addestrarono. Non c’è da meravigliarsene: lo avevano visto fare al Signore. Acquisire uno stile di vita biblico C’era un ministro a tempo pieno fra i musulmani che trascorreva molto tempo nelle loro case. Il tavolo della sala da pranzo era diventato praticamente il suo ufficio. Anche tanti musulmani gli facevano visita a casa. Un giorno, mi domandò a bruciapelo: “John, conosci per caso qualche famiglia musulmana che sia davvero felice? Io non ho mai visto una famiglia dove ci siano unità, rispetto e buone relazioni.” La sua domanda mi colse di sorpresa. Eppure, da poco anch’io e mia moglie eravamo giunti alla stessa conclusione. Una famiglia musulmana potrà mostrare grande calore nei tuoi confronti perché sei un ospite. Li vedi darsi da fare per altri familiari ed i loro vicini di casa in faccende pratiche. Ma nel loro ambiente domestico la gioia e la pace sono spesso assenti. 118 IL DISCEPOLATO Queste considerazioni ci rivelano quanto sia importante trascorrere del tempo con il tuo amico. Magari vorrai studiare con lui i Patriarchi, dal libro della Genesi. Man mano che il nuovo convertito studia le famiglie nel contesto biblico con tutti i difetti che avevano, comprenderà meglio qual sia il modello divino per una vita domestica secondo Dio. Paolo, in Efesini 5:21-6:4 ci istruisce riguardo a genitori, figli, mariti e mogli. I giovani credenti possono imparare molto se hanno modo di osservare l’influenza di Cristo nella nostra vita familiare. Diverranno a loro volta nostri imitatori nel momento in cui si sposeranno ed avranno figli propri (Efesini 5:1). Le organizzazioni musulmane spesso criticano aspramente l’occidente per l’immoralità dilagante. I nostri film, le nostre riviste ed altri mass media non fanno altro che contaminare la società con depravazione e malcostume. Ma basta grattare la superficie della facciata religiosa dell’Islam per scoprire che anche lì esiste lo stesso livello di corruzione. I nuovi credenti e coloro che sono ancora giovani nella fede vengono traviati sia dalla cultura occidentale che da quella orientale. Ma quando viviamo una vita secondo i dettami biblici, essi vedono Cristo in noi. Desiderano ardentemente emulare Colui che «ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave» (Efesini 5:2). Preparare l’ambiente adatto per far fronte ai bisogni 1 Giovanni 1:3 ci dice: «Quello che noi abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi» I plurali usati da Paolo nella sua lettera agli Efesini sottolineano la stessa verità. Si deve crescere in un contesto cristiano non composto da un solo credente, ma da molti. Alcuni anni fa, lavoravo con una piccola squadra evangelica in una grande città francese. Said giunse alla conoscenza di Cristo. Tutti quanti cercammo di adattare le nostre attività per assecondare il bisogno di crescita spirituale di questo giovane, che era alla ricerca di un ruolo speci- 119 L’ISLAM INTORNO A TE fico nella vita. Le scampagnate, le partite di calcio ed interminabili scorpacciate a base di pizza, biscotti e coca cola vi contribuirono notevolmente. La vita di gruppo dei giovani della chiesa ebbe un ruolo fondamentale nella sua crescita, e la sensibilità della chiesa favorirono l’integrazione di Said come membro effettivo. Questo gruppo di giovani esercitava un fascino magnetico su di lui. Sostenere le persone con l’intercessione nei periodi di difficoltà Già in precedenza abbiamo esaminato l’importanza della preghiera. Stai sicuro che prima o poi, l’amico attraverserà periodi particolarmente difficili.I convertiti dall’Islam porranno delle domande alle quali si dovrà dare una risposta. Può succedere che, al momento del rifiuto da parte di familiari e amici, la persona si allontani per un periodo. Ma avrà sempre bisogno delle nostre preghiere. Vi ricordate quante volte Paolo, in riferimento al combattimento spirituale, rammenta la preghiera più di qualsiasi altra cosa (vedi Efesini 6:18-20)? Solo in tre versetti la preghiera è citata ben cinque volte e ci rivela quanto egli, da grande apostolo che era, avesse un urgente bisogno di preghiera. Ci fu un periodo in cui presi l’impegno di pregare per un gruppo di musulmani molto ricettivi. Tutti i giorni, dopo pranzo, pregavo per loro. Ma, per qualche motivo, cominciai a venir meno a questo modesto impegno di intercessione. Alcuni di questi amici iniziarono a sperimentare particolari attacchi e fallimenti. Ora capisco che avvenne tutto questo perché non li avevo sostenuti in preghiera quanto avrei dovuto. La preghiera rimane un aspetto fondamentale per un buon discepolato. Essa ebbe un ruolo importante nel mio lavoro con Sami. Egli stava vivendo problemi in famiglia, oltre ad un problematica persistente sul lavoro. Era necessario, quindi, mettersi al lavoro ed intercedere seriamente. Le pratiche occulte nel passato di Sami costituivano un altro fattore da combattere in preghiera. Abbiamo già considerato alcuni elementi dell’insegnamento perfetto che Gesù diede ai 120 IL DISCEPOLATO discepoli in Giovanni 13-16. Si può chiamare questo passaggio: “Discorsi nell’Alto Solaio”. Vi ricordate come il Signore stesso si mise a pregare dopo aver istruito i discepoli? Lo vediamo in Giovanni 17, quando pregò per i suoi. Il discepolato non può aver luogo se non c’è un fondamento solido di intercessione. Cooperare quando il discepolo diventa collaboratore Dawson Trotman, fondatore dell’organizzazione The Navigators25, sottolinea che “siamo nati per riprodurre”. Si impartiscono personalmente ai nuovi convertiti i primi elementi della vita cristiana e li aiutiamo dal punto di vista pratico. Forniamo loro un modello di vita cristiana proprio come fece Gesù per i Dodici. Di conseguenza, essi crescono e divengono parte di una chiesa locale. I Dieci Comandamenti in Deuteronomio 5:6-21, ci offrono un modello per la vita di obbedienza a cui il popolo di Dio è stato chiamato. Inoltre, Deuteronomio 6:4-9 ci insegna come istruire i nostri amici passando del tempo con loro. Essi vedranno che Dio è davvero Uno. Questo concetto va ben oltre quell’unità statica, teorica, del dio sconosciuto del Corano. Notate le parole seguenti : «li inculcherai ai tuoi figli» (Deuteronomio 6:7). Ciò si applica sia ai figli naturali (giacchè il popolo di Dio si riproduce), sia ai figli spirituali, ovvero, coloro che verranno ammaestrati in seno alla famiglia di Dio. Tavola 6: Alcuni falsi insegnamenti dell’islam 121 L’ISLAM INTORNO A TE I bisogni particolari dei convertiti dall’islam Un nuovo cristiano, proveniente dall’islam, avrà un bisogno particolare di sano insegnamento biblico e vera amicizia. Perché il discepolato risulta così importante, specialmente per i più giovani? Il credo islamico insinua in profondità nei cuori dei giovani musulmani vari insegnamenti che sappiamo essere falsi. Uno di questi si apre con queste parole: “Attesto che non c’è nessun Dio al di fuori di Allah”. Il problema è che questo dio non è il Dio della Bibbia. Dio è il nostro Padre celeste, colui che Gesù, più volte, ha chiamato “Padre”. La professione di fede continua con: “Io Attesto che Maometto è l’Apostolo di Dio”. La visione che il musulmano ha di Maometto finisce per eclissare quella di Gesù Cristo. L’insegnamento biblico e l’addestramento spirituale sono elementi che forniscono un rimedio a questa miopia spirituale. Man mano che i nuovi credenti ricevono insegnamento, la loro visione viene corretta. Riescono a percepire le realtà spirituali più distanti, e non soltanto le cose materiali che hanno davanti. Un nuovo convertito ha bisogno di insegnamenti specifici ed esatti per neutralizzare i falsi insegnamenti dell’islam. Matteo 28:18-20 parla di come dobbiamo camminare: insegnando (il verbo, nell’originale greco è un participio, non un imperativo). Le molte lettere neotestamentarie ci forniscono “lenti correttive” per molti problemi pratici che spesso si presentano nella vita cristiana. I navigatori sono conosciuti a livello mondiale per il loro obiettivo di discepolare individualmente uomini e donne. Forniscono del materiale eccellente, tra cui un sistema per memorizzare le Scritture per argomento26. Dio si è servito di questo loro metodo per edificarmi personalmente, e per costruire solidi fondamenti spirituali nelle vite di vari amici nordafricani entusiasti per Cristo. Anche i libretti sul discepolato sono di grande aiuto. In Francia ed a livello mondiale, vengono usati anche per l’addestramento e l’istruzione di nuovi credenti provenienti dal mondo musulmano. Citiamo anche i materiali di Campus Crusade for Christ. Alcuni di questi studi sono disponibili in arabo ed altre lingue. 122 IL DISCEPOLATO La “Arab World Ministries Radio School of the Bible” di Marsiglia (Francia) dispone di dieci corsi, in francese ed arabo, scritti da un team di esperti nell’evangelizzazione dei musulmani. La memorizzazione delle Scritture si rivela utilissimo per smantellare i falsi concetti impiantati dal nemico durante i primi anni di vita dell’individuo. Una sorella in Cristo si trovò avvinghiata dalla tentazione. Riscontrava problemi nel nucleo familiare ed opposizione dalla parentela più estesa. Riuscì a vincere le tentazioni ricordandosi dei versetti che aveva memorizzato poco dopo la conversione. Solo la verità di Dio ha potuto fornirle l’unica risposta valida alle menzogne di Satana. Un’altra cristiana stava attraversando una depressione profonda, con l’opposizione aspra della madre e delle sorelle che alimentava le sue angosce. Ma Dio portò luce nel tunnel in cui era sprofondata. Mentre era in vacanza, incontrò un pastore che le disse di mettere per iscritto per ben cinquanta volte gli ultimi versetti di Romani 8. Le tenebre si dissiparono man mano che i raggi luminosi dell’amore divino si facevano strada in lei. Vari amici credenti trascorsero del tempo con lei in preghiera, incoraggiando la sua fede. Alcuni musulmani usano il Corano come amuleto. Coloro che sono cresciuti in una nazione islamica di certo ne avranno memorizzate alcune parti. Una volta, durante una riunione cristiana, una credente recitò a memoria un brano coranico che aveva imparato da bambina. Oggi Dio sta usando questa donna, assieme a suo marito, poiché ha rimpiazzato l’insegnamento ricevuto da piccola con quello della Parola di Dio. I forti legami familiari e comunitari In un capitolo precedente, abbiamo parlato della forte influenza che la famiglia esercita su coloro che nascono e crescono nell’Islam. I due esempi di cui sopra sono significativi al riguardo. Quando un giovane proveniente da un ambiente musulmano diviene figlio di Dio si spostano, letteralmente, da una famiglia all’altra. Può succedere che la famiglia non rappresenti più “un albero su cui appoggiarsi”. Il nostro com- 123 L’ISLAM INTORNO A TE pito è di essere vicino al neo convertito, che sappia che noi ci siamo. Potrebbero esserci lunghi periodi tranquilli. Ma prima o poi, arriveranno momenti in cui c’è bisogno di te, magari come babysitter, o per mettergli a disposizione la tua casa per una vacanza. O magari lavorare coi loro bambini facendogli da nonno. Magari condividere alcuni ottimi libri cristiani che ti hanno aiutato. Una nostra sorella francese in Cristo lo ha fatto per dieci anni con una signora; non c’è da sorprendersi, dunque, se quest’ultima sia tornata a Cristo, dopo essersene allontanata per anni. Uno potrebbe pensare: “La mia amica mi ha abbandonata, dopo tutto ciò che ho fatto per lei”. Anche se fosse così, potesti lo stesso continuare l’amicizia attraverso la preghiera. Ed ecco che un giorno Dio ti dà nuovamente un ruolo chiave nella sua vita. Riflettiamoci: Non vale la pena di fare tutto ciò per una sola persona, per un fratello o una sorella in Cristo? Giovani donne provenienti da famiglie musulmane hanno particolarmente bisogno di una buona amica. Tutti i nuovi credenti hanno bisogno di qualcuno su cui contare, una persona che li ascolti e li accetti, con tutto il loro bagaglio di difficoltà Considera la storia di re Saul, primo re d’Israele. Più di una volta il mondo dell’occulto lo aveva deluso profondamente. Il suo regno era impostato sull’orgoglio spirituale e la disobbedienza. Praticamente il suo regno ebbe fine in seguito all’incontro forzato con la strega di Endor (1 Samuele 28). Più di un giovane convertito dall’islam è caduto a causa di pressioni spirituali occulte esercitate dai familiari. Dobbiamo tener presente che, purtroppo, non sempre riusciamo a raggiungere i nostri obbiettivi nel discepolato. Magari avessi conosciuto Ahmed prima. È più facile impartire insegnamenti ed esempi al neo convertito sotto i quarant’anni (al contrario di Ahmed). Un missionario mi fece notare che i Dodici, ai tempi in cui Gesù iniziò ad ammaestrarli, erano sicuramente giovani d’età. Di certo, non c’era rischio di un riflusso negativa tipico di chi ha la mente satura di insegnamenti errati, come l’islam. Talvolta mi domando se la famiglia di Ahmed non abbia praticato riti di stregoneria sulla sua persona. Forse 124 IL DISCEPOLATO le forze demoniache lo tengono legato proprio in quelle aree non ancora sottomesse a Cristo. Dobbiamo ora considerare un altro argomento: il matrimonio interculturale. Un credente proveniente dall’islam viene a contatto con credenti di altre culture grazie alla vita di chiesa. Si creano dei rapporti interpersonali ed uno di questi potrebbe sfociare nel matrimonio. Nel tuo ministero di discepolato, potrebbe rendersi necessaria un lavoro di consulenza e preghiera con persone coinvolte in questo tipo di relazione. Non si dovrebbero scoraggiare i matrimoni misti, ma è necessario consigliare alle persone che vogliono fare un simile passo di rifletterci molto seriamente e non prendere la cosa alla leggera. Uno dei (pochi) in circolazione che affronta l’argomento è Love Across Latitudes27 (in lingua inglese) di Janet Fraser-Smith. Molta sofferenza si sarebbe potuta evitare se le persone fossero state discepolate anche in quest’area. Un modello di forti relazioni interpersonali Molti occidentali concedono il loro tempo ad altri con il contagocce. I rapporti interpersonali in Oriente, invece, non hanno limiti di tempo sono molto informali. Per questo, al neo convertito va dedicato del tempo, attraverso un processo di discepolato individuale. Considerate di nuovo il modello che troviamo in Giovanni 1:35-39. I discepoli di Giovanni Battista vennero alla conoscenza di Gesù per mezzo di Giovanni. Il Vangelo fluì da amico a amico (Giovanni 1:40-51). Esaminiamo brevemente più da vicino questo principio: nel suo Vangelo, l’apostolo Giovanni, seppur indirettamente, ci mostra un principio molto importante per il discepolato. Avete notato la catena di eventi che si vanno sviluppando dall’inizio? Prima di tutto, Giovanni collega Dio con la Parola, ossia il Cristo. Questo collegamento viene espresso con una metafora familiare: Padre e Figlio. Poi, troviamo Giovanni che battezza suo cugino, Gesù di Nazaret. Il giorno seguente, Giovanni il Battista si trovava con due suoi discepoli (Giovanni 1:35); uno era 125 L’ISLAM INTORNO A TE Andrea, fratello di Simon Pietro. «Per prima cosa Andrea trovò suo fratello Simone e gli riferì: “Abbiamo trovato il Messia”» (Giovanni 1:41). Poi Filippo trovò Natanaele. A quel tempo, i rapporti di parentela costituivano una parte importante della vita quotidiana. L’attuale mondo occidentale è ben diverso. I legami familiari sembrano dissolversi a causa di frequenti trasferimenti, problemi di disoccupazione e divorzi. Mia moglie ed io facemmo discepolato con una famiglia di origine orientale. Io andavo avanti con il mio insegnamento, felice di scoprire assieme a loro la Bibbia nella bella lingua araba. Mia moglie mi ricordò più di una volta che il marito aveva bisogno di risposte a delle domande strategiche. Loro parteciparono con noi a varie attività familiari, vedendo così dei modelli da seguire. Partendo da questa “cellula” cristiana, essi raggiunsero con il vangelo familiari e parenti musulmani. Giovanni battezzò suo cugino e Andrea trovò suo fratello: in preghiera dobbiamo cercare di dare una risposta alle domande dei nostri amici. Ciò è possibile soltanto nell’ambito di un rapporto interpersonale. Essi, a loro volta, diffonderanno il Vangelo lungo la rete familiare. La mancanza di opportunità per sviluppare doti intellettuali Alcuni musulmani in occidente sono costretti a vivere in abitazioni povere. Crescono con altri giovani che non sono motivati a studiare. I genitori spesso non sanno leggere o scrivere la nuova lingua del paese ospitante e quindi di libri ne circolano pochi in famiglia. Nella scelta del tuo programma di insegnamento, dovresti tener conto delle capacità intellettive del discepolo e adattarlo di conseguenza. Potresti scoprire che il tuo amico cresce intellettualmente attraverso lo studio della Bibbia. Nel libro che porta il suo nome, Giobbe chiede: «Ma la saggezza, dove trovarla? Dove è il luogo dell’intelligenza?» (Giobbe 28:12). In uno dei versi più significativi delle Scritture, egli 126 IL DISCEPOLATO risponde: «Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede» (Giobbe 28:23). Può darsi che i nuovi discepoli non abbiano mai studiato seriamente in vita loro. Tutto ad un tratto, si scoprono motivati, affamati ed assetati di giustizia. Tu rimarrai entusiasta quando scoprirai che la Bibbia rappresenta per loro il primo vero libro di studio. Un giovane americano iniziò a tenere conferenze su come gestire i conflitti giovanili. La gente andava in massa ad ascoltarlo. Egli raccontò ad una vasta assemblea di come, qualche anno prima, avesse incontrato difficoltà nei suoi studi. Poi aveva iniziato a memorizzare le Scritture, tanto che, al termine, risultò il primo della classe. Dopodiché, Dio prese ad usarlo potentemente. Non puoi mai sapere chi o che cosa diventerà in futuro quel discepolo che ora stai ammaestrando. L’insegnante di scuola domenicale di D.L. Moody addestrò con pazienza i suoi ragazzi. Non immaginava minimamente che cosa sarebbe diventato uno dei suoi discepoli. Forse hai sempre sentito parlare del musulmano come una persona apparentemente dura e insensibile. Ma Dio potrà stupirti col modo in cui Egli userà il tuo discepolo una volta divenuto «capace di insegnare ad altri» (2 Timoteo 2:2). Il libanese Nabil Jabur descriveva se stesso come uno che “inizia le cose senza portarle mai a termine.” Poi incontrò un americano che aveva fiducia in lui. Nabil, incoraggiato da questa dimostrazione di fiducia, imparò a memoria i 108 versetti del The Navigators Topical Memory System. Varie persone conquistate a Cristo in Europa sono poi diventate grandi leader nell’opera di Dio nelle nazioni d’origine dei genitori. E, dobbiamo dirlo, si tratta di persone che, fin da piccoli, avevano avuto grosse difficoltà d’apprendimento. Il loro sviluppo spirituale ebbe inizio con delle espressioni molto pratiche dell’amore cristiano. Missionari svizzeri e francesi insegnarono loro un mestiere, oltre alla Bibbia, e diventarono idraulici e carpentieri. Oggi questi uomini hanno una testimonianza raggiante, ed un lavoro stabile. 127 L’ISLAM INTORNO A TE Doni particolari per l’evangelizzazione I neo cristiani provenienti dall’islam comprendono il proprio mondo d’origine. Ciò si applica alla forze spirituali all’opera in mezzo al popolo musulmano, argomento già considerato nel capitolo precedente. Si applica anche a consuetudini familiari e religiose (anche questo, già trattato in precedenza). Quindi, senza esagerare, possiamo dire che essi rappresentano i migliori evangelisti in questo campo. Cerchiamo ora di allargare il discorso. L’islam è un fenomeno di vasta portata. I musulmani sentono di far parte di un movimento mondiale e questo è vero, anche quando non praticano affatto l’islam. Un nuovo credente in Cristo, proveniente da tale sfondo culturale, trae ancora vantaggio dal fatto di averne fatto parte. Inoltre, c’è sempre un senso d’estraneità in coloro che non hanno mai fatto parte di una comunità musulmana; quindi, per un non musulmano potrebbe essere necessario molto tempo per addentrarsi in quella realtà. Il tuo amico , invece, è già parte di esso. Infine, la seconda generazione ha una cultura a sé, che inizia dalla porta di casa. Potrebbe rassomigliare più o meno alla tua. Una volta varcata la soglia di casa loro, ti ritrovi in una realtà completamente sconosciuta. Non potrai mai sentirti completamente a tuo agio in quell’ambiente quanto il tuo amico. Dato che i convertiti dall’islam comprendono la propria cultura e religione d’origine, risulteranno anche le meglio equipaggiate per guadagnare un musulmano a Cristo. Il discepolato e l’amicizia Riassumendo, vorrei sottolineare un aspetto fondamentale del fare discepoli. L’ammaestramento efficace di un giovane credente in Cristo trae forza dal fondamento dell’amicizia. L’amicizia tra Davide e Gionatan ci offre una illustrazione valida per comprendere questo aspetto (1 Samuele 18:1-4 e 20:1-42). Dio operò potentemente, per mezzo della loro alleanza spirituale - una fusione di anime sotto lo 128 IL DISCEPOLATO sguardo divino. Quell’amicizia, unica nel suo genere, costituì un fondamento per l’intero regno di Davide. Perdurò sotto grandi prove. Qualunque processo di discepolato deve passare per lo stesso crogiolo. Prendi nota dei comportamenti contrapposti che vediamo in questo bel racconto biblico: . Saul perseguitò e rigettò Davide. Gionatan, al contrario, rimase al suo fianco in veste di amico fedele. . Gionatan era il migliore amico di Davide e, allo stesso tempo, figlio del peggior nemico di Davide, re Saul. . Il padre di Gionatan lo rigettò a causa dell’amicizia con Davide. Eppure, essa rimase salda. Questa narrazione che troviamo nell’Antico Testamento dimostra il nesso fra amicizia e discepolato. Chiedi a Dio il coraggio di osare e stringere amicizia con un musulmano che si sta avvicinando a Cristo. In seguito, Egli ti darà la gioia di addestrare un discepolo. Materiale aggiuntivo e di supporto per il discepolato Esiste una gran quantità di materiale in inglese, arabo e francese per coadiuvarti nell’opera di discepolato. Una parte può essere usato assieme all’amico/amica. Altre risorse sono concepite per il tuo uso individuale, per la riflessione su questioni inerenti al discepolato. L’Appendice ti guiderà nella ricerca per scoprire lo strumento a te più confacente. Una guida al discepolato È disponibile una guida dal titolo Discipleship in Islamic Society, a cura di Samuel P. Schlorff. Si tratta di uno strumento dottrinale sviluppa- 129 L’ISLAM INTORNO A TE to dalla “Arab Word Ministries” che tiene presente le realtà vissute dai cristiani d’origine araba. Corsi di livello intermedio La “Arab World Ministries” ha prodotto una serie di dieci studi biblici formali, ideati in particolar modo per il nuovo credente di provenienza islamica. I titoli dei corsi, disponibili in francese ed arabo, sono: . Panorama della Bibbia . Camminare nella luce (1 Giovanni) . Le risorse del cristiano . La Chiesa . La persecuzione . I rapporti del credente . Credenze basilari . Etica cristiana . Combattimento spirituale . Servizio cristiano Si tratta di studi biblici basilari, molto semplici da capire, prodotti e distribuiti in Francia, affinché i nuovi convertiti possano studiare e crescere. I credenti più maturi nella fede potranno seguire questi studi con lo scopo di insegnarli ad altri. Sono disponibili in francese ed arabo, ma non ancora in inglese o italiano. Il metodo della narrazione Anche in italiano, in un formato ancora provvisorio, sono stati concepiti degli studi biblici che seguono l’approccio cronologico sviluppato da Trevor McIllwain della New Tribes Mission28. Il vantaggio di tale 130 IL DISCEPOLATO metodo è che esso va al di là della semplice presentazione di principi biblici, e va a scrutare Dio all’opera. Scoprirai che il tuo amico tende a ragionare in termini di atti, non di principi analitici. Un altro strumento utile è The Visualized Bible, che presenta, tra l’altro, un’approccio basilare e visivo all’insegnamento. Discepolare i bambini Spesso i bambini ricevono Cristo nel club o circolo cristiano di quartiere. Essi costituiscono una percentuale notevole delle comunità musulmane in occidente. In che modo possiamo discepolarli? Le famiglie esercitano su di loro un grande controllo, come è normale che sia. Ciò può portare ad una perdita di contatto con questi neo convertiti così fragili. Una possibile soluzione potrebbe essere quella della creazione di un centro ricreativo dove bambini e giovani di tutte le età possono sentirsi a casa. Un’altra possibilità, già molto sfruttata fra bambini e adolescenti occidentali, potrebbe essere quella della realizzazione di campeggi per minori di origine musulmana. Così facendo, i genitori si sentiranno tranquilli e fiduciosi che i loro bambini sono coinvolti in un sano programma ricreativo. I bambini potranno lasciarsi dietro alle spalle l’ambiente nocivo delle case popolari e trovare ristoro, per qualche giorno, all’interno di un ambiente evangelico. Si può proporre un programma che stimoli la memorizzazione sistematica delle Scritture, con dei premi in palio, tipo una gita per chi riesce a memorizzare una grande quantità di versetti e brani biblici. La semplicità del discepolato Un'illustrazione di Huck Finn è apparsa qualche tempo fa sulla copertina del Giornale del discepolato29. Puoi ricordare di Mark Twain colui che ha scritto di Huck che è andato giù il fiume Mississippi su di una zattera con il suo compagno nero Jim. La loro amicizia era unica. il 131 L’ISLAM INTORNO A TE periodico puntualizzò su di essa. Il vero discepolato è amicizia e sincerità. Cerca le sue radici nel percorso dell’amore di Cristo. Il percorso alla montagna del successo può attraversare la foresta scura dell’inaspettato. La preghiera fedele e l’amicizia duratura, comunque, portano grandi frutti al regno di Dio. Per la riflessione 1. Che cosa ci insegna l’esempio di Gesù nel Suo interagire coi discepoli, riguardo all’aiuto che dovremmo offrire ad un convertito dall’islam? 2. Quali sono i cinque bisogni spirituali di base nella vita di questo nuovo credente, che Dio mi ha affidato, affinché io ne faccia un discepolo? Quali principi biblici potranno essere di aiuto per l’amico/amica? Per la pratica Passa del tempo con un cristiano che ha esperienza nell’addestramento di cristiani di origine islamica. Quali materiali usa? Che cosa posso imparare di positivo (o di negativo) da lui? Per l’approfondimento 1. Come si correla il tuo ministero fra musulmani e la tua chiesa locale? 2. Rifletti sulla vita familiare del tuo amico. L’ascendente, nei rapporti familiari, è sempre un fattore importante da tener presente; nel suo caso, si tratta di un fattore positivo o negativo? In che modo si riflette nella tua amicizia? 3. In che modo la tua vita familiare riesce a toccare il tuo amico? In 132 IL DISCEPOLATO che modo potresti inserire la questione dei valori familiari cristiani nel tuo insegnamento? 4. Proverbi è un buon libro per affinare i rapporti interpersonali. Tutti quanti abbiamo da crescere in quest’aspetto. Medita su questi proverbi e pregaci su: . «Tutti sono amici di chi fa doni» (19:6). . «Un amico ama in ogni tempo» (17:17) . «Chi ama ferisce, ma rimane fedele» (27:6). . «Il ferro affila il ferro; così un uomo affila il volto del suo compagno » (27:17). 5. Come puoi portare avanti, nel contesto della chiesa locale, la tua opera di discepolato? La tua chiesa locale è la squadra d’appoggio di cui hai bisogno nel ministero e nella quale si trovano il sano insegnamento e l’adorazione che gettano, poi, le fondamenta della vita dei nuovi convertiti al Signore Gesù Cristo. Note: 24Waldron Scott, in passato membro dell’organizzazione The Navigators (I navigatori), ne fornì una definizione eccellente durante un seminario condotto in Marocco alla fine degli anni ‘60: «Il discepolato è quel processo attraverso cui un credente riceve costante attenzione personale e individuale, dal momento della sua nascita spirituale fino a quando viene stabilito in un cammino cristiano di riproduzione spirituale». 25The Navigators (i navigatori) è un’organizzazione evangelica per il discepolato anche attraverso lo studio biblico e la memorizzazione delle Sacre Scritture. Inizialmente lavorava fra marinai. Da qui il nome originale in lingua inglese. 133 26Il loro sistema, che forse qualcuno fra i lettori potrà già conoscere, si chiama The Navigators’ Topical Memory System. 27Janet Fraser-Smith, Love Across Latitudes. Middle East Media. 28La New Tribes Mission opera fra gruppi etnici tribali che necessitano ancora di un’opera pionieristica e la fondazione di chiese locali. Il loro libro Firm Foundations: From Creation to Christ è stato adattato per l’Italia da credenti a Rovigo a Roma. Per ulteriori informazioni, scrivere ad HYPERLINK mailto: [email protected] [email protected] oppure contattare Andrea Diprose presso l’Istituto IBEI di Roma: IBEI – Via del Casale Corvio, 50 – 00132 ROMA. 29Problema 134 n°15, 1983. 8 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE Il risultato finale della nostra testimonianza sarà l’inserimento del neo convertito in un gruppo: una chiesa locale che predichi il Vangelo della grazia. I neo convertiti dall’islam dove potranno trovare la loro comunità? Come già visto, il concetto di comunità (umma) è profondamente radicato nel cuore del musulmano, giovane o anziano che sia. Alcuni ricordano con nostalgia quel senso d’appartenenza alla comunità quando ritornano in vacanza nel paese d’origine. I più giovani hanno potuto sperimentare in parte questa sensazione attraverso i ricordi d’infanzia con zii e zie. La chiesa locale può rimpiazzare in qualche modo questa umma che vanno ricercando, dopo la conversione? Il fatto che i membri di una chiesa parlino una lingua diversa dalla loro, può costituire un problema? Spesso, io e mia moglie abbiamo avuto l’opportunità di tornare, per brevi periodi, in Nord Africa, dove abbiamo vissuto per cinque anni. Ogni viaggio ci ha resi più consapevoli dei conflitti culturali e spirituali vissuti dai nuovi convertiti. L’integrazione in una chiesa locale Quando costruiamo un mobile, arriviamo gradualmente al punto in cui una parte del mobile dovrà incastrarsi in un’altra. Dunque, andiamo a cercare la colla più adatta per far combaciare i due pezzi. Ora, dobbiamo chiederci: in che modo io e te possiamo fare da ponte tra la nuova comunità, la chiesa locale, ed il nuovo credente in Cristo? Come aiutare i nostri amici ad integrarsi nella comunità cristiana? Come si rapporteranno adesso queste nuove creature (2 Corinzi 5:17) con la comunità islamica di provenienza? Come evitare di cadere in quell’errore nel ministero, definito da qualcuno evangelizzazione estrattiva30? L’ISLAM INTORNO A TE 1 Giovanni 1:3 getta luce su questa difficoltà ricorrente nell’opera evangelica fra i musulmani. Il versetto afferma: «Quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio Suo, Gesù Cristo.» Giovanni prosegue il discorso parlando della gioia. La gioia, tra le cose indispensabili, è una rarità tra le nella realtà in cui vivete sia tu sia il tuo discepolo. La comunione fraterna (koinonia) costituisce l’ambiente naturale della chiesa, la dimostrazione visibile della umma di Dio. Notate che l’apostolo Giovanni usa pronomi plurali quando parla della testimonianza. Leggiamo: «Noi annunziamo a voi quello che noi abbiamo visto e udito. » La testimonianza è un impegno di squadra. Il risultato finale della nostra testimonianza sarà l’integrazione del credente in un gruppo di cui entrerà a far parte. Qui il neo credente troverà la gioia di cui parla l’apostolo Giovanni ed anche un senso di completezza. Due questioni pungenti sottolineano l’importanza di tale aspetto. Innanzitutto, molti convertiti a Cristo diventano il bersaglio dell’ostracismo della famiglia. In secondo luogo, troppo spesso constatiamo che questi nuovi fratelli/sorelle hanno avuto seri problemi nel processo d’inserimento nella chiesa locale. La chiesa appare loro come una comunità estranea. Avendo lasciato l’islam, possono sentirsi trapiantati in una terra di nessuno, e la cosa può suscitare perplessità e imbarazzo da ambo le parti. Chiese omogenee o eterogenee? Molte volte, quando ci vengono a trovare a casa degli amici, cristiani ferventi, io e mia moglie ci sentiamo chiedere:”Avete mai pensato di formare una chiesa di soli convertiti dall’islam con culti in lingua araba?” La mia risposta è sempre la stessa: “Sì, ci abbiamo pensato, ma non è nostra intenzione formare una comunità di questo tipo. E nemmeno i nuovi credenti vorrebbero una chiesa composta solo da ex-musulmani.” Ne siamo convinti perché essi stessi ce lo dicono. Come noi, anche loro sono d’accordo che l’obiettivo finale debba essere l’integrazione in una chiesa locale dove si parla prevalentemente la lingua del posto. In ogni modo, resta il fatto che vi sono dei testimoni fra i musulmani 136 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE che lavorano con lo scopo di fondare chiese locali composte principalmente da membri ex-musulmani. Può capitare che il resto della chiesa sia formato da alcuni musulmani residenti da tempo nella nazione occidentale, ed altri immigrati da poco. In tal caso, i nati all’estero ed i nativi del posto si uniscono per formare una chiesa locale di sapore internazionale. Considerando la mia esperienza in Francia, posso dirvi che, se potessi scegliere fra parlare francese e parlare arabo, avrei scelto l’arabo. Si tratta di una lingua bella in se stessa, così come i molti aspetti della relativa cultura. Ma, conoscendo sempre meglio i miei amici musulmani più giovani, scopro rapidamente che l’arabo, per loro, è una lingua straniera, soprattutto per quelli di seconda generazione - i più aperti al Vangelo. Volendo rappresentare graficamente con un triangolo il mondo dei nostri amici, possiamo dire che la lingua dei loro genitori si trova al vertice. Tuttavia, la base del triangolo, a livello linguistico, sta mutando ed espandendosi. Che ti piaccia o no, il tuo amico si sta inserendo in una nuova realtà culturale e linguistica che adotta gli standard occidentali. Il triangolo nella figura 14 cresce dalla base: i giovani stanno guadagnando terreno rispetto agli anziani. Prendiamo ad esempio il caso della Francia: qui vediamo una prima generazione cresciuta in un contesto Figura 14: Modelli linguistici in fase di cambiamento 137 L’ISLAM INTORNO A TE linguistico arabo e/o berbero del Nord Africa. La generazione successiva, più familiare e a suo agio con la lingua francese, sta superando di gran lunga la prima. Quindi, perché non dovremmo incoraggiare chiese locali formate da soli convertiti dall’islam? Una risposta, sicuramente, è data dal fatto che per la maggioranza dei giovani convertiti, la prima lingua sarà il francese o l’inglese. La lingua del paese d’adozione costituisce il mezzo basilare per conversare in una bottega o all’angolo della strada. Senza eccezione, i nuovi convertiti in Francia desiderano far parte di una chiesa evangelica francese. Desiderano avere dei legami solidi con la comunità nella quale vivono, esigenza che cresce quando questi ex-musulmani sperimentano il rigetto dalla comunità d’origine. Nel nuovo ambiente della comunità cristiana, il credente si trova a vivere dei conflitti inaspettati, oltre a discriminazioni razziali. Altri potrebbero nutrire aspettative non realistiche per quanto riguarda l’aiuto che la chiesa locale dovrebbe fornire loro. La chiesa stessa potrebbe spingere il nuovo credente alla ribalta, presentandolo al pubblico come “il nostro convertito dall’islam”. Tali conflitti non ci dovrebbero sorprendere. Uno dei primi eventi nella chiesa primitiva, narrato negli Atti, ci illustra lo stesso tipo di problematica. In Atti 6:17, vediamo che «sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana». Entrambi i gruppi vivevano nella stessa nazione, eppure manifestavano schemi comportamentali e di pensiero molto diversi tra loro; gli ebrei ellenisti erano cresciuti nell’ambito di una cultura in cui si parlava il greco, mentre gli Israeliti erano radicati nella cultura ebraica. I due gruppi si guardavano in cagnesco. Una tale situazione rappresenta in sintesi il conflitto che sorge nelle menti di molti che provengono da un ambiente musulmano. Essi si chiedono: “Ma perché questi credenti europei [o americani] non mi comprendono?” La Chiesa primitiva passò subito all’azione. Stefano, Filippo, Procoro e gli altri, con l’apporto della prospettiva che derivava dai loro ambienti culturali di provenienza, risucirono a risolvere l’emergenza. Fecero 138 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE in modo che i due gruppi si amalgamassero, offrendo soluzioni pratiche a problemi che avrebbero potuto dividere la Chiesa appena nata. Allo stesso modo, anche oggi, Dio suscita uomini e donne ripieni di Spirito Santo che hanno una sensibilità interculturale. Ciò permette loro di gettare un ponte fra i convertiti dall’islam e le chiese locali. È d’importanza vitale che tu sia familiare con l’ambiente d’origine, sia culturale e sia spirituale, del convertito. In questo modo, potrai costituire un valido ponte fra il tuo amico e la chiesa locale. La Chiesa come comunità A questo punto, dobbiamo chiederci: “Che tipo di chiesa può risultare più idonea per un musulmano convertito che vive in occidente?” Vorrei cercare di darvi un’idea del tipo di chiesa in cui i convertiti dall’islam potranno integrarsi ed esercitare i loro doni. Prima di tutto, la chiesa locale dovrà essere flessibile da un punto di vista culturale, come lo fu la chiesa di Gerusalemme in Atti 6. Molte chiese francesi, nelle quali i musulmani si sentono più a proprio agio, sono quelle con una notevole presenza straniera, nel senso che è frequentata da cittadini francesi vissuti in Nord Africa e quindi familiari con quella cultura. Tra di loro possiamo trovare anche membri provenienti da altre culture o nazioni. Un elemento indispensabile per quella chiesa che voglia far sentire a proprio agio i suoi membri ex-musulmani, è che sia premurosa ed accogliente, facendoli sentire come a casa. In Francia, ho potuto trovare due tipi di chiese evangeliche che si adattano bene ai bisogni dei convertiti dall’islam: alcune assemblee dei Fratelli ed altre pentecostali. Ho collaborato con chiese locali di entrambi le denominazioni, e ciascuna sperimenta un vero successo nell’opera fra i musulmani. Si tratta di chiese che accolgono i nordafricani e li mettono in grado di lavorare per Cristo. Dovremmo tener presente che il nostro amico musulmano ricercherà sempre due caratteristiche in un’assemblea locale: flessibili- 139 L’ISLAM INTORNO A TE tà culturale e l’espressione pratica dell’ amore cristiano. I nuovi credenti hanno bisogno che la chiesa locale diventi la loro nuova famiglia. Perché alcune chiese sono più efficaci di altre nel processo d’integrazione di nuovi convertiti dall’islam? Le due denominazioni di cui sopra si trovano agli estremi di uno schema pratico e teologico. Di conseguenza, l’efficacia non dipende dalle loro posizioni teologiche. A parer mio, il motivo è legato al fatto che esse riproducono la umma o spirito comunitario tanto familiare ai nordafricani. Questi gruppi di credenti hanno differenze notevoli fra di loro, ma hanno in comune un sincero desiderio di curare l’individuo sotto tutti gli aspetti. Se qualcuno ha bisogno di lavoro, lo aiutano a trovarlo. C’è da imbiancare? Li vedrai arrivare a casa, pronti a dare una mano, portandosi dietro un bel pranzetto da consumare tutti insieme. Anche laddove altre chiese riscontrano esiti positivi, i motivi alla base sono gli stessi. La posizione dottrinale da sola non basta per attirare un convertito dall’Islam alla chiesa. Non credo, tuttavia, che un convertito possa trovare aiuto spirituale in certe chiese protestanti più liberali; sono chiese che spesso fanno compromessi con la chiesa cattolica romana o, in alcuni casi, persino con gruppi islamici locali. Ci sono anche gruppi pentecostali che ricercano attivamente un punto di contatto coi cattolici romani; se un convertito dall’islam si unisce ad un gruppo del genere, finisce per passare da un sistema autoritario e antibiblico, l’islam, per ritrovarsi in un contesto altrettanto autoritario e antibiblico; una situazione inopportuna, possibilmente da evitare. I convertiti dall’islam potrebbero incontrare difficoltà nella ricerca di una chiesa locale in cui ambientarsi. Louab, sentendosi accettato e come a casa nella sua chiesa, era impegnato attivamente nell’edificazione del locale di culto. Saami divenne una figura chiave nelle attività giovanili e nell’organizzare campeggi cristiani per una chiesa del sud della Francia. Abdelkader, al contrario, si sentiva sempre più infelice all’interno della propria chiesa. Percepiva una discriminazione nei suoi confronti e si sentiva isolato, perché era più povero della maggior parte degli altri membri. Nel caso di Ridha, i leader della chiesa locale non gli chie- 140 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE sero mai di distribuire il pane e il vino durante la Cena del Signore, nonostante fosse anche battezzato. Ma Dio benedisse la sua fedeltà nel portare a termine un compito che svolgeva dietro le quinte, ossia, gestire l’invio d’opuscoli per una campagna evangelica della chiesa. Come si svolge il processo d’integrazione in una chiesa? L’apostolo Paolo lo spiega bene: «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Galati 3:28). Se hai il peso per i musulmani intorno a te, perché non parlarne col tuo pastore? Chiedigli di farlo presente al consiglio di chiesa. Sarebbero favorevoli, qualora un musulmano si convertisse, ad accoglierlo in seno alla chiesa? Potreste valutare insieme i passi necessari per far sì che il buon proposito divenga realtà. Nel centro di Marsiglia, in Francia, c’è una vecchia cattedrale cattolica in mezzo al quartiere arabo che sta andando in rovina. Questa città portuale nel meridione della Francia è assolata quasi tutto l’anno. Se vi trovate a passeggiare nel centro di Marsiglia, troverete degli anziani nordafricani seduti sulle ampie scalinate della cattedrale. La loro presenza ci suggerisce una metafora interessante. Stiamo analizzando il delicato processo d’integrazione di nuovi cristiani arabi in chiese occidentali. Questo processo richiede tanta grazia e una grande apertura spirituale. La chiesa, (costituita in maggioranza da gente nativa del paese occidentale in questione) che riceve il nuovo convertito, si dovrà impegnare ad accoglierlo degnamente. I convertiti dall’islam si trovano, per tornare alla metafora della cattedrale, sulla scalinata, all’ingresso della chiesa. Anche loro, naturalmente, dovranno prendere delle iniziative, ma io e te potremo sostenerli nel processo d’integrazione nella chiesa locale. Nell’esercizio dei doni particolari che Dio darà loro, apporteranno un grosso contributo all’opera; alcuni diventeranno dei “pilastri”, con una posizione di rilievo nella chiesa. Leader d’origine musulmana La moglie di Said si unì a lui nel seguire Gesù Cristo come Signore della loro vita. La loro piccola famiglia iniziò a cambiare da un punto 141 L’ISLAM INTORNO A TE di vista spirituale, man mano che la coppia cresceva nel Signore. Un giorno, scoprirono nei pressi del loro condominio, una chiesa evangelica libera, appena fondata. Iniziò così la loro prima esperienza di vita di chiesa. Spesso ricordavamo loro che le chiese d’oggi sono “bibliche”, ma non come ci si aspetterebbe: le chiese hanno oggi gli stessi problemi di quelle dei tempi della Bibbia! Malgrado ciò, esse offrono vera comunione e sano insegnamento biblico. Tutto ciò è in forte contrasto con la realtà circostante. Atti 2:46 descrive la vita vibrante ed espansiva del popolo di Dio: «E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore». Lo Spirito Santo ci fa conoscere il risultato un tale stile di vita: «lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati» (v.47). Nella vita di Said e Kinza, l’impatto di maggior rilievo fu quello del pastore Bertrand, un umile servo di Dio, il cui insegnamento rifletteva apertamente il suo stile di vita. Andando avanti nel ministero, Said e Kinza vennero a contatto con vari problemi della loro chiesa locale, che affrontarono entrambi con molta saggezza. Mia moglie ed io ci rallegrammo molto nel vederli abbeverarsi alla fonte d’acqua viva della Parola di Dio, «come bambini appena nati» (1 Pietro 2:2). Poi, venimmo a sapere che il signor Bertrand aveva dovuto abbandonare il suo ruolo di pastore a causa dei problemi di salute di sua moglie. Ma i nostri amici rimasero saldi, e proseguirono col ministero nella chiesa locale. Oggi Said è attivo come leader evangelistico. Kinza talvolta non si sente completamente a suo agio, poiché è l’unica donna nord africana in quella chiesa. Ma non si sognerebbe mai di lasciarla. Forse una chiesa araba sarebbe più adatta ai loro? A questa domanda Said e Kinza risponderebbero di no. Tuttavia, la comunione fraterna con membri di un gruppo locale li ha molto incoraggiati. Nessuno di noi può prevedere che forma prenderà il loro ministero futuro mentre continuano a svolgere il loro ruolo di leader nella chiesa. Gesù stesso edifica la Sua chiesa usando materiali molto diversi fra loro (Matteo 16:18). Talvolta il progresso spirituale del nostro amico/amica ci può deludere. 142 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE In quei casi dobbiamo ricordarci a chi si rivolgeva Gesù con la famosa affermazione: «su questa pietra edificherò la mia chiesa». Fu rivolta a Pietro, un uomo con tutte le mancanze ed i difetti di questo mondo. Sappiamo che i nostri amici nordafricani cresceranno perché hanno messo radici in una chiesa locale. Ci sono due piccole chiese in una città che conosco, dove i convertiti dall’islam si sono integrati alla perfezione. I membri d’ambo le chiese si riuniscono in gruppi familiari, nelle case, e includono gente d’altre nazionalità e sono capaci di adattarsi ai bisogni particolari dei nuovi credenti. Io credo che i gruppi (o cellule) familiari, in alcuni casi, possano costituire una soluzione pratica al problema dell’integrazione dei nuovi convertiti in una chiesa locale. I cristiani d’origine araba e berbera apportano al corpo di Cristo in Europa dei doni unici nel loro genere. Le tensioni razziali sono fra le questioni più importanti per le quali urgono soluzioni immediate da parte di politici, assistenti sociali e cittadini comuni. I palazzoni popolari a molti piani sono flagellati da violenza e odio razziale. La chiesa locale, in questo contesto, diviene un modello delle soluzioni che Dio può fornire. Nella chiesa locale, arabi, europei, africani ed asiatici adorano e lavorano assieme come un sol uomo. Paolo affrontò questi problemi alla stesso modo. Egli ci ricorda che «Lui [Cristo], infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia» (Efesini 2:14). Cristo ha creato «…dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace» e «Con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini» (Efesini 2:15, 17). Il problema della congregazione di convertiti dall’islam Alcuni sostengono che si dovrebbe cercare di creare delle moschee messianiche ed incanalare i convertiti dall’islam in un ambiente, si rifà un po’ al modello di moschea locale. Ma qui si riferiscono non solo alla struttura fisica dei locali, ma anche alla forma in cui presen- 143 L’ISLAM INTORNO A TE tare il messaggio stesso31. Talvolta, con una punta d’ingenuità, c’illudiamo di sopperire alla mancanza di reazioni favorevoli fra i musulmani con una soluzione facile e veloce. Desidero, invece, sottolineare che il problema fondamentale dell’opposizione all’evangelizzazione e al discepolato non è un problema di natura antropologica, bensì teologica. Non possiamo prendere alla leggera l’essenza della religione islamica; la sua duplice negazione, sia della divinità di Gesù sia della Sua morte per i nostri peccati, si contrappone nettamente alla nostra fede. I musulmani trapiantati in occidente, all’inizio esprimono in parte tale negazione, come derivato dal Corano. I loro preconcetti non si possono smantellare con rimedi miracolosi. Dobbiamo pregare e sarà Dio ad operare. Noi dobbiamo proclamare il nome di Cristo poiché «In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati» (Atti 4:12). A questo punto, ti consiglierei, caro lettore, di ripassare il capitolo riguardo alle obiezioni dei musulmani. Ti rammenterà che il problema di fondo è di natura spirituale e biblica. È vero che il nuovo credente deve integrarsi in una chiesa locale già esistente, ed è altrettanto vero che le persone d’origine musulmana hanno bisogno di comunione, le une con le altre. Il tuo ruolo potrebbe essere quello di catalizzatore nel presentare il tuo amico/la tua amica ad altri credenti di origine musulmana, che magari frequentano una chiesa locale di tua conoscenza. Tu, come credente che opera in altre culture, avrai un compito importante nell’aiutare il tuo discepolo a scoprire il corpo di Cristo nella sua interezza, al di là dello stretto confine della chiesa locale. I matrimoni interculturali A questo punto, è necessario che io dedichi qualche riga al delicato argomento dei matrimoni interculturali. Che fare quando i nostri amici incontrano, nell’ambito della chiesa locale, il compagno per la 144 I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE vita, ma di cultura diversa? Prima di tutto, consiglio vivamente di parlarne, se possibile, con un credente maturo d’origine musulmana. In secondo luogo, organizza un incontro con le parti coinvolte nella relazione per discuterne le implicazioni32. Una comunicazione schietta e sincera costituisce una chiave importante per l’esito futuro del rapporto. Un contatto con altre coppie miste, nell’ambito di piccoli gruppi, sarebbe l’ideale. In ogni caso, ci vuole tempo prima che il neo convertito possa dimostrare la concretezza della sua fede in Cristo. Sarebbe buono chiedersi: si tratta di una professione di fede fatta col solo scopo di sposarsi ed ottenere così un permesso di soggiorno permanente? Questa domanda ci aiuterà a scoprire eventuali motivazioni sbagliate dietro alla richiesta di unirsi ad una chiesa. Tu sei parte di una chiesa locale. Su questa base, cerca di aiutare il tuo amico a trovare un ruolo nella chiesa locale. Dovrai affrontare con onestà e pazienza alcune delle problematiche menzionate in questo capitolo. Sottolinea i modi positivi in cui Dio sta usando la chiesa in relazione alla tua vita. Ricorda che la potenza dello Spirito Santo nella vita d’ogni credente diviene un modello per cambiare la società in cui Dio li ha posti. Per la riflessione 1. La chiesa che frequento potrebbe essere un luogo adatto per accogliere il mio discepolo? 2. Quali passi potrei intraprendere per contribuire a renderla più ospitale verso i convertiti dall’islam? 3. Vi sono membri stranieri nella mia chiesa locale? Il mio amico arabo si troverebbe a suo agio in mezzo a loro? Per la pratica 1. Parla coi leader della tua chiesa locale. Si metterebbero a disposizione per offrire una soluzione pratica e spirituale al nuovo convertito dall’islam? 2. Inizia una serie di studi biblici elementari in casa tua. Invita credenti 145 L’ISLAM INTORNO A TE provenienti da varie nazioni a partecipare. Incoraggia il tuo amico/la tua amica a far parte di questo gruppo. Per l’approfondimento 1. Quali delle chiese menzionate nel Nuovo Testamento assomiglia di più alla tua? 2. Quali caratteristiche delle chiese descritte nel Nuovo Testamento potrebbero avere un impatto sul tuo amico? 3. Rileggi il libro degli Atti. Identifica gli elementi del Vangelo che potrebbero colpire in modo significativo il tuo amico. Prega e impegnati per far sì che questi elementi divengano sempre più rilevanti nella vita della vostra chiesa. Note: 30L’espressione fa riferimento ad una similitudine con ciò che avviene quando si va dal dentista. In pratica, un’evangelizzazione estrattiva porta a “estrarre” i nuovi cristiani d’origine musulmana dalla loro comunità formata dai familiari e dagli amici, in modo brusco e brutale, proprio come avviene quando il dentista è costretto ad estrarre un dente malato. 31Un mio amico nordafricano svolge un ministero molto efficace fra musulmani nordafricani. Egli crede che quest’idea di chiese separate, create appositamente per ex musulmani, derivi da orientamenti occidentali che scaturiscono da scienze come l’antropologia culturale. Inoltre, egli non crede che si tratti di un’idea biblica. Io aggiungerei che, in ogni caso, un metodo missionario che viene usato in una parte del mondo musulmano potrebbe non rivelarsi appropriato in un’altra zona. Gli arabi guadagnati a Cristo in Europa appartengono ad una categoria ben diversa e vivono in nazioni dove già esistono chiese evangeliche. 32Nel caso in cui comprendiate la lingua inglese e possiate accedere a librerie evangeliche o distributori in altre nazioni, vi consiglio un libro adatto per approfondire quest’argomento: Love Across Latitudes di Janet Fraser-Smith. 146 9 COMUNICARE L’AMORE Come si fa a comunicare l’amore? In che veste si presenta l’amore? Dopo la Seconda Guerra Mondiale, molte persone guardarono alla comunità scientifica aspettandosi grandi passi avanti per il genere umano. Presto le istituzioni e i loro leader avrebbero inaugurato un’epoca di buon governo e un pacifico vivere comunitario. Questi ideali dorati ci fanno ridere quando guardiamo al mondo di oggi. Ma dove è andato a finire il progresso che ci aspettavamo? L’Europa è esplosa in conflitti etnici e la maggior parte del resto del mondo si comporta in modo analogo. Se non siamo in guerra gli uni contro gli altri, ribolliamo interiormente di rabbia. Il profeta Isaia ci dice che il Messia è il Principe della Pace (Isaia 9:5-6). I mezzi di comunicazione che dovrebbero aiutare a capirci gli uni gli altri non ci mancano, abbiamo internet. Ma perché l’amore non ci spinge ad abbracciare coloro che ci sono attorno? Perché siamo incapaci di superare gli intoppi del pregiudizio e dell’odio che fanno in modo che le persone siano in dissidio l’una con l’altra? Non ci vuole tanto per scoprire la risposta. Basta leggere il contesto del bellissimo brano di Isaia citato sopra, che annuncia la venuta del Messia. Nel versetto 4, il profeta ci narra “Ogni calzatura portata dal guerriero nella mischia, ogni mantello sporco di sangue, saranno dati alle fiamme, saranno divorati dal fuoco”. La guerra e l’odio costituiscono delle realtà terribili. Eppure, avete notato il tempo del verbo? Isaia, parlando al futuro, afferma “saranno”. Con il ritorno di Gesù Cristo per giudicare il mondo, tutte le guerre cesseranno. Ogni giorno siamo testimoni delle piccole, ma non per questo meno tragiche, guerre di animosità ed odio sulle strade delle nostre città. Un aspetto spesso dominante in questi conflitti viene sottolineato dalle cronache. Le incomprensioni continue L’ISLAM INTORNO A TE fra i popoli musulmani ed il mondo occidentale sono paragonabili ad una ferita aperta che non si riesce mai a risanare. Credo fermamente che noi, in qualità di cristiani, possiamo portare una risposta, la quale non passa mai per la mente della maggior parte degli studiosi delle scienze sociali e degli assistenti sociali. Essi cercano di fasciare le ferite provocate dall’odio. Potremmo sembrare insignificanti sia ai nostri occhi che a quelli di coloro che ci circondano, ciò nondimeno, giorno dopo giorno stiamo costruendo l’edificio dell’amicizia con il nostro amico/la nostra amica. Mettiamo al posto giusto un pilastro dopo l’altro. Iniziamo semplicemente prendendoci del tempo per parlare con una o due persone fra i milioni di quelle, che sul nostro pianeta terra, aderiscono all’islam. Abbiamo già imparato il fatto che il nostro messaggio deve far fronte ai bisogni da esse avvertiti. Quando diamo la nostra disponibilità, scopriamo persone reali, persone nascoste agli sguardi di gran parte del mondo cristiano che le circonda. Il nostro approccio verso di loro dovrà includere una comprensione della loro cultura ed un vero rispetto per essa. Paolo aveva proprio ragione quando parlò di come l’amore di Cristo deve costringerci all’azione (2 Corinzi 5:14). Per usare ancora una volta alcune metafore legate al mondo dell’edilizia, potremmo dire che l’amore è come lo smalto posto sull’opera che Dio sta facendo nella vita del nostro amico. Come una superficie in legno ruvido non è attraente senza che venga laccata con dello smalto, così pure la nostra testimonianza, senza l’amore, anche se seguiamo tutti i consigli, non risulterà attraente. Paolo ce lo ricorda in modo forte nel capitolo 13 di 1 Corinzi. Lui è il nostro grande esempio missionario di testimonianza a persone molto diverse da noi. Ora ripasseremo alcuni elementi che potrebbero aiutarci nel nostro modo di avvicinarci ad un amico musulmano. Nove canali attraverso cui far scorrere il nostro amore ci aiuteranno a conquistarne il cuore. Quando la nostra testimonianza ed il nostro discepolato si muovono secondo queste linee guida, risulteranno fruttuose per gli anni a venire. Notate il disegno con la freccia. L’estremità della freccia rappresenta il 148 COMUNICARE L’AMORE Figura 15: Il punto d’ingresso nostro approccio verso il nostro amico musulmano. Ovviamente, questo punto di ingresso è estremamente importante. La punta o estremità della freccia è ciò che determina l’impatto iniziale del messaggio. Noi ci avviciniamo al nostro amico con un sorriso in faccia e l’amore nel nostro cuore. Il nostro amico, vedendo il nostro amore, sarà molto più felice di ascoltare ciò che abbiamo da dire. L’amore di Cristo ci costringe. Il Suo Spirito in noi ci costringe ad intraprendere una conversazione. Iniziamo a condividere la nostra fede con amore. Il messaggio (rappresentato nel disegno con ciò che è contenuto nella freccia) fluisce verso l’obiettivo: i bisogni profondi che il musulmano avverte. L’enfasi attuale sui popoli nascosti desta molto interesse in chi desidera raggiungere coloro che sono ancora senza fede in Cristo. Moti immaginano che fuori dall’ovile della chiesa siano i membri di una tribù primitiva in qualche luogo sperduto. Ma gli studenti mediorientali dell’università della tua città costituiscono un popolo nascosto, non raggiunto per Cristo. Essi hanno una propria cultura che va compresa, poiché l’approccio giusto prepara la strada per la trasmissione del Vangelo. I commercianti berberi a Marsiglia costituiscono un altro gruppo che va raggiunto. Un giorno incontrai un uomo proveniente dalla bellissima isola turistica tunisina di Djerba. Entrai nel suo negozio di alimentari in una zona francese della città di Marsiglia, non lontana da dove io e la mia famiglia una volta vivevamo. Mi domandai se, in passato, qualcuno avesse parlato con lui dell’amore di Gesù Cristo. Quanti popoli nascosti vivono nella tua città?33 Andando incontro a loro con amore, scopriamo che nessuna persona è nascosta dall’amore di Dio in Cristo. 149 L’ISLAM INTORNO A TE Possiamo pensare all’interno della freccia in figura 15 come composto di nove parti che seguono la punta della freccia; la punta della freccia va identificata con il nostro approccio iniziale. La freccia rappresenta una testimonianza per Gesù Cristo che viene portata avanti con sensibilità ed in modo appropriato. Dobbiamo ricordarci che non esistono soluzioni magiche. Chiedi allo Spirito Santo di aiutarti a rispettare le caratteristiche particolari della vita e del pensiero del tuo amico/della tua amica. Nel resto del capitolo cercheremo di prendere in esame nove aspetti che influenzano la vita ed il pensiero della persona che stai cercando di raggiungere con il Vangelo e che influenzano la comunicazione del messaggio. Le Sacre Scritture ci danno molti insegnamenti per capire meglio questi aspetti. Se li terremo presenti, riusciremo a scoprire una persona nascosta alla vista di altri cristiani. Non è poi a questo che faceva riferimento Gesù nel Suo racconto toccante della pecora smarrita (Luca 15:17)? Quale dei seguenti aspetti costituisce un elemento per poter aprire un dialogo e approfondire il vostro rapporto interpersonale? La prospettiva emotiva La persecuzione La pazienza La priorità delle Sacre Scritture Le relazioni fra parenti Superare i miti La potenza dell’islam popolare La pace di Dio Il ruolo della donna Il messaggio d’amore di Paolo che troviamo in 1 Corinzi 13 portò a del frutto permanente. Come mai? Paolo si prefisse di “farsi ogni cosa a tutti”, per poterli conquistare per Cristo. Egli parlò in una maniera agli ateniesi, uomini di cultura (Atti 17), ma si avvicinò ben diversamente ai corinzi e agli efesini (Atti 18 e 19). Dobbiamo stare attenti a non cercare di mettere un piolo quadrato in un buco rotondo. Come facciamo a comunicare l’amore? Sant’Agostino era un berbero nordafricano e un leader nella Chiesa primitiva. Una volta egli chiese “Che aspetto ha l’amore?” Ci sono nove canali per comunicare l’amore. 150 COMUNICARE L’AMORE Il primo canale: la prospettiva emotiva Una sera, nella cittadina francese di S. Martin le Vinoux, un mio amico ed io abbiamo incontrato uno studente musulmano zelante. Per parecchio tempo conversammo intensamente in una moschea di fortuna. Si trattava di un edificio abbandonato, appartenente niente meno che alla chiesa cattolica. Quello studente lavorava attivamente all’interno della moschea. Successivamente, frequentò una riunione per studenti in un centro giovanile cristiano. era uno dei pochi musulmani che era presente a tale riunione. Alla fine della discussione, chiese se potesse leggere la prima sura del Corano e la lesse con una certa solennità, seguendo la metrica dell’arabo antico in cui il libro è scritto. Improvvisamente, mi resi conto del perché l’avesse fatto. Egli era convinto fermamente che il Corano fosse la straordinaria e unica parola di Dio. La bellezza della sua forma poetica non era già in se stessa una dimostrazione della natura stessa del Corano? Egli sentiva che la sua sola lettura avrebbe avuto un impatto sugli idolatri cristiani presenti! I nostri amici musulmani possiedono una sensibilità ed una creatività particolare. Sono stati creati ad immagine di Dio. Il Corano è ufficialmente non traducibile e senza un filo conduttore a livello storico, al contrario della Bibbia. Come può un libro del genere suscitare così tanta devozione da parte dei musulmani? Parte della spiegazione sta nella bellezza stessa della poesia araba. Anche i musulmani che non parlano arabo vengono impressionati dai suoni che odono quando leggono. La poesia ebraica è abbastanza diversa dalla poesia araba che troviamo nel Corano. Dato che la struttura della poesia ebraica è basata sulla corrispondenza di idee piuttosto che sulla rima i libri poetici della Bibbia sono pienamente traducibili in una lingua qualsiasi. Invece, c’è da dire che le molte parti poetiche del Corano sono difficili da tradurre. Eppure, i musulmani sono quasi sempre toccati dalla recitazione del Corano. Essi direbbero che ciò avviene perché il Corano è la rivelazione di Dio. Noi rispondiamo loro che la sua bellezza esteriore è una cosa apparen- 151 L’ISLAM INTORNO A TE te che non potrà mai cambiare la vita morale trasformandoci dall’interno, partendo dal cuore. I Salmi contengono un messaggio indirizzato non soltanto all’orecchio ma anche alla mente, alla volontà e al cuore. Essi costituiscono, comunque, letteratura poetica che risulterà familiare per delle orecchie orientali. Cercate di leggere, o di far leggere al vostro amico uno dei tanti salmi messianici (ad esempio, salmo 2, 22, 23, 24). Se possibile, è auspicabile che usiate una traduzione nella lingua del musulmano con cui state parlando. I libri poetici di Dio possono toccare un tasto familiare al cuore del musulmano. I popoli musulmani mostrano una sensibilità artistica notevole, che mi porta a consigliarvi alcuni strumenti specifici che risulteranno utili per poter esporre, in modo efficace, il messaggio biblico ai musulmani: . Audiocassette con registrazioni di musica cristiana, purché proveniente da un contesto orientale. Ad esempio, esiste una giovane cantautrice piena di talento che esprime la sua fede attraverso la musica araba; la sua musica ha toccato molti che l’hanno ascoltata. . Produzioni visive che usino arti grafiche tipicamente mediorientali (ad esempio calligrafia o figure provenienti dalla nazione d’origine del vostro amico). . Videocassette, specialmente il film Jesus in arabo e nelle altre lingue madri di molti musulmani. Talvolta le immagini che i musulmani vedono, sollevano delle obiezioni (per esempio: “Perché mostrate il viso di Gesù?”). Eppure, le verità bibliche trasmesse hanno un impatto notevole. Parlando della sfera dei sentimenti, dobbiamo stare attenti a non manifestare la nostra rabbia, le nostre frustrazioni o la nostra amarezza quando siamo in presenza di musulmani. Se c’è rabbia, che si manifesta, le ferite conseguenti forse non si rimargineranno mai. Un medico occidentale cristiano viveva in Paese musulmano africano. Si era trasferito lì per testimoniare della sua fede alla gente del luogo. 152 COMUNICARE L’AMORE Poi i suoi rapporti con un altro collega occidentale si inacidirono. Un giorno, era infuriato con lui, la sua ira si manifestò con parole ed azioni. Non poté più rimanere in quella nazione, la sua utilità per l’opera era terminata. Ritornò subito in patria. Inoltre, è possibile sbagliare non riconoscendo la natura degli orientali con cui abbiamo a che fare e rimanendo, di conseguenza, disorientati. Le persone del Nord Europa e del Nord Italia devono ricordarsi che non tutti sono riservati e taciturni come loro. Dobbiamo permettere allo Spirito Santo di guidare le nostre emozioni. Man mano che il frutto dello Spirito si manifesta in noi ed attraverso di noi, scaturiranno l’amore, la gioia, e la pace . Allora lo Spirito di Dio potrà toccare anche la parte più intima del tuo amico musulmano. Quale è la tua temperatura emotiva quando sei in presenza del tuo amico/della tua amica? Ricordati che la poesia è uno strumento potente! Non ti scoraggiare di fronte all’attaccamento mostrato dal tuo amico alla bellezza esteriore del Corano. Leggi la Bibbia insieme a lui e permetti allo Spirito di Dio di inciderla sulla tavola del suo cuore (2 Corinzi 3:1-3). L’amore che scorre attraverso il canale delle emozioni è come un balsamo acquistato in un mercato arabo. Esso può lenire e guarire cuori afflitti. Il secondo canale: la pazienza C’è un proverbio arabo che afferma “aS-Sabru huwwa kully shay” (un detto che si potrebbe tradurre con le parole “La pazienza è tutto, l’intera palla di cera”). Un giorno, io e mia moglie ci trovavamo ad aspettare l’arrivo di una coppia nordafricana cristiana con cui avremmo dovuto trascorrere il fine settimana in un centro cristiano nelle alpi francesi. Quel giorno stavo leggendo uno studio dottrinale a cura del pastore A.W. Pink, un libro in inglese il cui titolo in italiano sarà La Sovranità di Dio (in particolare un brano che parlava dei decreti divini), intanto il tempo passava ed io rimuginavo: “Probabilmente non verranno. Siamo venuti qui, viaggiando per due ore e mezza, per niente!” Alla fine, dopo circa due ore e difficili ricerche, telefonai al centro di ritiro spirituale in cui 153 L’ISLAM INTORNO A TE dovevamo andare. Il direttore mi disse “Cercate nell’altro parcheggio”: Andammo lì e scoprimmo che i nostri amici avevano aspettato anch’essi, pressapoco quanto noi. La mia pazienza s’era sgretolata un po’ troppo velocemente. Avevo dimenticato il principio della pazienza e del saper aspettare la guida provvidenziale di Dio. Per un certo periodo, a Marsiglia, collaborai con un uomo di nome Roy Smith. Egli mi mostrò come predicare all’aperto nelle zone arabe congestionate di quella città. Fino a quel momento sapevo lavorare soltanto a tu per tu, poiché si lavora così nelle nazioni a maggioranza musulmana. Non ho mai dimenticato una frase che mi disse Roy durante quel periodo in cui mi addestrava. Sorridendo mi disse: “John, vi sono cinque regole per lavorare fra i musulmani. La prima è di perseverare. La seconda è di perseverare. La terza e la quarta e la quinta ci dicono anch’esse di perseverare”. Mentre lanciamo la freccia del nostro messaggio, il nostro obiettivo è di arrivare al punto in cui la Parola di Dio penetra nel cuore del nostro amico musulmano. Dobbiamo ricordarci che Dio non vuole che nessuno perisca ma che tutti giungano al ravvedimento. Dio, il nostro Padre Celeste, è perseverante nella pazienza. Dobbiamo imitarlo. Figura 16: L’approccio diretto nella comunicazione. Gesù parla di quell’aspetto del mandato missionario che ci ha dato che potremmo denominare insegnamento (vedere Matteo 28:16-20). I corsi per corrispondenza creati per i musulmani possono diventare uno strumento vitale nella nostra testimonianza. In Francia esistono i corsi della Radio School of the Bible, a cui fa riferimento anche la 154 COMUNICARE L’AMORE missione M.E.t.A., che creano un contatto efficace con studenti provenienti da molte parti del mondo musulmano. Questi studenti musulmani, attraverso i corsi per corrispondenza, possono studiare la Bibbia nella riservatezza delle loro case. Molti fratelli seguono questi studenti in preghiera, aspettando con pazienza che l’insegnamento scritturale porti il suo frutto. Il nostro Signore Gesù diede un insegnamento perfetto ai suoi discepoli, insegnamento riportato nei capitoli 13 a 16 di Giovanni. Ma Gesù ci mostra anche come tale insegnamento vada ancorato ai cuori attraverso la preghiera. Egli pregò per i Suoi discepoli, Suoi studenti, nel capitolo 17 di Giovanni. Figura 17: L’approccio indiretto nella comunicazione. Vi sono due metodi di comunicazione: diretta ed indiretta (vedere le figure 16 e 17). Il metodo diretto può essere rappresentata da una linea retta che collega noi e l’obiettivo della nostra comunicazione. Invece, il metodo che userà più spesso il nostro amico musulmano è quello indiretto; stiamo parlando di un approccio paziente. Se noi occidentali desideriamo ottenere qualcosa da qualcuno, glielo diremo in faccia (direttamente). Perché titubare? Dopo tutto, sappiamo ciò che vogliamo. I nostri amici musulmani, invece, potrebbero usare un altro metodo. Anch’essi, alla nostra stessa stregua, deside- 155 L’ISLAM INTORNO A TE rano raggiungere un obiettivo. Però potrebbero esitare e non osare farlo direttamente, per la paura di essere maleducati o di far fare brutta figura a qualcuno. E così potrebbero cercare di raggiungere il loro obiettivo per vie traverse. Invece di bussare alla porta principale, essi preferiscono arrivare dal retro. Perlomeno, è così che percepiamo noi le cose. Questo modo di fare culturale lo troviamo in alcune narrazioni bibliche dell’Antico Testamento. Per avere un esempio di ciò che intendo dire, leggete il racconto della ricerca da parte di Abraamo di un luogo di sepoltura per Sara (vedere Genesi 23). Il metodo da lui usato per arrivare a comprare la grotta di Macpela è un esempio affascinante della strategia usata dagli orientali per evitare di far fare brutte figure ad altri. In questo racconto biblico vediamo che nessuno affrontò direttamente la questione. Gli Ittiti, i vicini di Abraamo, non la affrontarono direttamente, e anche Abraamo usò il metodo indiretto. Possiamo imparare molte lezioni culturali dall’Antico Testamento, che ci aiuteranno a far penetrare il nostro messaggio nei cuori dei musulmani. Il terzo canale: le relazioni fra parenti In un capitolo precedente, abbiamo esaminato differenze culturali fondamentali ed abbiamo visto l’importanza della umma cristiana, cioè della chiesa locale. Ora continuiamo il discorso. Come farai a sfruttare praticamente la realtà della rete di rapporti interpersonali che ha già il tuo amico/la tua amica? Il Signore Gesù lavorò sfruttando la rete di amici e parenti (Giovanni 1). Riesci ad intravedere come potrà operare ancora una volta il Signore, attraverso queste relazioni familiari, mentre testimoni per Lui? Non dimenticare mai che il tuo amico vive ed agisce all’interno di una cerchia di rapporti interpersonali che non è molto diversa da una matrice o da una rete. Trascorrendo del tempo a casa del tuo amico, incontrerai altri membri di questa rete. Ciascuno dei componenti del gruppo familiare risulterà essere più o meno influente. Nella gerarchia esterna 156 COMUNICARE L’AMORE Figura 18: La rete di rapporti interpersonali più elevata, il padre si trova nel primo cerchio di influenza. Il figlio non può prendere in prestito l’automobile senza il permesso di suo padre. Anche la sua gita al mare dovrà essere approvata dal padre. La madre opera in un’altra cerchia, rimossa dal centro, e questo a causa del fatto che i rapporti fra maschi e femmine sono diversi nel mondo orientale. Certamente, è ovvio che come per tutte le norme culturali, anche in questo caso le situazioni stanno cambiando costantemente. Inoltre, si sa che le madri di solito hanno un posto particolare nei cuori dei loro figli. La loro influenza viene rafforzata dalle molte espressioni d’amore negli anni. Purtroppo, in alcuni casi, l’influsso della madre viene cementato attraverso delle pratiche occulte. Nel suo modo di pensare, lei sta soltanto promovendo il benessere di suo figlio o di sua figlia. Secondo mia moglie, il ruolo delle donne negli aspetti occultistici dell’islam popolare è un ruolo preponderante. Anche uno zio (fratello del padre) può ricoprire un posto importante ed un ruolo di peso. Ciò sarà ancora più probabile se è più anziano del padre. Egli si trova vicino al secondo cerchio. Un fratello più giovane potrebbe trovarsi lontano dal secondo cerchio, un altro più vicino. Alcuni di questi aspetti sono simili a ciò che troviamo anche in alcune famiglie occidentali. Però, bisogna dire che l’influenza della cerchia familiare 157 L’ISLAM INTORNO A TE orientale probabilmente sarà molto diversa da quella di molte famiglie occidentali. Un simile tipo di situazione rimarrà una realtà anche per parecchie generazioni, nonostante il fatto che si tratta ormai di immigrati che vivono stabilmente in Occidente. Dobbiamo trascorrere la maggioranza del nostro tempo in quelle attività che producono molto frutto. Il contatto faccia a faccia con le persone, in piccoli gruppi e in situazione familiari, ricompenserà i nostri sforzi. Quante ore trascorriamo con i musulmani? Se li amiamo, trascorreremo molto tempo con loro. Poi vedremo espandersi la potenza del Vangelo, proprio come avvenne attraverso il ministero di Gesù con i Dodici. Questo nuovo corso in campo spirituale iniziò con la cerchia interna di Pietro, Giacomo e Giovanni. Mia moglie ed io trascorremmo del tempo in campagna assieme ad una coppia araba cristiana. Con nostra grande sorpresa, essi vennero a stare con noi quel fine settimana accompagnati dalla loro nipote, Iezebel. (Purtroppo, qualche anno più tardi fece onore al suo nome!). Prima che arrivassero, ci aspettavamo che avremmo trascorso assieme del tempo come coppie. Iezebel venne perché faceva parte del loro parentado, della loro rete familiare. Quindi, possiamo dire che la portarono con loro con naturalezza, proprio perché era una loro parente stretta. Iniziai dandole alcune risposte classiche alle obiezioni che i musulmani comunemente fanno. Gradualmente, però, io e mia moglie ci rendemmo conto che non si trattava di questioni che preoccupavano Iezebel. Mia moglie riassunse in modo conciso il nostro tempo con lei affermando: “Tutto ciò che desiderano ardentemente nella vita questi giovani musulmani è di trovare il giusto coniuge e di avere una famiglia felice e in armonia”. Non sono molto diversi da molti di noi. Non è vero? La tua chiesa locale deve sostenere attraverso l’intercessione collettiva coloro che hanno un dono speciale nel rapportarsi con i musulmani. Forse la chiesa locale potrebbe anche pensare alla sponsorizzazione di questi testimoni, coprendo le loro spese legate al trasporto, per 158 COMUNICARE L’AMORE i materiali evangelistici e per l’intrattenimento (cibo, bevande, ecc.) dei musulmani. Pregate dunque il Signore della Messe, affinché testimoni di questo tipo possano essere mandati nella messe dei musulmani che si trovano nelle nostre nazioni occidentali. Il quarto canale: la potenza dell’islam popolare Ti ricorderai che abbiamo affrontato in profondità questo argomento in un capitolo precedente. Chi viaggia per il Nord Africa, vede molti piccoli edifici bianchi con tetti a forma di cupola. Si tratta delle tombe degli auliaa, i cosiddetti santi o marabout. Sono le tombe dei santoni musulmani e molti musulmani credono che i loro spiriti influenzino ancora i viventi rimasti sulla terra. Mia moglie ed io spesso andavamo a trovare un algerino che aveva una conoscenza profonda del Corano e della storia dell’islam e dell’Algeria. Era un piacere parlare con quell’uomo di cultura. Egli è l’unico musulmano che io conosca che abbia letto nella sua interezza la Bibbia in arabo. Una volta lo misi di fronte alla questione delle tombe dei santi. Egli rispose con una frase efficace: “Non bisogna sminuire l’importanza dei marabout.” Interroga l’amico/l’amica che stai seguendo riguardo alle tombe e alla venerazione dei santi ivi sepolti. Per farlo, potresti usare qualche foto tratta da un libro su una nazione musulmana. Testi del genere si trovano in biblioteche comunali ben fornite. Prepara, con la preghiera e lo studio, un brano biblico pertinente alla risposta che il tuo amico ti dà dopo averlo interrogato riguardo a queste tombe. Usa tale brano la prossima volta che vi incontrate. Figura 19: Il potere di Cristo su Satana. Cercherai di comunicare il messaggio di speranza e potenza in Cristo. 159 L’ISLAM INTORNO A TE Forse all’inizio della tua presentazione, dovresti comunicare il messaggio di del potere di Gesù Cristo sul mondo spirituale. Uno dei professori dell’università biblica che ho frequentato a suo tempo mi ha suggerito che questo tipo di approccio potrebbe fornire una chiave per raggiungere il cuore del musulmano. Prendi del tempo per riflettere su vari brani riguardanti la vittoria di Cristo su Satana. Questi brani e riflessioni potranno costituire uno strumento potente nella comunicazione con un musulmano. Il mondo dell’occulto è il loro mondo. Qui in Francia i programmi televisivi riguardanti eventi strani (spesso legati all’occultismo) affascinano molti musulmani. Visitando una famiglia di musulmani a casa loro, potresti notare un versetto coranico appeso al muro o un poster de La Mecca. Magari vedrai una “mano di Fatima” appesa nella nuova automobile del tuo vicino di casa musulmano. Non si tratta di semplici decorazioni o esempi di bella oggettistica: sono elementi rappresentativi di paure reali, e costituiscono un tentativo di proteggersi da chi vuole del male. Quali sono alcuni dei modi in cui potresti mettere in evidenza la potenza di Dio e del Suo Figlio, il nostro Signore Gesù? Varie esperienze da me vissute potrebbero aiutarci a essere pratici nelle nostre riflessioni. . Il nostro amico Nasser aveva studiato un anno all’università. Egli aveva molta conoscenza di scritti magici, feticci e altri oggetti occulti. Egli ci invitava regolarmente a casa sua. Eppure argomenti occultistici spesso facevano da sfondo alle nostre conversazioni. In casi come questi, bisogna cercare di narrare apertamente un racconto di quando Gesù ha cacciato un demone e vedere la reazione dell’amico che ci sta ascoltando. Inoltre, bisogna mostrar loro che Gesù ha anche il potere di perdonare i peccati. . Quale posto hanno i libri magici fra i giovani musulmani? Una volta mi trovavo a casa di un giovane musulmano nelle Alpi francesi. In molte cose era simile a tutti gli altri adolescenti residenti in Francia. La nostra conversazione cadde su libri e formule magiche. Egli iniziò a parlare di un libro di famiglia in 160 COMUNICARE L’AMORE alto su uno scaffale nel soggiorno. Dopo qualche parola persuasiva presentata con molto tatto, finalmente egli lo tirò giù e me lo diede. Esaminai con molto interesse il grande volume, che era scritto con grafia coranica antica. Mi fu subito palese che conteneva formule magiche. Consultandolo, mi tornò in mente l’episodio biblico dei libri magici bruciati dai neoconvertiti a Cristo (vedi Atti 19:17-20). Leggi questo brano biblico con dei musulmani e osserva la loro reazione. . I feticci magici possono impedire a un musulmano di prendere seriamente in considerazione il Cristo ed una dedizione completa a lui. Pif è una rivista francese di fumetti piuttosto popolare, che ha come pubblico di lettori i bambini. Alcuni anni fa pubblicò una mano dondolante che si poteva mettere in macchina o in una stanza della casa. Sembrava una cosa piuttosto innocente, fin quando la ritrovammo in vari luoghi, usata come amuleto, per la protezione delle persone in quella automobile o quella casa; fra i luoghi in cui trovammo quell’oggetto c’era anche la bella Ford di un nostro amico arabo. Un pastore francese che mostrò vero discernimento fu molto turbato di fronte all’andamento di quella rivista. Ricordatevi che, dietro gran parte della potenza del mondo dell’occulto, c’è la paura del cuore. Le persone non si apriranno facilmente per parlare di simili aspetti della loro vita. Ma si tratta pur sempre di aspetti molto reali. Se parli di una vittoria spirituale che Dio ti ha dato, forse il tuo amico si aprirà con te riguardo a questi argomenti. I musulmani hanno talvolta paura che li metteremo in ridicolo, se parlano dell’occulto. Essi sanno che il mondo degli spiriti è sin troppo reale. Ce lo dovremmo ricordare anche noi. Le Sacre Scritture ci dicono anche che “l’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giovanni 4:18). Il quinto canale: il ruolo delle donne nell’islam La cultura musulmana è una cultura prevalentemente maschile. Se giri per i bar e i mercati nei quartieri arabi delle città occidentali, noterai l’as- 161 L’ISLAM INTORNO A TE senza quasi totale di donne. Alcuni anni fa, un gruppo d’attiviste marocchine per i diritti delle donne pubblicò la rivista Lam Aliif. Il titolo di questa rivista è un gioco di parole su aliif lam, che è l’articolo determinativo in arabo. Prese assieme, queste due lettere arabe significano “NO!”. Il gruppo cercò di migliorare la situazione femminile e di stabilire un movimento delle donne all’interno di una nazione musulmana. A distanza di quasi venticinque anni, la posizione sociale della donna in Islam non sembra essere cambiata granché, purtroppo. L’osservatore esterno non scorge una gran differenza rispetto a trent’anni fa, specialmente nelle zone povere delle grandi città. I giovani musulmani che vivono nelle città occidentali hanno uno stile di vita molto diverso da quello della famiglia d’origine, che sfocia spesso in conflitti coi genitori. Tieni presente questi aspetti quando entri nella casa del tuo amico o amica. Fai attenzione a non giudicare male la loro cultura. Considera il ruolo della leadership maschile al tempo dei patriarchi. Alcune affermazioni di Paolo nelle sue lettere sottolineano anch’esse che Dio ha stabilito gli uomini come conduttori nella Chiesa cristiana. Certo, alcuni di questi aspetti sono influenzabili dalla cultura. Una lettura attenta del libro degli Atti ci mostra il ruolo crescente delle donne nella chiesa neotestamentaria. Il problema è che, spesso, noi occidentali finiamo all’estremo opposto, incapaci, magari, di apprezzare i molti elementi positivi dell’ambiente del nostro amico. In che modo si può contribuire ad elevare la donna al giusto posto, dato loro da Dio? Di certo si può e si deve pregare che le cose cambino. Man mano che scopri la struttura dei rapporti interpersonali fra uomini e donne nell’ambiente sociale di cui fa parte il tuo amico, tieni presente, in modo pratico, le seguenti linee guida: . Se sei un uomo che entra in contatto con una donna appartenente alla cerchia familiare, mostra rispetto verso di lei; sii riservato e discreto nel tuo agire. Nel parlare con musulmani più anziani, puoi domandare loro “Come va a casa?” mai chiedere: “Come sta tua moglie?” 162 COMUNICARE L’AMORE . Se sei una donna che incontra un uomo di quella cerchia familiare, non è il caso di guardarlo negli occhi. Di certo, dovresti evitare quegli sfioramenti ed abbracci amichevoli, comuni da noi in occidente. Se ti viene chiesto di incontrare un uomo musulmano che non conosci bene, magari è il caso di chiederti se il suo interesse non vada oltre il desiderio di una semplice conoscenza. È consigliabile andare a trovarlo accompagnata da un fratello in Cristo, non da sola. . Ricordati del problema dei matrimoni misti a cui abbiamo accennato in un’altra parte di questo libro. L’islam in Occidente avanza soprattutto grazie ai matrimoni di uomini musulmani con donne occidentali. . Dovremmo osservare con attenzione la famiglia che visitiamo e come si vestono i nostri coetanei musulmani. Non sempre vorremo seguire il loro esempio nel vestire, ma 163 L’ISLAM INTORNO A TE d’altro canto, osservando il loro modo di vestire, comprendiamo se il nostro sia improprio o meno. Qui si tratta di lasciare da parte la tua cultura e cercare di adattarti alla loro. Tieni a mente l’affermazione biblica che chiama i testimoni di Cristo a «farsi ogni cosa a tutti»(1 Corinzi 9:22). Il sesto canale: la persecuzione Un cristiano era arrivato da poco in un paese musulmano. Rimase scioccato nel leggere nella prima pagina di un quotidiano in lingua araba, un articolo che criticava aspramente sia lui sia il suo amico d’origine musulmana. Con suo grande stupore, però, un altro cristiano replicò all’articolo fornendo una risposta biblica e ponderata, pubblicata da un altro quotidiano importante. Forse potresti pensare: “Un attacco del genere è normale in una nazione musulmana, ma non succederebbe mai qui”. No, purtroppo devo dirti che anche qui in Occidente possono esserci dei problemi notevoli per quelli che ricevono il nostro messaggio. Nel trasmettere loro la verità, dobbiamo pensare ai casi di persecuzione che esistevano anche ai tempi del Nuovo Testamento. A volte è necessario adattare il messaggio alla situazione tramite un uso adeguato del libro degli Atti. Alcuni musulmani fondamentalisti presero a minacciare un credente nordafricano, molto zelante nel testimoniare per Cristo. Lo spiavano e lo disturbavano in piena notte con telefonate minatorie. Il suo fervore spirituale si spense e non si riaccese mai più. Alcune autorità musulmane si gettano come degli avvoltoi sui nuovi cristiani ex-musulmani. Un altro fratello, un tunisino, viveva in Francia e desiderava viaggiare all’estero. Suo padre l’aveva cacciato di casa perché “seguiva gli Europei”. Quel fratello in Cristo non era affatto sicuro di poter ottenere un nuovo passaporto e il vecchio glielo aveva sequestrato suo padre. Aveva paura che, andando all’ambasciata, suo padre potesse intervenire anche lì; inoltre, poteva 164 COMUNICARE L’AMORE essere ricattato per non aver fatto il servizio militare in patria. Questo fratello rischiava di essere arrestato. Soltanto chi vive quotidianamente in situazioni simili può comprendere l’enorme portata delle pressioni a cui vengono sottoposti coloro che hanno lasciato o stanno per lasciare l’islam. Ricordati che il messaggio del Vangelo che stai portando, se accettato, potrebbe avere un costo altissimo per loro. Uno dei miei versetti preferiti per affrontare l’opposizione del nemico è il Salmo 2. «Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?» chiede il salmista. E prosegue parlando del Figlio. L’islam rifiuta la filiazione divina del Cristo, sostenendo che si tratta di un insegnamento inventato dai cristiani. Eppure, come leggiamo nel Salmo 2:4, «Colui che siede nei cieli ne riderà». Poi il Padre, in una terminologia unica nel suo genere, esorta ad accettare Cristo, dicendo:«Rendete omaggio al Figlio, affinché il Signore non si adiri e voi non periate nella vostra via.» (Salmo 2:12). Una volta mi ero intrattenuto con un uomo che sospettavo volesse infiltrarsi nella nostra opera missionaria; di sicuro era un piantagrane. Gli lessi questo salmo una mattina molto presto. Pian piano smise di venire ad interferire col mio ministero. Ecco alcuni suggerimenti per affrontare la persecuzione, sia nella sua forma più palese che in quella più subdola. . Fai attenzione a ciò che dici riguardo alla tua chiesa locale e alle organizzazioni cristiane quando ti trovi in una casa musulmana. Ci sono tanti sospetti e paure, spesso con un motivo. Organizzazioni legate alla polizia delle nazioni d’origine spesso cercano di controllare questi immigrati anche quando vivono in Europa. Alcune famiglie temono anche le autorità locali; talvolta perché vogliono coprire episodi di microcriminalità commessi da un parente stretto. . Ricordati sempre dell’esempio di Neemia: Egli si concentrò sul compito che Dio gli aveva assegnato e non sul nemico. Anche quando i suoi nemici cercarono di farlo scendere a compromessi 165 L’ISLAM INTORNO A TE incontrandosi con lui, Neemia si mostrò risoluto: con fermezza rifiutò di stare al loro gioco. Allo stesso modo, anche noi dovremmo guardare al Signore e portare avanti l’opera che Egli ci ha dato da svolgere. Inoltre, dobbiamo evitare di combattere queste opposizioni carnalmente. . Non permettere che la paura ti impedisca di parlare. Una volta ero in treno, in una nazione musulmana, assieme ad altri giovani credenti. Avevo consigliato loro d’essere molto discreti nella distribuzione di opuscoli evangelistici. Fra loro c’era anche un giovane tedesco, zelante per il Signore. Essendo molto alto di statura, era facile da individuare in mezzo ad una folla. Con mio grande sgomento, si mise a parlare con disinvoltura della sua fede, lì su quel treno. Ma Dio usò la sua testimonianza coraggiosa e non vi furono problemi con la polizia. . A volte bisogna usare davvero saggezza e discrezione. In una zona araba, vicina a quella in cui vivo in Francia, non mi sembra il caso di usare un tavolino per la distribuzione di trattati evangelici nei mercati. Preferisco avvicinare le persone e parlarci a tu per tu. . Ricorda sempre che gli arabi in generale, non sono scortesi ed ostili al contatto con noi. Al contrario, si possono riscontrare in loro delle caratteristiche che sia mia moglie sia io apprezziamo da ben trent’anni. Se anche tu hai vissuto in una cultura diversa da quella in cui sono nati i tuoi genitori, potresti trovare utile condividere con gli arabi e con altri immigrati musulmani alcune delle difficoltà che hai vissuto. Talvolta, racconto agli arabi immigrati di quando ero bambino e la mia famiglia si era trasferita da una parte degli Stati Uniti all’altra. Le persone della nuova zona avevano usanze molto diverse dalle nostre. Man mano che crescevo, l’essere in qualche modo uno straniero mi rese oggetto di critiche e scherno da parte di alcuni del vicinato. Condividere la fede partendo dalle proprie esperienze di vita, aiuterà i tuoi amici arabi a vedere le loro difficoltà sotto un’altra luce. 166 COMUNICARE L’AMORE . Sarebbe bene partire riconoscendo quale sia la vera fonte dell’opposizione nei nostri confronti e del messaggio che proclamiamo. Nel Suo discorso nell’Alto Solaio (Giovanni 16), Gesù focalizza sull’opposizione da parte del mondo. Il principe di questo mondo (Satana) scatenò un attacco rabbioso contro la persona del Signore Gesù. I musulmani potrebbero, allo stesso modo, attaccare Gesù come Figlio di Dio e Messia. Ricordiamoci, però, che dietro di loro vi sono il diavolo e le sue schiere malvagie che li spingono a comportarsi così. Non dimentichiamoci che Gesù Cristo detiene ogni autorità: Lui prevarrà sul male e vincerà il mondo. Il settimo canale: la priorità delle Scritture Farò giusto un accenno a quest’argomento, dato che ne abbiamo parlato nel capitolo riguardo alla comprensione biblica delle possibili origini dei popoli arabi. Vi ricordate l’affermazione di Charles Malik? Egli ci ricorda che non possiamo mai comprendere il conflitto mediorientale senza considerare il conflitto, riportato nella Bibbia stessa, fra Isacco ed Ismaele. Una comprensione biblica ci porterà a far conoscere l’amore genuino che tocca e scalda i cuori dei musulmani che abbiamo intorno. Torna per un attimo a Genesi 16:1-6. Vedrai che Sara proveniva dal popolo di Dio, eppure maltrattava Agar, la sua serva. Agar non faceva parte del popolo eletto. In questo passaggio, tuttavia, è lei che ci appare la più spirituale. Notate anche le rivelazioni che Dio dà ad Agar. Sara, talvolta, ci appare spiritualmente indifferente. Adesso leggiamo Genesi 16:7-16. Il brano avvalora questo tipo di ragionamento? Che cosa ci può insegnare Genesi 16:10 riguardo alle benedizioni divine per i popoli arabi, che reputano Agar loro madre? Chissà che in settimana non ti capiti l’occasione di uscire e bere un caffè con un conoscente musulmano. Le vostre conversazioni andranno a toccare l’argomento di Dio e la Sua rivelazione data agli esseri umani. È probabile che, mentre torni a casa e rifletti sulle questioni di cui avete parlato, proverai un gran peso per la condizione spirituale di quella per- 167 L’ISLAM INTORNO A TE sona. Ti verrà magari in mente un versetto della Bibbia. Qualche giorno dopo, può darsi che vi incontrate nuovamente, assieme ad altri amici. Rimarrai stupito nel vedere che la tua comprensione delle questioni dottrinali esaminate con loro è ora molto più profonda. Gesù, la nostra speranza, ti farà desiderare ardentemente e pregare che lo Spirito Santo porti il musulmano a conoscerLo. Ancora una volta, l’amore di Dio raggiungerà sia te sia il tuo amico musulmano per mezzo delle Scritture. L’ottavo canale: sfatare i miti Quanta saggezza dimostriamo nel considerare l’amico musulmano che Dio ci ha posto sul sentiero? Vi sono tre grandi miti, o false concezioni, riguardo all’Islam, molto diffusi fra i cristiani in occidente. Ci vuole saggezza per identificarli e sfatarli. Mito numero 1: Tutti gli arabi sono dei fanatici musulmani, e sono contro le nazioni occidentali. Abbiamo già citato Charles Malik, un cristiano libanese, che ci aiuta facendo luce sulla situazione mediorientale. Lui è solo uno fra i tanti credenti arabi in Gesù. Molti evangelici palestinesi hanno sofferto per Cristo e alcuni hanno testimoniato fedelmente a dei musulmani. C’è una notevole presenza di minoranze cristiane in paesi come l’Iraq, l’Egitto e la Siria. Dovrai accettare il fatto che il tuo amico musulmano avrà una prospettiva diversa dalla tua riguardo alla situazione in Medio Oriente e su altri eventi importanti sullo scenario mondiale. Non si tratta, per questo, di un fanatico, ma semplicemente di una persona diversa da te, con idee culturali e politiche differenti. Mito numero 2: È impossibile per un musulmano divenire un cristiano. Prendi in considerazione due fatti: la testimonianza esplicita da parte dei Kabyle in Algeria e il crescente numero di raduni in Francia, a livello 168 COMUNICARE L’AMORE regionale, di cristiani di origine musulmana. Potrei citare altri esempi, che servono a dimostrare che il secondo mito è, appunto, solamente un mito. Mito numero 3: Io non sono qualificato per testimoniare ai musulmani. È necessario un esperto, qualcuno che conosca la loro lingua. Questo terzo mito entra spesso in gioco dopo che i primi due sono stati sfatati. Ti ricordi la storia del giovane di cui vi ho parlato all’inizio di questo libro? Lui credeva a questo mito e venne da me per chiedermi di testimoniare al suo amico, uno studente musulmano. Eppure, era Jacques l’esperto. Per quanto poco ne sapesse, era lui che era diventato amico del giovane musulmano candidato al dottorato di ricerca. Un rapporto interpersonale guidato e potenziato dallo Spirito Santo divenne una piattaforma per la proclamazione del Vangelo. Jacques diede una testimonianza efficace del Salvatore che egli amava. L’arma segreta che Dio usa per guadagnare a Cristo i musulmani nelle nazioni occidentali è un elemento che spesso ci sorprende: semplicemente un cristiano che stringe amicizia con un musulmano sulle gradinate della chiesa. Se possibile, cerca di demolire questi miti che potrebbero serpeggiare anche fra i membri della tua chiesa locale. Ricorda il grande motto per coloro che testimoniano fra i musulmani:«…la vostra fatica non è vana nel Signore» (1 Cor. 15:58). Il nono canale: la pace di Dio Questo principio scaturisce dalla realtà della persecuzione e dall’importanza primaria delle Scritture. I convertiti dall’islam dovranno fronteggiare delle persecuzioni. Ed anche noi, se testimoniamo della verità. Quando si inizia a comprendere ciò che la Bibbia insegna riguardo ai progenitori d’alcuni popoli arabi, comprenderemo anche che l’amicizia che abbiamo con un arabo, domani potrebbe dissolversi e tramutarsi in ostilità ed inimicizia. Saul nutrì una lunga inimicizia nei confronti di Davide. Riscontriamo 169 L’ISLAM INTORNO A TE un odio di quel genere anche nel mondo musulmano. Forse sperimenteremo, per la prima volta nella nostra vita, un odio reale da parte di persone che ci circondano. Inoltre, vi sono forme più sottili di persecuzione, sperimentate da Gesù, che potremmo percepire anche noi. Si tratta di gradi più o meno elevati d’intrighi e complotti contro di noi, simili a quelle della vicenda di Saul e Davide. Non c’è nulla di paragonabile agli intrighi orientali per furbizia ed effetti micidiali. Eppure, nel caso di Saul, talvolta spuntava fuori anche amore. Lo vediamo nell’episodio in cui Saul chiamò Davide suo figlio, pentendosi di ciò che aveva fatto. L’opposizione da parte di Saul sembrava essere, almeno in parte, d’origine demonica. Iniziò con uno spirito maligno, agli albori del suo regno e culminò con l’episodio della medium di En-Dor, verso la fine della sua vita (1 Samuele capitoli 18-28). Potremo notare un atteggiamento ambivalente da parte di alcuni fra gli amici musulmani che cerchiamo di guadagnare a Cristo. Con questo partecipiamo, per dirla con Paolo, alle sofferenze di Gesù. Egli parla in Filippesi 3:10 della comunione delle sofferenze di Cristo. Anche noi avremo il privilegio di conoscerle. Trasformare l’entusiasmo iniziale in dedizione fedele In molti musulmani d’origine araba scorgerai un entusiasmo iniziale nei confronti tuoi e del messaggio che proclami. Ma raramente troverai una dedizione fedele a lungo termine. Abbiamo già esaminato gli aspetti e le motivazioni tipiche di una persona araba. Il suo entusiasmo potrebbe illuderti: il suo benvenuto iniziale, la sua accoglienza, è stata così calda che sei portato a credere che ne risulterà sicuramente un’amicizia eterna! Qui a Tolosa c’è un detto secondo il quale i suoi abitanti danno la mano ma non il braccio: il calore umano arriva solo fino ad un certo punto. Questo è vero anche per alcuni arabi e popoli arabizzati. L’amicizia “esplosiva” di oggi potrebbe tramutarsi un domani in ostilità dichiarata. Coloro che, fra i missionari, provengono 170 COMUNICARE L’AMORE dal sud degli Stati Uniti, sapranno che anche nella nostra cultura d’origine si possono trovare elementi di questo tipo. Come possiamo contrastare tale situazione, francamente deprimente da un punto di vista umano? Dobbiamo ricordarci dell’amore che aveva Davide per Saul. L’amore di Davide era fedele, anche di fronte ad un odio manifesto. Il Signore Gesù amò i Suoi nemici, tanto da dichiarare: «Padre, perdona loro». Passa in rassegna le tue motivazioni: l’amore di Cristo ti costringe, ti spinge, a stendere la tua mano verso il “vicino” musulmano, ad andargli incontro con amore? Per la pratica Riconsidera i suggerimenti del presente capitolo, in cui abbiamo esaminato i diversi canali per trasmettere l’amore di Dio. Durante la settimana, metti in pratica uno di questi suggerimenti con il tuo amico/amica musulmano. Per l’approfondimento Perché il messaggio d’amore di Paolo (in 1 Corinzi 13) ha portato frutto così duraturo? Era forse perché era disposto a «farsi ogni cosa a tutti» per guadagnare uomini a Cristo? Vediamo in Atti 17 che egli parlava in un modo agli ateniesi, uomini di cultura, mentre coi Corinzi e gli Efesini, l’approccio era diverso, come da Atti 18 e 19. Studia quest’approccio nei brani suddetti. Note: 33Assieme ad altri amici che testimoniano ai musulmani, mi ritrovo cauto di fronte ad una applicazione impropria del principio della 171 L’ISLAM INTORNO A TE così detta analogia di redenzione. Nel suo libro Il Figlio della Pace, Don Richardson descrive una cerimonia particolare usata per far pace fra il popolo sawi della>e che questo ponte funzionò per un popolo primitivo, tribale, per gente isolata da influenze esterne. I popoli musulmani civilizzati del Nord Africa e del Medio Oriente hanno uno sfondo culturale d’origine molto diverso. Non pensate che vi siano soluzioni facili. D’altro canto però, sappiamo che Dio può usare un evento importante o una conversione drammatica per portare tanti musulmani a Cristo. Molti di noi hanno osservato la caduta del comunismo e credono che Dio possa, in modo analogo, causare la caduta del sistema islamico mondiale. 172 CONCLUSIONE Mi auguro che tu abbia goduto il viaggio che abbiamo fatto insieme. Sono sicuro che il Vangelo ti sarà divenuto più chiaro condividendolo con un’altra persona. Probabilmente, ora capirai meglio anche alcuni dei brani biblici che abbiamo visto e le questioni spirituali che abbiamo affrontato. Senza dubbio, la tua vita di preghiera si è fatta più intensa, mentre ti sei impegnato nell’intercessione per il tuo amico musulmano. Ne sai di più sui conflitti spirituali, ma conosci anche meglio la vita della persona a te vicina; una persona di cui prima ignoravi l’esistenza. L’amore si è espresso attraverso numerosi canali ed ha toccato quella persona che Dio ti ha posto a fianco come tuo vicino. Ti sembra che il tuo amico sia ancora molto lontano da Cristo? Persevera. Condividi la tua visione con un altro credente: Forma un gruppo di preghiera ed incontratevi una volta alla settimana; chiedi a Dio di darti una persona da discepolare fin quando troverà il suo posto nella chiesa locale. L’obiettivo della “borsa degli attrezzi” che vi ho presentato è quello di vedere musulmani in Europa, Nord America e di tutto il mondo incontrare il vero Messia e Salvatore, il Signore Gesù Cristo. Quale gioia proveranno, quando si uniranno alla moltitudine di altre persone, della loro stessa razza e nati nel loro stesso ambito religioso, lodando Dio presso il Suo trono! Quale gioia proveremo io e te nel vedere che lo Spirito Santo ci ha utilizzati come strumenti in un evento capace di cambiare il mondo! L’islam, nelle sue forme più violente, spesso richiama l’attenzione degli occidentali, scuotendoli. Io ringrazio Dio per il numero crescente di persone provenienti dall’Oriente e dall’Occidente che hanno rinunciato ai propri comfort personali e ad una vita agiata, per andare incontro a questa gente che Dio tanto ama, presentando loro il Vangelo. Così facendo, entriamo a far parte della L’ISLAM INTORNO A TE stessa missione e dello stesso programma intrapreso da Dio, nostro Padre. Davide, nel Salmo 2, lo descrive molto bene: Io annunzierò il decreto: Il SIGNORE mi ha detto: «Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato. Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra… » In un certo senso, questo manuale non è né carne né pesce. Ciascuno dei nove capitoli che lo compongono è apparso separatamente in una forma diversa da quella che troviamo qui. È perciò che lo definisco un manuale piuttosto che un libro. Eppure, oserei dire che è più di un manuale. Per il lettore la sua utilità so che si estenderà ben al di là di un seminario, un convegno o una campagna evangelica estiva. Anni fa, mi trovai ad una conferenza a livello europeo, dove incontrai persone di varie nazionalità. Eravamo uniti da due elementi: prima di tutto, da un desiderio di raggiungere i musulmani in Europa, che Dio stesso ci ha messo nel cuore. Tutti i presenti usavano l’inglese come lingua franca, e ciò ci permetteva di comunicare, anche se per molti non era la lingua madre. Mentre ascoltavo quegli uomini e quelle donne di Dio, il Signore iniziò a richiamare la mia attenzione; perché non raccogliere una parte del materiale che avevo già presentato in passato? Io lodo il Signore per gli amici che mi hanno aiutato in questo progetto. Il loro aiuto è stato essenziale per portarlo a buon fine. Ringrazio alcuni missionari ancora attivi nel mondo musulmano che mi hanno fornito il loro aiuto nel delineare la prospettiva dei musulmani residenti in Europa e in Nord Africa. Ringrazio vari colleghi di Arab World Ministries che hanno contribuito con idee e suggerimenti. Ringrazio Nelly Vos per il suo lavoro meticoloso di traduzione dall’arabo al francese (ha detto di essersi divertita a farlo!). Ringrazio coloro che, in Nord America, mi hanno aiutato in questo lavoro, specialmente Bill Saal che mi ha aiutato nella stesura finale dell’edi- 174 CONCLUSIONE zione inglese. Infine, ringrazio mio figlio John D. Haines (da non confondersi con suo padre John F.) per la grafica dell’edizione in inglese. Confido che il lettore ne sarà deliziato tanto come coloro che hanno visto le illustrazioni nella forma originale. Alcune sono state prese dalle foto scattate dal mio compagno di squadre, Ron. È impossibile per me ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, in modo diretto o indiretto, alla realizzazione di questo libro. Mia moglie ed io abbiamo lavorato per più di 25 anni in Francia. Devo tanto ai membri delle nostre chiese francesi, ai pastori, ai partecipanti alle evangelizzazioni estive, a fratelli e sorelle arabi in Cristo e a vari amici musulmani. Essi mi hanno aiutato a plasmare e correggere le mie preghiere e i miei pensieri sull’evangelizzazione dei musulmani nelle nazioni occidentali. Quindi, non si tratta di semplice retorica quando dico che queste pagine provengono da loro. Mi auguro che esse ritorneranno a loro in vista del raggiungimento della meta suprema: Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane? I re della terra si danno convegno e i principi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto… Sono io, dirà, che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo… Ora, oh re, siate saggi… Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via… Beati tutti quelli che confidano in Lui (Salmo 2) Vostro fratello in Cristo, John F. Haines Tolosa, Francia 175 L’ISLAM INTORNO A TE 176 LISTA DELLE RISORSE Comprensioni croce-culturali e missioni Bernstein Richard. Fragile Glory: A Portrait of France and the French. New York: A.A. Knopf,1990. Charnay Jean-paul. La Vie Musulmane en Algerie. 1965; ristampato a Parigi: presso l’Università della Francia, 1991. Duvignaud Jean. Tunisie: collection Atlas de Voyage. Lausanne: Rencontre, 1965. Govan Stewart I.R. The love that was Stronger, Lilias Trotter of Algiers. Londra: Lutterworth Press, 1958. Un esempio difficile di qualche tipo di consacrazione per vincere musulmani a Cristo, e l’utilità di una comprensione larga della loro cultura. Hiebert Paul G. Anthropological Insights for missionaries. Grand Rapids: Baker, 1985. Howard David M. Moving Out: The Story of Student Initiative in World Missions. Downers Grove, Illinois: Intervarsity press, 1984. Inrig Gary. Quality Friendship: The Risks and Rewards. Chicago: Moody Press, 1981. Mahmoody Betty. Not Without My daughter. Londra: Corgi Press, 1989 Mallouhi Christine. Mini-Skirts, Mothers and Muslims. Turnbridge Wells, UK: Spear Publications, n.d. Distributed by STL L’ISLAM INTORNO A TE Distributors. PO Box 300, Carlisle, Cumbria CA30Qs, UK. A dispetto di un eccessivamente drammatico titolo, questo libro contiene tanti suggerimenti utili per quelli stranieri alla cultura musulmana. Mernissi Fatima. Beyond the Veil: Male-female Dynamics in Modern Muslim Society. Rev. Ed.Londra: Al Saqi, 1985. L’autore è un professore dell’Università del marocco e sociologista. Questa è un’area molto-incompresa di relazioni tra occidentali e musulmani. Olson Bruce E. Bruchko. Carol Stream, illinois: Creation House, ristampato nel 1985. Relativo all’annuncio “Primitivo” alla cultura indiana, in esso la profondità del sacrificio e l’identificazione dell’autore è straordinaria, se non unica. Patai raphael. The arab Mind. New York: Scribner, 1976. Un’analisi classica della cultura araba e sua prospettiva. Richardson Don . Eternity in their Hearts. Ventura, CA: Regal Books, 1981. Anche disponibile in Francia. (L’Éternitè dans leur coeur. Quebec: Jeunesse en Muission, 1984) -------------------. Peace Child. Glendale, CA, G/L Publications: 1974. Anche disponibile in Francia. Entrambi questi libri, come quello di Oslen, parlano della cultura tribale, ma contengono molte verità che si applicano ad altre culture. Smalley William A. Readings in Missionary Anthropology II. Pasadena: William Csrey Library, 1984. Tapiéro Norbert. Manuel d’Arabe Algérien Moderne. Second Edition. Paris: Librarie C. KlincksiecK, 1978. Tapiéro dice che il dialetto algerino è come una lingua. Alla fine di questo lavoro, 15 dialoghi, ci aiutano a capire aspetti della vita in Algeria prima dell’indipendenza. I testi dell’apprendimento progressivo danno anche molti suggerimenti. Molto è cambiato, ma “Più le cose cambiano, più restano uguali.” 178 LISTA DELLE RISORSE Islam Andrae Tor. Mohammed: The Man and his Faith. New York: Harper torchbooks, 1960. Cragg kenneth. The call of the Minaret. New York: Oxford, 1956. Dotto e comprensibile, Cragg è un scrittore avvincente, nonostante il fatto che alcune delle sue vedute non sono le mie. --------------------, This Year in Jerusalem. DLT, 1982. --------------------, The Event of the Qur’an. Allen & Unwin, 1971. --------------------, The Mind of the Qur’an.Allen & Unwin, 1973. .--------------------, The Wisdom of the Christian. Sheldon, 1974. --------------------, Muhammad and the Christian: A Question of Response. Maryknoll: Orbis Books,1984. Farah Caesar E. Islam: Beliefs and Observances. Woodbury, New Jork: Barron’s Educational Series, 1970. Un lavoro appropriato, come un serio testo da studio, buono come strumento di consultazione. Geertz Clifford: Islam Observed. New York: Yale University Press,1968. Gilsenan Michae. Recognizing Islam. New York: Pantheon Books, 1982. Questa è una visione antropologica, con molti studi sul caso. Hamoiri Andras and Ruth , trans. Introduction to Islamic Theology and Law. By Ignaz Goldziher. Princeton: Princeton University Press, 1981. Pullapilly Cyriac K. Islam in the Contemporary World. Notre Dame, Indiana: Cross Roads Bopoks, 1980. Schoun Frithjof. Understanding Islam. Londra: Mandala Books, 1976. Taylor John B.The World of Islam. Londra: Lutterworth Press, 1971; ristampato. New York: Friendship Press, 1979. Von Grunebaum, G. E. Muhammadan Festivals. New York: Henry Schuman, 1951. 179 L’ISLAM INTORNO A TE Testimoni tra i musulmani Abdul-haqq Abidyah Akbar. Sharing Your faith With a Muslim. Minneapolis: Bethany Fellowship, inc. 1980. Budd Jack. Studies on Islam. 1967; ristampato Northants, England: Stanley L. Hunt, 1981. Campbell William. The Qur’an and the Bible in the Light of History and Science. Middle East Resources, n.d. --------------------The Gospel of Barnabas: Its True Value. Rawalpindi, Pakistan: Christian Study Centre, 1989. Chai-Lien, Liu. The Arabian Prophet: A Life of Mohammed from Chinese and Arabic Sources. Shanghai: Commercial Press; Revell (distributor), 1921. Elder John. The Biblical Approach to the Muslim. Fort Washington: WEC, 1978. Goldsmith Martin. Islam and Christian Witness. Londra: Hodder and Stoughton, 1978. Hanna Mark. The True Path: Seven Muslims Make Their Greaest Discovery. Colorado Springs: International Doorways, 1975. Ibraham Isak. Back Gold and Holy War. Nasville: Thomas Newlson, 1983. Jadid Iskander. The Cross in the Gospel and in the Qur’an. Basel, Switzerland: Center for Young Adults, n.d. McDowell Josh. The Islam Debate. With Ahmed Deedat. San Bernardino, California: Here’s Life Publishers 1983.(due cassette audio). Molti musulmani e Cristiani hanno sentito i dibattiti sull’islam di Ahmed Deedat con varie persone. McDowell gli diede sia le risposte che una dimostrazione impressionante di amore cristiano. McCurry Don, ed. The gaspel and Islam. Pasadena: William Carey Library, 1979. 180 LISTA DELLE RISORSE Miller William McElwee. A Christian’s Response to Islam. Phillipsburg, NJ: Presbyterian and Reformed Publishing Co., 1980. Parshall Phil. Beyond the Mosque: Christians Within Muslim Community. Grand Rapids: Baker, 1985. -------------------New Paths in Muslim Evangelism: Evangelical Approaches to Contextualization. Grand Rapids: Baker, 1980. Questo libro contiene qualche inte7ressante suggerimento, anche se potremmo non essere d’accordo con essi. Pfander C.G. The Balance of Truth. 1910 Revised. Light of life Austria 1986. L’edizione araba è disponibile in una trilogia, il primo volume parla di qualche problema sulla possibile corruzione nella Bibbia. Un più vecchio libro è tuttavia favorito dall’autore per insegnare a testimoniare ai musulmani. Saal William, Reachimg Muslims For Christ. Chicago: Moody Press, 1993. Un manuale grandemente espanso che è stato in uso per molti anni tra la popalazione musulmana nord africana. Applicato a tutti i musulmani. Schloff Sam. Discipleship in Islamic Society. Marseille, France: Ecole Radio Biblique, 1981. St John Patricia. Until the Day breaks: The life and Work of Lilias Trotter, Pioneer missionary to Muslim North Africa. Bromley, kent: OM Publishing, 1990. Trotter è stata un’inimitabile artista missionaria, formata sotto Ruskin, divenne una pioniera nota al popolo dell’Algeria. Questo accadeva un tempo, quando le iniziative di sole donne nel popolo musulmano erano una rarità. Lei aprì la strada per tutti di noi, incluso l’autrice della sua biografia. St John ha scritto Star of Light ed anche un altro libro per ragazzi e adulti riguardante il mondo musulmano. Tisdall Sinclair, ed. MaSaadir al- Islaam (The Sources of Islam). Rikon Switzerland: The Good Way, n.d. In questo libro l’autore rivela un numero di contraddizioni e inesattezze nel “Qur’an” (il Corano). Egli ha avuto il vantaggio di essere in Arabia. Di tali testi oggi ne esistono pochi a causa di violenta reazione islamica. 181 L’ISLAM INTORNO A TE Zwemer Samuel M. Childhood in the Muslim World. New Jork: Revell, 1915. Questo è un vecchio lavoro, più vecchio anche dei migliori di Zwemer, come “The Apostle to Islam”. Un testo che rivela ancora molti segreti a quelli che lavorano con le famiglie musulmane ed i bambini d’oggi. ----------Studies in Popular Islam. New Jork: Macmillan, 1939. ----------The Moslem Doctrine of God. 1905; Ristampato Gerrards Cross: WEC, 1981. Il mondo dell’occulto e la sua relazione con l’islam Anderson neil T. The Bondage Breaker. Tunbridge Wells: Monarch, 1993. Anche in francese. --------------Victory over Darkness. Tumbridge Wells: Monarch, n.d. Anche in francese. Bakhtiar Laleh. Le soufisme: Expression de la Quête Mystique. PaysBas: Le seul, 1977. È uscita anche un’edizione inglese: SUFI, Expressions of the Mystic Quest. Questo libro rivela tanti segreti come l’uso di numeri, sogni, astrologia, e poesia mistica in “the Voyage toward God”(Pag. 32). “Le soufisme” è un commento sul cuore che piange spesso per il Dio distante del Corano. Brooks Thomas. Precious Remedies Against Satan’s Devices. Carlisle: Puritan Paperbacks, 1993. Brooks è un Puritano che è relativamente facile da leggere. I conflitti spirituali ed intensi che seguono nell’Inghilterra del suo giorno, girarono attorno ad un compromesso dottrinale. La sana dottrina è anche una chiave che sta vincendo nella nostra vera jihad cioè quella di insegnare, pregare e operare con l’autorità di Cristo. Queste verità non sono mai datate. Bubeck Mark I. The Adversary: The Christian Versus Demon Activity. Chicago: Moody, 1975. Gli intuiti pratici per chi è coinvolto nella guerra spirituale, un libro che applica nel modo migliore la nostra testimonianza ai musulmani. Un seguito a questo è il suo Revival di Satanic. 182 LISTA DI RISORSE -----------------Overcoming the Adversary. Chicago: Moody, 1984. Usando la risorsa della preghiera per ottenere la vittoria. Collinson Bernard. Occultism in North Africa. Marseille, France: Radio School of the Bible, 1977. Un libretto da un fedele testimone che vive tra i musulmani da molti anni, e conosce l’aspetto dall’esperienza personale. Tradotto anche in francese. Dickason C. Fred. Demon Possession and the Christian. Chicago: Moody Press, 1987. Imtiaz Ahmad. Ritual and Religion Amog Muslim of India. New Delhi: Manohar, 1981. Parker Russ. Battling the Occult. Downeres Grave, Illinois: InterVarsity, 1990. Parshall Phil. Bridges to Islam: A Christian Perspective on Folk Islam. Grand Rapids: Baker, 1983. Penn-Lewis Jessie. War on the Saints. Ninth Ed. New York:Thomas E. Lowe, Ltd, 1973. Steyne Philip. Gods of Power. Houston: Touch Publications, 1990. Subhan John A. Bishop. Sufism: Its Saints and Shrines, Lucknow: The Lucknow Publishing house, 1960. La storia del Nord Africa e la sua chiesa Cooley John K. Baal, Christ, and Mohammed: Religion and Revolution in North Africa. New Jork: Holt, Rhinehart, and Winston, 1965. Daniel Robin. This Holy Seed Faith, Hopeand love in the Early Churches of north Africa. Harpenden, Regno Unito: Pubblicazioni di Tamarisk, 1993. Questo grande e recente volume è scritto con una solida esperienza fra i musulmani. Esso è buono leggendolo anche col volume di Cooley. (above). Steele Frances R. Not in Vain. Pasadena: William Carey Library, 1981. 183 184 INDICE 85, 89, 90, 97, 99, 125, 132, 133, 139, 143, 148, 155, 156, 157, 158, 163, 164, 166, 175, 180 -AAbdelkader, 143 Abdulla, il suo testimone, 50, 51 Abraamo, 27, 29, 31, 32, 33, 43, 44, 60 Adamo, 26, 27, 29,30, 31, 33, 14, 106 Adorazione, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 23, 24, 108, 117, 136 Agar, 43, 44, 45, 53, 54, 55, 173 Agostino, 48, 53, 54 Ahmed, 127 Aissa, 26, 27, 33, 40 Albright, 60 Alcool, 57, 87, 101 Algerino/a/i, 48, 70, 76, 85, 100,163, 186, 189 Algeri, 58 Allah, 67, 96, 98, 99, 224 Americano 48, 68, 129, 141, 180 Andrea, discepolo di Gesù, 128 Angelo, 32, 104 Animismo, 102 Antico Testamento, 22, 38, 46, 47, 51, 91, 99, 106, 112, 117, 132, 160 Arab World Ministries, (MENA), 103, 125, 132, 180 Arabo, 13, 14, 16, 20, 31, 40, 42, 44, 46, 47, 56, 58, 75, 84, Asa, 22 -BBatseba, 78 Berbero/a/i, 42, 53, 76, 86, 139, 145, 154, 155 Bertrand, pastore, 144 Bibbia, cambiamenti, 59, 60 Biblico, stile di vita, 121, 144 Bichon, Jean, 59 Bishop, Robinson, 60, 73 Benedizioni, 43, 44, 173 Bubeck, Mark, 112, 114, 190 Bucaille, Maurice, 62, 73 -CCalvino, Giovanni, 53 Campbell, 61, 187 Carey, William, 22, 188, 191 Carne, 47, 84, 87, 101, 179 Cattolico, 103, 142, 143, 155 Celtica, 102 Certezza, 36 Chiesa, di Israele, 48 Chiesa evangelica, 90 L’ISLAM INTORNO A TE Cielo/celeste, 15, 19, 23, 71, 124, 146, 159 Chiesa, integrazione dei musulmani convertiti nella, 44, 90, 108, 116, 120, 121, 127, 128, 137-149 Cinque passi sulla retta via, 27, 56 Circoncisione, 84 Comunione fraterna, 25, 87, 138, 145 Comunità (Vedi anche Umma), 69, 72, 77, 83, 84, 85, 87, 89, 92, 102, 103, 108, 109, 115, 116, 118, 119, 131, 134, 137, 138, 140, 141, 149, 151 Convertito/i, 44, 53, 66, 107, 108, 115, 116, 120, 121,125, 126, 127, 128, 134, 137, 140, 141, 142, 144, 147, 148 Corano, 13, 16, 18, 27, 42, 49, 54, 60, 61, 63, 68, 99, 101, 123, 126, 146, 155, 156, 158, 163 Corpo di Cristo, la chiesa è il, 87, 115, 145, 147 Credenze, 96, 102 Cristiani, 16, 26, 37, 40, 46, 48, 59, 65, 68, 69, 70, 71, 87, 97, 99, 104, 106, 116, 126, 130, 132, 135, 138, 143 Croce, predizione riguardo all, 34, 35, 36, 46, 51, 57, 63, 75, 124 186 Croce, scopo della, 64, 65, 71 Crociate, 48 Culturale, trasformazione, 80 Cultura. Islamica, 51, 67, 68, 81, 82, 83, 84 Crusade, Campus, 125 -DDavide, 29, 33, 34 72, 131, 132175, 176, 179 Deedat, Ahmed, 188 Deismo, 100 Demonio/i, 95, 104, 107, 111, 113, 127, 175, Diavolo, 30, 106, 172 Dieci comandamenti, 30, 123, 131 Digiuno, 84, 86, 98 Discepolare, 116, 125, 128, 129, 130, 131, 132, 134, 135, 146 Divorzio, 128 Donne, il ruolo delle, 166, 187 -EEbreo/i, 26, 46, 48, 50, 51, 52, 58, 111, 117, 140 Eden, 30 Egitto, 46, 174 Endor, 127, 175 Energia vitale, 102 Epafra, 21, 22 Eredità, 45, 53, 179 Esaù, 99 Esigenze, 25, 39, 93, 152, 153 Etica del lavoro femminile, 81 INDICE Evangelista/i/ici/ico, 37, 40, 45, 48, 50, 69, 70, 76, 103, 115, 119, 122, 130, 136 140, 142, 145, 149, 163, 171, 174, 179 Eva, 29, 30, 31, 104 Evangelizzazione estrattiva, 138 -FFalso insegnamento, 125 Festa della pecora, 64, 65, 86, 87 Feticci, 107, 165 Fondamentalisti, 67, 169 Fratellanza musulmana, 100 Freccia, 13, 93, 153, 154, 159, 160 -GGenerazione, prima, 80, 94, 97, 139 Giacobbe, 43, 91 Giacomo, discepolo di Gesù, 162 Gionatan, 132 Giovanni Battista, 34, 35, 63, 128 Giuseppe, patriarca, 91 Giustizia, 71, 98, 117, 118, 129, Golgota, 26 Greco/i, 17, 96, 125, 141, 143 Gruppo, attività di, 86 Guerra spirituale, 13, 21, 48, 93, 100, 114 -HHajj, (Hajji), 84 Halaal, 82 Haraam, 82 -IImmigrante, 31, 100, 103, 139, 162, 171, 172 Inferno, 31 Injiil, 60 Inrig, Gary, 185 Intercedere, 18, 24, 123 Isacco, 27, 43, 44, 151, 172 Islam, (ortodosso), 100, 102 Islam, pilastri dell’, 84, 144 Islam, popolare, 16, 38, 42, 77, 87, 98, 101, 104, 105, 110, 155, 162, 163 Ismaele, 43, 44, 45, 46, 53, 54, 55 Israele, 29, 47, 127 -JJohns, Hopkins University, 60 -KKabyle, 85, 174 -LLealtà, 76 Libertà, 47, 114 Louab, 143 -MMagia/e, 74, 93, 94, 103, 110, 111, 154, 165 Mahmoody, Betty, 185 Mahmoud, 79 Male, 74, 75, 94,101,164,168,172 Malik, Charles, 42,172,173 Maometto, 16, 19, 24, 54, 55, 59,60, 66, 69, 124 187 L’ISLAM INTORNO A TE Marabout, 98, 110, 163, 164 Maria, 17, 49, 78 Marsh, Charles, 24, 39, 72 Martyn, Henry, 24 Martiri, 103 Matrimonio interculturale, 127 Mecca, 55, 83, 84, 86, 101, 164 Mediatore, 51, 67 Messia, 36, 40, 44, 64, 128, 151, 156, 172, 178 Miller, William McElwee, 188 Ministero a squadre, 19 Miriam, 49, 63 Missionario, 83, 111, 127, 149, 152, 159, 170, 176, 179, 189 Marocco, 22, 58, 136, 185 montone, 32, 33 Miti, 155, 173, 175 Moschea, 42, 68, 101, 146, 155 Mosè, 28, 29, 30, 32, 33, 51 Musk, Bill, 84, 101 -NNataniele, 128 Neemia, 71 Nicodemo, 28, 75, 93, 117 Nuovo Testamento, 13, 14, 43, 46, 52, 110, 117, 148, 169 -OObiezioni dei musulmani, 57, 58, 59, 71, 72, 73, 147, 157, 163 Occulto, 42, 90, 96, 97, 104, 105, 188 106, 109, 110, 113, 127, 164, 166, 190 -PPagano/e, (esimo), 26, 53, 103 Palestina, 31, 34 Paolo, 20, 21, 22, 25, 42, 44, 48, 50, 65, 71, 87, 95, 96, 08, 109, 110, 111, 113, 117, 119, 120, 121, 122, 143, 146, 152, 155, 168, 176, 177 Parshall, Phil, 87, 114, 188, 191 Pasqua, 51 Pazienza, 44, 46, 130 147, 155, 158, 159 Perdono, 12, 27, 36, 50, 52, 71, 90, 118 Persecuzione, 85, 133, 155, 169, 170, 175 Perseveranza, 38 Pellegrino, 59, 76, 84, 86, 101 Pietro, 39, 60, 84, 118, 128, 145, 162 Popolo del Libro, 42, 49 Pregiudizio, 151 Presentazione del Vangelo, 25, 26, 27, 28, 29, 57, 58, 61, 115 Profeta/i, 16, 17, 23, 24, 29, 33, 34, 37, 49, 54, 59, 63, 65, 66,112, 151 Protestante/i, 58, 142 Prove esterne, 60 Pubertà, 79, 80, 83, 84 INDICE -Q-RRadio School of the Bible, 152, 159, 190 Ragazzi, disciplina dei, 121, 123, 124, 126, 133-134 Ramadam, 59, 84, 86, 87, 98, 101 Relazioni interpersonali fra uomini e donne, 83, 166, 167 Resurrezione, 35, 36, 65, 79, 102, 106, 110, 128 Rete familiare, 106, 108 Rituali, 83, 84, 86, 98 Ruth, 78 -SSaal, William, 3, 180, 189, Said, 76, 85, 122, 144, 145 Salvatore, 44, 76, 99, 174, 178 Salvezza, 27, 31, 36, 71, 146 Sangue, 50, 52, 66, 151 Sara, 43, 44, 54, 173, 160 Satana/anici, 21, 30, 66, 93, 94, 95,104, 105, 106, 107, 108, 112, 125, 164, 172, 190 Saul, 65, 131, 132, 175, 176 Saulo, 66 Schaeffer, Francis, 96 Schiavitù, 47 Schlorff, Samuel, 132 Seconda generazione, 77, 80, 83, 94, 96, 102, 103, 110, 131, 139 Semitico, 53 Sincretismo, 49 Sofferenza, 34, 37, 45, 46, 53, 128, 176 Studenti musulmani, 20, 38, 50, 69, 71, 154, 155, 159, 160 Sura, 60, 63, 155 -TTaurat, 60 Tentazione, 106, 125 Testimonianza personale, 66 Torah, 28, 29 32, 33 Tribù, 43, 45, 46, 154 Trinità, difesa della, 59, 66 Trotter, Lilas, 24, 185, 189 -UUmma, 19, 77, 108, 137, 138, 142, 161 -VVisiualized Bible, 133 Vita Eterna, 37, 49, 51 -W-YYasmina, 68 -ZZabuur, 61 Zwemer, Samuel, 24, 83, 92, 189 189 Pagina in cui inserire pubblicità di M.E.t.A. Edizioni Centro Biblico dal 1947 Via Domitiana F/44 80014 LAGO PATRIA (NA) Tel. 0039-081-334.05.32 Fax 0039-081-334.08.77 www.centrobiblico.com o it E-mail: [email protected] Vorrei ricevere, senza impegno ulteriori informazioni sulle Vs. pubbliclicazioni tramite E-mail: Vorrei ricevere, gratuitamente un catalogo completo delle vostre pubblicazioni. Ritagliare e spedire in busta chiusa Vorrei ricevere, un Vs. libretto in omaggio. Nominativo: Via: cap Città Prov. Tel Cod. Fisc. Finito di stampare a Napoli in Maggio 2005 da Multimedia S.c.a.r.l. Tel. 081-818.49.42 192