L`islam intorno a te - Tutto verso i musulmani

Transcript

L`islam intorno a te - Tutto verso i musulmani
Questo libro è dedicato alla memoria del mio collega e
amato fratello in Cristo, Bill Saal. La mia preghiera è
che molti seguino il suo esempio e diventino fedeli
testimoni con gli amici musulmani, che Dio abbia un
posto sulla loro strada.
“Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi
annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre”.
I Giovanni 1:5
CONTENUTI
Contenuti
5
Prefazione
9
Usare questa guida
13
1. La preghiera
17
La preghiera e l’adorazione
Il conflitto nella preghiera
Il ministero della preghiera
La ricompensa della preghiera
Per la riflessione
Per la pratica
Per l’approfondimento
2. Un messaggio biblico
17
22
23
24
25
25
26
27
Allah: credere nell’esistenza di Dio, nostro creatore
30
Adamo: il peccato costituisce l’ostacolo principale nel cercare
d’imboccare la giusta strada
31
Abraamo: credere in Dio e nella Sua salvezza
33
Aissa : l’agnello di Dio, il nostro unico sostituto possibile
34
Accettare il dono meraviglioso del perdono di Dio
37
Per la riflessione
39
Per la pratica
40
Per l’approfondimento
40
3. Una prospettiva biblica sui popoli arabi
L’amore e la comprensione
Gli arabi nell’Antico Testamento
Gli arabi nel Nuovo Testamento
43
44
45
48
L’ISLAM INTORNO A TE
Alcune applicazioni
Consigli da uno che ci si è trovato
Conclusione
Per la pratica
Per approfondire
4. Rispondere alle domande dei musulmani
Rispondere alle obiezioni
La Bibbia è stata cambiata
Gesù non è il figlio di Dio
Gesù non è morto sulla croce
La trinità è inverosimile
L’islam è il sistema politico ideale
Conclusione
Per l’approfondimento
5. Comprendere la cultura dei musulmani
Comprendere la fmiglia musulmana
Relazioni interpersonali fra uomini e donne
Rituali e comportamenti religiosi
Attività di gruppo dei musulmani nelle società occidentali
Inserirsi con efficacia nel mondo musulmano
Per la riflessione
Per la pratica
Per l’approfondimento
6. Vincere la guerra spirituale
Le credenze sbocciano da un terreno
Comprendere i diversi tipi di credenze: una panoramica
Un avvertimento
Quelli che abitano in case di vetro
L’islam occultistico si basa sull’inganno
La famiglia di Dio porta a nuovi rapporti interpersonali
In Cristo il nuovo credente ha la vittoria su Satana
6
49
52
54
54
55
57
58
60
62
64
67
68
71
72
75
78
83
84
86
88
90
91
91
93
95
96
99
101
103
105
107
CONTENUTI
Per essere vittoriosi ci vuole una presa di posizione
contro l’occultismo
Per la riflessione
Per la pratica
Per l’approfondimento
7. Il discepolato
Una definizione del discepolato
Il processo del discepolato
I bisogni particolari dei convertiti dall’islam
Il discepolato e l’amicizia
Materiale aggiuntivo e di supporto per il discepolato
La semplicità del discepolato
Per la riflessione
Per la pratica
Per l’approfondimento
8. I convertiti dell’islam e la chiesa locale
L’integrazione in una chiesa locale
Per la riflessione
Per la pratica
Per l’approfondimento
9. Comunicare l’amore
Il primo canale: la prospettiva emotiva
Il secondo canale: la pazienza
Il terzo canale: le relazioni fra parenti
Il quarto canale: la potenza dell’islam popolare
Il quinto canale: il ruolo delle donne nell’islam
Il sesto canale: la persecuzione
Il settimo canale: la priorità delle Scritture
L’ottavo canale: sfatare i miti
Il nono canale: la pace di Dio
Trasformare l’entusiasmo iniziale in dedizione fedele
108
109
110
112
113
114
116
121
128
129
131
131
132
132
135
135
145
145
146
147
151
153
156
159
161
163
167
168
169
170
7
L’ISLAM INTORNO A TE
Per la pratica
Per l’approfondimento
171
171
Conclusione
173
Appendice: traslitterazione araba
176
Lista delle risorse
177
177
179
Comprensioni croce-culturali e missioni
Islam
Testimoni tra i musulmani
180
Il mondo dell’occulto e la sua relazione con l’islam
La storia del nord Africa e la sua chiesa
Indice
8
182
183
185
PREFAZIONE
Circa 6 milioni di musulmani di cui gran parte arabi. I musulmani
in Francia si trovano ad uno stadio di integrazione molto più avanzato rispetto ai musulmani in Italia, visto che molti di loro sono
ormai divenuti francesi da decine di anni.
In Francia, stando alle stime delle missioni impegnate giornalmente nella testimonianza fra gli islamici, sono centinaia e centinaia gli
ex-musulmani divenuti credenti in Cristo. Questi fratelli arabi
costituiscono una parte vibrante del corpo di Cristo, e sono diventati degli evangelisti efficaci nella comunità islamica, usati dal Signore
con potenza.
Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione di musulmani? Dovrà essere scrupolosamente biblico, ma anche adeguato alle
loro esigenze e realtà?
I giovani musulmani in Occidente vivono legami profondi coi coetanei. I legami culturali scaturiscono però dal vincolo coi familiari più
stretti. Di conseguenza, è importante comprendere nel miglior
modo possibile la struttura familiare da cui proviene il nostro amico
musulmano.
Per quelli di seconda generazione i rapporti interpersonali al di fuori
dell'ambito familiare sono molto più elastici. Tra i loro amici si possono trovare sia coetanei occidentali sia musulmani. Per le donne, però,
le amicizie sono più limitate, a dispetto della costante evoluzione dello
status sociale delle più giovani. La prima generazione sta uscendo di
scena, eppure la vita delle donne più giovani, in genere, è ancora
influenzata dalla struttura familiare tradizionale, focalizzata sull'educazione dei bambini e sugli obblighi familiari in senso esteso.
L’ISLAM INTORNO A TE
La prima generazione di immigrati musulmani vive in un mondo
dedito alla magia. Molti cercano nella magia la soluzione ai problemi di tutti i giorni (salute, matrimonio felice, lavoro, posizione
sociale) e queste preoccupazioni possono dominare l’ambito spirituale delle loro vite. Per i musulmani di seconda generazione la
situazione potrebbe apparire diversa, ma resta il fatto che i genitori
sono più o meno coinvolti nella realtà quotidiana dei figli; un tale
coinvolgimento è più rilevante per un musulmano che per un occidentale medio.
Molti giovani sono stati spinti da piccoli dai genitori a partecipare,
involontariamente, a riti di stregoneria. Alcune di queste pratiche
sataniche potrebbero averli segnati per sempre. Spesso, i giovani
musulmani finiscono col fondere le pratiche islamiche con quelle
della cultura del paese ospitante. Il distacco dalla terra e dalla cultura d’origine sta rendendo molti musulmani di seconda generazione più aperti al Vangelo “dell’Iddio immutabile” (Malachia 3:6).
Cerchiamo ora di allargare l’ottica di analisi. L’islam è un fenomeno
di vasta portata. I musulmani sentono di far parte di un movimento
mondiale, e questo è vero anche quando non sono affatto praticanti.
Un nuovo credente in Cristo, proveniente da tale sfondo culturale, è
avvantaggio dal fatto di esserne stato parte rispetto a chi non è mai
appartenuto una comunità musulmana, per il quale permane un
senso di estraneità e potrebbe quindi essere necessario molto
tempo per addentrarsi in quella realtà. C’è da aggiungere che la
seconda generazione ha una cultura a sé, che inizia dalla porta di
casa; una volta varcata la soglia, ci si confronta con una realtà completamente sconosciuta nella quale non ci si sentirà mai pienamente a proprio agio. Dato che i convertiti dall’islam comprendono la
propria cultura e religione d’origine, risulteranno di gran lunga più
efficaci per portare un musulmano a Cristo.
In questo libro ci si sofferma in modo più rilevante sull’aspetto
sociologico dell’integrazione di questi nuovi convertiti, verso i quali
le chiese italiane devono già prepararsi in preghiera e in modo pra-
10
PREFAZIONE
tico al fine di integrarli nelle loro comunità. Se la mietitura scarseggia fra queste anime preziose, molto spesso ciò è dovuto anche alla
scarsa conoscenza e preparazione che abbiamo, come credenti italiani, ad accoglierli e assimilarli nella Chiesa una volta divenuti
fratelli in Cristo.
Spesso i credenti occidentali non si rendono conto di quanto i nuovi
credenti che vengono chiamati dall’islam siano fragili ed esposti agli
attacchi del maligno. La protezione da parte della comunità d’origine e il senso di sicurezza che ne derivava, defluiscono lentamente
come acqua preziosa che si riversa, disperdendosi su un suolo arido.
La chiesa locale è preparata a mobilitarsi e stringersi attorno al
nuovo credente con amore e compassione? È disposta a prendersene cura, in tutte le aree, e divenire per lui una seconda famiglia?
Non dovremmo forse almeno conoscere le opere che Dio sta compiendo meravigliosamente, in modo tale che possiamo imparare gli
uni dagli altri specialmente da coloro che prima di noi sono stati
suscitati dallo Spirito Santo per divulgare il Vangelo? I credenti francesi non sono stati forse i primi ad avere sbagliato e pian piano
imparato dai propri errori? Cristo non ci ha forse comandato di fare
discepoli? Per farli, occorre che anche noi passiamo dai banchi di
scuola del Signore.
Questo libro ci suggerisce la realtà francese e come il Signore stia
adoperando i nostri fratelli del laboratorio di Francia, che ormai da
quasi quaranta anni hanno iniziato la loro testimonianza in modo
marcato, responsabile e organizzato. Naturalmente la nostra realtà
potrà essere anche diversa da quella francese, ma certe fasi sono un
passaggio obbligato anche per noi e l’esperienza francese diviene
così una chiave di lettura a noi utile.
11
USARE QUESTA GUIDA
Le guide spesso non si trovano in prima linea nella testimonianza ai
musulmani. Siamo chiamati ad addestrare i membri delle nostre
chiese locali per la testimonianza ai musulmani. Certo, questo tipo
di discorso forse non è entusiasmante, però sono convinto che sempre più musulmani verranno a Cristo, man mano che i credenti occidentali verranno addestrati per poter raggiungere i musulmani che
li circondano. Nelle nazioni occidentali, Cristo ha fatto sì che vi siano
delle chiese locali che hanno dei musulmani nel loro vicinato. In
tutte queste situazioni, i membri di chiesa costituiscono la chiave per
l’apertura dei cuori, all’inizio chiusi, dei loro vicini musulmani.
Vi appare semplicistico questo ragionamento? Oppure rivoluzionario? Bene, sappiate che i discepoli di Cristo che, regolarmente, settimana dopo settimana, dopo vari giorni di lavoro nel “mondo”, vengono ai culti domenicali, sono i testimoni più efficaci. Non si tratta,
in fondo, di coloro che furono mandati da Cristo stesso alla fine dei
Vangeli secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni? Il versetto di Atti
1:8 non è rivolto a tutti i credenti, quando viene detto «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi; e mi sarete
testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, e in Samaria, e fino
alle estremità della terra»?
Il mio desiderio nello scrivere questo manualetto è che esso possa
essere una specie di “borsa degli attrezzi”, un insieme di strumenti utili nell’evangelizzazione biblica, pratica, di facile trasmissione e
che possa servire per raggiungere un obiettivo specifico.
Biblica, perché soltanto la potenza della Parola di Dio può fare in modo che
la verità cresca e vada in profondità, attraverso l’opera dello Spirito Santo,
nel cuore dei nostri vicini musulmani. In ogni capitolo di questo libro, il
L’ISLAM INTORNO A TE
lettore potrà trovare molte verità bibliche che aiuteranno ad analizzare le
complessità dell’islam e delle pratiche religiose di un musulmano.
Pratica, poiché le domande che spesso i musulmani usano per sfidarci non riguardano, in realtà, quelle questioni importanti che li
toccano da vicino. La mia preghiera è che i musulmani, coloro che
tu incontrerai sulla tua strada, possano giungere a conoscere Gesù
come loro Salvatore, anche attraverso questa guida o meglio dell’uso che tu ne farai.
Di facile trasmissione, poiché molti dei concetti che imparerai possono essere utilizzati subito con il tuo amico musulmano. La comunicazione con l’amico (o con l’amica) potrà avvenire in un luogo
qualsiasi: in cucina, in fabbrica, o in ufficio. I credenti che sono stati
posti in questi luoghi, sono chiamati ad andare dai loro colleghi o
amici musulmani con l’amore di Gesù.
Ci auguriamo che questo scritto possa centrare veramente degli
obiettivi, dato che vuole essere un mezzo di comunicazione per
saper meglio raggiungere, con il Vangelo della grazia, i musulmani
di una nazione del mondo occidentale. Non dimentichiamoci che
essi vivono come se fossero continuamente su una specie di altalena. È come se si trovassero su di un asse in bilico su un fulcro:
Talvolta tendono verso i modi di vivere e pensare occidentali; in altre
occasioni, invece, tendono verso la mentalità ed un modus operandi
tipico dei loro familiari. Mia moglie ed io abbiamo vissuto in Nord
Africa per cinque anni e spesso ci torniamo per brevi periodi. Fino a
poco tempo fa abbiamo vissuto fra nordafricani in Europa. Queste
esperienze ed il via vai fra un continente e l’altro, ci aiutano a comprendere le tensioni di musulmani che vivono fra due culture….
Dopo tutto, anche noi, in quanto missionari, viviamo problematiche
simili, anche se non uguali.
Esiste un’arma segreta nel combattimento spirituale necessario per
portare la Buona Notizia del perdono ai musulmani in Occidente.
Quest’arma è costituita dal credente che vive e lavora fianco a fianco
dei musulmani. Mentre inizi a leggere questo manualetto, probabil-
14
USARE QUESTA GUIDA
mente ti sentirai inadeguato o sentirai che ti mancano le qualifiche
necessarie per poter essere un ‘missionario’ fra i musulmani.
Potresti esitare di fronte all’idea di proclamare il Vangelo ad un
musulmano, una persona così diversa da te, sia dal punto di vista della
cultura che da quello della religione. Questa tua sensazione, in realtà,
ti dimostra che tu possiedi la prima qualifica necessaria per poter
testimoniare ai musulmani. Tu sai che tu non puoi, ma Dio può.
Partiremo con un esame del ruolo vitale della preghiera come strumento per far giungere il tuo amico a trovare il Buon Pastore. La
preghiera è il primo e più importante strumento che va utilizzato
in ogni fase della nostra testimonianza e fa parte di quelli che chiameremo arnesi basilari e che imparerai ad usare inizialmente. Uno
di essi sarà costituito da una presentazione pertinente e logica del
Vangelo. Saper presentare il Vangelo ti aiuterà a diventare un collaboratore di Dio. L’insegnamento biblico riguardante gli arabi è
come la punta sulla freccia del nostro messaggio. Poi, più avanti,
impareremo ciò che riguarda gli arnesi (o strumenti) per concludere. Cercheremo di comprendere il mondo del nostro amico, un
mondo molto diverso dal nostro. La guida contiene anche un capitolo che parla del loro mondo religioso, al fine di aiutarci nella
guerra spirituale necessaria per combattere le pratiche occulte
dell’islam popolare.
Parliamo brevemente di alcune delle risorse che ho usato per sviluppare questi ‘arnesi per il servizio’. I riferimenti coranici che troverete in questo libro sono tratti dall’edizione del Corano stampata
in Tunisia con il titolo al-qur’an al-’aDHiim, wa maktabatiha. Una
edizione più utile per coloro che conoscono un po’ di inglese, ma
non l’arabo sarebbe il Corano arabo-inglese di M.H. Shakir. Le
citazioni bibliche in italiano sono tratte dalla Nuova Riveduta, quelle in arabo dalla versione di Van Dyke. La TAV, (Today’s Arabic
Version), costituisce una versione più recente e popolare della
Bibbia in arabo. Questa traduzione è disponibile per i libri del
Nuovo Testamento ed è la più adatta per una persona che stia cercando di imparare l’arabo. Un’altra versione in arabo (lingua cor-
15
L’ISLAM INTORNO A TE
rente) che potrebbe risultare utile viene chiamata kitaab al-’ahd aljaddiid li-rabbina wa-mukhalliSina yasuu’ al-masiiH (il Nuovo
Testamento). Questa versione araba magrebina è in lingua corrente araba nordafricana, mentre le altre sono in arabo standard
moderno (arabo classico). La versione TAV e la traduzione in Arabo
Standard Moderno (MSA) vanno bene per tutti i nordafricani, in
quanto le nuove generazioni stanno imparando a leggere l’arabo
standard moderno.
In questo manuale troverai degli strumenti che ti aiuteranno nel
comunicare la tua fede a musulmani in un modo logico, ma che
raggiunga anche il loro cuore. Un falegname sa che l’attrezzo per
lui migliore è quello più familiare e comprovato dall’uso. Il nostro
obiettivo è di fornire degli strumenti già testati, affinché tu li possa
usare immediatamente nella tua testimonianza. Così facendo, aiuterai ad edificare una porzione unica della Casa di Dio. Diventando
esperto di questi strumenti, ti rallegrerai alla presenza di Cristo al
momento del suo ritorno di Cristo. Sarai felice di sapere che la tua
amica o il tuo amico si troverà al tuo fianco e che anche lui o lei un
giorno incontrerà il Signore Gesù, proprio come te.
16
1
LA PREGHIERA
Nessun’opera evangelica diretta alla conquista della fortezza
dell’Islam potrà progredire efficacemente, senza la prospettiva
celeste che deriva solo dalla preghiera e dall’adorazione.
Questo manuale vi presenta una serie di strumenti o ‘arnesi’ per il
vostro lavoro evangelistico. Mi auguro che essi si rivelino utili nel
testimoniare la vostra fede all’amico musulmano. Credo che chiunque sia impegnato nella testimonianza ai musulmani, scoprirà ciò che
io ho imparato per esperienza: lo strumento a cui ricorrere con maggiore frequenza è la preghiera.
Immaginate di costruire un oggetto partendo dal legno grezzo, secondo un progetto concepito in precedenza. Il vostro desiderio sarà scoprire che cosa avesse in mente il progettista. Nel nostro caso, l’autore del progetto è il nostro Padre celeste: Dio dirige il nostro lavoro,
mettendo sulla nostra strada le persone che Egli desidera vengano
raggiunte, e noi lavoriamo con l’aiuto del Suo Spirito. Dio ha anche
creato degli strumenti specifici per la costruzione: si tratta dei principi d’evangelizzazione che troviamo nella Bibbia.
Attraverso la preghiera, scopriamo sia il piano generale sia la metodologia da usare. Tutto il resto dipende da un uso efficace di questo
strumento fondamentale: senza la preghiera, il nostro progetto di
costruzione sarà difettoso già in partenza.
La preghiera e l’adorazione
Al centro stesso della preghiera troviamo la dottrina biblica dell’adorazione. Noi ci prostriamo al cospetto del nostro grande Dio, il Dio
Santo, nostro Padre; intercediamo presso di Lui per l’amico musul-
L’ISLAM INTORNO A TE
mano. Dopo aver pregato, andiamo a parlare con la persona a cui
vogliamo presentare Cristo. Ma la nostra comunicazione rischia di
insabbiarsi già dall’inizio. Perché? Perché l’adorazione è considerata
dagli islamici in maniera totalmente diversa dai cristiani.
Per un seguace dell’islam, la professione di fede è l’elemento fondamentale per la sua religione. Questo “Credo”recita: «Testimonio che
non c’è altro Dio all’infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta.»
Notiamo che qui, come d’altronde nel Corano stesso, il nome di
Maometto viene associato a quello di Dio. Nell’islam, nessun altro
profeta riceve tale onore, ma, ciononostante, il nostro amico affermerà che tutti i profeti hanno la medesima importanza agli occhi di Dio.
L’associazione del nome di Maometto a quello di Dio è un elemento
che si ritrova spesso nel Corano1.
Inoltre, dobbiamo renderci conto che l’islam che scopriamo attraverso il contatto con il musulmano comune, non è proprio uguale
all’islam dei teologi. Testimoniando di Cristo, scopriremo un calderone spirituale composto da varie credenze che sono state fatte proprie dal nostro amico, e a cui si dà il nome di islam popolare.
Prendiamo, per esempio, la professione di fede islamica. Si tratta delle
prime parole che vengono pronunciate alla nascita di un individuo e le ultime alla sua morte. È con grande solennità che l’anziano recita in arabo:
«Testimonio che non c’è Dio all’infuori di Allah e che Maometto è il suo
profeta.» Qual è l’uso che viene fatto di queste parole nell’islam popolare?
Nella pratica, fra la gente comune, l’uso della professione di fede può
portare ad avvicinarsi pericolosamente a ciò che i musulmani chiamano
shirk. Questo termine islamico significa associare qualcun altro all’unico Dio. I musulmani possono associare Maometto a Dio, accostandone
il nome a quello di Dio nelle loro preghiere. Nel loro culto a Maometto,
i musulmani finiscono col commettere proprio quel peccato che professano di aborrire! Dovrai, quindi, chiedere a Dio il discernimento per
comprendere la situazione spirituale dell’amico/amica musulmano.
È d’importanza fondamentale, proprio all’inizio di un’amicizia con un
musulmano, riflettere seriamente sulla natura dell’adorazione. Quali
18
LA PREGHIERA
sono le implicazioni del nostro concetto d’adorazione? Qual è l’impatto della pratica d’adorazione dell’amico musulmano?
Figura 1: L’adorazione nell’islam e nel cristianesimo
Ricorda che l’adorazione è fondamentale nell’uso dello strumento della
preghiera. Sin dall’inizio della storia, era nelle intenzioni di Dio che noi
adorassimo Lui e Suo Figlio Gesù Cristo. Giovanni fu il grande apostolo della divinità di Cristo. Egli ci rivela questa divinità molto chiaramente in quello che si considera il più imponente dei suoi scritti: il libro
dell’Apocalisse. In Apocalisse 4, veniamo trasportati direttamente alla
presenza dell’Iddio Eterno, seduto sul suo trono, mentre viene adorato.
La scena cambia improvvisamente nel capitolo 5: ora è l’Agnello, Gesù,
al centro dell’attenzione e anch’egli viene adorato. Tutte le capacità e le
conquiste umane vanno deposte ai piedi di Gesù, come fece Maria con
il suo olio profumato. Nel flusso della struttura della frase in greco,
improvvisamente spicca una parola: degno (axion). Gesù è degno.
Perché? Perché è «stato immolato» (5:9). Nessun altro profeta, vero od
immaginario, può rivendicare la stessa pretesa. Il nostro Signore Gesù
merita di ricevere i sette elementi elencati al versetto 12: «…la potenza,
19
L’ISLAM INTORNO A TE
le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode»! Man
mano che impariamo sempre di più ad adorare Cristo, deponendo
ogni giorno ai suoi piedi un’offerta di questo tipo, ci rivestiamo di
un’armatura spirituale per confrontarci con quel Golia spirituale che
è l’Islam. Nell’adorazione, i nostri cuori si concentrano su Cristo;
dopodiché entriamo in azione attraverso la preghiera.
Qual è l’obiettivo della nostra preghiera? Abbiamo visto che Cristo non si
trova al centro della visione spirituale del nostro amico musulmano; lo
sarà nel momento in cui il musulmano concentrerà su di Lui la sua adorazione. Questo perché soltanto il Signore Gesù è degno di adorazione, in
quanto è Lui l’agnello di Dio. Come Suoi testimoni, andiamo a Dio per
adorarlo ed anche per intercedere per altre persone. Sarà il Suo Spirito
che dissoderà, in seguito, il terreno duro del cuore del nostro amico.
Non dovremmo mai travisare il concetto d’adorazione, ma nemmeno
trascurarlo. Un’estate, con una squadra di giovani ci incontravamo ogni
giorno per prepararci all’evangelizzazione fra i tanti musulmani di una
grande città. Ogni mattina, il nostro obiettivo era di rivestirci dell’armatura per il combattimento spirituale. Avrebbe dovuto essere un tempo di
studio biblico e di preghiera, ma presto mi resi conto che stavamo
cadendo in un vecchio tranello: lo studio biblico si stava portando via
tutto il tempo - anche quello da dedicare alla preghiera. Un poco alla
volta, lo spazio per l’adorazione e la preghiera si ridusse sempre di più.
Eppure il «non cessate mai di pregare» è l’ultima delle armi spirituali
elencate in Efesini 6:10-18. Consideriamo il Grande mandato: nel
Vangelo di Matteo, questo comando è preceduto da un tempo di adorazione spontanea, guidato dallo Spirito Santo (Matteo 28:17). Ma come
abbiamo fatto a non capire quanto è fondamentale l’adorazione? Ci
eravamo caduti anche noi in quell’errore con quei giovani di cui sopra;
e ancora oggi, tutti rischiamo di ricaderci ogni volta. È quindi essenziale restaurare le mura diroccate dell’adorazione nella nostra vita.
Sarebbe bene anche imparare qualcosa dalla cultura dei popoli orientali. Considerando l’immagine di Dio che ci dà il Corano, possiamo
quasi percepire la vastità del deserto che Maometto ed i suoi con-
20
LA PREGHIERA
temporanei conoscevano così bene. Allahu akbar! Dio è il più grande! Questo è vero. Ma come va con l’adorazione? Come sta andando
la tua vita di preghiera? Il tuo successo dipende da questo.
Durante gli otto anni che io e mia moglie abbiamo trascorso a
Grenoble, in Francia, io ero l’unico non francese fra gli anziani della
nostra chiesa locale. Molte volte arrivavamo alla riunione di preghiera del lunedì sera portandoci dietro le solite preoccupazioni ed i pesi
della vita quotidiana. Eravamo consapevoli di una diversità di punti di
vista fra i vari membri del collegio degli anziani; eppure, non vi fu mai
una rottura aperta o duratura nella nostra unità. Il motivo principale
era che lo Spirito Santo ci aveva attirato tutti a Cristo - punto centrale della nostra adorazione - fondendoci in un unico spirito
Ho scoperto questa priorità della preghiera, partecipando anche alla vita e
al ministero di varie squadre evangelistiche che operano fra musulmani in
Europa e altrove. Abbiamo imparato a dedicare un tempo sufficiente all’adorazione e, in tal modo, a salvaguardare la centralità di Cristo nella nostra
vita e nella nostra adorazione. Ciò costituisce un segreto fondamentale
per scuotere le fondamenta della al-umma al-uskaamiya: la «nazione
musulmana».Un gruppo che adora il Signore, per piccolo che sia, ha in sé
un potenziale enorme capace di cambiare le cose spiritualmente.
Dopo averci detto che l’Agnello è degno, l’apostolo Giovanni ci spiega
esattamente che cosa significhi questo essere degno, con sette espressioni: «Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode» (Apocalisse 5:12).
Spesso, mentre siamo alla presenza del nostro Padre Celeste adorandolo, ci sentiamo spinti ad agire in qualche modo. Ad esempio, Egli
potrebbe farci rendere conto che non stiamo usando le nostre ricchezze materiali nel modo giusto. Forse il nostro atteggiamento verso
un’altra persona non ha onorato il Signore. Stando alla presenza di
Dio, possiamo ricevere nuova sapienza per sviluppare un rapporto
interpersonale con un amico musulmano.
Quando vivevo a Marsiglia, in Francia, sentivo un peso enorme per gli
21
L’ISLAM INTORNO A TE
studenti di un’importante facoltà di scienze, non molta lontana da
casa mia. A quei tempi, non esisteva alcuna testimonianza cristiana
pubblica in quella facoltà. Varie volte alla settimana, passavo da una
strada che dava sul retro della struttura universitaria fino alla grande
porta metallica d’accesso. Ogni volta che vi passavo, chiedevo a Dio di
aprire in qualche modo le porte spirituali di quell’istituto. E Dio iniziò a rispondere in maniera davvero inaspettata. Ad una classe di francese, conobbi due studenti siriani che, guarda caso, erano buoni
amici di un cristiano arabo che conoscevo anch’io.
L’adorazione apre le porte spirituali. Impara nuovamente ad adorare
Gesù, il Figlio di Dio, e la tua adorazione arriverà a toccare il musulmano che Dio, nella Sua provvidenza, ti ha posto accanto.
Vorrei ora sottolineare tre aspetti del vasto insegnamento biblico sulla
preghiera, aspetti che ho trovato pertinenti per il mio ministero d’evangelizzazione attraverso l’amicizia.
Il conflitto nella preghiera
Ti è mai capitato? Sei appena entrato alla presenza di Dio per pregare, pregustando il tempo di comunione con Lui. Tutto ad un tratto, ti
viene in mente un piccolo compito che devi portare a termine.
Oppure, una vocina interna, petulante ti ricorda di buttare giù un
appunto per non dimenticare una certa cosa. Prima di rendertene
conto, i tuoi pensieri hanno iniziato a vagare. Alla fine, realizzi che la
tua mente non ha fatto altro che divagare senza meta. Tutti noi facciamo esperienze del genere ogni giorno. Ma come si spiega?
La risposta si trova in Efesini 6. Paolo descrive una gran battaglia in corso
fra noi ed una schiera demoniaca di «forze spirituali della malvagità, che
sono nei luoghi celesti» (Efesini 6:12). La nostra vittoria in questo combattimento richiede che ci rivestiamo dell’armatura che ci è stata fornita e
che «preghiamo in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica» (Efesini 6:18). La divagazione che sperimenti quando inizi
22
LA PREGHIERA
ad intercedere, non è altro che un assalto deliberato da parte del Nemico.
Preghiera vuol dire conflitto! Quanto sarebbe facile rilassarsi e lasciar
perdere l’avanzata verso la conquista della roccaforte satanica nel
cuore del tuo amico musulmano. Tante buone attività cercheranno di
prendere il posto dell’unica attività essenziale: la preghiera. Bisogna
che il Signore Gesù Cristo ci faccia Suoi «buoni soldati» nell’incessante guerra spirituale ingaggiata ogni giorno. Allora diverremo simili a Paolo, che: «Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi…» (Colossesi 2:1).
Il ministero della preghiera
Ciascuno di noi, in fondo, non desidera ardentemente rendersi utile
al Signore in modo pratico? Eppure, ci domandiamo se le nostre preghiere siano davvero importanti. In tutta onestà, tu credi che il tempo
trascorso davanti al trono di Dio sia un ministero?
Forse ti ricorderai di aver letto di Epafra, l’amico meno conosciuto
dell’apostolo Paolo. La Bibbia ci informa che egli stava «lottando sempre in preghiera per la chiesa di Colosse (Colossesi 4:12-13). Sentiva
un peso particolare per coloro che si trovavano in questa piccola cittadina, ormai in declino, dell’Asia Minore. E quindi, egli lavorò con
fervore per il loro bene. Dove si trovava Paolo quando scrisse queste
parole? In qualche comodo ufficio di un istituto biblico? No! Lui ed
Epafra erano prigionieri in un carcere romano.
Le ristrettezze in cui versava Paolo costituivano forse un fattore che gli
impediva di svolgere un ministero per i Colossesi? Assolutamente no; in
effetti, dalla sua cella, l’apostolo portava avanti un’opera molto concreta ed
importante fra i Colossesi: «Non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi…» (Colossesi 1:9). Anche Epafra era attivo, un vero
esempio d’uomo di preghiera. Paolo ci dice che egli stava «lottando sempre in preghiera» per loro e che si dava «molta pena per loro» (Colossesi
4:12-13). Paolo ed Epafra, suo collaboratore in preghiera, videro compier-
23
L’ISLAM INTORNO A TE
si una grande opera di Dio. In quella cittadina lontana, attraverso la preghiera essi portarono avanti fedelmente un ministero solido e duraturo.
William Carey paragonò il suo campo di missione in India ad una
miniera d’oro spirituale in cui voleva scavare. Ma aggiunse altresì:«Voi
altri da casa dovete tenere le funi!» La vostra testimonianza verso un
amico musulmano può essere paragonata a degli scavi alla ricerca di
un tesoro perduto. Ma in tutti i casi, l’opera deve iniziare con la preghiera. La preghiera è un vero ministero, per quanto impercettibile
possa risultare per le persone intorno a voi. Di certo, non si tratta né
di uno spreco di tempo né di un esercizio inutile.
La ricompensa della preghiera
Spesso siamo tentati di credere che non valga la pena trascorrere del
tempo in preghiera. Ci sono troppe altre cose importanti che premono. Eppure, il nostro Grande Sommo Sacerdote ci da delle gratifiche
di infinito valore quando ci accostiamo a Dio nel Suo nome. Non ultima fra queste, è la gioia di vedere le Sue risposte alle nostre preghiere. Nel 1964, pochi giorni prima di salpare per Casablanca (Marocco),
mia moglie ed io stavamo leggendo insieme il libretto di meditazioni
Daily Light (meditazione per il 16 Aprile). Vi trovammo tre straordinari esempi dall’Antico Testamento riguardo alle risposte di Dio alla
preghiera. Considerate per un attimo Jabez, Salomone e Asa.
Jabez pregò e Dio gli concesse protezione dai nemici e allargò i suoi
confini all’interno della Terra Promessa. Salomone pregò e Dio gli
rispose in maniera tale che, nella storia umana, egli resta un esempio
ineguagliabile di sapienza. Asa pregò e Dio sgominò il potente esercito etiope schierato davanti a lui. Qui si parla di risposte! Le nostre
preghiere spesso sembrano deboli e prive di fede. Poi rimaniamo piacevolmente sorpresi quando Dio, ogni volta, ci fa vedere risposte specifiche da parte Sua. Chissà Dio come sorride di fronte alla poca
stima che abbiamo, sia di noi stessi… sia di Lui.
Nessun’opera evangelica diretta alla conquista della fortezza
24
LA PREGHIERA
dell’islam potrà progredire efficacemente, senza la prospettiva celeste
che deriva solo dalla preghiera e dall’adorazione. Ciò è vero soprattutto quando si parla del conflitto spirituale nella vita dei nostri vicini musulmani. Se una persona non attribuisce a Cristo il giusto posto,
dentro di essa si formerà un vuoto, che verrà riempito da qualcuno o
da qualcos’altro.
Il primo strumento essenziale consiste, quindi, nell’esaminare il
cuore del Progettista. Noi scopriamo cosa c’è nel cuore del nostro
Padre Celeste tramite la preghiera. Impariamo così anche a pregare
per gli altri. Ricorda che l’incarico di pregare che Dio ti ha affidato è
un ministero vero e proprio, un ministero reale, quanto quello che
Lui ti dà quando ti trovi ad evangelizzare l’amico/amica musulmano.
Per la riflessione
Pensa a cinque richieste specifiche di preghiera da portare a Dio
riguardo al musulmano con cui Egli, nella Sua grazia, ti ha fatto entrare in contatto.
Pensa a quali preghiere nella Scrittura risultano particolarmente rilevanti per la tua testimonianza. Una delle mie preghiere preferite si
trova in Geremia 33. Al versetto 3, Dio stesso dice: «Invocami, e io ti
risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non
conosci.» Nei versetti che seguono, Geremia impara da Dio alcuni
elementi molto pratici. Dio parla di case e palazzi distrutti e rivela
anche a Geremia il suo rifiuto di rispondere alle preghiere del popolo di cui il profeta faceva parte.
Riesci ad individuare un punto chiave di resistenza spirituale su cui
focalizzare la preghiera, ed abbattere il muro spirituale?
Per la pratica
Mentre preghi, tieni a portata di mano un blocco per gli appunti.
Vedrai che Dio ti rivelerà delle vere e proprie gemme spirituali, men-
25
L’ISLAM INTORNO A TE
tre ricerchi la Sua faccia. Inoltre, stando alla Sua presenza in preghiera e adorazione, ti impartirà anche delle iniziative pratiche da
intraprendere. Non dimenticare di lasciare spazio per annotare come
Dio risponde alle tue richieste.
Mentre ti accingi a testimoniare di Gesù Cristo, chiedi a Dio di darti
almeno un partner di preghiera per sostenerti spiritualmente.
Potresti chiedere a tua moglie/marito o ad un caro amico di intercedere per te mentre testimoni. Per non combattere da solo, potrebbe
essere d’aiuto la formazione di un piccolo gruppo d’intercessione
nella tua chiesa.
Per l’approfondimento
1. Se possibile, leggi le biografie di persone usate potentemente da
Dio per annunciare il Vangelo ai musulmani: Charles Marsh,
Samuel Zwemer, Lilias Trotter e Henry Martin, per citarne alcuni.
Leggi anche le testimonianze di coloro che sono fuoriusciti dall’islam ed
hanno conosciuto Cristo. Scopri il ruolo della preghiera nelle loro vite2.
2. Tieni a portata di mano un elenco di versetti e brani che ti aiuteranno nella tua testimonianza. Condividili con altri, specialmente con
i tuoi partner di preghiera. Chiedi a loro di condividere quanto Dio
sta facendo in questa vostra comune avventura spirituale.
Note:
1Ad
esempio, nella Sura 9 troviamo l’espressione Allah wa rasülihi,
«Dio ed il suo Profeta», cioè Maometto.
italiano consigliamo Jo Ruffin, «Dall’Islam a Cristo», ModenaMilano 2002, serie di testimonianze di persone passate dall’islam a
Cristo. Si tratta di una coedizione fra le Edizioni centro evangelico
modenese e il Ministero evangelico tra arabi (MEtA – Casella postale 11210, 20110 Milano).
2In
26
2
UN MESSAGGIO BIBLICO
Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione
di musulmani? Dovrà essere scrupolosamente biblico,
ma anche adeguato alle loro esigenze e realtà.
Qualsiasi opera duratura nel cuore di una persona musulmana richiede un fondamento di preghiera. Hai notato una rinnovata efficacia
nella tua intercessione per il musulmano che Dio ti ha posto davanti?
Dopo la preghiera, una presentazione pratica del Vangelo da parte
nostra costituisce il secondo elemento in ordine d’importanza. Si
tratta di uno strumento fondamentale: il nostro messaggio deve essere adattato alle esigenze di coloro che lo ricevono. E queste esigenze
scaturiscono dalla realtà particolare in cui vivono i nostri amici
musulmani - una realtà senza dubbio molto diversa dalla tua.
Dobbiamo mantenere sempre una visione per “quei territori al di là
dei nostri confini”. L’apostolo Paolo parlò di questo in Romani 15:1924, dove egli esprime il suo peso per raggiungere gli altri, attraverso
cerchi sempre più vasti, proprio come una pietra gettata in uno stagno.
Dovunque Dio ci pone, dobbiamo avere sempre in mente le masse
perdute di musulmani che vivono intorno a noi. Come conquistare per
Cristo quei musulmani che vivono nella tua città? La risposta è: uno
alla volta. Non permettere che le tue responsabilità nella chiesa locale
o le gioie della comunione fraterna offuschino la tua visione. Ogni
volta che cerchi di raggiungere l’amico musulmano con il Vangelo, tu
stai condividendo la premura costante che Cristo ha verso di loro.
Gesù sottolineò tale aspetto nelle Sue parabole in Luca 15, quella della
pecora perduta, della dramma perduta e del figliol prodigo.
L’interesse di Gesù era rivolto principalmente a ciò che era perduto.
L’ISLAM INTORNO A TE
Quale messaggio porteremo ad una nuova generazione di musulmani cresciuti in Occidente? Dobbiamo raggiungerli, ma incontrandoli
là dove la loro esigenza è più sentita. Il nostro approccio dovrebbe
essere sì scrupolosamente biblico ma, allo stesso tempo, adeguato
alle loro esigenze e realtà. Riguardo alla comunicazione del messaggio evangelistico, non è detto che ciò che è valido per un occidentale
sia altrettanto valido per un musulmano. Le differenti enfasi che troviamo all’interno dei quattro Vangeli ci ricordano che Dio varia l’approccio usato ogni volta dai Suoi messaggeri. Ad esempio, il Vangelo
di Matteo sembra indirizzarsi agli ebrei. La sua forma particolare ed
il suo messaggio sono centrate su Gesù come Re. Luca, d’altro canto,
si rivolge soprattutto a pagani. La terminologia utilizzata riflette la differenza nei destinatari, parlando di Gesù come “Figlio dell’Uomo”.
La scienza moderna delle comunicazioni ci spiega bene questo tipo
di problematica. Al mittente del messaggio deve arrivare un riscontro
da parte del destinatario. L’assenza di riscontro indica che la comunicazione è stata fraintesa o non recepita. Chiediti quanto sei efficace nel parlare del Signore Gesù Cristo al tuo amico. Il messaggio cristiano viene esposto e recepito con chiarezza?
Negli ultimi anni, sempre più cristiani occidentali si sono trovati a
testimoniare ai loro vicini musulmani. Lavorando a fianco di alcuni
credenti, mi sono reso conto del bisogno di fornire una breve presentazione schematica del Vangelo che sia adatta ai musulmani. Ciò che
segue è uno schema che illustra le componenti principali di una presentazione del Vangelo, che uso spesso quando devo testimoniare.
Essa ci aiuta a sorvolare su quegli aspetti di minor importanza che
potrebbero suscitare inutili controversie.
Questo piano, in cinque passi, è molto semplice: Allah, Adamo,
Abraamo, Aissa3 e l’accettazione del dono divino.
Il passo numero 1 inizia con Allah: Dio. Troppo spesso iniziamo a parlare subito di Gesù, senza che il musulmano si renda conto di quanto sia profonda e reale la nostra fede in Dio.
28
UN MESSAGGIO BIBLICO
Figura 2: Cinque passi sulla retta via
Il passo numero 2 riguarda Adamo: Si tratta di sviluppare il concetto
della realtà del peccato tramite la storia di Adamo. I musulmani
amano i racconti e le storie e quasi tutti sono esperti narratori. Nella
nostra presentazione di Cristo ai musulmani, dovremmo cercare
anche noi di sviluppare una simile capacità narrativa. Intere famiglie,
provenienti da un ambito culturale musulmano, sono venute a Cristo
attraverso il “Metodo della narrazione di storie4.
Il passo numero 3 è quella in cui si narra il racconto biblico riguardante Abraamo (che si trova anche nel Corano, ma in forma alterata).
Ciò prepara la strada per il quarto passo, in cui si parlerà del sacrificio di Cristo. Infatti, parlando d’Isacco e del fatto che fu quasi sacrificato sull’altare, si prepara la strada per la presentazione dell’opera
dell’Agnello di Dio per eccellenza.
Il passo numero 4 riguarda Aissa, l’Agnello di Dio per eccellenza, cioè
Gesù Cristo. Qui si mostreranno all’amico musulmani quei brani
riguardanti la morte e la resurrezione di Cristo. Benché il musulmano
in generale rifiuta di credere alla morte di Cristo e alla Sua divinità, la
Spada dello Spirito è in grado di penetrare questa scorza d’incredulità.
29
L’ISLAM INTORNO A TE
Il passo numero 5 tratta della decisione di accettare Cristo. Per anni ho
esitato di fronte all’idea di spingere un musulmano a prendere una decisione per Cristo. Questo perché ne avevo conosciuti parecchi che avevano professato la loro fede in Gesù alla leggera, con motivazioni non
genuine. Ma sono proprio i Vangeli a sottolineare la necessità di un
passo di questo tipo. Pensate, ad esempio, a questi tre episodi magistralmente narrati dall’apostolo Giovanni: l’incontro di Gesù con
Nicodemo, l’incontro con la donna al pozzo, e quello con l’uomo nato
cieco (Giovanni 3, 4 e 9). Tutti e tre i racconti ci dimostrano come Dio
opera nella vita di un individuo che da una situazione d’ignoranza e di
bisogno spirituale passa alla decisione di credere in Cristo. Di certo,
però, a questo punto è necessario un pò di cautela: con l’amico musulmano non trattate la questione della decisione come fareste con una
persona che ha già avuto un contatto, seppur sporadico, col Vangelo.
Allah: credere nell’esistenza di Dio,
nostro Creatore
Attorno a noi possiamo scorgere un’infinità di segni che denotano l’esistenza di un Dio meraviglioso. Egli è l’Unico e Vero Dio ed il nostro
Creatore. Possiamo percepire il calore intenso e la luminosità del sole
di mezzogiorno, possiamo contemplare ogni sera il brillio delle stelle
sopra di noi. Tutte queste cose ci stanno dicendo:“Dio ti ama, Dio ti
ha creato”. Dio stesso ce lo spiega in uno dei libri più antichi del
mondo: la Torah di Mosè (Siidna Muusa). «Nel principio Dio creò i
cieli e la terra» (Genesi 1:1). In sei giorni, Dio creò i cieli, la terra, il
sole, gli animali e gli esseri umani. «Dio creò l’uomo a sua immagine;
lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina» (Genesi 1:27).
Il nostro antenato, Adamo, era perfettamente felice. Egli discorreva con
Dio in un bel giardino. Le conversazioni che Adamo e sua moglie Eva
(Hawwaa) avevano con Dio costituivano la loro gioia più grande. Infatti,
Dio creò degli esseri umani in modo che potessero avere un rapporto
personale con Lui. Ne parleremo più avanti, nella storia di Abraamo, l’amico intimo di Dio. La Torah e gli altri libri contenuti oggi in quella che
30
UN MESSAGGIO BIBLICO
è comunemente chiamata la Sacra Bibbia, parlano tutti, senza eccezione, dell’Unico e Vero Dio. Nella Torah, leggiamo questa grande dichiarazione fatta al popolo di Dio prima della venuta di Gesù Cristo sulla
terra: «Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore. Tu
amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze» (Deuteronomio 6:4-5).
Gesù Cristo disse la stessa cosa 1500 anni dopo Mosè (cfr. Marco
12:29). Dio parlò per bocca di Mosè dicendo: «Non avrai altri dèi oltre
a me» (Esodo 20:3), lasciando intendere la possibilità che altre cose
possano prendere il posto che spetta soltanto a Dio. I nostri pensieri
e i nostri progetti talvolta vengono concepiti senza consultare Dio, il
nostro Creatore. Spesso siamo interessati soltanto ai nostri piaceri. Ci
preoccupiamo per una nostra cattiva abitudine, o di un oggetto tanto
prezioso ai nostri occhi o magari ci affezioniamo ad un’automobile,
un capo di vestiario, o ad un caro amico, più che a Dio. Quando ciò
avviene, non siamo migliori di quelle persone che s’inginocchiano di
fronte alle statue o consultano dei medium o dei profeti umani, piuttosto che rivolgersi a Dio.
Più vediamo la gloria di Dio, più ci accorgiamo della presenza del peccato in noi, della nostra disobbedienza a Lui. Dio è l’Onnipotente.
Egli è anche pura verità, come un’acqua dolce che scorre da una profonda sorgente nel deserto. Nessuno può corrompere o cambiare la
Sua Parola. Dio dice attraverso il profeta Davide: «Per sempre,
Signore , la tua parola è stabile nei cieli» (Salmo 119:89).
Adamo: il peccato costituisce l’ostacolo principale nel
cercare di imboccare la giusta strada
Adamo ed Eva possedevano tutto ciò di cui avevano bisogno per essere
felici. Dio aveva dato loro un giardino perfetto; ciononostante, in quel
contesto ideale, Egli aveva posto una cosa proibita in mezzo al giardino.
Eva, parlando con il serpente (cioè il diavolo sotto mentite spoglie),
disse: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma
31
L’ISLAM INTORNO A TE
del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non
ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”» (Genesi 3:2-3).
Allora Satana li ingannò e la sua bugia convinse Eva, e poi Adamo,
facendo credere loro di essere stati ingannati da Dio. Fu così che
Adamo ed Eva iniziarono a dubitare delle affermazioni dell’Iddio di
verità! Non dobbiamo mai dimenticarci che ogni bugia che raccontiamo nasce nel nostro rifiuto di obbedire all’Iddio di verità.
Mangiarono quel frutto che Dio, nel Suo amore per loro, aveva proibito.
Conosciamo la conseguenza terribile di tale azione: «Perciò Dio il
Signore mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra
da cui era stato tratto» (Genesi 3:23). Oggi, poichè siamo tutti figli di
Adamo (abnaa Adam), siamo pure peccatori. Ciò non è dovuto soltanto
al fatto che siamo suoi discendenti; dobbiamo ammettere che abbiamo
spesso disobbedito a Dio, sin dalla nostra infanzia. Ogni essere umano,
da qualunque nazione della terra provenga, è un peccatore, a prescindere dalle sue pratiche religiose. Il peccato è come una terribile malattia
che ha contaminato tutta la razza umana. Dio stesso ce lo dice: «Tutti
hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Romani 3:23).
Non saremo mai capaci di amare Dio, il nostro Creatore, senza prima
riconoscere questa dolorosa verità. Dio stesso lo dice. Egli diede i
Dieci Comandamenti a Mosè per rivelarci cosa volesse da noi.
Trasgredire un solo comandamento vuol dire prendere alla leggera la
Sua persona: i Dieci Comandamenti riflettono il Suo carattere. Chi
può asserire di non aver mai disobbedito agli ultimi due comandamenti? Essi recitano: «Non attestare il falso contro il prossimo. Non
desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo
prossimo, né… cosa alcuna del tuo prossimo» (Esodo 20:16-17).
Questo ci fa venire in mente un proverbio arabo che recita: «La rete
disse al setaccio: “Oh, quanto sono grandi i tuoi buchi!” » Quanto è
facile parlare degli errori degli altri per dimenticarci dei nostri. Siamo
proprio come la rete: siamo come Adamo ed Eva che cercarono di
farsi degli abiti con delle foglie nel tentativo di coprire la loro nudità.
Dio ci vede così come siamo: colpevoli dei nostri misfatti, dei nostri
32
UN MESSAGGIO BIBLICO
peccati. Chi non ha mai mentito riguardo ad un’altra persona? Chi
non si è mai reso colpevole di concupiscenza, desiderando qualcosa
che apparteneva ad un’altro?
C’è un prezzo da pagare per il peccato, poiché Dio è giusto. Quel prezzo è la morte eterna, una realtà che la Bibbia chiama inferno. In questo
mondo, esistono soltanto due strade da prendere: la prima va in discesa, e porta all’inferno. Coloro che vi camminano invano fanno ogni
sforzo per pagare il prezzo per la loro condanna. Si dimenticano che
la condanna è venuta loro addosso proprio a causa dei loro peccati.
Dio, però, per mezzo di un sostituto, ha provveduto alla nostra salvezza. Questa è la strada in salita che porta in alto, verso Dio. Quelli
che vi camminano sono coloro che hanno creduto a quanto Egli ha
detto loro. Hanno accettato il sostituto.
Abraamo: credere in Dio e nella Sua salvezza
Una delle ricchezze delle nazioni occidentali è costituita dagli immigrati. Quattromila anni fa, un distinto emigrante lasciò il suo paese
per andare in Palestina. Quell’emigrante era Abraamo, conosciuto
anche come l’amico di Dio. Ad un certo punto della sua vita, ormai
avanti negli anni, accadde un evento importante, che c’insegna una
lezione fondamentale sulla via che porta a Dio e su come trovarla.
Nella Torah di Mosè leggiamo: «Dopo queste cose, Dio mise alla
prova Abraamo e gli disse: “Abraamo!” Egli rispose: “Eccomi”. E Dio
disse: “Prendi ora tuo figlio, il tuo unico figlio… e offrilo là in olocausto sopra uno dei monti che ti dirò”» (Genesi 22:1-2). Questo
figlio era unico nel suo genere perché era il figlio scelto da Dio, anche
se Abraamo aveva anche un altro figlio. Abraamo dunque obbedì.
Sellò il suo asino e partì con il figlio. Dopo aver camminato per tre
giorni, i due giunsero alla montagna prescelta, con la legna necessaria per il sacrificio. Infine, suo figlio gli chiese: «Ma dove è l’agnello
per l’olocausto? » Una buona domanda, non è vero?
33
L’ISLAM INTORNO A TE
Giunto sul luogo dell’olocausto, Abraamo legò suo figlio, poi prese il
coltello per scannarlo. Tutto ad un tratto, l’Angelo gridò: «Abraamo!
Abraamo! Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli del
male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio,
l’unico tuo figlio!» Poi Abraamo vide un montone impigliato per le
corna in un cespuglio. Egli lo prese e lo offrì al posto di suo figlio. La
prossima volta che vedi una pecora che viene preparata per essere
scannata, ricordati di quell’Agnello speciale che Dio ha preparato al
posto tuo. Ne parleremo quando considereremo il quarto passo.
Qual è il significato di quest’antica storia, ben conosciuta anche da
altri popoli? Abbiamo già detto che i nostri peccati ci condannano.
Chi, allora, pagherà il prezzo per la nostra condanna (la morte eterna
secondo la legge santa di Dio)? Siamo noi a dover essere sacrificati
nel giorno del giudizio?
Dio, il nostro Creatore non vuole che noi moriamo nei nostri peccati:
Egli ha trovato un sostituto. Questa persona unica e straordinaria era
la sola capace di prendere il nostro posto. Dio, nel Suo amore, ci ha
inviato l’unico sostituto possibile. Ciò ci spinge a chiederci: “Che
cosa ha fatto questo sostituto per risparmiarmi la condanna eterna
che meritavo?” La risposta ci porta diritti al quarto passo.
Aissa: l’Agnello di Dio,
il nostro unico sostituto possibile
Fino ad ora abbiamo ascoltato le parole di alcuni dei grandi profeti di
Dio. Ora cerchiamo di immaginare il periodo storico in cui essi vissero.
Disegneremo una linea che rappresenta il tempo, con Adamo ad un
estremo e noi all’altro. Le date approssimative sono scritte sotto i nomi
dei personaggi; la Torah non ci indica alcuna data per la creazione.
Riesaminiamo ora i passaggi riferiti ad Adamo ed Abraamo. Con
Adamo vediamo il bisogno di un sostituto. Dio ci ha dato un esempio
straordinario di sostituzione quando il montone fu sacrificato al posto
del figlio d’Abraamo. Più avanti, Dio rivelò la Sua legge a Mosè,
34
UN MESSAGGIO BIBLICO
Figura 3: Cronologia biblica
comandò al Suo popolo di portare regolarmente dei sacrifici. Ciò fu
necessario per simboleggiare la sostituzione (necessaria) per il loro
peccato. Nei Salmi, (vedere i Salmi 22-24), Davide parlò del “profeta
sostituto” che sarebbe venuto dopo di lui e messo a morte per i peccati del mondo. Mentre stava per morire, il sostituto di Dio gridò:
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22:1).
Anche molti altri profeti parlarono del grande sostituto per il genere
umano. A questo punto, potrebbe essere utile riesaminare il passaggio in questione, prima di proseguire.
Come abbiamo visto sul diagramma, la nascita di Gesù Cristo divide
il calendario occidentale in due ere. Il Suo luogo di nascita si trovava
in Palestina. A circa 30 anni d’età, Egli iniziò il Suo ministerio d’insegnamento e guarigione. Gesù, nel compiere questo ministero, sperimentò una continua sofferenza. Suo cugino era anch’egli un grande
profeta: Giovanni il Battista (yuuHanna al-ma’madaan). Nel vedere
Gesù , Giovanni esclama: «Ecco, l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!» (Giovanni 1:29). Perché diede quest’appellativo a
Gesù? Giovanni stava profetizzando, senza comprendere pienamente, che tre anni più tardi Gesù sarebbe stato giudicato dai Suoi nemici. Essi lo avrebbero condannato a morte. Eppure la Sua morte fu per
i peccati del mondo intero.
Il racconto delle sofferenze di Gesù, riportato nel Vangelo di Giovanni
(Giovanni 19:1 ss.) ci mostra altri aspetti dell’amore di Dio in Cristo.
Il governatore romano, Pilato, prese Gesù e lo fece flagellare. I soldati si facevano beffe di Lui e lo percuotevano. Con motivazioni egoisti-
35
L’ISLAM INTORNO A TE
che, gli uomini più religiosi di quel tempo incitarono Pilato a condannare Gesù, ed Egli fu condannato alla crocifissione. La croce
costituiva un orribile strumento di tortura, usato per giustiziare i peggiori criminali di quei tempi. Gli aguzzini di Gesù lo costrinsero a
portare la Sua croce mentre veniva condotto in un luogo chiamato “il
Teschio” o Golgota (al-jumjuma).
Dio ci rivela che lì «lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo». Gli fu dato dell’aceto da bere per alleviare
il dolore. Lo rifiutò. Poi, giunto alla fine, Egli gridò a gran voce: «È compiuto!» Il sacro Vangelo di Giovanni narra che «chinato il capo, rese lo
spirito» (Giovanni 19:30), il che significa, ovviamente, che morì.
Possiamo essere certi che fu davvero Gesù a morire su quella croce? Sì.
Ne siamo certi perchè sia Sua madre sia il Suo migliore amico si trovavano lì, ai piedi della croce. Loro non potevano sbagliarsi riguardo all’identità di Gesù. Inoltre, molto tempo prima della venuta di Cristo, Dio
aveva predetto che il Cristo sarebbe morto - come un’Agnello sacrificato per i peccati dei colpevoli.
Gesù era l’Agnello di Dio, come sottolineato da Giovanni il Battista.
Cristo morì di venerdì. Fu posto in una tomba, che venne sigillata da una
pietra enorme e custodita da soldati romani. Tre giorni più tardi, sia i
Suoi nemici che i Suoi amici rimasero sbalorditi: la tomba fu trovata
vuota! Soltanto i panni di lino che avevano avvolto il Suo corpo e il sudario che gli avvolgeva il capo erano ancora lì per terra all’interno della
tomba. Si trovavano nella stessa posizione, ma il corpo era sparito!
Qualcosa di straordinario era avvenuto. Gesù Cristo aveva sperimentato ciò che nessun altro essere umano nella storia aveva mai vissuto.
Era risorto, vivo, dalla tomba, senza l’intermediazione di qualche
altro essere umano. Molti videro Gesù Cristo durante i quaranta giorni che passò sulla terra dopo la Sua risurrezione. Poi, Egli fece ritorno in Paradiso. Ma prima della Sua dipartita, v’era uno dei Suoi amici,
Tommaso, che non credeva che Cristo fosse ritornato in vita, a dispetto di ciò che altri avevano detto. Egli dubitava seriamente di un evento così improbabile. Aveva bisogno di prove.
36
UN MESSAGGIO BIBLICO
Gesù passò attraverso delle porte chiuse in una stanza al piano superiore. Tommaso era lì con gli altri amici di Gesù. Gesù andò verso di
lui e gli parlò. Fu a quel punto che Tommaso riconobbe Gesù risorto
e s’inginocchiò davanti a Lui, esclamando: «Signor mio e Dio mio!»
(Giovanni 20:28).
Attraverso la Sua morte, Gesù pagò un prezzo incalcolabile per liberarci dai nostri peccati. Egli divenne l’Agnello di Dio per eccellenza e
Dio lo risuscitò dai morti. In tal modo, Dio ha dimostrato di accettare che la vita di Gesù fosse sacrificata al posto della nostra.
Accettare il dono meraviglioso
del perdono di Dio
Con il prossimo passo, potrai trovare la certezza del perdono di Dio
dei tuoi peccati e della Sua presenza per sempre. Questa è la fase più
importante (al-khaTua al-muimma). C’è una canzone per bambini
sul Messia, molto in voga qualche anno fa, che dice:
Una porta sola
Due lati, non più.
Io sono dentro,
da che parte sei tu?
Gesù disse: «Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato»
(Giovanni 10:9). Tutto ciò che devi fare è accettare per fede le quattro
verità che abbiamo appena considerato. Credi in Gesù prendendolo in
parola. Poi sarai pronto per il quinto passo. Non è senza motivo che lo
definiamo il passo più importante: infatti ti permetterà di entrare per la
porta della salvezza. Gesù Cristo in persona è quella porta, lo ha detto
Lui stesso. Sei convinto che il Signore che ti ha creato è sia verità sia
amore? Nella sua verità, Egli deve condannarti a causa dei tuoi peccati.
Ma, nel Suo amore, ha trovato qualcuno per rimpiazzarti, un sostituto.
Gesù Cristo ha preso il tuo posto, il posto di un peccatore condannato,
37
L’ISLAM INTORNO A TE
nel momento in cui è morto sulla croce. È per offrirti la salvezza e la
risurrezione per l’eternità che Egli ha trionfato sulla morte il terzo
giorno. Lo ha fatto per te e si aspetta che ora tu lo accetti. Il buon
senso comune c’insegna che il minimo che possiamo fare per qualcuno che ci ha concesso una grande benedizione sarebbe di offrirgli
la nostra amicizia ed il nostro amore.
Gesù era l’unico che potesse dare la Sua vita al posto della nostra.
Egli dovette subire una sofferenza straziante ed ingiusta, al posto
nostro. Ora, cosa ci chiede in cambio? Non ci chiede nulla tranne ciò
che ci rivela attraverso il profeta Giovanni nel libro dell’Apocalisse al
capitolo 3, versetto 20. È Gesù Cristo stesso che ci dice: «Ecco, io sto
alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io
entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.»
Quasi nessuno rifiuterebbe di ricevere il suo migliore amico a casa
propria. Anzi, quasi tutti aprirebbero con gioia la porta della loro casa
per dargli il benvenuto. Vorresti aprire la porta della tua vita per ricevere il Signore Gesù Cristo? Si tratta dello stesso Gesù Cristo che ha
dato la Sua vita per te. Se lo desideri, ripeti questa preghiera:
Mio Dio, io ti ringrazio perché nel tuo amore mi hai creato e mi
hai tenuto in vita fino ad oggi. Eppure, devo riconoscere davanti a
te che ti sono stato spesso disobbediente ed anche ribelle. Sono
un peccatore colpevole. Nonostante questo però, io credo che
Gesù, l’Agnello di Dio, ha preso il mio posto. Egli è morto come
mio sostituto e credo anche che, essendo risorto dai morti, Egli è
capace di darmi la vita eterna. Grazie, Signore Gesù, per il Tuo
amore. Per favore, entra ora nella mia vita. Amen.
Nota: Siete autorizzati a tradurre liberamente la presentazione del
Vangelo che avete appena letto e di stamparla in qualsiasi forma che
desideriate. Chiediamo soltanto che non vengano effettuate modifiche ad essa, in qualche nuova pubblicazione o edizione, senza che sia
stato dato il permesso scritto. Inoltre, per favore tenete presente che
queste pagine non sono da utilizzare come se fossero un opuscolo
evangelistico da dare ai musulmani. Piuttosto, si tratta di uno stru-
38
UN MESSAGGIO BIBLICO
mento evangelistico, da usare da parte dei cristiani, nell’ambito di un
rapporto amichevole, per spiegare il Vangelo al proprio amico musulmano. Per questo motivo, è meglio usarlo con gradualità e con uno
spirito di preghiera. Durante i vostri incontri a scopo evangelistico,
con l’amico/l’amica, cercate di discutere un passo alla volta.
Non siate mai frettolosi nell’uso di questo strumento per la presentazione del Vangelo. La migliore evangelizzazione è quella portata avanti nel tempo, con perseveranza, quando possibile. Ciò vi darà il tempo
necessario per rispondere ai malintesi e alle idee sbagliate che i
musulmani spesso hanno, e potrete preparare il terreno in preghiera
per l’apertura ad una decisione per Cristo. La maggior parte dei
musulmani vive ostacoli culturali e spirituali così lontani dalla nostra
concezione. Esamineremo questi ostacoli nei capitoli successivi.
Per la riflessione
Quale Vangelo neotestamentario è meglio utilizzare con i musulmani?
Alcuni raccomandano il Vangelo di Matteo per coloro che provengono
dall’ambiente occultistico dell’islam popolare. Matteo fa parecchi riferimenti all’Antico Testamento, dove, più che in altre parti della Bibbia, la
verità di Dio mette a nudo le pratiche occulte. La genealogia che troviamo all’inizio di questo Vangelo costituisce un elemento che per molti
occidentali risulta poco familiare e persino monotono, ma per molti
musulmani è significativo. Ad ogni modo, quello di Luca è il Vangelo più
consigliato, e certamente il suo utilizzo risulta efficace per vari motivi.
Spesso, con degli studenti universitari, uso il Vangelo di Giovanni; ciò
perché la presentazione dei concetti orientata verso la filosofia si accompagna all’efficace semplicità della verità di Dio. Ciascun Vangelo,
comunque, ha i suoi punti di forza per l’utilizzo in situazioni specifiche.
Credo davvero che il mio amico musulmano possa accettare Cristo?
Non bisogna mai pensare che i musulmani non possano arrivare ad
una decisione per il Signore Gesù. Sempre più musulmani oggi stanno decidendo per Cristo, e proprio tu potresti essere uno degli stru-
39
L’ISLAM INTORNO A TE
menti che Dio vuol usare per aiutarli. Il momento della decisione
arriverà, e quando arriva, Dio usa i Suoi servi. Leggi e impara a
memoria Romani 10:14-15 e Matteo 11:28.
Per la pratica
1. Passa in rassegna i tuoi metodi ed il tuo messaggio. Risultano attinenti
ai bisogni e alle esigenze dall’amico/amica che Dio ha affidato alle tue
cure spirituali, e a quelli della sua cerchia di amici? Lo stile della presentazione del Vangelo nella Parola di Dio varia dagli apici letterari di Isaia agli
appelli appassionati di Pietro. La questione chiave fu espressa dal responsabile di una chiesa marocchina, che una volta mi disse: “E’ necessario
individuare specificamente il tipo di persona con cui stai parlando.”
2. Come vedi questo modello di rapporto interpersonale nei vari individui che hanno deciso di seguire Cristo, che troviamo in Giovanni 1?
Lì il fratello parlava al fratello. Chi sono i fratelli e le sorelle del tuo
amico? Aggiungili alla tua lista di preghiera.
3. Talvolta si sono causati grossi danni “cercando di condurre un
musulmano a Cristo”, utilizzando il modo che si usa per una persona proveniente dal mondo occidentale. Per questo, se possibile, studia i capitoli che trattano l’ambiente di provenienza del musulmano
prima d’esortare l’amico o l’amica a decidere per Cristo. Studia i
modi in cui, nei quattro Vangeli e nel libro degli Atti, le persone venivano portate a prendere la decisione. Per l’impazienza di vederli convertiti, potrebbero sfuggirci degli elementi culturali e spirituali della
realtà del nostro amico/amica che lo Spirito Santo vuole mostrarci.
Per l’approfondimento
Fra i libri esistenti in italiano, utili per aiutarci ad approfondire queste
tematiche, annoveriamo i seguenti:
1. Come condividere la tua fede con un musulmano di Charles Marsh,
40
UN MESSAGGIO BIBLICO
utile per parlare con persone adulte cresciute in Nord Africa e immigrate in Europa. L’edizione italiana è del 1997, a cura di Diffusione
letteratura cristiana.
2. Luce sull’Islam di Francesco Maggio, una guida pratica per saper
rispondere alle domande più frequenti poste dai musulmani. È stato
pubblicato nel 2000 dalla Patmos (Perugia).
3. Oltre il velo, di Trudy Crawford, un libro per le donne, per costruire ponti in mezzo a caos culturali. Trattasi di un libro pubblicato nel
2002, a cura della missione Ministero Evangelico tra Arabi (M.E.t.A).
4. Più che un falegname, di Josh McDowell, edizione bilingue, italiano ed arabo. L’edizione italiana è del 2000, a cura di Edizioni Centro
Biblico, Napoli. L’edizione bilingue, che include l’arabo, creata per i
nostri amici mediorientali e nordafricani, è attualmente distribuita da
M.E.t.A. – Casella Postale 11210 –Milano - HYPERLINK
http://www.metaitalia.org www.metaitalia.org
Note:
3Aissa:
Il nome in arabo per riferirsi a Gesù. Alcuni cristiani obbiettano di fronte all’uso del nome musulmano di Gesù, perché si dice
che ci sia il rischio che esso venga associato con l’insieme di idee
(distorte) che i musulmani hanno riguardo a Gesù. Ma possiamo
usare questo termine, perlomeno all’inizio, poiché se non lo usiamo,
per alcuni musulmani potrebbe non essere chiara l’identità della persona a cui ci stiamo riferendo. La Bibbia in arabo chiama il Messia
usando il nome yesuu’a.
4Trattasi
di un metodo di narrazione dei racconti biblici adatto alle
culture a maggioranza musulmana. Per saperne di più vedere la lettera Inter-Link dell’11 novembre 1994 (pubblicazione a cura di H.W.
Reimer, Limoges, Francia).
41
42
3
UNA PROSPETTIVA
BIBLICA SUI POPOLI ARABI
L’amore deve essere fondato su una comprensione biblica.
Cosa dice il nostro libro, la Bibbia,
riguardo all’amico musulmano?
Una mattina sorge il sole, lo vedi e senti uno slancio di creatività.
Potresti voler costruire qualcosa in legno, o forse ti piace lavorare ad
uncinetto o fare lavori di restauro. A prescindere dal progetto che
desideri intraprendere, vi saranno dei passi iniziali da compiere
prima di poter entrare nel cuore del tuo lavoro. Hai bisogno di un
piano o un modello da seguire nel tuo lavoro. Il piano si scopre attraverso la preghiera. Dio conosce sia noi sia i nostri vicini musulmani.
Finora, in questo manuale, abbiamo considerato gli strumenti basilari per il lavoro; questa prospettiva biblica sugli arabi costituisce il successivo strumento basilare.
Il pomeriggio volgeva a termine e ci trovavamo in un grazioso giardino
dietro una chiesetta nell’assonnata cittadina francese di Castelnaudary.
Mia moglie ed io avevamo appena terminato una sessione d’addestramento sulla testimonianza ai musulmani. Chiesi a Jed, un pastore statunitense in visita, se volesse aggiungere una riflessione. Affabile come
al solito, egli fece una brevissima affermazione, prolungata soltanto
dalla traduzione. Egli disse: “Credo che il segreto per condurre i
musulmani a Cristo sia lo stesso che per condurre chiunque a Cristo:
essi hanno bisogno di vedere l’amore di Dio manifestato in noi.” Quelle
parole pronunciate sotto un tiepido sole della Francia del sud, mi tornano spesso in mente. L’amore è davvero la chiave e può fluire solo tramite lo studio e la comprensione della Parola di Dio.
Più avanti nel libro, ti accorgerai che esiste un conflitto spirituale intenso quando si cerca di condurre dei musulmani a Cristo. Il mondo del-
L’ISLAM INTORNO A TE
l’occulto, insito nell’islam popolare, è nascosto dietro le belle facciate
degli edifici e di un’unità islamica simulata. Il capitolo 2 ti fornisce un
metodo collaudato per presentare Cristo ai musulmani. Hai provato ad
usarlo? Penso che ti stupirai nel vedere quanto Dio possa servirsi di te.
Ricordati, la testimonianza non è riservata solo agli esperti.
L’amore e la comprensione
Vorrei anticipare ora un argomento chiave per poter condurre i
musulmani o altri a Cristo: l’amore. Nel capitolo 9 scoprirai dei canali attraverso cui l’amore deve scorrere per arrivare in profondità nel
cuore dell’amico musulmano che Dio ti ha posto dinanzi. La bellezza dell’amore: non ricorda forse l’esaltazione dell’amore da parte di
Paolo in 1 Corinzi 13? Il settimo principio contenutovi è: L’amore
deve essere fondato su una comprensione biblica delle cose.
La tua testimonianza deve essere basata sulla Parola di Dio. Non è
forse vero che i musulmani ci chiamano il Popolo del Libro? Allora,
cosa dice il nostro libro, la Bibbia, riguardo ai musulmani?
Molti di coloro che useranno questo manuale si troveranno a lavorare
con musulmani non di provenienza araba. Potresti entrare in contatto, per esempio, con un nord africano di origine berbera, o un pakistano, un turco, un indonesiano. Infatti, a differenza di quanto comunemente si crede, la maggioranza dei musulmani non è costituita da
arabi5. Ma è anche vero che l’amico musulmano si sente realmente
arabo dentro di sé. Un musulmano praticante viene inevitabilmente
in contatto, in famiglia o in moschea, con il Corano in lingua araba.
Noi siamo il Popolo del Libro. Dato che cerchiamo di esserlo veramente questo Popolo del Libro, non sarebbe il caso di considerare
che cosa dice la Bibbia riguardo al popolo arabo?
Charles Malik, un cristiano arabo-libanese, è l’autore di Christ and
the University ed è stato in passato delegato alle Nazioni Unite. Nel
suo libro, lascia intendere che il conflitto mediorientale non potrà mai
essere compreso a fondo se non si prende in esame il conflitto fra
44
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
Isacco ed Ismaele. Studiare sia l’Antico sia il Nuovo Testamento ti
servirà per diventare un testimone più efficace. Adesso impareremo
ad usare lo strumento della prospettiva biblica sui popoli arabi.
La struttura di questo capitolo sarà diversa da quella degli altri capitoli:
vi presenterò uno schema per lo studio delle Sacre Scritture. Spero che
Dio lo usi per aiutarvi a comprendere un popolo che ha un posto importante nel mio cuore. In questi 30 anni e più, in cui ho potuto conoscere
questo popolo, il mio amore per esso non ha fatto che aumentare.
Gli arabi nell’Antico Testamento
Gli inizi nella vita di Abraamo (Genesi 16)
Ingiustizia: Tu pensi che Sara, in qualche modo, sia stata ingiusta
nel modo di trattare Agar? Come si concilia questo comportamento
con l’atteggiamento di Agar (vedere il versetto 4)?6
Spiritualità: Ora leggi Genesi 16:7-16. Sembra che Agar avesse ricevuto più rivelazioni spirituali della sua padrona, fra l’altro prescelta di
Dio. Inoltre, Agar prese a cuore ciò che Dio le rivelò. Pensi che sia
un’esagerazione? Rammenti altri esempi simili nella Genesi? Che
cosa ci dice questo sul carattere di Dio?
Benedizioni: A chi furono date le benedizioni del versetto 10? Più
avanti vedremo che da Ismaele discesero dodici tribù, proprio come
da Giacobbe.
Il carattere di Ismaele: Medita su Genesi 16:12. Quale pensi sarebbe
la reazione del tuo amico musulmano, qualora gli leggessi questo passaggio? Quali conseguenze vedi riflesse nella realtà araba odierna?
Perché non possiamo dire che si tratta di un’affermazione razzista, contrariamente a come appare a prima vista. (Prima di rispondere ricordati
le benedizioni del versetto 10). Conosci qualche gruppo all’interno della
45
L’ISLAM INTORNO A TE
tua cultura che è caratterizzato da un simile spirito di indipendenza?
La rottura finale fra Isacco ed Ismaele (Genesi 21)
Dio risponde: come si svolse l’incontro tra Dio e Sara nei versetti 17? Vi sono delle verità o promesse che puoi usare nel testimoniare e
nel pregare per il tuo amico musulmano? Come le useresti nell’addestrare il neoconvertito che Dio ti ha dato?
La festa: Nei versetti da 8 a 10, che cosa provocò la divisione fra le due
famiglie? Riesci a scorgere qualche applicazione pratica per noi oggi?
Leggi le affermazioni di Paolo riguardo ad Ismaele in Galati 4.
Persecuzioni: I musulmani hanno spesso perseguitato coloro che
credono in Gesù Cristo come l’unica Via che porta a Dio. L’episodio
della Genesi di cui sopra, può in qualche modo rivelarsi utile, per
affrontare questo dilemma persistente?
L’amore di Abraamo: Abraamo continuò ad amare i discendenti del
suo primo figlio (vedi il versetto 11)? Se, per tutta la sua vita,
Abraamo ha comunque amato questo figlio, non dovremmo noi, con
pazienza, portare a Dio in preghiera coloro rifiutano il nostro messaggio? Non è straordinario il fatto che quasi 4000 anni dopo
Abraamo, Dio stia conducendo i discendenti di Ismaele al Messia?
Mai come oggi, nella storia della chiesa, c’è stato un tempo in cui così
tanti musulmani si convertono al Salvatore.
La seconda rivelazione ad Agar: Cosa troviamo in Genesi 21:17-18
a proposito della seconda rivelazione da parte del Signore alla madre del
popolo arabo? Che cosa significava per lei? Quale provvedimento di Dio
ne conseguì in suo favore? (ved. il versetto 19, e poi i versetti 20-21)
L’eredità di Ismaele: Secondo te, come mai nostro Padre ha dotato di
tanta ricchezza petrolifera quelle nazioni abitate da popoli arabi e altre
46
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
a maggioranza musulmana? Perché Egli ha permesso che restasse
inutilizzata fino al ventesimo secolo?
Il Dio che vede e ascolta: Dio si è rivelato a Agar come Colui che
vede, poi come Colui che ascolta. In quali modi Dio ha visto la sofferenza dei popoli musulmani oggi? Lo sforzo evangelistico senza precedenti per raggiungere i musulmani può essere un esempio della
risposta di di Dio al loro grido?
Figura 4: I figli di Ismaele (Genesi 25:13-16)
Le generazioni di Ismaele (Genesi 25:12-18)
Le benedizioni di Dio: Che cosa ti dice questo brano della Genesi
sulle benedizioni divine per Ismaele? Come si riflette nel numero
delle tribù che sono discese da lui?
I discendenti di Ismaele: Notate i nomi delle tribù. Storicamente,
qual è stata la loro posizione nei confronti di coloro che seguono la
Bibbia? Vedi qualche rilevanza per la nostra situazione attuale? Stai
pregando per qualcuna di queste nazioni o per i loro equivalenti
odierni? Un aiuto per rispondere: nota che vengono menzionati
l’Egitto, (25:12) e Sur. Sur si trova sulla frontiera nord-orientale
dell’Egitto.
47
L’ISLAM INTORNO A TE
Ora puoi cominciare a vedere quanto sia importante comprendere le
rivelazioni contenute nell’Antico Testamento riguardo agli arabi.
Ricordo ancora quanto mi era piaciuta una vignetta di Lawing sulla
rivista Christianity Today. Rappresentava due ebrei che discutevano
su Ismaele. Dicevano che non dovevano preoccuparsi di Ismaele, dato
che “i nostri discendenti difficilmente si sarebbero incontrati con
quelli di Ismaele.” Le narrazioni contenute nell’Antico Testamento
costituiscono una chiave per comprendere tante delle complicazioni
che sono sorte quando i loro discendenti si sono, invece, incontrati.
Mi ricordo di Wendy Stanford, che serviva Cristo fedelmente a
Montpellier, in Francia, con una squadra di giovani. Lei mi raccontò
di quanto era stata benedetta dall’esempio della pazienza, in mezzo
alla sofferenza, di un giovane cristiano nord africano. Possiamo imparare molte lezioni dai nostri amici arabi, sia cristiani sia non cristiani. Dovremmo ricordarci che le radici della loro esperienza si trovano
proprio in questo Libro che narra degli inizi7.
Gli arabi nel Nuovo Testamento
Matteo 27:32
Chi fu costretto a portare la croce di Cristo? Da quale nazione proveniva?
Consulta un dizionario biblico per scoprire le sue origini. Prendi nota,
comunque, che non sai trattava di un arabo bensì di un ebreo ellenista.
Atti 2:10-11
Come sono collocati gli arabi in quest’elenco? Noti qualche importanza
nel modo in cui sono stati inseriti gli arabi in questi versetti? Chi pensi che
fossero? Consulta un commentario biblico per approfondire la questione.
Galati 4:21-31
Libertà contro schiavitù: Come si può applicare questo versetto al
conflitto fra le credenze cristiane e quelle islamiche? Secondo te, che
48
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
effetti possono avere le tue credenze sui tuoi rapporti con l’amico
musulmano?
Carne contro promessa: In che modo può esserti d’aiuto questo brano
per valutare il concetto musulmano, secondo cui lo zelo per la religione
significa che una persona è devota e meritevole agli occhi di Dio?
In che modo queste verità denotano la natura conflittuale del messaggio
cristiano, e la sua divergenza nei confronti di altre sette o religioni?
Riesci ad intravedere l’importanza di queste verità fondamentali nelle
Sacre Scritture? Esse ci possono preparare ad una comprensione
maggiore del mondo arabo e musulmano. Stai cominciando a vedere
come ci aiutano a comprendere i nostri amici musulmani? Pierre Jox,
in passato Ministro dell’interno francese, aveva dei consigli da dare
durante una crisi in Medio Oriente. Egli disse “Ne paniquons pas!”
(“Non facciamoci prendere dal panico!”) Come evitare di farci prendere dal panico mentre comunichiamo l’amore di Dio? La calma subentra quando siamo radicati profondamente nella Parola di Dio e
costruiamo i nostri rapporti interpersonali su fondamenti biblici.
Alcune applicazioni
La risposta di Dio è composta di due parti, ciascuna col suo particolare contesto e criterio. Prima viene l’Antico Testamento e poi il
Nuovo. La famosa frase di Sant’Agostino è molto appropriata: “Il
Nuovo è nascosto nell’Antico; l’Antico è rivelato nel Nuovo.”
La chiesa ed Israele
La gente spesso afferma: “Israele è il Popolo di Dio”. Ma forse usano
quest’affermazione, per coprire un’attitudine negativa nei confronti
di tutti gli arabi. Io credo che Romani 9-11 insegni che Israele non è
il Popolo di Dio in quest’era. Un giorno saranno innestati (Romani
11:17-24) e allora avranno di nuovo un ruolo chiave nel piano di Dio.
Il Popolo di Dio è costituito da francesi, norvegesi, americani, algeri-
49
L’ISLAM INTORNO A TE
ni, giordani: chiunque abbia ricevuto Cristo. Ciò è vero sin da quando la Chiesa fu stabilita sulle fondamenta del popolo ebraico.
La Chiesa del ventesimo secolo include gli ebrei. Tuttavia, il numero
degli evangelici palestinesi oggi supera di gran lunga quello degli
ebrei messianici in Israele. Detto questo, resta il fatto che «tutto
Israele sarà salvato» nel giorno del ritorno del Cristo. Due fatti emergono chiaramente da questi passaggi: prima di tutto, i cristiani hanno
posizioni teologiche differenti su tale questione spinosa; secondo,
dobbiamo comprendere per intero l’insegnamento della Bibbia per
poter testimoniare con efficacia ai musulmani.
Il vero conflitto in Medio Oriente
Lo stesso giorno in cui scoppiò un conflitto su larga scala in Medio
Oriente, la nostra piccola squadra aveva programmato una riunione di
preghiera prolungata, senza saper nulla del conflitto in corso. Quella
coincidenza negli eventi mi ricordò che la vera guerra per i credenti non
furono le Crociate del Medio Evo, e nemmeno si può paragonare il combattimento spirituale con qualche conflitto armato di oggi. La nostra
guerra consiste nell’indossare l’intera armatura di Dio ed intercedere.
Paolo ce lo ricorda in Efesini 6. Non sarà che ci facciamo influenzare
troppo da ciò che ascoltiamo e vediamo attraverso i mass media?
Abbiamo bisogno del realismo che proviene da ciò che Dio ci dice nella
Bibbia. Allora saremo veramente la il Popolo del Libro, come ci definiscono i nostri amici musulmani. Noi diventiamo soldati sul fronte spirituale quando intercediamo personalmente per il mondo musulmano.
Attenzione al sincretismo!
Il sincretismo è la combinazione di elementi provenienti da due o più
religioni, nel tentativo di trarre il meglio da ciascuna di esse. Come
fanno i musulmani a sopravvivere nelle nostre nazioni occidentali
pluraliste? Per quel che riguarda le questioni religiose, la maggior
parte di loro cercano di vivere e lasciar vivere. Quindi, per loro la
50
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
soluzione è accettare che Gesù sia una delle tante vie che portano a
Dio. Alcuni potrebbero persino pregare per accettare Cristo, ma
senza accettare nei loro cuori la realtà della Sua unicità. Perciò, dobbiamo far sì che la scelta da fare sia resa il più chiaro possibile. Cristo
lo fece! Gesù disse di essere la via, non solamente una via. Egli è il
Profeta di Dio, Sacerdote e Re. Gesù Cristo non è soltanto un profeta fra gli altri, non è soltanto il figlio di Miriam (Maria), come viene
chiamato nel Corano; Egli è l’unico Figlio di Dio. Siate cauti di fronte a decisioni pronunciate in fretta e con troppa facilità. Soltanto se ci
atteniamo alla Bibbia, possiamo continuare a mantenere la centralità
del fatto che la verità di Dio passa per un sentiero stretto.
Dove posso trovare la
Focalizzare sulla domanda chiave: “D
Vita Eterna?”
La Bibbia è assolutamente chiara in Giovanni 17:3: «Questa è la vita
eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato,
Gesù Cristo». Molti musulmani sono abilissimi a discutere e amano
dibattere vivacemente. È necessario che manteniamo l’obiettivo puntato costantemente sul messaggio semplice e potente della vita che si
può trovare solo nel Figlio di Dio.
Il più “sapiente” può essere il più stolto
Quando lavoravo con il banco libri all’università, ho imparato che
parecchi studenti erano molto disinformati riguardo ad un argomento di importanza vitale: Dio. Tanti musulmani ricevono insegnamenti religiosi sin dall’infanzia. Ma ho scoperto che molti dimenticano ciò
che hanno imparato o perdono interesse per Dio. Questa barriera ci
può sgomentare, ma, d’altro canto, non dovremmo nemmeno sentirci intimiditi di fronte alle forti argomentazioni dei musulmani più
zelanti. Paolo ci dice nei primi capitoli di 1 Corinzi che la sapienza di
Dio e quella umana si trovano a due estremi opposti. Conoscere alcuni dati scritturali sulle possibili origini degli arabi ci aiuterà ad affron-
51
L’ISLAM INTORNO A TE
tarli sul loro terreno. Il nostro messaggio, allora, assumerà significato e rilevanza per loro.
Consigli da uno che ci si è trovato
Un nostro buon amico, Abdullah, cresciuto come musulmano nominale, è oggi un cristiano. Una volta tenne una conferenza per i pastori delle Chiese Evangeliche Libere francesi su come testimoniare di
Cristo ai musulmani. Abdullah stesso era passato dallo scetticismo ad
un profondo amore per il Signore. Egli mantiene la sua fede nonostante alcuni eventi molto difficili vissuti da lui personalmente.
Vorrei includere qui alcuni elementi del suo seminario per aiutarvi a
comprendere questo suo singolare punto di vista.
Comprendere l’islam da un punto di vista biblico
Ebrei 9:22 ci insegna che, senza spargimento di sangue, non c’è perdono dei peccati. Inoltre, Numeri 19:9 e il suo contesto ci parlano del
rituale della giovenca rossa: si tratta di un brano che illustra la stessa
verità, ma in un contesto familiare a molti musulmani. Anche la storia dell’istituzione della Pasqua in Esodo 12 parla di questo.
Un altro brano parallelo lo troviamo in Genesi 22, con la storia di
Isacco e del sacrificio. A riguardo, Abdullah afferma: «Tutti i musulmani conoscono questa storia. Possiamo mostrare loro che tutti i credenti nell’Antico Testamento vennero a Dio attraverso un sacrificio»
(cfr. Ebrei 10:1-8, 12).
Figure della croce
. Il serpente di rame innalzato (Giovanni 3:14). Spiega al tuo
amico musulmano che allo stesso modo Gesù fu innalzato sulla croce
per i peccati delle persone. L’illustrazione ci mostra che Dio è sovra-
52
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
no in questo atto meraviglioso. Mentre predichiamo la Parola di Dio,
dovremmo innalzare Gesù, proprio come fece Mosè con il serpente.
. Il Buon Pastore che dà la Sua vita per le pecore (Giovanni
10;12:24). Egli è anche l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo (1
Timoteo 2:4-5). Abdullah aggiunge «Se due persone sono in lite,
hanno bisogno di un mediatore, di una terza persona, che li faccia
riconciliare». Questa è una figura molto familiare nella cultura islamica. Dovremmo sottolineare il fatto che le persone devono essere
riconciliate con Dio e non viceversa. Chiedi al tuo amico di fartene
degli esempi in base alla sua esperienza di vita in famiglia.
Brani biblici da usare nella testimonianza
. Romani 3:22-23 «Infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato
e sono privi della gloria di Dio.»
. Romani 6:23 «Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono
di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore».
. Efesini 2:8 «Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la
fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio».
. 1 Timoteo 2:3-4 «…Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti
gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità».
. Ebrei 9:22 «… senza spargimento di sangue, non c’è perdono».
Un pensiero conclusivo da Abdullah
Infine, Abdullah sottolinea il fatto che un individuo non cercherà mai
un Salvatore, se non è convinto di essere peccatore. I musulmani non
si pentiranno mai veramente, fin quando non comprenderanno che il
peccato rappresenta, in realtà, la ribellione a Dio. Non ci sarà mai una
vera sottomissione a Cristo come Salvatore, se lo Spirito Santo non
53
L’ISLAM INTORNO A TE
convince il tuo amico di peccato, giustizia e giudizio. Quindi, dobbiamo essere totalmente dipendenti dallo Spirito Santo. Pregate
spesso che lo Spirito Santo convinca i tuoi amici musulmani del loro
peccato.
CONCLUSIONE
Abbiamo esaminato velocemente alcuni brani dell’Antico e del Nuovo
Testamento che, in qualche modo, riguardano la storia e il carattere
dei popoli arabi. Studiando, diventerai un testimone più efficace. Hai
seguito il modello, hai valutato ed analizzato. Hai lavorato a lungo e
duramente per mettere in pratica il tuo progetto creativo per imparare a testimoniare. Ora sei pronto per l’ispezione finale. L’acquisizione
di una prospettiva biblica è proprio come un’ispezione finale
Certamente, il tuo studio e la tua esperienza della Bibbia dovrebbero
continuare e costituire una parte integrante nel proseguimento.
Potresti seguire i suggerimenti di cui sopra o scoprire tu stesso delle
linee guida alternative. Dopo tutto, sei tu che stai lavorando con del
materiale umano prezioso, stando a stretto contatto con un uomo o
una donna proveniente dal mondo musulmano, persone create ad
immagine di Dio.
Per la pratica
1. Metti per iscritto un approccio che potresti usare con un musulmano utilizzando questi brani della Genesi.
2. In che modo uno studio biblico basato su questi brani può esserti
d’aiuto per rafforzare i convertiti dall’islam e aiutarli a vivere all’interno del loro ambito familiare?
3. Mia moglie spesso paragona la sofferenza di Agar a quella di molte
donne musulmane con cui lavora. In che modo si potrebbe utilizzare
54
UNA PROSPETTIVA BIBLICA SUI POPOLI ARABI
la storia di Agar come ponte verso quella donna musulmana con la
quale sei in contatto?
Per approfondire
1. Prendi una concordanza, prendi nota di tutti i riferimenti agli
“arabi” e fai un riassunto delle tue scoperte. Inoltre, cerca sotto “figli
di Ismaele”. Esamina questi termini anche alla luce di una chiave
biblica. Cerca di scoprire la relazione fra questo popolo ed altri popoli semitici nella Bibbia.
2. Riesamina alcune credenze islamiche, magari facendo riferimento
ad un libro come Luce sull’Islam. Come si riflettono, nelle pratiche
islamiche attuali, le radici che scopriamo nella Bibbia?
3. Leggi un libro sulla Storia della Chiesa per scoprire il ruolo dei
nordafricani nello sviluppo della chiesa primitiva. Quale eredità biblica ha lasciato S. Agostino alla nostra fede? Ricorda che Sant’Agostino
era un berbero, convertitosi dal paganesimo al cristianesimo nel 386
d.C. Cosa potrebbe dire oggi il suo esempio di conversione e di vita
di fede alle popolazioni berbere? Nota bene che nessun altro autore
influenzò Giovanni Calvino, iniziatore e teologo della Riforma francese, tanto quanto S. Agostino.
Note:
5I
musulmani spesso ci dicono: «Sì, il profeta Gesù fece miracoli.
Vogliamo parlarvi del nostro profeta, Maometto. Egli è il sigillo dei
profeti. Egli ci ha portato un libro miracoloso: il Corano». Con dolcezza e mansuetudine, possiamo ricordar loro che il Corano è scritto
in lingua araba del settimo secolo. Poi possiamo aggiungere «Voi dite
che l’islam è universale. Dite anche che il Corano non può essere tradotto. Però è stato scritto in una lingua che molti popoli delle nazioni musulmane non comprendono. Ci si aspetta che i musulmani vengano influenzati profondamente dalla lingua araba e dal suo stile di
55
L’ISLAM INTORNO A TE
vita. Perché costringete altri popoli ad imparare una lingua straniera
per poter adorare il vero Dio? La Bibbia, invece, è tradotta nelle varie
lingue di popoli di tutto il mondo. Questi popoli non sono costretti a
pregare in una lingua che non usano ogni giorno.»
6E’
ovvio che la nostra risposta alla questione Hagar vs. Sara fa una
differenza nel nostro modo di pensare ed agire. Di volta in volta
riscontro una vena sottile di avversione verso gli arabi da parte di coloro da cui meno me lo aspetterei: i miei fratelli e sorelle evangelici.
Questo spesso scaturisce da una comprensione superficiale delle
promesse divine riguardanti il futuro del popolo giudaico. E mi fa
pensare alla citazione di Julie Andrews nel film Sound of Music:
«Partiamo dall’inizio. È il posto migliore da cui partire». Il nostro inizio è il libro degli inizi e delle fondamenta: la Genesi. La figura 4 illustra i vari pezzi del puzzle del nostro rapporto con il nostro amico
musulmano. I vari pezzi combaceranno solo se il fondamento è corretto (vedere la figura 4 a pag. 47).
7Per
correttezza, dovrei aggiungere che la definizione Popoli Arabi è
una questione complessa. Non tutti gli etnologi concordano che gli
arabi discendano da Ismaele e da Agar, cosa che, invece, credono,
nella stragrande maggioranza, i musulmani. La mia opinione sull’origine degli arabi deriva dalle Sacre Scritture e dal dislocamento geografico degli antenati degli Arabi. Comunque sia, l’esempio di Agar ci
ricorda che non è il caso di generalizzare. Lei era egiziana ma a quei
tempi i popoli egiziani non erano arabi nel senso proprio del termine.
Per approfondire questo argomento si può leggere a riguardo l’articolo di Georges Houssney in ReachOut, 3° Volume, numeri 1 & 2
(Giugno 1989). Egli fa un commento a riguardo della tavola delle
nazioni in Genesi 10: «Se l’asserzione musulmana dell’insediamento
della Mecca da parte di Agar ed Ismaele risultasse vera, Ismaele
sarebbe stato padre di soltanto una parte degli arabi dei tempi di
Maometto».
56
4
RISPONDERE ALLE
DOMANDE DEI MUSULMANI
Spesso prestiamo troppa attenzione alle focose argomentazioni
del nostro amico musulmano.
Piuttosto, dovremmo pregare per scoprire
i veri bisogni del suo cuore.
Io e mia moglie amiamo moltissimo passare del tempo insieme ai gruppi di giovani missionari di Operazione Mobilitazione. Questi ragazzi,
con poca o nessuna esperienza, spesso esperimentano che i giovani
musulmani sono disposti ad ascoltarli. Una giornata tipica di questi
giovani missionari comincia con canti vibranti al Signore, mentre vanno
svanendo gli effetti delle dormite troppo brevi. La squadra poi si
immerge nello studio biblico; è un momento significativo ed indimenticabile, accompagnato da un’intensa ricerca di Dio, sia per loro stessi
che per le persone con cui entreranno in contatto durante la giornata.
La Bibbia ci dà parecchi insegnamenti sulla preghiera, e contiene
anche molti insegnamenti riguardo a se stessa: ad esempio sulla sua
ispirazione, autorità ed interpretazione. Le dottrine bibliche sulla
preghiera e sulle Sacre Scritture sono strettamente connesse fra loro.
Abbiamo già considerato l’importanza della preghiera nel presentare
il Vangelo all’amico musulmano. I cinque passi sulla retta via (vedere
il capitolo 2) ci hanno aiutato a passare all’azione. Ma come spiegare
le Sacre Scritture ad un musulmano? I passi suggeriti nel suddetto
capitolo ci sono stati d’aiuto, così come lo studio biblico sulle origini
etniche del popolo arabo. Adesso dobbiamo imparare a scoprire,
attingendo sempre dalle Scritture, la chiave per mirare dritto al bisogno specifico dell’amico musulmano.
Un buon riassunto della preparazione acquisita finora potrebbe essere: Prega! Parla! Studia!
57
L’ISLAM INTORNO A TE
Anche lo strumento successivo attinge alle Scritture. Forse ti è venuta
già in mente una domanda importante alla quale non sai ancora rispondere: «Che fare quando il mio amico solleva questioni spinose, come
quella della deità di Cristo o della sua morte sulla croce?» Dobbiamo
semplicemente ignorarle, dando per scontato che si tratta di una cortina di fumo per nascondersi? In effetti, spesso, è così, nel senso che i
musulmani, attraverso le obiezioni che sollevano, cercano di schivare la
forza convincente della Parola di Dio che punge le loro coscienze.
Rispondere alle obiezioni
Innanzitutto, suggerisco di evitare di rispondere alla maggior parte delle
domande dell’amico musulmano appena vengono sollevate. Ma devo
anche dire che queste domande andranno affrontate prima e poi.
Esistono molti libri validi, sia in inglese che in italiano, che contengono risposte dettagliate alle domande che comunemente vengono sollevate dai musulmani8. Di conseguenza, tenendo conto dei manuali
già esistenti e reperibili in Italia, non è necessario considerare in questa sede gli stessi temi. Il nostro scopo è di equipaggiarti con strumenti adeguati per lavorare coi musulmani che risiedono in nazioni occidentali. Detto ciò, trovo utile presentarti una panoramica delle obiezioni più comuni. È necessario tener presente un elemento fondamentale: noterai che probabilmente ci sarà una differenza notevole fra ciò che
i nostri amici musulmani dicono e ciò che davvero credono.
C’è un famoso proverbio arabo che dice: «Se le parole fossero d’argento, il silenzio sarebbe d’oro». Spesso diamo troppa importanza
all’argomentazione focosa del nostro amico musulmano. Piuttosto,
dovremmo pregare per scoprire i veri bisogni del suo cuore.
Una volta un musulmano prese a discutere animatamente su un certo
argomento con un leader arabo cristiano. Allora questo cristiano iniziò a parlare del bisogno universale dell’uomo di avere pace nel cuore.
Immediatamente, il musulmano cambiò tono. “Sono così felice che
58
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
tu abbia detto questo”, rispose al cristiano, “sentivo di dover difendere l’islam, e così ho parlato per primo, in difesa della mia fede. Tu hai
ragione: ho bisogno di pace”. Così, il leader cristiano ebbe l’opportunità di annunciare il Vangelo ad un ascoltatore molto ricettivo.
Come già sottolineato nel capitolo riguardante la presentazione del
Vangelo, giungerà il momento di rispondere alle obiezioni. C’è un
motivo importante per dire questo9. Il professor Jean Bichon, all’epoca insegnante all’università d’Algeri, prese la parola durante un seminario su Islam e Cristianesimo che si teneva nella chiesa protestante
di Rabat, Marocco. Tutto ad un tratto, pronunciò le seguenti parole
che stupirono gli ascoltatori: “L’islam nega l’essenza stessa della
nostra fede”. Le sue parole echeggiarono con potenza in quella vecchia chiesa. Alcuni dei protestanti più liberali, che costituivano una
parte dell’uditorio, si sentirono scioccati e amareggiati. Ma nonostante tutto, il professor Bichon aveva ragione. Vi sono molti ostacoli sulla
via del dialogo e della testimonianza. In ogni modo, abbiamo delle
risposte da dare in merito a questi punti di conflitto
Abbiamo l’esempio del nostro Signore Gesù nel suo dibattito coi
Farisei e i Sadducei in Matteo 22:15-46. Egli termina il Suo discorso
comprovando, tramite le Scritture, la propria divinità in veste di Figlio
di Dio. Le sue parole sconcertarono profondamente gli ascoltatori,
monoteisti zelanti ma confusi. I musulmani rimangono spesso scioccati di fronte ad una presentazione dei punti cardine della nostra fede
e per gli stessi motivi che scioccarono gli ascoltatori ebrei di Gesù. è
nostro compito aiutare i musulmani a credere in Colui che è la Via, la
Verità e la Vita. Dobbiamo rispondere alle loro obiezioni. Gesù
rispondeva alle domande e così dovremmo fare anche noi!
I musulmani sollevano anche molte altre obiezioni. Ad esempio, dicono che la Trinità non può essere vera. Perché i Cristiani mangiano il
maiale e bevono l’alcool? Come mai non osservano il digiuno del
Ramadan? Alcuni sollevano obiezioni che derivano dal loro orientamento secolare o politico.
59
L’ISLAM INTORNO A TE
Tavola 1: Obiezioni comuni dei musulmani (nell’ordine di frequenza in cui vengono sollevate).
La Bibbia è stata cambiata
Permettetemi di mettervi in guardia: Non fate come Pellegrino, il
protagonista del libro di John Bunyan Il pellegrinaggio del cristiano:
Mentre vagava in un prato, poco mancò che cadesse da un precipizio
e finisse insieme agli altri corpi sfracellatisi là sotto. La nostra battaglia con un musulmano non è la battaglia di un libro contro un altro
libro, ma una battaglia tra due persone. Cioè, è Cristo o è Maometto
la strada per andare a Dio? Evita di farti trascinare in dibattiti accesi.
Dì al tuo amico: “Tu sostieni che la Bibbia è stata cambiata. Dimmi,
allora, chi l’ha cambiata, in quale momento storico e in quale luogo?
Quali brani biblici sono stati cambiati?” Poi chiedi: “È stata cambiata prima o dopo il tuo profeta Maometto?”
Se ti risponde prima di Maometto, allora chiedigli perché il Corano nella
Sura 2 fa un elogio della Bibbia, raccomandandone la lettura (Sura
2:130). Se ti risponde dopo Maometto, non c’è problema, dato che esistono molti manoscritti ed altre fonti risalenti ad anni prima di Maometto,
che ci aiutano a determinare e convalidare l’autenticità della Bibbia10.
60
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
La testimonianza del Corano
In realtà, il Corano non dice che la Bibbia è stata cambiata. Semmai il
Corano afferma che parti del Corano stesso sono state cambiate (cfr.
Sure 2:100 e 22:51). All’interno del Corano, vi sono riferimenti, senza
critica, alla taurat, allo zabur e all’injil. Perché il Corano farebbe riferimenti (positivi) a queste parti della Bibbia, se poi insegna che è
stata cambiata?
Prove esterne
Esistono molte prove esterne per dimostrare che la Bibbia non è stata
cambiata. Fra queste annoveriamo:
. Le traduzioni più antiche
. Citazioni di brani biblici negli scritti dei Padri della
Chiesa
. Le contraddizioni nelle affermazioni dei critici biblici.
Vorrei citare, tanto per farvi un esempio, il vescovo
Robinson che, dopo aver esaminato alcuni indizi archeologici, finì per cambiare idea riguardo ai presunti errori
nel Vangelo di Giovanni11.
. Le evidenze archeologiche. Lo studioso William Albright,
che lavorava per conto della prestigiosa John Hopkins
University, fu uno dei massimi archeologi del suo
tempo. Gradualmente passò dall’accettazione incondizionata dei punti di vista dell’ Alta Critica all’accettazione di
un’interpretazione letterale della Bibbia.
Scettici dell’era moderna
Maurice Bucaille è un autore contemporaneo ampiamente citato da
musulmani in Europa e in altre parti del mondo occidentale. Egli
nega la pretesa della Bibbia di essere la Parola di Dio, rifacendosi, in
particolar modo a presunti errori scientifici e storici. Per un esame
61
L’ISLAM INTORNO A TE
più dettagliato delle sue argomentazioni vedi The Qu’ran and the
Bible in the Light of Modern Science del dottor William Campbell.
Gesù non è il Figlio di Dio
Il significato del termine figlio
Pochi giorni prima di scrivere questo capitolo, avevo parlato a lungo
con un musulmano convinto. La sua fronte corrucciata esprimeva
viva preoccupazione: mi chiedeva come facesse Dio ad avere un figlio.
Prima di pormi la domanda, questo marrocchino anziano e zelante
aveva ascoltato la mia presentazione del Vangelo. (Ricordatevi, se possibile, di presentare prima il Vangelo e di affrontare i problemi di apologetica in un secondo momento). E così, ritornando alla sua domanda, iniziai a rispondergli,:
“Tu che cosa pensi che noi crediamo quando parliamo di Gesù
come il Figlio di Dio”. Il mio amico, con un certo piglio arrogante, rispose: “Bene, non crederai mica che Dio avesse una
famiglia?”. Ovvio che non ci credevo, e così, prendendogli la
mano, risposi “Certo che no! Non ci credo più di quanto non ci
creda tu. Vedrai che alla fine saremo d’accordo. Ora cercherò di
spiegarti che cosa s’intende quando si parla di “Figlio di Dio”.
Il tuo Corano usa il termine ‘figlio della strada’ per indicare un
viandante. Queste parole forse significano che la strada è sposata ed ha avuto un figlio? Certo che no! Il significato non è letterale, fisico. è come se il viaggiatore prendesse la natura della
strada diventando, per così dire, suo figlio. Il figlio, in senso
figurato, ha la natura di suo padre.”
Continuai a spiegargli come il discorso si applichi a Gesù in qualità
di Figlio di Dio. Gesù perdonava i peccati. Solo Dio può farlo. Quindi,
Gesù è il Figlio di Dio. Tale ragionamento spesso mi porta a narrare
la storia di Gesù ed il paralitico. Come succede coi racconti, questo
può catturare l’attenzione dell’amico musulmano in quei momenti in
cui ha voglia di polemizzare.
62
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
Il racconto dei quattro amici e Gesù
Leggi Matteo 9:1-8 e i passi paralleli negli altri Vangeli. Si tratta del mio
racconto preferito per dimostrare la deità del nostro Signore Gesù. Ora
racconta al tuo amico di Gesù che annuncia all’uomo paralizzato che i
suoi peccati sono stati perdonati. Poi sottolinea l’incredulità e la reazione adirata dei leader religiosi dell’epoca. Il tuo amico, a questo punto,
potrebbe scorgere un parallelo con l’islam. Può succedere che alcuni di
quelli che si ritengono persone molto religiose si oppongano con forza
all’insegnamento di Dio riguardo a Suo Figlio. Gesù perdonò il paralitico. Ciò significava che Gesù era, in effetti, il Figlio di Dio. Egli possedeva la natura divina. Chi può perdonare i peccati, se non Dio stesso?
Figura 6: Chi è Gesù?
Un altro approccio che uso spesso è quello di porre la seguente
domanda: “Hai letto la Bibbia? No? Allora, devi leggerla, perché
senza averla letta non potrai comprendere questa questione molto
importante”. Chiedi all’amico musulmano di leggere un brano dalle
Sacre Scritture, tipo il racconto di cui sopra. Cerca di fissare un
incontro per la settimana seguente. Potresti chiedere, al prossimo
incontro, se l’ amico ha un brano del Corano particolarmente significativo da farti leggere. Molti non rispondono a questa proposta. Ma,
se qualcuno accetta, può succedere di sentirti dire che devi leggere il
63
L’ISLAM INTORNO A TE
Corano per intero. A questo punto sarà importante poter affermare in
tutta sincerità di averne lette alcune parti. Ti consiglio di leggere la
prima sura (capitolo) ed anche la seconda, la sura di Mariam.
Poni l’enfasi sulla personalità di Gesù
È d’importanza vitale mantenere la discussione centrata su Gesù. Per
farlo, potresti porre una domanda generica: “Hai notato che Gesù Stesso
ha insegnato che Egli era il Figlio di Dio? Leggi qui in Matteo 16:13-20”.
Personalmente citerei quel versetto che riporta l’affermazione ‘Io sono’
nel Vangelo di Giovanni (ad esempio Giovanni 14:6). Chiederei: “Ma
Gesù, nell’affermare cose del genere, era forse da ritenersi un malato
di mente? Stava cercando deliberatamente di ingannare i Suoi ascoltatori? O era davvero il Figlio di Dio come Egli stesso dichiarava?”
Gesù non è morto sulla croce
Lo scopo della croce
Spiega al tuo amico musulmano lo scopo della morte di Gesù dal
punto di vista biblico. Probabilmente, l’amico vede la morte di Gesù
come una sconfitta. Noi, invece la vediamo come una grande vittoria.
Vai ora a Giovanni 1:29: il versetto dice che Gesù è l’Agnello di Dio. è
il cugino di Gesù, il grande profeta Giovanni il Battista, ad affermarlo.
In questo modo, puoi passare dalle cose conosciute a quelle sconosciute, portando il discorso su una delle festività più sacre ai musulmani. Si
tratta della festa di al-iid al-aDHA, chiamata anche la Festa delle
Pecore o al- ‘iid al-kabiir. In tale occasione, il musulmano devoto compra una pecora per la sua famiglia e la offre come ricordo del sacrificio
di Abraamo. I musulmani spesso vedono questo sacrificio come un
mezzo di espiazione dei peccati. Spiega al tuo amico che Gesù, sulla
croce, disse: «è compiuto» (tetelestai, tutto è compiuto pienamente)!
Dopodiché puoi passare a illustrare il significato del sacrificio di
64
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
Abraamo, basandoti su Genesi 22. Insegna all’amico come questo
sacrificio simboleggi la morte del Figlio unigenito di Dio. Come Dio,
anche Abraamo era pronto ad offrire il suo unico figlio, il Figlio della
promessa. è bene sottolineare che è per questo motivo che oggi noi
non offriamo sacrifici, a differenza dei musulmani che offrono sacrifici nel periodo della Festa della pecora. Il sacrificio era una figura di
Cristo, il cui adempimento si è verificato alla Sua venuta; così ora non
c’è più bisogno del sacrificio. All’uomo non resta altro da fare, se non
credere alla promessa di Dio e obbedire alla Sua Parola.
Profezie riguardanti la croce
Sottolinea all’amico il fatto che la morte di Cristo è stata predetta
molte volte nella Bibbia. Leggi Isaia 52:13-53:12. può darsi che questo passo ti abbia toccato in modo speciale, o toccato qualcun altro
che conosci. Mostra al tuo amico come il Messia, Cristo, ci ha amati
al punto di morire per noi e spiega come questo ha trasformato la tua
vita. Potresti di condividere con lui i salmi messianici (Salmi 22, 23 e
24). Ricorda l’uso della profezia insieme alla cronologia biblica.
Come per l’argomento Gesù Figlio di Dio, chiedi ora al tuo amico
qual è la testimonianza di Gesù riguardo a se Stesso e alla Sua morte.
Matteo 20:28 è un buon versetto da usare. Meglio ancora, potresti leggere interi passaggi nei Vangeli riferiti alla morte di Cristo; prova
anche con Matteo 16:13-23. La questione della morte di Cristo è definita chiaramente da quanto Lui stesso proferisce. Queste Sue affermazioni possono rivelarsi utili anche per discutere della Sua natura di
Figlio di Dio. Hai notato che i passaggi che parlano di Gesù come
Figlio di Dio e quelli sulla Sua morte sono spesso collegate nelle
Scritture, proprio come vediamo in Matteo?
La centralità della croce
Mostra al tuo amico come gli autori dei quattro Vangeli dedichino uno
spazio notevole al tema della morte di Gesù. Nel caso di Giovanni,
65
L’ISLAM INTORNO A TE
quasi la metà del suo Vangelo parla della morte e risurrezione di
Gesù. In tutti i Vangeli si parla molto di più della morte di Gesù che
della Sua concezione verginale (dogma accettato dai musulmani, contrariamente a quello della Sua morte). La morte di Gesù viene trattata molto più ampiamente di qualsiasi altro evento della Sua vita.
Potresti prendere in esame uno dei Vangeli per dimostrare all’amico
quanto sopra, coi relativi passi sottomano.
La croce e la risurrezione
È nella risurrezione che abbiamo la certezza ed il significato della
morte di Gesù. “È vero! Il Signore è risorto.” Leggi 1 Corinzi 15
assieme al tuo amico. Potresti paragonare Luca 1:1-3 con Luca 24 e
leggere l’episodio biblico dell’incontro di Gesù con i discepoli sulla
via di Emmaus, un racconto che interesserà il tuo amico per l’attinenza alla cultura e alla mentalità orientale.
Magari ti chiederai: “Ma come faccio a leggere ad un musulmano dei
passaggi delle Scritture sulla morte di Gesù, quando l’islam rifiuta
l’idea stessa della morte del Cristo?” Il tuo amico potrebbe non credere che Gesù sia morto per davvero. Niente paura, questo non è un
impedimento all’opera divina. Ricorda che Saulo era un accanito e
feroce persecutore dei cristiani. Eppure, ciò non impedì alla Parola di
Dio di frenarlo bruscamente sulla strada per Damasco (cfr. Atti 9).
Paolo non dimenticherà mai più quella sua esperienza con Cristo,
tanto che, nel libro degli Atti, la troviamo narrata per ben tre volte.
In ogni modo, tieni sempre a mente un problema di fondo: i musulmani
vedono la morte come una sconfitta, e sono convinti che Dio non permetterebbe mai ad un Suo profeta subire uno smacco finale così umiliante.
Ricorda al tuo amico che anche Maometto, considerato un profeta dai
musulmani, andò incontro a grosse sofferenze. Alcuni raccontano che egli
morì avvelenato da una delle mogli, un’ebrea. A prescindere da come andarono le cose con Maometto, c’è da sottolineare che molti veri profeti soffrirono. Puoi far riferimento a Giobbe (siidna ayuub), e alla sua vita, come
66
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
illustrazione importante di questa verità, per poi ricordare al tuo amico,
(o amica), che per Gesù la morte costituì una vittoria, non una sconfitta.
La tua testimonianza personale
Serviti anche della tua testimonianza personale. Come hai fatto a renderti conto che Gesù è morto per te? Quali versetti ti hanno colpito?
Usali con il tuo amico. Una conoscenza personale di Dio può dire molto
a quei musulmani che hanno conosciuto troppi occidentali materialisti.
Racconta loro quanto sei diverso ora che Cristo è entrato nella tua vita.
Ricordati di Apocalisse 12:11: «Ma essi lo hanno vinto [Satana] per
mezzo del sangue dell’Agnello, e con la parola della loro testimonianza;
e non hanno amato la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte».
La Trinità è inverosimile
È meglio non andare troppo in profondità sull’argomento Trinità, in
quanto il cuore non convertito non riesce a comprendere le cose di Dio.
Inoltre, bisogna sempre tenere a mente che quando si parla di
“Trinità”, i musulmani pensano sempre a tre déi (padre, madre e
figlio). Di conseguenza, dobbiamo ricordare loro con mansuetudine e
fermezza: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture né la potenza
di Dio» (Matteo 22:29). Kunday Massey suggerisce che la Trinità non
è, come molti pensano, paragonabile ad un’addizione; bisognerebbe
pensare piuttosto ad una moltiplicazione. Considerate la formula 1 + 1
+ 1 = 3. Poi cambiatela in 1 x 1 x 1 = 1. Vedete che il risultato è ancora 1. Sarà d’aiuto sottolineare il fatto che l’islam crede che allaahu
akbar, Dio è onnipotente. Quindi, perché aspettarci una risposta banale su questioni così importanti che riguardano un Essere infinito?
Figura 7: Idee confuse riguardo alla Trinità
67
L’ISLAM INTORNO A TE
Uno strumento eccellente per aiutare un musulmano interessato al
Vangelo è la storia di abuu yuusef12. Essa è contenuta in una videocassetta della durata di 30 minuti circa e risulta particolarmente efficace,
poiché questo fratello nordafricano condivide la sua testimonianza parlando proprio della zona del Nord Africa in cui è cresciuto. Egli sottolinea, in particolar modo, di essere contemporaneamente il padre di
suo figlio, il figlio di suo padre e il marito di sua moglie. Le tre relazioni non implicano comunque che lui sia tre persone diverse. Abuu yuusef è una sola persona, proprio come Dio è tre persone in un’unica
essenza. Deuteronomio 6:4 e le citazioni che Gesù ne fa a riguardo
risultano molto utili. Io aggiungerei 1 Timoteo 2:5: “un Dio, un mediatore tra Dio e l’uomo”. Trova il momento adatto per parlarne al tuo
amico. Ma fai attenzione a non gettare le tue perle ai porci! Inoltre,
spiega al tuo amico che delle interpretazioni meramente umane non
potranno mai rivelare in modo esauriente la realtà spirituale di Dio.
L’islam è il sistema politico ideale
Religioso o secolare?
Esistono due categorie di musulmani politicizzati. La prima ha una concezione islamica della società piuttosto equilibrata. Coloro che appartengono
a questa categoria aspirano a formare associazioni di quartiere per portare
cambiamenti religiosi, sociali e politici. La seconda categoria è costituita dai
fondamentalisti islamici. Non sono forse loro i più religiosi di tutti, quelli
che impongono al musulmano di vivere una relazione corretta/stretta con
Allah? Anche se sono soliti citare il Corano, molti dei fondamentalisti con
cui ho parlato sembrano conoscere soltanto in parte il suo contenuto. Il
pensiero dominante dei fondamentalisti è una manipolazione machiavellica della società. Essi vorrebbero imporre con la forza una struttura islamica in una data zona. La struttura politico-religiosa che hanno in mente
è la loro versione dell’islam, diversa dalla maggior parte delle altre.
Possiamo dire che, in fondo, i fondamentalisti sono sia politicizzati sia
secolarizzati. Ma come possiamo rispondere a queste due categorie?
68
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
I cristiani sono persone integre
Yasmina viveva in un quartiere popolare di una grande città musulmana. Quando sorgevano problemi con la legge, la polizia, il più delle
volte, andava a parlare con lei. Gli agenti sapevano che era cristiana e
che avrebbe detto loro la verità, anche quando nessun altro in quel
quartiere l’avrebbe fatto.
I musulmani possono rendersi colpevoli di un atteggiamento manipolatore. Puoi dire al tuo amico che spesso i musulmani fanno uso di incentivi materiali per incoraggiare la conversione all’islam. Uno studente che
conoscevo era un membro fervente di una organizzazione musulmana
all’interno dell’università francese in cui studiava. Una volta notai che
offriva danaro ad un amico musulmano a cui stavo testimoniando. Il
messaggio era chiaro: “Rimani con noi e ti provvederemo tutto ciò di cui
hai bisogno.” Un egiziano in una cittadina universitaria statunitense mi
raccontò che cosa successe quando, un giorno, visitò una moschea.
Pensando che fosse un musulmano, lo incoraggiarono a trovare una
moglie americana al fine di far avanzare l’islam. Ma questi metodi si
possono definire spirituali? Si possono definire cose che onorano Dio?
I musulmani politicizzati ritengono che il sistema politico islamico sia
superiore a tutti gli altri. Forse vorrai far notare che, se è davvero un
sistema superiore, come mai nei paesi musulmani i cristiani sono perseguitati. Che Dio abbia bisogno di aiuto per instaurare la Sua società
islamica? C’era una donna, moglie di un bravo credente nordafricano
che era incinta. Fu interrogata dalla polizia e condotta fuori città.
Quando ebbero finito, la lasciarono andare. Ella dovette rifare la lunga
strada di ritorno a casa tutta da sola, piedi e al buio. Quale crimine aveva
commesso contro il suo Stato per meritarsi un trattamento così brutale? Un medico straniero e cristiano, residente in un paese musulmano,
molto benvoluto e indispensabile nella comunità dove viveva, venne
espulso con la moglie dal paese. Un pastore e sua moglie, anche loro
residenti in una nazione islamica, furono presi e scortati dalla polizia
fino all’aeroporto. L’ufficiale di polizia fu turbato vedendo quella donna
che piangeva. Le chiese il motivo e lei, in lacrime, rispose che stavano
69
L’ISLAM INTORNO A TE
per essere cacciati via dalla terra in cui avevano vissuto per vent’anni.
Anni e anni di amore, sacrifici e buoni rapporti fra musulmani e cristiani, tutto ad un tratto andarono in fumo.
Civismo responsabile e cambiamenti sociali
Parla con il tuo amico musulmano dell’esempio di Gesù Cristo. Al
momento del Suo arresto, Gesù disse a Pietro di rimettere a posto la
spada. Maometto, al contrario, incoraggiò e guidò la Jihad o Guerra
Santa. Appena possibile, comunque, cerca di portare il discorso sulla
potenza di Dio che può cambiare i cuori. La storia ci insegna che spesso ne consegue un cambiamento nella società. Condividi col tuo amico
quel cambiamento che è avvenuto nel tuo cuore e nella tua realtà.
Con gli studenti universitari, per esempio, potresti portare l’esempio
dell’opera dei fratelli Wesley in Inghilterra. Questi due potenti evangelisti trasformarono quella terribile e corrotta società del diciottesimo secolo, a tal punto che ci sono degli studiosi secolari che ne parlano ancora oggi. Le loro “armi”consistevano in inni popolari e sermoni biblici predicati nei contesti più inverosimili, come i cimiteri,
per esempio. Le persone dell’epoca, grandi e piccole, accorrevano in
massa per ascoltare quelle predicazioni. Quale programma politico
oggi potrebbe mai portare a cambiamenti così profondi?
Alain Choiquier è un evangelista di origini algerine, molto conosciuto in
Francia. Egli racconta la storia di uno studente marxista che aveva conosciuto alcuni anni fa. Il giovane declamava le trasformazioni radicali che
il comunismo avrebbe operato nella società. Choiquier chiese: “Dimmi,
hai visto qualche cambiamento?” “No”, rispose il giovane, “ma ci stiamo muovendo verso di esso”. L’evangelista replicò: “Noi cristiani invece abbiamo già sperimentato un cambiamento. Siamo persone nuove in
Cristo (2 Corinzi 5:17).” Choiquier proseguì, spiegando il Vangelo ad
un ascoltatore attento, il quale, poco dopo, accettò il Signore.
Sarebbe auspicabile concludere un discorso come questo parlando
della potenza della preghiera nel ricostruire vite devastate.
70
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
Testimonia ai tuoi amici, islamici e non, di come parli con Dio, di
come Lui ti risponde. Spiega come, attraverso la preghiera, tu stai
cambiando il mondo. Chiedi all’amico se ha mai parlato con Dio e se
si sente vicino a Lui. Digli che stai pregando per i suoi bisogni personali e per una sua relazione personale con Dio.
Conclusione
Alcuni intellettuali musulmani amano porre una domanda che secondo loro non ha risposta. Uniscono due insegnamenti coranici che
risultano in apparente contraddizione tra di loro. Il primo è «Dio è il
più terribile fra coloro che puniscono» (shadiid al-’iqaab); il secondo è che Dio è «Colui che perdona ed il misericordioso» (al-ghafuur,
ar-raHiim). “Come fanno ad essere vere entrambi le affermazioni?”,
chiedono. “Eppure, siamo costretti ad accettarli così come sono”.
Entrambi questi tratti, riferiti a Dio, la Sua misericordia e la Sua ira,
rappresentano delle grandi verità, sottolineate anche nella Bibbia e
considerate parte integrante del piano di Dio. Secondo l’islam, l’unico modo per riconciliare i due poli opposti è attraverso le buone
opere. Così facendo, i musulmani ricercano rifugio e salvezza dall’ira
futura. In un simile frangente, si crede che siano le azioni umane a
portare il beneficiare della misericordia divina. La grazia non esiste!
La Bibbia, però, ci guida a tutt’altra conclusione. Gesù Cristo, in
quanto Dio e uomo, è venuto ad interporsi fra la misericordia e l’ira
divine. Sulla croce, Egli prese su di sé l’ira di Dio, divenendo nostro
sostituto. Quindi, solamente in Lui troviamo il perdono.
Una sera stavo discutendo questi argomenti con un gruppo di studenti universitari, dei cristiani consacrati. Chiesi loro: “Che cosa s’interpone fra le due verità per unirle?” Uno di loro rispose: “La giustizia
divina”. È proprio ciò che afferma l’apostolo Paolo in Romani 3:26.
Paolo spiegò come far proprio il sacrificio espiatorio di Cristo. Poi, nel
capitolo 3 di Romani, Paolo ci spiega che Dio agisce così affinché Egli
sia giusto e giustificatore di colui che ha fede in Gesù. Qual è il rap-
71
L’ISLAM INTORNO A TE
porto fra la misericordia di Dio e la Sua ira? I cristiani hanno scoperto la risposta a questa domanda, mentre i musulmani, di fronte ad
essa, rimangono turbati. Non hanno una risposta soddisfacente. Ora
potete comprendere il conflitto interiore che si cela dietro a molte
altre domande e obiezioni che il musulmano solleva. Dovremmo cercare di toccare il punto nevralgico del bisogno personale del musulmano portandogli la Buona Notizia del perdono divino. In tal modo,
gli diamo quella risposta che gli è sempre sfuggita.
Perché i musulmani sollevano sempre simili domande? Perché sono
in lotta con l’incredulità. Il Vangelo di Giovanni è stato chiamato il
Vangelo della fede, eppure, studiando le sue pagine, scopriamo che è
anche il Vangelo dell’incredulità!
Man mano che si procede nel racconto biblico, si va delineando con
sempre più chiarezza il processo del rifiuto di Gesù da parte dei conduttori religiosi dei suoi tempi. La loro incredulità s’accresce, sprofondando sempre più verso l’abisso. Simultaneamente, vediamo la
fede dei discepoli salire in alto, in crescendo verso il Padre celeste.
Come riuscire a convincere l’amico dubbioso? Pregando che diventi
come Tommaso – che arrivi a gridare «Mio Signore e mio Dio!».
Natanaele all’inizio disprezzava il Cristo, chiedendosi se qualcosa di
buono potesse venire da Nazaret (Giovanni 1:46). Eppure, finì per
diventare un suo discepolo. Natanaele, il dubbioso, pose le fondamenta
della sua casa spirituale sul pilastro del Figlio di Davide, il Figlio di Dio.
In tutto il mondo, oggi, moltissimi musulmani stanno vincendo la propria incredulità. Ti ricordi il posto centrale che deve occupare la preghiera? Confida in Dio, credi che Egli porterà il tuo amico ad entrare
nella comunità dei credenti, quale membro della famiglia della fede.
Per l’approfondimento
Puoi studiare dei libri che affrontano la questioni delle obiezioni tipiche
dei musulmani. Ce ne sono di ottimi, tra i quali annoveriamo l’opera di
Francesco Maggio Luce sull’Islam di (edizioni PATMOS) e quella di
72
RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI MUSULMANI
Charles Marsh intitolato Come condividere la tua fede con un musulmano.
Prendi del tempo per studiare Bibbia ed approfondire quelle domande e questioni importanti che più turbano l’amico musulmano.
Concentrati sulle domande che lui pone con più frequenza, ma non
dimenticare che potrebbe usare le sue obiezioni come paravento.
Concentrati in preghiera per scoprire come colpire la radice spirituale del problema13.
Note:
tal riguardo, segnaliamo l’esistenza di una risorsa quale Luce
sull’Islam di (edizioni PATMOS), a cura di Francesco Maggio, che
affronta l’Islam dal punto di vista dell’apologetica.
8A
9La
reticenza nell’esprimere ad altri ciò che davvero crediamo ed
abbiamo al nostro interno è, di certo, comune alla maggior parte di
noi. Però, questo fattore costituisce un problema maggiore quando
abbiamo a che fare con dei musulmani. Infatti, essi potrebbero sentire l’esigenza di portare avanti una jihad (guerra santa) verbale. Ciò
perché mentre parliamo, potrebbe sembrare loro che stiamo attaccando la loro fede. Inoltre, dobbiamo sempre tenere presente il fatto
che i musulmani sono veramente bravi a parlare e amano i dibattiti.
questione viene trattata in modo approfondito in Luce sull’Islam
(edizioni PATMOS).
10Tale
11La
questione chiave che veniva affrontata era la datazione del
Vangelo secondo Giovanni che veniva fatta da critici liberali. Robinson
finì per accettare una data del primo secolo, concordando così con
quanto gli evangelici andavano affermando da anni.
12Si
tratta di materiale disponibile tramite l’associazione MENA in
Francia (MENA è il corrispettivo della italiana M.E.t.A.).
13 Se
vuoi saperne di più, studia un libro sulla storia della chiesa e vedi
se la questione teologica si è verificata secoli prima dell’Islam. Le
73
L’ISLAM INTORNO A TE
prime quattro obiezioni menzionate erano argomenti maggiori nella
storia della chiesa pre-islamica. Il nostro Nemico le ha prese e le ha
messe dentro ad una religione mondiale, l’islam, così che, tanti continuano, ancora oggi, a litigare con esse.
74
5
COMPRENDERE LA
CULTURA DEI MUSULMANI
L’amicizia è la chiave d’accesso al mondo dei musulmani.
Un estraneo viene trattato con grande rispetto
se portato all’interno del gruppo familiare.
Un giorno mi ritrovai ad aprire una busta misteriosa e scoprii che conteneva un pezzo di carta consumato, scritto in arabo classico e con
caratteri in stile coranico. Riconobbi che si trattava di un incantesimo,
visto la forma, lo stile di scrittura e la terminologia usata. Mi domandavo come mai me lo avesse mandato un amico cristiano nordafricano,
che non, però, aveva pensato ad includervi anche una spiegazione. Mesi
dopo, scoprii che lui e la moglie avevano trovato quel pezzo di carta
sotto il letto. Egli mi chiese “Secondo te, era a scopo di bene o di
male?” Si domandava se il mittente avesse usato magia bianca o nera.
Era sicuro che fossero stati i genitori a piazzarlo lì sotto il suo letto.
Quando spiegai che si trattava della formula di un incantesimo per
rompere il loro matrimonio, il divario già esistente fra loro ed i genitori si ingrandì. Ciò nonostante, in quella giovane coppia rimase quel
peso amorevole di pregare per i genitori. Negli anni a venire, si sarebbero presentate molte opportunità per adempiere il comandamento
di Esodo 20:12: «Onora tuo padre e tua madre». Nel mezzo della
malattia e i problemi coniugali dei genitori, il loro matrimonio divenne una forte testimonianza di fedeltà e amore. Vidi ancora una volta
quanto sia difficile comprendere a fondo la cultura musulmana: talvolta risulta difficile anche per coloro che ne fanno parte.
Come per qualsiasi progetto edile, il costruttore fruga nella sua cassetta alla ricerca degli attrezzi più adatti. La preghiera e la proclamazione
del Vangelo sono strettamente connesse. Abbiamo cercato di conoscere
L’ISLAM INTORNO A TE
meglio il nostro amico musulmano studiando ciò che la Bibbia dice
sui possibili antenati degli arabi. Le loro domande pungenti sono per
noi uno stimolo a ricercare delle risposte bibliche (non senza prima
averci pregato su). Una volta che l’amico musulmano avrà compreso
l’amore di Cristo morto sulla croce per noi, potremo mettere mano a
quegli attrezzi che servono per completare il lavoro.
In questo capitolo esamineremo lo strumento della conoscenza della
cultura dei nostri vicini musulmani. Essi provengono da un ambiente ben diverso dal nostro. è necessario analizzare attentamente la loro
realtà mentre trascorriamo del tempo con loro. Con uno spirito di
preghiera, chiediamo a Dio di aiutarci a trovare la strada per arrivare
al loro cuore. Si tratta di un approccio simile a quello del carpentiere
che conosce i materiali necessari per il suo lavoro. I talenti particolari e la cultura del nostro amico musulmano sono molto più preziosi di
quanto possa apparire a prima vista. I mattoni, la malta, il legno grezzo, o un rotolo di spago possono apparirci cose di poco conto. Ma è
nell’adoperarli che ci rendiamo conto di ciò che possono diventare
dopo la lavorazione. È solo allora che finiamo per apprezzarli per
quello che sono, scoprendone il valore intrinseco.
Conviene, quindi, studiare queste persone, osservandole con attenzione, sia quando si trovano nel loro ambiente familiare sia in pubblico. Scoprirai che la tua testimonianza si farà più incisiva. Potresti
notare un’accoglienza via via più profonda da parte di familiari e conoscenti dell’amico/amica. I credenti che vogliono testimoniare ai vicini
musulmani dovrebbero intraprendere un tipo di ricerca informale.
Gesù avviò un discorso teologico con Nicodemo (Giovanni 3), mentre,
con la donna del pozzo, l’approccio fu pratico (Giovanni 4). Il Signore
conosceva entrambi intimamente. Con l’aiuto della preghiera, cerca
di analizzare a fondo la realtà del tuo amico
La maggior parte di noi proviene da una cultura di tipo più occidentale ed individualista rispetto a quella musulmana. I musulmani,
anche quando vivono in nazioni occidentali, fanno solitamente parte
di una struttura familiare complessa, interconnessa. Quasi sicura-
76
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
mente sarà diversa da quella delle nostre famiglie di origine. Questi
legami familiari si estendono talvolta al di là di continenti e oceani
fino al paese natio del nostro amico. In che modo la comprensione
della realtà della loro struttura familiare può esserti utile per condurli a Cristo? L’evangelista sensibile scoprirà un profondo senso di lealtà nel musulmano. Questa lealtà è insita nella famiglia e si estende al
vicinato e alla nazione d’origine, andando spesso a toccare anche il
gruppo etnico d’appartenenza nella sua globalità (ad esempio: algerino, libanese, pakistano o berbero). La rete dei vincoli familiari può
costituire un ottimo canale per il Vangelo.
Anche l’unità familiare può svolgere un ruolo importante. Un proverbio
orientale illustra bene questo concetto: «Io contro mio fratello, mio fratello ed io contro mio cugino, tutti noi contro lo straniero». Quando gli
arabi di una certa zona geografica vengono oltraggiati o scherniti, sono
capaci di aggregarsi ed insorgere. Un esempio lampante fu una marcia
che si snodò da Marsiglia a Parigi nel 1983; il pellegrinaggio politico terminò con un’intervista al presidente francese, François Mitterand. In
quel caso, la fedeltà al gruppo allargato aveva unito i musulmani per farli
agire come un sol uomo. Verso chi o che cosa è leale il tuo amico? In che
modo potresti sfruttare questa qualità per far conoscere Cristo?
Said e sua moglie vivono più o meno separati dai suoi genitori.
Quando la nuora viveva in casa loro (una pratica comune in Nord
Africa e spesso esportata in Francia), i suoceri la trattavano come una
serva. L’obiettivo della famiglia era di dividere il figlio da sua moglie
per divenire loro l’oggetto primario della lealtà del figlio. Pur con
molta difficoltà, Said riuscì a preservare comunque il suo matrimonio. Alla fine, Dio si servì di lui per condurre la moglie al Salvatore.
La lealtà e la devozione nei confronti della famiglia può essere sentita
dai giovani musulmani come un giogo opprimente, tanto da cercare di
allentarlo il più possibile. Ma si rendono conto, altresì, del bisogno che
hanno delle proprie famiglie. Per i musulmani convertiti al cristianesimo, l’avvertimento di Gesù riguardo all’opposizione dei familiari, diventa, il più delle volte, una drammatica realtà. Il nostro Signore ha detto:
77
L’ISLAM INTORNO A TE
«Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del
mio nome» (Matteo 10:21-23). (Si veda anche Matteo 10:34-38 e 19:29).
I rapporti interpersonali all’interno del gruppo rappresentano una questione importante per la seconda generazione14. Ciò è legato, almeno in
parte, al concetto islamico di umma (comunità). Il rapporto fondamentale è con la famiglia estesa, dal quale, in genere, conseguono tutte le
altre relazioni. Il tuo rapporto con l’amico musulmano potrebbe costituire il canale con cui diffondere il Vangelo a tutta la rete familiare.
Comprendere la famiglia musulmana
Figura 8: Dinamiche familiari
Permettetemi di riassumere: i giovani musulmani in Occidente vivono legami profondi coi coetanei. I legami culturali, però, scaturiscono dal vincolo coi familiari più stretti. Di conseguenza, è importante
che comprendiamo meglio la struttura familiare da cui proviene il
nostro amico. Ho un amico nordafricano che è il maggiore dei suoi
78
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
fratelli. Egli dice: “Nel nostro ambito familiare, la massima autorità la
esercita il padre (su moglie e figli) ed il fratello maggiore (sulle sorelle). Un altro amico aggiunge: “è il padre che impartisce gli ordini; la
madre non può nemmeno azzardare un suggerimento. Oggi questa
situazione sta cambiando, ma solo grazie all’influenza degli europei”.
Un terzo, un uomo che ha studiato all’università, allarga il discorso
dicendo: “ è il padre ad esercitare l’autorità in casa, così come il
nonno, se è ancora in vita, oppure la nonna”. La struttura familiare in
cui m’imbatto più spesso nel mio lavoro è quella della figura di cui
sopra. Sono certo che i paragrafi che seguono vi saranno molto utili
per comprendere la struttura familiare dell’amico musulmano.
Il padre
Il padre, in teoria, si trova all’apice del triangolo delle relazioni familiari. Nelle famiglie arabe, egli è il capofamiglia. Tutte le decisioni
familiari devono passare attraverso di lui. Questa struttura è molto
simile a quella della cultura ebraica nella Bibbia.
Leggendo Matteo 1, ad esempio, vediamo che ceppi familiari si rifanno sempre dai maschi; notate che qui si fa riferimento soltanto a
quattro donne, oltre a Maria: Tamar, Rahab, Ruth e Batseba. Ho ritrovato questo principio nella famiglia Mohlim. Visitai il padre e feci
amicizia con lui. Un giorno egli affermò: “Non mi importa dove vanno
i miei figli quando stanno in compagnia di Monsieur Jean (come mi
chiamava in segno di rispetto). Io mi fido di lui.” L’unica eccezione a
questa regola d’autorità familiare è quando il padre è incapace di
adempiere il proprio ruolo. In quel caso, è il figlio maggiore o uno dei
fratelli che subentrano al comando.
Il figlio maggiore
Il figlio maggiore è quello che deve sovrintendere alla disciplina dei fratelli e delle sorelle. Cito come esempio la vicenda di Mohmoud, un
capofamilgia, ruolo tipico delle famiglie nord africane più tradizionali.
79
L’ISLAM INTORNO A TE
Mahmoud era uno vero e proprio aguzzino, forte della sua posizione
de “l’ainé de la famille” (primogenito). Ma quando conobbe Cristo,
si ammorbidì e cominciò ad avvicinarsi alla sorella. In passato, spettava a lui picchiarla per punirla. La ragazza si stupì di fronte alla dolcezza del fratello e al cambio d’atteggiamento nei suoi confronti.
Mohmoud mantenne la sua posizione di capofamiglia, ma ora pensava al bene degli altri e non soltanto all’esercizio brutale delle sue
mansioni di capofamiglia. Ciò costituì un fattore importante nella
successiva conversione a Cristo di sua sorella.
La madre
La madre, nonostante in teoria non detenga grande autorità, spesso
esercita una grande influenza sui figli, dato che passa con loro la maggior parte del tempo. Il suo ruolo, nella vita dei figli, risulta essere
quello più duraturo. È lei a tramandare i valori religiosi della famiglia,
non solo l’islam tradizionale ma anche le pratiche occulte. In Matteo 1,
possiamo vedere come Dio tronca con le tradizioni religiose degli
israeliti: Dio ha ispirato la genealogia di Matteo per mettere in rilievo la Sua grazia all’opera nella vita delle donne. Esse sono spesso
delle figure chiave nel Suo piano di amore e misericordia. Dopo la sua
risurrezione, Gesù apparve per primo ad una donna. Il Vangelo purifica e ristabilisce nella giusta ottica l’amore di una madre. Ed è questo che può trasformare la famiglia musulmana.
Altri membri di famiglia
I membri più anziani della famiglia sono in genere i più rispettati,
almeno all’apparenza. Possiamo imparare molto dai nostri amici arabi
per quel che riguarda il rispetto verso i congiunti più anziani. I
maschi della società hanno spesso più vantaggi rispetto alle donne.
Con la pubertà, e una volta terminati gli studi, le ragazze spesso
rimangono a casa a lavorare,. Questo accade, perlomeno in parte, al
fine di mantenerle pure fino al matrimonio. I maschi, invece, sin dalla
giovanissima età, sono liberi di scorrazzare dove e come vogliono. Io
80
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
vedo qualcosa d’ammirevole in questi giovani emancipati, che vanno
a ruota libera. Così facendo, sviluppano un atteggiamento mentale
che li aiuta ad affrontare i molti stress della vita. Una delle loro caratteristiche migliori è la capacità di affrontare situazioni difficili, come
quella di vivere (secondo loro) ai ranghi inferiori della scala sociale.
Altri rapporti interpersonali
Come menzionato sopra, sono i maschi ad impartire ordini alle femmine. Un parente maschio più anziano può subentrare al padre nel prendere le decisioni di famiglia ed avere l’autorità su donne e ragazze. Turia
aveva una paura tremenda di suo zio; non solo rappresentava l’autorità
in famiglia - era anche profondamente coinvolto in pratiche occulte.
Per i musulmani di seconda generazione, i rapporti interpersonali al di
fuori dell’ambito familiare sono molto più elastici. Tra i loro amici
puoi trovare sia coetanei occidentali che musulmani. Per le donne,
però, le amicizie sono più limitate, nonostante la costante evoluzione
dello status sociale delle più giovani. La prima generazione sta uscendo di scena. Ciò nondimeno, la vita delle donne più giovani, in genere,
è ancora influenzata dalla struttura familiare tradizionale, focalizzata
sull’educazione dei bambini e gli obblighi familiari in senso esteso.
Figura 9: Trasformazione culturale
L’etica del lavoro femminile riguarda il gruppo in questione. Molte
giovani sognano di lasciare la famiglia per andare a vivere e lavorare
da sole. Nelle famiglie musulmane, nella maggior parte dei casi, la
moglie non ha grandi rapporti coi suoceri. Ciò è dovuto al richiamo
81
L’ISLAM INTORNO A TE
magnetico esercitato del desiderio dei suoceri di portare il figlio sotto
la loro autorità. È più difficile socializzare con le giovani musulmane
rispetto ai ragazzi, ma anche questo pian piano sta cambiando. I
maschi, d’altro canto, sono più emancipati in questo senso e fanno
entrare con più facilità un estraneo nella propria cerchia d’amicizie.
Queste amicizie provengono di solito dall’ambiente di lavoro, dalla
scuola, dal bar locale o club giovanile. Spesso fra gli amici di giovani
musulmani (singoli o sposati) si possono annoverare anche dei non
musulmani. Quanto sopra può comunque variare a seconda della
nazionalità, della mentalità dei genitori e di molteplici altri fattori.
Ricordiamoci che il motivo per cui più spesso falliamo è dovuto al fatto
che non riusciamo a comprendere che la nostra cultura ha una struttura totalmente diversa da quella degli amici musulmani. Si potrebbe dire
che la nostra cultura è quadrata mentre quella del musulmano è rotonda. Dobbiamo chiedere allo Spirito di Dio di aiutarci a comprendere le
differenze; e Dio ci aiuterà a smussare i nostri “spigoli” culturali affinché possiamo amare meglio il nostro amico per la gloria di Dio.
L’amicizia è una strada a doppio senso. Ne vediamo un esempio lampante da una campagna antirazzista sollevata tempo fa in Francia. Lo
slogan era “Touch pas mon pôte!” (“Non toccare il mio amico!”).
Giovani residenti musulmani, sia francesi che arabi coalizzarono e si
unirono a questa protesta, con i francesi che prendevano le difese dei
loro amici nordafricani. La cosa ebbe un tale impatto che addirittura
gli alti funzionari governativi si dovettero piegare al dialogo con questi
giovani pionieri. Grazie a quest’opera di collaborazione tra giovani
francesi ed arabi, si riuscì ad integrare l’emarginato nella società.
Esempi del genere ci aiutano a comprendere come possiamo guadagnarci la fiducia dei nostri vicini musulmani.
Consideriamo ora l’esempio di Turia. Viveva quasi prigioniera nell’appartamento dei suoi suoceri. Ci vollero mesi prima che la potessimo incontrare. Quando venivano degli ospiti, Turia non poteva unirsi a loro, nemmeno a tavola. Mia moglie paragona a Cenerentola queste donne che vivono situazioni simili. Il fatto tragico però, è che le
82
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
Cenerentole non esistono solo nelle favole! Alcuni aspetti della realtà
delle giovani musulmane che vivono in occidente sono rese evidenti
dal caso descritto nel libro Mai senza mia figlia di Betty Mahmoody15.
Teniamo presente che la situazione narrata nel libro riguarda in modo
specifico una donna americana sposata con un musulmano iraniano.
Il principio che governa gran parte di questi comportamenti si basa
sul sistema islamico haraam16. Gran parte delle pratiche islamiche
tra i nord africani residenti in Francia focalizzano su ciò che è proibito (haraam) e ciò che è permesso (halaal).
Un rapido sguardo alle tecniche tradizionali di costruzione di molte
nazioni musulmane ci potrà aiutare a comprendere meglio la loro
mentalità. Le case tradizionali sono costruite con poche finestre,
soprattutto quelle che danno sulla strada, con le altre piccole e sbarrate. All’interno dell’edificio c’è un ampio cortile che costituisce il
centro della dimora ed è completamente racchiuso dal palazzo stesso. In tal modo, le donne sono protette dalla vista degli estranei.
Alcune stanze della casa sono dedicate all’ospitalità. All’ospite non
viene mai mostrata la casa per intera; malgrado ciò, si fa sempre in
modo che si senta il benvenuto. Non si deve considerare tutto ciò
come vestigia di un lontano passato; ancora oggi, le famiglie musulmane che ritornano regolarmente ai loro paesi di origine per le ferie,
si ritrovano in quei quartieri arabi dove vive la maggior parte della
popolazione, e si rituffano totalmente nell’ambito culturale d’origine.
Quindi, anche l’abitazione del tuo amico/della tua amica può, in qualche modo, riflettere alcuni aspetti della sua cultura.
Relazioni interpersonali fra uomini e donne
Le relazioni fra uomini e donne rimangono uno degli aspetti più difficili da comprendere per una persona proveniente dal mondo occidentale. Nondimeno, il rispetto di certe regole in questo campo costituisce una chiave per raggiungere le donne islamiche che vivono in
paesi occidentali. Comprendere le relazioni fra i due sessi ci aiuterà
anche a saper relazionare con le famiglie musulmane. Una gaffe in
83
L’ISLAM INTORNO A TE
campo sociale può creare una barriera permanente. Per approfondire
tali aspetti culturali, consiglio di leggere Childhood in the Moslem
World, scritto all’inizio del XX secolo dal missionario pioniere, nonché dotto conoscitore del mondo islamico, Samuel Zwemer17. Questo
libro contiene molte acute delucidazioni, validi ancora oggi, che ci
aiutano a comprendere l’importanza di raggiungere con il Vangelo le
madri di famiglia. La madre custodisce nel cuore e nella mente le
redini del destino della generazione successiva.
Rituali e comportamenti religiosi
Da non musulmani quali siamo, cerchiamo in ogni modo di raggiungere con l’amore di Gesù i cuori dei nostri vicini musulmani.
Dobbiamo però esaminare alcune strategie per entrare nel loro mondo.
Di certo si può dire che l’appartenenza ad una determinata comunità
di musulmani di seconda generazione, che vivono in una nazione occidentale, è dettata dalla propria origine etnica, cioè, dalla nascita.
Quindi, non esistono riti di passaggio. Detto questo, rimangono
comunque alcuni riti che servono per mantenere la propria posizione
di membro della società. Sarà utile, quindi, cercare di comprendere
come il musulmano si integra nel proprio gruppo. Vedrete con maggiore chiarezza i passi da intraprendere per avvicinarsi a tale gruppo.
Alcuni importanti rituali per poter divenire parte di una comunità di
musulmani qui in Occidente, includono quanto segue:
. Osservare il digiuno durante il mese del Ramadan al raggiungimento dell’età puberale.
. Astenersi dal mangiare carne di maiale. Questa non è una
cosa da poco per chi frequenta una scuola superiore in
occidente. Man mano che acquistano più voce in capitolo
nella comunità locale, i musulmani coalizzano al fine di
ottenere concessioni che soddisfino queste restrizioni
alimentari.
84
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
. La circoncisione per i maschi.
. Per molti, è importante la partecipazione a varie pratiche
magiche (ad esempio, andare da un mago con la madre se
c’è una malattia persistente in famiglia).
. Osservare i vari regolamenti sociali (ad esempio, mostrare ospitalità servendo tè o caffè agli ospiti).
. il pellegrinaggio alla Mecca.
Il credente in Cristo deve esaminare il ruolo di riti, rituali e pratiche
religiose tipiche della sua gente. Il pellegrinaggio alla Mecca è considerato la via per stabilire un proprio ruolo nell’islam e nella comunità locale. Coloro che compiono questo pellegrinaggio, acquisiscono
notorietà, un titolo onorifico (Hajj) e possono indossare vesti particolari durante le feste. Però, se parlano troppo a proposito del loro pellegrinaggio, gli altri musulmani potrebbero disprezzarli. Non è un
caso che vi sia un proverbio arabo che afferma: “Possa Dio salvarci da
tre cose: i disastri, la tribolazione e i pellegrini.”
Notate come la prima e l’ultima voce nell’elenco di cui sopra costituiscono due fra i cinque Pilastri dell’islam. Si tratta di rituali che un
musulmano praticante deve adempiere. Una comprensione biblica,
sia del digiuno sia dell’ospitalità, potrà aiutarci ad essere accettati
dalla famiglia del nostro amico.
Vi ricordate la contesa riguardante la cura delle vedove in Atti 6?
Pietro, Giovanni e gli altri discepoli presero coraggiosamente posizione per Cristo. Le vedove erano tagliate fuori dalla propria comunità a
causa della persecuzione. Cosa succederà se il tuo amico decide di
seguire Cristo? Rendiamoci conto che, a causa della sua origine familiare e culturale (nonché religiosa) il tuo amico musulmano, quando
si avvicinerà a Cristo, sarà spesso perseguitato. Quindi, devi pregare
che questo fratello o sorella possa essere aiutato a seguire Gesù senza
tagliare i legami con l’ambito familiare e a rimanere in contatto con
la propria cerchia di amici18.
85
L’ISLAM INTORNO A TE
Una volta, mia moglie ed io ci trovavamo in visita in California. Lì,
nell’aeroporto internazionale di Los Angeles, sentivamo ripetere
continuamente un messaggio del personale dell’aeroporto: “Non
lasciare il bagaglio incustodito”. Allo stesso modo, stiamo attenti a
non lasciare ‘incustodito’ il vostro amico musulmano. Dovete
seguirlo. Sicuramente la sua nuova fede sarà messa in discussione
ed è qui che avrà più che mai bisogno della vostra amicizia e delle
vostre preghiere.
Il cognato di Said costituisce un buon esempio di una persona proveniente da un altro ambiente che viene accettata all’interno di un
gruppo familiare. È un arabo tunisino, sposato con la sorella di Said
(una donna kabyle). Ciononostante, è lui il padrone di casa più
ricercato in occasione di grandi riunioni di famiglia, dato che dispone di un’ampia casa in un modesto quartiere alla periferia della
città. Anche se il cognato di Said è un funzionario ministeriale in
pensione, (ex dipendente del governo francese), ciò non sembra
costituire un problema per il parentado. Lo zio di Said combatté
durante la Seconda guerra mondiale nell’esercito coloniale algerino
(esercito francese a quei tempi), esperienza di cui parlava con gran
vanto. Il servizio militare funge da elemento di unione tra i nord
africani ed i francesi con i quali convivono. L’obbligo di adempiere
il servizio militare in due nazioni, (quella dei propri genitori e quella della cittadinanza acquisita), può risultare sconvolgente per molti
di loro. Argomenti del genere possono offrire dei punti in comune
dai quali può nascere un interesse reciproco tra te ed i musulmani
che hai intorno.
Attività di gruppo dei musulmani
nelle società occidentali
I giovani musulmani, di solito, sono più o meno integrati nella
società occidentale in cui vivono. Di conseguenza, fra loro troveremo meno attività di gruppo (tra di loro) a differenza di quanto avver-
86
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
rebbe nei loro paesi d’origine. Naturalmente, nei paesi occidentali
ciò può variare, anche in base alla razza e la nazione d’appartenenza. Ad esempio, ho notato che alcuni berberi sembrano, nel loro
modo di pensare, molto più francesi rispetto ad altri arabi nordafricani cresciuti anch’essi in Occidente.
Le famiglie musulmane si radunano principalmente in occasione di
eventi speciali (matrimoni, nascite, funerali, ecc.). Queste grandi
rimpatriate hanno luogo anche in occasione di certe festività come:
. I festeggiamenti e lo scambio di visite dopo il tramonto
durante il mese di Ramadan
. La festa delle pecore (al-’iid al-kabiir), quando i genitori acquisteranno una pecora per il sacrificio.
. Il ritorno o la partenza per il pellegrinaggio alla Mecca.
Come succede per altre tradizioni islamiche, l’osservanza rigorosa
di queste festività sta scemando, soprattutto fra gli uomini che lavorano. Non è facile osservare questo digiuno al di fuori dalla società
islamica. Il lavoro deve andare avanti ed il padrone non incoraggerà
di certo l’osservanza di feste e dei rituali religiosi islamici del proprio operaio. Le difficoltà aumentano quando, per via del calendario
lunare islamico, il mese del digiuno del Ramadan cade nel periodo
più caldo dell’anno.
Devi chiedere allo Spirito Santo di darti discernimento, affinché tu
possa vedere che cosa c’è dietro alle pratiche religiose dei tuoi amici
musulmani e delle loro famiglie.
A prima vista, alcuni individui sembrano mossi da una dedizione
zelante all’islam. Ma può succedere che, in realtà, siano stati spinti
dall’islam popolare, piuttosto che da quello puro (ortodosso). La
motivazione dietro l’osservanza della Festa delle pecore può essere, in alcuni casi, l’autogratificazione, l’acquisizione di meriti per se
stessi e, in una certa misura, il desiderio di sentirsi apprezzati.
87
L’ISLAM INTORNO A TE
Alcuni regalano porzioni di
pecora ai poveri, e a volte
anche agli amici non
musulmani, per guadagnarsi dei meriti o una
buona reputazione ai loro
occhi.
Il motivo per cui si osserva
il Ramadan potrebbe essere
l’aspirazione ad una migliore posizione sociale (vero
anche in parte per la Festa
delle pecore). Lo stesso
potrebbe dirsi nel caso dell’astinenza da carne di
maiale o alcool. La proibizione di bere alcool è meno
osservata dai giovani maschi.
Tematiche di questo genere
vengono affrontate, da vari
autori cristiani come Phil
Parshall e Bill Musk., nei
loro scritti validissimi.
La comunità familiare rappresenta un fattore chiave di
collegamento del nostro
amico musulmano al suo
ambiente culturale. A questo
punto, dobbiamo chiederci:
in che modo possiamo
riuscire ad entrare nel suo
mondo?
88
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
Inserirsi con efficacia nel mondo del
musulmano
Qual è la chiave per trovare una vera accettazione e una soddisfazione
duratura? Sono cose che tutti noi desideriamo ardentemente ed è lo
stesso anche per i musulmani. L’accettazione è legata all’ingresso dell’individuo nel Corpo di Cristo. La comunione fraterna riempirà quel
gran vuoto e soddisferà il desiderio profondo di essere accettato. Paolo
termina molte delle sue epistole con un elenco degli amici cristiani per
i quali sta pregando (si veda, per esempio Colossesi 4 e Romani 16).
L’amicizia è la chiave per introdursi in un dato ambiente. Sviluppare
un’amicizia è un compito che richiede tempo, ma non si tratta di
un’impresa impossibile. Chiedi a Dio di darti una persona sulla quale
investire amore e cura. Spesso, uno dei nostri più grandi difetti è quello di tracurare le persone. Grazie a Dio, il nostro Signore non si comporta allo stesso modo con noi. Egli ci chiama ad essere come Lui.
Ma possono i credenti nel Signore Gesù Cristo inserirsi con successo
nella cerchia di amici e parenti dell’ amico musulmano? Certamente:
Gesù non era forse il Figlio dell’Uomo? Gesù era un estraneo, proveniente dal Paradiso, eppure s’identificò perfettamente con noi e con le
nostre culture. Come facciamo ad adempiere il mandato di andare e
fare discepoli (Marco 16:15; Matteo 28:18-19)? Dobbiamo diventare
abili a comprendere la cultura del nostro amico musulmano.
Potremmo scoprire che la cultura stessa può esserci d’aiuto.
Dobbiamo diventare dei buoni ascoltatori, persone disposte ad imparare, proprio come facciamo col nostro amico. Cerchiamo di evitare la
trappola di lanciarci a capofitto ad evangelizzare con la nostra tipica
mentalità occidentale. Dio indirizzò il Suo messaggio, prima di tutto,
a genti di cultura tipicamente orientale. Quindi, un atteggiamento di
rispetto costituisce il biglietto d’ingresso a quel tipo di realtà.
Probabilmente noterai, come è capitato a me, che gli estranei sono trattati con gran rispetto quando vengono portati all’interno del gruppo
familiare. È opinione comune che i musulmani siano prevenuti e difficili da conoscere, ma spesso è vero il contrario. Come mai? Ecco che
89
L’ISLAM INTORNO A TE
entrano in gioco le consuetudini arabe nell’area dell’ospitalità.
Specialmente nel suo paese, un arabo è capace perfino di indebitarsi,
pur di ricevere in grande stile un ospite occidentale. Dovremmo fare
altrettanto: ricambiare la loro ospitalità, naturalmente senza fallire
economicamente. Dobbiamo ricordare che, comunque, non diverremmo mai membri a pieno titolo del comunità musulmana a cui appartiene il nostro amico; si tratta di una prerogativa che si acquisisce solo
per nascita. In ogni modo, è possibile avvicinarci molto a loro, se permettiamo all’amore dello Spirito Santo di fluire attraverso di noi.
Lawrence d’Arabia una volta fece la seguente osservazione: gli arabi,
se guidati da un condottiero forte, risultano invincibili. Egli illustrò la
propria affermazione con l’esempio pratico. Coloro che seguirono
Lawrence lo accettarono, nonostante fosse uno straniero. Il suo vivo
interesse per la loro lingua e per il loro stile di vita gli fecero guadagnare enorme favore agli occhi degli arabi. Uno studioso arabo cristiano ama citare quest’esempio per incoraggiare altri a testimoniare
agli arabi con la giusta attitudine. Dio ti può usare per fare la stessa
cosa, ed andare perfino oltre. Gli amici che condurrai al Signore
Cristo diverranno tuoi fratelli e sorelle in Cristo Gesù.
Dobbiamo ricordarci che, nell’islam, la religione non è soltanto una
questione spirituale ma anche socio-politica. Ciò viene illustrato dal
detto musulmano: al-islaam, huuwa diin wa dunyaa (L’islam è sia
religione sia esistenza terrena). Noi stiamo cercando di sviluppare
destrezza nell’usare quegli strumenti che Dio ci ha provveduto. In
questo modo, possiamo aiutare il musulmano a trovare il perdono dei
peccati in Cristo ed integrarsi in una chiesa evangelica locale.
Finora abbiamo preso in esame i materiali utilizzati per edificare la
Chiesa. Noi dobbiamo testimoniare, tenendo sempre presenti le caratteristiche ed il contesto culturale dei nostri amici musulmani. Adesso
ci rimane da esaminare con attenzione il loro mondo religioso. Abbiamo
bisogno d’aiuto per comprendere il mondo dell’occulto che trattiene,
come in una morsa, tanti musulmani, sia giovani che anziani.
90
COMPRENDERE LA CULTURA DEI MUSULMANI
Per la riflessione
Fino a che punto riesco a comprendere la famiglia del mio amico
musulmano? Quali delle considerazioni fatte in questo capitolo si
applicano alla sua situazione? Quali non si applicano?
Per la pratica
Annota in un elenco di preghiera i nomi di tutti i membri della famiglia dell’amico a della tua amica. Chiedi allo Spirito Santo di indicarti delle persone chiavi sulle quali concentrare la tua preghiera.
Cerca di far visita non soltanto al tuo amico, ma anche al resto della
sua famiglia. Concentrati sul guadagnarti la fiducia dei genitori attraverso una vita consacrata e ripiena di Spirito Santo.
Parla con il tuo amico del significato dell’islam. Metti per iscritto le
pratiche che ti sembrano più importanti. Che cosa dicono le Scritture
riguardo a questi aspetti?
Per l’approfondimento
Dopo aver letto Giovanni capitolo 1, considera i rapporti interpersonali di coloro che andarono a Cristo. Come si applicano questi versetti
alla situazione del tuo amico?
Rifletti sugli insegnamenti nell’Antico Testamento riguardanti il primogenito (la scelta di Giuseppe al posto dei suoi fratelli, Giacobbe al
posto di Esaù, ecc.). Cosa ti suggeriscono queste eccezioni per la tua
opera in mezzo ad una famiglia musulmana?
Note:
14Questo
è un termine usato per indicare i figli degli immigranti, cresciuti interamente (o quasi) lontani dalla nazione d’origine dei loro
91
L’ISLAM INTORNO A TE
genitori. Essi tendono ad adottare gli usi della loro nuova nazione,
finendo talvolta per perdere di vista alcuni valori culturali e la lingua
madre dei loro genitori.
15Betty
Mahmmody, Mai senza mia figlia, Sperling & Kufer, 1993
16La
parola Haraam proviene dalla radice araba tripartita H-r-m. La
nostra parola harem proviene dalla stessa radice. Implica un mettere
da parte per Dio, santificare, e può fare riferimento non soltanto alle
donne ma anche ad oggetti.
17Samuel
Zwemer, Childhood in the Moslem World, New York: Revel,
1915. Si tratta di un libro vecchio ma penetrante nella realtà culturale di molti musulmani. La perspicacia dell’autore rende il libro utile
ancora oggi.
18Forse potresti chiederti: “Esistono degli equivalenti biblici per alcu-
ne di queste pratiche familiari?” Se il tuo amico è stato respinto dalla
famiglia o dalla comunità, questi fattori e la riflessione intorno ad essi
diverranno di importanza fondamentale.
92
6
VINCERE LA
GUERRA SPIRITUALE
Molti ricorrono alla magia per trovare
soluzioni ai problemi d’ogni giorno.
...C’è bisogno di una manifestazione
della potenza del Signore Gesù Cristo nella vita di tutti.
Vi ricordate l’incontro di Gesù con la donna samaritana? Nel rivolgersi a questa donna (una peccatrice assai nota) presso il pozzo, Gesù
centrò il suo bisogno più immediato: l’acqua.(Giovanni 4). Per lei,
spegnere la sete era l’esigenza primaria. Gesù si avvicinò in maniera
completamente diversa al bisogno profondo di Nicodemo (Giovanni
3). Il nostro Signore sviluppò, per quell’eminente pensatore giudaico,
un concetto teologico compenetrante. Nicodemo desiderava ardentemente avvicinarsi a Dio. La prima parte di qualsiasi messaggio che
comunichiamo è come la punta di una freccia; se la punta è tagliente
e levigata, penetrerà fino ad incontrare i bisogni più profondi del
nostro amico. Ogni musulmano è assillato dai forti impulsi delle sue
esigenze; ed è lì che va indirizzato il nostro approccio.
Per testimoniare al vicino musulmano c’è bisogno del discernimento
che soltanto lo Spirito Santo di Dio può dare. Come riconoscere il
giusto tipo d’approccio per avvicinare e raggiungere la persona che
Dio ci ha messo davanti? Dobbiamo, sì, comprendere la sua realtà
sociale e culturale, ma il nocciolo della questione è raggiungere il suo
cuore e ciò scatenerà inevitabilmente l’opposizione spirituale di
Satana, il nemico delle nostre anime. Nella battaglia spirituale, è fondamentale che noi conseguiamo la vittoria.
Cos’è che sente e crede veramente il tuo amico? Sappiamo che ogni
individuo è diverso, ma sono convinto che lo schema illustrativo che
troverete qui di seguito (tavola 2) sia attendibile. Voglio farvi notare che
L’ISLAM INTORNO A TE
la prima generazione vive in un mondo dedito alla magia. Molti cercano nella magia la soluzione ai problemi di tutti i giorni (salute, matrimonio felice, lavoro, posizione sociale). Queste preoccupazioni possono
dominare l’ambito spirituale delle loro vite. Per i musulmani di seconda
generazione la situazione potrebbe apparire diversa. Però, resta il fatto
che i genitori sono più o meno coinvolti nella realtà quotidiana dei figli.
Un tale coinvolgimento è più rilevante per un musulmano che per un
occidentale medio. Molti giovani sono stati spinti da piccoli dai genitori a partecipare involontariamente a riti di stregoneria. Alcune di
queste pratiche sataniche potrebbero averli segnati per sempre.
Tavola 2: Bisogni avvertiti e risposta di Dio
C’è bisogno di una manifestazione del potere del Signore Gesù
Cristo nella vita di tutti. Egli ha vinto il mondo di Satana, dei demoni
e della malvagità che lo accompagna. Questo regno diabolico è una
realtà, nonostante i giovani, almeno a parole, tendono a negarlo. Le
parole di Gesù ci parlano chiaramente: «Se dunque il Figlio vi farà
liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8:36).
In un capitolo precedente abbiamo considerato brevemente alcune pratiche musulmane riscontrabili in Francia, ed il loro impatto sulla vita sociale.
Queste pratiche sono tipiche anche tra musulmani trapiantati in altre
nazioni occidentali. L’importanza ed il significato di tali credenze non sono
94
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
facili da sondare, proprio come le vie tortuose del deserto del Sahara. Il cristiano che ha a cuore di testimoniare all’amico musulmano, se non è ben
informato, potrebbe smarrirsi per la via. Ricordiamoci che il nostro obiettivo è ottenere la vittoria nel mondo spirituale in cui vive il nostro amico.
Quali sono le qualità interiori ed esteriori più salienti del nostro amico? I
musulmani che vivono in occidente, come chiunque altro, possiedono
spesso una forma di pietà ma ne negano la potenza. Come ce lo descrive
Paolo in 2 Timoteo 3:2-5. Quali sono le implicazioni spirituali nella vita di
un giovane musulmano? La risposta ci aiuterà a comprendere le credenze della nuova generazione, e potremo discernere il mosaico complesso
alla base dei loro bisogni e motivazioni. In molti casi, la loro fede è fortemente mischiata all’incredulità. Un atteggiamento all’apparenza combattivo, materialistico o politicizzante potrebbe, in realtà, camuffare un fermo
proposito di rivolgersi, in cerca d’aiuto, ad un guaritore o un medium.
Dunque, in che cosa credono veramente i nostri amici musulmani19?
Le credenze sbocciano da un terreno
Le credenze di un individuo sbocciano da un terreno di convinzioni
personali ed interiori, che traggono origine dal mondo spirituale invisibile. I musulmani sono immersi in questa realtà, anche quelli che
vivono nel sofisticato occidente. A molti osservatori esterni, una credenza del genere può sembrare paradossale. Da una parte, adottano
gli schemi della società europea o americana che li circonda, molte
volte con l’ossessione di accumulare ricchezze materiali. Ciò dà l’impressione che non abbiano alcun interesse di tipo spirituale.
Dall’altra parte, abbiamo la maggioranza del popolo musulmano che
crede profondamente al mondo spirituale invisibile. Lasciate che vi
spieghi meglio.
Una giovane algerina ci scrisse, raccontandoci di come Allah l’avesse aiutata a superare l’esame per la patente di guida. Secondo lei, Allah era
intervenuto in modo concreto nella sua vita. Una concezione biblica delle
stesse verità, raggiunta attraverso lo studio personale delle Scritture,
95
L’ISLAM INTORNO A TE
avrebbe lo stesso impatto. Questa mentalità porta a credere al coinvolgimento di Dio in ogni sfera della vita, sia visibile che invisibile. Le distinzioni che gli occidentali solitamente fanno fra sacro e profano non esiste
nella mentalità dei musulmani. Ma come si fonde questa realtà invisibile (spesso pervasa da elementi occulti), con la vita di tutti i giorni?
È vero che i giovani musulmani che vivono in occidente assorbono
inconsciamente gran parte della prevalente concezione secolarizzata
della vita. Ciò è vero a prescindere della loro istruzione formale e le
capacità intellettuali. Per usare le parole di Francis Schaeffer, sono
convinti che anche se Dio è lì, di certo rimane in silenzio di fonte alle
problematiche quotidiane. Il musulmano ha bisogno di risposte
immediate che provengono dal mondo dell’occulto - medium, astrologo o incantesimo che sia20. Come l’apostolo Paolo aveva scoperto
che la raffinata città greca di Atene era “piena di idoli” (Atti 17:16),
allo stesso modo si può dire che seconda generazione segue degli
schemi per ottenere ciò di cui ha bisogno. A questo si deve poi
aggiungere l’influenza di credenze tramandate da genitori, zie, zii ed
altri parenti, e da conoscenti musulmani militanti.
Comprendere i diversi tipi di credenze:
una panoramica
Consideriamo ora alcuni esempi di credenze tipiche dei musulmani.
Potresti scorgere delle somiglianze con ciò che crede il tuo amico. Un
amico cristiano nordafricano afferma al riguardo:
“Grazie al Signore, la mia famiglia non è molto fanatica riguardo all’islam. Mia madre pratica la sua religione, ma ascolta anche il Vangelo, ed
in genere, anche il mio cognato (un uomo più anziano di prima generazione). Ma di tanto in tanto attacca ciò che dice la Bibbia.” Il mio amico
paragona, poi, la sua propria situazione a quella di altri: “Ci sono giovani
perditempo che si aggregano alle bande di strada e non sono né musulmani né cristiani. Però quando parli loro di Gesù (yasuu ‘ al-masiiH in
arabo), si mettono subito a sbandierare il vessillo dell’islam. È evidente
che hanno un islam culturale che non comprendono molto bene.”
96
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
Figura 10: Una varietà di credenze
In che modo i giovani musulmani attingono alle credenze dei genitori? Essi ostentano una fede islamica che, in realtà, è profondamente
alterata da una concezione occultistica. Sovente tentano di manipolare il sovrannaturale a proprio uso e consumo. Vogliono assolutamente controllare, piuttosto che essere controllati da Dio. Un marito si è
ammalato? Sicuramente non ha osservato fedelmente i rituali. La
moglie ha smesso di amare il marito? Probabilmente, la famiglia di lei
ha proferito una maledizione sul loro matrimonio. Una donna non
riesce ad avere figli? L’islam popolare sostiene che deve andare da un
marabout (stregone) per ricevere aiuto dal mondo degli spiriti.
“Ma tutto ciò che cosa c’entra con la teoria islamica della sottomissione
alla volontà di Allah?” è una domanda più che legittima che possiamo
porre all’amico musulmano. Piuttosto che lusingare Dio con la manipolazione per il nostro interesse, dobbiamo «cercare prima il regno di Dio
e la sua giustizia» (Matteo 6:33). Il grido islamico allaahu akbar, “Dio
è il più grande”, è una realtà. Proclamando questo, possiamo andare a
Lui in preghiera e scoprire la Sua volontà per noi. Eppure, per tanti
giovani musulmani, Dio è solamente una figura simbolica e nulla più.
Nella figura 10, vediamo che all’interno di un unico cerchio (che rappresenta la realtà del musulmano) coesistono tre diverse aree, all’apparenza contraddittorie.
97
L’ISLAM INTORNO A TE
I musulmani adottano una filosofia ambivalente: da un lato, vogliono
realizzarsi dal punto di vista sociale e materiale; dall’altro, ci tengono
ad apparire dei veri arabi. Ciò implica quelle usanze familiari che
reputano più opportune, oltre a varie pratiche dell’islam ortodosso.
Per illustrare le varie credenze, vorrei parafrasare un articolo tratto dalla
rivista Urban Mission21. Le citazioni, anche se non letterali, sono comunque rappresentative di conversazioni con alcuni musulmani nord africani.
Domande
Quale ruolo credi che
Dio abbia
nella nostra realtà
odierna?
Risposte
Un operaio: Bhé, vede signore, mi reputo un credente, senza dubbio; è solo che non pratico più la
mia fede. Non è facile osservare il digiuno del
Ramadan qui in un paese straniero, soprattutto
quando cade nel periodo più caldo dell’anno. Il capo
si aspetta che tu lavori come fai tutto l’anno.
Uno studente universitario: Mi sentii molto orgoglioso quando potei iniziare finalmente a digiunare
come il resto della mia famiglia. Certo, non conosco
Che cosa significa per te
l’arabo, e quindi non leggo il Corano. Vi sono molte
l’islam?
cose che non conosco riguardo alla mia religione. Ma
mi ritengo comunque un musulmano. Non sono forse
un [la persona cita la sua nazione d’origine?
Una giovane moglie e madre: Buon per lui. Ci sono
molte cose che apprezzo della sua fede. Ma per me è
Che cosa ne pensi della
diverso, io non potrei mai fare questo passo. Nella mia
decisione di tuo
cultura, le donne sono chiamate a portare avanti le tramarito di accettare
dizioni musulmane, anche quando il marito non crede
Gesù Cristo come suo
in Allah! Pensate all’ostracismo sociale di cui sarei
Salvatore e Signore?
oggetto se lasciassi l’islam. E poi, ho paura. Mio nonno
è coinvolto in pratiche occulte e ha un gran potere.
Cosa mi accadrebbe se abbandonassi l’ovile dell’islam?
Tavola 3: Variazioni nelle credenze
La figura 11 (che troverete qui di seguito) descrive le credenze della
variegata popolazione nordafricana in Francia. Molti musulmani trapiantati in altre nazioni occidentali seguono questo modello. A sinistra
vi sono coloro che sono politicamente attivi. La loro fede, se ce l’hanno,
98
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
Un insegnante in pensione e musulmano colto:
Mi piace in particolar modo la prima parte [l’Antico
Cosa ne pensi di ciò che Testamento]. Ma ho difficoltà a capire come voi crihai letto nella Bibbia stiani possiate affermare che qualcun altro ha potudurante gli ultimi mesi? to pagare per i nostri peccati. Io leggo il Corano e
prego. Dopo tutto, le nostre due religioni sono uguali negli elementi essenziali
Hai avuto modo di
ascoltare le cassette
bibliche che ti ho
lasciato?
Una moglie algerina in ospedale: Oh sì, mi sono
piaciute tantissimo. Le ho ascoltate tutte. Sono parole molto buone. Potresti venire a trovarmi più spesso?
è una forma di deismo. A destra vi sono coloro che hanno una motivazione religiosa, come la “Fratellanza musulmana” (al-ikhwaan al-musliminiin). Entrambi questi estremi rappresentano individui attivi nel
mondo universitario. Le idee dei gruppi musulmani militanti esercitano un’influenza crescente sugli immigrati che vivono in Francia.
Un avvertimento
Una considerazione troppo superficiale delle varie credenze religiose
dell’amico musulmano potrebbe facilmente trarci in inganno; potremmo essere tentati di giudicare dalle prime impressioni. Per esempio, nel
parlare con un giovane algerino all’angolo di una strada, possiamo sentire gli echi di un islam ortodosso o islam coranico. Questo tipo d’islam
la trovate a destra della figura 11. Il musulmano può esaltare una qualsiasi fra le varie pratiche dell’islam ortodosso descritte dai mass media.
Figura 11: Una rappresentazione schematica delle credenze
99
L’ISLAM INTORNO A TE
Questo ci aiuterà rivedere brevemente alcune sfaccettature dell’islam
ortodosso. Potremmo dire che questi aspetti costituiscono la facciata
pubblica dell’Islam. Riassumendo, le pratiche più comuni fra i
musulmani trapiantati in occidente sono le seguenti:
. Osservanza del Ramadan
. Frequentazione di una moschea
. Osservanza di una o più regole alimentari dettate dal
Corano (ad esempio l’astinenza dalla carne di maiale o
dall’alcool).
. Proponimento di recarsi alla Mecca in pellegrinaggio
Altre pratiche comuni fra i musulmani in Occidente sono:
. L’apprendimento della lingua araba, principalmente al
fine di facilitare la lettura del Corano.
. L’osservanza di un codice morale rigoroso relativo alle
donne ed al matrimonio, soprattutto quando paragonato
alla dissolutezza morale che vige in occidente.
. L’osservanza di una qualunque tra le varie consuetudini
familiari, sia sociali sia religiose.
Permettetemi di illustrare ciò che intendo dire. Un cristiano occidentale desidera comunicare la fede in Cristo all’amico musulmano. Egli nota
che, anno dopo anno, l’amico osserva rigorosamente il Ramadan; dal
sorgere del sole fino al tramonto non viene toccato né cibo né bevanda.
Ma indagando sulle motivazioni profonde dell’amico, il cristiano potrebbe rimanere sorpreso. È possibile che il musulmano consideri il
Ramadan come qualcosa da offrire a Dio, in cambio del Suo aiuto contro il male o una malattia. Per saperne di più riguardo a quest’argomento, consiglio la lettura degli scritti di Bill Musk sull’islam popolare22.
Fate attenzione a non credere solo all’immagine dell’islam ortodosso
(islam formale) propugnata dai mass media, col rischio di sorvolare
sui principi sottostanti sulle quali poggia l’islam popolare. Quali sono
100
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
le credenze dei tuoi amici, e quali sono i presupposti che ne formano
la base? Cercheremo ora di esaminare alcuni di questi aspetti.
Quelli che abitano in case di vetro
“Le persone che vivono in case di vetro non dovrebbero mai lanciare pietre”. Alla base di gran parte delle credenze dei musulmani c’è la religione tradizionale, chiamata, in termini tecnici, animismo. L’animismo
crede che l’energia (la cosiddetta “forza o energia vitale”) sia dappertutto. Basta che la persona invochi questa forza per poterla usare. Ciò
rappresenta la contraffazione diabolica della grande sorgente di forza del
cristiano: «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di
voi» (Atti 1:8). La fonte di questa potenza di risurrezione è una persona:
lo Spirito Santo. Ce lo rivela il libro degli Atti, che costituisce, fra l’altro,
un ottimo spunto da usare quanto si testimonia ai seguaci dell’islam.
La mentalità animista pervade il mondo musulmano, dove la potenza di
Cristo che salva (Romani 1:13-18) è pressoché sconosciuta ai più.
Malgrado ciò, niente e nessuno può trattenere la potenza salvifica di Dio.
Una riflessione sulla nostra storia europea ci ricorderà che non abbiamo alcun motivo per vantarci nei confronti dei musulmani. La nostra
cultura occidentale non se l’è certo cavata meglio della loro di fronte
alle potenze delle tenebre. Le credenze popolari che si rifanno al
mondo spirituale sono parte integrante del nostro passato e presente.
Possiamo prendere ad esempio la storia della Francia e dei suoi popoli; durante l’era celtica e in quelle successive si ricorreva molto all’invocazione di forze spirituali. Lo stesso dicasi per la storia
dell’Inghilterra, della Germania e di tutte quelle nazioni della cosiddetta Europa “illuminata”. Le esperienze medianiche, oggi, stanno
fiorendo a più non posso in Europa e in Nord America, tanto che
alcuni vedono questo fenomeno come un risveglio al contrario22.
La seconda generazione d’immigrati nord africani è influenzata tanto
dalle pratiche occulte occidentali quanto da quelle della cultura d’origine. Nel settembre del 1986, la missione M.E.N.A. istituì la sua
101
L’ISLAM INTORNO A TE
prima squadra a Lione, la seconda città della Francia per grandezza,
con l’obbiettivo di svolgere un’opera evangelistica in mezzo alla vasta
comunità musulmana che vi risiedeva. Una volta, io e mio figlio John
andammo a visitare un monastero nei pressi di Grenoble, nelle alpi
francesi. Un sacerdote cattolico romano che viveva lì, ci raccontò delle
usanze pagane ancora in voga tra gli abitanti delle remote zone montuose che circondano Lione. Sembra che il Cristianesimo non abbia
avuto impatto su di loro. Lione è considerata il centro dell’occultismo
in Francia. Ciò è significativo, se si pensa che proprio lì sorsero i
primi centri del cristianesimo, col suo triste contributo di martiri. In
molti paesi occidentali, le antiche pratiche occulte stanno tornando a
galla. Per questo, spesso i giovani musulmani finiscono col fondere le
pratiche islamiche con quelle della cultura del paese ospitante.
I genitori dei musulmani di seconda generazione furono sradicati dal
Nord Africa e da altre nazioni islamiche e trapiantati nelle nazioni che
attualmente li ospitano. Allo stesso tempo, furono sradicati anche dalle
potenze e dall’influenza delle forze occulte che dominano i loro territori d’origine. Quindi, nel momento del bisogno, sentono l’esigenza di
ritornarvi per procurarsi qualche incantesimo (formule magiche, pozioni, ecc.). Nel vedere quanto sono corrotte le radici dell’occultismo, possiamo ringraziare Dio perché attraverso i cambiamenti drammatici a cui
i musulmani oggi devono assoggettarsi, Egli sta dando loro un rinnovato senso di bisogno. Il distacco dalla terra e dalla cultura di origine sta
rendendo molti musulmani di seconda generazione più aperti al Vangelo
«dell’Iddio immutabile» (Malachia 3:6). Egli è il Dio della potenza, che
ha creato i mondi ed aperto il Mar Rosso. Dovremmo comunque tener
presente che i musulmani sono ricettivi anche alle forze spirituali che
pervadono i paesi in cui si trasferiscono; per questo continuano a rivolgersi all’occulto e alle forze demoniache anche fuori dal proprio paese.
La mancata presa di coscienza della realtà dell’occultismo islamico e l’incapacità di fronteggiarla, costituiscono una delle debolezze più evidenti fra
i cristiani occidentali che hanno in cuore di evangelizzare i musulmani.
Desidero, perciò, fornirvi alcuni principi che vi saranno d’aiuto per sperimetnare la vittoria di Cristo nella battaglia contre le forze occulte nell’islam.
102
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
Tavola 4: La vittoria di Cristo sul mondo dell’occulto
L’islam occultistico si basa sull’inganno
La Bibbia, parlando del Diavolo, lo chiama il «padre della menzogna».
Satana mente riguardo alla sua natura, cercando di apparire come un
angelo di luce (Isaia 14:3-17; Ezechiele 28:1-19). Quale fu la prima reazione di Adamo ed Eva quando disobbedirono a Dio? È importante considerare questo fatto, giacchè furono loro i primi peccatori. La reazione
dei nostri progenitori fu che tentarono di coprire il loro peccato. La
parola occulto significa nascosto o celato. Un nascondersi spirituale!
L’islam cerca di tenere nascosta la sua vera natura. Con l’amico
musulmano, potremmo tentare l’approccio formale dell’islam ortodosso. A lui potrebbe far piacere essere apprezzato per la sua devozione all’islam. Spesso, però, si tratta solo di una religiosità di facciata. Se ci lasciamo ingannare dalle apparenze, non saremo mai capaci
di affrontare i bisogni reali del nostro amico. Dobbiamo cercare di
ministrare al suo spirito, con l’aiuto dello Spirito che viene dall’alto,
lo Spirito Santo. Lo Spirito di Dio è così diverso dallo spirito che proviene dal basso. Non è indicativo il fatto che la terza persona della
103
L’ISLAM INTORNO A TE
Trinità sia chiamata, appunto, Spirito Santo? Quant’è diverso da
quella strada contorta che molti giovani, purtroppo, imboccano senza
rendersene conto. L’obiettivo di Satana è di renderli impuri.
Figura 12: L’iceberg
L’illustrazione che preferisco usare per descrivere questa realtà sommersa è quella dell’iceberg. La parte visibile dell’iceberg si potrebbe
paragonare all’islam ortodosso, formale, esteriore. Ci può apparire
molto bello; eppure ciò che vediamo non rappresenta la realtà effettiva. La maggior parte dell’iceberg rimane nascosta sotto la superficie.
Similmente, l’islam popolare costituisce la forza operante alla base di
credenze e pratiche religiose di molti musulmani che incontriamo.
Ciò vale sia per le persone più anziane sia per le più giovani, sia colti
che analfabeti.
Non dobbiamo farci ingannare, ignorando la realtà della potenza satanica nella vita dei nostri amici. Essi devono riuscire a comprendere la
verità della Parola di Dio riguardo al mondo dell’occulto. Potremmo
iniziare con la storia della tentazione di Adamo ed Eva, e poi delle tentazioni di Cristo. I messaggi del Nuovo e dell’Antico Testamento si
combineranno, mettendo l’amico di fronte alla verità riguardo al diavolo. Sarà di grande aiuto illustrare la realtà della vittoria attraverso la
morte e resurrezione del Cristo.
104
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
La famiglia di Dio
porta a nuovi rapporti interpersonali
Il mondo che circonda i musulmani può essere d’ostacolo al nostro
compito di evangelizzarli. La struttura sociale che li appoggia non fa trapelare quel lato oscuro, occulto, delle loro credenze. Entrando a far
parte della famiglia di Dio, l’amico musulmano avvertirà ben presto gli
effetti del sostegno dei nuovi fratelli e sorelle cristiani: le loro preghiere
lo proteggono dagli assalti del nemico. Il musulmano che decide di svincolarsi una volta per tutte dai legami occulti ha maggiormente bisogno
delle nostre preghiere.
L’apostolo Giovanni parlò delle relazioni fra credenti in Cristo usando termini che si riferiscono alla famiglia. Egli si rivolge ai destinatari della sua prima lettera chiamandoli figlioli miei (1 Giovanni 2:1, 18)
e parla di Dio come “il Padre” della famiglia (3:1; 5:1). I rapporti
all’interno di un’unità familiare estesa o di qualsiasi altro gruppo,
sono chiamate “relazioni di rete”. Nella nostra famiglia spirituale,
questa rete diviene un mezzo che ci aiuta a rimanere focalizzati su
Cristo. Ne abbiamo bisogno per contrastare gli attacchi spirituali che
mirano a distruggere la relazione che il nuovo credente instaura col
Signore Gesù. Nell’ambiente sociale dei musulmani, la rete familiare
costituisce un ottimo canale per diffondere il Vangelo da un membro
all’altro. Allo stesso modo, però, c’è il rischio che l’opposizione si
intensifichi e si diffonda attraverso quello stesso canale. Molte volte,
dopo una conversione, succede che i familiari, si muovono compatti
contro il nuovo convertito. Per rendere le cose ancora più difficili, si
ricorre a pratiche occulte (sortilegi, feticci, pozioni, ecc.). Anche le
pressioni sociali contribuiscono a scoraggiare il nuovo convertito dal
resistere a questi attacchi. Dobbiamo studiare il modo in cui Dio può
servirsi della rete familiare, giacché la nostra testimonianza, in qualche modo, subisce gli effetti di questa realtà.
Kinza è una sorella in Cristo marocchina che ha dovuto subire l’allontanamento dal suo ambiente familiare. Nel decidere per Cristo, si è
resa conto che, inevitabilmente, avrebbe dovuto rompere con le prati-
105
L’ISLAM INTORNO A TE
che occulte che costituivano una parte integrante della sua vita familiare. La struttura compatta della sua famiglia si sarebbe coalizzata contro di lei. I familiari avrebbero cercato di rimuovere la sua influenza,
come faremmo noi con un corpo estraneo che ci entra nell’occhio.
Figura 13: Rete di relazioni interpersonali
Kinza valutò tutto questo nel momento di prendere la decisione per
Cristo. Quando iniziò a seguire il Signore, vari credenti divennero suoi
amici, e questi amici rappresentavano una nuova famiglia per lei. Fra
questi, vi era una coppia di anziani che conosceva bene la sua nazione
e che aveva esperienza di lotta spirituale contro Satana. Un giorno, sul
balcone di Kinza furono bruciati dei libri d’occultismo (questo ci
riporta alla mente Atti 19). E in seguito, la potenza di Dio ebbe il
sopravvento totale. La chiesa costituisce l’umma o comunità di persone appartenenti a Dio. La chiesa che Kinza frequentava divenne per
lei un luogo d’adorazione e anche un rifugio protetto. L’influenza spirituale del popolo di Dio tenne a bada le forze del maligno.
Spesso, i credenti occidentali non si rendono conto di quanto siano fragili ed esposti agli attacchi del maligno i nuovi credenti che provengono dall’islam. La protezione da parte della comunità d’origine e il senso
di sicurezza che ne derivava lentamente va sgocciolando via, come
acqua preziosa che si riversa, disperdendosi, su di un suolo arido. È
106
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
preparata la chiesa locale a mobilitarsi e stringersi attorno al nuovo credente con amore e compassione? È disposta a prendersene cura, in
tutte le aree, e divenire per lui una seconda famiglia? L’esperienza ci
insegna che una tale dimostrazione di solidarietà pratica può sorprendere la famiglia e gli amici del nuovo credente. Tutto ad un tratto, essi
divengono consapevoli di una nuova potenza: l’amore agape.
Il messaggio pratico diffuso per mezzo della rete di rapporti interpersonali è che i seguaci di Gesù Cristo, nel loro insieme, divengono una vera
umma, una comunità dinamica e potente. Si viene così a creare una
nuova protezione, un’atmosfera che infonde nuova vita al convertito. In
un simile contesto, il neo convertito non sentirà più l’esigenza di ricorrere ai consueti espedienti e pratiche occulte. Impareremo qualcosa in
più su questo bisogno vitale quando parleremo della chiesa locale.
In Cristo il nuovo credente ha la vittoria su Satana
I credenti in Cristo provenienti da un ambiente musulmano potrebbero sentirsi spiritualmente zoppi. Questo è dovuto all’attacco incessante sferrato dal nemico per contrastare l’opera vitale di Cristo fra i
musulmani. Colossesi 2:13-15 (ed il relativo contesto) impartiscono
un insegnamento potente ed appropriato: è scritto che Cristo ha
«spogliato i principati e le potenze». Le versioni francesi ed arabe
usano una parola che potremmo tradurre con “spellato” o “scuoiato”.
Mi piace sottolineare che un animale scuoiato non si trova nelle condizioni più adatte per contrattaccare. Agli amici amo citare l’esempio
di quei tappetini di pelle di pecora, tipiche del Nord Africa, sui quali
ci piace molto camminare. L’apostolo Paolo spesso dà risalto a questo
messaggio di vittoria sulle forze demoniache. Troverete simili insegnamenti sia in Colossesi sia nell’epistola complementare agli
Efesini. Studiatele entrambe, così da far vostra la vittoria che avete in
Cristo e per trasmettere questi insegnamenti al vostro amico/ amica.
Le due epistole in questione erano indirizzate a due chiese locali di due
città dell’Asia Minore. Il fatto che fossero destinate a delle chiese, ci
ricorda i nuovi rapporti interpersonali che Dio provvede per mezzo della
107
L’ISLAM INTORNO A TE
chiesa locale. La tua chiesa dovrebbe costituire il trampolino di lancio
per raggiungere gli amici musulmani. La chiesa ti aiuterà ad innalzare
lo scudo della fede quando verranno gli attacchi del nemico. Man mano
che i convertiti dall’islam divengono parte integrante della comunità
locale, sperimenteranno una vittoria reale sulle forze dell’occulto.
Potranno dire, assieme all’apostolo Paolo: «Ma grazie siano rese a Dio
che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande
dappertutto il profumo della sua conoscenza» (2 Corinzi 2:14). Il giovane credente, alla fine, avrà un impatto su familiari e conoscenti. Lo
Spirito di Dio attirerà altri, quando vedranno nel loro congiunto la
potenza vincente sul mondo tenebroso dell’occulto. Desidereranno
ardentemente la stessa potenza di Dio che possediamo noi in Cristo.
Per essere vittoriosi ci vuole
una presa di posizione contro l’occultismo
Alcuni esempi presentati in questo capitolo ed in altre parti del manuale
vi aiuteranno a comprendere in che modo il messaggio del Vangelo può
penetrare il mondo invisibile. Non c’è musulmano di seconda generazione (tra quelli che ho conosciuto) che non abbia avuto a che fare con l’occulto. Dobbiamo permettere allo Spirito Santo di guidarci in questo combattimento spirituale. Allora Dio porterà il nostro amico musulmano a
conoscenza del vittorioso Figlio di Dio. Mai cessare di prendere posizione contro le forze delle tenebre. Scopriremo che ciò è possibile con la vera
potenza che scaturisce dal Cristo risorto (Atti 1:8 e Filippesi 3:10).
Dobbiamo pregare gli uni per gli altri affinché «possiamo conoscere
Cristo e la potenza della sua resurrezione». In 1 Corinzi 15:58, l’apostolo Paolo ci esorta a «stare saldi e incrollabili». Non a caso tale affermazione segue l’esposizione più completa delle verità sulla resurrezione di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento. Su questa base, possiamo incoraggiare i nostri amici musulmani a ricevere Cristo quale loro
Vincitore. Così anche loro potranno sperimentare la vittoria.
Nell’usare questo strumento di vittoria nel combattimento spirituale,
Dio ci aiuta a discernere i bisogni spirituali dell’amico, così come il
costruttore, che deve saper scegliere con cura i materiali più idonei.
108
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
Per la riflessione
1. Fino a che punto conosco l’ambiente di provenienza del mio
amico? Ho interagito con lui solo al livello superficiale dell’islam
ortodosso? Mi sto avvicinando abbastanza a lui da scoprire il substrato occulto dell’Islam popolare, che lega e controlla l’individuo?
2. Quali sono le pratiche (specifiche) che tengono legati i giovani
musulmani? Nella realtà, usano consultare, il marabout, il medium o lo
stregone? Nei momenti di crisi, recitano formule magiche per ottenere
aiuto? Ricordati che ci vorrà del tempo per instaurare con l’amico un
rapporto di fiducia, prima che questi aspetti occulti vengano alla luce.
3. Quanto bene conosco il nostro Libro, ispirato dallo Spirito Santo? È
questo che ci dà la vera vittoria su spiriti maligni e bugiardi. Tu fai parte
del Popolo del Libro. Analizza quegli episodi nei Vangeli dove Gesù scacciava demoni, e anche quelli dove si menziona l’uso di libri di incantesimi e formule magiche fra coloro a cui l’apostolo Paolo annunciò il
Vangelo (Atti 19:13-20). A prescindere da quelli forniti in questo manuale, lo strumento indispensabile per eccellenza rimane la Parola di Dio,
usata sotto la guida dello Spirito Santo. Dio ci mette in grado, attraverso
le Scritture, di discernere le potenze maligne schierate contro di noi. È
nella potenza dello Spirito che contrattacchiamo queste forze malvagie.
4. Conosco davvero, per esperienza, la potenza dello Spirito Santo nella
mia vita quotidiana? Gli Atti degli apostoli è un libro sulla storia della
chiesa, ma anche un libro che parla di missione, documentando la
potenza dello Spirito Santo all’opera nella vita quotidiana della gente.
La strada per ricevere questa potenza passa attraverso l’obbedienza ai
comandamenti del nostro Signore. Negli Atti troviamo episodi di lotta
fra potenze durante il ministero missionario degli apostoli. La vittoria
sul demone che aveva posseduto una serva (Atti 16:16-18) costituisce
uno dei tanti esempi di queste lotte.
5. Quanto conta il mondo sovrannaturale per il tuo amico? I miracoli di
Gesù, che dimostrano la Sua potenza e la sua natura, possono, in qualche
modo, costituire un ponte per la proclamazione del Vangelo? Man mano
109
L’ISLAM INTORNO A TE
che ti addentri in questa realtà invisibile, ricordati di rimanere sempre focalizzato sul Signore Gesù e non su qualche attività occulta o problema personale corrente dell’amico/amico. Dopo aver dato uno sguardo d’insieme
alla situzione, torna a focalizzarti su Cristo (Ebrei 12:1-2 e 1 Corinzi 15).
6. Quali pratiche, nello specifico, sembrano esercitare un profondo
influsso, o addiruttura controllare, la vita dell’amico musulmano?
Scorgi qualche evidenza della realtà occulta man mano che parli con
lui? A margine di ciascun elemento di cui prenderai nota, aggiungi
quei principi biblici che potrebbero fare al caso suo, per aiutarlo a
percepire la verità di Dio .
Sono sempre più convinto che la chiave per relazionarci coi musulmani sia la paura, un aspetto comune ad entrambi le nostre culture.
Come tutti, essi temono le potenze spirituali sconosciute, le maledizioni e gli incantesimi pronunciati contro di loro. L’Antico
Testamento parla spesso di questo temuto mondo invisibile. Parlando
apertamente di queste paure, getteremo un ponte tra noi e loro.
Possiamo condividere come Cristo abbia vinto le vecchie paure che ci
attanagliavano. Elia si scontrò coi profeti di Baal per mezzo della
potenza di Dio (1 Re 18:16-40). Quei falsi profeti usavano regolarmente strumenti occulti per manipolare le situazioni. Il Signore può
sopraffare Satana nelle nostre vite proprio come fece ai tempi di Elia.
Per la pratica
Un cristiano vuol raggiungere col Vangelo un vicino musulmano e
chiede l’aiuto spirituale degli amici credenti. Perseverando uniti nella
preghiera, possono mettere in atto la seguente strategia:
1. Prepararsi per lo scontro con le potenze della malvagità. Cristo in noi
costituisce speranza di vittoria. Si potrebbe digiunare e pregare, per scoprire qual è il momento stabilito da Dio per muovere guerra alle potenze che controllano gli individui che Dio pone sulla vostra strada. Mark
Bubeck ci fornisce linee guida eccellenti nel suo libro The Adversary.
110
VINCERE LA GUERRA SPIRITUALE
Un altro libro che consigliamo di leggere è The Bondage Breaker di
Neil T. Anderson23. Dobbiamo essere pronti ad entrare in battaglia.
La liberazione può aver luogo all’istante, oppure dopo un lungo
periodo di preghiera ed insegnamento. Una donna nordafricana sperimentò la liberazione in Cristo dall’oppressione satanica solo dopo
un lungo periodo di preghiera e meditazione biblica.
2. Fai una ricerca, presso la tua chiesa locale o in altre della zona, di materiale di studi ed insegnamenti biblici equilibrati riguardo al mondo spirituale. Sarebbe utile integrarli con studi biblici a carattere formale, sulla
lotta tra la potenza divina e quella demoniaca. A livello informale, si potrebbe discutere il mondo dell’occulto. Così facendo, si crea un’atmosfera d’apertura al percorso verso la vittoria come indicata dalla Parola di Dio.
3. Ascolta le testimonianze e le considerazioni di credenti provenienti
dal mondo musulmano; quasi tutti sono cresciuti in questo contesto di
occultismo. Alcuni ci vivono ancora, nel senso che genitori e familiari vi
sono ancora immersi. L’input e le riflessioni fornite dagli ex-musulmani ravviveranno sia le nostre preghiere sia i nostri studi biblici al riguardo. Incoraggiali a leggere ed a scrivere materiale adatto alla loro gente.
4. Tieni al corrente il gruppo di persone che ti sostengono in preghiera.
Chi è disposto ad unirsi in preghiera con te mentre parli di Cristo ad un
musulmano? Il Nord Africa iniziò ad aprirsi spiritualmente intorno agli
anni sessanta, in seguito a ben ottant’anni di intensa ed incessante preghiera. Molti sono convinti che è solo una tale preparazione in preghiera che può spiegare quello che Dio sta facendo da venti, trent’anni a
questa parte. Il leader di un gruppo cristiano che opera fra musulmani
in Francia ha detto a tal proposito: «La nostra prima ed unica strategia
efficace è la preghiera». Lo stesso principio vale per la città in cui vivi.
Ricordati che Paolo termina il suo capitolo riguardante l’armatura spirituale con cinque riferimenti alla preghiera (Efesini 6:18-20).
5. Se conosci l’inglese, leggi e condividi con gli altri alcuni libri che parlano della vittoria sul mondo occulto nell’islam. Personalmente, mi è stato
di grande aiuto l’opera di Jessie Penn-Lewis intitolata War on the Saints.
111
L’ISLAM INTORNO A TE
Per l’approfondimento
Studia quei brani dei Vangeli dove Gesù fronteggia le forze demoniche. Cerca di trarre delle lezioni pratiche dallo studio di Matteo
12:24-32, Marco 5:1-20 (e paralleli in Matteo 8:28-34 e Luca 8:26-39)
e Marco 9:38-41. Quali lezioni puoi trarne per la realtà di oggi? Come
puoi applicarle per aiutare l’amico musulmano a trovare la libertà a
cui Cristo ci ha chiamati (Galati 5:1)? Inoltre, confronta Giovanni
8:32 («la verità vi farà liberi») con Giovanni 8:36 («Se dunque il Figlio
vi farà liberi, sarete veramente liberi»). Che importanza riveste questa verità nella tua testimonianza? In che modo può aiutare i nostri
amici ad essere liberati dagli attacchi del nemico?
Note:
19Dovremmo
esaminare la mentalità alla base delle credenze musulmane popolari. In inglese esistono vari libri, ad esempio Bridges to
Islam di Phil Parshall (Baker Book House), che costituiscono validi
aiuti per poter comprendere l’occultismo alla base delle credenze di
molti musulmani.
20Le
idee degli autori esistenzialisti francesi come Albert Camus
(allevato in Algeria) e Jean-Paul Sartre portano i giovani in Europa
lungo una strada diversa. Anche per loro, però, Dio non ha un ruolo
pratico nelle loro vite. La Sua rivelazione e le Sue richieste non hanno
rilevanza pratica a livello di vita quotidiana.
21Urbam
Mission, settembre 1984, pagina 25.
22Mark
Bubeck, nei suoi scritti, ha esaminato con attenzione tali
aspetti. Fra questi scritti annoveriamo il suo libro, molto conosciuto
nel mondo anglosassone, intitolato The Adversary.
italiano, il libro si intitola Finalmente liberi, scritto da Neil T.
Anderson e pubblicato a cura della casa editrice PATMOS (Peurgia:
1a edizione, 1998).
23In
112
7
IL DISCEPOLATO
Il discepolato è un processo individuale d’insegnamento
ed addestramento teso ad equipaggiare il nuovo convertito,
affinché divenga un membro attivo
di una comunità cristiana.
Avete notato via via un progresso nell’elaborare il contenuto di questo
manuale? Inizialmente abbiamo considerato l’amico musulmano nell’ottica della persona non appartenente al corpo di Cristo. Poi, abbiamo
esaminato dei principi applicabili sia ai non credenti che ai nuovi credenti. Abbiamo imparato come avvicinare l’amico portandogli il messaggio di Cristo. Infine, abbiamo sottolineato che, quando la luce di
Cristo si fa strada nel cuore del musulmano, egli diviene un nostro fratello (o sorella in Cristo). A questo punto, ti chiederai: “E adesso?”
L’evangelista Matteo ci dà una sua presentazione del Vangelo. È un testo
di grande aiuto per molti musulmani perché riflette un modo di pensare tipicamente orientale. Matteo riassume il suo messaggio citando
testualmente le parole di Gesù: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e
in terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli… e insegnando loro tutte quante le cose che io vi ho comandate»
(Matteo 28:18-20). In questo capitolo cercheremo di rispondere alla
seguente domanda: “Come può il nuovo credente imparare di più
riguardo a Cristo e inserirsi felicemente nella chiesa locale?”
Molti nuovi convertiti dall’islam finiscono alla deriva per mancanza di
un adeguato insegnamento. Nel nostro entusiasmo di fronte alla loro
decisione per Cristo, è facile trascurare l’edificazione di solide fondamenta. Lo strumento del discepolato è simile alla pialla del falegname.
Addestrare un neo convertito è come smussare con la pialla le superfici
ruvide di un mobile in legno. Al nuovo credente vengono impartiti i
L’ISLAM INTORNO A TE
principi basilari della vita cristiana; in seguito, si appoggerà alla nuova
comunità, ovvero, la chiesa locale.
La maggior parte di noi impara a discepolare attraverso l’amicizia
instaurata con un nuovo credente del nostro stesso ambiente culturale. Il discepolato implica un orecchio attento, un cuore tenero, una
mente allenata da un punto di vista biblico, e molte tazzine di caffè!
Potresti pensare: “Ma l’insegnamento è un compito che spetta alle
guide”. Hai ragione in parte, se alla tua affermazione aggiungi: “e
della chiesa locale”. C’è da considerare due cose: prima di tutto, sei
tu l’amico del nuovo convertito. Sei tu che ti sei guadagnato la sua
fiducia. In secondo luogo, molti nuovi cristiani trovano difficile integrarsi in una chiesa locale, tanto più se la maggioranza dei membri
provengono da una cultura diversa. Noi proclamiamo che Cristo è con
noi per sempre (Matteo 28:20); di sicuro una promessa per noi che
siamo Suoi discepoli. Ma la responsabilità d’insegnare e discepolare,
a cui il versetto si riferisce, (Matteo 28:18-19) è anche nostra.
Una definizione del discepolato
Io definirei il discepolato come segue:
Il discepolato è un processo individuale d’insegnamento e
addestramento teso ad equipaggiare il nuovo convertito, affinché divenga un membro attivo di una comunità cristiana. Da
qui il convertito si proietta verso l’esterno in qualità di testimone per gli altri di fuori. In questo modo, egli diviene uno che è
«capace di insegnare ad altri» (2 Timoteo 2:2)24.
Fermiamoci un attimo a considerare questa definizione in ogni sua
parte: personale indica che tu, come genitore spirituale o amico, devi
dare qualcosa di te stesso al nuovo credente. Considera quanto tempo
Gesù trascorreva coi Dodici. All’inizio, Gesù relazionava con una cerchia ristretta d’amici. Guarì la suocera di Simone (Luca 4:38-39).
Scelse un gruppo speciale, intimo, di soli dodici discepoli, tratti da un
114
IL DISCEPOLATO
gruppo più grande di Suoi seguaci. (Matteo 4:18-22). Attirò Levi con la
forza magnetica dell’amore divino (Luca 5:27-28): quell’egoista esattore di tasse scoprì “quale amico aveva in Cristo”:
Il discepolato è prima di tutto insegnamento. Matteo ci parla dei grandi
discorsi di insegnamento di Gesù (vedere Matteo 5-7 e 21:28-25:46). I
discepoli di Gesù stavano in primo piano ad ascoltare il Signore mentre
ammaestrava le folle. Essi coglievano ogni Sua parola, ed osservavano le
reazioni degli ascoltatori. Non si trattava di aridi seminari sui principi
dell’insegnamento. Questo aspetto dell’opera di Gesù colpì il pensiero
di Nicodemo, egli stesso un insegnante degli Ebrei (Giovanni 3:10).
L’addestramento è diverso dall’insegnamento. Nella prima lettera al suo
discepolo Timoteo, Paolo fa luce su questa distinzione. In 2 Timoteo 3:16,
fa una distinzione tra l’insegnamento e l’addestramento, interponendovi
altri due concetti: la riprensione e la correzione. Il cambiamento di vita
(a cui si riferiscono i due termini) è strettamente collegato all’insegnamento. È quando sono presenti anche la riprensione e la correzione che
l’insegnamento diviene addestramento (o educazione) alla giustizia.
Prova ad iniziare l’addestramento del nuovo credente con una panoramica dell’Antico Testamento. Puoi fare dei paragoni col Nuovo
Testamento mentre consideri il contenuto dell’Antico. Potresti portare
come esempio il contrasto fra i Salmi ed il libro dei Proverbi. I Salmi tra-
Tavola 5: Elementi chiave del discepolato
115
L’ISLAM INTORNO A NOI
boccano di insegnamenti dottrinali su temi come la persona di Dio,
l’adorazione a Dio ed il peccato dell’uomo. Il libro dei Proverbi racchiude elementi essenziali di questi insegnamenti sotto forma di aforismi, che si fissano indelebilmente nella mente del lettore di cultura orientale, come il miele dei tipici dolcetti arabi si fissa al palato.
Quello dei Salmi è un libro di insegnamenti sull’adorazione e la preghiera. Proverbi mette maggiormente in risalto tali insegnamenti nel
contesto delle innumerevoli vicende quotidiane.
La comunità è il luogo dove il nuovo credente può ricevere aiuto. I
discepoli di Gesù formarono la comunità a cui Gesù fa riferimento in
Matteo 16:18: «Su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte
dell’ Ades non la potranno vincere». Egli si riferì a se stesso come pietra angolare (sulla quale sarebbe stata edificata la comunità di discepoli) e Pietro quale conduttore. Quel gruppetto sparuto si sarebbe
espanso grandemente per l’opera dello Spirito Santo, fino a diventare quella Chiesa di cui leggiamo gli sviluppi nel libro degli Atti.
La testimonianza attiva è un ulteriore elemento fondamentale del
discepolato. L’apostolo Giovanni usa spesso questo termine nei suoi
scritti. Seguite la narrazione di Giovanni e scoprirete come i Dodici
passarono dalla condizione d’apprendisti a quella di testimoni. Essi
avevano nel cuore e nelle mani un imponente messaggio di perdono
(Giovanni 20:23): «A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a
chi li riterrete, saranno ritenuti».
Le ultime parole di Gesù a discepoli echeggiano come lo squillo di una
tromba: Seguimi! (Giovanni 21:19, 22). Essi Lo seguirono perché, Lui in
precedenza aveva seguito loro, insegnando e addestrandoli personalmente.
Il processo del discepolato
Insegnare la verità di Dio
Noi testimoniamo agli amici musulmani perché è Gesù che ci manda.
116
IL DISCEPOLATO
Considerate di nuovo Grande mandato nella versione di Matteo.
Gesù dice: «Ogni potestà in cielo o e sulla terra mi è stata data.
Andate e fate discepoli di tutte le nazioni» (Matteo 28:18-20). Come
fanno i nuovi discepoli a crescere nell’obbedienza per adempiere
tutto ciò che Cristo ha comandato (28:20)? Si tratta di prendere posizione per Lui e seguirlo nel battesimo, come Gesù stesso comanda al
versetto 19. Anche l’insegnamento ha un ruolo vitale e può esser svolto discepolando la persona a tu per tu. I nuovi discepoli ricevono insegnamento nella chiesa locale e nei gruppi di studio familiari. La crescita nella dottrina e nella vita cristiana ha un ruolo fondamentale
nella preparazione al battesimo che seguirà (vedere il versetto 20).
I nuovi credenti devono imparare e disimparare allo stesso tempo. Molti
vengono a Cristo carichi di concetti negativi riguardo a Cristo e alla
Bibbia. Altri invece, sono semplicemente “ignoranti”, nel senso che non
sono mai stati istruiti riguardo a Dio. Devono, inoltre, formarsi delle
nuove abitudini. L’apostolo Paolo parla a Tito della sana dottrina (Tito
1:9, 2:2). Il contesto di questi versetti affronta problemi pratici come la
pigrizia, gli imbrogli e la maldicenza. La sana dottrina scaturisce dalla
«conoscenza della verità che è conforme alla pietà» (Tito 1:1).
Chi deve ammaestrare i nuovi convertiti dall’islam? Tu devi farlo, in
quanto amico del neo convertito. Egli potrebbe sentirsi a disagio nell’ambito di una chiesa tradizionale. Pur vivendo in occidente, molte
volte accade che la comunità musulmana o la famiglia faccia pressione
su di loro se li vedono coinvolti apertamente in una chiesa cristiana.
In 2 Timoteo 3:15 , vediamo come Timoteo, discepolo di Paolo, conoscesse «fin da bambino le Sacre Scritture». Paolo poi evidenzia il
ruolo vitale delle Scritture nell’insegnamento e nell’addestramento.
Per mezzo di tali strumenti, i nuovi credenti vengono guidati in «ogni
opera buona» (2 Timoteo 3:16).
Potresti avviare un piccolo gruppo di studio biblico ed inserirvi il nuovo
credente. Forse è meglio, all’inizio, incontrarlo a tu per tu, senza gli altri.
Durante questi incontri più confidenziali l’amico potrà condividere i suoi
pesi personali e metterli in preghiera, esaminare con te dei brani biblici
117
L’ISLAM INTORNO A TE
ed imparare a studiare la Bibbia da solo. Imparare a memoria alcuni versetti della Bibbia aiuterà il nuovo credente a serbare nel cuore la Parola
di Dio. Lo terrà lontano dal peccato e acquisterà più fiducia in se stesso
quando testimonierà ad altri (Salmi 119:9, 11, 97, 105; cfr. Apocalisse
12:11). Della memorizzazione di versetti ne parleremo più avanti.
Addestramento all’evangelizzazione e al discepolato
A proposito di quest’importante soggetto, non c’è niente di meglio che
leggere i Vangeli con uno spirito di preghiera ed imparare da essi. Nei
Vangeli vediamo che Gesù chiamò i Suoi discepoli perché stessero con
Lui. Nota in Matteo 4:18-22 come il seguire Gesù fosse un aspetto fondamentale. Lo vediamo anche in Giovanni 1:35-50. I discepoli lo seguivano dappertutto; in questo modo, erano spettatori di prima mano della
Sua vita di preghiera e dell’enorme peso che aveva per il prossimo. E
ricevettero la Sua stessa visione per l’opera evangelica. In seguito, Gesù
mandò i Dodici, poi i Settantadue (Luca 9 e 10). Il ciclo vitale spirituale ripartì da capo: concepimento, nascita, crescita e frutti. I discepoli di
Gesù conquistarono le persone che avevano intorno e le addestrarono.
Non c’è da meravigliarsene: lo avevano visto fare al Signore.
Acquisire uno stile di vita biblico
C’era un ministro a tempo pieno fra i musulmani che trascorreva molto
tempo nelle loro case. Il tavolo della sala da pranzo era diventato praticamente il suo ufficio. Anche tanti musulmani gli facevano visita a casa.
Un giorno, mi domandò a bruciapelo: “John, conosci per caso qualche
famiglia musulmana che sia davvero felice? Io non ho mai visto una
famiglia dove ci siano unità, rispetto e buone relazioni.” La sua domanda mi colse di sorpresa. Eppure, da poco anch’io e mia moglie eravamo
giunti alla stessa conclusione. Una famiglia musulmana potrà mostrare
grande calore nei tuoi confronti perché sei un ospite. Li vedi darsi da
fare per altri familiari ed i loro vicini di casa in faccende pratiche. Ma nel
loro ambiente domestico la gioia e la pace sono spesso assenti.
118
IL DISCEPOLATO
Queste considerazioni ci rivelano quanto sia importante trascorrere
del tempo con il tuo amico. Magari vorrai studiare con lui i Patriarchi,
dal libro della Genesi. Man mano che il nuovo convertito studia le
famiglie nel contesto biblico con tutti i difetti che avevano, comprenderà meglio qual sia il modello divino per una vita domestica secondo Dio. Paolo, in Efesini 5:21-6:4 ci istruisce riguardo a genitori, figli,
mariti e mogli. I giovani credenti possono imparare molto se hanno
modo di osservare l’influenza di Cristo nella nostra vita familiare.
Diverranno a loro volta nostri imitatori nel momento in cui si sposeranno ed avranno figli propri (Efesini 5:1).
Le organizzazioni musulmane spesso criticano aspramente l’occidente per l’immoralità dilagante. I nostri film, le nostre riviste ed altri
mass media non fanno altro che contaminare la società con depravazione e malcostume. Ma basta grattare la superficie della facciata religiosa dell’Islam per scoprire che anche lì esiste lo stesso livello di corruzione. I nuovi credenti e coloro che sono ancora giovani nella fede
vengono traviati sia dalla cultura occidentale che da quella orientale.
Ma quando viviamo una vita secondo i dettami biblici, essi vedono
Cristo in noi. Desiderano ardentemente emulare Colui che «ci ha
amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale
profumo di odore soave» (Efesini 5:2).
Preparare l’ambiente adatto per far fronte ai bisogni
1 Giovanni 1:3 ci dice: «Quello che noi abbiamo visto e udito, noi lo
annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi»
I plurali usati da Paolo nella sua lettera agli Efesini sottolineano la
stessa verità. Si deve crescere in un contesto cristiano non composto
da un solo credente, ma da molti.
Alcuni anni fa, lavoravo con una piccola squadra evangelica in una grande città francese. Said giunse alla conoscenza di Cristo. Tutti quanti cercammo di adattare le nostre attività per assecondare il bisogno di crescita spirituale di questo giovane, che era alla ricerca di un ruolo speci-
119
L’ISLAM INTORNO A TE
fico nella vita. Le scampagnate, le partite di calcio ed interminabili
scorpacciate a base di pizza, biscotti e coca cola vi contribuirono
notevolmente. La vita di gruppo dei giovani della chiesa ebbe un ruolo
fondamentale nella sua crescita, e la sensibilità della chiesa favorirono l’integrazione di Said come membro effettivo. Questo gruppo di
giovani esercitava un fascino magnetico su di lui.
Sostenere le persone con l’intercessione nei periodi di
difficoltà
Già in precedenza abbiamo esaminato l’importanza della preghiera.
Stai sicuro che prima o poi, l’amico attraverserà periodi particolarmente difficili.I convertiti dall’Islam porranno delle domande alle
quali si dovrà dare una risposta. Può succedere che, al momento del
rifiuto da parte di familiari e amici, la persona si allontani per un
periodo. Ma avrà sempre bisogno delle nostre preghiere. Vi ricordate
quante volte Paolo, in riferimento al combattimento spirituale, rammenta la preghiera più di qualsiasi altra cosa (vedi Efesini 6:18-20)?
Solo in tre versetti la preghiera è citata ben cinque volte e ci rivela
quanto egli, da grande apostolo che era, avesse un urgente bisogno di
preghiera.
Ci fu un periodo in cui presi l’impegno di pregare per un gruppo di
musulmani molto ricettivi. Tutti i giorni, dopo pranzo, pregavo per loro.
Ma, per qualche motivo, cominciai a venir meno a questo modesto
impegno di intercessione. Alcuni di questi amici iniziarono a sperimentare particolari attacchi e fallimenti. Ora capisco che avvenne tutto
questo perché non li avevo sostenuti in preghiera quanto avrei dovuto.
La preghiera rimane un aspetto fondamentale per un buon discepolato. Essa ebbe un ruolo importante nel mio lavoro con Sami. Egli
stava vivendo problemi in famiglia, oltre ad un problematica persistente sul lavoro. Era necessario, quindi, mettersi al lavoro ed intercedere seriamente. Le pratiche occulte nel passato di Sami costituivano un altro fattore da combattere in preghiera. Abbiamo già considerato alcuni elementi dell’insegnamento perfetto che Gesù diede ai
120
IL DISCEPOLATO
discepoli in Giovanni 13-16. Si può chiamare questo passaggio:
“Discorsi nell’Alto Solaio”. Vi ricordate come il Signore stesso si mise
a pregare dopo aver istruito i discepoli? Lo vediamo in Giovanni 17,
quando pregò per i suoi.
Il discepolato non può aver luogo se non c’è un fondamento solido di
intercessione.
Cooperare quando il discepolo diventa collaboratore
Dawson Trotman, fondatore dell’organizzazione The Navigators25, sottolinea che “siamo nati per riprodurre”. Si impartiscono personalmente ai nuovi convertiti i primi elementi della vita cristiana e li aiutiamo dal
punto di vista pratico. Forniamo loro un modello di vita cristiana proprio
come fece Gesù per i Dodici. Di conseguenza, essi crescono e divengono parte di una chiesa locale. I Dieci Comandamenti in Deuteronomio
5:6-21, ci offrono un modello per la vita di obbedienza a cui il popolo di
Dio è stato chiamato. Inoltre, Deuteronomio 6:4-9 ci insegna come
istruire i nostri amici passando del tempo con loro. Essi vedranno che
Dio è davvero Uno. Questo concetto va ben oltre quell’unità statica,
teorica, del dio sconosciuto del Corano. Notate le parole seguenti : «li
inculcherai ai tuoi figli» (Deuteronomio 6:7). Ciò si applica sia ai figli
naturali (giacchè il popolo di Dio si riproduce), sia ai figli spirituali,
ovvero, coloro che verranno ammaestrati in seno alla famiglia di Dio.
Tavola 6: Alcuni falsi insegnamenti dell’islam
121
L’ISLAM INTORNO A TE
I bisogni particolari dei convertiti dall’islam
Un nuovo cristiano, proveniente dall’islam, avrà un bisogno particolare di sano insegnamento biblico e vera amicizia. Perché il discepolato risulta così importante, specialmente per i più giovani?
Il credo islamico insinua in profondità nei cuori dei giovani musulmani vari insegnamenti che sappiamo essere falsi. Uno di questi si
apre con queste parole: “Attesto che non c’è nessun Dio al di fuori di
Allah”. Il problema è che questo dio non è il Dio della Bibbia. Dio è il
nostro Padre celeste, colui che Gesù, più volte, ha chiamato “Padre”.
La professione di fede continua con: “Io Attesto che Maometto è
l’Apostolo di Dio”. La visione che il musulmano ha di Maometto finisce per eclissare quella di Gesù Cristo.
L’insegnamento biblico e l’addestramento spirituale sono elementi che
forniscono un rimedio a questa miopia spirituale. Man mano che i
nuovi credenti ricevono insegnamento, la loro visione viene corretta.
Riescono a percepire le realtà spirituali più distanti, e non soltanto le
cose materiali che hanno davanti. Un nuovo convertito ha bisogno di
insegnamenti specifici ed esatti per neutralizzare i falsi insegnamenti
dell’islam. Matteo 28:18-20 parla di come dobbiamo camminare: insegnando (il verbo, nell’originale greco è un participio, non un imperativo). Le molte lettere neotestamentarie ci forniscono “lenti correttive”
per molti problemi pratici che spesso si presentano nella vita cristiana.
I navigatori sono conosciuti a livello mondiale per il loro obiettivo di
discepolare individualmente uomini e donne. Forniscono del materiale
eccellente, tra cui un sistema per memorizzare le Scritture per argomento26. Dio si è servito di questo loro metodo per edificarmi personalmente, e per costruire solidi fondamenti spirituali nelle vite di vari amici
nordafricani entusiasti per Cristo. Anche i libretti sul discepolato sono
di grande aiuto. In Francia ed a livello mondiale, vengono usati anche
per l’addestramento e l’istruzione di nuovi credenti provenienti dal
mondo musulmano. Citiamo anche i materiali di Campus Crusade for
Christ. Alcuni di questi studi sono disponibili in arabo ed altre lingue.
122
IL DISCEPOLATO
La “Arab World Ministries Radio School of the Bible” di Marsiglia
(Francia) dispone di dieci corsi, in francese ed arabo, scritti da un
team di esperti nell’evangelizzazione dei musulmani.
La memorizzazione delle Scritture si rivela utilissimo per smantellare i
falsi concetti impiantati dal nemico durante i primi anni di vita dell’individuo. Una sorella in Cristo si trovò avvinghiata dalla tentazione.
Riscontrava problemi nel nucleo familiare ed opposizione dalla parentela più estesa. Riuscì a vincere le tentazioni ricordandosi dei versetti che
aveva memorizzato poco dopo la conversione. Solo la verità di Dio ha
potuto fornirle l’unica risposta valida alle menzogne di Satana.
Un’altra cristiana stava attraversando una depressione profonda, con
l’opposizione aspra della madre e delle sorelle che alimentava le sue
angosce. Ma Dio portò luce nel tunnel in cui era sprofondata. Mentre
era in vacanza, incontrò un pastore che le disse di mettere per iscritto per ben cinquanta volte gli ultimi versetti di Romani 8. Le tenebre
si dissiparono man mano che i raggi luminosi dell’amore divino si
facevano strada in lei. Vari amici credenti trascorsero del tempo con
lei in preghiera, incoraggiando la sua fede.
Alcuni musulmani usano il Corano come amuleto. Coloro che sono cresciuti in una nazione islamica di certo ne avranno memorizzate alcune
parti. Una volta, durante una riunione cristiana, una credente recitò a
memoria un brano coranico che aveva imparato da bambina. Oggi Dio
sta usando questa donna, assieme a suo marito, poiché ha rimpiazzato
l’insegnamento ricevuto da piccola con quello della Parola di Dio.
I forti legami familiari e comunitari
In un capitolo precedente, abbiamo parlato della forte influenza che la
famiglia esercita su coloro che nascono e crescono nell’Islam. I due
esempi di cui sopra sono significativi al riguardo. Quando un giovane
proveniente da un ambiente musulmano diviene figlio di Dio si spostano, letteralmente, da una famiglia all’altra. Può succedere che la famiglia non rappresenti più “un albero su cui appoggiarsi”. Il nostro com-
123
L’ISLAM INTORNO A TE
pito è di essere vicino al neo convertito, che sappia che noi ci siamo.
Potrebbero esserci lunghi periodi tranquilli. Ma prima o poi, arriveranno momenti in cui c’è bisogno di te, magari come babysitter, o per
mettergli a disposizione la tua casa per una vacanza. O magari lavorare coi loro bambini facendogli da nonno. Magari condividere alcuni
ottimi libri cristiani che ti hanno aiutato.
Una nostra sorella francese in Cristo lo ha fatto per dieci anni con una
signora; non c’è da sorprendersi, dunque, se quest’ultima sia tornata
a Cristo, dopo essersene allontanata per anni. Uno potrebbe pensare:
“La mia amica mi ha abbandonata, dopo tutto ciò che ho fatto per
lei”. Anche se fosse così, potesti lo stesso continuare l’amicizia attraverso la preghiera. Ed ecco che un giorno Dio ti dà nuovamente un
ruolo chiave nella sua vita. Riflettiamoci: Non vale la pena di fare tutto
ciò per una sola persona, per un fratello o una sorella in Cristo?
Giovani donne provenienti da famiglie musulmane hanno particolarmente bisogno di una buona amica. Tutti i nuovi credenti hanno bisogno di qualcuno su cui contare, una persona che li ascolti e li accetti,
con tutto il loro bagaglio di difficoltà
Considera la storia di re Saul, primo re d’Israele. Più di una volta il
mondo dell’occulto lo aveva deluso profondamente. Il suo regno era
impostato sull’orgoglio spirituale e la disobbedienza. Praticamente il
suo regno ebbe fine in seguito all’incontro forzato con la strega di
Endor (1 Samuele 28). Più di un giovane convertito dall’islam è caduto a causa di pressioni spirituali occulte esercitate dai familiari.
Dobbiamo tener presente che, purtroppo, non sempre riusciamo a
raggiungere i nostri obbiettivi nel discepolato. Magari avessi conosciuto Ahmed prima. È più facile impartire insegnamenti ed esempi
al neo convertito sotto i quarant’anni (al contrario di Ahmed). Un
missionario mi fece notare che i Dodici, ai tempi in cui Gesù iniziò
ad ammaestrarli, erano sicuramente giovani d’età. Di certo, non c’era
rischio di un riflusso negativa tipico di chi ha la mente satura di insegnamenti errati, come l’islam. Talvolta mi domando se la famiglia di
Ahmed non abbia praticato riti di stregoneria sulla sua persona. Forse
124
IL DISCEPOLATO
le forze demoniache lo tengono legato proprio in quelle aree non
ancora sottomesse a Cristo.
Dobbiamo ora considerare un altro argomento: il matrimonio interculturale. Un credente proveniente dall’islam viene a contatto con credenti di altre culture grazie alla vita di chiesa. Si creano dei rapporti interpersonali ed uno di questi potrebbe sfociare nel matrimonio. Nel tuo
ministero di discepolato, potrebbe rendersi necessaria un lavoro di consulenza e preghiera con persone coinvolte in questo tipo di relazione.
Non si dovrebbero scoraggiare i matrimoni misti, ma è necessario consigliare alle persone che vogliono fare un simile passo di rifletterci molto
seriamente e non prendere la cosa alla leggera. Uno dei (pochi) in circolazione che affronta l’argomento è Love Across Latitudes27 (in lingua
inglese) di Janet Fraser-Smith. Molta sofferenza si sarebbe potuta evitare se le persone fossero state discepolate anche in quest’area.
Un modello di forti relazioni interpersonali
Molti occidentali concedono il loro tempo ad altri con il contagocce. I
rapporti interpersonali in Oriente, invece, non hanno limiti di tempo
sono molto informali. Per questo, al neo convertito va dedicato del
tempo, attraverso un processo di discepolato individuale. Considerate
di nuovo il modello che troviamo in Giovanni 1:35-39. I discepoli di
Giovanni Battista vennero alla conoscenza di Gesù per mezzo di
Giovanni. Il Vangelo fluì da amico a amico (Giovanni 1:40-51).
Esaminiamo brevemente più da vicino questo principio: nel suo
Vangelo, l’apostolo Giovanni, seppur indirettamente, ci mostra un principio molto importante per il discepolato. Avete notato la catena di eventi che si vanno sviluppando dall’inizio? Prima di tutto, Giovanni collega
Dio con la Parola, ossia il Cristo. Questo collegamento viene espresso
con una metafora familiare: Padre e Figlio. Poi, troviamo Giovanni che
battezza suo cugino, Gesù di Nazaret. Il giorno seguente, Giovanni il
Battista si trovava con due suoi discepoli (Giovanni 1:35); uno era
125
L’ISLAM INTORNO A TE
Andrea, fratello di Simon Pietro. «Per prima cosa Andrea trovò suo
fratello Simone e gli riferì: “Abbiamo trovato il Messia”» (Giovanni
1:41). Poi Filippo trovò Natanaele. A quel tempo, i rapporti di parentela costituivano una parte importante della vita quotidiana. L’attuale
mondo occidentale è ben diverso. I legami familiari sembrano dissolversi a causa di frequenti trasferimenti, problemi di disoccupazione e
divorzi.
Mia moglie ed io facemmo discepolato con una famiglia di origine
orientale. Io andavo avanti con il mio insegnamento, felice di scoprire assieme a loro la Bibbia nella bella lingua araba. Mia moglie mi
ricordò più di una volta che il marito aveva bisogno di risposte a delle
domande strategiche.
Loro parteciparono con noi a varie attività familiari, vedendo così dei
modelli da seguire. Partendo da questa “cellula” cristiana, essi raggiunsero con il vangelo familiari e parenti musulmani. Giovanni battezzò suo cugino e Andrea trovò suo fratello: in preghiera dobbiamo
cercare di dare una risposta alle domande dei nostri amici. Ciò è possibile soltanto nell’ambito di un rapporto interpersonale. Essi, a loro
volta, diffonderanno il Vangelo lungo la rete familiare.
La mancanza di opportunità per sviluppare doti intellettuali
Alcuni musulmani in occidente sono costretti a vivere in abitazioni
povere. Crescono con altri giovani che non sono motivati a studiare. I
genitori spesso non sanno leggere o scrivere la nuova lingua del paese
ospitante e quindi di libri ne circolano pochi in famiglia. Nella scelta
del tuo programma di insegnamento, dovresti tener conto delle capacità intellettive del discepolo e adattarlo di conseguenza.
Potresti scoprire che il tuo amico cresce intellettualmente attraverso
lo studio della Bibbia. Nel libro che porta il suo nome, Giobbe chiede: «Ma la saggezza, dove trovarla? Dove è il luogo dell’intelligenza?»
(Giobbe 28:12). In uno dei versi più significativi delle Scritture, egli
126
IL DISCEPOLATO
risponde: «Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo
dove risiede» (Giobbe 28:23). Può darsi che i nuovi discepoli non
abbiano mai studiato seriamente in vita loro. Tutto ad un tratto, si
scoprono motivati, affamati ed assetati di giustizia. Tu rimarrai entusiasta quando scoprirai che la Bibbia rappresenta per loro il primo
vero libro di studio.
Un giovane americano iniziò a tenere conferenze su come gestire i
conflitti giovanili. La gente andava in massa ad ascoltarlo. Egli raccontò ad una vasta assemblea di come, qualche anno prima, avesse
incontrato difficoltà nei suoi studi. Poi aveva iniziato a memorizzare
le Scritture, tanto che, al termine, risultò il primo della classe.
Dopodiché, Dio prese ad usarlo potentemente.
Non puoi mai sapere chi o che cosa diventerà in futuro quel discepolo che ora stai ammaestrando. L’insegnante di scuola domenicale di
D.L. Moody addestrò con pazienza i suoi ragazzi. Non immaginava
minimamente che cosa sarebbe diventato uno dei suoi discepoli.
Forse hai sempre sentito parlare del musulmano come una persona
apparentemente dura e insensibile. Ma Dio potrà stupirti col modo in
cui Egli userà il tuo discepolo una volta divenuto «capace di insegnare ad altri» (2 Timoteo 2:2). Il libanese Nabil Jabur descriveva se stesso come uno che “inizia le cose senza portarle mai a termine.” Poi
incontrò un americano che aveva fiducia in lui. Nabil, incoraggiato da
questa dimostrazione di fiducia, imparò a memoria i 108 versetti del
The Navigators Topical Memory System.
Varie persone conquistate a Cristo in Europa sono poi diventate grandi leader nell’opera di Dio nelle nazioni d’origine dei genitori. E, dobbiamo dirlo, si tratta di persone che, fin da piccoli, avevano avuto
grosse difficoltà d’apprendimento. Il loro sviluppo spirituale ebbe inizio con delle espressioni molto pratiche dell’amore cristiano.
Missionari svizzeri e francesi insegnarono loro un mestiere, oltre alla
Bibbia, e diventarono idraulici e carpentieri. Oggi questi uomini
hanno una testimonianza raggiante, ed un lavoro stabile.
127
L’ISLAM INTORNO A TE
Doni particolari per l’evangelizzazione
I neo cristiani provenienti dall’islam comprendono il proprio mondo
d’origine. Ciò si applica alla forze spirituali all’opera in mezzo al
popolo musulmano, argomento già considerato nel capitolo precedente. Si applica anche a consuetudini familiari e religiose (anche
questo, già trattato in precedenza). Quindi, senza esagerare, possiamo dire che essi rappresentano i migliori evangelisti in questo
campo.
Cerchiamo ora di allargare il discorso. L’islam è un fenomeno di vasta
portata. I musulmani sentono di far parte di un movimento mondiale
e questo è vero, anche quando non praticano affatto l’islam. Un nuovo
credente in Cristo, proveniente da tale sfondo culturale, trae ancora
vantaggio dal fatto di averne fatto parte. Inoltre, c’è sempre un senso
d’estraneità in coloro che non hanno mai fatto parte di una comunità
musulmana; quindi, per un non musulmano potrebbe essere necessario molto tempo per addentrarsi in quella realtà. Il tuo amico , invece, è già parte di esso. Infine, la seconda generazione ha una cultura
a sé, che inizia dalla porta di casa. Potrebbe rassomigliare più o meno
alla tua. Una volta varcata la soglia di casa loro, ti ritrovi in una realtà
completamente sconosciuta. Non potrai mai sentirti completamente
a tuo agio in quell’ambiente quanto il tuo amico. Dato che i convertiti dall’islam comprendono la propria cultura e religione d’origine,
risulteranno anche le meglio equipaggiate per guadagnare un musulmano a Cristo.
Il discepolato e l’amicizia
Riassumendo, vorrei sottolineare un aspetto fondamentale del fare
discepoli. L’ammaestramento efficace di un giovane credente in
Cristo trae forza dal fondamento dell’amicizia. L’amicizia tra Davide
e Gionatan ci offre una illustrazione valida per comprendere questo
aspetto (1 Samuele 18:1-4 e 20:1-42). Dio operò potentemente, per
mezzo della loro alleanza spirituale - una fusione di anime sotto lo
128
IL DISCEPOLATO
sguardo divino. Quell’amicizia, unica nel suo genere, costituì un fondamento per l’intero regno di Davide. Perdurò sotto grandi prove.
Qualunque processo di discepolato deve passare per lo stesso crogiolo. Prendi nota dei comportamenti contrapposti che vediamo in questo bel racconto biblico:
. Saul perseguitò e rigettò Davide. Gionatan, al contrario,
rimase al suo fianco in veste di amico fedele.
. Gionatan era il migliore amico di Davide e, allo stesso
tempo, figlio del peggior nemico di Davide, re Saul.
. Il padre di Gionatan lo rigettò a causa dell’amicizia con
Davide. Eppure, essa rimase salda.
Questa narrazione che troviamo nell’Antico Testamento dimostra il
nesso fra amicizia e discepolato. Chiedi a Dio il coraggio di osare e
stringere amicizia con un musulmano che si sta avvicinando a Cristo.
In seguito, Egli ti darà la gioia di addestrare un discepolo.
Materiale aggiuntivo e di supporto
per il discepolato
Esiste una gran quantità di materiale in inglese, arabo e francese per
coadiuvarti nell’opera di discepolato. Una parte può essere usato
assieme all’amico/amica. Altre risorse sono concepite per il tuo uso
individuale, per la riflessione su questioni inerenti al discepolato.
L’Appendice ti guiderà nella ricerca per scoprire lo strumento a te più
confacente.
Una guida al discepolato
È disponibile una guida dal titolo Discipleship in Islamic Society, a cura
di Samuel P. Schlorff. Si tratta di uno strumento dottrinale sviluppa-
129
L’ISLAM INTORNO A TE
to dalla “Arab Word Ministries” che tiene presente le realtà vissute
dai cristiani d’origine araba.
Corsi di livello intermedio
La “Arab World Ministries” ha prodotto una serie di dieci studi biblici
formali, ideati in particolar modo per il nuovo credente di provenienza
islamica. I titoli dei corsi, disponibili in francese ed arabo, sono:
. Panorama della Bibbia
. Camminare nella luce (1 Giovanni)
. Le risorse del cristiano
. La Chiesa
. La persecuzione
. I rapporti del credente
. Credenze basilari
. Etica cristiana
. Combattimento spirituale
. Servizio cristiano
Si tratta di studi biblici basilari, molto semplici da capire, prodotti e
distribuiti in Francia, affinché i nuovi convertiti possano studiare e
crescere. I credenti più maturi nella fede potranno seguire questi
studi con lo scopo di insegnarli ad altri. Sono disponibili in francese
ed arabo, ma non ancora in inglese o italiano.
Il metodo della narrazione
Anche in italiano, in un formato ancora provvisorio, sono stati concepiti degli studi biblici che seguono l’approccio cronologico sviluppato da Trevor McIllwain della New Tribes Mission28. Il vantaggio di tale
130
IL DISCEPOLATO
metodo è che esso va al di là della semplice presentazione di principi
biblici, e va a scrutare Dio all’opera. Scoprirai che il tuo amico tende
a ragionare in termini di atti, non di principi analitici. Un altro strumento utile è The Visualized Bible, che presenta, tra l’altro, un’approccio basilare e visivo all’insegnamento.
Discepolare i bambini
Spesso i bambini ricevono Cristo nel club o circolo cristiano di quartiere. Essi costituiscono una percentuale notevole delle comunità
musulmane in occidente. In che modo possiamo discepolarli? Le
famiglie esercitano su di loro un grande controllo, come è normale
che sia. Ciò può portare ad una perdita di contatto con questi neo
convertiti così fragili. Una possibile soluzione potrebbe essere quella
della creazione di un centro ricreativo dove bambini e giovani di tutte
le età possono sentirsi a casa. Un’altra possibilità, già molto sfruttata
fra bambini e adolescenti occidentali, potrebbe essere quella della
realizzazione di campeggi per minori di origine musulmana. Così
facendo, i genitori si sentiranno tranquilli e fiduciosi che i loro bambini sono coinvolti in un sano programma ricreativo. I bambini
potranno lasciarsi dietro alle spalle l’ambiente nocivo delle case popolari e trovare ristoro, per qualche giorno, all’interno di un ambiente
evangelico. Si può proporre un programma che stimoli la memorizzazione sistematica delle Scritture, con dei premi in palio, tipo una
gita per chi riesce a memorizzare una grande quantità di versetti e
brani biblici.
La semplicità del discepolato
Un'illustrazione di Huck Finn è apparsa qualche tempo fa sulla copertina del Giornale del discepolato29. Puoi ricordare di Mark Twain colui
che ha scritto di Huck che è andato giù il fiume Mississippi su di una
zattera con il suo compagno nero Jim. La loro amicizia era unica. il
131
L’ISLAM INTORNO A TE
periodico puntualizzò su di essa. Il vero discepolato è amicizia e sincerità. Cerca le sue radici nel percorso dell’amore di Cristo. Il percorso alla montagna del successo può attraversare la foresta scura
dell’inaspettato. La preghiera fedele e l’amicizia duratura, comunque, portano grandi frutti al regno di Dio.
Per la riflessione
1. Che cosa ci insegna l’esempio di Gesù nel Suo interagire coi
discepoli, riguardo all’aiuto che dovremmo offrire ad un convertito
dall’islam?
2. Quali sono i cinque bisogni spirituali di base nella vita di questo
nuovo credente, che Dio mi ha affidato, affinché io ne faccia un discepolo? Quali principi biblici potranno essere di aiuto per
l’amico/amica?
Per la pratica
Passa del tempo con un cristiano che ha esperienza nell’addestramento di cristiani di origine islamica. Quali materiali usa? Che cosa
posso imparare di positivo (o di negativo) da lui?
Per l’approfondimento
1. Come si correla il tuo ministero fra musulmani e la tua chiesa
locale?
2. Rifletti sulla vita familiare del tuo amico. L’ascendente, nei rapporti familiari, è sempre un fattore importante da tener presente; nel suo
caso, si tratta di un fattore positivo o negativo? In che modo si riflette nella tua amicizia?
3. In che modo la tua vita familiare riesce a toccare il tuo amico? In
132
IL DISCEPOLATO
che modo potresti inserire la questione dei valori familiari cristiani
nel tuo insegnamento?
4. Proverbi è un buon libro per affinare i rapporti interpersonali. Tutti
quanti abbiamo da crescere in quest’aspetto. Medita su questi proverbi e pregaci su:
. «Tutti sono amici di chi fa doni» (19:6).
. «Un amico ama in ogni tempo» (17:17)
. «Chi ama ferisce, ma rimane fedele» (27:6).
. «Il ferro affila il ferro; così un uomo affila il volto del suo
compagno » (27:17).
5. Come puoi portare avanti, nel contesto della chiesa locale, la tua
opera di discepolato? La tua chiesa locale è la squadra d’appoggio di
cui hai bisogno nel ministero e nella quale si trovano il sano insegnamento e l’adorazione che gettano, poi, le fondamenta della vita dei
nuovi convertiti al Signore Gesù Cristo.
Note:
24Waldron
Scott, in passato membro dell’organizzazione The
Navigators (I navigatori), ne fornì una definizione eccellente durante
un seminario condotto in Marocco alla fine degli anni ‘60: «Il discepolato è quel processo attraverso cui un credente riceve costante
attenzione personale e individuale, dal momento della sua nascita
spirituale fino a quando viene stabilito in un cammino cristiano di
riproduzione spirituale».
25The
Navigators (i navigatori) è un’organizzazione evangelica per il
discepolato anche attraverso lo studio biblico e la memorizzazione
delle Sacre Scritture. Inizialmente lavorava fra marinai. Da qui il
nome originale in lingua inglese.
133
26Il
loro sistema, che forse qualcuno fra i lettori potrà già conoscere,
si chiama The Navigators’ Topical Memory System.
27Janet
Fraser-Smith, Love Across Latitudes. Middle East Media.
28La
New Tribes Mission opera fra gruppi etnici tribali che necessitano ancora di un’opera pionieristica e la fondazione di chiese locali.
Il loro libro Firm Foundations: From Creation to Christ è stato adattato per l’Italia da credenti a Rovigo a Roma. Per ulteriori informazioni,
scrivere ad HYPERLINK mailto: [email protected] [email protected] oppure contattare Andrea Diprose presso l’Istituto IBEI di
Roma: IBEI – Via del Casale Corvio, 50 – 00132 ROMA.
29Problema
134
n°15, 1983.
8
I CONVERTITI DELL’ISLAM
E LA CHIESA LOCALE
Il risultato finale della nostra testimonianza sarà
l’inserimento del neo convertito in un gruppo:
una chiesa locale che predichi il Vangelo della grazia.
I neo convertiti dall’islam dove potranno trovare la loro comunità?
Come già visto, il concetto di comunità (umma) è profondamente
radicato nel cuore del musulmano, giovane o anziano che sia. Alcuni
ricordano con nostalgia quel senso d’appartenenza alla comunità
quando ritornano in vacanza nel paese d’origine. I più giovani hanno
potuto sperimentare in parte questa sensazione attraverso i ricordi
d’infanzia con zii e zie. La chiesa locale può rimpiazzare in qualche
modo questa umma che vanno ricercando, dopo la conversione? Il
fatto che i membri di una chiesa parlino una lingua diversa dalla loro,
può costituire un problema? Spesso, io e mia moglie abbiamo avuto
l’opportunità di tornare, per brevi periodi, in Nord Africa, dove abbiamo vissuto per cinque anni. Ogni viaggio ci ha resi più consapevoli dei
conflitti culturali e spirituali vissuti dai nuovi convertiti.
L’integrazione in una chiesa locale
Quando costruiamo un mobile, arriviamo gradualmente al punto in cui
una parte del mobile dovrà incastrarsi in un’altra. Dunque, andiamo a
cercare la colla più adatta per far combaciare i due pezzi. Ora, dobbiamo chiederci: in che modo io e te possiamo fare da ponte tra la nuova
comunità, la chiesa locale, ed il nuovo credente in Cristo? Come aiutare i nostri amici ad integrarsi nella comunità cristiana? Come si rapporteranno adesso queste nuove creature (2 Corinzi 5:17) con la comunità
islamica di provenienza? Come evitare di cadere in quell’errore nel
ministero, definito da qualcuno evangelizzazione estrattiva30?
L’ISLAM INTORNO A TE
1 Giovanni 1:3 getta luce su questa difficoltà ricorrente nell’opera evangelica fra i musulmani. Il versetto afferma: «Quel che abbiamo visto e
udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio Suo, Gesù
Cristo.» Giovanni prosegue il discorso parlando della gioia. La gioia, tra
le cose indispensabili, è una rarità tra le nella realtà in cui vivete sia tu
sia il tuo discepolo. La comunione fraterna (koinonia) costituisce l’ambiente naturale della chiesa, la dimostrazione visibile della umma di Dio.
Notate che l’apostolo Giovanni usa pronomi plurali quando parla della
testimonianza. Leggiamo: «Noi annunziamo a voi quello che noi abbiamo visto e udito. » La testimonianza è un impegno di squadra. Il risultato finale della nostra testimonianza sarà l’integrazione del credente in
un gruppo di cui entrerà a far parte. Qui il neo credente troverà la gioia
di cui parla l’apostolo Giovanni ed anche un senso di completezza.
Due questioni pungenti sottolineano l’importanza di tale aspetto.
Innanzitutto, molti convertiti a Cristo diventano il bersaglio dell’ostracismo della famiglia. In secondo luogo, troppo spesso constatiamo che questi nuovi fratelli/sorelle hanno avuto seri problemi nel processo d’inserimento nella chiesa locale. La chiesa appare loro come una comunità estranea. Avendo lasciato l’islam, possono sentirsi trapiantati in una terra di
nessuno, e la cosa può suscitare perplessità e imbarazzo da ambo le parti.
Chiese omogenee o eterogenee?
Molte volte, quando ci vengono a trovare a casa degli amici, cristiani ferventi, io e mia moglie ci sentiamo chiedere:”Avete mai pensato di formare una chiesa di soli convertiti dall’islam con culti in lingua araba?”
La mia risposta è sempre la stessa: “Sì, ci abbiamo pensato, ma non è
nostra intenzione formare una comunità di questo tipo. E nemmeno i
nuovi credenti vorrebbero una chiesa composta solo da ex-musulmani.”
Ne siamo convinti perché essi stessi ce lo dicono. Come noi, anche loro
sono d’accordo che l’obiettivo finale debba essere l’integrazione in una
chiesa locale dove si parla prevalentemente la lingua del posto.
In ogni modo, resta il fatto che vi sono dei testimoni fra i musulmani
136
I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE
che lavorano con lo scopo di fondare chiese locali composte principalmente da membri ex-musulmani. Può capitare che il resto della
chiesa sia formato da alcuni musulmani residenti da tempo nella
nazione occidentale, ed altri immigrati da poco.
In tal caso, i nati all’estero ed i nativi del posto si uniscono per formare una chiesa locale di sapore internazionale.
Considerando la mia esperienza in Francia, posso dirvi che, se potessi
scegliere fra parlare francese e parlare arabo, avrei scelto l’arabo. Si tratta di una lingua bella in se stessa, così come i molti aspetti della relativa cultura. Ma, conoscendo sempre meglio i miei amici musulmani più
giovani, scopro rapidamente che l’arabo, per loro, è una lingua straniera, soprattutto per quelli di seconda generazione - i più aperti al Vangelo.
Volendo rappresentare graficamente con un triangolo il mondo dei
nostri amici, possiamo dire che la lingua dei loro genitori si trova al vertice. Tuttavia, la base del triangolo, a livello linguistico, sta mutando ed
espandendosi. Che ti piaccia o no, il tuo amico si sta inserendo in una
nuova realtà culturale e linguistica che adotta gli standard occidentali. Il
triangolo nella figura 14 cresce dalla base: i giovani stanno guadagnando terreno rispetto agli anziani. Prendiamo ad esempio il caso della
Francia: qui vediamo una prima generazione cresciuta in un contesto
Figura 14: Modelli linguistici in fase di cambiamento
137
L’ISLAM INTORNO A TE
linguistico arabo e/o berbero del Nord Africa. La generazione successiva, più familiare e a suo agio con la lingua francese, sta superando di gran lunga la prima.
Quindi, perché non dovremmo incoraggiare chiese locali formate da
soli convertiti dall’islam? Una risposta, sicuramente, è data dal fatto
che per la maggioranza dei giovani convertiti, la prima lingua sarà il
francese o l’inglese. La lingua del paese d’adozione costituisce il
mezzo basilare per conversare in una bottega o all’angolo della strada. Senza eccezione, i nuovi convertiti in Francia desiderano far parte
di una chiesa evangelica francese. Desiderano avere dei legami solidi
con la comunità nella quale vivono, esigenza che cresce quando questi ex-musulmani sperimentano il rigetto dalla comunità d’origine.
Nel nuovo ambiente della comunità cristiana, il credente si trova a
vivere dei conflitti inaspettati, oltre a discriminazioni razziali. Altri
potrebbero nutrire aspettative non realistiche per quanto riguarda
l’aiuto che la chiesa locale dovrebbe fornire loro. La chiesa stessa
potrebbe spingere il nuovo credente alla ribalta, presentandolo al
pubblico come “il nostro convertito dall’islam”. Tali conflitti non ci
dovrebbero sorprendere. Uno dei primi eventi nella chiesa primitiva,
narrato negli Atti, ci illustra lo stesso tipo di problematica. In Atti 6:17, vediamo che «sorse un mormorio da parte degli ellenisti contro gli
Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana». Entrambi i gruppi vivevano nella stessa nazione, eppure
manifestavano schemi comportamentali e di pensiero molto diversi
tra loro; gli ebrei ellenisti erano cresciuti nell’ambito di una cultura
in cui si parlava il greco, mentre gli Israeliti erano radicati nella cultura ebraica. I due gruppi si guardavano in cagnesco. Una tale situazione rappresenta in sintesi il conflitto che sorge nelle menti di molti
che provengono da un ambiente musulmano. Essi si chiedono: “Ma
perché questi credenti europei [o americani] non mi comprendono?”
La Chiesa primitiva passò subito all’azione. Stefano, Filippo, Procoro
e gli altri, con l’apporto della prospettiva che derivava dai loro ambienti culturali di provenienza, risucirono a risolvere l’emergenza. Fecero
138
I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE
in modo che i due gruppi si amalgamassero, offrendo soluzioni pratiche a problemi che avrebbero potuto dividere la Chiesa appena nata.
Allo stesso modo, anche oggi, Dio suscita uomini e donne ripieni di
Spirito Santo che hanno una sensibilità interculturale. Ciò permette
loro di gettare un ponte fra i convertiti dall’islam e le chiese locali. È
d’importanza vitale che tu sia familiare con l’ambiente d’origine, sia
culturale e sia spirituale, del convertito. In questo modo, potrai costituire un valido ponte fra il tuo amico e la chiesa locale.
La Chiesa come comunità
A questo punto, dobbiamo chiederci: “Che tipo di chiesa può risultare più idonea per un musulmano convertito che vive in occidente?”
Vorrei cercare di darvi un’idea del tipo di chiesa in cui i convertiti dall’islam potranno integrarsi ed esercitare i loro doni.
Prima di tutto, la chiesa locale dovrà essere flessibile da un punto di
vista culturale, come lo fu la chiesa di Gerusalemme in Atti 6. Molte
chiese francesi, nelle quali i musulmani si sentono più a proprio agio,
sono quelle con una notevole presenza straniera, nel senso che è frequentata da cittadini francesi vissuti in Nord Africa e quindi familiari con quella cultura. Tra di loro possiamo trovare anche membri provenienti da altre culture o nazioni.
Un elemento indispensabile per quella chiesa che voglia far sentire a
proprio agio i suoi membri ex-musulmani, è che sia premurosa ed
accogliente, facendoli sentire come a casa. In Francia, ho potuto trovare due tipi di chiese evangeliche che si adattano bene ai bisogni dei convertiti dall’islam: alcune assemblee dei Fratelli ed altre pentecostali. Ho
collaborato con chiese locali di entrambi le denominazioni, e ciascuna
sperimenta un vero successo nell’opera fra i musulmani. Si tratta di
chiese che accolgono i nordafricani e li mettono in grado di lavorare per
Cristo. Dovremmo tener presente che il nostro amico musulmano
ricercherà sempre due caratteristiche in un’assemblea locale: flessibili-
139
L’ISLAM INTORNO A TE
tà culturale e l’espressione pratica dell’ amore cristiano. I nuovi credenti hanno bisogno che la chiesa locale diventi la loro nuova famiglia.
Perché alcune chiese sono più efficaci di altre nel processo d’integrazione di nuovi convertiti dall’islam? Le due denominazioni di cui
sopra si trovano agli estremi di uno schema pratico e teologico. Di
conseguenza, l’efficacia non dipende dalle loro posizioni teologiche. A
parer mio, il motivo è legato al fatto che esse riproducono la umma o
spirito comunitario tanto familiare ai nordafricani. Questi gruppi di
credenti hanno differenze notevoli fra di loro, ma hanno in comune un
sincero desiderio di curare l’individuo sotto tutti gli aspetti. Se
qualcuno ha bisogno di lavoro, lo aiutano a trovarlo. C’è da imbiancare? Li vedrai arrivare a casa, pronti a dare una mano, portandosi dietro un bel pranzetto da consumare tutti insieme. Anche laddove altre
chiese riscontrano esiti positivi, i motivi alla base sono gli stessi.
La posizione dottrinale da sola non basta per attirare un convertito
dall’Islam alla chiesa. Non credo, tuttavia, che un convertito possa
trovare aiuto spirituale in certe chiese protestanti più liberali; sono
chiese che spesso fanno compromessi con la chiesa cattolica romana
o, in alcuni casi, persino con gruppi islamici locali. Ci sono anche
gruppi pentecostali che ricercano attivamente un punto di contatto
coi cattolici romani; se un convertito dall’islam si unisce ad un gruppo del genere, finisce per passare da un sistema autoritario e antibiblico, l’islam, per ritrovarsi in un contesto altrettanto autoritario e
antibiblico; una situazione inopportuna, possibilmente da evitare.
I convertiti dall’islam potrebbero incontrare difficoltà nella ricerca di
una chiesa locale in cui ambientarsi. Louab, sentendosi accettato e
come a casa nella sua chiesa, era impegnato attivamente nell’edificazione del locale di culto. Saami divenne una figura chiave nelle attività giovanili e nell’organizzare campeggi cristiani per una chiesa del sud della
Francia. Abdelkader, al contrario, si sentiva sempre più infelice all’interno della propria chiesa. Percepiva una discriminazione nei suoi confronti e si sentiva isolato, perché era più povero della maggior parte degli
altri membri. Nel caso di Ridha, i leader della chiesa locale non gli chie-
140
I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE
sero mai di distribuire il pane e il vino durante la Cena del Signore,
nonostante fosse anche battezzato. Ma Dio benedisse la sua fedeltà nel
portare a termine un compito che svolgeva dietro le quinte, ossia, gestire l’invio d’opuscoli per una campagna evangelica della chiesa.
Come si svolge il processo d’integrazione in una chiesa? L’apostolo
Paolo lo spiega bene: «Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né
schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete
uno in Cristo Gesù» (Galati 3:28). Se hai il peso per i musulmani intorno a te, perché non parlarne col tuo pastore? Chiedigli di farlo presente
al consiglio di chiesa. Sarebbero favorevoli, qualora un musulmano si
convertisse, ad accoglierlo in seno alla chiesa? Potreste valutare insieme
i passi necessari per far sì che il buon proposito divenga realtà.
Nel centro di Marsiglia, in Francia, c’è una vecchia cattedrale cattolica in mezzo al quartiere arabo che sta andando in rovina. Questa città
portuale nel meridione della Francia è assolata quasi tutto l’anno. Se
vi trovate a passeggiare nel centro di Marsiglia, troverete degli anziani
nordafricani seduti sulle ampie scalinate della cattedrale. La loro presenza ci suggerisce una metafora interessante. Stiamo analizzando il
delicato processo d’integrazione di nuovi cristiani arabi in chiese occidentali. Questo processo richiede tanta grazia e una grande apertura
spirituale. La chiesa, (costituita in maggioranza da gente nativa del
paese occidentale in questione) che riceve il nuovo convertito, si dovrà
impegnare ad accoglierlo degnamente. I convertiti dall’islam si trovano, per tornare alla metafora della cattedrale, sulla scalinata, all’ingresso della chiesa. Anche loro, naturalmente, dovranno prendere
delle iniziative, ma io e te potremo sostenerli nel processo d’integrazione nella chiesa locale. Nell’esercizio dei doni particolari che Dio
darà loro, apporteranno un grosso contributo all’opera; alcuni diventeranno dei “pilastri”, con una posizione di rilievo nella chiesa.
Leader d’origine musulmana
La moglie di Said si unì a lui nel seguire Gesù Cristo come Signore
della loro vita. La loro piccola famiglia iniziò a cambiare da un punto
141
L’ISLAM INTORNO A TE
di vista spirituale, man mano che la coppia cresceva nel Signore. Un
giorno, scoprirono nei pressi del loro condominio, una chiesa evangelica libera, appena fondata. Iniziò così la loro prima esperienza di vita
di chiesa. Spesso ricordavamo loro che le chiese d’oggi sono “bibliche”, ma non come ci si aspetterebbe: le chiese hanno oggi gli stessi
problemi di quelle dei tempi della Bibbia! Malgrado ciò, esse offrono
vera comunione e sano insegnamento biblico. Tutto ciò è in forte contrasto con la realtà circostante. Atti 2:46 descrive la vita vibrante ed
espansiva del popolo di Dio: «E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo
insieme, con gioia e semplicità di cuore». Lo Spirito Santo ci fa conoscere il risultato un tale stile di vita: «lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno
coloro che erano salvati» (v.47).
Nella vita di Said e Kinza, l’impatto di maggior rilievo fu quello del
pastore Bertrand, un umile servo di Dio, il cui insegnamento rifletteva apertamente il suo stile di vita. Andando avanti nel ministero, Said
e Kinza vennero a contatto con vari problemi della loro chiesa locale,
che affrontarono entrambi con molta saggezza. Mia moglie ed io ci
rallegrammo molto nel vederli abbeverarsi alla fonte d’acqua viva
della Parola di Dio, «come bambini appena nati» (1 Pietro 2:2). Poi,
venimmo a sapere che il signor Bertrand aveva dovuto abbandonare il
suo ruolo di pastore a causa dei problemi di salute di sua moglie. Ma
i nostri amici rimasero saldi, e proseguirono col ministero nella chiesa locale. Oggi Said è attivo come leader evangelistico. Kinza talvolta
non si sente completamente a suo agio, poiché è l’unica donna nord
africana in quella chiesa. Ma non si sognerebbe mai di lasciarla.
Forse una chiesa araba sarebbe più adatta ai loro? A questa domanda
Said e Kinza risponderebbero di no. Tuttavia, la comunione fraterna con
membri di un gruppo locale li ha molto incoraggiati. Nessuno di noi può
prevedere che forma prenderà il loro ministero futuro mentre continuano a svolgere il loro ruolo di leader nella chiesa. Gesù stesso edifica la
Sua chiesa usando materiali molto diversi fra loro (Matteo 16:18).
Talvolta il progresso spirituale del nostro amico/amica ci può deludere.
142
I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE
In quei casi dobbiamo ricordarci a chi si rivolgeva Gesù con la famosa affermazione: «su questa pietra edificherò la mia chiesa». Fu rivolta a Pietro, un uomo con tutte le mancanze ed i difetti di questo
mondo. Sappiamo che i nostri amici nordafricani cresceranno perché
hanno messo radici in una chiesa locale.
Ci sono due piccole chiese in una città che conosco, dove i convertiti
dall’islam si sono integrati alla perfezione. I membri d’ambo le chiese si riuniscono in gruppi familiari, nelle case, e includono gente d’altre nazionalità e sono capaci di adattarsi ai bisogni particolari dei
nuovi credenti. Io credo che i gruppi (o cellule) familiari, in alcuni
casi, possano costituire una soluzione pratica al problema dell’integrazione dei nuovi convertiti in una chiesa locale.
I cristiani d’origine araba e berbera apportano al corpo di Cristo in
Europa dei doni unici nel loro genere. Le tensioni razziali sono fra le
questioni più importanti per le quali urgono soluzioni immediate da
parte di politici, assistenti sociali e cittadini comuni. I palazzoni popolari a molti piani sono flagellati da violenza e odio razziale. La chiesa locale, in questo contesto, diviene un modello delle soluzioni che Dio può
fornire. Nella chiesa locale, arabi, europei, africani ed asiatici adorano e
lavorano assieme come un sol uomo. Paolo affrontò questi problemi alla
stesso modo. Egli ci ricorda che «Lui [Cristo], infatti, è la nostra pace;
lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di
separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia»
(Efesini 2:14). Cristo ha creato «…dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace» e «Con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate
lontani e la pace a quelli che erano vicini» (Efesini 2:15, 17).
Il problema della congregazione di convertiti dall’islam
Alcuni sostengono che si dovrebbe cercare di creare delle moschee
messianiche ed incanalare i convertiti dall’islam in un ambiente, si
rifà un po’ al modello di moschea locale. Ma qui si riferiscono non
solo alla struttura fisica dei locali, ma anche alla forma in cui presen-
143
L’ISLAM INTORNO A TE
tare il messaggio stesso31. Talvolta, con una punta d’ingenuità, c’illudiamo di sopperire alla mancanza di reazioni favorevoli fra i musulmani con una soluzione facile e veloce.
Desidero, invece, sottolineare che il problema fondamentale dell’opposizione all’evangelizzazione e al discepolato non è un
problema di natura antropologica, bensì teologica. Non possiamo prendere alla leggera l’essenza della religione islamica; la sua
duplice negazione, sia della divinità di Gesù sia della Sua morte per i
nostri peccati, si contrappone nettamente alla nostra fede. I musulmani trapiantati in occidente, all’inizio esprimono in parte tale negazione, come derivato dal Corano. I loro preconcetti non si possono
smantellare con rimedi miracolosi. Dobbiamo pregare e sarà Dio ad
operare. Noi dobbiamo proclamare il nome di Cristo poiché «In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome
che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo
essere salvati» (Atti 4:12). A questo punto, ti consiglierei, caro lettore, di ripassare il capitolo riguardo alle obiezioni dei musulmani. Ti
rammenterà che il problema di fondo è di natura spirituale e biblica.
È vero che il nuovo credente deve integrarsi in una chiesa locale già
esistente, ed è altrettanto vero che le persone d’origine musulmana
hanno bisogno di comunione, le une con le altre. Il tuo ruolo potrebbe essere quello di catalizzatore nel presentare il tuo amico/la tua
amica ad altri credenti di origine musulmana, che magari frequentano una chiesa locale di tua conoscenza. Tu, come credente che opera
in altre culture, avrai un compito importante nell’aiutare il tuo discepolo a scoprire il corpo di Cristo nella sua interezza, al di là dello
stretto confine della chiesa locale.
I matrimoni interculturali
A questo punto, è necessario che io dedichi qualche riga al delicato
argomento dei matrimoni interculturali. Che fare quando i nostri
amici incontrano, nell’ambito della chiesa locale, il compagno per la
144
I CONVERTITI DELL’ISLAM E LA CHIESA LOCALE
vita, ma di cultura diversa? Prima di tutto, consiglio vivamente di parlarne, se possibile, con un credente maturo d’origine musulmana. In
secondo luogo, organizza un incontro con le parti coinvolte nella relazione per discuterne le implicazioni32. Una comunicazione schietta e
sincera costituisce una chiave importante per l’esito futuro del rapporto. Un contatto con altre coppie miste, nell’ambito di piccoli gruppi, sarebbe l’ideale. In ogni caso, ci vuole tempo prima che il neo convertito possa dimostrare la concretezza della sua fede in Cristo.
Sarebbe buono chiedersi: si tratta di una professione di fede fatta col
solo scopo di sposarsi ed ottenere così un permesso di soggiorno permanente? Questa domanda ci aiuterà a scoprire eventuali motivazioni sbagliate dietro alla richiesta di unirsi ad una chiesa.
Tu sei parte di una chiesa locale. Su questa base, cerca di aiutare il tuo
amico a trovare un ruolo nella chiesa locale. Dovrai affrontare con onestà
e pazienza alcune delle problematiche menzionate in questo capitolo.
Sottolinea i modi positivi in cui Dio sta usando la chiesa in relazione alla
tua vita. Ricorda che la potenza dello Spirito Santo nella vita d’ogni credente diviene un modello per cambiare la società in cui Dio li ha posti.
Per la riflessione
1. La chiesa che frequento potrebbe essere un luogo adatto per accogliere il mio discepolo?
2. Quali passi potrei intraprendere per contribuire a renderla più
ospitale verso i convertiti dall’islam?
3. Vi sono membri stranieri nella mia chiesa locale? Il mio amico
arabo si troverebbe a suo agio in mezzo a loro?
Per la pratica
1. Parla coi leader della tua chiesa locale. Si metterebbero a disposizione
per offrire una soluzione pratica e spirituale al nuovo convertito dall’islam?
2. Inizia una serie di studi biblici elementari in casa tua. Invita credenti
145
L’ISLAM INTORNO A TE
provenienti da varie nazioni a partecipare. Incoraggia il tuo amico/la
tua amica a far parte di questo gruppo.
Per l’approfondimento
1. Quali delle chiese menzionate nel Nuovo Testamento assomiglia di
più alla tua?
2. Quali caratteristiche delle chiese descritte nel Nuovo Testamento
potrebbero avere un impatto sul tuo amico?
3. Rileggi il libro degli Atti. Identifica gli elementi del Vangelo che
potrebbero colpire in modo significativo il tuo amico. Prega e impegnati per far sì che questi elementi divengano sempre più rilevanti
nella vita della vostra chiesa.
Note:
30L’espressione
fa riferimento ad una similitudine con ciò che avviene
quando si va dal dentista. In pratica, un’evangelizzazione estrattiva porta
a “estrarre” i nuovi cristiani d’origine musulmana dalla loro comunità
formata dai familiari e dagli amici, in modo brusco e brutale, proprio
come avviene quando il dentista è costretto ad estrarre un dente malato.
31Un
mio amico nordafricano svolge un ministero molto efficace fra
musulmani nordafricani. Egli crede che quest’idea di chiese separate,
create appositamente per ex musulmani, derivi da orientamenti occidentali che scaturiscono da scienze come l’antropologia culturale.
Inoltre, egli non crede che si tratti di un’idea biblica. Io aggiungerei che,
in ogni caso, un metodo missionario che viene usato in una parte del
mondo musulmano potrebbe non rivelarsi appropriato in un’altra zona.
Gli arabi guadagnati a Cristo in Europa appartengono ad una categoria
ben diversa e vivono in nazioni dove già esistono chiese evangeliche.
32Nel caso in cui comprendiate la lingua inglese e possiate accedere a librerie
evangeliche o distributori in altre nazioni, vi consiglio un libro adatto per
approfondire quest’argomento: Love Across Latitudes di Janet Fraser-Smith.
146
9
COMUNICARE L’AMORE
Come si fa a comunicare l’amore?
In che veste si presenta l’amore?
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, molte persone guardarono alla
comunità scientifica aspettandosi grandi passi avanti per il genere
umano. Presto le istituzioni e i loro leader avrebbero inaugurato un’epoca di buon governo e un pacifico vivere comunitario. Questi ideali dorati ci fanno ridere quando guardiamo al mondo di oggi. Ma dove è andato a finire il progresso che ci aspettavamo? L’Europa è esplosa in conflitti etnici e la maggior parte del resto del mondo si comporta in modo
analogo. Se non siamo in guerra gli uni contro gli altri, ribolliamo interiormente di rabbia. Il profeta Isaia ci dice che il Messia è il Principe
della Pace (Isaia 9:5-6). I mezzi di comunicazione che dovrebbero aiutare a capirci gli uni gli altri non ci mancano, abbiamo internet. Ma perché l’amore non ci spinge ad abbracciare coloro che ci sono attorno?
Perché siamo incapaci di superare gli intoppi del pregiudizio e dell’odio
che fanno in modo che le persone siano in dissidio l’una con l’altra?
Non ci vuole tanto per scoprire la risposta. Basta leggere il contesto del
bellissimo brano di Isaia citato sopra, che annuncia la venuta del Messia.
Nel versetto 4, il profeta ci narra “Ogni calzatura portata dal guerriero
nella mischia, ogni mantello sporco di sangue, saranno dati alle fiamme,
saranno divorati dal fuoco”. La guerra e l’odio costituiscono delle realtà
terribili. Eppure, avete notato il tempo del verbo? Isaia, parlando al futuro, afferma “saranno”. Con il ritorno di Gesù Cristo per giudicare il
mondo, tutte le guerre cesseranno. Ogni giorno siamo testimoni delle
piccole, ma non per questo meno tragiche, guerre di animosità ed odio
sulle strade delle nostre città. Un aspetto spesso dominante in questi
conflitti viene sottolineato dalle cronache. Le incomprensioni continue
L’ISLAM INTORNO A TE
fra i popoli musulmani ed il mondo occidentale sono paragonabili ad
una ferita aperta che non si riesce mai a risanare.
Credo fermamente che noi, in qualità di cristiani, possiamo portare
una risposta, la quale non passa mai per la mente della maggior parte
degli studiosi delle scienze sociali e degli assistenti sociali. Essi cercano di fasciare le ferite provocate dall’odio. Potremmo sembrare
insignificanti sia ai nostri occhi che a quelli di coloro che ci circondano, ciò nondimeno, giorno dopo giorno stiamo costruendo l’edificio
dell’amicizia con il nostro amico/la nostra amica. Mettiamo al posto
giusto un pilastro dopo l’altro. Iniziamo semplicemente prendendoci
del tempo per parlare con una o due persone fra i milioni di quelle,
che sul nostro pianeta terra, aderiscono all’islam. Abbiamo già imparato il fatto che il nostro messaggio deve far fronte ai bisogni da esse
avvertiti. Quando diamo la nostra disponibilità, scopriamo persone
reali, persone nascoste agli sguardi di gran parte del mondo cristiano
che le circonda. Il nostro approccio verso di loro dovrà includere una
comprensione della loro cultura ed un vero rispetto per essa.
Paolo aveva proprio ragione quando parlò di come l’amore di Cristo
deve costringerci all’azione (2 Corinzi 5:14). Per usare ancora una
volta alcune metafore legate al mondo dell’edilizia, potremmo dire
che l’amore è come lo smalto posto sull’opera che Dio sta facendo
nella vita del nostro amico. Come una superficie in legno ruvido non
è attraente senza che venga laccata con dello smalto, così pure la
nostra testimonianza, senza l’amore, anche se seguiamo tutti i consigli, non risulterà attraente. Paolo ce lo ricorda in modo forte nel capitolo 13 di 1 Corinzi. Lui è il nostro grande esempio missionario di
testimonianza a persone molto diverse da noi.
Ora ripasseremo alcuni elementi che potrebbero aiutarci nel nostro
modo di avvicinarci ad un amico musulmano. Nove canali attraverso cui
far scorrere il nostro amore ci aiuteranno a conquistarne il cuore.
Quando la nostra testimonianza ed il nostro discepolato si muovono
secondo queste linee guida, risulteranno fruttuose per gli anni a venire.
Notate il disegno con la freccia. L’estremità della freccia rappresenta il
148
COMUNICARE L’AMORE
Figura 15: Il punto d’ingresso
nostro approccio verso il nostro amico musulmano. Ovviamente, questo
punto di ingresso è estremamente importante. La punta o estremità
della freccia è ciò che determina l’impatto iniziale del messaggio. Noi ci
avviciniamo al nostro amico con un sorriso in faccia e l’amore nel nostro
cuore. Il nostro amico, vedendo il nostro amore, sarà molto più felice di
ascoltare ciò che abbiamo da dire. L’amore di Cristo ci costringe. Il Suo
Spirito in noi ci costringe ad intraprendere una conversazione. Iniziamo
a condividere la nostra fede con amore. Il messaggio (rappresentato nel
disegno con ciò che è contenuto nella freccia) fluisce verso l’obiettivo: i
bisogni profondi che il musulmano avverte.
L’enfasi attuale sui popoli nascosti desta molto interesse in chi desidera
raggiungere coloro che sono ancora senza fede in Cristo. Moti immaginano che fuori dall’ovile della chiesa siano i membri di una tribù primitiva in qualche luogo sperduto. Ma gli studenti mediorientali dell’università della tua città costituiscono un popolo nascosto, non raggiunto
per Cristo. Essi hanno una propria cultura che va compresa, poiché l’approccio giusto prepara la strada per la trasmissione del Vangelo. I commercianti berberi a Marsiglia costituiscono un altro gruppo che va raggiunto. Un giorno incontrai un uomo proveniente dalla bellissima isola
turistica tunisina di Djerba. Entrai nel suo negozio di alimentari in una
zona francese della città di Marsiglia, non lontana da dove io e la mia
famiglia una volta vivevamo. Mi domandai se, in passato, qualcuno avesse parlato con lui dell’amore di Gesù Cristo. Quanti popoli nascosti
vivono nella tua città?33 Andando incontro a loro con amore, scopriamo
che nessuna persona è nascosta dall’amore di Dio in Cristo.
149
L’ISLAM INTORNO A TE
Possiamo pensare all’interno della freccia in figura 15 come composto di nove parti che seguono la punta della freccia; la punta della
freccia va identificata con il nostro approccio iniziale. La freccia rappresenta una testimonianza per Gesù Cristo che viene portata avanti
con sensibilità ed in modo appropriato. Dobbiamo ricordarci che non
esistono soluzioni magiche. Chiedi allo Spirito Santo di aiutarti a
rispettare le caratteristiche particolari della vita e del pensiero del tuo
amico/della tua amica. Nel resto del capitolo cercheremo di prendere
in esame nove aspetti che influenzano la vita ed il pensiero della persona che stai cercando di raggiungere con il Vangelo e che influenzano la comunicazione del messaggio. Le Sacre Scritture ci danno molti
insegnamenti per capire meglio questi aspetti. Se li terremo presenti, riusciremo a scoprire una persona nascosta alla vista di altri cristiani. Non è poi a questo che faceva riferimento Gesù nel Suo racconto toccante della pecora smarrita (Luca 15:17)?
Quale dei seguenti aspetti costituisce un elemento per poter aprire
un dialogo e approfondire il vostro rapporto interpersonale?
La prospettiva emotiva
La persecuzione
La pazienza
La priorità delle Sacre Scritture
Le relazioni fra parenti
Superare i miti
La potenza dell’islam popolare
La pace di Dio
Il ruolo della donna
Il messaggio d’amore di Paolo che troviamo in 1 Corinzi 13 portò a del
frutto permanente. Come mai? Paolo si prefisse di “farsi ogni cosa a
tutti”, per poterli conquistare per Cristo. Egli parlò in una maniera
agli ateniesi, uomini di cultura (Atti 17), ma si avvicinò ben diversamente ai corinzi e agli efesini (Atti 18 e 19). Dobbiamo stare attenti a
non cercare di mettere un piolo quadrato in un buco rotondo. Come
facciamo a comunicare l’amore? Sant’Agostino era un berbero nordafricano e un leader nella Chiesa primitiva. Una volta egli chiese “Che
aspetto ha l’amore?” Ci sono nove canali per comunicare l’amore.
150
COMUNICARE L’AMORE
Il primo canale: la prospettiva emotiva
Una sera, nella cittadina francese di S. Martin le Vinoux, un
mio amico ed io abbiamo incontrato uno studente musulmano
zelante. Per parecchio tempo conversammo intensamente in
una moschea di fortuna. Si trattava di un edificio abbandonato,
appartenente niente meno che alla chiesa cattolica. Quello studente lavorava attivamente all’interno della moschea.
Successivamente, frequentò una riunione per studenti in un
centro giovanile cristiano. era uno dei pochi musulmani che era
presente a tale riunione. Alla fine della discussione, chiese se
potesse leggere la prima sura del Corano e la lesse con una
certa solennità, seguendo la metrica dell’arabo antico in cui il
libro è scritto. Improvvisamente, mi resi conto del perché l’avesse fatto. Egli era convinto fermamente che il Corano fosse la
straordinaria e unica parola di Dio. La bellezza della sua forma
poetica non era già in se stessa una dimostrazione della natura
stessa del Corano? Egli sentiva che la sua sola lettura avrebbe
avuto un impatto sugli idolatri cristiani presenti!
I nostri amici musulmani possiedono una sensibilità ed una creatività
particolare. Sono stati creati ad immagine di Dio. Il Corano è ufficialmente non traducibile e senza un filo conduttore a livello storico, al contrario della Bibbia. Come può un libro del genere suscitare così tanta
devozione da parte dei musulmani? Parte della spiegazione sta nella bellezza stessa della poesia araba. Anche i musulmani che non parlano
arabo vengono impressionati dai suoni che odono quando leggono.
La poesia ebraica è abbastanza diversa dalla poesia araba che troviamo
nel Corano. Dato che la struttura della poesia ebraica è basata sulla corrispondenza di idee piuttosto che sulla rima i libri poetici della Bibbia
sono pienamente traducibili in una lingua qualsiasi. Invece, c’è da dire
che le molte parti poetiche del Corano sono difficili da tradurre. Eppure,
i musulmani sono quasi sempre toccati dalla recitazione del Corano.
Essi direbbero che ciò avviene perché il Corano è la rivelazione di Dio.
Noi rispondiamo loro che la sua bellezza esteriore è una cosa apparen-
151
L’ISLAM INTORNO A TE
te che non potrà mai cambiare la vita morale trasformandoci dall’interno, partendo dal cuore.
I Salmi contengono un messaggio indirizzato non soltanto all’orecchio ma anche alla mente, alla volontà e al cuore. Essi costituiscono,
comunque, letteratura poetica che risulterà familiare per delle orecchie orientali. Cercate di leggere, o di far leggere al vostro amico uno
dei tanti salmi messianici (ad esempio, salmo 2, 22, 23, 24). Se possibile, è auspicabile che usiate una traduzione nella lingua del musulmano con cui state parlando. I libri poetici di Dio possono toccare un
tasto familiare al cuore del musulmano.
I popoli musulmani mostrano una sensibilità artistica notevole, che mi
porta a consigliarvi alcuni strumenti specifici che risulteranno utili per
poter esporre, in modo efficace, il messaggio biblico ai musulmani:
. Audiocassette con registrazioni di musica cristiana, purché proveniente da un contesto orientale. Ad esempio, esiste una giovane
cantautrice piena di talento che esprime la sua fede attraverso la
musica araba; la sua musica ha toccato molti che l’hanno ascoltata.
. Produzioni visive che usino arti grafiche tipicamente mediorientali (ad esempio calligrafia o figure provenienti dalla nazione d’origine del vostro amico).
. Videocassette, specialmente il film Jesus in arabo e nelle altre
lingue madri di molti musulmani. Talvolta le immagini che i
musulmani vedono, sollevano delle obiezioni (per esempio:
“Perché mostrate il viso di Gesù?”). Eppure, le verità bibliche
trasmesse hanno un impatto notevole.
Parlando della sfera dei sentimenti, dobbiamo stare attenti a non
manifestare la nostra rabbia, le nostre frustrazioni o la nostra amarezza quando siamo in presenza di musulmani. Se c’è rabbia, che si
manifesta, le ferite conseguenti forse non si rimargineranno mai. Un
medico occidentale cristiano viveva in Paese musulmano africano. Si
era trasferito lì per testimoniare della sua fede alla gente del luogo.
152
COMUNICARE L’AMORE
Poi i suoi rapporti con un altro collega occidentale si inacidirono. Un
giorno, era infuriato con lui, la sua ira si manifestò con parole ed azioni. Non poté più rimanere in quella nazione, la sua utilità per l’opera
era terminata. Ritornò subito in patria.
Inoltre, è possibile sbagliare non riconoscendo la natura degli orientali
con cui abbiamo a che fare e rimanendo, di conseguenza, disorientati.
Le persone del Nord Europa e del Nord Italia devono ricordarsi che non
tutti sono riservati e taciturni come loro. Dobbiamo permettere allo
Spirito Santo di guidare le nostre emozioni. Man mano che il frutto
dello Spirito si manifesta in noi ed attraverso di noi, scaturiranno l’amore, la gioia, e la pace . Allora lo Spirito di Dio potrà toccare anche la
parte più intima del tuo amico musulmano. Quale è la tua temperatura
emotiva quando sei in presenza del tuo amico/della tua amica?
Ricordati che la poesia è uno strumento potente! Non ti scoraggiare di
fronte all’attaccamento mostrato dal tuo amico alla bellezza esteriore
del Corano. Leggi la Bibbia insieme a lui e permetti allo Spirito di Dio
di inciderla sulla tavola del suo cuore (2 Corinzi 3:1-3). L’amore che
scorre attraverso il canale delle emozioni è come un balsamo acquistato in un mercato arabo. Esso può lenire e guarire cuori afflitti.
Il secondo canale: la pazienza
C’è un proverbio arabo che afferma “aS-Sabru huwwa kully shay” (un
detto che si potrebbe tradurre con le parole “La pazienza è tutto, l’intera palla di cera”). Un giorno, io e mia moglie ci trovavamo ad aspettare
l’arrivo di una coppia nordafricana cristiana con cui avremmo dovuto
trascorrere il fine settimana in un centro cristiano nelle alpi francesi.
Quel giorno stavo leggendo uno studio dottrinale a cura del pastore A.W.
Pink, un libro in inglese il cui titolo in italiano sarà La Sovranità di Dio
(in particolare un brano che parlava dei decreti divini), intanto il tempo
passava ed io rimuginavo: “Probabilmente non verranno. Siamo venuti
qui, viaggiando per due ore e mezza, per niente!” Alla fine, dopo circa
due ore e difficili ricerche, telefonai al centro di ritiro spirituale in cui
153
L’ISLAM INTORNO A TE
dovevamo andare. Il direttore mi disse “Cercate nell’altro parcheggio”: Andammo lì e scoprimmo che i nostri amici avevano aspettato
anch’essi, pressapoco quanto noi. La mia pazienza s’era sgretolata un
po’ troppo velocemente. Avevo dimenticato il principio della pazienza
e del saper aspettare la guida provvidenziale di Dio.
Per un certo periodo, a Marsiglia, collaborai con un uomo di
nome Roy Smith. Egli mi mostrò come predicare all’aperto
nelle zone arabe congestionate di quella città. Fino a quel
momento sapevo lavorare soltanto a tu per tu, poiché si lavora
così nelle nazioni a maggioranza musulmana. Non ho mai
dimenticato una frase che mi disse Roy durante quel periodo in
cui mi addestrava. Sorridendo mi disse: “John, vi sono cinque
regole per lavorare fra i musulmani. La prima è di perseverare.
La seconda è di perseverare. La terza e la quarta e la quinta ci
dicono anch’esse di perseverare”.
Mentre lanciamo la freccia del nostro messaggio, il nostro obiettivo è
di arrivare al punto in cui la Parola di Dio penetra nel cuore del nostro
amico musulmano. Dobbiamo ricordarci che Dio non vuole che nessuno perisca ma che tutti giungano al ravvedimento. Dio, il nostro
Padre Celeste, è perseverante nella pazienza. Dobbiamo imitarlo.
Figura 16: L’approccio diretto nella comunicazione.
Gesù parla di quell’aspetto del mandato missionario che ci ha dato
che potremmo denominare insegnamento (vedere Matteo 28:16-20).
I corsi per corrispondenza creati per i musulmani possono diventare
uno strumento vitale nella nostra testimonianza. In Francia esistono i
corsi della Radio School of the Bible, a cui fa riferimento anche la
154
COMUNICARE L’AMORE
missione M.E.t.A., che creano un contatto efficace con studenti provenienti da molte parti del mondo musulmano. Questi studenti
musulmani, attraverso i corsi per corrispondenza, possono studiare la
Bibbia nella riservatezza delle loro case. Molti fratelli seguono questi
studenti in preghiera, aspettando con pazienza che l’insegnamento
scritturale porti il suo frutto. Il nostro Signore Gesù diede un insegnamento perfetto ai suoi discepoli, insegnamento riportato nei capitoli 13 a 16 di Giovanni. Ma Gesù ci mostra anche come tale insegnamento vada ancorato ai cuori attraverso la preghiera. Egli pregò
per i Suoi discepoli, Suoi studenti, nel capitolo 17 di Giovanni.
Figura 17: L’approccio indiretto nella comunicazione.
Vi sono due metodi di comunicazione: diretta ed indiretta (vedere le
figure 16 e 17). Il metodo diretto può essere rappresentata da una
linea retta che collega noi e l’obiettivo della nostra comunicazione.
Invece, il metodo che userà più spesso il nostro amico musulmano è
quello indiretto; stiamo parlando di un approccio paziente.
Se noi occidentali desideriamo ottenere qualcosa da qualcuno, glielo
diremo in faccia (direttamente). Perché titubare? Dopo tutto, sappiamo ciò che vogliamo. I nostri amici musulmani, invece, potrebbero
usare un altro metodo. Anch’essi, alla nostra stessa stregua, deside-
155
L’ISLAM INTORNO A TE
rano raggiungere un obiettivo. Però potrebbero esitare e non osare
farlo direttamente, per la paura di essere maleducati o di far fare
brutta figura a qualcuno. E così potrebbero cercare di raggiungere il
loro obiettivo per vie traverse. Invece di bussare alla porta principale,
essi preferiscono arrivare dal retro. Perlomeno, è così che percepiamo
noi le cose. Questo modo di fare culturale lo troviamo in alcune narrazioni bibliche dell’Antico Testamento. Per avere un esempio di ciò
che intendo dire, leggete il racconto della ricerca da parte di Abraamo
di un luogo di sepoltura per Sara (vedere Genesi 23).
Il metodo da lui usato per arrivare a comprare la grotta di Macpela è
un esempio affascinante della strategia usata dagli orientali per evitare di far fare brutte figure ad altri. In questo racconto biblico vediamo che nessuno affrontò direttamente la questione. Gli Ittiti, i vicini
di Abraamo, non la affrontarono direttamente, e anche Abraamo usò
il metodo indiretto. Possiamo imparare molte lezioni culturali
dall’Antico Testamento, che ci aiuteranno a far penetrare il nostro
messaggio nei cuori dei musulmani.
Il terzo canale: le relazioni fra parenti
In un capitolo precedente, abbiamo esaminato differenze culturali
fondamentali ed abbiamo visto l’importanza della umma cristiana,
cioè della chiesa locale. Ora continuiamo il discorso. Come farai a
sfruttare praticamente la realtà della rete di rapporti interpersonali
che ha già il tuo amico/la tua amica? Il Signore Gesù lavorò sfruttando la rete di amici e parenti (Giovanni 1). Riesci ad intravedere come
potrà operare ancora una volta il Signore, attraverso queste relazioni
familiari, mentre testimoni per Lui?
Non dimenticare mai che il tuo amico vive ed agisce all’interno di una
cerchia di rapporti interpersonali che non è molto diversa da una matrice o da una rete. Trascorrendo del tempo a casa del tuo amico, incontrerai altri membri di questa rete. Ciascuno dei componenti del gruppo
familiare risulterà essere più o meno influente. Nella gerarchia esterna
156
COMUNICARE L’AMORE
Figura 18: La rete di rapporti interpersonali
più elevata, il padre si trova nel primo cerchio di influenza. Il figlio
non può prendere in prestito l’automobile senza il permesso di suo
padre. Anche la sua gita al mare dovrà essere approvata dal padre.
La madre opera in un’altra cerchia, rimossa dal centro, e questo a
causa del fatto che i rapporti fra maschi e femmine sono diversi nel
mondo orientale. Certamente, è ovvio che come per tutte le norme
culturali, anche in questo caso le situazioni stanno cambiando costantemente. Inoltre, si sa che le madri di solito hanno un posto particolare nei cuori dei loro figli. La loro influenza viene rafforzata dalle molte
espressioni d’amore negli anni. Purtroppo, in alcuni casi, l’influsso
della madre viene cementato attraverso delle pratiche occulte. Nel suo
modo di pensare, lei sta soltanto promovendo il benessere di suo figlio
o di sua figlia. Secondo mia moglie, il ruolo delle donne negli aspetti
occultistici dell’islam popolare è un ruolo preponderante.
Anche uno zio (fratello del padre) può ricoprire un posto importante ed
un ruolo di peso. Ciò sarà ancora più probabile se è più anziano del
padre. Egli si trova vicino al secondo cerchio. Un fratello più giovane
potrebbe trovarsi lontano dal secondo cerchio, un altro più vicino. Alcuni
di questi aspetti sono simili a ciò che troviamo anche in alcune famiglie
occidentali. Però, bisogna dire che l’influenza della cerchia familiare
157
L’ISLAM INTORNO A TE
orientale probabilmente sarà molto diversa da quella di molte famiglie occidentali. Un simile tipo di situazione rimarrà una realtà anche
per parecchie generazioni, nonostante il fatto che si tratta ormai di
immigrati che vivono stabilmente in Occidente.
Dobbiamo trascorrere la maggioranza del nostro tempo in quelle attività che producono molto frutto. Il contatto faccia a faccia con le persone, in piccoli gruppi e in situazione familiari, ricompenserà i nostri
sforzi. Quante ore trascorriamo con i musulmani? Se li amiamo, trascorreremo molto tempo con loro. Poi vedremo espandersi la potenza
del Vangelo, proprio come avvenne attraverso il ministero di Gesù con
i Dodici. Questo nuovo corso in campo spirituale iniziò con la cerchia
interna di Pietro, Giacomo e Giovanni.
Mia moglie ed io trascorremmo del tempo in campagna assieme ad una coppia araba cristiana. Con nostra grande sorpresa,
essi vennero a stare con noi quel fine settimana accompagnati
dalla loro nipote, Iezebel. (Purtroppo, qualche anno più tardi
fece onore al suo nome!). Prima che arrivassero, ci aspettavamo
che avremmo trascorso assieme del tempo come coppie.
Iezebel venne perché faceva parte del loro parentado, della loro
rete familiare. Quindi, possiamo dire che la portarono con loro
con naturalezza, proprio perché era una loro parente stretta.
Iniziai dandole alcune risposte classiche alle obiezioni che i
musulmani comunemente fanno. Gradualmente, però, io e mia
moglie ci rendemmo conto che non si trattava di questioni che
preoccupavano Iezebel. Mia moglie riassunse in modo conciso
il nostro tempo con lei affermando: “Tutto ciò che desiderano
ardentemente nella vita questi giovani musulmani è di trovare il
giusto coniuge e di avere una famiglia felice e in armonia”. Non
sono molto diversi da molti di noi. Non è vero?
La tua chiesa locale deve sostenere attraverso l’intercessione collettiva coloro che hanno un dono speciale nel rapportarsi con i musulmani. Forse la chiesa locale potrebbe anche pensare alla sponsorizzazione di questi testimoni, coprendo le loro spese legate al trasporto, per
158
COMUNICARE L’AMORE
i materiali evangelistici e per l’intrattenimento (cibo, bevande, ecc.)
dei musulmani. Pregate dunque il Signore della Messe, affinché testimoni di questo tipo possano essere mandati nella messe dei musulmani che si trovano nelle nostre nazioni occidentali.
Il quarto canale: la potenza dell’islam popolare
Ti ricorderai che abbiamo affrontato in profondità questo argomento
in un capitolo precedente. Chi viaggia per il Nord Africa, vede molti
piccoli edifici bianchi con tetti a forma di cupola. Si tratta delle tombe
degli auliaa, i cosiddetti santi o marabout. Sono le tombe dei santoni
musulmani e molti musulmani credono che i loro spiriti influenzino
ancora i viventi rimasti sulla terra.
Mia moglie ed io spesso andavamo a trovare un algerino che
aveva una conoscenza profonda del Corano e della storia dell’islam e dell’Algeria. Era un piacere parlare con quell’uomo di cultura. Egli è l’unico musulmano che io conosca che abbia letto
nella sua interezza la Bibbia in arabo. Una volta lo misi di fronte
alla questione delle tombe dei santi. Egli rispose con una frase
efficace: “Non bisogna sminuire l’importanza dei marabout.”
Interroga l’amico/l’amica che stai seguendo riguardo alle tombe e alla
venerazione dei santi ivi sepolti. Per farlo, potresti usare qualche foto
tratta da un libro su una nazione musulmana. Testi del genere si trovano in biblioteche comunali ben fornite. Prepara, con la preghiera e
lo studio, un brano biblico pertinente alla risposta che il tuo amico ti
dà dopo averlo interrogato riguardo a queste tombe. Usa tale brano la
prossima volta che vi incontrate.
Figura 19: Il potere di Cristo su Satana.
Cercherai di comunicare il messaggio di speranza e potenza in Cristo.
159
L’ISLAM INTORNO A TE
Forse all’inizio della tua presentazione, dovresti comunicare il messaggio di del potere di Gesù Cristo sul mondo spirituale. Uno dei
professori dell’università biblica che ho frequentato a suo tempo mi
ha suggerito che questo tipo di approccio potrebbe fornire una chiave per raggiungere il cuore del musulmano. Prendi del tempo per
riflettere su vari brani riguardanti la vittoria di Cristo su Satana.
Questi brani e riflessioni potranno costituire uno strumento potente
nella comunicazione con un musulmano. Il mondo dell’occulto è il
loro mondo. Qui in Francia i programmi televisivi riguardanti eventi
strani (spesso legati all’occultismo) affascinano molti musulmani.
Visitando una famiglia di musulmani a casa loro, potresti notare un
versetto coranico appeso al muro o un poster de La Mecca. Magari
vedrai una “mano di Fatima” appesa nella nuova automobile del tuo
vicino di casa musulmano. Non si tratta di semplici decorazioni o
esempi di bella oggettistica: sono elementi rappresentativi di paure
reali, e costituiscono un tentativo di proteggersi da chi vuole del male.
Quali sono alcuni dei modi in cui potresti mettere in evidenza la potenza di Dio e del Suo Figlio, il nostro Signore Gesù? Varie esperienze da
me vissute potrebbero aiutarci a essere pratici nelle nostre riflessioni.
. Il nostro amico Nasser aveva studiato un anno all’università. Egli
aveva molta conoscenza di scritti magici, feticci e altri oggetti
occulti. Egli ci invitava regolarmente a casa sua. Eppure argomenti occultistici spesso facevano da sfondo alle nostre conversazioni. In casi come questi, bisogna cercare di narrare apertamente un racconto di quando Gesù ha cacciato un demone e vedere la
reazione dell’amico che ci sta ascoltando. Inoltre, bisogna mostrar
loro che Gesù ha anche il potere di perdonare i peccati.
. Quale posto hanno i libri magici fra i giovani musulmani? Una
volta mi trovavo a casa di un giovane musulmano nelle Alpi
francesi. In molte cose era simile a tutti gli altri adolescenti
residenti in Francia. La nostra conversazione cadde su libri e
formule magiche. Egli iniziò a parlare di un libro di famiglia in
160
COMUNICARE L’AMORE
alto su uno scaffale nel soggiorno. Dopo qualche parola persuasiva presentata con molto tatto, finalmente egli lo tirò giù e me
lo diede. Esaminai con molto interesse il grande volume, che
era scritto con grafia coranica antica. Mi fu subito palese che
conteneva formule magiche. Consultandolo, mi tornò in mente
l’episodio biblico dei libri magici bruciati dai neoconvertiti a
Cristo (vedi Atti 19:17-20). Leggi questo brano biblico con dei
musulmani e osserva la loro reazione.
. I feticci magici possono impedire a un musulmano di prendere
seriamente in considerazione il Cristo ed una dedizione completa
a lui. Pif è una rivista francese di fumetti piuttosto popolare, che ha
come pubblico di lettori i bambini. Alcuni anni fa pubblicò una
mano dondolante che si poteva mettere in macchina o in una stanza della casa. Sembrava una cosa piuttosto innocente, fin quando
la ritrovammo in vari luoghi, usata come amuleto, per la protezione delle persone in quella automobile o quella casa; fra i luoghi in
cui trovammo quell’oggetto c’era anche la bella Ford di un nostro
amico arabo. Un pastore francese che mostrò vero discernimento
fu molto turbato di fronte all’andamento di quella rivista.
Ricordatevi che, dietro gran parte della potenza del mondo dell’occulto, c’è la paura del cuore. Le persone non si apriranno facilmente per
parlare di simili aspetti della loro vita. Ma si tratta pur sempre di
aspetti molto reali. Se parli di una vittoria spirituale che Dio ti ha dato,
forse il tuo amico si aprirà con te riguardo a questi argomenti. I
musulmani hanno talvolta paura che li metteremo in ridicolo, se parlano dell’occulto. Essi sanno che il mondo degli spiriti è sin troppo
reale. Ce lo dovremmo ricordare anche noi. Le Sacre Scritture ci dicono anche che “l’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giovanni 4:18).
Il quinto canale: il ruolo delle donne nell’islam
La cultura musulmana è una cultura prevalentemente maschile. Se giri
per i bar e i mercati nei quartieri arabi delle città occidentali, noterai l’as-
161
L’ISLAM INTORNO A TE
senza quasi totale di donne. Alcuni anni fa, un gruppo d’attiviste marocchine per i diritti delle donne pubblicò la rivista Lam Aliif. Il titolo di questa rivista è un gioco di parole su aliif lam, che è l’articolo determinativo
in arabo. Prese assieme, queste due lettere arabe significano “NO!”. Il
gruppo cercò di migliorare la situazione femminile e di stabilire un movimento delle donne all’interno di una nazione musulmana. A distanza di
quasi venticinque anni, la posizione sociale della donna in Islam non
sembra essere cambiata granché, purtroppo. L’osservatore esterno non
scorge una gran differenza rispetto a trent’anni fa, specialmente nelle
zone povere delle grandi città. I giovani musulmani che vivono nelle città
occidentali hanno uno stile di vita molto diverso da quello della famiglia
d’origine, che sfocia spesso in conflitti coi genitori.
Tieni presente questi aspetti quando entri nella casa del tuo amico o
amica. Fai attenzione a non giudicare male la loro cultura. Considera
il ruolo della leadership maschile al tempo dei patriarchi. Alcune
affermazioni di Paolo nelle sue lettere sottolineano anch’esse che Dio
ha stabilito gli uomini come conduttori nella Chiesa cristiana. Certo,
alcuni di questi aspetti sono influenzabili dalla cultura. Una lettura
attenta del libro degli Atti ci mostra il ruolo crescente delle donne
nella chiesa neotestamentaria. Il problema è che, spesso, noi occidentali finiamo all’estremo opposto, incapaci, magari, di apprezzare i
molti elementi positivi dell’ambiente del nostro amico.
In che modo si può contribuire ad elevare la donna al giusto posto,
dato loro da Dio? Di certo si può e si deve pregare che le cose cambino. Man mano che scopri la struttura dei rapporti interpersonali fra
uomini e donne nell’ambiente sociale di cui fa parte il tuo amico, tieni
presente, in modo pratico, le seguenti linee guida:
. Se sei un uomo che entra in contatto con una donna appartenente alla cerchia familiare, mostra rispetto verso di lei; sii
riservato e discreto nel tuo agire. Nel parlare con musulmani
più anziani, puoi domandare loro “Come va a casa?” mai chiedere: “Come sta tua moglie?”
162
COMUNICARE L’AMORE
. Se sei una donna che
incontra un uomo di quella
cerchia familiare, non è il
caso di guardarlo negli
occhi. Di certo, dovresti evitare quegli sfioramenti ed
abbracci amichevoli, comuni
da noi in occidente. Se ti
viene chiesto di incontrare
un uomo musulmano che
non conosci bene, magari è
il caso di chiederti se il suo
interesse non vada oltre il
desiderio di una semplice
conoscenza. È consigliabile
andare a trovarlo accompagnata da un fratello in
Cristo, non da sola.
. Ricordati del problema
dei matrimoni misti a cui
abbiamo accennato in
un’altra parte di questo
libro.
L’islam
in
Occidente avanza soprattutto grazie ai matrimoni
di uomini musulmani
con donne occidentali.
. Dovremmo osservare
con attenzione la famiglia
che visitiamo e come si
vestono i nostri coetanei
musulmani. Non sempre
vorremo seguire il loro
esempio nel vestire, ma
163
L’ISLAM INTORNO A TE
d’altro canto, osservando il loro modo di vestire, comprendiamo
se il nostro sia improprio o meno. Qui si tratta di lasciare da
parte la tua cultura e cercare di adattarti alla loro. Tieni a mente
l’affermazione biblica che chiama i testimoni di Cristo a «farsi
ogni cosa a tutti»(1 Corinzi 9:22).
Il sesto canale: la persecuzione
Un cristiano era arrivato da poco in un paese musulmano. Rimase
scioccato nel leggere nella prima pagina di un quotidiano in lingua araba, un articolo che criticava aspramente sia lui sia il suo
amico d’origine musulmana. Con suo grande stupore, però, un
altro cristiano replicò all’articolo fornendo una risposta biblica e
ponderata, pubblicata da un altro quotidiano importante.
Forse potresti pensare: “Un attacco del genere è normale in una nazione musulmana, ma non succederebbe mai qui”. No, purtroppo devo
dirti che anche qui in Occidente possono esserci dei problemi notevoli
per quelli che ricevono il nostro messaggio. Nel trasmettere loro la verità, dobbiamo pensare ai casi di persecuzione che esistevano anche ai
tempi del Nuovo Testamento. A volte è necessario adattare il messaggio
alla situazione tramite un uso adeguato del libro degli Atti. Alcuni
musulmani fondamentalisti presero a minacciare un credente nordafricano, molto zelante nel testimoniare per Cristo. Lo spiavano e lo disturbavano in piena notte con telefonate minatorie. Il suo fervore spirituale si spense e non si riaccese mai più. Alcune autorità musulmane si
gettano come degli avvoltoi sui nuovi cristiani ex-musulmani.
Un altro fratello, un tunisino, viveva in Francia e desiderava
viaggiare all’estero. Suo padre l’aveva cacciato di casa perché
“seguiva gli Europei”. Quel fratello in Cristo non era affatto
sicuro di poter ottenere un nuovo passaporto e il vecchio glielo
aveva sequestrato suo padre. Aveva paura che, andando all’ambasciata, suo padre potesse intervenire anche lì; inoltre, poteva
164
COMUNICARE L’AMORE
essere ricattato per non aver fatto il servizio militare in patria.
Questo fratello rischiava di essere arrestato.
Soltanto chi vive quotidianamente in situazioni simili può comprendere l’enorme portata delle pressioni a cui vengono sottoposti coloro
che hanno lasciato o stanno per lasciare l’islam. Ricordati che il messaggio del Vangelo che stai portando, se accettato, potrebbe avere un
costo altissimo per loro. Uno dei miei versetti preferiti per affrontare
l’opposizione del nemico è il Salmo 2. «Perché questo tumulto fra le
nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?» chiede il salmista. E
prosegue parlando del Figlio. L’islam rifiuta la filiazione divina del
Cristo, sostenendo che si tratta di un insegnamento inventato dai cristiani. Eppure, come leggiamo nel Salmo 2:4, «Colui che siede nei
cieli ne riderà». Poi il Padre, in una terminologia unica nel suo genere, esorta ad accettare Cristo, dicendo:«Rendete omaggio al Figlio,
affinché il Signore non si adiri e voi non periate nella vostra via.»
(Salmo 2:12). Una volta mi ero intrattenuto con un uomo che sospettavo volesse infiltrarsi nella nostra opera missionaria; di sicuro era un
piantagrane. Gli lessi questo salmo una mattina molto presto. Pian
piano smise di venire ad interferire col mio ministero.
Ecco alcuni suggerimenti per affrontare la persecuzione, sia nella sua
forma più palese che in quella più subdola.
. Fai attenzione a ciò che dici riguardo alla tua chiesa locale e alle
organizzazioni cristiane quando ti trovi in una casa musulmana.
Ci sono tanti sospetti e paure, spesso con un motivo.
Organizzazioni legate alla polizia delle nazioni d’origine spesso
cercano di controllare questi immigrati anche quando vivono in
Europa. Alcune famiglie temono anche le autorità locali; talvolta
perché vogliono coprire episodi di microcriminalità commessi da
un parente stretto.
. Ricordati sempre dell’esempio di Neemia: Egli si concentrò sul
compito che Dio gli aveva assegnato e non sul nemico. Anche
quando i suoi nemici cercarono di farlo scendere a compromessi
165
L’ISLAM INTORNO A TE
incontrandosi con lui, Neemia si mostrò risoluto: con fermezza
rifiutò di stare al loro gioco. Allo stesso modo, anche noi
dovremmo guardare al Signore e portare avanti l’opera che Egli
ci ha dato da svolgere. Inoltre, dobbiamo evitare di combattere
queste opposizioni carnalmente.
. Non permettere che la paura ti impedisca di parlare. Una volta
ero in treno, in una nazione musulmana, assieme ad altri giovani credenti. Avevo consigliato loro d’essere molto discreti nella
distribuzione di opuscoli evangelistici. Fra loro c’era anche un
giovane tedesco, zelante per il Signore. Essendo molto alto di
statura, era facile da individuare in mezzo ad una folla. Con mio
grande sgomento, si mise a parlare con disinvoltura della sua
fede, lì su quel treno. Ma Dio usò la sua testimonianza coraggiosa e non vi furono problemi con la polizia.
. A volte bisogna usare davvero saggezza e discrezione. In una
zona araba, vicina a quella in cui vivo in Francia, non mi sembra il
caso di usare un tavolino per la distribuzione di trattati evangelici
nei mercati. Preferisco avvicinare le persone e parlarci a tu per tu.
. Ricorda sempre che gli arabi in generale, non sono scortesi ed
ostili al contatto con noi. Al contrario, si possono riscontrare in
loro delle caratteristiche che sia mia moglie sia io apprezziamo da
ben trent’anni. Se anche tu hai vissuto in una cultura diversa da
quella in cui sono nati i tuoi genitori, potresti trovare utile condividere con gli arabi e con altri immigrati musulmani alcune delle
difficoltà che hai vissuto. Talvolta, racconto agli arabi immigrati di
quando ero bambino e la mia famiglia si era trasferita da una parte
degli Stati Uniti all’altra. Le persone della nuova zona avevano
usanze molto diverse dalle nostre. Man mano che crescevo, l’essere in qualche modo uno straniero mi rese oggetto di critiche e
scherno da parte di alcuni del vicinato. Condividere la fede partendo dalle proprie esperienze di vita, aiuterà i tuoi amici arabi a
vedere le loro difficoltà sotto un’altra luce.
166
COMUNICARE L’AMORE
. Sarebbe bene partire riconoscendo quale sia la vera fonte dell’opposizione nei nostri confronti e del messaggio che proclamiamo. Nel Suo discorso nell’Alto Solaio (Giovanni 16), Gesù focalizza sull’opposizione da parte del mondo. Il principe di questo
mondo (Satana) scatenò un attacco rabbioso contro la persona del
Signore Gesù. I musulmani potrebbero, allo stesso modo, attaccare Gesù come Figlio di Dio e Messia. Ricordiamoci, però, che dietro di loro vi sono il diavolo e le sue schiere malvagie che li spingono a comportarsi così. Non dimentichiamoci che Gesù Cristo
detiene ogni autorità: Lui prevarrà sul male e vincerà il mondo.
Il settimo canale: la priorità delle Scritture
Farò giusto un accenno a quest’argomento, dato che ne abbiamo parlato nel capitolo riguardo alla comprensione biblica delle possibili origini
dei popoli arabi. Vi ricordate l’affermazione di Charles Malik? Egli ci
ricorda che non possiamo mai comprendere il conflitto mediorientale
senza considerare il conflitto, riportato nella Bibbia stessa, fra Isacco ed
Ismaele. Una comprensione biblica ci porterà a far conoscere l’amore
genuino che tocca e scalda i cuori dei musulmani che abbiamo intorno.
Torna per un attimo a Genesi 16:1-6. Vedrai che Sara proveniva dal
popolo di Dio, eppure maltrattava Agar, la sua serva. Agar non faceva
parte del popolo eletto. In questo passaggio, tuttavia, è lei che ci appare la più spirituale. Notate anche le rivelazioni che Dio dà ad Agar.
Sara, talvolta, ci appare spiritualmente indifferente. Adesso leggiamo
Genesi 16:7-16. Il brano avvalora questo tipo di ragionamento? Che
cosa ci può insegnare Genesi 16:10 riguardo alle benedizioni divine
per i popoli arabi, che reputano Agar loro madre?
Chissà che in settimana non ti capiti l’occasione di uscire e bere un
caffè con un conoscente musulmano. Le vostre conversazioni andranno
a toccare l’argomento di Dio e la Sua rivelazione data agli esseri umani.
È probabile che, mentre torni a casa e rifletti sulle questioni di cui avete
parlato, proverai un gran peso per la condizione spirituale di quella per-
167
L’ISLAM INTORNO A TE
sona. Ti verrà magari in mente un versetto della Bibbia. Qualche giorno
dopo, può darsi che vi incontrate nuovamente, assieme ad altri amici.
Rimarrai stupito nel vedere che la tua comprensione delle questioni
dottrinali esaminate con loro è ora molto più profonda. Gesù, la nostra
speranza, ti farà desiderare ardentemente e pregare che lo Spirito Santo
porti il musulmano a conoscerLo. Ancora una volta, l’amore di Dio raggiungerà sia te sia il tuo amico musulmano per mezzo delle Scritture.
L’ottavo canale: sfatare i miti
Quanta saggezza dimostriamo nel considerare l’amico musulmano
che Dio ci ha posto sul sentiero? Vi sono tre grandi miti, o false concezioni, riguardo all’Islam, molto diffusi fra i cristiani in occidente. Ci
vuole saggezza per identificarli e sfatarli.
Mito numero 1: Tutti gli arabi sono dei fanatici musulmani, e sono
contro le nazioni occidentali.
Abbiamo già citato Charles Malik, un cristiano libanese, che ci aiuta
facendo luce sulla situazione mediorientale. Lui è solo uno fra i tanti
credenti arabi in Gesù. Molti evangelici palestinesi hanno sofferto per
Cristo e alcuni hanno testimoniato fedelmente a dei musulmani. C’è
una notevole presenza di minoranze cristiane in paesi come l’Iraq,
l’Egitto e la Siria. Dovrai accettare il fatto che il tuo amico musulmano
avrà una prospettiva diversa dalla tua riguardo alla situazione in Medio
Oriente e su altri eventi importanti sullo scenario mondiale. Non si tratta, per questo, di un fanatico, ma semplicemente di una persona diversa da te, con idee culturali e politiche differenti.
Mito numero 2: È impossibile per un musulmano divenire un cristiano.
Prendi in considerazione due fatti: la testimonianza esplicita da parte dei
Kabyle in Algeria e il crescente numero di raduni in Francia, a livello
168
COMUNICARE L’AMORE
regionale, di cristiani di origine musulmana. Potrei citare altri esempi, che
servono a dimostrare che il secondo mito è, appunto, solamente un mito.
Mito numero 3: Io non sono qualificato per testimoniare ai musulmani.
È necessario un esperto, qualcuno che conosca la loro lingua.
Questo terzo mito entra spesso in gioco dopo che i primi due sono stati
sfatati. Ti ricordi la storia del giovane di cui vi ho parlato all’inizio di
questo libro? Lui credeva a questo mito e venne da me per chiedermi di
testimoniare al suo amico, uno studente musulmano. Eppure, era
Jacques l’esperto. Per quanto poco ne sapesse, era lui che era diventato
amico del giovane musulmano candidato al dottorato di ricerca. Un rapporto interpersonale guidato e potenziato dallo Spirito Santo divenne
una piattaforma per la proclamazione del Vangelo. Jacques diede una
testimonianza efficace del Salvatore che egli amava. L’arma segreta che
Dio usa per guadagnare a Cristo i musulmani nelle nazioni occidentali
è un elemento che spesso ci sorprende: semplicemente un cristiano che
stringe amicizia con un musulmano sulle gradinate della chiesa.
Se possibile, cerca di demolire questi miti che potrebbero serpeggiare anche fra i membri della tua chiesa locale. Ricorda il grande motto
per coloro che testimoniano fra i musulmani:«…la vostra fatica non è
vana nel Signore» (1 Cor. 15:58).
Il nono canale: la pace di Dio
Questo principio scaturisce dalla realtà della persecuzione e dall’importanza primaria delle Scritture. I convertiti dall’islam dovranno
fronteggiare delle persecuzioni. Ed anche noi, se testimoniamo della
verità. Quando si inizia a comprendere ciò che la Bibbia insegna
riguardo ai progenitori d’alcuni popoli arabi, comprenderemo anche
che l’amicizia che abbiamo con un arabo, domani potrebbe dissolversi e tramutarsi in ostilità ed inimicizia.
Saul nutrì una lunga inimicizia nei confronti di Davide. Riscontriamo
169
L’ISLAM INTORNO A TE
un odio di quel genere anche nel mondo musulmano. Forse sperimenteremo, per la prima volta nella nostra vita, un odio reale da parte di persone che ci circondano. Inoltre, vi sono forme più sottili di persecuzione, sperimentate da Gesù, che potremmo percepire anche noi. Si tratta
di gradi più o meno elevati d’intrighi e complotti contro di noi, simili a
quelle della vicenda di Saul e Davide. Non c’è nulla di paragonabile agli
intrighi orientali per furbizia ed effetti micidiali. Eppure, nel caso di
Saul, talvolta spuntava fuori anche amore. Lo vediamo nell’episodio in
cui Saul chiamò Davide suo figlio, pentendosi di ciò che aveva fatto.
L’opposizione da parte di Saul sembrava essere, almeno in parte, d’origine demonica. Iniziò con uno spirito maligno, agli albori del suo
regno e culminò con l’episodio della medium di En-Dor, verso la fine
della sua vita (1 Samuele capitoli 18-28).
Potremo notare un atteggiamento ambivalente da parte di alcuni fra
gli amici musulmani che cerchiamo di guadagnare a Cristo. Con questo partecipiamo, per dirla con Paolo, alle sofferenze di Gesù. Egli
parla in Filippesi 3:10 della comunione delle sofferenze di Cristo.
Anche noi avremo il privilegio di conoscerle.
Trasformare l’entusiasmo iniziale in dedizione fedele
In molti musulmani d’origine araba scorgerai un entusiasmo iniziale
nei confronti tuoi e del messaggio che proclami. Ma raramente troverai una dedizione fedele a lungo termine. Abbiamo già esaminato gli
aspetti e le motivazioni tipiche di una persona araba. Il suo entusiasmo potrebbe illuderti: il suo benvenuto iniziale, la sua accoglienza, è
stata così calda che sei portato a credere che ne risulterà sicuramente un’amicizia eterna! Qui a Tolosa c’è un detto secondo il quale i suoi
abitanti danno la mano ma non il braccio: il calore umano arriva solo
fino ad un certo punto. Questo è vero anche per alcuni arabi e popoli arabizzati. L’amicizia “esplosiva” di oggi potrebbe tramutarsi un
domani in ostilità dichiarata. Coloro che, fra i missionari, provengono
170
COMUNICARE L’AMORE
dal sud degli Stati Uniti, sapranno che anche nella nostra cultura d’origine si possono trovare elementi di questo tipo.
Come possiamo contrastare tale situazione, francamente deprimente
da un punto di vista umano? Dobbiamo ricordarci dell’amore che
aveva Davide per Saul. L’amore di Davide era fedele, anche di fronte
ad un odio manifesto. Il Signore Gesù amò i Suoi nemici, tanto da
dichiarare: «Padre, perdona loro». Passa in rassegna le tue motivazioni: l’amore di Cristo ti costringe, ti spinge, a stendere la tua mano
verso il “vicino” musulmano, ad andargli incontro con amore?
Per la pratica
Riconsidera i suggerimenti del presente capitolo, in cui abbiamo esaminato i diversi canali per trasmettere l’amore di Dio. Durante la settimana, metti in pratica uno di questi suggerimenti con il tuo
amico/amica musulmano.
Per l’approfondimento
Perché il messaggio d’amore di Paolo (in 1 Corinzi 13) ha portato
frutto così duraturo? Era forse perché era disposto a «farsi ogni cosa
a tutti» per guadagnare uomini a Cristo? Vediamo in Atti 17 che egli
parlava in un modo agli ateniesi, uomini di cultura, mentre coi
Corinzi e gli Efesini, l’approccio era diverso, come da Atti 18 e 19.
Studia quest’approccio nei brani suddetti.
Note:
33Assieme
ad altri amici che testimoniano ai musulmani, mi ritrovo
cauto di fronte ad una applicazione impropria del principio della
171
L’ISLAM INTORNO A TE
così detta analogia di redenzione. Nel suo libro Il Figlio della Pace,
Don Richardson descrive una cerimonia particolare usata per far
pace fra il popolo sawi della>e che questo ponte funzionò per un
popolo primitivo, tribale, per gente isolata da influenze esterne. I
popoli musulmani civilizzati del Nord Africa e del Medio Oriente
hanno uno sfondo culturale d’origine molto diverso. Non pensate
che vi siano soluzioni facili. D’altro canto però, sappiamo che Dio
può usare un evento importante o una conversione drammatica per
portare tanti musulmani a Cristo. Molti di noi hanno osservato la
caduta del comunismo e credono che Dio possa, in modo analogo,
causare la caduta del sistema islamico mondiale.
172
CONCLUSIONE
Mi auguro che tu abbia goduto il viaggio che abbiamo fatto insieme.
Sono sicuro che il Vangelo ti sarà divenuto più chiaro condividendolo
con un’altra persona. Probabilmente, ora capirai meglio anche alcuni dei
brani biblici che abbiamo visto e le questioni spirituali che abbiamo
affrontato. Senza dubbio, la tua vita di preghiera si è fatta più intensa,
mentre ti sei impegnato nell’intercessione per il tuo amico musulmano.
Ne sai di più sui conflitti spirituali, ma conosci anche meglio la vita della
persona a te vicina; una persona di cui prima ignoravi l’esistenza.
L’amore si è espresso attraverso numerosi canali ed ha toccato quella
persona che Dio ti ha posto a fianco come tuo vicino. Ti sembra che il
tuo amico sia ancora molto lontano da Cristo? Persevera. Condividi la
tua visione con un altro credente: Forma un gruppo di preghiera ed
incontratevi una volta alla settimana; chiedi a Dio di darti una persona
da discepolare fin quando troverà il suo posto nella chiesa locale.
L’obiettivo della “borsa degli attrezzi” che vi ho presentato è quello di
vedere musulmani in Europa, Nord America e di tutto il mondo
incontrare il vero Messia e Salvatore, il Signore Gesù Cristo. Quale
gioia proveranno, quando si uniranno alla moltitudine di altre persone, della loro stessa razza e nati nel loro stesso ambito religioso,
lodando Dio presso il Suo trono! Quale gioia proveremo io e te nel
vedere che lo Spirito Santo ci ha utilizzati come strumenti in un evento capace di cambiare il mondo! L’islam, nelle sue forme più violente,
spesso richiama l’attenzione degli occidentali, scuotendoli. Io ringrazio Dio per il numero crescente di persone provenienti dall’Oriente e
dall’Occidente che hanno rinunciato ai propri comfort personali e ad
una vita agiata, per andare incontro a questa gente che Dio tanto ama,
presentando loro il Vangelo. Così facendo, entriamo a far parte della
L’ISLAM INTORNO A TE
stessa missione e dello stesso programma intrapreso da Dio, nostro
Padre. Davide, nel Salmo 2, lo descrive molto bene:
Io annunzierò il decreto:
Il SIGNORE mi ha detto:
«Tu sei mio figlio,
oggi io ti ho generato.
Chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni
e in possesso le estremità della terra… »
In un certo senso, questo manuale non è né carne né pesce. Ciascuno
dei nove capitoli che lo compongono è apparso separatamente in una
forma diversa da quella che troviamo qui. È perciò che lo definisco un
manuale piuttosto che un libro. Eppure, oserei dire che è più di un
manuale. Per il lettore la sua utilità so che si estenderà ben al di là di un
seminario, un convegno o una campagna evangelica estiva.
Anni fa, mi trovai ad una conferenza a livello europeo, dove incontrai
persone di varie nazionalità. Eravamo uniti da due elementi: prima di
tutto, da un desiderio di raggiungere i musulmani in Europa, che Dio
stesso ci ha messo nel cuore. Tutti i presenti usavano l’inglese come
lingua franca, e ciò ci permetteva di comunicare, anche se per molti
non era la lingua madre. Mentre ascoltavo quegli uomini e quelle
donne di Dio, il Signore iniziò a richiamare la mia attenzione; perché
non raccogliere una parte del materiale che avevo già presentato in passato? Io lodo il Signore per gli amici che mi hanno aiutato in questo
progetto. Il loro aiuto è stato essenziale per portarlo a buon fine.
Ringrazio alcuni missionari ancora attivi nel mondo musulmano che
mi hanno fornito il loro aiuto nel delineare la prospettiva dei musulmani residenti in Europa e in Nord Africa. Ringrazio vari colleghi di
Arab World Ministries che hanno contribuito con idee e suggerimenti. Ringrazio Nelly Vos per il suo lavoro meticoloso di traduzione dall’arabo al francese (ha detto di essersi divertita a farlo!).
Ringrazio coloro che, in Nord America, mi hanno aiutato in questo lavoro, specialmente Bill Saal che mi ha aiutato nella stesura finale dell’edi-
174
CONCLUSIONE
zione inglese. Infine, ringrazio mio figlio John D. Haines (da non confondersi con suo padre John F.) per la grafica dell’edizione in inglese.
Confido che il lettore ne sarà deliziato tanto come coloro che hanno
visto le illustrazioni nella forma originale. Alcune sono state prese
dalle foto scattate dal mio compagno di squadre, Ron.
È impossibile per me ringraziare tutti coloro che hanno collaborato, in
modo diretto o indiretto, alla realizzazione di questo libro. Mia moglie
ed io abbiamo lavorato per più di 25 anni in Francia. Devo tanto ai
membri delle nostre chiese francesi, ai pastori, ai partecipanti alle
evangelizzazioni estive, a fratelli e sorelle arabi in Cristo e a vari amici
musulmani. Essi mi hanno aiutato a plasmare e correggere le mie preghiere e i miei pensieri sull’evangelizzazione dei musulmani nelle
nazioni occidentali. Quindi, non si tratta di semplice retorica quando
dico che queste pagine provengono da loro. Mi auguro che esse ritorneranno a loro in vista del raggiungimento della meta suprema:
Perché questo tumulto fra le nazioni,
e perché meditano i popoli cose vane?
I re della terra si danno convegno
e i principi congiurano insieme
contro il SIGNORE e contro il suo Unto…
Sono io, dirà, che ho stabilito il mio re sopra Sion,
il mio monte santo…
Ora, oh re, siate saggi…
Rendete omaggio al figlio,
affinché il SIGNORE non si adiri
e voi non periate nella vostra via…
Beati tutti quelli che confidano in Lui (Salmo 2)
Vostro fratello in Cristo,
John F. Haines
Tolosa, Francia
175
L’ISLAM INTORNO A TE
176
LISTA DELLE RISORSE
Comprensioni croce-culturali e missioni
Bernstein Richard. Fragile Glory: A Portrait of France and the
French. New York: A.A. Knopf,1990.
Charnay Jean-paul. La Vie Musulmane en Algerie. 1965; ristampato
a Parigi: presso l’Università della Francia, 1991.
Duvignaud Jean. Tunisie: collection Atlas de Voyage. Lausanne:
Rencontre, 1965.
Govan Stewart I.R. The love that was Stronger, Lilias Trotter of
Algiers. Londra: Lutterworth Press, 1958. Un esempio difficile di
qualche tipo di consacrazione per vincere musulmani a Cristo, e l’utilità di una comprensione larga della loro cultura.
Hiebert Paul G. Anthropological Insights for missionaries. Grand
Rapids: Baker, 1985.
Howard David M. Moving Out: The Story of Student Initiative in
World Missions. Downers Grove, Illinois: Intervarsity press, 1984.
Inrig Gary. Quality Friendship: The Risks and Rewards. Chicago:
Moody Press, 1981.
Mahmoody Betty. Not Without My daughter. Londra: Corgi Press,
1989
Mallouhi Christine. Mini-Skirts, Mothers and Muslims. Turnbridge
Wells, UK: Spear Publications, n.d. Distributed by STL
L’ISLAM INTORNO A TE
Distributors. PO Box 300, Carlisle, Cumbria CA30Qs, UK. A dispetto di un eccessivamente drammatico titolo, questo libro contiene
tanti suggerimenti utili per quelli stranieri alla cultura musulmana.
Mernissi Fatima. Beyond the Veil: Male-female Dynamics in Modern
Muslim Society. Rev. Ed.Londra: Al Saqi, 1985.
L’autore è un professore dell’Università del marocco e sociologista.
Questa è un’area molto-incompresa di relazioni tra occidentali e
musulmani.
Olson Bruce E. Bruchko. Carol Stream, illinois: Creation House,
ristampato nel 1985. Relativo all’annuncio “Primitivo” alla cultura
indiana, in esso la profondità del sacrificio e l’identificazione dell’autore è straordinaria, se non unica.
Patai raphael. The arab Mind. New York: Scribner, 1976. Un’analisi
classica della cultura araba e sua prospettiva.
Richardson Don . Eternity in their Hearts. Ventura, CA: Regal
Books, 1981. Anche disponibile in Francia. (L’Éternitè dans leur
coeur. Quebec: Jeunesse en Muission, 1984)
-------------------. Peace Child. Glendale, CA, G/L Publications:
1974. Anche disponibile in Francia. Entrambi questi libri, come
quello di Oslen, parlano della cultura tribale, ma contengono molte
verità che si applicano ad altre culture.
Smalley William A. Readings in Missionary Anthropology II.
Pasadena: William Csrey Library, 1984.
Tapiéro Norbert. Manuel d’Arabe Algérien Moderne. Second
Edition. Paris: Librarie C. KlincksiecK, 1978. Tapiéro dice che il
dialetto algerino è come una lingua. Alla fine di questo lavoro, 15
dialoghi, ci aiutano a capire aspetti della vita in Algeria prima dell’indipendenza. I testi dell’apprendimento progressivo danno anche
molti suggerimenti. Molto è cambiato, ma “Più le cose cambiano,
più restano uguali.”
178
LISTA DELLE RISORSE
Islam
Andrae Tor. Mohammed: The Man and his Faith. New York: Harper
torchbooks, 1960.
Cragg kenneth. The call of the Minaret. New York: Oxford, 1956. Dotto
e comprensibile, Cragg è un scrittore avvincente, nonostante il fatto che
alcune delle sue vedute non sono le mie.
--------------------, This Year in Jerusalem. DLT, 1982.
--------------------, The Event of the Qur’an. Allen & Unwin, 1971.
--------------------, The Mind of the Qur’an.Allen & Unwin, 1973.
.--------------------, The Wisdom of the Christian. Sheldon, 1974.
--------------------, Muhammad and the Christian: A Question of
Response. Maryknoll: Orbis Books,1984.
Farah Caesar E. Islam: Beliefs and Observances. Woodbury, New Jork:
Barron’s Educational Series, 1970. Un lavoro appropriato, come un serio
testo da studio, buono come strumento di consultazione.
Geertz Clifford: Islam Observed. New York: Yale University Press,1968.
Gilsenan Michae. Recognizing Islam. New York: Pantheon Books, 1982.
Questa è una visione antropologica, con molti studi sul caso.
Hamoiri Andras and Ruth , trans. Introduction to Islamic Theology and
Law. By Ignaz Goldziher. Princeton: Princeton University Press, 1981.
Pullapilly Cyriac K. Islam in the Contemporary World. Notre Dame,
Indiana: Cross Roads Bopoks, 1980.
Schoun Frithjof. Understanding Islam. Londra: Mandala Books, 1976.
Taylor John B.The World of Islam. Londra: Lutterworth Press, 1971;
ristampato. New York: Friendship Press, 1979.
Von Grunebaum, G. E. Muhammadan Festivals. New York: Henry
Schuman, 1951.
179
L’ISLAM INTORNO A TE
Testimoni tra i musulmani
Abdul-haqq Abidyah Akbar. Sharing Your faith With a Muslim.
Minneapolis: Bethany Fellowship, inc. 1980.
Budd Jack. Studies on Islam. 1967; ristampato Northants, England:
Stanley L. Hunt, 1981.
Campbell William. The Qur’an and the Bible in the Light of History and
Science. Middle East Resources, n.d.
--------------------The Gospel of Barnabas: Its True Value. Rawalpindi,
Pakistan: Christian Study Centre, 1989.
Chai-Lien, Liu. The Arabian Prophet: A Life of Mohammed from
Chinese and Arabic Sources. Shanghai: Commercial Press; Revell (distributor), 1921.
Elder John. The Biblical Approach to the Muslim. Fort Washington:
WEC, 1978.
Goldsmith Martin. Islam and Christian Witness. Londra: Hodder and
Stoughton, 1978.
Hanna Mark. The True Path: Seven Muslims Make Their Greaest
Discovery. Colorado Springs: International Doorways, 1975.
Ibraham Isak. Back Gold and Holy War. Nasville: Thomas Newlson,
1983.
Jadid Iskander. The Cross in the Gospel and in the Qur’an. Basel,
Switzerland: Center for Young Adults, n.d.
McDowell Josh. The Islam Debate. With Ahmed Deedat. San
Bernardino, California: Here’s Life Publishers 1983.(due cassette
audio). Molti musulmani e Cristiani hanno sentito i dibattiti sull’islam
di Ahmed Deedat con varie persone. McDowell gli diede sia le risposte
che una dimostrazione impressionante di amore cristiano.
McCurry Don, ed. The gaspel and Islam. Pasadena: William Carey
Library, 1979.
180
LISTA DELLE RISORSE
Miller William McElwee. A Christian’s Response to Islam. Phillipsburg,
NJ: Presbyterian and Reformed Publishing Co., 1980.
Parshall Phil. Beyond the Mosque: Christians Within Muslim
Community. Grand Rapids: Baker, 1985.
-------------------New Paths in Muslim Evangelism: Evangelical
Approaches to Contextualization. Grand Rapids: Baker, 1980. Questo
libro contiene qualche inte7ressante suggerimento, anche se potremmo
non essere d’accordo con essi.
Pfander C.G. The Balance of Truth. 1910 Revised. Light of life Austria
1986. L’edizione araba è disponibile in una trilogia, il primo volume
parla di qualche problema sulla possibile corruzione nella Bibbia.
Un più vecchio libro è tuttavia favorito dall’autore per insegnare a testimoniare ai musulmani.
Saal William, Reachimg Muslims For Christ. Chicago: Moody Press, 1993.
Un manuale grandemente espanso che è stato in uso per molti anni tra
la popalazione musulmana nord africana. Applicato a tutti i musulmani.
Schloff Sam. Discipleship in Islamic Society. Marseille, France: Ecole
Radio Biblique, 1981.
St John Patricia. Until the Day breaks: The life and Work of Lilias
Trotter, Pioneer missionary to Muslim North Africa. Bromley, kent:
OM Publishing, 1990. Trotter è stata un’inimitabile artista missionaria, formata sotto Ruskin, divenne una pioniera nota al popolo
dell’Algeria. Questo accadeva un tempo, quando le iniziative di sole
donne nel popolo musulmano erano una rarità. Lei aprì la strada per
tutti di noi, incluso l’autrice della sua biografia. St John ha scritto
Star of Light ed anche un altro libro per ragazzi e adulti riguardante
il mondo musulmano.
Tisdall Sinclair, ed. MaSaadir al- Islaam (The Sources of Islam).
Rikon Switzerland: The Good Way, n.d. In questo libro l’autore rivela un numero di contraddizioni e inesattezze nel “Qur’an” (il
Corano). Egli ha avuto il vantaggio di essere in Arabia. Di tali testi
oggi ne esistono pochi a causa di violenta reazione islamica.
181
L’ISLAM INTORNO A TE
Zwemer Samuel M. Childhood in the Muslim World. New Jork: Revell,
1915. Questo è un vecchio lavoro, più vecchio anche dei migliori di Zwemer,
come “The Apostle to Islam”. Un testo che rivela ancora molti segreti a
quelli che lavorano con le famiglie musulmane ed i bambini d’oggi.
----------Studies in Popular Islam. New Jork: Macmillan, 1939.
----------The Moslem Doctrine of God. 1905; Ristampato Gerrards
Cross: WEC, 1981.
Il mondo dell’occulto e la sua relazione con l’islam
Anderson neil T. The Bondage Breaker. Tunbridge Wells: Monarch,
1993. Anche in francese.
--------------Victory over Darkness. Tumbridge Wells: Monarch, n.d.
Anche in francese.
Bakhtiar Laleh. Le soufisme: Expression de la Quête Mystique. PaysBas: Le seul, 1977. È uscita anche un’edizione inglese: SUFI,
Expressions of the Mystic Quest. Questo libro rivela tanti segreti come
l’uso di numeri, sogni, astrologia, e poesia mistica in “the Voyage toward
God”(Pag. 32). “Le soufisme” è un commento sul cuore che piange
spesso per il Dio distante del Corano.
Brooks Thomas. Precious Remedies Against Satan’s Devices. Carlisle:
Puritan Paperbacks, 1993.
Brooks è un Puritano che è relativamente
facile da leggere. I conflitti spirituali ed intensi che seguono
nell’Inghilterra del suo giorno, girarono attorno ad un compromesso
dottrinale. La sana dottrina è anche una chiave che sta vincendo nella
nostra vera jihad cioè quella di insegnare, pregare e operare con l’autorità di Cristo. Queste verità non sono mai datate.
Bubeck Mark I. The Adversary: The Christian Versus Demon Activity.
Chicago: Moody, 1975. Gli intuiti pratici per chi è coinvolto nella guerra spirituale, un libro che applica nel modo migliore la nostra testimonianza ai musulmani. Un seguito a questo è il suo Revival di Satanic.
182
LISTA DI RISORSE
-----------------Overcoming the Adversary. Chicago: Moody, 1984.
Usando la risorsa della preghiera per ottenere la vittoria.
Collinson Bernard. Occultism in North Africa. Marseille, France: Radio
School of the Bible, 1977. Un libretto da un fedele testimone che vive tra
i musulmani da molti anni, e conosce l’aspetto dall’esperienza personale. Tradotto anche in francese.
Dickason C. Fred. Demon Possession and the Christian. Chicago: Moody
Press, 1987.
Imtiaz Ahmad. Ritual and Religion Amog Muslim of India. New Delhi:
Manohar, 1981.
Parker Russ. Battling the Occult. Downeres Grave, Illinois:
InterVarsity, 1990.
Parshall Phil. Bridges to Islam: A Christian Perspective on Folk Islam.
Grand Rapids: Baker, 1983.
Penn-Lewis Jessie. War on the Saints. Ninth Ed. New York:Thomas E.
Lowe, Ltd, 1973.
Steyne Philip. Gods of Power. Houston: Touch Publications, 1990.
Subhan John A. Bishop. Sufism: Its Saints and Shrines, Lucknow: The
Lucknow Publishing house, 1960.
La storia del Nord Africa e la sua chiesa
Cooley John K. Baal, Christ, and Mohammed: Religion and Revolution
in North Africa. New Jork: Holt, Rhinehart, and Winston, 1965.
Daniel Robin. This Holy Seed Faith, Hopeand love in the Early
Churches of north Africa. Harpenden, Regno Unito: Pubblicazioni di
Tamarisk, 1993. Questo grande e recente volume è scritto con una solida esperienza fra i musulmani. Esso è buono leggendolo anche col volume di Cooley. (above).
Steele Frances R. Not in Vain. Pasadena: William Carey Library, 1981.
183
184
INDICE
85, 89, 90, 97, 99, 125,
132, 133, 139, 143, 148,
155, 156, 157, 158, 163,
164, 166, 175, 180
-AAbdelkader, 143
Abdulla, il suo testimone, 50, 51
Abraamo, 27, 29, 31, 32, 33, 43, 44, 60
Adamo, 26, 27, 29,30, 31, 33, 14, 106
Adorazione, 15, 16, 17, 18, 19, 20,
23, 24, 108, 117, 136
Agar, 43, 44, 45, 53, 54, 55, 173
Agostino, 48, 53, 54
Ahmed, 127
Aissa, 26, 27, 33, 40
Albright, 60
Alcool, 57, 87, 101
Algerino/a/i, 48, 70, 76, 85, 100,163,
186, 189
Algeri, 58
Allah, 67, 96, 98, 99, 224
Americano 48, 68, 129, 141, 180
Andrea, discepolo di Gesù, 128
Angelo, 32, 104
Animismo, 102
Antico Testamento, 22, 38, 46, 47,
51, 91, 99, 106, 112, 117,
132, 160
Arab World Ministries, (MENA),
103, 125, 132, 180
Arabo, 13, 14, 16, 20, 31, 40, 42,
44, 46, 47, 56, 58, 75, 84,
Asa, 22
-BBatseba, 78
Berbero/a/i, 42, 53, 76, 86, 139,
145, 154, 155
Bertrand, pastore, 144
Bibbia, cambiamenti, 59, 60
Biblico, stile di vita, 121, 144
Bichon, Jean, 59
Bishop, Robinson, 60, 73
Benedizioni, 43, 44, 173
Bubeck, Mark, 112, 114, 190
Bucaille, Maurice, 62, 73
-CCalvino, Giovanni, 53
Campbell, 61, 187
Carey, William, 22, 188, 191
Carne, 47, 84, 87, 101, 179
Cattolico, 103, 142, 143, 155
Celtica, 102
Certezza, 36
Chiesa, di Israele, 48
Chiesa evangelica, 90
L’ISLAM INTORNO A TE
Cielo/celeste, 15, 19, 23, 71, 124,
146, 159
Chiesa, integrazione dei musulmani convertiti nella, 44, 90, 108,
116, 120, 121, 127, 128,
137-149
Cinque passi sulla retta via, 27, 56
Circoncisione, 84
Comunione fraterna, 25, 87, 138,
145
Comunità (Vedi anche Umma),
69, 72, 77, 83, 84, 85,
87, 89, 92, 102, 103, 108,
109, 115, 116, 118,
119, 131, 134, 137, 138,
140, 141, 149, 151
Convertito/i, 44, 53, 66, 107, 108,
115, 116, 120, 121,125,
126, 127, 128, 134, 137,
140, 141, 142, 144, 147,
148
Corano, 13, 16, 18, 27, 42, 49, 54,
60, 61, 63, 68, 99, 101,
123, 126, 146, 155, 156,
158, 163
Corpo di Cristo, la chiesa è il, 87,
115, 145, 147
Credenze, 96, 102
Cristiani, 16, 26, 37, 40, 46, 48,
59, 65, 68, 69, 70, 71, 87,
97, 99, 104, 106, 116, 126,
130, 132, 135, 138, 143
Croce, predizione riguardo all,
34, 35, 36, 46, 51, 57, 63,
75, 124
186
Croce, scopo della, 64, 65, 71
Crociate, 48
Culturale, trasformazione, 80
Cultura. Islamica, 51, 67, 68, 81,
82, 83, 84
Crusade, Campus, 125
-DDavide, 29, 33, 34 72, 131,
132175, 176, 179
Deedat, Ahmed, 188
Deismo, 100
Demonio/i, 95, 104, 107, 111,
113, 127, 175,
Diavolo, 30, 106, 172
Dieci comandamenti, 30, 123, 131
Digiuno, 84, 86, 98
Discepolare, 116, 125, 128, 129,
130, 131, 132, 134, 135,
146
Divorzio, 128
Donne, il ruolo delle, 166, 187
-EEbreo/i, 26, 46, 48, 50, 51, 52, 58,
111, 117, 140
Eden, 30
Egitto, 46, 174
Endor, 127, 175
Energia vitale, 102
Epafra, 21, 22
Eredità, 45, 53, 179
Esaù, 99
Esigenze, 25, 39, 93, 152, 153
Etica del lavoro femminile, 81
INDICE
Evangelista/i/ici/ico, 37, 40, 45,
48, 50, 69, 70, 76, 103,
115, 119, 122, 130, 136
140, 142, 145, 149, 163,
171, 174, 179
Eva, 29, 30, 31, 104
Evangelizzazione estrattiva, 138
-FFalso insegnamento, 125
Festa della pecora, 64, 65, 86, 87
Feticci, 107, 165
Fondamentalisti, 67, 169
Fratellanza musulmana, 100
Freccia, 13, 93, 153, 154, 159, 160
-GGenerazione, prima, 80, 94, 97,
139
Giacobbe, 43, 91
Giacomo, discepolo di Gesù, 162
Gionatan, 132
Giovanni Battista, 34, 35, 63, 128
Giuseppe, patriarca, 91
Giustizia, 71, 98, 117, 118, 129,
Golgota, 26
Greco/i, 17, 96, 125, 141, 143
Gruppo, attività di, 86
Guerra spirituale, 13, 21, 48, 93,
100, 114
-HHajj, (Hajji), 84
Halaal, 82
Haraam, 82
-IImmigrante, 31, 100, 103, 139,
162, 171, 172
Inferno, 31
Injiil, 60
Inrig, Gary, 185
Intercedere, 18, 24, 123
Isacco, 27, 43, 44, 151, 172
Islam, (ortodosso), 100, 102
Islam, pilastri dell’, 84, 144
Islam, popolare, 16, 38, 42, 77,
87, 98, 101, 104, 105, 110,
155, 162, 163
Ismaele, 43, 44, 45, 46, 53, 54, 55
Israele, 29, 47, 127
-JJohns, Hopkins University, 60
-KKabyle, 85, 174
-LLealtà, 76
Libertà, 47, 114
Louab, 143
-MMagia/e, 74, 93, 94, 103, 110, 111,
154, 165
Mahmoody, Betty, 185
Mahmoud, 79
Male, 74, 75, 94,101,164,168,172
Malik, Charles, 42,172,173
Maometto, 16, 19, 24, 54, 55,
59,60, 66, 69, 124
187
L’ISLAM INTORNO A TE
Marabout, 98, 110, 163, 164
Maria, 17, 49, 78
Marsh, Charles, 24, 39, 72
Martyn, Henry, 24
Martiri, 103
Matrimonio interculturale, 127
Mecca, 55, 83, 84, 86, 101, 164
Mediatore, 51, 67
Messia, 36, 40, 44, 64, 128, 151,
156, 172, 178
Miller, William McElwee, 188
Ministero a squadre, 19
Miriam, 49, 63
Missionario, 83, 111, 127, 149,
152, 159, 170, 176, 179,
189
Marocco, 22, 58, 136, 185
montone, 32, 33
Miti, 155, 173, 175
Moschea, 42, 68, 101, 146, 155
Mosè, 28, 29, 30, 32, 33, 51
Musk, Bill, 84, 101
-NNataniele, 128
Neemia, 71
Nicodemo, 28, 75, 93, 117
Nuovo Testamento, 13, 14, 43,
46, 52, 110, 117, 148, 169
-OObiezioni dei musulmani, 57, 58,
59, 71, 72, 73, 147, 157,
163
Occulto, 42, 90, 96, 97, 104, 105,
188
106, 109, 110, 113, 127,
164, 166, 190
-PPagano/e, (esimo), 26, 53, 103
Palestina, 31, 34
Paolo, 20, 21, 22, 25, 42, 44, 48,
50, 65, 71, 87, 95, 96, 08,
109, 110, 111, 113, 117,
119, 120, 121, 122, 143,
146, 152, 155, 168, 176,
177
Parshall, Phil, 87, 114, 188, 191
Pasqua, 51
Pazienza, 44, 46, 130 147, 155,
158, 159
Perdono, 12, 27, 36, 50, 52, 71,
90, 118
Persecuzione, 85, 133, 155, 169,
170, 175
Perseveranza, 38
Pellegrino, 59, 76, 84, 86, 101
Pietro, 39, 60, 84, 118, 128, 145,
162
Popolo del Libro, 42, 49
Pregiudizio, 151
Presentazione del Vangelo, 25,
26, 27, 28, 29, 57, 58, 61,
115
Profeta/i, 16, 17, 23, 24, 29, 33,
34, 37, 49, 54, 59, 63, 65,
66,112, 151
Protestante/i, 58, 142
Prove esterne, 60
Pubertà, 79, 80, 83, 84
INDICE
-Q-RRadio School of the Bible, 152,
159, 190
Ragazzi, disciplina dei, 121,
123, 124, 126, 133-134
Ramadam, 59, 84, 86, 87, 98, 101
Relazioni interpersonali fra
uomini e donne, 83, 166, 167
Resurrezione, 35, 36, 65, 79,
102, 106, 110, 128
Rete familiare, 106, 108
Rituali, 83, 84, 86, 98
Ruth, 78
-SSaal, William, 3, 180, 189,
Said, 76, 85, 122, 144, 145
Salvatore, 44, 76, 99, 174, 178
Salvezza, 27, 31, 36, 71, 146
Sangue, 50, 52, 66, 151
Sara, 43, 44, 54, 173, 160
Satana/anici, 21, 30, 66, 93, 94,
95,104, 105, 106, 107, 108,
112, 125, 164, 172, 190
Saul, 65, 131, 132, 175, 176
Saulo, 66
Schaeffer, Francis, 96
Schiavitù, 47
Schlorff, Samuel, 132
Seconda generazione, 77, 80,
83, 94, 96, 102, 103,
110, 131, 139
Semitico, 53
Sincretismo, 49
Sofferenza, 34, 37, 45, 46, 53,
128, 176
Studenti musulmani, 20, 38,
50, 69, 71, 154, 155,
159, 160
Sura, 60, 63, 155
-TTaurat, 60
Tentazione, 106, 125
Testimonianza personale, 66
Torah, 28, 29 32, 33
Tribù, 43, 45, 46, 154
Trinità, difesa della, 59, 66
Trotter, Lilas, 24, 185, 189
-UUmma, 19, 77, 108, 137, 138,
142, 161
-VVisiualized Bible, 133
Vita Eterna, 37, 49, 51
-W-YYasmina, 68
-ZZabuur, 61
Zwemer, Samuel, 24, 83, 92, 189
189
Pagina in cui
inserire
pubblicità di
M.E.t.A.
Edizioni Centro Biblico
dal 1947
Via Domitiana F/44
80014 LAGO PATRIA (NA)
Tel. 0039-081-334.05.32
Fax 0039-081-334.08.77
www.centrobiblico.com o it
E-mail: [email protected]
Vorrei ricevere, senza impegno ulteriori informazioni sulle Vs. pubbliclicazioni tramite E-mail:
Vorrei ricevere, gratuitamente un
catalogo completo delle vostre pubblicazioni.
Ritagliare e spedire in busta chiusa
Vorrei ricevere, un Vs. libretto in
omaggio.
Nominativo:
Via:
cap
Città
Prov.
Tel
Cod. Fisc.
Finito di stampare a
Napoli in Maggio 2005
da Multimedia S.c.a.r.l.
Tel. 081-818.49.42
192