il decoro cristiano - Parola della Salvezza

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il decoro cristiano - Parola della Salvezza
IL DECORO CRISTIANO
Una vita di ubbidienza.
Ricordiamoci che i credenti sono chiamati a Santificazione, oggi si pensa che la
santificazione porti a una vita di stenti e di privazioni. Nella Parola di Dio non si
afferma assolutamente una cosa del genere.
Dio è santo: ciò significa che Egli è separato dal peccato e da ogni forma di male.
Dichiarare che il credente persegue la santificazione vuol dire esprimere il desiderio e la
volontà di essere come il Signore Gesù Cristo, ossia separato da ciò che il mondo ci
vuole conformare.
L’espressione figli ubbidienti è una bella definizione del nostro rapporto con il
Padre Celeste. Un figlio di Dio ubbidiente non vivrà certo come al tempo in cui non
conosceva l’Evangelo, quando era oppresso dalle passioni della carne.
Allora, conformava la sua condotta ai modelli del mondo, ma oggi deve assicurarsi che
quelle forme siano eliminate e che il suo carattere venga modellato dallo Spirito Santo.
Siamo chiamati ad essere santi, il credente non deve dividere la sua vita in scomparti,
pensando che uno di questi può essere santo, mentre gli altri possono essere riservati ai
propri desideri carnali, non si può sdoppiare la propria vita, mostrando, così,
atteggiamenti diversi secondo l’ambiente. Ma siate santi in tutta la vostra condotta
significa condurre una vita santa (nel pensare, nelle parole, nel comportamento, nel
vestire) in casa, in chiesa, a scuola, sul lavoro in ogni rapporto sociale e in ogni
situazione. Non è difficile se guardiamo come nostro modello il nostro Signore Gesù
Cristo. Ebrei 4:15
(medita Efesini 5:1-8) - camminate nell’amore, camminate nella luce, camminate nella
Sapienza.
(medita Filippesi 4:8)
Ricordati che sei il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19-20) quando entri in un
negozio, chiediti se il vestito che stai per comprare è degno di una persona che occupa
l’elevata posizione di figlia/o di Dio in Cristo.
IMPARALO A MEMORIA:
1Pietro 2:9 - Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un
popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha
chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce;
Portando quel vestito, farai buona impressione?
E’ molto utile chiedere consigli a persone che hanno esperienza.
TU SEI IL TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO, dovete salvaguardare la vostra dignità
(decenza, rispetto) di fronte a voi stessi ed agli altri. La nostra vita in questo mondo è
breve, ma è seguita da conseguenza eterne.
Dio dichiara: “Onorerò quelli che Mi onorano”. L’Eterno non cambia, onora Dio e
vedrai che le Sue promesse sono vere per te.
A casa, a lavoro, a scuola, in vacanza, in Chiesa, sii sempre vestita/o con decenza e
buon gusto e non te ne pentirai mai.
Eviterai così molte tentazioni. Ricco o povero che tu sia, il tuo corpo e la tua anima
sono le sole cose che Dio ti ha affidato personalmente, possiedili con cura e diligenza.
Gesù ti piace come sono vestito/a?
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La vergogna nello svestirsi
 Decoro – Dignità – Onore – Splendore Si chiede come il Diavolo può influire sulle persone mediante il loro modo di vestirsi.
La pratica quotidiana dimostra che l'abbigliamento può essere provocante e in un certo
senso rappresentare un mezzo, attraverso il quale Satana, in maniera "moderna",
"contemporanea" e "raffinata" induce l'uomo in tentazione. Rivela il gusto di una
persona quanto ai suoi principi morali.
Vestirsi bene, con il gusto anche moderno, indubbiamente non fa nessun male ma rivela
la finezza di una persona e la sua sensibilità per le cose belle. Il modo classico si può
adattare a qualsiasi occasione festiva o quotidiana. Finché è così non ci sono problemi.
Spesso troviamo il mondo femminile sottoposto all'esibizionismo dovuto alla moda del
momento, lanciata e diffusa tramite i mass-media. Si cerca di creare un'opinione
pubblica in modo che in quell'ambito regni la libertà assoluta, senza un minimo di
riguardo ai principi morali e cristiani. Secondo la cognizione moderna, che ci si impone
continuamente, non esistono cose innaturali o spiacevoli e tantomeno peccaminose. Il
modo svergognato di vestirsi tende a svegliare l'attrazione fisica e il desiderio sessuale
degli altri. La psicoanalisi del relativo comportamento ritiene che si tratta delle persone
insicure ed instabili, senza fiducia in se stessi, che in questa maniera cercano di attirare
l'attenzione degli altri. Mostrare il seno, l'ombelico o alte parti del corpo dimostra il
fatto che non ci sono più le cose appartenenti all'intimità. Le ragazze "moderne" si
vedono in giro indossando l'abbigliamento intimo e non più vestite, con il décolleté
profondo e lo spacco sulla gonna fino alla vita, in minigonna e in pantaloncini corti... E
non raramente entrano in chiesa vestite così.
Davanti alla basilica di San Pietro a Roma, come in tante altre, troveremo un custode
che rammenta e vieta l'ingresso in questi posti sacri se vestiti indecorosamente. Quello
non significa che per andare in chiesa una ragazza deve portare un abito antiquato della
mamma che indossato sembra appeso su un attaccapanni. Ci sono tanti modi di vestire
che la faranno vedere carina e nello stesso tempo educata. Leggendo questo
probabilmente tante fanciulle diranno che generalmente non pensano niente di male ma
desiderano solamente essere giovani, belle e moderne. È vero, ma mi chiedo se sono
coscienti di quello che pensano gli altri e dei desideri che provocano alle persone che le
guardano vestite così. Bisogna mantenere una fine eleganza e umiltà nell'abbigliamento
senza fare di sé una vetrina in mostra per qualsiasi curioso che la vuol guardare come e
quando gli piace. Ogni ragazza cristiana dovrebbe trovare il proprio stile di vestirsi che
l'aiuterà a sentirsi a suo agio in qualsiasi posto o situazione. Altrimenti deve sapere che
chiunque le lancia uno sguardo di immoralità ed oscenità sulla strada, sul tram o in
autobus... le porta via una parte della sua pace, della sua anima innocente. Forse lei non
pensa al male ma non dovrebbe indurre gli altri a pensarlo.
I giovani dovrebbero testimoniare Cristo con le loro vite. Ma mi chiedo: Chi crederà ad
una testimone che quasi nuda va in giro per le strade e così vestita entra in chiesa?
Poiché il Maligno, qui perfidamente, in massa e quotidianamente, attira le anime nelle
sue trappole velenose, raccogliendo un'abbondanza di frutti. Trionfa particolarmente
facendolo con i giovani, portatori di vita.
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Benedetto colui che avrà lo spirito di pace, poiché Dio lo chiamerà suo figlio, poiché
nella pace c'è amore e Dio è Amore che ama chi è simile a Lui. La pace è una delle
caratteristiche di Dio. Dio è soltanto nella pace. Poiché la pace è amore,. Dio è pace.
Non si può chiamare figlio di Dio né Dio può chiamare un uomo suo figlio se quello ha
lo spirito soggetto all'ira, sempre pronto ad alzare le tempeste. Non può essere chiamato
figlio di Dio non soltanto questo ma nemmeno quello che, anche se non alza le
tempeste, non contribuisce con la sua pace a calmare le tempeste provocate dagli altri.
Chi ama la pace, diffonde la pace, anche senza parole.
Dicerie
Dicerie – Pettegolezzi – Chiacchiere – Maldicenze
(Proverbi 4:23-24)
"Se si vuole evitare di far del male agli altri o di essere prima o poi annoverati tra le
vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione
inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo nocivo".
Il pettegolezzo può essere divertente e stimolante, ma anche vendicativo e distruttivo.
Perché una banale o anche "amichevole" conversazione molto spesso degenera in
pettegolezzi nocivi?
Certamente, la maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura umana, quando ci si
alletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la verità e nel
frantumare la serenità dell'esistenza altrui. Perciò, se si vuole evitare di far del male agli
altri o di essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è importante
sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo
nocivo.
Le innocue conversazioni da salotto spesso degenerano in dicerie maliziose e
incontrollate. Talvolta, le parole oltrepassano i limiti trasformandosi in calunnia pura e
semplice. Proverbi 25:23
Molto spesso, le conversazioni inoffensive slittano su un terreno improprio
oltrepassando i limiti dell'educazione e del buon gusto. I fatti vengono adornati,
ingranditi o deformati. Spesso la risata prorompe proprio quando si riesce ad umiliare
gli altri. Gli affari privati vengono svelati, le confidenze tradite, la reputazione
compromessa o addirittura distrutta. La lamentela, il mormorio e la critica sono capaci
di offuscare anche le azioni più meritevoli.
Che vi sia o non vi sia la deliberata intenzione di nuocere non è di grande consolazione
per la vittima. Perciò si è paragonato il pettegolezzo pernicioso a del fango gettato su di
un muro tinteggiato di recente: anche se non resta incollato, lascia sempre una macchia.
La maldicenza è un mezzo pratico per iniziare ad intrattenere una conversazione e di
farsi così accettare dall'interlocutore. Infatti, è dimostrato dall'esperienza che
generalmente le persone provano un interesse molto più profondo nell'ascoltare delle
dicerie negative che delle parole costruttive.
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L'invidia e l'odio sono spesso all'origine della forma più distruttiva del pettegolezzo: la
maldicenza, il pettegolezzo ribelle ovvero la calunnia. Certuni parlano dei loro simili
con una intenzione volutamente cattiva. Il motivo è talvolta un desiderio di vendetta
nato dalla gelosia o da un'offesa ricevuta oppure dall'invidia opportunamente
mascherata.
Medita con attenzione (Marco 7:21-23)
Chi si dedica alla diffamazione cerca comunque di favorire i propri interessi rovinando
la reputazione altrui. Anche se la calunnia è indubbiamente la più condannabile delle
forme di pettegolezzo, ogni intenzione nefasta e maligna rivela mancanza di
responsabilità e costituisce un danno alla morale.
Nulla può giustificare il pettegolezzo pericoloso e nocivo, né la calunnia. Le dicerie
fanno male e lasciano profonde ferite. Possiamo anche rovinare delle buone relazioni,
compromettere la reputazione e la serenità dei nostri simili. Come fare per restare nei
limiti del convenevole e non cadere nel pettegolezzo dannoso? Come evitare di essere
voi stessi vittima di questa perversa abitudine? La Bibbia offre alcuni consigli.
Medita:
(Prov. 10:19); (Matteo 7:12); (Salmo 39:1); (Prov. 17:4); (Prov.20:19); /Prov. 15:4);
(Salmo 52:2-3); (Prov. 16:28); (Prov.17:27); (Prov. 10:20); (Prov. 11:9)
Le chiacchiere incontrollate non sono le sole da mettere sotto accusa; coloro che
prendono piacere ad ascoltarle hanno anche la loro parte di responsabilità! Il semplice
fatto di ascoltare può essere interpretato come un'approvazione silenziosa e
rappresentare al tempo stesso un modo per favorire la propagazione delle dicerie letali.
Di conseguenza quando una conversazione scivola su un terreno scabroso, dobbiamo
avere il coraggio di dire: “Forse è il caso che parliamo di qualcos'altro!” E se i nostri
amici si rivelano dei pettegoli incorreggibili, è opportuno cercare altre compagnie!
Sarebbe d'altronde sorprendente se prima o poi non diventassimo proprio noi l'oggetto
di conversazione!
È possibile talvolta risalire alla sorgente e rettificare con calma le cose. Che fare, poi, se
questo risulta impossibile? Andare in collera non servirebbe a nulla. Infatti chi è pronto
ad andare in collera compie degli atti insensati avverte la Bibbia.
“Perciò chi pensa di stare ritto, guardi di non cadere”
Dio in persona s'interessa al modo in cui noi parliamo degli altri. Gesù Cristo ha
lasciato questo avvertimento: IMPARALO A MEMORIA (versetto d’oro)
Matteo 12:36-37.
 Misurato nel parlare.
Per la loro incapacità di misurare le parole, l’utilità di molti operai del Signore risulta
gravemente limitata.
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Invece di essere strumenti potenti al servizio del Signore, il loro servizio è di ben poca
efficacia a causa della continua perdita di energia che si verifica per il loro parlare
sconsiderato.
Se un servo del Signore parla imprudentemente di ogni sorta di cose, come potrà
sperare di essere usato dal Signore?
Se il Signore ha posto sulle nostre labbra la Sua Parola Santa, allora abbiamo l’obbligo
solenne di custodirle perché siano solo al suo servizio.
Non possiamo offrirgli un membro del nostro corpo perché Se ne serva e riprendercelo
il giorno dopo per servircene a nostra discrezione. Qualunque cosa Gli è stata offerta
Gli appartiene per sempre.
In Ecclesiaste è scritto che con la moltitudine delle parole vengono i ragionamenti
insensati.
Pensiamo di dover dire questo al tale ed al talaltro e naturalmente non possiamo fare a
meno di dire molte altre cose a molte altre persone.
Sembra esservi sempre una buona ragione per dire qualcosa a qualcuno. Come ci piace
parlare, ad alcuni di noi, e soprattutto come ci piace riferire quello che hanno detto gli
altri!
E così facendo vengono perse molte energie spirituali, si perde tempo.
Il genere di conversazioni che ci piace ascoltare, in tal modo possiamo conoscere noi
stesi, poiché il genere di conversazioni che ci piace di più indica il genere di persone
che siamo.
Alcune persone non si confidano mai con voi perché sanno che non siete il genere di
persona che gradirebbe quel che hanno da dire, mentre altri vengono rapidamente da
voi riempiendovi le orecchie delle ultime novità, perché vi hanno soppesato
considerandovi il tipo di persona che vuole ascoltare quel tipo di cose.
Osserviamo anche qual è il genere di racconti al quale prestiamo più facilmente fede,
poiché ciò a cui prestiamo più volentieri ascolto rivela il nostro carattere.
Difendi la Chiesa di cui fai parte da ogni pettegolezzo, rigettali, difendi il tuo Pastore e
gli anziani da ogni pettegolezzo non prestare attenzione, non ascoltare, rifiuta ogni
maldicenza.
Sii, serio/a, sii misurato/a, il vostro parlare sia: “Sì, sì, no, no”, poiché il di più viene dal
maligno. Nel campo spirituale la saggezza del mondo non è di alcuna utilità.
Efesini 5:19 – Giacomo 1:26
Dobbiamo stare in guardia affinché la nostra curiosità naturale non ci spinga ad
ascoltare più di quanto si buono che sappiamo. La sete di sapere e di essere informati
degli affari degli altri è qualcosa contro la quale dobbiamo stare in guardia. Dobbiamo
essere misurati nel parlare; ma per poter essere misurati nel parlare, dobbiamo per
prima cosa essere misurati nell’ascoltare.
Se qualcuno ci confida i suoi problemi, dobbiamo rispettare quella fiducia.
Come si può servire il Signore se si tradisce la fiducia posta in noi?
Dobbiamo considerare queste confidenze come un deposito sacro e custodirle
gelosamente.
Non si può affidare l’opera del Signore a chi non sa tenere a freno la lingua.
Giovanni 8:44
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Autodisciplina
Autocontrollo
Se sappiamo divertire un uditorio con i nostri racconti interessanti, osservazioni
spiritose a abili critiche, non potremo ottenere il rispetto quanto parleremo del Signore,
le nostre parole non avranno alcun peso.
Le parole che ci sono sfuggite dalle labbra non possono essere riprese, possono andare
sempre più lontano da bocca ed orecchio e così via. Possiamo pentirci della nostra follia
ed essere perdonati, ma non possiamo riprendere ciò che abbiamo lasciato uscire dalla
nostra bocca.
Accettiamo con umiltà la disciplina, questo significa che siamo dei buoni discepoli.
Stiamo sempre in guardia per separarci da quelle compagnie che potrebbero spingerci a
conversazioni non edificanti, per non correre il rischio di rovinare il dono affidatoci da
Dio.
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