cos`e la produzione integrata
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cos`e la produzione integrata
Cos’è la Produzione Integrata (PI). Con questo scritto desidero fare una cronistoria sulla produzione integrata, un sistema di lotta iniziato negli anni 80, dove un ticinese nella persona del Dott. Mario Baggiolini avrà posto predominante e verrà riconosciuto come uno dei padri fondatori. Sistema di lotta utilizzato poi in futuro nei vari settori agricoli, come in viticoltura, orticoltura, campicoltura, ecc. COS’E LA PRODUZIONE INTEGRATA ? Con questo metodo si preconizza una gestione più sana degli elementi complessi dove dipende la produzione agricola. Si tratta della lotta integrata, definita attualmente con il termine più appropriato di PRODUZIONE INTEGRATA, nella quale i metodi colturali, biologici, biotecnici e chimici sono utilizzati in modo coordinato e si integrano per mettere in valore tutti i fattori positivi della coltura da proteggere. SCHEMA EVOLUTIVO DEI METODI DI LOTTA 1.- LOTTA CHIMICA TRADIZIONALE • Utilizzazione indiscriminata di pesticidi 2.- LOTTA CHIMICA CONSIGLIATA • Utilizzo ponderato di pesticidi a largo spettro d’azione con servizio d’avvertimento 3.- LOTTA GUIDATA • • • Introduzione della soglia di tolleranza Pesticidi a debole ripercussione ecologica Salvaguardia degli organismi ausiliari esistenti 4.- PROTEZIONE INTEGRATA ! ( come lotta guidata ) • Integrazione dei metodi di lotta biologica o biotecnica, come pure i metodi colturali Limitazione massimale della lotta chimica 1 .- LOTTA CHIMICA TRADIZIONALE O DIFESA “ A CALENDARIO “ Tale metodo prevede interventi con prodotti chimici a scadenze prefissate, in coincidenza di determinate fasi di sviluppo della pianta, indipendentemente dalla verifica dei livelli di effettiva pericolosità dei parassiti presenti e di condizioni climatiche ad esse favorevoli. Questo metodo, richiedendo un numero eccessivo di interventi chimici, ha determinato, nel corso degli anni, fenomeni negativi quali: - inquinamento dell’ambiente ed alterazione dell’agroecosistema; - aggravio della spesa per la difesa fitosanitaria; - produzione di prodotti ortofrutticoli con elevata presenza di residui; - comparsa di nuovi parassiti; - comparsa di parassiti con resistenza ai prodotti fitosanitari. In particolare, la resistenza si manifesta attraverso una minore efficacia dei prodotti fitosanitari verso alcuni parassiti ed è dovuta all’uso ripetuto di una stessa sostanza attiva. Tale fenomeno può essere attenuato alternando sostanze attive diverse. 2.- LOTTA CHIMICA CONSIGLIATA Un primo passo è d’obbligo, gli interventi avvengono con comunicati stampa dai vari organi statali. I trattamenti vengono eseguiti solo quando è possibile l’apparizione di fitofagi o malattie. 3.- LOTTA GUIDATA La difesa guidata si propone di fare un uso razionale dei prodotti fitosanitari, limitando l’impiego delle sostanze chimiche nella difesa delle colture. Queste vengono usate solo dopo aver accertato, con opportuni rilievi in campo, la presenza del parassita e la sua reale dannosità. Per l’attuazione della lotta guidata occorre conoscere il ciclo vitale degli organismi utili e dannosi, le caratteristiche dei prodotti fitosanitari e disporre di informazioni relative ai fattori climatici (temperatura e umidità in particolare) che influenzano la comparsa della malattia. I criteri fondamentali per l’applicazione della difesa guidata sono: 1. SOGLIA di tolleranza 2. SCELTA del prodotto fitosanitario 3. SELETTIVITA’ dei prodotti fitosanitari 4. SFRUTTAMENTO dei nemici naturali (INSETTI UTILI) 1. Per soglia di tolleranza si intende il livello di infestazione, da parte di un parassita, al di sopra del quale è giustificato il trattamento antiparassitario in quanto il suo eventuale danno supera il costo del trattamento. 2. La scelta del prodotto fitosanitario viene fatta valutando attentamente: - il grado di efficacia nei confronti dei singoli parassiti; - la selettività nei confronti degli insetti utili; - la degradabilità del prodotto nel frutto e nell’ambiente; - la tossicità. 3. Per selettività dei prodotti fitosanitari si intende la capacità di una sostanza attiva di agire solo sul parassita animale da combattere, senza danneggiare i nemici naturali. La selettività può dipendere: a) dalle caratteristiche della sostanza attiva; b) dal momento dell’applicazione, in relazione allo stadio di sviluppo del parassita e dell’insetto utile. Ad es. i trattamenti invernali possono danneggiare meno gli insetti utili in quanto molte specie sono riparate e più protette. 4. I nemici naturali, in alcuni casi, contrastano efficacemente la specie dannosa, per cui vanno salvaguardati attraverso una scelta oculata dei prodotti da usare e dell’epoca d’impiego degli stessi. La determinazione del periodo di comparsa dei parassiti e la valutazione dell’entità dell’attacco parassitario possono essere verificati installando trappole a feromoni ed eseguendo campionamenti. Al fine di rilevare la presenza e l’entità degli insetti dannosi bisogna eseguire il monitoraggio, mediante apposite trappole a feromoni o cromotropiche. Le trappole cromotropiche sono costituite da cartelle colorate (giallo, azzurro ecc.) ricoperte di colla, il cui principio di funzionamento è basato sull’attrazione che determinati colori esercitano sugli insetti. Per le trappole a feromoni, la capacità attrattiva è determinata da sostanze odorose (attrattivi sessuali o feromoni); sul mercato sono disponibili feromoni sessuali, prodotti sinteticamente, per numerose specie di parassiti. 4.-PRODUZIONE INTEGRATA La difesa integrata rappresenta l’evoluzione delle tecniche di lotta guidata nell’ottica dell’ulteriore riduzione dell’impiego di sostanze chimiche di sintesi. Rappresenta una soluzione di passaggio tra la difesa guidata e la coltivazione biologica La difesa delle piante viene attuata con l’uso congiunto e razionale di mezzi agronomici, fisici e biologici e ricorre all’uso delle sostanze chimiche quando tali mezzi non consentono un efficace controllo dei parassiti. L’uso dei mezzi chimici avviene secondo i criteri applicati per la lotta guidata. I criteri da seguire nella applicazione della difesa integrata sono indicati in appositi disciplinari di produzione integrata, specifici per ciascuna coltura. In tali disciplinari sono indicati, principalmente: - i metodi di campionamento e di monitoraggio; - le soglie di intervento; - le sostanze attive utilizzabili; - il numero massimo di applicazioni Metodi agronomici Alcune pratiche agronomiche possono essere applicate in modo da creare intorno alle piante un ambiente più idoneo al loro sviluppo, favorendo una maggiore resistenza ai parassiti. Esempi di tali pratiche sono: a) concimazioni equilibrate un apporto equilibrato degli elementi fertilizzanti rende le piante più resistenti alle malattie, mentre l’eccesso di azoto favorisce l’accrescimento di nuova vegetazione, rendendo le piante più suscettibili agli attacchi parassitari; b) rotazione colturale la rotazione consiste nell’alternare colture diverse, con conseguente limitazione degli attacchi parassitari; c) lavorazioni del terreno eliminano le erbe infestanti (evitando il diserbo chimico) e riducono gli insetti dannosi che si riparano nel terreno; d) regimazione delle acque consente di impedire i ristagni idrici e le conseguenti condizioni di eccessiva umidità che favoriscono gli attacchi parassitari; e) pacciamatura consiste nel coprire il terreno con plastica o altri materiali; essa impedisce lo sviluppo delle infestanti per ombreggiamento e per ostacolo meccanico; f) potatura ed eliminazione di parti infette di piante contribuiscono a diminuire la quantità di parassiti presenti (slupatura dell’olivo, eliminazione di “mummie” di Monilia, ecc.); g) utilizzo di varietà resistenti nella scelta varietale sono da preferire le varietà resistenti o tolleranti alle malattie più pericolose; è inoltre possibile ricorrere all’innesto di varietà suscettibili su portainnesti resistenti (es. vite europea innestata su vite americana per evitare i danni da fillossera). Metodi meccanici Alcuni esempi di mezzi meccanici preventivi o curativi: a) raccolta diretta di insetti (rodilegno, attacchi localizzati). È costoso. b) trappole meccaniche (Frankliniella, piatti collati cromotropici) c) taglio di rami infestati (nidi di processionaria del pino) d) piante esca (fleotribo dell’olivo) e) ricoveri artificiali (rami potati, paglia o stracci ai piedi degli alberi) f) anelli protettori (oziorrinco dell’olivo) Prima di terminare, voglio precisare che la “ Produzione Integrata “, in qualsiasi settore venga praticata, non è la figlia minore dei prodotti cosiddetti biologici, in quanto coloro che praticano questo sistema devono essere in constante contatto con la pianta e tutto quello che la circonda, inoltre l’aggiornamento è d’obbligo. Dario Bernasconi/Porza