Previsioni per il 2011 - Falcon Real Estate Investment Management
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Previsioni per il 2011 - Falcon Real Estate Investment Management
REAL ESTATE INVESTMENT MANAGEMENT, LTD. Servizi di consulenza per investitori negli Stati Uniti Primo trimestre 2011, Vol. 20, Numero 1 Previsioni per il 2011 Dall’inizio della crisi finanziaria ed economica a livello globale nel 2007, il mercato immobiliare commerciale statunitense si è dimostrato incredibilmente resistente e costante. Poiché nel guardare al 2011, crediamo che le problematiche degli ultimi tre anni continueranno a influire sul mercato dell’anno entrante, riteniamo sia importante ripetere i seguenti punti: 1. Si prevede che la ripresa lenta ma continua dell’economia statunitense che fornisce un supporto solido al mercato immobiliare commerciale continuerà nell’anno nuovo. 2. D ato che le proprietà che vengono messe sul mercato sono in numero inferiore rispetto alle previsioni, che la costruzione di nuovi edifici è praticamente bloccata e che la domanda sia da parte di investitori americani sia di quelli stranieri è in aumento, il rapporto di domanda offerta delle proprietà continua ad essere un fattore critico per gli investitori. 3. Gli investitori devono inoltre concentrarsi sulle tendenze divergenti dei prezzi sul mercato in quanto alcuni mercati principali sono ritornati agli alti livelli dei prezzi del periodo precedente alla crisi, mentre in altri mercati altrettanto importanti a livello nazionale si possono trovare dei veri affari. 4. La disponibilità di finanziamenti per i mutui, che aveva raggiunto livelli molto negativi all’inizio della crisi, ora sta recuperando in modo più positivo. Dal punto di vista della Falcon Real Estate, il mercato immobiliare commerciale statunitense è riuscito ad evitare il crollo del mercato che si verificò alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta in seguito alla crisi delle Savings and Loans Associations negli Stati Uniti. Inoltre, dato che l’economia statunitense è ora in fase di recupero riteniamo che il mercato commerciale continuerà a migliorare. Economia statunitense IIl mercato immobiliare commerciale statunitense ha ovviamente una forte correlazione con l’andamento dell’economia del paese e non c’è dubbio che sia ora in corso una ripresa, anche se lenta. Il prodotto interno lordo — ossia il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno degli Stati Uniti — è aumentato al tasso annuo del 2,6 percento nel terzo trimestre del 2010 (cioè dal secondo al terzo trimestre) per cui questa è stata la seconda revisione al rialzo rispetto alla stima originale del 2 percento. Nel secondo trimestre il PIL effettivo è aumentato ad un tasso dell’1,7 percento. Di conseguenza, anche se il tasso di disoccupazione è rimasto sopra al 9,5%, raggiungendo il 9,8% in novembre, ciò deriva dal fatto che vi sono più persone che entrano nel mondo del lavoro mentre le richieste di assistenza ai disoccupati continuano a diminuire. Nella settimana che è terminata con il 25 dicembre il numero anticipato delle domande iniziali di assistenza per i disoccupati al netto dei fattori stagionali era di 388.000, il che rappresenta una diminuzione di 34.000 rispetto alla cifra riportata per la settimana precedente di 422.000. Guardando al futuro, sembra chiaro che le norme sia fiscali sia monetarie fungeranno da grande stimolo per l’economia. La legislazione approvata di recente dal Congresso prevede sia una riduzione delle tasse, richiesta dai Repubblicani, sia un gran numero di programmi di spesa pubblica avanzati dai Democratici. Allo stesso tempo la Federal Reserve Board si è di nuovo impegnata all’acquisto di obbligazioni a lungo termine del Governo al fine di ridurre i tassi di interesse statunitensi a lungo termine con la speranza di stimolare l’economia. Molti osservatori credono che questa strategia abbia anche lo scopo di indebolire il valore del dollaro statunitense e di stimolare quindi le esportazioni del paese. Noi crediamo che la combinazione di tutte queste direttive porterà ad una ripresa continua dell’economia statunitense. Situazione di domanda e offerta Quando la crisi del credito ha colpito i mercati finanziari a livello mondiale nella seconda metà del 2007, da cui è conseguita una grave recessione economica, si pensava che il mercato immobiliare commerciale statunitense sarebbe crollato, come era successo 20 anni prima in seguito alla crisi delle Savings and Loans Associations negli Stati Uniti. Ci si aspettava inoltre che sul mercato si riversasse un flusso di proprietà in crisi e che la maggioranza delle fonti di capitale che aveva incoraggiato lo straordinario rialzo dei prezzi degli immobili sarebbe sparita. Invece, contrariamente alle aspettative, i venditori in crisi sono apparsi molto lentamente. Grazie alle basi che costituiscono il mercato immobiliare commerciale, come il tasso di locazione e il livello degli affitti, i proprietari sono riusciti a far fronte alla recessione sorprendentemente bene. Di conseguenza molti proprietari continuano ad avere delle entrate sufficienti per pagare il mutuo e ritenere pertanto le proprietà anche se il loro valore potrebbe essere ora inferiore al debito esistente, con la speranza che il mercato migliori col tempo. Allo stesso tempo le banche pignorano le proprietà con debito in fase di maturazione molto lentamente. Anche se ci sono ancora miliardi di dollari in proprietà con patrimonio netto negative (negative equity), le banche non sono ansiose di riprenderle e di riconoscere le perdite che ne derivano. Di conseguenza, molto frequentemente in questi casi, le banche preferiscono mettere in pratica la strategia di “far finta di niente ed estendere”, cioè mantengono lo stesso valore della proprietà nei loro libri contabili ed estendono il prestito per altri due o tre anni. Inoltre, anche coloro che gestiscono i mutui ipotecari che sono stati venduti in vari pool hanno pochi incentivi a forzare la vendita delle proprietà in crisi, in quanto molto spesso loro stessi hanno investito in dette proprietà per cui i loro stessi investimenti ne risentirebbero. Allo stesso momento in cui l’offerta era contenuta, è entrato in scena un numero significativo di investitori istituzionali sia nazionali sia stranieri. Il settore immobiliare commerciale con tassi di ingresso di capitalizzazione del 7%-8%, oltre al prospetto di una protezione dall’inflazione e di una rivalutazione del capitale nel tempo, è apparso come un’alternativa di investimento attraente per detti investitori, particolarmente poiché il rendimento del mercato delle obbligazioni era sceso a livelli senza precedenti. Inoltre sono stati creati numerosi fondi privati di tipo equity per investire nel flusso di proprietà in crisi che si prevedeva sarebbero state messe sul mercato. Infine il settore dei fondi REIT (Real Estate Investment Trust) è intervenuto in modo rappresentativo in quanto, invece di vendere le proprietà, è divenuto un acquirente attivo. Di conseguenza, la domanda di proprietà di qualità generalmente supera l’offerta, soprattutto in alcuni mercati top degli Stati Uniti. Tendenze divergenti dei prezzi Con la ripresa dalla crisi economica e del credito i prezzi del mercato commerciale statunitense hanno seguito essenzialmente due direzioni diverse. In un numero limitato di mercati principali, come quello di New York, Washington DC, Boston e San Francisco, i prezzi sono rimasti molto alti e nel caso di proprietà di prima categoria hanno raggiunto persino i livelli del periodo precedente alla recessione, con tassi di capitalizzazione molto bassi, che hanno raggiunto il 5%. In altri mercati principali invece i prezzi sono del 20% - 25% inferiori ai livelli raggiunti prima della recessione, ed hanno tassi di capitalizzazione tra 7% e 8%. Il Wall Street Journal di recente ha affermato che le performance dei due indici principali dei prezzi del settore immobiliare statunitense erano molto diverse. L’indice Moody’s Investors Services Index ha indicato che i prezzi erano ancora a livelli bassi o vicino ai livelli bassi dell’inizio del 2009. Dall’altra parte, invece, l’indice Green Street Advisors Index ha riportato che i prezzi commerciali ora sono aumentati del 30% rispetto all’anno scorso. Come ha commentato il Journal, era chiaro che, anche se ciascun indice diceva di rappresentare l’intero mercato, in realtà ne misurava un segmento diverso: il Green Street Index si concentrava su alcune delle principali città mentre il Moody’s Index copriva invece un segmento molto più ampio del mercato. Anche se vi sono delle chiare ragioni per cui gli investitori preferiscono le proprietà di New York, Washington DC, Boston e San Francisco, in queste città notiamo dei tassi di capitalizzazione di 200 - 300 punti base inferiori rispetto ad altri mercati principali del paese. Non crediamo inoltre che i rischi degli altri mercati cardinali siano superiori a quelli delle città top. Infatti acquistare oggi nelle città di primo grado potrebbe comportare dei rischi con il tasso di capitalizzazione. Di conseguenza, abbiamo raccomandato agli investitori di considerare le proprietà in città quali Seattle, Houston e San Diego in cui abbiamo avuto dei risultati eccellenti per anni. Continuiamo a credere infatti che queste città, ed altre località simili, dovrebbero essere incluse nell’elenco dei siti da considerare per potenziali investimenti. Finanziamento dei mutui Quando la crisi finanziaria ha inizialmente colpito il mercato, il finanziamento di nuovi mutui è sparito completamente. Le banche ed altre istituzioni finanziarie hanno immediatamente interrotto i prestiti e il mercato dei titoli CMBS (commercial mortgage backed securities) è semplicemente crollato. Rimanevano alcune istituzioni, come le compagnie di assicurazione sulla vita, che erano disposte a fare dei nuovi prestiti, ma solo in termini estremamente conservativi. Questa situazione sta gradualmente cambiando in quanto la crisi finanziaria è passata e banche ed altri istituti di prestito sono ritornati alla redditività. Prestiti per mutui sono di nuovo disponibili e in termini che stanno diventando favorevoli per gli investitori. Tradizionalmente i tassi di interesse sui mutui a interesse fisso venivano stabiliti tenendo conto del rendimento paragonabile delle obbligazioni del Governo statunitense, a cui veniva aggiunta una maggiorazione. Dato che il Federal Reserve Board attualmente sta mantenendo i tassi a livelli storicamente bassi, i mutui stanno lentamente diventando disponibili con termini più attraenti. Oggi è possibile ottenere un leverage positivo, particolarmente per le proprietà che sono acquistate con un tasso di capitalizzazione al di sopra del 6%. Nonostante il fatto che la maggior parte delle istituzioni che offre i prestiti limiti il rapporto prestito-valore a 60% e richieda un certo ammortamento, continuiamo a vedere sempre più flessibilità nei termini dei prestiti man mano che sul mercato ritorna la competizione. Per ulteriori informazioni andare al sito www.falconreal.com o contattare Falcon Real Estate: 570 Lexington Avenue, New York, New York 10022 www.falconreal.com