Fusioni, Acquisizioni e Joint Ventures in Cina
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Fusioni, Acquisizioni e Joint Ventures in Cina
Aggiornamenti legali e fiscali da Dezan Shira & Associates Volume XII -Numero VII Inglese Notizie on-line su: Francese Tedesco Italiano Spagnolo www.china-briefing.com/news/it Fusioni, Acquisizioni e Joint Ventures in Cina In questo numero: Passi pratici per la creazione di una Joint Venture La stesura di un contratto di JV per una partnership fruttifera I fondamenti legali di F&A in Cina Gli investimenti in JV e M&A all’estero di Team China Benvenuti a questo nuovo numero del China Briefing I n questo numero di China Briefing, vorremmo aiutarvi, a dare un ulteriore sguardo alle Joint Venture e alle opportunità di Fusioni e Acquisizioni in Cina. S e m p r e a l l ’ i n t e r n o d e l l o s t e s s o n u m e r o di CB, analizzeremo la situazione corrente del mercato e le motivazioni e le sfide che caratterizzano ognuno di questi strumenti di investimento, oltre a dare alcune indicazioni pratiche su come loro vadano utilizzati. Se siete interessati agli argomenti coperti da questo numero, vi consigliamo di leggere le edizioni aggiornate delle nostre guide tecniche riguardanti Joint Ventures e Mergers & Acquisitions, disponibili in formato PDF nella libreria online di Asia Briefing: http://www.asiabriefingmedia.com/store/ Un ringraziamento particolare per la realizzazione di questo numero va ad Eunice Ku, Mattia Bazzoni, Nicholas William Hughese e Richard Cant. Cordiali saluti, Alberto Vettoretti, Managing Partner Dezan Shira & Associates Editore, Asia Briefing Regional Business Intelligence From the Asia Foreign Direct Investment Practice Dezan Shira & Associates www.asiabriefingmedia.com INDIA BRIEFING www.china-briefing.com www.india-briefing.com VIETNAM BRIEFING www.vietnam-briefing.com MONGOLIA BRIEFING www.russia-briefing.com www.mongolia-briefing.com www.2point6billion.com MONGOLIA BRIEFING Business Advisory · Corporate Establishment · Tax · Accounting · Payroll · Due Diligence · Audit www.dezshira.com China | Hong Kong | India | Vietnam | Singapore La copertina artistica di questo mese: La copertina di questo mese è dall’artista Chun Ouyang, nato nel 1974 e laureato presso il Dipartimento di Educazione Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Xi’an nel 1995. Attualmente vive e lavora a Pechino. Situato al terzo piano dell’iconico e pluripremiato Three on the Bund, la Shanghai Gallery of Art dedica un ampio spazio di 1.200 metri quadrati per la promozione dell’arte contemporanea internazionale, con un’attenzione particolare alla scenario artistico cinese. [email protected]; www.shanghaigalleryofart.com Tutto il materiale e i contenuti sono protetti da ©2011 Asia Briefing Ltd. Nessuna riproduzione, copia o traduzione di materiale è permessa senza il consenso dell'editore. Contattate: [email protected] Rivalutare (operazioni di) Joint Venture & M&A in Cina [ A cura di Dezan Shira & Associates ] S ulla scia della crisi finanziaria e con il riassestamento dell’economia cinese da un modello orientato alle esportazioni ad uno focalizzato sul consumo interno, nel Paese stanno tornando di moda joint-venture sino-straniere (JV) e fusioni e acquisizioni (M&A) da parte di investitori stranieri. Pur essendo state considerate a lungo forme d’investimento da intraprendere con attenzione, oggi, le motivazioni che spingono a intraprendere operazioni di JV ed impegnarsi M&A stanno cambiando. Secondo JP Morgan, le fusioni e acquisizioni in Cina rappresenteranno nel 2011 soltanto l’8-9% del totale mondiale. Tuttavia, ma di certo c’è stato un forte aumento rispetto all’inizio del 2000, quando queste ammontavano al 2-4%. Nonostante ciò, persiste tra gli investitori stranieri una profonda (e non infondata) sfiducia verso le JV e le M& A, in gran parte alimentata dall’alto numero di operazioni che sono andate male negli ultimi anni. Si consideri ad esempio la controversia nata dalla JV tra Danone e Wahaha nel 2007, quando il gruppo alimentare francese Danone accusò il produttore cinese di bevande Wahaha di aver creato illegalmente un business parallelo al di fuori della loro Joint Venture. La disputa è degenerata in una lunga battaglia legale, che ha visto la mediazione da parte dei governi cinese e francese. Nel 2009, Danone ha annunciato che avrebbe venduto la propria partecipazione del 51 per cento della JV. Nel 2008 l’affare Coca-Cola Huiyuan è stato il primo caso di acquisizione che non è riuscita a superare la legge cinese antimonopolistica, varata nello stesso anno. Coca-Cola aveva annunciato, come parte della sua strategia di localizzazione, l’intenzione di acquisire per 2,4 miliardi di USD Huiyuan, il brand di succhi numero uno in Cina. Dopo molte discussioni e richieste di documentazioni aggiuntive, il Ministero del Commercio (MOFCOM) ha emesso una nota che vietava l’operazione di M&A con la motivazione che la posizione di controllo posseduta da Coca-Cola nel settore soft drink avrebbe influenzato il mercato stesso, provocando un impatto negativo sulla concorrenza di mercato. Eppure, le diverse necessità delle società cinesi e straniere non sono per nulla incongruenti tra loro - piuttosto il contrario. In particolar modo per le piccole e medie imprese (PMI), le operzioni di JV e di M&A meritano un pò di rivalutazione, poiché lo scenario delle JV sino-straniere e M&A oggi è molto diverso da quello di qualche anno fa. Per molte aziende straniere, infatti, la Cina è diventata un mercato target e la conoscenza del mercato ed i contatti locali sono tenuti esclusivamente dalle società cinesi. Dal lato cinese, i “driver” che dirigono le PMI verso JV e M&A sono il capitale e l’accesso a tecnologie e brands. L’incapacità delle PMI private cinesi di accedere ai capitali ha ostacolato la loro crescita o addirittura il mantenimento del loro stesso business. Inoltre, la prima generazione di imprenditori cinesi, che ormai si trovano a cavallo tra i quaranta e cinquanta anni stanno pensando alla successione, mentre i loro figli - con obiettivi e valori distanti molto più di una generazione – guardano oltre. La contrazione del credito e il problema della successione sono particolarmente evidenti nella provincia imprenditoriale dello Zhejiang, dove vi sono molte opportunità di JV e di F&A. Le tendenze globali sono quindi dirette sempre più verso le Joint Venture e M&A con aziende straniere; queste strutture di investimento sono impegnative in qualsiasi mercato esse avvengano e richiedono serrata cooperazione tra le parti oltre ad una attenta pianificazione delle fasi di sviluppo. In questo numero, daremo uno sguardo a ciascuno di questi veicoli di investimento descrivendo la situazione attuale del mercato, e le principali sfide affrontate - e forniremo alcuni consigli pratici su argomenti chiave quali la stesura di un contratto di joint venture e la ricerca di un partner per operazioni di M&A. Per ulteriori informazioni su investimenti in Cina, incluse operazioni di joint v e n t u re e M & A , v i p re g h i a m o d i contattarci a [email protected] o v i s i t a r e w w w. d e z s h i r a . c o m / i t . China Briefing 3 Stesura di un contratto di Joint-Venture per collaborare efficacemente con il proprio partner cinese L a collaborazione con un partner cinese è considerata da molti investitori stranieri un passo fondamentale per accedere al mercato cinese. Allo stesso tempo, la possibilità di acquisire nuove tecnologie stimola l’interesse delle compagnie cinesi a creare joint-venture con investitori stranieri. A livello globale, il tasso di successo delle JV è relativamente basso, dunque non c’è da sorprendersi se molte collaborazioni sinostraniere si rivelino fallimentari per via di contrasti di natura culturale, manageriale o legati all’imposizione e alla scelta di obiettivi di lungo termine. Gli stranieri interessati ad investire nel mercato cinese dovrebbero essere coscienti dei vari ostacoli per la costituzione, gestione e dissoluzione di una joint venture. I punti cardine comprendono: Condizioni per la dissoluzione Misure in caso di stallo Opzioni acquisto-vendita Autorità del General Manager Arbitrato in Cina Condizioni per la dissoluzione Esiste sempre una percentuale di rischio che la joint venture non funzioni, è dunque necessario includere nel contratto e nello statuto societario una strategia di uscita che permetta di mantenere intatti i propri beni. Nella pratica, al fine di dissolvere una joint venture, è necessario che il consiglio di amministrazione della stessa si incontri e concordi all’unanimità sulla dissoluzione, nonché ottenere il permesso delle autorità governative competenti. Uno degli ostacoli maggiori che l’investitore straniero potrebbe incontrare nel caso di dissoluzione è il mancato ottenimento del consenso del partner cinese. Per facilitare l’uscita da una joint venture, è cruciale stipulare chiaramente le basi per 4 China Briefing [ By Rachel Xuan and Eunice Ku, Dezan Shira & Associates ] JOINT VENTURE AGREEMENT un’eventuale dissoluzione nel contratto di joint venture nello statuto societario. Le leggi che regolano le joint venture prevedono varie motivazioni per la dissoluzione di una joint venture, tra cui il verificarsi di “gravi perdite”. All’interno del contratto e dello statuto societario, le parti dovrebbero quantificare e stabilire chiaramente la definizione di “gravi perdite” e il livello inaccettabile per proseguire con le attività (perdite in anni consecutivi, livelli di produzione al di sotto degli obiettivi, ecc.). Gli investitori possono e dovrebbero stabilire altre motivazioni per la dissoluzione nel contratto e nello statuto societario, come, ad esempio, la bancarotta della compagnia partner, il rifiuto da parte di un’istituzione finanziaria di fornire credito, o il ritardo nell’ottenimento dei diritti per l’uso del terreno. Misure in caso di stallo Inoltre, è prudente inserire una clausola riguardante le misure in caso di stallo che permetta ad ogni singola parte di iniziare unilateralmente un processo di dissoluzione. Detta clausola dovrebbe specificare chiaramente le varie situazioni che costituiscono una situazione di stallo e che quindi implicherebbero la terminazione della collaborazione. Ad esempio, si potrebbe specificare che una situazione di stallo possa risultare dalla mancata partecipazione di un membro del consiglio di amministrazione agli incontri per tre volte consecutive. Le parti dovrebbero stipulare nel contratto che, al sorgere di una situazione di stallo, una della parti ha il diritto di inviare un avviso scritto di terminazione alla controparte della joint venture. Nell’eventualità in cui quest’ultima dovesse rifiutarsi di cooperare all’iniziazione del processo di dissoluzione della joint venture, la parte intenzionata a terminare la collaborazione può richiedere una decisione sulla base di arbitrato o rivolgersi ad un tribunale. L’inserimento di clausole ben dettagliate riguardanti le situazioni di stallo possono aiutare ad ottenere un verdetto favorevole. Opzioni di acquistovendita Un’alternativa è inserire una clausola per la quale una situazione di stallo conduca alla possibilità di esercitare un’opzione acquisto-vendita, per la quale una delle parti ha il diritto di vendere la propria quota di partecipazione o di acquistare la quota dell’altra parte ad un prezzo prestabilito, obbligando l’altra parte ad acquistare/vendere. Il metodo per calcolare il valore della quota di partecipazione dovrebbe essere spiegato in manieria dettagliata all’interno del contratto, ad esempio basandolo sul Stesura di un contratto di Joint-Venture per collaborare efficacemente con il proprio partner cinese valore delle attività— nette stimato da uno studio professionale e rinomato. Si noti che laddove la rilevazione della quota societaria dovesse implicare la conversione della joint venture in una WFOE (Wholly Foreign Owned Enterprise – Impresa a totale partecipazione straniera), questa sarebbe soggetta alle limitazioni previste dal “Foreign Investment Industrial Guidance Catalogue”, che proibisce o limita gli investimenti in determinati settori. Autorità del GM Per quanto concerne la struttura amministrativa, le joint venture in Cina devono possedere un consiglio di amministrazione che é la massima autorità con potere decisionale all’interno della società. Di norma, un general manager sarà nominato dal consiglio di amministrazione, è sarà in carica della gestione delle operazioni giornaliere della società. Con lo scopo di mantenere il controllo sull’attività, l’investitore straniero dovrebbe considerare l’idea di nominare un manager straniero per ricoprire questa posizione. Se le parti non desiderano nominare un manager straniero, è bene definire chiaramente nello statuto societario e nel contratto della joint venture quelle che sono le competenze che ricadono sotto l’autorità del GM locale. Ad esempio, nei documenti bisognerebbe stipulare che, laddove il valore cumulativo dei contratti in un certo periodo di tempo superasse un valore prestabilito, è necessaria un’autorizzazione scritta e il consenso unanime del consiglio di amministrazione per permettere al manager di firmare il contratto, o quest’ultimo unicamente sarà considerato personalmente responsabile. Questo assicura che la parte straniera, tramite il direttore che ha nominato, sia informata di tutte le decisioni importanti prese dal GM. In tal modo, gli interessi della parte straniera nella joint venture vengono protetti. Trasferimento dell’equity a parti terze In alcuni casi, la parte straniera o cinese potrebbe considerare l’idea di trasferire la propria quota di capitale sociale a una terza parte. Le leggi che regolamentano le joint venture prevedono che la parte che desidera trasferire la propria quota a una terza parte ottenga il permesso delle altre parti nella joint venture. Quando una parte in una joint venture desidera trasferire la sua quota di capitale sociale a una terza parte, ma l’altra parte non vuole dare il consenso, la prima può fare causa oppure rivolgersi alla commissione d’arbitrato. Le “Interpretations of the Supreme People’s Court on Several Issues Concerning the Trial of Disputes Involving Foreign-Invested Enterprises” (interpretazioni), in vigore dal 16 agosto 2010, prevede che il trasferimento dell’equity sarà sostenuto se: (1) È possibile provare che gli altri azionisti hanno dato il loro consenso; (2) La parte trasferente ha inviato un avviso scritto riguardo al trasferimento, ma gli altri azionisti non hanno provveduto a rispondere entro 30 giorni; oppure (3) Gli altri azionisti non hanno acconsentito al trasferimento ma si rifiutano di acquistare la quota della parte trasferente. Le “Interpretations’, inoltre, prevedono che, nel caso in cui gli altri azionisti non facciano ricorso al diritto di primo rifiuto entro un anno da quando sono (o dovrebbero essere) venuti a conoscenza del contratto di trasferimento dell’equity, la corte deciderà a favore del trasferimento. Queste regolamentazioni possono essere vantaggiose per l’investitore straniero che desidera passare la sua quota di equity ad una terza parte, ma possono essere svantaggiose nell’eventualità in cui la parte cinese desiderasse trasferire il proprio interesse ad un competitor, o a qualcuno di cui non è stata verificata l’affidabilità. Al fine di minimizzare questo rischio, le parti dovrebbero stipulare chiaramente le condizioni per un trasferimento dell’equity all’interno del contratto di joint venture, come ad esempio il divieto di transferiementi di capitali a determinati concorrenti. Arbitrato in Cina Le leggi che governano le joint venture dispongono che, laddove il consiglio d’amministrazione non fosse in grado di risolvere la disputa tra le parti di una joint venture per mezzo di negoziazioni, è possibile ricorrere ad istituzioni di arbitrato. A questo riguardo, le parti dovrebbero stipulare una clausola d’arbitrato o concludere per iscritto un accordo dove si stabiliscono il nome esatto dell’istituzione di arbitrato, il luogo di incontro e la lingua in cui l’arbitrato sarà svolto. Numerosi investitori s tranieri s ono generalmente convinti che la scelta di svolgere l’arbitrato nel loro paese di provenienza o in un altro paese straniero possa rivelarsi vantaggioso. Questo è particolarmente vero per casi che comportano grandi quantità o fondamentali diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, nel caso di dispute che comportano piccole quantità e dove alla base ci sono solo interessi monetari, per ragioni di costo, l’investitore straniero potrebbe considerare l’idea di un’agenzia cinese di arbitrato, per le seguenti motivazioni. Prima di tutto, quando una parte è a conoscenza di un imminente arbitrato e si trova in una situazione poco favorevole, potrebbe tentare di proteggere i propri beni trasferendoli in anticipo. Mentre le regole d’arbitrato di molti paesi prevedono politiche di preservazioni dei beni di proprietà, queste politiche sono applicabili solo all’interno della giurisdizione del luogo dove l’arbitrato ha luogo. Inoltre, le leggi cinesi che regolano l’arbitrato non prevedono la possibilità di esercitare il diritto che i beni di proprietà siano preservati, laddove l’arbitrato avesse luogo fuori dal territorio cinese. Per questo motivo, un arbitrato svolto all’estero potrebbe rivelarsi rischioso poiché preclude la possibilità di impedire alla parte in Cina di trasferire i suoi beni. Condurre l’arbitrato in Cina permette a una parte di una joint venture di fare domanda al centro di arbitrato in Cina affinché i beni in Cina della parte opposta siano preservati anticipatamente, purché si possa dimostrare che la decisione arbitrale potrebbe non essere applicabile, o che il richiedente potrebbe riscontrare difficoltà nell’applicazione in assenza di intervento protettivo. In secondo luogo, la legislazione cinese prevede che i contratti di joint venture siano sotto l’esclusiva giurisdizione della legge cinese. Di conseguenza, arbitri con una scarsa conoscenza della legge cinese potranno affidarsi esclusivamente alle proprie conoscenze legali, nonché alle opinioni dei legali delle parti coinvolte per comprendere la legge applicabile. Ciò potrebbe risultare in un’errata interpretazione della legge, e in una conseguente incompatibilità del giudizio con la legge cinese. Inoltre, l’applicazione in Cina del giudizio di un centro di arbitrato estero potrebbe richiedere molto tempo, poiché la parte vincente dovrà fare domanda al tribunale cinese affinché il giudizio sia applicato e tutto il materiale sia tradotto in cinese. Infine, per quanto concerne il luogo in cui l’arbitrato sarà svolto, la China International Economic and Trade Arbitration Commission (CIETAC), istituita dal governo cinese con il solo scopo di risolvere contenziosi internazionali, è costituita da una giuria di arbitri internazionali con una profonda conoscenza in diversi settori, tra cui legale, economico, commerciale, scientifico, tra cui le parti possono scegliere. Le statistiche hanno dimostrato che non vi è nessun pregiudizio contro le parti straniere. China Briefing 5 Cinque punti pratici per stabilire una JV [ A cura del dipartimento di Business Advisory Services, Dezan Shira & Associates ] 1. Valutare il partner con attenzione La parte cinese tende a concentrarsi principalmente a far soldi, spesso ignorando i “dettagli tecnici” legali, e considerando il partner straniero molto lontano dalla situazione nel suo complesso. È quindi molto importante ricordare al partner cinese l’importanza del lavoro d’ufficio (“paperwork”) e le conseguenze derivanti da una rottura del contratto. La due diligence legale e finanziaria comportano in genere l’assunzione di una società per condurre delle verifiche di background e di situazione creditizia, esaminare i file della compagnia presso l’Amministrazione dell’Industria e del Commercio (AIC), verificare con le autorità competenti le qualifiche della società per operare, controllare libri e scritture contabili, controllare il background delle persone chiave, condurre interviste ai clienti, ecc. 4. Management straniero Prima di tutto, è fondamentale valutare l’intero potenziale del partner cinese. Bisogna cominciare guardando le caratteristiche principali del partner, per esempio la cultura aziendale, la credibilità, le capacità manageriali, lo status con i clienti, ecc. 2. Dialogare direttamente con le autorità locali Tutti i governi provinciali o comunali possono avere diverse opinioni su norme e regolamenti, e spesso dimostrano comportamenti piuttosto flessibili. Suggeriamo di dialogare direttamente con i funzionari locali quando si dovrà affrontare il processo di registrazione di una JV, anche se si ha una buona conoscenza delle regole e regolamenti specifici. Questo significa parlare, prima della redazione dei documenti essenziali, con i dipendenti della commissione per lo sviluppo e le riforme, del ministero del commercio e dell’amministrazione dell’industria e del commercio. A volte conviene contattare anche l’amministrazione statale della valuta estera (SAFE) e l’ufficio delle tasse. 3. Enfatizzare il contratto sin dall’inizio Alcuni investitori cinesi (soprattutto PMI) prestano poca attenzione al contratto e in alcuni casi non guardano neppure le documentazioni della JV, tuttavia sono ben felici di firmarle. Molte aziende decidono di inviare proprio personale esperto in Cina per gestire l’azienda direttamente; questo è particolarmente importante in società ad alta tecnologia o joint venture di produzione, quando l’invio di professionisti in Cina è un must. Case Study Recentemente, abbiamo assistito ad una negoziazione di JV in cui entrambe le parti volevano che l’altra parte fosse la prima a contribuire con i propri “investimenti” (contanti dai cinesi, diritti di proprietà intellettuale da parte degli stranieri). Per risolvere questo problema, Dezan Shira & Associates ha suggerito di aggiungere scadenze chiare per il conferimento degli investimenti nel contratto di JV. Tuttavia si riconosce come questo, in pratica abbia un effetto limitato. Se una parte decidesse di non osservare l’accordo, l’altra parte potrebbe naturalmente portarla in tribunale, ma tutto questo avrebbe effetti deleteri sull’intero progetto. Ė, infatti, difficile tornare indietro una volta che gli investimenti vengono effettuati e che la JV è stata costituita. Questa negoziazione di JV dimostra come porre enfasi sul contratto sia importante, ma come allo stesso tempo non si debba sottovalutare l’effetto della fiducia e l’importanza di strumenti di misurazione come la due diligence legale e finanziaria. Per eseguire bene una trattativa di JV, è necessario avere questo tipo di informazioni di base a portata di mano ed in anticipo. In tal modo, è possibile tenere d’occhio la controparte cinese e curare i propri interessi con efficacia. Diverse aziende non cinesi hanno preferito porre fiducia nel contratto piuttosto che mandare persone di fiducia, pensando che il contratto avrebbe legato il comportamento delle loro controparti cinesi; tuttavia le cose non hanno assolutamente funzionato come da contratto, causando enormi problemi. 5. Stabilire le basi per il mantenimento del controllo interno Prestare attenzione ai timbri della società (in inglese “chop”) e ai conti bancari è fondamentale. Ogni azienda avrà tre timbri quello aziendale, quello finanziario e quello del responsabile legale – il controllo di questi tre timbri consente di aprire conti bancari e siglare assegni. Il timbro del rappresentante legale è particolarmente importante, giacché è richiesto in numerosi documenti aziendali e viene spesso considerato come sostitutivo della firma. Di conseguenza, qualsiasi persona in possesso del timbro può esercitare il potere di rappresentare la società e creare obbligazioni per essa. Al fine di prevenire l’uso non autorizzato, è fondamentale stabilire una procedura che controlli che l’uso del timbro sia strettamente monitorato. Case Study Recentemente abbiamo avuto esperienza di una negoziazione per una JV sinostraniera finita in una situazione di stallo molto velocemente. Durante le fasi di discussione per arrivare alla firma del contratto di joint venture, si sono presentati diversi ostacoli riguardanti la struttura organizzativa dell’azienda, specie nell’assegnazione di posizioni chiave. Per la parte straniera che voleva conferire (e proteggere) i propri diritti di proprietà intellettuale, l’ottenimento della posizione di general manager è stato fondamentale per la supervisione delle operazioni giornaliere. I Fondamenti legali di fusioni e acquisizioni in Cina [ A cura di Eunice Ku, Rachel Xuan e Susan Kang, Dezan Shira & Associates ] N el 2003, il governo cinese ha per la prima volta steso in un’unica legge sulle fusioni e acquisizioni i principi, le procedure e i requisiti principali per gli investitori stranieri interessati ad acquisire aziende cinesi. Nella loro versione più recente, le regole sulle Acquisizioni e Fusioni di società cinesi da parte di investitori stranieri sono state promulgate nel 2006 e rivisitate nel 2009. Tali norme forniscono agli investitori un quadro di base e informazioni relative ad attività di M&A in Cina, dando allo stesso tempo ampia discrezionalità al governo per esaminare e approvare fusioni e acquisizioni che potrebbero avere impatti su temi di sicurezza nazionale ed economica. Data la recente esposizione della Cina a operazioni di M&A, è diretta a soppesare benefici e rischi di acquisizione d’imprese in Cina da parte di imprese straniere, specie se tali acquisizioni avvengono in settori chiave. L’acquisizione di partecipazioni e asset richiede l’approvazione del MOFCOM locale e la registrazione presso l’ufficio amministrativo locale dell’industria del commercio. In aggiunta alle norme anti-monopolio, la Cina si riserva il diritto di esaminare acquisizioni straniere di aziende e asset cinesi per ragioni di sicurezza nazionale. L’approvazione del MOFCOM a livello centrale è richiesta nei seguenti casi di M&A: L’azienda a investimento estero formata dopo la fusione o acquisizione appartiene ad un settore-industria che necessita il controllo e l’approvazione del MOFCOM. Una società, impresa o persona fisica che agisca in Cina attraverso una società con sede legale al di fuori della Cina, che voglia fondersi o acquisire una società cinese alla quale è affiliate la persona fisica, l’azienda o impresa stessa. M&A di un’impresa nazionale da parte di investitori stranieri per cui: • Gli investitori stranieri ottengano una posizione di controllo in settori chiave. • Esistano fattori che possano influenzare la sicurezza economica dello Stato. • Gli investitori stranieri ottengano il controllo su un’impresa domestica che possiede un marchio cinese tradizionale o rinomato. Di seguito, vengono esaminate le disposizioni che gli investitori stranieri che intendano svolgere M&A in Cina sono tenuti a rispettare. Le regole riguardanti le M&A si applicano solo a fusioni e acquisizioni di imprese nazionali, mentre gli investitori stranieri che tentano di acquisire aziende in Cina che già godono di uno status FIE (foreign invested enterprises) aderiscono ad un diverso set di regole. Le questioni riguardanti la segnalazione e l’approvazione di tutti i cambiamenti nella struttura patrimoniale di una FIE sono regolate dalle “Disposizioni sui cambi d’interessi patrimoniali riguardanti le FIE”, pubblicate dal Ministero del Commercio e della cooperazione economica nel 1997. Questioni non affrontate da tali disposizioni vengono gestite “con riferimento” alle leggi sulle M&A. Applicabilità Le regole sulle M&A si applicano quando un investitore straniero: Acquisisce delle equities: Compra partecipazione in un’azienda domestica non a capitale estero. Sottoscrive l’aumento di capitale di un’impresa nazionale. Acquisisce degli assets: Costituisce una FIE tramite la quale compra e opera gli asset di un’impresa domestica. Compra gli asset di un’impresa domestica e usa tali asset per costituire una FIE. Stipulazioni Secondo la legge sulle M&A, fusioni e acquisizioni di imprese nazionali da parte di investitori stranieri devono rispettare le disposizioni del catalogo sugli investimenti industriali esteri. Ciò significa che, fusioni o acquisizioni non potrebbero risultare per gli investitori stranieri nei seguenti casi: Creazione di una WFOE in settori in cui è non consentito creare WFOEs. Diventare un soggetto controllante in un’impresa acquisita in settori che richiedono il controllo da parte di investitori cinesi Acquisire il controllo di imprese dove la partecipazione di investitori stranieri è vietata o limitata. Procedura di Acquisizione Le leggi di M&A stabiliscono i termini per gli investitori stranieri per pagare per intero le contribuzioni in equity o per trasferire gli asset, o l’aumento di capitale che è stato sottoscritto, il rapporto tra il capitale sociale e investimenti totali, e le procedure di “application” e i documenti richiesti. Documentazione richiesta Un’acquisizione di equities richiede i seguenti documenti: La dichiarazione unanime degli azionisti dell’azienda domestica sull’acquisizione La domanda per la conversione a FIE Contratto e statuto societario della FIE Contratto riguardante l’acquisizione straniera dell’equity o della sottoscrizione dell’aumento di capitale. Audit report sui bilanci dell’anno precedente dell’azienda target Documenti notarizzati-approvati riguardanti l’identità, la registrazione e lo stato creditizio dell’acquirente Descrizione delle attività dell’azienda target e relative licenze Proposta di trattamento dei dipendenti nell’azienda target Documenti rilevanti gli accordi sulle passività dell’azienda target, rapporto di valutazione emesso da un ente autorizzato e relative note integrative China Briefing 7 I Fondamenti legali di fusioni e acquisizioni in Cina Altri documenti relazionati alla transazione Un’acquisizione di assets richiede i seguenti documenti: Dichiarazione dei detentori di diritti di proprietà o organo governante dell’impresa domestica che attesti il consenso alla vendita degli asset Domanda per la creazione della FIE Contratto e statuto societario della FIE Contratto di vendita firmato dalle parti Statuto e licenza di operatività dell’azienda target, l’affermazione di avvenuta acquisizione da parte del creditore Documenti notarizzati-approvati che certifichino i documenti di identità, registrazione e stato creditizio dell’investitore La proposta di sistemazione dei dipendenti della società target I documenti rilevanti la responsabilità limitata dell’azienda target, il rapporto di valutazione e le spiegazioni fatte dalle parti nell’acquisizione Altri documenti richiesti Molte PMI cinesi non riportano i loro reali ricavi all’agenzia delle entrate, in modo da abbassare l’imponibile fiscale. In un’acquisizione del patrimonio netto, l’investitore straniero assume la responsabilità fiscale della società originaria. In un’acquisizione di asset, tale responsabilità d’imposta rimane con la società cinese. Capitale sociale Dopo che un investitore straniero acquista le partecipazioni in un’azienda domestica, lo stato dell’azienda domestica diventa una FIE. Il capitale sociale della FIE deve quindi essere costituito dal capitale sociale dell’impresa domestica originale, con l’investimento da parte dell’investitore straniero espresso come percentuale del capitale acquistato nell’azienda stessa. Inoltre, l’articolo 19 della legge sulle M&A, quando un investitore straniero si fonde con un’impresa nazionale tramite un’equity merger, pone i limiti massimi alla quantità di investimento della parte straniera. Tale limite è determinato dalla quantità totale di capitale sociale, come indicato nella tabella sottostante. L’articolo 9 delle leggi sulle M&A prevede che, qualora il rapporto tra l’apporto di capitale di investitori stranieri e il capitale sociale di una FIE istituita a seguito di una M&A sia inferiore al 25 per cento, l’impresa 8 China Briefing non abbia diritto al trattamento riservato alle FIE. Capitale Registrato <US$2.1 milioni >US$2.1 milioni e=<US$5 milioni >US$5 milioni e=<US$12 milioni >US$12 milioni Investimento Massimo totale 10/7 del capitale registrato 2 volte il capitale registrato 2,5 volte il capitale registrato 3 volte il capitale registrato Valutazione Tutte le M&A tra un’impresa straniera e una domestica dovrebbero determinare il prezzo della transazione sulla base del risultato di una valutazione effettuata da un istituto di valutazione patrimoniale. Le parti possono scegliere l’istituto di valutazione che preferiscono, ma esso deve risiedere nel territorio cinese ed essere in conformità con la legge cinese. L’articolo 14 delle leggi sulle M&A vieta il trasferimento delle partecipazioni o la vendita di beni ad un prezzo “ inferiore” rispetto al risultato della valutazione al fine di evitare il trasferimento mascherato di capitale al di fuori della Cina. Accordo di acquisto di Equity L’investitore straniero e l’impresa nazionale che stanno per concludere una transazione di M&A, o un accordo di aumento di capitale devono sottostare alle disposizioni poste dall’articolo 22 e contenere le seguenti informazioni: 1. Le informazioni rilevanti delle due parti nel contratto 2. L’ammontare del patrimonio netto da acquistare o dell’aumento di capitale, e il prezzo da pagare 3. Il termine e le modalità di esecuzione del contratto 4. I diritti e i doveri di ciascuna parte 5. Le penalità per violazione del contratto o il mezzo attraverso il quale le controversie saranno risolte 6. La data e il luogo di conclusione del contratto Pagamento L’investitore straniero deve pagare l’intero importo stabilito nel contratto di acquisto entro tre mesi dall’ottenimento della licenza commerciale della FIE. In casi particolari (e previa approvazione del MOFTEC o esaminazione da parte dell’autorità provinciale di approvazione), l’investitore straniero può pagare un minimo di 60 per cento del prezzo entro sei mesi, e la restante parte da saldare entro un anno dal rilascio della licenza commerciale della FIE. Qualora l’investitore straniero decidesse di condurre l’acquisizione tramite sottoscrizione di un aumento di capitale di un’impresa domestica, l’investitore straniero dovrà pagare non meno del 20 per cento dell’importo del capitale sociale conferito, al momento della domanda di licenza commerciale fatta dalla FIE. Il termine per il pagamento della parte rimanente dell’aumento di capitale è soggetto alle disposizioni del diritto societario della Repubblica Popolare Cinese, leggi e regolamenti riguardanti le FIE, e normative sulla registrazione delle imprese. Approvazione e Registrazione Il MOFCOM annuncerà l’accettazione o il rifiuto della domanda entro 30 giorni dal ricevimento della documentazione. Nel caso in cui il MOFCOM accolga la richiesta, un certificato di approvazione verrà rilasciato. Al ricevimento del certificato di approvazione da parte del MOFCOM, l’impresa straniera ha 30 giorni di tempo per registrare l’impresa domestica acquisita come FIE alla SAIC (state administration for industry and commerce) locale. I Fondamenti legali di fusioni e acquisizioni in Cina Fusioni e Acquisizioni: Scelta della target company China Briefing ha recentemente intervistato Tom Ward, Presidente di PIM, S.r.l. società di consulenza strategica focalizzata sul mercato industriale Cinese, al fine di reperire importanti consigli riguardanti il mercato cinese delle M&A. Qual é lo scenario attuale per le M&A in Cina? Oggi vi sono numerose società cinesi disposte ad essere acquisite. Va sottolineato, però, che molte di esse potrebbero non essere pronte o idonee, come ad esempio alcune società statali che sono state privatizzate, e si comportato ancora come PMI. Queste ultime hanno poca motivazione all’innovazione, per cui, forse, è opportuno prenderle in esame. Mentre molte aziende straniere stanno pianificando di apportare la propria tecnologia e know-how in operazioni di fusioni e acquisizioni, in Cina c’é una crescente voglia da parte delle imprese locali, di investire nella ricerca e sviluppo. La Cina non sta semplicemente copiando tecnologia e processi dall’Occidente, ma utilizza queste due variabili per crescere, cosi come avvenne in Giappone. Recentemente, una società straniera operante nel settore estrattivo, che stava valutando una possibile acquisizione, si rese conto che le tecnologie utilizzate dalla società cinese di interesse, fossero migliori delle loro. Circa venti anni fa, l’apparato industriale cinese risultava preoccupante sia nella manutenzione che nei servizi. Attualmente le società riescono a gestire sempre meglio i costosi downtimes grazie ad un apparato produttivo qualitativamente più efficiente. Questo significa che le imprese locali, migliorando gli standard produttivi, divengono più appetibili per le società straniere qualora risulti possibile attuare manovre di Merger and Acquisition. In relazione all’ esperienza acquisita nell’azienda per cui lavora, quali sono le motivazioni per intraprendere un’operazione di M&A? Quali sono i principali deal breakers? Le società straniere con le quali noi lavoriamo sono interessate principalmente alla vendita sul mercato cinese. Le motivazioni di chi vende risiedono nella volontà di cambiare settore oppure investire in qualcosa di nuovo. In molti casi questi imprenditori hanno ragioni valide per vendere e uscire fuori dal business, ma hanno anche un senso di onore per quello che hanno sviluppato e cresciuto, e non vogliono uscire totalmente fin quando non sono certi che il loro business è in buone mani, per cui spesso le negoziazioni richiedono molto tempo. Inoltre, bisogna assicurarsi che il successo della società nel mercato nazionale sia commerciale, non politico. La ragione primaria è che PIM lavora con una clientela principalmente americana che può essere definita responsabile sotto gli standard severi descritta nel “Foreign corrupt practice act”. Investire in Cina significa investire considerevole tempo per conoscere questo mercato e le sfumature che lo influenzano. Intervista a cura di Mattia Bazzoni Il principale punto di rottura è spesso la valutazione del prezzo. Il venditore e l’acquirente hanno di norma idée differenti sul valore della società. Gli acquirenti vedono la Cina come un mercato in crescita e valutano attentamente la profittabilità di eventuali investimenti. Come scegliere un possibile target? Presenza di crescita continua negli ultimi cinque anni Innovazione nella produzione Presenza di brevetti propri e arco temporale nel quale sono stati sviluppati Gestione sistematica del processo decisionale Market share reale nel segmento di riferimento China Briefing 9 Gli investimenti in JV e M&A all’estero di “Team China” [ A cura di Nicholas William Hughes, Dezan Shira & Associates ] T corporation of China (Chinalco), gruppo di proprietà statale, ad acquisire una quota di maggioranza in Rio Tinto (Australia / Regno Unito), azienda mineraria leader mondiale. eam China, nome dato dal giornalista Australiano John Garnault alla cooperazione politica, aziendale e finanziaria che sostiene gli investimenti cinesi all’estero, sta guadagnando terreno e potere. Le imprese cinesi sono sempre più spinte dal governo ad investire all’estero, spesso attraverso M&A e JV, e sono aiutate dal sostegno finanziario della Banca dello Sviluppo della Cina e da altri fondi importanti. I paesi esteri sono territorio di conquista- Il numero totale delle M&A cinesi all’estero nel 2008 e 2009 da solo, ha superato il totale di tutte quelle che sono avvenute nei precedenti otto anni. La Cina ha continuato la sua performance con un totale di 54 Miliardi di Dollari nel 2010 investiti in operazioni di M&A all’estero, diventando il quarto paese a livello internazionale, dopo Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, per volume di affari in operazioni di M&A. Diversi studi hanno tentato di collegare la crescita degli investimenti esteri della Cina alla sua costante ricerca di “buoni deals”, e, mentre i prezzi scontati degli asset sono una delle maggiori cause dello sviluppo delle M&A cinesi, l’aumento della propensione della Cina ad espandersi ed investire all’estero è dovuta anche a: Approvvigionamento di risorse e materie prima Accesso a nuovi mercati e nuovi clienti Tecnologia, know-how, e capacità manageriali internazionali Politiche di sostegno da parte dello Stato e deregolamentazione Sicurezza alimentare Emigrazione Sfide per le M&A e per le JV cinesi all’estero Nonostante l’alto numero di JV e M&A all’estero, le imprese cinesi devono affrontare una serie di sfide, come quelle legate alla regolamentazione o alla mancanza di conoscenza ed esperienza di management internazionale. 10 China Briefing Un altro esempio riguarda i numerosi tentativi di far affari in Nord America compiuti da Huawei, fornitore della rete nazionale di telecomunicazioni, che ha fallito nel suo intento avendo suscitato sospetti che l’azienda fosse troppo legata al governo centrale e militare. La mancanza di esperienza manageriale internazionale Difficoltà dovute alla regolamentazioni I governi stranieri e le imprese sono diffidenti verso le intenzioni e le ambizioni delle aziende cinesi, in particolare di quelle aziende cinesi che sono proprietà dello stato. Negli ultimi anni, in risposta all’emergere di nuovi investitori provenienti dalla Cina e dal Medio Oriente, i governi stranieri hanno stabilito regole restrittive di investimento. La Cina ha sopportato il peso di queste regole e di tutte le discussioni politiche, in particolar modo nel caso in cui la Cina National Offshore Oil Corporation (CNOOC) ha tentato di acquisire nel 2005 la compagnia petrolifera statunitense Unocal. Altri dibattiti politici sono sorti sugli investimenti cinesi in Australia (su alcune acquisizioni nel settore minerario), in Corea (riguardo al fallimento della casa automobilistica Ssangyong), in Russia (riguardo al progetto perla del Baltico), e in diversi paesi in via di sviluppo. Nei paesi occidentali, le preoccupazioni sorgono nei casi in cui gli investimenti stranieri sono considerati una minaccia per le industrie nazionali e per i cosiddetti “campioni nazionali”, ma le preoccupazioni potrebbero anche riguardare il trasferimento di conoscenze e tecnologia. Un caso controverso che è fallito proprio per queste ragioni riguardava un affare proposto nel 2009, nel settore dell’industria mineraria, che avrebbe portato la Aluminium La mancanza di esperienza internazionale ha portato le aziende cinesi a non avere una chiara visione delle M& A nella loro strategia globale. Ciò ostacola la loro capacità di cercare, identificare e valutare potenziali obiettivi. La loro esperienza limitata può inibire la capacità di conoscere e comprendere i clienti, i concorrenti, la supply chain, e il quadro regolamentare dei loro mercati target. Si evidenzia, inoltre, che le imprese cinesi sono limitate nella loro capacità di trasferire le operazioni per i loro obiettivi e non sono abili nell’eliminare sprechi e duplicazioni derivanti della combinazione delle operazioni già esistenti con quelle appena introdotte. Tutti questi fattori possono giocare un ruolo cruciale nelle aziende cinesi non rendendole in grado di raggiungere le sinergie che generano valore in un’acquisizione, e la mancanza di esperienza e conoscenza significa che loro stanno realmente imparando a fare ciò partendo quasi da zero. Inoltre, le imprese cinesi sono in competizione con le società americane ed europee, che possono muoversi molto più velocemente, essendo più esperte nella negoziazione e nella ricerca dei finanziamenti. A tal proposito, gli ostacoli normativi della Cina sono un problema particolare. Le banche statali possono richiedere diverse settimane per condurre una due diligence e una valutazione dei rischi, mentre i concorrenti stranieri impiegano solamente pochi giorni. Gli investimenti in JV e M&A all’estero di “Team China” Quote di minoranza e JV - Strategia ibrida di acquisizione Le complicazioni che sono sorte in accordi come nel caso di Rio Tinto, hanno portato ad una diffusa conoscenza da parte dei cinesi riguardo l’approccio agli affari internazionali, alla struttura di questi, alla loro negoziazione, alla pubblicità e all’integrazione post-acquisizione. Dopo che le acquisizioni di alto profilo hanno incontrato difficoltà a consolidarsi nei mercati target, le aziende cinesi sono state poco inclini ad intraprendere grandi acquisizioni all’estero. Per evitare problemi, il governo cinese e le aziende stanno cercando di intraprendere più investimenti di minoranza o di maggioranza in JV ed hanno cercato di collaborare con partner occidentali; una immagine speculare, in breve, del modo in cui gli affari avvengono in Cina. Invece di un controllo completo, molte aziende cinesi stanno ora scegliendo percorsi più blandi, come una joint venture o alleanze strategiche in cui il partner locale ha una partecipazione di maggioranza, un approccio graduale, che consente di studiare il management, la tecnologia di gestione e di conoscere mercati nuovi senza innescare potenziali critiche e rischi politici. Una struttura comune è la registrazione di una joint venture dove il gruppo cinese acquista una quota di minoranza. Questa partnership consente ai dirigenti cinesi di avere il tempo e l’esperienza necessaria per lavorare in modo più efficace in un ambiente nuovo. Investimenti con quote di minoranza hanno registrato un trend in particolare nel settore finanziario: ICBC, gigantesca banca statale, ha acquistato il 20% della Standard Bank del Sud Africa, Ping An Insurance ha acquistato il 4% di Fortis, e la metà dei suoi assets di gestione, mentre diversi fondi di investimento statali cinesi hanno acquisito rami di Blackstone, Morgan Stanley e Barclays. Molti investimenti con quote di minoranza sono stati utilizzati come “modelli di partnership temporanea” che si sono successivamente trasformati in acquisizioni totali. Dal punto di vista dell’acquirente cinese, tali partenariati rendono più agevole l’integrazione di difficili acquisizioni, assicurando la continuità della gestione e del personale tecnico, e trasferendo, nel lungo periodo, le conoscenze del management occidentale all’impresa Cinese. Essi rappresentano inoltre, un modo per le società cinesi di beneficiare di risorse preziose che il partner occidentale non è disposto a cedere, come i marchi e la proprietà intellettuale. Dal punto di vista delle società occidentali, le partnership possono essere un modo per uscire da un business statico, non più attraente, con un rischio d’impresa minimo. Esempi di JV - strategie ibride di acquisizione: Sinosteel ha iniziato la sua partnership con Midwest Corporation of Australia con una joint venture nel 2005 e poi ha acquisito la società australiana nel 2008. Beijing Automotive Industry Holding (BAIC), che ha acquistato la tecnologia di base Saab (ma non il suo marchio e i suoi impianti) dal fallimento della casa madre della società automobilistica svedese, ovvero GM. L’accordo ha permesso a BAIC di aggiornare la propria gamma auto per il mercato interno (ed impressionare i clienti cinesi con la tecnologia straniera), evitando, allo stesso tempo, i problemi politici legati alla ristrutturazione di un’icona svedese e gestendo il brand sui mercati internazionali. avrebbe permesso di fare un’esperienza internazionale, di acquisire capacità di gestione globale, e di comprendere come gestire un marchio credibile e di fiducia. Fosun ha dichiarato che non ha intenzione di aumentare la propria partecipazione ad oltre il 10% per i prossimi 24 mesi, ma di essere intenzionato a diventare uno dei più grandi azionisti di Club Med. Come parte dell’accordo, Fosun ha assistito Club Med nell’apertura di un resort in una zona sciistica in Cina e vi potrebbe essere un crescente numero di imprese cinesi che investono all’estero, disposte ad aiutare i loro partner occidentali a svilupparsi in Cina. I “modelli di partnership temporanea” che si trasformano in piene acquisizioni e joint venture di minoranza, sono favoriti dalle aziende cinesi per investimenti esteri e sono essenziali per continuare a rafforzare le acquisizioni cinesi all’estero, consentendo alle aziende cinesi di aggirare gli ostacoli normativi e sviluppare capacità e conoscenza nel campo della gestione, tecnologia e dei mercati locali. L’affare IBM-Lenovo è nato inizialmente come una partnership temporanea. Come parte dell’acquisizione, IBM aveva una partecipazione del 18,9% nella società cinese e un accordo di cooperazione quinquennale. Lenovo otteneva inoltre in licenza il marchio IBM per cinque anni e prendeva possesso a titolo definitivo dei centri di R&D di IBM in Giappone e Nord Carolina e della sua fabbrica a Shenzhen ThinkPad, divenendo così il datore di lavoro di circa 10.000 ex dipendenti IBM. I prodotti Lenovo erano sostenuti dal marketing e vendite di IBM nonché quest’ultima forniva i servizi di leasing, garanzie, e manutenzione di Lenovo. In cambio, IBM ha ricevuto premi di licenza per l’utilizzo dei suoi canali di vendita così come le commissioni su ogni contratto che il personale IBM ha realizzato per Lenovo. Da allora, IBM ha costantemente ridotto la propria partecipazione in Lenovo. Il gruppo Fosun ha acquistato una quota del 7,1% in Club Mediterranee nel giugno 2010, che ha dato a Fosun un posto nel consiglio di amministrazione del gruppo del lusso francese. L’investimento Fosun è stato trainato da un desiderio di capitalizzare l’enorme aumento nel mercato del turismo estero cinese e, al fine di evitare eventuali problemi politici/ normativi, questi ultimi entrarono con una quota di minoranza, che gli China Briefing 11 I VOSTRI CONSULENTI DI FIDUCIA IN CINA Fondata nel 1992, siamo la più grande società di consulenza contabile e fiscale a partecipazione italiana in Cina. Con dodici uffici ed oltre 170 professionisti sul territorio, siamo l’alternativa affidabile per la gestione della vostra contabilità, dei sistemi di controllo interni, della reportistica finanziaria, delle buste paga e della revisione dei bilanci. Vi invitiamo a contattare uno dei nostri uffici elencati qui sotto o il nostro ufficio in Italia per maggiori informazioni sui nostri servizi di assistenza agli investimenti diretti esteri in Cina. La nostra società opera inoltre anche in India e Vietnam, per maggiori informazioni visitate www.dezshira.com/it Ufficio di Pechino: Sabrina Zhang Regional Partner [email protected] +86 10 6566 0088 Ufficio di Shanghai: Ufficio di Guangzhou: Olaf Griese Partner [email protected] +86 21 6358 8686 Rosario Di Maggio Manager [email protected] +86 20 3825 1725 Ufficio di Dalian: Adam Livermore Regional Manager [email protected] +86 411 6299 0101 Ufficio di Hangzhou: Ufficio di Zhongshan: Helen Ye Manager [email protected] +86 571 5685 9956 Rebecca Liu Senior Manager [email protected] +86 760 8826 9592 Ufficio di Qingdao: Liming Zhang Senior Associate [email protected] +86 532 6677 5461 Ufficio di Ningbo: Jimmy Qiao Assistant Manager [email protected] +86 574 8733 8682 Alberto Vettoretti Managing Partner [email protected] +86 755 8366 4120 Ufficio di Tianjin: Richard Hoffmann Manager [email protected] Ufficio di Suzhou: Ufficio di Hong Kong: Fabian Knopf Business Development Associate [email protected] +86 0512 8686 8717 Ufficio di Shenzhen: Joe Sze Manager [email protected] +852 2376 0334 UFFICIO IN ITALIA: E: [email protected] Via Castagnole, 20/M (centro Edison), 31100 Treviso - Italy Tel: (39) 0422 264026 Cell: (39) 3400 766678 [email protected] www.dezshira.com/it 12 China Briefing