Linee Guida Rilevazione Fabbisogni
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Linee Guida Rilevazione Fabbisogni
ASSESSORATO DEL LAVORO, FORMAZIONE PROFESSIONALE, COOPERAZIONE E SICUREZZA SOCIALE Progetto Life Long Learning “Supporto per il processo di decentramento amministrativo delle funzioni relative alla formazione professionale” Modello di rilevazione e analisi dei fabbisogni formativi e professionali del territorio Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale INDICE 1 INTRODUZIONE ..........................................................................................................................................3 2 CONTESTO DI RIFERIMENTO ..................................................................................................................4 3 PROCESSO DI AFFINAMENTO DEL MODELLO REGIONALE DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI FORMATIVI E PROFESSIONALI..............................................................................................6 4 5 NUOVO MODELLO REGIONALE ............................................................................................................8 4.1 Analisi di contesto con attenzione al rapporto fra analisi qualitative e quantitative .................10 4.2 Analisi di settore...................................................................................................................................12 4.3 Analisi del fabbisogno professionale.................................................................................................16 4.4 Analisi delle competenze e dei fabbisogni formativi ......................................................................18 ALLEGATI ....................................................................................................................................................21 Pagina 2 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 1 INTRODUZIONE Il presente documento trova collocazione nell’ambito della gara indetta dalla Regione Autonoma della Sardegna (di seguito brevemente “RAS”) nel maggio 2010: “Gara con procedura aperta per l’appalto dei servizi di attuazione dell’azione di sistema finalizzata all’aggiornamento, mantenimento e rafforzamento del sistema integrato di Governo del Life Long Learning della Regione Sardegna – POR FSE Sardegna 2007/2013”. In particolare, si fa riferimento alla Linea di attività “Monitoraggio, valutazione e affinamento delle metodologie adottate dalle Province per l’individuazione dei fabbisogni formativi del territorio”, afferente al Lotto 2 della Gara (“Supporto per il processo di decentramento amministrativo delle funzioni relative alla formazione professionale”). Nell’ambito della suddetta linea di intervento, il processo di analisi ed ottimizzazione delle procedure di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali si è articolato in diverse fasi che hanno visto coinvolte le Amministrazioni Regionale e Provinciali, dalla rilevazione dello stato dell’arte della formazione professionale nel territorio all’elaborazione di una proposta di affinamento del modello regionale di riferimento. Pertanto, il presente documento rappresenta il frutto delle azioni di affinamento del modello regionale di riferimento, elaborate sulla base degli esiti della fase di rilevazione e condivise con i soggetti coinvolti sul territorio in tema di formazione professionale. In dettaglio, nel prosieguo è illustrato l’affinamento metodologico che ha consentito una semplificazione di procedure e strumenti del modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali elaborato nella precedente programmazione comunitaria. Pagina 3 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 2 CONTESTO DI RIFERIMENTO L’anticipazione dei fabbisogni professionali e formativi che il sistema produttivo ed economico esprime, e la loro rilevazione, devono diventare un impegno costante nel tempo perché la Regione e le Amministrazioni provinciali possano elaborare strategie di programmazione che consentano ai cittadini di orientare le proprie scelte di investimento nella formazione e, dall’altro canto, possano rendere efficace ed efficiente l’investimento pubblico in formazione. L’obiettivo è coniugare un modello di sviluppo e di innovazione del sistema produttivo, focalizzando l’attenzione sulle risorse umane qualificate, con politiche di supporto alla nuova occupazione e all’aggiornamento e riqualificazione delle competenze espresse dai lavoratori occupati. La disponibilità di figure professionali qualificate risulta essere un mezzo ed un presupposto per garantire l’innovazione dei settori, quindi delle imprese e del sistema economico e sociale. La Commissione Europea1 ritiene che sia indispensabile migliorare le attività di monitoraggio e previsione relative al mercato del lavoro e alle esigenze in fatto di competenze professionali, al fine di agevolare l’incrocio tra le capacità professionali e le offerte di lavoro. La formazione deve risultare correlata ai bisogni professionali dei settori produttivi e delle imprese e alle concrete esigenze delle persone interessate per garantire occupabilità. La rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi deve contribuire, quindi, non solo a rendere visibili i bacini di occupazione, soprattutto quelli nascosti, ma anche e soprattutto a fornire ai soggetti interessati precise indicazioni circa le conoscenze, abilità e competenze che è necessario promuovere per una qualificata occupabilità delle persone, sia nell’ottica di nuova occupazione che di riqualificazione e aggiornamento degli occupati. Il fabbisogno professionale e formativo è sempre più connesso all’analisi e valorizzazione delle competenze. Il metodo concreto di analisi delle figure professionali e l’apprendimento per “competenze” orienta coerentemente l’offerta formativa anche nel medio e lungo periodo e facilita l’attivazione del dispositivo di certificazione delle competenze, per consentire alle persone di vedere riconosciuto il bagaglio delle proprie competenze. Una delle caratteristiche prevalenti dei sistemi economici è la capacità di prevedere, anticipare e accordare le competenze future con le esigenze del mercato del lavoro. Tale caratteristica è il presupposto di politiche efficienti in materia di occupazione e formazione e delle scelte professionali individuali. Per formulare delle previsioni attendibili è necessario strutturare la raccolta e l’aggiornamento di informazioni e dati in modo tale che essi risultino utili per formulare delle previsioni su quelle che saranno le esigenze del sistema socio-economico di riferimento e soprattutto i bisogni delle imprese in materia di professioni e competenze per un raccordo tra le trasformazioni in atto nei diversi settori ed i processi di programmazione del sistema formativo. Il modello di analisi dei fabbisogni professionali e formativi deve orientare la rilevazione verso: 1 Comunicazione della Commissione europea- dicembre 2008- Nuove competenze per nuovi lavori Pagina 4 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale un aggiornato riferimento per la lettura del contesto socio-economico locale; un’analisi del processo produttivo per settori che si ritengono suscettibili di maggiore sviluppo, sulla base anche delle indicazioni che derivano dai Progetti di Sviluppo Locale; l’individuazione di figure professionali, ma soprattutto delle competenze ad esse connesse che consentano di anticipare e gestire il cambiamento; lo sviluppo della formazione nell’ottica delle competenze. L’analisi dei fabbisogni formativi deve poggiare su processi di concertazione con gli attori istituzionali, sociali ed economici in modo da produrre informazioni condivise e ad alto valore d’uso, risultati utilizzabili in termini programmatori, articolati con finalità mirate e snelle. Pagina 5 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 3 PROCESSO DI AFFINAMENTO DEL MODELLO REGIONALE DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI FORMATIVI E PROFESSIONALI Il processo di affinamento del modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali si è articolato attraverso le seguenti fasi: rilevazione delle metodologie e degli strumenti adottati nel territorio per l’individuazione del fabbisogno formativo e professionale; valutazione dei disallineamenti delle metodologie e degli strumenti adottati dalle Amministrazione competenti del territorio rispetto al modelli regionale di riferimento elaborato nella precedente fase progettuale; definizione di opportune azioni correttive per consentire l’affinamento delle metodologie e la semplificazione degli strumenti proposti a livello regionale. La fase di rilevazione si è svolta attraverso un calendario di incontri con i referenti delle Amministrazioni Provinciali e ha avuto l’obiettivo di fornire una fotografia dell’attuazione della formazione professionale nel territorio, attraverso la rilevazione delle metodologie e degli strumenti adottati per l’individuazione dei fabbisogni formativi e professionali e la misurazione del relativo scostamento rispetto agli standard previsti dal modello regionale. Dai suddetti incontri è emersa una volontà condivisa di affinare e ottimizzare le procedure in atto in tema di formazione professionale, anche in occasione di momenti di confronto con l’Amministrazione Regionale. Le interviste hanno rappresentato anche un momento di condivisione delle problematiche riscontrate nell’attuazione dei modelli regionali e delle criticità che, spesso, sono legate alle realtà specifiche del territorio. Con specifico riferimento alle procedure di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali, le evidenze emerse in fase di rilevazione hanno messo in luce come il modello regionale di riferimento sia di difficile applicazione a causa della complessità di alcune fasi previste (numero di indicatori da calcolare, frequenza con la quale effettuare le indagini, numero di testimoni privilegiati da coinvolgere nelle indagini qualitative) e della carenza di linee guida puntuali sull’esecuzione delle fasi previste. Alla luce dell’indagine svolta e dell’analisi di benchmarking effettuata in fase di rilevazione, è stata elaborata una proposta di affinamento del modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali che, pur mantenendone lo schema concettuale di riferimento, lo rendesse più facilmente applicabile alle diverse realtà territoriali, attraverso un’ottimizzazione di risorse e informazioni. Il punto focale dell’affinamento proposto consiste nella semplificazione degli strumenti del modello regionale di partenza e nella formulazione di semplici indicazioni su come effettuare tutte le analisi previste, eliminando le eventuali duplicazioni di attività e la raccolta di informazioni a basso valore aggiunto. In dettaglio, gli obiettivi perseguiti sono stati: Pagina 6 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale definire un insieme di procedure e strumenti di facile ed immediata applicazione per la rilevazione dei fabbisogni professionali e formativi, con particolare attenzione all’articolazione di competenze; rendere l’analisi dei fabbisogni professionali e formativi un processo da condividere con le forze economico-sociali del territorio, mettendo a fattor comune le informazioni e rendendo un servizio al territorio; rendere l’analisi dei fabbisogni professionali e formativi funzionale alla programmazione; proporre una maggiore correlazione rendendo il modello funzionale allo sviluppo di un sistema di valorizzazione e accrescimento delle competenze. La proposta di affinamento è stata quindi illustrata e condivisa con i soggetti coinvolti nel territorio in tema di formazione professionale in occasione di opportuni incontri tecnici. Tali incontri hanno rappresentato, da una parte, un momento di collaborazione e condivisione delle scelte nella definizione del nuovo modello regionale e, dall’altra, un momento di confronto conoscitivo e costruttivo fra le Amministrazioni Regionale e Provinciali. Il risultato del processo concertativo è stato la definizione di un nuovo modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi che, a partire dal precedente, ne rilegge le procedure operative e gli strumenti nell’ottica della semplificazione e della valorizzazione delle peculiarità delle singole realtà territoriali. Pagina 7 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 4 NUOVO MODELLO REGIONALE A partire dal modello regionale elaborato nella precedente fase progettuale, e applicando l’affinamento metodologico elaborato e condiviso, di seguito si riportano sinteticamente le attività previste all’interno di ciascuna fase del processo di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali. 1. Analisi di contesto. Realizzazione di un’analisi socio-economica di contesto attraverso l’utilizzo di dati statistici e loro elaborazione, indagini socio-economiche, analisi dell’offerta formativa e dell’offerta di lavoro, analisi dei risultati e reporting, e attraverso panel2 con i soggetti economici, istituzionali e le parti sociali coinvolti nei temi trattati. L’analisi si basa prevalentemente sulla definizione di un sistema di raccolta delle fonti statistiche periodiche, verificate con un panel di opinion leader; in base ad essa vanno prescelti i settori da indagare. Essa si distingue in monitoraggio annuale e analisi approfondite da svolgersi ogni 3-4 anni. 2. Analisi di settore. Realizzazione di un’analisi di settore sulla base dei dati di contesto per approfondire gli aspetti di connessione fra processo produttivo e sviluppo delle competenze, focus group con i referenti/stakeholder del settore; su queste basi viene scelto anche il campione su cui effettuare le interviste. 3. Analisi del fabbisogno professionale nell’ottica delle competenze. Attraverso la ricostruzione del ciclo produttivo standard, l’individuazione delle fasi principali e dei relativi semilavorati, l’individuazione delle decisioni e scelte principali connesse e l’analisi del modello organizzativo interno prevalente tra le imprese del distretto/settore/filiera si giunge all’analisi delle competenze critiche di alcune figure professionali che svolgono un ruolo chiave nell’ambito del processo aziendale analizzato, fabbisogno occupazionale e di qualificazione e aggiornamento delle competenze. 4. Analisi delle competenze e del fabbisogno formativo. Analisi delle competenze in relazione al referenziale professionale, al suo aggiornamento e alla definizione dei fabbisogni in termini di programmazione formativa. Definizione delle priorità per la programmazione in relazione all’offerta formativa e all’offerta di lavoro. A conclusione del processo di analisi si andranno a definire le priorità da tenere in considerazione in relazione all’andamento occupazionale e della formazione per figure professionali e competenze, in base alle quali strutturare il processo di programmazione delle politiche (sia di lavoro che di formazione e qualificazione) da mettere in atto e promuovere a livello di territorio. 2 Con il termine “panel” si identifica il campione statico permanente, e cioè l’insieme di unità statistiche contattate, in più periodi di tempo, per ottenere informazioni su uguali temi. Il panel è selezionato su criteri rappresentativi ed è utilizzato per la misura statistica di uno specifico tema. Pagina 8 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale Le fasi sopra elencate rappresentano un flusso di processo che si sviluppa per approssimazioni successive: sulla base di quanto emerso dall’analisi del contesto economico locale vengono individuati/selezionati i settori caratterizzanti (max 2 - 3), cioè di maggior rilievo per lo sviluppo del territorio; per ciascuno dei settori individuati, attraverso l’analisi dei processi di lavoro, vengono definite le figure professionali che rivestono un carattere strategico, ovvero quelle che subiranno modifiche qualitative e quantitative relativamente al tema delle competenze nel breve/medio periodo a seguito delle dinamiche evolutive di cambiamento del settore; segue l’individuazione delle competenze e delle caratteristiche richieste per le singole figure professionali. Figura 1: Nuovo modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali I paragrafi seguenti riportano, per ciascuna fase del modello regionale di rilevazione dei fabbisogni formativi e professionali, le attività e le note metodologiche derivanti dal processo di semplificazione del precedente modello. Pagina 9 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 4.1 Analisi di contesto con attenzione al rapporto fra analisi qualitative e quantitative Nell’ambito dell’analisi del contesto socio-economico la raccolta dei dati deve essere snella e mirata. Per cui l’attenzione va focalizzata su specifici indicatori/fonti che producono l’informazione, e monitorarli con un sistema semplice di raccolta ed elaborazione dei dati, mentre occorre svolgere l’intera analisi ogni 3-4 anni o in concomitanza con cambiamenti specifici (es. crisi, ecc.). Ogni anno si potrà produrre un dossier di monitoraggio e confrontarlo con un panel di esperti come momento di “validazione” e condivisione dei risultati quantitativi raccolti ed elaborati nella fase desk di analisi degli indicatori e dei materiali esistenti sui trend dei mercati del lavoro locali. Si propongono, inoltre, quando possibile, indagini a favore di un audit permanente dei fabbisogni, da realizzare attraverso interrogazioni annuali ad un panel di imprese rappresentative dei settori del territorio. Tale approccio può costituire una modalità più immediata di dialogo con le imprese e di più semplice gestione, anche rispetto ad indagini strutturate (questionari che, per loro definizione, richiedono più risorse e tempo). Dall’analisi dell’esperienza si evidenzia che, data la struttura imprenditoriale (spesso di dimensioni ridotte e non strutturata in termini manageriali), è più importante privilegiare il dialogo diretto con l’imprenditore e con gli esperti professionali. La conoscenza del contesto socio-economico e dell’evoluzione del mercato del lavoro locale hanno l’obiettivo di identificare le situazioni di trend del sistema socio-economico con attenzione agli aspetti occupazionali e professionali nel territorio e nei settori di attività, nonché le tendenze di investimento e sviluppo. Le informazioni organiche da elaborare sono relative ai seguenti aspetti: quadro comparativo della situazione strutturale ed evolutiva dell’economia del territorio, presenza di nuovi insediamenti produttivi e/o di attività di servizio; evoluzione dei mercati del lavoro locale; andamento dei settori di attività e sviluppo di settori innovativi; andamento della domanda di lavoro; andamento dei flussi d’impresa e previsione sull’introduzione di rilevanti innovazioni tecnologiche nelle attività produttive e dei servizi. In particolare, gli indicatori devono consentire una mappatura socio-economica del territorio, analizzando, in particolare, le caratteristiche strutturali ed evolutive dell’economia locale. Per quanto riguarda le caratteristiche strutturali ed evolutive dell’economia del territorio, occorre considerare i dati che permettono di valutare: gli elementi demografici; il sistema imprenditoriale ed il mercato del lavoro; Pagina 10 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale il livello di istruzione della popolazione e di partecipazione formativa e ai servizi di valutazione e certificazione delle competenze. Le principali fonti da prendere in considerazione sono: SIL Sardegna – Osservatorio del Mercato del Lavoro (OML); Istat; CCIA (Banche dati Movimprese, Infocamere, Unioncamere); Inps e Inail; Istituti di ricerca e analisi specifiche prodotte; Enti locali. Il lavoro per analizzare l’evoluzione sociale ed economica può essere realizzato attraverso una fase desk, facendo riferimento ai flussi della domanda e dell’offerta del lavoro e ai trend di sviluppo del sistema imprenditoriale. A tal proposito si evidenzia la necessità di costruire un sistema informativo da aggiornare, con scadenze periodiche per analisi congiunturali e ogni 3-4 anni circa per le analisi strutturali. L’analisi di contesto deve garantire una lettura comparativa tra alcuni anni di riferimento e un confronto regionale e nazionale. Per una piena ed efficace autonomia operativa, si ritiene di individuare gli indicatori da prendere in considerazione in termini congiunturali e strutturali, con attenzione a quelli realmente efficaci nella capacità di descrivere e far comprendere il contesto socio-economico del territorio nell’ottica dell’evoluzione professionale ed occupazionale. La base informativa da tenere aggiornata dovrà tenere in considerazione i seguenti indicatori, mentre per ulteriori approfondimenti si suggerisce di considerarli come strutturali o di inserirli, se nel contesto locale sono prodotti studi e analisi specifiche: indicatori sintetici relativi agli elementi demografici: densità demografica e suo andamento nei cinque anni, composizione della popolazione per età, indice di natalità/mortalità e di vecchiaia, tassi di immigrazione, emigrazione e % di cittadini stranieri residenti, trend di iscrizioni alle scuole superiori; indicatori sul mercato del lavoro: tasso di occupazione, tasso di attività, di disoccupazione, di disoccupazione di lunga durata, indicatore di nuovi rapporti di lavoro, indicatore di inizio/cessazione dei rapporti di lavoro, lavoratori in mobilità per età e sesso, lavoratori in mobilità per settore, lavoratori in cassa integrazione guadagni, fornitori di formazione; Pagina 11 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale indicatori sul sistema imprenditoriale: andamento nascita/mortalità imprese, analisi per settore delle evoluzioni imprenditoriale e di investimento, import – export per evidenziare la propensione all’esportazione nei diversi settori, analisi di piani di sviluppo locale. Dalle risultanze dell’analisi di contesto (che forniscono gli indicatori “positivi” declinati anche per codice ATECO), e in accordo con le prospettive innovative definite dalle analisi dello scenario e dai Piani Strategici Locali, vanno individuati i 2 o 3 settori più dinamici per il territorio. L’analisi deve condurre ad evidenziare il gap di figure professionali e competenze, per garantire una progettazione formativa più conforme a tali esigenze e rendere le aziende e i settori più competitivi nel territorio. 4.2 Analisi di settore La domanda di professionalità relativa ai settori oggetto d’indagine dipende dagli elementi d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che modificano i processi di lavoro di un settore ed è in grado di fornire ai decisori politici indicazioni sia quantitative che qualitative della domanda di lavoro espressa in termini di figure professionali, e relative competenze, di cui il sistema economico e produttivo prevede di aver bisogno nel medio periodo, in termini di nuova occupazione e aggiornamento delle forze lavoro già occupate. In sintesi, si può affermare che gli elementi di analisi di processo e di innovazione tecnologica e organizzativa che modificano i processi di lavoro di un settore consentono di rilevare sia i profili di competenze relative alle figure critiche ed emergenti e la domanda di lavoro di cui il sistema economico e produttivo prevede di avere bisogno nel medio termine. Da un punto di vista operativo, per l’analisi di settore non è necessario effettuare ulteriori analisi quantitative (definizione della struttura del settore e dinamica occupazionale, cartografia del posizionamento dei settori sul territorio provinciale, profilo aziendale medio, focus su filiere/distretti 3) rispetto a quelle realizzate in fase di analisi del contesto. I dati e gli indicatori elaborati nella precedente fase, infatti, sono già declinati per settore e forniscono in modo immediato i settori prevalenti del territorio sui quali indagare, a questo punto, attraverso analisi prevalentemente qualitative. Pertanto, si propone, sulla base dei dati quantitativi di contesto, di strutturare momenti di condivisione che hanno l’obiettivo di realizzare maggiori approfondimenti sui seguenti aspetti: scenari evolutivi e innovazioni in atto o previste, definizione delle esigenze di professionalità richieste dalle trasformazioni in atto (individuazione delle figure critiche ed emergenti e 3 Estratto dal documento “Il modello di rilevazione dei fabbisogni formativi – Metodo” Pagina 12 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale affioramento di trasformazioni delle competenze già agite dai lavoratori del settore), collegamento trasversale per filiera allargata dei settori. Questa fase deve prevedere focus group con gli interlocutori economici e sociali per condividere gli scenari di contesto in grado di anticipare le innovazioni del sistema produttivo e lo sviluppo delle competenze professionali dei giovani e dei lavoratori. Il focus group è il momento di verifica dell’analisi di contesto on desk e delinea le scelte settoriali sui quali sviluppare l’analisi qualitativa. Risulta quindi necessario che il processo si focalizzi su specifici obiettivi e descriva: le prospettive di sviluppo del territorio; l’articolazione per settori/filiere, individuando le innovazioni relative alle tendenze del mercato (innovazioni tecnologiche/organizzative e di mercato, in atto o prevedibili) e ai processi; le prospettive occupazionali, le figure e le competenze critiche ed emergenti richieste dai cambiamenti per creare sviluppo. La metodologia più indicata per valutare gli impatti di medio-lungo termine sui sistemi professionali determinati dai cambiamenti socio-economici, tecnologici ed organizzativi e di mercato, è quella che pone attenzione allo sviluppo degli scenari (a 1 anno, a 3 anni, a 5 anni), con lo scopo di delineare le tendenze sia del mercato del lavoro sia del processo produttivo e lo sviluppo economico. Il settore/filiera sarà scelto partendo dall’analisi dei dati di contesto e in relazione al confronto con il panel di esperti e dalle analisi sviluppate (fonti bibliografiche dedicate ai mercati e ai settori di riferimento, ricerche specifiche, studi, rapporti effettuati rispetto al settore) e messe a disposizione dagli stakeholder di settore (imprese, parti sociali, università, enti bilaterali, fondi interprofessionali, Amministrazioni Provinciali). I focus group con questi ultimi serviranno per declinare nel dettaglio lo scenario locale del settore e le connessioni in ottica di filiera produttiva e di figure professionali trasversali. Infatti, l’analisi on desk, verificata con gli stakeholder di settore contribuisce a determinare una migliore comprensione delle caratteristiche dei settori, in relazione alle innovazioni, al ruolo delle tecnologie ed alle tendenze evolutive. Al fine di approfondire questi temi ed individuare le specificità relative al territorio risulta utile coinvolgere degli interlocutori esperti che possono essere anche portatori di interesse nel settore: titolari d’impresa, responsabili aziendali, esperti/lavoratori del settore, rappresentanti delle parti sociali o, in generale, interlocutori che conoscono le caratteristiche e le dinamiche del settore e del mercato del lavoro. Pertanto, i dati raccolti con le interviste e i focus group si possono suddividere in tre grandi aggregazioni: Pagina 13 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale scenari: con lo scopo di delineare le tendenze sia del mercato del lavoro sia dell’economia per il settore e la filiera di settore (a 1-3-5 anni); potenzialità territoriali: creare delle banche dati anagrafiche per poter elaborare uno scenario con il numero e le competenze specifiche di settore e filiera presenti a livello locale; figure professionali: cogliere gli elementi chiave in termini di competenze e figure professionali che consentono di gestire il cambiamento. Partendo dal Repertorio Regionale delle Figure Professionali si dovranno sviluppare e redigere, a seguito delle indagini, gli eventuali profili professionali aggiornati o da aggiungere, con riferimento alle relative competenze o le figure professionali da sviluppare con la disamina delle competenze sia specifiche per la nuova occupazione che per la riqualificazione/aggiornamento delle competenze dei lavoratori occupati. L’analisi relativa agli scenari di settore porta a descrivere le innovazioni tecnologiche, di mercato, organizzative, di prodotti/servizi, e ad individuare le esigenze di professionalità che le innovazioni richiedono, le competenze e le figure professionali per le quali si evidenzieranno gli squilibri tra domanda e offerta di lavoro. Tale approccio permette un’analisi più approfondita delle competenze necessarie, andando anche oltre il fabbisogno di occupazione. Si deve privilegiare, da un lato l’analisi dei dati già disponibile (compresi i dati Excelsior per settore e territorio di riferimento), su cui sviluppare un confronto o approfondimento in sede di focus group, dall’altro la rilevazione di tipo qualitativo, attraverso il contatto diretto con gli imprenditori, le figure dirigenziali e/o i lavoratori esperti. Si sottolinea la possibilità di individuare un “pool di imprese” operanti nei settori considerati ad alto valore strategico nel territorio per ricostruire le biografie aziendali rilevando la cultura aziendale, la sua organizzazione, le problematiche, le prospettive di sviluppo, i fattori di crescita e criticità e le interrelazioni in termini di filiera produttiva e i trend di sviluppo del settore stesso. Tale approccio, che prevede la selezione di un insieme ristretto e “fidelizzato” di imprese da sottoporre ad indagini periodiche, solleva le Amministrazioni Provinciali dall’onere di somministrare il questionario di rilevazione a decine di Imprese, come rilevato durante le interviste. Il coinvolgimento di un numero elevato di imprese non soltanto rappresenta un impegno notevole per le Amministrazioni Provinciali, a causa delle risorse umane e finanziarie necessarie, ma spesso non porta a risultati soddisfacenti a causa del difficile coinvolgimento delle imprese. Pertanto, l’intervento si può articolare nelle seguenti fasi di rilevazione coordinate: 1. Un approfondimento di indagine di tipo quantitativo sul fabbisogno professionale delle imprese supportata da informazioni organizzate per settore quali, ad esempio, i risultati del Pagina 14 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale sistema Excelsior, incentrato su un’accurata e sistematica descrizione della domanda di lavoro del sistema delle imprese, con attenzione agli aspetti predittivi affinché possano sia assumere una funzione di orientamento, sia favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e far convergere in modo più efficace il mondo del lavoro con quello dell’istruzione/formazione. Tali dati possono essere utilizzati nei focus group per verifica e aggiornamento. 2. Un’indagine tramite intervista (è stata prevista una traccia di intervista con le imprese strutturata sotto forma di “questionario”), con l’obiettivo di rilevare gli andamenti e lo sviluppo in relazione alle innovazioni: organizzative e tecnologiche; di mercato, di prodotti/servizi; delle competenze considerate “vincenti”, e quindi delle figure professionali in grado di migliorare la competitività delle imprese. 3. Una rilevazione di tipo qualitativo, tramite focus group, per acquisire informazioni utili a indagare: i trend in atto nello scenario di settore e i fattori che determinano i mutamenti del lavoro, a livello produttivo e organizzativo; gli aspetti professionali e le competenze considerate critiche, emergenti sia per l’occupabilità dei soggetti che per lo sviluppo del settore. E’ importante sottolineare che si può prevedere un utilizzo delle informazioni settoriali anche fra territori con caratteristiche produttive analoghe, favorendo lo scambio e la collaborazione inter-istituzionale sul territorio regionale e la possibilità di individuare, motivandola, la migliore utilizzabilità della pista di intervista e del focus group in relazione alla numerosità delle imprese e alla loro specificità produttiva. Il focus group con gli stakeholder e/o opinion leader, scelti tra imprenditori o dirigenti d’impresa, con esperti e rappresentanti del mondo economico e sociale, consente di ricostruire le caratteristiche strutturali dei settori, in particolare gli scenari a breve e medio periodo, (tendenze del mercato, innovazioni tecnologiche/organizzative in atto o prevedibili, le relazioni con il mercato nazionale e internazionale, le innovazioni dei prodotti/servizi, ecc.). L’obiettivo è dunque delineare un’’analisi del settore, della produzione e dei servizi trasversali, dei processi aziendali in atto e le azioni per lo sviluppo e l’innovazione, i collegamenti di filiera sia del settore che di interrelazione con altri settori. Un ulteriore strumento per individuare le opportunità di sviluppo delle aree territoriali, attraverso la valorizzazione degli elementi di forza e da un contenimento delle debolezze è l’analisi SWOT. Attraverso tale tipo di analisi è possibile individuare i punti di forza (strenghts) e di debolezza (weakness) al fine di far emergere le opportunità (opportunities) e le minacce (threats) che derivano Pagina 15 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale dal contesto esterno cui sono esposte le specifiche realtà settoriali. Si deve, quindi, cercare di far emergere gli elementi in grado di favorire o ostacolare il raggiungimento degli obiettivi previsti. I punti di forza e di debolezza sono propri del contesto di analisi e sono modificabili grazie agli interventi ed alle politiche proposte. Le opportunità e le minacce, al contrario, non sono modificabili perché derivano dal contesto esterno. L’efficacia dell’analisi dipende dalla possibilità di effettuare una lettura incrociata dei fattori individuati nel momento in cui si decidono le linee guida da seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati. 4.3 Analisi del fabbisogno professionale Una delle caratteristiche prevalenti dei sistemi economici è la capacità di prevedere, anticipare e accordare le competenze future con le esigenze del mercato del lavoro. Tale caratteristica è il presupposto di politiche efficienti in materia di occupazione, formazione e delle scelte professionali individuali. Le informazioni devono essere utili per formulare delle previsioni su quelle che saranno le esigenze delle imprese in materia di professioni e competenze tecniche per un raccordo tra le trasformazioni in atto nei diversi settori e i processi di programmazione del sistema formativo. Il fabbisogno professionale viene espresso in termini di competenze e figure professionali di cui il settore produttivo prevede di avere bisogno per gestire la competitività, in una logica di nuova occupazione e qualificazione/aggiornamento del personale in servizio (formazione continua). Per l’identificazione del fabbisogno professionale è necessario sviluppare l’analisi del processo lavorativo e la definizione delle figure professionali richieste in relazione alle aree aziendali per macro-processi fino alla costruzione della mappa delle competenze necessarie e, per il raggiungimento di tali obiettivi, ci si può avvalere delle indagini qualitative effettuate nell’ambito dell’analisi di settore: focus group con opinion leader e indagine tramite intervista. La metodologia prevede, quindi, la realizzazione di attività - sostanzialmente qualitative – che riguardano la raccolta di opinioni di esperti e testimoni privilegiati. In particolare, l’attività prevista per individuare i profili di competenze che rivestono un carattere strategico, riguarda l’analisi dei macro-processi produttivi presenti nel ciclo di vita dell’impresa, al fine di raccogliere dati e percezioni soggettive relative al posizionamento competitivo delle imprese. Al fine di interpretare e circostanziare i risultati della rilevazione relativa all’analisi del processo lavorativo e offrire le indicazioni sul sistema professionale a livello qualitativo si possono prevedere, in aggiunta alle interviste ed ai focus group, anche incontri collegiali di gruppi Pagina 16 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale d’imprese e/o lavoratori esperti (workshop) al fine di sviluppare l’articolazione delle competenze. In particolare, per avere informazioni il più possibile aderenti alla realtà e con un elevato potenziale anticipatorio occorre privilegiare il contatto diretto con gli imprenditori e/o con figure dirigenziali o lavoratori esperti, prevedendo di raccogliere da essi informazioni, sia quantitative che qualitative, sulle competenze maggiormente richieste dal mercato. Il percorso prevede che, nell’analisi dei processi lavorativi di trasformazione di prodotto/servizio, l’identificazione delle innovazioni nelle attività dei macro-processi aziendali debba essere effettuata senza preoccuparsi, in prima istanza, di identificare e definire standard associati a figure professionali specifiche o a problematiche dipendenti dalle dimensioni/tipologie d’imprese. Per ogni comparto è necessario individuare i macro-processi esistenti: ideazione; prototipazione; modellizzazione; produzione; commercializzazione, marketing, internazionalizzazione; distribuzione; e i processi trasversali: management, organizzazione e risorse umane; amministrazione, finanza e controllo di gestione; qualità, ambiente, logistica, sicurezza sul lavoro. Inoltre, per ogni macro-processo, sarà necessario che emergano le fasi/attività previste per la realizzazione di output finalizzati alla produzione ed erogazione di un prodotto/servizio, le tecnologie utilizzate e le figure professionali che agiscono nei macro-processi, evidenziandone la presenza o l’assenza nelle aziende. Tale tabella andrà integrata, in termini di azioni/competenze relative alle figure professionali e competenze da sviluppare, articolando i livelli di competenze rispetto a responsabili, tecnici, operai (che andrebbero sviluppati in relazione ai livelli dello European Qualification Framework4). Il criterio principale per individuare le figure professionali è quello relativo alla loro posizione nei contesti aziendali. Le posizioni organizzative in genere considerate sono le seguenti: responsabili: partecipano alle strategie delle imprese; tecnici: garantiscono le funzioni fondamentali all’interno del reparto, svolgono funzioni ad alto contenuto creativo; 4 http://ec.europa.eu/education/lifelong-learning-policy/eqf_en.htm Pagina 17 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale operai qualificati: hanno funzioni ad elevato grado tecnico-operativo, spesso hanno sviluppato competenze tacite attraverso l’esperienza. Le figure da analizzare possono essere critiche, emergenti, fragili, in declino: Una figura è “critica” in termini di reperibilità, di andamento del fabbisogno e di adeguatezza dei contenuti formativi. Le figure “critiche” sono quelle figure professionali più difficili da reperire sul mercato in quanto sono più nuove, hanno un alto livello di specializzazione e un contenuto di skills a rapida innovazione. Le figure “emergenti” sono figure di presenza ridotta, ma di fabbisogno crescente e di difficile reperibilità. Si tratta di figure da costruire quasi ex novo. Le figure “fragili” sono figure di ridotta presenza e di facile reperibilità. Le figure “in declino” sono figure con elevata presenza, di fabbisogno decrescente e di facile reperibilità. Per l’analisi dei fabbisogni professionali è importante rilevare: la presenza delle figure assimilabili a quelle figure che si vogliono descrivere; il bacino di reperimento della figura in questione; le previsioni circa l’andamento del fabbisogno di questa figura; la reperibilità/non reperibilità della figura sul mercato del lavoro in cui l’impresa opera; fabbisogni di formazione/aggiornamento. L’obiettivo dell’analisi del fabbisogno professionale sarà evidenziare la domanda esplicita, la domanda implicita (ovvero le competenze di cui le imprese hanno bisogno, ma che non riescono sempre ad esplicitare, anche per mancanza di strumenti appropriati) e la domanda anticipatrice conseguenti alle innovazioni. Esse andranno considerate in relazione anche alle scelte strategiche in vista nel territorio (piani di sviluppo, insediamenti previsti, ristrutturazioni, ecc.). 4.4 Analisi delle competenze e dei fabbisogni formativi L’analisi dei fabbisogni formativi è strettamente collegata all’analisi delle competenze. Infatti, pur distinguendo fra fabbisogni professionali e fabbisogni formativi, le competenze creano il collegamento e fanno da riferimento rispetto ai repertori professionali e alla programmazione formativa. Le scelte strategiche d’impresa, l’impatto delle tecnologie e delle scelte organizzative del lavoro possono essere tradotte in competenze, intese come conoscenze e saperi necessari per svolgere efficacemente un compito lavorativo. Pagina 18 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale Le informazioni relative alle competenze delle figure professionali chiave identificate nelle fasi precedenti, costituiscono elementi essenziali per predisporre iniziative di formazione, definire i criteri di valutazione degli apprendimenti, in una prospettiva di life long learning. Risulta necessario individuare le competenze che derivano dall’evoluzione del sistema economico e produttivo per garantire la competitività delle imprese e sostenere l’occupabilità delle persone. Le competenze si individuano attraverso un rapporto tra esperti del sistema formativo e quelli del sistema economico e produttivo. Il processo prevede, in relazione alle figure professionali identificate, di individuare le attività chiave e le performance, secondo lo schema di descrizione delle competenze standardizzato (cfr. allegato 1), nonché di descrivere le conoscenze e capacità e i comportamenti organizzativi necessari per svolgere al meglio le attività. La definizione delle competenze attese dalle imprese di cui si compone una figura professionale facilita l’individuazione degli obiettivi di apprendimento misurabili, al fine di consentire alle persone di raggiungere performance lavorative efficaci o superiori. Procedere alla rilevazione delle competenze non solo esclusivamente delle figure emerse rispetto alle indicazioni delle imprese, ma anche in relazione alle strategie di sviluppo locali e alle previsioni sulle tendenze settoriali di mercato. Si tratta di anticipare i fabbisogni e non limitarsi ad una rilevazione statica, una fotografia dei fabbisogni. Da un punto di vista metodologico l’analisi delle competenze e dei fabbisogni formativi si sviluppa nell’ambito delle indagini qualitative che caratterizzano l’analisi del settore e del fabbisogno professionale. In particolare, tra gli strumenti efficaci per la rilevazione delle competenze si sottolineano i workshop, per i quali occorre garantire la presenza dei seguenti partecipanti: esperti del mondo del lavoro: lavoratori esperti che hanno conoscenze significative sia sulle problematiche professionali delle figure da analizzare che su quelle correlate allo sviluppo del settore in cui le figure operano. È conveniente che i lavoratori esperti operino in imprese con una significativa capacità di innovazione, a livello di processi e di mercati; esperti della formazione: progettisti e/o docenti con esperienza consolidata nella progettazione e/o realizzazione di interventi formativi che abbiano avuto per oggetto le professioni assimilabili alle figure oggetto dell’analisi. La rilevazione di tipo qualitativo, condotta tramite interviste e focus group, deve collegare l’analisi dei fabbisogni professionali con l’analisi dei fabbisogni formativi, ad esempio attraverso domande che indagano alcuni macro temi, quali ad esempio: Pagina 19 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale i trend in atto nello scenario di settore; le figure professionali innovative, necessarie per lo sviluppo dello scenario delineato; le caratteristiche che tali figure dovrebbero possedere e le reali possibilità d’inserimento nel mercato del lavoro; la costruzione di una matrice di posizionamento delle figure professionali, il ruolo, il peso e le tipologie della formazione per consolidare le figure innovative; i compiti, le attività, le competenze più significative per le figure individuate. La definizione del modello di competenze attese si articola in diverse fasi: definizione preliminare dei profili di competenze per ogni figura professionale, derivante dall’interpretazione delle informazioni raccolte nei focus group nell’ambito dell’analisi dei settori e processi lavorativi; rilevazione del ruolo atteso, ossia le aspettative che il soggetto è chiamato ad esprimere, con riferimento alle conoscenze, abilità e competenze richieste per svolgere efficacemente il ruolo in esame; mappatura delle competenze possedute, ossia fotografia del patrimonio di competenze individuali rilevate mediante l’applicazione del modello di competenze attese; quantificazione del fabbisogno formativo, rilevato mediante l’esplicitazione dei gap tra i profili di competenze rilevate e competenze possedute e mediante l’individuazione degli ambiti d’intervento su cui agire per l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze ritenute più critiche. L’analisi delle competenze prevede la rilevazione delle attività chiave e delle risorse ritenute critiche rispetto alla situazione professionale. Si rende, quindi, necessaria un’esplorazione diretta, durante il workshop, per creare la “mappa delle competenze”, rappresentando: i processi e le attività; gli output dei processi e le risorse (conoscenze – capacità utilizzate per elaborare e modificare gli input); le relazioni; le responsabilità. Ed inoltre: analisi delle competenze distintive: insieme di conoscenze, abilità e comportamenti organizzativi necessari alla realizzazione delle prestazioni ideali; prestazioni ideali: ovvero insieme di attività necessarie per input successivo; obiettivi: riferirsi ai risultati attesi dalla prestazione; attività: esplicitare le attività, segnalando le attività più critiche per difficoltà o impegno; relazioni: esplicitare le relazioni fondamentali sia interne che esterne all’azienda, con i colleghi che operano a fianco, a monte o a valle. Pagina 20 di 21 Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale 5 ALLEGATI A supporto delle procedure descritte nel presente documento, sono stati ri-elaborati gli strumenti del precedente modello regionale, prevedendo le opportune semplificazioni ed integrazioni derivanti dall’affinamento. È importante evidenziare che gli operatori coinvolti, a vario titolo, nei processi di rilevazione ed analisi dei fabbisogni formativi e professionali possono sviluppare e valorizzare al meglio, in relazione anche alle condizioni del territorio di riferimento, l’articolazione e la struttura degli strumenti proposti assicurando, comunque, una rilevazione dei fabbisogni di competenze in un’ottica programmatoria e di sviluppo dei servizi per la valorizzazione delle competenze. Di seguito sono elencati i documenti allegati. ID Nome file Descrizione documento 1 Strumenti a supporto Descrive gli strumenti a supporto di tutte le fasi del processo di analisi e rilevazione dei fabbisogno formativi e professionali (analisi di contesto, settore, fabbisogno professionale, competenze e fabbisogni formativi). 2 Piano di programmazione annuale Contiene lo schema di compilazione del piano annuale di programmazione della formazione professionale. Tabella 1: Allegati Pagina 21 di 21