Cronache Economiche n. 22

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Cronache Economiche n. 22
Ambasciata d'Italia ad Ankara
Ufficio Commerciale
(Dall’11 agosto al 6 settembre 2012 - n. 22)
Prot. Nr. 2387
Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ;
[email protected] ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282
Responsabile: Segr. Leg. Irene Castagnoli
ULTIMI SVILUPPI
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Cala del 20% il disavanzo commerciale della Turchia nei primi sette mesi del
2012. In luglio il disavanzo commerciale della Turchia e’ diminuito del 20%,
consolidando una tendenza in atto ormai da tempo, frutto di numerosi interventi di
politica economica del Governo. Il saldo negativo del Paese e’ difatti passato dai
63,3 miliardi di dollari dei primi 7 mesi del 2011 ai 50,7 miliardi di dollari nel
corrispondente periodo del 2012. Il risultato e’ dovuto ad un incremento delle
esportazioni, che nel periodo in considerazione sono aumentate del 12,6%,
passando da 77 ad 87 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono diminuite del
2%, passando da 141 a 138 miliardi di dollari. Secondo quanto verificato dall’ICE di
Istanbul, sulla base di una rielaborazione dei dati diffusi dal TürkStat, l’Istituto di
statistica turco, a fronte della forte diminuzione del disavanzo, l’interscambio totale
del Paese con il mondo e’ aumentato del 3,2%, passando dai 218 miliardi di dollari
dei primi 7 mesi del 2011 ai 225 miliardi di dollari del corrispondente periodo del
2012. L’interscambio con la UE ha subito invece una sensibile contrazione (-8,2%).
E’ passato da 92 miliardi di dollari del 2011 agli 84 miliardi del 2012, confermando le
difficoltà delle economie del vecchio continente e la capacità turca di diversificazione
dei mercati di sbocco. Le esportazioni turche verso la UE sono diminuite nel periodo
del 9,1% e le importazioni della Turchia dalla UE sono diminuite del 7,6%. Il saldo
negativo della Turchia con i paesi dell’Unione Europea e’ passato da 17,2 a 16,5
miliardi di dollari, in diminuzione del 4,2%. La quota dell’interscambio con la UE sul
totale degli scambi turchi corrisponde oggi al 37,3%. La graduatoria dei principali
partner vede al primo posto la Germania (19,8 miliardi di dollari di interscambio, in
diminuzione del 9,6%, composti da 7,7 miliardi di importazioni tedesche dalla
Turchia, in diminuzione del 5,6%, e 12,1 miliardi di esportazioni dalla Germania
verso il Paese, in diminuzione del 12%), al secondo la Russia (18,8 miliardi di dollari
di interscambio, in aumento del 17,7%, composti da 3,7 miliardi di importazioni dalla
Turchia, in aumento dell’11,8%, e 15,1 miliardi di esportazioni verso di essa, in
aumento del 19,2%), al terzo l’Iran, (15,7 miliardi di dollari di interscambio, in
aumento del 64,3%, composti da 8 miliardi di importazioni iraniane, in aumento del
295%, e 7,6 miliardi di esportazioni, in aumento del 2%), al quarto la Cina, (13,6
miliardi di dollari di interscambio, in diminuzione del 2,9%, composti da 1,4 miliardi di
importazioni cinesi, in aumento del 13,4%, e 12 miliardi di esportazioni verso la
Turchia, in diminuzione del 4,6%), al quinto gli USA, (12,1 miliardi di dollari di
interscambio, in calo dell’1,9%, composti da 3,3 miliardi di importazioni americane, in
aumento del 29,6%, e da 8,7 miliardi di esportazioni verso la Turchia, in diminuzione
del 10,2%), al sesto troviamo l’Italia (11,5 miliardi di dollari di interscambio, in
diminuzione del 12,9%, composti da 7,7 miliardi di export italiano, in diminuzione del
4,4%, e 3,7 miliardi di importazioni, in diminuzione del 26%). (Fonte Ufficio ICE Istanbul)
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Si preparano
preparano grandi opportunita’ nel settore ferroviario turco.
Sono sempre piu’
numerose le società straniere attive nel settore ferroviario che si starebbero
preparando ad accedere al promettente mercato turco, spinte anche dal fatto che il
governo ha in programma di rimuovere il monopolio statale sulle ferrovie. In
particolare sarebbe proprio in queste settimane in via di predisposizione la bozza di
legge per la liberalizzazione del settore ferroviario. “Il settore ferroviario turco
raggiungerà livelli di sviluppo inimmaginabili con la liberalizzazione” ha affermato a
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questo proposito Ibrahim Öz, Presidente dell’Associazione Trasporto Ferroviario, che
ha aggiunto: “Più di 150 miliardi di dollari di investimenti saranno realizzati in questo
comparto entro il centesimo anniversario della fondazione della Repubblica (nel
2023) da società pubbliche e private. Il trasporto passeggeri si svilupperà
ulteriormente, così come quello merci, creando un vasto mercato nel quale anche gli
operatori privati potranno trovare spazio grazie alla liberalizzazione”. Öz ha anche
citato espressamente grandi gruppi europei, come Deutche Bahn, Schenker Arkas e
Rail Cargo, che starebbero progettando di offrire trasporto ferroviario in Turchia con
propri locomotori e vagoni, mentre l’americana The Greenbrier Companies avrebbe
espresso l’intenzione di avviare una produzione anche in Turchia con la
realizzazione di uno stabilimento in loco in grado di produrre 1.000 vagoni l’anno.
Sempre secondo il Presidente dell’Associazione Trasporto Ferroviario, sono molti
anche gli operatori locali pronti ad avviare la produzione di vagoni. Tra questi vi
sarebbero in particolare i subcontractor che al momento realizzano alcune fasi del
processo produttivi per conto delle Ferrovie di Stato Turche (TCDD) ed hanno
acquisito una solida esperienza da mettere a frutto con l’avvio di una produzione
autonoma. “Per colmare l’attuale gap la Turchia necessita di un minimo di 5.000
carrozze all’anno. Con l’aumentare della concorrenza auspicabilmente i costi di
produzione diminuiranno e non sara’ piu’ necessario acquistare vagoni dall’estero”,
ha dichiarato Öz a questo proposito.
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Anche gli italiani festeggiano la nuova metro di Istanbul realizzata da un
consorzio guidato da Astaldi. Ha aperto il 18 agosto scorso ad Istanbul la nuova
linea metropolitana M4, che corre per 26 chilometri e dispone di 16 stazioni tra
Kadıköy e Kartal, nella parte asiatica della città. I lavori sono stati realizzati dal
consorzio italo-turco Avrasya Metro Grubu guidato dal gruppo italiano Astaldi. In
particolare, la Astaldi partecipa con una quota del 42% al consorzio di cui fanno
parte anche le turche Makyol (al 41%) e Gulermak (al 17%). Il consorzio si è fatto
carico della costruzione dell'intera linea, incluse le stazioni e le ''facilities'' per la
manutenzione (oltre alle stazioni, 270 scale mobili e 71 ascensori), impiegando circa
5.600 persone. In Turchia Astaldi ha già costruito un tratto rilevante dell'autostrada
Istanbul-Ankara e realizzerà il “Metro Golden Horn Crossing Bridge'', un ponte
girevole di 387 metri da 146 milioni di euro progettato assieme alla Gulermak - il
terzo sul Corno d'Oro - che punta a facilitare il trasporto via metropolitana tra aree
altamente congestionate dal traffico. Il Gruppo Astaldi è attivo in Turchia dal 1985.
Oltre alla rete metropolitana, ancora insufficiente per le dimensioni della città,
Istanbul dispone di tre linee di tram, due treni suburbani, due funicolari. (Fonte: Ufficio ICE
di Istanbul)
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Il gruppo TAV mira a partecipare alla gara per la costruzione del terzo
terzo
aeroporto di Istanbul.
Istanbul. Il Direttore Generale del Gruppo TAV Sani Şener ha
recentemente dichiarato che l’importante societa’ turca, che tra le altre cose gestisce
l’aeroporto Atatürk di Istanbul, potrebbe essere interessata a partecipare alla gara
per la realizzazione del terzo aeroporto di Istanbul (vedi le cronache economiche n.
12, 15 e 21), a seconda delle condizioni che saranno previsite dalla gara d’appalto il
cui lancio e’ previsto nel prossimo futuro. TAV ha vinto quest’anno la gara in
modalita’ BOT (Build-Operate-Transfer) per l’aeroporto di Medina ed è subentrata
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anche nella gestione del terminal domestico di Izmir. La societa’ turca ha anche vinto
l’appalto per il terminal dell’aeroporto di Abu Dhabi, insieme al partner CCC-Arabtec.
Şener ha ricordato come la gara per la realizzazione del terzo aeroporto di Istanbul
è, al momento, uno dei più vasti progetti in programma in Turchia. Egli ha inoltre
proseguito sottolineando che “Istanbul e’ molto importante per TAV. Il numero di
turisti in arrivo è in crescita, l’economia in fase di sviluppo. Se pensiamo ad Istanbul
come ad un hub finanziario, la sua importanza è ancora più significativa”. Secondo
Şener, il terzo aeroporto potrebbe essere completato in tre anni e si trattera’ di un
progetto di circa 10 miliardi di dollari per cui saranno necessari alla societa’ che si
assicurera’ la gara ingenti finanziamenti e un notevole know how. Sempre secondo il
Direttore Generale del gruppo turco, le cinque o sei aziende con cui TAV compete
regolarmente presenteranno le loro offerte nella prossima gara d’appalto.
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L’Agenzia per la Promozione degli Investimenti turca punta alla
diversificazione delle fonti di IDE. L’Agenzia turca per la Promozione degli
Investimenti (ISPAT), ente che dipende direttamente dagli Uffici del Primo Ministro,
sta ormai da tempo lavorando in vista di una diversificazione delle fonti di
investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia. Come parte di tale strategia, pur restando
l’Europa, che tradizionalmente e’ la fonte piu’ rilevante di investimenti nel Paese, un
obiettivo strategico, ISPAT sta allargando il proprio portafoglio verso l’Asia ed i Paesi
del Golfo e tale linea sembra dare i suoi frutti. Ad esempio, molto di recente la
società indiana Polyplex Corporation Limited, uno dei più grandi produttori al mondo
di pellicola di poliestere, ha annunciato un investimento greenfield per realizzare un
impianto di produzione di resina PET in Turchia. L’investimento, articolato in due
fasi, ha un valore totale di 150 milioni di dollari ed avrà una capacità di produzione di
600.000 tonnellate. Il nuovo impianto darà lavoro a 250 persone, per un volume di
commercio stimato in un miliardo di dollari l’anno. Il 70-80% delle produzione si
dirigera’ poi verso Europa, Stati Uniti e Russia. Commentanto il progetto di
investimento della Polyplex, il Presidente di ISPAT Ilker Aycı ha dichiarato: “siamo
orgogliosi di aver portato questo investimento nel nostro Paese. Si tratta di un
progetto di grande valore, considerate le sue dimensione e le sue potenzialità.
Questo investimento renderà la Turchia un importante esportatore di un prodotto di
cui sinora è stato importatore. Questo è il tipo di valore aggiunto che cerchiamo
nell’attrarre investimenti nel nostro Paese”. Dal canto suo, il Vice Presidente della
Polyplex Kapil Gupta ha ricordato: “Per affermare i nostri prodotti sui mercati europei
e mediterranei abbiamo costituito una società in Turchia nel 2004 e sin da allora
siamo stati molto soddisfatti della decisione. Il nostro stabilimento si trova all’interno
della European Free Zone di Çorlu a Tekirdağ. La zona franca offre un ambiente
favorevole agli investimenti, soprattutto per le operazioni di import/export. Grazie alla
collocazione del Paese ora abbiamo anche accesso all’ampio mercato dell’Europa,
del Medio Oriente e della Russia”. Ma l’India non e’ il solo Paese asiatico ad aver
annunciato di recente nuovi investimenti. Altre buone notizie vengono dalla Mizuho
Bank, la seconda società di servizi finanziari del Giappone e una delle tre cosiddette
“megabanche” giapponesi (insieme alla Mitsubishi UFJ Financial Group ed alla
Sumimoto Mitsui Financial Group, entrambe le quali hanno già creato uffici di
collegamento in Turchia). La Mizuho Corporate Bank ha aperto a febbraio scorso un
proprio ufficio ad Istanbul ed ha firmato un memorandum d’intesa con ISPAT per
aumentare gli investimenti giapponesi in Turchia. Il CEO della Mizuho, Yasuhiro
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Sato, ha a tale proposito dichiarato: “abbiamo individuato la Turchia come Paese
stategicamente importante. Il nostro obiettivo è quello di contribuire all’ulteriore
sviluppo economico della Turchia creando relazioni con i nostri clienti”. Proprio in
questi giorni la banca giapponese ha inoltre firmato un accordo di cooperazione con
la banca turca Akbank in vista di attivita’ congiunte anche volte al finanziamento di
operazioni di fusione e acquisizione tra Turchia e Giappone. Ed i recenti investimenti
in Turchia non si limitano a quelli provenienti dall’Asia. Anche aziende tedesche,
russe e dei Paesi del Golfo hanno da ultimo accresciuto la loro presenza in Turchia.
A giugno scorso, il gigante tedesco nella produzione di componentistica auto
Benteler International AG ha annunciato la sua decisione di attivare un impianto nel
Paese, mentre ad aprile la Saudi Arabia’s Advanced Petrochemical Company aveva
reso noto il proprio progetto di costruire in Turchia un impianto per la produzione di
polipropilene.
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In un decennio il settore farmaceutico turco e’ raddoppiato
raddoppiato.
to. Secondo un recente
studio l’industria farmaceutica turca ha quasi raddoppiato le proprie dimensioni negli
ultimi 10 anni, raggiungendo un volume d’affari complessivo di 15 miliardi di Lire
turche. Tale brillante risultato sarebbe stato raggiunto facendo leva soprattutto sulle
esportazioni, poiché il declino del prezzo dei farmaci in Turchia e l’aumento dei costi
di produzione hanno ridotto i margini sul mercato interno. L’export è infatti cresciuto
del 58,6% negli ultimi 5 anni secondo dati diffusi dall’Associazione degli Esportatori
di Materiali e Prodotti Chimici di Istanbul (IKMIB). In particolare, lo scorso anno
Germania, Iraq e Svizzera sono stati i principali mercati di destinazione di questo
genere di prodotti. Gran Bretagna, Cipro Nord, Slovenia, Belgio, Azerbaigian, Stati
Uniti e Algeria completano la top ten. Inoltre, nel 2011 il valore totale delle
esportazioni farmaceutiche turche ha raggiungiunto i 512,1 milioni di dollari, in netta
crescita rispetto ai 322,8 del 2007 e nei primi sette mesi dell’anno in corso si è già
raggiunta quota 316,1 milioni di dollari. Quanto alle aziende locali presenti sul
mercato, sono circa 300 le società attive nell’industria farmaceutica turca, che è
dominata da imprese di grandi dimensioni. In termini di turnover, le 20 aziende più
grandi occupano il 65% delle quote di mercato e se si considerano le prime
cinquanta si arriva all’85%. La produzione interna fornisce l’80% degli 1,6 miliardi di
confezioni di medicinali consumati mediamente in Turchia all’anno, ma, in termini di
valore, i prodotti importati coprono meta’ del mercato nazionale. “L’aumento delle
esportazioni nel settore farmaceutico è importante” ha detto il Presidente di IKMIB
Murat Akyüz, secondo il quale l’export potrebbe crescere ulteriormente considerate
le potenzialità della Turchia nel settore e grazie a prodotti a maggiore valore
aggiunto. Per Akyüz tuttavia, nonostante gli sviluppi favorevoli degli ultimi 10 anni, i
produttori farmaceutici hanno di fronte un futuro dai tratti incerti, soprattutto a causa
dei bassi costi dei medicinali a fronte di un incremento nei costi di produzione, ai
ritardi nell’ottenimento delle licenze e nel recupero degli investimenti, alle difficoltà
nel proteggere i diritti di proprietà intellettuale, tutti fattori che condizionano il settore
negativamente. “Intraprendere passi concreti per risolvere questi problemi e
promuovere la produzione locale accelererà le esportazioni e, allo stesso tempo, farà
crescere l’industria farmaceutica turca,” ha aggiunto il Presidente di IKMIB.
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I turchi
turchi sono i più chiacchieroni d’Europa.
Con una media individuale di 299
minuti al mese di conversazione, i Turchi guidano la classifica dei Paesi europei per
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quanto riguarda l’uso dei telefoni cellulari, secondo quanto reso noto dal Ministero
dei Trasporti, degli Affari Marittimi e delle Comunicazioni. Nel commentare tali dati il
Ministro dei Trasporti Binali Yıldırım ha ricordato come nel settore della telefonia la
Turchia ha raggiunto nel 2012 i target fissati per il 2015, circostanza che ha
permesso al Paese di raggiungere i livelli dell’Europa. Ad esempio, a quanto
ricordato dal Ministro in relazione all’accesso alla banda larga, importante indicatore
del livello di sviluppo raggiunto da un Paese, in Turchia “mentre il numero di contratti
per la banda larga era inferiore ai 100.000 dieci anni fa, oggi la cifra eccede i 19
milioni, la maggior parte dei quali sottoscritti da utenti di internet mobile”. Yıldırım ha
inoltre ricordato che ci sono un totale di 50 milioni di utenti di internet nel Paese, che
il numero di coloro che accedono alla rete da dispositivi mobili è cresciuto di oltre
l’80%, che quello di abbonati alla telefonia mobile è di circa 67 milioni e che ci sono
quasi 39 milioni di utenti di 3G nel Paese. A quanto mostrano i dati, anche il volume
del traffico sta aumentando rapidamente, e nel secondo trimestre dell’anno in corso
tale volume si è attestato a 43,5 miliardi di minuti. Sempre secondo il Ministro, e’
inoltre da prevedersi un’ulteriore crescita di circa il 20% nell’anno tanto nella
quantita’ di tempo di conversazione sul cellulare che nel traffico di sms. I brillanti
risultati registrati negli ultimi anni nel settore della telefonia mobile in Turchia sono in
larga parte da imputarsi, secondo Yıldırım, alla misure attuate dal Governo in vista
della liberalizzazione del mercato. L’espansione conosciuta dal settore della telefonia
turca anche di recente ha ulteriormente incoraggiato gli operatori ad aumentare i
propri investimenti in tale dinamico mercato: secondo un rapporto dell’Agenzia per le
Tecnologie dell’Informazione e le Comunicazioni (BTK) gli investimenti da parte degli
operatori GSM hanno raggiunto nel primo trimestre dell’anno i 527 milioni di Lire
turche. Vodafone è stato il principale investitore, per un totale di 232 milioni di TL,
mentre Turkcell ha fatto investimenti per 160 milioni e Avea per 135 milioni.
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La Turchia è una destinazione sempre più gettonata per i turisti m
musulmani.
usulmani.
Secondo un recente studio dal titolo “Global Muslim Lifestyle Tourism Market 2012:
Landscape & Consumer Needs” la Turchia è diventata il secondo Paese più visitato
dai turisti musulmani, subito sopo la Malesia. Lo studio sul mercato turistico
musulmano è stato condotto in 14 Paesi dalla società newyorkese DinarStandard,
specializzata in ricerche e consulenza, e dal più grande sito web di viaggi per
musulmani CrescentRating, con sede a Singapore. Secondo la ricerca, il mercato
turistico musulmano valeva 126,1 miliardi di dollari nel 2011, ammontare che
rappresenta il 12,3% del totale delle spese turistiche mondiali, ed entro il 2020 e’
destinato a crescere di un ulteriore 13,4%, raggiungendo un valore di 192 miliardi di
dollari. “Quello del turismo musulmano è il più grande mercato ancora da esplorare
dell’industria turistica. Compagnie aeree, destinazioni, hotel e resort possono trarre
grossi benefici dall’adattamento della propria offerta allo stile di vita musulmano” ha
detto Rafi-uddin Shikoh, CEO e managing director di DinarStandard. Secondo lo
studio, dopo Malesia e Turchia, prime nella lista, le destinazioni preferite includono
gli Emirati Arabi Uniti, Singapore, Russia, Cina, Francia, Thailandia e Italia. Nel
2011, il 60% delle spese del turismo musulmano si sono concentrate in Medio
Oriente e Nord Africa.
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Benissimo la stagione delle nocciole in Turchia.
Turchia.
Secondo quanto reso noto di
recente dall’Associazione degli Esportatori di Nocciole del Mar Nero, nel periodo tra
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il 1° settembre 2011 e il 31 agosto 2012 la Turchia ha esportato 229.000 tonnellate
di nocciole, mettendo a segno un ricavo complessivo pari a 1,8 miliardi di dollari. Le
nocciole, bene di cui la Turchia e’ tra i massimi produttori mondiali, vengono da qui
esportate in circa 90 Paesi di tutto il mondo.
ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA
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Sono 110 milioni di dollari gli investimenti italiani afflui
affluiti in Turchia nel primo
semestre di quest’anno. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia turco e
rielaborati dall’ICE di Istanbul, nei primi sei mesi del 2012 gli investimenti diretti esteri
in Turchia sono ammontati a 8.206 milioni di dollari, in aumento del 20,9% rispetto
allo stesso periodo del 2011, quando avevano toccato i 6.788 milioni. Nel periodo
considerato gli investimenti immobiliari sono aumentati del 4,7%, attestandosi a
quota 1.300 milioni di dollari, contro i 1.242 milioni di dollari del 2011. Nei primi sei
mesi del 2012 l'Italia ha investito 110 milioni di dollari in aumento (+189%) rispetto
allo stesso periodo del 2011, quando erano stati investiti nel Paese un totale di 38
milioni di dollari. In Turchia sono operanti 936 imprese italiane, di cui 3 costituite nel
mese di giugno 2012. Fra i Paesi che risultano aver maggiormente investito vi sono il
Regno Unito (1.951 milioni di dollari), l’Olanda (551 milioni), la Germania (267
milioni), gli USA (204 milioni), i Paesi del Golfo (58 milioni ), la Francia (52 milioni). In
totale operano in Turchia 30.333 imprese estere di cui 4.918 della Germania (16,2%
del totale), 2.369 del Regno Unito (7,8%), 2.374 dell'Iran (7,8%), 2.014 dell'Olanda
(6,6%), 1.230 degli USA (4,1%), 1.087 dell'Azerbaigian (3,6%), 936 dell'Italia (3,1%),
926 dell'Iraq (3,1%), 450 della Cina (1,5%) e 191 della Corea del Sud (0,6%). Per
quanto riguarda la distribuzione geografica delle 30.333 imprese estere, i Paesi
dell’Unione Europea sono al primo posto con 15.648 aziende. Delle imprese estere
operanti in Turchia 17.189 sono basate ad Istanbul (56,7% del totale), 3.557 ad
Antalya (11,7%), 2.010 ad Ankara (6,6%), 1.735 ad Izmir (5,7%), 1.432 a Muğla
(4,7%) e 574 Bursa (1,9%).(Fonte Ufficio ICE Istanbul)
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Il nuovo pacchetto di incentivi agli investimenti ha attratto 3,2 miliardi di
dollari in 40 giorni. Secondo fonti della stampa locale la Turchia ha ricevuto 480
proposte di progetti di investimento per un valore di 3,2 miliardi di dollari
dall’introduzione del nuovo pacchetto governativo di incentivi finalizzato alla
promozione e all’attrazione di investimenti nel Paese, che e’ entrato in vigore questa
estate e copre gli investimenti retroattivamente fin dal 1° gennaio scorso. 340 di
questi progetti, che daranno lavoro ad oltre 16mila persone, sono stati approvati. Il
3,8% dei progetti sono collegati ad investimenti nell’agricoltura, il 9,1% nel settore
minerario, il 56,8% nella produzione, il 2,9% nel settore energetico ed il 27,4%
nell’industria dei servizi. Considerando i sottosettori, il tessile e l’industria
dell’abbigliamento sono al primo posto per numero di investimenti, con una quota sul
totale del 19% e del 21% in termini di persone occupate. Seguono gli investimenti
nell’industria alimentare e degli alcolici, nei settori minerario, turistico, dei pneumatici
e della plastica, delle infrastrutture, della formazione e dei macchinari. In una recente
conferenza stampa il Ministro dell’Economia turco Zafer Cağlayan ha annunciato
l’intenzione di includere nel programma di incentivi anche le spese di ristrutturazione
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di edifici già esistenti ed ha anticipato che prossimamente partirà una campagna
stampa informativa sul pacchetto a sostegno degli investimenti in più di dieci lingue.
(Fonte: Ufficio ICE di Istanbul)
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A maggio di quest’anno
quest’anno la disoccupazione in Turchia scende all’8,2%. Secondo i
dati resi noti di recente dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, il tasso di
disoccupazione in Turchia è sceso all’8,2% nel mese di maggio dell’anno in corso,
rispetto al 9% del mese precedente ed al 9,4% registrato a maggio del 2011. Nel
commentare il dato il Ministro delle Finanze turco Mehmet Şimşek ha ricordato come
si tratti del dato piu’ basso degli ultimi 10 anni. Va comunque tenuto in
considerazione che la diminuzione registrata a maggio nel tasso di disoccupazione
del Paese, dato senz’altro molto positivo ancor piu’ in un’economia in rallentamento,
e’ in gran parte da ricondursi anche ad effetti stagionali nel settore dei servizi ed
all’inizio anticipato del raccolto in agricoltura. Tuttavia, anche epuranto dei fattori
stagionali, il tasso di disoccupazione turco rimane fermo al 9%, che è comunque il
livello più basso registrato dall’introduzione dei nuovi indici di misurazione nel 2005.
“Abbiamo osservato che il miglioramento del mercato del lavoro è stato significativo
in maggio rispetto ad aprile, nonostante il rallentamento dell’economia.
L’occupazione nell’industria è rimasta soltanzialmente stabile, mentre, con l’inizio
della stagione turistica, l’impiego in questo settore è aumentato considerevolmente”
ha affermato Özgür Altuğ, capo economista di BGC Partners. Piu’ in dettaglio,
sempre secondo i dati diffusi da TürkStat, erano circa 25,3 milioni gli occupati in
Turchia a maggio, mentre nello stesso periodo i disoccupati erano 2,7 milioni. Il
tasso di partecipazione della forza lavoro è rimasto invariato al 50,5% rispetto al
maggio del 2011. Il 25,2% della forza lavoro è impiegata nel settore agricolo, il
18,8% nell’industria, il 7,2% nelle costruzioni ed il 48% nei servizi. Secondo quanto
dichiarato dal Presidente dell’Unione delle Camere dell’Agricoltura (TZOB) Şemsi
Bayraktar, al solo settore agricolo è da addebitare più della metà dei nuovi posti di
lavoro: “l’incremento totale dei posti di lavoro a maggio è stato di 652.000, il 54% dei
quali viene dall’agricoltura. Su base mensile, la forza lavoro è aumentata di 352.000
unità in agricoltura, di 135.000 nei servizi e di 197.000 nelle costruzioni, mentre è
diminuita di 32.000 nell’industria”. Anche il Ministro dell’Economia Zafer Çağlayan ha
commentato i dati sottolineando in particolare come la disoccupazione non agricola e
quella giovanile siano ai minimi storici (la disoccupazione non agricola è diminuita
dal 12% al 10,4% e quella giovanile è diminuita di 1,6 punti percentuali, attestandosi
a maggio al 15,9% su base annuale). Egli ha inoltre affermato che il tasso di
disoccupazione scenderà ancora in futuro grazie agli effetti del nuovo schema di
incentivi lanciato quest’anno che attrarrà più investimenti diretti in Turchia. Secondo
il capo economista di ING Bank Şengül Dağdeviren, pero’, nonostante i significativi
miglioramenti registarti oltretutto durante una fase di rallentamento dell’economia, il
tasso di disoccupazione in Turchia è ancora strutturalmente elevato: “Anche se la
crescita dell’occupazione è stata forte e positiva dal 2009, il tasso di disoccupazione
strutturale in Turchia è ancora alto. Di conseguenza, gli effetti delle riforme di medio
e lungo termine sull’occupazione rimangono importanti” ha dichiarato Dağdeviren.
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E’ all’8,88% l’inflazione in Turchia ad agosto. Secondo i dati resi noti di recente
dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, il tasso di inflazione in Turchia è scesa
all’8,88% nel mese di agosto dell’anno in corso, rispetto al 9,07% del mese
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precedente. Sul fronte dei prezzi alla produzione l’’inflazione e’ diminuita invece al
4,56% dal 6,13% registrato a luglio. A livello settoriale, i prezzi in agricoltura sono
saliti dell’11,43% rispetto allo stesso mese dello scorso anno ma sono scesi dello
0,75% da luglio 2012 mentre i prezzi del settore manifatturiero hanno visto un
aumento del 3,29% anno su anno ma sono calati dello 0,46% dal mese scorso.
Commentando questi dati il Ministro dell’Economia turco Zafer Çağlayan ha
dichiarato che il tasso di inflazione turco a fine anno non sara’ lontano da quanto
previsto nelle aspettative del governo: “Stimo che la Turchia chiudera’ l’anno con
un’inflazione al 6%” ha detto il Ministro, sottolineando che tale dato si discosta di
pochissimo dall’obiettivo del 5,2% fissato dalle autorita’ turche.
In crescita la fiducia dei consumatori turchi. La
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fiducia dei consumatori turchi è
cresciuta nel mese di luglio dell’anno in corso rispetto al mese precedente a quanto
reso noto dall’Istituto di Statistica turco TürkStat secondo il quale l’indice, che era al
91,8% a giugno 2012, è salito dell’1,1% a luglio, attestandosi al 92,8%. L’indagine
mensile sulle tendenze dei consumatori in Turchia del TürkStat è stata condotta
tenendo conto delle valutazioni dei consumatori sulla situazione corrente e delle loro
aspettative circa la propria performance finanziaria e la situazione economica
generale, oltre che della loro propensione alla spesa per il prossimo futuro.
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Secondo la TUSKON un ulteriore raffreddamento dell’economia turca potrebbe
portare al suo congelamento. A quanto dichiarato di recente dal Presidente della
Confederazione degli Imprenditori e degli Industriali (TUSKON) Rızanur Meral,
frenare ulteriormente l’economia turca potrebbe condurre al suo congelamento e
sarebbe poi estremamente difficile invertire il fenomeno. Secondo Meral, le misure
messe in atto dal governo per rallentare l’economia turca hanno portato i loro frutti,
ma adesso non ci sarebbe più bisogno di ulteriori interventi in questo senso. “Al
contrario, abbiamo bisogno di allentare subito il freno e di garantire alle aziende un
accesso più semplice alla liquidità,” ha detto il capo di TUSKON, che ha in
particolare sottolineato come la nuova legge sugli assegni scoperti, molto severa,
rappresenti un serio freno alla crescita.
ANNUNCI E GARE
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Europe Enterprise Network Match4Industry, Kocaeli – 1515-16 ottobre 2012.
2012.
I
prossimi 15 e 16 ottobre si svolgera’ lo Europe Enterprise Network Match4Industry,
un evento organizzato dalla Camera d'Industria di Kocaeli insieme all’East Marmara
Business Centre e con il sostegno dell’Enterprise Europe Network Luxemburg che
avra’ luogo all’interno del parco industriale per il comparto automotivo della citta’
turca. Obiettivo dell’iniziativa, dedicata ai settori dei macchinari, dell’automotivo, della
metallurgia, dei prodotti chimici, elettronici, plastici e dell’ICT, non è solo quello di
facilitare i contatti tra le aziende attive nei diversi comparti ma anche di permettere ai
partecipanti di meglio conoscere l’area e il mercato. Coloro che fossero interessati a
partecipare potranno rivolgersi alla Camera d'Industria di Kocaeli, tel. 0090 262 315
8000, fax 0090 262 321 9070, e-mail: [email protected].
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Lancio della gara per i lavori infrastrutturali del tratto KayaşKayaş-Kırıkkale della
linea ad alta velocità Ankara – Sivas. La Direzione generale delle Ferrovie di
Stato turche (TCDD) ha annunciato sul bollettino degli appalti pubblici dello scorso 9
agosto, con il numero di registrazione 2012/104452, la gara per la realizzazione dei
lavori infrastrutturali della sezione Kayaş-Kırıkkale (per una lunghezza prevista di 62
km) del progetto della linea ferroviaria ad alta velocità tra Ankara e Sivas. Il termine
per la presentazione delle offerte è fissato al 4 ottobre 2012. Le aziende interessate
potranno visionare e acquistare i documenti di gara al costo di 10.000 Lire turche al
seguente indirizzo: TCDD General Directorate, Central Financial Matters Directorate,
Central Cashier, Ground Floor, Central Station, ANKARA.
INDICATORI MACROECONOMICI
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Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel
2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%),
registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre,
segnale che la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi
confermata fin dai primi mesi del 2010, poi chiusosi con un +9,2%, cui ha fatto
seguito una crescita del PIL nel 2011 pari all’8,5% (12% nel primo trimestre, 8,8%
nel secondo, 8,2% nel terzo, 5,2% nel quarto). Nel primo trimestre del 2012 il
ritmo di crescita del PIL turco si e’ attestato al 3,2%.
Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel
2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al
6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso
con un tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni
e inferiore all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio
del 2011, dopo aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%),
l’inflazione è tornata a crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a
due cifre pari al 10,45% lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine
2012-2014 nel quale il Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del
7,5%.
Interscambio con l’Italia: Dopo essersi posizionata nel 2010 al quarto posto
nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio pari a 16,7
miliardi di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di importazioni),
anche nel 2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del Paese,
dopo Germania, Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con un
interscambio che ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto
nelle relazioni italo-turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in
esportazioni pari a 13,45 miliardi di dollari (+32,63%, quinto Paese fornitore) ed
importazioni pari a 7,85 miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per
le merci turche). A fine 2011 il saldo era ancora una volta attivo per l'Italia e
ammontava a 5,6 miliardi dollari. Nei primi sette mesi del 2012 l’Italia è al sesto
posto nella graduatoria dei Paesi partner, dopo Germania, Federazione Russa,
Iran, Cina e Stati Uniti, con un interscambio pari a 11,5 miliardi di dollari (-12,9%
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) articolato in esportazioni
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italiane pari a 7,79 miliardi di dollari (-4,4%, quinto Paese fornitore) ed
importazioni dalla Turchia pari a 3,7 miliardi di dollari (-26%, sesto mercato di
sbocco per le merci turche). Il saldo è attivo per l'Italia e ammonta a oltre 4
miliardi di dollari.
BORSA DI ISTANBUL
Borsa di Istanbul (IMBK-100): 67.559 punti al 5 settembre 2012 (0,99%)
CAMBIO al 5 settembre 2012:
1 Euro = TL 2,2873
1 USD = TL 1,8240
A cura di:
Irene Castagnoli
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
Marcella Zaccagnino
Ambasciata d’Italia ad Ankara
Redazione:
Francesca Lo Magro
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
In collaborazione con:
Zeynep Demirtaş
Ufficio Economico e Commerciale
dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara
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