Scarica l`articolo in formato PDF

Transcript

Scarica l`articolo in formato PDF
ForeStALe / Antibracconaggio
SCACCo AL trAFFiCo
di AViFAUNA
Sequestrati oltre ventimila uccelli catturati in Africa e
destinati alla preparazione di piatti tipici nazionali
di Flavio rosati
S
troncato dal Corpo forestale dello Stato
vasto traffico illegale di avifauna protetta
importata dalla Tunisia, per un valore
complessivo di circa 400mila euro. Dalle
indagini condotte dalla Forestale nell’ambito delle
attività di contrasto al bracconaggio è emerso che,
in soli sei mesi, erano stati commercializzati illegalmente circa 405.000 uccelli in 24 province del
nord Italia.
L'Operazione denominata "African Osei", coordinata dal Nucleo Investigativo Provinciale di
Polizia Ambientale e Forestale di Macerata e
diretta dalla Procura della Repubblica presso il
32 - Il Forestale n. 84
Tribunale del capoluogo marchigiano, ha portato
alla luce un traffico di avifauna di vaste proporzioni che ha visto il coinvolgimento di oltre 80
grossisti, ristoratori e commercianti al dettaglio di
selvaggina. Oltre 405.000 passeri e storni catturati in Africa, con mezzi che in Italia sono vietati,
venivano venduti illegalmente a ristoranti e
supermercati. L’operazione ha portato al sequestro di oltre 20.000 volatili unitamente a copiosa
documentazione contabile acquisita come prova
del traffico illegale. Al momento sono 8 le persone denunciate presso le Procure della Repubblica
di Macerata, Massa Carrara, Pesaro e Ravenna
Aspetti giuridici
che rischiano fino a sei mesi di arresto per violazioni della normativa sulla tutela della fauna
selvatica ed il prelievo venatorio.
L’operazione è nata in un piccolo paesino dell’alto maceratese, a seguito di una segnalazione al
numero di emergenza ambientale 1515, secondo
la quale, in un negozio di prodotti congelati venivano esposte per la vendita delle confezioni
riportanti in etichetta la dicitura “passeri” di provenienza “Tunisia”. Il personale del NIPAF di
Macerata, dopo aver prelevato una delle confezioni poste in vendita, attraverso misure
biometriche effettuate sugli animali (in particolare venivano misurati alcuni caratteri tassonomici
come le dimensioni del becco), ha identificato i
passeri come appartenenti alla specie Passer
Hispaniolensis (Passera sarda o Passera spagnola),
presente in Europa meridionale ed orientale e in
Commercio avifauna: è importante ricordare
che nel nostro Paese la fauna selvatica è
considerata patrimonio indisponibile dello
Stato e che l’avifauna selvatica, ad eccezione
di sei specie (fagiano, pernice rossa, pernice
sarda, starna, colombaccio, germano reale),
non può essere venduta, acquistata e detenuta per fini commerciali. Questo divieto,
vigente dal 1992, lo scorso 24 giugno è stato
esteso anche agli uccelli importati dall’estero, le cui popolazioni risultino presenti nei
Paesi dell’Unione Europea. Questa modifica
normativa è stata introdotta per adeguare il
diritto nazionale al diritto dell’Unione, evitando procedure di infrazione. Pertanto, anche
al fine di evitare che vengano posti in essere
dei reati in maniera inconsapevole dai cittadini, è importante che tutti siano al corrente
di questi divieti. Anche chi acquista, ad
esempio presso un negozio di congelati o
consuma al ristorante un piatto realizzato
con questi animali pone in essere un illecito
penale. Sono invece consentiti l’autoconsumo o la cessione gratuita della selvaggina.
Cattura avifauna: le due specie identificate
nell’Operazione “African osei” sono entrambe protette dalla normativa nazionale,
pertanto nel nostro paese non possono
essere oggetto di caccia, ad eccezione dello
storno, per il quale in alcuni casi possono
essere previste delle eccezionali deroghe ai
divieti, al fine di evitare danni alle produzioni
agricole. Inoltre le specie “cacciabili” possono essere prelevate solamente con l’utilizzo
di fucile, arco e falco. Sono assolutamente
vietati dalla normativa nazionale ed europea
(Direttiva “uccelli”), metodi di cattura indiscriminati che non consentano di selezionare le
specie oggetto di prelievo, come reti, lacci o
trappole. Purtroppo gli animali rinvenuti e
sequestrati dal Corpo forestale non sono
stati catturati con mezzi consentiti in Italia, in
quanto non recano ferite da arma da fuoco o
altre lacerazioni riconducibili a prelievi di
carattere selettivo. L’ipotesi più plausibile,
considerato l’ingente numero di animali
importati in pochi mesi (800.000 circa) è che
siano stati catturati con l’ausilio di reti.
L’utilizzo di tali metodi è tuttavia ancora consentito nei paesi del Nord Africa, ed in alcuni
paesi balcanici. Numerosi reportage testimoniano la cattura con reti e fucili di grandissime
quantità di uccelli migratori, che nel periodo
autunnale si spostano dall’Europa per trascorrere l’inverno in paesi nord africani dal
clima meno rigido.
Il Forestale n. 84 - 33
Gli uccelli sequestrati:
status
delle popolazioni
Storno: molti ritengono lo storno una specie
invasiva, dannosa e sedentaria, in realtà i dati
scientifici disponibili dal sistema di cattura e
marcaggio degli animali dimostrano che la
popolazione di storno non è assolutamente
sedentaria, e gran parte degli animali presenti
in Europa, svernano in Nord Africa, dove trovano condizioni ambientali più idonee alla
sopravvivenza. Inoltre la popolazione si sta
progressivamente riducendo nell’areale a
nord, tanto che in Inghilterra, dove pochi anni
fa era molto comune oggi si sta estinguendo,
spostando il baricentro nei paesi dell’Europa
meridionale e Nord Africa. La scienza ancora
non ha individuato le cause di questi grandi
spostamenti di areale, tuttavia possono denotare la presenza di criticità ambientali e
durante queste variazioni le popolazioni sono
più vulnerabili.
Passera sarda o spagnola: come lo storno,
anche questa specie è costituita da importanti popolazioni migratrici e sta spostando il
proprio areale di distribuzione a sud. È
attualmente l’unico passero migratore europeo ed i suoi contingenti migratori, come per
lo storno, raggiungono il Nord Africa durante
la stagione invernale. Dai dati scientifici ricavati dai sistemi di cattura e marcaggio degli
animali, è chiaro che le migrazioni di queste
popolazioni, tali da interessare il nostro
Paese, sono iniziate solo di recente, ed i
motivi non sono conosciuti, per la scarsa
bibliografia scientifica disponibile. Tuttavia
anche questa specie risulta in riduzione nelle
popolazioni settentrionali spostando il proprio baricentro a sud, coinvolgendo sempre
più il Nord Africa.
Pertanto, con grande probabilità, gran parte
degli animali importati in Italia dalla Tunisia e
sequestrati nell’ambito dell’operazione
“African osei” appartenevano ai contingenti
di passeri e storni che dall’Europa scendono
per trascorrere l’inverno in Africa, e considerata l’instabilità delle popolazioni, che stanno
progressivamente spostando il proprio areale
verso sud, scomparendo nei paesi settentrionali, l’ingente cattura di esemplari durante lo
svernamento potrebbe generare problemi di
conservazione degli animali.
34 - Il Forestale n. 84
Nord Africa. Questa specie è protetta dalla legislazione nazionale ed Europea e non può essere
assolutamente venduta o acquistata o detenuta
per il commercio, e pertanto la Procura della
Repubblica di Macerata, che ha diretto l’indagine,
ha proceduto a disporre il sequestro dei 560 ani-
mali venduti nel maceratese e perquisizioni
presso gli importatori in provincia di Forlì-Cesena.
Nel nostro Paese la fauna selvatica è, infatti, considerata patrimonio indisponibile dello Stato, ed
il commercio di uccelli selvatici è vietato. Anche
le specie per le quali è consentita la caccia non
possono essere vendute, acquistate o trasportate.
Dallo scorso 24 giugno, in adempimento a quanto disposto dall'Unione Europea, tale divieto è
stato esteso anche all'avifauna importata dall'estero della quale sussistono popolazioni nel
territorio comunitario.
A ridosso delle festività natalizie sono state effettuate le attività di perquisizione, scoprendo un
commercio di vastissime proporzioni. Al
momento sono circa 18.000 gli animali intercettati e sequestrati per essere stati venduti o
detenuti illegalmente. Nel complesso è stata
accertata l’importazione, avvenuta nello scorso
inverno, di circa 800.000 animali tutti provenienti dalla Tunisia e di origine selvatica. Ogni
esemplare fornisce circa 20-30 grammi di carne.
Sono tuttora in corso capillari controlli dei
Forestali in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,
Marche, Umbria, Toscana, per rintracciare la
rimanente parte degli animali venduti illegalmente e destinati alla preparazione di piatti tipici della
tradizione nazionale.
La cattura di grandi quantità di uccelli selvatici
con reti o trappole è vietata in gran parte del territorio comunitario ma è consentita in Africa,
Albania ed altri paesi, dove ogni anno vengono
catturati milioni di uccelli.
La massiccia cattura di avifauna selvatica, congiuntamente ad una gestione non sostenibile del
territorio, può generare il rischioso impoverimento di popolazioni di uccelli apparentemente
in buono stato di conservazione.
Il Forestale n. 84 - 35