Untitled - Noir in Festival

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Untitled - Noir in Festival
COMUNICATO STAMPA: 18 ANNI IN NOIR
La 18/ma edizione del Courmayeur Noir in festival si svolgerà in Valle d'Aosta, all'ombra del
Monte Bianco, dal 4 al 10 dicembre. "Non diventiamo solo maggiorenni - dicono i tre direttori
Emanuela Cascia, Marina Fabbri e Giorgio Gosetti - ma entriamo anche nel ristretto club dei
festival di tradizione, quelli che garantiscono continuità ad un modo di fare cultura
cinematografica (e non solo) che proprio l'Italia ha insegnato al mondo con la Mostra di Venezia
e che oggi deve fare i conti non solo con la recessione economica, ma con un'emergenza
culturale oggettivamente presente. E' un tunnel angusto e dall'uscita incerta. Ma noi confidiamo
sull'originalità della nostra proposta e su una certa esperienza in tunnel, trafori, gallerie..."
40 tra film, serie televisive e programmi speciali, 10 titoli in concorso per il premio Leone Nero,
20 scrittori scelti tra gli "assi" del genere in tutto il mondo, due grandi eventi speciali nel nome di
Gabriele Salvatores (Come Dio Comanda) e di Alicia Giménez-Bartlett (Raymond Chandler
Award), due temi di discussione legati al Noir al Femminile e alla Passione del Complotto, il
ritorno degli appuntamenti con il Mini Noir, gli incontri di "Non Aprite Quelle Porte", lo "Spazio
Italia", tre mostre interattive, una ironica retrospettiva-omaggio firmata da Marco Giusti,
realizzata con il CSC - Cineteca Nazionale e dedicata agli 007: all'italiana: questo il sommario
di un'edizione che si inaugura il 4 dicembre nei nuovi spazi del modernissimo complesso
cinematografico PalaNoir di Courmayeur con l'anteprima assoluta di The Bank Job di Roger
Donaldson alla presenza dell'autore.
Sarà una inedita Jam-session tra cinema, musica e teatro quella che Gabriele Salvatores
proporrà in anteprima assoluta il 7 dicembre - con la complicità di Elio Germano, Filippo Timi e il
gruppo dei Mokadelic - a partire dalle suggestioni del suo nuovo film Come Dio Comanda dal
romanzo di Niccolò Ammaniti.
La giuria per il cinema, che oltre al Leone Nero al miglior film, assegnerà il MINI Award
(riconoscimento speciale della giuria) e il premio al miglior interprete è composta quest'anno
dallo sceneggiatore e nominato al premio Oscar®, Richard Price (Il colore dei soldi), dallo
scrittore Don Winslow (il creatore di Frankie Machine), dal regista Pablo Trapero (Leonera,
festival di Cannes 2008), dalle attrici Valentina Lodovini (Il passato è una terra straniera) e
Astrid Berges-Frisbey (Un barrage contre le Pacifique).
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Tra i titoli più attesi della Selezione ufficiale il messicano Los Bastardos di Amat Escalante
(prodotto da Carlos Reygadas), il canadese Le piège américain di Charles Binamé (una nuova
verità sull'omicidio Kennedy), l'italiano Sono viva dei Fratelli Gentili con Massimo de Santis e
Giovanna Mezzogiorno, il francese Ca$h di Eric Besnard con Jean Reno e Valeria Golino, gli
americani Frozen River (rivelazione al Sundance Film Festival) e Whisper con il protagonista di
"Lost", Josh Holloway, My Name is Bruce (ironico autoritratto di Bruce Campbell), il campione
d'incasso asiatico The Chaser (del coreano Na Hong-jin). La conferma di due altri titoli di
grande richiamo sarà ufficiale nei prossimi giorni.
Tra le grandi anteprime del Mini Noir (sezione realizzata con il contributo dello IED - Istituto
Europeo di Design di Milano), attenzione speciale va allo spettacolare fantasy City of Ember di
Gil Kenan, alla parodia della fiaba Lissy Principessa alla riscossa e al film-evento di Natale della
Disney Beverly Hills Chihuahua con una irresistibile Jamie Lee Curtis.
Tra i momenti più attesi gli incontri per i ragazzi con Enzo D'Alò, Valeria Montaldi, Marco Pagot
(con un'antologia dei suoi lavori tra avventura, giallo e spionaggio) e quelli di Non Aprite Quelle
Porte (sezione realizzata insieme a MINI, main sponsor del festival) con protagonisti
d'eccezione come gli 007 all'italiana tra cui spicca il nome di Neil Connery, fratello del più
celebre James Bond dello schermo e per una breve stagione a sua volta divo della spy story.
Per il programma competitivo DOCNoir, curato da Luciano Barisone e Carlo Chatrian e
composto da sei titoli di grande attualità, una segnalazione particolare meritano Apology of an
Economic Hitman con le rivelazioni segrete dell’ex agente CIA John Perkins, l'israeliano
Strange Death e l'italiano Parafernalia di Massimo Coppola e Giuseppe Giommi.
Per la TVNoir sono attesi tra l'altro i nuovi episodi delle serie Criminal Minds con Joe
Mantegna e Dexter, la maratona di Donne Assassine (tutti in onda su FoxCrime, media partner
ufficiale del Festival), i primi episodi della serie di culto The Wire (sceneggiati da Richard Price),
e, presentati nella sezione Mini Noir, quelli del grande fantasy di Disney Channel Legend of the
Seeker (dalla saga "La spada della Verità" popolarissima anche in Italia tra i ragazzi) e il ritorno
di Scooby Doo (in onda su Cartoon Network).
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Il Raymond Chandler Award viene assegnato quest'anno alla scrittrice catalana Alicia
Giménez-Bartlett, voce ironica e politicamente scorretta di quel noir al femminile cui il NoirFest
dedica un incontro coordinato da Loredana Lipperini e animato dalle esperienze della svedese
Lisa Marklund, dell'inglese Sharon Bolton, delle italiane Simona Vinci, Elisabetta Bucciarelli e
Chiara Tozzi.
In onore della cultura catalana che vedrà a Courmayeur anche un grande maestro come
Francisco Gonzalez Ledesma, l'immagine dell'anno è firmata da Joma, nome d’arte di Josep
María Rius, noto disegnatore catalano de "La Vanguardia".
La pagina buia, spazio privilegiato della grande letteratura noir, ospiterà quest'anno 11 scrittori
e scrittrici le cui storie sono diventate o stanno per diventare film. Tra i nomi di spicco Tom Rob
Smith (Bambino 44), Marcus Sakey (Trascina gli uomini il ferro), Victor Gischler (La gabbia
delle scimmie), Delacorta (Nanà), Don Winslow (L’inverno di Frankie Machine) e i cinque
finalisti tra i quali la giuria per la letteratura sceglierà il Premio Giorgio Scerbanenco – La
Stampa per il miglior noir italiano dell'anno. Il festival ospita inoltre, come da tradizione, il
vincitore del Premio Alberto Tedeschi - Mondadori per il miglior romanzo italiano inedito.
La Passione del Complotto riunirà al festival scrittori, giornalisti, analisti per un incontro
coordinato da Ranieri Polese. A questo scenario che produce incessantemente un’oscillazione
di pensiero tra storicismo tradizionale e reinterpretazione dei fatti in una second life tutt’altro che
virtuale, è dedicato il tema di approfondimento di quest’edizione del Festival, giacché se la
ricerca della verità ha innescato studi, ricostruzioni, indagini, dall’altro la saggistica e la narrativa
hanno sviluppato un vero e proprio filone specifico (quasi un genere) dedicato al complotto e
alla riscrittura della nostra Storia. Il rapporto tra vero e verosimile sarà l'oggetto del faccia a
faccia condotto da Gaetano Savatteri tra il magistrato Roberto Scarpinato e lo scrittore Carlo
Lucarelli mentre un possibile, drammatico complotto dei nostri giorni verrà illustrato dal
giornalista Maurizio Torrealta e dallo scienziato Emilio Del Giudice.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi ospiteremo la mostra interattiva "Il
Giallo dell'Impressionista" nel nuovissimo PalaNoir dove proporremo anche le tavole del
neonato concorso "Noir in Comics".
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Al Centro Congressi troverà posto invece la mostra sul complotto realizzata dagli allievi dello
IED di Milano che daranno vita anche al laboratorio del Mini Noir.
Altre iniziative collaterali sono previste a La Salle (in collaborazione con la Fondazione
Sapegno), Saint Vincent, Morgex e nella stessa Courmayeur.
"Sarà un'edizione ricca di ospiti e di grandi appuntamenti - dice Giorgio Gosetti - ma anche
aperta al nuovo come poche volte in precedenza. Abbiamo scelto film, autori, temi con la voglia
di scoprire e anticipare mode e tendenze ancora non consolidate. A cominciare dai protagonisti
dello Spazio Italia in cui racconteremo il cinema e la tv italiana dei prossimi mesi". Il
Courmayeur Noir in Festival è una realizzazione della Cooperativa STUDIO con il sostegno
del MiBac - Direzione Generale Cinema, della Regione Valle d'Aosta, del Comune di
Courmayeur, dell'Aiat Monte Bianco.
Main sponsor è il gruppo MINI, media partner ufficiale è FoxCrime.
Capo Ufficio Stampa
Patrizia Wachter – StudioSottocorno
02 20402142 – 02 29419283
[email protected]
Ufficio Stampa per il Cinema:
Arianna Monteverdi
[email protected]
Ufficio Stampa per la Letteratura:
Daniela Basso
cell. 347 6384362
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I FILM DELLA SELEZIONE UFFICIALE
Concorso
Ca$h di Eric Besnard
Francia, 100' - con Valeria Golino, Jean Dujardin, Jean Reno
Distribuzione italiana: Moviemax
Cash è un truffatore elegante, audace, senza scrupoli. Quando gli viene ucciso il fratello decide
di vendicarsi a modo suo. In questa avventura qualcuno mente, bluffa e finge di essere un altro,
i complici si rivelano a volte traditori e i traditori complici. Le alleanze durano un istante e per
vincere bisogna essere pronti a perdere tutto. Una sola cosa è sicura: alla fine della partita c’è
sempre qualcuno che perde. E la finanza si conferma il teatro dei più colossali complotti dei
nostri anni.
Le piège américain (The American Trap) di Charles Binamé
Canada, 104' - con Rémy Girard, Gérard Darmon, Joe Cobden
A metà degli anni Sessanta infuria la Guerra Fredda. Il mondo ha appena visto morire John
Fitzgerald Kennedy. Il fratello Bobby lo seguirà tra poco nello stesso, tragico destino. In questo
contesto, Lucien Rivard, il più grande criminale della storia canadese, resta intrappolato nelle
maglie di una rete fatta di intrighi politici e di corruzione. Tra documentario e ricostruzione il più
celebre complotto della storia contemporanea nel racconto del regista di The Rocket.
Pour elle (Anything for Her) di Fred Cavayé
Francia, 96' - con Diane Kruger, Vincent Lindon, Olivier Marchal
Lisa, Julien e il piccolo Oscar formano una famiglia come tante: i genitori si amano, il bambino
si prepara ad andare all'asilo nido in un mattina qualunque. Ma la loro vita viene sconvolta
dall'irruzione della polizia che arresta Lisa con l'accusa di omicidio. Al processo sarà
condannata a 20 anni di prigione. Convinto dell'innocenza della moglie (ma lo è veramente?)
Julien tenta ogni carta per rivederla libera, fino a progettarne l'evasione. Ispirato a una storia
vera, il film segna l'esordio assoluto del regista.
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The Bank Job di Roger Donaldson
GB, 111' - con Jason Statham, Saffron Burrows
Distribuzione italiana: La Pantera
Ispirato a un episodio realmente accaduto nel 1971: una rapina a Banker Street nella quale, a
vario titolo, si trovarono coinvolti Mafia, Governo e Famiglia Reale, il cui bottino non mai è stato
recuperato e per la quale nessuno è stato arrestato. Dal regista di Senza via di scampo e dallo
sceneggiatore di Across the Universe, un thriller che parte come la cronaca di una semplice
rapina e diventa un complotto internazionale.
Los bastardos di Amat Escalante
Messico / Francia / Stati Uniti, 90' - con Jesus Moises Rodriguez, Rubén Sosa
Ventiquattro ore nella vita di Fausto e Jesus, due immigrati messicani illegali a Los Angeles
che, come molti loro connazionali, aspettano ogni giorno un lavoro qualsiasi. Oggi il lavoro è
molto ben pagato, invece. Un uomo ha chiesto ai due di uccidergli la moglie. E Jesus esce di
casa portandosi una pistola nello zainetto. Rivelazione al festival di Cannes, lo spagnolo
Escalante lavora da sempre in società con Carlos Reygadas, anche produttore del film.
Sono viva di Filippo e Dino Gentili
Italia, 87' - con Massimo De Santis, Marcello Mazzarella, Giovanna Mezzogiorno, Giorgio
Colangeli
Produzione: Metafilm
Rocco, un giovane operaio senza arte né parte, accetta per soldi di aiutare un amico e di
trascorrere come guardiano la notte in una villa isolata fuori città, vegliando il corpo senza vita
di Silvia, la giovanissima figlia del padrone di casa. Esordio fortunato di una coppia di fratelli che
hanno spesso lavorato come sceneggiatori per serie televisive di successo e al fianco di autori
come Lizzani e Faenza, il film è stato scoperto dal festival di Londra.
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Whisper di Stewart Hendler
Stati Uniti, 94' - con Josh Holloway, Sarah Wayne Callies, Blake Woodruff
Distribuzione italiana: Eagle Pictures
Uscito di prigione, Max spera di potersi ricostruire una vita con la fidanzata Roxanne. Ma non è
facile ricevere un prestito dalle banche se sei stato accusato di omicidio. Così i due accettano di
partecipare, al rapimento del piccolo David, otto anni, figlio di una delle donne più ricche dello
Stato. Un thriller teso che vira verso il paranormale, a firma di uno degli esordienti più attesi
d'America, già vincitore del Sundance con un cortometraggio.
Frozen River di Courtney Hunt
Stati Uniti, 97' - con Melissa Leo, Misty Upham, Michael O'Keefe
Il film è un atto di denuncia dello sfruttamento illegale dei lavoratori immigrati. La protagonista
Ray Eddy, due figli a carico, è stata abbandonata dal marito. Per sbarcare il lunario, la donna
insieme a una ragazza madre Mohawk, aiuta i lavoratori clandestini a passare la frontiera
nordamericana, attraverso il fiume congelato San Lorenzo. Sviluppato a partire dal suo
cortometraggio omonimo, il film d'esordio di Courtney Hunt ha vinto il Sundance2008.
Det som ingen ved (What No One Knows) di Søren Kragh-Jacobsen
Danimarca, 99' - con Anders W. Berthelse, Maria Bonnevie, Ghita Nørby
Un'indagine sui servizi segreti che è anche un thriller familiare. Il film racconta di Thomas
Deleuran, un uomo il cui matrimonio si sta frantumando. Quando sua sorella Charlotte muore
affogata durante un incidente, guardando tra le sue carte Thomas scopre che il loro padre era
invischiato nei servizi segreti. E scopre anche che Charlotte stava cercando la verità su questo
oscuro legame. Il ritorno del regista "Dogma" di Mifune.
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Fuori concorso
My Name is Bruce di Bruce Campbell
Usa, 90 min - con Bruce Campbell, Grace Thorsen, Taylor Sharpe, Ted Raimi
Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Bruce Campbell, l'attore-feticcio di Sam Raimi e di
un'intera generazione di cineasti indipendenti, il film è un omaggio all’horror B-movie americano.
Campbell, nel ruolo di se stesso, è un attore in rovina, costretto a girare pessimi film per il
mercato home video. Rapito sul set, viene forzato a interpretare il ruolo eroico dei suoi
personaggi per combattere contro il terribile spettro di un fantasma cinese che rappresenta la
rabbia di centinaia di cinesi morti in una miniera di uno sperduto paese della provincia
americana a causa dell’indifferenza dei padroni.
Quarantine di John Erick Dowdle
Usa, 89 min - con Jennifer Carpenter, Steve Harris, Jay Hernandez, Rade Serbedzija
Rivisitazione dello spagnolo REC, il film trasporta la storia a Los Angeles. La reporter televisiva
Angela Vidal e il suo cameraman devono realizzare un servizio sul corpo dei vigili del fuoco di
Los Angeles, e per farlo trascorrono un turno di notte in una caserma dei pompieri.
Una chiamata di routine al 911 li porta in un piccolo edificio dove inaspettatamente trovano gli
agenti di polizia già sulla scena: il sangue è sparso ovunque e il palazzo viene messo in
quarantena. Il regista, ex allievo della New York University, ha esordito nel 1996 con Full Moon
Rising. Da allora collabora con il fratello Drew come produttore e qui anche sceneggiatore.
Chugyeogja (The Chaser) di Na Hong-Jin
Corea, 125 min - con Yun-seok Kim, Yung-woo Ha, Yeong-hie Seo
Un serial killer uccide prostitute come un novello “Jack the Ripper”, utilizzando strumenti di
mutilazione come scalpelli, ganci da macellaio e martelli. Sulla sua strada finisce Jung-ho,
sfruttatore della prostituzione con un passato da poliziotto. Arrabbiato perché le sue ragazze
continuano a sparire senza pagare i debiti, una notte riceve una chiamata e invia al cliente la
giovane Mi-jin. Solo dopo Jung-ho si rende conto che il numero di telefono è lo stesso da cui le
altre ragazze avevano ricevuto l’ultima chiamata prima di scomparire... Folgorante esordio
premiato dal pubblico, il film di Na Hong-Jin è già stato paragonato a Old Boy.
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Programmi speciali
Evento “La passione del complotto”: Vogliamo i colonnelli di Mario Monicelli
Italia, 1973, 100' - con Ugo Tognazzi, Claude Dauphin e Duilio Del Prete
Un deputato livornese dell'estrema destra, in disaccordo con il partito riesce a convincere alcuni
colonnelli ad aderire a un suo progetto di colpo di stato. Ma il golpe non si realizza così
facilmente, anche perché il Ministro degli Interni, messo al corrente del complotto, organizza un
contro-golpe.
Omaggio a Emidio Greco: Una storia semplice
Italia, 1991, 91' - con Gian Maria Volonté, Ricky Tognazzi, Ennio Fantastichini.
Dal romanzo di Leonardo Sciascia.
Il Courmayeur Noir in festival, in accordo con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, rende
omaggio a uno degli autori italiani che più spesso, nella loro opera, hanno usato le tecniche del
mystery per un'indagine metafisica sull'individuo e la società.
...La sera della vigilia di S. Giuseppe, l'anziano diplomatico Giorgio Roccella, assente dal paese
da molti anni, chiama la polizia di Monterosso perché nella sua villa isolata ha trovato qualcosa
di strano. Il brigadiere andrebbe subito, ma il commissario gli dice di aspettare l'indomani,
perché la telefonata potrebbe essere uno scherzo, e di non cercare lui comunque, che andrà a
passare la festa in campagna. Ma il mattino seguente il brigadiere e un agente trovano nella
villa il cadavere del proprietario (ucciso da una Mauser, che è accanto a lui) e col braccio
appoggiato su di un foglio, su cui ha scritto: "Ho trovato"....
Il solitario di Francesco Campanini
Italia, 2008, 90' - con Luca Magri, Massimo Vanni, Francesco Siciliano, Francesco Barilli
Un colpo da tre miliardi di lire. Una rapina finita nel sangue. Un unico superstite. Braccato dal
destino e da spietati gangster. Leo Piazza si ritrova tra le mani una valigia che scotta. Costretto
a nascondersi, non gli rimane più tempo: i killer lo vogliono morto per recuperare il bottino, la
resa dei conti si avvicina... Antieroe notturno e silenzioso, Piazza si muove come una sorta di
zombie, un morto che cammina, nel noir metropolitano che rinvia alle atmosfere del cinema di
Jean-Pierre Melville. Remake indipendente di Nel cuore della notte, come l'originale interpretato
da Luca Magri nella parte del gangster protagonista, il film è l'opera d'esordio di Francesco
Campanini.
Vampir Cuadecuc di Pere Portabella
Spagna, 1970, 72' - con Cristopher Lee, Soledad Miranda, Herbert Lom, Jack Taylor
Il making of del Dracula di Jesús Franco. Portabella (Barcellona, 1929), attraverso la storia del
vampiro, senza nulla togliere alle atmosfere suggestive e inquietanti del racconto di Bram
Stoker, riesce a mescolare, con i parametri dell’arte di avanguardia, il documentario alla fiction,
il cinema sperimentale a quello di genere, la critica estetica a quella politica.
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MINI NOIR
Legend of the Seeker di Mark Beesley
Stati Uniti, 2008, 42' - Con Craig Horner, Bridget Regan, Bruce Spence
Prod. Disney Pictures, ABC – Distr. Buena Vista
Ambientata in una terra lontana, in un’epoca di spade, draghi e magia, questa è la storia di
Richard Cyper, giovane guida montana, che viene spinto in un’avventura epica dopo essersi
innamorato di Kahlan Amnell, bella fanciulla dai poteri magici, pericolosi per qualsiasi uomo lei
ami.
Beverly Hills Chihuahua di Raja Gosnell
Stati Uniti, 2008, 91' – Con Piper Perabo, Manolo Cardona, Eugenio Derbez, Jamie Lee Curtis
Prod. Walt Disney Pictures – Distr. Buena Vista
Una cagnetta Chihuahua di nome Chloe, viziata a dismisura dalla sua ricca padrona di Beverly
Hills, si smarrisce casualmente per le crudeli strade del Messico senza nessun centro
benessere né boutique di lusso in vista. Sola, per la prima volta nella sua vita da cagnolina
viziata, dovrà contare su nuovi improbabili amici – tra cui un duro pastore tedesco (ed ex cane
poliziotto) di nome Delgado ed un affettuoso cucciolo chiamato Papi – che le porgeranno la
zampa e l’aiuteranno a trovare la forza interiore per affrontare l’incredibile viaggio di ritorno a
casa.
Scooby Doo (L’isola degli zombie) di Hanna & Barbera
Stati Uniti, 2001, 74' – Prod. Boomerang – Distr. Cartoon Network
Scooby e l'irresistibile Banda del Mistero si mettono in viaggio verso un'isola infestata dagli spiriti
per investigare sul fantasma del pirata Moonscar. Ma scopre che lo spiritello spaccone non è
l'unico personaggio da brivido ad abitare l'isola. Fred, Velma, Daphne, Shaggy e il danesone
(dalla tremarella facile) si imbatteranno, infatti, in strane creature provenienti dalle tenebre.
E' la più divertente delle serie di Hanna & Barbera e regala musica, risate e brividi in
abbondanza.
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Lissi Und Der Wilde Kaiser (Lissy Principessa Alla Riscossa) di Michael Herbig
Germania, 2007, 85' – Distr. Moviemax
C'era una volta nel regno di Bavaria Lissy, una principessa che viveva in un bellissimo castello
insieme al suo imbranato marito Franz e alla tremenda suocera Frau Bruckner. Una notte la
principessa viene rapita da un orribile Yeti che, in fondo, non è così malvagio: sotto quei 10 cm
di pelo si nasconde un animo molto... seducente.
City Of Ember (Il mistero della città di luce) di Gil Kenan
Stai Uniti, 2008, 95' – con Saoirse Rona, Harry Treadaway, Bill Murray, Tim Robbins,
Martin Landau
Distr. Eagle Pictures
E' la storia di una città che vive al buio da oltre 250 anni, dove non c’è un cielo e l’unica luce è
quella data da lampade a incandescenza sparse lungo la città che creano una spettrale e
inquietante luce giallastra.
Oltre Ember, dicono, non c’è nient’altro che Ember! Ma la luce tende ad affievolirsi sempre di
più, anche se nessuno sembra accorgersene, tranne due bambini, Lina Mayfleet e l’amico Doon
Harrow, che, con l’aiuto di un antica pergamena, faranno di tutto per salvare la città dalla
grande oscurità.
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SPECIALE PAGOT
Dalle creazioni di Marco Pagot i pilot di quattro grandi serie televisive realizzate per la RAI negli
anni '90:
CARNABY STREET - Missione sotto il sole
La strada più giovane, eccentrica e rivoluzionaria del mondo, fa da sfondo ed è co-protagonista
di questa serie. Carnaby Street incanta J.D, studentessa americana catapultata a Londra dagli
USA al seguito del padre diplomatico. Ma proprio qui l'attende un imprevisto che cambierà la
sua vita: una spia in fuga sceglierà proprio la sua macchina per nascondere un messaggio
segreto: J.D. diverrà Agente Segreto al servizio di Sua Maestà Britannica.
MONTANA - Il medaglione d’oro dei Maya
Il professor Gerrit ha individuato il luogo in cui si dovrebbe trovare sepolto il tesoro dei sacerdoti
Maya, grazie alle iscrizioni che decorano un medaglione ritrovato di recente. Montana e Alfred si
trovano a fronteggiare per la prima volta il perfido Lord Zero fra le rovine della civiltà
precolombiana.
REPORTER BLUES - Una giornalista spericolata
Tony viene da una piccola cittadina di provincia e vuole fare la giornalista per un quotidiano di
Parigi. Gli inizi non sono facili nella grande citta'. Ma grazie all' aiuto di Alain, e al suo intuito,
unito ad una certa spericolatezza, riesce a sventare il furto di una banda di ladri. E il suo primo
articolo si rivela un successo.
GRISÚ IL DRAGHETTO - Servizio segreto
Dopo un lungo tirocinio, Grisù viene ufficialmente nominato agente segreto ed incaricato di una
delicatissima e rischiosa missione: neutralizzare i tentativi di sottrazione di piani segreti da parte
di una pericolosissima ed affascinante spia al servizio di una potenza straniera.
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DOCNOIR
film in concorso
Les naufragés des Andes (Stranded, the Andes Crash Plane) di Gonzalo Arijón
Francia, 127’
Nell’ottobre del 1972 un aereo della Uruguayan Air Force decolla da Montevideo diretto a
Santiago del Cile con a bordo una squadra di giocatori di rugby, gli Old Christians. A causa del
maltempo, l’aereo è costretto a fare scalo a Mendoza in Argentina. Il giorno successivo, subito
dopo aver ripreso il viaggio, l’aereo perde ogni contatto con la torre di controllo Per 10 giorni le
squadre di soccorso inviate dall’Argentina, dal Cile e dall’Uruguay, non riescono a trovare le sue
tracce.
The End di Nicola Collins
GB / Stati Uniti, 70’
La figlia di un noto gangster inglese decide di filmare il padre e la sua vecchia gang. Leo Falco,
il padre della regista di questo film, descrive crudamente la propria vita. Dalle loro testimonianze
e dai loro ricordi esce la descrizione di una vita difficile, in cui il crimine è la sola via d’uscita.
Parafernalia di Massimo Coppola e Giovanni Giommi
Italia, 75’
Figlia di un ex poliziotto condannato per violenze contro minori e convertitosi alla religione
evangelista, Ana Carolina Diaz è oggi una star in Brasile. Conosciuta con il nome di Menina
Predagora, a dodici anni predica davanti a folle immense. La religione vista come speranza di
salvezza o vero inganno globale in un universo pervaso dalla violenza.
Apology Of An Economic Hitman di Stelios Koul
Grecia, 2008, 90’
Per 10 anni, fino al 1980, John Perkins è stato un economic hitman sotto copertura, operando
come killer economico e spia per rendere dipendenti dagli Stati Uniti e alla loro economia molti
paesi del mondo, soprattutto sudamericani. Prendendo spunto dall’omonimo best seller
autobiografico, il regista greco ha ricavato un docu-thriller politico che è anche un film noir
critico rispetto all’attuale situazione mondiale.
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Strange Death di Shachar Magen
Israele, 2008, 60’
Tre anziane sorelle investigano sul passato delle propria nonna, uccisa all’epoca del
protettorato inglese sulla Palestina all’interno di una sfida tra gruppi politici. La loro intenzione è
smascherare le menzogne accumulate su questo tragico fatto. Un film di investigazione non
privo di humour che cerca di dipanare uno dei tanti, piccoli misteri della Storia.
Oso blanco di Christian Sau
Messico / Stati Uniti, 90’
La vita in una delle più famigerate prigioni del mondo, Oso Blanco a Portorico, da cui sono
uscite le peggiori gang che hanno infestato le metropoli americane. Il ritratto di un’umanità
disperata e violenta ai limiti della disperazione.
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TV NOIR
Criminal Minds - quarta stagione di Jeff Davies
Stati Uniti, 2008, 2x50' - con Joe Mantegna
Trasmessa con successo crescente dal 2005, la serie ideata da Jeff Davies segue le gesta
della BAU (Behavioral Analysis Unit) dell'FBI di Quantico in Virginia dove i Criminal profilers del
gruppo cercano indizi e prove dei più efferati omicidi. da quest'anno la squadra vanta una "new
entry" d'eccellenza in Joe Mantegna.
Donne Assassine di Alex Infascelli, Francesco Patierno
Italia, 2008 - 8 episodi - con Sandra Ceccarelli, Claudia Pandolfi, Violante Placido, Caterino
Murino, Martina Stella, Ana Caterina Morariu, Valentina Cervi, Marina Suma, Sabrina
Impacciatore, Donatella Finocchiario.
Laura, Patrizia, Marta, Veronica: questi sono i nomi di alcune delle protagoniste di otto storie
incentrate sulla voglia di ribellarsi a delle “regole” che hanno creato precedenti nella lunga storia
della non parità dei sessi perfino nel crimine, nella violenza, nell’omicidio. Il Noir festeggia
questa produzione tutta italiana con una "maratona" al termine della messa in onda della serie.
Dexter seconda stagione di Jeff Lindsay
Stati Uniti, 2007, 2x51' - con Michael C. Hall
Ritorna il detective-criminale più scandaloso e amorale d'America. Ispirato al personaggio
creato da Jeff Lindsay (ospite a Courmayeur un anno fa), il telefilm segue le gesta del "killer di
serial killer" Dexter Morgan, l'uomo che uccide secondo un codice etico "coloro che se lo
meritano". Riassunto nel corpo di polizia di Miami come ematologo, Dexter non ha perso le
vecchie abitudini...
The Wire di David Simon
Stati Uniti, 2002, 2x60’ - con Dominic West
Sono le "cimici", gli strumenti d'intercettazione ambientale, le vere protagoniste di questa serie
ormai di culto, prodotta da HBO e ideata dal giornalista David Simon che ha sceneggiato molti
episodi con Richard Price, interamente ambientata tra gli afro-americani di Baltimora. Vi si narra
la lotta tra una speciale unità di polizia e una potente banda che controlla il traffico di
stupefacenti. La particolarità e l'innovazione della serie sta, oltre che nell'accurato realismo dei
personaggi, siano essi poliziotti o membri delle gang, nel narrare passo dopo passo l'indagine di
polizia.
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007: ALL'ITALIANA
A cura di Marco Giusti
Non ci fu solo 007 e non ci fu solo Sean Connery. A un certo punto gli schermi europei e quelli
italiani in particolare si riempirono di agenti segreti dalle sigle più assurde. 077, 008, 009, 070,
Z7, 77, 777, 3S3... un elenco infinito di spie che agivano in missione impossibili a Beirut, Hong
Kong, Berlino, Istanbul, Il Cairo. Era il magico mondo degli 007 all’italiana che, tra il 1964 e il
1969, sfornarono qualcosa come 150 titoli, parodie comprese (come il James Tont di Lando
Buzzanca, gli 002 di Franco e Ciccio, il Flit di Raimondo Vianello). Film che funzionavano su
regole più o meno precise. Un titolo che rimandava ai film della vera saga bondiana. Un
protagonista bello, macho e agile come il vero 007, e i nostri si chiamavano Ken Clark, Richard
Harrison, Giorgio Ardisson. Una serie di ragazze belle e pericolose, da Ingrid Schoeller a
Dominique Boschero, che il nostro eroe finiva per domare. Dei cattivi più o meno legati al
mondo delle coproduzioni con Spagna e Germania. Registi di grande professionalità come
Sergio Sollima, Alberto De Martino, Umberto Lenzi, Sergio Grieco. Almeno due esterni in
qualche vera località esotica in modo che lo spettatore sognasse viaggi che per lui erano
impossibili. I gadget bondiani in versione casalinga, con effetti speciali fatti negli studi romani
della Elio e della De Paolis. Temi fissi come la guerra fredda e la rivoluzione sessuale. Il tutto fra
immagini pop anni ’60, grandi colonne sonore firmate da Piero Umiliani, Armando Trovajoli, Riz
Ortolani, Piero Piccioni che sperimentavo i loro temi erotici-exotici, manifesti incredibili, budget
minimi e troupe ridotte. Un sogno che verrà interrotto dal trionfo internazionale degli spaghetti
western di Sergio Leone, ma che dette vita a titoli oggi scordati ma allora di grande presa
popolare come quelli che verrano presentati a Courmayeur dal 4 al 10 dicembre.
M. G.
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I film della retrospettiva
Agente S3S passaporto per l’inferno di Sergio Sollima
con: Giorgio Ardisson (Italia / Francia / Spagna, 1965, 96’)
In seguito alla morte misteriosa di un agente segreto americano, che si presume causata da
una fantomatica Organizzazione, tanto gli Stati Uniti quanto l'Unione Sovietica, decidono
d'annientare questa misteriosa associazione criminale. Gli americani incaricano un loro agente,
il 3S3, che prende contatto con Yasmine, l'avvenente figlia di Mister A, ex agente degli Stati
Uniti, probabile capo dell' Organizzazione.
A 008 operazione sterminio di Umberto Lenzi
con: Alberto Lupo e Ingrid Schoeller (Italia, 1965, 95’)
L'agente 006 (Alberto Lupo) del servizio segreto britannico, collabora con l'affascinante agente
americana 008 (Ingrid Schoeller) per catturare un geniale scienziato che ha inventato una
macchina in grado di annullare l'azione dei più sofisticati radar in dotazione alle forze armate
dell'Occidente.
James Tont operazione U.N.O. di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi
con: Lando Buzzanca e Alighiero Noschese (Italia, 1965, 88’)
James Tont (Lando Buzzanca), agente segreto di origine siciliana, viene incaricato
dall'Intelligence Service di sventare un diabolico complotto progettato da Goldsinger, un
magnate dell'industria discografica, ai danni dell'ONU.
OK Connery di Alberto De Martino
con: Neil Connery, Adolfo Celi e Daniela Bianchi (Italia, 1966, 105’)
Il celebre agente con licenza di uccidere è impegnato in un'altra missione e suo fratello, il dottor
Neil Connery, chirurgo plastico, esperto in ipnosi e valente karateka - è chiamato a collaborare
con i servizi segreti inglesi per sgominare l'organizzazione Thanatos che ha appena sottratto
dei documenti top-secret dai quali dipende la sicurezza mondiale.
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Kiss Kiss Bang Bang di Duccio Tessari
con: Giuliano Gemma e Lorella De Luca (Italia, 1966, 112’)
Kirk Warren (Giuliano Gemma), sergente del Secret Service, ha tradito la sua patria e nel cortile
del carcere londinese lo attende il nodo scorsoio. Ma sir Wilcox, capo del Secret Service ha
ancora bisogno di lui per una missione di controspionaggio pericolosissima, ma che
consentirebbe a Kirk di riscattare il suo onore.
Matcheless di Alberto Lattuada
con: Patrick O'Neal, Henry Silva e Ira Fürstenberg (Italia, 1967, 105’)
Un giornalista USA (O'Neal), noto con lo pseudonimo di Matchless, si trova coinvolto nella
caccia di una sostanza micidiale con cui uno scienziato pazzo cerca di ricattare il mondo intero.
Ci riesce con l'aiuto di una bella ragazza (Fürstenberg) e di un anello magico che lo rende
invisibile (per 20´) sfuggendo alle insidie di agenti sovietici e cinesi.
Tiffany Memorandum di Sergio Grieco (Terence Hathaway)
con: Ken Clark, Luigi Vannucchi e Irina Demick (Italia, 1967, 94’)
Dick Hallam, corrispondente da Parigi in un grande giornale di New York, assiste
involontariamente all'uccisione di un uomo politico sudamericano ad opera di alcuni sconosciuti.
Spetterà a lui cercare la verità e sventare un complotto internazionale.
Upperseven l’uomo da uccidere di Alberto De Martino (Martin Herbert)
con: Tom Felleghy e Nando Gazzolo (Italia, 1967, 104’)
Una losca organizzazione criminale trama contro gli Stati Uniti. L'Intelligence Service mette in
azione una nota spia internazionale per risolvere il caso.
La rassegna è in co-realizzazione con CSC – Cineteca Nazionale (Roma)
Il programma sarà completato da una puntata di Stracult realizzata da Marco Giusti per la
RAI.
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A COURMAYEUR ROMANZI NOIR PER IL CINEMA
TRA SPIE E DONNE INVESTIGATRICI
E’ all’insegna del grande cinema la scrittura noir in mostra a Courmayeur in questa 18ma
edizione del Noir Film Fest.
Undici scrittori e scrittrici, le cui storie sono diventate o stanno per diventare film di grandi
registi, presentano nella cittadina valdostana dal 4 al 10 dicembre prossimo i loro ultimi
romanzi. A cominciare dal fenomeno noir dell’anno Don Winslow, che con L’inverno di
Frankie Machine ha catturato l’attenzione di Michael Mann e Bob De Niro, rispettivamente
regista e interprete del prossimo film tratto da questo fortunato romanzo, uscito in Italia per
Einaudi. Winslow farà anche parte della Giuria cinema del festival assieme al suo collega
Richard Price, autore del recente La vita facile, edito da Giano Editore, che potremo
conoscere a Courmayeur. Price è il noto sceneggiatore di film come New York Stories,
Clockers o il Colore dei soldi e autore di grandi romanzi dickensiani sullo spaccio di droga e
la vita nei quartieri popolari delle metropoli americane. Altro autore di best seller, l’inglese
Tom Rob Smith con il suo fulminante esordio sull’Unione Sovietica degli anni ‘50 e il
mostro di Rostov, Bambino 44: il thriller che ha sedotto Ridley Scott che lo porterà sullo
schermo prossimamente. Chiude il drappello degli scrittori catturati dal cinema Marcus
Sakey con il suo Trascina gli uomini il ferro, pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai,
che racconta l’impossibilità di un uomo “normale” di separarsi dal proprio passato, in un noir
“etico” che Ben Affleck ha opzionato per farne un film con la Miramax. Per completare il
nostro affresco noir americano ecco Victor Gischler, da Baton Rouge, il nuovo talento
dell’hard boiled che mescola nel suo La gabbia delle scimmie (Meridiano Zero) l’energia del
rock’n’roll con il dinamismo parossistico dei fumetti e fonde ultraviolenza e humour nero,
ritmo cinematografico e scene da grand guignol, intreccio di linguaggi e azione mozzafiato.
L’Europa è tutta dei grandi maestri, come il catalano Francisco Gonzalez Ledesma, e
delle donne con Alicia Giménez-Bartlett, autrice di culto nel nostro paese che a
Courmayeur riceverà il prestigioso Raymond Chandler Award alla carriera.
Ledesma, compagno di lotta di Vazquez Montalbán negli anni della dittatura e da sempre
convinto del ruolo politico della scrittura, ci racconta la "Barcelona posa't guapa" del
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miracolo economico catalano, la splendente città dell'Olimpiade, di Ronaldinho e degli
Erasmus.
Altre due sorprese della scrittura gialla al femminile verranno dalla svedese Liza Marklund,
notissima giornalista tv nel suo paese e affermata autrice internazionale sin dal suo debutto
nel 1995 (ha scritto finora 10 romanzi e un saggio e i suoi gialli con protagonista Annika
Bengtzon hanno già venduto nel mondo 9 milioni di copie in 30 lingue), e dall’inglese
Sharon Bolton alle prese con le ventose isole Shetland nel romanzo d’esordio Sacrificio,
tradotto da Mondadori: a Courmayeur ci farà conoscere un nuovo personaggio nel
panorama del genere, l’insolita ginecologa-investigatrice Tora Hamilton.
Alle donne che si occupano di violenza, sia scritta che subita, sarà inoltre dedicata una
mattinata di incontro, coordinato da Loredana Lipperini, tra le scrittrici straniere ospiti del
festival e le italiane Simona Vinci, Elisabetta Bucciarelli e Chiara Tozzi.
La scrittura di genere all’italiana è infine rappresentata, oltre che dal drappello della
cinquina dei finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa che andrà il 5
dicembre al miglior noir italiano edito nell’anno, anche dal nuovo corposo romanzo di
Patrick Fogli dedicato ai misteri della strage di Bologna, Il tempo infranto, edito da
Piemme. A misteri e complotti è peraltro dedicato un incontro fra esperti e scrittori che si
terrà a Courmayeur.
Infine, per chiudere il cerchio dell’idillio tra cinema e letteratura, una sorpresa arriva dalla
vicina Svizzera con il misterioso Delacorta, pseudonimo dietro cui si cela l’autore di Nana,
romanzo (ora pubblicato da Einaudi) che ha preceduto il più famoso Diva, poi film di culto di
Jean-Jacques Beneix e diretto ispiratore dei due capolavori di Luc Besson: Nikita e Leon.
Il Courmayeur Noir in festival avrà una anteprima a Torino, in collaborazione con Scuola
Holden e Museo Nazionale del Cinema. Il 3 dicembre alle ore 18 presso il Circolo dei lettori
a Palazzo Graneri della Roccia verrà presentato La vita facile (Giano ed.) il primo romanzo
edito in Italia dello scrittore e sceneggiatore americano Richard Price, membro della
Giuria Cinema del festival.
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IL RAYMOND CHANDLER AWARD 2008
AD ALICIA GIMÉNEZ-BARTLETT
Dopo tanti scrittori anglosassoni (da John le Carré a John Grisham, da Elmore Leonard a
George Pelecanos) e una sola stella femminile (P.D.James) nel firmamento del nostro
prestigioso premio letterario alla carriera di un maestro del genere, era tempo di premiare una
scrittrice europea di grande talento e perfetta interprete dello spirito del romanzo chandleriano
come Alicia Giménez-Bartlett.
Scrittrice molto amata in Italia, e non solo. Se i suoi romanzi polizieschi incentrati sulla figura di
Petra Delicado hanno conquistato i lettori – anche i più esigenti – gli altri suoi libri fuori dal
genere hanno convinto e interessato la critica che la osserva anche come intellettuale e non
solo come scrittrice. Una stanza tutta per gli altri, romanzo dedicato al circolo di Virginia Woolf
in cui la Bartlett fa i conti con un vero e proprio mito della sua generazione, ha vinto premi
importanti e non viene mai tralasciato nelle sue biografie e negli articoli che la riguardano,
mentre l’ultimo libro pubblicato in Italia, Giorni d’amore e d’inganno, intrecciando quattro storie
al femminile, riporta la Bartlett ai temi che più la interessano: le relazioni, la famiglia, le donne.
E’ tuttavia nella serie di Petra Delicado che la Bartlett conosce il successo e, proprio grazie alla
natura di “romanzo sociale contemporaneo” del genere, l’attenzione ai temi sociali e alla
descrizione delle relazioni e delle trasformazioni dei nostri tempi acquista maggiore importanza
rispetto alla trama stessa e alla soluzione del caso. Proprio per questa ragione è stato detto
che, se da un lato la novela negra bartlettiana si colloca nella linea dell’impianto tradizionale alla
Maigret, dall’altro sembra sempre che sia molto più importante per la Bartlett, e per la sua
ispettrice, indagare fuori dal delitto e dentro l’individuo.
Molta importanza hanno per la scrittrice le tematiche femminili e sociali. Al centro di ogni
romanzo c’è sempre infatti un crimine legato a un fatto di attualità, a una tematica che ha
scosso o coinvolto l’opinione pubblica: si va dagli stupri seriali di Riti di morte, dove forte è la
riflessione sulle classi sociali, all’ambiente giornalistico di Morti di carta dove l’attenzione si
sposta sui temi e sui modi della comunicazione e dell’informazione; dall’alta borghesia di Un
bastimento carico di riso, dove vengono messi a fuoco il ruolo e la figura degli imprenditori, allo
sfruttamento feroce e insostenibile dei bambini in Nido vuoto, ultimo capitolo di Petra pubblicato
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per ora dove si intrecciano, sullo sfondo del crimine, riflessioni sull’immigrazione e l’integrazione
e la famiglia, temi senza dubbio di grande rilevanza e attualità nella Spagna di Zapatero.
La Bartlett, arrivata alla scrittura dopo anni di insegnamento, crede nella letteratura in senso
stretto: una letteratura che attinga alla realtà, con attenzione e con un serio lavoro di
documentazione, ma che trasformi poi necessariamente la materia secondo l’invenzione
narrativa. I suoi riferimenti sono alti e si affacciano spesso tra le sue pagine: molto Shakespeare
per le sue ragioni del male, ma anche Cervantes, i grandi romanzieri russi e francesi e i vecchi
“amici” come il compianto “collega” di genere Manuel Vázquez Montalbán. Il giallo è per lei oggi
la forma letteraria che più si avvicina alla realtà contemporanea e che meglio può affrontarne i
nodi cruciali. La sua stessa città, Barcellona, paradigma della metropoli europea del 2000, ben
si adatta come sfondo a questa dimensione narrativa. Alicia, Petra e tutti gli altri personaggi,
hanno molto da dire oggi a un pubblico che le segue da anni e che ha imparato attraverso i loro
occhi a immergersi nella lettura di genere ma a usarla anche come lente di ingrandimento per
capire il proprio tempo.
Alicia Giménez-Bartlett incontrerà il pubblico del festival e riceverà il Premio Raymond
Chandler 2008 sabato 6 dicembre
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GLI AUTORI A COURMAYEUR
VENERDI’ 5 DICEMBRE
MARCUS SAKEY, Trascina gli uomini il ferro, Baldini Castoldi Dalai
Danny e Evan sono amici fin da piccoli, cresciuti nel quartiere irlandese di Chicago dove la vita
s’impone brutale per le strade. Fin da giovani si accompagnano tra piccoli furti fino a quando
una notte una rapina finisce male. Negli anni Danny è riuscito a dimenticare il proprio passato e
a inventarsi una vita onesta, ma il ritorno sulla scena, inaspettato, di Evan, lo costringe a fare i
conti con il tempo, con l’amicizia, con il senso di colpa.
Trascina gli uomini il ferro, che prende il titolo da un verso dell’Odissea di Omero, è un romanzo
dove la condizione e le classi sociali, l’azione e l’introspezione, si fondono nel respiro del thriller
lasciando spazio alla suspense così come all’analisi sociologica; è un noir “etico”, dove gli
interrogativi sono esistenziali e lo sguardo sulla natura umana è lucido. Grazie anche a questi
ingredienti ha conquistato Ben Affleck che ne ha comprato i diritti cinematografici per farne un
film con la Miramax.
BIOGRAFIA Marcus Sakey è nato a Flint, nel Michigan e vive a Chicago insieme alla moglie.
Mentre frequentava la Columbia e aveva già iniziato a scrivere il suo primo romanzo, incontra il
giallista J. A. Konrath che gli da la spinta per lasciare gli studi e dedicarsi alla scrittura. Trascina
gli uomini il ferro, romanzo d’esordio, è stato inserito dalla rivista Esquire tra i cinque titoli
migliori del 2007, mentre ha ricevuto lo Strand Magazine Critics Award come miglior esordio
mystery. I diritti cinematografici di questo straordinario esordio sono stati acquistati da Ben
Affleck per un film prodotto dalla Miramax. Sakey ha pubblicato negli Stati Uniti altri due
romanzi non ancora tradotti in Italia: At The City’ S Edge, e Good People, i cui diritti
cinematografici sono stati acquistati dall’attore Tobey Maguire.
Di sé dice che “dieci anni di lavoro nella pubblicità e nel marketing hanno fornito l’esperienza
necessaria a scrivere “di ladri e assassini” e che per raccontare le sue storie si è documentato
pedinando i detective della squadra omicidi, visitando gli obitori, girando insieme a bande di
poliziotti e imparando a scassinare una serratura in sedici secondi.
Viaggia molto, cucina, è un appassionato di pugilato, ma come un vecchio gangster che si
rispetti ama il bourbon liscio e i buoni sigari.
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VENERDI’ 5 DICEMBRE
RICHARD PRICE, La vita facile, Giano Editore
(Giuria Cinema)
Eric, che ha trentacinque anni, un po’ di talento e qualche abilità, è uno dei tanti che vivono al
Lower East Side, ha recitato da protagonista in una produzione underground e ha pubblicato un
racconto su una rivista letteraria ormai defunta. Ma sono passati quasi dieci anni da allora ed è
passato anche il suo sogno di una “vita facile” e segnata dal successo. Ora vive scrivendo
sceneggiature su commissione e dirigendo il Berkmann, «un ristorante travestito da teatro
travestito da nostalgia». La vita facile comincia con un omicidio e si conclude con l’arresto e la
confessione del colpevole. Il libro è però soltanto in apparenza un romanzo criminale, come
solo in apparenza Price è uno scrittore noir: «Io, veramente non so come definire i miei
romanzi. Realismo urbano, realismo sociale magico o magico realismo sociale...Mi interesso
più che al “chi è stato” al perché lo ha fatto”». La vita facile è ambientato nel Lower East Side,
nel XXI secolo. Un luogo dove coesistono moltissime sottoculture, che non sempre sono in
grado di parlarsi. Ci sono poliziotti e cittadini, aspiranti artisti, clandestini, emarginati, colletti blu
schiavi di uno stipendio, ragazzi di quartiere. «è il caos culturale, pieno di fantasmi, ed è difficile
scrivere su questo posto senza che si abbia l’impressione di leggere un diario di viaggio».
Russel Banks lo ha definito il Balzac della modernità, per il suo essere in grado di costruire una
commedia umana contemporanea, che guarda al reale senza mai abbassare lo sguardo.
BIOGRAFIA Richard Price, 58 anni, ha pubblicato il suo primo libro, The Wanderers,
ambientato nel Bronx, quando ne aveva appena 24 e aveva appena finito gli studi universitari dai quali, dice, è uscito ancora più «un tipo di strada» e «da Bronx» di prima – e il master alla
Columbia, dove i suoi modelli erano Hubert Selby e Lenny Bruce. Da allora ha pubblicato con
costanza, passando da libri più o meno autobiografici a libri come Clockers e Freedomland,
grandi romanzi dickensiani sullo spaccio di droga e la vita nei quartieri popolari. Ha scritto
anche la sceneggiatura di Clockers e Mad Dog and Glory, oltre ad altri film, e recentemente ha
scritto alcuni episodi di The Wire, la serie tv trasmessa su HBO, per la quale ha vinto l’Edgar.
Price fa parte di quei pochi romanzieri contemporanei che lavorano per Hollywood e che ne
emergono più o meno illesi. Il suo lavoro gli è valso oltre all’Edgar Award, una nomination
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all’Academy Award e un premio letterario conferito dall’American Academy and Letters.
Attualmente ha firmato le sceneggiature del remake americano di 36 Quais des Orfèvre, di
Olivier Marchal (presentato a Courmayeur nel 2004) per il regista Martin Campbell e della
trasposizione cinematografica di Bambino 44 di Tom Rob Smith, per il regista Ridley Scott.
Filmografia Sceneggiature
36, (Martin Campbell pre-produzione, 2009); Child 44 (Ridley Scott, pre-produz.);Il Colore Del
Crimine (Joe Roth, 2006);Shaft (John Singleton, 2000); Ransom - Il Riscatto (Ron
Howard,1996); Clockers (Spike Lee, 1995) Sceneggiatura e romanzo; Il bacio della morte
(Barbet Schroeder, 1995); Lo sbirro, il boss e la bionda (Mad Dog & Glory, John McNaughton
1993); La notte e la città (Irwin Winkler, 1992) con Bob De Niro, anche interprete; Seduzione
pericolosa (Sea of Love, Harold Becker, 1989); New York Stories - Storie di New York (ep. “Life
Lessons” di M. Scorsese, 1989); Arena Brains, (Robert Longo, 1988, corto); Bad (Martin
Scorsese, 1987) corto-clip con Michael Jackson 17’; Fuori i secondi (Streets of Gold, Joe Roth
1986) ; Il colore dei soldi (Martin Scorsese 1986).
SABATO 6 DICEMBRE
SHARON BOLTON, Sacrificio, Mondadori
Tora Hamilton fa la ginecologa e vive nelle isole Shetland con l’adorato marito. La scoperta
accidentale del cadavere di una donna nella sua proprietà, porta Tora ad inseguire un’indagine
sempre più complessa e pericolosa per se stessa, fino alle estreme conseguenze. Per scoprire
l’identità della vittima e le misteriose circostanze della morte la dottoressa dovrà fare luce sui
segreti custoditi dagli abitanti delle Shetland, le fredde isole che costituiscono la punta
settentrionale della Gran Bretagna. E dovrà anche decodificare il significato dei simboli che
l’assassino ha inciso sulla schiena della donna prima di ucciderla: tre rune, antichi segni che
nessuno sembra in grado di interpretare.
Inevitabile il paragone tra Tora Hamilton e un’altra dottoressa detective, la Kay Scarpetta creata
ormai 18 anni fa dalla penna di Patricia Cornwell. Dice la Bolton: “Sono due medici che hanno
l’innata capacità di scoprire la verità, ma qui le similitudini si fermano. La mia Tora è molto più
giovane, molto meno ambiziosa e poi … è già tanto se riesce a ficcare un piatto nel microonde.
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Non è certo una cuoca raffinata come la Scarpetta”. I suoi riferimenti sono tuttavia altri: Dickens,
Charlotte Bronte, Jane Austen, Anthony Trollope.
“Confezionato splendidamente, un esordio narrativo profondamente disturbante... Sarà
meritatamente un bestseller.” (The Times )
“Una trama davvero sinistra basata una delle più cupe leggende delle isole Shetland. . . La
combinazione di folklore e di anatomia patologica funziona bene, mentre la storia ti afferra da
subito e ti tiene stretto fino alla fine.” (Literary Review)
BIOGRAFIA Sharon J Bolton è nata e cresciuta nel Lancashire. Da bambina sognava di
diventare un'attrice e una danzatrice, studiando balletto, jazz. In seguito ha suonato al Fringe
Festival di Edimburgo. Ha trascorso la sua carriera nel marketing e come PR, prima di tornare a
tempo pieno nel settore dell'educazione alla Warwick University, dove ha incontrato suo marito,
Andrew. In seguito si è trasferita a Londra. Lei e Andrew ora vivono in un villaggio nel Chiltern
Hills, non lontano da Oxford, con il loro figlio.
SABATO 6 DICEMBRE
LIZA MARKLUND, Lupo rosso, Marsilio
In questa prima avventura della determinata Annika, la vicenda prende le mosse da un viaggio
al Nord che la cronista di nera intraprende per incontrare una sua fonte preziosa che dovrebbe
rivelarle alcuni importanti informazioni su un vecchio attentato terroristico sul quale sta ancora
indagando. Arrivata a destinazione Annika scopre però che il suo collega è morto e si trova
dunque costretta a indagare anche su questo caso, per finire sulle tracce di un uomo
misterioso. Il lupo rosso è un romanzo che coniuga l’impianto solido dell’inchiesta giornalistica
con una vena analitica sulle ragioni e le conseguenze che le scelte e gli ideali degli individui
hanno sulla società.
BIOGRAFIA Nota giornalista televisiva, Liza Marlund è nata nel 1962 a Piteå ma vive tra
Svezia e Spagna, ed è considerata internazionalmente la nuova First Lady del crimine. Attiva
nel campo delle organizzazioni a difesa delle donne maltrattate, ha ricevuto diversi
riconoscimenti per il suo impegno sociale, è anche ambasciatrice Unicef e imprenditrice,
avendo fondato e dirigendo una casa editrice. Sin dal debutto nel 1995 (ha scritto finora 10
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romanzi e un saggio) i suoi gialli con Annika Bengtzon sono subito diventati successi
internazionali, vendendo 9 milioni di copie in 30 lingue. Nel campo giornalistico ha collaborato
con “Financial Times” e “Welt am Sonntag” in Germania, “Dagbladet Information” in Danimarca,
“Ilta-Lehti” in Finlandia, ed è editorialista dello svedese “Expressen” e del norvegese “Verdens
Gang”. Oggi Marklund si occupa soprattutto di documentari TV, conduce talk show e scrive
articoli su temi scottanti come i bambini vittime di AIDS in Cambogia e Russia, la violenza
domestica, su cui ha realizzato il documentario Take a Little Beating premiato come miglior
documentario della TV svedese.
DOMENICA 7 DICEMBRE
DON WINSLOW, L’inverno di Frankie Machine, Einaudi
(Giuria Cinema)
A sessantadue anni, Frank Machianno, alias Frankie Machine, è un tranquillo uomo d'affari,
ancora nel pieno delle sue forze: proprietario di un negozio di esche sul molo di San Diego,
agente immobiliare, rifornitore di pesce e tovaglie per ristoranti. Con una figlia da mantenere
all'università, una ex moglie cui pagare gli assegni, una fidanzata, giovane e bella, che ama
divertirsi. E un amico poliziotto cui ha salvato la vita ma che sa tutto del suo passato, della sua
lunga militanza in Cosa Nostra. Quando i suoi antichi "datori di lavoro" si fanno vivi e gli
chiedono di intervenire come mediatore in una lite tra famiglie, Frank non può rifiutare. Anche
se ciò significa precipitare di nuovo nel mondo della mafia. Per sopravvivere, a Frank
Machianno non resta che tornare a essere il terribile Frankie Machine; e nel frattempo cercare
nel suo passato, per scoprire chi, tra i suoi vecchi "amici", è così ansioso di vederlo morto.
BIOGRAFIA Don Winslow è uno di quegli scrittori americani che sembrano ricalcare nelle
pagine della propria biografia le avventure dei personaggi inventati nelle proprie opere. Winslow
è così: nato nel 1953 è stato, prima di darsi alla scrittura, investigatore privato, guida di safari,
cronista di nera, con una evidente passione per il surf, l’ opera lirica e la scrittura avvincente e
cinematografica. Non a caso è dunque diventato scrittore e sceneggiatore, e oggi vive vicino a
San Diego. In Usa ha pubblicato una decina di titoli, mentre da noi è appena stato “scoperto”
dalla casa editrice Einaudi. Sarà tuttavia presto conosciuto anche dal grande pubblico grazie al
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film che Michael Mann farà presto proprio da L’ inverno di Frankie Machine, con Robert De Niro
come protagonista.
DOMENICA 7 DICEMBRE
TOM ROB SMITH, Bambino 44, Sperling & Kupfer
Il trentenne inglese Tom Rob Smith, autore tv e sceneggiatore, ha colpito con questo suo
esordio critica e pubblico di circa 30 paesi, ma soprattutto ha colpito il regista Ridley Scott che
ha acquistato i diritti cinematografici di questo avvincente “soviet thriller” ispirato al caso di
Andrej Chikatilo, il mostro di Rostov che negli anni ‘80 uccise indisturbato oltre 50 persone,
quasi tutti bambini.
Trasferendo la vicenda nella Russia stalinista degli anni ’50, che emerge nel romanzo come un
vero e proprio affresco sociale e storico, l’autore mette in scena la vicenda cruda e terribile
intorno all’indagine su di un serial killer che uccide bambini vicino la ferrovia: nella Russia del
regime una cosa simile non deve uscire allo scoperto, si negano allora gli omicidi e si
insabbiano le indagini. Leo Stepanovic Demidov, agente della polizia segreta, cede a questo
sistema convinto del suo funzionamento, fino a quando in lui non si insinua il dubbio, fino a
quando sua moglie non viene coinvolta nelle indagini e i dubbi allora, anche etici e esistenziali,
si moltiplicano in un groviglio di suspence dove il controllo sulle persone incombe minaccioso e
soffocante come fosse un personaggio, il vero nemico da abbattere. Sensazioni e atmosfere
che si complicano in un crescendo che sottolinea l’estraneità dell’individuo a se stesso nel
meccanismo perfetto e feroce del regime.
BIOGRAFIA Tom Rob Smith è nato nel 1979 a Londra. Laureato a Cambridge ha scritto per
molti anni per la televisione, collaborando alla scrittura di programmi come Doctors e Dream
team. Vincitore quest’anno dello Ian Fleming Steel Dagger della Crime Writers Association,
Bambino 44 è il suo esordio narrativo nato mentre lavorava alla prima soap opera cambogiana
prodotta dalla BBC. “Avrei voluto scrivere una serie televisiva ambientata in Russia ai tempi di
Stalin, ma il mio agente me l’ha sconsigliato a causa dello scarso appeal che un tema simile
poteva avere per la televisione. È nata così l’idea di farne un romanzo”. Il film tratto da Bambino
44 al quale sta lavorando Ridley Scott, è sceneggiato da Richard Price, ospite anch’egli del
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Courmayeur Noir in Festival. Recentemente Smith ha adattato per lo schermo il racconto breve
di Jeff Noon “Somewhere The Shadow”, per i produttori di The Duchess.
LUNEDI’ 8 DICEMBRE
VICTOR GISCHLER, La gabbia delle scimmie, Meridiano Zero
Charlie Swift, il protagonista, è un gangster della mala di Orlando, Florida. Ha un collega che è
uno psicopatico, maniaco degli esplosivi, un vecchio capo, Stan, a cui ha giurato fedeltà
assoluta, e una copia consumata di un numero del National Geographic che si porta dietro
come un feticcio. Le sue certezze crollano quando Beggar Johnson, boss concorrente,
comincia da Miami una guerra per il controllo della criminalità organizzata della Florida
massacrando la banda di Stan. Charlie Swift è l’unico superstite della carneficina, ha i registri
contabili dell’impero di Johnson fra le mani, e finisce per essere l’obiettivo di una sfrenata
caccia all’uomo scatenata dalla gang di Miami e dall’FBI.
Forte di un congegno narrativo ad orologeria, La gabbia delle scimmie incastra ultraviolenza e
humour nero, ritmo cinematografico e scene da grandguignol, intreccio di linguaggi e azione
mozzafiato.
“Mi piace mescolare nei miei romanzi l’energia del rock’n’roll con il dinamismo parossistico dei
fumetti e l’approccio cinematografico. Il mio processo creativo somiglia molto da vicino ad una
valanga. Le idee cominciano a rotolare, ruzzolare, prendere velocità e a quel punto è troppo
tardi per poter pensare di fermarle”.
BIOGRAFIA Victor Gischler è, senza ombra di dubbio, il nuovo talento dell’hard boiled
americano. Oggi l’autore ha quarant’anni. ha conseguito un PhD in letteratura inglese alla
Southern Mississippi University per poi diventare docente di scrittura creativa alla Rogers State
University di Claremore, Oklahoma. Stabilitosi successivamente a Baton Rouge, (Louisiana) ha
coltivato parallelamente alla carriera accademica il talento della scrittura. Il suo primo romanzo,
Gun Monkeys, (La gabbia della scimme ) lo ha portato direttamente alla finale del prestigioso
Edgar Award per la miglior opera prima.
Facendo propria la lezione dei maestri - “fra gli autori che ho amato cito Raymond Chandler,
Jim Thompson, Kurt Vonnegut, John D. Macdonald, Elmore Leonard, Carl Hiaasen” - Victor
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Gischler sviluppa uno stile originale ed efficacissimo che miscela sangue e vendette trasversali,
pulp e sparatorie con gli accenti brillanti della commedia.
Fra Quentin Tarantino e Joe Lansdale, fra Elmore Leonard e Sam Peckimpah, La gabbia delle
scimmie di Victor Gischler segna letteralmente una nuova esperienza di lettura nel genere noir.
LUNEDI’ 8 DICEMBRE
FRANCISCO GONZALEZ LEDESMA, Mistero di strada, Giano Editore
Quattro personaggi. Mondi diversi. L’ispettore Méndez, un vecchio poliziotto, ormai alle soglie
della pensione, una carogna che ancora sogna di salvare il mondo; David Miralles, un padre
che ha perso il figlio e il gusto della vita; Eva Exposito, nata nel posto sbagliato nel momento
sbagliato e che sembra faccia sempre le cose più sbagliate. E poi un assassino, un abile e
spregiudicato imprenditore. Intorno a loro puttane dal cuore d’oro, sexy poliziotte dalle forme
prorompenti, avvocati tormentati, figure di secondo piano ma fondamentali per lo sviluppo
dell’ambiente nel quale la storia si evolve. La Barcellona descritta da Ledesma è una città
aspra, sordida, “castigata”. Un luogo “spietato e sentimentale, tenero e osceno, squisito e
orribile”. Il titolo originale del romanzo è Una novela de Barrio. Ed il Barrio nel quale la storia si
svolge è un Barrio antico, quello di Poble Sec. Una Barcellona dove i quartieri operai si
riempiono di pakistani, arabi, dominicani, cinesi e neri. Ogni gruppo con i suoi problemi, strade
dove non ci si conosce più, strette, dove non si cammina e non si parla, dove non ci sono più le
feste all’aperto; dove la politica è orribile, come le leggi che i politici fanno. In carcere ci vanno
solo i cretini, tutto degenera, tutto va a rotoli.
BIOGRAFIA Francisco Gonzalez Ledesma è considerato da molti il padre del noir spagnolo di
matrice sociale, ma le etichette stanno strette a questo scrittore ottantunenne, nato negli anni
’20 in un quartiere operaio e che si definisce un uomo “all’antica”, che ha attraversato il secolo e
che gode ora finalmente di una riscoperta e di un notevole successo sia in patria che all’estero:
con Tiempo de venganza, pubblicato a 21 anni, ha vinto il premio Internazionale per il
Romanzo, assegnatogli da una giuria in cui si trovavano Somerset Maugham e Walter Starkie;
durante il franchismo è stato censurato come scrittore “rosso e pornografo” e ha pubblicato
sotto psedudonimo circa 500 libri. Ha vinto il Premio Planeta e, molto amato in Francia, ha
ricevuto due volte il Premio Mystère per il miglior romanzo straniero. È stato caporedattore di
“La Vanguardia” e il suo poliziotto Mendèz è la somma dei poliziotti conosciuti durante il lavoro
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di cronista, così lontano, eppure molto amico, del suo colllega Pepe Carvalho nato dalla penna
del suo compianto Vasquez Montalban, col quale Ledesma ha combattuto negli anni della
dittatura, sempre convinto del ruolo politico della scrittura.
PATRICK FOGLI, Il tempo infranto, Piemme
Uno sfondo reale, come era reale quello dei primi due libri di Fogli. Questa volta tutto comincia
una mattina di novembre, quando sei uomini armati entrano in una banca. È una comune
rapina, che si porta dietro un cadavere, che fa cambiare di colpo la vita di Francesco, un
ragazzo in gamba nato nel 1975, un tranquillo impiego in banca. Ha perso la madre, ma
soprattutto crede di aver perso il padre, il 2 agosto 1980, ucciso alla stazione di Bologna
insieme ad altre 85 persone, in una strage sulla quale ci sono ancora mille dubbi. Sono passati
molti anni da quel giorno, ma è oggi che Francesco riceve un pacchetto con dentro un libro, un
indirizzo e un foglietto, una pagina del diario di suo padre. E un invito perentorio: “parliamone
subito”. Torna così attuale un passato che si pretende lontano.
Il tempo infranto è fatto di personaggi inventati, certo, ma dietro i quali si possono intravedere i
ritratti dei veri protagonisti della strategia della tensione, da Licio Gelli a Michele Sindona,
passando per Roberto Calvi, l’Ordine Nuovo di Pino Rauti, l’Avanguardia Nazionale di Stefano
Delle Chiaie, la Banda della Magliana. Dice Fogli: «Questo è un romanzo costruito leggendo
migliaia di pagine di atti giudiziari, di saggi, ascoltando le parole dei testimoni e dei giornalisti,
visionando filmati, ragionando su ipotesi e sentenze».
BIOGRAFIA
Patrick Fogli, (Bologna, 1971), ingegnere informatico, amante della musica di Bruce
Springsteen, giocatore di tennis fin quando le articolazioni hanno retto, è uno dei più
interessanti tra i giovani autori italiani nel genere noir. Ha esordito con Lentamente prima di
morire, poi seguito da L’ultima estate d’innocenza. Le sue storie, che si svolgono all’interno di
atmosfere malinconiche, hanno Bologna come protagonista e sono abitate da persone alla
ricerca di se stesse.
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MARTEDI’ 9 DICEMBRE
DELACORTA, Nanà, Einaudi-Stile Libero
Alba, tredici anni e una bellezza angelica: cleptomane, taccheggiatrice, sogna di rubare la Tour
Eiffel. E Gorodish, asceta e sensuale, quarantenne un po' inquietante dai capelli rasati. Torna la
coppia piú anticanonica e affascinante del noir francese, protagonista di una serie di culto che
ha rinnovato e reinventato profondamente il genere. E che ha ispirato Leon e Nikita, i due
capolavori di Luc Besson. Serge Gorodish, fotografo scandaloso e incompreso, già enfant
prodige del pianoforte, pittore e autista di gangster, sbarca in una sonnacchiosa cittadina
francese. Sembra voglia soltanto prendersi una breve vacanza. In realtà, infaticabile, metodico,
sta preparando un colpo clamoroso, e per farlo studia ciascuno degli abitanti, i loro vizi e le loro
scarse virtú, mettendoli ben presto uno contro l'altro, creando un favorevole clima di sospetto.
Ad aiutarlo, nientemeno che un'adolescente cleptomane, attratta dal vandalismo, bella come la
Venere di Botticelli. Gorodish, l'inguaribile esteta per il quale tutto deve essere costruito come
un'opera d'arte, anche il crimine, e la sua Lolita innocente e perversa sono la coppia di banditi
piú eccezionale del polar francese.
Con una scrittura perfetta, capace di raccontare sottilmente potere e sensualità, e ribaltando le
regole classiche del poliziesco, Delacorta ci ha consegnato l'idillio impossibile tra un uomo e
una ragazzina, due personaggi assoluti che hanno bucato con forza il nostro immaginario.
BIOGRAFIA La fama di Delacorta, pseudonimo dietro il quale si nasconde lo svizzero Daniel
Odier, è interamente legata a sei romanzi, della serie su Gorodisch e Alba, pubblicati tra il 1979
e il 1986. Nanà, pubblicato in francia nel 1979, è il primo romanzo, oramai di culto, e ha
rinnovato profondamente il polar francese. Dal secondo episodio, Diva, è stato tratto il
celeberrimo film di Jean Jacques Beineix, ma l’influenza di Delacorta si è spinta oltre lasciando
tracce indelebili anche nel cinema, e in primo luogo nei due capolavori di Luc Besson, Nikita e
Leon.
Altri titoli di autori italiani proposti a Courmayeur verranno comunicati in seguito
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MINI NOIR: I LIBRI
THULE, L'IMPERO DEI GHIACCI
di Carlo A. Martigli - Mondadori, 2008
Il destino di Roma imperiale si gioca a Thule, la mitica isola dispersa tra i ghiacci del nord.
Una terribile minaccia incombe sulla città: una magia venuta da molto lontano e una creatura
mostruosa che non sembra essere di questa terra. L'imperatore si piega di fronte alle parole di
un nuovo misterioso consigliere. La salvezza è nelle mani di un giovane senatore, una nobile
fanciulla e uno scienziato. La loro missione: scoprire a Thule come sconfiggere la magia
nemica, recuperare Caio Marzio, il fedele generale di Traiano, e tornare a liberare Roma.
Ma più destini si intrecciano nelle sorti dell'impero: l'amore tra un romano e una barbara e una
fraterna amicizia che comincia a vacillare sotto i dardi dell'amore.
IL PRINCIPE DELLA CITTA' DI SABBIA
di Pierdomenico Baccalario - Enzo D'Alò - Gaston Kaboré - Mondadori, 2008
Una storia che nasce dal cuore magico dell'Africa, dove il racconto si fa incanto, suggestione e
avventura. La piccola Rokia ama più di ogni cosa ascoltare le canzoni del nonno Matukè.
Proprio lui, tanti anni prima, aveva assistito insieme al gemello Setukè a una tremenda lotta tra
suo padre, a sua volta un cantastorie, e il malvagio Sanagò, il Principe della Città di Sabbia. Il
padre era stato sconfitto e la sua anima rapita, ma i gemelli erano riusciti a salvare due pietre
della sua collana magica.
Le canzoni sono l'olio che fa scorrere i sogni, l'acqua che li fa germogliare: niente di più odioso
per Sanagò, che colleziona le anime degli uomini e torna al villaggio a strappare anche quella di
Matukè, l'ultimo cantastorie della discendenza. Per salvare il nonno, Rokia affronterà un lungo
viaggio, e grazie all'aiuto di un fennec dalle lunghe orecchie, al potere delle pietre e alla forza
del suo canto, sconfiggerà il Principe e libererà tutte le anime da lui rubate, arrestando
l'avanzare del deserto.
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Evento speciale scuole
Il manoscritto dell’imperatore
di Valeria Montaldi - Rizzoli 2008
Parma, 1248. Durante una razzia nell’accampamento imperiale ad opera dei popolani in rivolta,
un armaiolo sottrae da uno scrigno il trattato di falconeria scritto dall’imperatore in persona,
Federico II di Svevia. L’armaiolo vende per pochi soldi le pergamene al mercante Guidotto dal
Canale, che subito scompare. Nove mesi più tardi, Ezzelino da Romano, signore della Marca
Trevigiana e fedele braccio destro dell’imperatore, incarica un giovane miniaturista francese,
Simone da Aix, di rintracciare Guidotto e recuperare il manoscritto. Il ragazzo non sa spiegarsi
perché una missione così delicata sia stata affidata proprio a lui, né capisce quale importanza
possa mai avere un trattato di falconeria, ma è impossibile rifiutare un ordine imperiale, e si
trova coinvolto in una vicenda piena di enigmi e di colpi di scena, in cui ancora una volta entra
da protagonista l’inglese Matthew da Willinghtam.
Evento speciale tra libro e film
Opopomoz
di Enzo D'Alò
Con (voci) John Turturro, Fabio Volo, Peppe Barra, Silvio Orlando, Oreste Lionello
Italia, 2003, 102’ – Distr. Mikado
Napoli. Il piccolo Rocco è geloso per l'imminente nascita del fratellino Franceschiello, prevista
per il giorno di Natale. Sua profondità (rappresentazione "giocosa" di Satana), decide di
approfittare dei sentimenti di Rocco per impedire la nascita di Gesù e invia tre suoi emissari, i
buffi diavoletti Astarotte, Farfaricchio e Scarapino. I tre diavoli suggeriscono all'inguenuo Rocco,
che impedire la nascita di Gesù bambino impedirà anche la nascita di Franceschiello, e fanno in
modo che il bambino possa entrare nel presepe ed impedire a Giuseppe e Maria di arrivare a
Betlemme. La formula che Rocco deve pronunciare per poter entrare nel presepe è
"Opopomoz".
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LA PASSIONE DEL COMPLOTTO
Crimini e misfatti veri e verisimili
Se è vero che l’intrigo in grado di sovvertire un regime, la congiura capace di sconvolgere
l’equilibrio del potere utilizzandone a proprio vantaggio le forme e i riti, è sport tanto antico e
diffuso da essere topos ricorrente in tutte le culture, dagli Egizi (la sovversione contro
Akhenaton), ai Greci (l’omerico Cavallo di Troia), agli indiani (il complotto contro Arjuna nel
Mahabharata), fino agli ebrei – di volta in volta additati nei secoli come vittime o ideologi del più
grande complotto della Storia –, la moderna configurazione dell’idea di “complotto” appartiene
in modo emblematico alla società della comunicazione globale, tanto da diventarne
rapidamente un’icona.
A interessarci non è stato tanto il meccanismo semplice della congiura o dell’intrigo, quanto il
sistema di lettura della cronaca e della Storia, per la quale dietro ogni verità ufficiale si cela una
“verità segreta”, che trae forza e credibilità proprio dal suo essere protetta agli occhi del
normale osservatore, testimone, cittadino.
È così sempre più diffusa l’idea che il mondo occidentale abbia perso la propria “verginità”
rispetto al reale nel momento in cui alcuni moderni complotti, dall’assassinio di JFK al sequestro
Moro, dall’attentato alle Twin Towers fino ai misteri del Terzo Livello mafioso, celano complicità
istituzionali per le quali proprio lo Stato e i grandi poteri della finanza orientano la nostra vita
servendosi di strumenti illegali e piegando i destini della società civile ai propri interessi.
Da questa visione parallela della realtà – enfatizzata a dismisura dal sistema della
comunicazione globale nell’epoca della Rete – scaturiscono sia la contro-informazione che
l’intossicazione dell’informazione tradizionale, fino a innescare un vero e proprio filone tra
saggistica e reinvenzione romanzesca che traggono tutte linfa vitale dal meccanismo della
dietrologia.
Ne è generata una autentica “passione del complotto” che ha modificato la nostra percezione
della realtà e la nostra fiducia nella (presunta) verità dei fatti.
Fateci caso: nella narrativa di genere, la spy story convenzionale ha sempre più accentuato – e
il fenomeno è tanto più evidente quanto sfuggente nei suoi confini ideologici dopo la caduta del
Muro e la fine della Guerra Fredda dichiarata – il motivo del complotto rispetto al motivo della
guerra segreta; nella narrativa mystery tout court, il mito della macchinazione ha preso il posto
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che fino a ieri spettava a quello del serial killer, proprio mentre il mass murder svettava rispetto
al semplice criminale. E in parallelo fioriva una letteratura saggistica al limite tra indagine
documentata, analisi della realtà e ricerca del verosimile dietrologico. Quasi che identificare un
potere occulto non fosse solo compito della controinformazione ma taumaturgico placebo
all’indecifrabilità della Storia contemporanea e dei flussi della cronaca.
Si dirà che, specie in Europa, è pratica antica e che già lo spettro del Dottor Mabuse
giganteggia a fianco del Nosferatu, oppure che la sovrana casualità degli eventi (solo
apparentemente orchestrata dal fato manovratore) è da sempre motore del noir e prima della
tragedia classica. Ma non c’è dubbio che la deriva recente ha dimensioni di autentico
fenomeno, anziché essere il segno di una libera informazione che sfugge alla censura del
potere. Fino insomma a dirsi che siamo in presenza di un fatto nuovo di cui il cinema e ancor
più la televisione, specie se di produzione americana, si sono rapidamente appropriati, negando
di fatto ogni valore rivoluzionario a questa lettura dietrologica dei fatti.
Il tema dell’anno
A questo scenario che produce incessantemente un’oscillazione di pensiero tra storicismo
tradizionale e reinterpretazione dei fatti in una second life tutt’altro che virtuale, è dedicato il
tema di approfondimento di quest’edizione del Festival, giacché se la ricerca della verità (nella
sua opinabilità oggettiva) ha innescato ricerche, ricostruzioni, indagini, dall’altro la saggistica e
la narrativa hanno sviluppato un vero e proprio filone specifico (quasi un genere) dedicato al
complotto e alla riscrittura (o reinvenzione) della Storia.
Appare quindi legittimo chiederci: Perché ci piacciono i complotti? (tema di un dialogo a più
voci) ma anche Va riscritta la storia dell’Italia del XX secolo? (tema di un faccia a faccia di
grande attualità).
Nel primo caso, con la conduzione di Ranieri Polese chiamiamo a confrontarsi scrittori, saggisti,
analisti e giornalisti.. Nel secondo caso sono il giornalista Gaetano Savatteri e lo scrittore Carlo
Lucarelli a incontrare il magistrato Roberto Scarpinato, autore insieme a Saverio Lodato, del
volume Il ritorno del Principe, un dialogo quasi socratico sulla regia occulta del potere rispetto
agli accadimenti della nostro tempo.
In margine al panel di approfondimento, grazie alla disponibilità del giornalista Maurizio
Torrealta e dello scienziato Emilio Del Giudice, proponiamo infine la “case history” esemplare di
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un possibile complotto che potrebbe esser stato tale nella realtà, che potrebbe oggi esplicitarsi
grazie alla contro-informazione e alla Rete, che cela forse una sconvolgente verità
accuratamente tenuta segreta fino ad ora, quella di una società che – ufficialmente ignara –
inizia a convivere con il premeditato disastro dell’esplosione nucleare.
007: all’italiana
In parallelo all’incontro, il Festival propone quest’anno un curioso percorso, tra commedia e
commedia involontaria, nel mondo della spy story all’italiana: un genere che sull’onda della
moda di 007 occupò gli schermi negli anni ’60, producendo a sua volta un autentico fenomeno
di costume che raffigura il complotto come invenzione planetaria, tenendosi sempre ben
distante dalla plausibilità, con le rare e lodevoli eccezioni di opere come Vogliamo i colonnelli di
Mario Monicelli o Colpo di stato di Luciano Salce.
Se si pensa che quelli non furono solo gli anni di James Bond, ma anche dei primi complotti
della politica italiana portati sui giornali, in una lunga sequenza che, partendo dai progetti di
colpo di stato di Junio Valerio Borghese o del Generale di Lorenzo, continuava con lo scandalo
dei Servizi deviati, per approdare alla stagione di Gladio (e più tardi della P2), c’è da chiedersi
come mai questo scenario sia sempre rimasto ai margini dell’immaginario cinematografico,
trasformandosi anzi in pretesto per una deriva avventurosa o comica molto distante da ogni
possibile realtà.
Eppure il viaggio virtuale da James Bond a James Tont ha prodotto effetti durevoli nella
memoria collettiva di quegli anni e ci è quindi sembrato meritevole di una rilettura: ironica sul
piano dei contenuti quanto affettuosa e nostalgica sul piano dei film, esempi di una stagione
fantasiosa e virtuosa del nostro cinema di consumo.
Anche per questo accanto alla selezione, curata dal critico Marco Giusti, che proporrà otto titoli
seri e semiseri con protagonisti lanciati proprio da quei film o restati divi di una sola stagione,
abbiamo riservato uno spazio speciale a uno dei rari titoli (Vogliamo i colonnelli di Mario
Monicelli) che, con la cifra dell’ironia, chiamavano in causa la più inquietante realtà del Paese.
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DIVENTARE MAGGIORENNI
di Emanuela Cascia, Marina Fabbri, Giorgio Gosetti
C’è una componente di gioco e di scaramanzia nel sottolineare lo stato anagrafico del nostro
festival che quest’anno si inaugura come sempre all’ombra del Monte Bianco ma negli spazi di
un complesso cinematografico nuovo di zecca (il nuovo PalaNoir appunto): si scaccia l’ombra
del tempo che avanza adeguando l’età personale a quella di una felice intuizione comune che
18 anni fa ci vide imporre il noir come colore-simbolo del mystery contemporaneo; si gioca con
quella maggiore età che segna il limite – sempre più scivoloso – tra età della scoperta ed età
della consapevolezza; ci si rinnova al riparo di un’anzianità di servizio che dovrebbe garantire
saggezza e lungimiranza.
Il fatto è che, anno dopo anno, la creazione del programma di un festival propone sfide sempre
eguali e diverse ogni volta. C’è bisogno di originalità e curiosità immutate per immaginare
percorsi, temi, spunti che attirino il pubblico degli appassionati e degli addetti ai lavori; occorre
continuità di livelli qualitativi e di ritualità collettive perché quegli stessi, fedeli appassionati
scommettano sulla proposta culturale dello strano oggetto chiamato “festival”. Viviamo in un
tempo collettivo di eterna infanzia in cui la grancassa mediatica sottolinea il già noto piuttosto
che il nuovo, in cui il gusto del pubblico si orienta volentieri sulle vie abituali pur chiedendo
insistentemente di essere sorpreso da chi deve miracolo mostrare. Ed è per questo – a nostro
avviso – che i festival non solo continuano ad attrarre ma hanno imparato a ritagliarsi (i migliori
almeno) una nuova funzione di stimolo culturale. Giacché nella vita d’ogni giorno la scoperta è
bandita, il rischio escluso mentre a trionfare è soltanto l’ovvio, in quel tempo sospeso che un
evento culturale rappresenta c’è ancora spazio per proposte meno scontate. Di recente un
critico ha scritto, a proposito di un festival appunto, trattarsi di una specie animale sempre più
rara se non ancora a rischio di estinzione: l’ornitorinco. Mammifero, mezzo uccello e mezzo
pesce, l’ornitorinco attraversa l’etologia moderna come un residuo del passato e un modello
d’adattabilità della specie che prefigura possibili svolte dell’ordine animale.
Allo stesso modo i festival, nati come luoghi eletti della ricerca culturale e nello stesso tempo
passerelle del glamour divistico, si sono adattati alla nuova società dell’apparenza mutando
pelle a seconda delle esigenze. Tanto che se per un verso, chiamandosi eventi, potrebbero
oggi perfino prescindere dai prodotti che mettono in mostra per sopravvivere come semplice
cassa di risonanza di mode e divi presunti, per l’altro riconquistano l’unicità della scoperta in un
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tempo in cui apparentemente nulla è più inedito e originale. Esistono così come parcellizzate
isole della conoscenza, moltiplicando il proprio pubblico in forma inversamente proporzionale
alle risorse di cui dispongono. E c’è poco da illudersi, su questo fronte, guardando allo scenario
recessivo dell’economia e all’arretramento sistematico dell’impegno pubblico.
Da questo punto di vista il festival di Courmayeur vive una condizione ancora speciale per la
solidità culturale della sua proposta (l’esatto contrario della moda culturale in un territorio
spesso in passato etichettato come seriale e di basso profilo critico), per la sua originalità
costitutiva (cinema & letteratura, cronaca & storia ogni volta strettamente connessi in un circolo
virtuoso di pensiero e di indagine), per il contesto istituzionale che lo garantisce (impegno locale
e regionale attento e rispettoso, sostegno pubblico lungimirante) per la fedeltà dei suoi partner
privati, anche in tempi non facili come quelli attuali.
Da questa piattaforma, da questo “quantum of solace” costitutivo abbiamo tratto la forza per un
nuovo salto in avanti: quest’anno sale e spazi nuovi o rinnovati, linee di programmazione
ridisegnate, autori e temi originali e sovente non ancora pre-amplificati dal grande orecchio
promozionale. Da qui una linea di selezione ufficiale per il cinema tutta rivolta alla ricerca di
suggestioni inedite (sono pochi i film già garantiti dalla distribuzione italiana), una scelta di
autori letterari che si impongono solo ora, ma di prepotenza, sulla scena editoriale, una doppia
sezione per ragazzi rafforzata in sintonia col variare del gusto del pubblico (il nuovo Mini Noir e i
fortunati incontri di “Non aprite quelle porte”), una grande attenzione alla televisione e al
documentario come laboratori privilegiati per intercettare le trasformazioni progressive
dell’universo in noir.
In due casi siamo stati invece “conservatori”, o quantomeno attenti a seguire l’onda del tempo,
nella scelta dei due temi dell’anno: il noir al femminile e la passione del complotto. Nel momento
in cui le donne tornano a far sentire la propria voce in tutto il mondo, abbiamo dedicato il nostro
mini-nobel letterario, il Raymond Chandler Award, a una grande personalità della narrativa
europea come Alicia Giménez-Bartlett, ironica voce del noir che racconta la necessità
dell’indipendenza e del coraggio intellettuale. Nel momento in cui sembrerebbe di assistere ad
un “ritorno della politica” (dalle elezioni americane alle proteste degli studenti) ritenevamo
interessante riflettere su un antico vezzo italico come la passione per dietrologie e complotti,
spie e poteri occulti.
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Di questa “risonanza” attualissima della vita reale nella finzione si trova traccia del resto un po’
in tutto il programma del festival e in special modo nello “Spazio Italia” che ancora una volta
abbiamo voluto aprire al miglior cinema (e televisione) che tra fiction e documentario si sta
realizzando e di cui vogliamo essere portavoce, compagni di strada, magari portafortuna come
è accaduto un anno fa con il romanzo di Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda, che stava
diventando film per la regia di Gabriele Salvatores e che ritroviamo quest’anno nell’inedita e
spettacolare jam-session tra musica, cinema e teatro appositamente preparata per il festival da
Salvatores.
Che prospettive disegnano le scelte che abbiamo compiuto quest’anno e che intendiamo
approfondire e riproporre nei prossimi anni? In passato abbiamo ripetuto fino alla noia che la
lente d’ingrandimento del noir era diventata essenziale per osservare, comprendere, filtrare il
mondo circostante, un mondo diventato insieme piccolissimo ed esteso a dismisura. Oggi
abbiamo a volte la sensazione che la nuova e sempre più frammentata realtà contemporanea
stia prendendo il sopravvento su tutti i linguaggi inventati per interpretarla, decodificarla. Non è
più il noir che interpreta il reale, è la realtà che rappresenta il noir. Si potrebbe dire che non si
tratta di un messaggio prettamente rassicurante se non venissero in soccorso proprio gli
strumenti della creatività, dell’interpretazione, della trasfigurazione del vero che sono propri
delle forme espressive come la letteratura, il cinema, l’inchiesta giornalistica, il fumetto, perfino
la migliore televisione.
In questi ambiti, anche la più dolorosa descrizione del vero, anche la fotografia della più efferata
mutazione collettiva o individuale diventano enzimi di cambiamento. Si tratta di una lezione
antica, come ci ricordano la descrizione del dolore assoluto di Edipo e della solitaria battaglia
contro il potere di Antigone nella raffigurazione poetica di Sofocle e del suo ciclo tragico. Ma si
tratta anche di una lezione modernissima perché ieri come oggi, quei modelli sulla scena ci
permettono di scoprire nella verità degli atti, e non solo nella second life del sogno, il desiderio
di essere diversi. Il fato ci sovrasta – dicono i tragici antichi e ripetono i moderni aedi del noir –
fino a paralizzare la nostra capacità di reazione. Ma è solo guardando le ombre agitarsi nel loro
riflesso sulle pareti della caverna che l’uomo trova la forza di spezzare le catene ed essere
diverso. E così vorremmo potesse accadere nella nostra caverna del noir, dove ogni giorno si
stagliano le ombre delle nostre paure e le luci delle nostre speranze.
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Hanno realizzato Courmayeur Noir in Festival 2008
Direzione
Emanuela Cascia, Marina Fabbri, Giorgio Gosetti
Segreteria Generale
Simonetta Pacifico, Ilaria Avanzi
Programmazione film
Gaia Furrer
con l'assistenza di
Luca Di Leonardo
Programmi speciali
Rossella Girolami
Letteratura
Rosa Polacco
Capo ufficio stampa
Patrizia Wächter - Studio Sottocorno
Ufficio Stampa Cinema
Arianna Monteverdi
In collaborazione con
Valeria Camerini, Alice Wetzl
Ufficio stampa letteratura
Daniela Basso
Stampa locale
Cristina Porta
Comunicazione e relazioni internazionali
Doris Longoni, Giovanni Marco Piemontese
Redazione web e pubblicazioni
Mazzino Montinari (Caporedattore)
Antonio Pezzuto (redazione)
Natasha Senjanovic (traduzioni)
Ufficio ospitalità e viaggi
Stefania Albis, Marcella Manzini
Con la collaborazione di
Mauro Camosso
Assistenza organizzazione e amministrazione
Simonetta Pacifico (Logistica)
Fabio Angelilli (Amministrazione)
Segretaria Giuria Cinema
Francesca Palleschi
DocNoir con la consulenza di
Luciano Barisone, Carlo Chatrian
Retrospettiva “007: all’italiana”
Marco Giusti
Una co-realizzazione con CSC – Cineteca Nazionale
Panel “La passione del complotto”
Ranieri Polese, Gaetano Savatteri
Comitato dei garanti
Vito Amoruso, Dario Argento, Corrado Augias, Irene
Bignardi, Gianni Canova, Giuseppe Cereda, Giovanni
Cesareo, Callisto Cosulich, Renzo Cremante, Claudio G.
Fava, Giorgio Galli, Ernesto G. Laura, Gian Franco Orsi,
Gianni Rizzoni, Vittorio Spiga, Vittorio Spinazzola, Lia
Volpatti
Consulenti
Valerio Calzolaio, Maria Teresa Cavina, Giovanni Cesareo,
Stefano Della Casa, Marcello Fois, François Guérif, Fabrizio
Liberti, Carlo Lucarelli, Maxim Jakubowski, Roberto
Santachiara, Gaetano Savatteri, Adrian Wootton
Premio Giorgio Scerbanenco - La Stampa 2008 - Giuria
Nico Orengo (Presidente), Valerio Calzolaio,
Loredana Lipperini, Carlo Oliva, Gianfranco Orsi,
Sergio Pent, Cecilia Scerbanenco, Sebastiano Triulzi,
John Vignola, Lia Volpatti
Il premio è messo a disposizione per gentile concessione
della famiglia Scerbanenco
"La pagina buia" - incontri letterari con il sostegno di
Baldini Castoldi Dalai, Giano Editore e Mondadori
e la collaborazione di Einaudi, Marsilio, Meridiano Zero,
Piemme, Sellerio, Sperling & Kupfer
Mostra
“Complotto e Intrigo”
Scuola di Arti Visive - Istituto Europeo di Design - Milano
Mini Noir
Ilaria Avanzi
in collaborazione con
IED - Istituto Europeo di Design - Milano
e la collaborazione di Fondazione Palazzo Strozzi
Moderatore conferenze stampa
Maurizio Di Rienzo
Progetto grafico
Immagine&strategia / Eu-Genia
Immagine di Noir 2008
Joma
Immagine di Mini Noir 2008
Stefano Incorvaia (IED - Milano)
Sigle di Courmayeur Noir in Festival
Frame by Frame
IED - Istituto Europeo di Design - Milano
Interpreti in simultanea
Carla Bellucci, Cristina Dall’Oglio, Giovanna Weber
Servizi tecnici e allestimenti
Kinoroma S.r.l.
Baribba Snc
Sottotitolaggio elettronico
Sub-Ti (London)
Trasporti
Cecchetti Spedcoop
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