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CULTURA&SPETTACOLI il Giornale Martedì 17 marzo 2009 29 La carica degli etno-detective SENZA CONFINI La nuova frontiera delromanzopoliziesco è quella dell’investigatoreetnico, che porta l’indagine in un contesto diverso da quello abitualmente sfruttato dal genere noir. Così i nuovi romanzi sono ambientati in paesi esotici come la Turchia (nella foto) o l’Africa Luca Crovi «I lpoliziescoèlapoesiadellavitametropolitana», scriveva G. K. Chesterton. «Il giallo è il fiore rossosanguedell’epocacontemporanea», aggiungeva negli Anni Trenta, Augusto De Angelis, uno dei padrini della narrativa d’indagine italiana. In un’epoca in cui la globalizzazione ha toccato ormai praticamente tutti i settori sociali, politici ed economici, non si può non sottolineare che la letteratura poliziesca abbia ampliato il suo spettro di ricerca a praticamente tutti i luoghi possibili del mondo. Questo ha permesso a decine di autori INVASIONE Svezia, Giappone, Africa: quel che conta è avere un’inchiesta esotica di creare originali detective che fanno della propria etnia e dei luoghi in cui indagano il punto di forza delle proprie storie. Anche in Italia stiamo vivendo una vera e propria colonizzazione da parte degli autori che arrivanodalNordEuropa:dall’islandese Arnaldur Indridason (creatoredellasagadelcommissarioErlendur Sveinsson edita in Italia daGuanda)alvendutissimosvedeseStieg Larsson della celebratissima Millennium Trilogy, ma anche i riscoperti Maj Sjöwall e Per Wahlöö (creatori dell’ispettoreMartin Beck ristampatocon successo da Sellerio), l’Hakan Nesserdell’enigmaticoCommissario Van Veeteren e il popolare Henning Mankell della serie del Commissario Wallander (edita da Marsilio così come i non meno intriganti romanzi di Kjell Ola Dahl, Leif G. W. Personn, Åsa Larsson, Arne Dahl e John Ajvide Lindqvist). Manelnostropaeseilettorianche imparato ad amare anche le storieafricane della signora Precious Ramotswe, titolare della primaagenziainvestigativafemminile del Botswana ideata dallo scrittore Alexander McCall Smith. Un personaggio seriale molto simpatico Precious Ramotswe che nel recente Il buon marito (Guanda) è alle prese con il suo scalpitante marito JLB Matekoni, stufo di occuparsi solo di motori e di carburatori da sistemare e che ha deciso anche Una lancia per l’ispettore Zulu Così anche il noir si globalizza Trionfano in libreria gli investigatori algerini, i commissari greci in gita a Istanbul e le indagini nel cuore nero del Botswana luididiventareindagatorefacendo concorrenza alla moglie. Così assieme alla occhialuta signorinaMakutsi,ilmaschioinsoddisfatto si trova a occuparsi di casi di adulterio, di furti in tipografia, di strani decessi ospedalieri. Mascopriràsuomalgradochefare il detective non è così semplice e che forse sua moglie ha un po’ più di intuito di lui. E se nel romanzo di McCall Smithidrammisonosempreraccontati con il tono di commedia, tutt’altro è il ritmo scelto in Zulu (Mondadori) del francese Caryl Férey che ha per protagonista AliNeuman,exbambinozulusopravvissuto alle stragi attuate nel bantustan di KwaZulu dalle milizie Inkatha. Un giovane scampato a terribili pulizie etnicheedivenutoaigiorninostricapo della squadra omicidi di Città del Capo. Un luogo dove la violenza è continua per le strade e doveNeumansitrovaadoverindagare su un duplice omicidio che rimanda all’arrivo in città di una nuova terribile e sconosciu- TRIBALE SAMURAI ARABO «Zulu» di Caryl Férey (Mondadori) è ambientato nell’Africa del sud «Agguato all’incrocio» (Marcos y Marcos) è un’indagine a colpi di bushido «La parte del morto» di Y . Khandra (Mondadori) è ambientato in Algeria ta droga e sembrerebbe riaccendere terribili odi razziali mai sopiti in quei luoghi dove da tempo è presente anche lo spettro della dilagante Aids. Mentre gli appassionati del commissario algerino Llob (ex combattentedellaguerrad’Indipendenza già protagonista di Morituri, Doppio bianco e La parte del morto) ma anche di appassionanti drammi contemporanei come Le rondini di Kabul, L’attentatrice e Le sirene di Baghdad dovranno aspettare fine maggio per poter leggere un nuovo romanzo dedicato alla rivolta algerina (Quel che il giorno deve alla notte) siglato da Yasmina Khadra, quelli che prediligono i noir mediterranei del commissario Kostas Charitos di PetrosMarkarispotrannoprocurarsi facilmente La balia (Bompiani). Dopo essere stato protagonista nell’estate scorsa di otto L’INTERVISTA∫JAKOB ARJOUNI «Ho salvato il giallo tedesco col kebab» Q uando nel 1985 lo scrittore tedesco Jakob Arjouni pubblicò il suo HappyBirthdayTurco(dapocoristampatoinItaliadaMarcosyMarcos) di certo non sospettava che quel romanzo avrebbe aperto le porte europee all’etno-thrillerecheilsuo detectiveturco Kemal Kayankaya sarebbe diventato immediatamente popolare, tanto da fargli scalare le classifiche di vendita germaniche e quelle europee. Il suo strampalato investigatore Kayankaya, costretto a sopravvivere fra le strade della moderna Francoforte divenne subito oggetto di adattamento cinematografico con Bullo e spaccone di Doris Dörrie e da quel momento in avanti il suo creatore ha avuto la strada spianata. Ha fatto crescere il personaggio in storie dal ritmo serrato e divertente come Carta straccia, Troppa birra, detective! e il recente Kismet-Destino. E che il noir fosse da sempre stata una sua passione ce lo confessa lo stesso Arjouni: «Ho letto il mio primo romanzo di Agatha Christie a nove anni, Piombo e sangue di “ “ Inizi Ho inventato il detective Kayankaya per solitudine Teutonico Il mio eroe è turco ma Francoforte è casa sua DashiellHammettaundici.Èstatounmomento cruciale. Mi sentivo come Cristoforo Colombo alla scoperta di un nuovo mondo.Anchesenonriuscivoacapiretutto, sapevo che un giorno ce l’avrei fatta. Hammett è ancora molto importante per me oggi». Com’è nato Kemal Kayankaya? «Avevo diciannove anni quando scrissi il primo romanzo della serie, Happy birthday, turco!. Mi trovavo nel sud della Franciaefrequentavol’università,maben prestocapiichenonerofattoperstudiare. Non parlavo la lingua e non conoscevo nessuno.DandovitaaKayankaya,hocreatounamicopermeconilqualechiacchierare. E senza neanche accorgermene ho scritto il mio primo romanzo e poi un secondo,mipiacevastareinsuacompagnia. Quanto pensa che la caduta del muro di Berlino abbia riacceso in Germania certi odi e razzismi che lei spesso racconta nelle tue storie? «LacadutadelmurodiBerlinoèstatoun eventosianazionalechenazionalista,ena- zionalismo e razzismo vanno sempre a braccetto. Il razzismo oggi è diventato qualcosa di scontato e di cui, quasi, non ci si vergogna più. Il problema è che - come per tutto - ci si fa l’abitudine. Oggi a Berlino e nell’Est della Germania, ci sonozoneincuinonsipuògirare liberarmente, perché ci si potrebbe imbattere in neonazisti. È incredibile questo succede in Germania,sessant’annidopo l’Olocausto. Eppure ti ci abitui. Perché non hai tempo. Perché devi andare a comperare il pane, a portare tuo figlio a scuola, al lavoro». Com’è la Francoforte in cui si muove il suo protagonista? «Francoforte è casa sua. Kayankaya è un figliodiquellacittà.EdècertoperFrancoforte prova odio e amore allo stesso tempo.Èquellochefachiunqueconiluoghie le città che conosce meglio. Più conosci DIZIONARIO Tutti i segreti dei thriller Tv Quali sono le coincidenze più fortuite mostrate nei serial televisivi, nei film ma anche nei romanzi polizieschi più interessanti dell’annata 2009? Ci impiega di più un serial killer a sezionare le sue vittimeounoscassinatore atrovare la combinazione di una cassaforte? Esistono ricette semplici ed efficaci per scrivere thriller di successo? A queste e altre amene domanderispondel'anomaloe divertente «Dizionario atipico del giallo»(Coopereditore)scrittodaMaurizio Testa e da alcuni degli ex redattoridell’ormai defuntomagazine «Il Falcone Maltese» della Robin Edizioni. Un’opera che mette in rassegna tutti i titoli che hanno fatto la fortuna o la sfortuna della passata stagione gialla e che propone oltre a interviste a noiristi italiani doc come Andrea Carlo Cappi,Gianfranco NerozziedAlfredo Colitto un’inedita chiacchierata con Al Pacino che racconta le sue passioni per il teatro e i suoi fortidebiti diriconoscenzaneiconfrontidi unmaestrocome LeeStrasberg e confessa di avere più di un legame naturale con il mondo del noir: «Amo il chiaroscuro - svela l’attore hollywoodiano - è quello che ho sempre riscontrato anche nella vita privata. Nel mio lavoro, poi, il dualismo diventa interessante,moltopiùdi ruoli unidirezionali: recitare mi consente diesplorare tutto il mio lato tenebroso, un buio che nella vita di tutti i giorni nonpuòuscire, perchémagari prevale la mia parte più leggera». qualcosa,piùchiaramentenevediidifetti. Questoperònonsignificachenonsiarrivi poi ad amare quei difetti. Kayankaya è un francofortese vero. Che talvolta altri non la pensino così, perché ha un nome turco eicapellineri,noncambialecose». Come si incontrano e scontranole etnie aFrancoforte? «Come altrove, credo. Soprattutto in tempi di crisi. Come accade oggi al mondo su vari livelli:economico,filosofico. L’inquietudine induce nelle persone la tendenza a definirsi e a mettersi al sicuro divenendopartediungruppo-unareligione,unmovimentopolitico,lafamiglia. E più le persone si definiscono in riferimento aun gruppodi appartenenza, più si perde il senso della responsabilità individuale, e più diventa facile essere pronti a rompere il contratto sociale per storie(raccoltenelvolumeIlabirinti di Atene) dedicate al tema dell’immigrazioneedell’integrazione etnica il placido poliziotto ideatodaMarkaris(cheodiausare il bancomat ma anche i computer, adora leggere dizionari e cercadisopravvivereallacucina pesante ma saporitissima della moglie) si trova questa volta in vacanza a Istanbul e si troverà suo malgrado a far luce sulla scomparsa dell’anziana balia Maria in un territorio intricato e oscuro come quello dell’antica Costantinopoli. Ancora una volta Markaris regala dialoghi frizzanti ai suoi personaggi e si diverte a stare di fianco al suo protagonista che, come ben sanno i suoi lettori, non ama propriamente i turchi e ha da sempre un occhiodisincantatoneiconfrontidellapoliticadelloropaesema anchediquellagreco(dovespesso si è trovato a occuparsi in prima persona di delitti e corruzione nel mondo dell’edilizia, del calcio, della politica e dei mass mediain romanzi come Difesa a zona, Si è suicidato il Che, Ulti- NUOVI EROI C’è Llob il poliziotto musulmano e il capo della omicidi nato in un «bantustan» me della notte, La lunga estate calda del commissario Charitos). A coloro che amano le storie giapponesi di Kurosawa come Yojimbo o I sette samurai o i cosiddetti «chambara» (i westernactiondelSolLevante)dellospadaccino cieco Zatoichi risulterà invece mozzafiato la saga di romanzisiglatadalloscrittoreamericano Dale Furutani che ha per protagonista Matsuyama Kaze, un samurai investigatore, ed è ambientata nell’antica Tokyo e perorasviluppatainAgguatoall’incrocio, Vendetta al palazzo di giada e A morte lo shogun (Marcos y Marcos). ottenere una fetta più grande della torta». Perché ha scelto come teatro di molte delle tue storie proprio il quartiere a luci rosse della città? «Perché conoscevo e amavo quella zona. È stato il primo luogo internazionale che io abbia conosciuto. Quando avevo sette od otto anni, spesso mio padre mi portava con lui in ristoranti stranieri in quel quartiere. Era il 1971, 1972, e a quei tempi a Francoforte potevi mangiare solo lì i carciofi, l’avocado, le cozze o le lumache. Forse è proprio per nostalgia, ma ricordo quel quartiere come un posto alla Irma la dolce. Negli anni Ottanta, con la grande diffusione delle droghe pesanti crack ed eroina - l’aspetto romantico si è perso». Cosa vuol dire esattamente la parola «Kismet» che dà il titolo al suo ultimo romanzo? «Sarà quel che sarà. È la vita. Quel che deve succedere succede». LCrov