Non e` da tutti avere gambe in gamba!
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Non e` da tutti avere gambe in gamba!
11 S in alute Non è da tutti avere gambe in gamba! Descritte già dai medici dell’antica Roma e, prima ancora, citate nella Bibbia, le vene varicose degli arti inferiori sono un disturbo comunissimo anche ai nostri giorni. Ne soffre una persona su due dopo i 50 anni e nelle donne la loro comparsa è spesso molto più precoce, a causa di diversi fattori. Oltre a compromettere l’estetica delle gambe, le vene varicose rappresentano anche un pericolo da non trascurare per le possibili complicazioni, che vanno dalla flebite alla trombosi o, addirittura, all’embolia polmonare. Q uando, negli anni ‘60, Mary Quant lanciò la clamorosa moda della minigonna, esultarono tante ragazze dai polpacci affusolati e dalle cosce snelle, ma furono forse ancor di più le donne costrette a rimpiangere gli orli a filo della caviglia: certe perché non troppo favorite dalla natura, molte altre perché afflitte da quegli antiestetici ghirigori bluastri sulle gambe che si chiamano vene varicose o varici. Un problema, in effetti, prevalentemente femminile, che purtroppo non si limita a compromettere l’aspetto delle gambe ma può anche provocare serie complicazioni. Il disturbo deriva da una difficoltà “idraulica”: il sangue contenuto nelle vene profonde della gamba deve infatti ritornare al cuore salendo verso l’alto, cioè muovendosi contro la forza di gravità. Questo è possibile grazie a due accorgimenti predisposti dalla natura. Uno consiste nell’azione di pompa esercitata dalla contrazione dei muscoli delle gambe, soprattutto quelli del polpaccio; l’altro è rappresentato da una serie di valvole, situate all’interno delle vene, che si chiudono man mano che il sangue risale, impedendogli di rifluire verso il basso. Se queste valvole si indeboliscono, il sangue tende a ristagnare nella parte inferiore del corpo: le vene allora si dilatano; quelle superficiali diventano visibili sotto pelle in forma di cordoni bluastri con andamento tortuoso; la parte liquida del sangue trasuda nei tessuti provocando gonfiore (edema) delle gambe e dei piedi. Alla lunga, la pressione esercitata dal sangue sfianca le pareti stesse delle vene. Si determina a questo punto una condizione di insufficienza venosa cronica. Nelle fasi iniziali del processo si avvertono sintomi fastidiosi come senso di pesantezza alle gambe (soprattutto quando si sta molto in piedi), gonfiore alle caviglie, prurito, crampi e formicolii, rilassamento dei muscoli, pelle secca e lucida. Ma quando la situazione si aggrava i tessuti vengono seriamente danneggiati dal disturbo circolatorio: compare allora intorno alle caviglie un eczema di colore rosso-brunastro, il prurito diventa intenso e si formano ulcere della cute che stentano a guarire e possono facilmente infettarsi. Ma può capitare anche di peggio: a volte, infatti, nella vena varicosa si determina un’infiammazione che prende il nome di flebite. Le flebiti delle vene superficiali provocano gonfiore, arrossamento e calore nella zona circostante; compare inoltre un dolore che può essere molto in- VENE VARICOSE tenso. Se invece l’infiammazione colpisce una vena profonda possono essere guai molto seri, perché in questo caso rischiano di formarsi coaguli di sangue (i trombi) che tendono a chiudere il vaso sanguigno: è lo stadio della tromboflebite. A volte, poi, qualche frammento di un trombo si stacca ed entra nella circolazione generale. Se sfortunatamente il frammento va a finire nel circolo polmonare si verifica la più grave complicanza delle varici: l’embolia polmonare, che può avere conseguenze mortali. I fattori che predispongono alle varici sono molti. L’obesità, la gravidanza, la menopausa, i lavori che costringono a stare tutto il giorno in piedi o a sollevare pesi, la stitichezza cronica, le abitudini di vita sedentarie, l’immobilità a letto per periodi piuttosto lunghi (ad esempio, per una frattura alla gamba), la prolungata posizione seduta con le gambe accavallate, le calzature inadatte (strette, con tacco troppo basso o troppo alto), gli indumenti troppo stretti, il surriscaldamento delle gambe dovuto a prolungate esposizioni al sole, le cerette a caldo, mettono a rischio il buon funzionamento delle vene. Anche l’ereditarietà ha un peso notevole. La prevenzione si basa su semplici accorgimenti e sul rispetto di alcune regole di vita. È utilissimo camminare, per mettere in funzione la “pompa” muscolare del polpaccio; sollevare per qualche minuto le gambe diverse volte durante il giorno; dormire con le gambe 10- 15 cm. più alte del cuore; evitare di stare a lungo fermi nella stessa posizione; praticare un paio di volte al giorno, soprattutto d’estate, docce fredde di 15 secondi per gamba iniziando dai piedi e risalendo verso il polpaccio e la coscia; eliminare il sovrappeso. L’alimentazione deve essere ricca di pesce, frutta e verdura fresca e povera di grassi, alcool, fritti; consumare mirtilli freschi è un notevole aiuto, e sono consigliati anche gli agrumi, le ciliegie, le bietole crude. Quando le varici sono ormai comparse, è importante evitare che si aggravino per non incorrere nel rischio di complicazioni. Le calze elastiche sono un presidio valido, a condizione che siano scelte e usate correttamente (v. riquadro). La terapia farmacologica si avvale di sostanze capillaroprotettrici (i bioflavonoidi) e di farmaci antinfiammatori e/o anticoagulanti, da assumere in uno o più cicli di cura. L’intervento chirurgico tradizionale consiste nel ben noto “stripping” (sfilamento) della grande safena, attraverso un’incisione a livello dell’inguine e una all’altezza della caviglia o, come si preferisce oggi, IL SISTEMA IDRAULICO DELLE GAMBE La circolazione venosa degli arti inferiori si basa su due sistemi. Uno è composto da vene situate in profondità, che raccolgono il 90% del sangue; l’altro comprende le vene superficiali, in cui scorre l’altro 10%. Del sistema venoso profondo fanno par- CALZE ELASTICHE, SI, MA QUALI? Sia a scopo preventivo che curativo le calze elastiche sono utili. Devono però essere scelte su indicazione del medico, perché ne esistono di vari tipi con diverso valore di compressione, che si misura in millimetri di mercurio (mmHg). Le calze elasticizzate hanno un valore di compressione inferiore a 6 mmHg e non esercitano nessun effetto curativo. Le calze da riposo hanno un valore di compressione alla caviglia superiore a 6 e fino a 20 mmHg. Sono utili come provvedimento preventivo per le persone a rischio di varici. del ginocchio (il cosiddetto “stripping corto”). Una curiosità: i primi esperimenti di stripping della safena furono effettuati dal cocchiere di Luigi XV, che operava in questo modo i cavalli affetti da varici. Nei casi di varicosità iniziali si può intervenire anche con la valvuloplastica safeno-femorale, che consiste in un bendaggio di rinforzo della safena all’altezza dell’inguine, dopo averla messa allo scoperto con una piccola incisione. Un altro provvedimento terapeutico molto diffuso per le varici iniziali sono le iniezioni sclerosanti, che provocano la chiusura dei tratti di vena superficiale compromessi, escludendoli dalla circolazione. Recentemente è stata utilizzata con buoni risultati una tecnica laser, che però è applicata finora soltanto in pochi Centri. In ogni caso, prima di decidere il trattamento da attuare è indispensabile sottoporsi ad un esame non invasivo, l’eco-color-doppler, che permette di visualizzare su un monitor con estrema precisione la struttura e la funzionalità delle vene. Sandro Aimi te la vena Safena interna (o grande Safena), che parte dalla caviglia e termina alla piega dell’inguine, dove si immette nella grande vena femorale, e la vena Safena esterna, che inizia anch’essa dalla caviglia, sul lato esterno, e termina nell’incavo del ginocchio. I due sistemi comunicano attraverso le vene Perforanti, che attraversano in senso orizzontale le fasce muscolari. Quelle che hanno un valore tra 17 e 20 si prescrivono, sempre a scopo preventivo, alle donne in gravidanza e a chi svolge lavori che costringono a stare molto in piedi. Le calze terapeutiche sono una vera e propria cura per chi ha già le varici. Il loro valore di compressione va da 24 a 57 mmHg e oltre. Tutte le calze elastiche vanno indossate al mattino prima di alzarsi, sistemando bene il piede e il tallone prima di tirarle verso l’alto e stendendole poi delicatamente, senza lasciare grinze, lungo la gamba. Per facilitare la manovra si può usare un po’ di talco.