AMBIENTE E PAESAggIO la rigogliosa Valle della loira è ricca di

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AMBIENTE E PAESAggIO la rigogliosa Valle della loira è ricca di
Chenonceau castello e giardini di Diana di Poitiers
CASTELLI
DELLA LOIRA
La rigogliosa Valle della Loira è ricca di storia e di
monumenti ma resa famosa per i suoi sontuosi castelli,
oggi dichiarati patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
L’offerta culturale è accompagnata da interessantissimi
itinerari enogastronomici dove i francesi non perdono
occasione di far conoscere al visitatore la ricchezza di
formaggi, vini e altri prodotti della terra, attraverso
sagre, mercati e feste popolari che ogni giorno
vivacizzano questa, nel regione cuore della Francia.
Renzo Angelini
CASTELLI DELLA LOIRA
RENZO ANGELINI
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Girasoli nella Valle della Loira
Lungo la Loira, il maggior fiume della Francia,
esteso per oltre mille chilometri, in una vallata fertile tra spettacolari colline ammantate
di vigneti, campi di girasole e boschi secolari,
si incontrano i sontuosi castelli e per questo
dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità
dall’Unesco. Frequenti sono anche le testimonianze di insediamenti neolitici a partire dal
III millennio a.C. Con la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare la regione passò
sotto i romani; poi, con l’avvento del cristianesimo le principali città (Anger, Bourges,
Chartres, Orleans e Tours) divennero importanti centri religiosi. Da sempre terra di con-
tesa, alla morte di Carlo Magno, nell’ 814, per
volontà dell’imperatore nacquero i distretti di
Anjou e di Blois e, con questi, i primi scontri
tra i potenti locali. L’interminabile conflitto
con l’Inghilterra si concluse nel 1154 quando
Enrico Plantageneto, conte di Anjou e duca
di Normandia e Aquitania, ereditò la corona
britannica. Luigi IX, nel XIII secolo riportò
Anjou sotto la Francia ma la guerra proseguì
fino al 1453. Nel 1428 gli inglesi attaccarono
Orleans ma Giovanna d’Arco portò i francesi
alla vittoria e liberò Carlo VII e lo condusse a
Reims, dove venne incoronato re di Francia.
Nei due secoli successivi fu teatro di cruenti
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guerre di religione tra cattolici e protestanti
calvinisti e della guerra civile nel 1793.
Lungo il fiume, dopo Orleans, si incontra
Chambord, il più orientale ed il più grande
dei Castelli della Loira. La sontuosa residenza nacque come ritrovo di caccia all’inizio
del Cinquecento per volontà di Francesco I.
Il complesso centrale, agli angoli del quale
sorgono quattro torri circolari, costituiva il
nucleo centrale del castello; il profilo esterno è un susseguirsi di guglie, finestre e pinnacoli ma il pezzo pregiato dell’architettura è
la grande scala centrale a due rampe che si
intrecciano, probabilmente disegnata da Leonardo da Vinci, dove chi sale e chi scende
non si incontrano mai.
Il castello di Blois, situato in posizione arretrata rispetto alla riva del fiume, fu roccaforte
feudale dal XII secolo. Nel 1498 Luigi XII vi
trasferì la sua corte fino a quando Enrico IV
la portò a Parigi nel 1598. La costruzione di
Versailles segnò il declino definitivo di Blois.
Situato in posizione elevata nella città omonima, il castello di Amboise è ancora pro-
prietà del conte di Parigi, diretto discendente
dell’ ultimo casato reale di Francia. Qui visse
Luigi XI, nacque e morì Carlo VIII, Francesco I crebbe qui come gli altri figli di Caterina
de’ Medici. Sui bastioni si trova la Cappella
di St. Hubert, incantevole architettura tardogotica, dove si ritiene sia sepolto Leonardo da
Vinci.
Per incontrare il più splendido dei castelli
della Loira bisogna spostarsi su un affluente, il fiume Cher, sul cui corso è adagiato il
castello di Chenonceau. Realizzato per gra-
di dal Rinascimento in poi, da una serie di
nobildonne ognuna delle quali lasciò la propria impronta: Catherine Briconnet, moglie
del primo proprietario, costruì il padiglione
turrito, Diane de Poiters, amante di Enrico
II, aggiunse i giardini ed il ponte ad archi sul
fiume; Caterina de’ Medici coprì il ponte trasformandolo in una galleria in stile italiano;
Luisa di Lorena, moglie di Enrico III, fece dipingere i soffitti della sua camera da letto in
bianco e nero; Madame Dupin, salvò il palazzo dalla distruzione ad opera dei rivoluzio-
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Castello di Chambord
CHAMBORD
Nato come ritrovo di caccia dei Conti di Blois,
al suo posto Francesco II costruì un sontuoso
palazzo. La costruzione iniziò nel 1518 e fu
completata nel 1543; la struttura dell’edificio
riprende la pianta di San Pietro a Roma, con
torri ad angolo imponenti, posizionato in un
ampio parco e la pittoresca scalinata a doppia
rampa. Chambord ha sempre stupito il visitatore, anche “da lontano”. Con le sue 440 stanze e 15 scalinate è un palazzo da sogno di-
venuto realtà superando gli altri castelli della
Loira per magnificenza e testimonianza dello
splendore del regno. Servì soprattutto come
ritrovo di caccia ed ambiente per fastosi ricevimenti dei quali si ricorda in particolare
quello in occasione del passaggio di Carlo V
durante l’inverno del 1539. L’imperatore ammirò Chambord come “sintesi di ciò che può
fare l’industria umana”. Dopo alcuni passaggi
di proprietà oggi Chambord appartiene allo
Stato.
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Chenonceau castello sul fiume
Chenonceau giardini di Caterina de Medici sposa di Entrico II
Chenonceau dintorni
CHENONCEAU
All’ inizio del secolo XVI nasceva in riva al
fiume Cher un maniero fortificato, co un curioso mulino appoggiato su grandi pilastri nel
letto granitico del fiume. Dal 1243 proprietà
della famiglia Marques, venne messo in vendita nel 1512 e acquistato da Thomas Bohier,
ospitò Francesco I che ne restò affascinato e ne
riscattò la proprietà nel 1533, e ne fece sede di
caccia e di grandi ricevimenti. Alla sua morte
la sua proprietà passò a Diana di Saint Vallier
di Poitiers che, nel 1551, fece costruire un giardino di due ettari dove coltivare fiori, verdure
e frutteti realizzando, così, una unione tra la
natura ed il castello e, nel 1566 ordinò il famoso ponte che collega la signorile dimora alla
sponda opposta. Chenonceau divenne così
una delle residenze principali della Corte ed
Enrico II passò qui il tempo con la sua “perfetta amica”. Alla morte di Enrico II la regina, Caterina de’ Medici, diventata reggente di Francia, sposa legittima, per tanto tempo umiliata
dalla favorita Diana, reclamò subito la proprità di Chenonceau dove diede una grande festa
in onore del figlio Francesco II e della giovane
sposa Maria Stuarda, in presenza degli eserciti di Francia, Scozia e dei Medici. Il castelloponte conobbe sotto Caterina il suo massimo
splendore: la regina che regnò sotto il nome
dei suoi figli (Francesco II, CarloIX ed Enrico III) trovò sempre il tempo per organizzare
cene, balli ed altri divertimenti.
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Azay le Rideau, di giorno e di sera
AZAY-LE-RIDEAU
Situato sulla riva destra dell’ Indre, prese il
nome da un cavaliere di Turenna Hugues Ridel o Rideau, ospitò una guarnigione borgognona alla fine della Guerra dei Cento Anni
e fu successivamente raso a suolo. Venne ricostruito su un isolotto del fiume nel secolo XVI ma non venne completamente terminato e costituisce uno dei capolavori del
Rinascimento con i suoi tetti azzurri che si
specchiano nell’acqua color smeraldo. Così
scrisse Balzac “superando una collina, ammirai per la prima volta questo diamante tagliato a faccette, incastonato nell’Indre, montato
su pilastri ornati di fiori”.
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ANGURIA
GIOVANNI NICOTRA, PIETRO DI BENEDETTO
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GIOVANNI NICOTRA, PIETRO DI BENEDETTO
VILLANDRY
Castello rinascimentale costruito nel 1532 è stato reso
celebre dai suoi meravigliosi giardini all’italiana, disposti su tre terrazze ed abbelliti da fontane e aiuole.
Villandy giardini
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GIOVANNI NICOTRA, PIETRO DI BENEDETTO
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GIOVANNI NICOTRA, PIETRO DI BENEDETTO
BLOIS
Il castello di Blois è costituito da un insieme
di edifici risalenti ad epoche diverse, ciascuno con un’impronta artistica e architettonica
particolare.
Blois
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GIOVANNI NICOTRA, PIETRO DI BENEDETTO
Villandy giardini
nari e Madame Pelouze lo restaurò nel 1863.
Oltre Tours merita una visita il castello di
Villandry, ultimo dei grandi Chateaux rinascimentali, celebre per la perfezione dei suoi
vastissimi giardini, un insieme di cespugli,
alberi e fiori disposti su tre livelli: l’orto (jardin potager), il giardino ornamentale (jardin
d’ornement) e, in alto, il giardino d’acqua
(jardin d’eau).
Incontriamo poi il castello di Azay-le-Rideau, definito da Balzac “un diamante sfaccettato, incastonato nelle acque dell’ Indre”. Di
aspetto gotico è in realtà una testimonianza
dell’epoca di transizione tra Medioevo e Rinascimento; un palazzo costruito per essere
goduto durante la bella stagione, dove un si-
stema di fossati e di sbarramenti d’acqua si
animava di barche. Azay è animato anche di
notte con spettacoli di Son et lumiere, durante i quali si simula l’incendio del castello.
Infine il castello di Ussè che domina la bucolica distesa presso il fiume Indre. Le sue torrette romantiche e appuntite ed i comignoli
ispirarono a Charles Perrault la favola della
Bella Addormentata nel bosco.
Renzo Angelini
Direttore Editoriale
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