Legambiente, gli angeli custodi del paesaggio

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Legambiente, gli angeli custodi del paesaggio
Varese
Legambiente, gli angeli custodi del paesaggio
Marzorati presenta l'iniziativa. A sinistra Minazzi
I proprietari di terreni possono diventare protagonisti della lotta
al consumo di suolo. Attraverso la stipula di un contratto con
Legambiente, con il quale si impegnano a non costruire nulla
nelle aree di loro possesso e nel contempo a valorizzare la
biodiversità e il paesaggio.
E’ la campagna “Custodia del territorio”, lanciata questa
mattina a Varese nella sede provinciale di Legambiente, alla
presenza di Marzio Marzorati, responsabile aree protette di Legambiente Lombardia, e dei
primi “Custodi”. Chiunque può aderire: gli agricoltori che usano la terra per produrre beni
alimentari, i privati con i propri giardini urbani o aree naturali, gli Enti Locali che per conto
della loro comunità si vogliono impegnare in un’azione di salvaguardia del bene comune.
L’espansione urbanistica in questi anni è continuata inarrestabile anche nella nostra
provincia. Anche i numeri lo testimoniano: secondo l’Osservatorio Nazionale sui Consumi
di Suolo (creato da Legambeinte, Politecnico di Milano e Istituto Nazionale di Urbanistica)
tra il 1999 e il 2007 in provincia di Varese il suolo urbanizzato è cresciuto di
18.375.184,94 mq (diciotto milioni e trecentosettantacinquemila metri quadrati!). Una
cifra che ha portato la superficie totale urbanizzata a 28,9% rispetto al 27,4% di fine anni
novanta, a discapito soprattutto dell’agricoltura.
Di fronte ad una situazione così grave, Legambiente si è mossa per tutelare il suolo come
bene comune. “La Custodia – spiega Marzio Marzorati – è una pratica innovativa che
permette ai proprietari della terra di compiere un’azione di conservazione del paesaggio.
Ormai da anni stiamo assistendo a un’erosione continua del suolo libero. Oltre alle leggi,
alle normative, alle vertenze sui territori, è necessaria ormai un’assunzione di
responsabilità diretta dei proprietari. Scegliere di diventare Custodi significa quindi
sottoscrivere un impegno, un vero e proprio contratto con Legambiente, per creare una
responsabilità diffusa, aderendo volontariamente a una rete di partecipazione popolare per
la conservazione del suolo e del paesaggio”.
Il proprietario dell’area che sottoscrive il contratto infatti si impegna, nel caso essa sia
qualificata come “edificabile”, a rinunciare ai propri diritti edificatori e a non costruire alcun
manufatto per un periodo minimo di almeno 5 anni, rinnovabile tacitamente. In caso di
area non edificabile, il contraente si impegna a non richiedere alcuna modifica di
destinazione d’uso e quindi a non costruire alcunché, sempre per un periodo minimo di
almeno 5 anni. Il custode deve inoltre compilare una scheda che individua e valuta le
caratteristiche naturali del terreno, da tutelare e valorizzare.
Le prime adesioni sono rappresentative della situazione geografica e ambientale della
provincia. Il primo non poteva che essere Alberto Minazzi, coordinatore provinciale di
Legambiente: stamattina ha posto la firma sul contratto di custodia del giardino urbano di
circa 1300 metri quadri che possiede a Masnago. Un terreno qualificato come edificabile.
Anche Giulio Garti, residente in viale Borri a Varese, da oggi è custode dell’area giardino di
sua proprietà, in una zona minacciata dall’ipotesi della bretella Gasparotto – Borri. “Oggi è
in città che il suolo è sottoposto alla massima pressione per trasformazioni urbanistiche –
afferma Minazzi -, sia per l’attività edilizia che per la realizzazione di infrastrutture.
Nonostante in ambito urbano siano sempre meno gli spazi liberi.” Anche alcune aree
agricole sono già coinvolte. “Perché vogliamo segnalare – rilancia l’esponente
ambientalista – la necessità di tutelare il più possibile la funzione agricola e produttiva del
suolo”.
Ecco quindi l’adesione di Massimo Crugnola e Luisa Broggini, titolari dell’ “Azienda Agricola
Biologica Broggini” ed ora anche custodi dell’ampio terreno di circa 3 ettari coltivato dal
1987 con metodo biologico a Calcinate del Pesce. E, infine, l’ “Agriturismo Alpe dei Fiori” di
Marchirolo. Un’azienda che testimonia l’impegno su questo fronte di chi pratica
l’allevamento e cura pascoli e boschi, molto importanti anche per la salvaguardia del
paesaggio.
“Tra gli obiettivi che ci poniamo a breve termine – dichiara il coordinatore provinciale di
Legambiente -, ci sono alcune adesioni, significative per la tutela del paesaggio, relative
ad aree situate sulle sponde dei laghi.” Sono poi in preparazione alcuni accordi con Enti
Locali, per esempio con il Comune di Cantello e di Cardano. Chiunque desiderasse aderire
alla campagna o avere maggiori informazioni può contattare il circolo Legambiente Varese
in piazza De Salvo 8. Mail:[email protected] ; tel: 0332 812059
Sul sito www.custodiadelterritorio.it si possono trovare tutti i documenti e scoprire mano a
mano i vari custodi che entreranno a far parte della rete. “Entro la fine dell’anno –
promette Marzorati, responsabile aree protette di Legambiente Lombardia – vogliamo
arrivare a cento custodi in regione“.
L’iniziativa presentata stamattina fa parte di un lungo percorso intrapreso da Legambiente
per contrastare il consumo di suolo. Due anni fa infatti l’associazione ambientalista aveva
depositato in Regione Lombardia una proposta di legge di iniziativa popolare “Metti un
freno al cemento, costruisci natura”, sottoscritta da oltre dodicimila cittadini lombardi.
Scopo primario della proposta: dichiarare il suolo un bene comune e limitarne il suo uso
attraverso meccanismi di compensazione.
Ora il testo è all’esame della Commissione Territorio del Consiglio Regionale. “Da parte
nostra – annuncia Alberto Minazzi – chiederemo ai consiglieri eletti in provincia di Varese
di sostenere la proposta di legge, pronunciandosi pubblicamente e dimostrando la propria
adesione durante i lavori del Consiglio. Nessuna Regione dispone di una normativa che
tuteli il suolo come bene comune, la Lombardia potrebbe essere la prima.”
12 marzo 2011