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GENTE VENETA n. 14, 2 aprile 2011 9 SFISP - Analisi su legalità, sullo stato di diritto e sul ruolo della società civile «il cui potere non si esercita solo con il voto» Come nasce (e si rispetta) la legalità? Incontro alla Scuola socio-politica con Daniela Piana, docente di Scienza politica a Bologna «La legalità da sola non basta, ciascuno vivendo insieme è responsabile nel crearla e mantenerla» P er una democrazia di qualità il rispetto delle regole non basta perché, oltre al diritto, ci sono necessità e valori comuni rispetto ai quali ogni attore pubblico dovrebbe render conto nel suo agire. La legalità, quindi, è una prassi sociale da produrre attraverso un bilanciamento tra poteri costituiti e società civile. Daniela Piana, professore associato di Scienza politica dell'università di Bologna, ospite martedì 22 marzo della Scuola di Formazione all'Impegno Socio-politico della diocesi di Venezia, propone un ampliamento del concetto di legalità, partendo dai suoi studi di politica giudiziaria in Europa. «Ho iniziato la ricerca – spiega – chiedendomi in che modo gli attori pubblici di un determinato gruppo sociale arrivino a rispettare le regole anche se non comportano dei vantaggi; mi sono concentrata inizialmente su quelle comunità pacifiche abituate a gestire i conflitti mediante regole perché volevo vedere se esiste un modello sociale in grado di spiegare la persistenza nel tempo del rispetto delle regole». La risposta cui è giunta la dottoressa Piana è che la legalità, a differenza di quanto si pensa comunemente, non è qualcosa di dato che ci permette di fondare uno stato di diritto, ma una di Carlotta Venuda Gas e luce su Il 1° aprile porterà l'aumento delle tariffe dell'energia elettrica e del gas. L'autorità per l'Energia ha deciso l'aumento del 3,9% delle tariffe dell'energia elettrica e del 2% di quelle del gas del 2%, con un aggravio complessivo sulle bollette di 37,5 euro annui per famiglia tipo. Sugli aumenti ha pesato un duplice effetto: la crescita ininterrotta delle quotazioni petrolifere da gennaio 2009 (+45% negli ultimi 12 mesi e +145% in 2 anni) e, sui prezzi dell'energia elettrica, il finanziamento delle energie rinnovabili per complessivi 4,9 miliardi di euro. Cresce la radioattività La centrale di Fukushima: aumenta il livello di radioattività intorno all’impianto giapponese Mentre in Giappone tracce di plutonio sono state rilevate in diverse aree dell'impianto nucleare di Fukushima, acqua altamente radioattiva è stata trovata per la prima volta all'esterno di uno degli edifici che ospitano i reattori, tracce di radioattività sono presenti ben al di là della fascia di sicurezza di 30 km, per cui si fa strada l'ipotesi di danni alle barre di combustibile e ai loro contenitori ed è alto il timore di contaminazione dell'ambiente circostante, mare compreso (il livello di radioattività a 30 m dalla costa ha superato di almeno 1.150 volte il limite). E il nobel Carlo Rubbia invita tutti alla riflessione. «Oggi serve un momento di riflessione profonda sui motivi che ci hanno portato a questa situazione anomala. In molti non si sarebbero aspettati un evento del genere in un paese come il Giappone». Pirateria on line, la sentenza Sentenza storica della magistratura che per la prima volta ha stabilito il principio della responsabilità dei motori di ricerca nel mancato contrasto alla pirateria online. La nona Sezione del Tribunale di Roma «inibisce a “Yahoo!” la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film 'About Elly' mediante il collegamento a mezzo dell'omonimo motore di ricerca ai siti riproducenti in tutto o in parte l'opera, diversi dal sito ufficiale del film». Il punto fondamentale nella vicenda giudiziaria sarebbe la responsabilità di un motore di ricerca di rendere disponibili i links a siti pirata. Addio Liz Liz Taylor, ultima diva di Hollywood, se n’è andata: aveva 79 anni Hollywood ha perso una delle sue ultime dive: Elizabeth Taylor, stroncata a 79 anni da un'insufficienza cardiaca, ma malata da molti anni. La Taylor fece la sua prima esperienza cinematografica nel 1942 nel film “There's One Born Every Minute”, seguito nello stesso anno dal famosissimo “Torna a casa Lassie” della Metro Goldwyn Meyer. Ottiene poi due Oscar: per “Venere in Visone” di Daniel Mann nel 1960 e nel 1966, per “Chi ha paura di Virginia Woolf” di Mike Nichols, accanto all'allora marito Richard Burton, conosciuto a Cinecittà sul set del colossal “Cleopatra”. Oltre 50 i film interpretati sotto la guida dei più importanti registi della cinematografia mondiale. conseguenza di quest'ultimo: «Non è vero che possiamo vivere insieme solo se c'è legalità; al contrario, solo vivendo insieme possiamo educarci alla legalità. Per questo motivo ciascuno ha la responsabilità di crearla e mantenerla». Legalità, ma anche efficienza. La domanda successiva, allora, è: cosa serve affinché esista la legalità? Secondo la dottoressa Piana rispettare la legge è una condizione necessaria, ma non sufficiente. «Il dibattito attuale concentra la propria attenzione sulla conformità del comportamento degli attori pubblici alle leggi. Questo non basta. Se, ad esempio, un giudice giungesse ad una sentenza ineccepibile, ma impiegando vent'anni o spendendo moltissimo, avrebbe applicato la legge alla perfezione, ma il tasso di legalità del Paese non si potrebbe dire più alto. Infatti, esiste un criterio di efficienza cui la pubblica amministrazione deve sottostare. Altre dimensioni che premono sull'operato di un magistrato sono il territorio e la cultura: un pubblico ministero che lavora nel meridione opera in una comunità che avverte in modo particolarmente urgente il problema della criminalità organizzata, quindi sarà valutato anche per la sua capacità di dare una ri- Trasparenza della classe politica magari aprendo un bar a Montecitorio Disciplina interna, professionalità e trasparenza. Sono questi secondo Daniela Piana, la docente intervenuta alla Sfisp, gli aspetti della classe politica che più contribuiscono ad abbassare il tasso di legalità. «È venuta meno la disciplina interna alle formazioni politiche. Una volta chi aveva ruoli di primo piano era soggetto ad un intenso controllo da parte dei suoi stessi compagni di partito. Nelle formazioni personali e fortemente gerarchizzate di oggi non c'è più spazio per questo. Poi bisogna considerare un aspetto professionale: per valutare l'operato di un politico non si può avere come unico riferimento la corporazione cui appartiene. Infine c'è una scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini: la società civile non riesce ad esercitare un controllo adeguato sulla parte pubblica. La missione della politica dovrebbe essere la comunicazione delle istituzioni, cioè far capire che la politica è al servizio dei cittadini e lavora con loro. Oggi servirebbero dei segnali di apertura, come un caffè in una sede istituzionale, perché no?». sposta in questo ambito». La professoressa Piana ha individuato cinque parametri normativi sulla base dei quali ogni attore pubblico dovrebbe render conto. «Sicuramente il diritto, condizione necessaria, ma non sufficiente. Poi l'efficienza, cioè il rapporto tra i costi necessari a compiere un'azione e i suoi benefici. La terza categoria è quella dell'istituzione cui l'attore appartiene: ogni istituzione ha una propria missione e chi ne fa parte non dovrebbe contraddirla. C'è anche un parametro legato alle idee: ogni azione dovrebbe scaturire da un minimo di riflessione, quindi soddisfare dei criteri di ragionevolezza e coerenza. Infine c'è il criterio professionale: l'incarico che una persona ricopre pone sulle sue spalle delle responsabilità peculiari». Il potere della società civile? Non solo il voto. Per la società civile, esercitare una forma di controllo sulla base di questi parametri non significa avere il potere di imporre delle sanzioni, ma essere messa nelle condizioni di poter chiedere delle spiegazioni, di ricevere delle giustificazioni in merito ad una certa azione. «Alla luce di questo, il bilanciamento dei poteri tipico dello stato di diritto può essere riletto: non più un equilibrio tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, ma un bilanciamento tra la forza della parte pubblica e la forza della società Daniela Piana Poca giustizia tanto diritto In una democrazia di qualità la magistratura dovrebbe essere usata pochissimo. Daniela Piana, professoressa dell'università di Bologna studiosa di politica giudiziaria, spiega alla platea della Scuola di Formazione all'Impegno Sociopolitico che il dibattito attuale sul funzionamento dell'istituzione giudiziaria dovrebbe essere più ampio rispetto al tema della durata dei processi. «In un Paese con un alto tasso di legalità i processi durano un tempo ragionevole, ma sono anche un numero ragionevole. La magistratura dovrebbe essere chiamata in causa solo come extrema ratio. Il vero problema è che abbiamo perso la capacità di risolvere conflitti in sede extra-giudiziaria e, ancor prima, di prevenire i conflitti. Nella pratica si può osservare che la pacificazione sociale è maggiore nelle comunità in cui le norme del vivere comune sono talmente interiorizzate che non viene neanche in mente di violarle». civile. Il potere di quest'ultima, in una democrazia di qualità, non si esprime solo con le elezioni perché altrimenti quando non si vota non si avrebbe più alcun potere». Marco Andriolo QUARESIMA - I gruppi dei ragazzi si danno appuntamento il venerdì sera per pregare e riflettere Il digiuno di Quaresima dei giovani A Carpenedo si fa tutti insieme D igiunare i n Quaresima? Anche a quindici anni si può, soprattutto se non si è da soli. Per gli adolescenti e i giovani della parrocchia di Carpenedo la proposta di sostituire il pasto del venerdì con la preghiera è stata un'occasione da prendere al volo: «L'occasione non per seguire un precetto – afferma uno degli animatori – ma per vivere insieme un momento con i giovani di tutti i gruppi parrocchiali, per dimostrarci che trovarci insieme con Gesù è più importante. Anche più importante del tran tran quotidiano e della cena del venerdì». Questa è stata infatti la scelta di almeno una cinquantina di ragazzi della comunità dei SS. Gervasio e Protasio, che per questa quaresima ha deciso di prendere spunto dalla proposta offerta dalla diocesi di Venezia e dalla Pastorale per gli Stili di Vita, rivoluzionando il programma di in- contri e attività di scout e gruppi di catechismo per riunire tutti i giovani della comunità il venerdì, al posto della cena. «Già l'anno scorso avevamo affrontato il tema del digiuno aderendo ai “Venerdigiuniamo”, alcuni ragazzi infatti ci raggiungevano in parrocchia dopo la scuola, saltando il pranzo e riunendosi con noi» spiega Michele Meneguzzi, animatore di Carpenedo. «Quest'anno invece – continua Michele – abbiamo deciso di incontrarci il venerdì dalle 20 alle 21.30, per vivere un momento di preghiera al posto della cena. Il gruppo di prima e seconda superiore ha inoltre deciso di spostare il suo incontro dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 20 per poi partecipare alla preghiera successiva con gli altri giovani, aderendo quindi in pieno anche alla proposta del digiuno». Un'idea che è stata accolta anche dai più piccoli e che, raccontano gli animatori, è riuscita anche a mettere insieme le diverse identità e i percorsi dei gruppi presenti in parrocchia: «Abbiamo creato un'équipe di animatori per preparare gli incontri, che abbiamo deciso di basare sulla Via Crucis – racconta Michele – i ragazzi di scout e cate- chismo non sono abituati a trovarsi insieme, spesso hanno percorsi e amicizie diverse, invece ci sembra che la formula abbia funzionato. Anche formare insieme una squadra di animatori ha avuto le sue fatiche, visti i percorsi e gli impegni diversi che abbiamo. Ma avevamo l'occasione, almeno nel tempo di Quaresima in cui bisognerebbe dedicarsi di più alla preghiera e alla carità, di trovarci insieme, di dimostrarci che stare con Gesù è più importante». Un concetto che non ha spaventato nemmeno i più giovani: «Anche i ragazzi più piccoli ci sembra che abbiano vissuto il digiuno non come qualcosa di obbligatorio e imposto - conclude Michele - ma come un modo per dire che è Gesù che ci dà la forza. In fondo, è un modo per riconoscere che siamo affamati di Lui». Maria Paola Scaramuzza