Cronologia del Dada

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Cronologia del Dada
03_Saggio_Schwarz_III:06 Benedetti*
A rturo Sch warz
14-09-2009
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Cronologia Dada
In co da ad alcune v o ci di que sta m ia cro no lo g ia h o
ag g iun to, p e r in te g rarla, d e g li e stratti d e lla c ro n o lo g ia
de l catalo g o de lla m o stra “Dada” curata da Laure nt Le b o n e te n utasi al C e n tre Po m p id o u d al 5 o tto b re 2005
al 9 g e n n aio 2006. G li e stratti so n o q ui rip o rtati in c o rsivo e tra virgo le tte in g rasse tto, se guiti dalle iniziali [C.P.]
1910
Belgio
Primi dipinti di Paul Joostens, in stile impressionista e puntillista.
Francia
In novembre Duchamp incontra Picabia al Salon
d’Automne di Parigi. Apollinaire inizia la sua collaborazione a L’In tran sig e an t quale critico d’arte. Chagall
giunge a Parigi dove si fermerà sino al 1914.
Germania
Hugo Ball, che all’università di Monaco prepara
una tesi su Nietzsche, abbandona l’università e in settembre si reca a Berlino dove per un anno studierà recitazione alla Scuola drammatica di Max Reinhardt. Nel
suo diario (Die Fluch t aus de r Ze it, pubblicato nel 1927)
scrive: “Dal 1910 al 1914 tutto quanto, per me, era centrato sul teatro: la vita, la gente, le persone, l’amore, la
moralità. Per me il teatro significava una libertà inconcepibile”.
Walden fonda a Berlino il periodico De r Stur m , all’inizio settimanale (I:1, 3 marzo 1910-1932) e la Galleria omonima.
Cinque anni prima, nel 1905, Hausmann aveva incontrato in un tram Baader.
Italia
De Chirico, L’e n ig m a d i un p o m e rig g io d ’autun n o , L’e n ig m a d e ll’o rac o lo .
1
Stati Uniti
A New York mostra del gruppo Younger American
Painter (G. Putnam Brinley, Arthur B. Carles, Arthur Dove, Lawrence Fellows, Marsden Hartley, John Marin, Alfred Maurer, Eduard Steichen e Max Weber) alla Galleria 291, di Alfred Stieglitz (12-21 marzo 1910): si tratta della prima mostra dell’avanguardia americana più
avanzata.
In un articolo su C am e ra Wo rk (New York, n. 31,
luglio 1910, pp. 27-28) Benjamin de Casseres sottolinea
l’importanza dell’individuo e dell’introspezione, e mette in dubbio il comune concetto di pazzia, punti sui quali insisteranno più tardi i dadaisti.
URSS
A Pietroburgo, in aprile, prima manifestazione collettiva del gruppo futurista russo (Viktor Chlèbnikov, Vasílij Kamènskij, Elena Guro e i tre fratelli Burljùk) costituitosi alla fine del 1909: ignaro del futurismo italiano (il
primo manifesto futurista di Marinetti precede di pochi mesi la costituzione del gruppo), pubblica il primo almanacco, Sadò k Sudè j (titolo ambiguo che si presta a due letture: “Trappola per giudici” oppure “Vivaio di giudici”).
Non appena viene a conoscenza del contenuto dei
manifesti futuristi di Marinetti, il gruppo prende le distanze.
A Mosca, in dicembre, prima mostra del gruppo
Fante di Quadri (Lariònov, Gončaròva, i fratelli Burljùk,
Aleksandra Ekster, Kandinsky, Tàtlin e altri).
1911
Cile
Huidobro ha diciotto anni; pubblica a Santiago il
suo primo libro, Ec o s d e l alm a, una raccolta di poesie.
Germania
Berlino
Hugo Ball è direttore di scena allo Stadt-theater di
Plauen.
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Monaco
Arp incontra Kandinsky che esercita su di lui una
profonda influenza. Si lega agli artisti del Blaue Reiter.
Italia
De Chirico parte per Parigi dove si fermerà sino
al 1915; in questo periodo dipinge le opere più pregnanti
della sua carriera.
Stati Uniti
Benjamin de Casseres torna sul tema della sanità
e dell’insanità mentale, esalta il ruolo dell’inconscio
nell’atto creativo e anticipa così un concetto base del
Dadaismo (C am e ra Wo rk, New York, n. 36, ottobre
1911, p. 17). Prima mostra di Picasso alla Galleria 291:
i critici la definiscono “una spaventevole accozzaglia
di opere” (N e w Yo rk He rald Trib u n e ), “le farneticazioni di un pazzo” (Arthur Hoebe in T h e N e w Yo rk
G lo b e ).
Prima opera astratta di Man Ray, Tap p e zze ria.
Primi dipinti astratti di Marsden Hartley.
1912
Cile
Huidobro fonda a Santiago il periodico Musa Jo v e n , vicino alla corrente modernista. Questa corrente
assume in America Latina due aspetti diversi: in Brasile (come in Portogallo) si identifica più genericamente
con il termine “avanguardia”; nel resto dell’America Latina (come in Spagna) il Modernismo ha le sue radici
nel Simbolismo francese.
Francia
Aprile: Arthur Cravan pubblica a Parigi il primo
fascicolo del primo periodico proto-Dada, Main te n an t.
L’ultima frase dell’ultima pagina riassume perfettamente
la filosofia di Cravan e dei dadaisti: “La gloria è uno
scandalo”.
Erik Satie pubblica la prima parte di Mé m o ire s d’un
Am né sique , un’autobiografia in puro stile Dada, in SIM
(Jo ur n al d e la So c ié té Music ale In d é p e n d an te , Parigi,
15 aprile 1912).
Picabia dipinge le prime opere proto-Dada: Dan se s à la so urc e , La p ro c e ssio n à Se v ille , Fig ure triste . In
giugno incontro con Apollinaire.
Viaggio di Picabia e Apollinaire a Londra. In au-
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tunno Apollinaire, Duchamp, Picabia e Gabrielle Buffet Picabia si recano insieme nel Giura.
Germania
Berlino
“A p rile : Walte r Se r n e r lasc ia V ie n n a e si stab ilisce in G e r m ania pe r passare un do tto rato in diritto. C o m in c ia a sc riv e re su Die Aktion, g io r n ale d ’arte e d i c ritica artistica pubblicato da Franz Pfe m fe rt, m ilitante po litic o o stile a q ualsiasi auto rità. Prim a d e lla g ue r ra, il
c irc o lo d e i c o llab o rato ri d i Die Aktion c o m p re n d e v a
Hug o Ball, R ich ard Hue lse n b e ck, Fran z Jun g e Han s
R ich te r.
Se tte m b re : Jo h an n e s Baad e r, arch ite tto e se rc itan te a Be rlin o, è d a q ualch e an n o ap p assio n ato d i e so te rism o e m istic ism o (c o n c e p isc e n e l 1906 il p ro g e tto d i
un “Te m pio de l Mo ndo ”); le sue ide e influe nzano Rao ul
Hausm an n , c o n c ui strin g e am ic izia n e l 1905. In un clim a p o litic o ch e n o n sm e tte d i d e te rio rarsi, Baad e r d e c re ta ch e il 26 se tte m b re d i o g n i an n o sarà un g io r n o
p e r “se m in are la p ac e n e l m o n d o ” e p ro p o n e un a c o sm o g o n ia se c o n d o c ui e g li sare bb e il g aran te d i q ue sta
p ac e .
Autunno : Hannah Hö ch e G e o rg G ro ss co m inciano
g li stud i in un a sc uo la c o lle g ata al Muse o d i arti ap p lic ate d i Be rlin o -C h arlo tte n burg ”. [C .P.]
Colonia
Max Ernst partecipa alla mostra “Rheinische Expressionisten” alla Galerie Feldman, a Colonia.
Monaco
Incontro di Ball e Huelsenbeck, che frequentano
il gruppo Der Blaue Reiter. Si legano di amicizia con
Kandinsky.
Arp partecipa alla seconda mostra del Blaue Reiter a Monaco. Fa la conoscenza di Robert Delaunay.
Romania
Tristan Tzara (Samuel Rosenstock), Marcel Janco
e Ion Vinea fondano il periodico Sim b o lul (Il simbolo);
Tzara vi pubblica le sue prime poesie con lo pseudonimo S. Samyro.
Stati Uniti
In un articolo su C am e ra Wo rk (New York, n. 37,
gennaio 1912, pp. 17-18) Benjamin de Casseres sotto-
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linea l’aspetto non utilitario dell’arte, il valore del paradosso, la necessità di mettere perennemente in discussione le conquiste dell’intelletto.
Nel fascicolo seguente (n. 38, aprile 1912, pp. 1718) de Casseres continua ad anticipare i temi centrali
dello spirito Dada sottolineando il ruolo dell’ironico in
arte.
1913
Cile
Huidobro pubblica a Santiago due raccolte di poesie, C an c io n e s e n la n o ch e e La G r uta d e l sile n c io , e un
lavoro teatrale, C uan d o e l am o r se v aya. Con Pablo de
Rokha, in settembre, fonda la rivista A zul / El arte lib re .
Francia
Picabia dipinge quadri ai quali dà titoli Dada: Ud n ie (Je un e fille am é ric ain e , Dan se ), Ed tao n isl (e c clé siastiq ue ), C atch as C atch C an, C ulture p h ysiq ue ecc.
Marcel Duchamp crea il primo oggetto proto-Dada, il famoso Readymade aiutato R uo ta d i Bic icle tta, e
dipinge la Mac in atrice d i C io c c o lata in cui una macchina comune, senza nessun valore “estetico”, è resa con
la stessa cura che un artista d’avanguardia dedicherebbe a una natura morta, un paesaggio o un nudo. Con
Er ratum m usic ale scrive la prima partitura musicale in
cui è il caso a determinare le note della composizione.
Con In c o n tro d i p ug ilato anticipa i personaggi meccanomorfi di Picabia.
Erik Satie scrive una commedia musicale in un atto, Le Piè g e d e Mé d use , che costituisce il primo lavoro
teatrale proto-Dada di questi anni.
Seconda puntata degli appunti autobiografici di
Erik Satie in SIM (Parigi, 15 febbraio 1913).
Arthur Cravan attacca dadaisticamente André Gide, il mostro sacro della letteratura francese, su Main te n an t (n. 2, luglio 1913, p. 4). Nel fascicolo successivo
Cravan continua i suoi attacchi umoristici contro la letteratura e l’arte imperanti, con uno stile che diventerà
tipico dei manifesti Dada (Mainte nant, n. 3, ottobre-novembre 1913, p. 3).
“Marc e l Duch am p, Je an C ro tti e Fran c is Pic ab ia
assisto n o a d e lle c e n e -c o n fe re n ze o rg an izzate d ag li A rtisti d i Passy, g rup p o d e lib e ratam e n te m o d e r n ista d i c ui
3
fa p arte il p o e ta e c ritic o d ’arte G uillaum e A p o llin aire .
Duch am p, Pic ab ia e G e o rg e s R ib e m o n t-De ssaig n e s si
so n o in c o n trati p e r la p rim a v o lta n e l 1911, n e l g r up p o d e i “C ub isti d i Pute aux”, n o to c e n tro d e l c ub ism o
fran c e se .
Duch am p re alizza alc un i stud i p re lim in ari p e r la
Sposa messa a nudo dai suoi celibatari, anche (Il Grande Vetro).
N o v e m b re : G razie alle re lazio n i d i Pic ab ia, Duch am p tro v a un im p ie g o a m e zza g io r n ata alla b iblio te c a Sainte -G e ne viè v e , a Parig i, lav o ro ch e m ante r rà fino a quando no n lasce rà la Francia in g ue rra, ne l 1915”.
[C .P.]
Germania
Il gruppo Die Brücke si scioglie a Monaco. Hugo
Ball si lega a un gruppo di scrittori espressionisti; fonda, con Hans Leybold, il periodico R e v o lutio n .
Max Ernst partecipa alla mostra “Rheinische Expressionisten” allestita alla libreria Cohen di Bonn (10
luglio – 10 agosto).
Berlino
Settembre-novembre: “Erster Deutscher Herbstsalon” [Primo salone d’autunno tedesco] organizzato da
Herwarth Walden nelle sale della Potsdamer Strasse 75,
con la partecipazione di artisti americani, austriaci, francesi, olandesi, indiani, italiani, rumeni, russi, svizzeri e
spagnoli. Per l’Italia espongono i futuristi (Marinetti terrà
due conferenze, il 27 e il 30 novembre). Tra gli artisti
tedeschi sono presenti anche Arp e Max Ernst.
Al Café des Westens, Hausmann fa la conoscenza
di alcuni futuri dadaisti.
“A p rile : Lo p sic an alista austriac o O tto G ro ss h a
rag g iun to il c irc o lo d i Die Aktion atto r n o a Pfe m fe rt.
In un aric o lo in tito lato “Zur Űb e rwin d un g d e r kulture lle n K rise ” (Pe r sup e rare la c risi c ulturale ), ch e e sc e
n e l n um e ro d i ap rile d e lla riv ista, rifiuta il p un to d i v ista d i Sig m un d Fre ud se c o n d o c ui i c o n flitti p sich ic i tro v an o il lo ro fo n d am e n to in str utture fam iliari “n aturali”, e in c rim in a in v e c e lo Stato b o rg h e se e p atriarc ale ,
ch e re p rim e i p ro p ri c ittad in i: “La p sic o lo g ia d e ll’in c o n sc io è la filo so fia d e lla riv o luzio n e ”. I suo i lib ri e i
suo i sag g i e se rc ite ran n o un a g ran d e in flue n za sul futuro g r up p o Dad a.
A utun n o : a Mo n ac o, Hue lse n b e ck, ch e stud ia o r-
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m ai filo so fia e le tte ratura, c o n o sc e Ball, am b izio so p o e ta e re g ista te atrale , e la c an tan te Em m y He n n in g s, ch e
si e sib isc e al c ab are t Sim p lizissim us”. [C .P.]
Italia
De Chirico, L’In c e rte zza d e l p o e ta, La to r re ro sa,
Malin c o n ia d i un a b e lla g io r n ata.
Polonia
Jèrzy Jankowski pubblica in vari periodici dei testi
il cui carattere assurdo-satirico lo fanno considerare un
precursore della variante polacca di Dada o, più comunemente, del futurismo. Jankowski, personaggio tragico, morirà pazzo qualche anno più tardi. I testi scritti tra il 1913 e il 1920 saranno pubblicati nel 1920 sotto il titolo Tram p o p sze k ulic y [Il tram d i trav e rso p e r
la strad a], titolo che allude al tram utilizzato come barricata operaia.
Stati Uniti
Il 14 gennaio Picabia arriva a New York e vi si ferma quattro mesi per l’Armory Show. Concede tre interviste (al Ne w Yo rk Tim e s, 16 febbraio; Th e Ne w Yo rk
Tribun e , 9 marzo; Th e N e w Yo rk A m e ric an , 30 marzo). Nel marzo allestisce la sua prima mostra alla 291.
Pubblica il primo manifesto proto-Dada (C am e ra Wo rk,
n.s., giugno 1913, p. 57).
Gabrielle Buffet Picabia pubblica, nello stesso fascicolo, un’anticipazione teorica del Dadaismo (p. 11).
Dal 17 febbraio al 15 marzo, negli immensi locali
dell’Arsenale (Armory) del 69° Reggimento, all’angolo
della Lexington Avenue con la 25a Strada, viene allestita la Mostra Internazionale di Arte Moderna (Armory
Show) organizzata da Arthur Davies, Walt Kuhn e Walt
Pach. La mostra comprende 1046 opere catalogate e 600
(alcuni indicano 1000) opere fuori catalogo, in prevalenza di artisti americani. Gli artisti europei, rappresentati da una media di 3-5 opere ciascuno, sono: Bonnard, Brancusi, Braque, Cézanne, Corot, Courbet, Degas, Robert Delaunay, Maurice Denis, Duchamp (4 opere fra cui Il n ud o ch e sc e n d e le sc ale , N o. 2, che fece
scalpore), Gauguin, Goya, Ingres, Kandinsky, Léger,
Maillol, Manet, Matisse, Monet, Munch, Pascin, Picabia (4 dipinti tra cui la celebre Dan za in p rim av e ra e
La p ro c e ssio n e a Se v illa), Picasso, Pissaro, Odilon Redon (La scelta più vasta: 40 opere), Henri Rousseau, Renoir, Signac, Sisley, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Vil-
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lon. L’avanguardia americana è mal rappresentata, partecipano solamente: Oscar Bluemner, Arthur B. Davies,
Marsden Hartley, Morton Schamberg, Joseph Stella,
Morgan Russel, Walkowitz e William Weber.
Marius de Zayas sottolinea la superiorità del mentale sul visivo in arte (C am e ra Wo rk, n. 44, ottobre 1913,
p. 13). Mostra personale alla 291 (marzo-aprile), con una
serie di caricature che anticipano i personaggi meccanomorfi di Picabia (vedi C am e ra Wo rk, n. 46, ottobre
1914, tavv. V-X).
Benjamin de Casseres sottolinea l’importanza di altre componenti dello spirito Dada: l’irrazionale e il caso (C am e ra Wo rk, n.s., giugno 1913, pp. 22-24).
Charles Damel, già proprietario di un bar, dà inizio in dicembre alla Daniel Gallery, affidandone la direzione al poeta Alison Hartpence.
“Else Plö tz, artista pittrice, divo rziata e co n una pe rso n alità strav ag an te , si stab ilisc e a N e w Yo rk; av e v a g ià
avuto l’o ccasio ne di sco prire la città arrivando dalla G e rm ania ne l 1910. Ha 39 anni. In no v e m b re sp o sa un aristo c ratic o te d e sc o v iv ac e m a in ro v in a, ch e le d à il n o m e co n cui la si co no sce m e glio : baro ne ssa Elsa vo n Fre ytag -Lo rin g h o v e n .
Fe bb raio -m arzo (N e w Yo rk/Parig i): l’e sp o sizio n e
d e ll’A r m o r y Sh o w d a un g io r n o all’altro assic ure rà la
c e le b rità in A m e ric a d i Pic ab ia, Marc e l Duch am p e alc un i altri g io v an i artisti e uro p e i. La m o stra, ch e ap re il
17 fe bb raio (e fin isc e il 15 m arzo ), riun isc e q uasi m ille se tte c e n to o p e re e attira a N e w Yo rk c irc a n o v an tam ila visitato ri. Il Nu descendant l’escalier di Duch am p pro vo ca un succe sso scandalo so. Picabia, da parte sua, è co rte g g iato d alla stam p a, p o ich é è un o d e i p o ch i “artisti
rib e lli” e uro p e i fisic am e n te p re se n ti in c ittà. Il 4 m arzo
Th e o do re Ro o se v e lt m anca all’inv e stitura de l pre side nte
Wo o d ro w Wilso n p e r v isitare l’A r m o r y Sh o w.
Marzo -ap rile : Pic ab ia sc o p re le c o m p o sizio n i
“m e ccano m o rfe ” di Marius de Zayas, so cio di Stie glie tz,
d ire tto re d e lla G alle ria 291. V i tro v a l’isp irazio n e p e r i
q uad ri ch e c re e rà n e l c o rso d e g li an n i a v e n ire . Pic ab ia
to r n a a Parig i p o c o d o p o la fin e d e lla Mo stra”. [C .P.]
URSS
Gennaio: Kručënych pubblica Po m ad a (Po m ata),
una breve raccolta di dodici poesie illustrate da Lariònov. Le prime tre poesie della raccolta sono scritte “in
un linguaggio diverso dagli altri: le parole non hanno
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un significato preciso” (dalla brevissima introduzione di
Kručënych). Pochi mesi dopo Kručënych, nei suoi scritti teorici La p aro la c o m e tale e La d ich iarazio n e d e lla
p aro la c o m e tale , scritti con Chlèbnikov, conia il vocabolo zaùm no e (“transmentale”) per definire questo nuovo linguaggio, e puntualizza il valore fonetico della parola, la necessità di inventare nuove parole onomatopeiche, di utilizzare frammenti di parole o mezze parole
e le loro combinazioni. “Le parole muoiono, il mondo
è eternamente giovane […]. Le consonanti ci danno la
vita quotidiana, la nazionalità, il peso; le vocali – al contrario – ci danno il linguaggio universale […]. Una nuova forma verbale crea un nuovo contenuto e non viceversa […]. Dando parole nuove, io offro un contenuto
nuovo, in cui tutto comincia a scivolare […]; l’artista è
libero di esprimersi non soltanto nel linguaggio comune (i concetti), ma anche in un linguaggio personale (il
creatore è individuale), e anche in un linguaggio privo
di un determinato significato definito (non rappreso),
transmentale. Il linguaggio comune inceppa, quello libero consente di esprimersi in maniera più compiuta”
(La d ich iarazio n e d e lla p aro la c o m e tale , estate 1913).
Questo linguaggio, lo zaùm ’, e questi concetti saranno
ripresi dai poeti del gruppo 41° nel 1918.
Un trio di poeti futuristi, Dàvid Burljùk, Majakovskij e Kamènskij (1864-1961), iniziano una serie di recital in diciassette città per propagandare il loro movimento (prima tappa Char’chov, il 14 dicembre). L’atmosfera di questi recital precorre quella delle Serate Dada e la reazione del pubblico non è meno violenta: venivano recitate poesie simultanee, spesso un pianoforte
era sospeso, capovolto, sulla testa degli spettatori. I costumi non erano da meno: il trio portava rapanelli all’occhiello e Burljùk, oltre ad avere la faccia infarinata,
il naso dorato e un occhialino all’occhio destro, si era
fatto scrivere in fronte: “Io sono Burljùk”. Era lui che
presiedeva le discussioni, ristabilendo l’ordine con un
campanello da messa.
Luglio: a Mosca il gruppo La Coda dell’Asino pubblica La co da de ll’asino e l’o cch io de l to ro , un’antologia
di testi tra cui il Manife sto rag g ista, poesie di poeti raggisti che s’ispirano alla poesia in zaùm ’ di Kručënych.
Agosto: il gruppo Gilèja, futurista d e fac to ma non
d e jure , accetta questo appellativo per ragioni di opportunità (la stampa definiva futurista tutto quanto era
all’avanguardia) e si autodefinisce futurista. La raccolta Do ch laja lun a [Luna storta], pubblicata in autunno,
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porta come sottotitolo: Anto lo g ia de gli unici futuristi de i
m o n d o. Di particolare interesse la poesia di Kručënych di soli otto versi, intitolata C im e (lin g uag g io un iv e rsale ) e composta unicamente di vocali.
5 novembre: Il’ja Zdanèvič (Il’jàzd o Iliazd) tiene
a Mosca una conferenza in cui difende la nascita di una
nuova corrente artistica, Vseščestvo [Tuttismo]. In un
altro manifesto Zdanèvič proclama che una scarpa americana è superiore alla Venere di Milo.
Dicembre: nel numero di natale de periodico A rg us Zdanèvič pubblica il manifesto, firmato anche da
Lariònov: Po cˇe m u m y raskrašiv ae m sja [Perché dipingiamo le nostre facce]. Come esempi vengono dati l’iscrizione sulle guance di geroglifici, numeri o lettere dell’alfabeto, e l’atto viene giustificato come la fusione tra
arte e vita, l’intrusione dell’arte nella vita.
Zdanèvič pubblica quest’anno il suo primo (e unico) testo teorico stampato in URSS: si tratta di una monografia dedicata ai suoi due amici Lariònov e Gončaròva. Primi rilievi dipinti e primi dipinti “costruttivisti” di
Tàtlin.
1914
Cile
Huidobro pubblica a Santiago Las Pag o d as o c ultas, che chiude la sua stagione poetica estetizzante. Pubblica anche una raccolta di articoli e testi teorici, Pe sando
y p ase n d o , in cui attacca violentemente il futurismo di
Marinetti. Nel corso di una conferenza all’Ateneo di Santiago legge il suo primo manifesto, C re ac io n ism o .
Francia
Arp tornato a Parigi vi incontra Apollinaire,
Arthur Cravan, Viking Eggeling, Max Jacob, Modigliani
(che esegue un suo ritratto) e Picasso.
Duchamp elabora la prima opera plastica puramente concettuale di questo secolo utilizzando il caso
come mezzo artistico in 3 R am m e n d i-tip o . Sceglie lo
Sc o lab o ttig lie , primo Readymade in cui non vi è nessun intervento dell’artista, salvo: la scelta dell’oggetto comune manufatto in serie, la firma di quest’oggetto e il
titolo che deve dare un nuovo significato all’oggetto scelto (vedi Duchamp, Il Caso Mutt, 1917, in Schwarz 1976).
Arthur Cravan recensisce il Salon des Indépendants a
Parigi in stile puramente Dada (Main te n an t, n. 4, marzo-aprile 1914, pp. 1-20).
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(R ib e m o n t-De ssaig n e s e Pic ab ia si le g an o d i un a
so lid a am ic izia, ch e av rà un r uo lo e sse n ziale n e lla d inam ica de l Dadaism o a Parigi. A que st’e po ca Ribe m o ntDe ssaig n e s trav e rsa tuttav ia un a c risi in te lle ttuale e ab b an d o n a p e r un p o ’ la p ittura.)
d e sc a). Bre to n , allo ra stud e n te d i m e d ic in a, v ie n e ch iam ato so tto le ar m i n e l fe bb raio 1915. Passa g li an n i d e lla g ue r ra n e g li o sp e d ali d i N an te s, Sain t-Dizie r e Parig i, e se r v e sul fro n te d uran te n um e ro se se ttim an e alla
fin e d e l 1916”. [C .P.]
“Mag g io : un e n d o in un o ste sso p ro c e sso il c aso e
la sc ie nza, Duch am p d e finisc e la “m isura stand ard ” p e r
c e rte fo r m e d e l Grande Vetro: tre p e zzi d i filo d a c uc ire d i un m e tro ch e lasc ia c ad e re su un a te la al suo lo e
ch e fissa e sattam e n te n e lla p o sizio n e d o v e il c aso li h a
p o sizio n ati.
A g o sto : sc o p p ia la g ue r ra. N e l 1909 Duch am p e ra
stato g iud ic ato in ad atto al se r v izio m ilitare , e c o sì an c o ra n e l g e n n aio 1915. Tuttav ia, e n tram b i i suo i frate lli R aym o n d e G asto n (Jac q ue s V illo n ) v e n g o n o ar r uo lati. G asto n so p rav v iv rà alla g ue r ra m a R aym o n d m o rirà ne ll’o tto bre 1918 di una fe bbre tifo ide co ntratta duran te l’e se rc izio d e lle sue fun zio n i d i ch ir urg o m ilitare .
In q ue l p e rio d o la lo ro so re lla Suzan n e s’im p e g n a c o m e aiuto -infe r m ie ra a Parig i, attività ch e co ntinue rà anch e a g ue r ra fin ita.
G razie alla sua rag azza, G ab rie lle Buffe t, Pic ab ia
tro v a un im p ie g o in un a c ase r m a d i Parig i c o m e autista di un g e ne rale , ch e acco m pag ne rà a Bo rde aux quand o il g o v e r n o v i si istalle rà p ro v v iso riam e n te . Essa ste ssa si im p e g n a n e lla C ro c e R o ssa. In n o v e m b re il p ad re
d i Pic ab ia, ch e h a un p o sto all’am b asc iata c ub an a, o ttie n e p e r suo fig lio un lav o ro in un a m issio n e d i ap p ro v v ig io n am e n to m ilitare a C ub a. Pic ab ia abb an d o n a la m issio n e ar riv an d o a N e w Yo rk n e l g iug n o 1915,
m a la c o m p le te rà in autun n o, fe r m an d o si al p assag g io
d i Pan am a.
R ib e m o n t-De ssaig n e s, m o b ilitato n e l 1915, v ie n e
in d irizzato al se r v izio d i in fo r m azio n e alle fam ig lie , attiv ità sin istra ch e c o n siste n e ll’an n un c iare ai c iv ili ch e
un e sse re c aro è stato uc c iso o in te r rato. V ie n e sm o b ilitato n e l 1917.
N o v e m e si d o p o l’in izio d e lle o stilità, C ro tti p arte
p e r g li Stati Un iti. In q uan to c ittad in o e lv e tic o, sfug g e
alla c o sc rizio n e , m a si se n te p ro b ab ilm e n te a d isag io a
n o n p o rtare l’un ifo r m e c o m e tutti g li uo m in i atti al se rv izio.
A lla fin e d e l m e se d i ag o sto A n d ré Bre to n sc riv e al
suo am ic o e p o e ta Th é o d o re Frae n ke l ch e è n aif c o n sid e rare la g ue r ra – se c o n d o un’o p in io n e d iffusa – c o m e un c o n flitto fra la c ultura (fran c e se ) e la b arb arie (te -
Germania
Berlino
Max Ernst partecipa in gennaio alla mostra “Die
Neue Malerei” (Expre ssio nistisch e Ausste llung ) alla Galerie Ernst Arnold di Dresda; in giugno è presente alla
collettiva “Rheinische Expressionisten” presso la Neue
Galerie di Berlino.
Hugo Ball legge gli anarchici (Bakunin e Kropotkin)
e un mistico neocristiano russo (Merezhkovsky). Si presenta come volontario nell’esercito ma è respinto per ragioni mediche. Dopo una visita a un campo di battaglia nel Belgio in novembre è sconvolto e scrive a Franz
Pfempfert: “Il mio patriottismo non va sino al punto di
giustificare una guerra ingiusta”.
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“A g o sto : sc o p p ia la g ue r ra. Baad e r, ch e d à l’im p re ssio n e d i n o n e sse re c o m p le tam e n te in sé , è d ich iarato inadatto al se r vizio. Rinuncia alla pro fe ssio ne di arch ite tto, ch e q ualific a d i “c o str uzio n e te c n o lo g ic o -b o rg h e se ”, e si c o n sac ra ai suo i p ro g e tti d i c o str uzio n e sp irituale . Hue lse n b e ck si ar r uo la n e ll’e se rc ito il 3 ag o sto,
m a b e n p re sto in izie rà a so ffrire d i n e v ralg ie d o v ute a
un a m alattia d e l siste m a n e r v o so, e v ie n e rifo r m ato a
fine o tto bre se nza av e r m ai pre so v e ram e nte parte a de lle azio n i m ilitari. Duran te g li stud i d i m e d ic in a ch e in trap re n d e rà in se g uito, fra il 1917 e il 1919 se r v irà in
q ualità d i assiste n te m e d ic o d i g ue r ra. Hausm an n rie sc e a sfug g ire alla c o sc rizio n e . Pe n sa in o g n i c aso d i arr uo larsi n e l 1916, c urio so d i te stare le sue re azio n i sul
c am p o d i b attag lia.
Q uan d o ch iud e la sua sc uo la d ’arte , Han n ah Hö ch si im pe g na pe r qualch e te m po ne lla C ro ce Ro ssa, po i
s’isc riv e (d i n uo v o in sie m e a G ro ss) in un a n uo v a sc uo la ne lla quale gli stude nti re alizzano de i carte llo ni di gue rra e d e i q uad ri p e r g li o sp e d ali. In v iato al fro n te n e lla
prim av e ra de l 1915 e po i ne l g e nnaio 1917, G ro ss fa due
so g g io r n i all’o sp e d ale , il p rim o p e r un a fe bb re ch e rich ie d e un a d o lo ro sa o p e razio n e al se n o, il se c o n d o p e r
un acce sso di psico si. Tratte nuto in un m anico m io, G ro ss
si so tto m e tte a un e sam e psich iatrico al so lo sco po di e vitare o g n i g e n e re se r v izio m ilitare . N e l 1916, p e r m an i-
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fe stare il suo p ro fo n d o d isg usto p e r la g ue r ra, an g lic izza il suo n o m e in G e o rg e G ro sz.
He lm ut He rzfe ld e , ap p re n d ista m o d e llista, è d i
co r vé di g uardia pe r circa un anno a Be rlino, po i sim ula
d e i p ro ble m i m e n tali. R iasse g n ato, p assa il re sto d e lla
g ue r ra a d istribuire la p o sta (o a “sm ar rirla”, p e r sp irito d i rib e llio n e ). N e l 1916 an ch e lui ad o tta un n o m e in g le se : Jo h n He artfie ld . Suo frate llo Wie lan d , ch e ap p o rte rà an ch e lui un a le g g e ra m o d ific a al n o m e d i fam ig lia, si e ra o ffe rto v o lo n tario n e l se r v izio m e d ic o al
m o m e n to d e lla d ich iarazio n e d i g ue r ra, m a p re n d e rapidam e nte po sizio ne co ntro il co nflitto. Mandato di nuo v o a c o m b atte re all’in izio d e l 1917, He rzfe ld e te n ta d i
d ise rtare , p o i e ffe ttua un an n o d i se r v izio, q uasi se m p re
sul fro n te , p rim a d i in iziare un o sc io p e ro d e lla fam e d i
c in q ue se ttim an e . V ie n e allo ra m an d ato in un o sp e d ale d i Be rlin o e fin alm e n te rifo r m ato.
La c ar rie ra m ilitare d e l p itto re O tto Dix è to talm e n te d iffe re n te . Si ar r uo la il 22 ag o sto e se g ue un ad d e stram e n to d i m itrag lie re . Mo b ilizzato n e l se tte m b re
1915, si b atte fin o alla fin e d e lla g ue r ra e in p artic o lare p arte c ip a, n e l 1916, alla b attag lia d e lla So m m e , ch e
d urò d e i m e si. C o n re g o larità si fo r m a a n uo v e te c n ich e d i g ue r ra (d ife sa an tiae re a, p e r e se m p io ); alla fin e
d e l 1917 ch ie d e d i e sse re in c o rp o rato n e ll’av iazio n e . Sic uram e n te il p iù m ilitarizzato d e i d ad aisti, Dix d ip in g e
le d e v astazio n i d e lla g ue r ra a p artire d al 1916 e p e r tutti g li an n i ’20 c o n un a in te n sità ch e n o n si affie v o lirà
p iù.
Cre sciuto in una fam iglia catto lica de l sud de lla G e rm an ia ch e d e te sta i Pr ussian i alm e n o tan to q uan to le
fo rze alle ate , R ud o lf Sch lich te r rie sc e a e v itare il se r v izio m ilitare fin o al 1916. V ie n e q uin d i in v iato sul fro n te o c c id e n tale m a, n e l 1917, rito r n a a K arlsr uh e , v ic in o alla sua c ittà n atale , in se g uito a un o sc io p e ro d e lla
fam e . G e o rg Sch o lz, ch e stud ia n e lla ste ssa sua sc uo la
d ’arte e d è g ià rise r v ista n e l g iug n o 1914, p assa tutta la
g ue r ra al fro n te , e sse n zialm e n te in G alizia. L’e sp e rie n za d e lla sp o rc izia o n n ip re se n te e d e lla m alattia (v ie n e
m e sso in q uarante na p e r salm o n e llo si n e l 1916 e d o sp e d alizzato in se g uito p e r fe rite d i g ue r ra) g li rim an g o n o
fo rte m e n te im p re sse q uan d o, n e l 1920, sc riv e n e l g io rn ale p ro to -d ad aista Der Gegner [L’o p p o sito re ] ch e i te d e sch i g iud ic an o le c ulture d e l m o n d o se c o n d o un m e tro infallibile : “le to ile tte […]. C o sì i m e dici m ilitari fann o la fig ura d i p re ti d i c ultura te d e sc a, p e rch é la lo ro
p rin c ip ale fun zio n e , o ltre a d ich iarare le tr up p e ‘atte al
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se r vizio ’, co nsiste ne ll’o ccuparsi de ll’ubicazio ne de lle latrin e ”. [C .P.]
Colonia
Arp incontra alla Galerie Feldmann Max Ernst.
“Ag o sto : sco ppia la g ue rra. Alfre d E.F. G rue nwald,
ch e p re n d e rà il n o m e d i Jo h an n e s Baarg e ld , si ar r uo la
v o lo n tario il 2 ag o sto e rag g iun g e il re g g im e n to d e i c o razzie ri a C o lo g na. Sarà pro m o sso luo g o te ne nte (ne l fe bbraio 1917) ne lla divisio ne ae ro po rtuale de ll’Ese rcito Te d e sc o.
Anch e Er nst si ar ruo la, co sì co m e suo frate llo C arl,
ch e co m incia i suo i studi in m e dicina; l’uno e l’altro v e ng o n o d e stin ati a un re g g im e n to lo c ale d ’artig lie ria d i
c am p ag n a. N e l g e n n aio 1915 Er n st v ie n e m an d ato al
fro n te n e l n o rd d e lla Fran c ia, p o i trasfe rito n e l 1917 a
Dan zic a, sul fro n te o rie n tale . C o m e Baarg e ld , Er n st d iv e n te rà luo g o te n e n te p rim a d e lla fin e d e lla g ue r ra”.
[C .P.]
Hannover
“Ag o sto : K urt Sch witte rs, studiando all’Accade m ia
d i Be lle A rti d i Dre sd a fin o all’ag o sto d e l 1915, v ie n e
ch iam ato so tto le ar m i m o lto tard i. Pre sta se r v izio p e r
p o c o p iù d i d ue m e si (12 m arzo – 19 g iug n o 1917) in
un re g g im e nto di fante ria prim a di e sse re dich iarato inad atto al se r v izio attiv o – fo rse p e r av e r sim ulato un’in c ap ac ità, o c o r ro tto d e i fun zio n ari – e v ie n e q uin d i d e stin ato a un p o sto d i d ise g n ato re in un’im p re sa sid e r urg ic a d i Han n o v e r. “Duran te la g ue r ra c i fu un te rrib ile fe r m e n to ”, ric o rd e rà n e l 1930. “Q ue llo ch e av e v o im p arato all’ac c ad e m ia n o n m i e ra p e r n ie n te utile .
La n o v ità alla q uale asp irav o e ra an c o ra in g e stazio n e
q uan d o si sc ate n ò tutt’in to r n o a m e un a lo tta im b e c ille p e r d e lle rag io n i ch e m i so n o d e l tutto in d iffe re n ti”.
[C .P.]
Italia
Giorgio de Chirico: prime opere della serie degli
In te r n i Me tafisic i.
Romania
Ultimo anno di attività letteraria di Urmuz, la cui
produzione si colloca tra il 1906 e il 1914. Allo stesso
titolo di Jarry e di Cravan è da considerarsi un precursore del Dadaismo. Questo episodio isolato è l’unica ma-
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nifestazione dello spirito Dada in Romania, forse perché gli unici due rumeni (Tzara e Janco) che avrebbero potuto propagarne il verbo erano a Zurigo e perché
in Romania, che riconquistò la sua unità nel 1918, non
esistevano le condizioni storiche per lo sviluppo dello spirito Dada. Quando Janco torna in Romania nel 1922
non era più dadaista bensì costruttivista. Tzara si iscrive all’Università di Bucarest per seguire i corsi di matematica e filosofia.
Stati Uniti
“Marzo : a C h ic ag o e sc e The Little Review, fo n data dal pianista e critico le tte rario Marg are t Ande rso n.
Q uan d o la p ittric e Jan e He ap n e d iv ie n e la c o d ire ttrice , ne l 1916, la rivista si apre alle arti plastich e . The Little Review stabilisce la pro pria se de a Ne w Yo rk ne l 1917
e , a p artire d al 1920, p re se n ta re g o lar m e n te o p e re d e lla b aro n e ssa Elsa c o sì c o m e o p e re d i Pic ab ia, Man R ay
e Duch am p.
A g o sto : d ata la n e utralità d e g li Stati Un iti N e w
Yo rk, c o m e Zurig o, attira i p rin c ip ali m e m b ri d e l Dad aism o in te r n azio n ale ; Duch am p, Pic ab ia, Je an C ro tti
e Yv o nne C h aste l ar rivano tutti ne l 1915. Frattanto, co n
le lo ro d isc ussio n i e le lo ro attiv ità, i d ad aisti am e ric an i te stim o n ian o la lo ro p re sa d i c o sc ie n za d e lla m ilitarizzazio ne de l m o ndo, situazio ne ch e co m m e ntano pubblic am e n te o c o n tro la q uale si riv o ltan o.
Due d e i m e m b ri d e l g r up p o so n o, d all’in izio, in te re ssati d alla g ue r ra. Il m arito d i Elsa, Lé o p o ld , buo n
am an te m a c attiv o fin an zie re , lasc ia N e w Yo rk c o n un a
b arc a p ie n a d i v o lo n tari p e r rag g iun g e re la G e r m an ia,
p o rtan d o c o n sé le e c o n o m ie d e lla sua sig n o ra. Il b atte llo sarà inte rce ttato e Lé o po ld sarà prig io nie ro di g ue rra d e i Fran c e si p e r q uattro lun g h i an n i. Po rtato alla fin e d e lla g ue r ra in un c am p o d i in te r n am e n to in Sv izze ra, si sp ara un c o lp o in te sta n e ll’ap rile d e l 1919. La
b aro n e ssa re sta a N e w Yo rk, d o v e in izia a p o rtare d e g li ab iti m ilitari in p ubblic o.
Q uan to a Jo h n C o v e rt, c ug in o te d e sc o d i Walte r
A re n sb e rg , rito r n a n e lla sua c ittà n atale d i Pittsburg h
do po av e re studiato pittura a Mo naco di Bavie ra e a Parig i, d uran te q uasi tutti i se i an n i p re c e d e n ti. In “Th e
R e al Sm e ll o f War: A Pe rso n al N ar rativ a” [Il v e ro o d o re d e lla g ue r ra: un rac c o n to p e rso n ale ], ap p arso in n o v e m b re n e lla riv ista n e wyo rke se Trend, rac c o n ta d e lle
sc e n e traum atizzan ti d i p atrio ttism o iste ric o a Parig i e
d i c ar n e fic in e al fro n te .
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Autunno : Walte r e Lo uise Are nsbe rg si trasfe risco no
a N e w Yo rk. Il lo ro ap p artam e n to al 33 We st n e lla 67a
Strad a d iv e r rà un o d e i luo g h i ch iav e d e l Dad aism o ”.
[C .P.]
Svizzera
“G iug n o : Marc e l Ian c u (ch e p re n d e rà il n o m e d i
Jan c o ) e suo frate llo Jule s lasc ian o Buc are st, lo ro c ittà
n atale , p e r stab irlirsi a Zurig o. Jule s c i ar riv a il 26 g iug n o ; Marc e l lo rag g iun g e se n za d ubb io p iù tard i, p e rch é n o n v ie n e re g istrato d alla p o lizia (p ro c e d ura o bblig ato ria p e r tutti g li stran ie ri in c aso d i c am b io d ’in d irizzo o d i p assag g io d i fro n tie ra) ch e il 14 d ic e m b re .
A g o sto : Hug o Ball si ar r uo la c o n e n tusiasm o il 6
ag o sto a Mo n ac o d i Bav ie ra, l’e se rc ito lo rifo r m a p e r
m o tiv i d i salute . Se n za sc o rag g iarsi, d e c id e d i rag g iun g e re il fro nte o c c id e ntale . Un m e se p iù tard i invia al suo
g io r n ale lo c ale un c o rto artic o lo in tito lato “Zwisch e n
Die uze und Luné ville ” [Fra Die uze e Luné ville ], ne l quale lasc ia trasp arire il suo o r ro re c re sc e n te p e r la g ue rra. Em m y He n n in g s risp o n d e alla ch iam ata so tto le arm i fabb ric an d o d e i falsi p assap o rti p e r aiutare g li o p po sito ri all’e se rcito, co se ch e le vale un so g g io r no in prig io n e .
Tristan Tzara (pse udo nim o di Sam ue l Ro se nsto ck),
i frate lli Jan c o e A rth ur Se g al – tutti r um e n i – si re c an o in Sv izze ra p rim a ch e il lo ro p ae se e n tri in g ue r ra
ne ll’ag o sto de l 1916. Tzara de v e ne g oziare co n l’adde tto
m ilitare r um e n o a Parig i; g li sc riv e n e l n o v e m b re 1916,
in m arzo 1917 e an c o ra n e l g e n n aio 1918 p rim a d i e sse re lib e rato d ai suo i o bblig h i m ilitari. Q uan to a Se g al,
c o n sid e rato c o m e un d ise rto re , g li v ie n e re v o c ata la c ittad in an za.
Han s R ich te r v ie n e ar r uo lato il 15 se tte m b re , p o i
in v iato c o m e artig lie re sul fro n te o rie n tale . A V iln ius,
all’in izio d e l 1915, sarà c o lp ito d a p aralisi p arziale ; un o
d e i suo i frate lli è g rav e m e n te fe rito e un altro uc c iso.
C o n sid e rato un rise r v ista n e l m arzo 1916, R ich te r lasc ia la G e r m an ia in se tte m b re . L’austriac o Walte r Se rn e r fug g e d alla G e r m an ia n e l 1915, fo rse in se g uito ac c ad uto g li n e l d ic e m b re d e ll’an n o p re c e d e n te : e ffe ttiv am e n te av e v a abusato d e l suo tito lo d i d o tto re (in d iritto !) pe r pre parare una falsa atte stazio ne di pro ble m i card iac i in fav o re d i Fran z Jun g , futuro m e m b ro d e l m o v im e n to Dad a. A n ch e C h ristian Sch ad , b av are se d i n ascita, rie sce a e vitare la co scrizio ne a Mo naco di Bavie ra
g razie a un falso c e rtific ato. O tto Van R e e s, c ittad in o
A COSA??
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o lan d e se , n o n h a q ue sta fo rtun a; p re sta se r v izio p e r d iv e rsi m e si al fro nte prim a di finire all’o spe dale rifo r m ato
ne l m arzo 1915, in parte fo rse pe r av e r re alizzato un co llag e ch e se m b rav a m e tte re in e v id e n za un d ise q uilib rio
m e n tale .
Je an (Han s) A rp h a un p assap o rto te d e sc o (an ch e
se sua m ad re v iv e in Sv izze ra, a We g g is, d al 1906) e si
tro v a a C o lo n ia q uan d o sc o p p ia la g ue r ra. Passa c irc a
un an n o a Parig i p e r e v itare la c o sc rizio n e , p o i si trasfe risce a Zurig o do po av e r subito un inte rro g ato rio dalla p o lizia fran c e se . Là, sim ula p ro b ab ilm e n te d e i p ro ble m i m e n tali d av an ti alle auto rità te d e sch e . So p h ie
Tae ube r, cittadina svizze ra, vive a Zurigo, do ve inse gne rà
d ise g n o te ssile all’un iv e rsità a p artire d al 1916.
N o v e m b re : a Be rlin o Ball fo n d a un g io r n ale in tim o – do m inato dalle sue intuizio ni pre m o nitrici e da una
fo rte c o sc ie n za d i sé – ch e m an d e rà av an ti an ch e d urante tutto il suo im pe g no ne l Dadaism o zurig h e se . No n
p ubblich e rà i suo i sc ritti ch e q ualch e se ttim an a p rim a
d i m o rire , n e l 1927, c o n il tito lo d i Flucht aus der Zeit
(Fug a fuo ri d al te m p o )”. [C .P.]
URSS
A Mosca viene pubblicata, a cura del gruppo Lirena (Aseèv, G.N. Pètnikov e Božidàr), la prima e unica raccolta di poesie di Božidàr (Bogdan Petrovič Gordeev, 1894-1913), Bub e n [Tamburello], una breve raccolta di sole nove poesie che evidenziano caratteristiche
che ritroveremo più tardi nelle poesie dei dadaisti, in particolare l’assenza di ogni tessuto logico e la ricerca dell’assurdo.
1915
Austria-Ungheria
In Ungheria Kassák pubblica il primo numero di
Te tt [Atto], importante portavoce dell’avanguardia.
Francia
Apertura della libreria Maison des Amis des Livres
di Adrienne Monnier, in rue de l’Odeon, in novembre.
Diventerà presto un luogo di ritrovo per gli esponenti
dell’avanguardia letteraria degli anni Venti, in particolare Breton, Soupault, Aragon.
“G iug n o (Parig i/N e w Yo rk): Duch am p p arte p e r
N e w Yo rk p o rtan d o c o n sé un o stud io in v e tro, Nove
9
stampi maschi e d e i p ro g e tti p e r Il Grande Vetro p ro p riam e n te d e tto. La n av e p arte d a Bo rd e aux – p o ich é
Le Hav re , d a c ui si e ffe ttuan o ab itualm e n te le p arte n ze , si tro va a una distanza pe rico lo sa dalla line a de l fro nte – e n o n ac c e n d e i suo i fari d i p o sizio n am e n to ch e in
p ie n o o c e an o, p e r le m isure d i sic ure zza c o n tro g li attac ch i d e i so tto m arin i”. [C .P.]
Germania
Berlino
Richard Huelsenbeck organizza una serata espressionista nell’Harmoniumsaal nel corso della quale Hugo Ball recita delle poesie. Lo stesso Huelsenbeck recita le sue prime Po e sie n e g re , nelle quali ogni verso termina con un fragoroso “Umba, umba”.
Hausmann incontra Hannah Höch, che sarà sua
compagna sino al 1922.
Oehring e Jung pubblicano il primo numero di Die
fre ie Strasse (l’ultimo uscirà nel 1918).
“Fe bb raio : Ball, ch e h a lasc iato Mo n ac o p e r Be rlin o in o tto b re , p re n d e la p aro la d uran te la c e rim o n ia
c o m m e m o rativ a ch e lui e Hue lse n b e ck h an n o o rg an izzato il 12 fe bb raio in o n o re d e g li sc ritto ri m o rti in g ue rra, tra c ui Han s Le yb o ld , am ic o in tim o d i Ball, ch e si
è suic id ato d o p o e sse re stato fe rito al fro n te alla fin e d e l
1914. In un a le tte ra a sua so re lla Maria Hild e b d ran d Dall (il 13 ap rile ), Ball p e nsa ch e Le yb o ld si sare bb e “viv am e n te fe lic itato ” p e r le sue d ich iarazio n i, d e fin ite d al
g io r n ale Berliner Börsen-Courier (n .d .) c o m e un’e sp re ssio n e d i “d e risio n e , o d io, d ubb io, urg e n za”.
Marzo : He n n in g s rag g iun g e Ball a Be rlin o. Il 26
Ball e Hue lse nbe ck o rg anizzano una “po litisch e So iré e ”
all’A ustria C afé , d uran te la q uale Ball tie n e un d isc o rso p re m o n ito re sul “Die re v o lutio n äre Id e e R usslan d s”
[L’id e a riv o luzio n aria in R ussia]. “Q ue sta g ue r ra è un a
g ue r ra d i g ab in e tto, un a g ue r ra d i g o v e r n o ”, sc riv e a
sua so re lla Maria (il 13 m arzo ). “La m o str uo sa b r utalità c o n c ui si o p p rim e l’um an ità, il g e n e re um an o, l’e d uc azio n e e la c ultura […] av rà la sua v e n d e tta”.
A prile : Hausm ann e Hö ch e v o lv o no in un’altra sfe ra d e lla n asc e n te c o m un ità Dad a. Si in c o n tran o p ro b ab ilm e n te in o c c asio n e d i un a m an ife stazio n e artistica o rganizzata dall’“im pe rato re de lla cultura”, He rwarth
Wald e n . Q ue st’ultim o è a c ap o d i Der Sturm [La Te m p e sta], ch e fu in izialm e n te un a g alle ria e un a riv ista
(1910), p o i un a c asa e d itric e e , a p artire d al 1916, un a
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sc uo la d ’arte e un a lib re ria ch e attirò un a g ran d e p arte d e ll’in te llig h e n zia b e rlin e se .
Mag g io : l’altro n ucle o d i Dad a Be rlin c o m p re n d e
G ro ss, ch e rito r na m o m e ntane am e nte alla vita civile l’11
m ag g io, e i frate lli He rzfe lde . Si inco ntrano durante una
se rata o rg an izzata d a un a c o n o sc e n za d i Hausm an n ,
Lud wig Me id n e r, p itto re e sp re ssio n ista e in c iso re . N e l
lo c ale ch e affitta d a p o c o n e l q uartie re d i Süd e n d e , alla p e rife ria d e lla c ittà, G ro ss in izia a d ip in g e re la v ita
fre n e tic a d i Be rlin o in g ue r ra, p o i le sue p ro stitute , fin o
ag li ap p ro fittato ri d e lla g ue r ra.
A ll’ultim o p o sto n e l c arte llo n e d i un a “e sp re ssio n istich e So iré e ” (il 12 m ag g io ), Ball e Hue lse n b e ck p re se n tan o un’arte p rim itiv ista ch e , se è d e b itric e d e ll’e sp re ssio n ism o, è n uo v a p e r il suo c aratte re ap e rtam e n te p ro v o c ato rio. Hue lse n b e ck d e clam a d e lle “p o e sie n e g re ”, m e n tre Ball re c ita v e rsi alo g ic i. Il c ritic o d e l Berliner Börsen-Courier (14 m ag g io ) si lim ita a sc uo te re il
c ap o :“Po i v e n n e ro g li e sp re ssio n isti se n za rim a n é rag io ne . Il pubblico co m inciò a pre nde re in g iro que sti g io v an i m o lto se ri sul p alc o e i lo ro p o m p o si n o n -se n se ”.
[C .P.]
Hannover
Dopo aver frequentato l’Accademia di Dresda
(1909-1913) e di Berlino (1914) Kurt Schwitters si stabilisce ad Hannover e sposa Helma Fischer.
Italia
De Chirico rientra in Italia e dipinge Il c attiv o g e n io d i un re , Il v e g g e n te e Il d uo .
Olanda
Mondrian inizia la serie dei Plus e t m o ins. I coniugi
Van Rees (Otto e Adja) partecipano, con Arp, alla collettiva presso la Galerie Tanner di Zurigo (14-30 novembre). Primi contatti dei due artisti olandesi con i futuri dadaisti che, negli anni seguenti, si trasformeranno
in un’assidua collaborazione alle manifestazioni dadaiste a Zurigo.
Stati Uniti
Si ritrovano o si incontrano a New York i tre principali protagonisti del Dada: Picabia vi arriva in marzo, seguito in giugno da Duchamp e da Jean Crotti. Poco dopo il suo arrivo Duchamp incontra Man Ray a Ridgefield.
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Il 29 dicembre arriva Edgard Varèse.
L’appartamento di Walter Conrad Arensberg diventa il luogo di ritrovo dell’avanguardia di New York;
vi si incontrano pittori, poeti, scrittori: Charles Demuth,
Duchamp, Picabia, Man Ray, Joseph Stella, Morton
Schamberg, Edgard Varèse, William Carlos Williams ecc.
La Modern Gallery, finanziata da Walter C. Arensberg e diretta da Marius de Zayas, si inaugura in ottobre con una mostra collettiva (opere di Braque, Picabia e Picasso).
Duchamp sceglie i suoi due primi Readymade americani: Pulle d at 4 Pin s [Tirato a lucido]; (fumaiolo di
latta girevole) e In A d v an c e o f th e Bro ke n A r m [Anticipo per il braccio rotto] (badile da neve).
Prima intervista di Duchamp in America: “A Complete Reversal of Art Opinions by Marcel Duchamp Iconoclast”, in A rts an d De c o ratio n , New York, V:11, settembre 1915, pp. 427-28, 442. Alfred Kreymborg e Frederick Macmonnies citano interviste con Duchamp in
Th e Bo sto n Tran sc rip t, C ur re n t O p in io n s (New York)
e N e w Yo rk Tribun e . Partecipa a una mostra collettiva
alla Carroll Gallery di New York.
Duchamp e Grotti sono intervistati da Th e Eve ning
Wo rld (New York).
Man Ray scrive, illustra e pubblica il primo e unico numero del primo periodico proto-Dada americano,
Th e Ridg e fie ld G azo o k (31 marzo 1915). Prima mostra
personale dell’artista alla Daniel Gallery di New York.
Prime opere di Picabia nello stile meccanomorfo
proto-Dada: Trè s rare table au sur la te r re , Fille né e sans
m è re , Ic i, c ’e st ic i Ste ig litz, G ab rie lle Buffe t, Elle c o r rig e le s m œ urs e n rian t, Mach in e san s n o m ecc.
Allen e Louise Norton pubblicano The Ro gue (New
York), un periodico proto-Dada che avrà vita breve.
“Marzo : Stie g litz lan c ia 291. La riv ista d iv e n ta un
p un to d i in c o n tro e d isc ussio n e p e r d e Zayas, Pic ab ia e
Paul Hav ilan d , il q uali v e d o n o n e lla fo r m a d e lle m ac ch in e un a fo n te d i rin n o v am e n to e ste tic o.
G iug no : Picabia sbarca a Ne w Yo rk, inviato in m issio n e d al g o v e r n o fran c e se . Un a v o lta ar riv ato, b aratta i d o v e ri d i Dio e d e lla n azio n e p e r i p iac e ri d e l salo tto di Walte r Are nsbe rg e de ll’e quipe e dito riale di 291.
Più tardi, lo ste sso m e se , Duch am p passa dal ce ntro
di im m ig razio ne di Ellis Island, co m e tutti gli stranie ri,
prim a di po te r e ntrare in città co n il ce rtificato di buo na
salute e co n cinquanta do llari in tasca. V ie ne acco lto da
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Walte r Pach , uno de gli o rg anizzato ri de ll’Ar m o ry Sh o w,
e intro do tto dagli Are nsbe rg. Duch am p e Man Ray si inco ntrano que ll’e state a Ridg e fie ld, ne l Ne w Je rse y, vicino alla co lo nia artistica do v e Man Ray h a casa.
Se tte m bre : do po av e r fatto visita in aprile a suo frate llo m ag g io re , d iv e n uto un e m in e n te ch ir urg o a C o lum bus, ne ll’O h io, e av e r passato un’e state co n lui a Sh e tle r Island , Je an C ro tti ar riva a Ne w Yo rk in c o m p ag nia
d i sua m o g lie Yv o n n e , p o rtan d o c o sì a te r m in e q ue lla
ch e in se g uito v e r rà ch iam ata l’im m ig razio n e d ad aista.
In un’inte rvista rilasciata al New York Tribune (12 se tte m bre ), Ducham p dichiara che la gue rra pro durrà “un’arte se ve ra, dire tta”, pe rché le pe rso ne dive ntano dure, e pe rfino “spie tate ” di fro nte alla “m o rte de i lo ro cari”.
O tto b re : d e Zayas ap re la Mo d e r n G alle r y (7 o tto b re ). Il v e r n issag e d e ll’e sp o sizio n e p o rta a n uo v e in te r v iste , d i c ui un a sul Tribune (24 o tto b re ) a c ui p arte c ip an o in sie m e Duch am p, Pic ab ia, d e Zayas e C ro tti, d a p o c o ar riv ato. “Ho ar ruo lato la sala m ac ch in e d e l
m o n d o m o d e r n o, c o n fid a Pic ab ia, e l’h o in tro d o tta n e l
m io ate lie r”. R ip re n d e n d o il lin g uag g io m ilitare d i Pic ab ia (l’arte p e r “l’ar r uo lam e n to ”), Duch am p, un a v o lta d i p iù, p arla d ire ttam e n te d e lla g ue r ra. Lui è v e n uto a N e w Yo rk, d ich iara, p e rch é h a tro v ato Parig i “sp av e n to sam e n te v uo ta”, “c o m e un a c asa d ise rtata” le c ui
luci so no spe nte . “In un’atm o sfe ra sim ile , so prattutto pe r
q ualc un o ch e c o n sid e ra la g ue r ra un ab o m in io, è fac ile c ap ire ch e l’e siste n za è c up a e p e san te ”.
No v e m bre : prim a e spo sizio ne di Man Ray, alla Dan ie l G alle r y, a N e w Yo rk.
Dic e m b re : l’ag e nzia d i stam p a In te r n atio n al N e ws
Ph o to g rap h y e sp o n e fo to d e lla b aro n e ssa Elsa ch e p o sa co nciata in dive rsi co stum i, pro babilm e nte ne l suo ate lie r de l Linco ln Arcade Building , do v e viv o no anch e Duch am p e C ro tti. In q ue st’e p o c a la b aro n e ssa attira l’atte n zio n e d e l c irc o lo d e g li A re n b e rg p e r le sue o p e re se ssualm e nte pro v o canti e il suo m o do “spudo rato ” co n cui
d à sp e ttac o lo in strad a.
Inve rno 1915-1916: Ducham p e Cro tti co ndivido no
un ate lie r p e r un p e rio d o. V isib ilm e n te in flue n zato d ai
suo i c o lle g h i fran c e si, C ro tti c re a d e g li asse m blag g i
astratti su v e tro ch e in te g ran o e le m e n ti p re si d a m ac ch in e , e c o ltiv a i te m i d e ll’um o rism o e d e l m o v im e n to,
p e r e se m p io in Il Clown e in Les Forces mécaniques de
l’amour en mouvement. Q ue sti d ue asse m blag g i, c o sì
c o m e l’o m ag g io sc ulto re o in tito lato Portrait sur mesure de Marcel Duchamp, e sp o sto a p iù rip re se a N e w
11
Yo rk, c o n tribuisc o n o a raffo rzare la c o m un ità d e i d ad aisti”. [C .P.]
Svizzera
Giungono a Zurigo i fondatori del Cabaret Voltaire:
Arp arriva da Parigi durante l’estate, Ball e Hennings
in maggio dalla Germania, Tzara e Janco in autunno
da Bucarest.
Tzara si iscrive alla facoltà di Filosofia e Lettere. Nell’ottobre firma per la prima volta con lo pseudonimo Tristan Tzara un testo pubblicato da Ion Vinea su C h e m are a [L’Appello]. Janco intraprende gli studi di architettura all’Istituto federale svizzero (ETH), dove effettua i quattro anni del corso. Nel periodo Dada, la sua
formazione architettonica gli ispirerà una serie di assemblaggi e di rilievi in gesso; viceversa, il suo impegno
nel gruppo di Zurigo lo porta a presentare, nel piano
di studi all’ETH, soggetti riguardanti l’arte astratta.
Ball e Emmy Hennings vivono in condizioni di
estrema indigenza a Ginevra: “Ero più povero di un pesce. Non potevo muovermi. Sedevo in riva al lago vicino a un pescatore e invidiavo al pesce l’esca che gli buttavano”. Ball scrive nel suo diario, il 30 giugno: “Vi è
qualcosa di marcio e di senile in questo mondo […]. È
necessaria una grande cospirazione della gioventù eterna per difendere tutto quanto è nobile”. Il 9 luglio annota il suo interesse per Paro le in lib e rtà inviatogli da
Marinetti. “Sono soltanto delle lettere dell’alfabeto su
una pagina”, scrive Ball nel suo diario (il 9 luglio); “Non
esiste più il linguaggio […] bisogna completamente reinventarlo”.
In ottobre Ball e la Hennings tornano a Zurigo. Ball
tenta di suicidarsi.
Scrive sconsolato il 15 ottobre: “Se volessi scappare di nuovo dove potrei andare? La Svizzera è una gabbia di uccelli circondata da leoni ruggenti”.
Si uniscono a una troupe di teatranti (vaudeville)
con i quali vanno a Basilea. In dicembre Ball e la Hennings sono di nuovo a Zurigo.
Novembre: mostra di Arp (con Otto e Adja van
Rees) alla Galleria Tanner di Zurigo (15 novembre – 1
dicembre). Arp vi incontra Sophie Taeuber che diventa la sua compagna. La mostra suscita violente reazioni della critica.
“Marzo : un m e se d o p o la sua re g istrazio n e a Zurig o (l’11 fe bb raio ), Walte r Se r n e r rag g iun g e il g r up p o
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d i Der Mistral, “g io r n ale d i g ue r ra le tte raria”. Parte n d o d all’id e a ch e le istituzio n i b o rg h e si – g iurid ich e , p o litiche, culturali – co stituisco no “una g ram m atica di gue rra”, i c ap o re d atto ri, Hug o K e rste n e Em il Szittya, c o n te stan o n o n tan to il c o n flitto in sé q uan to il lin g uag g io
e la str uttura so c iale ch e lo ap p o g g ian o. A lc un e p o e sie
d i Filip p o T. Marin e tti e d i G uillaum e A p o llin aire , ch e
sco nvo lgo no la sintassi co nve nzio nale, co m ple tano il pro g ram m a e d ito riale .
A p rile : O tto Van R e e s si re c a in q ue sto p e rio d o ad
Asco na, ce ntro di vita alte r nativa e pacifista, do v e la sua
fam iglia si è rifug iata pe r sfug g ire alla g ue rra. C o m e Arp,
Tzara, Ball e altri d o p o d i lo ro, i Van R e e s fre q ue n tan o la c asa in c ui Se g al e sua m o g lie Er n e stin e si so n o
stab iliti n e ll’autun n o p re c e d e n te . In se tte m b re , la c o p p ia v a ad ab itare v ic in o a Zurig o.
Mag g io -g iug n o : Ball e He n n in g s, ch e v iv o n o in
e stre m a p o v e rtà, rag g iun g o n o Zurig o, in v itati d a Se rn e r a c o llab o rare a Der Mistral, m a la riv ista sm e tte d i
usc ire c o n il te rzo n um e ro, il 26 ap rile . Ball h a utilizzato d ue p assap o rti d i tran sito e si è fatto re g istrare so tto falso n o m e p e r e v itare n o ie . Sp e ran d o d i m an te n e re
l’in c o g n ito, si stab ilisc e a G in e v ra, m a v ie n e ritro v ato e
p assa un a se ttim an a in p rig io n e in ag o sto.
Lug lio : Marin e tti in v ia a Ball il suo m an ife sto Parole in libertà d i c ui alc un i e stratti so n o c o m p arsi in Der
Mistral.
A g o sto : Sch ad ar riv a a Zurig o. Il d ise g n ato re p o lac c o Marc e l Slo d ki lo p re se n ta alla c o m un ità d e g li im m ig rati, e in p artic o lare a Se r n e r, ch e d iv e n te rà il suo
m e n to re e il suo le g am e c o n il g r up p o Dad a.
O tto bre : Ball e He nnings m e tto no a punto uno spe ttac o lo d i c ab are t in tito lato Maxim; Ball sc riv e an ch e alc un i ske tch p aro d istic i e suo n a il p ian o fo rte p e r la tro upe . “Abbiam o incantato ri di se rpe nti, m ang iato ri di fuo co, funam bo li, tutto que llo ch e si può im m ag inare ”, scriv e Ball alla sua am ic a K äth e Bro d n itz il 16 n o v e m b re .
Il g r up p o p arte in to ur n é e d uran te l’in v e r n o.
Tzara e il suo co m pagno di lice o Io n V ine a lanciano
a Buc are st la riv ista Chemarea [L’A p p e llo ], ch e ad o tta
un a p o sizio n e e d ito riale p se ud o m ilitarista e so v v e rsiv a:
“C am m in iam o n e lla n o stra b e lla ar m atura […]. C o m e
p assap o rto, [d ate c i] un arse n ale . […] Bo m b e fum o g e n e in c e stin i p e r la c arta, m atite fo r n ite d i lam e […].
O g g i to c c a a q ue sti g io v an i p artiti d ’urg e n za in b attag lia d o m an d arsi d o v e li h an n o m an d ati”.
Sch ad e Se r n e r c o llab o ran o a Sirius: il p rim o p ro -
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p o n e in c isio n i su le g n o in stile e sp re ssio n ista, il se c o n d o sag g i c ritic i e artic o li sulle n uo v e fo r m e d ’arte e d i
le tte ratura. Ivan G o ll (po e ta e pacifista re ce nte m e nte arriv ato d a Strasburg o ), A rp e Van R e e s c o m p aio n o tra
i c o llab o rato ri.
N o v e m b re : tutti g li artisti p re se n ti alla m o stra o rg an izzata alla g alle ria Tan n e r d e g li ar ran g iam e n ti isp irati al C ub ism o, ch e v an n o d alle n ature m o rte ai c o llag e s astratti: tra e ssi c o m p are il m an ife sto d e ll’e sp o sizio n e re alizzata d a Van R e e s. È in q ue st’o c c asio n e ch e
A rp e Tae ub e r si in c o n tran o p e r la p rim a v o lta.
Dice m bre : Bro dnitz, am ica di Ball, arriva dalla G e rm an ia in v isita a Zurig o. A iuta Ball e He n n in g s a o rg an izzare un a se rata d i le ttura il 17 d ic e m b re . Le i e altri sug g e risc o n o lo ro d i fo n d are il p ro p rio c ab are t. Più
tard i, n e llo ste sso m e se , Ball p re se n ta il suo p ro g e tto d i
“Tav e r n a d e g li A rtisti”, sul g e n e re d e l “Sim p lizissim us”
[il lo ro p rin c ip ale luo g o d i in c o n tro a Mo n ac o ] m a p e r
d i p iù artistica e c o n un d ise g no m e g lio d e fin ito ”. [C .P.]
URSS
Kručënych pubblica Zaum naja K nig a [Libro transmentale], raccolta di poesie scritte in zaùm ’ e illustrate da Olga Rozanova, che ha disegnato anche la copertina incollandovi sopra un asso di cuori con applicato un
grosso bottone bianco. I testi e le illustrazioni si alternano,
spesso alla rovescia, in un voluto disordine. Le pagine del
libro sono di formato variabile e di colore diverso. L’ultima pagina è occupata da una poesia in zaùm ’ firmata Alyagrov, pseudonimo di Romàn Jakobson.
1916
Austria-Ungheria
In piena guerra, Lajos Kassák pubblica un “numero
internazionale” di Te tt (1° agosto 1916), che si avvale
di contributi di russi, francesi, belgi, italiani, inglesi e serbi.
Quando Te tt viene soppresso, Kassák pubblica in
novembre il primo fascicolo di Ma [Oggi], che diventa
il più importante periodico dell’avanguardia ungherese (62 fascicoli pubblicati, l’ultimo il 15 giugno 1925).
Ma diventa presto un luogo d’incontro e di espressione
di tutti i movimenti dell’avanguardia europea: Futurismo, Espressionismo, Costruttivismo, Dadaismo e Surrealismo.
Ma è tra i primi periodici d’avanguardia a occu-
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parsi di cinema, teatro, architettura, musica, e a riconoscere l’importanza che può assumere l’arte grafica,
anche nelle sue applicazioni pubblicitarie.
Moholy-Nagy è co-fondatore del periodico d’avanguardia Je le n ko r, e aderisce al gruppo degli artisti e
letterati che gravitano attorno a Ma.
Belgio
Prime opere astratte di Joostens, primi collage con
cartine colorate.
Cile
Huidobro decide di partire per l’Europa. Passando da Buenos Aires vi tiene una conferenza sul C re acio nism o . Dopo un breve soggiorno in Italia arriva a Parigi e si lega subito a Pierre Reverdy – che, probabilmente, lo aiuta a pubblicare N o rd -Sud – e a Pierre Albert-Birot.
Francia
All’ospedale di Nantes André Breton incontra Jacques Vaché, medicato per una ferita alla gamba, e a Parigi, in maggio, Apollinaire. Scopre Alfred Jarry e Sigmund Freud. Pierre Albert-Birot inizia la pubblicazione del periodico Sic .
“Durante il se rvizio m ilitare , Ribe m o nt-De ssaig ne s
sc riv e L’Empereur de Chine [L’im p e rato re d e lla C in a],
c o n sid e rata la p rim a p iè c e Dad a.
Fe bb raio : Vach é in c ar n e rà ag li o c ch i d i Bre to n l’ide ale de llo h um o ur (o piutto sto de ll’“um o ur”, co m e scriv e ) c in ic o e n ich ilista, d e ll’ir riv e re n za v e rso i v alo ri stab iliti, ch e sian o so c iali o artistic i. A lla m o rte d i Vach é ,
n e l g e n n aio 1919, Bre to n trasfe rirà la sua ad o razio n e
q uasi im m e d iatam e n te su Tristan Tzara.
A utun n o : Suzan n e Duch am p re alizza Un et une
menacés [Un o e un a m in ac c iati], d ip in to -asse m blag g io
c o m p o sto d a un filo a p io m b o, d a un m o v im e n to a o ro lo g e ria e d a altri e le m e n ti m e c c an ic i. Esp rim e c o n q ue st’o p e ra un a se n sib ilità – isp irata se n za d ubb io al lav o ro d i C ro tti, d a p o c o to r n ato a Parig i – p e r la re c e n te
e v o luzio n e d e lla sc e n a artistic a n e wyo rke se ”. [C .P.]
Germania
Berlino
Gennaio: personale di Marx Ernst alla Galerie Der
Sturm.
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Luglio: Barger e Herzfelde pubblicano il primo numero (7) della nuova serie di Ne ue Juge nd. I fratelli Herzfelde (Wieland Herzfelde e Helmut Herzfeld = John
Heartfield) fondano la casa editrice Malik Verlag (il cui
nome deriva dal titolo di un romanzo di Else LaskerSchuler, De r Malik). Il Malik Verlag pubblicherà quasi
tutti i periodici Dada o simpatizzanti di Dada e politicamente impegnati: Ne ue Jug e nd (a partire dal 7, 1916),
Je de r m ann se in e ig ne r Fussball (numero unico, febbraio
1919), De r Dad a (solamente il terzo numero, aprile
1920), Die Ple ite (febbraio 1919 – giugno 1924), De r G e g ne r (1919-1922), Erste inte r natio nale Dada-Me sse (numero unico-catalogo per la mostra omonima, giugno
1920). Pubblicherà anche i principali testi dadaisti berlinesi. Di Herzfelde: Sulam ith , 1917; Sch utzh aft (che sostituisce il 2 di Die Ple ite ), 1919; Trag ig ro te ske n de r Nach t, 1920; G e se llsch aft, K ün stle r un d K o m m un ism us,
1921; Die K unst ist in G e fah r, illustrato da Grosz, 1925.
Di Huelsenbeck, nel 1920: Dad a Sie g t, De utsch lan d
m uss unte rg e h e n e Ph antastisch e G e be te ; di Hausmann:
Hur ra! Hur ra! Hur ra!, 1921; di Grosz tutte le cartelle
di litografie e disegni: Erste G e o rg G ro sz-Map p e , 1917;
K le in e G ro sz-Map p e , 1917; G o tt m it un s, 1920; Im
Sch atte n , 1920; Das G e sich t d e r h e r rsch e n d e n K lasse ,
1921; Ec c e h o m o , 1922; Mit Pin se l un d Sch e re , 1922;
Die Raübe r, 1922; Abre ch nung fo lg t!, 1923; di Jung, nel
1921; Die K an ake r, Wie lan g e n o ch ?, Pro le tarie r, Die
ro te Wo ch e ; nel 1922; A n n e m arie , A rb e itsfrie d e , Hun g e r an d e r Wo lg a; nel 1923: Die Ero b e r un g d e r Masch in e n ; Die Te ch n ik d e s G lücks.
Nel 1920 Herzfelde inizia la collana Kleine revolutionäre Bibliothek [Piccola biblioteca rivoluzionaria]; nel
1921 la Rote Roman-Serie [Collana di romanzi rossi].
Luglio-agosto: a una collettiva di pittori espressionisti allestita alla Galerie Der Sturm espone anche Picabia.
“G e n n aio (Be rlin o /C o lo n ia): Max Er n st in c o n tra
G ro ss e i frate lli He rzfe ld e in o c c asio n e d e lla sua e sp o sizio n e alla G ale rie De r Stur m (2-31 g e n n aio ).
Hö ch tro v a un im p ie g o stab ile (il 1° g e n n aio ) n e l
g r up p o e d ito riale Ullste in , d o v e c re a d e i m o d e lli d i ric am i e d i p izzi p e r g io r n ali fe m m in ili. Ullste in p ubblic a un n um e ro c re sc e n te d i riv iste illustrate : è il c aso d i
BIZ [G io r n ale illustrato b e rlin e se ], Der Querschnitt [Il
m o d e llo ] e Uhu [G ufo ], ch e o ffriran n o a Hö ch d e g li
sp un ti p e r i suo i fo to m o n tag g i.
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Marzo : Han s R ich te r è o g g e tto d i un n um e ro sp e c iale d i Die Aktion, e d i un p an e g iric o d e l c ritic o Th e o d o r Däuble r. V ie n e sm o b ilitato lo ste sso m e se .
Mag g io : i frate lli He rzfe ld e ac q uistan o i d iritti d i
Neue Jugend, casa e ditrice e g io r nale apparte ne nte a un
c o m p ag n o d i lic e o.
G iug n o : e sp o sizio n e p e rso n ale d i R ich te r alla g alle ria N e ue K un st d i Han s G o ltz, d o v e p re se n ta se ttan ta o p e re . “La c o m p le ssità al p re zzo d e ll’im m o b ilità è il
risultato de lla vigliacche ria bo rghe se ”, scrive Richte r ne lla pre fazio ne de l catalo g o de ll’e spo sizio ne . In se tte m bre ,
p arte p re c ip ito sam e n te p e r Zurig o, d o v e rag g iun g e im m e d iatam e n te il c irc o lo Dad a.
O tto b re : Baad e r in d irizza un ap p e llo te m e rario al
K aise r affin ch é m e tta fin e im m e d iatam e n te alla g ue rra. Si d ich iara lui ste sso “sig n o re d e l re g n o d e llo sp irito ” e si e so n e ra a tale tito lo d a o g n i im p e g n o n e l c o n flitto.
In v e r n o : He rzfe ld e e G ro sz (è c o sì ch e e g li o r m ai
sc riv e il p ro p rio n o m e ) riun isc o n o n e lla Erste George
Grosz-Mappe [Prim o p o rtfo lio G e o rg e G ro sz], p ubblic ato n e lla p rim av e ra d e l 1917, n o v e lito g rafie sull’an o m ia urb an a d ise g n ate in un o stile ch e G ro sz d e fin isc e
n e l 1925 c o m e un “tag lio d i c o lte llo ”, e ch e si rich iam a
ai “d ise g n i p o p o lari n e g li o rin ato i”. [C .P.]
Hannover
Fondazione della società artistica Kestner-Gesellschaft, che organizzerà molte e importanti mostre e conferenze dell’avanguardia internazionale. A partire dal
1917, Schwitters parteciperà alle mostre della Hannover Sezession organizzate da questa società. Con l’avvento del nazismo nel 1933, la Kestner-Gesellschaft sarà
costretta a rallentare la propria attività, che chiuderà nel
1936 (con una mostra di Franz Marc) per riprenderla
soltanto dopo il ’45.
Italia
De Chirico, Malin c o n ia d i un a p arte n za, La g ue rra, In te r n o m e tafisic o c o n g ran d e stab ile , N atura m o rta m e tafisic a. Carrà, C o m p o sizio n e TA , G e n tiluo m o
ub riac o .
Olanda
Paul Citroen parte per Berlino e viene presentato
dall’amico Walter Mehring ai futuri dadaisti berlinesi:
Grosz e i fratel Herzfelde (John Heartfield e Wieland
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Herzfelde). Si iscrive all’Accademia dell’Arte di Berlino, frequenta il Café des Westens, luogo di ritrovo preferito degli artisti e degli scrittori d’avanguardia, dove
incontra anche Hausmann, Baader e l’olandese Jan
Bloomfield (che in seguito germanizzerà il proprio nome in Erwin Blumenfeld).
Theo van Doesburg è smobilitato e torna a vivere
a Leiden, dove dipinge, scrive le prime “poesie elementari” e collabora con l’architetto Oud. Mondrian è
a Laren, esegue variazioni cubiste sui temi delle To r ri
e dei Po rti.
Spagna
Picabia arriva a Barcellona in agosto e vi ritrova
una piccola colonia di fuoriusciti francesi (Arthur Cravan, Albert Gleizes, Marie Laurencin) e Charchoune.
Picabia fa la conoscenza di José Dalmau, titolare
della migliore galleria di Barcellona, che già aveva esposto opere dei cubisti, di Duchamp e dello stesso Picabia.
Segue un fruttuoso periodo di collaborazione nel
corso del quale Dalmau esporrà, oltre a Francis Picabia, anche Serge Charchoune.
Stati Uniti
Marcel Duchamp, Man Ray, Walter C. Arensberg
e altri fondano a New York la Society of Independent
Artists [Società degli artisti indipendenti].
Man Ray partecipa alla “Forum Exhibition of Modern American Painters” a New York. In un breve testo
scritto per il catalogo della mostra sottolinea l’importanza
dello humour, dell’immaginazione e difende la sua volontà di non lasciarsi intrappolare da un solo mezzo di
espressione. Seconda mostra personale alla Daniel Gallery, dove espone Se lf-Po rtrait [Autoritratto], il primo assemblage americano proto-Dada. Inizia la serie dei collage con carte colorate: Re v o lving Do o rs [Porte girevoli]. Dipinge Th e Ro pe Dance r Acco m panie s He rse lf
With He r Sh ado ws [La danzatrice sulla corda si accompagna alle sue ombre] in cui è il caso, anziché considerazioni estetiche, che determina la composizione.
Duchamp e Crotti, assieme ai cubisti Metzinger e
Gleizes, espongono alla Montross Gallery, in aprile, in
una mostra intitolata “I 4 moschettieri”.
Duchamp sceglie o elabora quattro Readymade:
C o m b [Pettine], With Hidd e n N o ise [Con rumore segreto], Trav e lle r’s Fo ld in g Ite m [Pieghevole da viaggio]
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e Th e Battle Sc e n e [Scena di battaglia]. Viene intervistato con Crotti da Nicola Greeley-Smith per Th e Ev e n in g Wo rld (New York, 4 aprile 1916, p. 16). Partecipa
con quattro dipinti e due Readymade alla Exhibition of
Modern Art, presso la Bourgeois Gallery, 3-29 aprile.
Picabia, in preda a una depressione nervosa (abuso di alcool e di stupefacenti), in estate lascia New York
per Barcellona.
Prima intervista di Varèse negli Stati Uniti: egli propone l’uso di nuovi mezzi tecnici per creare un nuovo
universo di suoni (Th e N e w Yo rk Te le g rap h an d Mo rn in g Te le g rap h , marzo).
Primi contatti (epistolari) fra Marius de Zayas e Tristan Tzara in settembre.
Progetto di uno scambio di mostre (“arte astratta
americana”, gruppo Dada svizzero).
Coady, un mercante d’arte newyorkese, pubblica,
in dicembre, il primo fascicolo di Th e So il [La Terra]
(5 fascicoli in tutto, l’ultimo nel luglio 1917). Oltre a difendere le idee Dada, Coady pubblicherà anche dei testi e fotografie di Cravan.
“G e nnaio : Picabia e spo ne alla Mo de r n G alle ry (526 g e nnaio ). I quadri ch iam ati m e ccano m o rfi so no pre se nti in g ran num e ro pe r la prim a v o lta, e l’e v e nto suscita sulla stam pa num e ro se critich e ne g ativ e e v e rbo se .
G e n n aio (N e w Yo rk/Parig i): il 15 g e n n aio Duch am p indirizza una le tte ra a sua so re lla Suzanne , a Parig i, ch ie d e n d o le d i c re are un “re ad y-m ad e a d istan za”.
Do po av e r indicato la pre se nza di una ruo ta di bicicle tta
e di un po rtabo ttiglie ne l suo appartam e nto parig ino o rm ai vuo to, ch ie de a Suzanne di fir m are que st’ultim o ag g iung e ndo vi un’iscrizio ne ch e le co m unich e rà in una le tte ra suc c e ssiv a (o g g i p e rsa).
A p rile : p e r la p rim a v o lta, Duch am p p re se n ta al
p ubblic o la sua id e a d i “re ad y-m ad e ” in un’in te r v ista al
Ev e n in g Wo rld (4 ap rile ) ch e c o in c id e c o n le d ue e sp o sizio ni co lle ttiv e a cui parte cipa. In to tale , v e ng o no e spo ste d o d ic i o p e re , d i c ui d ue se m p lic e m e n te in tito late
“re ad y-m ad e ” – Traveller’s Foldin Item [Pie g h e v o le d a
v iag g io ] e un o g g e tto n o n id e n tific ato. L’artic o lo d e ll’Evening World in siste sul se n sazio n alism o d e ll’e v e n to.
“Q ue sta g ran d e p ala d a n e v e b rillan te è la c o sa p iù b e lla ch e abb ia m ai v isto ” av re bb e d e tto C ro tti a p ro p o sito d i In Advance of the Broken Arm [In an tic ip o d e l
b rac c io ro tto ] d i Duch am p, ap p e so al so ffitto d e ll’ate lie r ch e c o n d iv id e v an o.
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A utun n o : C ro tti e C h aste l to r n an o a Parig i.
Man R ay re alizza un a se rie d i d ie c i c o llag e in tito lata c o lle ttiv am e n te Revolving Doors, ap p ro fo n d e n d o
c o sì la sua ric e rc a d i un’arte astratta ch e fo sse trasc e n de nte m a radicata ne lla vita quo tidiana e ne ll’e spe rie nza
m o d e r n a: Long Distance [G ran d e d istan za], Decanter
[De c an te r] e Concrete Mixer [Be to n ie ra] so n o alc un i
d e i tito li. Man R ay ap p re zza an ch e il p ro c e d im e n to rad ic ale e sc o n c e rtan te ch e c o n siste n e l rib atte zzare o g ge tti o rdinari co n te r m ini astratti. Co sì, scrive a pro po sito
d i Decanter n e l 1919: “Il suo c am b iam e n to im p ro v v iso d i fun zio n e le h a d ato c o rag g io : c o n c e p ita p e r e sp e lle re , d iv e n ta un o str um e n to d i ac c e ttazio n e ”.
N o v e m b re (N e w Yo rk/Zurig o ): Lo sc ritto re He n ri-Pie r re R o ch é in c o n tra Duch am p e si un isc e al c irc o lo d e g li A re n sb e rg.
De Zayas sc riv e (il 16 n o v e m b re ) a Tristan Tzara,
ch e g li h a ap p e n a in v iato d ie c i e se m p lari d i q ue llo ch e
è p ro b ab ilm e n te La Première Aventure céléste [sic] de
M. Antipyrine, in c ui c o m p are un a v e rsio n e d e l p rim issim o m an ife sto d ad aista. Duch am p ric o rd e rà n e g li
an n i Se ssan ta ch e è attrav e rso q ue sto lib ro ch e h a se n tito p arlare d e l m o v im e n to p e r la p rim a v o lta.
Djuna Bar ne s, che dive nte rà l’assiste nte di Elsa, parla p e r la p rim a v o lta d e i trav e stim e n ti d e lla b aro n e ssa
in un artic o lo d e l New York Morning Telegraph Sunday Magazine (26 n o v e m b re ): “[S]i v e d e la b aro n e ssa
usc ire rap id am e n te d a un o d i q ue i n uo v i taxi b ian ch i
c o n se ttan ta b rac c iale tti n e ri e v io la tin tin n an ti in to r n o
alle sue c av ig lie p ro fan e , un fran c o b o llo stran ie ro, o blite rato, in c o llato su un a g uan c ia; un a p ar r uc c a v io la e
d ’o ro […] un v e c ch io q uad e r n o um an o su c ui so n o state scritte tutte le fo llie di una ge ne razio ne passata”. [C.P.]
Svizzera
5 febbraio: si apre al numero 1 della Spiegelgasse,
una stradina malfamata della vecchia Zurigo, il Cabaret Voltaire (durerà sei mesi), su iniziativa di Hugo Ball
e Emmy Hennings.
“La sala era strapiena”, ricorda Ball nel suo diario
il 5 febbraio, “molte persone non poterono trovare un
posto a sedere. Verso le 6 del pomeriggio, mentre eravamo ancora indaffarati a martellare e ad affiggere manifesti futuristi, arrivò una delegazione dall’aria orientale composta di quattro piccoli uomini con cartelle e
dipinti sotto il braccio. Salutarono educatamente con
molti inchini e si presentarono: Marcel Janco pittore, Tri-
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stan Tzara, Georges Janco, e un quarto di cui non afferrai il nome. Per caso era presente anche Arp e potemmo comunicare senza molte parole. Presto gli A rc an g e li sontuosi di Janco furono appesi con altri begli
oggetti, e la sera stessa Tzara lesse alcune poesie di stile tradizionale andandole a pescare, con modi affascinanti, nelle varie tasche della sua giacca”.
Inizia così l’attività Dada a Zurigo con Hans Arp,
Hugo Ball, Richard Huelsenbeck, che arriva pochi giorni dopo da Berlino, Marcel Janco e Tristan Tzara. Il Cabaret Voltaire offre tutte le sere un programma diverso.
Il 6 febbraio lettura di poesie di Kandinsky, Else Lasker e Wedekind. Canti (con il concorso di un coro rivoluzionario) e balli. Partecipano anche molti rifugiati
russi, che organizzano un’orchestra con venti suonatori di balalaika. Il 7 febbraio lettura di poesie di Blaise
Cendrars e Jacob Van Hoddis. Debutto di Madame Leconte, cantante francese. Scenette umoristiche di Reger.
L’arrivo di Huelsenbeck da Berlino (“a lui piacciono i
ritmi più forti, ritmi negri, preferisce far entrare in terra la letteratura a suon di tamburo”, Ball, 11 febbraio)
determina una svolta meno conformista delle serate al
Cabaret Voltaire. Si continuano le letture di poeti tradizionali (Werfel, Max Jacob, André Salmon, Laforgue
ecc.) ma si leggono anche i satirici e gli umoristi (Morgenstern, Lichtenstein, Jarry ecc.). Alla musica dei classici dell’Ottocento (Liszt e altri) subentrano i moderni
(Debussy, Skriabin, Rachmaninoff, Saint-Saëns, Strawinsky, ecc.). Alle serate partecipano dilettanti con lettura
di poesie, canti, balli, danze estemporanee.
1° marzo: Ball annota nel suo diario: “Arp si leva
contro l’ampollosità degli dei della pittura (gli espressionisti). Dice che i tori di Marc sono troppo grassi, le
cosmogonie e le stelle fisse pazze di Baumann e Meidner gli ricordano le stelle di Bölsck e Carus. Vorrebbe
che tutte le cose fossero più ordinate e meno capricciose, meno grondanti di colore e di poesia. Preferisce la
semplicità della geometria alle versioni dipinte della
Creazione e dell’Apocalisse… Se lo capisco correttamente, egli s’interessa di più alla semplificazione piuttosto che alla ricchezza”.
12 marzo: “Bisogna essere totalmente nuovi e inventivi. Riscriviamo la vita tutti i giorni” (Ball).
14 marzo. Serata francese: Tzara legge poesie di
Max Jacob, André Salmon o Lafargue. Ball avrebbe voluto tradurre e leggere poesie di Lautréamont, ma non
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ricevette in tempo il testo. Arp legge invece brani dall’Ubu R o i di Jarry. Oser e Rubinstein suonano il primo
tempo della Sonata per piano e cello op. 32 di SaintSaëns. Mme Leconte canta canzonette francesi.
29 marzo: Huelsenbeck, Janco e Tzara leggono L’Am iral ch e rch e un e m aiso n à lo ue r, una loro poesia “simultanea” (pubblicata poi nel numero unico di C ab are t Vo ltaire ). Seguono, ispirati dal precedente di Henri
Barzun e Fernand Divoire, C an to n e g ro I e Il su musica di Ian Ephraim.
Aprile: inizia l’intensa attività epistolare di Tzara.
A Parigi, tramite il mercante d’arte Paul Guillaume, allaccia contatti con Apollinaire (che lo presenterà a Pierre Reverdy) e Max Jacob. In Italia corrisponde con Giorgio de Chirico e Alberto Savinio che vivono a Ferrara.
In una lettera a Doucet datata 30 ottobre 1922 Tzara
scrive: “Tramite suo [Savinio] il mio indirizzo si sparse
in Italia come una malattia contagiosa. Fui bombardato di lettere da tutte le province d’Italia. Quasi tutte iniziavano con ‘Caro amico’, ma la maggior parte dei miei
corrispondenti mi chiamava ‘carissimo e illustrissimo
poeta’. Questo mi indusse a rompere presto i rapporti
con questo popolo troppo entusiasta” (Sanouillet 1965,
p. 571).
11 aprile: l’idea di un movimento Dada e la stessa
parola Dada non sono ancora nate, come risulta da questa annotazione nel diario di Ball: “Ci sono progetti per
una ‘Società Voltaire’ e una mostra internazionale (questa sarà realizzata nel gennaio dell’anno successivo). Gli
utili di queste serate serviranno a finanziare un’antologia che pubblicheremo presto. (Si tratta del numero unico di C ab are t Vo ltaire , pubblicato in giugno e nella cui
prefazione, scritta da Ball e datata 15 maggio, si adopera per la prima volta la parola Dada) H. [Huelsenbeck] è contro l’organizzazione; la gente ne ha abbastanza di organizzazioni, dice. Anch’io la penso in questo modo. Non bisogna trasformare una fantasia in una
scuola artistica”. Tre giorni dopo Ball annota ancora:
“Il nostro cabaret è un gesto”. 18 aprile: una frase del
diario di Hugo Ball sembra indicare che la parola Dada è stata trovata tra il 12 e il 17 aprile; il 18 egli scrive nel suo diario: “Tzara continua a preoccuparsi per
il periodico [Dad a, il cui primo numero sarà pubblicato in luglio]. La mia proposta di chiamarlo ‘Dada’ è accettata”. La scoperta della parola Dada è stata rivendicata anche da Tzara (la parola sarebbe stata trovata da
lui, presenti alcuni dadaisti, al Café de la Terrasse di Zu-
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rigo, infilando un temperino in un dizionario). Per dovere di cronaca, e anche se la cosa ha scarsa importanza, anche Huelsenbeck ha avanzato la stessa rivendicazione. Molto lascia supporre che Ball non menta: il diario fu completato e pubblicato tre mesi prima della sua
morte (14 settembre 1927) e cioè diversi anni dopo aver
perso ogni interesse per il movimento Dada. Non avrebbe dunque avuto nessuna ragione di rivendicare un gesto che apparteneva a un passato che aveva completamente rinnegato (Ball morì cattolico osservante). Sembra più probabile che la parola sia stata trovata da Ball
e Huelsenbeck in un dizionario francese-tedesco che Ball
utilizzava per scrivere il suo saggio Zur K ritik d e r d e utsch e n In te llig e n z.
24 maggio: Ball annota nel suo diario: “Siamo in
cinque, e la cosa più strana è che non siamo mai simultaneamente in accordo completo, nonostante siamo
d’accordo sulle questioni principali. Le costellazioni cambiano. A volte Arp e Huelsenbeck sono d’accordo e sembrano inseparabili, ora Arp e Janco si uniscono contro
H. [Huelsenbeck], poi H. e Tzara sono contro Arp ecc.
Vi è un cambiamento continuo di attrazione e repulsione. Un’idea, un gesto, un nervosismo sono sufficienti a cambiare la costellazione senza disturbare seriamente
il nostro piccolo gruppo. In questo momento mi trovo
molto vicino a Janco”.
4 giugno: è posta in vendita C ab are t Vo ltaire , l’antologia di 32 pagine con contributi di Apollinaire, Arp,
Ball, Cangiullo, Cendrars, Hennings, Hoddis, Huelsenbeck, Janco, Kandinsky, Marinetti, Modigliani, Oppenheimer, Picasso, van Rees, Slodky e Tzara. Si tratta, scrive Ball, della “prima sintesi delle scuole moderne d’arte e di letteratura. Vi hanno contribuito i fondatori
dell’espressionismo, del futurismo e del cubismo”. Otto giorni più tardi Ball scrive: “Quello che chiamiamo
Dada è una farsa fatta di nulla che coinvolge tutti i problemi più importanti”.
16 giugno: un appunto del diario di Ball spiega la
ragione della scelta del nome del Cabaret Voltaire: “Gli
ideali della cultura e dell’arte come programma per uno
spettacolo di varietà, questa è la nostra variante del C and id e per i nostri tempi”.
23 giugno: Ball legge al Cabaret Voltaire le sue prime poesie fonetiche (C an to d i Lab ad a alle n uv o le e C arav an n a d ’e le fan ti). Scrive nel diario: “Ho inventato un
nuovo tipo di poesia, ‘Poesie senza parole’ o Lautg e d ich te [“poesia fonetica”], nelle quali l’utilizzo delle vo-
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cali è pesato e distribuito soltanto secondo il valore dell’inizio della sequenza”. Prima della lettura delle poesie egli spiega al pubblico che “in queste poesie fonetiche rinunciamo totalmente al linguaggio che il giornalismo ha svilito e corrotto. Dobbiamo tornare all’alchimia più profonda della parola”. Tre giorni prima annotava nel diario: “Il nome di Arthur Rimbaud non deve essere omesso dalla nostra galassia. Siamo rimbaudiani che a noi piaccia o no”. Ball aveva in mente il testo di Rimbaud, Alch im ia de l v e rbo , dove è scritto: “[…]
mi lusingai di inventare un verbo poetico accessibile, un
giorno o l’altro, a tutti i sensi, dobbiamo persino rinunciare alla parola stessa per preservare alla poesia il
suo ultimo e più sacro rifugio. Dobbiamo rinunciare a
scrivere di seconda mano: cioè accettare parole (per non
parlare di frasi) che non abbiamo inventato noi stessi”.
14 luglio: allo Zunfthaus zur Waag (un palazzo del
Seicento, sede delle corporazioni) ha luogo l’“AutorenAbend / I Dada Abend” [Serata degli autori / prima
serata Dada]: si tratta della prima manifestazione pubblica di Dada, e il programma è il seguente:
Primo tempo: Hans Heusser, ritmi di danze esotiche e alcune composizioni; Emmy Hennings: Due d o n n e (prosa) e quattro poesie; Hans Arp e Marcel Janco:
presentazione di alcune opere; Hugo Ball: G ad ji Be ri
Bim ba [Versi senza parole] (poesia fonetica) recitati “nel
costume appropriato” (Ball reciterà anche il primo Manifesto Dada – per il testo integrale si veda Schwarz 1976
– che sarà accolto con freddezza dagli altri dadaisti poiché è contro la trasformazione del Dada in una nuova
tendenza artistica); Tzara: La fe bb re p ue rp e rale (poesia simultanea, interpretata da Ball, Huelsenbeck, Janco e Tzara); C an ti n e g ri I (su motivi di Ball, Huelsenbeck, Janco e Tzara); C an ti n e g ri II (su motivi sudanesi, cantati da Huelsenbeck e Janco).
Il secondo tempo si apre con musiche di Heusser;
poi Huelsenbeck e Tzara (portando maschere dipinte da
Janco) recitano “poesie fonetiche”, “poesie movimentiste”, “concerto di vocali”, “poesia della vocale”, “poesia bruitista”; Hennings esegue tre “Danze Dada” su musiche di Ball e con maschera di Janco; Huelsenbeck recita una poesia fonetica (Mpala To m o ). La serata si chiude con danze cubiste eseguite da Ball, Hennings, Huelsenbeck e Tzara (costumi e coreografia di Ball, musica
di von Andrejew).
Luglio: primo titolo detla Collection Dada: La pre m iè re av e n ture c e le ste d e Mo n sie ur A n tip yrin e , testo di
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Tzara illustrato da Janco. Fine luglio: la condotta disastrosa, sul piano finanziario, del Cabaret Voltaire (nessuno si preoccupava di incassare i biglietti d’ingresso) e
le reazioni negative degli zurighesi (avevano sfasciato tutti i mobili) portano il Cabaret Voltaire al fallimento e
alla chiusura. Ball e Hennings si ritirano nel Ticino, a
Vira-Magadino. Il 6 agosto Ball scrive nel suo diario:
“Il mio manifesto alla prima serata Dada p ubblic a (nella sala Waag) costituiva una rottura con gli amici appena velata”.
Settembre: secondo titolo della Collection Dada:
Ph an tastisch e G e b e te [Preghiere fantastiche], una poesia di Huelsenbeck illustrata da sette xilografie di Arp.
Ottobre: terzo titolo della Collection Dada: Sch alab e n Sch alo m ai Sch alam e zo m ai, di Huelsenbeck, illustrato da Arp.
3 ottobre: Ball annota nel suo diario: “Tzara, Arp
e Janco mi hanno scritto da Zurigo dicendo che devo
assolutamente tornare; la mia presenza è urgentemente desiderata”. Probabilmente per indurre Ball a tornare,
Huelsenbeck, inviandogli Sch alab e n Sch alab ai Sch alam e zo m ai, gli scrive: “Alcune settimane fa ho deciso di
tornare in Germania, ma non posso farlo in questo momento dato che soffro di un grave disturbo nervoso allo stomaco. È terribile, un triplice inferno, forse il castigo per questa presunzione Dada che pensi avere riconosciuto. Anch’io sono sempre stato fermamente contrario a quest’arte. Ho trovato un francese ed è straordinario: Leon Bloy. Vedrai dal mio libro che anch’io desidero diventare un gesuita”.
Ball accetterà l’invito dei suoi amici e tornerà in novembre, per pochi mesi, a Zurigo. In una lettera datata 28 giugno 1916, il mercante parigino Paul Guillaume consiglia a Tzara di prendere contatto con Marius
de Zayas (“è l’uomo più conosciuto negli ambienti avanzati degli Stati Uniti”). Tzara gli scrive il 30 settembre.
“Fe bbraio : “I gio vani artisti di Zurigo di tutte le te nd e n ze so n o in v itati a p re se n tare i p ro p ri sug g e rim e n ti
e c o n tributi d i q ualsiasi g e n e re ”, si p uò le g g e re su un
g io r n ale ch e an n un c ia l’ap e rtura d e l C ab are t Vo ltaire
in fe bb raio. Pro p rio sull’altra sp o n d a d e l fium e si tro v a
la sc uo la d i “d an za, so n o rità, p aro la e fo r m a” d ire tta
d a R ud o lf v o n Lab an , i c ui stud e n ti p arte c ip an o ag li
sp e ttac o li e allac c ian o le g am i se n tim e n tali c o n g li o rg anizzato ri. Ball, Arp, Tzara, Tae ube r, Janco e He nning
si asso c ian o p re sto p e r rifo r m are l’in sie m e d ag li in izi.
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Il 12 fe bb raio, il C ab are t p re se n ta p o e sie futuriste
e sim b o lich e e , la se ttim an a suc c e ssiv a, c an ti fo lclo ristic i fran c e si e r ussi: un m é lan g e e cle ttic o d i av an g uard ie
in te r n azio n ali e d i c ulture n o n g e r m an ich e .
Mag g io : il 30 m ag g io, so n o in c arte llo n e al C ab are t alcune po e sie sim ultane e , un co nce rto “bruitiste ” [rum o rista] e d an ze “su te m i sud an e si” c o n m asch e re d i
Jan c o. I b alle rin i so n o v e ro sim ilm e n te allie v i d e l c o re o g rafo Lab an , ch e , o ltre al suo lav o ro d i c o m p o sito re , in izia d e lle ric e rch e sul m o d o d i trasc riv e re il lin g uag g io “p rim o, un iv e rsale ” d e lla d an za in un “alfab e to ” astratto d i sim b o li sc ritti – p ro g e tto ch e n o n è se n za c o lle g am e n to c o n le ric e rch e d ad aiste sull’astrazio ne.
La p aro la Dad a ap p are p e r la p rim a v o lta in fo rm a stam pata in Cabaret Voltaire, la prim a pubblicazio ne
d e l g r up p o.
G iug n o : Ball, rig id o n e l suo “c o stum e c ub ista” c o stituito d a un c ilin d ro d i c arto n e blu so r m o n tato d a un
m an te llo ro sso e o ro, c o n alle m an i ac c e sso ri e v o c an ti
ch e le d i g am b e ro, e ac c o n c iato c o n un c ap p e llo b ian c o e blu, le g g e la sua p rim a “p o e sia se n za p aro le ” (il 23
g iug n o ). “G ad ji b e ri b im b a/g lan d rid ri lauli c ad o ri/g ad jam a b im b e ri g lassala…”, in to n a, e an n o te rà in
de ttaglio co m e que lla se ra, ne l de side rio di e vitare la v e rg o g n a d i q ue sta e sp e rie n za in c e rta, av e sse ad o ttato “le
m o d ulazio n i d e i lam e n ti ie ratic i d e ll’A n tich ità”.
Lug lio : n e l m an ife sto d i Tzara, La Première Aventure céléste [sic] de Monsieur Antipyrine, si le g g e : “Un
c attiv o rag azzo è m o rto d a q ualch e p arte / e n o i lasc iam o i c e r v e lli c o n tin uare / il to p o c o r re in d iag o n ale sul c ie lo / la se n ap e c o la d a un c e r v e llo q uasi sch iac c iato / siam o d iv e n tati d e i riv e rb e ri”. L’o p usc o lo c o n tie n e la p rim a sp ie g azio n e in fo r m a stam p ata d i c iò ch e
è Dad a: “Dad a è la n o stra in te n sità […] è ug ualm e n te
d e lla m e rd a, m a n o i v o g liam o d ’o ra in p o i c ag are c o n
c o lo ri d iv e rsi p e r o r n are il g iard in o zo o lo g ic o d e ll’arte
c o n tutte le b an d ie re d e i c o n so lati…”.
Lug lio -n o v e m b re : lo n tan o d a Zurig o, Ball e He n n in g s te n tan o d i o rg an izzare un a to ur n é e in c ui Ball,
m asch e rato, avre bbe re citato le sue po e sie so no re . Il ruo lo d i He n n in g sare bb e stato q ue llo d i risv e g liare la c urio sità d e l p ubblic o d istribue n d o v o lan tin i c o n te n e n ti
e stratti d i artic o li d i g io r n ali: “Fa b e n e e le p e rso n e p e n se ran n o ch e siam o m o n d ialm e n te c e le b ri”. Tuttav ia, g li
artic o li in q ue stio n e n o n so n o p artic o lar m e n te e lo g iativ i. Un g io r n alista ritie n e ch e le id e e d i Ball sul c ub i-
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sm o e il futurism o siano il “pro do tto di una fantasia sbrig liata e d i un a se n sualità p e r v e rsa” (Volksrecht, Zurich ,
n .d .); altri q ualific an o He n n in g s c o m e un “[rag azzin o ]
d i q uattro an n i m atto ” (Die Action, Be rlin , n .d .), d o tato d i un a v o c e “e sp re ssiv a in m an c an za d i e sse re b e lla”
e d i un v iso sfig urato d alla m o rfin a (Nieuwe Amsterdamer, n .d .).
Se tte m bre : Hans Richte r arriva dalla G e r m ania più
o m e n o in q ue sto p e rio d o.
Se tte m bre -o tto bre : Le po e sie pubblicate ne i due v o lum i suc c e ssiv i n e lla “C o llan a Dad a” un isc o n o p ro v o c azio n i v o lg ari e l’e v o c azio n e astratta d i lin g ue n o n o c c id e n tali: “Le p rê tre fe r m e la b rag ue tte d e so n p an -talo n ratap lan ratap lan la b rag ue tte d e so n p an -talo n /
e t de s po ils jailli-isse nt de se s o re ille s / chupuravanta burro o p up ag an d a bur ro o …” 12 (“Av io n ”).
N o v e m b re : Sch ad si stab ilisc e a G in e v ra.
Dic e m b re : Tzara abb an d o n a la p ubblic azio n e d i
Mpala garoo, rac c o lta p o e tic a ch e d o v e v a c o stituire il
prim o to m o de lla “C o llana Dada”. Alla biblio te ca di Zurigo le g ge de lle po e sie africane e o ce aniche , pro se gue ndo
g li e se m p i p rim itiv ism i d i Hue lse n b e ck n e l se n so d i un
v e ro e p ro p rio stud io an tro p o lo g ic o. N e l 1917 in izia a
p ubblic are q ue ste p o e sie o rig in arie su riv iste d ’av an g uard ia, e fa lo ste sso c o n le sue c ritich e d ’arte afric an a”. [C .P.]
1917
Belgio
Clément Pansaers pubblica a Namur il primo numero di R é sur re c tio n l’ultimo numero, II:6, esce nel
maggio 1918): l’orientamento è chiaramente espressionista. È l’unico periodico d’avanguardia pubblicato in
Vallonia durante la guerra.
Primi oggetti costruttivisti di Joostens.
12
“Il prete chiude la patta dei suoi
pan-taloni rataplan rataplan la
patta dei suoi pan-taloni / e dei
peli zampillano dalle sue orecchie
/ chupuravanta burroo pupaganda burroo…”.
Francia
André Breton scopre l’opera di Sade. Conosce Soupault (presentatogli da Apollinaire al Café de Flore) e
Aragon.
Pierre Reverdy pubblica il primo fascicolo di No rdSud .
Prima raccolta di poesie di Soupault, A c q uarium ,
pubblicata per conto dell’autore dallo stampatore Paul
Birault.
Al Théâtre du Chatelet, il 18 maggio, prima del bal-
19
letto Parad e , con musica di Satie, coreografia di Leonida Massine e scene di Picasso.
“Marzo : R ib e m o n t-De ssaig n e s p ubblic a su 391, il
p e rio d ic o d i Pic ab ia, un b re v e te sto p o le m ic o in tito lato “C ivilizzazio ne ”: “o r m ai è acce rtato ch e il m e zzo più
p uro p e r te stim o n iare l’am o re al p ro ssim o è m an g iarlo. […] Po sse d e re c o n il c uo re , o p o sse d e re c o n lo sto m ac o ? Q ue st’ultim o è p iù sic uro. E p o i, in c aso d i c o n tro rd in e , c ’è se m p re la n ause a”.
N e l p rim o n um e ro d e lla riv ista d i Pie r re R e v e rd y,
Nord-Sud, Paul De r m é e d ife n d e l’id e a ch e i te m p i sian o m aturi p e r “l’o rg an izzazio n e , la classific azio n e , la
sc ie n za, o v v e ro p e r un’e tà classica”. Q ue sto se g n ale d i
“rito r n o all’o rd in e ” si e sp rim e rà p iù tard i n e lla riv ista
d i De r m é e L’Esprit Nouveau, c o m p le m e n tare d i Dad a
n e lla Parig i d e l d o p o -g ue r ra. De r m é e e la sua c o m p ag na C é line Ar nauld so no tuttavia atto ri se co ndari di Dad a Paris. In tratte n g o n o le g am i p artic o lari c o n Tristan
Tzara, d i c ui A p o llin aire (in q uan to m e m b ro d e l c o m itato d i re d azio n e ) so lle c ita la p arte c ip azio n e p e r il n um e ro se g ue n te d i Nord-Sud, in ap rile .
G iug n o : Les Mamelles de Tirésias, farsa d i A p o llin aire , h a un a p rim a m o v im e n tata. La p iè c e , ch e in tro d uc e la p aro la “sur re alism o ”, c o n tie n e n um e ro se in no vazio ni – e so prattutto la disso ciazio ne tra il linguag gio
e l’in trig o – ch e saran n o rip re se d a Dad a Paris e av ran n o rip e rc ussio n i in tutta Euro p a. Tuttav ia, il suo m e ssag g io p atrio ttic o se m b ra risp o n d e re a un a c o n v in zio n e p ro fo nd a: i franc e si d o v re bb e ro fare p iù b am b ini p e r
c o n trastare la m in ac c ia te d e sc a.
O tto b re : Lo uis A rag o n c o n o sc e Bre to n alla lib re ria d i A d rie n n e Mo n n ie r, la Maiso n d e s am is d e s liv re s.
I d ue stud e n ti d i m e d ic in a p ro se g uo n o il lo ro se r v izio
m ilitare in sie m e all’o sp e d ale Val-d e -G râc e , a Parig i.
N o v e m b re : Pic ab ia p assa g iusto abb astan za te m p o a Parig i p e r fare la c o n o sc e n za d i un’e le g an te g io v an e d o n n a b e lg a, G e r m an ie Er v e lin g. Parto n o in sie m e p e r la Sv izze ra, d o v e g ià v iv o n o la m o g lie e i fig li d i
Pic ab ia. Ev e rlin g è o r m ai e n trata a far p arte , e lo sarà
p e r lun g o te m p o, d e lla v ita p riv ata d e l p itto re e p o e ta.
A p o llin aire tie n e un a c o n fe re n za sul “N uo v o Sp irito e i p o e ti”, in c ui sp ie g a c o sa in te n d e c o n “n uo v o
sp irito ”: “Il buo n se nso france se ” e un “o r ro re d e l cao s”
o d e l “d iso rd in e ”. Il te sto d e lla c o n fe re n za v e r rà p ub blic ato n e l d ic e m b re 1918, p o c o d o p o la m o rte d e l p o e ta”. [C .P.]
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Germania
Berlino
“G e n n aio (Be rlin o /C o lo n ia): Paul We sth e im , c ritic o d ’arte alla Frankfurter Zeitung, fo n d a un m e n sile
in tito lato Das Kunstblatt [Il G io r n ale d e lle arti] ch e d iv e n te rà a Be rlin o il p ilastro d e lla c ultura d i We im ar
(1917-1923). So cialista prude nte , We sth e im m antie ne le
d istan ze d a Dad a. È tuttav ia am ic o d i G ro sz e d e l c ritico d’arte C arl Einste in, e pubblica di tanto in tanto de lle c ritich e e lo g iativ e su Dix, Sch lich te r e Er n st.
G e nnaio (Be rlino /Zurig o ): Hue lse nbe ck, ch e h a lasciato Zurig o l’inv e r no pre ce de nte pe r intrapre nde re gli
stud i d i m e d ic in a in G e r m an ia, si stab ilisc e a Be rlin o
q ue sto m e se (o il se g ue n te ). R itro v a p re sto Hausm an n
e Fran z Jun g , a c ui fo r n isc e n o tizie d e l C ab are t Vo ltaire e d e l suo se g uito.
Marzo : la c asa e d itric e N e ue Jug e n d , ac q uisita d a
Wie lan d He rzfe ld e , suo frate llo Jo h n He artfie ld (c o m e
si fa o r m ai ch iam are ) e G e o rg e G ro sz c o n lo sc o p o an n un c iato d i so ste n e re un’arte e un a le tte ratura rad ic alm e n te d i sin istra, p re n d e il n o m e d i Malik. Q ue sto te rm in e (d all’e b raic o melech, “re ” o “c ap o ”) è tratto d al
tito lo di un ro m anzo e spre ssio nista di Else Laske r-Sch üle r, ch e , fin d all’in izio, so stie n e q ue st’av v e n tura e g li artisti ch e v i p re n d o n o p arte .
G iugno : la ce nsura pro ibisce l’uscita di Neue Jugend
durante tutta la g ue rra. Esco no due num e ri, uno in m aggio, l’altro in giugno, in un fo r m ato che sfida im pude nte m e nte il divie to : si tratta in e ffe tti di un “tablo id” in stile
am e ricano, di circa se ssanta ce ntim e tri pe r quarantacinque (pie g ato ). Pe r il num e ro di g iug no, il tito lo è stam pato in ve rde e ro sso vivo, e la prim a pag ina co m po rta una
g rande fo to de l Flatiro n Building, a Ne w Yo rk – gli Stati
Uniti hanno appe na dichiarato g ue rra alla G e r m ania.
A g o sto (Be rlin o /Zurig o ): n e lla sua c o r risp o n d e n za, Hue lse nbe ck tie ne Tristan Tzara al co r re nte de lle attiv ità d i He rzfe ld e , Hausm an n , G ro sz e altri, e si p o n e
c o m e in te r m e d iario tra Be rlin o e Zurig o.
A utun n o : Malik p ubblic a un se c o n d o p o rtfo lio d i
tre n ta lito g rafie , la Kleine Groszmappe [Pic c o lo p o rtfo lio d i G ro sz]. C o n il suo d iso rd in e in te n zio n ale d i le tte re sb ile n ch e , d i im m ag in i d i p ubblic ità ric iclate e d i
tipo g rafie e te ro clite , la co pe rtina be n co rrispo nde al co nte nuto. “V ivise zio ne senza imbarazzo de lla g rande città”
(Das Kunstblatt, d ic e m b re 1917).
De sid e ran d o fo r n ire un fo n d am e n to c o m m e rc iale
al suo sp irito c ritic o e alla sua v isio n e sp irituale , Baad e r
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pro g e tta insie m e a Hausm ann di cre are una so cie tà ano n im a ch iam ata C h ristus-G m b H.
G razie al c o n te Har r y K e ssle r, aristo c ratic o e m e c e n ate d e ll’av an g uard ia, G ro sz e He artfie ld o tte n g o n o
un im p ie g o n e l se r v izio c in e m ato g rafic o d i p ro p ag an d a d e ll’e se rc ito, ch e d iv e n ta (il 18 d ic e m b re ) l’UFA , la
p rim a so c ie tà c in e m ato g rafic a te d e sc a. He artfie ld v i lav o re rà fin o all’in izio d e l 1919.
O tto b re : Baad e r si p re se n ta c o m e c an d id ato d i Sare b r uck alle e le zio n i p arlam e n tari n azio n ali ch e si te n g o n o il 9 o tto b re ”. [C .P.]
Hannover
Marzo-novembre: Schwitters è arruolato nell’esercito (con mansioni burocratiche). Primi dipinti astratti.
“Sch witte rs in c o n tra C h risto f Sp e n g e m an n , c ritic o d i Han n o v e r am ic o d i He rwarth Wald e n . I d ue uo m in i re ste ran n o am ic i tutta la v ita”. [C .P.]
Spagna
A Barcellona da gennaio a marzo Picabia pubblica i primi quattro numeri di 391 (ve ne saranno in tutto 19, l’ultimo datato ottobre 1924), che verranno distribuiti da José Dalmau. 391 vuole essere il successore
di 291, l’ultimo numero del quale (12) è uscito nel febbraio dell’anno precedente.
J.-M. Junoy e J.-V. Foix pubblicano, in settembre,
il primo numero di Tro sso s, al quale collaboreranno i
dadaisti (in particolare, sul 5, dell’aprile 1918, un testo
di Tzara, Vas trav e ssar ap ac ible ).
Stati Uniti
Arthur Cravan arriva a New York. Invitato da Duchamp a tenere una conferenza il 12 giugno, si presenta ubriaco, si spoglia davanti al pubblico: tumulti in sala. Prima e ultima serata in stile Dada a New York.
Picabia torna a New York il 4 aprile (ripartirà in
ottobre per Parigi, via Barcellona).
Duchamp pubblica (con H.P. Roché) Th e Blin d
Man (due numeri, aprile e maggio).
Roché e Picabia affidano a una partita a scacchi la
decisione di quale dei due periodici concorrenti (Th e
Blin d Man e 391) debba cessare la pubblicazione. Vince Picabia, che pubblica a New York tre numeri di 391
(5, 6 e 7). Duchamp elude il verdetto e pubblica l’unico fascicolo di R o n g wro n g (luglio) dove, a pagina 2, riporta le mosse della partita Picabia-Roché.
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Duchamp elabora altri quattro Readymade: A p o lin è re En am ale d , Fo u n tain [Fontana: il famoso orinatoio], Tré b u c h e t [Trabocchetto] e Hat R ac k [Attaccapanni]. Costruisce una scultura totalmente inconsueta legando l’una all’altra strisce di gomma ritagliate da cuffie da bagno colorate; la costruzione viene
quindi tesa in mezzo alla stanza legando un’estremità
a ciascuno dei quattro angoli del suo studio al numero 33 della W. 67a Strada. Rassegna le dimissioni dalla Society of Independent Artists quando Fo untain (che
firma con lo pseudonimo R. Mutt) viene rifiutato. Beatrice Wood così ricorda la discussione tra Walter C.
Arensberg e George Bellows (in una lettera indirizzatami a distanza di qualche anno dalla prima, nella quale l’interlocutore di Arensberg era invece Rockwell
Kent). “Ascoltai un’accesa discussione tra Walter
Arensberg e George Bellows circa l’opportunità o meno di mostrare una certa scultura. ‘È indecente, grossolanamente offensivo’, urlò Bellows, scostandosi orripilato da un apparecchio sanitario di porcellana bianca esposto rovesciato su una base di legno. ‘Questo dipende dal punto di vista’, rispose calmo Arensberg –
‘Non possiamo mostrarlo, esiste una cosa chiamata decenza e vi è un limite oltre il quale non ci si può spingere’ – ‘Dobbiamo. Egli ha mandato 6 dollari. Il nostro regolamento dice che noi dobbiamo accettare qualsiasi cosa una persona sceglie come opera d’arte. È proprio lo scopo della nostra iniziativa’. La discussione continuò in un crescendo, fino a quando Bellows esplose,
‘vuol dire che se un tale ci manda dello sterco di cavallo, incollato su una tela, noi dovremmo appendere
anche quello?’ – ‘Temo di sì’, rispose Arensberg comprensivo. ‘Poiché se questa – per quel tale – è l’espressione della bellezza, non possiamo fare altro che
rispettare la sua scelta. Inoltre, se guardi con oggettività questo pezzo di R. Mutt, vedrai che ha una bella
linea scorrevole, e dato che quest’uomo ha rivelato questa forma pulita rovesciando l’oggetto, egli ci ha fatto
notare qualcosa di nuovo’. L’oggetto aveva sì una bella linea. Era bianco, brillava di una purezza intatta, era
un orinatoio per uomini quando rimesso nella posizione
giusta. Nel modo in cui era esposto, con la luce che cadeva gentilmente sulle sue curve ricordava con nostalgia
l’umore di una Madonna velata. Quando Stieglitz fotografò l’oggetto, lo chiamò appunto Mad o n n a d e lla
c am e ra d a b ag n o ”.
Duchamp incontra Katherine Dreier.
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Edgar Varèse incontra Louise Norton, che diventerà sua moglie.
Man Ray elabora nuovi oggetti Dada: l’assemblage Bo ard walk e N e w Yo rk, una scultura ottenuta stringendo in un morsetto pezzetti di legno di varie grandezze, anticipando così l’utilizzo, da parte dei dadaisti
e dei surrealisti, di oggetti trovati e materiali di scarto.
Prime aerografie.
“G e n n aio : A rth ur C rav an e Le o n Tro tski ar riv ano a Ne w Yo rk sulla ste ssa nav e . C ravan, po e ta e bo xe ur
ch e , n e lla p rim av e ra p re c e d e n te a Barc e llo n a, h a te n uto te sta p e r se i ro un d al c am p io n e d e i p e si m assim i Jack
Jo h n so n , si farà c o n o sc e re an c o ra d i p iù c o m e so c io d e l
Dad aism o n e wyo rke se , so p rattutto q uan d o, in ap rile , si
sp o g lia riv o lg e n d o si al p ubblic o. Fo rse g e ttato in ac q ua
da una barca in Me ssico, ne l 1918, il suo co rpo no n ve rrà
m ai fo r m alm e nte ide ntificato. Tro tski, se m pre ve stito im p e c c ab ilm e n te q uan d o p ro n un c iav a i d isc o rsi, rag g iun g e rà, p iù tard i n e l c o rso d e ll’an n o, il c o lle g a e rivale V ladim ir Le nin a Mo sca. I due h anno po tuto scam biare le pro prie o pinio ni su Dada, ch e Le nin h a sco pe rto
a Zurig o. In se g uito, Le n in n o m in e rà Tro tski c o m m issario d e g li A ffari e ste ri. Do p o la sua m o rte , la situazio n e n o n c e sse rà d i d e g rad arsi p e r Tro tski, ch e v e r rà in fin e e siliato e p riv ato d e lla n azio n alità. A n ch e lui v e d rà
una trag ica fine in Me ssico, do v e ag e nti di Stalin gli co nfic ch e ran n o un’asc ia n e l c ran io, n e l 1940.
Da Barc e llo n a, Pic ab ia p ubblic a il p rim o n um e ro
d i 391, il m e n o e ffim e ro d e i p e rio d ic i d ad aisti. I n um e ri
suc c e ssiv i v e r ran n o stam p ati a N e w Yo rk, Zurig o e Parig i. “R ic e v e rà un a riv ista, 391, ch e fa il d o p p io d e l suo
291” si v an ta Pic ab ia in un a le tte ra a Stie g litz. In ap rile , i Pic ab ia p o rte ran n o a N e w Yo rk e se m p lari d e i p rim i q uattro n um e ri.
A p rile -m ag g io : Marg are t A n d e rso n re ag isc e al clim a d i c re sc e n te in to lle ran za ch e c aratte rizza g li Stati
Un iti – ad e se m p io, la So c ie tà p e r l’e lim in azio n e d e l v izio e ffe ttua d e lle “ir r uzio n i” n e i luo g h i d i in c o n tro tra
o m o se ssuali – p ubblic an d o su The Litte Review un artic o lo c o m p o sto d a un a p ag in a b ian c a ac c o m p ag n ata
d a q ue sta le g e n d a: “Se n za d ubb io v e r re m o p e rse g uitati p e r q ue sto ”.
A prile : 9 aprile : la So cie tà de gli artisti indipe nde nti
(g li In d ip e n d e n ti) p re p ara la su a p rim a m o stra. La So c ie tà c o n ta d iv e rsi m e m b ri d e l Dad aism o n e wyo rke se . K ath e rin e Dre ie r, A re n sb e rg e Stie g litz fan n o p arte d e l c o m itato c o n su ltiv o . Du c h am p è il d ire tto re d e l
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c o m itato d e ll’e sp o sizio n e , e Jo h n C o v e rt n e è il se g re tario .
R ifiutata Fountain, e d im e sso si Duch am p, i c ritic i
p o rtan o la lo ro atte n zio n e su un’altra o p e ra le g ata all’ig ie ne co rpo rale , A Little Water in Some Soap [Un po ’
d’acqua in un po ’ di sapo ne ] di Be atrice Wo o d, ch e rappre se nta una tav o le tta di sapo ne sm e rlato inch io data sul
d ise g n o d i un a d o n n a n ud a n e l suo b ag n o in m o d o d a
ac c e n tuar n e le p arti in tim e . Q ue sto m o d o d i riv isitare ,
in ch iav e c o m ic a e v o lg are , la Nascita di Venere d i San dro Bo ttice lli – assag g io de i capo lav o ri m altrattati di Alb re c th Düre r, Paul C é san n e e altri, c o n c ui i d ad aisti d iv e rtiran n o p iù av an ti il p ubblic o e uro p e o – “d à l’id e a
de ll’im m aginazio ne infantile, de lla stravaganza sbrigliata,
d e ll’im p ud e n za se lv ag g ia e d e ll’ig n o ran za im m atura”
ch e c aratte rizza l’e sp o sizio n e d e g li In d ip e n d e n ti (Philadelphia Public Ledger, 10 ap rile )
In q ue sto clim a d i c o ste r n azio n e g e n e rale , Duch am p e Pic ab ia in v itan o A rth ur C rav an a te n e re un a
co nfe re nza su “gli Artisti indipe nde nti in Francia e Am e rica” (19 aprile ) sape ndo pe rfe ttam e nte ch e C ravan no n
è il g e n e re d i p e rso n a ch e c alm a le ac q ue . V ie n e p o rtato via co n la fo rza dai g uardiani de ll’e spo sizio ne quand o c o m in c ia ad av e re in te n zio n i o sc e n e e a sp o g liarsi;
A re n sb e rg d o v rà v e rsare un a c auzio n e p e r farlo usc ire
di prig io ne . “C h e m ag nifica co nfe re nza!” e sclam e rà Duch am p la se ra ste ssa.
Mag g io : l’e se rc ito o rg an izza un re clutam e n to se le ttiv o ch e rig uarde rà in tutto circa tre m ilio ni di uo m ini,
m a n e ssun o d e lla c e rch ia d i A re n sb e rg. N o n sap p iam o
in ch e m o d o Man R ay e Mo rto n Sch am b e rg sian o riusciti a e vitarlo. C o v e rt lav o ra g ià pe r il C o m itato d’info rm azio n e p ubblic a, o rg an o d i p ro p ag an d a g o v e r n ativ o.
A re n sb e rg e Jo se p h Ste lla, n ati in to r n o al 1870, h an n o
sup e rato il lim ite d i e tà (c o sì c o m e Stie g litz). Duch am p,
ch e h a un c o llo q uio c o n le auto rità fran c e si, v ie n e d e stin ato a un a m issio n e d e l g o v e r n o fran c e se e trasfo rm ato in “m ise rab ile buro c rate ”, c o m e si d e fin irà in un a
le tte ra a Ettie e Flo rin e Ste tth e im e r (8 o tto b re ).
The Blind Man, riv ista la c ui p rim a usc ita av e v a
c o in c iso c o n l’in aug urazio n e d e lla m o stra d e g li In d ipe nde nti, pubblica un se co ndo num e ro de dicato al “C aso R ich ard Mutt”. A lc un i artic o li d ife n d o n o Fountain
e Stie g litz fo to g rafa l’o g g e tto e sp o sto alla G alle r y 291.
L’é q uip e e d ito riale , g uid ata d a Duch am p e Wo o d , o rg an izza in o ltre un b allo in m asch e ra c o m p le tam e n te
stram p alato (il 25 m ag g io ) al We b ste r Hall, luo g o “ul-
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tra-b o h è m e , p re isto ric o, p o st-alc o lic o ”. Duch am p si ar ram p ica su un p alo, Wo o d b alla su “ritm i sinco p ati co ntin ui” in un a to g a d i b ro c c ato. La fe sta si p ro lun g a fin o a tard i n e lla n o tte .
Lo ste sso m e se , Wo o d , Duch am p e d He n ri-Pie r re
R o ch é p ubblic an o Rongwrong, tito lo ch e d e riv a d a un
re fuso d e llo stam p ato re – il tito lo in izialm e n te p re v isto
e ra WrongWrong.
Se tte m b re : Pic ab ia e sua m o g lie G ab rie lla Buffe t
lasc ian o N e w Yo rk, le i p e r rag g iun g e re i fig li in Sv izze ra, lui pe r Barce llo na, do v e vuo le pre parare la sua prim a rac c o lta d i p o e sie , Cinquante-deux miroirs.
Dic e m b re : C ro tti e C h aste l h an n o d e c iso d i d iv o rziare m a to r n an o lo ste sso b re v e m e n te a N e w Yo rk
(29 d ic e m b re )”. [C .P.]
Svizzera
Gennaio-febbraio: prima mostra Dada alla Galerie Corray (Bahnhofstrasse 19, Zurigo). Vi partecipano:
Arp, Helbig, Janco, Lüthy, J.W. Tscharner, Otto van Rees
e Adja sua moglie (con tappezzerie). Tzara vi tiene tre
conferenze, Il C ub ism o , L’arte v e c ch ia e l’arte m o d e rn a, L’arte d e l p re se n te . I manifesti per la mostra sono
disegnati da Janco e Richter.
Gennaio: Huelsenbeck torna a Berlino e vi porta
il verbo dadaista.
Marzo: Hans Corray cede i locali della sua galleria a Ball e Tzara. In tre giorni viene decisa la prima
mostra nella galleria, ribattezzata Galerie Dada.
17 marzo – 7 aprile: vernice (circa 40 visitatori) della prima mostra della Galerie Dada, dedicata agli artisti del gruppo Sturm. Vi partecipano, tra gli altri, Campendonk, Jacoba van Heemakerck, Kandinsky, Klee,
Mense e Münter. Per Ball si tratta di “continuare l’idea
del Cabaret dell’anno scorso”. Con una differenza signiflcativa, annota Ball: “Abbiamo superato i barbarismi del Cabaret. C’è un lasso di tempo tra Voltaire e la
Galerie Dada durante il quale tutti hanno lavorato molto e hanno raccolto nuove esperienze e impressioni” (22
marzo).
Dal 21 marzo Arp, L.M. Neitzel e Tzara accompagnano i visitatori della Galleria, commentando e spiegando.
24 marzo: conferenza di Tzara: L’Esp re ssio n ism o
e l’A rte astratta.
28 marzo: conferenza di Tzara: L’A rte n uo v a.
29 marzo: festa per l’apertura della Galerie Dada.
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Programma: Sophie Taeuber esegue danze astratte (su
poesie di Ball e indossando maschere di Arp); Frédéric
Clauser: poesie; Heusser: composizioni; Hennings:
poesie; Olly Jacques: prose di Mynona; H.L. Neitzel:
poesie di Arp; Mme Perrottet: nuova musica; Tzara: poesie negre; Claude Walter: danze espressioniste. Alla festa intervengono, secondo Ball, circa 90 persone (secondo
Tzara 400, un’ovvia esagerazione). Tra gli intervenuti
Mary Wigman, Von Laban, Leonhard Frank e membri del Club psicoanalitico.
9-30 aprile: seconda mostra alla Galerie Dada,
“Sturm – Seconda serie”. Partecipano: Albert Bloch,
Fritz Baumann, Max Ernst, Lyonel Feininger, Johannes
Itten, Vasilij Kandinsky, Paul Klee, Oskar Kokoschka,
Alfred Kubin, Georg Muche, Maria Uhden.
14 aprile: seconda serata (“Sturm-Soirée”) alla Galerie Dada. Programma: Tzara, introduzione; Hans
Heusser suona due sue composizioni (Lun a sull’ac q ua
e Pre lud io ); Ball legge il testo di Marinetti (Le tte ratura
futurista) e testi di Kandinsky (Fag o tto G abb ia, Sg uard o e lam p o ); Clauser legge due testi di Apollinaire (R o tso g e e La sch ie na de l do g anie re ) e un testo di Blaise Cendrars (C ré p ite m e n ts). Il primo tempo si conclude con
musiche e danze negre eseguite da cinque ragazze della scuola di ballo di von Laban e con la partecipazione
di Jeanne Rigaud e Maria Cantarelli (tutte le ballerine
indossano maschere disegnate da Janco). Secondo tempo: H.S. Sulzberger esegue una sua composizione (C o rte o e fe sta); Hennings recita poesie di Van Hoddis; Clauser legge tre testi di Herwarth Walden scritti in memoria di Macke (morto nel 1914), Marc (morto nel 1916)
e Stramm (morto nel 1915); Heusser esegue sue composizioni (Burle sch e Lirich e , Fe stiv al su C ap ri); Albert
Ehrenstein recita sue poesie dedicate a Kokoschka.
Il terzo tempo è interamente occupato dalla prima
di un lavoro teatrale di Kokoschka (La Sfin g e e l’uo m o
d i p ag lia) interpretato da Ball, W. Hartmann, Hennings
e Clauser. Tutti gli attori portano maschere (salvo Hennings) illuminate elettricamente e disegnate da Ball e da
Janco. Quella di Ball è talmente grande che può leggere la sua parte all’nterno della maschera stessa. Nonostante l’alto prezzo del biglietto d’ingresso, si deve imandare indietro della gente tanto grande è l’affluenza.
28 aprile: terza serata della Galleria Dada, “Art
Nouveau”, sullo stile della precedente. Programma: S.
Perrottet esegue composizioni proprie e di Von Laban
e Schönberg; Clauser recita due sue poesie (Padre e O g -
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g e tti) e brani da un testo di Bloy (Ese g e si d e l luo g o c o m une ); Ball in costume recita il suo G rande albe rg o m e tafisic o . La seconda parte della serata si apre con una
conferenza di Janco (Sul c ub ism o e sui m ie i d ip in ti); S.
Perrottet esegue nuovamente composizioni di Von Laban, Schönberg e proprie; Hennings recita due suoi testi (C ritic a d e l c ad av e re e N o te ); Tzara, con la collaborazione di altre sei persone, legge Luc e Fre dd a (poesia
simultaneista per sette recitanti). Anche questa serata è
un successo; tra gli spettatori il pittore Jawlensky, Harry
Kessler e la ballerina Mary Wigman.
2-29 maggio: terza mostra della Galerie Dada,
“Graphik, Broderie, Relief ”, con opere di Arp, Baumann, de Chirico, Goetz, Helbig, Janco, J. Israelewitz,
Klee, Lüthy, Macke, Modigliani, Nadelmann, Prampolini, Otto e Adja van Rees, H. von Retay, Richter, Segall, Slodki, L. von Tscharner; completano la mostra disegni di bambini.
12 maggio: quarta serata della Galerie Dada, “Alte und Neue Kunst” [Arte vecchia e nuova]. Programma: Ball recita delle poesie negre e alcune sue poesie fonetiche (Ele fante I, La m o rte cine se , Plim plam plasko , Lo
spirito alto e Danza); Spaini recita brani di Jacopone da
Todi e di anonimi popolari del XIII secolo, legge un testo di Corrado Alvaro (C antata) e uno di Francesco Meriano (G e m m a); Heusser esegue due sue composizioni
(Pre ludio e fug a e C o rte o e so tico ); Hennings legge una
stucchevole serie di testi mistici; Arp legge brani da un
testo del Quattrocento (C ro nach e de l Duca Er nst: C o m e co m batté su un’iso la ucce lli g ig anti e li sco nfisse ), dal
Diario di Dürer (Il viag gio in O landa) e dall’Auro ra Co nsurg e ns di Jakob Böhme sulla qualità dell’amaro e sulla
descrizione del freddo (1612). Il secondo tempo si apre
con Tzara che legge le sue trascrizioni di poesie negre
(delle tribù Aranda, Ewe, Bassuto), un estratto dalle profezie di Nostradamus (1555) e tre sue poesie (C ircuit to tal, Am e r aile so ir, Danse blanc sag e ); segue Arp che recita alcune sue poesie e conclude la serata Janco con una
conferenza sui Principi de ll’arch ite ttura antica co nce rne nte la pittura e l’arte astratta.
19 maggio: ripetizione della quarta serata con due
aggiunte: Hardekopf legge Mano n dai Le se stücke e Angela Hubermann legge racconti di fate cinesi. A conclusione della serata dibattito psicoanalitico.
25 maggio: ultima serata della Galerie Dada, interamente dedicata a musiche di Heusser eseguite dallo stesso compositore e con la partecipazione dei soprano
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Emmy Kaeser e Meta Gump, e di Käthe Wulff, allieva
della scuola di danza Laban.
La Galerie Dada ha molti debiti (313 franchi). Ball
si sente sempre più estraneo allo spirito Dada. Il 23 maggio scrive nel suo diario: “Dadaismo – un gioco in costume, una presa in giro? E dietro ad esso una sintesi
delle teorie romantiche, dandystiche, demoniache dell’Ottocento?”. Una seconda rottura, questa volta definitiva, è inevitabile.
Le differenze di carattere e di pensiero fra Ball e
Tzara sono troppo profonde per permettere la continuazione della loro collaborazione. Huelsenbeck, che da
Berlino è in corrispondenza con Ball, scrive a proposito della rottura: “L’insoddisfazione finì con una battaglia tra Tzara e Ball, una vera lotta di tori tra dadaisti,
condotta, come sono queste lotte, con tutte le risorse dell’impertinenza, della falsificazione, della brutalità fisica.
Ball, memore della sua natura interiore, si ritira definitivamente da Dada e dall’arte” (En av an t Dad a). Succube della futura moglie, Emmy Hennings, in preda a
frenesia mistica, Ball abbandona gli amici dadaisti e, il
28 maggio, torna a Vira-Magadino. In settembre si stabilisce a Berna e collabora al giornale radicale Die Fre ie
Ze itun g .
1° giugno: Tzara annuncia: “Ferie illimitate”
(chiusura) della Galerie Dada.
Luglio: a Zurigo pubblicazione del primo fascicolo di Dad a.
Dicembre: pubblicazione del secondo fascicolo di
Dad a (Zurigo).
Entrambi i fascicoli portano come sottotitolo: R e c ue il Litté raire e t A rtistiq ue , e non si discostano né per
il contenuto né per la composizione tipografica dalle altre pubblicazioni genericamente d’avanguardia. Dada
deve ancora nascere.
Arp: serie di incisioni “secondo le leggi del caso”.
“Marzo -aprile :il g io r no de ll’ape rtura de lla g alle ria
Dada Tzara e sprim e il suo inte re sse pe r g li avang uardisti italiani (Enrico Pram po lini e G io rg io Mo randi) in una
le tte ra a G iuse ppe Raim o ndi, dire tto re de lla rivista ro m ana Avanscoperta, ch ie de ndo g li anch e de lle ripro duzio ni: “Le co se de v o no e sse re astratte e m o strare un v e ro valo re ”. Ne i prim i quattro num e ri de lla rivista Dada
si tro vano dunque m o lte o pe re e po e sie di Pram po lini,
Raim o ndi e altri, acco m pag ante da bre vi e stratti da riviste italiane , spe cialm e nte da Noi, o rg ano de i futuristi.
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Le te le d i K an d in skij, K le e e Mün te r e sp o ste alla
G ale rie Dad a se r v o n o d a sfo n d o a un a se rie d i c o n fe re n ze e d i sp e ttac o li d i d an za – c o m e d an ze astratte d i
Tae ub e r su un te sto astratto d i Ball in tito lato “G e san g
d e r Flug fisch e un d Se e p fe rd ch e n ” [C an to d e i p e sc i v o lan ti e d e g li ip p o c am p i] (29 m arzo ).
N o v e m b re -d ic e m b re : in se g uito alla ch iusura d e lla G ale rie Dad a il K un stsalo n Wo lfsb e rg d iv e n ta il n uo v o luo g o d i ritro v o d e i d ad aisti d i Zuric o. Q ui si tie n e
an ch e un’e sp o sizio n e c o n o p e re d i A rp e Se g al (14 n o v e m b re – 10 d ic e m b re ).
Dic e m b re : fra le o p e re rip ro d o tte n e l se c o n d o n um e ro d i Dada, b iso g n a c itare Tableau en papier d i A rp,
ch e o g g i fa p arte d e i suo i “C o llag e n n ach d e m G e se tz
d e s Zufalls g e o rd n e t” [C o llag e p ro d o tti se c o n d o le le g g i d e l c aso ]. A rp e Tae ub e r e sp lo ran o g li e ffe tti d e ll’in c o n tro fra l’astrazio n e g e o m e tric a, ch e se m b ra p ro d o tta in m o d o m e c c an ic o, e la c ultura an tim e c c an ic a d e g li e ffe tti ale ato ri, an ch e sp e rso n alizzan te ”. [C .P.]
URSS
Novembre, Tiflis: Kručënych e I. Zdanevič intraprendono una serie di recite delle loro poesie zaùm ’.
Sempre a Tiflis, in dicembre, Kručënych con i fratelli Zdanevič (il poeta Il’jà e il pittore Kirill) e Igor’ Gerasimovič Terent’ev forma il Gruppo 41° (41° forse perché un grado più forte della vodka).
1918
Argentina
Marcel Duchamp si imbarca a New York il 13 agosto per Buenos Aires – l’unica direzione verso la quale
poteva rivolgersi per essere in un paese neutrale dopo
l’ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale – vi arriva a metà settembre (ripartirà per Londra il
22 luglio dell’anno seguente). Prende contatti con gli ambienti scacchistici – giocherà furiosamente a scacchi durante tutta la sua permanenza in Argentina; non risulta invece che abbia frequentato gli ambienti letterari e
artistici.
Francia
André Breton scopre Lautréamont. In casa di Apollinaire trova i primi due numeri di Dad a (Zurigo), datati luglio e dicembre 1917, ma non ne rimane colpito.
Invece il terzo numero di Dad a (dicembre 1918) che ri-
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porta il Man ife sto Dad a 1918 di Tzara lo conquista e,
in una lettera scritta ad Aragon (21 dicembre 1918), definisce il manifesto “prodigioso”.
Il 24 giugno prima rappresentazione, al Théâtre
Maubel di Parigi, di Le s Mam e lle s d e Tiré sias, “dramma surrealista in due atti e un prologo” di Apollinaire.
Primo concerto del gruppo “Les Nouveaux Jeunes”,
fondato da Erik Satie.
Il 9 novembre muore Apollinaire.
Germania
Berlino
Hausmann, Huelsenbeck e Jung fondano, in casa
di Jung, il Club Dada, che inizia la sua attività con la
collaborazione di Baader, Golyscheff, Grosz, Heartfield,
Herzfelde, Höch e altri. “La particolarità tipicamente
dadaista di questo Club è che non esisteva, non vi era
quindi né un ufficio, né un’insegna, né una lista né una
tessera o altri distintivi. Ci si riuniva alla casa editrice
[Malik Verlag], in uno studio, o al caffè, si facevano progetti che non legavano nessuno” (Herzfelde 1967, p. 24).
Febbraio: nella sala della Nuova Secessione, al 23
della Kurfürstendamm, Huelsenbeck tiene una breve
conferenza sul Dadaismo. Ne riportiamo il testo integrale:
“Signore, Signori,
“La serata di oggi è intenzionalmente una manifestazione di simpatia per il Dadaismo, una nuova tendenza internazionale dell’arte, che è nata a Zurigo due
anni fa.
“Tra gli istigatori di questa bella cosa figuravano
Hugo Ball, Emmy Hennings, il pittore Slodki, i rumeni Marcel Janco e Tristan Tzara, e infine io stesso, che
oggi ho qui l’onore di fare propaganda per i miei vecchi compagni e per le nostre opinioni vecchie e nuove.
“Hugo Ball, grande artista e uomo ancora più grande, uomo assolutamente non snob e non letterario, ha
fondato nel 1916 a Zurigo il Cabaret Voltaire, a partire dal quale si è sviluppato, col nostro aiuto, il Dadaismo.
“Il Dadaismo era per forza un prodotto internazionale. Bisognava trovare qualcosa di comune tra i russi, i rumeni, gli svizzeri e i tedeschi. Questo era un sabba di tutte le stregonerie, non potete immaginarvelo, un
baccano dalla mattina alla sera, l’esaltazione con la grancassa e i tamburi dei Neri, l’estasi per gli Steps e le danze cubiste.
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“I rumeni venivano dalla Francia, amavano Apollinaire, Max Jacob, conoscevano Barzun, poemi e drammi, e i cubisti.
“Marinetti, Palazzeschi e Savinio ci scrivevano dall’Italia.
“Noi tedeschi non eravamo brillanti.
“In effetti, solo Ball aveva assimilato i problemi futuristi e cubisti. Forse tra noi c’è qualcuno che l’ha sentito parlare qui a Berlino nel 1915, alla serata espressionista che avevo organizzato con lui. Erano veramente
le poesie più espressioniste mai sentite in Germania.
“Ball ha recitato il suo cane che abbaia in Svizzera, un fantasma di una potenza tale che delle piccole intelligenze come Korrodie e Rubiner ne soffrono ancora oggi.
“Il Cabaret Voltaire era un teatro d’essai, dove abbiamo cercato a tastoni di comprendere le nostre affinità.
“Facevamo insieme dei meravigliosi canti negri con
delle raganelle, delle nacchere di legno e molti strumenti
primitivi. Io rappresentavo il cantore, personalità quasi mitica.
“Trabaya, Trabaya la mojere – con molta vasellina –
“Gli adepti delle ‘Arts déco’ della Zurigo bene conducevano una campagna serrata contro di noi. Questo
era il più bello: ma ora noi sappiamo con chi avevamo
a che fare.
“Noi eravamo contro i pacifisti, perché la guerra
ci aveva dato la possibilità di esistere in tutta la nostra
gloria. E in quel tempo i pacifisti erano ancora più onesti di oggi, che ogni ragazzino vuole sfruttare la congiuntura con i suoi libri contro l’epoca. Noi eravamo per
la guerra, e il Dadaismo è ancora oggi per la guerra.
Le cose devono urtarsi: non ci sono ancora abbastanza
crudeltà.
“Al Cabaret Voltaire avevamo prima provato le nostre danze cubiste con delle maschere di Janco, dei costumi fatti da noi di cartone e lustrini. Tristan Tzara,
che ora pubblica i quaderni dadaisti a Zurigo, ha inventato la rappresentazione sulla scena del poema simultaneo, poema recitato in differenti lingue, ritmi e suoni da più persone alla volta. Io ho inventato il concerto di vocali e il poema rumorista (bruitista), mescolanza di poesia e di musica rumorista, quest’ultima divenuta celebre con il R isv e g lio d e lla c ap itale dei futuristi.
“Piovevano invenzioni, Tzara ha inventato il poe-
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ma statico, una specie di poema ottico, che si guarda come si guarda una foresta; io ho inventato il poema movimentista, récital con dei movimenti primitivi, come non
era mai stato fatto fino allora.
“Signore, Signori,
“Così nacque il Dadaismo, focolaio di energie internazionali. Noi eravamo sazi del Cubismo, l’astratto
puro cominciava ad annoiarci. Si arriva automaticamente alla realtà, quando ci si muove e quando si è vivi. Il Futurismo, così com’era, era una faccenda esclusivamente italiana, una lotta contro l’orribile antichità
e la sua tecnica leccata e commerciale, che uccide ogni
talento. Il Futurismo che, qui in Germania, dove abbiamo l’onore di arrivare sempre per ultimi, è stato disprezzato dagli ignoranti e dalle teste vuote, come fregnacce, perché i suoi versi erano brutti o incomprensibili, Signore, Signori, questo Futurismo era la lotta contro la statua di Apollo, contro la cantilena e il bel canto. Ma noi, dadaisti, che cosa avevamo a che fare con
tutto ciò?
“Col Futurismo, o col Cubismo?
“Noi eravamo qualcosa di nuovo, noi eravamo i Dada, Ball-Dada, Huelsenbeck-Dada, Tzara-Dada.
“Dada è una parola che esiste in tutte le lingue –
non esprime nient’altro che l’internazionalità del movimento, non ha niente a che fare con il cicaleccio infantile al quale lo si è voluto degradare.
“Che cos’è allora il Dadaismo per il quale io peroro stasera? Vuole essere la fronda dei grandi movimenti
d’arte internazionali. Rappresenta la transizione a una
nuova gioia delle cose reali. Ci sono dei tipi che si sono battuti con la vita, ci sono degli uomini con i loro
destini e la loro capacità di vivere.
“Degli uomini dotati di acuta intelligenza, che comprendono, che sono a una svolta dell’epoca.
“Eravamo a un passo dalla politica, domani ministro o martire alla Schlüsselburg.
“Il Dadaismo ha vinto in se stesso gli elementi del
futurismo e i teoremi cubisti.
“Deve essere qualcosa di nuovo, poiché è alla testa dello sviluppo, e il mondo cambia con gli uomini che
sono capaci di essere cambiati”.
12 aprile, ore 20.15, sala della Nuova Secessione:
prima Serata del Club Dada. Programma: Richard
Huelsenbeck, Il Dad aism o n e lla v ita e n e ll’arte (primo
manifesto del Dada berlinese); Else Hadwiger, poesie futuriste e Dada (F.T. Marinetti, Traspo rto di fe riti / Bo m -
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b ard am e n ti da Zan g Tum b -Tum b ; Paolo Buzzi, Po rta
di Brande burg o / C am bio de lla g uardia: Be rlino ; Libero
Altomare, Le c ase p arlan o ; Luciano Folgore, La m arc ia; Corrado Govoni, L’an im a; Aldo Palazzeschi, Lasciate m i il piace re ; Tristan Tzara, Ritirata); George Grosz legge le proprie poesie; la serata termina con la lettura da parte di Hausmann del suo manifesto Il n uo v o
m ate riale n e lla p ittura. Hausmann ricorda: “Il pubblico era numeroso perché i quotidiani berlinesi avevano
pubblicato parecchi articoli su Dada. La serata si svolse nella grande sala piena di quadri postimpressionisti.
La lettura di Huelsenbeck della sua dichiarazione sull’essenza del Dadaismo lasciò l’uditorio calmo e indifferente, si sentivano solamente mormorii nella sala. Il
tumulto si scatenò solamente quando Huelsenbeck cominciò ad accompagnare la lettura delle poesie di guerra dei futuristi con delle trombette per bambini e dei balocchi. Il pubblico la prese come un’enorme offesa, poiché eravamo in piena guerra patriottica. Alcuni abbandonarono le loro sedie e un soldato in uniforme cadde in preda ad una crisi epilettica. Dovettero trasportarlo fuori dalla sala. Seguirono le ‘poesie pulite’ di Grosz. Ma poi seguirono dei soliloqui deliranti e osceni che
esasperarono ulteriormente il pubblico e il tumulto diventò sempre più forte. La gente gridò, gesticolò e quando arrivò il momento per il Dadasophe [Hausmann] di
leggere il ‘manifesto sul nuovo materiale nella pittura’
la baraonda era così forte che la direzione della sala, per
proteggere le tele dell’esposizione, non trovò di meglio
che togliere la luce. La sala si vuotò allora nell’oscurità.
Ma Huelsenbeck intanto era sparito e alla cassa ci informarono che si era portato con sé l’incasso” (Hausmann
1975).
Il manifesto Il nuo v o m ate riale ne lla pittura, letto
in questa prima serata del Club Dada, fu pubblicato con
le firme, tra le altre, di Tzara, Jung, Grosz, Janco, Huelsenbeck, Preisz e Hausmann (ibid., p. 97). “La parola Dada simbolizza la relazione più primitiva con la realtà; con
il Dadaismo una nuova realtà si afferma […]. Il Dadaismo non si pone più in maniera estetica di fronte alla vita. Distrugge tutte quelle grandi parole: etica, cultura,
introspezione, che non sono altro che alibi per muscoli
deboli […]. Dada è l’espressione internazionale del nostro tempo, la grande Fronda dei movimenti artistici […].
Qui ciascuno è presidente e ciascuno può votare […].
Dada è uno stato d’animo che può rivelarsi in ogni conversazione che fa esclamare: ‘Costui è dadaista, quello
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là no?’ […] Essere dadaisti può – qualche volta – voler
dire essere commerciante, politico, piuttosto che artista,
o essere artista solo per caso […]. Si dice SÌ a una vita
che si vuole elevare attraverso la negazione […]. Essere contro questo manifesto vuol dire ‘essere dadaista’ ”
(per il testo integrale vedi Rosci 1973, pp. 50-53). In accordo con le idee espresse in questo testo, Hausmann utilizza nuovi mezzi espressivi ed elabora le sue prime poesie-manifesti (“le mie poesie-manifesti, fatte con lettere
tipografiche di corpi diversi, abbandonavano il linguaggio corrente e indicavano, al contrario, in virtù del loro
ordine optofonetico, dei cambiamenti di sonorità”) e le
sue prime poesie fonetiche che chiama Se e le nauto m o bil [automobili d’anima] (vedi Hausmann 1958, pp. 5168): “Ho creato la poesia fonetica dichiarando che le lettere stesse dell’alfabeto devono essere considerate come
l’espressione di un atteggiamento musicale”; i suoi primi fotomontaggi: “Preso da uno zelo rinnovatore avevo
bisogno anche di un nome per questa tecnica, di comune accordo con Grosz, Heartfield, Baader e Hoech decidemmo di chiamare questi lavori ‘fotomontaggi’. Questo termine esprimeva la nostra avversione a giocare all’artista, e considerandoci ingegneri (da qui veniva la nostra preferenza per le tute da lavoro) pretendevamo di
costruire, m o ntare i nostri lavori” (Hausmann 1958, p.
42); i suoi primi collages che chiama K le be bild [quadro
incollato] che firmerà spesso con lo pseudonimo Algernoon Syndetikon (la marca di colla che adoperava si chiamava Syndetikon).
In aprile Baader comincia a partecipare attivamente
alle manifestazioni Dada. Chiede l’attribuzione del premio Nobel al suo manifesto G li uo m in i so n o an g e li ch e
v iv o n o in c ie lo che leggerà in giugno alla Serata Dada
al Caffé Austria.
Giugno, Caffé Austria nella Potsdamerstrasse: seconda manifestazione del Club Dada. Anche per questa manifestazione, come per le altre quattro che seguono, abbiamo la testimonianza diretta di Hausmann:
“Questa mattinata […] ebbe un carattere completamente diverso. Baader e io eravamo i soli organizzatori di questa manifestazione per la quale avevo fatto un
manifesto che serviva anche da programma. In esso vi
erano anche delle informazioni sulla nostra fondazione
del ‘Consiglio degli operai non-salariati’ e accennava al
nostro nuovo calendario Dada che introduceva una nuova epoca cominciante con ‘l’anno della morte del SuperDada Baader’ A d 1 (A-anno, d-aprile, 1-primo apri-
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le) perché un quotidiano berlinese era uscito con la frottola della morte di Baader avvenuta in quella data. L’entrata era libera, ma ognuno doveva comprare il manifesto-programma. Naturalmente il pubblico rifiutava di
pagare e ciò scatenò quasi delle risse. Nondimeno la serata cominciò con la dichiarazione di Baader sul nuovo calendario, sulla sua dichiarazione ‘gli uomini sono
angeli e vivono in cielo’ e sul ‘Consiglio degli operai nonsalariati’. In seguito io recitai per la prima volta in pubblico i miei Se e le nauto m o bil. Ma la mattinata lasciò l’auditorio insoddisfatto. Erano dei borghesi indifferenti”
(Hausmann 1975).
In estate Schwitters parte per Berlino per conoscere
Herwarth Walden, proprietario della Galerie Der
Sturm ed editore del periodico omonimo. Inizia a collaborare a De r Stur m (Berlino) con poesie e prose, e partecipa a una collettiva allestita in giugno alla Galerie Der
Sturm. A fine ottobre fa la conoscenza, al Café des Westens, di Arp e di Hausmann. Hausmann ricorda: “Ci
siamo conosciuti nel 1918 a Berlino [al Café des Westens] […]. ‘Cosa fate?’ – ‘Sono pittore, inchiodo i miei
quadri’. Questo era nuovo e simpatico. Proseguimmo
le nostre reciproche domande e seppi che egli scriveva
anche poesie. Me ne recitò alcune […]. Poi… disse ‘mi
piacerebbe essere accettato nel Club Dada’. Naturalmente non potevo decidere da solo, e gli dissi che ne avrei
parlato al Club e gli avrei saputo dire qualche cosa. Il
giorno dopo, al Consiglio generale, da Huelsenbeck, seppi che Schwitters era già conosciuto, ma non so per quale ragione Huelsenbeck nutriva un’avversione verso di
lui. Inoltre non voleva accettare al Club Dada ‘il primo
venuto’, in breve Schwitters non gli conveniva […]. Questi accettò la notizia senza batter ciglio, ad ogni modo
senza lasciar apparire un’emozione (fu il punto di partenza della sua grande indipendenza, poiché Schwitters
trovò la propria via, trovò Merz)” (Hausmann 1958, pp.
109-110).
Ad Hannover Schwitters incontra Kate Steinitz, arrivata da Berlino, e che va a trovarlo in gennaio-febbraio.
17 novembre: Baader provoca uno scandalo nel
duomo di Berlino, interrompendo il predicatore, Dr.
Dryander: “Un momento! Voglio chiedervi cosa significa per voi Gesù Cristo. Voglio dirvi che ve ne fregate
completamente di lui” (in tedesco “fregare” è un termme molto volgare). Hausmann racconta: “Successe un
pandemonio. Baader fu arrestato e lo si volle processare per bestemmia, ma dato che aveva con sé il testo del-
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la sua arringa [Je sus-C h rist ist m ir wursch t: ‘Me ne frego di Gesù Cristo’] nella quale affermava che il cristianesimo non rispettava più gli insegnamenti di Cristo, non
gli si poté far niente” (Hausmann 1958, p. 77).
Dicembre: Grosz, Heartfield, Herzfelde e Piscator
si iscrivono alla Lega Spartakista che nel mese seguente, gennaio 1919, diventa il KPD (Partito Comunista della Germania).
Pubblicazione di un numero speciale (7-8) di Die
fre ie Strasse : Club Dada, con testi di Hausmann, Huelsenbeck e Jung.
(G e n n aio : il 26 g e n n aio il Vossische Zeitung m e n zio n a p e r la p rim a v o lta l’e siste n za d i un “C lub Dad a”
in un artic o lo d al tito lo c an zo n ato rio : “O Bur r ubuh h ib i o bur r ubuh h ih i o h o jo h o jo lo d o m o d o h o ”.
“A p rile -mag g io : a p artire d a q ue sto p e rio d o e p e r
tutta l’e state , Hausm an n c o m p o n e un a se rie d i p o e sie
fo n e tich e , v isiv am e n te so rp re n d e n ti e c o n tito li c o m e
“g r r r ün ” [v e r r rd e ] o “bbbb ”, e q uattro Plakat-gedichte [Po e sie -m an ife sto ]. Q ue ste ultim e so n o “stro fe ” c o stituite d a le tte re , se g n i d i p un te g g iatura e sim b o li ch e
lo stam p ato re , su rich ie sta d i Hausm an n , p re n d e a c aso d al suo p ian o d i tip o g rafo. Hausm an n n e fa la le ttura a v o c e alta, v e ro sim ilm e n te il 6 g iug n o, d uran te la
se rata Dad a al C afé A ustria.
A p rile -lug lio : usc ita d e lla riv ista Club Dada, ch e
co nta 16 pagine . Esplo sio ni tipo g rafiche , sparpagliate co m e sc o p p i d i g ran ata attrav e rso le p ag in e d e lla c o p e rtin a, an n un c ian o le p ubblic azio n i e le attiv ità d e l C lub,
e urlan o slo g an p riv i d i se n so : “So r v e g liate la v o stra salute !” “C o sa v o g liam o ? C o sa p o ssiam o ?”.
Club Dada v ie n e m e sso in v e n d ita d uran te la p rim a g ran d e se rata Dad a a Be rlin o, o rg an izzata al Be rlin e r Se ze ssio n (il 12 ap rile ). G ro sz ad e sso h a rag g iun to Hue lse nbe ck e Hausm ann, che anim ano i lo ro disco rsi
c o n c an ti e d an ze jazz “sin c o p ate ”, e fan n o rim b alzare
un p allo n e d a fo o tb all sulla te sta d e g li sp e ttato ri. Il suc c e sso p o rta il g r up p o a p ro se g uire g li sp e ttac o li. G ro sz
alle stisc e n um e ro se se rate d i “Futuristisch e s C ab are t”
co n de gli “A pache ntänze ” [danze apache ] futuriste. Hausm an n e Baad e r c o m in c ian o ad alim e n tare il q uo tid ian o Berliner Zeitung am Mittag c o n an n un c i m ag n ilo q ue n ti. Pre v e d o n o an ch e un “ro m an zo sim ultan e o ” se c o n d o un p ian o ch e sarà sv ilup p ato l’an n o suc c e ssiv o
d a A n d ré Bre to n e Ph ilip p e So up ault e , il 23 lug lio, le g g o n o in strad a te sti c o m p o sti p e r q ue sto p ro g e tto in -
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c o m p iuto. In m e zzo a q ue sta e ruzio n e d i attiv ità, Hue lse n b e ck, c o n tro q ualsiasi p re v isio n e , lasc ia il C lub ; n o n
riap p arirà ch e alla fin e d e ll’an n o.
G iug no (Be rlino /Hanno v e r): K urt Sch witte rs e spo ne p e r la p rim a v o lta a Be rlino, alla G alle ria Stur m , ch e
d iv e n te rà il suo luo g o d i e sp o sizio n e p riv ile g iato n e g li
an n i Dad a; n o n è an c o ra n e l p e rio d o Me rz, m a si d irig e se m p re d i p iù v e rso l’astrazio n e .
Lug lio : la Berliner Zeitung am Mittang d e l 30 lug lio p ubblic a Acht Weltsätze [O tto te o re m i d e l m o n d o ]
fir m ati Baad e r, se rie d i p ro p o sizio n i rag g ian ti e m istiche che iniziano co n que sta affe r m azio ne re de ntrice : “Le
p e rso n e so n o an g e li e v iv o n o in c ie lo ”. Baad e r ad atta i
suo i te o re m i ai p re stig io si p re m i N o b e l d i ch im ic a, fisic a, le tte ratura, m e d ic in a e p ac e . Av e n d o “riso lto ” tutti
i p ro ble m i p e r c ui il c o m itato c e rc a un a so luzio n e , p ro p o n e alle g ram e n te d i ric e v e re q ue ll’an n o i c in q ue p re m i.
Lug lio o A g o sto : Hausm an n e Hö ch in trap re n d o n o un v iag g io n e l m ar Baltic o. Duran te q ue ste v ac an ze , la c o p p ia abb o rd a p e r la p rim a v o lta il so g g e tto d e l
fo to m o n tag g io, ch e c o stituirà il lo ro g ran d e c o n tributo
v isiv o al Dad aism o in te r n azio n ale . Hö ch n e farà d ’altra p arte il suo p rin c ip ale lin g uag g io d i c re azio n e p e r
tutta la sua v ita. Tra le n um e ro se rad ic i p o ssib ili d i q ue sta te c n ic a n e lla c ultura p o p o lare , Hö ch n e c ita un a ch e
ap p are p e rtin e n te : si tratta d i un’im m ag in e c o m m e m o rativ a m ilitare ch e av e v a ac q uistato e ch e e ra c o m p o sta d a te ste d i so ld ato in c o llate su un ifo r m i.
Se tte m b re : c o n l’artic o lo “Vo m Sticke n ” [Sul ric am o ], usc ito sulla riv ista sp e c ializzata Stickerei – und
Spitzen-Rundschau [Pan o ram a d e l ric am o e d e l p izzo ],
Hö ch in izia un a se rie d i artic o li sulla le g ittim ità artistica de l pizzo e sulla sua astrazio ne intrinse ca. I suo i co m p iti all’in te r n o d e l g r up p o e d ito riale Ullste in la p o rtan o a d ise g n are n um e ro si m o d e lli p e r o p e re d i ric am o,
un c in e tto, m ag lia, p izzo e altri lav o ri c o n l’ag o. A p artire d al 1919, utilizze rà q ue sti m o tiv i p e r c re are fo to m o n tag g i astratti.
O tto b re : il lib ro d i Hausm an n Material der Malerei Plastik und Architektur [I m ate riali de lla pittura, de lla scultura e de ll’archite ttura], pubblicato so ltanto in ve ntitré e se m plari, co stituisce la te rza pubblicazio ne de l Club
Dada. L’im pag inazio ne spo glia pre v e de quattro le g ni inc isi a c o lo ri e un ap p e llo d in am ic o, in un a p ro sa se n za
p un te g g iatura, in fav o re d i un’arte e d i un’arch ite ttura
ch e sian o i v e tto ri d i un’astrazio n e e sub e ran te .
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Dic e m b re : il N o v e m b e rg r up p e n asc e a Be rlin o.
Pre n d e n d o il suo n o m e d ag li av v e n im e n ti p o litic i m e m o rab ili d e l m e se p re c e d e n te , q ue sta alle an za artistic a
uto p istic a, ch e si ap p o g g ia su un a larg a p iattafo r m a, si
im p e g n a a sb arazzarsi d e lle ac c ad e m ie d i b e lle arti, a
so c ializzare i te atri e le p ro fe ssio n i lib e rali e a sp o sare
la c ausa d i un’arte p ro g re ssiv a p e r “frate r n ità” c o n la
c ausa o p e raia. La m ag g io r p arte d e lle p e rso n e asso c iate a Dad a Be rlin rag g iun g o n o il g r up p o e v i c o llab o ran o d uran te i p rim i an n i ch e se g uo n o la fin e d e lla g ue rra, an ch e se i d ad aisti n e ll’in sie m e rim p ro v e ran o al N o v e m be rg ruppe di no n e sse re abbastanza radicali”. [C .P.]
Colonia
“No v e m bre : una fo rza di o ccupazio ne alle ata si installa in te r rito rio te d e sc o a o v e st d e l R e n o. Il trattato
d i Ve rsaille s, re ttific ato n e l 1919, p o n e C o lo n ia so tto il
c o n tro llo m ilitare b ritan n ic o p e r c in q ue an n i.
Fin e d e ll’an n o : Baarg e ld ad e risc e al Partito so c iald e m o c ratic o in d ip e n d e n te (USPD), p artito d i sin istra,
e n e d iv ie n e fun zio n ario. R e ste rà attiv o n e l suo im p e g n o p o litic o fin o alla fin e d e l 1920”. [C .P.]
Hannover
“No ve m bre : a po che se ttim ane dall’ar m istizio e dall’ab d ic azio n e d e l K aise r, Sch witte rs si d im e tte d al suo
im pie g o di dise g nato re pe r de dicarsi co m ple tam e nte alla c ar rie ra artistic a”. [C .P.]
Italia
Primi contatti di Marasco con i dadaisti di Zurigo.
Marasco e Prampolini partecipano alla mostra dadaista alla Monbijoustrasse di Berna.
De Chirico, In te r n o m e tafisic o c o n c asc ata.
Giorgio Morandi, N atura m o rta m e tafisic a.
Stati Uniti
Morte di Morton L. Schamberg.
Duchamp il 13 agosto si imbarca da New York per
Buenos Aires.
Arthur Cravan sparisce nel golfo del Messico.
Man Ray scatta le prime fotografie Dada: Uo m o
e Do n n a. Nuove sculture elaborate con oggetti trovati,
Sc ulture by Itse lf, I e II.
“Man R ay e se g ue i suo i p rim i d ip in ti c o n l’ae ro g rafo.
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Fe bb raio -lug lio : q uattro an n i d o p o av e r abb an d o nato la pittura, Duch am p e se g ue Tu m’ in rispo sta a una
d o m an d a d i K ath e rin e Dre ie r. In q ue sta c o m p o sizio n e
su “p ie tra to m b ale ” – il suo ultim o o lio – Duch am p stila un in v e n tario d e i p ro c e d im e n ti c asuali o se le ttiv i ch e
h a utilizzato n e lle o p e re p re c e d e n ti e c re a un a so rta d i
re ad y-m ad e trac c ian d o sulla te la l’o m b ra p ro ie ttata d a
alc un i o g g e tti p o sti so tto un a luc e a raso te r ra. Un p itto re d i in se g n e v ie n e in c aric ato d i c re are il d ito p un tato in m e zzo all’o p e ra, ch e fir m a in m o d o m o lto v isib ile ; altri e le m e n ti so n o stati d ip in ti d a Yv o n n e C h aste l,
d iv e n tata la c o m p ag n a d i Duch am p.
G iug n o : “Lo v e -C h e m ic al R e latio n sh ip ” [R e alzio ne am o re -chim ica] (ispirata al Grande Vetro) e sce su The
Litte Review; è la p rim a d i un a se rie d i un a v e n tin a d i
p o e sie d e lla b aro n e ssa Elsa, ch e usc iran n o sulla riv ista
n e l c o rso d e l 1925. “Bac iam i […] sulla c o llin a luc e n te
[…]”; “De ve e sse re scivo lo so – io scivo lando m ’insinue rò
[…]. A -H-H-H…” e “Dio b rillo – p allo n c in o sc arlatto ” so n o tra i p rim i v e rsi ch e turb an o i c e n so ri c o sì c o m e i c o n fo r m isti p e r il lo ro m istic ism o e static o.
Ag o sto : pe r Duch am p, l’Am e rica in te m po di g ue rra è q uasi altre ttan to so ffo c an te d e lla Fran c ia; si stab ilisc e d un q ue a Bue n o s A ire s, d o v e re ste rà p e r n o v e m e si in un ritiro v o lo n tario.
O tto b re : Mo rto n Sch am b e rg m uo re d i in flue n za
spag no la. L’e pide m ia farà tra i v e nticinque e i cinquanta
m ilio n i d i v ittim e n e l m o n d o ”. [C .P.]
Svizzera
Luglio: pubblicazione di 25 p o è m e s di Tzara illustrati da dieci xilografie di Arp.
23 luglio: Tzara legge nella sala Zur Meise a Zurigo il Man ife sto pubblicato poi su Dad a (Zurigo, n. 3,
dicembre 1918).
21 agosto: prima lettera di Tzara a Picabia, anch’egli in Svizzera (Bex-les-Bains, Losanna, Bénings), che
segna l’inizio di una fitta corrispondenza.
Tzara e Picabia si incontreranno solamente nel gennaio del 1919.
Settembre: mostra collettiva dì Arp, Baumann, Janco, Richter e altri alla galleria Wolfsberg di Zurigo.
Dicembre: pubblicazione del terzo fascicolo di Dad a (Zurigo), il primo che riflette lo spirito Dada sia nel
contenuto sia nella presentazione tipografica.
Verso la fine dell’anno Tzara comincia a corrispondere con il gruppo parigino (Aragon, Breton, Soupault).
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“Fe bb raio (Zurig o /Parig i): in un a le tte ra a Tzara,
G uillaum e A p o llin aire rifiuta d i c o n tribuire al te rzo n um e ro d i Dada, add uc e n d o a m o tiv azio n e la p re o c c up azio ne p e r la sua im m ag ine in un m o m e nto in c ui p re vale il se ntim e nto nazio nalista: “C re do ch e po tre bbe e sse re c o m p ro m e tte n te p e r m e […] c o llab o rare a un a riv ista, p e r q uan to buo n o p o ssa e sse re il suo sp irito, ch e
abb ia c o m e c o llab o rato ri d e i te d e sch i, p e r q uan to p o ssan o e sse re fav o re v o li all’In te sa”.
Fran c is Pic ab ia si stab ilisc e a Lo san n a p e r c urare
un a d e p re ssio n e (e fo rse un p ro ble m a d i alc o lism o ).
G iug no (Zurig o /Parig i): in una lung a le tte ra a Paul
De r m é e – il suo p rim o c o n tatto se rio c o n il futuro c irc o lo Dad a a Parig i –, Tzara e sp o n e in d e ttag lio (il 24
g iug n o ) le p ro p rie id e e p e r i n um e ri 3 e 4-5 d e l g io rnale Dada. V i de scriv e i capricci de gli ispe tto ri de lle po ste , d e i c e n so ri, d e g li uffic iali d i d o g an a e d e lle lib re rie
p ie n i d i p re g iud izi c o n tro le id e e p ro v e n ie n ti d all’e ste ro, m a e v o c a an ch e la n e c e ssità d i c o n tro llare il bud g e t
de lla pubblicazio ne e di so rve gliar ne accuratam e nte l’im p re ssio n e : “G li affari, affe r m a, so n o an ch ’e ssi e le m e n ti p o e tic i, c o m e il d o lo re o la farsa”.
23 lug lio : Tzara le g g e il “Man ife sto Dad a 1918” e
fa scalpo re in o ccasio ne di una se rata pe rso nale alla Me ise Halle . Lo sc o p o d i q ue sta m an ife stazio n e è d i fare la
p ro m ozio n e d i un n uo v o lib ro d i Tzara e A rp, m a il m an ife sto c o stituisc e il te m a fo rte d e lla se rata; av rà un a riso n an za d e te r m in an te sulla p o p o larità d i Dad a a liv e llo inte r nazio nale . Tzara e v o ca il biso g no di spo ntane ità,
d i astrazio n e , d i d isp o n ib ilità al risch io, e il d isg usto salutare n e i c o n fro n ti d e lla lo g ic a e d e ll’o rd in e stab ilito.
La fo r m a d e l te sto è to talm e n te n e llo sp irito d e l c o n te n uto : “Tran q uillità triste zza la d iar re a è un se n tim e n to
g ue r ra g li affari e le m e n to p o e tic o e lic a in fe r n ale sp irito e c o n o m ic o fre g arse n e in n o n azio n ale affissio n e p e r
i b o rd e lli…”, sc riv e , in g uisa d i sin o p si n e lla sua “C ro n ac a Zurig h e se ” l’an n o se g ue n te .
Se tte m b re : un ad attam e n to d e lla p iè c e d e lla c o m m e d ia d e ll’arte Il Re Cervo sc ritta d a C arlo G ozzi, satirista v e n e zian o d e l X V III se c o lo, c o stituisc e l’o uv e rture d e l Te atro d e lle m ario n e tte sv izze ro a Zurig o (l’11
se tte m b re ). So fia Tae ub e r (la c ui so re lla lav o ra p e r C arl
Jun g ) re alizza le sc e n o g rafie e le m ario n e tte d i q ue sta
p ro d uzio n e ch e , p e r la p rim a v o lta, asso c ia p ubblic am e n te Dad a alla p sic an alisi. Pe rso n ag g i c o m e il Dr.
C o m p le sso d ’Ed ip o, Fre ud A n alytic us e la fata Ur-Lib id o si b atto n o p e r un re e la sua b e n e am ata in un re -
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g n o ch e p o rta il n o m e d e ll’o sp e d ale in c ui Jun g h a stab ilito la sua clin ic a. “Uc c id e te m i, uc c id e te m i”, g rid a alla fin e Tartag lia, il c attiv o m in istro. “N o n so n o stato in
an alisi e n o n n e p o sso p iù!”.
A rp, Jan c o e R ich te r si sfo rzan o d i re n d e re p iù alto il liv e llo d i un a m e d io c re e sp o sizio n e d i p ittura m o d e r n a o rg an izzata al K un stsalo n , d a Wo lfsb e rg. A n ch e
Pic ab ia è stato in v itato a in v iare d e i q uad ri, m a il p ro prie tario de lla galle ria de cide alla fine di no n e spo rli. Tuttav ia, Tzara e g li altri h an n o il te m p o d i am m irarli, c o sa ch e raffo rza l’am m irazio n e p e r Pic ab ia in se n o al
g ruppo. “Il dire tto re de l Salo ne è un abo m ine v o le e pre te n zio so in se tto la c ui im p o te n za e m an c an za d i tale n to si so n o im p re sse so tto fo r m a d i p arassiti sulla sua d e b o le q ualità d i p e n sare ”, affe r m a Tzara in un a le tte ra
in d irizzata al p itto re furio so (26 se tte m b re ).
N o v e m b re : Se r n e r rito r n a a G in e v ra (il 30 n o v e m b re ). Do p o n um e ro se se ttim an e d i n e g oziazio n e (le
auto rità g li rifiutan o il v isto ), rito r n e rà a Zurig o v e rso
il 1 m arzo d e ll’an n o suc c e ssiv o.
Dice m bre : il te rzo num e ro di Dada, ch e si apre co n
il “Manife sto Dada 1918” di Tzara, se g na un im po rtante
c am b iam e n to d i im p ag in azio n e . Da p ic c o la b ro ch ure
q uasi q uad rata, la riv ista si trasfo r m a in un a p ubblic azio n e d ai c o lo ri v iv i, c o n la fo r m a d i un p e rio d ic o illustrato, ch e m isch ia g li stili d i tip o g rafia e in te g ra le illustrazio n i. La c o p e rtin a riassum e la p o sizio n e rad ic ale ad o ttata c itan d o q ue sta frase p o c o m o d e sta d i De scarte s, m e ssa in diag o nale : “No n v o glio ne anch e sape re
si c i so n o stati d e g li uo m in i p rim a d i m e ” ”. [C .P.]
URSS
Il gruppo 41° si esibisce in una serie di recital alla
Taverna fantastica di Tiflis.
Maggio, Tiflis: Zdanevič pubblica il primo della serie dei suoi d ra (nome che egli dà alle sue opere teatrali), Yan ko K r ul A lb an skai [Yanko, re di Albania], scritto apparentemente in albanese ma in realtà in zaùm ’.
Vi si riscontrano molti degli elementi caratterizzanti il
teatro Dada: l’assurdo, l’umorismo nero, la trama quasi inesistente che serve solo da pretesto per sviluppare
una serie di situazioni una più improbabile dell’altra,
l’impiego di personaggi e oggetti irreali (in questo d ra
figurano tra i personaggi una pulce che non pronuncia
una sola parola e qualcosa che Zdanevič chiama “trementine libere”).
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1919
Belgio
Pansaers scrive Le Pan -Pan au c ul d u N u N è g re ,
che sarà pubblicato l’anno seguente, e inizia il romanzo Lam p rid o , di cui usciranno estratti in Ç a Ira e Litté rature . Carl Einstein, collaboratore assiduo di R é surre c tio n , che pubblica ora con Grosz a Berlino il periodico De r blutig e Er n st, lo mette al corrente dell’attività
dei dadaisti berlinesi e gli invia i primi tre numeri di Dad a (Zurigo). Pansaers è colpito e conquistato dal Man ife ste Dad a 1918 di Tzara, che trova nel terzo numero
di Dad a. Decide di prendere contatto con i direttori dei
periodici d’avanguardia e scrive ad Albert-Birot (Sic), Reverdy (N o rd -Sud ), Tzara (Dad a) e Breton (Litté rature )
per proporre loro di creare una sezione belga, o almeno bruxellese, di Dada, di mettere in vendita i loro periodici.
L’unica reazione positiva è quella di Breton, che
pubblica su Litté rature (14 giugno 1920) la poesia dadaista di Pansaers, Ic i fin it la se n tim e n talité .
Paul Van Ostaijen inizia a scrivere, e concluderà
l’anno seguente, Fe e ste n v an A n g st e n Pijn [Feste dell’angoscia e del dolore], che costituisce una svolta dalle precedenti posizioni espressioniste verso il nichilismo
Dada.
E.L.T. Mesens, molto vicino al Dadaismo per via
della sua ammirazione per Satie, incontra Magritte con
il quale costituirà, nel 1925, un piccolo gruppo Dada a
Bruxelles.
Francia
In una lettera datata 22 gennaio Breton esprime a
Tzara il suo entusiasmo per il Man ife sto Dad a 1918.
Eluard, presentato da Jean Paulhan, incontra in primavera Aragon, Breton e Soupault.
Duchamp, Picabia e Ribemont-Dessaignes si rivedono a Parigi. Primo incontro di Duchamp con André
Breton e gli altri poeti del gruppo (Louis Aragon, Paul
Eluard, Philippe Soupault, Jacques Vaché) al Café Certa, abituale luogo di riunione del gruppo Litté rature .
In dicembre primo incontro di Picabia con il gruppo di Litté rature (vedi lettere di Breton a Tzara dell’8
novembre e del 26 dicembre 1919, in Sanouillet 1965,
pp. 451-53).
Nel corso della sua breve permanenza a Parigi Duchamp elabora tre ulteriori varianti sul tema dei Ready-
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made, LHO O O , A sse g n o Tzan ck e A ria d i Parig i. Prima sua manifestazione di Body Art documentata dalla
foto To n sure 1919. Pubblicazione delle Le ttre s d e g ue rre di Jacques Vaché con prefazione di André Breton.
In marzo primo numero di Litté rature , fondata da
Louis Aragon, André Breton e Philippe Soupault.
Primo testo automatico, Usin e , di André Breton,
pubblicato in settembre su Litté rature .
Suicidio di Jacques Vaché. Arrivo a Parigi di Mirò.
“G e nnaio (Parig i/Zurig o ): “Mi so no re alm e nte e ntusiasm ato p e r il Suo m an ife sto ; n o n sap e v o p iù d a ch i
asp e ttar m i il c o rag g io ch e Le i m o stra”, e sclam a Bre to n
(il 22 g e n n aio ) n e lla sua p rim issim a le tte ra a Tzara, in
c ui v e d e il faro d e lla rib e llio n e d ’av an g uard ia.
Marzo : ne l co rso de i suo i v e nti num e ri, l’ultim o de i
q uali usc irà n e ll’ag o sto 1921, Littérature, riv ista e sse n zialm e nte le tte raria, div e nte rà un pilastro de l Dadaism o
p arig in o e il n ucle o d e l futuro g r up p o sur re alista.
Marzo (Parig i/Zurig o ): Picabia to r na dalla Svizze ra
e si stab ilisc e a Parig i c o n Ev e rlin g.
A p rile : Je an C ro tti e Susan n e Duch am p si sp o san o a Parig i.
Lug lio (Parig i/N e w Yo rk): Duch am p to r n a a Parig i d o p o un a trav e rsata d i un m e se tra Bue n o s A ire s e
Lo n d ra.
A g o sto : e sc e a Parig i Pensée sans langage, p rim o
v o lum e d e lle p o e sie d i Pic ab ia. La b re v e in tro d uzio n e
d i “Ud n ie ”, c re azio n e fittizia d e g li an n i d e ll’an te -g ue rra d i Pic ab ia, ap p artie n e alla stirp e d e i rife rim e n ti e rm e tic i d e lle sue “p itture m e c c an o m o rfe ”: “Un c o n d e n sato re d i c o r re n te sm ag n e tizza la sc in tilla”, un “v uo to
ug uale alla so m m a d e lle e n e rg ie fuo ri uso ”, e c o sì v ia.
Le p o e sie , in v e c e , so n o lirich e e a v o lte q uasi te n e re :
“Un a c arazza m i rip o rta a g uard arla / le sue m an i b atto n o c o m e un c uo re / sull’id o lo g rasso d ag li o c ch i luc e n ti […] la p e lle p o e sia ac c ap ar rata / so r rid e c o m e un
rag azzo / ch e è ap p e n a stato p re se n tato / e d isc re to c o m e un a v e trin a p o v e ra”.
O tto bre : Littérature lancia un’inchie sta pro vo catrice
tra g li sc ritto ri, g io v an i o affe r m ati: e ssa assum e la fo rm a d i un’un ic a d o m an d a: “Pe rch é sc riv e te ?”.
N o v e m b re : q uattro o p e re d i Pic ab ia so n o e sp o ste
al Salo ne d’autunno (1° no v e m bre – 10 dice m bre ). Q ue sti so n o i p rim i e se m p lari v isib ili a Parig i d e i suo i q uad ri-m ac ch in e , m a g li o rg an izzato ri li ap p e n d o n o so tto
un a sc ala. In risp o sta, Pic ab ia si riv o lg e a Dad a Paris
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c re an d o un o sc an d alo p ubblic o. Un a le tte ra ap e rta v ie n e in d irizzata al p re sid e n te d e l Salo n e , ch e è il b e rsag lio d i un attac c o in p ie n a re g o la su 391; il tutto è o rch e strato d a Pic ab ia, m a fir m ato d al d ire tto re d e lla riv ista, R ib e m o n t-De ssaig n e s, ch e d à p ro v a d i tan to tale n to n e lla g e stio n e d i q ue sto sc an d alo d a farsi la re p utazio n e d i p o le m ista uffic iale d i Dad a.
Dic e m b re -fe bb raio 1920: p e r tre n um e ri, Littérature pubblica le rispo ste al suo que stio nario “Pe rch é scriv e te ?”. Le o ttan tatré risp o ste c o n fe risc o n o un o sg uardo d’insie m e co m ple to m a de prim e nte de ll’am bie nte le tte rario p arig in o, c o n te n to d i sé e p o c o ap e rto al m o n d o. Le risp o ste sin c e re ap p aio n o rid ic o le o se n tim e n tali, m e n tre p e rso n ag g i n o ti c o m e Je an G irad o ux te stim o n ian o d i un a d isin v o ltura o d i un a xe n o fo b ia c o m e
que lle che si ritro vano spe sso ne gli attacchi m o ssi in Francia co ntro Dada: “Scrivo in france se no n e sse ndo né svizze ro n é e b re o, e p e rch é p o ssie d o tutti i m ie i d ip lo m i
[…]”. Tra le rispo ste più se m plici, ch e so no anch e le m iglio ri, citiam o : “Pe r scriv e re m e glio !” (Max Jaco b); “Pe rch é ” (Blaise C e n d ras); “Pe r abb re v iare il te m p o ” (K n ut
Ham sun , l’ultim o ad av e re risp o sto ).
Dice m bre (Parigi/Ne w Yo rk): Ducham p dise gna de i
b affi e un a b arb e tta su un a rip ro d uzio n e d e La Gioconda, ch e in tito la L.H.O.O.Q. Do p o q ue sto g e sto sp irituale m a altam e n te sc an d alo so, Duch am p si im b arc a
p e r N e w Yo rk alla fin e d e l m e se , p ro p rio q uattro se ttim an e p rim a ch e a Parig i sc o p p i la te m p e sta p ro v o c ata
d a Dad a”. [C .P.]
Germania
Berlino
Quest’anno e il seguente segnano il culmine dell’attività Dada a Berlino. Nascono una pleiade di periodici Dada, in primo luogo De r Dad a di Hausmann
i cui tre numeri (i primi due escono in giugno e dicembre, il terzo e ultimo uscirà nell’aprile dell’anno seguente)
sono l’espressione più autentica dello spirito Dada a Berlino. Grosz e i fratelli Herzfelde (John Heartfield e Wieland Herzfelde) esprimono l’aspetto più politicamente
impegnato del Dada berlinese con la pubblicazione di
periodici o numeri unici ferocemente satirici. Je de r m ann
se in e igne r Fussball (numero unico pubblicato in febbraio
da Herzfelde), De r blutig e Er n st (sei numeri pubblicati da Carl Einstein e Grosz, tutti nel 1919), De r G e g n e r
(dodici numeri nel 1919, i primi sei pubblicati da Julian
Gumperz e Karl Otten, in seguito – ve ne saranno al-
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tri dodici nel periodo 1920-21, gli ultimi tre usciranno
nel 1922 – curati da Gumperz e Herzfelde), con il supplemento satirico Die Ple ite , pubblicato da Herzfelde
(cinque numeri entro l’anno, uno nel 1920, l’ultimo 1011, nel giugno 1924).
6 febbraio, Sala imperiale del Rheingold, Bellevuestrasse, ore 19.30: l’OberDada (il “SuperDada”: Baader) viene proclamato “presidente del globo terrestre”.
Il volantino che invita a questa manifestazione è firmato
“Consiglio Centrale Dadaista per la Rivoluzione Mondiale / Baader, Hausmann, Tzara, Grosz, Janco, Arp,
Huelsenbeck, Jung, Eugen Ernst, A.R. Meyer”. L’appello
è indirizzato a “tutti i lavoratori spirituali e clericali, i
deputati, i borghesi, i compagni dei due sessi (i soldati
non graduati) e tutti quelli che s’interessano alla felicità
dell’umanità”. L’appello promette: “Faremo saltare Weimar. Berlino è il luogo da…da… Niente e nessuno sarà
risparmiato”.
Hausmann scrive Pam p h le t c o n tro il p un to d i v ista d i We im ar, che viene pubblicato su De r Ein zig e del
20 aprile: “Io annuncio il mondo Dada! Rido della scienza e della cultura, miserabili assicurazioni di una società
condannata a morte […]. I letterati, fabbricanti di versi, soffrono della loro triste serenità biliosa, coprono, come se fosse lebbra, le deformità intellettuali del governo Ebert-Scheidemann, in unisono con la cacofonia di
questo povero disco di grammofono weimariano […].
Vogliamo creare da noi il nostro nuovo mondo. Dada
si è battuto come unica forma d’arte del presente per
un rinnovamento dei mezzi formali e contro l’ideale classico del borghese amante dell’ordine. Dada si è battuto contro il suo ultimo rappresentante, l’espressionismo!
Il Club Dada rappresentava durante la guerra l’internazionalismo: è un movimento internazionale e antiborghese” (per il testo integrale vedi Rosci 1973, pp. 5457).
Sul primo numero di De r Dada (giugno) viene pubblicato il manifesto C h e c o s’è il Dad aism o e ch e c o sa
v uo le in G e r m an ia (i 13 punti di Hausmann, ironica risposta ai 14 punti di Wilson), scritto da Hausmann e firmato “Il Consiglio Centrale Dadaista / Hausmann,
Huelsenbeck, Golyscheff ” (per il testo integrale vedi
Schwarz 1976). Sul secondo numero di De r Dad a (dicembre) viene pubblicato l’importante articolo di Hausmann, Il filiste o te d e sc o si ar rabb ia (per il testo integrale vedi Schwarz 1976).
Primi collage di materiali stampati elaborati da Baa-
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der e Hausmann in collaborazione partendo dai materiali stampati più correnti: ad esempio, frammenti di manifesti, cartoline, annunci nelle vetrine. Hausmann ricorda: “Passeggiavamo la notte nelle strade di Berlino
e staccavamo i manifesti dalle Litfassäule n [colonne pubblicitarie] e gli annunci sulle vetrine. Più tardi li utilizzavamo nei nostri collage”.
Fine marzo: Hausmann e Baader progettano di proclamare la “Repubblica Dadaista di Nikolassee”: “Le nostre attività Dada non si limitavano solamente a delle
serate e altre cose simili.
“Un pomeriggio ero seduto con Baader al Café Josty alla Potsdamerplatz, nostro quartier generale. Era verso la fine di marzo del 1919. Da tutte le parti rivolte e
colpi di forza esplodevano, repressi in maniera più o meno sanguinosa.
“In un lampo mi viene un’idea:
“ ‘Portami la guida stradale di Nikolassee’, dico a
Baader.
“‘Cosa ne vuoi fare?’
“‘Ascolta: noi fonderemo una repubblica Dada a
Nikolassee’.
“‘E in che modo?’
“‘Non lo so ancora, ma lo sapremo presto’.
“Baader se ne va e ritorna due minuti dopo con la
guida.
“ ‘Bene, ora fai attenzione. Noi dimostreremo che
si possono fondare delle repubbliche senza violenza, senza spargimento di sangue, senza armi, senza nient’altro che una macchina da scrivere. Ma prima dammi la
guida e segna i nomi che ti dirò e le multe che infliggeremo loro’.
“Baader fiuta l’aria libera e si mette all’opera con
ardore. Scriveva sul suo blocco: Signor Caio 10.000 marchi di multa ecc. ecc. Dopo aver stabilito una buona lista di nomi io dissi: ‘Basta, ora vengono gli ordini rivoluzionari: la Repubblica Dadaista di Nikolassee è proclamata dal Consiglio Generale Dada il 1° aprile 1919.
“‘Il traffico ferroviario tra Nikolassee e Wansee da
una parte e Schlachtensee dall’altra è definitivamente
interrotto. I pompieri dovranno stare in allerta, per principio, a tutte le ore. Gli uscieri sono chiamati a incassare le ammende fissate presso gli accusati menzionati
nella lista.
“‘Questi sono dichiarati Bo rg h e si futili perché sono proprietari di ville e in caso di resistenza devono arrestarli e metterli in prigione’.
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“Baader scriveva.
“‘Bene, ma non vedo ancora come tu…’
“‘Stai tranquillo, noi vogliamo, te l’ho già detto, dare l’esempio che si può, senza violenza, rovesciare l’ordine pubblico.
“‘La sera del 1° aprile noi arriveremo alle sei meno un quarto a Nikolassee e incolleremo i nostri ordini
sui muri e sulle piante, poi andremo dritti in Municipio.
Là noi chiederemo di parlare al Sindaco e gli diremo: Signore, noi abbiamo proclamato Nikolassee Repubblica
indipendente. Restituiteci il potere, dateci la cassa della
città, ordinate agli impiegati di obbedire ai nostri ordini. Abbiamo fuori 2000 uomini di truppa con fucli e bombe a mano. Ogni resistenza è inutile. Naturalmente noi
saremo soli, ma vedrai che questo lo impressionerà’.
“Baader era entusiasta.
“‘Permettimi di mettere il mio amico M. al corrente, propongo di nominarlo Ministro delle finanze’.
“Io ero d accordo, ma questo doveva rivelarsi un
errore. Il buonuomo prese paura e svelò il segreto in Municipio. Più tardi un’amica, la baronessa de Glumer, che
lavorava in Municipio, m’ha raccontato che i Consiglieri
municipali ebbero una tale fifa che il 1 aprile c’era veramente un reggimento di soldati a Nikolassee, non per
noi, ma contro di noi. Non credettero che noi volessimo venire in due, armati solamente di una macchina
da scrivere.
“Così la bella occasione di mostrare al mondo che
si può fare qualche cosa con niente venne a mancare e
niente potrà testimoniare le nostre intenzioni pacifiche”
(Hausmann 1958, pp. 86-88).
19 aprile: dal balcone dell’Assemblea nazionale di
Weimar Baader butta manciate del volantino R e fe re n d um / Il c ad av e re v e rd e sul c av allo b ian c o Dad a: “Il
popolo tedesco è d’accordo per lasciare la mano libera
al SuperDada [Baader]? In caso di voto positivo Baader creerà l’ordine, la libertà e darà il pane […]. Vogliamo fare saltare Weimar, Berlino è il luogo Dada”.
Heartfield e Grosz pubblicano su De r G e g n e r (I:1,
1919) l’importante articolo La c an ag lia artistic a.
Nel corso dell’anno vengono allestite le prime due
mostre Dada al gabinetto grafico di J.B. Neumann. Vi
partecipano Baader, Golyscheff, Grosz, Hausmann,
Heartfield, Höch e Mehring. Si svolgono anche altre
quattro manifestazioni del Club Dada: il 30 aprile, il 24
maggio, il 7 e il 13 dicembre. Eccone il resoconto nella rievocazione di Hausmann:
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“La terza manifestazione Dada, quella del 30 aprile 1919, segnava la fine della prima esposizione Dada
nel ‘Graphisches Kabinett J.B. Neumann’ al Kurfürstendamm di Berlino.
“Il pubblico era numeroso e fin dall’inizio di buon
umore.
“I partecipanti erano: Huelsenbeck, Hausmann,
Golyscheff e una giovane pianista in abito bianco presentata da quest’ultimo.
“Huelsenbeck, come al solito, lesse una dichiarazione sul movimento Dada, che ottenne l’approvazione generale.
“Seguì l’esecuzione di un poema simultaneo che io
accompagnai alla grancassa. Domandai poi il più grande silenzio ‘perché dovevo fare delle dichiarazioni delicate’. Il pubblico allora osservò il silenzio e in quell’istante io cominciai a urlare a squarciagola le mie nuove Se e le n auto m o b il [“Automobili d’anima”, poesie fonetiche].
“Passata la sorpresa, ottenni un torrente d’applausi.
Venne poi il numero musicale di Golyscheff. Noi conoscevamo fin dal 1912 la musica di Schönberg e di Skriabin e più tardi quella di Bartók. La composizione di
Golyscheff ‘L’Anti-Symphonie’, suonata dalla giovane
ragazza in bianco, aveva un carattere ‘atonale’ e provocò un entusiasmo delirante.
“L’intero programma si svolse in un’atmosfera di
soddisfazione e di approvazione e fu un pieno successo. [Il volantino per questa manifestazione annuncia il
seguente programma: Huelsenbeck: Pro clam a Dad a
1919 / Huelsenbeck: Mach in e l, poesia simultanea per
7 persone / Huelsenbeck: poesia bruitista / Hausmann:
Se e le nauto m o bil / Golyscheff: Anti-Sinfo nia, 3 parti: a)
Pompa provocante, b) Cavità bucale caotica o l’aereo
sottomarino, c) Hiper-Fa maggiore pieghevole.]
“La serata del 24 maggio alla ‘Meistersaal’ [‘Sala
dei Maestri’, quarta manifestazione del Club Dada a
Berlino] che avrebbe dovuto aver luogo una decina di
giorni prima [il 15 maggio], era stata ritardata a causa
di un ‘lutto nazionale’, credo per la morte del deputato Erzberger, assassinato da due studenti di destra.
“Questa serata ebbe un mediocre successo, trovò
molte resistenze presso gli spettatori.
“Il pezzo forte non era altro che la ‘corsa tra una
macchina da scrivere e una macchina da cucire’ eseguita
da Mehring alla macchina da scrivere e da Grosz alla
macchina da cucire. I due dadaisti battevano a tutto spia-
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no sui loro strumenti e facevano un chiasso enorme.
“Ma la descrizione che Mehring ci dà nel suo libro Be rlin Dad a è falsa, egli descrive questa dimostrazione, in realtà senza parole, come se fosse stata accompagnata da un poema-dialogo tra lui e Grosz. Oltre a questa ‘corsa’, ci furono delle ‘canzoni della giungla’ di Mehring, della musica di Golyscheff, e per la prima volta una danza con maschere di carta create da me.
“Questa rappresentazione mise il pubblico di cattivo umore, che espresse con grida ostili. L’atmosfera era
molto agitata, ma la danzatrice, molto nota, Valeska
Gert, approfittò dell’occasione per salire sulla scena ed
eseguire alcune delle sue danze grottesche che non mancavano mai di entusiasmare il pubblico. [Il volantino per
questa serata annuncia il seguente programma: Huelsenbeck, In tro d uzio n e / Mehring, Po e sie / Danze Dada con maschere / Baader, Po litic a / Poesia simultanea
per dieci persone / Hausmann, Dalla nuo va libe ra G e rm an ia / Golyscheff, Man o v re an sim an ti (Keuchmaneuver) / C h ao p lasm a (2 tim p an i, 10 rag an e lle ) c o n la
c o llab o razio n e d i 10 d o n n e e 1 p o stin o .]
“La mattinata del 7 dicembre al teatro d’avanguardia ‘Die Tribune’ [quinta manifestazione del Club
Dada a Berlino] fu la manifestazione Dada che ebbe il
maggior successo.
“L’indomani il celebre critico d’arte Alfred Kerr
scriveva: ‘I dadaisti hanno messo in piedi un vero cabaret letterario’.
“La scena era decorata con dei grandi schizzi su
carta che Baader aveva realizzato per il parco degli animali di Hagenbeck a Stellingen vicino ad Amburgo, e
Huelsenbeck e io avevamo distribuito dei volantini sul
nostro lavoro ‘Bureau de Publicité Dada’.
“Questo lavoro fu eseguito da Huelsenbeck, Mehring e me. Dopo ci fu un ‘Dialogo tra vecchioni’ eseguito in falsetto da Mehring e Grosz nascosti dietro un
paravento.
“Io lessi la mia satira Il risto rante spirituale de lla classe bo rg h e se nella quale mi burlavo soprattutto di Alfred
Kerr, che si vendicherà nella sua critica dandomi dell’animale. Secondo lui al posto di Raoul avrei dovuto chiamarmi Rolf, sinonimo di cane lupo. Ci fu poi uno ‘step’
danzato da Grosz e un ‘sixty-one-step’ eseguito da me.
“La mattinata si svolse a meraviglia e il pubblico
prese finalmente sul serio i dadaisti.
“Questo successo, soprattutto di stampa, incoraggiò la direzione della ‘Tribune’ a ingaggiarci per una re-
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plica una settimana più tardi, il 13 dicembre 1919 [sesta manifestazione del Club Dada a Berlino].
“Ma noi eravamo scioccati dagli elogi e dal successo
e decidemmo di vendicarci. La replica perciò prese
tutt’altro aspetto.
“Cominciammo ogni numero del programma il più
seriamente possibile per poi dopo qualche istante confonderlo noi stessi facendo altre cose, urlando invettive con
lo scopo di esasperare gli spettatori. Lo scopo fu raggiunto quando John Heartfield salito sulla scena cominciò a leggere il mio Man ife sto c o n tro i p ic c o lo -b o rg h e si te de sch i nel quale io ritenevo responsabile la scuola elementare dell’imbecillità del popolo tedesco.
“Alla fine ci togliemmo i vestiti e, in riga, ci avventurammo verso il pubblico minacciando di prenderlo
a pugni. La gente allora se ne andò in tumulto, ma noi
fummo molto soddisfatti della nostra ‘mattinata mancata’.
“Attenzione:
“Il Cabaret Dada del Club Dada di Berlino non è
mai esistito. Questa nozione fu lanciata da Alfred Kerr
in seguito alla mattinata del 7 dicembre alla ‘Tribune’ ”.
Pubblicazione del manifesto Dadaiste n g e g e n We im ar [I dadaisti contro Weimar] firmato da Arp, Baader, E. Ernst, Grosz, Hausmann, Huelsenbeck, Janco,
Jung, A.R. Meyer e Tzara.
Grosz e Heartfield montano degli spettacoli satirici di marionette nel Cabaret Schall und Rauch [Suoni
e fumo] nella cantina del teatro di Max Reinhardt.
Mostra di de Chirico, organizzata da “Valori Plastici”.
Rudolf Belling, Oswald Herzog e Moriz Melzer
fondano il Novembergruppe (Associazione degli Artisti
Radicali) che sarà attivo sino al 1931. Partecipano alle
sue mostre Arp (nel 1925 e ’26), Dix (1920, ’21, ’29 e
’31), Van Doesburg (1923, ’25), Eggeling (1922, ’26),
Freundlich (1921), Golyscheff (è tra i fondatori nel 1919,
1920-’26), Grosz (1929), Hausmann (1921), Höch
(1920-’23), Meidner (dal 1919 in poi), Moholy-Nagy
(1923, ’24, ’29, ’31), Richter (1920, ’22, ’23), Rudolf Schlichter (1921, ’28, ’29), Arthur Segal (1921-’25, 1927’31), Stuckenschmidt (compositore, collabora con la Novembergruppe a partire dal 1923).
Hannah Höch aderisce al Novembergruppe.
Piscator crea il Teatro proletario.
Creazione dell’Arbeitsrat für Kunst [Consiglio del
lavoro per l’arte]: lo presiede Richter.
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“G e n n aio : G ro sz, He artfie ld e He rzfe ld e si un isc o n o al p artito c o m un ista alla sua fo n d azio n e o p o c o
do po. Baade r, ne l fratte m po, scriv e a Tzara il 19 fe bbraio
p e r p arlarg li d i “un’o ffe n siv a d i p ac e ” ch e in te n d e lan c iare in m o d o ch e e ssa c o in c id a c o n le p rim e e le zio n i
d e ll’asse m ble a n azio n ale d i We im ar, e le zio n i ch e d e v o n o te n e rsi q ue l g io r n o. Il suo d isc o rd o d ’ap e rtura p re n de la fo r m a di un te le g ram m a indirizzato al m inistro de lla C ultura Han s Siko v itc : “BA A DER un d n ich t WILSO N sch afft Frie de n I N O R DEUTSC Hland” [È Baad e r e n o n Wilso n ch e fa la p ac e p e r la G e r m an ia].
Fe bbraio : g razie a un finanziam e nto de l co nte K e issle r, Malik p ubblic a Jedermann sein eigner Fussball [A
c iasc un o il suo fo o tb all], in fo r m ato tablo id c o m e Neue
Jugend, c o n in c o p e rtin a un v e n tag lio d i uo m in i p o litic i e l’an n un c io d i un c o n c o rso : “C h i è il p iù b e llo ?”.
He rzfe ld e p asse rà d ue se ttim an e in p rig io n e (7-20 m arzo ) p e r tale p ubblic azio n e .
A p rile : Sch o lz e Sch lich te r e sp o n g o n o a K arlsruh e
c o n il G rup p o R ih [Ve n ti] re c e n te m e n te c re ato, d al n o m e d i un o stallo n e arab o in un ro m an zo d ’av v e n ture d i
K arl May, un o d e g li e ro i p e rso n ali d i Sch lich te r. Le in dicazio ni pe r re carsi all’e spo sizio ne v e ng o no se g nate co n
il g e sso sulle c ase d e lla c ittà, ac c o m p ag n ate d a un m o tiv o rap p re se n tan te il fallo c ub ista.
Dad a Be rlin tie n e un a p rim a e sp o sizio n e d i b re v e
durata, anco ra ne lla galle ria di stam pe di Isaac Ne um ann
(28 al 28 ap rile ). N o n o stan te le o p e re astratte p re se n tate d a Hö ch , la stam p a classific a la m o stra c o m e satiric a, se n za d ubb io a c ausa d e l q uad ro d i G ro sz Deutchland, ein Wintermärchen [G e r m an ia, un rac c o n to
d’inve rno ]. L’insie m e pre nde d’altra parte un’im po rtanza
p artic o lare , so p rattutto g razie a Je fim G o lysch e ff, m e m bro passe g g e ro m a e sse nziale de l dadism o be rline se ch e ,
se m b ra, c o m p o r rà alm e n o un’o p e ra a p artire d a g io catto li pe r bam bini (anch ’e ssa pe rduta) e un co llag e m o lto d e n so fatto d i ritag li d i g io r n ali.
Baad e r ch ie d e a Tzara (il 28 g iug n o ) d i fare p ub blic ità a un’o p e ra in tito lata HADO, o Handbuch des
OberDada [Man ue l O b e rDad a]. Q ue sto p ro g e tto,
uno de gli im pe gni più puri ne l m o ndo de lla stam pa, co nc e p ito e sp re ssam e n te p e r o p p o rsi al trattato d i p ac e d i
Ve rsaille s fir m ato q ue llo ste sso g io r n o, è c o m p o sto d a
prim e pag ine di g randi quo tidiani te de sch i di o g ni o rie ntam e n to p o litic o. N o n si sa se q ue st’o p e ra un ic a sia m ai
stata te r m in ata.
Lug lio : se m p re o ffe n siv o, Baad e r p e n e tra n e ll’A s-
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se m ble a N azio n ale , a Be rlin o, il 16 lug lio, c o n v o lan tini intito lati “Die g rüne Le ich e ” [Il c ad av e re v e rd e ], ch e
le g g e ad alta v o c e e d isp e rd e p o i a b rac c iate d a un b alc o n e sulle te ste d e i rap p re se n tan ti e le tti d e lla n azio n e .
A g o sto (Be rlin o /Zurig o /Parig i): av v iam e n to d i un
p ro g e tto d i p ubblic azio n e d i un’am b izio n e se n za p re c e d e n ti, il Dadaco, o “G ran d e atlan te m o n d iale Dad a”
il cui tito lo fa iro nicam e nte allusio ne a un pro g e tto co m m e rc iale . L’id e a, lan c iata d a Hue lse n b e ck e ar ric ch ita
d a Tzara, è d i stilare la c arta d e l m o v im e n to Dad a n e lle sue ram ificazio ni m o ndiali e ne lla sua dim e nsio ne sto rica riune ndo de cine di co ntributi pro v e nie nti dai div e rsi
ram i Dad a. L’e d ito re d i Mo n ac o K urt Wo lff p re p ara
un c o n tratto e la p ubblic azio n e è an n un c iata p e r g e n n aio. Sfo rtun atam e n te , il p ro g e tto fin irà in n ulla a c ausa d i d isse n si e d ito riali, d e lle re tic e n ze d i Wo lff sul c o n te n uto e , so p rattutto, d e l c ro llo d e ll’e c o n o m ia te d e sc a.
Fin e autun n o : Sch lich te r si stab ilisc e a Be rlin o, p o n e n d o la sua p e rso n alità d e c ad e n te – fe tic ism o d e g li stiv ali, p e d o filia, av v e n ture san g uin arie , sad ism o – all’e p ic e n tro ric o n o sc iuto d e l v izio e d e ll’im m o ralità n e lla
G e r m an ia m o d e r n a. Lo rag g iun g o n o Sch o ltz e altri
m e m b ri d e l G rip p o R ih , ch e si è affiliato al N o v e m b e rg r up p e .
N o v e m b re : il c ritic o e m ilitan te p o litic o C arl Ein ste in si asso cia a G ro sz pe r pubblicare “il se ttim anale satiric o ” Der blutige Ernst [Te r rib ilm e n te se rio ], suc c e sso re de l gio r nale o r m ai pro ibito Die Pleite [Il fallim e nto ].
Il ritm o d e lle p ubblic azio n i è m o lto ir re g o lare : se i n um e ri e sc o n o fin o al g e n n aio 1920, d ata in c ui il g io r n ale
è v ittim a a sua v o lta d e g li attac ch i d e lla c e n sura. G ro sz e He artfie ld ad o ttan o d i n uo v o un fo r m ato tablo id
p e r d iffo n d e re le stam p e c aric aturali d i G ro sz.
30 N o v e m b re : p e r la p rim a v o lta, tutta la tr up p a
d i Dad a Be rlin si ritro v a sul p alc o in o c c asio n e d i un a
Dad a-Matin é e al Tribün e Th e ate r. Il g io r n o d o p o, A lfre d K e r r scriv e un ritratto de ttagliato se nza il pe r m e sso
d e l g r up p o sul Berliner Tageblatt. Fa in p artic o lare l’e lo g io de l po e ta e auto re di C abare t Walte r Me h ring , no te v o le c o m p ag n o d i v iag g io d i Dad a, in c ui si riv e la “il
tale nto satirico de l g ruppo ”. In co m pe nso, m anca ai dadaisti una v e ra o rg anizzazio ne co lle ttiva e una “v e ra cultura artistica”; h anno biso g no di “un g e nio, no n di un’asso c iazio n e ”. Un altro g io r n alista c re d e al c o n trario d i
v e d e re un a p o te n te c ritic a c o lle ttiv a d ie tro la p ro v o c azio n e d e i d ad aisti, p e n san d o ch e “c ’è in lo ro un a fo rza
su c ui b iso g n a fare affid am e n to : fo rza e , in e ffe tti, ‘m o -
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v im e n to ’ ” (L.R ., “Dad a Tribün e ”, ritag lio d i un g io r n ale n o n id e n tific ato, d ic e m b re 1919).
Dic e m b re : G ro sz e He artfie ld azio n an o le m ario n e tte d e lla p iè c e d i Me h rin g Einfach klessisch! O re stie
mit einem glücklichem Aus gang [Se m p lic e m e n te classic o ! Oreste c o n un lie to fin e ], m e sso in sc e n a in o c c asio n e d e lla riap e rtura uffic iale d e l c ab are t Sch all un d
R auch [Suo n o e fum o ] in izialm e n te fo n d ato n e l 1901
d all’im p re sario te atrale Me r R e in h ard t”. [C .P.]
Colonia
All’inizio dell’anno Max Ernst incontra e si lega d’amicizia con Johannes Theodor Baargeld (pseudonimo
di Alfred Grünwald, fondatore della sezione renana del
Partito comunista tedesco). Assieme pubblicano un periodico politico, De r Ve n tilato r (cinque fascicoli dal febbraio al marzo), che viene soppresso dalle autorità di occupazione britannrche.
Aprile: Karl Nierendorf fonda fl periodico De r
Stro m [Il fiume] e la Gesellschaft der Künste [Società
delle Arti] che organizza nelle sale del Kunstverein una
mostra delle nuove tendenze, alla quale vengono invitati anche Max Ernst e Baargeld. Quando le opere dei
due dadaisti arrivano, Nierendorf si spaventa e vuole
rifiutarle. Interviene Walter Klug, direttore del Kunstverein, che propone un compromesso: le opere dei due
dadaisti saranno presentate in una sala separata. Anche
il catalogo e i manifesti sono diversi. All’ingresso della
mostra Baargeld e Max Ernst fanno affiggere un cartello con la scritta: “Su richiesta della Società delle Arti / Nessun collegamento esiste tra Dada e la Società
delle Arti / Dada non ha niente in comune con il dilettantismo della predetta Società / Firmato: J.T. Baargeld, Max Ernst”. La critica attacca violentemente i due
dadaisti (vedi K ö ln e r Stad t-A n ze ig e r del 1° maggio e
K ö ln e r Tag e blatt del 7 maggio).
Autunno: Arp arriva a Colonia da Zurigo, il duo
si trasforma in un trio e nasce così il gruppo Dada di
Colonia che adotta come denominazione “Zentrale
W/3” (We ststup id e n ze n trale : sede di stupidità dell’ovest, diviso 3, i 3 essendo: Arp, Ernst, Baargeld).
Novembre: la prima manifestazione del gruppo è
l’allestimento, al Kunstverein di Colonia, della prima mostra Dada a Colonia. Vi partecipano Arp, Baargeld,
Hans Bolz, Max Ernst, Angelika Hoerle, Paul Klee e Anton Räderscheidt. Vengono esposti anche disegni di bambini, sculture africane e fotografie espressioniste. In oc-
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casione della mostra viene pubblicato il numero unico
di Bulle tin D, che ne costituisce il catalogo, e a cui collaborano Jacob Van Hoddis (un suo verso è stampato
in epigrafe al catalogo: “La mia gioia di vivere ti dà forse fastidio”), Baargeld, Ernst, Otto Freundlich, Angelika
e Heinrich Hoerle; le illustrazioni riproducono opere di
Baargeld, Ernst, Raderscheidt, Angelika Hoerle, Franz
W. Seiwert, Heinrich Hoerle. Nonostante che H. Hoerle e F.W. Seiwert siano citati anche tra gli espositori
(avrebbero dovuto esporre sette opere ciascuno), entrambi, spaventati dal carattere avanzato delle opere di
Baargeld e di Ernst, si ritirano dalla mostra, il primo senza una parola di spiegazione, il secondo con il pretesto
che “Dada è troppo borghese”. Tra i visitatori della mostra vi è anche Katherine S. Dreier, amica di Duchamp,
che nell’aprile dell’anno seguente, con l’apporto anche
di Man Ray, fonderà la Société Anonyme (Museum of
Modern Art). Entusiasmata dalla mostra, propone a Max
Ernst di trasferirla nella sua Galleria a New Haven,
Conn. Le autorità d’occupazione britanniche si oppongono all’esportazione di questa mostra “scandalosa” e il progetto quindi non può realizzarsi. La mostra
ebbe una vasta risonanza anche in Europa, oltre che a
New York, e l’eco raggiunse Parigi e Zurigo, così che la
seconda e ultima mostra Dada che sarà allestita a Colonia l’anno seguente avrà un carattere internazionale.
Questo primo anno dell’attività Dada a Colonia si
chiude con la pubblicazione di Fiat Mo de s, cartella di otto litografie originali (più la litografia del frontespizio) di
Max Ernst, pubblicata da Schlömilch Verlag di Colonia
in una edizione nùmerata limitata a pochi esemplari.
I primi collage e assemblage nell’opera di Max Ernst arricchirono le tecniche e le tematiche dadaiste. E con
i suoi primi Readymades stampati (Le Mug isse m e nt de s
fé ro ce s so ldats ecc.) inventa un nuovo mezzo espressivo.
“Fe bb raio -m arzo : il n e o lo g ism o “Stup id ie n ” c o m p are sulla riv ista Der Ventilator p e r la p rim a v o lta c o m e n o m e d i un luo g o in c o d ic e , ad in d ic are un a G e rm an ia c o n te m p o ran e a im m e rsa n e ll’ig n o ran za; rib altan d o iro n ic am e n te l’in sulto, i d ad aisti d i C o lo n ia assim ile ran n o lo ro ste ssi alla “stup id -lan d ”.
Marzo : Er n st, sua m o g lie Luise Straus e altri g io v an i artisti d isturb an o un o sp e ttac o lo al te atro m un ic ip ale fisch ian d o e fo r n e n d o un’in te rp re tazio n e p aro d istic a d e ll’in n o n azio n ale , o r m ai sc re d itato. I g uard ian i
d e l buo n g usto si lam e n tan o d i “q ue sti c irc o li ch e v e -
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d o n o, in q ue llo ch e e ssi ch iam an o arte , un c am p o d a
g io c o p e r un a p sich iatria sp e rim e n tale , e in p artic o lare
p e r un a psychopathia sexualis, e ch e v an n o in e stasi d av an ti al Futurism o, al C ub ism o, al Dad aism o e all’Esp re ssio n ism o d e liran te …” (Büch e rwe lt, m ag g io 1919).
Mag g io : cre azio ne de ll’Arbe itsg e m e insch aft K ö lne r
K ün stle r [Sin d ac ato d e g li artisti d i C o lo n ia] (ch e c o m p re n d e alc un i futuri d ad aisti), in p arte p e r ap p ro fittare
d i un a n uo v a so v v e n zio n e p ubblic a (c o n tro v e rsa) d e stinata ad aiutare gli artisti lo cali. Er nst utilizza que sti fo nd i p e r re alizzare il suo p o rtfo lio d i lito g rafie Fiat modes
pereat ars [C h e la m o d a re sti, ch e l’arte m uo ia], in c ui
la riv ista Dad a Die Schammade v e d rà “il p rim o c aso
co no sciuto di un’am m inistrazio ne co m unale che ha co m m issio n ato un’o p e ra d ’arte d ad aista. C o lo n ia è al p asso [c o n Dad a]”.
A g o sto -se tte m b re (C o lo n ia/Zurig o ): g li Er n st e
Baarg e ld fan n o v isita a Paul K le e , a Mo n ac o, e rip o rtan o un a tre n tin a d i sue o p e re p e r un a m o stra p re v ista
p e r l’autun n o a C o lo n ia. Da K le e se n to n o p arlare d e lla p arte c ip azio n e d i A rp al Dad aism o zurig h e se . Er n st
sc o p re c o sì il lav o ro d i G io rg io d e C h iric o, rip ro d o tto
ne lla rivista Valori Plastici. La sco pe rta di Dada e de Chirico traspare ne lle o pe re re alizzate ne l co rso de i m e si succ e ssiv i, e in p artic o lar m o d o in Fiat modes.
A utun n o : (C o lo n ia/Zurig o ): A rp è d i n uo v o a C o lo n ia, d o v e v isita suo p ad re . Lui e d Er n st strin g o n o un a
stre tta c o llab o razio n e , ch e sarà al c e n tro d i Dad a C o lo n ia
No ve m bre : e ntrata ufficiale di Dada a Co lo nia. Arp,
Er nst, Baarg e ld e He inrich Ho e rle pre ndo no le distanze
dal Sindacato de gli artisti di C o lo nia pe r e spo rre co n il
no m e di “G ruppo D” (“D” co m e “Dada”), pubblicando
in g uisa di m anife sto e di catalo g o un Bullettin D. O ltre
agli asse m blag g i e ai dise g ni, il g ruppo pre se nta in partico lare due o pe re di un “m ae stro sco no sciuto de ll’inizio
de l X X se co lo ”, una scultura africana e un m o de llino in
fil di fe rro pre stata dall’industria m e ccanica Le ybo ldt.
N o v e m b re (C o lo n ia/Zurig o /Parig i): Tristan Tzara sc riv e p ro b ab ilm e n te p e r la p rim a v o lta a Er n st, ch e
g li risp o n d e in d ic e m b re . La c o r risp o n d e n za ch e se g ue ,
abb astan za re g o lare fin o al 1922, stab ilisc e un le g am e
tra Dad a Paris e Dad a C o lo nia; p o e sie , id e e , riviste , c o llag e v e n g o n o sp e d iti d a un a p arte all’altra p e r e sse re rip ro d o tti o v e n d uti. Tali sc am b i so n o all’o rig in e d i n um e ro si p ro g e tti c o m un i d uran te q ue sti an n i, d alla p rim a e spo sizio ne pe rso nale di Er nst (a Parig i) fino alla sua
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co llabo razio ne co n Eluard e Tzara, dato che la po sta pe rm e tte v a d i so r m o n tare le d iffic o ltà d i sp o stam e n to tra
i p ae si”. [C .P.]
Hannover
Kurt Schwitters inizia la sua attività Dada. Primi
collage (Me rz) e assemblage. “Ho chiamato il mio nuovo modo creativo con qualsiasi materiale ‘Merz’. Questo è il secondo componente di ‘Kommerz’ [commercio]. Il nome trae origine dal mio quadro Me rzb ild , un
quadro nel quale la parola ‘Merz’ appariva tra forme
astratte. La parola era stata ritagliata e incollata da una
pubblicità della banca Kommerz und Privatbank”
(Schwitters, in Me rz, n. 20, 1927). Nel 1919, in vari periodici, fu pubblicato il testo Me rzm ale re i in cui
Schwitters si spiega: “I quadri Merz sono opere d’arte
astratta. Quello che la parola Merz denota essenzialmente è il combinare qualsiasi materiale immaginabile per scopi artistici e la valutazione egualitaria di tutti
i materiali individuali. La pittura-Merz non utilizza solamente il colore a olio, la tela, il pennello e la tavolozza, ma utilizza tutti i materiali percepiti dall’occhio”.
Novembre: primo numero di De r Zwe e -m an n (direttore Christof Spengemann, 8 fascicoli, l’ultimo datato estate 1920), al quale collabora regolarmente anche Schwitters.
Paul Steegeman fonda l’omonima casa editrice che
pubblica nella collana Die Silbergäule [Il cavallo d’argento] alcuni tra i più significativi testi dei dadaisti tedeschi. Di Schwitters, Anna Blum e (poesie e prose) e Die
K athe drale (8 litografie). L’anno seguente, nella stessa collana, tre classici: la raccolta di poesie di Arp, Die Wo lke npum pe [Il pompanuvole], di Huelsenbeck la storia del
Dadaismo, En avant Dada, e il manifesto Le tzte Lo cke rung [Ultima liberazione], di Serner, di cui pubblica anche, nel 1921, Zum blaue n Affe n [Alla scimmia blu].
La poesia intitolata A n n a Blum e fa conoscere
Schwitters agli esponenti più avanzati del momento. Il
24 maggio Schwitters scrive a Tzara: “Seguo Dada con
grande interesse, sarei immensamente felice di corrispondere con lei”. Tzara risponde positivamente, e nell’ultimo periodico pubblicato a Zurigo dai dadaisti, De r
Ze ltwe g (novembre 1919), viene ripresa una poesia di
Schwitters illustrata da riproduzioni di due sue opere.
Prima mostra (con Klee e Molzahn) alla Galleria
Der Sturm di Berlino.
Gropius fonda il Bauhaus a Weimar.
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“A p rile : Paul Ste e g e m an d e sc riv e rà p iù tard i la se rie d i o p e re p iù c e le b ri p ubblic ate d alla sua c asa e d itrice in una bro ch ure pubblicitaria: “La Silbe rg äule è il no m e (o g g i) fam iliare d i un a c o llan a in c ui […] so n o p ub blic ati, ap p are n te m e n te sc o n sid e ratam e n te , auto ri c o n
un a v isio n e m e tà um o ristic a, m e tà se ria. Tale sc o n sid e rate zza n asc o n d e tuttav ia un siste m a, il g ran d e c ao s
d e lla n o stra str uttura m e n tale . C i sp o g liam o o g n i g io rn o d e lla n o stra p e lle : d a Lao -tse u a Dad a. È un id io ta
ch i c o n fo n d e il c ao s c o n un c um ulo d i le tam e !”.
Q ue sto m e se , o il se gue nte , Schwitte rs re alizza il suo
p iù g ran d e asse m blag g io fin o ad allo ra c o m p iuto, Das
Arbeiterbild [Il q uad ro d e i lav o rato ri]. Il tito lo fa rife rim e n to al m assac ro p e rp e tuato all’in izio d i m ag g io d ai
c o rp i fran ch i c o n tro il so v ie t d e i lav o rato ri a Mo n ac o.
Luglio -ag o sto (Hanno v e r/Be rlin): ne l num e ro di luglio di Der Sturm, Sch witte rs spie g a il sig nificato de l te rm in e “m e rz”, ch e h a in iziato a usare n e ll’in v e r n o p re c e d e n te . “La p aro la Me rz d e sig n a fo n d am e n talm e n te
l’asse m blag g io d i tutti i m ate riali c o n c e p ib ili p e r fin i artistic i, e , te c n ic am e n te , il p rin c ip io d e ll’ug uale v alo re d i
o g n i m ate riale ”. Il suo p ro g e tto so m ig lia a un a m issio n e d i salv atag g io, un m e zzo p e r n o b ilitare il m o n d o trasfo r m an d o in arte la sua m ate ria q uo tid ian a; tuttav ia,
n e l p iac e re ch e e g li p ro v a n e ll’e n um e rare i m ate riali,
Sch witte rs se m b ra an ch e m an ife stare un g usto so v v e rsiv o p e r g li o g g e tti d i sc arto.
A g o sto : la p o e sia “A n A n n a Blum e ” [A A n n a Fio re ], d i am o re lib e rtin o e g ram m atic alm e n te rib e lle , e sc e
su Der Sturm. “Anna, fio re , m alo re , o be nam ata de i m ie i
v e n tise tte se n si, io ti am o, ti am o – tu d e i tuo i ti tuo i, io
ti, tu m e . N o i c i?”.
N o v e m b re (Han n o v e r/Be rlin o /Zurig o ): c o n l’aiuto d i Sch witte rs e d i Tzara, Sp e n g e m an n lan c ia la sua
riv ista Der Zweemann c o n un n um e ro d e d ic ato a Dada inte r nazio nale . Il fascico lo co ntie ne un m anife sto firm ato d ai m e m b ri d i Zurig o e d i Be rlin o (m a n o n d a
Sch witte rs) e rip ro d uc e il m an ife sto Me rz d i Sch witte rs,
ch e , lo ste sso m e se , in v ia d ’altra p arte d e lle illustrazio n i a Der Zeltweg, l’ultim o p e rio d ic o p ubblic ato d a Dad a Zurich .
Fin e d e ll’an n o : c ap italizzan d o sulla p o p o larità d e lla p o e sia, Ste e g e m an n in tito la Anna Blume un’an to lo g ia d i p o e sie d i Sch witte rs. Il te r m in e “Dad a” si e ste n de sulla co pe rtina, picco lo attacco lanciato al g ruppo be rlin e se , ch e lo rifiuta an c o ra p iù v io le n te m e n te a c ausa
de l succe sso de lla po e sia. Ne l libro, Schwitte rs spie ga che ,
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pe r lui, la scrittura e le arti plastich e so no una so la e unic a c o sa: “La p o e sia Me rz è astratta. C o sì c o m e la p ittura Me rz, e ssa utilizza c o m e e le m e n ti d ati d e lle frasi
g ià fatte p re se d a g io r n ali, m an ife sti, c atalo g h i, c o n v e rsazio n i e c c., c o n o se n za m o d ifich e ”.
Data sco no sciuta (Hanno ve r/Be rlino ): Alfre d Saue rm ann e Frie d Hardy-Wo r m s, scritto ri ig no ti (o pse udo nim i) pro babilm e nte le g ati a Sch witte rs (Hardy-Wo r m s
fa pubblicità ad Anna Blume e Die Kathedrale; Saue rm ann cura la pro m ozio ne di un’e spo sizio ne di dise gni dadaisti pe r co nto di “K urt C arré e il suo circo lo ”) pubblicano tra la fine de l 1919 e la m e tà de l 1920 num e ro si
pam ph le t ch e fanno e co all’inte re sse di Sch witte rs pe r lo
sm ante llam e nto de l linguag gio. In O Siris. Was ist Dadaismus? Oder der verruche einfaches ei-weis darzustellen di
Saue r m ann [O Siris. C h e co s’è il Dadaism o ? O il te ntativo di rappre se ntare un se m plice bianco d’uo vo ]: “Il Dada ism o è l’e spre ssio ne nUda [sic], no n v e lata dalla no stra e po ca in tUTTA la sua brutte zza [sic] e la sua be llh e zza [sic], in tutta la sua infam ia e ne lla s u a [sic] m ag nanim ità [sic] più pro fo nda, ne l suo g ig ante sco scate narsi e ne l suo asso g g e ttam e nto m e sch ino ”. [C .P.]
Italia
Primo contatto (epistolare) di Evola con Tzara, in
ottobre.
De Chirico, Me lan c o n ia e r m e tic a.
Olanda
Primo fotomontaggio di Paul Citroen, La g ran d e
c ittà / A m ste rd am .
I fotomontaggi di Citroen si distinguono dai fotomontaggi degli altri dadaisti in quanto le fotografie ricoprono l’intera superficie dell’opera e il tema è unitario (prevalentemente case e più raramente paesaggi), senza la ricerca dell’assurdo o della satira.
Van Doesburg prende contatto con pittori d’avanguardia in Belgio, Francia, Germania, Italia, e cerca di
mettersi in contatto con esponenti dell’avanguardia sovietica.
Spagna
Ladocdel del Vando-Villar pubblica a Siviglia una
“piccola antologia Dada” sul fascicolo datato 20 novembre di G re c ia. Augusto Guallart pubblica a Oviedo Ultra, un periodico che ospiterà in tutti i fascicoli della prima serie (novembre 1919-20) importanti contributi
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di dadaisti, tra cui Tzara e Guillermo de Torre.
A Madrid i periodici C e r v an te s e Pe rse o simpatizzano con i dadaisti.
Stati Uniti
In marzo Man Ray pubblica con Harry S. Reynolds
e Adolf Wolff il primo e unico numero di TN T. Mostra alla Daniel Gallery, dove espone diciassette aerografie e la serie dei dieci collages dei R e v o lv in g Do o rs.
Elabora Lam p sh ad e (una lunga spirale di carta appesa
a un’asta verticale). L’opera viene accidentalmente distrutta l’anno seguente dal custode della prima mostra
della Société Anonyme che pensa che si tratti di carta
da imballo.
Edgard Varèse forma la New Symphony Orchestra
a New York; primo concerto l’11 aprile al Carnegie Hall,
con musiche di Debussy, Casella, Bartók, Dupont e Bach.
“A g o sto : K ath e rin e Dre ie r to r n a in Euro p a p e r la
prim a v o lta do po la g ue rra. Duch am p la inco ntra a Ro tte rd am . Le i fa v isita alla sua fam ig lia, ch e n o n v e d e d a
m o lto te m p o, a ap p ro fitta d i q ue sto v iag g io – c o sì c o m e d e i se g ue n ti – p e r c e rc are n uo v e o p e re d ’arte ch e
p o tre bb e ro e sse re e sp o ste a N e w Yo rk. G razie ai v iag g i a Be rlin o, C o lo n ia e Han n o v e r, e ai c o n sig li ac c o rti
di Duch am p e Man Ray, div e nta suo m alg rado una pe rso nalità im po rtante ne lla re te inte r nazio nale Dada – una
so rta d i Marg are t Dum o n t p e r i Marx Bro th e rs d e l Dad aism o.
N o v e m b re : e sp o sizio n e p e rso n ale d i Man R ay alla Danie l G alle r y, ch e pre se nta o pe re de gli ultim i se i ann i. I suo i ae ro g rafi v i so n o e sp o sti p e r la p rim a v o lta,
c o sì c o m e i d ie c i p an n e lli d i Revolving Doors”. [C .P.]
Svizzera
Gennaio: primo incontro a Zurigo di Picabia e Tzara (vedi lettera di Picabia del 9 febbraio 1919, in Sanouillet 1965, p. 478), dopo un fitto scambio di corrispondenza iniziato nell’agosto dell’anno precedente.
Mostra collettiva di Arp, Bailly, Baumann, Giacometti, Picabia, Richlin e altri al Kunsthaus di Zurigo.
16 gennaio: conferenza di Tzara Sull’arte astratta
al Kunsthaus di Zurigo.
Febbraio: Picabia pubblica a Zurigo l’ottavo numero
di 391.
9 aprile: serata Dada nella sala Kaufleuten di Zu-
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rigo: “Regista: Walter Serner / Domatore di acrobati:
Tzara”. Programma: Primo tempo: Viking Eggeling,
Sull’arte astratta (conversazione); Suzanne Perrottet interpreta composizioni di Cyrill Scott, Arnold Schönberg e Erik Satie; Käte Wulff recita poesie di Huelsenbeck e Kandinsky; Tzara chiude il primo tempo recitando (con la collaborazione di venti persone) la poesia simultaneista La fiè v re d u m âle [La febbre del maschio]. Il secondo tempo si apre con un testo di Hans
Richter, Sull’arte e altro (pubblicato con il titolo C o n tro, se n za, p e r Dad a, in Dad a, n. 4-5, 15 maggio); Hans
Heusser suona due sue composizioni; Hans Arp legge
la poesia Wo lke n p um p e [Pompanuvole]; Suzanne Perrottet suona composizioni di Schönberg; Walter Serner
legge un suo manifesto (Le tzte Lo cke r un g , pubblicato
su Dad a, n. 4-5). Il terzo tempo si apre con il ballo N o ir
C acado u eseguito da cinque persone dirette dalla Wulff;
Walter Serner legge alcune sue poesie; Tzara legge il
manifesto Pro clam atio n Dad a 1919 e alcune poesie;
Hans Heusser chiude la serata suonando tre sue composizioni. La serata riscuote un grosso successo, grazie
anche al contributo di Eggeling, Richter, Serner e all’influenza di Picabia, e chiude in bellezza l’attività pubblica di Dada a Zurigo (Ball e Huelsenbeck erano già
partiti da Zurigo, Picabia parte per Parigi in marzo, Arp
per Colonia alla fine dell’anno e Tzara andrà a Parigi
nel gennaio dell’anno seguente). Così Tzara descrive la
serata: “La sala era piena (1000 persone) e il tumulto
iniziò con il manifesto del Dr. Serner, si trasformò in
psicosi che spiega guerra ed epidemie. Tanto più coraggioso fu l’atto di Auguste Giacometti e Alice Bailly
che portarono a Tzara, dopo la poesia simultaneista a
20 voci, un omaggio di 7 metri di lunghezza ‘Viva Dada’ […].
Al momento riservato per le poesie di Serner, questi si accontenta di deporre un mazzo di fiori ai piedi di
un manichino piantato sulla scena. Le maschere degli
autori erano di Arp. La danza N e ro c ac ad o u (5 persone) con la Signorina Wulff fu il ritmo nuovo dei fornelli
su una palude. Mme Suzanne Perrottet interpretò musica nuova; – Zurigo non aveva ancora vissuto un’impressione così forte” (Tzara, C h ro n iq ue Zurich , in Dad a, Zurich, n. 4-5, 15 maggio 1919).
Maggio: pubblicazione dell’A n th o lo g ie Dad a (Dada, n. 4-5) in collaborazione con Picabia, il gruppo francese (Aragon, Breton, Ribemont-Dessaignes, Soupault,
ecc.) e quello tedesco (Hausmann, Huelsenbeck ecc.).
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Novembre: pubblicazione del numero unico di De r
Ze ltwe g (direttori: Otto Flake, Walter Serner e Tzara).
Dicembre: Tzara concorda epistolarmente con
Eluard il testo di papillons (manifestini) Dada che farà
stampare a Zurigo e invierà a Eluard che provvederà
ad assicurare loro una larghissima diffusione.
Hugo Ball, dopo aver perso l’interesse per il Dadaismo, si disinteressa ora anche della politica. Cedendo alla deleteria influenza di Emmy Hennings (che sposerà il 22 febbraio dell’anno seguente), si rivolge al misticismo e si riconverte al cattolicesimo. Morirà il 14 settembre 1927 di un cancro allo stomaco.
Mostra di Arthur Segal alla galleria Wolfsberg di
Zurigo in febbraio e, in marzo, mostra di Viking Eggeling.
“G e n n aio -fe bb raio : d o p o Basile a (n e l n o v e m b re
1918), l’e spo sizio ne inaugurale de l co lle ttivo di artisti Das
n e ue Le b e n ar riv a al K un th aus d e Zurich (12 g e n n aio
– 5 fe bb raio ). Pic ab ia p re se n ta un d ic i “C o m p o sitio n s”;
è la sua p iù g ran d e p arte c ip azio n e a un a m an ife stazio n e o rg an izzata in Sv izze ra, te n uto c o n to d e l fiasc o d a
Wo lfsb e rg. N e l suo m an ife sto, il g r up p o ab o lisc e le g e rarch ie tra le arti p lastich e e in v ita o g n un o “a m e tte re
in p ratic a n uo v e id e e c o n m ate riali m ig lio ri”. Tzara si
se r v e di que ste o pe re pe r illustrare la sua co nfe re nza sull’arte astratta (il 16 g e n n aio ).
G e n n aio -fe bb raio (Zurig o /Parig i): in o c c asio n e d i
q ue sta e sp o sizio n e , Pic ab ia p assa tre se ttim an e a Zurig o. Il suo in c o n tro c o n Tzara sfo c ia n e lla p ubblic azio n e in c o m un e d e l n um e ro V III d i 391, ch e m an tie n e
un e q uilib rio tra le o p e re p ro v e n ie n ti d alle e n clav i Dad a d i Zurig o e d i Parig i. In un o d e i te sti, Tzara e Pic ab ia d iv id o n o un a p ag in a a m e tà e sc riv o n o d a un a p arte e d all’altra in d ire zio n i o p p o ste . Paralle lam e n te , h an n o luo g o la p e rfo r m an c e d i strad a d i R ao ul Hausm an n
e Jo h an n e s Baad e r (n e l g iug n o 1918) e l’usc ita d e l ro m anzo Champs magnétiques di André Bre to n e Philippe
So up ault (in m ag g io -g iug n o ), p rim issim o e se m p io d i
sc rittura auto m atic a.
N e llo ste sso te m p o, Se g al p re se n ta q uaran tase tte
o p e re n e l q uad ro d i un’e sp o sizio n e p e rso n ale al K un stsalo n Wo lfsb e rg (18 g e n n aio – 16 fe bb raio ). N e l c atalo g o sp ie g a il c re d o so c ialista ch e so tte n d e il suo n uo v o
stile in p ittura: “Eq uiv ale n za sig n ific a g iustap p o sizio n e
e so v rap p o sizio n e . […]. Tutte le p arti h an n o la ste ssa
im p o rtan za – un a p e r tutte , tutte p e r un a”.
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Marzo : il p itto re sv e d e se V ikin g Eg g e lin si fa re g istrare a Zurig o (il 17 m arzo ), po i visita le città circo stanti
n e l m e se d i ag o sto p rim a d i to r n are in G e r m an ia. Duran te tutto q ue sto p e rio d o, p arte c ip a alle m an ife stazio n i Dad a a Zurig o. Tzara, ch e lo h a v e ro sim ilm e n te p re se n tato a R ich te r, p ubblic a n e l n um e ro 4 d i Dada (in
m ag g io ) d ue sue lito g rafie sul te m a “Basse g é n é rale d e lla p e in ture ” [Basso g e n e rale d e lla p ittura]. Il p ro g e tto
d i an im are im m ag in i astratte p e r m e zzo d i un “b asso
fig urato ”, o d i un a suc c e ssio n e d i fo r m e v isiv e ch e c o rrisp o n d o n o al c o n trap p un to in ar m o n ia, d à a Eg g e lin g
e R ich te r l’id e a d i lan c iarsi in sie m e n e lle e sp e rie n ze c in e m ato g rafich e .
A p rile : Se r n e r e Tzara rie m p io n o la sala K aufle urte n p e r l’o ttav a e ultim a se rata Dad a, fac e n d o e n trare Dad a Zurich n e l re am e d e l g ran d e d iv e rtim e n to.
I p rim i n um e ri d e llo sp e ttac o lo, sc riv e un c e rto M. C h .
ne l quo tidiano Berliner Börsen-Courier (il 17 aprile ), susc itan o un “e n tusiasm o iro n ic o r um o ro so ”, in p artic o lare la le ttura e se g uita d a v e n ti p e rso n e – so tto la d ire zio n e d i Tzara – d i un a p o e sia sim ultan e a. Se r n e r le g g e in se g uito “c o n to n o tag lie n te ” il p ro p rio m an ife sto
“Le tzte Lo cke rung ” [Disso luzio ne finale ]; sco ppia allo ra
uno scandalo di tali pro po rzio ni ch e i “v e cch i Zurig h e si”
no n av e vano anco ra m ai visto. Me ntre Se r ne r le g g e calm o, il p ubblic o lan c ia buc c e d ’aran c ia, m o n e tin e e in sulti; sig are tte e altri p ro ie ttili salutan o il “Man ife sto
1918” d i Tzara, ch e v ie n e zittito n e l g iro d i q ualch e se c o n d o. “I Sig n o ri d ad aisti, ch e n o n so n o m ai stati p iù
in utili d i ad e sso, d o v ran n o lim itare le p ro p rie m an ife stazio n i alle lo ro n um e ro se riv iste […] e n o n im p o rtun are il p ubblic o c o n q ue ste c o se ”. Tale re so c o n to rifle tte abb astan za b e n e la re altà, tran n e p e r il fatto ch e l’auto re è Se r n e r ste sso, ch e si p re n d e c o sì g io c o d e lla stam p a sc an d alistic a.
Mag g io (Zurig o /Parig i/N e w Yo rk): n e l n um e ro
d o p p io Dada 4-5 o Antologia Dada, Tzara si lan c ia n e l
p rim o d e i suo i n um e ro si te n tativ i in te r n azio n ali d i sin te tizzare Dada e di riassum e re la sua influe nza ne l m o nd o . La “C ro n ac a Zurig h e se ”, ch e ap re la riv ista, n o n
è ch e una m e zza battuta all’inte r no de ll’e spo sizio ne de lla sua am b izio n e sto ric a: “Me rd a n ac q ue p e r la p rim a
v o lta…”. Sulla p ag in a o p p o sta, Pic ab ia sch e m atizza il
“Mo v im e n to Dad a” c o m e un m e c c an ism o – a m e tà
strad a tra un a b o m b a a sc o p p io ritard ato e un o ro lo g io d a n o n n a – sul q uale i n o m i d e i d ad aisti d i N e w
Yo rk, Parig i e Zurig o se g n an o lo sc o r re re d e lle o re fi-
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n o alla d e to n azio n e (la riv ista d i Pic ab ia 391 n e c o stituisc e il m o to re ).
Se tte m b re : le azio n i d i sab o tag g io g io r n alistic o d i
Se r n e r rag g iun g o n o un n uo v o stad io d i m istific azio n e
c o n il re so c o n to ch e e g li fa (n e l Neues Wiener Journal
d e l 20 se tte m b re ) d i un a n o n a “Dad a-Se rata”, fin ta m a
p lausib ile a tutti g li e ffe tti. Tra l’altro, c o n fe risc e ad A rp
il r uo lo d e l “p ar r uc ch ie re c e n trifug o ” – ch e b ran d isc e
sp illo n i g ig an ti sulla te sta d i un a b am b o la p e ttin ata c o n
un a p ar r uc c a d i c ap e lli ro ssi, v e rd i e g ialli –, e a Tzara
q ue llo d i in v e n to re d i un’id e a, “se n za d ubb io in istan za d i e sse re b re v e ttata”: un d isc o m e tallic o c o n un a fe ssura la cui ro tazio ne pro v o ca un asso rtim e nto cang iante
di le tte re co lo rate ch e po sso no e sse re utilizzate co m e paro le p e r un a “p o e sia c ale id o -m o b ile ”.
O tto b re (Zurig o /Parig i/Be rlin o ): Se r n e r lasc ia
n uo v am e n te Zurig o in un o d e g li ultim i g io r n i d i se tte m b re e si stab ilisc e a G in e v ra in c o m p ag n ia d i Sch ad ,
co n cui inizia fo rse una re lazio ne . Fin dall’inizio de l m e se d i o tto b re b o m b ard a Tzara c o n le tte re c o n te n e n ti
e se m p lari d e lle ultim e o p e re d i Sch ad , un a se rie d i p ic co li fo to g ram m i (fo to g rafie se nza m acch ina fo to g rafica),
sui q uali so n o “im p re ssi” o g g e tti d o m e stic i, d e triti e im b allag g i. Tzara in v ia a Hue lse n b e ck, a Be rlin o, p are c ch ie d i q ue ste im m ag in i – ch e so p ran n o m in e rà p iù tard i “sch ad o g rafie ” – p e r la se c o n d a an to lo g ia Dadaco;
n e p o rte rà an ch e alc un e c o n sé a Parig i.
No ve m bre : fa la sua co m parsa Der Zeltweg, che de v e il n o m e alla v ia ch e h a o sp itato il m o v im e n to Dad a
d i Zurig o. È l’ultim a p ubblic azio n e Dad a a Zurig o.
Dic e m b re : alla fin e d e l m e se , d o p o m o lte n e g o ziazio n i c o n le auto rità, Tzara, o ttie n e un v isto e lasc ia
Zurig o p e r Parig i.
Pe r il suo ultim o e p iù im p o rtan te sch e rzo g io r n alistic o, Se r n e r in v ia ad alc un i q uo tid ian i d i Prag a e d i
Be rlin o un a se rie d i artic o li su un Este r Dad a We ltko n g re ss [Prim o c o n g re sso m o n d iale Dad a] to talm e n te fasullo. Si d ic e ch e v i abb ian o p re so p arte lo sc ulto re
A le xand re A rch ip e nko e il c o m p o sito re Ig o r Stravinsky.
Q ue st’ultim o, se m pre se co ndo Se r ne r (ne l Berliner Börsen-Courier d e l 29 d ic e m b re ) av re bb e d ato in tale o c c asio n e la p rim a d e lla sua “p o e sia sin fo n ic a” Il Canto
dell’Usignolo, ch e sarà in e ffe tti suo n ata p e r la p rim a
vo lta il 2 fe bbraio 1920 a Parigi. Le false vo ci pro se guo no
in fe bb raio, c o n la d e sc rizio n e d i Se r n e r d i un d ue llo tra
lui e Tzara, ch e av re bb e sc ate n ato un d iso rd in e in c re d ib ile e in te n tato azio n i le g ali”. [C .P.]
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Ungheria
Kassák pubblica su Ma in omaggio a Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, assassinati, poesie di Apollinaire
e riproduzioni di opere di Marc, Picasso e Derain.
URSS
10 febbraio: manifesto antisimbolista e antifuturista del gruppo Immaginista, Dich iarazio n e , firmata anche da Esènin, Šeršenèvič e Jakùlov.
Luglio: pubblicazione dell’unico fascicolo di 41° (Tiflis), diretto da Zdanévič, che comprende il manifesto
del gruppo 41° firmato da Zdanévič, Krucënych, Igor’
G. Terent’ev e Nikolaj Cernjavskij: “La compagnia 41°
riunisce i futuristi della riva sinistra e afferma che lo
zaùm ’ è la forma obbligatoria di ogni manifestazione artistica. Lo scopo di 41° è di utilizzare tutte le grandi scoperte dei suoi collaboratori e di mettere il mondo su un
nuovo asse”.
Zdanévič pubblica a Tiflis altre due d ra, A se l N ap rakat [Inzuppato da noleggiare] e O straf Paski [Terrocchio pasquale]. Nel primo aggiunge una nuova dimensione allo zaùm ’ e tenta di inventare un linguaggio onomatopeico per le scene d’amore. Inoltre adotta nuovi accorgimenti tipografici (tra l’altro, grandezze variabili dei caratteri per indicare ciò che va parlato e ciò che va cantato) che caratterizzeranno tutte le
sue ulteriori impaginazioni tipografiche. Terent’ev
pubblica 17 Er un d o v yk O r ud ii [17 utensili assurdi]; il
lettore viene subito avvisato: prima ancora di aprire il
libro legge in copertina: “Non ci sono refusi in questo
libro”. Questo testo teorico è perfettamente in armonia con gli scritti dei dadaisti dello stesso periodo (in
particolare con quelli di Duchamp): dopo un’apologia
dell’errore, Terent’ev invita a “pensare con l’orecchio
e non con la testa”, sottolinea che “suoni simili hanno
simili significati” e che soltanto quando la dittatura della ragione sarà abolita potrà nascere l’arte che è l’assurdo, il nonsenso, il miracolo nudo. Terent’ev difenderà anche, in un articolo pubblicato nel 1923, l’importanza del caso nell’arte.
Il pittore espressionista Boris Zemenkov anticipa
uno dei punti teorici dei nullisti (la morte dell’arte è conseguenza della ricerca) nel suo scritto Tro g o lo d i c o n clusio n i (dicembre 1919 – gennaio 1920).
Tàtlin: progetto del monumento alla Terz Internazionale (mai realizzato).
Lisickij: primo Pro un .
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1920
Austria
Vienna, maggio: Kassák pubblica il primo numero (V:1-2) di Ma in esilio; la pubblicazione di Ma a Vienna continuerà ininterrotta sino al fascicolo X:3-4, datato 15 giugno 1925. Kassák prende contatto con i dadaisti, che collaboreranno regolarmente a partire dall’anno seguente.
Belgio
Maurice Van Essche, Paul Neuhuys, Willy Koninckx, Georges Marlier, Paul Manthy e Jacques
Lothaire, staccatisi dalla rivista Lum iè re diretta da Roger Avermaete, pubblicano in aprile ad Anversa il primo numero di Ç a Ira.
Notevole il numero speciale (II:16, novembre
1921) che uscirà l’anno seguente, dedicato a Dad a, sa
n aissan c e , sa v ie , sa m o rt (l’ultimo numero, 20, esce nel
gennaio 1923).
Pansaers parte per Parigi in luglio nella speranza
di partecipare all’attività dei dadaisti parigini. Ma il periodo non è propizio. L’unico dadaista ad accoglierlo,
e molto calorosamente, è Soupault (Breton è in vacanza a Lorient; Aragon a Perros-Guirec, in Bretagna; Tzara ha iniziato un lungo viaggio che lo porterà dalla Svizzera alla Turchia: rientrerà a Parigi soltanto a metà ottobre). Verso la metà di agosto va a trovare Picabia. All’inizio di settembre Pansaers torna a Bruxelles, soddisfatto, nonostante la scarsità dei risultati di questi primi contatti. Decide di organizzare una Serata Dada a
Bruxelles e di iniziare un’attività editoriale: ne discute,
per lettera, i dettagli con Picabia, che lo incoraggia a
mettere in esecuzione questi progetti.
La Serata Dada avrebbe dovuto svolgersi verso la
metà di dicembre al Théâtre de la Bonbonnière di Bruxelles. La scelta proposta da Pansaers è troppo eclettica: oltre ad Albert-Birot (il meno Dada dei dadaisti parigini),
Pansaers si propone di invitare anche Reverdy e Max Jacob (che non erano mai stati dadaisti, ma per i quali Breton e i suoi amici nutrono grande stima) e Cocteau (disprezzato quale personaggio equivoco e più mondano che
letterario dai dadaisti parigini). Il progetto quindi fallisce
a seguito del rifiuto di collaborazione da parte degli animatori di Litté rature (Aragon, Breton, Eluard e Soupault)
e persino di Picabia, che lo annuncia a Pansaers il 10 dicembre, pochi giorni prima della prevista serata.
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Il progetto per la casa editrice (che avrebbe permesso a Pansaers di pubblicare i propri testi) fallisce dopo che Picabia, che gli aveva assicurato il suo appoggio
(desiderava pubblicare il suo Jé sus-C h rist R astaq uo uè re , rifiutato da Grasset e da Albin Michel), lo ritira, avendo trovato un altro editore per il suo libro.
In dicembre Pansaers torna a Parigi e incontra Tzara, con il quale stabilisce rapporti cordiali. Decide di fermarsi a Parigi per qualche mese.
Prime opere Dada di Joostens. Inizia un periodo
molto produttivo che si estende sino al 1922.
Paul Van Ostaijen pubblica Be ze tte Stad , l’unica
opera Dada scritta in fiammingo. L’opera viene annunciata come “indispensabile come un libro di cucina
(ciò che ogni ragazza deve sapere)”: Victor J. Brunclair
la definisce “una tabula rasa dadaista” (citato da Sauwen
1969, p. 212). Mesens pubblica la sua composizione musicale Dan se p o ur p ian o , di netta ispirazione Dada. Attraverso De r A rarat si inizia al Dadaismo tedesco.
Cecoslovacchia
Febbraio-marzo: tournée Dada in Cecoslovacchia
di Baader, Hausmann e Huelsenbeck, organizzata da un
impresario di concerti di Dresda conosciuto tramite Baader. Huelsenbeck ricorda: “La troupe era composta da
Hausmann, Baader e io – ma amici ci raggiunsero ovunque: i dadaisti del luogo, artisti, gente che presentiva che
qualcosa stava succedendo. Cominciammo con una lettura a Lipsia [24 febbraio] e poi recitammo a Praga (nella sala della Borsa dei prodotti agricoli). Dopo aver stabilito il nostro quartier generale a Praga, visitammo piccole città della Boemia (Teplice-Sanov il 26 febbraio,
quindi prima di arrivare a Praga; il 5 marzo a Karlsbad
– oggi Karlový Vary – in posti dove la gente non aveva naturalmente mai sentito parlare di Dada e dove a
malapena aveva qualche cognizione artistica). Avevamo
l’impressione di esserci imbarcati in un safari nel profondo dell’Africa. Per riassumere il nostro giro di letture in
una sola frase: annoiammo e meravigliammo i nostri uditori. L’unica cosa comune a tutte le nostre recite è che
non sapevamo mai in anticipo quello che avremmo detto. Io leggevo d’abitudine le mie Ph an tastisch e G e b e te
[Preghiere fantastiche], Hausmann, per quanto ricordi, aveva sempre le sue poesie fonetiche sotto mano. Ma
questo materiale non poteva naturalmente riempire una
serata. Così, sin dall’inizio, dovevamo far capire alla platea che non doveva aspettarsi un gran che da noi. Era
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un mio compito farlo, e ancora oggi sono stupito di avere potuto farlo senza batter ciglio. Salivo sul podio e cominciavo: ‘Signore e Signori’ – la mia cortesia era enfatica, la voce formale – ‘se pensate che siamo venuti
qui per cantare, recitare o leggervi qualcosa allora siete vittime di uno sfortunato errore. Sarebbe stato meglio se foste andati invece al cinema’. Se la platea non
reagiva mi facevo più aggressivo. Criticavo quelli che utilizzano l’arte come dessert della loro vita borghese […].
Al silenzio iniziale seguivano ora delle proteste più o meno violente.
“La gente gridava che voleva vedere Dada. ‘Dada
niente’, dicevo, ‘noi stessi non sappiamo che cos’è Dada’. Uno spettatore gridò: ‘Imbroglioni, ridateci i nostri soldi’. Altri lo presero come uno scherzo […]. A Praga avemmo parecchie migliaia di spettatori furenti. Era
come lo scoppio di una rivoluzione, la folla reclamava
la strage […]. Ora avevamo quello che volevamo. Era
venuto il momento di versare olio sulle acque agitate
[…].
“Uno dei miei espedienti era di proporre una discussione su Dada. Il mio suggerimento era generalmente accolto e numerosi erano quelli che volevano parlare. Naturalmente erano seriamente comici nel loro tentativo di capire il fenomeno Dada. L’impossibilità di definire Dada aumentava il caos e il senso di frustrazione
[…]. In fondo avremmo dovuto simpatizzare con questi tentativi, spesso impazienti e sregolati, di capire. Nessuno può biasimare queste persone se valutavano la nostra ‘performance’ col metro del divertimento abituale.
Avevano acquisito la loro statura intellettuale attraverso valori convenzionali. Ora erano confrontati con persone che, deliberatamente, tagliavano il nesso causale
tra pagamento e merce, tra aspettative e esaudimento,
insicurezza e affermazione. Eravamo degli irrazionalisti ma non ci accontentavamo di offrire alla gente delle ‘follie piacevoli’ che avrebbero potuto portare a casa
come regali di Natale. Tagliavamo il legame tra credito e debito, tra un essere umano e l’altro, contestavamo
la necessità di trasmettere dei valori quando toglievamo ogni contenuto da quello che facevamo. Il ‘nulla’,
il ‘non-essere’ del quale parla Sartre, sostituiva il ‘qualcosa’. Evidenziavamo il nostro disprezzo per la sostanza convenzionale, proclamavamo la perdita di un centro”. (Huelsenbeck 1974, pp. 67-68, 70-71). Secondo
Chalupecky (1975) l’eco di questa serata non riuscì a varcare la cerchia della comunità tedesca di Praga, non so-
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lo perché questa comunità viveva completamente isolata, ma anche perché l’animo ceco era ancora totalmente indifferente allo spirito Dada, e nessuno degli artisti vi si avvicinò.
Francia
Gennaio: i protagonisti del gruppo Dada parigino
sono tutti riuniti a Parigi; sabato 17 arriva Tzara da Zurigo, ospite in casa di Picabia, dove ha luogo il giorno
stesso il primo incontro con Aragon, Breton, Eluard e
Soupault.
Non a caso il 1920 è l’anno culminante dell’attività Dada a Parigi. La casa editrice del gruppo di Litté rature , Au Sans Pareil (102, rue du Cherche Midi) di
René Hilsum, che era un vecchio compagno di scuola
di Breton, si amplia e diventa anche libreria (al 37 dell’Avenue Kléber). La “Collana di letteratura” sarà il seguito della “Collana Dada” di Tzara.
In questa nuova sede saranno allestite molte importanti mostre Dada.
Benjamin Péret, presentato a Picabia da Max Jacob nel marzo, si unisce al gruppo Dada parigino (vedi lettera a Picabia del 9 marzo 1920, in Sanouillet 1965,
p. 557).
Durante l’anno arriveranno Arp e Serner (primo
incontro con Breton il 12 ottobre). Primi collage Dada
di Picabia, fra cui il celebre Po rtrait de C é zanne con una
scimmia in peluche.
Nascono una serie di effimeri periodici Dada: C ann ib ale , diretto da Picabia (due fascicoli datati 25 aprile
e 25 maggio); Picabia pubblica inoltre quattro numeri
di 391 (febbraio, marzo, luglio e novembre) e un testo
importante, Jé sus-Christ rastaquo uè re , che costituisce l’esposizione più completa dell’a-filosofia dadaista; Tzara
prosegue con la pubblicazione di Dad a e pubblica due
numeri intitolati Bulle tin Dad a (n. 6, 5 febbraio) e Dad ap h o n e (n. 7, marzo); Ribemont-Dessaignes progetta
un periodico, D d O 4 H 2, che però non viene realizzato;
Pro je cte ur, diretto da Céline Arnauld (n.u., maggio); Pro v e rb e , diretto da Paul Eluard (6 numeri, il primo in febbraio); Z, diretto da Paul Dermée (due fascicoli, il primo datato marzo e il secondo, ciclostilato e di sole 4 pagine, non datato ma contemporaneo); il fascicolo di maggio di Litté rature (13) è un numero speciale dedicato a
23 Man ife ste s d u Mo uv e m e n t Dad a (durante l’anno
escono sette numeri di Litté rature ).
I dadaisti collaborano inoltre a Actio n (Parigi), L’E-
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sprit No uv e au (il cui primo fascicolo esce in ottobre), Le s
Fe uille s Lib re s (Parigi), Th e Little R e v ie w (New York)
ecc.
Sul piano delle manifestazioni pubbliche l’attività
non è meno intensa.
Venerdi 23 gennaio, ore 16.30, al Palais des Fêtes,
199, Rue Saint-Martin, primo venerdì di Litté rature . Il
programma, stabilito prima dell’arrivo di Tzara, è ancora eterogeneo e lontano dallo spirito delle serate Dada di Zurigo e delle successive manifestazioni Dada parigine. Per attirare il pubblico, fu annunciato che il pomeriggio si sarebbe aperto con una conferenza di André Salmon, annunciata col titolo Crise du change [“Crisi del cambio”, sottinteso: della valuta] mentre in effetti Salmon trattò della crisi del simbolismo. Il programma si articolava in altre tre parti, e la seconda parte comprendeva la lettura di poesie di Max Jacob, André Salmon, Pierre Reverdy, Blaise Cendrars e Maurice Reynal. Nella terza parte Breton presentò opere di Juan Gris,
de Chirico, Léger, Lipschitz. Quando venne il momento
di presentare l’opera di Picabia, Le Do uble m o n d e , in
cui si staglia in verticale il gioco di parole osceno
LHO O Q [Lei ha caldo al culo], si scatenò il finimondo, e la confusione aumentò quando Breton presentò
Table au n o ir [quadro nero o lavagna], una lavagna sulla quale Picabia aveva abbozzato col gesso un disegno
confuso e un gioco di parole (R iz au n e z) chiaramente
insultante. Secondo le istruzioni di Picabia, Breton cancellò il tutto. A questo punto, per calmare il pubblico,
fu anticipata l’ultima parte del programma, che prevedeva l’esecuzione di musiche di Erik Satie, Georges Auric, Darius Milhaud, Francis Poulenc e Henri Cliquot.
Il pomeriggio si chiuse con la lettura di testi di AlbertBirot, Aragon, Breton, Cocteau, Drieu La Rochelle, Paul
Dermée, Eluard, Picabia, Radiguet, Ribemont-Dessaignes e Soupault. Il pubblico manifestò rumorosamente la propria insofferenza quando Aragon lesse il poema Lé p re ux d u p aysag e di Tzara ed esplose quando lo
stesso Tzara lesse l’ultimo discorso alla Camera di Léon
Daudet, idolo di quel pubblico di bottegai patriottardi.
Gli spettatori cominciarono ad andarsene e fu davanti
a una sala quasi completamente deserta che Aragon lesse l’ultimo testo in programma, una poesia di AlbertBirot.
Giovedì 5 febbraio, ore 16.30, al Salon des Indépendants al Grand Palais des Champs-Elysées, in Avenue d’Antin, seconda manifestazione già più ortodos-
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samente Dada. Il programma comprende la letura di
tutti i manifesti Dada che verranno pubblicati il mese
seguente nel numero speciale di Litté rature .
La lettura dei manifesti è affidata a un numero crescente di attori: il manifesto di Picabia viene letto da dieci persone, quello di Ribemont-Dessaignes da nove, di
Breton da otto, di Paul Dermée da sette, di Eluard da
sei, di Aragon da cinque, di Tzara da “4 più un giornalista” ecc.
Sabato 7 febbraio, ore 15.30, al Club du Faubourg,
rue de Putaux, su invito di Leo Poldes, presidente dell’associazione, i dadaisti decidono di ripetere il loro programma. Aragon, Breton, Ribemont-Dessaignes e Tzara si vedono confrontati da un pubblico di mille persone! La lettura da parte di Breton del Man ife sto Dad a
del 1918 di Tzara basta a scatenare le violente reazioni del pubblico.
Giovedì 19 febbraio, ore 20.30, Università popolare del Faubourg Saint Antoine. Questo secondo incontro con un pubblico operaio e anarchicheggiante è
anch’esso fallimentare. Il programma prevedeva nuovamente la lettura dei manifesti Dada, ma il pubblico
operaio dimostra la stessa insofferenza del pubblico borghese.
8 marzo: prima audizione della Musiq ue d ’am e uble m e n t di Erik Satie alla Galerie Barbaranges. Il titolo deriva dal fatto che questa musica doveva occupare
lo spazio (“ammobiliare”) degli intervalli dei concerti tra
un pezzo e l’altro, idea ripresa da Picabia nel 1929 per
il titolo del suo balletto En tr’ac te . Così come questa affermazione di Satie deve certamente averlo trovato pienamente d’accordo: “In arte non deve esserci schiavitù.
Ho sempre cercato di far perdere le tracce ai miei suiv e urs, per quanto riguarda la forma e la sostanza, a ogni
nuova opera. È l’unico modo che un artista ha per evitare di diventare caposcuola – vale a dire pedina” (Satie, “Pas de caserme”, in Le C o q , Parigi, I:1, maggio
1920).
Sabato 27 marzo, ore 20.15, “Manifestation Dada” alla Maison de l’Œuvre (Salle Berlioz), 55, Rue de
Clichy. Programma: Parte prima: MacRobber presenta i dadaisti; Paul Dermée, Le v e n trilo q ue d é sac c o rd é
(un atto); Ribemont-Dessaignes, Pas d e la ch ic o ré e frisé e (composizione musicale per la quale le note erano
state scelte a caso, eseguita da Marguerite Buffet); Tzara, Dad ap h o n e . Parte seconda: André Breton, accompagnato al piano da Marguerite Buffet, legge il Man i-
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fe ste cannibale dans l’o bscurité di Picabia (su musica dello stesso Picabia); Aragon, G io ch i di pre stig io ; Musidora
(celebre attrice-vamp protagonista di film di Feuillade),
Ultim a cre azio ne Dada; Soupault, Manife sto ; RibemontDessaignes, Le Sé rin m ue t (un atto; gli attori sono Breton, Soupault e Louis Barclay secondo il programma,
M.lle Avalère secondo Ribemont-Dessaignes). Parte terza: Breton e Soupault, S’il v o us p lait (commedia in un
atto; tra gli attori gli stessi autori più Théodore
Fraenkel, Henry Cliquennois, Eluard e Ribemont-Dessaignes); Eluard, Exe m p le s; Ribemont-Dessaignes, Man ife ste à l’h uile ; Picabia, Q uad ro (il R itratto d i C é zan n e ); Tzara, La p re m iè re Av e n ture c e le ste d e M. A n tip yrine (letta da Soupault, Aragon, Celine Arnauld, Paul
Eluard, Ribemont-Dessaignes, Fraenkel e Tzara, insomma il grande finale con il gruppo Dada al completo).
16-30 aprile: prima personale di Picabia dall’inizio della guerra a Parigi, alla Libreria-Galleria Au Sans
Pareil. Testo per l’invito di Tristan Tzara.
A questa mostra, che riunisce 7 tele e 16 disegni,
vengono presentati alcuni tra i più noti capolavori di Picabia, quali Trè s rare table au sur la te r re , Pre n e z g ard e à la p e in ture , N o v ia, Pe tite so litud e au m ilie u d e s so le ils.
Maggio: prima mostra personale di Serge Charchoune, alla libreria André Forny, 46, Rue Dauphin.
Mercoledì 26 maggio, ore 15, Festival Dada alla Salle Gaveau, 45-47, rue La Boetie, sede di concerti classici e di manifestazioni per “un public comme il faut”
(lettera di E. Gaveau, in Sanouillet 1965, p. 554). Il programma annuncia che tutti i dadaisti si faranno rapare i capelli sulla scena. Parte prima: Paul Dermée. Le
se xe d e Dad a e Pug ilat san s d o ule ur; Soupault, Le c e lè b re illusio n iste ; Eluard, Man iè re fo rte ; Ribemont-Dessaignes, Le no m bril inte rlo pe (composizione musicale interpretata da Marguerite Buffet); Picabia, Fe stiv al m anife ste pre sbyte (interpretato da Breton e Henri Houry);
Walter Serner, C o rrido r; Breton, Le Rastaquo uè re ; Paul
Draule, Vaste o p e ra; Tzara, La d e uxiè m e av e n ture d e
Mo n sie ur A a l’an tip yrin e (interpretato da Eluard, Breton, Marguerite Buffet, Ribemont-Dessaignes, Théodore
Fraenkel, Louis Aragon). Parte Seconda: Breton e Soupault, Vo us m ’o ublie re z (un atto; personaggi e interpreti:
Vestaglia: Soupault, Ombrello: Breton, Macchina da cucire: Berthe Tessier); Picabia, La n o ur ric e am é ric ain e
(musica sodomista interpretata da M. Buffet); Ribemont-
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Dessaignes, Man ife ste b ac c arat (personaggi e interpreti: Sinistra: Breton, Destra: Ribemont-Dessaignes, Centro: Tzara, Ossigenata: Soupault); Céline Arnault, Je u
d ’é ch e c s; Ribemont-Dessaignes, Dan se fro n tiè re ; Aragon, Systè m e DD; Picabia, Je suis d e s Jav an ais; Eluard,
Po id s p u blic (personaggi e interpreti: L’imbecille:
Eluard, L’idiota: Sig.ra Eluard, i loro figli: Soupault); Tzara, Vase line sym ph o nique (suonata da 20 persone). Inutile precisare che tutte queste manifestazioni scatenavano
i fischi, le urla e la rabbia del pubblico.
Breton ricorda per esempio che Vo us m ’o ublie re z
fu accolta con un lancio di uova, pomodori e bistecche.
28 maggio – 10 giugno: mostra di Ribemont-Dessaignes (8 dipinti e 15 disegni), presentata da Tzara, alla Libreria-Galleria Au Sans Pareil.
7 giugno: festival Erik Satie alla Sala Erard di Parigi.
10-25 dicembre: mostra di Picabia (53 opere) alla
Galerie de la Cible di Jacques Powlosky. Alla vernice Tzara legge il suo manifesto Sur l’am o ur faible e t l’am o ur
am e r.
“G e n n aio : Me si d i sc am b i e p isto lari e d i atte sa si
c o n clud o n o (il 17 g e n n aio ) c o n un e v e n to m e ssian ic o :
l’ar riv o a Parig i d i Tristan Tzara, ch e ric e v e un’ac c o g lie n za trio n fale n o n o stan te la so rp re sa ch e c re an o in izialm e nte la sua bassa statura e l’acce nto stranie ro : “[L]e
p o e sie d i Tzara, ch e n o n si d istin g ue v an o all’e p o c a n é
d ai suo i sc ritti c ritic i, n é d ai m an ife sti, e bb e ro l’e ffe tto
d i un a d ich iarazio n e d i g ue r ra”.
La battaglia dive nta pubblica il 23 co n l’apparizio ne
d i Tzara alla “Prim a m atin é e d i Littérature”. La fo rza
d i Dad a c o lp isc e Parig i c o m e un c o lp o d i fr usta. Tzara
le g g e un a p o e sia sullo sfo n d o d i tin tin n ii d i c am p an e e
d i urla ch e q uasi c o p ro n o la sua v o c e . Pic ab ia p re se n ta un quadro re ce nte ispirato al Le o nardo Da V inci Baffuto d i Duch am p, e ch e stup isc e q ue lli ch e lo v e d o n o :
“Un a [d e lle te le ] d i M. Pic ab ia, ‘m o lto b e lla’ assic ura
lo sp e ake r, si ch iam av a L.H.O.O.Q. Pro v ate a le g g e rlo
ad alta v o c e . So n o sic uro ch e v i c o n to rc e re te c o m e p ic c o li fo llli” (Les Soirée de Paris, 29 g e n n aio ). G li artisti
si batto no a co lpi di “To r nate a Zurig o !”. Pe r alcuni g io rn i, q ue sto e v e n to farà la fo rtun a d e i g io r n ali.
Fe bbraio : Bre to n scriv e pe r 391 e Picabia pe r Littérature. Il suo Unique eunuque e sc e p ar San s Pare il. Il
g r up p o Dad a è un ito, n e i suo i sc ritti c o m e sulla sc e n a,
n e l d ar v ita ad alc un i e v e n ti d e liran ti ch e sc o n v o lg o n o
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tutta Parig i il 5, il 7 e il 19 d i q ue sto m e se . Un’altra p ubblic azio n e , Bulletin Dada (il n um e ro 6 d e l Dada d i Tzara), v ie n e v e n d uto all’e n trata al p o sto d e l p ro g ram m a.
“Sap e te ch e c ’è stato un ‘m o v im e n to Dad a’ ”
(Eclair, 1° fe bb raio ). “C ’è un m o v im e n to Dad a. N o n si
tratta, c o m e si p o tre bb e p e n sare , d i un a so c ie tà p e r il
m ig lio ram e n to d e lla razza e q uin a, m a p iutto sto d i un a
c o m p ag n ia p e r lo sto rd im e n to d e lla sp e c ie um an a”.
Un pubblico pre parato e tuttavia curio so assiste assai num e ro so ai tre spe ttaco li; si rag g iung e talv o lta il m ig liaio d i p e rso n e , ch e , asp e ttan d o si d i v e d e re C h arlie
C h ap lin , v e n g o n o ac c o lte d a ag g re ssio n i v e rb ali c o m e
q ue sta in te rp e llan za d e l p ubblic o, fatta d a R ib e m o n tDe ssaig n e s: “Prim a d i d isin fe ttar v i c o n il v e trio lo e d i
re nde r vi co sì puliti e di riv e r niciar vi co n passio ne – […]
Fare m o un g ran d e b ag n o an tise ttic o – E v i av v e rtiam o
– Siam o n o i g li assassin i – Di tutti i v o stri p ic c o li n e o n ati – […]”.
Marzo : “Q ue sto sp e ttac o lo è la d e m e n za asso luta,
la p azzia in te g rale ”, sc riv e A lfre d Bic ard (“Un a se ra d ai
Dada”, Œuvre, 28 m arzo ) do po av e r assistito la se ra prim a, al te atro d e ll’Œuv re , a un a se rata d i n uo v e p iè c e
o rg an izzata in o c c asio n e d e l v e n tic in q ue sim o an n iv e rsario d i Ubu re d i A lfre d Jar r y. Le ac c use d i fo llia c irc o lan o in g ran p arte d e lla stam p a: “C o n fe re n ze te n ute
d a d e m e n ti”, d ic o n o i c ritic i, ch e rip o rtan o le urla d e l
p ubblic o : “A l m an ic o m io !”. Q ue ste ac c use d i fo llia so n o ac c o m p ag n ate d a av v e rtim e n ti re lativ i alla m in ac cia te uto nica co ntro la civilizzazio ne france se . C o sì, una
lun g a d e n un c ia d i Dad a d a p arte d e l g io r n ale d i d e stra
L’Ordre public trasfo r m a il Salo n e in un n uo v o c am p o d i b attag lia: “E m e n tre si m e rc an te g g ian o – c o n il
m arch io fran c e se – q ue sti in san i p ro d o tti, d i isp irazio ne stranie ra, le scuo le di Mo naco, Dre sda, Be rlino, Le ipzig e V ie n n a, p ro se g uo n o il lo ro te n ac e sfo rzo d i rin n o v am e n to d e llo stile , si p re p aran o a in v ad e re il m e rc ato un iv e rsale , a sc ap ito d e i n o stri artisti e d e lla n o stra
c ultura!”.
A p rile : Pic ab ia e sp o n e al San s Pare il (16-30 ap rile ). Pubblic a an ch e (ap rile -m ag g io ) d ue n um e ri d i Cannibale, riv ista ch e c o n sac ra la sup re m azia d e lla v io le n za p rim itiv ista sul c o n v e n zio n alism o c iv ilizzato. Pic ab ia
ap re il p rim o n um e ro c o n un attac c o c o n tro Mm e R ach ild e , “d o n n a d i le tte re e buo n a p atrio ta”, in siste n d o
sul v alo re d e lla m e sc o lan za d e lle razze : “Io, so n o d i d iv e rse n azio n alità e Dad a è c o m e m e ”. Do p o q ue sto in izio, Lo uis A rag o n c o n tin ua c o n un a p o e sia d i un a se m -
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p lic ità sc o n c e rtan te : Suicidio, c o m p o sta so lam e n te d alle le tte re d e ll’alfab e to.
Mag g io : 26 m ag g io : Il Fe stiv al Dad a v ie n e an n un ic ato d a “uo m in i-san d witch ”. C o n g iub ilo, il p ubblic o ag g re d isc e g li atto ri lan c ian d o g li uo v a, v e rd ure , m o n e tin e e c ar n e . In un o d e i n um e ri, in tito lato “Il c e le b re
illusio n ista”, Ph ilip p e So up ault, tr uc c ato d a n e ro, lan c ia c in q ue p allo n c in i d a un a v alig ia, p o i, c o n l’aiuto d i
un g ran d e c o lte llo d a c uc in a, n e sc o p p ia un o c o n sc ritto “Je an C o c te au”. G li sp e ttato ri si g e ttan o allo ra g io io sam e n te sug li altri p allo n c in i, c o m p re si i d ue c o n i n o m i di G e o rg e s C le m e nce au, m inistro de lla G ue r ra, e de l
m are sc iallo Ph ilip p e Pé tain , c o m an d an te in c ap o d e lle
fo rze ar m ate .
O tto b re (Parig i/Be rlin o ): Walte r Se r n e r v a a Parig i; v i si tro v a an c o ra in d ic e m b re . Pro m e tte d i raffo rzare la co llabo razio ne tra Dada Paris e Dada Be rlin, m a
d à a Bre to n un in d irizzo sb ag liato.
De r m é e , ch e , n e l 1919, av e v a fo n d ato la c asa e d itric e L’Esp rit n o uv e au p e r p ubblic are i suo i p rim i sc ritti, rag giunge Am e dé e O ze nfant e Charle s-Edo uard Je anne re t pe r inaugurare una rivista co n lo ste sso no m e. Q ue sto n uo v o p e rio d ic o c o n so lid a l’e ste tic a d e lla m ac ch in a,
e ste tica ch e è indiscre tam e nte le g ata all’ico no g rafia Dad a – a N e w Yo rk c o m e a Parig i – m a ch e v ie n e c o n sid e rata q ui in un se n so d iam e tralm e n te o p p o sto, q ue llo
de ll’ar m o nia, de lla standardizzazio ne , de l “rich iam o all’o rd in e ”. I d ad aisti p arig in i c o m p aio n o tutti tra i “so c i” e le n c ati n e ll’Esprit nouveau, m a so lo alc un i p e rso n ag g i se c o n d ari c o m e De r m é e , A r n auld o Iv an G o ll v i
c o llab o ran o e ffe ttiv am e n te .
Dic e m b re : la se c o n d a e sp o sizio n e p e rso n ale d i Pic ab ia q ue st’an n o si tie n e n e lla lib re ria d i Jac q ue s Po v o lozky. Duran te la se rata d i in aug urazio n e (il 9 d ic e m b re ), a c ui p arte c ip a un a p arte d e ll’alta so c ie tà p arig in a, d alla p rin c ip e ssa Murat a Pablo Pic asso e Erick
Satie – se n za c o n tare i so liti in d iv id ui so sp e tti d e l c am p o Dad a – Tzara le g g e il suo Manifeste sur l’amour faible et l’amour amer. Q ue sta “c o m un ic azio n e ” c o m p re n d e le le g g e n d arie istr uzio n i p e r fare un a p o e sia d ad aista m e tte n d o in un sac c o le p aro le ritag liate d a un
artic o lo d i g io r n ale : “Pre n d e te p o i un ritag lio d o p o l’altro. C o p iate c o sc ie n zio sam e n te n e ll’o rd in e in c ui e sse
h anno lasciato il sacco. La po e sia vi asso m iglie rà. Ed e cc o v i un o sc ritto re in fin itam e n te o rig in ale e d i un a se n sib ilità affasc in an te , b e n ch é in c o m p re sa d al v o lg o ”.
[C .P.]
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Germania
Tournée Dada di Baader, Hausmann e Huelsenbeck: in gennaio a Dresda e Amburgo, il 24 febbraio al
Teatro centrale di Lipsia, il 26 febbraio a Teplice-Sanov, l’1 e il 2 marzo a Praga, il 5 marzo a Karlsbad, Hausmann ricorda:
“A Dresda e a Amburgo non ci permettono di cominciare il nostro programma. Una folla frenetica ci
aspettava per scaricare la sua collera politica su di noi.
“Qualche volta ci occorreva veramente del coraggio per apparire in una sala, dove più di 2000 persone
si eccitavano già prima dell’inizio della serata. A Dresda la folla urlava: ‘Picchiateli, impiccateli, hanno cacciato il nostro re! Al palo, sono dei comunisti’ e altre
‘amabilità’ […].
“Ma a volte anche questi tumulti avevano un lato
divertente. A Lipsia, nel febbraio del 1920, la polizia,
avendo subodorato che gli studenti avevano deciso di
aspettarci a pie’ fermo, aveva preso le sue precauzioni.
Meglio prevenire che reagire a cose avvenute. Sapevamo che gli studenti erano venuti alla battaglia con delle uova marce (ne avevano trovate poche per fortuna a
causa del razionamento), delle mele e delle patate marce. Ed è per questo che un vero tenente di polizia salì
sul palcoscenico, prima della rappresentazione, nella speranza di calmare e di preparare il pubblico. Fu salutato da un formidabile tuono di grida e di risa, perché gli
studenti credettero che si trattasse di un dadaista mascherato da rappresentante dell’ordine. Il povero tenente
tentò invano di far loro capire che egli era e che qui e
che là ecc. Non riuscì a pronunciare una sola parola.
Già le prime patate volavano da tutte le parti – egli allora rinunciò e abbandonò la scena.
“Malgrado tutto, questa farsa involontaria aveva
provocato una gaiezza più sana che ci permise, a Huelsenbeck, a Baader e a me, di eseguire il nostro programma. Di tanto in tanto, allorché il nostro programma superava la capacità di pensare delle scatole craniche dei signori studenti, essi ci bombardavano con le armi portate. Noi rimanemmo imperturbabili fino alla fine cercando di acchiappare al volo e di rilanciare i proiettili nella sala” (Hausmann 1958, pp. 81-82).
“La serata di Dresda fu l’unica manifestazione Dada dove si ebbe un dibattito pubblico.
“In primo luogo fu annunciata come una serata di
Baader solo, ma quando ne ebbi sentore andai a cercare Huelsenbeck e lo persuasi ad accompagnarmi a
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Dresda, e avvertii Baader che non c’era una serata solo sua, ma di noi tre.
“Il pubblico di questa città comprendeva molti intellettuali, che si opponevano vivamente a Dada, e io
volevo mostrare qualcosa di insolito. Acquistammo due
sacchetti di petardi e io affittai un grammofono sormontato da un enorme altoparlante come un immenso imbuto. La serata aveva luogo nella grande sala della Borsa agricola, e quando arrivammo c’erano circa
2000 spettatori. La scena abbastanza alta era chiusa da
un grande sipario di velluto verde. Chiesi un sofà, che
misero sulla scena, e dissi a Huelsenbeck e a Baader: ‘Io
e Richard ci siederemo là e tu, Baader, ci presenterai al
pubblico’. Cosa che era già inusuale per quell’epoca. Poi
installai il grammofono tra le pieghe del sipario e misi
un disco, nello stesso momento gettai qualche manciata di petardi sulla scena.
“Questi antipasti provocarono subito l’effervescenza
del pubblico, la gente si ammassava davanti alla scena,
erano pigiati sui gradini delle ultime file e abbarbicati
ai bordi delle finestre. Quando entrammo in scena, Huelsenbeck e io prendemmo posto sul sofà fumando sigarette, e Baader ci presentò, mentre io gridavo il più forte possibile: ‘Richard, guarda questi mocciosi!’. La risposta fu immediata e si levò un enorme tumulto. Huelsenbeck, che aveva cominciato il suo discorso, non poté
terminarlo. Allora io mi alzai, lessi il mio manifesto: ‘Circondatevi dei vostri generali e dei vostri soldati, Voi che
Vi chiamate il popolo dei poeti e dei pensatori – i Vostri poeti sono buoni, giusto per essere buttati nei cessi’, il che condusse la rivolta al suo parossismo.
“Come se rispondessero a un segnale, alcune dozzine di giovani si abbatterono su di noi. Io mi difendevo meglio che potevo, ma erano troppo numerosi e mi
scaraventarono giù dalla scena nella sala, dove la folla
si mise a calpestarmi, rompendo i miei occhiali, strappando i miei pantaloni. Io urlavo: ‘Lasciatemi, sono uno
straniero!’, e questa formula magica li fermò.
Risalendo sulla scena, vi ritrovai Huelsenbeck e
Baader, che avevano anch’essi preso parte alla rissa e che
ora discutevano con dei giovani che si rivelarono come
appartenenti alla gioventù socialista. Noi li assicurammo che erano pazzi, che anche noi eravamo socialisti.
Ciò bastò a calmarli, invece nella sala il pubblico, reso
furioso, cominciava a rompere le sedie e le panche, ma
la polizia, che era stata avvertita, si limitò a dire: ‘Ah,
sono solo i dadaisti’, e se ne andò.
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“Era venuto il momento di trovare una via d’uscita. Proposi ai miei compagni: ‘Iniziamo un dibattito’, e
voltandomi verso il pubblico urlai con tutte le mie forze: ‘Per noi è stato un massaggio gradevole, ma per voi
una vergogna! Ma per farvi piacere, apriamo una discussione in cui ciascuno può prendere la parola per 3
minuti!’. Poi, rivolgendomi al più vicino, gli domandai
il suo nome e annunciai: ‘Un tale ha la parola’. Quest’individuo cominciò a gridare: ‘Questi dadaisti sono
dei bolscevichi, hanno cacciato il nostro re, impiccateli, uccideteli!’, ne spinsi allora prontamente un altro, ma
il risultato non fu migliore perché costui ci accusò di essere dei monarchici. Uno solo, il poeta Lukken, parlò
in nostro favore.
“Dall’alto della piccionaia qualcuno gridò: ‘Voi scrivete che le vacche sono sedute sui fili telegrafici e giocano a scacchi, cosa vuoi dire questo?’. Lo scandalo cresceva sempre più – allora io dissi a Baader: ‘Tu devi salvarci, parla loro da uomo pio’. Al che Baader cominciò ad arringare questa folla scatenata assicurandola che
noi non eravamo dei truffatori, che eravamo contro il
cinema e il circo – le passioni a poco a poco si calmarono facendo posto all’indecisione e io scelsi questo momento per trascinare gli altri due al vestiario. Ma, spiacevole sorpresa, il vestiario era chiuso. Io allora diedi un
po’ di soldi a uno dei guardiani perché ci rendesse i nostri abiti e gli chiesi di condurci alla scala di servizio, che
scendemmo a rompicollo, perché davanti al portone si
era già ammassata una folla intenzionata a darci una
punizione” (Hausmann 1958, pp. 142-144).
Aprile: prima mostra personale di Kurt Schwitters
alla Galerie Der Sturm.
5 giugno – 25 agosto: Erste Internationale DadaMesse [Prima Fiera Internazionale Dada] alla Galleria
Otto Burchard. Curata da Grosz, Hausmann e Heartfield, si tratta della più importante mostra Dada di quegli anni. Vi partecipano quasi tutti i dadaisti tedeschi,
unica eccezione (ma clamorosa) quella di Schwitters che,
nonostante la sua amicizia con Hallsmann, non viene
invitato a causa del veto di Huelsenbeck (che disapprovava il rifiuto di Schwitters di impegnarsi politicamente). La mostra comprende almeno 174 opere (tante sono descritte nel catalogo, ma molte furono esposte
fuori catalogo) tra le quali molte impaginazioni e fotografie (per ignorare differenziazioni tra opere d’arte e
opere d’arte applicata). Nonostante la qualifica “internazionale” della mostra, gli unici non tedeschi, e pre-
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senti con una sola opera, sono Arp, Langlais Becket, Ben
Hecht (con un saluto dall’America per Grosz), Hans Citroen (fratello di Paul, è il più giovane espositore presente, 14 anni, in rappresentanza dell’inesistente Jugendgruppe Dada con tre opere), Otto Schmalhausen
(che invia due opere da Anversa). L’unica partecipazione
straniera più consistente è quella di Picabia, con quattro opere. Per i tedeschi espongono, in rappresentanza
del gruppo di Colonia: Ernst (sei opere), Baargeld (tre
opere), Ernst-Baargeld (un’opera); da Magdeburgo, dove si è svolta una manifestazione Dada, Stuckenschmidt
invia quattro opere; da Karlsruhe, altra sede di una manifestazione Dada, Rudolf Schlichter invia sei opere. I
protagonisti del gruppo Dada a Berlino sono ovviamente
tutti presenti: Baader (con 14 opere), Grosz (con 26 opere), Golyscheff (anche con opere eseguite in collaborazione con Hausmann), Hausmann (con 20 opere), Heartfield (con 16 opere), Herzfelde (con un’opera), Hannah
Höch (con 4 opere). Vi sono anche opere eseguite a quattro mani: Grosz-Heartfield (con otto opere), HausmannHeartfield (con cinque opere), Hausmann-Höch (con due
opere). Finalmente sono presenti anche dei simpatizzanti
Dada: il pittore espressionista Otto Dix (con due opere), il fotografo Carl Boesner (con una “Dadaphotographie” di Heartfield con il figlio Tom), il fotografo
Johannes Alberts e Georg Koble, e personaggi pittoreschi quali Georg Koch (soprannominato De r Maske n ko ch , “il cuoco mascherato”), Max Schlichter (soprannominato Dad am e iste rko ch , “capocuoco Dada”),
nonché Maud E. Grosz e Otto Else Lasker-Dix (Otto
Dix – Else Lasker-Schüler). (Questo inventario è stato
fatto sulla base di un catalogo della mostra nel quale gli
autori delle opere dal n. 77 al 102 erano purtroppo illeggibili.)
Una delle opere di Baader è la più grande costruzione Dada eseguita sino ad allora. Il Merzbau di Schwitters (che continuava per i tre piani della casa di Schwitters) può darci un’idea del concetto architettonico dell’opera. Dobbiamo a Hausmann la descrizione che ne
fece lo stesso Baader. Hausmann scrive: “Siccome non
esiste una riproduzione ecco qui la descrizione o meglio l’‘istr uzio n e p e r la c o n te m p lazio n e ’ concepita dallo stesso Baader:
Il Grande Plasto-Dio-Dada Drama
grandezza e caduta della Germania
dell’Istitutore Hagendorf
La Storia fantastica della vita di SuperDada
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Architettura Monumentale Dadaista in 5 Piani, 3
Giardini, un Tunnel, 2 Ascensori e una chiusura a Forma di Cilindro.
Descrizione dei Piani
Il Pianterreno dove il pavimento è la Predestinazione
prima della nascita e non appartiene alla Storia.
1° Piano: La Preparazione di Super-Dada
2° Piano: La prova metafisica
3° Piano: L’iniziazione
4° Piano: La guerra mondiale
5° Piano: La Rivoluzione mondiale
Super-Piano: Il cilindro si avvita nel cielo e annuncia
la Resurrezione della Germania per mezzo dell’Istitutore Hagendorf e del suo leggio.
Eternamente”.
(Hausmann 1958, pp. 79-80).
Sul muro maestro della mostra vi era un enorme
striscione con queste parole: “Dada lotta a fianco del proletariato rivoluzionario”. Questo slogan sintetizza la ragione della fine del Dada berlinese: un impegno politico così preciso era incompatibile con lo spirito Dada.
Hausmann scriverà: “Ad eccezione di Heartfield nessuno
tra noi era membro del Partito comunista: ci tenevamo
troppo a salvaguardare la nostra indipendenza di pensiero e d’azione. La nostra volontà creativa provocava
essa stessa la rivoluzione attiva e spirituale” (Hausmann
1958, p. 24).
Si può dire quindi che, a Berlino, Dada come movimento ebbe solamente tre anni di vita: iniziò con la
conferenza di Huelsenbeck nel febbraio 1918 e la fondazione del Club Dada e terminò con questa mostra che
ne fu la manifestazione più spettacolare.
Il secondo importante avvenimento dell’anno fu la
pubblicazione della prima antologia di scritti Dada, il famoso Dada Alm anach , curato da Huelsenbeck “per il
Comitato Centrale del Movimento Dada tedesco”, e con
testi di Arp, Baader, Ball, Hans Baumann, Paul Citroen,
Daimonides, D’Arezzo, Dermée, Max Goth, Hausmann,
Huidobro, Adon Lacroix, Mehring, Partens, Picabia, Ribemont-Dessaignes, Soupault, Alexander Sesqui, Tzara.
Nella sua prefazione all’Alm anacco , Huelsenbeck riafferma: “Dada è uno stato d’animo indipendente dalle
scuole o dalle teorie; coinvolge la personalità senza violentarla […]. Non si può capire il Dada, bisogna viverlo. Dada è immediato ed evidente […]. Dada non è né
politica né stile artistico […]. Dada è anche un’attività,
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la più pericolosa e la più sfibrante di tutte. Il dadaista ha
scelto di operare nell’area culturale, anche se avrebbe potuto benissimo operare quale affarista transatlantico,
agente di cambio o direttore di una catena di cinematografi […]. Il dadaista è l’uomo più libero che esista sulla superficie della terra”. L’attività storico-letteraria di
Huelsenbeck è intensa quest’anno; pubblica Dad a
Sie g t! Eine Bilanz und G e sch ich te de s Dadaism us [Dada vince! Un bilancio e una storia del Dadaismo], En
avant Dada. Eine G e schichte de s Dadaism us [Avanti Dada. Una storia del Dadaismo] e De utsch land m uss unte rg e h e n [La Germania deve perire].
“L’Opposizione del Gruppo di Novembre” pubblica
una lettera aperta (firmata da Dix, Max Dungert, Grosz, Hausmann, Höch, Ernst Krantz, Mutzembecher,
Thomas Ring, Rudolf Schlichter, Georg Scholz, Willy
Zierath) che è una violenta presa di posizione contro la
vacua fraseologia pseudo-rivoluzionaria del Novembergruppe: “Cosa facevano questi Signori per la realizzazione delle loro idee espresse con tanta foga nelle
loro circolari e nei loro manifesti? All’inizio dell’anno
1921 l’élite sottopose al comitato di lavoro del Gruppo
di Novembre il grazioso progetto di fondare un’Accademia saxo-weimariana i cui membri diventerebbero
professori […].
“Come segno di riconoscimento si porterebbe un
piccolo nastro all’occhiello. Questi professori sarebbero allora i rappresentanti ufficiali del Gruppo di Novembre aventi la funzione di far eleggere per la nuova
Accademia l’élite degli altri eminenti professori […].
“Non uno dei membri dirigenti ha avuto in nessun
momento e in nessun modo l’idea di chiarire il suo rapporto con la rivoluzione proletaria, per esempio, di mettere in pratica queste idee rinunciando alla situazione
élitaria che è d’obbligo in tutti i gruppi di artisti borghesi
[…].
“Noi ci sentiamo solidali con gli sforzi e le nostalgie del proletariato che vuole creare una comunità umana senza falsi capoccia e nella quale non si lavorerà, come oggi, per opposizione alla società, per finire come
un parassita che vive delle sue grazie; noi siamo coscienti
della responsabilità che ci impone la lotta del proletariato nel mondo intero per una vita penetrata di spirito puro. Noi sappiamo che nostra responsabilità è di
camminare con le masse per realizzare questa comunità.
Ed è per questo che noi diciamo all’élite: il nostro scopo è di superare le meschinerie estetiche della forma per
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una nuova obiettività nata dal disgusto della società borghese dello sfruttamento – o con delle ricerche preparatorie sull’ottica (ricerche visuali: fotomontaggio, optofonetica) informale che, a partire dal rifiuto di questa
estetica e di questa società cerca anche di superare l’individualismo in nome di un nuovo tipo d’uomo. Il Gruppo di Novembre, così come è composto attualmente, non
ha né la comprensione né il posto per tali prospettive;
l’élite considerava una tale volontà come kitsch e senza senso e vi opponeva violentemente il suo punto di vista estetizzante, ciò che equivale a una dittatura delle
persone ‘di buon gusto e di buona educazione’ e di commercianti […].
“Ai membri che comprendono che oggi l’arte è la
protesta contro il sonnambulismo borghese, contro la perennità dello sfruttamento e l’individualismo piccoloborghese, noi chiediamo di unirsi alla nostra opposizione
per fare un lavoro di necessaria purificazione. Noi sappiamo di dover essere l’espressione delle forze creative,
lo strumento delle necessità del nostro tempo e delle masse, e noi neghiamo ogni affinità con questi trafficanti e
accademici di domani. L’adesione alla rivoluzione, alla nuova comunità non è per noi un credo puramente
verbale, ma noi prendiamo sul serio ciò che abbiamo
riconosciuto come nostro compito: collaborare alla costruzione di una nuova comunità umana, la comunità
dei lavoratori” (De r G e g n e r, II:8-9, 1920-21).
Moholy-Nagy arriva a Berlino, incontra Hausmann
e inizia a partecipare alla vita dei dadaisti berlinesi. Elabora alcuni collage (tra cui 25 Ple ite G e ie r, 1922) che
sono la testimonianza più diretta del suo impegno Dada e dipinge qualche opera (ad esempio G e lb e Sch e ib e , 1921, in cui le lettere del suo nome, Moholy, sono
utilizzate per creare una composizione costruttivista).
Grosz viene condannato per vilipendio dell’esercito e multato di 5000 marchi per la sua raccolta di disegni G o tt m it un s [“Dio con noi”, motto dell’esercito tedesco] Grosz e Heartfield disegnano la sceneggiatura per
il C e sare e C le o p atra di Shaw prodotto da Max
Reinhardt.
Hausmann annuncia la fine di Dada a Berlino con
il manifesto Dad a è p iù ch e Dad a, pubblicato poi su De
Stijl (Leiden, IV:3, marzo 1921).
Berlino
“G e n n aio (Be rlin o /Zurig o ): A rp v a a Be rlin o e in c o n tra Hausm an n e Hö ch .
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G e n n aio -m arzo : Baad e r, Pre sid e n te d e l Mo n d o,
Hausm an n , il Dad aso fo, e Hue lse n b e ck, il Dad a-G lo b e , o rg an izzan o un a to ur n é e Dad a d i se i se ttim an e n e ll’e st d e lla G e r m an ia e in C e c o slo v ac ch ia. Un a fo lla n um e ro sa, fo rse fin o a d ue m ila p e rso n e , ar riv a ar m ata d i
rag ane lle , pro nta a invade re la sce na. Il pro g ram m a, variabile , co m pre nde disco rsi e po e sie prim itiviste di Hue lse n b e ck c o n ac c o m p ag n am e n ti m usic ali d i p e rc ussio n i,
sc am b i v e rb ali tra Hausm an n e Baad e r, e , so p rattutto,
il Dada-Trot (Sixty-One Step) d i Hausm an n , d e sc ritto
in m o do m ite dall’Hamburger Nachrichten (19 fe bbraio )
co m e una “paro dia ve ram e nte sple ndida de lle danze de lle so c ie tà e so tic o -e ro tich e m o d e r n e ch e c i h an n o in v aso c o m e la p e ste …”.
Si n o tan o b e n e , n e l fium e d i c o m m e n ti ch e ac c o m p ag n a la to ur n é e , le p re o c c up azio n i p ro fo n d e ch e
susc ita Dad a, p e rc e p ito c o m e un siste m a o rg an izzato d i
co ntam inazio ne. Un auto re, Fe lix Ne um ann, si lascia trasp o rtare d ai suo i tim o ri in un m ag m a d i m e tafo re e te ro clite : “Q ue ste p e rso n e , p e r q uan to sian o in sig n ific an ti
p re se iso latam e n te , so n o tuttav ia p e ric o lo se p e r il c aratte re siste m atic o d e lle lo ro azio n i. C o n m ille ar m i d i
p e rsuasio n e , in tac c an o le rad ic i d e lla n o stra fo rza sp irituale ” (Die Post, 6 g e n n aio 1920).
Fe bb raio : re ag e n d o all’in iziativ a d i Hitle r d i c re are il N SDA P (Partito n azio n al-so c ialista te d e sc o d e i lav o rato ri), Baade r fo nda la De utsch e Fre ih e itsparte i [Partito te d e sc o d e lla lib e rtà].
Fe bb raio (Be rlin o /Zurig o ): le Phantastische Gebete [Pre g h ie re fantastich e ] d i Hue lse nb e ck e sco no in una
se c o n d a e d izio n e , p ubblic ata d a Malik a Be rlin o. Illustrata o rig in ariam e n te c o n in c isio n i su le g n o astratte d i
Marce l Janco, il libro co ntie ne ade sso caricature di G ro sz, e sp o sta c o sì l’astrazio n e ac ustic a d e i p o e m i ste ssi su
un a m e lo d ia d i ap o c alisse v o lg are : “G ran d e c ulo p e n sie ro so p e r se c o li d i fila […]. Ha! Eg li v iag g ia là (n o n
p o te te v e d e rlo ) c o n il c ad av e re n e ll’an g o lo / Sb atte n d o d ie tro le sue p alp e b re d e lle sm o rfie filo so fic am e n te
d e fo r m i” (“La m o rte d e l c ap o c an tan te ”).
Marzo : sul Der Gegner, G ro sz e He arfie l ch iam ano il pitto re O skar K o ko sch ka “K ustlum p” [m e ndicante
artistico ], pe r e sse rsi lam e ntato de i danni accide ntali causati ad alc un e o p e re in o c c asio n e d i un a so m m o ssa p o litic a re c e n te . “N o i siam o e n tusiasti, sc riv o n o i d ue uo m in i, ch e i p ro ie ttili fisch in o n e lle g alle rie e n e i p alazzi
[…] e n o n n e lle c ase d e i p o v e ri d e i q uartie ri o p e rai”.
Q ue sta sc am b io c e m e n ta un a n uo v a c o n v e rg e n za
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e stre m a, in se n o al Dad a Be rlin , tra la p o litic a c o m un ista e l’ic o n o clastia e ste tic a.
A p rile : il q uinto num e ro d i Schall und Rauch, l’o rg an o d e l c ab are t n u o v am e n te riap e rto d a Max
Re inh ardt, è illustrato in co pe rtina da m ario ne tte di Hö ch a c o lo ri. Hö ch le h a p ro b ab ilm e n te utilizzate in q ue st’e p o c a – d e lle fo to la m o stran o in un o sp e ttac o lo in
o c c asio n e d e lla g ran d e e sp o sizio n e Dad a ch e si tie n e in
e state .
A prile -m ag gio : prim a e spo sizio ne pe rso nale di G ro sz alla g alle ria N e ue K un st, a Mo n ac o.
Mag g io -g iug n o : O tto Burch ard , g alle rista c o n o sciuto co m e spe cialista di bro nzi cine si e di fantasie o rie ntaliste , si m e tte im m e d iatam e n te a d ife n d e re g li artisti
radicali, a co m inciare da Sch lich te r (15 m ag g io – 15 g iug n o ), i c ui tito li so n o m o lto e lo q ue n ti: Die Mordepidemie [L’Epide m ia di assassini], Vergewaltigung [Stupro ],
Cowboys und Mexikaner.
G iug n o : Eg g e lin g e R ich te r c e rc an o d i e lab o rare
d all’in v e r n o p re c e d e n te , n e lla c asa d i fam ig lia d i R ich te r, un lin g uag g io c in e m ato g rafic o astratto e g e o m e tric o. In d irizzan o allo ra un p ro sp e tto ad alc un i p ro d utto ri e o tte n g o n o un a so v v e n zio n e d alla so c ie tà d i c in e m a
UFA p e r sp e rim e n tare q ue llo ch e la lo ro b ro ch ure (o g g i p e rd uta) ch iam a “Un iv e rse lle Sp rach e ” (lin g ua un iv e rsale ).
G iug no -luglio (Be rlino /C o lo nia/Parig i): Max Er nst assiste a un co nsig lio di g ue r ra, il 6 g iug no, pe r m e tte re in pie di il più g rande pro g e tto co nce pito fino ad allo ra dai dadaisti di Be rlino : la Erste Inte r natio nale Dada-Me sse [Prim a fie ra inte r nazio nale Dada]. L’e spo sizio ne , ch e apre il 30 g iug no e riunisce quasi due ce nto
o pe re , no n è ch e m o de ratam e nte inte r nazio nale , co n
Francis Picabia, Arp, Er nst, Jo h anne s Baarg e l e (so prattutto ) il co struttivista russo V ladim ir Tatline . Sch lich te r, Sch o lz e Dix – co m e nuo vi ar rivati – appo rtano
una fo r m idabile pre se nza, Dix co n il suo co llag e di più
di un m e tro e cinquanta di lung h e zza, intito lato Kriegskrüppel (45% erwerbsfähig!) [Invalidi di g ue r ra (capacità al 45%)] e Sch lich te r co n la sua “scultura da so ffitto ” suina Preußischer Erzengel [Arcang e lo prussiano ].
Hö ch e spo ne num e ro se o pe re , e in partico lare il suo capo lavo ro, Schnitt mit dem Küchenmesser [Taglio co n co lte llo da cucina] e una scultura auto no m a (po i pe rduta)
co m po sta da scam po li di te ssuto, di pium e e di fo r m e m e tallich e astratte . Il catalo g o, re alizzato da Malik, e sce so lo a m e tà lug lio, m a co stituisce un’o pe ra d’arte in sé .
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Duran te q ue sti m e si, il Dad aism o rag g iun g e un a
v isib ilità in te r n azio n ale se n za p re c e d e n ti, c o n il Fe stiv al Dad a d e Paris, la re c e n te e sp o sizio n e Dad a-Vo rfr ülin g a C o lo n ia, l’usc ita d i New York Dada e q ue sta
m o stra a Be rlin o. Il m o v im e n to se m b ra d iv e n tare un a
m in ac c ia m o n d iale , ch e i c ritic i p re n d o n o sul se rio. “A l
p o sto d i av e re un Uffic io c e n trale a Be rlin o, sare bb e p iù
utile av e re un San ato rio c e n trale p e r g li ar re trati m e n tali. Q ue ste p e rso n e p o tre bb e ro trar re g io v am e n to d al
lav o ro fisic o, ad e se m p io p ule n d o le strad e o sp alan d o
c arb o n e ” (Kölnische Volkszeitung, 22 g iug n o 1920). Le
auto rità v an n o n e lla ste ssa d ire zio n e : la c asa d i Baale r
v ie n e p e rq uisita in n o v e m b re , m e n tre He rzfe ld e , G ro sz, Sch lich te r e Burch ard v e r ran n o trasc in ati in tribun ale n e l g iug n o se g ue n te .
Lug lio o A g o sto : d alle c e n e ri d e l p ro g e tto ab o rtito
Dadaco n asc e il Dada Almanach, so rta d i sg uard o d ’in sie m e de l m o vim e nto, la cui pubblicazio ne co incide co n
la Fie ra Dad a. Dire tta d a Hue lse n b e ck, q ue sta an to lo g ia rip re n d e i c o n tributi d i Dadaco, so p rattutto q ue lli
ch e d e riv an o d alle d iram azio n i sv izze re e fran c e si, m a
alc un i g iud izi d i p arte d e n ig ran o o e sclud o n o n um e ro si c o n tributi – tra c ui q ue lli d e i p arte c ip an ti alla Fie ra
ste ssa. I te sti e le illustrazio n i c e rc an o tuttav ia d i d are a
Dad a un a p ro sp e ttiv a sto ric a, c o n ritratti fo to g rafic i, ritagli stam pa, ripro duzio ni di do cum e nti, una lunga “Cro n ac a Zurig h e se ” sc ritta d a Tzara, e un’in tro d uzio n e g e n e rale , sc ritta d a Hue lse n b e ck.
G iu g n o -ag o sto (Be rlin o /N e w Yo rk/C o lo n ia):
K ath e rin e Dre ie r attrav e rsa la G e r m an ia (28 g iug n o –
21 ag o sto ) fe r m an d o si a Be rlin o e a C o lo n ia. In c o n tra
Er n st e G ro sz e p ro g e tta in se g uito, c o n Er n st, un’e spo sizio ne Dada a Ne w Yo rk pe r l’inve rno se gue nte ; sfo rtun atam e n te , q ue sto p ro g e tto n o n si re alizze rà.
Se tte m bre -o tto bre : la po lizia be rline se co nfisca tutti g li e se m p lari ch e tro v a d e ll’ultim o p o rtfo lio d i stam p e d i G ro sz, in tito lato Gott mit uns [Dio sia c o n n o i],
rap p re se n tazio n e m o rd ac e d e lla v ita d e ll’e se rc ito e sp o sta alla Fie ra Dad a d e ll’e state p re c e d e n te . L’e se rc ito si
im p ad ro n irà d e i d iritti d e ll’o p e ra: le lastre saran n o p re se e d istr utte in un te n tativ o iste ric o d i im p e d ire q ualsiasi ristam p a.
O tto b re : Hue lse n b e ck, d o p o av e r o tte n uto il d ip lo m a d i m e d ic o (il 28 g iug n o ), c o m in c ia a fare av an ti
e in d ie tro tra Be rlin o e Dan zic a p e r p e rfe zio n are la sua
fo r m azio n e p ratic a.
Dic e m b re : Th e o Van Do e sburg fa un b re v e so g -
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g io r no a Be rlino e al Bauh aus re ce nte m e nte nato a We im ar (20 dice m bre – 3 g e nnaio ). Inco ntra num e ro se pe rso n e , in p artic o lare Hausm an n e la tro up e d e l film d i
R ich te r e Eg g e lin g ”. [C .P.]
Colonia
Febbraio: la mostra “Bulletin D” viene ripetuta al
Graphisches Kabinet di Düsseldorf.
Aprile-maggio: il Sindacato degli artisti di Colonia
organizza per i propri soci una mostra al Museo delle
arti decorative. Il nuovo direttore del Museo rifiuta di
esporre le opere di Baargeld e di Ernst. Questi noleggiano allora un cortile ricoperto da una vetrata sul retro della birreria Winter (al quale si accede attraverso i
gabinetti). Nasce così, al 37 della Schildergasse, la seconda e ultima mostra Dada a Colonia, “Dada Vorfrühling” [Dada primavera precoce]. Il manifesto della mostra proclama: “Eccovi Dada Baargeld il beneamato. Eccovi Dadamax Ernst, il temuto”. La mostra
comprende, il primo giorno, 37 opere di Arp, Baargeld,
Ernst e Picabia. Ma il pubblico reagisce violentemente
e molte opere vengono distrutte. Gli organizzatori non
si perdono d’animo e provvedono subito a sostituirle. Tra
le opere che suscitano maggiore indignazione ricordiamo, di Baargeld, il rilievo intitolato Il v e r m e so litario antro p o filo e Fluid o ske p tric d i R o tzwith a v o n G an d e rsch e im (un acquario riempito di acqua colorata dal quale emergeva una mano femminile di legno), e di Max
Ernst: R ilie v o o rig in ale tro v ato n e l p o lm o n e d i un fum ato re di 47 anni, Macinino a o sso de i parrucch ie ri no n
v io le n ti. La mostra provoca un tale scandalo che la polizia ne ordina la chiusura con il pretesto di “esposizione di materiale osceno”. Il corpo del reato risulta essere un’incisione di Dürer (A d am o e d Ev a): dopo aver accettato di ritirarla, la mostra viene riaperta al pubblico
in maggio. Il padre di Max Ernst, furibondo per lo scalpore provocato dal figlio, gli scrive: “Ti maledico, ci hai
disonorati”.
In concomitanza con la mostra esce il numero unico Die Sch am m ad e che testimonia dell’apertura internazionale del gruppo di Colonia e che costituisce una
piccola antologia di testi dei dadaisti europei più attivi:
Aragon, Arp, Baargeld, Breton, Ernst, Huelsenbeck, Picabia, Ribemont-Dessaignes, Schwitters, Serner, Soupault e Tzara. Die Sch am m ad e è illustrato da riproduzioni di opere di Arp, Baargeld, Max Ernst e Picabia.
Anche i coniugi Hoerle contribuiscono con un testo (di
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Heinrich) e un’illustrazione (di Angelika). La pubblicazione viene finanziata dal padre di Baargeld (un banchiere).
L’ultima manifestazione collettiva di Dada a Colonia è la pubblicazione di W 5 (Weststupiden), una raccolta di manifesti tipografici di Baargeld e di Ernst.
Max Ernst utilizza la tecnica di un gioco infantile
(“frottage”) per elaborare un particolare del Typo skriptMan ife st. Tie rko p f auf So cke l [Testa d’animale su zoccolo], dell’anno successivo, è un’opera intera, ottenuta
sempre col frottage. Nel 1925, con la serie Histo ire N ature lle , la tecnica del frottage raggiunge il suo acme. In
collaborazione con Baargeld e Arp produce i primi Fatag ag a (FAbrication de TAbleaux GArantes GAsométriques): collage e assemblage a quattro mani.
“Fe bb raio : p ubblic azio n e d e i p o rtfo lio Fiat modes
preat ars d i Er n st e Die Krüppelmappe [Il p o rtfo lio d e g li sto rp i] d i Ho e rle , g razie alle so v v e n zio n i d e lla m un ic ip alità d i C o lo n ia. A rp fo r n isc e alc un i te sti p arig in i
p e r il p ro g e tto d i riv ista Die Schammade, p ubblic azio n e d i v o c azio n e in te r n azio n ale n e llo sp irito d e ll’Antologia Dada (Zurig o ) o d i Dadaco (Be rlin o ).
A p rile : Die Schammade rap p re se n ta m o lto b e n e il
Dad aism o p arig in o, c o n alc un i e le m e n ti d i Dad aism o
zurig h e se , m a Er n st re cluta i p rin c ip ali artisti d i Be rlino e di Hanno v e r, dato ch e h a inco ntrato pe rso nalm e nte
la m ag g io r p arte d i lo ro.
Mag g io : il Dad a-Vo rfr ülin g , te m p o ran e am e n te
ch iuso p e r m o tiv i d i o sc e n ità, riap re c o n un g io io so g rido di vitto ria: “Dada trio nfa!”. Tuttavia, il g ruppo si sfasc ia, p e rch é Baad e r e g li Ho e rle d e c id o n o, c iasc un o p e r
m o tiv i d iv e rsi, d i m e tte re fin e alla p ro p ria affiliazio n e .
G iug n o (C o lo n ia/Be rlin o ): Er n st v a alla fie ra Dad a d i Be rlin o.
N o v e m b re (C o lo n ia/Parig i): “FaTaG aG a è la Fabrication de tableau gazométriques garantis” scriv e Er nst a Tzara p e r an n un c iare il suo n uo v o p ro g e tto in c o llabo razio ne co n Arp; invia alcuni e se m plari pe r farli pubblic are a Parig i. Er n st ch ie d e tuttav ia allo stam p ato re
d i re tro fo to g rafare i c o llag e p e r o c c ultare o g n i trac c ia
di inte rv e nto m anuale e pe r “m ante ne re il se g re to di FaTaG aG a!”. [C .P.]
Hannover
All’inizio dell’anno Schwitters comincia il Me rzbau,
una straordinaria scultura-assemblage, vero e proprio
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“environment”, al quale lavorerà per 16 anni e che chiamerà anche K de e , abbreviazione di K ath e drale de s e ro tisch e n Ele nds [Cattedrale della miseria erotica] perché,
spiega Schwitters, “viviamo in un’epoca di abbreviazioni”. Dopo aver occupato lo studio al pianterreno,
K d e e continuerà il suo sviluppo in verticale, verso l’alto attraverso due piani e in basso verso la cantina. Fu
distrutto da un bombardamento alleato nel 1943.
Christof Spengemann scrive un’appassionata difesa
di Kurt Schwitters, Die Wah rh e it übe r Anna Blum e [La
verità su Anna Blume], che verrà pubblicata dalla sua
casa editrice, Zweemann-Verlag.
In gennaio Schwitters partecipa a una collettiva di
opere grafiche degli artisti collaboratori dello Zweemann-Verlag.
Paul Steegemann pubblica l’unico numero (doppio)
di De r Marstall, numero speciale dedicato all’Anna Blum e di Schwitters, al quale collaborano molti dadaisti.
In novembre Steegemann pubblica il primo fascicolo di
Die Pille (un settimanale artistico-letterario che durerà
sino al 1922), al quale collaboreranno saltuariamente
Schwitters e altri dadaisti.
Prima personale di Schwitters alla Galerie Der
Sturm di Berlino e prima presenza a New York alla quinta mostra collettiva della Société Anonyme.
“G e n n aio : le c ritich e su “A n n a Blum e ” si m o ltiplicano co n l’uscita de l libro. Insie m e ai suo i giudizi sco nv o lti su Dad a Be rlin , Fe lix N e um an n c ita in te ram e n te
la p o e sia, ch e d ’altro n d e d isap p ro v a (i v e rsi “A n n a Fio re / Tu an im ale sg o c c io lan te ” lo d isturb an o p artic o lar m e n te ). Sch witte rs risp o n d e c o n un a d e c o str uzio n e
singo lar m e nte dive rte nte de lla pro sa di Ne um ann sul num e ro d i fe bb raio d i Der Sturm. Un altro c ritic o, K arl
Ne urath , pre fe risce la paro dia al lam e nto. Annuncia ch e
n o n sc riv e rà p iù frasi c o m e “La K un sth alle e sp o n e c iò
ch e o ffre o g g i il m e rcato de ll’arte …” m a piutto sto : “Halle io ti am o io tu? O g g i? O g g i? C o sa o ffre ? Il! C assafo rte ! Era? Eria? […] Ec c o c o m e sc riv e rò , K urt
Sch witte rs! E tu m i c ap irai! […] Tu, am ab ile m ise rab ile ! Tu se ntirai la g rande zza de lla m ia o ste ntazio ne ” (Weser-Zeitung, Brê m e , 20 g e n n aio 1920).
A p rile (Han n o v e r/C o lo n ia): Sch witte rs si re c a d a
Max Er n st a C o lo n ia. I d ue artisti se m b ran o strin g e re
am icizia, m a il le gam e di Schwitte rs co n la galle ria Stur m
g li c o ste rà, p iù tard i in q ue sto ste sso m e se , d e lle c an zo n ature sulle p ag in e d e l Die Schammade.
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G iug no : Sch witte rs e Ste e g e m ann rico pro no la città
d i Han n o v e r c o n m an ife sti d e lla p o e sia “A n n a Blum e ”,
stam pata a caratte ri g o tici in m o do da so m igliare ai m an ife sti p e r la c am p ag n a e le tto rale d e lle e le zio n i le g islativ e , ch e si te n g o n o in q ue sto m e se . Sch witte rs p ubblic a an ch e d e g li an n un c i n e i g io r n ali in v itan d o g li e le tto ri a v o tare p e r A n n a Blum e .
G iug n o -lug lio : la Fie ra Dad a d i Be rlin o c o m p re n de un’o pe ra di Rudo lf Sch lich te r intito lata Der Tod der
Anna Blume [La m o rte d i A n n a Blum e ]. Sch witte rs v a
all’e sp o sizio n e . Lo ste sso m e se p ubblic a Die Kathedrale da Ste e g e m ann, ad Hanno v e r. Q ue sto libro è in re altà
un p ic c o lo p o rtfo lio d i lito g rafie re alizzate d iv e rte n d o si c o n d e l m ate riale tip o g rafic o, ad e se m p io d e i c aratte ri d i sp aziatura o d e lle tav o le d a stam p a. Fo rse in rispo sta all’ultim o affro nto de l g ruppo di Be rlino, Sch witte rs ric o p re il lib ro c o n un a fasc e tta d o v e si p uò le g g e re : “A tte n zio n e . A n ti-Dad a”.
No v e m bre (Hanno v e r/Zurig o ): Sch witte rs pubblica ne l se ttim anale di Hanno v e r Die Pille [La Pillo la] le
prim e due le tte re de lle tre ch e indirizze rà ad Arp, uno
de i suo i più cari am ici tra i dadaisti rico no sciuti. Sch witte rs vi rim e tte fo ndam e ntalm e nte in causa la g ram m atica e l’o rto g rafia. La se co nda le tte ra, ad e se m pio (25 no v e m bre ), de g e ne ra pro g re ssivam e nte fino a trasfo r m arsi in un flusso di paro le inco llate tra lo ro, prim a di inte rro m pe rsi a “dile m adie m ade dile m m a”; il dire tto re de lla rivista racco nte rà ch e il tipo g rafo av e va avuto una crisi di ne r vi e av e va m inacciato di scio pe rare se av e sse do vuto co ntinuare a stam pare que l g e ne re di co se ”. [C .P.]
Italia
In una lettera datata 5 gennaio Julius Evola annuncia a Tzara la sua adesione al movimento Dada. Di
conseguenza Evola viene citato (assieme a Maria D’Arezzo, Cantarelli e Meriano) tra i presidenti del movimento Dada (in Dad a, Zurigo, n. 6, febbraio 1920, p.
3). Mostra di Evola alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma (20-31 gennaio). Collaborazione di Evola a Dad ap h o n e (marzo). Primo manifesto di Evola, L’A rte c o m e lib e rtà e e g o ism o , pubblicato su N o i (Roma, IV:1,
gennaio 1920). Con questo fascicolo Evola entra a far
parte della redazione di N o i, ma nel marzo cessa la collaborazione.
In luglio primo numero di Ble u (Mantova), pubblicato da Cantarelli, con la collaborazione di Fiozzi, in
concomitanza con l’arrivo di Tzara a Milano.
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Piccolo vertice dadaista a Venezia tra Tzara, Fiozzi e Cantarelli. In dicembre, a Roma, riunione tra il gruppo dei dadaisti di Mantova (Cantarelli, Fiozzi e Bacchi)
e Evola, per dar vita a un movimento Dada in Italia.
Olanda
Maggio: Paul Citroen scrive a Huelsenbeck la lettera, che viene ripresa in Dad a A lm an ach , con la quale gli dà notizie su quanto succede in Olanda e lo informa che nel paese ci sono solamente tre dadaisti: Citroen,
Jan Bloomfield [Ervin Blumenfeld] e Sieg Van Menk.
Van Doesburg visita il Belgio e la Germania per propagare le idee di De Stijl; prende contatto in particolare con architetti. Torna a scrivere poesie e pubblica su
De Stijl le prime X -be e lde n [Immagini-X], una variante Dada, più astratta e convulsa del calligramma, con inserimento di parole in lingue non olandesi. Sempre su
De Stijl pubblica brani dalla sua novella He t ande re g e zich t [L’altra faccia] e aforismi (il primo dei quali è dedicato al Dadaismo). Per non confondere i lettori preferisce firmare tutta la sua produzione letteraria puramente
dadaista con lo pseudonimo I.K. Bonset, mentre continua a firmare i suoi quadri (nello stile astratto-costruttivista di De Stijl) con l’altro suo pseudonimo, Theo Van
Doesburg (il suo vero nome è Christian E.M. Kupper).
Stati Uniti
Katherine S. Dreier, aiutata da Marcel Duchamp
e da Man Ray (che ne suggerisce il nome), fonda la Société Anonyme (Museum of Modern Art) il 20 aprile.
L’attività della Société Anonyme inizia il 30 aprile con
una mostra collettiva (opere di Duchamp, RibemontDessaignes, Picabia, Man Ray, Morton Schamberg, unitamente a opere di Van Gogh, Villon, Joseph Stella,
Brancusi: una scelta piuttosto eclettica). I collage di Kurt
Schwitters vengono esposti per la prima volta negli Stati Uniti in un’altra collettiva a fine anno (1° novembre
– 15 dicembre).
Il catalogo della biblioteca della Société Anonyme
dimostra che i contatti con i gruppi dadaisti europei sono stretti; di fatto sono elencati tutti i principali periodici Dada europei: Ble u (Mantova), Ma (Vienna), Dad a (Zurigo), Sic (Parigi), nonché i periodici tedeschi De r
A rarat, De r blutig e Er n st, De r Dad a, De r Ze ltwe g ,
Me rz, ecc. La biblioteca possiede anche una buona scelta dei principali testi Dada: Schwitters, A n n a Blum e e
Die K ath e d rale ; Huelsenbeck, Dad a Sie g t e En av an t
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Dad a; Tristan Tzara, A n th o lo g ie Dad a e La p re m iè re
av e n ture c é le ste d i M. A n tip yrin e ; di Picabia le raccolte di poesie L’A th lè te d e s Po m p e s Fun è b re s, Po è m e s e t
d e ssin s d e la fille n é e san s m è re , Po é sie s R o n R o n , Un iq ue Eun uq ue , Pe n sé e s san s lan g ag e . Probabilmente si
tratta della raccolta di testi Dada più completa negli Stati Uniti. Il motto adottato dalla Société Anonyme riassume perfettamente i suoi intenti: “Le tradizioni sono
belle, ma da creare e non da seguire” (da una lettera di
Franz Marc). La raccolta è stata donata nel 1941 alla
Yale University. L’attività della Société Anonyme fu intensa: 84 mostre organizzate sino al 1939, oltre a numerose conferenze e pubblicazioni.
L’attività artistica di Man Ray durante l’ultimo anno della sua permanenza a New York (partirà per Parigi nel luglio dell’anno seguente) è puramente dadaista ed è dedicata principalmente alla fotografia (Tran satlan tiq ue , L’In q uiè tud e ecc.), alle sculture, agli assemblage (C o m p ass, N e w Yo rk 1920, L’En ig m e d ’Isido re Ducasse ), alla scelta di Readymade o di oggetti trovati (8th Stre e t, una lattina schiacciata da un’auto e trovata nella Ottava Strada; O b str uc tio n , una progressione geometrica di ometti agganciati a ogni estremità ecc.).
Duchamp, che arriva a New York in gennaio, assume lo pseudonimo di Rose Selavy (verso la metà dell’anno seguente “Rose” diventerà “Rrose”) ed elabora
due ulteriori varianti sul tema dei Readymade: Fre sh Wid o w e Ele v ag e d e Po ussiè re (“Allevamento di polvere”,
fotografia del Grande Vetro che riposa in piano mostrando l’accumulazione della polvere nella regione dei
setacci). Costruisce il suo primo apparecchio ottico motorizzato, Lastre ro tan ti d i v e tro (o ttic a d i p re c isio n e ).
“G e n n aio (N e w Yo rk/Parig i): Duch am p to r n a a
N e w Yo rk, p o rta c o n sé Air de Paris, so uv e n ir re ad ym ad e tran satlan tic o ch e re g ale rà ai suo i m e c e n ati, g li
A re n sb e rg.
G e n n aio : c o n “Th e A rt o f Mad n e ss” [L’A rte d e lla fo llia], la b aro n e ssa Elsa e Jan e He ap d ife n d o n o l’ide a, su The Little Review, che si po ssa do m inare un traum a p sich ic o p e r ric av ar n e in tuizio n i o rig in arie . He ap
d ic e d e lla sua c o -autric e : “Q uan d o un a p e rso n a si c re a
uno stato di co scie nza ch e è la fo llia, e d e ssa adatta (co nc e p isc e e e se g ue ) o g n i fo r m a e o g n i asp e tto d e lla p ro p ria v ita in m o d o d a c o r risp o n d e re a tale stato, n o n v i
è più diso rdine ”. C o nte m po rane am e nte , la baro ne ssa viv e m ise ram e n te n e l fe to re so rd id o d i un q uartie re sp e -
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c ializzato n e l c o n g e lam e n to d e lla c ar n e .
Fe bb raio : in un a le tte ra a Parig i, Duch am p e sp rim e c o n q ue sti te r m in i g li e ffe tti d e l Div ie to sulla v ita so c iale (26 fe bb raio ): “C alm a, tro p p a c alm a”.
Mag g io : G abrie lle Buffe t-Picabia parte pe r la Franc ia; è in c aric ata d i ch ie d e re a Tzara d i sc riv e re p e r la
So c ie té A n o n ym e d a p o c o c re ata un a “le tte ra p ubblic a
m e n sile ” sull’arte m o d e r n a in Euro p a (Tzara h a m o lto
p ro b ab ilm e n te rifiutato ).
Lug lio -ag o sto : n uo v i e p iso d i sul se sso e sulle tub ature d a p arte d e lla b aro n e ssa Elsa. “Il c o m fo rt d e ll’A m e ric a – i san itari – m ac ch in ari e ste r n i – h an n o fatto
d im e n tic are all’A m e ric a il suo ste sso c o rp o -m ac ch in e ”
(“Th e Mo d e st Wo m an ”, The Little Review).
A g o sto : la te rza e sp o sizio n e d e lla So c ie té an o n y m e c o m p re n d e À Bruit secret (1916), re ad y -m ad e d i
Duch am p c o m p o sto d a un g o m ito lo c o n te n e n te un o g g e tto sc o n o sc iu to e p o sto tra d u e lastre d i ram e . “L’id e a è d i in d o v in are c h e c o s’è , in se n so artistic o ” sc riv e il c ritic o d e ll’Ev e n in g Wo rld (il 2 ag o sto ) “e se c i si
rie sc e , b iso g n e re bb e v in c e re u n p re m io . Lo si m e rita
in o g n i c aso ”.
N o v e m b re : K urt Sch witte rs p re se n ta un’e sp o sizio n e p e rso n ale alla So c ie té A n o m ym e (1° n o v e m b re – 15
d ic e m b re )”. [C .P.]
Svizzera
Alla Galerie Dada (l’ex Galerie Moos) di Ginevra,
in febbraio, mostra cubista con la partecipazione di Picabia.
5 marzo: grande Ballo Dada a Ginevra nella sala
comunale del Plainpalais organizzato da Walter Serner
e con la partecipazione di Arp, Gustave Buchet, Schad
e Soupault (giunto da Parigi per l’occasione). Il programma comprende la lettura di un monologo di Tzara (R ê v e rie d u b ro n to saure d é laissé ).
Al Salon Neri di Ginevra mostra Dada in marzo,
con opere di Arp, Buchet, Picabia, Ribemont-Dessaignes e Schad (Sch ad o g rafie ).
Partecipazione dei dadaisti Evola e Fiozzi e dei Futuristi Balla, Boccioni, E. Prampolini, L. Russolo, M. Sironi e altri alla mostra nel padiglione italiano dell’Esposizione d’Arte Moderna di Ginevra (26 dicembre).
Prampolini è segretario del padiglione italiano.
“Usc ita ad Han n o v e r d i Letzte Lockerung d i Se rn e r, in c o llab o razio n e c o n Paul Ste e g e m an n .
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Fe bbraio : Se r ne r o rg anizza una se rie di e spo sizio ni di arte Dada a G ine vra, al Salo ne Né ri. Sch ad vi e spo ne Trépanation indienne e altri rilie vi co n incro stazio ni
di te so ri tro vati ne lle spazzature o ne lle ch incaglie rie .
Ball e d He n n in g si sp o san o a Be r n a il 21 fe bb raio.
Marzo : Se r n e r e sag e ra l’im p o rtan za d e l G ran d e
Ballo Dad a a G in e v ra n e i c o m un ic ati stam p a p ubblic ati so tto p se ud o n im o. Il suo sc o p o è rac c o g lie re fo n d i
p e r lasc iare G in e v ra, p o ich é “re stare q ui” c o m e sc riv e
a Tzara in un a le tte ra d e l 2 fe bb raio, “è un’id iozia se n za lim iti”.
A p rile (Zurig o /Parig i): la se c o n d a e sp o sizio n e Dad a o rg an izzata d a Se r n e r al Salo n e N é ri ap re il 1 ap rile . Le o p e re d i Pic ab ia e G e o rg e s R ib e m o n t-De ssaig n e s
susc itan o m o lto in te re sse ; se c o n d o un a le tte ra d i Tzara, Se r m o n t v i ap p e n d e an ch e e se m p lari d i 391 e d e l
n um e ro 7 d e lla riv ista Dada.
Lug lio (Zurig o /Parig i): d o p o un so g g io r n o d i se i
m e si a Parig i, Tzara attrav e rsa la Sv izze ra p e r re c arsi in
Ro m ania; si de prim e pe nsando alla m io pia culturale ch e
lo atte n d e n e lle “te n e b re b alc an ich e ”, m a Zurig o n o n
è affatto m e g lio. “V ista d a q ue sto buc o p ro v in c iale , Parig i se m b ra m e rav ig lio sa” sc riv e a Pic ab ia (l’11 lug lio ).
“Tutti i film ch e d an n o q ui so n o tr uc c ati, tag liati, c e n surati. C h e pae se idio ta! […] No n po sso pe nsare ch e so n o stato q ui p e r an n i”. [C .P.]
URSS
Giugno: a Rostov sul Don, su iniziativa del poeta
Sergèj Vladimirovič Sadikov, si costituisce il primo (e unico) gruppo Dada in URSS, che si autodefinisce
Ničevòki [Nullista]. Ne fanno parte i poeti Susanna Grigor’evna Mar, Elena Aleksandrovna Nikolaeva, Aleksandr Isaakovič Ranov, Davis Umanskij, Rjurik Jur’evič Rok e Oleg Efraimovič Ehrberg. Nello statuto organizzativo, pubblicato il 30 agosto (per il testo integrale
vedi Schwarz 1976), viene precisato, tra l’altro, che
chiunque può essere un nullista e che i nullisti si dividono in due categorie: nullisti della creatività e nullisti
della vita. I nullisti della vita hanno il titolo di C h o b o ,
cioè “vagabondo rivoluzionario”. Viene costituito il TBN
(Tvorčeskoe Bjuro Ničevokoc: Ufficio Creativo dei
Ničevòki). Il 30 agosto il TBN emette il De c re to sui n ullisti d e lla p o e sia, che ordina: “Non scrivete nulla! Non
leggete nulla! Non dite nulla! Non stampate nulla!” poiché la ricerca in arte non conduce a nulla, anzi l’annichilisce.
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Viene costituito un Tribunale rivoluzionario dei
Ničevòki composto da Boris Zemenkov, Rok e Sadikov.
Il TRB viene invece costituito da Mar, Nikolaeva, Ranov, Umanskij, Rok, Ehrberg; primo segretario: Sadikov.
Il De cre to sui nullisti de lla po e sia viene esposto nella vetrina della sede dell’Unione dei poeti, nella strada
principale di Rostov sul Don. Provoca un assembramento: tra la folla vi è anche un attore del teatro d’estate di Rostov, Aleksieev, che si mette a leggere il decreto commentandolo, provocando così l’intervento della polizia politica e il proprio arresto.
Ranov e Rok pubblicano a Mosca Pe r v o i / Man ife sto e v e rsi d e i n ullisti. Nell’estate Zdanévič viene a
conoscenza dell’esistenza di Dada da una lettera di un
amico artista residente a Parigi.
24 agosto: emissione, in nome del TRN, del certificato rilasciato al cittadino che aderisce ai Nullisti comprovante che “ha smesso di essere un animale e che è
diventato un nullista”.
In settembre Zdanévič pubblica a Tiflis l’ultimo dei
suoi d ra stampati in URSS: zg a YA kaby (zaùm ’ intraducibile). Zg a è un vocabolo russo molto raro il cui significato va da “oscurità” a “un poco”. Zga è il nome
del personaggio centrale di questo d ra: un ermafrodita; l’altro personaggio chiave è uno specchio che si trasforma in un personaggio “come se fosse Zga”, che balla con lui (lei). Nascono così altri due personaggi; finalmente lo specchio si rompe e il primo Zga può tornarsene a dormire.
5 dicembre: l’Ufficio Creativo dei Ničevòki decide
la pubblicazione dell’almanacco C asse tta p e r c an i, per
“rovesciare la degenerazione e la demoralizzazione della letteratura”. Il nome “Cassetta per cani” viene scelto perché “ci è piaciuta la combinazione delle due parole” (che in russo sono “Sobacij Jascik”).
Terent’ev pubblica un secondo importante testo teorico, Traktat o sp lo š n o m n e p rilicˇii [Trattato sull’indecenza totale], in cui la forma tipografica è un riflesso
del contenuto ideologico del testo: le lettere sono capovolte oppure coricate, i caratteri latini sono mescolati a caratteri cirillici, nella stessa parola sono impiegati corpi diversi: tutti i mezzi tipografici sono utilizzati per creare un’atmosfera assurda nella quale l’attacco
di Terent’ev alla ragione diventa non soltanto plausibile ma giusto.
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1921
Austria
Il primo fascicolo di Ma del 1921 (VI:3, gennaio)
è largamente dedicato a Schwitters. Seguono fascicoli
dedicati a Grosz (VI:7, giugno) e a Moholy-Nagy (VI:9,
settembre). Collaborano a Ma durante l’anno Arp, Eggeling, Grosz, Hausmann, Huelsenbeck, Moholy-Nagy,
Richter, Schwitters, Tzara.
A Vienna Moholy-Nagy pubblica il suo primo libro, Ho rizo n t.
Kassák pubblica a Vienna V ilág an yám [Mia madre terra], la sua prima raccolta di poesie che comprende
testi Dada. Seguiranno altre due raccolte di poesie di
sapore Dada, Uj Ve rse k [Nuove poesie], pubblicato a
Vienna nel 1923, e Tisztaság ko n yv e [Il libro della purezza], pubblicato a Budapest nel 1926. In Kassák si riscontra lo stesso fenomeno che abbiamo segnalato in
Theo Van Doesburg: la loro opera pittorica è costruttivista, la loro poesia e i loro collage sono Dada.
Belgio
Gennaio: Pansaers è tra i firmatari del volantino
Dada so ulè ve to ut, e partecipa regolarmente alle riunioni
dei dadaisti al Café Certa. Verso la fine del mese partecipa anche ad una riunione alla Taverne Holsters di
Anversa del Comitato di Redazione di Ç a Ira.
12 aprile: Pansaers, che è andato a prendere il figlio a Bruxelles, scrive all’amico Maurice Van Essche:
“Lascio il Belgio definitivamente alla fine del mese, i miei
amici a Parigi mi hanno convinto – andrò a stabilirmi
lì” (citato da Sauwen 1969, p. 65).
25 aprile: Pansaers rompe con il gruppo Dada di
Parigi. La rottura era “già nell’aria” da alcune settimane (come scrive il 18 maggio a M. Van Essche). Tra i motivi della rottura vi è anche l’incompatibilità di carattere: Pansaers, di carattere taciturno e introverso, disapprova alcuni aspetti spettacolari e “scandalosi” delle manifestazioni Dada. L’ultima goccia che fa traboccare il
vaso è una discussione al Café Certa su cosa fare di un
portafoglio dimenticato da un cameriere su una sedia.
Restituire o no il portafoglio implica il riconoscimento
di una morale, mentre il Dadaismo rifiuta ogni codice
– morale o artistico. Non approvando i bizantinismi di
questa discussione, Pansaers litiga con Breton e si ritira
dal gruppo. Sarà seguito poco dopo da Picabia, non presente alla serata al Certa, ma al quale Pansaers aveva rac-
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contato l’accaduto (vedi l’articolo di Picabia su C o m o e dia dell’11 maggio: “M. Picabia se sépare des Dadas”).
In un articolo, “Iles sous le vent”, pubblicato su 391
(III:15, luglio 1921), Pansaers ribadisce la sua critica degli avvenimenti della serata al Café Certa.
Il numero speciale di Ça Ira (II:16, novembre 1921),
Dada, sa naissance , sa vie , sa m o rt, sanziona, anche in
Belgio, la morte di Dada a Parigi. Da notare l’assenza,
tra i collaboratori di questo numero, di tutti i dadaisti più
impegnati: Aragon, Breton, Fraenkel, Soupault da un lato, e Tzara dall’altro. Partecipano invece i dissidenti: Pansaers e, evidentemente, Picabia con i suoi amici: Christian, Pierre de Massot, Crotti e Ribemont-Dessaignes;
il piccolo gruppo formato da Albert Birot, Dermée e sua
moglie Céline Arnauld; i simpatizzanti Renée Dunan e
Ezra Pound. Sorprende meno la presenza di Eluard e
di Péret, del gruppo Litté rature , quando si tenga presente
che entrambi avevano aderito all’invito di inviare una
poesia senza per questo prendere posizione. La partecipazione di Ribemont-Dessaignes, amico anche di Tzara, si concretizza con un articolo sullo stesso Tzara.
Cecoslovacchia
6-7 settembre: due serate: “Il Presentismo, la propagazione mondiale, l’antiDada”, di Kurt e Helma
Schwitters, Raoul Hausmann e Hannah Höch a Praga.
Hausmann ricorda: “Alle nostre due serate di Praga [tutti i giornali dell’epoca che ho potuto consultare annunciano e parlano di una sola serata, il 6 settembre. Hausmann ha probabilmente confuso con le manifestazioni
del 1921 (vedi oltre), la cui prima serata ebbe tanto successo da venire effettivamente ripetuta] recitammo a turno La G rande Riv o luzio ne a Re v o n di Schwitters, pezzo che io amo molto per la sua retorica elementare e il
suo linguaggio, che danno alle parole una impronta nuova estremamente funzionale. Sempre alternativamente
recitammo il poema di Schwitters composto unicamente dalla parola C ig ar re n. In seguito cantai da solo le fonetiche K pe rio um e fm sbwté e fu in questa occasione che
Schwitters s’innamorò del poema fonetico. Non c’era sino allora che un solo poema che si potesse a rigore considerare fonetico: l’alfabeto recitato dalla Z alla A. Tuttavia questo lo riavvicinava alle mie intenzioni e già si
entusiasmava per fm sbwté che non lascerà più.
“Due anni più tardi egli aveva fatto del mio poema il ritornello di Urso n ate [Suonata primordiale]…”
(Hausmann 1958, pp. 62-63).
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“Il programma fu elaborato a fine agosto. Schwitters mi mostrò quello che avrebbe recitato, tra l’altro l’Alfab e to le tto all’in v e rso che era il suo primo passo verso
il poema fonetico. Gli mostrai i miei poemi-manifesto
del 1918 che egli non conosceva […]. [Partimmo] il 31
agosto poiché la nostra serata alla Borsa dei prodotti agricoli era prevista per il 1° settembre. Avevamo un bellissimo manifesto in lingua ceca del quale non comprendevamo che le parole dne s [oggi], Merz e AntiDada.
Il resto lo capiva la nostra agenzia di concerti.
“La serata si svolse a meraviglia. Il pubblico che ricordava bene lo scandalo Dada del febbraio 1920 e che
avrebbe volentieri visto un nuovo scandalo, fu sorpreso e immediatamente conquistato dalla novità e perfezione del nostro programma. Sulla scena bassa della sala, due uomini semplici, con voci chiare, cominciarono
a recitare alternativamente, e con intonazioni diverse,
la R iv o luzio n e a R e v o n di Schwitters. La prima frase:
‘Mamma là si alza un uomo’, Hausmann, ‘Mamma là
si alza un uomo’, Schwitters, ‘Lascialo là’, Hausmann
e così fino alla fine. Applausi entusiasti. Stesso procedimento con il poema C ig ar re n di Schwitters. L’alternarsi
delle nostre due voci a modulazione molto variata arricchiva la ripetizione della stessa parola. Il programma continuava con i poemi fonetici intitolati A n im e d i
auto m o bili di Hausmann, compreso quello divenuto celebre più tardi per la sequenza f m s b t ö z ä u ecc. Che
Schwitters recitasse Anna Blum e e L’Alfabe to all’inv e rso
era naturale. In poche parole: fu un completo successo. Nessuno scandalo, il successo, un grande successo.
Merz più AntiDada, 1 settembre 1921, Praga” (Hausmann 1958, pp. 112-115).
Cile
Jacques Edwards, che con Guillermo de Torre dirigeva Ve rtic al a Madrid, trasferitosi in Cile pubblica a
Santiago Me tam o rfo sis, raccolta di poesie “Dadaiste e
ultraiste”. Tzara lo nomina pomposamente console onorario di Dada in Cile con il titolo di “Chargé d’affaires
Dada à Santiago du Chili”.
Francia
Secondo e ultimo anno di attività collettiva unitaria dei dadaisti parigini.
12 gennaio: pubblicazione del manifesto Dad a
so ulè v e to ut (in cui apparse la frase indice della rottura tra i dadaisti e i futuristi: “Il futurismo è morto. Di
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cosa? Di Dada”) firmato da Aragon, Arensberg, Arp,
Baargeld, Breton, Gabrielle Buffet, Marguerite Buffet,
Cantarelli, Crotti, Duchamp, Suzanne Duchamp,
Eluard, Ernst, Evola, Huelsenbeck, Pansaers, Péret, Picabia, Man Ray, Ribemont-Dessaignes, Rigaud, Soubegran, Soupault, Tzara, Varèse.
In settembre esce Dada in Tiro l / Au g rand Air (che
costituisce il n. 8 di Dad a). Aragon, Crevel, Dermée e
Tzara collaborano al periodico di Roger Vitrac, Av e n ture , il cui primo fascicolo esce in novembre. Durante
l’anno escono solamente un numero di 391, in marzo,
e tre numeri di Litté rature (l’ultimo, 20, datato agosto,
è anche l’ultimo della prima serie ed è dedicato al processo Barrès. Avrebbe dovuto essere seguito da un secondo numero sullo stesso argomento che rimase inedito). Tra i progetti non maturati, quello di un’antologia dadaista internazionale (il dattiloscritto nella raccolta
Tzara conta circa 150 pagine) che doveva intitolarsi “Dadaglobe”. Al calo delle pubblicazioni Dada corrisponde il calo delle manifestazioni Dada, indice della prossima cessazione dell’attività del gruppo.
Giovedì 14 aprile, ore 15: visita alla chiesa di Saint
Julien le Pauvre. L’appuntamento venne fissato nel giardino della chiesa. La visita fu guidata da Aragon, Arp,
Breton, Gabrielle Buffet, Eluard, Fraenkel, J. Hussak, Péret, Picabia, Ribemont-Dessaignes, Rigaut, Soupault e
Tzara. “Di passaggio a Parigi, e volendo rimediare all’incompetenza delle guide e dei ciceroni sospetti, i dadaisti hanno deciso di organizzare una serie di visite a
luoghi scelti, in particolare a quelli che non hanno veramente nessuna ragione di esistere” (dal volantino distribuito per l’occasione). La visita – che fu un fiasco dal
punto di vista della provocazione Dada – iniziò con una
violenta pioggia e fu preceduta da discorsi improvvisati di Breton e Tzara. Della cinquantina di persone presenti all’inizio, alla fine non rimase quasi nessuno: pioggia, discorsi e insulti avevano avuto il loro effetto.
2 maggio, ore 22: la vernice della prima mostra a
Parigi di Max Ernst (43 dipinti, otto disegni, tre opere
in collaborazione con Arp, una in collaborazione con
Baargeld, e una scultura) alla Libreria-Galleria Au Sans
Pareil (3 maggio – 3 giugno) fornisce ai dadaisti l’occasione per una nuova manifestazione. “I Dada, senza cravatta e in guanti bianchi passavano e ripassavano. André Breton mangiava dei fiammiferi. Georges RibemontDessaignes urlava ogni momento: ‘Piove su un cranio’,
Philippe Soupault giocava a nascondino con Tristan Tza-
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ra, mentre Benjamin Péret e Charchoune si stringevano la mano in continuazione. Sulla soglia, dove si drizzava un manichino dal sorriso enigmatico, Jacques Rigaut contava a voce alta le automobili e le perle delle
visitatrici” (C o m o e d ia, n. 7, maggio 1922, p. 2). Aggiungiamo che un dadaista chiuso in un armadio annunciava il nome degli intervenuti qualificandoli estrosamente, dalla cantina salivano rumorosi muggiti di Aragon, Eluard organizzò delle sorprese e Tzara annunciò
che in uno dei bicchieri del rinfresco era stata mescolata una potente purga. Nonostante l’assenza di Max
Ernst (impossibilitato a venire per mancanza del visto
consolare) circa 150 persone vennero alla vernice.
Venerdi 13 maggio, ore 20.30: processo a Maurice Barrès, nella sala delle Sociétés Savantes, 8, Rue Danton. Questa manifestazione fu l’ultima alla quale presero parte tutti i dadaisti parigini. Nel corso dei diciassette mesi di collaborazione tra Breton e i suoi amici
(Aragon, Péret, Soupault ecc.), da un lato, e Tzara con
Ribemont-Dessaignes, dall’altro, si erano manifestate delle divergenze che si possono ricondurre a una sola: alle esigenze di carattere morale e costruttivo di Breton
e dei suoi amici si opponeva il disimpegno totale e il nichilismo di Tzara, Picabia e Ribemont-Dessaignes. In
questo senso il processo a Barrès era destinato fatalmente
a provocare la rottura in seno al gruppo. Maurice Barrès
era il tipico rappresentante dell’intellettuale voltagabbana
piccolo-borghese: progressista in gioventù e acceso reazionario nella maturità. Giudicare Barrès significava
prendere posizione sul ruolo e sulla responsabilità dell’intellettuale. Il “tribunale” era così composto: Presidente, André Breton; Assessori: Théodore Fraenkel e
Pierre Duval; Pubblica Accusa: Georges Ribemont-Dessaignes; Difesa: Aragon e Soupault; Testimoni: Tzara,
Rigaut, Péret, Marguerite Buffet, Pierre Drieu la Rochelle, Ungaretti, ecc. Questo estratto dall’atto di accusa
dimostra che Breton e i suoi amici si erano stancati del
velleitarismo protestatario e desideravano passare a un’attività più militante: “Dada, ritenendo che è arrivato per
lui il momento di mettere al servizio del suo spirito negatore un potere esecutivo […]. Considerando che una
data persona in una data epoca, in grado di risolvere
certi problemi, è colpevole se, per amore di quieto vivere, per esigenza d’azione, per autocleptomania o per
ragioni morali, rinuncia a ciò che può avere di unico in
sé […] se svia l’attività – potenzialmente rivoluzionaria
– di quelli che sarebbero tentati di attingere ai suoi pri-
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mi insegnamenti, accusa Maurice Barrès di delitto contro la sicurezza dello spirito” (dal volantino distribuito
per l’occasione e ristampato in Litté rature , n. 20, agosto 1921). Tzara, quando fu chiamato a testimoniare, si
esibì in un monologo pietoso e terminò con una canzonetta insulsa.
11 maggio, “M. Picabia se sépare des Dadas”: questo articolo di Picabia pubblicato su C o m o e dia (p. 2) annuncia la prima defezione.
24 maggio: Le Piè g e d e la Me d use di Erik Satie,
composto nel 1913, va finalmente in scena al Théâtre
Michel. Tra i personaggi di questa “Commedia musicale in un atto”, una scimmia meccanica che balla in
sette scene.
Maggio: Duchamp è tornato a Parigi da New York.
Elabora La Bag ar re d ’A uste rlitz (una variante sul tema
di Fre sh Wid o w).
Lunedì 6 giugno, ore 15: vernice del Salon Dada
(Exposition Internationale) alla Galerie Montaigne
(più che di una Galleria si trattava più modestamente
del salone dello Studio des Champs-Elysées, al settimo
e ultimo piano, senza ascensore, dello stabile al 13, Avenue Montaigne, e trasformato per l’occasione in galleria). Non partecipano a questa manifestazione Breton
(memore del sabotaggio di Tzara al Processo Barrès), Duchamp (che da anni rifiutava di esporre in mostre) e Picabia (che aveva rotto pubblicamente con i dadaisti tre
settimane prima). La mostra, che avrebbe dovuto durare sino al 30 giugno, fu chiusa d’autorità il 18 giugno
da Jacques Hébertot, proprietario delle sale del Théâtre des Champs-Elysées in seguito a un diverbio con Tzara, che aveva organizzato una contromanifestazione futurista in occasione del concerto bruitista di Russolo, che
si svolgeva al Théâtre des Champs-Elysées.
Così, delle tre manifestazioni Dada previste per venerdì 10 giugno, sabato 18 giugno e giovedì 30 grugno,
una sola, quella del 10 giugno, poté svolgersi. La vernice del Salon Dada fu naturalmente l’occasione per una
esilarante manifestazione. In occasione della mostra fu
pubblicato un catalogo di 16 pagine con testi di alcuni
tra i più noti dadaisti: Aragon, Arp, Eluard, Evola, Péret, Man Ray, Ribemont-Dessaignes, Rigaut e lo stesso Tzara. Il catalogo era illustrato da opere di Arp, Duchamp (anche se non era presente), Ernst e RibemontDessaignes.
La mostra, la più vasta antologia Dada riunita in
quegli anni (con quella di Berlino) comprendeva 77 ope-
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re e, a giustificare il sottotitolo di mostra internazionale, presentava opere di molti dadaisti stranieri. L’Italia
era rappresentata da Cantarelli (2 pastelli), Evola (4 dipinti) e Fiozzi (3 “ceralacche”); la Svizzera da Arp (anche se Arp era alsaziano); la Germania da Baargeld, Max
Ernst e Walter Mehring; l’URSS da Charchoune; gli Stati Uniti da Joseph Stella e Man Ray (due celebri fotografie: La Do n n a e L’Uo m o ). I contributi dei dadaisti
francesi, tutti poeti, erano forse quelli più rispondenti
allo spirito Dada: Aragon era presente con dieci opere,
tra cui un ritratto a grandezza naturale dell’amico Theodore Fraenkel; Eluard con due opere, più una fatta in
collaborazione con la moglie Gala, la futura Gala Dalì;
Fraenkel con cinque, più un’opera firmata “Franton et
Brekel” (ovvia fusione dei due nomi Fraenkel e Breton)
che rivelava la presenza indiretta di Breton; Péret era
presente con tre opere tra cui una tela intitolata Une be lle m o rte che rappresentava uno schiaccianoci e una spugna di gomma; Ribemont-Dessaignes con sei tra disegni e dipinti (tra cui L’A rb re à v io lo n ) più una scultura
(L’e x-assassin à tê te d ’é p in g le ) allestita in collaborazione con Tzara; le tre opere di Jacques Rigaut erano intitolate C o sa?, C h i, Q uan d o ; le tre di Tzara Mio , C aro e A m ic o ; tra le nove opere di Soupault due in particolare polarizzavano l’attenzione: R itratto d i un a sc o no sciuta (un pallone che galleggiava davanti a uno specchio prezioso) e C ittà d e l R e tiro (una cornice vuota al
centro della quale era sospeso un pezzo di asfalto); un
omaggio postumo era riservato a Jacques Vaché, il poeta sucidatosi tre anni prima, del quale erano esposte due
opere intitolate Mio frate llo il c urato, m ia so re lla la d o lc e p uttan a e Battag lia d e lle So m m e e d e l re sto (gioco
di parole su “Somme”: “somma”; e località e nome di
un fiume francese scena di una cruenta battaglia dal luglio al novembre 1916).
Venerdi 10 giugno, ore 21: “Serata Dada” alla Galerie Montaigne. La prima parte del programma comprendeva interventi di Madame E. Bajaud (una cantante
che, sulle note di una musica Dada, recitava i testi del
catalogo); Soupault, truccato da nero, impersonava il Presidente della Repubblica di Liberia e distribuiva a ogni
partecipante una candela accesa che spegneva subito per
rimettersela in tasca); Aragon, che fece la parodia degli evangelisti tipo Cocacola; Valentin Parnak si esibì in
un numero di danza; Ribemont-Dessaignes recitò una
lunga poesia; Benjamin Péret recitò un testo di Eluard
(assente) seguendo le istruzioni dell’autore: “Immobile
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e con le intonazioni più contrarie al senso” (telegramma a Tzara citato da Sanouillet 1965, p. 282).
La prima parte della serata si chiuse con la troupe al completo che interpretò Diable re t di Soupault, durante il quale si insultava il pubblico quasi ininterrottamente. Inutile sottolineare che il pubblico, infuriato,
rendeva pan per focaccia. Un certo Jolibois (e non Joliboit come erroneamente scritto nel programma), aggiustatore ambulante di porcellane, che era intervenuto anche dopo il numero della Bujaud, riuscì a salvare
la situazione cantando a squarciagola arie di operette.
La seconda parte del programma fu interamente occupata dalla rappresentazione del C œ ur à G az di Tzara. Personaggi e interpreti: Soupault-Orecchio, Ribemont-Dessaignes-Bocca, Fraenkel-Naso, Aragon-Occhio, Péret-Collo, Tzara-Sopracciglia, Parnak-Danzatore. L’opera – un classico del teatro Dada – fu naturalmente accolta con fischi, urla e diserzione quasi totale del pubblico.
Agosto: primo incontro di Tzara con Ernst a Tarrenz, in Tirolo. Raggiunti da Arp, i tre pubblicano il numero unico Dad a au G ran d air datato “16 settembre
1886-1921”. In settembre sono raggiunti da Breton (verso il 20), in viaggio di nozze con Simone. Paul e Gala
Eluard arrivano anch’essi a Tarrenz pochi giorni dopo,
ma nel frattempo Arp, Ernst e Tzara erano già ripartiti. Proseguono insieme le vacanze in Austria e poi in Germania.
Settembre: Breton incontra Freud a Vienna.
4 ottobre: primo incontro di Eluard con Max Ernst, a Colonia.
12 ottobre: rientro di Breton e Eluard a Parigi dove ritrovano Tzara.
21 ottobre: serata Dada al Café Caméléon organizzata da Charchoune e Iliazd, con un pubblico composto in prevalenza da fuoriusciti russi. Partecipavano:
Marguerite Buffet (al piano), Valentin Parnak (danza) e
Man Ray. Lettura di testi di Aragon, Breton, Charchoune, Eluard, Fraenkel, Ribemont-Dessaignes, Rigaut
e Soupault.
Le due opere, Le s Ye ux ch aud s e L’œ il c ac o d ylate , che Picabia invia al Salon d’Automne (vernice il 31
ottobre) provocano uno scandalo.
Crotti stampa il suo manifesto TA BU (un volantino giallo).
Dicembre: prima mostra di Man Ray in Europa alla libreria Six (di proprietà della moglie di Soupault) or-
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ganizzata dal gruppo dei dadaisti parigini. Il catalogo
della mostra riporta brevi testi di Arp, Eluard, Ernst, Ribemont-Dessaignes, Soupault e Tzara. Prime rayografie di Man Ray.
13
“La messa sotto whisky marino
/ si fa in cachi e in 5 anatomie /
Viva lo sport!”.
“Fe bb raio (Parig i/N e w Yo rk): Tzara sc riv e a Man
Ray a Ne w Yo rk (il 3 fe bbraio ), ring raziando il suo o m o lo go am e ricano “a no m e di tutti i dadaisti” pe r farsi m and are d e i c o n tributi p e r Dadaglobe.
Marzo : Pic ab ia re sta a le tto un m e se a c ausa d i un
h e rp e s o ftalm ic o. Pe r riso lle v arg li il m o rale , i v isitato ri
ch e si suc c e d o n o lo aiutan o a c re are L’Œil cacodylate,
un a g ran d e te la p ie n a d i fir m e e d i d iv e rsi in te r v e n ti atto r n o al g ro sso o c ch io ch e n e è il so g g e tto p rin c ip ale .
In n o v e m b re , Pic ab ia o sa e sp o r re q ue st’o p e ra, frutto d i
un lav o ro c o lle ttiv o, al Salo n e d ’A utun n o.
A p rile : Suzan n e Duch am p e Je an C ro tti e sp o n g o n o la q uasi-to talità d e lle lo ro o p e re Dad a alla g alle ria
Mo ntaig ne (4-16 aprile ), m a, in o ccasio ne di que sta m an ife stazio n e , si c o n g e d an o d a Dad a e an n un c ian o uffic ialm e n te la c re azio n e d i un n uo v o m o v im e n to a d ue :
Tabu. Il no m e è stato sce lto da C ro tti, ch e h a avuto un’e sp e rie n za m istic a, q uasi re lig io sa, d uran te il suo so g g io r n o a V ie n n a, in fe bb raio.
Durante la visita alla C h ie sa Saint-Julie n-le -Pauvre ,
Bre to n d ich iara: “Tutto q ue llo ch e è stato fatto fin’o ra
so tto l’inse g na di Dada no n av e va ch e il caratte re di una
p arata”.
Mag g io -g iug no (Parig i/C o lo nia): l’e spo sizio ne pe rso n ale d i Max Er n st al San s Pare il (3 m ag g io – 3 g iugno ) è una re tro spe ttiva de l suo lavo ro a partire dal 1919.
Il p itto re in v ia le o p e re m a n o n p uò an d are p e rso n alm e n te in Fran c ia, p e rch é le auto rità b ritan n ich e d i o c c up azio n e a C o lo n ia rifiutan o d i ac c o rd arg li il v isto. La
se rata d i ap e rtura attira m o lte p e rso n e e , c o m e p re v isto, d à luo g o a un d e lirio all’alte zza d e llo slo g an d e ll’e spo sizio ne : “La Mise so us Wh isky m arin / se fait e n kaki
& e n c in q an ato m ie s / V iv e le sp o rt”13.
Mag g io : al Pro c e sso Mauric e Bar rè s Tzara p arte cipa co m e “te stim o ne ”, m a co nte sta Bre to n ne l suo ruo lo d i g iud ic e : “N o n h o alc un a fid uc ia n e lla g iustizia, an ch e se que sta g iustizia è fatta da Dada” (Littérature, ag o sto 1921). Pic ab ia, n e l fratte m p o, fa sc an d alo abb an d o n an d o il p ro c e sso, d ue g io r n i d o p o av e r p ubblic ato
un a d ich iarazio n e so le n n e c o n c ui p re n d e c o n g e d o d a
Dad a. Le liti e i d isse n si in se n o al g r up p o si stag lian o
o r m ai sulla p iazza p ubblic a.
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G iug no : ne l pro g ram m a de lla Se rata Dada alla G ale rie Mo n taig n e c o m p aio n o un “aute n tic o rip arato re d i
p o rc e llan a” (un v e ro v e n d ito re am bulan te ch iam ato M.
Jo lib o it e d o tato d i un a v o c e ro b o an te ), un a falsa isp e zio n e d a p arte d e l p re sid e n te d e lla Lib e ria (So up ault,
d i n uo v o v e stito d a n e ro ), e un a rap p re se n tazio n e d e lla piè ce di Tzara Le Cœur à gaz, che fu un flo p. Pe r m ante n e re alto il m o rale , M. Jo blib o it e i suo i assiste n ti Dad a ch iud o n o la se rata c an tan d o La Marseillaise.
Lug lio (Parig i/N e w Yo rk/C o lo n ia): Man R ay arriv a a Parig i, d o v e v ie n e ac c o lto d a Duch am p, ch e è ap p e n a to r n ato d a N e w Yo rk. Duch am p lo p o rta d a lui,
o v v e ro in un a c am e ra d ’h o te l ch e Tzara h a lasc iato d a
p o c o, so p rattutto p e r rag g iun g e re Er n st in v ac an za, n e l
Tiro lo.
No v e m bre : C ro tti distribuisce il suo “Manife sto Tabu” all’in aug urazio n e d e l salo n e d ’A utun n o (1° n o v e m b re ); v i e sp o n e – c o sì c o m e Suzan n e Duch am p –
p are c ch i q uad ri.
N o v e m b re (Parig i/N e w Yo rk): g li A re n sb e rg , un
te m p o m e c e n ati d i Dad a a N e w Yo rk, se m b ran o p artic o lar m e n te d e sid e ro si d i av e re n o tizie d e l m o v im e n to,
o ra ch e la c o p p ia si è stab ilita a Lo s A n g e le s. Duch am p
sc riv e lo ro (il 15 n o v e m b re ) p ro m e tte n d o d i in v iare
un’an to lo g ia d i sc ritti d e l c o n te d i Lautré am o n t, p ub blicata da Sans Pare il co n la pre fazio ne di Ph ilippe So up ault: “V i tro v e re te in nuce tutti i se m i d e l Dad aism o ”.
Dic e m b re : n e lla p e rso n ale alla Lib rairie Six, g e stita d a So up ault, Man R ay e sp o n e i suo i d ip in ti a ae ro g rafo, il p o rtfo lio Revolving Doors e un a n uo v a o p e ra,
Cadeau, ch e è un re ad y-m ad e aiutato c o m p o sto d a un
fe r ro d a stiro d all’utilizzo p iutto sto p e ric o lo so. N e lla fe lic e in stallazio n e d i Duch am p, g r up p i d i p allo n c in i c o lo rati n asc o n d o n o i q uad ri fin o a ch e g li in v itati n o n d e c id o n o d i farli sc o p p iare ”. [C .P.]
Germania
Ultimo anno dell’attività Dada a Berlino e a Colonia. Il gruppo di Berlino si scioglie e, con la partenza
di Max Ernst da Colonia per Parigi, soltanto Hannover rimane un centro Dada attivo grazie a Kurt Schwitters.
Berlino
17 gennaio: Hausmann scrive il manifesto Mag g io lin o v o la che sarà pubblicato su Ze n it (Belgrado) nel
’22.
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Giovedì 20 gennaio, ore 19, Marmorsaal, Bankettsaal e Rote Veranda am Zoo: primo grande ballo Dada organizzato dall’OberDada [Baader]. “Tutta Berlino sarà messa a testa in giù […]. Si viene in costume,
con o senza maschera, quelli che non saranno in costume
saranno decorati dal Dada-Cerbero”. Il “contro-comitato” è composto da Grosz, Hausmann, Huelsenbeck e
Heartfield.
Su De r A rarat (II:4, aprile 1921) viene pubblicato
il seguente resoconto del processo (febbraio) promosso
dalla Reichswehr contro gli organizzatori della DadaMesse accusati di vilipendio dell’esercito e di pornografia:
“Lo scrittore Johannes Baader
“il mercante d’arte Dott. Otto Burchard
“l’artista pittore George Grosz
“lo scrittore Wieland Herzfelde
“il pittore Rudolf Schlichter
“rispondono all’accusa della Reichswehr.
“Baader, soprannominato ‘Ober-Dada’ [Super
Dada], il Dott. Burchard, Grosz e Schlichter hanno organizzato dal primo al 5 agosto 1920 una mostra, 13
Lützowuger, ‘Prima Fiera Internazionale Dada’. Al soffitto della sala d’esposizione era sospeso un soldato impagliato grigioverde con le spalline da ufficiale, una maschera da maiale e il berretto da militare. Contro il muro c’era un busto di donna impagliato, senza braccia né
gambe. Al posto dei seni erano cuciti un coltello arrugginito e una forchetta, su una spalla un campanello
elettrico e sull’altra un fornello ad alcool. Dietro la donna si trovava la ‘croce di ferro’.
“Inoltre era esposto un album intitolato Dio co n no i
che conteneva delle caricature e dei testi ingiuriosi per
i soldati e gli ufficiali della Reichswehr.
“All’apertura della serata l’‘Ober-Dada’ Baader, interrogato, ha dichiarato che è estremamente difficile afferrare l’essenza del Dadaismo. Il titolo ‘Ober-Dada’,
secondo lui, non avrebbe un significato giuridico ma rappresenterebbe un certo valore pubblicitario. Il Dott. Burchard ha dichiarato di aver messo le sue sale a disposizione dei dadaisti per simpatia per le loro idee. Tutta la
faccenda gli è costata 5000 marchi di spese!
“Il testimone, colonnello Matthäi, che ha visitato
la mostra, ha avuto l’impressione che la mostra fosse una
sistematica provocazione contro gli ufficiali e i soldati
dell’esercito. I disegni di George Grosz, secondo lui, sono rappresentazioni di ufficiali e sottufficiali infami e abominevoli, come non si sono mai visti.
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“Due stranieri che hanno guardato i fogli si sono
molto rallegrati di questi disegni.
“Gli accusati Grosz e Herzfelde si sono difesi energicamente dall’aver avuto l’intenzione di ridicolizzare la
Reichswehr. Si trattava, secondo loro, di una satira solo artistica.
“L’avvocato Grünspach ha chiesto l’aggiornamento e ha citato alla sbarra il delegato generale dell’arte, Dott. Redslab, che ha dichiarato dopo una perizia scritta che si tratta, per l’artista grafico George Grosz, di una rappresentazione artistica, che deve essere giudicata diversamente da una semplice arma satirica.
“Citato come perito, il direttore dei Musei municipali di Dresda, Dott. Paul Schmidt, ha così definito l’essenza del Dadaismo: ‘È impossibile definire che cosa sia
il Dadaismo. È la reazione a tutte le spiacevoli apparenze
temporali. Il suo principale strumento di lotta è la satira e lo humour. Il carattere della mostra era assolutamente umoristico e canzonatorio. Il Dadaismo prende
in giro se stesso’.
“Il Tribunale ha rifiutato l’audizione di altri periti, ma su richiesta dell’avvocato Martin Bernat lo scrittore Stephan Broszmann è ascoltato come testimone. Ha
visitato la mostra e prevedeva che fosse un’occasione per
ridere. I manichini gli hanno procurato disagio, ma in
quell’atmosfera di burla non si è indignato.
“Il Procuratore Ortmann sostiene l’accusa di diffamazione. Ma non si può provare che l’accusato Baader abbia partecipato all’organizzazione della mostra.
Il Procuratore propone l’assoluzione di ‘Ober-Dada’.
“Il Tribunale condanna Grosz, che ha superato i
limiti, a 300 marchi, Herzfelde a 600 marchi di ammenda, e assolve gli altri tre accusati.
“È stata inflitta qualche ammenda supplementare,
la confisca e la distruzione delle lastre e delle forme, ed
è stato accordato al Ministro della Reichswehr il diritto di pubblicazione”.
Febbraio: Hausmann scrive il manifesto PR Ese n tism e che viene pubblicato su De Stijl (IV:9, 1921).
6 marzo: Hausmann scrive il manifesto V itto ria,
Trio n fo, Tab ac c o e Fag io li che verrà pubblicato su Ze n it nel 1922.
L’appello “A tutti gi artisti e intellettuali” lanciato
dal Comitato d’aiuto degli artisti per le vittime della carestia in Russia (di cui fanno parte Erwin Piscator quale segretario, Käte Kollowitz, Grosz, Paquet e Arthur
Holitscher) è pubblicato su De r G e g n e r, 1921.
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“G e n n aio : d uran te il c ar n e v ale , Baad e r o rg an izza il b allo Dad a allo zo o d i Be rlin o (il 20 g e n n aio ). Un a
b ro ch ure p re se n ta l’in v ito ch e in d irizza al p re sid e n te e
a tutte le p e rso n alità n azio n ali e m un ic ip ali, ac c o m p ag n ati d alle m o g li. “Av ran n o in g re sso lib e ro se , d o p o il
b allo, c o n c e d e ran n o an ch e lo ro in g re sso lib e ro ”.
A p rile (Be rlin o /Han n o v e r): Hausm an n d e d ic a il
suo c o llag e d e l 1920 Dada Cino [Film Dad a] a Sch witte rs, m an ife stan d o c o sì l’am ic izia se m p re p iù p ro fo n d a
ch e le g a i d ue uo m in i.
I p rin c ip ali o rg an izzato ri d e lla Fie ra Dad a v e n g o n o p ro c e ssati p e r av e r c alun n iato e d iffam ato l’e se rc ito. Le p e n e so n o le g g e re , in p arte p e rch é g li ac c usati si
d ich iaran o p e n titi d uran te la d ife sa. Il c ritic o le tte rario
so c ialista K urt Tuch o lsky g li rim p ro v e ra d i av e r ab bando nato il lo ro radicalism o : “Il pro ce sso diluisce il sang ue p e r trasfo r m arlo in lim o n ata. Se G ro sz n o n la p e n sava co sì, no i inve ce, no i la pe nsavam o pro prio co sì” (Die
Weltbüne, 1921).
G iugno : Baade r annuncia la sua ultim a g rande ide a:
la c re azio n e d i un Dad aistich e A kad e m ie a Po std am .
20 g iug n o : Hausm an n , Hö ch , Sch o lz, Sch lich te r,
G ro sz, Dix e altri fir m an o, su Der Gegner, un a le tte ra
d i p ro te sta c o n tro l’e sclusio n e d a p arte d e l N o v e m b e rg rup p e d i o p e re d i Dix e d i Sch lich te r ch e d o v e v an o e sse re e sp o ste in un a m o stra a v e n ire ”. [C .P.]
Colonia
“Mag gio : (Co lo nia/Parigi): Er nst invia a Tzara o pe re d a e sp o r re e alc un e p o e sie p e r il p rim o p ro g e tto d i
p ubblic azio n e d i Tzara, Dadaglobe (n o n re alizzato ), e
an n un c ia ch e p asse rà l’e state v ic in o a Im st, n e lle A lp i
tiro le si. “Do po pe nso di andare a Parig i co m e figlio m ag g io re d i Vo ltaire e d i un a A c ro b ata. […] In Dad a se m p re v o stro ”.
A g o sto (C o lo n ia/Parig i): Tzara ar riv a c o n Maya
C h r use c z a Im st, d o v e A rp li rag g iun g e . Il g r up p o p re para un nuo v o num e ro de lla rivista Dada, dal tito lo Dada au grand air – o m ag g io g io io so d i q ue sti ab ituali fre que ntato ri di caffè alla salubre lo calità vacanzie ra. È app are n te m e n te C h r use c z a in v e n tare il so tto tito lo in te d e sc o, Der Sängerkieg im Tirol [La b attag lia d e i c an tan ti in Tiro lo ], im m ag in e d i un o jo d le r ip e rb o lic o ch e ,
c o n i to n i d e lla d e risio n e p ro p ri a Dad a, trasfo r m a la
c ultura in un a g ue r ra sim ulata. N uo v i c o n tributi ar riv an o d a Parig i g razie ad A n d ré Bre to n – ch e si fe r m a
al p asso, a in izio se tte m b re , d uran te la sua lun a d i m ie -
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le – e d a Paul e G ala Eluard , ch e ar riv an o p iù tard i lo
ste sso m e se .
O tto b re (C o lo n ia/Parig i): Dada au grand air è ac c o lto d a Baarg e ld “e i m ie i p o ch i altri am ic i” c o n un
“g rid o d i g io ia”, rac c o n ta Er n st a Tzara il 4 o tto b re ; n e
in v ia c in q uan ta e se m p lari ad A rp e sp artisc e il re sto –
c o sì c o m e le fatture – tra Tzara, C h r ue c z e sé . A p arte
que st’avv e ntura “ci si anno ia co m e no n è po ssibile ”, ag g iun g e Er n st, e c o n clud e : “Vo g lio à tout prix [a tutti i
c o sti] usc ire d a C o lo n ia e d alla G e r m an ia”.
No v e m bre (C o lo nia/Parig i): gli Eluard passano una
se ttim ana da Er nst. Paul Eluard co m pra due quadri partico lar m e nte im po rtanti, Oedipus rex e Der Elefant Celebes [L’Ele fan te C e le b e s], e c o llab o ra c o n Er n st al lo ro p rim o lib ro in c o m un e , Répétition (p ubblic ato n e l
m arzo 1922). G li Er n st e g li Eluard v an n o in o ltre c o n
Baarg e ld a Düsse ld o rf, d o v e Er n st h a o rg an izzato (tram ite Tzara) un a m o stra p e r Man R ay”. [C .P.]
Hannover
Schwitters attacca le tendenze politiche di alcuni
dadaisti berlinesi, in particolare di Huelsenbeck, la cui
attività è orientata “verso la politica e contro l’arte e contro la cultura”. Schwitters giustifica quindi il suo distacco
dai dadaisti berlinesi: “È una questione di principio,
Merz si preoccupa solamente dell’arte, poiché nessun
uomo può servire due padroni” (“Merz”, in De r A rarat, Il:2, febbraio 1921).
Invece i rapporti con Raoul Hausmann e Hannah
Höch sono ottimi, tanto che in settembre le due coppie
(Hausmann e la Höch, Schwitters e la moglie Helma)
partono per Praga per una serie di conferenze sul Dadaismo. Nel corso di questo viaggio Schwitters sente il
poema fonetico fm sbw di Hausmann, che ispirerà la sua
So n ate in Urlaute n [Sonata in suoni primitivi].
Una personale di Schwitters alla Galleria Goltz di
Monaco suscita, come sempre, violente reazioni da parte della critica: tra le poche eccezioni, la recensione positiva di Leopold Zahn (De r C ic e ro n e , XIII:3, 1921).
“Fin e 1920-in izio 1921: Le e d izio n i Stur m p ub blicano una m o no g rafia su K urt Sch witte rs, illustrata da
un a buo n a d ozzin a d i m o n tag g i in c ui si m isch ian o sc arabo cch i, franco bo lli e d e tich e tte co n no m i co m e “stam p ato ” o “sp e c im e n ”. N e lla sua p re fazio n e , Sch witte rs
e sp o n e la sua id e a d i un “q uad ro to tale Me rz. C itazio n i n e lle p o e sie , im m ag in i kitsch c o m e c o m p o n e n ti d e l-
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la p ittura, utilizzo n e ll’o p e ra d ’arte d i p arti in te n zio n alm e n te kitsch e d i altre in te n zio n alm e n te b rutte e c c ”.
G e n n aio (Han n o v e r/Be rlin o ): il fasc ic o lo d i q ue sto m e se d i Der Ararat c o n tie n e un artic o lo in tito lato
“Me rz” in cui Sch witte rs, pe r la prim a v o lta, tratta il so g g e tto re lativ am e n te n e l d e ttag lio. Pe r l’auto re , il m o v im e n to Dad a si d iv id e in d ue : c i so n o i “K e r n d ad aisti”
[il c uo re d e i d ad aisti], g uid ati d a Tzara, ch e p re d ic an o
l’astrazio ne , il no n-se nso e un’ape rtura rig o ro sa sui nuo v i m ate riali e le n uo v e fo r m e d i e sp re ssio n e , e il “Hue lse nDadaism o ” [l’inv o lucro de l Dadaism o ], pe rso nificato
in Hue lse n b e ck, ch e si o c c up a d i p ro p ag an d a p o litic a
e d è c o n d an n ato a un’e siste n za e ffim e ra.
A p rile (Han n o v e r/Be rlin ): p rim a e sp o sizio n e p e rso nale di Sch witte rs alla g alle ria Stur m ; e ssa riunisce una
se le zio n e rap p re se n tativ a d i se ttan ta asse m blag g i, d ise g n i e c o llag e s ch e fo r n isc o n o lo sg uard o d ’in sie m e p iù
c o m p le to d i Me rz fin o ad allo ra re alizzato.
Mag g io -g iug n o : Sch witte rs le g g e p o e sie a Ie n a,
Dre sd a, Erfurt, We im ar e Le ipzig. In lug lio i suo i sc ritti c o m p aio n o p e r la p rim a v o lta sulla riv ista De Stijl d i
Th e o v an Do e sburg. I d ue artisti si in c o n tran o q ue ll’e state , in sie m e ad A rp, e in izian o a m e tte re in p ie d i d e lle m an ife stazio n i Dad a in O lan d a.
Se tte m b re : Sch witte rs, sua m o g lie He lm a, Hausm an n e Han n ah Hö ch in trap re n d o n o un v iag g io
“Me rz-A n ti-Dad a” a Prag a d o v e si e sib isc o n o il 6 se tte m b re . Sch witte rs re c ita, tra le altre p o e sie , Alphabet
von hinten [A lfab e to le tto al c o n trario ] e Cigarren [Sig ari], co m po sta e sclusivam e nte dai suo ni ch e co m paio no
n e lla p aro la d e l tito lo. Hausm an n le g g e il suo p o e m a
so no ro “fm sbw”, ch e darà a Sch witte rs lo spunto iniziale
pe r la sua po e sia co ncre ta “Die Urso nate ” [Suo nata prim o rdiale ]. De clam a anch e il m anife sto “PRÉse ntism u”,
in c ui d e sc riv e un a m ac ch in a c ap ac e d i c o n v e rtire i se g n i v isiv i in se g n i so n o ri e v ic e v e rsa, e ch e ch iam e rà p iù
tard i “o p to fo n e tic a”. Lo sc o p o d i Hausm an n è d i g iun g e re a un’ap p re n sio n e tattile d e lla luc e e d e l suo n o, a
un a p re sa d i c o sc ie n za e ste tic a d e lla p ro d uzio n e e n e rg e tic a d e l c o rp o : “G razie all’e le ttric ità, siam o c ap ac i d i
trasfo r m are le n o stre e m an azio n i ap tich e in c o lo ri m o b ili, in suo n i, in n uo v a m usic a”. [C .P.]
Italia
Promossa da Walden si inaugura alla Galleria Der
Sturm di Berlino una mostra (60 opere) di Evola. In gennaio Evola aderisce al gruppo Dada di Mantova (vedi
64
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Ble u, I:3, gennaio 1921, dove viene pubblicato il manifesto di Evola, N o te p e r g li am ic i).
Cantarelli e Evola firmano il manifesto Dada antifuturista Dad a so ulè v e to ut (gennaio).
Prima mostra del gruppo Dada italiano (Cantarelli,
Evola, Fiozzi) alla Galleria Bragaglia. Per la vernice, il
15 aprile, viene organizzata la prima Serata Dada in Italia: lettura di poesie di Aragon, Cantarelli, Evola e Tzara; musica di Auric, Schönberg e Strawinsky; conferenza
di Evola nel corso della quale attacca duramente il Futurismo. La serata termina, in stile perfettamente Dada, con tumulti e escandescenze da parte del pubblico.
Il 30 aprile seconda Serata Dada in occasione della chiusura della mostra da Bragaglia. In programma:
lettura di due manifesti di Tzara, Man ife ste Dad a e La
p re m iè re av e n ture c e le ste d e M. A n tip yrin e ; poesie di
Aragon, Evola, Tzara; musiche di Bartók, Casella, Kodaly, Schönberg e Strawinsky. I futuristi, in puro stile fascita, tentano una spedizione punitiva. Bragaglia, terrorizzato, rompe i rapporti con i dadaisti italiani.
In maggio si inaugura una personale di Evola (dipinti e manifesti) nella Galleria d’arte annessa al cabaret Grotta dell’Augusteo (di Arturo Ciacelli).
Il 9 maggio terza manifestazione Dada con la recita simultanea a 3 voci del Man ife ste sur l’am o ur faible e t l’am o ur am e r di Tzara, con accompagnamento
“bruitista”; quindi poesie di Dermée, Evola e Picabia;
V. Parnak danza e recita Mac ch in a d i g h isa ub riac a e d
in n am o rata; musiche di Satie, Schönberg, Strawinsky.
Il 18 maggio quarta manifestazione Dada, sempre
alla Grotta dell’Augusteo: recita (a 4 voci) di La p aro le
o b sc ure d u p aysag e in té rie ur di Evola; lettura di poesie
di Picabia, Ribemont-Dessaignes e Tzara; musiche di
Auric, Casella, Kodaly, Strawinsky e Walden.
La quinta Serata Dada si tiene il 23 maggio al Circolo danzante Giovanelli. Evola fa suonare dei foxtrot
dadaisti su musiche di Auric, Casella e Strawinsky; recita di testi di Dante nello stile Dada simultaneista.
Una settimana prima, il 16 maggio, Evola tiene una
conferenza su Dada nell’Aula Magna dell’Università di
Roma e dà lettura anche del Man ife sto Dad a d e l 1918
di Tzara. In giugno Evola ripete la conferenza in vari
circoli culturali romani.
In giugno Evola, Cantarelli e Fiozzi partecipano alla Exposition Internationale Salon Dada a Parigi (6-30
giugno).
In luglio, la breve primavera Dada in Italia si chiu-
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de; dopo lo scioglimento del gruppo Dada di Mantova,
ora tocca a Evola: cessa di dipingere, annuncia la cessazione di ogni attività Dada e il suo prossimo suicidio.
Evola morirà invece 53 anni dopo fascista incallito.
Carrà, L’A m an te d e ll’in g e g n e re .
Olanda
Con lo pseudonimo di Aldo Camini, Van Doesburg
firma una novella che pubblica sul suo mensile. Scrive
le prime Le tte rklankbe e lde n, una forma totalmente nuova di poesie musicali. Formula il progetto di pubblicare “uno splendido bollettino sulla carta più scadente che
esista, ma nonostante tutto molto moderno. Se per caso hai un pezzo spiritualmente dadaista”, scrive a
Anthony Kok, “mandamelo per questo bollettino” (da
Jaffé 1969, p. 21). Questo bollettino sarà Me c an o , pubblicato l’anno seguente.
Polonia
21 settembre: Witkiewicz pubblica a Zakopane il primo manifesto Dada, Papie re k lakm uso wy [Cartina tornasole], e lo firma parafrasando in polacco il nome di
Duchamp (Marceli Duchanski): “Dobbiamo considerare il concetto della Pure Blag ue [Frottola Pura] come nozione definitiva. Bugia e Verità sono talmente intrecciate nella natura dell’uomo che presentare la Verità nella
sua Forma Pura (ma in una forma diversa da come la
usa lei, Sig. Witkiewicz) significa non dire una sola parola di verità, non eseguire la più insignificante pennellata sinceramente, non fare un solo taglio nella creta –
bene, ma questo non è affatto facile. Sembra persino che
sia impossibile. Ma noi, i frottolisti puri, amiamo le cose impossibili. Da questo momento (le 11 del 13 settembre
1921) – mai più, mai più niente, la Fine. Blaguje m y, no us
blag uo ns, wir blag ire n, we are blag ing ” [“raccontiamo
frottole” in polacco, francese, tedesco, inglese].
Novembre: a Cracovia viene pubblicato il secondo volantino, N uz w Brzuxh u [Un coltello nella pancia], firmato da Tytus Czyzewski, Bruno Jasienski, Aleksander Wat, L. Chwistek. Vi si legge nell’introduzione:
“La bestia grassa dell’arte polacca, trafitta da una coltellata nella pancia, vomita un rigurgito di Futurismo.
Cittadini, aiutateci a strapparvi le vostre pelli usate”.
Dicembre: mostra di gruppo a Varsavia di Szczuka,
Stazewski, Edmund Miller. Vengono esposte le prime
opere astratte e costruzioni, anche cinetiche, fatte con
fil di ferro, legno, ferro e vetro.
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Tytus Czyzewski pubblica Hym d o m aszyn y m e g o c iala [Inno alla meccanica del mio corpo] e Anatol
Stern Po e zja zie m i [Poesia della terra] in Je dnio dnio wka
futur ysto w [Efemeride dei futuristi] che, in qualche modo, sono l’equivalente poetico delle pitture meccanomorfe di Picabia.
Spagna
Huidobro tiene una conferenza all’Ateneo di Madrid che eserciterà una profonda influenza sui giovani
poeti madrileni: il movimento Ultraísmo, che segna la
nascita della poesia moderna spagnola, si ispira al Creacionismo di Huidobro. Nell’altro continente, in Messico, l’Estridentismo deve anch’esso molte delle sue premesse teoriche a Huidobro. In Argentina Jorge-Luis Borges, in un articolo su No so tro s, nel definire il movimento
Ultraísta argentino delinea i temi teorici basilari del
Creacionismo di Huidobro.
Stati Uniti
Marcel Duchamp e Man Ray pubblicano l’unico
numero di N e w Yo rk Dad a. Th e Little R e v ie w (New
York) pubblica il primo di una serie di fascicoli ai quali collaboreranno per due anni i dadaisti europei. Nel
primo fascicolo (datato gennaio-marzo 1921, VII:4) sono pubblicati, tra gli altri, testi dei dadaisti parigini Aragon e Soupault e, con tempestività, il manifesto Dad a
so ulè v e to ut. Picabia entra a far parte della redazione
della rivista, con il fascicolo successivo (VIII:1, autunno 1921) dedicato a Brancusi. Collaborano a questo fascicolo, tra gli altri, Picabia, Man Ray e Clément Pansaers. La rivista, accusata di essere diventata dadaista,
difende la sua scelta in questi termini: “Saremo accusati di lanciare i dadaisti… perché no?… Abbiamo stampato più ismi che altri dieci giornali messi assieme, e non
ne siamo mai stati contagiati. Le nostre pagine sono aperte agli ismi, isti, iti… noi cerchiamo il lavoro, non il nome (Jane Heap, “Comments” in Th e Little R e v ie w,
IX:4, autunno-inverno 1923-24).
Duchamp elabora due ulteriori varianti sul tema
dei Readymade, Be lle Hale in e , Eau d e v o ile tte e Wh y
N o t Sn e e ze R o se Se lav y? [Perché non starnutire Rose
Selavy?]. In maggio Duchamp torna a Parigi, seguito il
14 luglio da Man Ray. Stuart Davis dipinge Itlkse z e C ig are tte s, che si ispirano alle esperienze Dada, e in particolare agli assemblages di Picabia.
Nel suo libro A d v e n ture s in th e A rts (Boni and Li-
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veright, New York, 1921) Marsden Hartley dedica al Dada un capitolo apologetico intitolato Sull’im p o rtan za d i
e sse re Dad a.
Simposio “Che cos’è il Dadaismo” organizzato dalla Société Anonyme in aprile, con la partecipazione di
Marsden Hartley. Fine dell’attività Dada organizzata a
New York: “E la battaglia finì per mancanza di combattenti”. Nel corso degli ultimi anni tutti i protagonisti e i simpatizzanti americani si sono ritirati, sono partiti oppure sono morti: gli Arensberg si sono trasferiti
in California (1920), Stieglitz ha chiuso la sua Galleria
291 (1917) e sospeso la pubblicazione dei due periodici 291 (1916) e C am e ra Wo rk (1917), Morton Schamberg è morto (1918), Arthur Cravan è scomparso nel
Golfo del Messico (1918), John Covert ha abbandonato la pittura per dedicarsi agli affari, Charles Burchfield
ha rinnegato le proprie opere Dada definendole “un periodo di degenerazione nella mia arte” (vedi “On the
Middle Border”, in C re ativ e A c t, III, settembre 1928,
p. XXIX).
Il rientro in Francia dei dadaisti francesi e la partenza di Duchamp e di Man Ray danno il colpo di grazia all’attività Dada a New York.
“G e n n aio : “Dad a v i p re n d e rà se n o n fate atte n zio n e : sta ar riv an d o ”. C o n q ue sto tito lo la g io r n alista
Me rg e r y R e x an n un c ia il p rim o g ran d e artic o lo d e d ic ato a Dad a d a un q uo tid ian o am e ric an o (New York
Evening Journal, 29 g e n n aio ). R e x c ita sp e sso il “Man ife sto Dad a 1918” d i Tzara, il “p ad re ” ric o n o sc iuto d i
Dad a. R ac c o g lie in o ltre le e se g e si d i altri p ro tag o n isti.
“Dada è iro nia”, dich iara K ath e rine Dre ie r. “Dada no n
è n ulla”, d ic e Duch am p, ch e ag g iun g e : “I d ad aisti so ste n g o n o ch e tutto è n ie n te : n ie n te è buo n o, n ie n te è in te re ssante , nie nte è im po rtante ”. “Dada è uno stato d’anim o ”, pe nsa dal canto suo Man Ray, ch e , se nza v o le rlo,
fo r n isc e p e r alc un i d e c e n n i il rito r n e llo p re fe rito d ag li
sp e c ialisti d e l m o v im e n to. R e x p ro p o n e la sua d e fin izio n e : “Dad a […] è un n o n -se n so ch e h a o n o un se n so ”.
Fe bb raio : He ap e A n d e rso n p e rd o n o un a b attag lia
sto ric a n o n o tte n e n d o l’auto rizzazio n e a p ubblic are , su
The Little Review, d e i b ran i d e ll’Ulisse d i Jam e s Jo yc e .
Il p ro c e sso rig uard a ap p are n te m e n te un a q ue stio n e d i
o sc e n ità, m a n asc o n d e in re altà il p ro ble m a d e l c o m p o rtam e n to “d e v ian te ” d e lle re sp o n sab ili d e lla p ubblicazio ne (ch e so no le sbich e ) e de lle lo ro co llabo ratrici, so -
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prattutto de lla baro ne ssa Elsa, il cui parlar sch ie tto è de g n o d i q ue llo d i un uo m o.
Man R ay e Duch am p in izian o a v e n d e re n uo v e
pubblicazio ni Dada a Ne w Yo rk; Duch am p m anda a Pic ab ia, a Parig i (8 fe bb raio ), un asse g n o c o r risp o n d e n te
al d e n aro ric av ato.
A prile : il sim po sio pe sce d’aprile sul te m a “C h e co s’è il Dadaism o ?” vie ne o rg anizzato co nte stualm e nte alla se co nda e spo sizio ne di Sch witte rs (15 m arzo – 12 aprile ) alla So c ie té A n o n im e . Un c o m m e n tato re d isg ustato
sc riv e l’in d o m an i sull’American Art News: “La filo so fia Dad a è la c o sa p iù sc o rag g ian te , p iù p aralizzan te e
p iù d istr uttric e ch e sia m ai n ata d allo sp irito d e ll’uo m o …”.
La c o p e rtin a d i New York Dada rap p re se n ta R o se Sé lav y, l’alte r e g o d i Duch am p – e b re o e trav e stito
d a d o n n a – ch e fun g e d a lo g o p e r un a m arc a d i p ro fum i v ag am e n te ic o n o clasta.
G iug n o : Man R ay sc riv e a Tristan Tzara (l’8 g iug n o ): “Dad a n o n p uò v iv e re a N e w Yo rk. Tutta N e w
Yo rk è Dad a e n o n p uò to lle rare un riv ale , n o n p uò n o tare Dad a. È v e ro ch e n o n è stato fatto n e ssun o sfo rzo
p e r re n d e rlo p ubblic o […] m a n e ssun o q ui è p ro n to a
lav o rare p e r lui, e n o n c ’è d e n aro ch e si p o ssa rac c o g lie re , o d o n are . Dad a a N e w Yo rk è d e stin ato a rim an e re un se g re to ”. Q ue sto g iud izio m in im izza le rip e rcussio ni de i re ce nti avv e nim e nti. Tuttavia, Man Ray stabilisce un paralle lo m o lto inte re ssante tra Dada e la g rande città ch e , e ntram bi, si nutro no de l m e rcato de l lav o ro
e d e lla p ubblic ità”. [C .P.]
URSS
7 aprile, Rostov sul Don: manifesto nullista A ppe llo
ai d ad aisti.
14 aprile: manifesto nullista Fu n e rale d i te rza
classe .
15 aprile: il pittore espressionista Boris Zemenkov
rivendica la paternità della formula “La morte dell’arte è conseguenza della ricerca” che ha adoperato nel dicembre 1919 nel suo scritto Tro g o lo d i c o n clusio n i (dicembre 1919 – gennaio 1920), rinuncia alla qualifica di
espressionista e chiede di far parte del gruppo nullista.
21 aprile: riunione del TRN per discutere della poesia nullista.
1° maggio: manifesto nullista Dal TR N d e l C am p o R usso d e i n ullisti.
2 luglio: il pittore espressionista Boris Zemenkov,
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che ha aderito ai nullisti, entra a far parte del TRN e
pubblica il De c re to sulla p ittura.
3 luglio: il gruppo nullista scrive il De c re to c o n c e r n e n te la se p arazio n e d e ll’arte d allo Stato che viene
sottoscritto dal TRN (Zemenkov, Nikolaeva, Ranov, Rok,
Ehrberg e Sadikov in qualità di Primo Segretario).
Settembre: il nullista Khitrou Ruinok, appartenente
al gruppo “geyser sovietico”, chiarisce in un comunicato
che il nome Ničevòki [Nullisti] è stato suggerito dallo
slogan dei dadaisti “Dada è senza significato”.
Kručënych pubblica a Baku il suo secondo manifesto, Dich iarazio n e d e lla Lin g ua Tran sm e n tale , che riprende e sviluppa le idee del primo manifesto del 1913
scritte in collaborazione con Chlèbnikov. Tra gli scrittori di poesie in zaùm ’ vi sono ora anche molti pittori,
tra i quali Malèvič, Filonov, Rozanova. Zdanévič viene
inviato a Parigi per organizzare una mostra d’arte d’avanguardia. La mostra è poi disdetta; Zdanévič decide
di non tornare in URSS, si stabilisce a Parigi e vi crea
l’“Università del grado 41”.
1922
Austria
Vienna: Matthew Josephson pubblica in inglese il
primo fascicolo di Se ce ssio n (primavera) che ospiterà testi di Aragon (pagine dal Té lé m aq ue ) e di Tzara.
Kassák pubblica alcuni importanti numeri speciali di Ma; Arp (VII:4, 15 marzo), Van Doesburg (VII:7,
luglio), Avanguardia Sovietica (VIII:2-3, dicembre).
La collaborazione dei dadaisti a Ma si intensifica;
vi collaborano Arp, Aleksič, Van Doesburg, Hausmann,
Huelsenbeck, Huidobro, Picabia, Man Ray, Richter. Il
fascicolo di maggio è l’ultimo in cui l’orientamento è prevalentemente dadaista. Da luglio in poi prevale un’impostazione costruttivista.
Lajos Kassák e Moholy-Nagy pubblicano l’imporante antologia di arte e poesia moderna Buch N e ue r
K ün stle r [Libro dei nuovi artisti].
Belgio
31 ottobre: Clément Pansaers muore nella miseria
più completa all’ospedale Saint Pierre di Bruxelles. L’anno precedente Paul Neuhuys aveva scritto profeticamente: “Clément Pansaers è l’unico rappresentante di
Dada in Belgio, ed è probabile che non gliene saremo
mai grati” (Neuhuys 1922, p. 86, citato da Sauwen 1969,
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p. 1). Difatti la morte di Pansaers non suscita nessuna
reazione in Belgio. In Francia Litté rature (n.s.: n. 8, gennaio 1923) è l’unico periodico ad annunciarne la scomparsa.
Viene pubblicata l’unica raccolta di testi di Joostens
che esca in questi anni, Salo p e s / Le q uart d ’h e ure d e
rag e o u so le il san s ch ap e au.
Seuphor si reca a Berlino all’inizio dell’anno; rivede Marinetti alla Casa Futurista, ascolta una sua conferenza e ha una reazione molto critica. L’8 aprile arriva a Parigi dove incontra, tra gli altri, Tzara e Zdanévič; vede assiduamente Dermée e Céline Arnauld; simpatizza con i dadaisti. A partire dal n. 16 di He t O v e rzich t, pubblicato l’anno seguente (maggio-giugno 1923),
l’influenza Dada si fa sentire. Nella poesia Te Parijs in
Tro m be Seuphor inserisce per la prima volta dei Readymade verbali: slogan pubblicitari (seguendo l’esempio
di Apollinaire e di Duchamp, poi ripreso e sistematizzato dai dadaisti).
10 aprile: primo concerto musicale Dada in Belgio
(composizioni di Mesens), nella sala dell’Union Coloniale Belge. Evelyne Brelia, accompagnata al piano da
Mesens, canta le musiche di questi per le poesie di Apollinaire (A la san té , La C arp e ), Huidobro (Pian o ), Péret
(Ré fo r m e ), Cocteau (O ue st), Soupault (G arage ) e tre poesie malgasce (tradotte da Jean Paulhan). La serata, come tutte le Serate Dada, suscita violente reazioni ostili.
Mesens, impegnato in un intenso giro di conferenze
e concerti, partecipa al terzo congresso d’arte moderna a Bruges (5-6 agosto): il suo intervento suscita violente critiche (persino di Seuphor che, su He t O v e rzich t, II:11-12, settembre 1922, definisce l’intervento “una
fanfaronata”).
Magritte, che ha appena terminato il servizio militare, va a lavorare in una fabbrica di carta da parati.
Vi cosce Victor Servranckx ed è influenzato per un breve periodo dal suo stile mecanomorfo. Quando Marcel
Lecomte gli fa conoscere l’opera di de Chirico, avviene una svolta decisiva nella sua evoluzione.
Brasile
11-18 febbraio: si svolge a San Paolo la Settimana
d’arte moderna. Le manifestazioni comprendono: una
mostra d’arte modernista, un concerto che segna l’inizio del successo di Villa-Lobos, una conferenza di Graca Aranha (“L’emozione estetica nell’arte moderna”),
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una lettura di poesie (loro e dei loro amici) di Ronald
de Carvalho e G. de Almedica, una conferenza di Menotti del Picchia (sui rapporti tra Futurismo e arte moderna brasiliana). Questa conferenza è di particolare interesse in quanto, mentre del Picchia è considerato il “capo” del Futurismo in Brasile, egli prende posizione contro Marinetti (“il dogmatismo e la liturgia della scuola
di Marinetti mi fanno orrore, noi non siamo, non siamo mai stati futuristi […] il nostro individualismo estetico rifiuta la gabbia di una scuola”). In maggio esce il
primo numero del periodico modernista K laxo n . Nell’editoriale viene subito precisato, a scanso di equivoci,
“noi non siamo futuristi”. Quando, quattro anni dopo,
Marinetti verrà in Brasile, sarà accolto con grida di “fascista” e bombardato con uova marce, patate e rapanelli.
Francia
Pubblicazione di Le s ch am p s d é lic ie ux, album di
rayografie di Man Ray con prefazione di Tristan Tzara. Man Ray elabora il famoso metronomo O b je t à d é tr uire .
Gennaio: pubblicazione a Parigi del primo saggio
su Dada, De Mallar m é à 391 (il primo sguardo d’insieme
mai presentato sulla storia del movimento), di Pierre de
Massot. Tentativo di André Breton di organizzare un
Congresso internazionale per la determinazione delle
direttive e la difesa dello spirito moderno. Il rifiuto di
aderire di Tristan Tzara (in febbraio) provoca il fallimento
del tentativo e la rottura definitiva in seno al gruppo.
Breton risponde a Tzara con un articolo dove lo definisce un egoista “venuto da Zurigo”.
25 febbraio: Picabia pubblica a St. Raphaël il numero unico di La Po m m e d e Pin s e dà alle stampe il volantino-manifesto Plus d e C ub ism e . In risposta, Tzara
e i suoi amici pubblicano in aprile a Parigi il numero di
Le cœ ur à barbe al quale collaborano Duchamp, Eluard,
Fraenkel, Huidobro, Josephson, Péret, Ribemont-Dessaignes, Satie, Serner, Soupault e Tzara.
Aprile: conferenze di Il’ja Zdanévič al Café
Caméléon: “La casa sul mare” (16 aprile) e “La poesia
dopo il bagno” (28 aprile).
Luglio-agosto: vacanze in comune nel Tirolo (Imst sul lago Tarrenz) di Arp con la moglie Sophie Taeuber, Eluard con la moglie Gala, Ernst con moglie e figlioletto, e Tzara. Fallisce il progetto di una nuova pubblicazione sul modello di quella dell’anno precedente
(complicazioni sentitali tra Ernst e Gala).
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Ottobre: Max Ernst, non riuscendo a ottenere il visto per la Francia, vi entra illegalmente.
8 dicembre: anteprima di Lo cus So lus di Raymond
Roussel al Théâtre Antoine. In seguito all’insuccesso, alcuni dadaisti (tra gli altri Aragon, Breton, Desnos, Picabia e Vitrac) si disperdono nella sala la sera della prima pubblica (11 dicembre) per manifestare rumorosamente il loro appoggio a Roussel e il loro disprezzo per
il pubblico. La serata termina prima della conclusione
e in mezzo alla confusione più completa, esasperata dall’intervento della polizia.
“G e nnaio : co nce ntrando si e sse nzialm e nte sulla fo to g rafia, Man R ay c re a i suo i p rim i fo to g ram m i, se n za
d ubb io d o p o ch e Tzara g li h a m o strato le sue p ic c o le
e spe rie nze di C h ristian Sch ad, ch e av e va ch iam ato “sh ad o g rafie ”. C o n lo ste sso sp irito, Man R ay ch iam a p re sto le p ro p rie o p e re “rayo g rafie ” o “rayo g ram m i”.
A g o sto : Man R ay h a te r m in ato, o q uasi, i suo i
Champs délicieux, se rie d i rayo g ram m i in c ui e sp rim e
il suo in te re sse p e r le astrazio n i re alizzate a p artire d a
o g g e tti o rd in ari o d a m e zzi m e c c an ic i. Il p o rtfo lio p ub blic ato è ac c o m p ag n ato d a un a p re fazio n e d i Tzara in tito lata “La fo to g rafia al c o n trario ”.
Se tte m b re (Parig i/Han n o v e r/Be rlin o ): Tzara, ch e
h a g ià p arlato d e l Dad aism o a We im ar e a Ie n a, tie n e u n a c o n fe re n za (il 25 se tte m b re ) su “Dad a a Parig i”, p atro c in ata d alla riv ista d i Th e o Van Do e sb u rg ,
Mécano.
Se tte m b re (Parig i/N e w Yo rk): in un a le tte ra a Tzara, Duch am p p ro p o n e fo rse la p iù g ran d io sa id e a im m ag in ata fin o ad allo ra p e r fe d e rare Dad a su sc ala in te r n azio n ale : la c re azio n e d i un a so c ie tà se g re ta, i c ui
m e m b ri av re bb e ro p o sse d uto un d istin tiv o a fo r m a d i
un d o llaro, in m e tallo p re zio so, c o n la p aro la “Dad a”.
Q ue sto p ic c o lo am ule to av re bb e p o tuto e sse re p o rtato
“c o m e b rac c iale tto sc ap o lare , b o tto n e d a p o lsin o, sp illa d a c rav atta”. “Il fatto d i ac c e ttare il d istin tiv o c o n sac re rà l’ac q uire n te Dad a. […][Il] d istin tiv o lo p ro te g g e rà c o n tro d e te r m in ate m alattie , c o n tro le n o ie m ultip le d e lla v ita, q ualc o sa c o m e le p illo le Pin k p e r tutto,
[…], p an ac e a un iv e rsale , feticcio”.
O tto b re -Dic e m b re : Er n st, o r m ai stab ilito si d a
Paul e G aia Eluard , d ip in g e Au Rendez-vous des amis,
ch e c o n sac ra la frate r n ità Dad a, d a A rp a Do sto e v skij.
No v e m bre : il 26 no v e m bre Eluard, So upault e Tzara assisto n o a un’e sp o sizio n e d i Iliazd (Ilia Zd an é v itch )
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sul Dad aism o r usso. Dad a g uad ag n a te r re n o tra g li im m ig rati r ussi a Parig i.
Im po rtante e spo sizio ne di Picabia a Barce llo na, alle g alle rie Dalm au (18 no v e m bre – 8 dice m bre ). Il g io rno de ll’inaugurazio ne André Bre to n tie ne una co nfe re nza
sui pitto ri e po e ti Dada, da Duch am p a Er nst a Arag o n,
passando pe r Rich ard Hue lse nbe ck e Tzara”. [C .P.]
Germania
Berlino
Loeb e Josephson pubblicano alcuni fascicoli di
Bro o m (III:3, ottobre 1922; IV:4, marzo 1923). Charchoune pubblica i primi numeri di Tran sb o rd e ur Dad a (giugno e novembre, come tutti gli altri in caratteri
cirillici).
Il gruppo Dada si sfascia completamente: Golyscheff si ritira discretamente dal Club Dada, Huelsenbeck parte per Lipsia per diventare l’assistente del professor Wallenberg (a Lipsia incontrerà e sposerà Beate;
ritornerà a Berlino l’anno seguente), Grosz si separa dal
gruppo Dada. Contrasto tra Huelsenbeck e Tzara che
si manifesta nell’articolo di Huelsenbeck, “En avant”
(Litté rature , n.s.:4, settembre 1922).
A Düsseldorf si svolge il congresso internazionale
degli artisti progressisti. Tra gli altri partecipano anche
Hausmann e Berlewi.
Ottobre: congresso costruttivista dadaista a Weimar.
I costruttivisti che risiedono in Germania: Van Doesburg,
El Lissitzkij, Max Burchartz, Cornelius Van Eesteren, Alfred Kemeny, Richter e Moholy-Nagy, organizzano un
congresso costruttivista. Moholy-Nagy ricorda: “Con nostra viva sorpresa vedemmo arrivare anche Arp e Tzara.
Questo provocò una ribellione contro il nostro ospite, Van
Doesburg, perché pensavamo allora che il Dadaismo era
una forza distruttrice e superata a paragone con il nuovo
atteggiamento dei costruttivisti. Doesburg, che era una forte personalità, riuscì a calmare la tempesta, e gli ospiti furono accettati a dispetto della costernazione dei giovani
puristi che si ritirarono gradatamente, lasciando che il congresso si trasformasse in una manifestazione Dada. Non
sapevamo allora che lo stesso Doesburg era costruttivista
e dadaista e che scriveva poesie Dada firmandole con lo
pseudonimo I.K. Bonset” (Moholy-Nagy 1965, p. 315).
“G e n n aio : o r m ai m e d ic o d ip lo m ato, Hue lse n b e ck
ap re un o stud io, p rim a a Dan zic a, p o i (a p artire d all’autun n o 1923) a Be rlin o.
69
A p rile : il n uo v o lib ro d i G ro sz, in tito lato Mit Pinsel und Schere [C o n un p e n n e llo e d e lle fo rb ic i], an ch e
se no n è e sclusivam e nte co m po sto da fo to m o ntag gi, m e tte tuttav ia in o p e ra q ue sta te c n ic a m o lto p iù e sp lic itam e nte e larg am e nte d i q ualsiasi altra p ubblicazio ne d e lla re te in te r n azio n ale Dad a. Div e rse o p e re p o rtan o, al
p o sto d e lla fir m a, il tim b ro “G e o rg e G ro sz K o n str ukte ur”.
Estate -autunno : G ro sz va in Russia pe r cinque m e si: è rice vuto da Le nin e Tro tski, tra gli altri, e vie ne trattato co n m o lto rispe tto. Inco ntra due vo lte, a Mo sca, V lad im ir Tatlin e , “l’artista-m ac ch in a” tan to d e clam ato all’e p o c a d e lla Fie ra Dad a d e l 1920. C io n o n o stan te , rito r n a d e luso e abb an d o n a d a q ue l m o m e n to il Partito
c o m un ista te d e sc o, c o sa ch e n o n d im in uisc e in n ulla il
suo im p e g n o p e r la c ausa d e l p ro le tariato.
G iug n o : Hausm an n e Hö ch si se p aran o.
G iug n o o Lug lio : n e lla v e rsio n e lib re sc a d i Methusalem oder der ewige Bürger [Matusale m m e o l’e te r n o
b o rg h e se ], sc ritto d a Iv an G o ll, c o m p aio n o d e i c o stum i cre ati da G ro sz. Il m o do disum ano e caricaturale co n
c ui rap p re se n ta la so c ie tà d e lla sua e p o c a tro v a in e ffe tti un’e c o n e lle id e e d i G o ll, p o e ta e d ram m aturg o d i
Strasburg o ch e h a v issuto in Sv izze ra d uran te la g ue rra e ch e fa ad e sso la sp o la tra Parig i e Be rlin o, av e n d o
am ic i d ad aisti in tutte le c ittà. Il Matusalemme d i G ro sz è fle m m atico e m e ccano m o rfo, co m e G o ll l’av e va im m ag in ato, m a è p iù v io le n to, c o n un m ac in in o d a c affè
al p o sto d e l c e r v e llo, d e lle assi in ch io d ate al v iso e un
im m e n so c o lte llo d a c uc in a ch e g li tag lia la p an c ia in
d iag o n ale , al p o sto d e lla sua sc iarp a d i p atriarc a. G ro sz h a in o ltre l’id e a, ch e n o n re alizze rà m ai, d i c re are asse m blag g i a fo r m a di scudo, più g randi de l no r m ale , fatti d i p e zzi m e c c an ic i e d i altri o g g e tti m o n tati su le g n o
e te la, e d ie tro i q uali g li atto ri av re bb e ro re c itato i lo ro te sti”. [C .P.]
Colonia
“A p rile -se tte m b re : Er n st, A rp, Eluard e altri si in c o n tran o p iù v o lte d uran te l’e state n e l p o sto d e lle v ac an ze tiro le si d e ll’an n o p re c e d e n te . Er n st e Eluard p re p aran o, in c o llab o razio n e m o lto stre tta, un lib ro in tito lato Les Malheurs des immortels; o g n un o d e i d ue sc e g lie i te sti e i c o llag e s d e ll’altro, sia q uan d o si in c o n tran o, sia v ia p o sta. L’o p e ra e sc e in to r n o al 25 g iug n o. Do p o alc un e n uo v e v isite d i Eluard in lug lio, Er n st lasc ia
sua m o g lie e , n o n av e n d o p o tuto o tte n e re un v isto tu-
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ristic o, p re n d e il tre n o clan d e stin am e n te . A ttrav e rsa la
fro ntie ra france se se rv e ndo si de l passapo rto de l suo am ico, sim bo lo annunciato re de lla sim bio si ch e si sviluppe rà
tra le id e n tità d e i d ue uo m in i. Er n st e sp rim e q ue sta re lazio n e in d iv e rsi q uad ri e an ch e n e g li affre sch i a m uro e se g uiti d a Eluard a Eaub o n n e , ch e se g n an o la fin e
d e l suo p e rio d o d ad aista”. [C .P.]
Hannover
“N e lla n uo v a e d izio n e d i Anna Blume, Sch witte rs
in se risc e un a “n o v e lle tta” in tito lata Die Geheimlade [Il
C o fan e tto se g re to ] in c ui m o d ific a il se n so d e ll’ac ro n im o K APD (Partito te de sco de i lav o rato ri co m unisti) pe r
far n e il “Partito im p e riale te d e sc o d i A N NA BLUME”.
A prile (Hanno ve r/Be rlin): G e o rg e G ro sz e spo ne alla g alle ria v o n G ar v e n s, a Han n o v e r.
Se tte m b re : alla fin e d e l c o n g re sso d i We im ar,
Sch witte rs in trap re n d e c o n A rp, Tzara e Van Do e sburg
un a b re v e to ur n é e , ch e te r m in a ad Han n o v e r. La se ra
d e l 30 d ic e m b re , la so lid arie tà in te r n azio n ale si m uo v e
in te ram e n te in fav o re d i Dad a Han n o v e r; in fatti, g li artisti d i c ui so p ra so n o rag g iun ti d a Hausm an n e Hö ch ,
e il g r up p o alle stisc e un a se rata d i le tture e d i sp e ttac o li
alla g alle ria v o n G arv e ns dal tito lo “Dada-Re v o n” (“Re v o n” co r rispo nde ad Han-NOV ER al co ntrario ). El Lissitzky v i assiste , in v itato d a Sch witte rs”. [C .P.]
Jugoslavia
Dragan Aleksič pubblica a Zagabria il numero unico di Dad a-Tan k con testi anche di Tzara, Schwitters e
Huelsenbeck, e di Dad a-Jazz.
Viene pubblicata su Ma (Vienna, VII:5-6, maggio
1922) “Taba ciclon”, una poesia fonetica in “lingua internazionale Dada” di Aleksič. La poesia è un gioco fonetico sulle parole “Taba/Tabu” e finisce con l’interrogativo “parlevufranse” [parlez-vous français].
1° ottobre, ore 20, Hotel Slavonija, Vinikov: serata Dada con musica “Dada Jazz” organizzata da Aleksič per lanciare il suo periodico Dad a-Tan k. La tournée
prosegue, con i suoi amici, a Osijek e Subotica. Fanno
parte del gruppo Dada jugoslavo: Mihajlo S. Petrov (pittore e grafico, collaboratore anche di Zenit), Dragan
Šlezinger (fu tra gli organizzatori della mattinata Dada
a Osijek), Vido Lastov, Dragan Sremac, Slako Stanič e
A. Milinkovič.
In risposta all’invito inviato da Hausman a tutti i
dadaisti di smettere ogni manifestazione programmati-
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ca, Aleksič risponde: “Noi abbandoniamo la lotta indomiti […] ma che la nostra elasticità spirituale ci serva per essere prestigiatori in tutti i campi dell’attività pubblica”.
Nei suoi testi teorici Aleksič difende una completa
identificazione tra l’arte e la vita: l’anonimità dell’espressione artistica (“un dipinto non deve essere firmato”), rifiuta tutta la tradizione artistica e culturale (“La
cultura dovrebbe essere distrutta essendo una pazzia borghese, e così i bei dipinti […]; bisogna cominciare la distruzione dalla base: lasciamo che la lingua scoppi e che
rimanga solamente il grande Dada”). In un testo autobiografico del 1933 egli scrive: “Il Dadaismo è stato, ed
è quanto molte persone non hanno capito, un movimento più filosofico che artistico […]. È veramente strano che certe persone vedano in Dada solamente una manifestazione artistica […] poiché per Dada l’arte era un
mezzo e non il fine”.
Le condizioni storiche del nuovo stato jugoslavo (simili a quelle della Polonia, della Romania, della Cecoslovacchia e dell’Ungheria) spiegano perché in questo
paese non nacque un movimento Dada.
Olanda
Theo Van Doesburg tenta di divulgare le idee Dada in Olanda scrivendo articoli che vengono pubblicati su De Stijl e sul quotidiano De G ro e n e A m ste rd am m e r.
Kurt Schwitters incontra i coniugi Van Doesburg
(Theo e Petro = Nelly): ha inizio un fecondo periodo di
amicizia e di collaborazione.
Primo numero di Me c an o , l’unico periodico Dada olandese, fondato da I.K. Bonset (pseudonimo di
Theo Van Doesburg). Entro l’anno saranno pubblicati
tre numeri del periodico, i primi contraddistinti da un
colore anziché dalla data o dal numero: Blu, Giallo, Rosso. L’ultimo numero, Bianco e Nero (4/5), sarà pubblicato l’anno seguente.
Matura il progetto di una “Campagna Dada” in
Olanda. Il 13 settembre Schwitters scrive a Van Doesburg,
che risiedeva ancora a Weimar: “Caro Doesburg, la Sua
proposta relativa alla tournée Dada in Olanda mi fa molto piacere. Sono pronto a partecipare e mi affretto a scriverLe. Lei mi chiede che cosa potrei fare nella tournée,
ma forse sarebbe il caso di discuterne insieme. Io posso
fare molte e bellissime cose e avrei materiale sufficiente
per più serate. Ma suppongo che, se tutti i partecipanti
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che Lei mi cita faranno la loro parte, resterà per ciascuno non più di un quarto d’ora. Se avessimo il tempo di
fare delle prove, potremmo organizzare qualcosa insieme, forse uno sketch in cinque lingue, in cui nessuno capisce l’altro. La compagnia è buona… Quanto meno
Hausmann e io potremmo provare insieme, tanto più che
avevamo comunque in mente di lavorare su una pièce a
percussione. Se Hausmann, come penso, ha tempo, lo faremo senz’altro. Si tratta di una rappresentazione di poesia astratta e danza con accompagnamento percussivo.
Un nostro sistema. Ma se invece dovessi fare da solo, non
so se potrò parlare tedesco in Olanda. Vorranno comunque sentire la mia Anna Blum e e potrei recitarla alternativamente in tedesco, inglese e francese. Altrimenti potrei recitare la poesia Wand (di una parola sola), 3
poesie numeriche, se mi insegnate i numeri in olandese,
oltre che qualche poesia fonetica che può essere capita
da ogni olandese essendo senza senso e senza lingua. Ddssnnr-Je-M-Mp-Mpf-Mpft-Mpftl-ecc. Se ci pensiamo un
momento troviamo senz’altro la cosa giusta. Per quanto
concerne il compenso spero e suppongo che sarà uguale per tutti e mi andrà bene se, pagato il viaggio, l’alloggio e i pasti, resterà qualcosa per noi”.
Si progetta di far venire anche Arp, Hausmann, Picabia, Ribemont-Dessaignes e Tzara ma, per mancanza di fondi, verrà solamente Schwitters con la moglie. Ha
inizio una fitta corrispondenza per mettere a punto i particolari della tournée: il problema principale è quello di
trovare un impresario che la finanzi (l’ufficio teatrale De
Haan, l’Aia). La prima serata avrebbe dovuto svolgersi
all’Aia il 27 dicembre, ma è rimandata al 10 gennaio,
Schwitters non avendo ottenuto in tempo il passaporto.
Van Doesburg ottiene la collaborazione di El Lissitzkij per De Stijl. Partecipa in maggio al Congresso internazionale degli artisti progressisti a Düsseldorf, ottima piattaforma per stabilire nuovi contatti e propagandare le idee di De Stijl.
Romania
Ion Vinea (direttore letterario), con la collaborazione di J.G. Costin, fonda a Bucarest il primo periodico d’arte d’avanguardia in Romania, C o n tim p o ran ul
(verranno pubblicati 102 fascicoli, l’ultimo XI:102, datato gennaio 1932). Marcel Janco si unisce a loro e, quale direttore artistico, a partire dal gennaio 1923, darà
un’impronta più artistica al periodico che sino allora si
dedicava prevalentemente alla letteratura.
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Spagna
Barcellona: mostra di Picabia alla galleria José Dalmau in novembre. La prefazione al catalogo è di Breton. Il 17 novembre, alla vigilia della vernice, conferenza
di Breton nella sala dell’Ateneo di Barcelona: “Caractères de l’evolution moderne et ce qui en participe”.
Stati Uniti
Duchamp torna a New York in gennaio. Risposta
iconoclasta a un’inchiesta promossa dal periodico Man usc rip ts (New York, n. 4, dicembre 1922, p. 2). In primavera viene pubblicato un numero speciale di Th e Little R e v ie w dedicato a Picabia (VIII:2). Vi collaborano,
tra gli altri, i dadaisti Picabia, Christian, Tzara, Ribemont-Dessaignes e Jean Crotti. Il fascicolo seguente (datato autunno 1922 e numerato per errore vol. IX anziché VIII:3) è dedicato a Joseph Stella. Fra i collaboratori, Man Ray con una foto in cui si vedono Duchamp
e Joseph Stella e una rayografia intitolata R ro se Se lav y
(pseudonimo di Duchamp), Pierre de Massot e Picabia.
Al fascicolo successivo (inverno 1922, numerato per errore IX:2, anziché 1) collaborano, tra gli altri, André Breton (con un testo su Picabia), Christian e la baronessa
Else von Freytag Loringhoven. Con questo numero Picabia si ritira dalla redazione della rivista.
“Fe bb raio : Duch am p a N e w Yo rk an n un c ia ch e il
suo alte r e g o R ro se (il c ui n o m e si è ar ric ch ito d i un a
nuo va “r”) sta pe r fo ndare una fabbrica di tintura di te ssuti c o n un c e rto Le o n Hartl: “Se riusc ire m o, n o n sap p iam o c o sa fare m o ”. Pe r fo rtun a, l’affare tram o n ta in
m e n o d i se i m e si.
Marzo : n e l n um e ro d i The Little Review d e d ic ato
a Pic ab ia v ie n e p ubblic ata an ch e un’ar rin g a in fav o re
d e lla b aro n e ssa Elsa, “la p rim a d o n n a am e ric an a […].
Q uan d o le i è Dad a, le i è la so la p e rso n a al m o n d o ch e
si v e ste Dad a, am a Dad a, v iv e Dad a”.
G iug n o : Duch am p p re p ara un a rac c o lta d i artic o li sc ritti d al c ritic o d ’arte He n r y Mc Brid e e fin an ziariam e n te so ste n uta d alla So c ie té A n o n ym e . Disc ute v ia
le tte ra (il 14 g iug n o ) c o n Mc Brid e sulla sc e lta d e lle illustrazio n i: “R ig uard o a Pic ab ia, h o un n um e ro d i 391
d o v e c o m p are un suo d ise g n o ch e è un a se m p lic e m ac ch ia d ’in ch io stro […] e ch e lui ch iam a La Santa Vergine. Pe n sa ch e sia tro p p o Dad a?”.
N o v e m b re (N e w Yo rk/Parig i): p e r il n um e ro d i d ic e m b re d i Littérature, Duch am p e R o b e rt De sn o s c o r-
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risp o n d o n o “te le p atic am e n te ”, p e r m e zzo d i c ablo g ram m i, p e r c re are un a se rie d i p o e sie -g io ch i d i p aro le attribuite a R ro se Sé lav y. A n c o ra un e se m p io d ’arte
p e r c o r risp o n d e n za: “Le p aro le , d e l re sto, h an n o fin ito
d i g io c are . Le p aro le fan n o l’am o re ”, sc riv e Bre to n n e lla p re fazio n e a q ue ste p o e sie ”. [C .P.]
Svizzera
“20 o tto b re : So p h ie Tae ub e r e Je an A rp si sp o san o n e l Tic in o ”. [C .P.]
URSS
Nel periodo che va dal secondo semestre del 1921
al primo semestre del 1922 i poeti nullisti sono molto
prolifici e vengono pubblicati, di Zemenkov, due raccolte
di poesie, un poema, un racconto e tre testi teorici; di
Nikolaeva, tre poesie, un testo in prosa, uno scenario e
un testo teorico; di Sadikov un testo teorico; di Rok cinque testi teorici, due poesie e una novella; di Ranov tre
testi in prosa e altri articoli vari.
Pubblicazione del primo fascicolo di So b ac ij Jasc ik
[Cassetta per cani], organo del gruppo Ničevòki.
1923
Austria
Kassák continua a pubblicare su Ma contributi di
dadaisti anche se la cornice è costruttivista. Durante l’anno vengono pubblicati interventi di Van Doesburg, Eggeling, Fiozzi, Grosz, Hausmann, Malespine, Richter e
Schwitters.
Belgio
Febbraio: Duchamp arriva a Bruxelles; diventa
membro della squadra del Club degli Scacchi.
Mesens pubblica il suo primo testo Dada, Waar d e
m ae s k e n Sch e ld wo o rd e n (il titolo è una parodia del titolo di una canzone popolare fiamminga, Waar de Maas
e n Sch e ld e v lo ie n [Dove scorrono la Mosa e la Schelda]), sull’ultimo numero della rivista Dada olandese Me c an o (4-5, 1923).
Francia
Man Ray produce il suo primo film, che è anche
il primo film Dada, Le R e to ur à la R aiso n .
Roger Vitrac intervista per il Jo ur nal du Pe uple prima Breton (7 aprile) e poi Tzara (14 aprile), ponendo a
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entrambi le stesse domande. Allo scoraggiamento di Breton (“Ormai, desidero ignorare tutto: riviste, libri, giornali ecc. Non avrò più nessuna attività letteraria, Litté rature non uscirà più”) fa contrasto l’ottimismo di Tzara. Alla domanda “Avete considerato il Dadaismo come un fine?” Tzara risponde: “Mai, desidero d’altronde non pronunciare più questa parola. Dada è stata
un’avventura puramente personale, la materializzazione del mio disgusto… Forse ha avuto dei risultati, delle conseguenze… Dopo Dada l’indifferenza attiva, il menefreghismo attuale, e la relatività entrarono nella vita”
(citato da Sanouillet 1965, pp. 378-79).
Venerdi 6 luglio, al Théâtre Michel, ore 21, serata del Cœur à Bàrbe. Il programma, articolato in tre parti, prevedeva, nella prima parte, musiche di Strawinsky,
Darius Milhaud e Georges Auric, e letture di testi a cura di Ribemont-Dessaignes e Marcel Herrand (poesie
di Cocteau, Soupault e Tzara). La seconda parte comprendeva musiche di Erik Satie (Mo rc e aux e n fo r m e d e
p o ire ) e di Darius Milhaud, una danza su musica di
Georges Auric interpretata da Lizica Codreano, lettura di poesie a cura di Pierre Bertin (Apollinaire, Reverdy,
Baron) e di Iliazd (le sue poesie fonetiche Zao um ), la
proiezione di film di Man Ray (La re to ur à la raiso n) e
Hans Richter (Film ab strait) e un film girato in collaborazione da Charles Scheeler e Paul Strand (Fum é e s
de Ne w Yo rk). La terza parte doveva essere interamente
dedicata alla ripresa del lavoro teatrale di Tzara, Le
C œ ur à G az (che era già stato montato due anni prima, il 10 giugno 1921, in occasione del Salone Dada,
alla Serata Dada alla Galerie Montaigne). Gli organizzatori della serata (lliazd e Tzara) avevano commesso
l’imprudenza di includere nel programma la lettura di
poesie di Cocteau e l’esecuzione di opere dei compositori del Groupe des Six (Auric e Milhaud), personaggi
che erano stati pesantemente attaccati dai dadaisti. Stimando che questa eterogeneità falsasse l’immagine Dada, Breton, Desnos, Eluard e Péret intervennero alla serata con risultati facilmente immaginabili: anche questa serata si concluse con l’intervento della polizia (chiamata da Tzara) e con una gazzarra generale. Fu impossibile attuare tutto il programma, e la replica dello
spettacolo, fissata per il giorno successivo, sabato 7 luglio, fu annullata dal direttore del teatro.
Zdanévič pubblica a Parigi Le d e n tu le p h are [Il faro Ledentu] in cui l’invenzione tipografica è felicissima
e ricchissima; lo zaùm ’ si arricchisce ulteriormente con
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l’invenzione di un gran numero di segni tipografici per
esprimere tutte le sfumature fonetiche della pronuncia
delle lettere. “Per quanto riguarda la tipografia, il libro
è probabilmente il più lussuoso esistente con centinaia
di tipi diversi di lettere utilizzate in modo che le pagine diventano delle opere d’arte visive nelle quali le lettere e le pagine si scontrano, volano, saltano e capitombolano” (Markov 1968, p. 354). Zdanévič firma questo libro con lo pseudonimo che in seguito utilizzerà sempre, Iliazd.
“Fe bb raio : l’Un io n e d e g li artisti r ussi, g uid ati d a
Iliazd e Mikh ail Laro n io v, o rg an izza un b allo in m asch e ra “tran sm e n tale ” in o n o re d e lla p o e sia russa e d e lle sue affiliazio ni Dada. Ne l catalo g o Tzara pubblica una
p o e sia d isse m in ata d i m in usc o le im m ag in i p ubblic itarie d e l X IX se c o lo : un v io lin o, d e lle fiale d a sp e ziale , un
c iclista su un v e lo c ip e d e d e g li an n i 1870 e c c.
Lug lio : a p ro p o sito d e lla Se rata d e l C œ ur à b arb e ,
ch e v o le va se g nare il rito r no alle g randi se rate de l 19201921, Van Do e sburg (in un a te stim o n ian za p ubblic ata
so ltan to n e l 1987 sulla riv ista Jong Holland) riv e la ch e
n ie n te è an d ato c o m e p re v isto, c o m p re sa la p ro ie zio n e
d e i film , a c ausa d e ll’in c re d ib ile c o n fusio n e ch e h a c o n tradd istin to la se rata: “I d ad aisti in sala [Bre to n , A rag o n e altri, o stili a Tzara] h an n o m arc iato c o n tro i d ad aisti sul p alc o. […] G li uo m in i h an n o abb an d o n ato le
lo ro e le g an ti c o m p ag n e e , abb assan d o si il v e stito, so n o
saltati sui d ad aisti d e l p ubblic o. […] G li atto ri h an n o rip re so la p iè c e , m a i d ad aisti in sala l’h an n o re sa im p o ssib ile d a se g uire . Q ue sti si so n o rifiutati d i an d arse n e e h an n o lib e ram e n te fo r n ito i lo ro n o m i e i lo ro in d irizzi alla p o lizia. […] A m e zzan o tte e m e zza auto m o b ili e le g an ti so n o c o m in c iate ad ar riv are alla p o rta
d e l Th é âtre Mich e l. N e ssun p assan te av re bb e p e n sato
ch e que l pubblico ch ic av e va appe na assistito a uno spe ttac o lo c o sì tum ultuo so ”. [C .P.]
Germania
Berlino
Luglio: primo numero di G (Mate rial zur e le m e n tare n G e staltun g ); editore: Hans Richter; Redazione:
Werner Graeff, El Lissitzkij, Hans Richter (saranno pubblicati 5 fascicoli, l’ultimo nel 1926).
Inizia la collaborazione (durerà sino al 1927) di Grosz e Heartfield al settimanale satirico De r K n üp p e l [Il
manganello].
73
Hannover
Gennaio: primo numero di Me rz (direttore Kurt
Schwitters): verranno pubblicati in tutto 17 numeri, compresi un disco e due raccolte di litografie; l’ultimo fascicolo, n. 24, esce nel 1932.
Aprile: pubblicazione del manifesto Pro le tkunst, firmato da Arp, Van Doesburg, Schwitters, Spengemann
e Tzara (in Me rz, n. 2), contro l’arte politica: “L’arte è
una funzione spirituale dell’uomo, compito dell’arte è
liberare l’uomo dal caos della vita (tragedia). L’arte deve essere libera di utilizzare i propri mezzi e soggetta alle proprie leggi […]. Per quanto triviale questo possa
sembrare, non c’è differenza reale tra dipingere l’armata
imperiale di Napoleone e l’armata rossa di Trotzky…
“L’artista non è né proletario né borghese, e quanto egli crea non appartiene né al proletariato né alla borghesia, ma a tutti noi” (per il testo integrale vedi Schwarz
1976).
Luglio: il fascicolo 4 di Me rz evidenzia l’interesse
di Schwitters per i problemi tipografici, interesse che culminerà con l’11 (1924), dedicato interamente all’arte tipografica e alla pubblicità.
29 dicembre, ore 10.30: prima e unica mattinata
Merz organizzata in collaborazione con Raoul Hausmann nello stabilimento Tivoli. Si balla il rag -tim e al
ritmo di un’orchestrina jazz. Schwitters recita sue poesie fonetiche, Hausmann spiega le leggi della poesia fonetica, e viene rappresentato un lavoro teatrale di Hans
Havemann. L’accoglienza è molto fredda e un gran numero di spettatori approfitta dell’intervallo per eclissarsi
(vedi la recensione della mattinata, a cura di K.S. = Karl
Schodder, in Stö rte b e ke r, n. 1, 1924). Hausmann conserva della serata un ricordo diverso:
“Un’altra volta, nel dicembre 1923, demmo una
mattinata Merz ad Hannover. La rappresentazione fu
molto riuscita. Uno dei numeri si svolgeva in questo modo: la scena era oscura, nella mano sinistra tenevo il pulsante di una lampada elettrica. Schwitters recitava nell’oscurità uno dei suoi poemi, io a ogni seconda frase
accendevo la luce e mi si vedeva in una posa grottesca,
così l’oscurità sonora e la luce silenziosa cambiavano di
volta in volta nel corso delle 20 righe del suo poema”
(Hausmann 1958, p. 117).
“G e nnaio : ne l num e ro inaug urale di Merz Sch witte rs racco nta il suo prim o spe ttaco lo in O landa co n Ne lly e Th e o Van Do e sburg (10 g e nnaio ): “La no stra appa-
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rizio ne […] ha avuto l’e ffe tto di una po te nte m arcia trio nfale . Il no stro pubblico […] cre de di do v e r urlare Dada,
g ridare Dada, sussurrare Dada, cantare Dada, m ug g ire
Dada, g rug nire Dada. […] No i siam o la banda dadaista
e vi so ffie re m o de ntro ”. La to ur né di Dada Ho llande so lca il pae se fino al 14 fe bbraio, e alcuni spe ttaco li supple m e ntare avranno luo g o il 12 m arzo e il 13 aprile .
Prim av e ra (Hanno v e r/Be rlino /Zurig o ): Sch witte rs
in izia, in q ue sta d ata o p o c o d o p o, a sv ilup p are l’id e a
de l Me rzbau, sviluppo arch ite tto nico m e tastatico ch e finirà pe r inve stire to talm e nte la re side nza di fam iglia. Abb astan za p re sto Hö ch lo aiuta a c o n c e p ire un “b o rd e llo c o n un a d o n n a c o n tre g am b e ”; Sch witte rs e /o Hausm an n ag g iun g o n o un a rip ro d uzio n e d i Mo n n a Lisa su
c ui è stata in c o llata la fac c ia d i Hausm an n e , in un’altra cavità, Sch witte rs po sizio na un re g g ise no ch e h a pre so a So p h ie Taub e r. A ltre “c o lo n n e ” o “g ro tte ” si ag g iun g o n o a d iv id e re q ue sto sp azio b r ulic an te , e so p rattutto (c o m e sp ie g a n e l 1931) “la c av e r n a p e r o m ic id io
sad ic o c o n te n e n te il c o rp o g rav e m e n te m utilato e tin to d i p o m o d o ro d i un a g io v an e fan c iulla p ie to sa, e n um e ro se o ffe rte ”; un a g ro tta G o e th e , ch e si sup p o n e v a
c o n te n e sse c o m e re liq uia un a g am b a d e l p o e ta, e “un
invalido di g ue r ra al die ci pe r ce nto […] ch e no n h a più
la te sta m a fa an c o ra b e lla fig ura…”
Lug lio : il q uarto n um e ro d i Merz si c o n c e n tra sulle “banalità”, ch e de sig nano all’o cco rre nza tutto un v e ntag lio d i afo rism i re ali o in v e n tati, ad e se m p io “Ph ilip
kisse d h e r an d h e ld h e r war m ch e e k ag ain st h is fo r a
m o m e n t” [Ph ilip la b ac iò e te n n e la sua g uan c ia c ald a
un m o m e nto c o ntro la sua], frase o rig inale in ing le se attribuita a G o e th e , o “A d e sso, d e v o rito r n are n e l p an tan o ” (so ld ato in c o n g e d o ch e rip arte p e r il fro n te , 1917).
Ag o sto (Hanno v e r/Zurig o /Be rlino ): Hö ch , Sch witte rs, Arp e Tae ube r passano le vacanze insie m e sull’iso la di Rüg e n, sul Mar Baltico. Pro babilm e nte subito prim a di que sto viag g io, Sch witte rs pubblica il po rtfo lio di
Arp 7 Arpaden, pro g re ssio ne di fo r m e astratte ispirate
da alcune parti de l co rpo, co m e l’o m be lico, o da m o tivi co m e de i baffi ch e fanno da m anubrio a una bicicle tta.
Dic e m b re : El Lissitzky d ise g n a il m an ife sto p e r la
Me rz-Matin é e ”. [C .P.]
Olanda
Schwitters arriva in gennaio in Olanda con la moglie (vi si fermerà sino alla primavera) per dare inizio
alla Campagna Dada. Le due coppie (Theo e Nelly Van
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Doesburg, Kurt e Helma Schwitters), alle quali si unisce anche il pittore ungherese membro del gruppo De
Stijl, Vilmos Huszar, si esibiscono in una serie di rappresentazioni Dada nelle principali città olandesi:
L’Aia, Haarlem, Amsterdam, Rotterdam, ’s-Hertogenbosch, Delft, Leida, Utrecht, Tilburg e Drachten. In una
lettera (1946-47) scritta all’amico Raoul Hausmann da
Ambleside (Inghilterra) dove risiedeva, Schwitters ricorda
in questi termini la Campagna Dada in Olanda: “Iniziammo all’Aia in modo costruttivista. Doesburg annunciò un ottimo programma Dada, preannunciando
che i dadaisti avrebbero fatto qualcosa d’inatteso. In quel
momento ero tra il pubblico, mi alzai e cominciai ad abbaiare fortemente. Alcune persone svennero e furono
portate fuori; i giornali riportarono che Dada significa
abbaiare. Ottenemmo subito delle scritture per Haarlem e Amsterdam. A Haarlem si registrò un ‘tutto esaurito’, io camminai così che tutti potessero vedermi, e tutti si aspettavano che io abbaiassi. Doesburg disse di nuovo che avrei fatto qualcosa di inatteso. Questa volta mi
soffiai il naso. I giornali riportarono che io non avevo
abbaiato, che mi ero soffiato il naso. Ad Amsterdam ci
fu un tale pienone che la gente pagò prezzi altissimi per
ottenere un posto a sedere. Non abbaiai e non mi soffiai il naso, recitai invece la R iv o luzio n e [il poema Ursach e n un d Be g in n G ro sse n d e r G lo r re ich e n R e v o lutio n in R e v o n (“Origine e inizio della grande e gloriosa rivoluzione a Revon”, anagramma per Hannover)].
Una signora fu presa da un irrefrenabile attacco di risa e dovettero portarla fuori. Poi facemmo delle conferenze a Rotterdam, ’s-Hertogenbosch, Utrecht, Drachten e Leida. Gli operai e gli studenti cantarono canzoni olandesi, gli studenti ci invitarono nelle loro case a
Utrecht, Delft e Leida per discutere Dada. A Utrecht
vennero sulla scena e mi offrirono un mazzo di fiori secchi e di ossa sanguinanti, e iniziarono a leggere al posto nostro, ma Doesburg li buttò nella fossa dell’orchestra e tutto il pubblico reagì dadaisticamente. Fu come
se lo spirito Dada si fosse impadronito di un centinaio
di persone che si accorsero tutto a un tratto che erano
esseri umani. Nelly accese una sigaretta e disse al pubblico che, dato che il pubblico era diventato completamente Dada, noi saremmo ora diventati il pubbllico. Ci
sedemmo e guardammo i nostri fiori e le belle ossa”.
10 gennaio: “Kleine Dada Soirée” [Piccola serata
Dada], prima manifestazione Dada in Olanda, allo
Haagsche Kunstkring [Circolo artistico dell’Aja], Bin-
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nenhof 8. Sul palcoscenico un tavolino, con un abatjour e un bicchiere d’acqua. Entra Theo Van Doesburg
con monocolo, abito nero e camicia nera, cravatta bianca, taschino bianco e scarpe bianche (sembrava un personaggio uscito da un negativo fotografico, scriverà un
critico) e dà inizio alla serata con la lettura del suo manifesto Wat is Dad a? [Che cos’è il Dadaismo?]. Per movimentare la lettura, Schwitters, che nessuno conosceva e che era seduto tra il pubblico, cominciò ad abbaiare,
miagolare e a emettere altri strani suoni (gracidava, fischiava come un serpente ecc.). Non appena terminata la lettura del manifesto, seguì un breve applauso e
Schwitters salì sul palcoscenico per recitare l’Ursach e n
und Be g inn de r G ro sse n G lo r re ich e n Re v o lutio n in Re v o n, un lungo testo poetico-assurdo che, nelle intenzioni
dell’autore, doveva rispecchiare il clima della rivoluzione artistica iniziata da Schwitters ad Hannover. Il pubblico reagì tumultuosamente, non solamente perché non
capiva una parola (il testo era in tedesco) ma anche perché provocato dall’atteggiamento di Schwitters. Egli iniziò allora a leggere brani dal suo romanzo Fran z Mülle rs Drah tfrüh lin g , mentre Vilmos Huszar proiettava su
uno schermo bianco le ombre danzanti dei suoi manichini meccanici i cui piani, verdi e rossi, erano trasparenti: i movimenti di queste figure non erano accidentali ma comandati da una tastiera a dieci tasti. Il primo
tempo della serata si concluse con Nelly (Petro) Van Doesburg che suonò al piano con grande virtuosismo tre pezzi del compositore italiano Vittorio Rieti: Marcia nuziale
p e r un c o c c o d rillo , Marc ia fun e b re p e r un uc c e llin o ,
Marc ia m ilitare p e r le fo r m ich e . Durante l’intervallo le
due coppie vendettero in sala il periodico Me c an o nonché alcune pubblicazioni: Wat is Dad a?, A n n a Blum e
e Me m o rie d i A n n a Blum e . Il secondo tempo fu interamente occupato da Schwitters che recitò alcune sue
poesie accompagnandole con una raganella che faceva
girare energicamente e intermezzando la recitazione con
suoni inconsueti. Iniziò con la sua composizione più nota e più popolare, A d A n n a Blum e , alla quale seguì una
poesia numerica composta esclusivamente dai numeri
dall’uno al dieci, Wand [Muro] con la ripetizione su tutti i toni della sola parola Wan d preceduta da un conto
alla rovescia da cinque a uno, R e g iste r [Lista] composta dalle sole lettere dell’alfabeto pronunciate ora pianissimo ora fortissimo, G e d ich t 25 [Poesia 25] composta da numeri semplici, di due cifre, e inframmezzati da
frazioni. Chiuse la serata, dadaisticamente, un membro
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del Circolo artistico dell’Aia ripetendo la sola parola do m
[stupidità] e m e rdando m [più che stupido], anch’egli su
tutti i toni. Nonostante il finale convulso c’è da credere che la manifestazione sia stata un successo, poiché venne ripetuta il 28 gennaio.
20 gennaio: invitato dal quotidiano Haag sch e Po st, Schwitters vi pubblica un importante testo teorico.
26 gennaio: in risposta allo stesso invito, Theo Van
Doesburg pubblica sul medesimo quotidiano un importante testo.
28 gennaio, ore 14: mattinata Dada alla Diligentia, L’Aia. I posti, sia in balconata sia in platea, sono quasi tutti esauriti nonostante l’alto prezzo del biglietto d’ingresso. Anche qui il pubblico reagì rumorosamente e si
attuò l’avvertimento di Schwitters: “Ogni qualvolta saremo disturbati dalle vostre grida interromperò lo spettacolo per cinque o dieci minuti per dar modo ai disturbatori di andarsene”. Diede il via al programma
Schwitters con la recita di alcune poesie. Poi Van Doesburg lesse il suo manifesto Wat is Dad a?. Lo seguì nuovamente Schwitters che scatenò prima l’ira e poi risate
isteriche con la recita di Das Th e m a! [Il tema!] in cui
tre personaggi (il Rosso, il Verde, il Bruno) discutono sapientemente e lungamente sulle virtù, le qualità e i difetti di un forno. Dopo un intervallo di una decina di
minuti (provocato dalle proteste veementi di alcuni spettatori che, andandosene indignati, esprimevano la loro
rabbia per la spesa del biglietto), il programma proseguì. Sulla scena Schwitters, in compagnia di un manichino, lancia ogni sorta di grida ed emette strani rumori,
roteando gli occhi e assumendo le espressioni più grottesche e impensabili. A questo punto il pubblico comincia
a partecipare, unendo le propria urla a quelle di Schwitters. Finisce così il primo tempo della mattinata Dada.
Il secondo tempo si apre con un discorso in francese di
Van Doesburg sui dadaisti parigini. Il discorso è illustrato
da Schwitters che, accompagnato al piano da Nelly Van
Doesburg, recita poesie di Heine! Le interruzioni diventano nuovamente violente, Van Doesburg, con tono
molto serio, ammonisce: ricordatevi che non siete qui
per far rumore. Per questo ci siamo noi! Schwitters riprende recitando la traduzione inglese e poi l’originale
tedesco della poesia A d A n n a Blum e . Il pubblico, questa volta, partecipa con calore. Segue Nelly Van Doesburg che suona al piano le tre marce di Vittorio Rieti
eseguite anche nella prima serata, mentre Theo Van
Doesburg legge poesie in tedesco, attirandosi le prote-
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ste del pubblico: “Non potete leggere in olandese? abbiamo pagato soldi olandesi!”. Conclude la manifestazione Schwitters che recita l’alfabeto alla rovescia, accompagnato dal pubblico che ripete in coro le lettere
dopo di lui. A questo punto il cronista al quale dobbiamo la descrizione di questa manifestazione se ne va. Incontra nel salone d’ingresso il direttore del manicomio
Peer Gynt, che gli dice: “Voi sapete che questo pomeriggio, alle due precise, è morta la Ragione.” – “Sì, lo
so, io vengo proprio di lì”, risponde il cronista, “le persone che erano matte sono diventate normali e i cosiddetti saggi sono diventati matti “ (resoconto uscito sull’A lg e m e e n Han d e lsblad , 29 gennaio 1923).
8 febbraio: la Serata Dada al teatro Concordia di
Bussum in programma viene annullata data la scarsità
del pubblico: solamente una trentina di spettatori ai quali è rimborsato il prezzo del biglietto.
Inizia poi il giro delle città olandesi, sempre con programmi diversi; Schwitters non si era vantato quando
aveva scritto all’amico Van Doesburg l’anno prima che
poteva eseguire “tantissime belle cose” per queste serate. Il repertorio musicale di Nelly Van Doesburg era
quasi altrettanto esteso, tanto che non riuscì ad esaurirlo
nel corso delle serate: Satie, Honneger, Milhaud, Poulenc, Strawinsky e Rieti erano i suoi compositori preferiti. Le uniche componenti fisse dei programmi delle manifestazioni Dada erano la lettura da parte di Theo Van
Doesburg del suo manifesto Wat is Dad a? e i ballerini
meccanici di Vilmos Huszar, accompagnati da un commento “musicale” eseguito con un clacson e pezzi di legno oppure dalle urla di Schwitters o anche da un pezzo suonato al pianoforte da Nelly Van Doesburg. Theo
Van Doesburg recitava anche occasionalmente le proprie poesie, audaci quanto quelle di Schwitters: X -Be e lde n (1920), Ruite r (1916, una poesia onomatopeica della serie “Soldati”, composta dalle sole parole Stap, Stapp e , Stip p e , Paard e, l’ultima, Wo lk), De Misd ad ig e r ecc.
Lo scambio di battute tra pubblico ed esecutori movimentava ulteriormente queste manifestazioni. Una
poesia di Van Doesburg, della serie X -Be e ld e n , terminava con il verso “i frammenti del cosmo sono caduti
nel mio tè”, al che c’era sempre qualcuno fra il pubblico che gridava “allora la signora Van Doesburg dovrebbe
imparare a fare il tè”. La lettura delle poesie di Theo
Van Doesburg era spesso “illustrata” dai tableaux-vivants
eseguiti da Nelly, che ballava silenziosamente reggendo
una lampada che accendeva e spegneva nei momenti
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vitali. Un’altra volta, mentre Van Doesburg leggeva dalla balconata, in pessimo francese, alcuni aforismi Dada, il pubblico rumoreggiò e fu redarguito con la battuta già ricordata: “Ricordatevi che non siete venuti qui
per fare rumore, ma noi sì”. Il pubblico era d’altronde
sollecitato a partecipare a queste serate. Ad Amsterdam,
al teatro Bellevue, per esempio, Schwitters ebbe molto
successo invitando il pubblico a rumoreggiare quando
alzava una mano, a intensificare il rumore quando alzava entrambe le mani e a osservare il più rigoroso silenzio quando le abbassava. Altre volte, quando il pubblico rumoreggiava fuori tempo, Schwitters, senza mai
perdere la calma, saliva sul palcoscenico per dare il solito annuncio: ogniqualvolta ci fosse stato troppo rumore
vi sarebbe stato un intervallo di cinque o dieci minuti.
A volte Schwitters leggeva, in un modo che possiamo
intuire, la romantica poesia di Heine intitolata Es fie l
e in Re if in de r Frühlingsnacht [Cadde la brina nella notte di primavera], accompagnato da Nelly Van Doesburg
che suonava un notturno o un valzer di Chopin.
A Haarlem Schwitters recitò, cantandole su musica di sua composizione, alcune poesie che costituirono
il pezzo forte della serata; altre volte leggeva un testo programmatico intitolato Ein e le ich tfasslich e Me th o d e zur
Erle r n un g d e s Wah n sin n s für Je d e r m an n [Metodo rapido e facile per tutti per imparare la pazzia], oppure
recitava Das Th e m a! [Il Tema!]. Per Schwitters la serata più esaltante fu quella di Utrecht, dove il pubblico
partecipò con entusiasmo alla rappresentazione (vedi lettera citata di Schwitters a Hausmann).
Venerdi 13 aprile, ore 20: Serata Dada a Drachten nella sala dell’ex albergo Phoenix. Fu organizzata
grazie all’aiuto dei fratelli Rinsema, calzolai e conoscenti
di Theo Van Doesburg: Thijs dipingeva ed Evert scrisse due libri di aforismi. Nelly Van Doesburg ricorda che
Theo e Evert si conobbero durante il servizio militare
(Evert risuolava le scarpe dei suoi commilitoni). Ed è in
omaggio a Evert che Van Doesburg decise di organizzare una Serata Dada a Drachten. Questa serata, l’ultima manifestazione Dada in Olanda, sanzionò anche
la fine del Dadaismo olandese.
La cosa più paradossale di questa Campagna Dada in Olanda è che essa ebbe luogo un anno dopo che,
a Weimar, Tzara aveva annunciato la morte di Dada come movimento organizzato e che i due protagonisti della Campagna si definivano entrambi “non-dadaisti”:
Schwitters apparteneva a Merz e Van Doesburg a De
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Stijl! Sul primo numero di Me rz, dedicato appunto alla Campagna Dada in Olanda, Schwitters poté nondimeno scrivere che la Campagna si era risolta in una clamorosa vittoria: tutta l’Olanda era ora Dada poiché lo
era sempre stata.
(Devo alle due opere di K. Schippers, Ho llan d Dada e Dada in O rach te n, gran parte dei ragguagli sul Dada in Olanda nel 1923).
Stati Uniti
Per sottolineare l’aspetto fantomatico della sua presenza nel campo dell’arte, Duchamp elabora il Readymade Wan te d [Ricercato]. In febbraio s’imbarca per
Bruxelles. Decide di abbandonare nel suo stato di incompletezza Il G ran d e Ve tro .
Dopo l’assenza dei dadaisti da Th e Little R e v ie w
per due numeri, il fascicolo datato autunno-inverno
1923-24 (numerato IX:4, ma in realtà 3) esce con una
copertina che è un classico esempio di tipografia Dada;
vi collaborano, fra gli altri, Pierre de Massot, Tzara, Ribemont-Dessaignes, Eluard, Aragon, Baron, Soupault,
Péret, Crevel e Rigaut. Illustrazioni di Arp, Man Ray
e Ribemont-Dessaignes.
“Fe bbraio (Ne w Yo rk/Parig i): “Dada is De ad” [Dad a è m o rto ] e sc e n e lla riv ista n e wyo rke se The Freeman
(8 fe bb raio ). L’auto re , V in c e n t O ’Sulliv an , rie v o c a un o
sp e ttac o lo d i v aud e v ille a Parig i ch e p re v e d e v a un c o rte o fun e b re p e r se p p e llire le id e e d e fun te d e ll’an n o p re c e d e n te . “Tra e sse , c ’e ra il n o stro v e c ch io am ic o Dad a.
Fatto ch e p ro v a d ue c o se : 1) Dad a e ra d iv e n tato n o to
al g ran d e p ubblic o ; 2) Dad a è v e ram e n te m o rto ”.
Fe bb raio : Duch am p lasc ia N e w Yo rk p e r R o tte rd am . È la sua se ttim a trav e rsata d al 1915, e l’ultim a p e r
p are c ch i an n i.
A p rile : la b aro n e ssa Elsa si im b arc a p e r la G e rm an ia; n o n to r n e rà m ai p iù n e g li Stati Un iti.
Ago sto : Co ve rt acce tta un im pie go co m e age nte di
co m m e rcio a Ne w Yo rk pe r la Ve suvius Crucible Co m pany, co n se de in Pe nnsylvania. Rinuncia alla cre azio ne
artistica e rifiuta anche l’invito di Dre ie r, ne l 1924, a dirige re la galle ria de lla So cie té Ano nym e. To rne rà se riam e nte
al dise gno e alla pittura so lo ve nt’anni più tardi”. [C.P.]
URSS
Pubblicazioni della seconda edizione di “Cassetta
per cani” (per il testo integrale vedi Schwarz 1976).
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1924
Austria
Penultimo anno di pubblicazione di Ma: nel fascicolo datato febbraio 1924 due importanti testi di Trotsky e di Zinoviev. I contributi dei dadaisti si limitano a
quelli di Grosz, Moholy-Nagy, Prampolini e Schwitters.
Importante numero speciale sulla musica e il teatro
(IX:6-7, luglio).
Belgio
Tre raccolte di poesie di Michel Seuphor vengono
pubblicate dalla casa editrice della rivista He t O v e rzich t e testimoniano l’impegno Dada di Seuphor che, su
He t O v e rzich t, pubblica anche un saggio di Schwitters,
K un st un d Ze ite n .
Conferenza di Satie alla Lanterne Sourde di Bruxelles.
Invitato da Satie a collaborare a 391, Mesens invia dieci aforismi suoi e sette di Magritte (391, IV:19,
ottobre 1924).
Nasce il progetto di pubblicare a Bruxelles un periodico Dada, Pé rio d e , e Mesens ne annuncia la prossima pubblicazione in un volantino ampiamente distribuito: “Faites vivre PERIODE vous fera vivre” [Fate vivere PERIODE vi farà vivere], con testi di René Magritte, Camille Goemans, Marcel Lecomte. Ma Paul
Nougé, di tendenza surrealista e quindi anti-Dada, fa
naufragare il progetto facendo allontanare Goemans e
Lecomte da Mesens; i tre pubblicheranno assieme C o rre sp o n d e n c e .
A Parigi Mesens si assicura l’appoggio di Picabia
e l’anno seguente riesce a pubblicare Œso p h ag e , dal ritmo decisamente Dada. Elabora i suoi primi collage.
Cile
A Santiago si pubblica il periodico A rie l che simpatizza con i dadaisti.
Francia
Georges Ribemont-Dessaignes scrive la prima monografia su Man Ray, pubblicata a Parigi da Gallimard.
Duchamp esegue l’O bblig azio n e p e r la ro ule tte d i
Mo n te C arlo. Pro g e tto p e r la Se m isfe ra ro tan te (o ttic a
d i p re c isio n e ), che monta l’anno seguente. In dicembre
appare, con Man Ray, nel film Entr’ac te (scenario di Picabia e realizzazione di René Clair) e nel tableau-vivant
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di Brogna Perlmutter allestito per Ciné ske tch (spettacolorivista) di Picabia (il 24 dicembre, al Théâtre des Champs-Elysées).
Prima della “tragedia in 15 atti” di Tzara, Mo uch o ir d e n uag e s, al Théâtre de la Cigale, il 17 maggio.
14 marzo, Bulliez: Iliazd dipinge il sipario di scena per uno dei tableaux vivants (Le trio m p h e d u c ub ism e ) eseguiti in occasione del Bal Bannal organizzato
dall’Unione degli artisti russi a Parigi.
Luglio: pubblicazione dei Se p t Man ife ste s Dad a di
Tzara illustrati da Picabia.
11 luglio, Taverna dell’Olympia, Parigi: Iljazd esegue delle “poesie in rilievo” per i muri della sala che ospita il “Vero ballo sportivo in maschera” (organizzato anch’esso dall’Unione degli artisti russi a Parigi). Il programma di varietà della serata comprende, tra altri interventi, quello di Tristan Tzara che fa rappresentare il
suo Sp e c tacle sur l’e ch e lle [Spettacolo sulla scala].
Ottobre: pubblicazione del primo Man ife sto d e l
Sur re alism o di André Breton. Ultimi quattro numeri di
391 (n. 16, maggio-n. 19, ottobre).
“Mag g io : Re né C lair re alizza Entr’acte. Ne lla sce na di ape rtura, Duch am p e Man Ray g io cano a scacch i
sul te tto de l te atro de g li C h am ps-Elysé e s. La partita te rm ina im pro vvisam e nte quando i g io cato ri e le lo ro pe dine v e ng o no pro ie ttati ne ll’o blio da un g e tto d’acqua.
Lug lio : Tzara riun isc e i suo i p rin c ip ali d isc o rsi d e g li ultim i an n i e alc un i im p o rtan ti ritratti n e l lib ro in tito lato Sept manifestes Dada. Lampisteries [Se tte m an ife sti Dad a. Lam p iste rie ]. R ip e rc o r re il p e rc o rso d e lle sue sc e lte c ritich e , d a A p o llin aire e l’arte afric an a fin o a Pic ab ia, Hue lse n b e ck, A rp e i fo to g ram m i d i Man
R ay, m a an ch e le p ro p rie strate g ie in m ate ria d i p o e sia
e sp e ttac o lo, d an d o c o sì un a fo r m a sto ric a al p e rio d o
Dad a. Un a p re fazio n e , sc ritta p e r un a n uo v a e d izio n e ,
n e ch iarisc e g li in te n ti: “Q ue sti sc ritti [si] p o sso n o c o n sid e rare c o m e sp e c ific i d al p un to d i v ista d i un a c e rta
c o e re n za d i Dad a [ch e ] h a p e r o g g e tto se m p lic e m e n te
q ue llo d i fissare […] un m o m e n to d e fin ito d a d e te r m inate re azio ni pe rso nali di fro nte a un m o ndo barco llante .
Le date ch e li h anno visti nasc e re dico no abbastanza sul
g e n e re d i to rb id o e in sie m e v io le n to rifiuto d a c ui e sse
so n o state fo n d ate . C o sì e sse n o n p re te n d o n o d i p o rtare d e lle so luzio n i a p ro ble m i ch e , e v id e n te m e n te , so n o
ap p e n a stati fo r m ulati”.
Lug lio -n o v e m b re : fin an ziato d al c o lle zio n ista Jac -
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q ue s Do uc e t, Duch am p fa ap p e llo a Man R ay p e r p ro se g uire le e sp e rie n ze in iziate a N e w Yo rk q uattro an n i
p rim a. Fabb ric a c o sì un n uo v o d isp o sitiv o m e c c an ic o
b atte zzato Rotative demisphère (Optique de précision);
q ue sta m ac ch in a, ac c o m p ag n ata d a un g io c o d i p aro le fir m ato R ro se Se lav y, isp ire rà le astrazio n i a sp irali
d i Anémic Cinema (1926).
O tto bre : Bre to n, Eluard, So upault, Arag o n e alcuni
altri sc ritto ri e artisti p ro m uo v o n o l’Uffic io d i ric e rch e
sur re aliste (11 o tto b re ), istituzio n e fo n d atric e d e l surre alism o in te r n azio n ale . “Biso g n a n o tare ch e all’e p o c a
de l Dadaism o ne ssuno vo le va e sse re Dada” affe r m a Tzara in un’in te r v ista p e r Les Nouvelles littéraires (25 o tto b re ). “O ra in v e c e , e c c o il Sur re alism o, e tutti c e rc an o d i far n e p arte , tan to ch e b iso g n e rà p re n d e re d e i tito li, e in m an c an za d i d ip lo m i sur re alisti si v e r rà m in ac c iati d i e sse re p re si a p ug n i. […] È d al Sur re alism o
c o sì c o m e lo in te n d e v a G uillaum e A p o llin aire ch e Dad a è p artito, te n d e n d o all’allarg am e n to d e i p rin c ip i d e lla sp o n tan e ità”.
Picabia pubblica il dicianno ve sim o e ultim o num e ro
d i 391.
N o v e m b re : G e o rg e G ro sz e sp o n e o p e re v e c ch ie e
n uo v e alla g alle ria Jo se p h Bille t, a Parig i.
R ro se Sé lav y, p re sid e n te , e Marc e l Duch am p, am m in istrato re , fo n d an o un a so c ie tà ch e e m e tte rà tre n ta
tito li da cinque ce nto franch i pe r so tto scriv e re il pro g e tto
d i Duch am p d i v in c e re la fo rtun a a Mo n te C arlo, e n e g li altri c asin ò d e lla C o sta A zzur ra. I tito li rip o rte ran n o il v e n ti p e r c e n to d i in te re sse . La fo rtun a è le g ata al
d e n aro, il d e n aro all’arte e l’arte a Ero s, ch e è la v ita
ste ssa. Je an He ap d ife n d e il p ro g e tto su The Little Review “La so la fir m a d i Marc e l v ale m o lto d i p iù d e i 500
fran ch i ch ie sti p e r l’azio n e ”.
Dic e m b re : la p rim a d e lla p iè c e d i Pic ab ia iro n ic am e n te in tito lato Relâche [R ip o so ] h a luo g o il 4 d ic e m b re . Il c in e m a e la d an za si un isc o n o in m o d o sp e ttac o lare , ad e se m p io n e ll’“o uv e rture ” film ata, in c ui Pic ab ia e Satie sc e n d o n o d al c ie lo p e r sp arare un c o lp o
d i c an n o n e in d ire zio n e d e l p ubblic o. Duran te l’in te rv allo, R e n é C lair e Pic ab ia p ro ie ttan o il g ià m e n zio n ato Entr’acte, film ato in m ag g io. N e l m o m e n to d e lla rip re sa, alla v ig ilia d i C ap o d an n o, un n uo v o n um e ro v ie n e a raffo rzare q ue sto d ialo g o tra la re altà film ata e il
g io c o sul p alc o. Si tratta d i un b alle tto ch iam ato Cinésketch, ch e c o m p re n d e d e lle d id asc alie , c o m e n e i film
m uti, m a an n un c iate ad alta v o c e c o n l’aiuto d i un m e -
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g afo n o ; in p iù, le luc i si ac c e n d o n o e si sp e n g o n o in fun zio n e d e ll’azio n e , a im itazio n e d e lle sc e n e d e l c in e m a.
Duch am p e un a g io v an e d o n n a d i n o m e Bro g n a Pe rim utte r ap p aio n o p e r un istan te c o m e A d am o e d Ev a,
ad o ttan d o un a p o sa isp irata d a Luc as C ran ach . Me n tre la sc e n a ric ad e n e ll’o sc urità, il n ar rato re g rid a: “Il
p o lizio tto, ch e n o n c ap isc e , v uo le ar re stare tutti”.
Pie r re N av ille e Be n jam in Pé re t lan c ian o un a n uo v a riv ista, La Révolution surréaliste, d i c ui Bre to n assum e la re d azio n e n e l lug lio d e ll’an n o se g ue n te . Man
R ay illustra q ue sto p rim o n um e ro c o n un a fo to tratta
d al suo film Le Retour à la raison e c o n l’im m ag in e d i
un o g g e tto d ad aista c o m p o sto d a lui (o g g i p e rso ), New
York (1920)”. “Biso g n a ar riv are a un a n uo v a d ich iarazio ne de i diritti de ll’uo m o ”, vie ne de tto in co pe rtina, so tto un a fo to ch e m o stra un’ad un an za d i sur re alisti c o m e
se fo sse una riunio ne de lla So cie tà de lle Nazio ni”. [C .P.]
Germania
Berlino
Grosz viene condannato per vilipendio della moralità pubblica e multato di 6000 marchi per la pubblicazione della sua raccolta di disegni Ec c e h o m o. È costretto a eliminarne alcune tavole.
“Fe bbraio : insie m e a G ro sz v e ng o no pro ce ssati anch e He rzfe ld e e il lo ro asso c iato, Julian G um p e rz, e d e v o n o p ag are c iasc un o un’am m e n d a d i 500 m arch i.
Lug lio -ag o sto : Dix p ubblic a Der Krieg [La G ue rra], cinquanta acque fo rti rappre se ntanti la vita ne lle trinc e e d ai d ue lati d e l fro n te o c c id e n tale , v ita in c ui si m isch ian o il lav o ro fo rzato e i se n tim e n ti d i te r ro re ch e
p re n d o n o alle bud e lla. Tale im p re sa am b izio sa e sc e all’e p o c a d e l d e c im o an n iv e rsario d e ll’in izio d e lla G ran d e G ue r ra. Dix c o n se r v a un a n e utralità d isturb an te n e i
c o n fro n ti d e g li e v e n ti rap p re se n tati: “Vo le v o asso lutam e nte v e de re co m e qualcuno cade im pro vvisam e nte acc an to a m e , c o lp ito d a un p ro ie ttile in p ie n o c uo re . Vo le v o asso lutam e n te c o n o sc e re q ue sta e sp e rie n za in m o do pre ciso. Lo v o le v o. Altrim e nti de tto, no n so no affatto
un p ac ifista”. [C.P.]
Hannover
Mostra del gruppo della rivista G alla Kestner-Gesellschaft con opere di Max Burchartz, Werner Graeff,
Hilberseimer, Mies van der Rohe, Hans Richter e
Schwitters.
79
Schwitters crea l’Aposs-Verlag, una casa editrice
specializzata in letteratura per l’infanzia che pubblicherà
i nn. 12, 14-15 e 16-17 di Me rz. Il nome della casa editrice deriva dalle iniziali delle parole: aktiv e r Parad o x
o h n e Se n tim e n talität [e] se n sib e l [Paradosso attivo senza sentimentalismo sensibile].
“Fin e 1923 o in izio 1924: Sch witte rs p re se n ta p e r
la p rim a v o lta la sua “Urso n ate ” a Po tsd am , a c asa d e ll’e dito re G ustav K ie pe nh e ue r. Un bre vissim o e stratto di
q ue sta p o e sia d i m e zz’o ra, ch e è c o stituita d a c o m b in azio n i d i le tte re artic o late ritm ic am e n te e se n za un sig n ific ato p artic o lare , ap p are n e l n um e ro 6 d i Merz n e ll’o tto b re 1923, e un altro fram m e n to in Mecano n . 45 (g e n n aio 1924).
N e l 1925 Sch witte rs d e c id e d i re g istrare il m o v im e n to scherzo d e lla p o e sia e d i fare d e l d isc o il n um e ro 13 d i Merz. La p o e sia c o n tin ua a usc ire in fo r m a
fram m e ntaria prim a di v e nire pubblicata pe r inte ro, im p ag in ata d al tip o g rafo c o str uttiv ista Jan Tach ich o ld : è
l’ultim o n um e ro d i Merz (1932).
A p rile -lug lio : in c o llab o razio n e c o n El Lissitzky,
Sch witte rs pre para un do ppio num e ro di Merz (8-9), più
so brio rispe tto ai pre ce de nti ne ll’im pag inazio ne e più se rio ne i co nte nuti. So tto tito lato “Nasci” [Nasce nte ], que sto n um e ro in in -fo lio è un c re d o d i e sp e rie n ze fo r m ali, rip o san ti sulla le g g e in trin se c a d e lla c re d e n za o d e ll’e q uilib rio. C o m e a so tto lin e are il le g am e ch e e siste tra
Dad a e il C o str uttiv ism o sul p ian o in te n zio n ale , “N asc i” c o n tie n e d e lle rip ro d uzio n i d i o p e re d i K asim ir
Malé vitch , V ladim ir Tatline , Pie t Mo ndrian e Lissinsky,
c o sì c o m e un asse m blag g io d i Sch witte rs, un rayo g ram m a di Man Ray e un Collage nach dem Gesetz des
Zufalla geordnet [C o llag e co m po sto se co ndo le le g g i de l
c aso ] d i A rp ”. [C .P.]
Romania
Ilarie Voronca, Stephane Roll e Victor Brauner pubblicano a Bucarest in ottobre il numero unico del periodico Dada-costruttivista 75 HP. L’editoriale precisa
“Per collaborare a 75 HP bisogna: saper ballare bene /
pisciare su tutto / rispettare i genitori / avere avuto un
incidente aereo / non fare della letteratura / avere un
certificato di buona condotta / bere dell’acido solforico
/ tirare di boxe / farsi decapitare due volte la settimana / Il candidato dovrà dimostrare: che al posto del cuore ha un cappello di paglia, che ha utilizzato la gutta-
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perca per l’intestino, che ha manie religiose. Viene annunciata l’organizzazione di un grande teatro anti-teatrale con rappresentazioni di fulmini, asfalti, epatismi, diatermie, acido carbonico. Gli spettatori devono intervenire con speciali toilette, devono avere guantoni da boxe,
scarpe di patate, clacson, trombette, segnali, rivoltelle preferibilmente browning, parrucche di amianto”.
Stati Uniti
Ultimi due fascicoli della Little Re vie w ai quali collaborano i dadaisti. Nel fascicolo di primavera (X:1) contributi di Tzara, Crevel, Baader, Huelsenbeck, Arp e
Varèse. Illustrazioni, tra gli altri, di Schwitters. Il fascicolo autunno-inverno 1924-25 (X:2) è un numero speciale dedicato a Juan Gris: si apre con un ritratto fotografico di Juan Gris di Man Ray, poi testi di Pierre de
Massot, Eluard, Crevel, Ribemont-Dessaignes e Picabia, oltre a estratti del manifesto Un c ad av e re (contro
Anatole France) di Aragon, Breton, Eluard e Soupault.
1925
Austria
Negli ultimi due numeri di Ma (gennaio e giugno)
viene dato spazio al Surrealismo, con contributi di Eluard
e Soupault e un articolo di Joseph Ernst intitolato Surre alism o . I dadaisti sono presenti con Picabia e Tzara.
Belgio
Ultimo fascicolo di He t O v e rzich t (III:22-24, febbraio 1925), il più dadaista di tutti; di particolare efficacia il testo di Seuphor. Manife ste -C o nfé re nce sur l’im p o ssible . A questo fascicolo collaborano anche Schwitters, Ion Vinea (condirettore con Janco del periodico
C o ntim po ranul di Bucarest). Ruggero Vasari e Paul Van
Ostajen. L’interesse di Seuphor per la musica è testimoniato dalla presenza di partiture musicali di Manuel
de Falla e Prokof ’ev.
E.L.T. Mesens e René Magritte pubblicano il numero unico di Œso ph ag e (marzo) che si avvale della collaborazione di Arp, Ernst, Picabia, Schwitters, de Massot, Ribemont-Dessaignes e Tzara: si tratta dell’ultima
fiammata dadaista in Belgio. Dall’editoriale di Œso ph ag e : “Come politica pratichiamo l’autodistruzione a tutta forza e la fiducia nelle virtù umane […]. Tutti i nostri collaboratori devono essere belli affinché possiamo
pubblicare i loro ritratti”.
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Œso p h ag e raccomanda la lettura di Me rz, Little
R e v ie w, 391, Man o m è tre , e degli scritti di Arp, di de
Massot e, in particolare (l’invito è ripetuto 16 volte), dei
Se p t m an ife ste s Dad a di Tzara. Anche il testo di Magritte, Jusq u’o ù l’é v o lutio n p e ut m e n e r, che sostiene il
primato della negazione, è di chiara impronta dadaista.
Il periodico Marie (giugno 1926-27), diretto dallo stesso Mesens, è invece di orientamento nettamente surrealista, anche se vi collaborano ancora Man Ray, Ribemont-Dessaignes, de Massot e Tzara. Gli attacchi ai
surrealisti sono completamente assenti e vi sono anzi degli approcci verso il gruppo di C o r re sp o n d an c e .
Per concludere questa cronistoria del Dadaismo in
Belgio è doveroso ricordare il concerto dato nel 1927 a
Bruxelles dei due belgi André Souris e Paul Hooreman:
il rotolo perforato di un organino fu suonato iniziando
dalla fine. (Sono debitore a Rik Sauwen [v.] per gran
parte dei particolari della cronistoria di Dada in Belgio.)
Francia
“G iug n o : all’Ho te l Marsig lia, a Mo n te c arlo, Duch am p in izia a te stare la sua strate g ia ip o te tic a p e r v in c e re alla ro ule tte ”. [C .P.]
Germania
Berlino
Nel suo libro Die K un st ist in G e fah r [L’arte è in
pericolo] Herzfelde spiega in questi termini la fine di Dada a Berlino: “Il Dadaismo, tra urla e risate sarcastiche,
è stato un atto di rottura con il suo ambiente limitato,
presuntuoso e sovrastimato, che volendo essere sospeso
tra le classi sociali non riconosceva nessuna responsabilità dell’individuo verso la vita e la società. Noi vedemmo allora i risultati demenziali dell’ordine sociale
esistente e scoppiammo dalle risate. Ignoravamo ancora che vi era un sistema sul quale si basava questa follia […]. Non era più possibile ridere; vi erano problemi molto più importanti di quelli dell’arte; se l’arte doveva avere un qualsiasi significato, bisognava che si sottomettesse a questi problemi […]. Nel vuoto dove ci trovavamo, dopo aver superato la fraseologia sull’arte, perdemmo una parte dei nostri dadaisti”.
“In Die Kunst ist in Gefahr [L’arte è in p e ric o lo ],
p ubblic ato d a G ro sz in sie m e a He rzfe ld e , si p uò le g g e re il se g ue n te p asso sul r uo lo d e lla c re azio n e n e lla so cie tà co nte m po rane a: “A m e no che no n vo glia e sse re inutile , re stare un e m arg inato co m ple tam e nte supe rato, l’ar-
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tista d i o g g i n o n p uò far altro ch e sc e g lie re tra la te c n o lo g ia e la p ro p ag an d a p e r la lo tta d i classe ”.
Mag g io : il N o v e m b e rg rup p e o rg an izza un a p ro ie zio n e d i c in e m a sp e rim e n tale d al tito lo d i Der Absolute Film (3 m ag g io ), d uran te la q uale v e n g o n o p ro ie ttati Entr’acte d i Pic ab ia e R e n é C lair e Symphonie diagonale d i Eg g e lin g. Q ue st’ultim o so ffre d i un av v e le n am e n to d e l san g ue ; m uo re il 19 m ag g io, all’e tà d i 39
an n i. “La sua Sym p h o n ie d iag o n ale n o n h a c e rto m e sso fine a tutti i pro ble m i de l film asso luto, m a pe nso […]
ch e e g li si sia im p e g n ato su q ue sta strad a n e l m o d o p iù
se m plice , più radicale , e ch e l’abbia pe rse g uita co n g rand e d isc ip lin a” (A d o lf Be h n e , Die Welt am Abend, 23
m ag g io 1925)”. [C .P.]
Stati Uniti
Il numero unico dell’ultimo periodico Dada americano viene pubblicato a New York in febbraio: Ae sthe te
1925. Burke vi pubblica l’articolo: “Dada, Dead or Alive”.
Bibliografia
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Stocker, Luzern 1927 (traduzione inglese:
Flig h t O ut o f Tim e : A Dad a Diary, The
Viking Press, New York 1974).
Jindrich Chalupecky, O Dad a surre alism u
a cˇe ské m um e n i, 1975 (testo inedito, traduzione di Marina Paggi).
Raoul Hausmann, C o urrie r Dad a, Le Terrain Vague, Paris 1958.
–, Dad a Be rlin 1916-1924, n. 1 della serie
Documents d’art contemporain, Arc 2.
–, Centre de recherches d’art contemporain,
Université de Paris 1, 1975.
Wieland Herzfelde, De r Malik-V e rlag (testo
del catalogo della mostra alla Deutsche Akademie der Künste, Berlino), Aufbau Verlag,
Berlin-Weimar 1967.
Wieland Herzfelde e George Grosz, Die
K un st ist in G e fah r, Malik Verlag, Berlino
1925.
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1926
Stati Uniti
“N o v e m b re (N e w Yo rk/Parig i): la So c ie té A n o n ym e acco glie (il 19 no ve m bre ) una am bizio sa “Inte ratio nal
Exh ib itio n o f Mo d e r A rt” ch e riun isc e tre c e n to o p e re
d i un a v e n tin a d i p ae si. Un a g ran d e im p o rtan za v ie n e
d ata alle c re azio n i p iù re c e n ti, m a il p e zzo fo rte d i q ue sto e v e n to è Il Grande Vetro, in se rb o d a tre an n i. Duch am p è to r n ato a N e w Yo rk, so p rattutto p e r l’alle stim e n to d i un a g ran d e e sp o sizio n e d e d ic ata al suo c aro
am ic o C o n stan tin Bran c usi, e ch e in aug ura d ue g io r n i
p rim a.
Duch am p p o rta p ro b ab ilm e n te c o n sé il film Anémic cinéma, d i un a d urata d i se tte m in uti, ch e v ie n e
p ro ie ttato p e r la p rim a v o lta al Fifth Av e n ue Th e ate r
p o c o d o p o il suo ar riv o, alla fin e d i o tto b re . Le astrazio n i p ulsan ti d e ll’o p e ra e i g io ch i d i p aro le lic e n zio si
n o n h an n o l’e ffe tto p re v isto su q ue sto p ubblic o stran ie ro ”. [C .P.]
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