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Dada Universale
05.02.2016 – 28.03.2016
Comunicato stampa
Embargo 03.02.16 | 10.00
Molto di più dell’arte al Museo nazionale
Dada, movimento anticulturale di portata mondiale, è esploso nel 1916 a Zurigo al
Cabaret Voltaire. La detonazione ha lasciato tracce fino ai giorni nostri. Il
Dadaismo ha influenzato il Surrealismo così come Fluxus, la pop art e molte altre
correnti artistiche, intellettuali e perfino politiche quali i situazionisti parigini
(maggio 1968) o le rivolte giovanili di Zurigo del 1980. In occasione del 100°
anniversario di Dada, il Museo nazionale Zurigo intende puntare i riflettori sullo
spirito creativo, rivoluzionario e universale che ha contraddistinto il movimento
attraverso una selezione di opere. L’esposizione «Dada Universale» rientra nel
contesto di questo centenario di ampio respiro che si celebra nel 2016.
Per «Dada Universale», il Museo nazionale ospita opere di varia provenienza, come
la celeberrima «Fountain» di Marcel Duchamp della collezione dell’Israel Museum:
un orinatoio innalzato al rango di opera d’arte, ritenuto la «Monna Lisa» del
Dadaismo. È presente anche il dodo, l’uccello incapace di volare, già celebrato in
«Alice nel paese delle meraviglie» quale espressione del lato bizzarro della natura.
Il costume degli indiani Hopi di Sophie Taeuber-Arp – raramente messo in mostra –
si accosta a maschere africane provenienti dal Museo Rietberg e al macinino di
Hannah Höch, dall’aspetto di un candelotto di dinamite con meccanismo di
innesco.
Il trionfo della negazione assoluta
Non è un caso che il movimento dadaista prenda le mosse dal Cabaret Voltaire di
Zurigo: in origine, infatti, si proponeva come manifestazione di protesta contro la
guerra, proprio in nome del celebre filosofo illuminista. L’opposizione alla guerra si
è poi estesa fino ad assumere i contorni di un rifiuto nei confronti della cultura
occidentale, da cui aveva avuto origine questa catastrofe a livello globale. Infine,
con le poesie sonore Dada arriva a distruggere completamente la lingua, sulla
quale si fonda la civiltà dell’Occidente. Ma dall’impeto della negazione nasce un
nuovo «sì». I Dadaisti individuarono alcuni aspetti della loro visione già negli
antichi, in Friedrich Nietzsche ma anche nella mistica medievale: negli scritti di
Museo nazionale svizzero. | Museo nazionale Zurigo. | Museumstrasse 2, Casella postale, 8021 Zurigo |
T. +41 (0)58 466 65 11 | F. +41 (0)44 211 29 49 | [email protected] | www.landesmuseum.ch
uno di questi autori Hugo Ball si imbatte in una citazione di Gesù «aeà iuo iao oia
psinoter ternops nopsiter zagura pagura», motivo che spiega la presenza nella
mostra di un Cristo sull’asino dell’XI secolo proveniente dalla collezione del Museo
nazionale.
1916: nel cuore del conflitto bellico
L’esposizione «Dada Universale» inquadra gli oggetti e le testimonianze del
movimento dadaista nel contesto del periodo storico della Prima guerra mondiale.
Una mantella mimetica per i combattimenti al fronte, proveniente dal Musée de
l’Armée di Parigi, richiama alla mente il vestito a forma di cilindro indossato da
Hugo Ball nel 1916 nella sua celebre apparizione al Cabaret Voltaire quando per la
prima volta declamò le sue poesie sonore dai tratti mistici ed estatici. E un fucile
Lebel fusosi al fronte e posto accanto al «Fiore Futurista» (1918) di Giacomo Balla,
tratto dalla collezione della Kunsthaus di Zurigo, simboleggia tutto il non senso
della guerra.
I «dossier»: i documenti del Dadaismo
Una serie di collage, elementi tipografici e immagini dei primi esperimenti
cinematografici del movimento creano nel padiglione del Museo nazionale un
vortice visivo e uditivo, là dove nel mezzo dell’esposizione vi è una sorta di «kaaba
del Dadaismo». In essa spicca un foglio sul quale i Dadaisti parigini hanno collocato
i nomi di tutti i personaggi dai quali hanno tratto ispirazione, da Hegel a Sade,
creando una sorta di firmamento. A fianco della kaaba, il «dossier» di André Breton
nel quale egli ha raccolto vari documenti relativi a Dada.
Il Consigliere federale Alain Berset sul centenario del Dadaismo
Lo spirito del dadaismo è ancora ben presente nell’arte dei giorni nostri. Ma il
movimento dada non può semplicemente essere considerato un episodio nel flusso
lineare dell’arte del XX secolo. Il dadaismo è scontroso. Come scrisse Tristan Tzara:
«Dada dubita di tutto. Dada è tutto. Diffidate di tutto. Diffidate di dada». I veri
dadaisti sono contro dada. È un atto sovversivo? No, costruttivo!
Il centenario del Dadaismo
L’esposizione «Dada Universale» presso il Museo nazionale si svolge nel contesto
del centenario del Dadaismo «dada100zürich2016», una collaborazione fra partner
pubblici e privati, musei, teatri, istituzioni, festival, associazioni, organizzazioni e
iniziative individuali che animerà la scena culturale fra l’inizio e la metà del 2016.
Ideazione, coordinamento, affiancamento e comunicazione sono affidati
all’associazione dada100zürich2016. Il centenario è ampiamente supportato dalla
città e dal Cantone di Zurigo nonché dall’Ufficio federale della cultura. Il
programma prevede esposizioni, visite guidate e rappresentazioni, letture,
dibattiti, seminari, pubblicazioni, un film documentario e simposi. Progetti web
partecipativi e personaggi della cultura pop e sperimentale contribuiranno a
mettere in luce il Dadaismo. Questa multiformità di iniziative fa sì che la
celebrazione dell’anniversario diventi espressione e patrimonio della collettività.
L’associazione dada100zürich2016 promuove e coordina i progetti. Da ultimo
anche il Cabaret Voltaire, il luogo in cui il movimento ha visto la luce, sta
preparando un ambizioso programma per celebrare la ricorrenza. Dada è grande
abbastanza. È locale, globale e universale.
www.dada100zuerich2016.ch
Per ulteriori informazioni vogliate contattare:
Andreas Spillmann, direttore, Museo nazionale svizzero
T. +41 (0)58 466 65 01 | [email protected]
Juri Steiner, co-curatore, curatore ospite Museo nazionale Zurigo
T. +41 (0)79 660 08 88 | [email protected]
Stefan Zweifel, co-curatore, curatore ospite Museo nazionale Zurigo
T. +41 (0)79 207 86 42 | [email protected]
Juliette Wyler, Media & PR, Museo nazionale svizzero
+41 (0)58 466 65 49 | [email protected]