- FAITA FederCamping

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- FAITA FederCamping
ANNO II N. 5
Poste Italiane SPA - Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (conv. INL. 27/02/2004, nª 46) ART.1 comma 1 DCB ROMA
P E R I O D I C O
D E L L A
F A I T A
F E D E R C A M P I N G
VILLAGE
FOR ALL
TURISMO ETICO
E ACCESSIBILE
BOOKING
ON LINE
PER L'ARIA APERTA
OSSERVATORIO
L'OFFERTA DI
CAMPEGGI E VILLAGGI
IN ITALIA
ANNO II N. 5
Maurizio Vianello
CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE
A
bbiamo aperto la stagione 2008 coltivando la
speranza che ci faccia raggiungere migliori risultati della precedente. Alcuni indicatori dicono che è lecito manifestare un cauto ottimismo.
Personalmente, ritengo che, fino a quando non reagiremo al trend negativo del mercato, non possiamo
permetterci il lusso di alcuna fausta previsione sui futuri asseti del mercato. Lo dico perchè sono, ogni giorno, a contatto con alcuni nodi del nostro sistema ricettivo e, siccome questa situazione si ripete uguale a
se stessa almeno da trent’anni, capirete come residui
poco spazio per immaginare un futuro più roseo.
Tuttavia, ho qualche motivo di consolazione e osservo la natura dei più ricorrenti problemi che ci assillano: infrastrutture scarse, burocrazia lenta, nessuna agevolazione dal sistema creditizio, scarse adeguatezza cer-
tezza normative. Sembrano problemi enormi ma in
realtà, se guardate al resto d’Europa, sono in pochi,
come noi, ad averli tutti. Evidentemente Oltralpe hanno un ceto politico-amministrativo che ne ha coscienza, li affronta e, in genere, li risolve. Quindi, prima o
poi, potrebbe accadere lo stesso qui da noi. Abbiamo
un nuovo governo, il potere legislativo non è più caratterizzato dall’aspra contrapposizione degli ultimi
anni, il senso delle regole europee comincia ad essere compreso anche qui da noi e si sta affacciando una
nuova leva generazionale di imprenditori. Sono tutti
fattori “ambientali” favorevoli che dobbiamo sfruttare per avviare un ciclo di sviluppo di medio periodo
che consenta alle imprese di crescere ed al mercato
continua a pag. 7
FAITA FEDERCAMPING
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Finito di stampare
Giugno 2008
CAMPING MANAGEMENT :SOMMARIO
5 UN ITALIANO
19 IN VACANZA FELICI
8 DOVE L’EN PLEN AIR
21 IVA AL 9% ANCHE PER I CAMPING
ALLA GUIDA DI EFCO&HPA
È COME CENERENTOLA
a cura di Pietro Licciardi
10 V4A: INVESTIRE
IN ACCESSIBILITÀ
di Roberto Vitali
13 L’OFFERTA DI CAMPEGGI
E VILLAGGI TURISTICI
IN ITALIA
18 BOOKING ON LINE
PER L’ARIA APERTA
di Eleonora Manfrini
E CONNESSI
SENZA LICENZA
di Maurizio Fantaccione
25 RESTILING PER IL SITO
DELLA FAITA
di Eleonora Manfrini
26 NOTIZIE DALLE REGIONI
E DALLA FEDERAZIONE
CAMPING MANAGEMENT :OPER AIR
UN ITALIANO
ALLA GUIDA
DI EFCO&HPA
ALESSANDRO SGARAVATTI ELETTO A LONDRA
PRESIDENTE PER IL BIENNIO 2008-2010
DELLA MAGGIORE ASSOCIAZIONE CHE RIUNISCE
PROPRIETARI E GESTORI DI STRUTTURE RICETTIVE
ALL’APERTO
A
lessandro Sgaravatti, nato a
Padova nel 1965, il turismo
all’aria aperta lo ha nel sangue, tanto che nel 1992, subito dopo la laurea, è entrato a far parte di
Union Lido Vacanze, storica impresa turistica fondata nel 1955 dal nonno, Angelo Macola, la cui sede è sul
Litorale di Cavallino, fra la laguna di
Venezia ed il Mare Adriatico. Union
Lido, sino dalla sua lontana costituzione, ha rappresentato un modello
di sviluppo dell’industria turistica vicino all’ambiente ed orientato alla
tutela delle eminenze paesaggistiche,
di flora e di fauna presenti sul Litorale. Un modello che nel corso degli
anni è risultato vincente, tanto che
negli anni sono sorti numerosi altri
complessi ricettivi ispirati a questa
filosofia rendendo il territorio di Cavallino la meta privilegiata – oggi si
contano oltre 5,5 milioni di presenze – per le famiglie europee che amano la vacanza en plein air. Niente di
strano perciò che proprio Sgaravatti
sia stato scelto per guidare la più
grande organizzazione europea del
settore.
Da quando fa parte della Efco e che
incarico ricopre?
«Nell’ottobre del 1999 presenziai per
la prima volta, in qualità di delegato
Faita, ad un’assemblea Efco che si tenne a Cork, in Irlanda. Ho poi seguito
l’attività associativa e, qualche anno
dopo, sono entrato a far parte del
Consiglio di amministrazione. Nella
tinenti la sicurezza, lo scambio d’esperienze e d’informazioni fra gestori, il
reclutamento del personale e la divulgazione dei valori legati alla vacanza all’aria aperta. Del resto la dimensione del settore è davvero impressionante: 22 paesi membri e circa 22.000 strutture associate registrano ogni anno oltre 380 milioni di
pernottamenti, per un giro d’affari
stimato in circa 15 miliardi di euro,
9 dei quali vengono spesi all’interno
dei camping parks, per questo la nostra azione è fondamentale».
recente assemblea generale che si è
tenuta a Londra sono stato eletto presidente per il biennio 2008-2010»
Come è nata e di che cosa si occupa la sua organizzazione?
«Efco&Hpa, European Federation of
Campingsite Organisations and Holiday Park Associations, è la maggiore associazione dei proprietari e gestori di strutture ricettive all’aperto
e di parchi vacanza. Rappresenta a
livello europeo l’industria del turismo all’aperto in campeggi e parchi
vacanza. La difesa e la promozione
degli interessi del settore open air costituiscono il principale obiettivo di
Efco in seno alla Comunità Europea,
che persegue mediante azioni di lobby a Bruxelles. Alcuni dei progetti
che ci vedono impegnati sono una
vasta attività collaterale nei temi at-
Qual è il suo primo impegno in
agenda?
«Come ho ricordato anche nella mia
relazione d’insediamento una priorità è rappresentata dalla realizzazione
di un migliore coordinamento nella
mole d’informazioni che provengono
dai Paesi membri, in modo da produrre reports biennali che evidenzino,
con dati aggiornati ed attendibili, la
reale importanza del settore aria aperta, e renda confrontabili tali cifre con
quelle degli altri segmenti dell’offerta turistica. In particolare, il numero
di presenze e di arrivi per nazionalità, la permanenza media ed il fatturato diretto e indotto rappresentano
parametri fondamentali, anche se non
sempre facili da raccogliere, vista la
frammentazione e disomogeneità dei
sistemi di rilevazione».
Se dovesse fare una graduatoria dei
Paesi più sensibili alle istanze degli
5
imprenditori e degli amanti del turismo all’aria aperta a che punto collocherebbe l’Italia?
«L’Italia, con 2.200 strutture associate, 1,35 milioni di posti letto e 63,8
milioni di pernottamenti, è fra i paesi più importanti a livello europeo,
capace di generare un fatturato annuo che sfiora i 3 miliardi di euro».
È possibile fare un confronto tra la
legislazione italiana in materia di
campeggi e case mobili e quella dei
principali Paesi europei? In altre parole: i nostri imprenditori del settore devono faticare più di altri per
aprire e mantenere sul mercato un
camping oppure hanno qualche vantaggio rispetto ai colleghi europei?
«Nel nostro Paese intraprendere e
mantenersi competitivi con il resto
d’Europa è davvero difficile. La rigidità del mercato del lavoro, una tassazione vessatoria e la mancanza di
sicurezza data da un apparato legislativo monumentale e antiquato, costringono gli imprenditori a far ricorso alle doti di inventiva e adattabilità proprie della migliore tradizione
imprenditoriale italiana. Ma tutto ciò
spesso non basta. Le Regioni si sono
in gran parte dotate di una normativa turistica chiara ed esauriente, anche se, talvolta, le leggi dello Stato
intendono asserire una loro prevalenza su quelle locali: l’esempio delle case mobili è paradigmatico. Da
un lato promosse e regolamentate
dalle normative regionali quale prodotto flessibile e moderno, fondamentale nell’assicurare la competitività del settore open-air, dall’altro
misconosciute e confuse con baraccopoli nella normativa nazionale».
Una armonizzazione delle regole a
livello europeo sarebbe possibile?
Quali ostacoli si dovrebbero eventualmente superare?
«La convergenza delle normative, in
modo particolare di quelle urbanistiche, si scontra spesso con situazioni
specifiche legate al territorio ed alle
tradizioni dei singoli Paesi. Sul fronte della sicurezza è invece più facile
agire, ed in questo senso Efco&HPA
è all’avanguardia con la pubblicazione della Safety Charter, un prontuario del best practises ad uso dei gestori di campeggio».
Tra i nostri imprenditori rileva una
sufficiente cultura d’impresa rispet-
to ai colleghi stranieri? Sono insomma attrezzati non soltanto per rimanere sul mercato ma anche per competere con gli altri Paesi in termini
di qualità, prezzi, servizi?
«In Italia le catene di campeggi in
proprietà, su modello delle catene alberghiere, non sono presenti e le poche eccezioni si limitano a gestire una
decina di strutture. E’ più consolidata l’attitudine ad affiliarsi o associarsi a gruppi di promozione (club di
prodotto), con l’obiettivo di una
maggiore visibilità sui mercati. Un
modello d’impresa inesplorato è rappresentato da networks fra aziende
che condividono gli stessi scenari di
sviluppo ed una simile vocazione all’innovazione. Ciò può portare nel
breve periodo al contenimento dei
costi, ad una maggiore visibilità e penetrazione nei mercati e a stimolare
l’innovazione. Inoltre nel network è
possibile scambiare “sapere imprenditoriale” e creare reti complesse e di
modelli tipo franchising». I
segue da pag. 3
CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE
dell’open air di allargarsi. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che la nostra domanda è sottostimata.
Le nostre aziende, hanno una capacità che potrebbe
agevolmente assorbire, senza grandi variazioni, sul piano stagionale, dal 20 al 30% di presenze in più.
Ovviamente bisognerà operare sui mercati, perchè questa domanda inespressa di turismo all’aria aperta possa diventare una realtà e, soprattutto, spetta a noi imprenditori incalzare i nostri “eletti” per spingerli a formulare norme che promuovano lo sviluppo e l’occupazione consentendo alle imprese di offrire un’accoglienza adeguata alle esigenze del mercato (case mobili, intrattenimento, servizi).
La Federazione dal canto
suo svilupperà, è un mio
impegno, sempre di più i
servizi offerti alle imprese in maniera da garantire agli associati ogni strumento utile a favorire la
crescita delle loro aziende. In questo senso, rimangono al centro della nostra attenzione le politiche di adeguamento qualitativo delle aziende, quelle di formazione del personale, quelle di marketing.
Per l’intanto, non resta che augurarvi buona stagione
e buon lavoro.
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CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO
DOVE L’EN PLEN AIR
E’ COME
CENERENTOLA
a cura di Pietro Licciardi
IN SARDEGNA IMPRENDITORI E GESTORI
SONO ABBANDONATI DA ENTI LOCALI E REGIONE
E PROSEGUIRE L’ATTIVITÀ È UNA SCOMMESSA
di questo tipo oggi è più facile?
«Mah, negli anni Settanta era sufficiente l’intuizione di un imprenditore che poteva aprire un campeggio in
aree quasi residuali, che i comuni destinavano all’insediamento di questa
tipologia di struttura turistica. Oggi
invece si sono resi conto che in quelle aree le attività che vi vengono
svolte sono “a scarsa resa politicoeconomica” e pertanto vanno liberate e destinate a nuovi usi. Così è
praticamente impossibile aprire nuovi campeggi se non in montagna».
S
tefano Amadei è il proprietario
del camping Capodorso, in uno
dei più bei punti della Costa
Smeralda, all’ombra del celebre Orso di granito appostato tra le rocce a
protezione del più bel lembo della costa sarda. La sua avventura nel settore dell’ospitalità all’aria aperta è iniziata nel 1973, quando in un campeggio nell’isola di La Maddalena,
dove stava trascorrendo tre giorni da
turista, chiese se avevano bisogno di
un collaboratore. Da allora di strada
ne ha fatta tanta, arrivando a ricoprire anche importanti incarichi in
organizzazioni turistiche nazionali è vice presidente della Faita FederCamping e dell’Ente Bilaterale per il
turismo – con frequenti viaggi anche
all’estero.
Cosa è cambiato da quando ha iniziato a occuparsi di camping? Aprire e gestire una struttura turistica
8
Quindi in Sardegna l’atteggiamento degli enti locali nei confronti dei
proprietari e dei gestori di camping
è cambiato.
«Come dicevo prima siamo passati dall’indifferenza politica degli anni Settanta al totale ostracismo dei giorni
nostri. Secondo certi amministratori
dovremmo trasferire le nostre attività
in montagna. In tal caso potremmo
accedere a fantastici premi di cubatura; ma siccome chi viene in Sardegna
cerca il mare, quelli di noi che si ostinano a lavorare sono destinati a vedere le loro strutture “consumarsi” come
una candela essendo quasi impossibile metter mano a qualsiasi miglioria».
Detto questo, che non è poco, quali sono le maggiori difficoltà che dovete affrontare nel portare avanti le
vostre attività?
«La totale mancanza di interlocutori interessati ad ascoltare concretamente le nostre problematiche e a
collaborare per trovare le soluzioni
adeguate».
E quali incongruenze segnalerebbe
ai suoi interlocutori, una volta riuscito ad individuarli e ad allacciare
con loro un dialogo?
«Prima di tutto la carenza di norme
che diano certezza al diritto. Ciò lascia spazio a tutte le improvvisazioni
possibili e immaginabili da parte degli imprenditori, che devono pur portare avanti la loro attività. Un grave
effetto collaterale di tale incertezza
è che ciò determina l’insorgere di situazioni critiche tra impresa ed enti
locali, difficili poi da sanare e trasformare in sistemi di sviluppo».
Sembra di capire che anche in Sardegna si predica bene e si razzola
male, vale a dire che mentre da una
parte si invoca più turismo responsabile e rispetto per l’ambiente dall’altra si penalizzano proprio le forme di turismo a minore impatto, come quello en plen air. Se questa è
la situazione inutile chiedere in che
maniera il “pubblico” cerca di promuovere il vostro settore…
«Appunto. In Sardegna oltre ad investire nella promozione diretta delle nostre aziende siamo costretti a
spendere ingenti quantità di denaro
per promuovere anche il territorio dove le nostre imprese sorgono, tanta è
l’indifferenza della Regione e degli
enti locali verso il nostro comparto».
Se c’è una regione turistica per an-
luppo turistico organico, destinato a
trasformarsi in volano e stimolare la
crescita economica della nostra isola. Tutto si è basato sull’attività quasi spontanea di imprenditori che hanno creato vari centri turistici, taluni
anche di eccellenza, ma senza mai dar
vita a ad un progetto regionale organico di sviluppo. Le potenzialità ci
sono e sono enormi ma nessun politico si è preoccupato di fare in modo
che ciò si traducesse in posti di lavoro e ricchezza per i sardi».
«LA MANCANZA DI INTERLOCUTORI È TOTALE
E MANCANO PROMOZIONE E PROGETTI ORGANICI
DI SVILUPPO TURISTICO».
tonomasia nel nostro Paese questa
è la Sardegna, ovunque conosciuta
per il suo mare e le sue spiagge. Eppure si ha l’impressione che nonostante l’immensa ricchezza che rappresenta per l’economia locale vi sia
una certa diffidenza nei confronti
del turismo. Da un lato è ricorrente la lamentela da parte degli isolani che ben poco della ricchezza pro-
dotta resta in regione, dall’altro fanno scalpore certi provvedimenti, come la tassa sul lusso voluta da Renato Soru. E’ solo una nostra impressione o c’è del vero?
«Tranne la Costa Smeralda, che probabilmente ha lanciato la Sardegna
come meta per le vacanze Vip facendo da traino anche per tutti gli altri,
non c’è mai stata una politica di svi-
Non sembra la vostra sia una posizione invidiabile. Quale futuro intravede per voi gestori e proprietari
di camping e più in generale per il
turismo all’aria aperta in Sardegna?
«Sono più di quindici anni che mi
batto insieme ai colleghi dell’associazione che rappresentiamo, la Faita FederCamping, per dare un presente alle nostre aziende, nel senso di garantirne la sopravvivenza. Spero non ce
ne vogliano altri quindici per poter
cominciare ad intravedere anche una
possibilità di sviluppo futuro». I
9
CAMPING MANAGEMENT :PRIMO PIANO
V4A: INVESTIRE
IN ACCESSIBILITÀ
di Roberto Vitali
(Coordinatore progetto Village for all)
C
ome abbiamo avuto modo di
dire su queste stesse pagine
ormai il concetto di turismo
accessibile non è più un “pallino” di
pochi pionieri ma un vero e proprio
business, con tour operator che promuovono l’accessibilità come una
qualsiasi altra qualità delle strutture
proposte, al pari della buona cucina
o dell’animazione (1). Tuttavia certi pregiudizi sono duri a morire e sono ancora in tanti a pensare che per
rendere “accessibile” la propria struttura sia sufficiente dotarla di un bagno attrezzato per disabili e di qualche rampa inclinata oppure, al contrario, occorra “ospedalizzarla”, rendendola più simile ad un luogo di cura che di vacanza.
Invece turismo accessibile – lo ripetiamo a costo di essere noiosi – è l’attenzione ai bisogni di tutti; non solo
a chi ha qualche handicap fisico, ma
anche bambini, anziani, mamme che
spingono i passeggini, persone con
allergie o intolleranze di tipo alimentare. Fare turismo accessibile significa
dunque essere capaci di predisporre
una offerta molto alta e quindi una
qualità (2) altrettanto elevata, poiché in grado di comprendere e risolvere i bisogni di tutti. Insomma è una
questione di saper coniugare le ragioni dell’impresa turistica con la capacità di rispondere ad una domanda
di “ospitalità” che richiede attenzioni, dialogo, conoscenze tecniche. E
ciò – come ben sanno gli imprenditori del settore turistico-ricettivo – è
vero per tutti e non soltanto per i cosiddetti “disabili”.
Turismo accessibile significa inoltre
stesso prezzo, stesso camping ma più
turisti dato che attrezzature e accorgimenti idonei faranno cadere quel-
10
IL PROGETTO VILLAGE FOR ALL(V4A)
INTRODUCE CAMPING E VILLAGGI
AD UN NUOVO BUSINESS DI QUALITÀ
le remore di carattere pratico che
possono far talvolta rinunciare alla
vacanza o a preferire una struttura
piuttosto che un’altra. Pensate ad una
coppia che per la propria luna di miele ha scoperto un magnifico camping,
dotato di un’altrettanto magnifica
spiaggia ma raggiungibile solo dopo
aver disceso due o tre rampe di ripide scale. Potete asserire con assoluta
certezza che la stessa coppia tornerà
in quel camping anche l’anno successivo con al seguito uno, o magari
due, marmocchi, ciascuno col suo
corredo di passeggino, pannolini, merendine, ecc? Un esempio forse banale, che serve però a comprendere
come ormai il concetto di “accessibilità” non riguarda più il classico
personaggio sulla sedie a rotelle.
Proprio per questo è nato Village for
all…dalle disabilità ai bisogni! (V4A).
Un progetto, e un servizio, che propone ai campeggi e ai villaggi turistici di inserirsi in maniera efficace e
proficua nel circuito del turismo accessibile, il quale – è bene ricordare –
è costituito da 38 milioni di potenziali clienti in Europa (secondo le rilevazioni di Touch Ross del 1993) e
3,5 milioni di potenziali clienti in Italia (dati Iter/Enea 1999); cifre che devono essere moltiplicate per 2.8, poiché in vacanza non si va da soli, e che
per il solo mercato nazionale “valgono” almeno 1 miliardo di euro.
V4A mette a disposizione la propria
esperienza e le proprie strutture per
raccogliere le informazioni utili per
questo target secondo una metodologia riconosciuta che consenta una
approfondita analisi della situazione
di fatto. Non è infatti sufficiente una
generica dichiarazione di disponibilità ad accogliere questo tipo di clientela, o peggio ancora dichiararsi accessibili solo perché si è dotati di un
servizio igienico in stile ospedaliero.
Il cliente deve poter giudicare se il
villaggio, e i suoi servizi, saranno in
grado di soddisfare le proprie esigenze durante il periodo di vacanza. A
questo scopo V4A garantisce la qualità delle informazioni raccolte durante un sopralluogo da parte dei suoi
esperti, fornendo all’utente finale le
informazioni di cui ha bisogno per
valutare se troverà i servizi necessari alla propria autonomia durante la
vacanza. Un apposito marchio riconosciuto attesterà lo standard del
camping o del villaggio. In questo
modo si previene la possibilità di
controversie di qualsiasi genere che
derivano, generalmente, da informazioni insufficienti o errate, tutelando così campeggio e cliente.
V4A fornisce inoltre assistenza tecnica specializzata per migliorare la qualità del proprio prodotto turistico (architettonico, progettuale, organizza-
IL TURISMO ACCESSIBILE
VALE SOLO NEL NOSTRO
PAESE UN MILIARDO
DI EURO
tivo, marketing, immagine e comunicazione, ecc.); formazione per il management, booking, manutenzione,
housekeeping, ecc. al termine della
quale il personale avrà gli strumenti
per accogliere adeguatamente la
clientela e anche un marketing mirato a questo target con newsletter, accordi di co-marketing, patrocini di associazioni di riferimento a livello nazionale. Infine accordi commerciali
“personalizzati” con aziende che forniscono specifici ausili, come carrozzine da spiaggia, sollevatori da piscina rimovibili, maniglioni rimovibili,
che riservano trattamenti di favore ai
campeggi affiliati; customer satisfaction curata direttamente da V4A e Fidelity Card per lo sviluppo di attività di promozione e destagionalizzazione dei villaggi turistici creando fidelizzazione al network.
Village for all in definitiva offre a campeggi e villaggi di compiere un decisivo salto di qualità della propria offerta di servizi senza inutili e radicali interventi di cambiamento della
propria fisionomia e soprattutto senza intaccare l’immagine di rilassato
benessere che ogni luogo di vacanza
deve sempre avere.
Anche per questo motivo il progetto Village for all è sostenuto da FaitaFedercamping, il cui presidente Maurizio Vianello alla conferenza stampa di presentazione ha dichiarato che
«Il turismo accessibile ha un indubbio valore sociale e morale, ma non
dimentichiamo, da imprenditori, che
è anche un mercato che vale molti
milioni di euro e il turismo accessibile rappresenta una indubbia attrattiva, moderna e attuale, per riportare in alto l’immagine del turismo italiano nel mondo».
Il progetto è sostenuto anche da Fish
(Federazione italiana superamento
handicap) da SiPuò Laboratorio Nazionale Turismo Accessibile, che vi
ha riconosciuto una innovazione ed
un lavoro di rete in grado di creare
un movimento di sensibilizzazione e
promozione dei valori che lo stesso
Laboratorio fin dalla sua fondazione
sostiene e promuove. I
Per maggiori informazioni:
Silvia Bonoli
Direttore Village for all
[email protected]
tel. +39 348 731 54 31
www.villageforall.net
Note
1) Viaggi del Ventaglio esce per la prima volta con il catalogo “Liberi di essere disabili” nell’anno 2003 (Anno Europeo delle Persone con Disabilità) oggi, in questo settore, fattura 4 milioni
di euro e ha dichiarato, nell’ultimo anno, un incremento del 17%.
2) L’OMT intende la qualità del turismo come: «risultato di un processo che
implica la soddisfazione di tutti i bisogni, esigenze e attese legittime di consumatori in materia di prodotti e servizi, a un prezzo accettabile, in conformità con le condizioni concordate, oggetto di un mutuo accordo e gli attributi
soggiacenti della qualità sono: la sicurezza e la protezione, l’igiene, l’accessibilità, la trasparenza, l’autenticità e l’armonia dell’attività turistica nei confronti dell’ambiente umano e naturale».
OMT Cuba 9 - 2003
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CAMPING MANAGEMENT :OSSERVATORIO
L’OFFERTA
DI CAMPEGGI E VILLAGGI
TURISTICI IN ITALIA
LA SECONDA PARTE DELL’INDAGINE DEL CST
DI ASSISI SUL MERCATO ITALIANO NEL PERIODO 1997-2006
LA CONSISTENZA
DELLE STRUTTURE
DEL TURISMO
ALL’ARIA APERTA
S
econdo i dati provvisori dell’indagine Istat sulla consistenza
degli esercizi alberghieri e complementari, in Italia nel 2006 è presente un’offerta di 2.510 campeggi e
villaggi turistici con una dotazione
di 1.358.029 posti letto. Il comparto
del turismo all’aria aperta possiede
dunque il 30,2% dell’offerta ricettiva italiana in termini di posti letto:
si tratta del peso più consistente dopo quello degli esercizi alberghieri e
nettamente superiore a quello delle
altre tipologie “ufficiali” di ricettività complementare. Rispetto al 2005
il numero di esercizi è aumentato del
4,1% e quello dei letti dell’1%.
Dall’analisi della distribuzione degli
esercizi tra le varie regioni emerge
come nel 2006, in Veneto si trova il
maggior numero di strutture, ben
243, che rappresentano il 9,7% dell’offerta nazionale; a seguire la Toscana e la Puglia rispettivamente con
235 e 215 esercizi. La situazione si
presenta invariata tenendo conto dei
posti letto disponibili; troviamo, infatti, al primo posto tra le regioni, il
Veneto nel quale sono presenti il
15,5% dei posti letto, seguito dalla
Toscana (12,8%), dalla Puglia (7,5%)
e dalla Lombardia (7,4%). Tra le regioni con una minore dotazione di
posti letto troviamo l’Umbria
(0,95%), la Basilicata (0,73%) e il
Molise (0,41%) con un’offerta che
risulta inferiore all’1% del totale nazionale. A livello di macro aree emerge come il 20,5% dei campeggi e villaggi turistici sia situato nelle regioni del Nord Est, il 23,4% in quelle
del Nord Ovest, il 34,9% in quelle
del Sud e le Isole ed il restante 21,2%
nelle regioni del Centro Italia. In
parte modificata appare la distribuzione dei posti letto nelle strutture
nelle aree considerate; in particolare risulta più elevata la dotazione nelle regioni del Nord Est (27,4%) e in
quelle del Centro (24,1%), mentre
si riduce il peso della capacità ricettiva del Nord Ovest (16,9%) e del
Sud e le Isole (31,6%).
Nel corso del periodo dal 1995 al
2006 la posizione delle regioni in termini di dotazione di posti letto è rimasta abbastanza stabile. Minime risultano le variazioni nella graduatoria stilata, soprattutto nell’ultimo anno di rilevazione: soltanto il Trentino Alto Adige è passato dal 15° al
14° posto.
La dimensione media delle strutture del turismo all’aria aperta
La dimensione media delle strutture
del turismo all’aria aperta a livello nazionale è pari nel 2006 a 541 posti letto per esercizio, valore questo che è
rimasto inalterato rispetto al dato registrato nel 1995, nonostante le modificazioni intervenute su base annua.
13
CAMPING MANAGEMENT :OSSERVATORIO
In particolare nell’ultimo anno di rilevazione la dimensione media si è ridotta del -3%. La diminuzione dimensionale delle strutture ha interessato più marcatamente le regioni del
Nord Est (-16,6%), mentre più contenuta appare la flessione registrata
per i campeggi e villaggi turistici del
Sud e delle Isole (-2,6%). Le strutture del Centro Italia fanno invece rilevare un aumento dimensionale del
1,3%. Il panorama che si presenta nel
2006 in termini dimensionali mostra
delle situazioni fortemente disomogenee tra le regioni. Si passa, infatti,
dai 987 posti letto (pari a 1,8 volte il
valore medio nazionale) per le strutture del Friuli Venezia Giulia, ai 300
posti letto del Piemonte. Valori notevolmente al di sopra della media
nazionale si riscontrano per il Veneto (868 p. l./esercizio), per la Toscana (739), l’Emilia Romagna (692) e
la Sardegna (681). I
CRESCE IL NUMERO
DEI CAMPING.
SOPRATTUTTO AL SUD
COME È CAMBIATA L’OFFERTA
NEI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI
L’
evoluzione che ha interessato
le strutture per il turismo all’aria aperta nel periodo dal
1995 al 2006 può essere messa in relazione con lo sviluppo del settore
della ricettività extralberghiera e della ricettività complessivamente intesa, alberghiera ed
extralberghiera.
L’analisi condotta
con riferimento al
periodo 19952005 mette in evidenza come l’incremento, piuttosto costante negli anni,
che ha interessato
il numero dei
campeggi e villaggi turistici
(+2,8%) risulti
molto modesto se
messo in relazione
con l’aumento registrato nel complesso degli esercizi extralberghieri (+264,5%). Va
tuttavia precisato come tale crescita esponenziale registratasi a partire
dal 2000 sia da attribuirsi più a motivazioni di carattere statistico che ad
un reale incremento della consistenza degli esercizi. Diversa è la situazio-
14
ne per quanto concerne il comparto
alberghiero dove si rileva, nel periodo in esame, una progressiva riduzione annua del numero delle strutture,
che nel complesso ammonta al -2,2%.
La dinamica che ha interessato la dotazione di posti letto nei diversi comparti, come emerge dallo studio
effettuato, mostra andamenti crescenti sia per i campeggi e villaggi turistici, che per
il settore alberghiero ed extralberghiero. Nell’arco temporale dal 1995 al 2006 la capacità ricettiva è aumentata
nelle strutture del turismo
all’aria aperta circa del
7%, a fronte di un incremento molto
più sostenuto nel
settore alberghiero (20%) ed
in quello extralberghiero (50%).
La contestualizzazione
dell’evoluzione delle strutture del turismo all’aria aperta nel panorama dell’offerta ricettiva nazionale porta a considerare
nel dettaglio anche lo sviluppo che
nello stesso periodo ha interessato gli
alloggi agrituristici. Si tratta, infatti,
di una forma di ricettività che prevede anch’essa un forte contatto con la
natura e che quindi, sotto certi aspetti, potrebbe intendersi come un possibile sostituto della ricettività nei
campeggi e villaggi turistici.
Nel periodo di rilevazione dal 1996
al 2006 l’offerta di strutture agrituristiche è cresciuta in modo molto rilevante, tanto che nell’ultimo anno
si registrano 155.107 posti letto, con
un incremento rispetto al 1996 del
391,6%. Anche considerando il medio e breve periodo, si osservano andamenti di crescita della capacità ricettiva molto consistenti e di gran
lunga superiori ai valori rilevati per i
campeggi e villaggi turistici e per il
settore alberghiero. I dati registrati
consentono, poi, di analizzare la situazione evolutiva dei campeggi e villaggi turistici con riferimento alle diverse realtà regionali. Nell’intero periodo di rilevazione gli esercizi nelle
regioni del Nord Est sono aumentati
in misura pari al 20,9% circa, a fronte di un dato medio nazionale che
evidenzia, nel lungo termine, un incremento del 7%.
Più contenuto risulta l’aumento registrato nelle regioni del Centro
(+10,6%) e soprattutto in quelle del
Nord Ovest (+2,4%) e del Sud e delle isole (+1,2%). Con riferimento al
Mezzogiorno, degno di nota appare il
dato della Calabria, dove i campeggi
LE STRUTTURE DEL TURISMO ALL’ARIA APERTA
NELL’OFFERTA RICETTIVA ITALIANA
QUANTO “PESANO”
I CAMPING NEL NOSTRO TURISMO
Nel 2005 in Italia le strutture campeggistiche e i villaggi turistici rappresentano l’1,9% della complessiva offerta ricettiva, più rilevante risulta invece il peso in termini di posti letto disponibili, pari a circa il
31% dell’offerta nazionale. Nel 2006 nei campeggi e
villaggi turistici, secondo i dati provvisori Istat, sono
presenti il 30,2% dei posti letto disponibili a livello
nazionale. L’esame del sistema dell’offerta ricettiva a
livello regionale mette in rilievo come, nelle regioni
del Sud e nelle Isole, la presenza di posti letto nelle
strutture del turismo all’aria aperta assuma un peso
maggiore (39,2%) che non nelle altre macro-aree.
Le favorevoli condizioni climatiche presenti nelle regioni del Mezzogiorno e la forte presenza di turismo
e villaggi turistici sono diminuiti del
23% circa. La dinamica positiva a livello nazionale che emerge dai dati
di lungo periodo risulta confermata
anche nell’ultimo anno di rilevazione, da cui si evince un aumento delle strutture del 4,1%, con valori molto superiori, anche in questo caso, per
le regioni del Nord Est (+19,2%). Il
Centro ed il Sud e le Isole mostrano
di tipo balneare possono certamente dare spiegazione
di tale dato. Tra queste regioni va sottolineata la rilevanza della ricettività nei campeggi soprattutto in Puglia (49,3%) ed in Calabria (48,7%), dove tale offerta costituisce circa la metà della complessiva ricettività disponibile. L’importanza della ricettività nei campeggi e villaggi turistici si rende ancor più evidente se
messa in relazione con l’offerta del comparto extralberghiero.
In questo caso vediamo che i posti letto nelle strutture del turismo en plein air rappresentano ben oltre
la metà della capacità ricettiva extralberghiera in parecchie regioni non solo del Sud e delle Isole, (da notare il dato della Calabria dove tale offerta costituisce
il 90,7% della ricettività extralberghiera), ma anche
del resto del Paese.
invece una crescita molto limitata (rispettivamente +0,4% e +1,7%), mentre nell’area del Nord Ovest si registra una leggera flessione degli esercizi (-0,2%). Le variazioni intervenute nel lungo termine nella dotazione
di posti letto mostrano a livello nazionale un incremento perfettamente in linea con quello che si è registrato per il numero degli esercizi
(+7%). Valori superiori si riscontrano nelle regioni del Centro
(+12,2%), in quelle del Nord Est
(+11,5%) ed, anche se di poco, in
quelle del Nord Ovest (+8,7%).
Il Sud e le Isole fanno invece registrare un decremento dei posti letto
(-0,9%), dovuto soprattutto al dato
del Molise (-25,8%) e della Calabria
(-8,3%). I
15
CAMPING MANAGEMENT :OSSERVATORIO
NEL 2007 DATI
IN LIEVE DIMINUZIONE
L’OFFERTA SECONDO LA NATURA GIURIDICA
DEI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI
la presenza più marcata rispetto al resto del Paese di campeggi gestiti nella forma di società di capitale (41,8%
del totale delle strutture), mentre nel
Nord Ovest si rileva come poco meno della metà delle strutture (46,2%)
sono gestite da società di persone ed
è diffusa la presenza di imprese individuali (il 32,4% del totale).
Nelle regioni del Sud e nelle Isole si
nota, invece, una ripartizione abbastanza uniforme delle forme gestionali principali, con una leggera prevalenza delle società di persone (il
33,7%).
P
er avere un quadro della natura giuridica che assumono le
strutture del turismo all’aria
aperta occorre far riferimento alla
banca dati della Camera di Commercio che consente, tra l’altro, di rilevare una distinzione molto interessante, cioè quella tra le unità locali
dei campeggi (Classe ATECO 5522)
e dei villaggi turistici (Classe ATECO 55231), dato che invece risulta
aggregato nelle rilevazioni Istat.
Secondo Infocamere nel 2006 risultano attivi in Italia 1.714 campeggi e
325 villaggi turistici. I dati relativi al
secondo trimestre 2007 consentono
di ottenere un quadro particolarmente aggiornato dell’offerta, da cui desumere la tendenza ad una leggera
contrazione (-0,4%) delle strutture
campeggistiche, che diventano 1.707,
a fronte di un incremento, seppur modesto, dei villaggi turistici (+0,6%)
che passano a 327 strutture.
I CAMPEGGI
I campeggi presenti sul territorio nazionale sono concentrati in massima
16
I VILLAGGI TURISTICI
parte nelle regioni del Sud e nelle
isole (33%), il 30,6% nel Centro, il
19,6% nel Nord Est ed il restante
16,7% nelle regioni del Nord Ovest.
La ripartizione di tali strutture secondo la natura giuridica della gestione
mostra come, nel 2007, il 36,8% sono società di persone, il 30,2% società di capitale, il 28,4% imprese individuali ed il 4,7% altre forme.
Tale situazione non manifesta differenze sostanziali nel breve periodo,
mentre il confronto con i dati di inizio secolo ci consente di rilevare variazioni più marcate, in cui si ha un
incremento delle società di capitale
del 38,1%, delle società di persone
del 13,2%, delle altre forme gestionali del 16% circa, a fronte di una riduzione del 9% delle imprese individuali. Si va, quindi, progressivamente affermando la propensione all’adozione di modelli gestionali più di carattere manageriale, affiancati da una
continua diminuzione delle imprese
individuali improntate ad una gestione, per lo più, di tipo familiare.
Nelle regioni del Centro si registra
I villaggi turistici attivi in Italia nel
secondo trimestre del 2007 sono 327
di cui il 69% è localizzato nelle regioni meridionali e nelle Isole, il
12,2% si trova al Centro, l’11,3% nel
Nord Ovest e il restante 7,3% nelle
regioni del Nord Est. In particolare,
spicca il dato della Campania con 78
villaggi (il 24% del totale nazionale), quello della Calabria con 59 esercizi (il 18%) e quello della Puglia con
42 (il 13%), che complessivamente
detengono oltre il 50% delle strutture presenti nel Paese.
In Valle d’Aosta, invece, non sono
rilevabili villaggi turistici e molto
bassa risulta anche la dotazione di tali strutture di Basilicata (1), Friuli
Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria (soltanto 2 villaggi). Il
consistente incremento registrato nei
villaggi turistici nel periodo dal 2000
al 2007 (+41,6%) mostra come tale
crescita si sia verificata con toni molto accentuati nelle regioni del Sud e
nelle Isole (+49,7% dovuto in forte
misura ai valori registrati in Calabria:
+118,5%, Molise: +66,7%, e Sarde-
gna: +57%) e nel Centro (+38%),
mentre in misura più contenuta si è
verificata nelle regioni settentrionali (Nord Est: +20%; Nord Ovest:
+57%). La ripartizione dei villaggi
secondo la natura giuridica della gestione mostra come il 55,4% sono società di capitale, il 31% società di
persone, l’11,3% imprese individuali e il 2,4% altre forme gestionali.
Nel periodo dal 2000 al 2007 il numero dei villaggi gestiti da società di
capitale è cresciuto in maniera molto consistente (+64,5%), come pure
quello delle strutture gestite da società di persone (+48,5%), mentre si
sono ridotte le imprese individuali
(del 16% circa) e le altre forme di gestione (-11%).
Nelle regioni del Nord Ovest si ha
la concentrazione più elevata
(59,5%) di villaggi gestiti da società di capitale rispetto al dato medio
nazionale, così come nel Nord Est
(58,3%) e nel Sud e le Isole
(56,2%). Valori inferiori si riscontrano invece nelle regioni del Centro (45%), area nella quale risulta
prevalente la presenza di villaggi gestiti da Società di persone (47,5%).
Più limitata nel caso dei villaggi turistici rispetto a quanto si verifichi
per i campeggi, è la presenza di realtà gestite da Imprese individuali, soprattutto nelle regioni del Centro
Italia (7,5%), a conferma della necessità di avere modelli gestionali di
tipo manageriale per questa tipologia di strutture, sovente caratterizzate da elevate dimensioni e da un sistema di offerta complesso. I
L’OFFERTA PROVINCIA PER PROVINCIA
ANCORA AL SUD
LE REALTÀ
PIÙ DINAMICHE
La situazione dell’offerta di campeggi e villaggi turistici relativa alle diverse province del Paese nel 2005
evidenzia delle realtà molto disomogenee. La provincia nella quale è
presente la maggior offerta è Venezia con 78 esercizi e 131.507 letti,
il 9,7% della ricettività all’aria aperta; a seguire troviamo, con un notevole distacco, Foggia con 158
strutture e 66.018 posti letto (il 5%
della ricettività totale nei campeggi), e Livorno con una dotazione di
68 campeggi e 57.300 letti (il 4,2%
del totale). Nella parte conclusiva
della graduatoria delle province italiane sono presenti alcune realtà,
quali Lodi, Mantova, Prato, Benevento e Avellino, dove non ci sono
campeggi e villaggi turistici. Il quadro che emerge evidenzia diverse
province nelle quali la ricettività nei
campeggi costituisce oltre il 60%
del complessivo patrimonio ricettivo provinciale. Tra queste: Foggia
(68,1%), Latina (68%), Massa Carrara (68,4%), insieme a Lecco
(63,4%), Viterbo (63,7%), Reggio
Calabria (62,1%), Grosseto
(61,7%) e Novara (60,5%).
A fronte di un incremento dell’offerta di turismo all’aria aperta registrato in campo nazionale nel medio periodo (2000-‘05) dell’ordine
del 2,3% per i posti letto e del 1,5%
per il numero degli esercizi, si rilevano in alcune province dei valori
di gran lunga superiori alla media
nazionale. Tra queste sono da segnalare i tassi di crescita della provincia di Potenza (+927,5%), Reggio Emilia (+666%), Pavia (+
200%), Lecco (+195,9%) e Caltanisetta (+134%). All’opposto, un
processo di contrazione dell’offerta
è rilevabile in diverse realtà soprattutto del Sud e le Isole. In particolare, si registra una riduzione
dell’84,7% dei posti letto nella provincia di Enna, del 53,5% a Rieti,
del 31,2% a Catanzaro, del 26,2%
a Catania, del 26,5% a Bari, solo
per citare i valori più elevati.
La dimensione media dei campeggi
e villaggi turistici in Italia pari nel
2005 a 558 posti letto per esercizio, su base provinciale presenta valori superiori a tale dato in oltre 30
realtà. Tra queste il valore più elevato si registra a Rovigo dove raggiunge le 1820 unità per esercizio,
seguito da Ferrara (1741) e da Venezia (1686). All’ultimo posto della graduatoria si colloca Enna con
una dimensione media pari a 11 letti/esercizio.
Nel decennio dal 1995 al 2005 le
realtà che hanno manifestato una
maggiore dinamicità in termini positivi sono rinvenibili soprattutto
nelle regioni del Mezzogiorno (Caltanisetta, Crotone, Caserta, Ragusa) oltre ad altre province del Nord,
quali Varese, Treviso, Bologna e
Piacenza. Variazioni particolarmente negative hanno invece interessato la dimensione media dei campeggi e villaggi turistici delle province
di Pescara, Pordenone, Campobasso e Frosinone, solo per ricordare i
valori più eclatanti.
17
CAMPING MANAGEMENT :PRIMO PIANO
BOOKING ON LINE
PER L’ARIA APERTA
di Eleonora Manfrini
ARRIVA IL PRIMO CENTRO ITALIANO
PER LA PRENOTAZIONE ON LINE
INTERAMENTE DEDICATO AL SETTORE
DEL TURISMO ALL’ARIA APERTA
S
ubito dopo il rinnovo a maggio
dell’accordo quadro tra Faita Federcamping e Creatiweb Srl arriva il primo portale di booking on line dedicato al turismo all’aria aperta.
Il progetto è stato pensato e realizzato dalla Web Agency Torinese Creatiweb Srl, leader da anni nel settore
del turismo all’aria aperta con i suoi
portali. Il network campeggi.com,
l’unico patrocinato dalla Faita FederCamping dal 2003, ha raggiunto nel
2007 oltre 4.000.000 di visitatori
consacrando l’indiscussa leadership
nel settore della promozione dei cam-
18
LA NUOVA
ESIGENZA NASCE
DALLA VALUTAZIONE
DEL RUOLO ASSUNTO
DA INTERNET
NELLA PROGRAMMAZIONE
TURISTICA
DELLE FAMIGLIE
peggi e villaggi Italiani sul Web.
L’esigenza del booking on line nasce
dalla valutazione del nuovo ruolo di
internet e degli strumenti web in un
settore che fino a poco tempo fa si
avvaleva di mezzi di comunicazione
prevalentemente cartacei e fieristici. Come è ben noto internet è divenuto in breve lo strumento di ricerca primario, il contenitore d’informazioni per eccellenza, anche nel settore turistico. Oggi assistiamo però
ad una nuova evoluzione: internet
deve essere la risposta non solo durante il processo di ricerca di mete di
vacanza, strutture e sistemazioni, ma
durante tutte le fasi di organizzazione del viaggio, dalla valutazione delle proposte alla scelta, dalla conferma al pagamento, fino alla generazione del voucher per il check-in.
Queste considerazioni riflettono un
processo già pienamente avviato nel
settore delle strutture alberghiere.
Esempio lampante sono portali come Expedia e Venere, che consentono agli utenti una selezione tra un’incredibile ventaglio di destinazioni e
di hotel. Ora anche il mercato del turismo open air è maturo per il grande
passo. I dati contenuti nel Rapporto
sul turismo all’aria aperta 2007, redatto dal Centro Italiano di Studi Superiori sul Turismo e sulla Promozione turistica ed edito da Faita Federcamping, rivelano l’immagine di un
settore che attraversa un periodo di
stasi nella domanda. Ed è qui che si
inserisce l’innovativo sistema del booking on line proprio per riportare il
marchio Faita e la visibilità dei campeggi associati a contatto con le migliaia di potenziali clienti che Internet offre. Proprio questi motivi la
CreatiWeb e la Faita hanno creato
un nuovo centro di prenotazione in
internet per campeggi e villaggi italiani. Il centro di prenotazioni sarà
presentato inizialmente su www.campeggio.it e www.campingitalia.it.
Successivamente sarà integrato su
numerosi portali italiani ed esteri. I
CAMPING MANAGEMENT :PRIMO PIANO
IN VACANZA FELICI
E CONNESSI
LA AITECH PROPONE CHIOSCHI
PER NAVIGARE IN INTERNET,
UN SERVIZIO ORMAI INDISPENSABILE
PER QUALSIASI CAMPING
L
a Faita ha da poco siglato una
convenzione con Aitech S.r.l.,
società padovana specializzata
nella progettazione e nella produzione di chioschi interattivi professionali concepiti per l’erogazione di servizi di navigazione internet riservati
alle strutture ricettive. L’accordo intende garantire alle imprese associate alla Faita l’acquisto dei prodotti e
servizi per l’accesso e l’utilizzo della
rete informatica nei camping a prezzi particolarmente vantaggiosi rispetto ad altri produttori di apparecchiature simili.
Si tratta, come è facilmente intuibile, di una interessante opportunità
per assicurare un servizio ormai indispensabile alla propria clientela, con
una ottima prospettiva di ricavi aggiuntivi, in grado di ripagare l’investimento in pochi mesi.
La postazione pubblica per la navigazione non è alternativa alla rete
wi-fi, bensì la affianca e la completa, mettendo a disposizione tutte le
comodità del web anche agli ospiti delle strutture che non hanno un
computer portatile. In alcuni casi
può addirittura essere di più immediato utilizzo rispetto alla connessione wireless con computer proprio, grazie all’operatività non-stop
della macchina, in piena attività
per 24 ore su 24, e alla procedura
di registrazione estremamente
semplice.
Il nome della linea proposta è Vespucci.NetPoint, e i prodotti possono essere corredati di stampanti oltre che di lettori
di carte prepagate per
la navigazione in Internet. Quest’ultima
opzione è di particolare interesse per le
strutture ricettive, poiché consente di far funzionare le ricariche delle carte prepagate solo all’interno della struttura o del
gruppo di strutture che fanno capo un singolo gestore, contribuendo così alla fidelizzazione
della clientela.
I prodotti Aitech si distinguono per gradevolezza del design
e per la robustezza. Le workstation interattive sono studiate
per sopportare senza problemi
un uso massiccio ed intensivo da parte di più persone;
sono dunque in grado di
sopportare senza con-
seguenze manovre non corrette da
parte degli utilizzatori meno esperti.
Appositi accorgimenti consentono
infine ai chioschi di Aitech di funzionare anche a temperature ambientali limite (da -15 a + 40 gradi) e in
ambienti saturi di salsedine, quali
strutture ricettive fronte-mare, con
una notevole resistenza agli agenti
atmosferici. I
19
CAMPING MANAGEMENT :RUBRICA FISCALE
IVA AL 9%
ANCHE PER I CAMPING
SENZA LICENZA
di Maurizio Fantaccione
AI FINI DELL’APPLICAZIONE
DELL’ALIQUOTA CONTA IL TIPO
DI ATTIVITÀ SVOLTA IN CONCRETO
Dec. n. 6444 del 15 giugno 1990
(dep. il 10 ottobre 1990) della
Comm. trib. centr., Sez. XVI - Pres.
Longo, Rel. Di Giambattista Iva Attività - Di campeggio - Mancanza della licenza - Aliquota - Misura
ridotta (9%) - Legittimità - Sussiste - Tabella A, D.P.R. 26 ottobre
1972, n. 633
Massima - Ai fini dell’applicazione
dell’aliquota Iva, a nulla rileva che
l’attività (di campeggio) sia svolta
senza licenza, in quanto occorre avere riguardo all’attività svolta in concreto.
Fatto - Con processo verbale redatto il 21 ottobre 1981, la Polizia tributaria di (...) segnalava l’esistenza
della ditta individuale S.A. avente
per oggetto la gestione di un complesso ricettivo all’aperto su terreno
demaniale, non autorizzato dall’Autorità competente ma funzionante su
un terreno esteso mq. 800, interamente recintato e completo di impianti elettrici e di servizi igienici. La
Polizia dichiarava che il «camping»
era funzionante dal 1975.
L’Ufficio IVA di (...), sulla base di tale rilievo, emetteva separati avvisi di
accertamento relativi agli anni 1975,
1976, 1977 e 1978, tutti notificati il
9 dicembre 1981.
L’interessato proponeva separati ricorsi deducendo che:
1) il terreno era stato recintato solo
nell’agosto del 1979 e che i servizi
erano stati realizzati in anni diversi
secondo le necessità familiari;
2) solo nel 1979 una piccola parte
del terreno era stata utilizzata per
ospitare, gratuitamente, per una
quindicina di giorni un gruppo di
amici e conoscenti;
3) il processo verbale della Guardia
di finanza era stato redatto senza contraddittorio;
4) le tariffe in base ai quali era stato
calcolato il valore imponibile erano
eccessivamente alte;
5) in ogni caso, l’aliquota applicabile doveva essere del 9 per cento e
non del 12 per cento.
La Commissione di primo grado, con
apposita ordinanza, disponeva che,
attraverso un’ispezione nei pubblici
uffici e presso gli Enti fornitori di servizi (acqua, luce, gas), la Polizia tributaria accertasse se il complesso turistico fosse effettivamente funzionante dal 1975.
La stessa Commissione, Sezione IX,
con decisioni 17 settembre 1983 n.
60 (relativa al biennio 1975-76) e 12
novembre 1983 n. 118 (relativa al
biennio 1977-78), valutate le prove
acquisite, riteneva dimostrato che
l’attività del campeggio fosse sussistente dal 1975 e accoglieva i ricorsi soltanto per la parte relativa alle
aliquote d’imposta, che determinava
nel 6 per cento (anziché 9 per cento) nel primo periodo e nel 9 per
cento (anziché 14 per cento) per il
secondo.
Entrambe le decisioni venivano ap-
pellate sia dall’Ufficio sia dal contribuente.
L’Ufficio sosteneva che la riduzione
delle aliquote non era legittima, in
quanto l’attività era stata svolta senza licenza e, quindi, aveva concretato normali prestazioni di servizio, necessariamente assoggettabili all’aliquota ordinaria.
Il contribuente insisteva nella tesi secondo la quale l’attività non era stata svolta, negli anni considerati e all’uopo contestava l’interpretazione
data dal giudice ai consumi di acqua,
la cui quantità, a suo avviso, era quella necessaria per gli usi domestici e
per l’attività agricola esercitata. Faceva presente che per gli accertamenti relativi agli anni 1979 e 1980 aveva definito la controversia con domanda di condono; non aveva presentato analoga domanda per gli anni 1975-78, in quanto l’attività non
era stata svolta e confidava nella giustizia. Segnalava che l’esercizio dell’attività di campeggio era stato accertato per la prima volta dai vigili
urbani il 13 agosto 1980.
La Commissione di secondo grado,
riuniti i ricorsi, li respingeva ed entrambe le parti impugnavano la decisione davanti a questa Commissione centrale, ognuna insistendo nelle considerazioni formulate nel giudizio di appello.
Diritto - Il ricorso dell’Ufficio, secondo il quale non sarebbe applicabile la riduzione delle aliquote IVA
prevista dalla parte III della Tabella
A allegata al D.P.R. 26 ottobre 1972,
n. 633 in quanto l’attività esplicata
(prestazioni in parchi di campeggio)
è stata svolta abusivamente, non può
essere accolto.
21
CAMPING MANAGEMENT :RUBRICA FISCALE
di M.F.
NEI CAMPING LE AREE SCOPERTE
CONCORRONO A DETERMINARE IL VALORE
COMPLESSIVO DELL’IMMOBILE?
Ris. n. 126/E del 3 aprile 2008 - Agenzia delle Entrate – Dir. normativa e contenzioso Iva – Imposta di registro – Valore normale degli immobili – Attività di campeggio - Aree verdi attrezzate usate come parcheggio
per auto, camper e roulotte – Corretta interpretazione
art. 35, comma 10–quater, del D.L. 4 luglio 2006, n.
223, convertito, con modificazioni, dalla L. 4 agosto
2006, n. 248 – Istanza di interpello ex art. 11 della L.
27 luglio 2000, n. 212
Interpello articolo 11, legge 27 luglio 2000, n. 212, n –
Corretta interpretazione dell’articolo 35, comma 10-quater, del decreto-legge n. 223 del 2006
Con l’interpello specificato in oggetto, concernente la
corretta interpretazione dell’articolo 35, comma 10-quater, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito,
con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, successivamente integrato e modificato dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), è stato esposto
il seguente
Quesito
La Federazione istante prospetta l’ipotesi che una società esercente l’attività di campeggio affitti ad un’altra società la propria azienda, nella quale risulti compreso, come tipicamente accade per le aziende operanti nel settore, «un immobile di categoria D8 (campeggio), costituito da: un’area verde attrezzata per lo stazionamento di auto, camper, caravan e tende mobili; un complesso di impianti tecnici per la fornitura dei servizi di prima necessità ai clienti (acqua, luce, gas e fognature); un complesso di fabbricati privi di autonoma individuazione catastale, adibiti a reception, uffici amministrativi, servizi igienici, centrali termiche, lavanderia, deposito, ecc».
In merito, l’istante chiede di sapere se l’articolo 35, comma 10-quater, del decreto-legge n. 223 del 2006, nella
parte in cui menziona il valore normale dei fabbricati quale parametro comparativo per l’individuazione del trattamento fiscale applicabile all’affitto di azienda, debba
intendersi riferito «anche al valore delle aree scoperte,
utilizzate per consentire lo stazionamento degli autoveicoli (camper, caravan, roulottes) e delle tende, nonché
per fornire tutti i servizi necessari ad un confortevole soggiorno dei clienti ospitati».
Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente
L’istante ritiene che il raffronto tra il valore aziendale e
22
quello dei fabbricati previsto dall’articolo 35, comma 10quater, del decreto-legge n. 223 del 2006, non possa riguardare il valore delle aree scoperte adibite all’attività
di campeggio, in quanto la disposizione in argomento è
riferita esclusivamente ai fabbricati.
Parere dell’agenzia delle entrate
Si osserva preliminarmente che l’istanza è inammissibile e non può essere trattata alla stregua di un interpello,
ai sensi dell’articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212,
poiché priva dei requisiti previsti dall’articolo 3, comma
1, lettera b), del decreto 26 aprile 2001, n. 209, in quanto la fattispecie prospettata dall’istante non è direttamente riferibile ad un caso concreto e personale, come risulta dal tenore generico e impersonale dell’istanza.
Cionondimeno, si reputa opportuno esaminare nel merito la questione prospettata, rappresentando che il seguente parere rientra nell’attività di consulenza giuridica, svolta secondo le modalità illustrate con la circolare
dell’Agenzia delle Entrate 18 maggio 2000, n. 99.
Atteso ciò, in riferimento all’istanza in trattazione si ritiene opportuno, preliminarmente, richiamare l’articolo
35, comma 10-quater, del decreto-legge n. 223 del 2006,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006,
n. 248, successivamente integrato e modificato dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), in base
al quale: «Le disposizioni in materia di imposte indirette
previste per la locazione di fabbricati si applicano, se meno favorevoli, anche per l’affitto di aziende il cui valore
complessivo sia costituito, per più del 50 per cento, dal
valore normale di fabbricati, determinato ai sensi dell’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 633».
La predetta norma ha la funzione di evitare manovre elusive ed opera limitatamente all’ipotesi in cui il valore
complessivo dell’azienda sia costituito in prevalenza dal
valore normale di fabbricati strumentali che, ai sensi dell’articolo 10, comma 1, n. 8), del DPR 26 ottobre 1972,
n. 633, per le loro caratteristiche non sono suscettibili di
diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni (v. Circolari 4 agosto 2006, n. 27 e 1 marzo 2007, n. 12).
Pertanto, al fine di stabilire se nel raffronto tra il valore
dell’azienda e quello dei fabbricati strumentali che la compongono rilevi anche il valore delle aree attrezzate ad uso
campeggio, si rende necessario, preventivamente, verificare se alla locazione di dette aree sia applicabile la disciplina prevista per gli immobili strumentali dall’articolo 10, comma 1, n. 8), del DPR n. 633 del 1972 e 40, com-
Invero, ritiene il Collegio che oggetto dell’imposta sia l’attività imprenditoriale oggettivamente considerata, indipendentemente dalla sussistenza delle autorizzazioni o licenze
previste da norme diverse da quelle
tributarie. In altri termini, la circostanza che - come si esprime l’Ufficio - le prestazioni rese dal contribuente non potessero definirsi «regolare attività di campeggio», non
può avere alcun rilievo ai fini fiscali, in mancanza di una disposizione
normativa che disponga in tal senso;
quel che rileva è solo che veniva co-
munque svolta una «attività di campeggio», rilevante ai fini dell’applicazione dell’IVA, con la naturale
conseguenza che l’aliquota va stabilita nella misura prevista dalla legge.
Anche il ricorso del contribuente va
respinto.
Il giudice di primo grado, infatti, si è
dato carico di acquisire apposita documentazione finalizzata a confrontare l’entità dei consumi (acqua, luce, gas) verificatisi nel campeggio negli anni in cui l’interessato afferma
di non avere svolto l’attività assoggettata ad imposta con quella dei
ma 1-bis, del DPR n. 131 del 1986.
In merito si osserva che il criterio per distinguere gli immobili abitativi da quelli strumentali si fonda sulla classificazione catastale dei fabbricati, indipendentemente dal
loro utilizzo (v. Circolare 21 luglio 1989, n. 36- parte 11).
Il suddetto criterio oggettivo, fondato, si ripete, sulla classificazione catastale degli immobili, è stato adottato – anche successivamente all’entrata in vigore del decreto-legge n. 223 del 2006 - per distinguere gli immobili abitativi dagli immobili strumentali.
Infatti, le nuove disposizioni adottate dal decreto-legge
n. 223 del 2006 mutuano dalla previgente formulazione
dell’articolo 10, comma 1, n. 8), del DPR n. 633 del 1972,
la definizione riferita agli immobili diversi da quelli abitativi, individuandoli nei fabbricati strumentali che per
le loro caratteristiche non sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni (v. Circolare 4 agosto 2006, n. 27).
In applicazione del predetto criterio, la Circolare 16 novembre 2006, n. 33, ha precisato che tra gli immobili strumentali interessati dalle disposizioni introdotte dall’articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006 vi rientrano
quelli identificati nelle categorie catastali C, D, E ed A10.
Si rappresenta, inoltre, che nel paragrafo n. 6 della richiamata Circolare n. 12 del 2007 sono state fornite ulteriori precisazioni in merito al criterio da adoperare per
l’individuazione degli immobili strumentali.
In particolare, in quella sede è stata esaminata la fattispecie della «Locazione di aree attrezzate con sovrastante impianto di lavaggio classificate nella categoria catastale D7», che può considerarsi analoga a quella della locazione di aree attrezzate per il campeggio, in quanto entrambe le predette aree sono caratterizzate dal fatto che
sulle stesse di solito insistono strutture leggere ed attrezzature mobili, ma non dei veri e propri fabbricati.
Con riferimento alla suddetta fattispecie, la scrivente ha
ritenuto che «Anche per gli immobili caratterizzati da
una particolare complessità tipologica risultano validi i
criteri forniti con la circolare n. 27 del 2006, secondo cui
sono assoggettati alla disciplina fiscale prevista per gli im-
consumi relativi agli anni successivi,
per i quali lo svolgimento dell’attività non è contestato.
Lo stesso giudice di primo grado e
quello di appello, vagliata tale documentazione, l’hanno ritenuta idonea
a costituire una riprova dell’accertamento effettuato dall’Ufficio e questa Commissione centrale non ha
motivo alcuno per andare in diverso
avviso.
P.Q.M. - Respinge i ricorsi dell’Ufficio e del contribuente e, per l’effetto,
conferma la decisione impugnata. I
mobili strumentali le unità immobiliari classificate nelle
categorie catastali B, C, D, E, concernenti, rispettivamente (…) immobili a destinazione speciale: gruppo D».
In virtù delle considerazioni che precedono, nella circolare n. 12 del 2007 si è concluso affermando che sia le
aree attrezzate con sovrastante impianto di lavaggio (classificate nella categoria catastale D7), sia quelle dotate di
attrezzature semplici (classificate nella categoria catastale C3), sono da considerare in ogni caso immobili strumentali rilevanti ai fini dell’applicazione dell’articolo 10,
n. 8), del DPR n. 633 del 1972, come modificato dall’articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006.
Alla luce di quanto precede, stante l’evidente similitudine tra la fattispecie analizzata dalla circolare n. 12 del
2007 e quella oggetto della presente istanza, e la necessità di evitare (in aderenza alla ratio legis) comportamenti elusivi, anche nel caso rappresentato con l’istanza in
trattazione deve pervenirsi ad analoga conclusione e ritenere, quindi, che le aree attrezzate a campeggio, se classificate nella categoria catastale D8 unitamente agli altri immobili che compongono, vanno considerate in modo unitario ed inscindibile, in quanto costituiscono un
solo complesso immobiliare a destinazione speciale, non
suscettibile di destinazione diversa senza radicali trasformazioni (v. Circolare 14 marzo 1992, n. 5), la cui locazione è soggetta alla disciplina prevista dall’articolo 10,
comma 1, n. 8), del DPR n. 633 del 1972, per la locazione di fabbricati strumentali.
Ne consegue che ai fini della comparazione da effettuarsi in base all’articolo 35, comma 10-quater, del decretolegge n. 223 del 2006, tra il valore dell’azienda e quello
dei fabbricati strumentali che la compongono, rilevano
tutti gli immobili classificati nelle categorie catastali B,
C, D, E ed A10, e che quindi va complessivamente considerato non solo il valore dei fabbricati facenti parte di
un campeggio, ma anche quello delle aree attrezzate destinate alla stessa attività.
Le Direzioni Regionali vigileranno affinché i principi
enunciati nella presente risoluzione vengano applicati
con uniformità.
23
CAMPING MANAGEMENT :FAITA INFORMA
RESTYLING
PER IL SITO DELLA FAITA
di Eleonora Manfrini
IN ARRIVO NUOVI SERVIZI
PER GLI ASSOCIATI E MIGLIORE
NAVIGABILITÀ PER I MENO ESPERTI
L
a Faita FederCamping si presenterà a breve con il proprio
sito internet - www.faita.it completamente rinnovato non solo
dal punto di vista grafico ma anche
dell’ “usabilità”, con una migliore navigabilità e facilità di reperimento
dei contenuti. Il recente accordo tra
Faita FederCamping e Creatiweb Srl,
siglato nel Maggio 2008, ha confermato ancora una volta Creatiweb co-
me partner tecnologico e strategico
di Faita FederCamping. La web agency torinese, supportata da un team di
professionisti altamente competente
nel settore del turismo all’aria aperta, gestirà in prima persona, le necessità informatiche e gli aspetti Web di
Faita e delle associazioni regionali.
Primo obiettivo di Creatiweb è stato appunto il restyling del sito internet ufficiale www.faita.it
PREVISTA UNA SEZIONE DEDICATA
ALLE NEWS E AGLI EVENTI, PER DIVULGARE
CON FACILITÀ INFORMAZIONI, NOTIZIE
E NOVITÀ RIGUARDANTI IL SETTORE.
Fiore all’occhiello del portale sarà la
validazione W3C, che indica l’accessibilità web di un portale. Ciò significa che www.faita.it potrà essere consultato senza difficoltà anche dagli
utenti diversamente abili o non particolarmente esperti nella navigazione internet; inoltre tale “marchio”
giova anche al posizionamento del
sito nella rete, assicurando una più
veloce e duratura indicizzazione dei
contenuti. Le novità tuttavia non si
fermano qui. Il nuovo portale della
Faita metterà a disposizione degli associati una serie di servizi utili e interattivi, primo fra tutti un forum che
assicurerà una comunicazione rapida
ed efficace tra la Faita nazionale, gli
associati e le strutture periferiche dell’organizzazione.
Sarà anche presente una sezione dedicata alle news e agli eventi, attraverso la quale potranno essere divulgate con facilità informazioni, notizie e novità riguardanti il settore.
Faita.it avrà inoltre un’area dedicata alla pubblicazione delle circolari,
avvisi e bandi (Faita Start) oltre ad
una sezione riservata alle convenzioni stipulate con le altre aziende partner. Insomma la
Federazione delle
associazioni italiane dei complessi
turistico-ricettivo
all’aria aperta si
presenterà con un
sito web moderno,
perfettamente linea
con le attuali esigenze di operatori abituati a muoversi in un settore sempre più dinamico. Un portale completamente rinnovato e ricco di nuove funzionalità
quindi, quello che Faita, con il prezioso supporto di Creatiweb, si appresta a pubblicare online. I
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CAMPING MANAGEMENT :FAITA INFORMA
NOTIZIE
DALLE REGIONI
E DALLA FEDERAZIONE
SARDEGNA,
ASSEMBLEA REGIONALE
Il 28 e 29 maggio si è svolta l’assemblea regionale di Faita FederCamping
Sardegna. L’incontro è stato indetto
per consentire agli imprenditori
un’analisi dei problemi che affliggono l’open air sardo. Gli operatori si
sono confrontati per cercare di elaborare una strategia comune e per dare una risposta a questioni centrali
quali il posizionamento delle case
mobili nelle rispettive strutture.
PRESENTATI I RISULTATI
DELLA PROMOZIONE
TURISTICA IN TOSCANA
Il 23 maggio Faita FederCamping
della Toscana ha presentato a Firenze presso l’Hotel Villa Medici l’indagine sulle azioni e i risultati conseguiti dalla promozione turistica in
ambito regionale nel 2008. La ricerca è stata realizzata dalla società Mercury diretta dal professor Emilio Becheri. Per ulteriori informazioni sui
contenuti della ricerca è possibile inviare una mail a: [email protected].
bile in formato Pdf dall’area riservata del sito federale (www.faita.it), oppure se ne può richiedere una copia
cartacea alla Federazione (via Properzio, 5 - 00193 Roma – mail: [email protected]). La seconda parte della
sintesi del rapporto è pubblicata anche in questo numero di Camping management. Tra i dati più significativi:
8 milioni di ospiti e 63 milioni di presenze in 2500 strutture, che mettono
a disposizione un milione e 350 mila
posti letto per giorno. Il rapporto è
stato coordinato dalle ricercatrici Stefania Berardi e Maria Stella Minuti.
GLI ACCORDI
COMMERCIALI PER LA
NUOVA STAGIONE
Con l’apertura della nuova stagione
la Federazione rammenta alcuni degli accordi commerciali più importanti attualmente in vigore e utilizzabili dagli associati:
O Multiutility, forniture di energia
elettrica per le imprese
O Algida, gelati e cibi surgelati
O Lozzi & Rossi, guide turistiche e
prodotti editoriali promozionali
per il turismo all’aria aperta
O Aitech, fornitura di terminali telematici internet ognitempo
O Creatiweb Srl, a cui fa capo il network www.campeggi.com per la
promozione in internet del settore campeggi e villaggi turistici.
Per maggiori informazioni sugli accordi stipulati è a disposizione la segreteria Nazionale.
IL RAPPORTO FAITA 2008
È SCARICABILE DAL SITO PUBBLICATO IL QUINTO
Il Rapporto sul turismo all’aria aper- NUMERO DI CAMPING
ta, realizzato da Faita FederCamping MANAGEMENT
e curato dal professor Stefano Poeta,
direttore del Cst di Assisi, è scarica-
26
mero della rivista, completamente gratuita, pubblicata dalla nostra Federazione. Come anticipato con l’editoriale del numero
inaugurale questo strumento vuole essere innanzitutto un servizio
per l’intero settore, un luogo in
cui esporre istanze e problemi
della categoria e col quale istaurare un dialogo con le istituzioni e le organizzazioni di categoria. Per questo motivo è importante, anzi fondamentale, il contributo di tutti.
Quello che state leggendo in
questo momento è il quinto nu-
La redazione e la direzione di
Camping Management sollecitano
pertanto i lettori a fornire suggerimenti e richieste per arricchire i contenuti e l’utilità del periodico.
Inoltre, coloro i quali non avessero
ancora ricevuto la pubblicazione, sono pregati di mettersi in contatto con
la segreteria nazionale al numero telefonico 0632111043 o inviare una
mail a: [email protected]; provvederemo immediatamente ad inserire il
nominativo nell’indirizzario e ad inviare gratuitamente e regolarmente
Camping Management.
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