Il paziente ha un sospetto sanguinamento del tratto
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Il paziente ha un sospetto sanguinamento del tratto
Il paziente ha un sospetto sanguinamento del tratto intermedio e la videocapsula è negativa che fare se... CHE FARE SE... Clelia MARMO, UOC Fisiopatologia Chirurgica Apparato Digerente, AOU S.U.N. - Napoli Riccardo MARMO, ASL Salerno, UOC Gastroenterologia PO Polla SCENARI CLINICI Il signor A.S. di 70 anni, portatore di fibrillazione atriale non-valvolare, insufficienza cardiaca e diabete mellito; da circa un anno segue terapia con dabigatran. Da due mesi riferisce insorgenza di dispnea dopo sforzi di modesta entità. All’esame emocromocitometrico ed agli esami ematochimici si evidenzia un valore di emoglobina di 9.6 gr/dl, una sideremia di 6 microgrammi/dl ed un valore di ferritinemia di 8 nanogrammi/mL. La ricerca di sangue occulto fecale risulta positiva. Il signor I.A. di 65 anni è stato sottoposto sei mesi fa a posizionamento di stent coronarico medicato per cardiopatia ischemica, da allora segue terapia con doppia anti aggregazione. Da circa un mese ha notato all’evacuazione feci scure. All’esame emocromocitometrico ed agli esami ematochimici è stato rilevato un valore di emoglobina di 8.4 gr/dl, una sideremia di 12 microgrammi/dl ed un valore di ferritinemia di 16 nanogrammi/mL. In entrambi i casi è stata effettuata un’Esofago Gastro Duodeno Scopia (EGDS) ed una Colonscopia (RSCS) che non hanno riscontrato cause di sanguinamento. L’enteroscopia con video capsula (VCE) è risultata negativa. Si stima che il piccolo intestino sia la sede di sanguinamento gastro intestinale nel 5-10 % dei casi. La VCE rappresenta la procedura diagnostica di prima scelta in caso di emorragia digestiva dopo aver eseguito lo studio del tratto digestivo alto e basso con un’esplorazione endoscopica accurata e completa; in tale circostanza si può ipotizzare che il tratto intermedio sia la sede di insorgenza [1,2,3]. L’emorragia dal tratto intermedio può essere manifesta, per la presenza melena/enterorragia, od occulta, quando essa provoca perdita ematica rilevabile con la positività alla ricerca del sangue occulto nelle feci Le cause più frequenti di emorragia del piccolo intestino sono rappresentate da lesioni vascolari, ulcerazioni/erosioni e neoplasie. La probabilità di risultato negativo alla VCE è differente nelle forme manifeste (8%) rispetto a quelle occulte (33%) [4]. Questo dato non è sempre confermato in letteratura per l’eterogenea composizione delle casistiche riportate. Infatti le comorbidità dei pazienti risultano essere differenti per prevalenza e tipologia, sono diversi anche i fattori di rischio di sanguinamento dal tratto intermedio (terapia farmacologica in atto, anamnesi positiva per pregresso sanguinamento, etc.), inoltre non vi è uniformità sulla strategia diagnostica e terapeutica adottata prima dell’esecuzione della VCE. Nelle forme manifeste il guadagno diagnostico decresce con il passare del tempo tra il momento dell’episodio emorragico e l’esecuzione dell’esame, l’esame dovrebbe essere eseguito quanto prima possibile e comunque non oltre 14 giorni dall’episodio indice[4]. Soprattutto in queste forme in cui la probabilità di un risultato negativo passa dal 30% se l’esame viene eseguito nelle prime due settimane all’ 80% se viene eseguito dopo due mesi (Tabella 1) Sia nell’emorragia manifesta che nella non manifesta la negatività alla VCE non esclude in maniera categorica che la fonte del sanguinamento provenga dal piccolo intestino; in entrambi i casi una parte di pazienti risanguinerà nel tempo. Dopo un tempo medio di osservazione che va dai 12 ai 32 mesi dall’esecuzione della VCE, una percentuale variabile tra il 25 ed il 30 % dei pazienti manifesterà un risanguinamento [5]. La probabilità di avere uno o più episodi di risanguinamento è GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ SETTEMBRE 2016 45 Tabella 1 - Probabilità di positività / negatività dell’enteroscopia con video capsula in rapporto al tempo di sanguinamento Positiva Sospetta Negativa Manifesta pregressa TOT (n = 31) 4 (12.9) 5 (16.1) 22 (71.0) 10–14 giorni (n = 3) 2 (66.6) 0 (0.0) 1 (33.3) 3–4 settimane (n = 3) 1 (33.3) 2 (66.6) 0 (0.0) 2–3 mesi (n = 9) 0 (0.0) 2 (22.2) 7 (77.8) 4–6 mesi (n = 11) 1 (9.1) 0 (0.0) 10 (90.9) 7–12 mesi (n = 5) 0 (0.0) 1 (20.0) 4 (80.0) Adattata da Pennazio M et al. Gastroenterology 2004 più alta nei pazienti con sanguinamento manifesto che in quelli con sanguinamento occulto [6]. Nell’esperienza italiana, Riccioni M. et al [7] ha documentato che la recidiva emorragica o la persistenza dell’anemia interessano il 16% (34/207) dei pazienti in un tempo mediano di osservazione di 24 mesi. Successivamente alla prima osservazione, per nuovo episodio di sanguinamento manifesto, in un paziente è stata posta diagnosi di diverticolo di Meckel ed in un secondo neoplasia gastro intestinale stromale a prevalente sviluppo extra luminale. Nei 32 pazienti inizialmente osservati per positività al sangue occulto, nei controlli successivi, in 9 l’anemia è risultata essere causata da patologie esterne al tratto gastrointestinale ed in 10 pazienti la motivazione è risultata essere all’interno del tratto digestivo esplorabile con l’endoscopia digestiva tradizionale (EGDS e RSCS). Nei rimanenti 13 la causa non è stata individuata. Simile esperienza è stata riportata da altri autori nella letteratura internazionale. In uno studio asiatico tre di 51 pazienti con VCE negativa è stata successivamente posta diagnosi di diverticolo del tenue distale, ulcerazione dell’ileo distale da linfoma e angiodisplasia del digiuno [8]. In un altro studio europeo in 5 di 39 pazienti (7.4%) dopo una prima VCE negativa è stata definita la causa del sanguinamento: in tre di essi la causa (in due angiodisplasia dell’ascendente ed in uno cancro del colon) era fuori dal piccolo intestino ed in due era presente malattia celiaca. Queste cinque diagnosi sono state raggiunte dopo aver eseguito ulteriori 44 nuove endoscopie del tratto alto, 36 46 colonscopie, scintigrafie con emazie marcate, sei ulteriori enteroscopie con video capsula colon [5]. Nella serie di pazienti presentata da Ji-Beom Kim et al., su 60 pazienti negativi all’enteroscopia, in 24 mesi di osservazione, 16 hanno risanguinato. Di questi in 5 è stata successivamente posta la diagnosi di angiodisplasia del piccolo intestino, ulcerazione digiunale, diverticolo ileale ed ulcera gastrica; negli altri 11 pazienti la causa è rimasta non definita nonostante un intenso programma di indagini condotto con la ripetizione di EGDS, RSCS, enteroscopia con doppio pallone, entero TC, Meckel scan, scintigrafia con emazie marcate ed angiografia [9]. Il rischio di risanguinamento aumenta nei pazienti che necessitano di anticoagulanti, anti aggreganti, anti infiammatori, portatori di insufficienza renale cronica, malattia epatica cronica, cardiopatia valvolare o ischemica. Una revisione sistematica della letteratura ha permesso di identificare 18 lavori che hanno valutato il rischio di risanguinamento o persistenza di anemia (Tabella 2) utilizzando come gold standard il risanguinamento nel tempo o l’identificazione di patologie nel piccolo intestino a seguito di ulteriori esami svolti nel tempo. L’aggregazione dei dati dei lavori ha permesso di misurare la performance diagnostica dell’enteroscopia in 1175 pazienti che sono risultati negativi al primo esame; di essi 135 possono essere considerati come falsi negativi alla prima osservazione. Il valore predittivo negativo, pesato per la dimensione campionaria, è risultato essere del 90 % (L.C.95% 92,1 – 87,6). Le principali patologie che causano sanguinamento dal tratto intermedio, GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ SETTEMBRE 2016 tivi alla VCE, la lesione responsabile del sanguinamento può trovarsi nei tratti raggiungibili con l’endoscopia tradizionale. Nei centri di riferimento che eseguono l’enteroscopia con video capsula per pazienti provenienti da altre realtà, la scelta di ripetere EGDS e RSCS non è costo efficacia seppure presso di essi il rischio di mancare una lesione che si trova nei tratti raggiungibili con l’endoscopia tradizionale è inferiore agli altri: 2/174 (1.1%) centro di riferimento vs 9/143 (6.3%) dei centri invianti p<0.03[12]. In caso di esame negativo alla VCE è consigliabile un follow-up attento, rimandando l’esecuzione di una nuova enteroscopia, da eseguire quanto prima possibile, in occasione di un nuovo evento emorragico manifesto. Le cause di una reale mancata identificazione di lesioni responsabili del sanguinamento dal pic- che fare se... ma non vengono identificate sono state le lesioni vascolari seguite dalle lesioni ulcerative. Tutte queste considerazioni fanno ritenere che dopo una VCE negativa la prognosi è favorevole. Esiste un rischio generico ed infrequente di non identificare una lesione neoplastica quale linfoma, carcinoma, carcinoide, GIST neoplasia secondaria. Tuttora non disponiamo di sintomi o segni clinici che ci permettano di sospettare la presenza di una lesione neoplastica in fase iniziale nel piccolo intestino. In tale sottogruppo il valore predittivo negativo della VCE è del 97.6 % [10]; questo valore è analogo a quello dell’endoscopia tradizionale nel rischio di mancare di identificare le lesioni neoplastiche del tubo digerente alto o basso. Inoltre la VCE ha una capacità diagnostica superiore alle altre metodiche alternative [11]. La letteratura ha documentato che nei pazienti nega- Tabella 2 - Frequenza di falsi e veri negativi all’enteroscopia con video capsula definiti sulla base di recidiva emorragica nel tempo Autore Falsi negativi Veri negativi Rivista anno pubblicazione Riccioni ME 23 181 World J Gastroenterol 2013 Macdonald J 2 16 Gastrointest Endosc 2008 Min YW 11 103 Endoscopy 2014 Kim JB 5 55 J Gastroenterol Hepatol. 2013 Cúrdia Gonçalves T 5 63 Eur J Gastroenterol Hepatol 2014 Tan W 16 101 J Dig Dis. 2015 Matsumura T 13 141 Digestive Endoscopy 2014 Koh SJ 12 39 World J Gastroenterol 2013 Ribeiro I 15 79 Rev Esp Enferm Dig 2015. Magalhães-Costa P 10 103 World J Gastrointest Endosc 2015 Park JJ 10 18 Gastrointest Endosc 2010 Larry H Lai 1 17 Am J Gastroenterol. 2006 Delvaux M 0 17 Endoscopy 2004 Laine L 4 42 Gastroenterology 2010 Lorenceau-Savale C 1 12 Gastroenterol Clin Biol. 2010 Saurin JC 2 14 Endoscopy 2005 Neu B 4 14 Am J Gastroenterol. 2005 GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ SETTEMBRE 2016 47 colo intestino possono essere molteplici: mancata identificazione dell’immagine, rapido transito del tratto intestinale sede della lesione, presenza di bile o bolle, scarsa distensione delle pliche, inadeguata pulizia del piccolo intestino, incompleta esplorazione. Il ruolo dell’incompleta esplorazione come causa di mancata diagnosi è stato indagato e l’utilizzo di pro cinetici, pur aumentando la frequenza di esplorazione completa, non ha determinato un aumento del guadagno diagnostico [13]. Il miglioramento tecnologico, con la disponibilità di device che permettono una registrazione superiore alle 9 ore, ha contenuto questo limite. Ottenere un’adeguata pulizia del piccolo intestino rappresenta invece un obiettivo da raggiungere. Il numero dei pazienti con video capsula negativa si riduce dal 46.3% al 37.5% se si utilizza un purgante prima dell’esame [14] p<0.002, questa differenza è probabilmente ancor più rilevante se il purgante è somministrato in modo frazionato. Per quanto non vi siano lavori che valutano il rischio di mancare lesioni rispetto alla velocità di scorrimento delle immagini, è opinione di esperti che l’identificazione di una lesione può poggiare su un numero ridotto di frame (1-2) e solo un’attenta e prudente lettura può evitare il rischio di mancare di identificare la lesione a volte solo parzialmente visualizzata. In sintesi prima di eseguire l’enteroscopia con video capsula bisogna analizzare attentamente il contesto clinico del paziente, valutare il tipo di sintomatologia (emorragia manifesta o occulta), valutare l’anamnesi oncologica del paziente, verificare che siano state escluse cause di anemia (celiachia, perdite ematica da altri organi in particolare nel sesso femminile), accertarsi che lo studio del tratto alto e basso sia stato completo e qualitativo, ricercare altri sintomi d’allarme quali dimagramento e/o episodi sub occlusivi. Inoltre bisogna somministrare un purgante, preferenzialmente in modo frazionato, per favorire una migliore visualizzazione della mucosa del tenue ed analizzare il filmato con prudenza e pazienza. Gli studi che hanno valutato il guadagno diagnostico con la ripetizione dell’enteroscopia sono pochissimi e di natura retrospettiva [15-16]. Swarta S. et al. su 26 pazienti sottoposti ad una seconda VCE dopo che la prima era risultata negativa hanno avuto un risultato positivo alla seconda indagine in 10 (38%) pazienti, in otto hanno rilevato la presenza di sangue nel piccolo intestino ed in due la presenza di ulcerazioni. In un altro studio Viazis N et al, in un arco temporale di 5 anni, hanno ripetuto l’esame con video 48 capsula in 76 pazienti ed in 37 (48.6%) l’esame è risultato positivo per lesioni del tratto digestivo. La diagnosi in assoluto più frequente è stata la presenza di angiodisplasia (27 pazienti) seguita da ulcerazioni (5 pazienti), polipi sanguinanti (3 pazienti) e neoplasia (2 pazienti). In uno dei due pazienti con neoplasia, la video capsula al primo esame non aveva raggiuto il cieco. Gli autori hanno identificato dei fattori a favore di una seconda VCE quali: presentazione inziale come emorragia manifesta, il passaggio dell’emorragia da occulta a manifesta e nella riduzione dell’emoglobina oltre 4 gr./l. In caso di negatività della VCE si deve definire un programma di correzione dell’anemia, si deve verificare l’appropriata prescrizione dei farmaci anticoagulanti o antiaggreganti consultando uno specialista di settore e bisogna iniziare un percorso di sorveglianza del paziente nel tempo. In caso di recidiva emorragica manifesta si pratichi quanto prima possibile l’enteroscopia con video capsula. In caso di emorragia oscura occulta, se persiste l’anemia, si proceda con un ulteriore studio del tratto alto e basso avendo rispetto delle regola di qualità degli esami endoscopici, si estenda lo studio del tratto alto sino alla prima ansa digiunale ed in caso di colonscopia si esplori l’ileo terminale. Infatti il duodeno, il digiuno prossimale e l’ileo terminale rappresentano le sedi di maggior rischio di negatività dell’enteroscopia con video capsula [17], ma sono tuttavia raggiungibili dall’endoscopia tradizionale. Solo in caso di negatività degli esami tradizionali si potrà considerare l’opportunità di una seconda enteroscopia con videocapsula. Se oltre l’anemia e/o l’emorragia esistono ulteriori sintomi d’allarme quali sub occlusione e/o dimagramento si completi l’iter diagnostico con le altre procedure di imaging quali l’entero TC, l’entero RM o l’enteroscopia assistita da pallone. CORRISPONDENZA Dr. RICCARDO MARMO UOC Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASL Salerno PO Polla Via L.Curto - 84035, Polla (Sa) Tel. + 39 0975 373242 Fax + 39 0975 373284 E-mail: [email protected] GIORNALE ITALIANO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA ∙ SETTEMBRE 2016 In caso di emorragia digestiva presunta dal tratto intermedio e video capsula negativa attivarsi per correzione dell’anemia. In accordo con gli specialisti di settore sospendere, se possibile, farmaci anti coagulanti e/o anti aggreganti, anti infiammatori. Se sub occlusione intestinale e/o dimagrimento fare ricorso ad altre procedure di imaging: entero TC, entero RM, l’enteroscopia assistita. Attivare percorso di sorveglianza. Se recidiva emorragica: - ulteriore studio del tratto alto con esplorazione completa del duodeno e dove possibile sino al digiuno prossimale; - colonscopia di qualità sino al cieco con intubazione profonda dell’ileo terminale; - seconda enteroscopia con video capsula quanto prima possibile. Se presenti sintomi di sub occlusione e/o dimagramento si completi l’iter diagnostico con le altre procedure di imaging quali l’entero TC, l’entero RM o l’enteroscopia assistita. Bibliografia 1. Marmo R, Rotondano G, Piscopo R et. al. Meta-analysis: capsule enteroscopy vs. conventional modalities in diagnosis of small bowel diseases. Aliment Pharmacol Ther. 2005 1;22(7):595-604. 2. 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