maggio - giugno 2011 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
Transcript
maggio - giugno 2011 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (CONV. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986 GUARDIA D’ONORE Alberto Li Gobbi, Generale di Corpo d’Armata, Medaglia d’Oro al Valor Militare, Guardia d’Onore, ha raggiunto in cielo Aldo Li Gobbi, Medaglia d’Oro della Guerra di Liberazione maggio - giugno 2011 3 SOMMARIO pag. MAGGIO - GIUGNO 2011 Rivista bimestrale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Direzione: 00186 Roma - Via della Minerva, 20 Tel. 06.67.93.430 Fax. 06.69.92.54.84 Indirizzo Internet www.guardiadonorealpantheon.it E-mail dell’Istituto: [email protected] Cronaca delle Delegazioni 1 Prossimi eventi 20 Quote sociali 23 Firme di omaggio ai Re d’Italia 24 Ore di servizio 2010 24 Note Liete 29 Quattro passi nel tesseramento 30 Avvisi 32 Cultura 33 Libri 50 Nuovi iscritti 53 Oggettistica 58 Modulo di domanda d’iscrizione 60 Direttore Responsabile Ugo d’Atri Le lettere e gli articoli esprimono unicamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne la fonte, inviando all’Istituto una copia. Registrazione del Tribunale di Roma n.° 300/86 del 10-06-1986 Spedizione in abbonamento postale Del presente numero di 64 pagine sono state stampate 4500 copie Finito di stampare il 22/06/2011 Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l. www.co-art.it Prevista consegna alle poste il 24/06/2011 SOMMARIO La collaborazione del Direttore e dei soci è da sempre gratuita e mai può assumere la forma di lavoro dipendente o di collaborazione autonoma perché incompatibile con la natura volontaristica dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle reali Tombe del Pantheon, di cui la Rivista è organo. Fermo quanto precede, la direzione si riserva di ospitare, in attuazione all’art. 21 della Costituzione, interventi anche di non soci a titolo gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di apportare tagli e modifiche ritenute necessarie. Ogni collaborazione implica accettazione integrale e senza riserve di quanto precede. Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Ambrosini Francesco Atanasio Carlo Bindolini Ugo d’Atri Piero Fonsato Maria Lapis Salvatore La Lota Pietro Monticone Roberto Piazzini Elza Russo Giulio Vignoli GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 CRONACA DELLE DELEGAZIONI ASTI Domenica 03 aprile 2011 la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe al Pantheon si è recata ad Alba nel Monastero “Beata Margherita di Savoia” dove il cappellano delle GG. DD. OO. di Asti Don Luigi Binello ha celebrato una Santa Messa in onore della Beata Margherita fondatrice del Monastero. Il venerato corpo della Beata Margherita di Savoia Acaja, Marchesa del Monferrato, nata a Pinerolo nel giugno 1390 e morta ad Alba il 23 novembre 1464 si conserva incorrotto nella Chiesa del Convento in un’urna visibile da tutti i fedeli. La Beata Margherita, figlia di Amedeo di Savoia Acaja e di Caterina di Ginevra, signori del Piemonte, a 13 anni fu indotta per “ragioni di stato” a sposare il Marchese del Monferrato Teodoro il Paleologo della Casa Imperiale di Costantinopoli, già vedovo e con due figli. A 28 anni rimasta vedova andò ad Alba per condurvi, con un gruppo di dame che l’avevano seguita, una vita di preghiera e di carità come terziaria, rifiutando nuove nozze col Duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1445 fondò il Monastero Domenicano a lei intitolato nel quale si spense nel 1464. San Pio V nel 1566 ne permise il culto al Monastero di Alba e Clemente X nel 1671 lo estese a tutto l’ordine domenicano, fissandone la memoria il 27 novembre. Nell’iconografia è spesso rappresentata con tre frecce: esse rappresentano le malattie, le persecuzioni e le calunnie che essa generosamente accettò dal Signore; a volte compare anche un capriolo che richiama la sua eroica obbedienza. A seguito della ricognizione canonica iniziata il 4 dicembre 2001 il venerato corpo della Beata Margherita è stato fatto oggetto di restauro conservativo che si è concluso dopo un anno con opportuni interventi di specialisti. La fama di santità della Beata Margherita era molto estesa tanto da essere definita dai suoi biografi “Margherita di Savoia La Grande”. Alla Santa Messa, allietata dai canti sacri eseguiti GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 con sapiente maestria dalla Guardia d’Onore della Delegazione di Asti, la mezzo soprano Dott.ssa Paola Nebiolo, hanno partecipato anche le Suore di Clausura del convento oltre la grata di divisione come d’uso. Alla Celebrazione erano presenti: per la Delegazione di Savona il Conte Cornero Giuseppe capodelegazione, il Dott. Nolasco Ezio, l’Avv. Ruocco Daniele e il Rag. Taro Roberto Console di Norvegia a Savona. Il Delegato di Savona Pastorino Lorenzo, assente per malattia, ha mandato i suoi saluti. Per la Delegazione di Cuneo il Delegato Mineo Matteo, il Reggente Bruno Pietro, il Delegato della Val Maira e Valli limitrofe Bergia Walter e una quindicina tra guardie e accompagnatori. La Delegazione di Asti era presente con 80 persone al seguito guidate dal Cav. Triberti Giovanni. Hanno presenziato: il consigliere Ingrasci Franco, in rappresentanza del Sindaco di Asti, il Sindaco di Valfenera Dr. Lanfranco Paolo, il Consigliere Prof. Scaravelli Gaetano per il Comune di Reggiolo, dieci Assessori in rappresentan- Una rappresentanza delle Guardie d’Onore di Asti, Cuneo e Savona ad Alba. 1 za di Comuni di Asti e Provincia, l’Ispettore Capo della Questura di Asti Lo Giudice Antonino, il Maresciallo Capo e vice Comandante dei Carabinieri di Montechiaro Dott. Pinna Alessandro, il Presidente regionale A. N. R. R. A. Traverso Adriano, il Presidente R. S. I. Sardi Giuseppe, il Presidente U. N. I. R. R. di Cuneo Viora Piero, il reduce di Russia Roffinella Angelo. La Guardia d’Onore Balestrino Pietro ha portato in chiesa un quadro raffigurante la Beata Margherita di Savoia (opera del ‘700) che è stato collocato davanti all’altare per la durata della Santa Messa in omaggio alla venerata di Casa Savoia. Il Delegato di Asti Cav. Giovanni Triberti ha ringraziato di cuore la Madre Badessa Suor Gemma Vero, Suor Teresina, Suor Agostina e tutte le suore del Monastero domenicano per la disponibilità dimostrata nel permettere alle Delegazioni di Asti, Cuneo e Savona lo svolgimento della celebrazione. È seguito un pranzo conviviale per i convenuti in una trattoria di Diano d’Alba. Guardie d’Onore presenti della delegazione di Asti con mantelli e 5 bandiere: Triberti Giovanni (delegato), Bussi Giancarlo (vice delegato), Caroli Luigi (segretario), Galeasso Giorgio, Berruti Marco, Tomasini Roberta, Bollito Piercarlo, Dezzani Osvaldo, Rustichelli Corrado, Agagliati Severino, Ciravegna Giorgio, Sardi Giuseppe, Bugnano Pier Giuseppe, Balestrino Pietro, Scrimaglio Nello, Malinouskaja Alena, Cognazzo Giovanni, Nebiolo Paola, Pellegrino Andrea, Gugliotta Valerio, Ghione Nello, Ingrasci Franco, Pinna Alessandro, Lo Giudice Antonino, Lanfranco Paolo, Bollito Federico, Gavazza Ivano, Scipioni Luca, Ponzone Andrea. Il 12 marzo 2011 di ritorno da Altacomba, dove la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore si era recata alla celebrazione in onore delle LL.AA.RR. Umberto II e Maria Josè, il Delegato Cav. Giovanni Triberti ha organizzato una raccolta di offerte in favore di Don Francesco, presente sul pullman tra i partecipanti, parroco di Cossombrato (At) e collaboratore del Vescovo di Asti. Il sacerdote è un prete indiano, proveniente da una zona poverissima dell’India, in cui la popolazione vive in condizioni di estrema indigenza. Egli devolve l’80% del magro stipendio che percepisce in Italia alla casa madre di provenienza, per cui è costretto a vivere in condizioni di difficoltà. Le Guardie d’Onore di Asti, hanno risposto come sempre con generosità, offrendo al sacerdote una cospicua somma per le sue necessità. 2 Il Delegato Cav. Giovanni Triberti ringrazia sentitamente le Guardie d’Onore e tutti coloro che hanno offerto il loro contributo a Don Francesco. Sabato 23 aprile 2011 la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore ha partecipato ai funerali del Delegato di Varese Dott. Giordano Manenti di Golasecca (Va). Era presente l’alfiere Federico Bollito con la bandiera delle Guardie d’Onore di Asti, listata a lutto. Il Delegato di Asti delle Guardie d’Onore Cav. Giovanni Triberti, porge alla famiglia del defunto e alla Delegazione di Varese le più sentite condoglianze per il grave lutto. BARI In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la Delegazione di Bari ed il Comune di Altamura hanno realizzato una cerimonia che ha visto la par- Le Guardie d’Onore Antonio Altavilla e Pamela Montillo. Le Guardie d’Onore Erriquez e Calia. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 bardo di Cumia, i delegati provinciali di Caserta, prof. Aldo Anzevino, e il delegato provinciale di Avellino, Augusto Genovese. CAMPOBASSO Le Guardie d’Onore De Robertis ed Abbattista (delegato). tecipazione di autorità civili e militari, oltreché di diverse Guardie d'Onore. Alla cerimonia è seguito un convegno e l'inaugurazione di una mostra sul Tricolore curata dalla G. d'O. prof. Erriquez. I rappresentanti della Giunta Comunale di Altamura si sono complimentati con le Guardie d'Onore per la riuscita della manifestazione. BENEVENTO Morcone, 29 aprile 2011 Si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso letterario istituito dalla delegazione beneventana e rivolto agli alunni della provincia di Benevento. In apertura il coro del locale liceo scientifico ha cantato l’inno a Carlo Alberto ovvero di Mameli seguito da altri canti risorgimentali. Dopo il saluto del prof. Mottola, dirigente scolastico, il prof. Ciro Romano, ispettore dell’Istituto, ha parlato sul tema: “La legalità, elemento fondamentale per la coscienza nazionale” e il cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri ha parlato sul tema: “L’eredità del Risorgimento”. Infine in delegato provinciale di Benevento, prof. ing. Pasquale Mongillo, ha premiato gli studenti vincitori del concorso ed ha proceduto all’intitolazione della delegazione alla M. O. V. M. Gen. C. d’A. Oreste Fortuna, Guardia d’Onore. Con il voce-sindaco di Morcone erano presenti il consultore avv. Pier Francesco del Mercato, l’ispettore della Campania duca dott. Giannandrea Lom- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Nella mattinata del 4 maggio u. s., su invito del Comandante Militare Regionale "Molise", Gen. B. Aldo Piccotti, una rappresentanza della Delegazione di Campobasso dell'Istituto ha preso parte alla cerimonia per il 150° anniversario della Costituzione dell'Esercito Italiano, tenutasi presso la caserma "Gen. Gabriele Pepe" in Campobasso. La rappresentanza era composta da: Fabio Fontana, Delegato, Pasquale Venditti, Vice Delegato, Michele Martelli, e i signori Mario Bonsanto e Agnieszka Sienkiewicz, simpatizzanti. CREMONA Il Comune di San Bassano, nel cremonese, ha voluto in occasione del 25 Aprile intitolare una sala consiliare alla M. O. V. M. Vincenzo Capelli, alla cerimonia hanno partecipato le autorità Civili con a capo il Sindaco Cesira Bassanelli, le autorità Militari del X Reggimento Genio Guastatori con una rappresentanza, i labari delle Associazioni d'Arma il Labaro della Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro e, indicata per ultima ma certamente non ultima, la Rappresentanza della Delega- San Bassano Cremonese (CR), 25 Aprile 2011. 3 San Bassano Cremonese (CR), le Guardie d’Onore partecipano alla commemorazione del 25 Aprile 2011. zione Cremonese dell'Istituto, le cui Insegne erano, durante tutta la cerimonia, sfilata compresa, subito dietro al Labaro del Nastro Azzurro. Un profondo ringraziamento va alla famiglia Bosio ove spicca la Signora Bosio Grassi Rita con il mantello dell'Istituto e l'immancabile alfiere Federico Carioni Vienna. L'Italia era entrata in guerra da pochi giorni quando, il 22 giugno 1940, (l'allora soldato Vincenzo Capelli aveva 24 anni) lo scoppio di una granata gli provocò la perdita della vista con conseguente enucleazione. Nonostante fosse ferito e cieco continuò sino alla fine ad incitare i commilitoni e portò il pezzo di cannone lì dove doveva essere installato. Ritenutosi fortunato per non aver perso la vita diede inizio alla Sua attività a favore dei non vedenti e dei sofferenti, operò per anni ed anni in ospedale Militare a Milano. Proprio mentre operava a Napoli all'Istituto per i Ciechi ricevette la visita del Principe di Piemonte Umberto di Savoia che si recò appositamente per conferire all'allora Soldato Capelli la Medaglia d'Oro al Valor Militare, successivamente al Soldato Capelli venne riconosciuto il Ruolo d'Onore che lo portò piano piano al grado di Colonnello. 150 anni dalla consegna dello Stendardo al glorioso Reggimento, avvenuta di fronte al Castello Sforzesco, lo scorso 6 maggio alle ore 15.22, Savoia Cavalleria è diventato Cittadino Onorario della Città di Milano. Il legame indissolubile che vede il Reggimento legato alla Città della Madonnina, le Sue Glorie, l'Eroismo, la Dedizione al dovere, testimoniata ancora oggi dalla presenza di uno Squadrone impiegato nel progetto "strade sicure" sono stati i punti determinanti per fare esprimere il Consiglio Comunale che si è fatto interpreste dei sentimenti di stima e di riconoscenza di tutti i cittadini milanesi. La proposta del Vicepresidente del Consiglio Comunale Stefano Di Martino è stata votata all'unanimità da tutti i Consiglieri. Di Martino ha affermato che questo atto solenne, votato nell'anno del 150° della proclamazione del Regno d'Italia, testimonia come le Istituzioni siano attente a quei valori di amor di Patria che animano il popolo Italiano e che non sono venuti meno nei secoli. Di Martino prenderà immediatamente contatti con il Sindaco per organizzare la cerimonia di conferimento. PADOVA “Italiani in Armi”: è il titolo della bella mostra organizzata a Monselice per il 150° dell’unità d’Italia. È stata inaugurata domenica 1° maggio nel complesso monumentale “San Paolo” dal Sindaco Longhi alla presenza delle Autorità locali e del MILANO Nel 150° della proclamazione del Regno d'Italia e a 4 La Bandiera che avvolse le spoglie del Padre della Patria e di Umberto I. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Contrammiraglio Piattelli dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, venuto da Roma, che ha contribuito alla sua realizzazione. Gran parte del materiale espositivo è stato tratto dal Museo Storico Navale di Venezia, al quale si è aggiunta la preziosa collezione di quaranta divise storiche del Comandante Stefano Meconi. Il Luogotenente e Guardia d’Onore Riccardo Jannuzzi è stato l’animatore della bella iniziativa e curatore dell’allestimento. Tra i cimeli, la spada da cerimonia di Garibaldi e quelle dei fratelli Bandiera di cui è esposto anche l’ultimo ritratto originale, prima della loro morte. Al centro della esposizione, onorata da Guardie d’Onore con mantello, la Bandiera che avvolse le spoglie di Vittorio Emanuele II e Umberto I durante le solenni esequie al Pantheon. Con il folto pubblico, numerose le Guardie d’Onore di Padova e Vicenza, con il Delegato Gen. Pietro Grassi. PISA Le GG. d’O. pisane si sono ritrovate nel ristorante Bagus di Pisa per una piacevole conviviale in occasione dello scambio degli auguri pasquali. L’occasione è stata utile per rafforzare la reciproca conoscenza e per impostare una certa attività per consolidare il numero del gruppo pisano. Al termine un beneaugurante brindisi alle Reale Famiglia e all’Istituto. RAGUSA Il 24 marzo u. s. la Delegazione Provinciale di Ragusa ha festeggiato la “SS. Annunziata” Patrona dell’Istituto. Nella Basilica della “SS. Annunziata” in Ispica, con l’ostensione di bandiera sabauda, cesto di fiori riportante lo stemma sabaudo, è stata officiata la S. Messa in onore della Santa Patrona ed anche in suffragio dei Sovrani d’Italia defunti. Il parroco don Giuseppe Stella, nell’Omelia ha ricordato tutti i Re e le Regine d’Italia. Alla cerimonia religiosa erano presenti: il Sindaco di Ispica avv. Piero Rustico, le GG. d’O. Piccitto (delegato), Donzello, Moltisanti, Gulino, Stella. I quotidiani La Sicilia ed Il Giornale di Sicilia hanno riportato l’evento. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 24 marzo 2011. Celebrazione Festa “SS. Annunziata-Ispica Delegazione Provinciale di Ragusa. RIMINI Il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, presenti in uniforme, presieduto dall'Ispettrice Provinciale Sorella Anna Rosa D'Araio, ha voluto ricordare la Santa Patrona del Corpo, Santa Caterina, con la celebrazione di una Santa Messa cui hanno preso parte Autorità Civili, Militari e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i rispettivi Labari. Per l'Istituto erano presenti il delegato Giovanni Ruzzier e la G. d'O. Amm. Aleardo M. Cingolani. Il nostro Delegato ha portato alle Sorelle il saluto cordiale di S. A. R. la Principessa Silvia di Savoia-Aosta, Ispettrice del Corpo delle II. VV. ROMA 21 aprile 2011 In occasione del 2766° anniversario della fondazione della città di Roma, l’Istituto è stato invitato dal sindaco alle varie celebrazioni dell’evento iniziato con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria e proseguita in Campidoglio con gli interventi del sindaco e del Ministro della Difesa On. La Russa. La cittadinanza onoraria di Roma è stata conferita al 1° Rgt. Granatieri di Sardegna in assenza del comandante, Colonnello Emiliani, Guardia d’Onore, impegnato in missione di pace all’estero; e al 5 Roma, 21 aprile 2011, Il cap. Covino, il cap. vasc. d’Atri e il dott. Pietroni. Rgt. Lancieri di Montebello (8°). Per l’Istituto erano presenti il Presidente, Capitano di Vascello (ris.) Ugo d’Atri ed il presidente del collegio dei revisori dei conti dott. Armando Pietroni; inoltre, il capitano dei Granatieri Antonio Covino, il sig. Emilio Giordano dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, il generale Ernesto Bonelli, già comandante del 2° reggimento Granatieri di Sardegna. 26 aprile 2011 Nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della costituzione dello Stato italiano, il Presidente della Repubblica ha incontrato le associazioni combattentistiche e partigiane e le associazioni d’Arma presso l’auditorium della Casa Madre del Mutilato di Guerra. L’Istituto era rappresentato dal capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, presidente del sodalizio, e dal dott. Armando Pietroni, presidente del collegio dei revisori dei conti. 7 maggio 2011 Alla guardia d’onore solenne di sabato 7 maggio erano presenti: Bilotti, Buonfiglio, Cazzaniga (Monza e Brianza), Deiana, Mastrosanti (cerimoniere della delegazione di Roma), Micheli (Perugia), Pierangeli, Riu (La Spezia), Savarese, Spaziani (Grosseto), Venditti. 10 maggio 2011 L’Onorevole Alfredo Covelli, esponente monarchico e capo dei monarchici politicamente organizzati presente in Parlamento per trentatré anni, è stato 6 ricordato con una cerimonia articolata in due fasi. I figli Fortunato, Marcello, Maria Rosaria e Gianpiero, hanno deposto una corona d’alloro al Pantheon alla tomba del Re Vittorio Emanuele II. Erano accompagnati da una folta rappresentanza dell’Istituto. Successivamente si è tenuto su Alfredo Covelli un convegno nelle sale di Palazzo Ferrajoli, di fronte a Palazzo Chigi. Relazioni sono state tenute dall’Avvocato Roberto Vittucci Righini, dall’Avvocato Francesco Caroleo Grimaldi di Crotone, moderatore il Dott. Antonio Buccioni. Erano presenti quasi duecento persone, fra le quali il Principe Carlo Massimo, la Marchesa Afan de Rivera Costaguti, il Duca Caravita di Toritto, il Principe Gugliemo Giovanelli Marconi, il Senatore Pazienza, il Comandante d’Atri, il Dott. Lazzarino de Lorenzo, il Tenente Colonnello Caruso, il Dott. Arsetti, il Marchese Ferrajoli, la Dr.ssa Antonelli e i Conti Niccolini. 13 maggio 2011 Nel contesto delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario del Regno d’Italia, ed in collaborazione con l’Associazione dei Piemontesi a Roma, all’hotel de la Minerve, il prof. Ciro Romano, ispettore alla Cultura dell’Istituto, ha presentato il volume “Amori e selvaggina. Vita privata di Vittorio Emanuele II”, di cui è autore il dott. Dino Ramella. Con l’autore, erano presenti circa ottanta persone, fra le quali il principe Carlo Massimo, il presidente dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri, gli ispettori nob. dott. Antonio Lazzarino de Lorenzo e nob. dott. Agostino Mattoli, i delegati provinciali di Roma, Ten. Col. s. p. e. Paolo Caruso, e di Catanzaro, avv. Antonio Palaja di Tocco, il col. Alfonso Cardinale, il ten. col. Carlo Cetteo Cipriani, il conte prof. Maurizio Grandi di Mordano, il dott. Mario Chianale, segretario dell’Associazione Piemontesi a Roma, il gen. Davite, l’avv. Pazzaglia, la dr.ssa Clelia Antonelli, membro del collegio dei revisori dei conti, l’avv. Vittorio Cirotti, la dr.ssa Lorenzoni. ROVIGO 30 gennaio 2011 La Guardia d’Onore Antonio Ladogana ha partecipato alla cerimonia organizzata dalla sezione di GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Crespino (RO) dell'Associazione Nazionale Bersaglieri per ricordare i Militari Caduti in guerra e nelle missioni di Pace. 6 febbraio 2011 Si è svolta nella Chiesa della Rotonda di Rovigo la cerimonia per ricordare la tragedia delle Brigate Alpine che combatterono nella battaglia di Nikolaijewka. Alla presenza di tutte le massime autorità civili e militari, con la partecipazione delle Associazioni d'Arma con Bandiera, il Cappellano militare degli alpini ha officiato la S. Messa. Trasferimento in corteo in Piazza Vittorio Emanuele, alza Bandiera, deposizione di una Corona al monumento dei dispersi in Russia e, dopo i discorsi delle varie autorità, un alpino ha descritto nei minimi particolari la travagliata vicenda degli Alpini in Russia. La commozione ha travolto i partecipanti. Presenti le Guardie d'Onore A. Ladogana e Grillo. 16 aprile 2011 Su invito della locale Sezione dell’Associazione Lagunari e Truppe Anfibie, la cerimonia per festeggiare il 15° anno della costituzione della Sezione di Crespino ha visto la presenza di molte autorità civili e militari; per il nostro Istituto hanno partecipato le GG. d'O. Garbin e Ladogana A. 17 aprile 2011 In occasione della festa di S. Giorgio, Patrono della Cavalleria, la Sezione di Adria (RO) ha organizzato una importante cerimonia per festeggiare nel migliore dei modi tale ricorrenza. Su invito del Presidente, hanno partecipato le GG. d'O Zagato, Forza, Toso e Ladogana. SIRACUSA Vivo successo di pubblico e di consensi ha avuto la terza edizione della mostra iconografica “ I MILLE ANNI DI CASA SAVOIA PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA”, organizzata dalla Delegazione prov.le di Siracusa dell’Istituto GG.OO.RR.TT. Pantheon con il contributo della Presidenza Nazionale e dell’Istituto del Nastro Azzurro. La mostra è stata inaugurata il 12 marzo 2011 nelle sale del “Museo GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 del Viaggiatore” di Palazzolo Acreide grazie al patrocinio dell’Istituto di Studi Acrensi, presieduto dal Prof. Salvatore Distefano. L’esposizione rimasta aperta sino al 3 aprile 2011, è stata visitata dagli studenti delle ultime classi di tutti gli Istituti superiori del Comune di Palazzolo, guidati dai rispettivi docenti e dai soci dei Club Service. Il 6 febbraio, nell’antica chiesa di San Francesco all’Immacolata in Lentini, per iniziativa della Delegazione Provinciale di Siracusa dell’Istituto è stata celebrata una Santa Messa nell’anniversario del pio transito della Serva di Dio Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie e per invocare la sua beatificazione. Al solenne rito, animato dalla corale polifonica “Ad Dei Laudem” ed officiato dal Cappellano della Delegazione Don Enzo Iacono Isidoro, è intervenuto il Sindaco di Lentini, Alfio Mangiameli, che ha disposto l’invio del gon- 7 falone della città scortato dai Vigili Urbani in alta uniforme. Con le GG.OO. di Siracusa le GG.OO. di Messina, di Catania e di Caltanissetta, guidate dal delegato Enzo Falzone, l’Ispettore Regionale Dott. Milazzo Savoca, gli insigniti degli OO. DD. SS., i soci delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma della Provincia. La GG.OO. Ivan Grancagnolo e Luca Fazzino hanno curato l’organizzazione del solenne evento, giunto ormai alla sua sesta edizione. TARANTO 4 novembre 2010 Per il secondo anno di seguito nella splendida cittadina pugliese di Palagiano, giovedì 4 novembre, le Guardie d’Onore della Delegazione, invitate dal Sindaco, Dott. Rocco Ressa, partecipano alla suggestiva Cerimonia Celebrativa in occasione della ricorrenza della fine della Prima Guerra Mondiale, Giorno dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze Armate. Festeggiare, per non dimenticare il sacrificio dei nostri Soldati che con coraggio hanno combattuto e pagato anche con la vita per quei diritti di Unità e Libertà che oggi abbiamo la fortuna di vivere. Per la ricorrenza come è consuetudine si è proceduto alla deposizione della Corona d’Alloro presso il Monumento dei Caduti in guerra, al quale ci si è avvicinati, dopo la S. Messa, in Corteo ed in doveroso silenzio. Presso la Sede dell’Associazione Combattenti e Reduci, ha avuto luogo, di poi, la Consegna dei Diplomi della Cittadinanza Onoraria del Comune di Fossalta di Piave agli eredi di alcuni Cavalieri di Vittorio Veneto.; tra l’altro anche alle Guardie Calò e Montalto. Alla Cerimonia era presente, con orgoglio, una rappresentanza delle GG. d’O. della Delegazione di Taranto. Erano infatti presenti: il Delegato, Col. Francesco Calò e le Guardie d’Onore C. V. Giuseppe Montalto, C.C. Gianni Festa, S. Ten. Angelo Oliva, M.M. “A” Franco Montanariello, M.llo Vito Tito. 4 dic. 2010 – S. Barbara a bordo di Nave CAVOUR In una tiepida, ma ventosa giornata, a bordo di Nave CAVOUR, ancorata nella nuova e moderna 8 Base Navale di Chiapparo - Taranto, ha avuto luogo la suggestiva Cerimonia Celebrativa della Festa della S. Patrona della Marina Militare, alla presenza dell’Ammiraglio Comandante in Capo della Squadra Navale e delle più alte Autorità Militari, Civili e Politiche di Taranto e Provincia. S. Messa, discorsi di rito, Preghiera del Marinaio e poi… tutti a visitare questa splendida Unità, frutto dell’ingegneria e delle tecniche più sofisticate dei nostri progettisti e delle maestranze dei nostri cantieri navali. Numerose le Associazioni Combattentistiche e d’Arma e tra queste non poteva certamente mancare l’Istituto, rappresentato dalla Delegazione di Taranto, a nome del quale il Delegato Provinciale ha presentato, com’è consuetudine, gli Auguri delle Guardie al Comandante in Capo della Squadra Navale, Amm. di Squadra Luigi Binelli Mantelli. Alla Cerimonia erano presenti, con orgoglio, in rappresentanza delle GG. d’O. della Delegazione di Taranto, il Delegato, Cav. Uff. Francesco Calò e le Guardie d’Onore Cav. Giuseppe Montalto, Cav. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Nicola Nisi , Cav. Gianni Festa, Cav. Tommaso De Luca. Sabato 18 Dicembre 2010 - Ricevimento delle nuove GG. d’O. Momento emotivamente di grande rilevanza nella Delegazione Provinciale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon per il Ricevimento delle nuove Guardie. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Aspettando il Natale, Santa Messa, presso la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, celebrata dal Parroco, Don Luigi Larizza alla presenza della quasi totalità delle Guardie della Delegazione, accompagnate da consorti, figli ed amici, dei Cavalieri del Capitolo di Puglia del Sacro Ordine Imperiale Nemagnico Angelico Costantiniano di San Giorgio e Santo Stefano di Rito Orientale, di Soci delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dell’A.N.M.I., della Croce Rossa italiana di Taranto con numerosi associati appartenenti alle varie Componenti – Crocerossine, militari, volontari del Soccorso, Dame – dei Corpi Sanitari Internazionali, Associazioni queste che annoverano tra esse diverse Guardie d’Onore, e numerosa e folta moltitudine di cittadini della comunità religiosa che ormai da oltre un anno ci accoglie tra i suoi fedeli. Al termine, momento di intensa trepidazione: La Preghiera della Guardia d’Onore, seguita dalla cerimonia d’ingresso delle Nuove Guardie d’Onore che, con il giuramento e l’imposizione del mantello, entrano a far parte della nostra Famiglia a pieno titolo. Tra l’ammirazione e l’esultanza degli astanti, seguita da uno scrosciante battito di mani, la Cerimonia raggiunge il suo culmine con l’imposizione da parte del Delegato, Cav. Uff. Francesco Calò, coadiuvato dalla Guardia d’Onore Cav. Giuseppe Montalto, del Mantello al Parroco che ha accolto con immenso piacere il nostro desiderio di annoverarlo tra noi, assumendo ufficialmente da questa sera la nostra guida pastorale in qualità di Cappellano delle Guardie della Provincia Jonica. La Delegazione di Taranto, da questa sera, ha il suo Cappellano. Al termine della Cerimonia, la serata ha avuto la sua conclusione con un festoso convivio presso un noto ristorante tarantino. Alla Cerimonia era presente, con orgoglio, la Delegazione Provinciale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Provincia Jonica. Le Guardie d’Onore della Delegazione Jonica hanno partecipato alla Cerimonia per l’inaugurazione della Sezione Bersaglieri “ODIGITRIA” di Crispiano. La Cerimonia ha avuto inizio con l’ammassamento cui è seguito lo sfilamento del corteo lungo il percorso tracciato per le vie cittadine e che ha infine visto l’entrata in piazza Santa Maria della Neve dei Bersaglieri, con relativa Fanfara a passo di corsa. 9 Una staffetta delle Guardie, in rappresentanza della Delegazione, per le quali i simboli d’appartenenza all’Istituto erano ben evidenti, ha fatto ingresso anch’essa a passo di corsa con i Vertici delle Associazioni bersaglieri presenti e con le Autorità cittadine, dietro al Laboro Regionale e quelli delle varie Sezioni Bersaglieri presenti alla Cerimonia. Dopo l’inaugurazione della Sezione, sulla Piazza antistante la sede comunale, ove si era costituito uno spiegamento di Bersaglieri con i propri Labari, ha avuto luogo l’inserimento nel predetto schieramento del Medagliere Regionale del Corpo dei Bersaglieri e del Gonfalone della Città di Crispiano e quindi dopo la deposizione di una Corona d’Alloro ai piedi della Lapide che ricorda i nomi dei Crispianesi caduti in battaglia, le note del “Piave” e di poi del Silenzio “Fuori Ordinanza” hanno scandito i minuti del commovente momento del “Ricordo”. Al termine hanno chiuso la Cerimonia le allocuzioni del Cappellano Militare, Mons.Renato Pizzigallo, del Presidente Regionale bers. Gen.Michele Genchi, del Presidente della neo-nata Sezione “ODIGITRIA” bers. Angelo Serio e del Sindaco di Crispiano Dr. Giuseppe Laddomada. Durante la Cerimonia abbiamo occupato una posizione di grande visibilità e considerazione, a lato delle Istituzioni regionali e cittadine e prima dei rappresentati delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e delle FF. A. presenti. Senza tralasciare il manifesto e graditissimo ringraziamento per la nostra partecipazione che abbiamo ricevuto dalle Autorità Civili e dal Presidente dell’Associazione Bersaglieri di Crispiano. Anche con le Autorità cittadine di questa ridente cittadina della Provincia Jonica si è aperto un proficuo dialogo che ci vedrà partecipi sempre più nel- 10 la vita sociale della Comunità. Siamo anche qui a Crispiano accreditati e sempre più legittimati ad essere sul territorio. Ormai il vincolo di grande rispetto, di collaborazione e d’amicizia ci vedono sempre più presenti sul territorio ed encomiabile è anche la volontà ed il piacere di averci compartecipi alle Cerimonie militari e civili. La Delegazione era presente con il Delegato, Cav.Uff. Francesco Calò, il Vice delegato, Cav. Giuseppe Montalto, con due Consiglieri, Cav. Nicola Nisi e Cav. Domenico Violi, con le GG.d’O. Cav. Gianfranco Festa, Cav. Donato Orlando, Dr. Adolfo Spadavecchia, Dr. Vito Antonio Zanframundo, Cav. Tommaso De Luca, Sig. Marcello Sportelli; accompagnavano le GG. d’O. le gentili consorti ed il “simpatizzante” C.te Franco Di Taranto con la consorte. Al termine della Cerimonia la rappresentanza della Delegazione ha anche partecipato alla piacevole riunione conviviale presso il Ristorante “Villa Maria” in Crispiano (Ta), ospitando al proprio tavolo il Presidente della neonata Sezione. La Delegazione delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Provincia Jonica continua il suo inarrestabile percorso nel territorio. 26 Febbraio Le Guardie d’Onore della Delegazione Jonica hanno celebrato il 150ennale della Proclamazione del Regno d’Italia con una Cerimonia, che ha visto la partecipazione di un gran numero di Guardie della Delegazione di Taranto, di parenti, di amici, di appartenenti a diverse Associazioni e di una moltitudine di fedeli della Comunità parrocchiale che gremivano la chiesa, durante la quale ha avuto luogo anche il Giuramento delle Nuove Guardie. La Delegazione lo ha fatto partecipando ad una Santa Messa officiata dal Parroco della nostra Parrocchia, la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, e nostro Cappellano durante la quale sono anche state ricordate, con una breve allocuzione del Delegato, le nostre Origini e le Guardie che hanno raggiunto la casa del Padre in tempi più remoti ed in tempi più recenti. Durante la Cerimonia il Delegato ha avuto l’onore di imporre la “Mozzetta” al Nostro Cappellano, G.d’O. Larizza don Luigi che poi ha ricevuto nelle proprie mani da parte delle nuove Guardie, alla presenza della Bandiera della Delegazione e dello GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 stesso Delegato, coadiuvato dalle GG. d’O. Montalto e Nisi, il giuramento di Fedeltà al Nostro Istituto. Hanno prestato giuramento la Sig.ra Stefania Tessariol, il Sottocapo della M. M. Maria Santovito, la Studentessa della Facoltà di Scienze della Comunicazione Immacolata Notaristefano, il Dott. Gianni Miccoli, gli Avv. Giuseppe D’Ambrosio ed Enrico D’Ambrosio, il Col.f. in congedo Antonio Dimitri, l’Ingegnre, sten.a.cong, Vito Ettore Tarentini, il Sig. Paolo Erario, il Capo di 1a Classe della M.M. Emanuele Caprioli, il Sottocapo della M.M. Andrea Perrini, il Laureando in Ingegneria Angelo Ricci, il Militare di C.R.I. Sig. Marcello Sportelli. Alla Cerimonia hanno occupato il posto d’onore la Bandiera della Delegazione di Taranto, il Labaro della Delegazione di Bari, il Labaro della Delegazione di Lecce e la Bandiera Sociale dell’Associazione del Personale in congedo della Polizia di Stato. Hanno dato lustro alla Cerimonia, con la loro partecipazione, il Presidente della Associazione della Polizia di Stato, Gen. Div. Antonio Dellinoci, accompagnato da alcuni Soci Pluridecorati, tra i quali Antonio Carta, uno dei pochi superstiti delle sanguinose ed eroiche battaglie combattute nel Nord Africa e ad El-Alamein, l’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Massafra, Raffaele Gentile, il Delegato di Lecce, Cav. Luigi Mazza con una rappresentanza di sue Guardie, il Delegato di Bari Cav. Giuseppe Abbattista, il Dott. Salvatore Abbruzzese, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Interforze, il Gen. Div. G.d’O. Claudio Donnaloia con una fitta rappresentanza dei Corpi Sanitari Internazionali, il Presidente dell’Associazione bersaglieri di Crispiano, Bers. Angelo SERIO, con una compatta rappresentanza di suoi sempre “giovani” bersaglieri. Presenti, come sempre, i rappresentanti dei Cavalieri del Capitolo di Puglia del Sacro Ordine Imperiale Nemagnico Angelico Costantiniano di San Giorgio e Santo Stefano di Rito Orientale, nonché una rappresentanza di Crocerossine e di Volontari del Soccorso della Croce Rossa italiana – Comitato di Taranto. Ormai siamo ben inseriti nel tessuto della città; le nostre Cerimonie sono seguite, oltre che dalle Istituzioni, anche da un folto numero di persone che ci onorano con il loro rispetto e con la lora sentita partecipazione. Partecipazione che spesso nasce soltanto dal loro GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 passa-parola. Alla Cerimonia era presente, sempre con l’Orgoglio di esserci, la Delegazione Provinciale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Provincia Jonica: ci siamo e ci saremo sempre. Al termine della Cerimonia ha avuto luogo anche una simpatica riunione conviviale presso il Ristorante “C’era una volta” in Crispiano (Ta). Celebrazione del 150°Anniversario dello Stato Italiano presso l’I. C. S. “L. Sciascia” di Talsano Venerdì 11 Marzo 2011 la Delegazione Provinciale di Taranto dell’Istituto ha partecipato alla rievocazione storica degli avvenimenti che hanno portato alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, invitata dal Dirigente Scolastico dell’I. C. S. “L. Sciascia”. Il Comitato d’Onore era costituito dal Sindaco di Taranto, dall’Arcivescovo, dal Provveditore agli Sudi dall’Assessore alla Cultura di Taranto e dal Presidente della Circoscrizione Dopo il saluto del Dirigente scolastico Prof. Benito Lomonte, a seguire l’Intervento del prof Riccardo Pagano, ordinario dell’Università di Bari sul tema “Unità d’Italia”: i valori educativi. A Seguire la proiezione di un breve DVD “Impresa dei Mille” del laboratorio artistico del Prof. Pasquale Abete, con elaborati grafico-cromatici degli alunni delle 3^ classi e riproduzioni di lettere e manifesti risorgimentali a cura del Prof. Michelangelo Iurlaro. Un susseguirsi di canti, di intermezzi vocali, strumentali e coreutici di rigorosa Epoca Risorgimentale, presentati dai cori della scuola, hanno costi- Talsano (TA), 11 marzo 2011, incontro per il 150° presso la scuola “L. Sciascia”. 11 Taranto, 30 marzo 2011, presentazione dell’Istituto e della delegazione all’Ammiraglio Squadra. Andrea Toscano. Taranto, visita della delegazione al Circolo Ufficiali della Marina. tuito il sottofondo musicale su cui sembravano scivolare gli eventi narrati con grande maestria da una voce solista e/o proiettati sullo sfondo del palcoscenico e sul quale si muovevano, magnifici attori, gli alunni della scuola prescelti per le rappresentazioni storiche. Per tutta la durata della manifestazione a tutto questo scenario storico facevano distintamente una magnifica cornice musicale in sottofondo le note della Marcia Reale. Presenti alla manifestazione il Delegato di Taranto, Cav. Uff. Francesco Calò, il Vice Delegato Cav. Giuseppe Montalto, il Consigliere Avv. Giuseppe D’Ambrosio e la G. d’O. Cav. Tommaso De Luca. Incontro di presentazione a Taranto con l’Ammiraglio di Squadra Andrea Toscano. Mercoledì 30 marzo 2011 il Delegato, accompagnato dai suoi collaboratori della Delegazione Provinciale di Taranto dell’Istituto, è stato ricevu- 12 to, per un incontro di presentazione, dal Comandante in Capo del Dipartimento dello Ionio e del Canale d’Otranto, Ammiraglio di Squadra Andrea Toscano. Dopo le presentazioni di rito, l’Alto Ufficiale si è intrattenuto con la nostra Rappresentanza facendo emergere un grande interesse per il nostro Istituto e per la Sua Storia, compiacendosi per il nostro riconosciuto impegno sul territorio al fianco delle Istituzioni, sia militari che civili. Nel corso dell’incontro, dopo un ulteriore colloquio informale e prima dei saluti conclusivi, è seguito lo scambio del rispettivo Crest, con l’impegno di una collaborazione sempre più viva e più salda nel rispetto e nella salvaguardia di quei Valori che indiscutibilmente ci identificano e ci congiungono. Erano presenti all’incontro, accanto all’Ammiraglio Andrea Toscano, i Vertici della Delegazione Provinciale di Taranto dell’Istituto Nazionale delle Guardie d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, da sinistra a destra nella foto, il Consigliere, G. d’O. Nisi C. V. Nicola, il Delegato G. d’O. Calò Gen. Francesco, il Consigliere G. d’O. D’Ambrosio Avv. Giuseppe, il Vice Delegato G. d’O. Montalto C. V. Giuseppe. Cerimonia per Precetto Pasquale e per il Ricevimento nella Delegazione delle nuove Guardie d’Onore. Nell’ambito delle attività della Delegazione Provinciale, in occasione della Santa Messa, per il precetto pasquale, come ormai è festosa consuetudine, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Taranto e celebrata dal Parroco Don Luigi G. d’O. Taranto, 19 aprile 2011, Santa Messa di Precetto Pasquale ed investiture di nuove Guardie. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Taranto, 21 aprile 2011, rito della Settimana Santa. Larizza, Cappellano della Delegazione ha avuto luogo anche il festeggiamento per l’ingresso di alcune Guardie d’Onore nuove iscritte. La cerimonia ha raggiunto il culmine della solennità nella proclamazione del giuramento ai piedi dell’Altare Maggiore delle nuove guardie e dell’imposizione del Mantello, dopo l’atto benedicente del Cappellano. A seguire, per ciascuno, un gioioso applauso augurale da parte degli astanti ha ratificato la breve quanto significativa celebrazione. Hanno prestato giuramento e ricevuto il mantello le Guardie d’Onore: D.ssa Carolina De Liquori, Sig. Giuseppe Laricchiuta. Erano altresì presenti alla cerimonia il Delegato ed un nutrito gruppo di GG. d’O. accompagnate dai familiari oltre ad un congruo gruppo di fedeli che come sempre ci onora con la sua presenza. Riti per la Settimana Santa a Taranto Le Guardie d’Onore della Delegazione di Taranto partecipano anche quest’anno alla Veglia ai piedi del Santo Sepolcro allestito ai lati dell’Altare maggiore nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, eletta ormai a loro Parrocchia. Anche quest’anno gran folla di credenti a visitare la chiesa, ma anche grande partecipazione non solo di fedeli, ma anche di curiosi ad entusiasmarsi dinanzi alle Guardie, avvolte nei loro storici mantelli, rigidamente schierate ai lati del Sepolcro mentre svolgono con grande dignità il loro servizio di guardia in turni di un’ora ed a gruppi da due, quattro o sei. Ancora una volta, come il trascorso anno, “Fla- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 sh” da ogni lato, prodotti dai fedeli in visita al Sepolcro, per trattenere nel proprio telefonino o nella propria macchina fotografica una, due, tante foto che sicuramente conserveranno tra i ricordi più belli. Molti fedeli di ogni età si son fatti fotografare ai piedi dell’altare utilizzando come sfondo il Santo Sepolcro presidiato dalle nostre Guardie. Anche quest’anno è immensa la nostra soddisfazione per gli apprezzamenti che riceviamo e che ci spingono a percorrere la via che abbiamo tracciato e che ci farà conseguire nuovi ed ambiti traguardi. Con la certezza che ormai siamo apprezzati e benaccolti, se invitati, partecipiamo agli avvenimenti che si svolgono su tutto il territorio con grande propensione. CONFERENZA DAL TITOLO “VIVA L’ITALIA, ODI E CANTI DEL RISORGIMENTO” Una Rappresentanza delle Guardie d’Onore della Delegazione di Taranto, guidata dal Delegato, partecipa all’Evento celebrativo che è stato organizzato presso il Circolo Ufficiali per ricordare i 150 anni dalla proclamazione del Regno d’Italia. L’amm. Giacomo Lo Presti, Ispettore della storica (1871) Società Nazionale di Salvamento ha introdotto il Cap. medico dr. prof. Giuseppe Lauriello, stimato storico ed insigne cultore della Scuola Medica Salernitana che ha esposto una Sua esigente analisi storica sull’argomento. La Conferenza, emotivamente coinvolgente, è stata sviluppata in un’atmosfera briosa e seducente di canti, di suoni ed immagini. Sono stati inoltre proiettati, unitamente ad alcune rare stampe dell’Epoca, diversi documenti ed inserti storici che hanno rievocato i fatti della nostra Storia; il viaggio narrativo, è stato scandito da due voci femminili, magistralmente collocate, che si sono alternate per recitare alcune poesie dal contenuto squisitamente in tema e scritte da Autori di quel momento storico. Numerosissime le Odi ed i Canti che hanno attraversato il clima dell’Epopea Risorgimentale: da quelli militari di “Addio mia bella addio” a quelli lirici di “Va’pensiero”, per finire, a conclusione dell’ideale viaggio, alla nostra “Marcia Reale” ed al nostro “Fratelli d’Italia”, entrambi ascoltati sull’attenti da tutto l’uditorio mentre, proiettata su di una grande lavagna luminosa si 13 susseguivano le due Bandiere che hanno scandito la nostra storia, quella della Costituzione del Regno d’Italia e quella Celebrativa del 2011, accomunate da un'unica tangibile realtà: quella di essere stato e di essere il Tricolore che ci ha uniti e ci unisce. trasmessi la Marcia Reale e l’Inno di Mameli, tra la commozione di molti. La cerimonia si e conclusa con la recita da parte del cav. prof. Damilano, di una patriottica poesia sulla Bandiera Italiana e sulla nostra Patria. Mentre il pullman continuava il suo viaggio, veniva trasmessa ancora tramite radio, una vecchia regi- TORINO Anche questo anno la Dama Giovanna Cresta di Torino, Sindaco dell’Istituto Nastro Azzurro, Federazione Provinciale di Torino e Guardia d'Onore già dal 1986, ha organizzato per il 12/03/2011 il servizio pullman per il trasferimento presso l’Abbazia di Hautecombe, per coloro che desideravano essere presenti alla celebrazione della Santa Messa, in suffragio delle LL. MM. il Re Umberto II nel XXVIII Anniversario della Sua dipartita e la Regina Maria Jose. II gruppo di 50 persone, questo anno era composto da Guardie d'Onore, da Dame e Cavalieri degli Ordini Dinastici, da simpatizzanti e devoti alla Reale Casa Sabauda. Prima di attraversare il Tunnel del Frejus, il pullman si e fermato in un posteggio, dove come avviene ogni anno, si è svolto il Rito dell’Alza Bandiera. Dopo che la Dama Giovanna ed altre persone avevano terminato di addobbare il pullman con fotografie delle LL. MM. il Re Umberto II e la Regina Maria Josè, alcune Guardie d'Onore hanno attraversato tutto il corridoio del pullman tenendo in alto la Bandiera Tricolore con lo stemma Sabaudo che veniva poi appeso al finestrone del vetro posteriore dell'automezzo. Nel frattempo, tramite la radio di bordo, sono stati Torino, 17 marzo 2011. I monarchici si riuniscono sotto il monumento di Vittorio Emanuele II. 14 Torino, 17 marzo 2011. La Guardia d’Onore Vittorio Manfredini durante le celebrazioni del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia ha prestato servizio di guardia presso il Palazzo Reale, nella Sala del Trono. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 strazione della telecronaca della cerimonia funebre avvenuta ad Hautecombe durante il funerale di S. M. il Re Umberto II e commentata dal compianto presentatore Enzo Tortora. Durante tutto il viaggio, la dama Giovanna, coadiuvata da alcune persone, è passata nel corridoio del pullman, per distribuire caramelle, dolci, cioccolatini e tante altre leccornie. Molto seguita e sentita, è stata presso la Cattedrale dell’Abbazia di Hautecombe, la concelebrazione della Santa Messa, officiata dal Vescovo di Chambery e da alcuni Sacerdoti Italiani, alla presenza delle Altezze Reali il Principe Vittorio Emanuele e la Principessa Marina Doria. Al termine, tutti quanti i presenti, hanno potuto stringere la mano al Principe Vittorio Emanuele ed alla Principessa Marina Doria, ammirando la Loro affabilità, la Loro signorilità e la Loro gentilezza. Dopo aver iniziato il viaggio di ritorno, dopo pochi minuti, il pullman ha compiuto una fermata fuori programma, nei pressi del Lago di Bourget. La Dama Giovanna ed il marito Cav. Franco, desideravano festeggiare con tutti noi, i XXV anni di preparazione del servizio di trasporto con il pullman da Torino a Hautecombe e viceversa per essere stati sempre presenti a questa Cerimonia religiosa. Sono stati offerti altri tipi di biscotti, altri cioccolatini, accompagnati pure da un bicchiere di un ottimo spumante. TRAPANI Domenica 27 febbraio 2011, in occasione della Messa celebrata da padre Stefano Smedile, Cappellano Provinciale dell’Istituto, nel Convento di Santa Maria di Alcamo, in suffragio di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, in presenza di un folto pubblico e delle Guardie d'Onore Gaspare Di Via, Giuseppe Meo, il Delegato Provinciale di Trapani, G. d’O. Damiano Bonventre, ha pronunciato il seguente discorso: “Signori della Guardia, cari fedeli, eccoci dinanzi alla maestosa figura di colui che fu Padre ed unificatore dell’Italia: Vittorio Emanuele II. Il nome del Re ricorda a noi italiani ed al mondo l'unità d’Italia. Il Sovrano nacque a Torino il 14 marzo 1820 da Carlo Alberto e da Maria Teresa di Toscana. Fin da bambino rivelò un animo buono e compassionevole, una fer- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 rea volontà ed una memoria tenacissima. Nell’adolescenza fu educato alla vita militare; egli alle cerimonie di corte preferiva la vita del soldato e spesso, parlando con i suoi, ripeteva: “Preferisco piazza d'armi”. All'età di 22 anni sposò Maria Adelaide, figlia di Ranieri, Vicerè della Lombardia, dalla quale ebbe otto figli. Nella Ia Guerra d'Indipendenza contro l'Austria, nel 1848, al giovane Principe Sabaudo fu affidato il comando di una divisione. Si coprì di gloria a Pastrengo e nella battaglia di Goito del 30 maggio 1848. In questa battaglia rimase ferito ad una gamba da una scheggia di mitraglia. Il 23 marzo 1849, nell’infausta giornata di Novara, Vittorio Emanuele anima i suoi soldati e dà grandissima prova del suo valore di soldato. Il 24 marzo 1849 ricevette la Corona di Re dal padre Carlo Alberto, nel momento in cui l’esercito piemontese subiva una sconfitta atroce, con gli austriaci pronti a marciare su Torino. All’alba del 26 marzo 1849 firmò con il Generale Radetzky, dopo una breve e cortese conversazione, un armistizio. Il suo cuore di uomo fu straziato dalla morte prematura del figlio 15 Vittorio Emanuele, Duca del Genovese, della moglie Maria Adelaide e del figlio Odone, Duca di Monferrato, morto appena ventenne. Nel decennio di preparazione che va, dal 1848 al 1858, il Re, grazie alla politica lungimirante di Camillo di Cavour, partecipa con 17.000 uomini, sotto il comando del Generale Alfonso della Marmora alla vittoria del 16 agosto 1855 nella battaglia della Cernaia. Per tanto valore, che onorò Casa Savoia, fu permesso al Piemonte di partecipare al congresso di Parigi, indetto dall’Austria ed accettato dall’Imperatore russo Alessandro II. In quella circostanza, Camillo Benso di Cavour, Primo Ministro del Re, di fronte ai Plenipotenziari degli Stati d’Europa, con energia, dimostrò la necessità di liberare per sempre l’Italia da ogni dominazione straniera e specialmente da quella austriaca. Nel 1859, in occasione della II Guerra d’Indipendenza, nella giornata del 24 giugno, mentre le armi francesi riuscivano vittoriose a Solferino, Vittorio Emanuele II combatteva a San Martino una sanguinosissima battaglia. Ben quattro volte il colle di San Martino fu occupato ed abbandonato. Finalmente, dopo sedici ore di lotta, la Bandiera del Risorgimento Italiano sventolò vittoriosa. l’Italia aveva finalmente conquistata la sua libertà e la sua indipendenza. l’Austria domandò ed ottenne un armistizio il 9 luglio dello stesso anno. Con la pace di Villafranca, conclusa il 12 luglio 1859, l’Austria cedette la Lombardia e rinunciò al suo potere egemonico sul resto dell’Italia. Grazie alle battaglie di Solferino e di San Martino, la Toscana, le Romagne, i Ducati di Parma e di Modena, e tutto il Regno delle Due Sicilie, nel 1860, passarono sotto la giurisdizione del Piemonte. Liberato il Regno Napoletano, con l’apporto di Garibaldi e dei suoi volontari, i piemontesi, al comando del Re Vittorio Emanuele II, penetrarono nelle Marche e nell’Umbria, vincendo a Castelfidardo. Così pure quelle regioni, con i plebisciti, si dichiararono unite all’Italia ed a Vittorio Emanuele. Il 18 febbraio 1861 si aprì in Torino il primo parlamento nazionale. Grande fu l'entusiasmo dei primi deputati e dei primi senatori di tutte le parti d’Italia. Il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II fu proclamato, dal primo parlamento italiano, Re d'Italia. Nel 1865, la capitale d’Italia fu trasferita a Firenze. Nella IIIa Guerra d'Indipendenza, grazie all’apporto prussiano, il Veneto si unì all'Italia. Nel 1870 venne la volta di Roma. Il 20 16 settembre dello stesso anno, con la Breccia di Porta Pia, aperta dal prode Maggiore d’Artiglieria Luigi Pelloux, cessò il governo assoluto dei papi, che si era opposto all’unità d’Italia. Il 5 dicembre 1870, il Re pronunciava, in Roma ed in presenza di tutti i deputati e senatori, la seguente celebre frase: “L'Italia è libera ed una; ormai non dipende più che da noi il farla grande e felice.” Il grande Re che, con il pericolo della vita ci aveva dato l’indipendenza e l’unità sognata da tanti martiri, rimase sempre un uomo umile vicino al popolo ed ai poveri. Il 9 gennaio 1878, dopo brevissima malattia, la morte ci rapiva, come disse Pasquale Galluppi: “il Re buono, il Re onesto, il Re galantuomo, il Padre della Patria!”. Egli morì serenamente, con la coscienza di avere compiuto sempre il suo dovere e prima che la sua grande anima tornasse a Dio, raccomandò al suo augusto figliolo, Umberto, di restare fedele al cristorexismo, all’Italia ed alla libertà. La sua salma, che riposa al Pantheon, è affidata dal giorno della sua sepoltura alle Guardie d’Onore, che sono i continuatori di quel primo gruppo di Guardie d’Onore formato dai veterani reduci delle patrie battaglie.” Alla Santa Messa ha partecipato, a titolo personale, il Comandante della Polizia Municipale di Salemi, maggiore Diego Muraca. TRIESTE I 150 anni della proclamazione del Regno d’Italia sono stati l’occasione per la Delegazione di Trieste per celebrare, in due giornate dense di significato, storici avvenimenti. All’antico “Caffè degli Specchi” affacciato su Piazza dell’Unità d’Italia (con il Palazzo del Municipio illuminato da luci tricolori) si è tenuta la “Cena dei 150 anni” solennizzata da un afflusso di G.d.O e simpatizzanti superiore alle aspettative: su ogni tavolo due bandierine tricolori con le storiche date GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 1861-2011 ricordavano l’avvenimento, così come su ogni piatto di portata il tricolore veniva opportunamente riportato. Nella prolusione del Gen. Riccardo Basile (delegato di Trieste) e nelle parole della G.d.O Enzo Barbarino a metà convivio si sono tracciate le linee guida dell’Istituto senza dimenticare la determinante importanza di Casa Savoia in quell’avvenimento e con un accorato pensiero ai tanti esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati che tuttora anelano all’ideale di unità nell’Italia. La serata si concludeva con l’ingresso in sala da pranzo di una gigantesca torta (vedi foto) che riportava con le date centenarie i due tricolori che in questi 150 anni hanno rappresentato l’Italia. Il giorno 18 marzo le G.d.O si sono ritrovate nella Chiesa di Notre Dame de Sion dove il sacerdote Don Ettore Malnati, affiancato dalla G.d.O Don Roberto Gherbaz, nell’anniversario della morte di S.M. Umberto II ha voluto ricordare i Sovrani e le Regine di Casa Savoia che per 85 anni hanno retto e seguito le sorti dell’amata Italia. La funzione religiosa, accompagnata dal Coro della Benemerita Arma dei Carabinieri (Ass. di Trieste), si è chiusa con la lettura da parte del Gen. Basile della Preghiera delle GdO. UDINE Il giorno 18 febbraio presso l’Università degli Studi di Udine, il Comitato Provinciale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, in collaborazione con il Club Unesco di Udine e l'Associazione Sicilia - Friuli V. Giulia, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha organizzato una conferenza di argomento storico sulla grande guerra, tenuta dal generale di cavalleria corazzata Vito De Caro che, con la profonda competenza in materia e con l’eloquenza appassionata ed entusiasmante che lo caratterizza, ha reso noti alcuni aspetti meno conosciuti della nostra storia evidenziando il ruolo importantissimo che la cavalleria ha avuto per la vittoria finale nella spaventosa battaglia di Pozzuolo del Friuli ove è riuscita, immolandosi, a fermare tre armate nemiche per dare il tempo alla terza armata di ritirarsi oltre il Piave. È stato senz’altro di grande importanza conoscere gli episodi meno noti di una guerra dall’esito incerto fino alla fine e che ha visto il coinvolgimento di tutto il popolo e la scomparsa di un’intera generazione che ha paga- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 to un altissimo tributo con il proprio sangue ed inoltre ha lasciato un numero spaventoso di invalidi. La serata si è conclusa con l’entrata di tre nuove Guardie D’Onore come si può evincere dalla foto allegata: da sinistra il relatore gen. Vito De Caro, la nuova Guardia dr. Renata Capria D’Aronco, pres. del club Unesco di Udine, il gen. Monsignor Franco Millimaci che ha consegnato le tessere ai nuovi soci, il delegato p.le di Udine Maurizio Calderari, e le nuove Guardie d’Onore, la signora Renata Cecotti ed il consorte colonnello Adriano Dentesano. VENEZIA Venerdì 6 maggio si è tenuta al ristorante “Bella Venezia” di Chioggia (VE) una conviviale culturale dedicata a Giorgio Perlasca e alla sua opera di salvataggio degli ebrei ungheresi. Relatore è stato il figlio Franco, che ha tenuto una commovente relazione, con una descrizione del personaggio – definito lo Schindler italiano – per troppo tempo dimenticato da tutti, dai fascisti (era contrario alle leggi razziali e non aderì a Salò), dai democristiani, dalla Chiesa e dai comunisti. Non rinnegò mai la sua storia, come raccontato da lui stesso in una testimonianza inedita. Per un’ora intera il relatore è riuscito a catturare l’attenzione dei presenti, con momenti di grande commozione. VIBO VALENTIA Il delegato Gennaro Bonaventura con le Guardie d'Onore Bulone, Murdà e Paolo Fedele partecipavano alla Santa Messa celebrata dal parroco di Vibo Marina, Don Saverio Di Bella, presso la chiesa par- 17 rocchiale Maria SS. del Rosario in occasione del 150° anno dell'unità d'Italia. Nell'omelia il parroco ha parlato del risorgimento italiano, menzionando più volte i Savoia. Bonaventura e Bulone si posizionavano ai lati dell'altare maggiore. Alla santa messa partecipavano autorità civili e militari. I partecipanti avevano una coccarda tricolore ed i bambini avevano tra e mani una bandierine tricolore. VITERBO Anche Viterbo ha festeggiato il 150° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia. Nei giorni 16, 17 e 18 marzo la delegazione viterbese dell’Istituto ha organizzato, con il patrocinio della Provincia di Viterbo, una mostra di manifesti monarchici. Di particolare importanza il manifesto, datato 9 gennaio 1878, con il quale il Sindaco di Viterbo annunciava alla popolazione la morte di Vittorio Emanuele II. Molto interesse ha destato l'esposizione della famosa "Camicia Rossa" garibaldina con berretto e pistola del volontario Alessandro Quadrani che partecipò alle guerre dell'Agro Romano del 1867 e le riproduzioni della Casata Sabauda da Umberto Biancamano a Vittorio Emanuele Principe di Napoli. La mattina del 17 marzo la Città si è risvegliata con una miriade di bandierine sabaude lungo le strade principali e sulle fontane cittadine. La mattina del 18 la delegazione dell’Istituto è stata invitata a partecipare al giuramento degli allievi della Scuola marescialli dell’Esercito alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. cda Giuseppe Vallotto. Nel pomeriggio si è svolta la S.Messa in suffragio di S.M. Umberto II, nel ventottesimo anniversario della dipartita, nella Chiesa del Gonfalone, annunciata da manifesti murali a lutto. 18 Giovedì 12 maggio Anita Garibaldi è stata ospite della Città per ricordare il 150° anniversario di fondazione della nostra Patria. Su invito della Delegazione viterbese dell’Istituto la nipote dell’Eroe dei Due Mondi al suo arrivo a Viterbo ha voluto deporre dei fiori al busto del bisnonno collocato a Pratogiardino, ad opera dello scultore viterbese Silvestro Zei nel 1884, alla presenza delle Associazioni d’Arma con labaro ed al suono del fischio del nostromo Oscar Colonna. Il sindaco della Città, Giulio Marini, ha poi ricevuto la signora Garibaldi accompagnata dal Presidente, Cap. Vasc. Ugo d’Atri, nel suo studio, incentrando la conversazione sulle cerimonie che si sono svolte in tutta Italia in occasione di questo 150° anniversario che hanno suscitato moltissima attenzione, forse al contrario delle aspettative, nella popolazione; visitando nell’occasione anche la mostra risorgimentale “Gioventù Ribelle” nelle sale del Comune. La signora Anita ha poi incontrato il prefetto di Viterbo, Antonella Scolamiero, al Palazzo del Governo con un piacevole incontro sulle realtà giovanili italiane che molto spesso riescono a dare un contributo positivo alle nostre problematiche. Alle ore 18,00 nella sala Conferenze della Provincia l’Assessore alla Cultura, avv. Giuseppe Fraticelli, ha accolto la gentile Ospite con parole di grande stima per l’indimenticabile Giuseppe Garibaldi che con i suoi ideali ha permesso a Casa Savoia di far sì che l’Italia potesse finalmente diventare un’unica Nazione. A seguire il Comandante d’Atri in un appassionato discorso ha sottolineato il significato dell’Istituto della Guardia del Pantheon di cui Garibaldi fu Vicepresidente. L’ing. Roberto Piazzini ha invece tenuto un excursus sul- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 la nascita del Tricolore e le sue successive modificazioni nel corso degli anni legate ai cambiamenti nazionali che si sono succeduti nel XIX secolo nel nostro Stivale. Al termine ha preso la parola Anita Garibaldi che pur ricordando le gesta eroiche dei nostri Avi ha voluto lanciare un appello per il nostro futuro legandolo soprattutto ai nostri Ragazzi che devono avere i giusti slanci per poter disegnare una Patria libera, unica e forte come hanno voluto consegnarci coloro che per la Patria hanno donato anche la vita. Un pomeriggio intenso che Anita Garibaldi ha voluto donare alla nostra Città e che i viterbesi hanno accolto con grande entusiasmo come accolsero con uguale passione il Bisnonno nel 1876. Al convegno erano presenti circa settanta persone, fra le quali il Gen. C. d’A. Antonelli, il colonnello dei bersaglieri nob. Mochi, il colonnello d’artiglieria Congedo, il duca Hardouin di Gallese. BRASILE La delegazione, guidata dal co. dr. ing. William Marmonti ha raccolto fondi e materiale per un soccorso umanitario in seguito alle piogge nella Sierra di Rio de Janeiro (Petropolis, Teresópolis e le città intorno). Sono il secondo nella linea di successione, essendo Capo della Casa suo fratello Dom Luiz. Il delegato Marmonti e la Guardia d’Onore Marcos Rodriguez Pinchiari, barone di Santa Justina, hanno avuto il grande onore di essere invitati al tavolo principale, al cui capo sedeva il terzo della linea di successione S. A. R. il Principe Dom Antonio; la Guardia d'Onore Visconte di Tourinho Marques, rappresentante dell’Istituto nello Stato di Bahia, era invece al tavolo di S. A. R. il Principe Gabriel, dando così prova della sempre presente visibilità e del prestigio presso la famiglia imperiale brasiliana. CANADA-QUÉBEC Il nostro Istituto ha donato attraverso il delegato, co. magg. Andrea M. Coda di San Grato, un assegno di 5 mila dollari alla fondazione “Canadian Military Families” in memoria di Giovanni Battista Scapaccino, Carabiniere Reale che a Pont les Echelles (Chambery), il 3 febbraio 1834, rifiutò di inneggiare alla repubblica e, gridando “Viva al Re”, venne colpito a morte, meritando la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare dell’Esercito Sabaudo. OLANDA stati raccolti più di tre tonnellate di viveri, dimostrando ancora una volta la grande capacità di mobilitazione di cui è capace la delegazione brasiliana. La delegazione ha partecipato alla bellissima cena in per i 70 anni di S. A. I. R. il Principe Imperiale Dom Bertrand di Orleans e Braganza, purtroppo assente per motivi di salute. Presenti autorità del mondo civile e militare del Brasile. Dom Bertrand è GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Il delegato, dr. avv. Hans Hoegen Dijkhof, consegna la tessera al neo-iscritto, barone Bob Juchter van Bergen Quast. 19 PROSSIMI EVENTI VENERDÌ 24 GIUGNO 2011 Cagliari, nella ricorrenza della data che ricorda la vittoria della Regia Armata Sarda nella Battaglia di San Martino, organizzata dalla Delegazione di Cagliari, presso il Cimitero Monumentale di N. S. di Bonaria in Cagliari, si terrà la cerimonia commemorativa dei Caduti, Eroi e Martiri sardi nelle guerre per l’Indipendenza e per l’Unità d’Italia; sarà deposta inoltre una corona d’alloro, presso il monumento eretto alla memoria del Generale Carlo Sanna. VENERDÌ 24 GIUGNO 2011 Roma, Campidoglio, Sala della Protomoteca, ore 9.30, convegno su S. M. Vittorio Emanuele II organizzato con Roma Capitale. Programma: ore 9,30 indirizzo di saluto del Sindaco di Roma; ore 10,00 indirizzo di saluto del presidente dell’Istituto; ore 10,30 prof. Ciro Romano, docente delle università Federico II di Napoli e di Turku (Finlandia) “Il ruolo della dinastia e della monarchia sabauda nella costruzione dello Stato nazionale italiano”; ore 11,15 coffee break; ore 11,45 prof. Nicola Neri, docente di storia delle relazioni internazionali all’università di Bari “Vittorio Emanuele II: il Re e il soldato nell’Europa delle grandi potenze”; ore 12,30 prof. avv. Riccardo Scarpa, docente di sociologia della politica e del diritto all’università di Roma Tre “Il Padre della Patria”; ore 13,15 pausa; ore 15,00 prof. Stefano E. Monti Bragadin, università di Genova “Vittorio Emanuele II: realismo e ardimento”; ore 16,00 prof. Antonio Bellizzi, professore aggregato presso il Dipartimento di Studî sullo Stato, università di Firenze “Attualità simbolico-istituzionale del primo Re d’Italia”; ore 17,00 conclusione dei lavori e dibattito SABATO 25 GIUGNO 2011 Alessandria, nell’ambito del viaggio a cavallo sui luoghi delle battaglie risorgimentali, itinerario di avvicinamento e percorso attorno alla Cittadella. Relatore della conferenza: prof. Farella. Contatti: Giampiero Cassero (I. N. G. O. R. T. P.) tel. 328/4562004, Franco Mosca (FITETREC-ANTE) tel. 328/6286382 SABATO 25 GIUGNO 2011 Cagliari, Basilica Magistrale “Santa Croce” in Cagliari, messa in memoria dei Caduti sardi durante le Battaglie di San Martino e Solferino. Al termine, i partecipanti si recheranno presso il Monumento a detti Caduti dedicato, per ascoltare canti ed inni nazionali eseguiti dal Coro Polifonico Santa Cecilia di Cagliari. DOMENICA 26 GIUGNO 2011 Alessandria, ore 8.30 ritrovo e partenza dal parcheggio di via XX Settembre per Moncalieri, in occasione delle cerimonie del centenario della futura Beata Principessa Clotilde di Savoia. Seguiranno il pranzo e la visita alla Reale Basilica di Superga con guida, omaggio alle Tombe Reali ed al monumento del “Grande Torino” 20 DOMENICA 26 GIUGNO 2011 Verona, nell’ambito del viaggio a cavallo sui luoghi delle battaglie risorgimentali, itinerario Sommacampagna-Casolare dello Staffalo-Custoza. Contatti: Roberto de Razza Planelli (I. N. G. O. R. T. P.) tel. 334/6926815, Giuseppe Benevello di Challant (FITETREC-ANTE) tel. 340/6406720 SABATO 2 LUGLIO 2011 Catania, visita ufficiale alla Delegazione del Presidente Nazionale Cap. di Vascello Dott. Ugo d’Atri. Programma: ore 17:30 Conferenza sul tema “150 anni dall’Unità d’Italia”, Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia (ex Monastero dei Benedettini); Saluti: On. Raffaele Stancanelli, Sindaco di Catania, Prof. Nunzio Famoso, Preside Facoltà di Lingue e Letterature Straniere; Introduzione: Avv. Maria Lapis, Delegato Provincia di Catania; Relatore: Com. te di Vasc. Dott. Ugo d’Atri, Presidente Nazionale INGORRTTP; Interventi programmati: Dott.ssa Vincenza Speranza, Dott. Mario Mingiardi, Prof. Mauro Guarino, Dott. Sergio Sportelli; ore 20:30 Breve intervento musicale del Soprano Nadia Ester Suriano, accompagnata al pianoforte dal M° Mirella D’Amato (Una Hotel Palace, via Etnea); ore 21:30 Cocktail di benvenuto, Terrazza Una Hotel Palace; ore 23:30 Giro by night per le vie di Catania con autobus turistico scoperto (È previsto l’abito scuro). Costo della cena, compreso il giro turistico, euro 45 a persona; l’autobus sarà a nostra disposizione per gli spostamenti vari. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi entro il 20 /06 /2011 all’Avv. Maria Lapis, Delegato Provinciale di Catania tel. fax. 095 538080, [email protected] o al Dott. Salvatore La Lota Di Blasi, Segretario organizzativo, 347.4053861, [email protected] (ore pasti). Programma ufficiale salvo eventuali e improvvise modifiche dell’ultimo momento DOMENICA 3 LUGLIO 2011 Catania, visita ufficiale alla Delegazione del Presidente Nazionale Cap. di Vascello Dott. Ugo d’Atri. Programma: ore 11.30 Santa Messa Solenne nella Chiesa Capitolare di Sangiuliano; presenti le Guardie d’Onore in tenuta ufficiale. È previsto l’impiego del mantello o, per chi ne fosse sprovvisto, della relativa fascia; ore 13:00 Pranzo sulla terrazza dell’Hotel Royal di via Antonino di Sangiuliano (prezzo 35 euro a persona). Per informazioni e prenotazioni rivolgersi entro il 20 /06 /2011 all’Avv. Maria Lapis, Delegato Provinciale di Catania tel. fax. 095 538080, [email protected] o al Dott. Salvatore La Lota Di Blasi, Segretario organizzativo, 347.4053861, [email protected] (ore pasti). Programma ufficiale salvo eventuali e improvvise modifiche dell’ultimo momento VENERDÌ 8, SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO 2011 Visita ad Alessandria del presidente dell’Istituto organizzata dal delegato, M.llo Giampiero Cassero. Nell’occasione si svolgerà il raduno delle Guardie d’Onore piemontesi, liguri e lombarde nella Cittadella GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 SABATO 9 LUGLIO 2011 Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45, conferenza “Le glorie alpine”. Relatore dott. Federico Pizzi GIOVEDÌ 14 LUGLIO 2011 Como, cortile d’onore della sede comunale, via Vittorio Emanuele II n° 97, ore 21, la Delegazione provinciale volendo commemorare, ancora una volta, il 150° dell’Unità d’Italia, desidera offrire un concerto a tutti gli Amministratori del Comune di Como, a tutte le Autorità religiose, civili e militari della Città e alla cittadinanza tutta. Il concerto sarà tenuto da parte dell’Orchestra d’Archi “Accademici Jupiter”, Violino solista e concertatore: Davide Alogna. Programma: Vivaldi: un concerto delle “4 stagioni”; Haydn: Concerto per violino e orchestra in Do Maggiore; Mozart: Adagio Kv 261 in Mi Maggiore; Kriesler: Liebeslied: Williams: Schlinder’s List; Piazzolla. Inverno Porteno VENERDÌ 19 AGOSTO - DOMENICA 21 AGOSTO 2011 Baia Domitia (CE) Concerto della fanfaradei Bersaglieri di Aprilia (LT). Un drappello di Garibaldini a cavallo percorrerrà i luoghi della battaglia del Garigliano. Deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Caduti. Organizzazione logistica a cura della Guardia del d’Onore Gaetano De Cristoforo, proprietario del Park Hotel (tel. 0823.930111, e-mail [email protected]) SABATO 23 LUGLIO 2011 Monza, cerimonia di commemorazione del 111° Anniversario del Regicidio di S. M. il Re Umberto I. Programma: ore 09.45 ritrovo in Piazza del Duomo; ore 10.00 partenza del corteo di commemorazione che da Piazza del Duomo si porterà alla Cappella Espiatoria (Via Matteo da Campione), accompagnerà il corteo la Banda Musicale di Valbrona; ore 10.30 deposizione delle corone nel Sacello Monumentale della Cappella Espiatoria alla presenza delle Autorità Civili e Militari, esecuzione della Marcia Reale, dell’Inno Sardo e del Silenzio, trasferimento alla Villa Reale; ore 11.30 Santa Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto I presso la Cappella della Villa Reale. Celebrerà la Sacra Funzione Don Simone Rolandi, Cappellano della Delegazione e Vice Priore della Delegazione per la Lombardia degli Ordini Dinastici VENERDÌ 29 LUGLIO 2011 Roma, Pantheon, ore 18, Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto I DOMENICA 31 LUGLIO 2011 Reggio Calabria, Messa solenne in suffragio di S. M. il Re Umberto I nella Chiesa di San Giorgio al Corso SETTEMBRE 2011 Piana delle Orme (Borgo San Michele) (LT), ore 10: visita guidata del museo; ore 13: pranzo sul posto. Latina, ore 17: deposizione di una corona d'alloro ai caduti pontini di tutte le guerre; serata con illustrazione dei fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri in congedo in Piazza del Popolo; Latina, mattinata: percorso guidato nel centro della città con la partecipazione dell'Associazione "Cavalieri della transumanza"; Terracina (LT), ore 10: visita guidata del centro storico della città (che, durante la Seconda Guerra Mondiale, subì un furioso bombardamento), ore 12: deposizione di una corona d'alloro ai caduti della città; pomeriggio: gita guidata per la GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 piana del Circeo. Sabaudia, sera: visita con illustrazione dei fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri in congedo; Sabaudia (LT), mattina: visita alla città fondata a seguito della bonifica pontina compiuta nell'epoca mussoliniana; visita ad un impianto urbanistico costruito ex novo secondo il razionalismo italiano. Al termine, deposizione di una corona al monumento ai caduti. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato (tel. 335/5710643, e-mail [email protected]) DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011 Pallenzona di Avolasca (AL), cerimonia al Tempio del Ricordo dedicato alla Madonna del Bersagliere, dove si trova il quadro della Santa Caterina da Siena dedicato alla Principessa Mafalda di Savoia DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011 Vicoforte di Mondovì (CN), ore 10, inaugurazione dell’annuale fiera che da oltre 400 anni è stata l’anello di congiunzione dei traffici con la Liguria e la vicina Francia. Presso il Santuario sarà celebrata una SS. MM. alla quale parteciperanno autorità civili, militari e religiose della Provincia di Cuneo; è prevista la partecipazione di un picchetto d’onore del 2° Reggimento Alpini di Cuneo e di una rappresentanza dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il rito verrà officiato dal Vescovo di Mondovì, Mons.Luciano Pacomio, e dal Rettore del Santuario, Don Bartolomeo Bessone. Al termine della SS. MM. sarà servito un pranzo nel refettorio settecentesco dell'attiguo Monastero. SABATO 10 SETTEMBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45, conferenza “Reale Arma dei Carabinieri”. Relatore dott.ssa Enrica Magnani Bosio VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011 Cereseto Monferrato (AL), Monferrato Resort, fraz. Cascine Franchi, ore 19.30, Gran Galà del Risorgimento Italiano organizzato da Maria Enrica Magnani Bosio: “L’Italia s’è desta…viva V. E. R. D. I.”, poesia e musica per festeggiare i 150 anni del Regno d’Italia. Seguirà, alle ore 21, cena sabauda con menu “regale”. Abito scuro. Costo 70 euro. Per le prenotazioni, da effettuarsi entro il 18 maggio, rivolgersi a Carmine Passalacqua al numero 338/8757442 SABATO 17 SETTEMBRE 2011 Fondi (LT), ore 10: incontro dei radunisti nella città di Fondi e deposizione di una corona ai caduti; visita del centro storico; serata con illustrazione dei fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato (tel. 335/5710643, e-mail [email protected]). SABATO 17 SETTEMBRE 2011 Torgiano (PG), resort “Le tre vaselle”, tè danzante con la Società di Danza Ottocentesca di Ancona. DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011 Gaeta (LT), mattina: visita al centro storico di Gaeta, luogo dell'assedio avvenuto nel 1860; deposizione di una corona ai caduti in guerra; sfilata dei garibaldini a cavallo. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato (tel. 335/5710643, e-mail [email protected]). DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011 Pescocostanzo (AQ), Xa Giornata Nazionale Mauriziana. 21 MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2011 Alessandria, Sala Giunta del Municipio, ore 18, in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia, conferenza del dott. Alberto Di Maria: “Pio IX e l’Unità d’Italia” in collaborazione con l’Istituto del Risorgimento di Alessandria e l’Associazione Nazionale Bersaglieri di Alessandria. Seguirà un convivio serale. VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011 Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO), Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00 – 16,00 Visita guidata presso la sala di Abdicazione di Sua Maestà Sarda Carlo Alberto di Savoia-Carignano. Visita presso il Museo Risorgimentale di Via Greppi, 11; Ore 17,00 conferenza presso il Convitto Nazionale Carlo Alberto “Aula Magna” (Baluardo Partigiani, 6) 1 – Battaglia della Bicocca – 23 marzo 1849, Prima Guerra d’Indipendenza, relatore Dr. PAOLO CIRRI; 2 – Processo dell’Unità d’Italia attraverso la Storia di Casa Savoia e del Regio Esercito, relatore Dr. STEFANO TOSI Presidente dell’Associazione “N del Novarese”. VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011 Roma, Pantheon, gran concerto di musica barocca. SABATO 24 SETTEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 18.30, convegno sui "150 anni del Regno d'Italia" presso la Sala convegni della Reggia Moncada. Inaugurazione del Quadro, dono della Delegazione Nissena, al Teatro Comunale Regina Margherita e alla città di Caltanissetta. SABATO 24 SETTEMBRE 2011 Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione con: Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO), Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00 Ritrovo al monumento ai caduti di tutte le guerre (Viale IV Novembre) deposizione corona d’alloro, arrivo in Piazza Martiri deposizione Corona d’Alloro al Padre della Patria S.M. Vittorio Emanuele II (Piazza Martiri), deposizione corona d’alloro al monumento di Sua Maestà Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna. (Piazza Puccini) a memoria della riforma che igienizzò la Città di Novara, arrivo preso la Basilica di SAN GAUDENZIO Tempio Civico; Ore 15,45 Santa Messa in Suffragio a Sua Maestà Vittorio Emanuele II Re d’Italia (PADRE DELLA PATRIA) e di tutti i Caduti che contribuirono alla Costruzione e alla Rinascita della Patria. Celebrante: Can. Prof. don Mario Perotti (Prefetto del Capitolo dei Canonici del Duomo). Al termine della funzione visita dello Scurolo contenente le reliquie di San Gaudenzio. Presen- 22 zieranno alla cerimonia il Presidente Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon Cap. di Vasc. Dr. Cav. Gr. Uff. Ugo d’Atri, l’Ispettore per l’Italia Meridionale Avv. Cav. Angelo Gadaleta, l’Ispettore Nazionale Giovanile Dr. Cav. Federico Pizzi, il Delegato per il Piemonte degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Cav. Gr. Cr. Carlo Buffa dei conti di Perrero. Addetto al Cerimoniale: Dr. Cav. Alberto Di Maria. ALLA FINE DELLA CERIMONIA SI TERRA’ IL RINFRESCO PRESSO L’ALBERGO ITALIA Via Generale Paolo Solaroli, 8/10 Novara. DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011 Granze (PD), agriturismo “Le Bove” della N. D. Emanuela Rusconi Camerini, consorte del Socio Luciano Caffagni, ore 10,00, conferenza della G. d’O. Dott. Giulio de Renoche sul tema: “Ugo Foscolo: il poeta, il politico, il combattente”. Alle ore 13,00 pranzo nel vicino Agriturismo “La Calendula” (euro 20,00) e successiva sosta pomeridiana in amicizia presso i cortesi Ospiti Caffagni-Rusconi Camerini. Prenotazioni entro lunedì 19 settembre. LUNEDÌ 26 SETTEMBRE 2011 Roma, convegno di studi storici dedicato al gen. m.se Alfonso Ferrero de la Marmora. L'evento è organizzato in collaborazione con l'Associazione Piemontesi a Roma. SABATO 1° OTTOBRE 2011 Roma, Hotel Crowne Plaza Saint Peter’s, cena dell’Unità d’Italia in collaborazione con l’Associazione Piemontesi e l’Associazione Campani. Saranno elaborati piatti originari del Regno delle Due Sicilie da parte dello chef napoletano Domenico D’Imperio e del Regno di Sardegna da parte dello chef piemontese Stefano Cravero. DOMENICA 2 OTTOBRE 2011 Bari, Circolo Unione, convegno: “L’Unità d’Italia tra storia e cultura”. Seguirà una cena sociale per raccolta fondi per i terremotati del Giappone. LUNEDÌ 3 OTTOBRE 2011 Roma, Associazione dei Piemontesi a Roma, ore 17.30, conferenza della prof.ssa Silvana Balbi de Caro: "Schegge di storia impresse nel metallo: 150 anni dell'unità d'Italia". VENERDÌ 7 OTTOBRE 2011 Roma, convegno nel 440° anniversario della battaglia di Lepanto. SABATO 8 OTTOBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45, conferenza “Garibaldi e Cavour, protagonisti del Risorgimento italiano”. Relatore cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto. VENERDÌ 14 OTTOBRE 2011 Roma, ore 17, Associazione dei Piemontesi a Roma, via Aldrovandi n° 16, convegno su “La Marina e i Savoia”; Amb. Francesco Mezzalama. DOMENICA 16 OTTOBRE 2011 Caltanissetta, ore 11, Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre. Pranzo. Alle ore 16.30 deposizione di una corona d'alloro al monumento al Re Vittorio Emanuele II (Padre della Patria) presso il giardino pubblico a Villa Amedeo e al monumento ai caduti in viale Regina Margherita. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011 Bologna, cena di gala a chiusura delle manifestazioni per i 150 anni del Regno d’Italia; ospite d’onore il Principe Emanuele Filiberto di Savoia. VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011 Castello di Monselice (PD), ingresso euro 5,00 oppure gratuito, ore 16.30, visita organizzata dalla delegazione provinciale. Luogo di estremo interesse per l’assetto medioevale, accompagnati da Riccardo Ghidotti, Presidente della locale Associazione Amici dei Musei. Alle ore 20,00 cena sociale al Circolo Ufficiali (euro 20,00). Prenotazioni entro sabato 15 ottobre, precisando la partecipazione ad una o ad ambedue le attività. VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011 Roma, L. U. M. S. A., ore 9, convegno: “Il Risorgimento italiano”. GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2011 Roma, Accademia dei Piemontesi a Roma, ore 17.30, conferenza del prof. Gaspare Mura dell'Accademia di Scienze Umane e Sociali (A. S. U. S.): "La cultura cattolica del Risorgimento”. VENERDÌ 28 - DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 Première rievocativa della battaglia del Garigliano del 29 ottobre 1860 da parte del Consorzio Torre Capodiferro. DOMENICA 6 NOVEMBRE 2011 Pieve Vergonte (VB), commemorazione del 4 novembre, chiusura delle celebrazioni per il 150° anno dall’unità d’Italia e inaugurazione della lapide commemorativa in onore del Padre della Patria Vittorio Emanuele II e intitolazione della via “Unità d’Italia”. DOMENICA 11 DICEMBRE 2011 Ristorante “Piroga”, Via Euganea n° 48, Selvazzano Dentro (PD) (inizio Strada dei Colli, dopo Tencarola), ore 12,30 pranzo di Natale (euro 30,00). Prenotazioni entro lunedì 5 dicembre. Si partecipi come sempre in gran numero, anche per procedere ai rinnovi delle iscrizioni per il 2012. DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011 Alessandria, chiesa di San Rocco, ore 11, Santa Messa in ricordo del Re Umberto II e di tutti i Caduti per la Patria. Seguirà un pranzo sociale. DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 18, Santa Messa presso la parrocchia di San Marco in ricordo della Serva di Dio Sua Maestà la Regina Elena. Presentazione delle nuove Guardie, conviviale presso un noto locale cittadino. LUNEDÌ 28 NOVEMBRE 2011 Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. la Regina Elena. SABATO 17 DICEMBRE 2011 Caltanissetta, ore 20, scambio degli auguri e concerto di Natale. SABATO 17 DICEMBRE 2011 Roma, Casa dell'Aviatore, cena e serata di gala a conclusione dei festeggiamenti. MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2011 Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. il Re Vittorio Emanuele III. QUOTE SOCIALI AMMISSIONE .............................................................50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard) .....................................................................................100 Euro (con fascia e cravatta/foulard) RINNOVI ANNUALI ...................................................30 Euro I versamenti possono essere eseguiti sul C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON Preghiamo inoltre i sig.ri soci di prendere nota delle nuove coordinate bancarie dell’Istituto: numero conto: 000000092139 IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139 BIC: ARBAIT 33042 Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 23 FIRME DI OMAGGIO AI RE D’ITALIA Il numero delle firme di omaggio ai Sovrani d’Italia raccolti nel Pantheon, ad Altacomba, a Montpellier e ad Alessandria d’Egitto durante il 2010 è stato complessivamente di 85856, come è evidenziato dalla tabella che segue, che riporta i dati dal 1978. Come da sempre, i registri delle firme sono accuratamente custoditi in Presidenza, a disposizione di chiunque voglia consultarli. 2007: 123750 1999: 132367 1992: 93272 1985: 75019 1978: 34556 2008: 108160 2000: 198583 1993: 86131 1986: 59554 1979: 32556 2009: 83842 2001: 191870 1994: 95052 1987: 86877 1980: 32104 2010: 85856 2002: 161325 1995: 96448 1988: 85055 1981: 34871 2003: 154576 1996: 109895 1989: 71631 1982: 57499 2004: 144000 1997: 104864 1990: 68632 1983: 35765 2006: 122848 1998: 91300 1991: 94944 1984: 62764 ORE DI GUARDIA 2010 Ecco i nominativi delle Guardie d’Onore, suddivisi per provincia con a fianco il numero delle ore di guardia effettuate nel 2010. Il numero delle ore tiene anche conto dei servizi prestati presso le Tombe Reali provvisoriamente all’estero, per le quali sono state attribuite 4 ore per ciascun servizio, così come per le cerimonie di Roma (anniversario dell’Istituto, gennaio) e di Altacomba (marzo). Per le messe ufficiali al Pantheon, sono state attribuite 2 ore di servizio. Si ricorda che i servizi di guardia sono esclusivamente quelli espletati presso le Tombe dei Re e delle Regine d’Italia (Pantheon, Alessandria d’Egitto, Montpellier, Altacomba), non altri. È stato quindi eliminato dal conteggio (e quindi dal totale) ogni altro tipo di servizio. Come negli ultimi anni, si è fatto ricorso all’autocertificazione, per economia di personale; si fa peraltro riserva di effettuare controlli a campione. 1981: 1982: 1983: 1984: 1985: 1986: 24 1179 1740 2573 3194 4285 4062 1987: 1988: 1989: 1990: 1991: 1992: 5055 5578 5388 5985 6110 5793 1993: 1994: 1995: 1996: 1997: 1998: 7729 7079 7795 8286 8039 9018 1999: 2000: 2001: 2002: 2003: 2004: 10172 11826 13682 16320 11093 8182 2005: 2006: 2007: 2008: 2009: 2010: 8175 5631 7170 6255 7319 4446 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 AGRIGENTO IACONA VELLA CANNELLA DI CESARE ALESSANDRIA PASSALACQUA ULANDI CASSERO ANCONA DE SANTIS CELSI S. MORESI CICCONI MASSI C. CICCONI MASSI P. BROCCA SILVESTRELLI SCARSATO PELLEGRINO AREZZO BORGIA ASCOLI PICENO DI BIASE ASTI FRANZINI TIBALDEO TRIBERTI G. AVELLINO GENOVESE BARI BALDASSARRE CASSA BUCCI T. AMBROSINI GADAIETA BENEVENTO MONGILLO BERGAMO CANOVA BIELLA CERAMI CONZON R. BOLOGNA GALLIANI A. M. SPETTOLI RUGGERI BRESCIA ABBIATICO BRINDISI CHIRIATTI CAGLIARI SABA M. J. LIPPI SERRA P. A. CALTANISSETTA GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 12 12 30 6 18 4 11 48 6 6 47 37 16 4 4 4 4 4 35 4 8 4 4 4 4 4 6 4 2 14 4 2 4 15 4 BONIFAZIO SPANÒ FIOCCO DI FRANCESCO D'OCA FALZONE E. GIAMPORCARO FALCONE SERPENTE CAMPOBASSO SIMIGLIANI CASERTA ANZEVINO CERRONE CATANIA VALORE CUVA SQUILLACI BONACCORSI BUGLIARI CARUSO CONSOLANTE D'ALESSANDRO DI STEFANO GRASSO RACITI GRECO LA DELFA LAPIS M. LO PRESTI RAPISARDA RUSSO SCHINOCCA S. SPORTELLI TODARO CATANZARO PALAJA DI TOCCO CHIETI VITA FAIETA MARCELLO ROLLO CIAVATTA DI MUZIO MORELLI CARTA VITALE MARINI CAPPELLONE FORNAROLA FRANGIONE RAPA 8 6 8 8 8 9 4 4 12 6 43 18 40 4 9 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 7 4 6 11 7 7 6 6 6 6 6 6 6 6 25 LANCIA SAVINI IANNETTI LIBERATORE COSTANTINI MARINO NATARELLI SCAMPOLI PETROCCHI GATTO DI DONATO MECHI CREMONA BOSIO GRASSI MANTOVANI COMO REINA ROBUTTI PICHIERRI G. PAPAGNI TAGLIABUE PUPPI BERGAMINI BRAMBILLA ORTELLI PANIZZA ROCCATO CROTONE CAVALLARO CUNEO DALMASSO BRUNO P. ENNA ASTORINA GRECO CALÌ FIRENZE CASTINI RISPOLI BELLI DUVINA P. L. PICCHIANI FOGGIA DELLI CARRI FORLÌ-CESENA ARFILLI FLAMIGNI FROSINONE COLTELLACCI PASIN GENOVA 26 4 5 5 4 4 4 20 45 85 11 14 4 5 8 39 2 12 6 6 2 2 2 27 2 2 4 8 4 8 8 11 6 6 7 4 4 4 30 4 33 4 ZOPPI DI ZOLASCO FANTINI MONSELLO SAPONARO MONTI BRAGADIN GROSSETO GIUSTI IMPERIA CHERSOLA ISERNIA BIASIUCCI ORRINO L'AQUILA COLASANTE DEL ZOPPO C. LECCE TONDO SARCINELLA TARANTINO SCARLINO LUCCA TEUCCI TONZANI MACERATA CICCONI LUCIANI MANTOVA BOTTURA S. MASSA-CARRARA AZZATO BIANCARDI AMBROSINI LAMBRUSCHI SERAFINI BORGHINI BARZAGHI FRANZONI CARDI CIGOLI MESSINA SCILIBERTO DE LORENZO DE FRANCESCO CARDULLO DI PASTENA MIGNANI ARENA SABATO ARENA FELICE PROTO LA FAUCI TORTORICI SANTORO 14 8 4 4 4 19 4 17 4 2 14 21 10 10 5 8 4 4 2 4 4 4 2 2 8 4 4 6 35 8 8 6 8 4 4 4 28 21 18 28 4 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 MILANO NAKAMURA PORRETTI PUCCINELLI CASSATA GAROSCI ANTONIUZZI PIERATO DI MARTINO MASTROIANNI TERNI MODENA NARDI MONZA-BRIANZA CAZZANIGA NAPOLI BOVA PANNONE MAZZEO LOMBARDO DI CUMIA ROMANO ROCCO DI TORREPADULA PADOVA BENAZZATO BICCARI CAVINATO DEL PIERO DE PALO FRANCESCHINI GRASSI MANTIERO ORTOLAN PETROBELLI SCIMECA GIUSTINIANI PALERMO ABATE ANDRONICO AVERSANO BELLOTTA D'APPOLITO MAGGIORE NAVARRA PULEIO VECCHIO ZASA ODDO PAVIA ZAFFINO GIGANTI TRAVAGLINO TONDO GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 12 17 22 4 8 8 8 4 8 4 2 5 2 18 4 4 4 4 4 4 4 4 4 8 4 4 4 4 12 4 4 4 4 8 4 4 4 4 6 7 6 2 1 2 BALDI PERUGIA CAPPELLETTI INSINGA ARDISSONE PESCARA CRUCIANO PIACENZA COSMO SASSO PORDENONE D'ANTONA RAGUSA GULINO PICCITTO TERRANOVA PIAZZESE RAVENNA BERDONDINI REGGIO CALABRIA FRANCICA di PANAYA RIETI TRUINI PALOMBA RIMINI RUZZIER ROMA D'ATRI SALVINI MASTROSANTI LANDI LAURO FANTINI AMETRANO OLIVERI BUONFIGLIO MAROTTI SCUDERI VENDITTI PAPETTA PERSICO D'ANGELO RANA PALUMBO ERRICO CALANDRA PIETRONI PESCE FURLAN RICCI PORRO PAPA RUSSO TOMAINO 4 6 6 4 4 2 4 6 8 9 2 16 4 4 4 4 28 19 475 39 50 52 40 142 29 23 17 14 16 18 20 22 24 404 6 89 34 6 220 33 4 27 TRIPEPI NOVELLINO MARINI DETTINA A. MORGANTI C. ANTONELLI PERCIBALLI DE PASQUALE GIGLIO FALCIONI CUDEMO BOIDI COUCEYRO CARUSO ROVIGO LADOGANA GIULIOTTI SALERNO COLASANTE GATTO RESCIGNO D'ERRICO SASSARI DE MURTAS BRUNO SAVONA PASTORINO SIRACUSA ATANASIO TARANTO ANNOSCIA OLIVA CALO' TERNI DE ANGELIS TORINO LUCIA COMMISSO FILIPPI MONTANI GREMO RICCINI BONANATE GENTA BERMOND ISONI DE ANDREIS RAPISARDA TRENTO CALZA' PONZANI TRAPANI BONFIGLIO 28 6 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 9 4 26 6 4 4 14 4 4 4 3 3 4 16 6 8 18 4 1 2 9 17 11 15 10 15 11 9 TRIESTE CANARUTTO MINNECI MARIO ZUCCHI BASILE UDINE PONTELLI FABRIS MILLIMACI CALDERARI VARESE PANDOLFI GIUSSANI GALLAZZI PREMOLI CERIANI CASTOLDI D’OSSOLA BERLINGUER DEL GRANDE SLONGO ARCURI VISMARA DE TOMMASI BERTONI MANENTI FELOTTI C. FELOTTI E. VENEZIA DABALA' SCARPA LUCIA DI MASCA ROMANELLI VERBANIA-CUSIO-OSSOLA PIRONI ROLANDI ELLI D'AURIA LANA ALESSANDRO LANA ANDREA TORRISI IOLITA VERCELLI MAGNANI BOSIO VERONA BRAGRANZA PANATO MALERBA DE RAZZA PLANELLI VICENZA ROSALI LAMONEA 2 2 2 15 4 6 4 4 4 10 42 21 17 2 2 2 2 2 2 2 2 6 5 5 6 6 30 4 16 8 10 12 8 8 8 8 4 10 10 2 4 24 5 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 VITERBO QUADRANI A. PETRI P. F. AUSTRALIA STAGLIANO' CANADA GENTILE FRANCIA 4 4 4 4 CARRIER-DALBION TORBIERO GRAN BRETAGNA DONFRANCESCO OLANDA-GERMANIA HOEGEN-DIJKHOF SVIZZERA DI SANT'ANDREA 15 10 4 4 4 NOTE LIETE Giulianova. Venerdì 18 marzo 2011. All'Ospedale Civile "Mazzini" di Teramo, alle ore 18:21, è nato Carlo Maria Vittorio Emanuele De Berardinis, del peso di Kg. 2,530 e lungo cm. 49, per la gioia della G. d'O. Walter e della signora Lucia Temeprini e delle due sorelline (Chiara e Giulia). La scelta di chiamarlo Carlo in ricordo del nonno, caduto nella 1^ G. M.; Maria, in devozione della protettrice di Giulianova: Maria Santissima dello Splendore, che viene festeggiata ogni 22 aprile nella città adriatica; Vittorio Emanuele: in ricordo del passaggio del Re Vittorio Emanuele II a Giulianova (prima città dell'ex Regno delle due Sicilie), dove alloggiò nella Villa della Montagnola (del Conte Carlo Acquaviva), proprio davanti la casa del della famiglia De Berardinis. In casa della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Delegazione di Asti, Nello Ghione, è venuto al mondo “Umberto“, esattamente nel giorno della ricorrenza della morte di S. M. Umberto II. Nella famiglia Ghione è il secondo membro a cui viene, con onore, attribuito tale nome importante. Il 25 aprile 2011 è nata Francesca, figlia della Guardia d’Onore di Frattamaggiore (NA) Antonio Vitale. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Il Commissario Straordinario per il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana con suo provvedimento ha promosso al grado di Capitano Commissario le Guardie d’Onore ragusane Salvatore Donzello e Raffaele Stella. Roseto degli Abruzzi (TE). La Guardia d’Onore di Giulianova (TE), Walter De Berardinis, è stato premiato con la medaglia d’Oro dall’Associazione Nazionale Donatori di Sangue FidasCuore di Giulianova, per aver superato le 40 d onazioni ininterrotte (ad oggi 44), con la seguente motivazione: “L’Associazione Donatori di Sangue Fidas-Cuore sezione Flagnani, assegna al donatore, Walter De Berardinis, la Medaglia d’Oro. Quale attestato di riconoscimento per le numerose donazioni effettuate, dando prova di responsabilità sociale e di maturità civile con altruismo disinteressato che si eleva al di sopra di ogni considerazione politica e di parte”. Giulianova, domenica 27 febbraio 2011, La Guardia d’Onore Primo Maresciallo Dott. Massimo Giovannoli si è laureato in Scienze dell’Educazione e della Formazione lo scorso 22 febbraio all’università di Napoli. 29 QUATTRO PASSI NEL TESSERAMENTO Iscritti nell’anno Consistenza al 31 dicembre 2002 592 4584 532 4057 2003 704 4485 428 4056 2004 600 4755 690 4057 2005 554 4719 654 4065 2006 528 4841 609 4232 2007 543 4720 548 4172 2008 419 4566 645 3921 2009 542 4556 653 3903 2010 496 4396 446 3950 Iscritti al 31-12-2010 AOSTA VAL D’AOSTA ALESSANDRIA ASTI BIELLA CUNEO NOVARA TORINO VERBANIA VERCELLI PIEMONTE GENOVA IMPERIA LA SPEZIA SAVONA LIGURIA BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA 30 11 11 54 107 24 44 17 180 48 17 491 90 18 20 47 175 90 32 71 12 Nuovi iscritti 2010 5 6 18 2 4 2 8 2 42 3 6 19 19 3 2 3 Depennati per morosità Consistenza al 1° gennaio successivo Iscritti al 31-12-2010 LECCO 1 LODI 4 MILANO 170 MANTOVA 13 PAVIA 35 SONDRIO 4 VARESE 46 LOMBARDIA 412 BOLZANO 10 TRENTO 14 TRENTINO-ALTOADIGE 24 BELLUNO 2 PADOVA 70 ROVIGO 35 TREVISO 10 VENEZIA 31 VICENZA 34 VERONA 41 VENETO 223 GORIZIA 9 Nuovi iscritti 2010 1 20 1 6 4 41 2 2 1 9 13 6 3 32 1 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 PORDENONE TRIESTE UDINE FRIULI-VENEZIA GIULIA BOLOGNA FORLÌ-CESENA FERRARA MODENA PIACENZA PARMA RAVENNA REGGIO EMILIA RIMINI R. S. M. EMILIA-ROMAGNA AREZZO FIRENZE GROSSETO LIVORNO LUCCA MASSA-CARRARA PISA PRATO PISTOIA SIENA TOSCANA ANCONA ASCOLI PICENO MACERATA PESARO E URBINO MARCHE PERUGIA TERNI UMBRIA FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO LAZIO L’AQUILA CHIETI PESCARA TERAMO ABRUZZO GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 4 37 30 90 78 21 8 10 19 11 10 13 17 1 188 17 63 10 17 37 37 14 5 14 6 220 47 16 12 7 82 21 17 38 35 29 17 479 23 583 43 56 35 8 142 1 2 3 7 7 3 1 3 2 4 20 3 3 1 2 3 3 1 6 5 2 7 3 4 7 6 8 1 46 4 72 4 6 7 1 18 CAMPOBASSO ISERNIA MOLISE AVELLINO BENEVENTO CASERTA NAPOLI SALERNO CAMPANIA MATERA POTENZA BASILICATA BARI BRINDISI FOGGIA LECCE TARANTO PUGLIA COSENZA CATANZARO CROTONE REGGIO CALABRIA VIBO VALENTIA CALABRIA AGRIGENTO CALTANISSETTA CATANIA ENNA MESSINA PALERMO RAGUSA SIRACUSA TRAPANI SICILIA CAGLIARI NUORO ORISTANO SASSARI SARDEGNA EUROPA NORD-AMERICA SUD-AMERICA AUSTRALIA 13 11 24 15 21 27 143 54 260 8 6 14 177 16 61 117 74 445 32 17 16 60 22 147 19 51 96 35 85 71 22 34 25 438 80 2 11 5 10 14 14 8 8 2 6 3 70 7 3 19 102 85 110 49 43 12 8 7 11 3 10 2 2 5 11 1 19 1 1 31 5 3 14 13 66 2 2 2 5 31 AVVISI 32 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 CULTURA TERESA IACONO ROCCADARIO: una poetessa del Risorgimento vittoriese Il processo di unificazione italiana non nasce e non si realizza soltanto attraverso gli illustri statisti, filosofi o patrioti dell’inizio ottocento, ma anche grazie al contributo importante e incisivo della mano e del pensiero femminile. Da ciò è possibile sostenere che “Risorgimento della Nazione” è anche “Risorgimento delle Donne” dedite all’azione caritatevole, alla letteratura, alla poesia, al volontariato. Il panorama vasto va dalle donne che cucivano le bandiere alle donne che insegnavano negli asili per “l’infanzia del popolo” di don Ferrante Aporti. Nel 2011, ricorrendo l’anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, con Vittorio Emanuele di Savoia non più Re di Sardegna ma di uno Stato più vasto che andava dal Mediterraneo alle Alpi, tante sono le manifestazioni che vogliono ricordare l’evento. Ma si dimentica che il 17 marzo del 1861 non si ebbe un’Italia Unita nel senso stretto del termine, unificazione avutasi solo ai primi del ‘900 con l’ultimo conflitto mondiale, bensì la proclamazione di un Regno, quello italiano, a cui ancora mancavano Roma, Venezia e Trieste. Le nostre donne siciliane non sono passate certamente inosservate, ed anche in Provincia di Ragusa, dove il sindaco ragusano Luciano Nicastro fece sventolare per primo in Sicilia, la nuova bandiera nazionale, il Tricolore, sulla facciata della chiesa Madre di San Giovanni Battista il 16 maggio del 1860, spiccano donne d’indole poetica e risorgimentale che si ispiravano all’Italia, a Garibaldi, a Roma liberata. Poi la forza del pensiero e della cultura ha fatto da supporto alla circolazione di idee, patriottiche e rivoluzionarie, al punto da creare temi poetici risorgimentali di caratura nazionale e diffusi fino al livello locale. La Provincia di Ragusa ha dato i suoi frutti migliori attraverso i versi di un’inedita e quasi oggi sconosciuta ma raffinatissima poetessa vittoriese dell’Ottocento risorgimentale, Teresa Iacono Roccadario la quale scrivendo centinaia di sonetti, ottave e romanze entrò nel Pantheon delle donne letterate che inneggiarono all’Unificazione italiana. Ne conosciamo la vita attraverso il racconto del suo pronipote, il marchese Salvatore Palmeri di Villalba, il quale ha raccolto tutto l’intero patrimonio letterario, ne ha ordinato e sistemato ogni singola poesia. La GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 piccola Teresa o “Teresina”, come ella stessa si firmava in alcuni sonetti giovanili, nacque a Vittoria nel 1842 da Salvatore e Rosa Modica da famiglia “civile e benestante”. Spiccando per intelligenza e interesse per le lettere, imparò a leggere e a scrivere assistendo alle lezioni che un precettore teneva alla sorella minore di quattro anni. La vena poetica sbocciò molto presto, e già nel 1857, l’anno della spedizione di Sapri, a soli 15 anni scrisse un sonetto di natura risorgimentale appunto, dal titolo “L’Italia”. Teresa sposò Giombattista Alessandrello a 32 anni, un’età avanzata per l’epoca a causa dell’eccessiva timidezza di lui, il quale si limitava a dichiararsi, essendo anche poeta, attraverso suoi versi a lei dedicati senza andare mai oltre. Ma già la prima produzione poetica della “piccola Teresina”, piena di entusiasmo per “l’italica redenzione” è ovviamente tutta risorgimentale e dell’Italia essa tratterà a lungo. Di lei si conservano, infatti, tre sonetti e un inno dedicati all’Italia; un sonetto a Venezia; varie poesie dedicate a Roma e all’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, definito ora “..invitto duce forte e bellicoso”, ora “Belisario novello”, o ancora “il gran nizzardo”; un sonetto dedicato ai Savoia, dal titolo “Dall’Alpe all’Appennino”, che considerava dinastia traino del processo di unificazione contro “il vil tedesco”; e persino un riferimento ad Anita Garibaldi, nella poesia “L’esule”: “Amor mio non mi scordar. Fra mie braccia svenne: e manco le venia il respir nel petto chiuse i lumi e di pallore si coprì il pudico aspetto…”. I temi presenti nella poesia di Teresa Iacono, riprendono, dunque, i motivi generali che circolavano a livello nazionale. Un esempio lampante sta nel sonetto giovanile “L’Italia” del 1857, in cui l’autrice riprende l’idea generale della debole virilità degli uomini italici di quel periodo, riconquistata poi attraverso le campagne risorgimentali, idea evidenziata dalla studiosa Lucy Riall, e incredibilmente presente anche nei versi della Iacono: “Piange e rimembra in guisa assai pietosa, dei figli antichi, le virtù e le geste ed or sue membra lacerate e peste mira la gente estranea e baldanzosa alla mollezza, al vizio, abbandonati crede i suoi figli e se ne cruccia e geme, niun mi soccorre –esclama- oh figli ingrati”. Tale ricorrere di temi comuni derivava sia da un mescolamento di idee, sia dagli scambi letterari che la Iacono aveva con altre poetesse di respiro letterario più ampio. Come, ad esempio, la poetessa netina Mariannina Coffa Caruso, la messinese Letteria Montoro, e la palermitana Giuseppina 33 Turrisi Colonna. Un cenacolo di donne poetesse centrali nella società di metà ‘800, allorché in tutta la penisola si passò “da un semplice drappello ad una folta schiera di donne letterate”, come dice Simonetta Soldani in un saggio dedicato alle donne del Risorgimento. Anche se, assai difficile rimase la loro affermazione in termini culturali e sociali, ed esse poterono trovare fortuna solo se appartenenti ad una vera e propria “genealogia familiare dedita alla scrittura”, o quando partecipi di veri e propri circoli letterari. La nostra Teresa Iacono Roccadario partecipò ad entrambi i casi: ella fu infatti favorita dal clima familiare - lo stesso marito era poeta sebbene di fama minore e suo nipote era il poeta vittoriese Neli Maltese, con molta probabilità da lei avviato all’interesse per la poesia – ma ebbe anche importanti corrispondenze letterarie con altre poetesse. Eppure la sua produzione poetica è stata rinvenuta dagli eredi in forme inedite: il suo carattere schivo e riservato la portò, infatti, a non pubblicare mai nulla, malgrado molte sue poesie venissero, per suo volere, corrette da un altro letterato vittoriese suo contemporaneo, il dottor Emanuele Iapichino, e tre di esse pubblicate in una sua raccolta. Teresa Iacono Roccadario passò a miglior vita nel 1939 quasi centenaria, portando con se l’esperienza non solo del Risorgimento italiano e ragusano, ma della nuova Italia crispina e giolittiana, fino a giungere alla prima guerra mondiale e al ventennio fascista. Il suo viaggio terminò alle porte del secondo conflitto mondiale lasciando dei versi che senza dubbio, secondo un’analisi critica di esperti letterati, si mostrano in tutta la loro bellezza poetica facendo emergere lo stile di una donna dall’animo nobile e sensibile. Salvatore La Lota Di Blasi CARMELO BORG PISANI Quasi sessantanove anni fa, il 28 novembre 1942, a Malta veniva impiccato dagli inglesi un pittore. Chi era costui? Si chiamava Carmelo Borg Pisani ed aveva ventisette anni. La vicenda merita di essere raccontata. Al termine dell’avventura napoleonica, Malta si era ritrovata nella condizione di colonia inglese, una delle tre in Europa, insieme a Cipro e Gibilterra. Eppure Malta aveva un grande passato, dal 1530 al 1798 aveva ospitato i Cavalieri dell’Ordine di Gerusalemme sotto l’alta sovranità del Regno delle Due Sicilie. Davanti alla commissione britannica venuta per compiere un’inchiesta sulla crisi costituzionale del 1931, l’avv. Enrico Mizzi, capo del Partito Nazionalista, e più volte Primo Ministro del Governo autonomo maltese, affermava nella seduta del 12 maggio: “Chi sono i maltesi? A quale razza appartengono? La nazionalità di un popolo consta di parecchi elementi. La lingua ne è uno, ma non l’unico. Gli elementi costitutivi della nazionalità di un popolo, oltre la lingua, sono la geografia, la razza, la storia, i costumi, la religione, la legislazione e naturalmente la coscienza popolare che assomma e sintetizza gli elementi naturali e morali già ricordati. Per quanto riguarda l’elemento territoriale, credo che nessuno vorrà negare che quest’isola, distante cinquanta miglia dalla Sicilia, appartenga geograficamente all’Italia. Per quanto riguarda la razza invito la Commissione ad osservare che il 90% della popolazione porta cognomi italiani. L’altro elemento che comprova la nazionalità di un popolo è la storia. Chiunque siano stati i primi abitatori di Malta, resta il fatto storicamente accer- 34 tato che Malta ha partecipato alle stesse vicissitudini storiche della vicina Sicilia e che il periodo di distacco dalla storia siciliana è coinciso con il periodo della dominazione britannica. Per quanto riguarda la religione non esiste dubbio che la nostra coscienza religiosa è identica a quella degli italiani. Riguardo alle leggi, cioè allo sviluppo della legislazione in Malta, esso procede di pari passo con lo sviluppo delle leggi italiane. I costumi del popolo non sono certo costumi africani e non sono neanche costumi inglesi, sono costumi del tutto europei e in quanto tali non possono essere che italiani per via della nostra posizione geografica”. Così parlava Enrico Mizzi, il grande profeta del nazionalismo maltese, l’esponente più alto e più autorevole della cultura italiana, latina ed europea del popolo maltese. Nel passo sopra citato difendeva la lingua italiana che allora era seriamente minacciata e che di lì a poco avrebbe subito un gravissimo colpo dal quale non si sarebbe mai più ripresa. Conviene aggiungere che gli atteggiamenti e gli atti del Partito nazionalista erano condivisi dalla popolazione, infatti detto partito otteneva molto spesso una netta maggioranza di voti e prima dell’ultima guerra la maggioranza dei maltesi si sentiva italiana. In tale clima si era formato Carmelo Borg Pisani. Nato a Senglea il 10 agosto 1915, aveva frequentato la scuola italiana di Malta “Umberto I”. Fondata nel 1890 da Carlo Luigi Borg, noto nell’isola come “Professor Carlotto”, nel 1926 divenne di proprietà dello Stato italiano che la rinnovò e la riconobbe Regia scuola italiana all’estero. Comunque prima della venuta degli inglesi la questione della lingua GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 non si era mai posta ed i capi locali non avevano sentito il bisogno di insistere sulla cultura italiana della popolazione. Gli stessi Cavalieri, pur non essendo tutti o in maggioranza di nazionalità italiana, comunicavano col popolo in italiano. La cosiddetta “Questione della lingua” sorse subito dopo l’occupazione inglese. Scrisse al proposito un noto studioso maltese , il Ganado: Gl’Inglesi al loro arrivo nutrirono l’intenzione di diffondere l’influenza britannica nel Mediterraneo. E Malta doveva servire da trampolino di lancio di tale opera di propaganda. Per influenza britannica si intendeva allora la lingua inglese, e la politica inglese e la religione protestante”. Ma torniamo all’Umberto I. La frequentavano seisettecento allievi, ragazzi e ragazze: non tutti provenivano da famiglie filoitaliane, benché la maggioranza lo fosse. Era una scuola prestigiosa per gli insegnanti, ben organizzata anche per quanto riguardava lo sport. La scuola godeva anche della particolare attenzione del governo inglese che vedeva in essa come era- un focolaio di italianità. La situazione prese a precipitare. Gli inglesi, preoccupati della politica espansionista italiana, sospesero nel 1933 la costituzione da loro stessi concessa nel 1921, che permetteva una limitata autonomia, e l’anno dopo l’italiano, fino ad allora lingua ufficiale insieme all’inglese, fu estromesso ed al suo posto venne innalzato quale lingua ufficiale il dialetto maltese (dialetto arabo del Nordafrica con molti vocaboli del dialetto siciliano e dell’italiano). I ministri nazionalisti furono mandati a spasso nonostante il partito avesse conquistato alle ultime elezioni ventuno dei trentadue seggi del Parlamento. Le scuole italiane furono costrette a chiudere. In seguito alle misure repressive di quegli anni la lingua, la cultura e la presenza ideale italiana a Malta subirono un colpo da cui non si sarebbero più riprese. Da un dispaccio del governatore inglese del 5 luglio 1933 apprendiamo che il 7 luglio sarebbe partito per una vacanza a Roma - insieme ad alcuni coetanei Carmelo Borg Pisani. Gli inglesi quindi sorvegliavano chi aveva rapporti con l’Italia. Carmelo, che aveva al contempo frequentato la scuola di pittura (la sua vera passione) di Carnana Dingli, noto artista locale, decise di trasferirsi a Roma per perfezionarsi presso l’Accademia di Belle Arti. Chiese ed ottenne una borsa di studio del governo italiano, “essendo più che mai vivissimo il suo sentimento di italianità”. Nel 1936 gli fu concessa la sovvenzione di tremila lire e partì. La produzione artistica di quel periodo del Borg Pisani è di buon livello. Ricordiamo L’acquaiola, Modella che si veste, L’attesa, quadro allegorico, rappresentante una donna in costume maltese: Malta che attende la liberazione (tuttora in varie case maltesi si conservano quadri del pittore, ma una nostra proposta di farne una mostra non è stata accolta dall’Istituto italiano di cultura…). Gli studenti maltesi allora ospiti della Capitale erano una GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 folta schiera e fra essi Borg Pisani fondò il Circolo amici della storia di Malta, associazione sorta in seno alla Deputazione per la storia di Malta che, fra l’altro, pubblicava l’Archivio storico di Malta. Il 30 maggio 1940, pochi giorni prima dell’entrata dell’Italia in guerra, Carmelo Borg Pisani, dopo aver restituito il passaporto all’ambasciata della Gran Bretagna, scrive a Mussolini: “In questo momento, in cui l’Italia si apparecchia a scendere in lotta per completare la sua unità, io desidero significarvi che sono ai vostri ordini, pronto a dare tutto quello che posso per dare il mio contributo alla mia vera Patria, l’Italia. Sono maltese di nascita, ma mi sono sempre sentito italiano e ho sempre dedicato in Malta tutta la mia attività nella propaganda di opere italiane (…) intendo qui restare offrendo l’opera mia per il coronamento del mio grande ideale, quale è di vedere Malta resa all’Italia”. Tre giorni dopo la dichiarazione di guerra cercò di arruolarsi volontario. Non superò l’esame medico, perché miopissimo, ma ormai aveva a Roma delle conoscenze e decise di approfittarne: nonostante il certificato medico di non idoneità, il 16 aprile 1941 fu arruolato nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Malgrado la vicinanza fra la Sicilia e Malta, l’Italia non disponeva di informazioni sull’isola. Gli inglesi avevano arrestato e deportato in Uganda tutta la classe dirigente filoitaliana, come Enrico Mizzi ed il presidente della Corte Suprema, Marcieca. L’isola era piccola e facilmente controllabile. Venne deciso quindi di inviare informatori sull’isola, Carmelo si offrì volontario. Nell’aprile 1942 egli aveva già scritto il suo testamento spirituale indirizzato allo scrittore Umberto Biscottini, attivo nell’Archivio storico di Malta:”Nel caso che Iddio abbia disposto che non mi sia concesso abbracciarvi il giorno della Vittoria e che, per il trionfo della nostra fede, abbia determinato il mio sacrificio, desidero in questo momento solenne dirvi: al momento della guerra avrei potuto tornare a Malta se lo avessi voluto, ma rimasi perché sentii la voce della Patria e credetti mio dovere rimanere là dove la Patria vera raccoglieva le forze di tutti i suoi figli per liberare anche i miei fratelli: così di mia spontanea volontà volli servire la Patria in armi ed insieme agli altri camerati maltesi volli partecipare come volontario alle operazioni di guerra (altri giovani maltesi si erano infatti arruolati). Di mia spontanea volontà ho altresì chiesto e ottenuto di poter adempiere la difficile missione che mi è stata affidata. Prego Iddio che essa riesca e che possa anche la mia diretta partecipazione alla più grande impresa affrettare la liberazione dei fratelli che la triste necessità della guerra sottopone ogni giorno alle più dure e dolorose prove”. Chiudeva con un “Viva Malta italiana!”. Nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 1942, Carmelo Borg Pisani andò incontro al suo destino, quando dalla Sicilia partì in direzione della sua isola. Il moto- 35 scafo silurante n.214 al comando del sottotenente Ungarelli, dopo aver costeggiato l’isola verso nord, fece sbarcare un certo Caio Borghi (era il nome di copertura). Sceso con l’attrezzatura predisposta, su un battellino pneumatico, “Caio Borghi” raggiunse le scogliere e si nascose in una caverna con l’intenzione di dare inizio alla missione cui era preparato. Ma presto, stremato dalla fame -le provviste erano andate perdute insieme alla radio- dovette uscire allo scoperto. Ritenuto un civile, in cattive condizioni di salute, venne trasportato all’ospedale di Mtarfa. Qui un suo compagno d’infanzia, un medico di famiglia inglese, lo riconosceva e lo denunciava alle autorità. Arrestato, interrogato, Borg Pisani veniva chiuso in una casa di Sliema e poi nelle carceri “di Corradino”. La casa era un’abitazione privata: a rigore quindi non avrebbe potuto essere utilizzata per tenervi un prigioniero. Il 25 giugno 1942 appariva perciò sulla Gazzetta Ufficiale un avviso a firma del governatore con cui questi si autoconferiva il potere di “emettere direttive affinché la persona sia detenuta, confinata o trattenuta in luogo autorizzato secondo detto ordine, sotto la sorveglianza di persona o persone specificamente designate in detto ordine e in ottemperanza alle direttive man mano emesse dal Governatore”. Così Borg Pisani poteva essere detenuto dovunque e fino a quando al signor governatore piacesse. Il processo ebbe inizio il 12 novembre 1942 e il suo esito era scontato: giovedì 19 novembre Carmelo veniva condannato a morte per impiccagione. L’esecuzione avvenne il 28 novembre. In Italia, tale era la disinformazione da Malta, si ritenne che Carmelo fosse stato fucilato ed in tal senso i giornali ed i settimanali riferirono, anche con disegni raffiguranti una fucilazione. Sull’architrave della porta della cella fu trovata incisa una scritta in italiano: “I vili ed i servi non sono graditi al Signore”. Il suo corpo fu inumato nel cimitero del carcere in una fossa anonima contenente anche i corpi dei condannati per reati comuni. Il 4 maggio 1943 Vittorio Emanuele III, motu prorio, conferiva a Carmelo Borg Pisani, alla memoria, la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Irredento maltese e, come tale esente da obblighi militari, chiedeva ripetutamente ed otteneva di essere arruolato, nonostante una grave imperfezione fisica (la forte miopia). Conseguita la nomina ad ufficiale della Milizia Artiglieria marittima, chiedeva insistentemente di essere utilizzato in una rischiosissima impresa di guerra, alla quale si preparava in lunghi mesi di allenamento e di studio, in perfetta serenità di spirito e in piena consapevolezza della gravità del pericolo. Catturato dal nemico, riafferma- 36 va (…) la sua nazionalità italiana (…). Fulgido esempio di eroismo, di fede, di abnegazione e di virtù militari, che si riallaccia alle pure tradizioni dell’irredentismo”. Dopo la guerra, persino il suo busto al Pincio fu ignobilmente rimosso e non si sa dove sia finito, fu tentata in Italia qualche iniziativa da parte di privati per porre termine allo sconcio di una Medaglia d’Oro sepolta fra i ladri e gli assassini. Venne interessato qualche deputato indipendente ed anticonformista (e perciò non rieletto nella successiva legislatura) che presentò delle interrogazioni in Parlamento. In genere non ebbe risposta. Solo una volta il governo italiano rispose che non essendo mai stato Carmelo cittadino italiano, nulla poteva. Al contempo a Malta le vicissitudini di Carmelo, che sono sempre state ben presenti, al contrario che nell’immemore Italia per la quale morì, hanno diviso e dividono l’opinione pubblica isolana: eroe o traditore? Alcuni giovani, uniti nell’associazione dei giovani lettori de Il Giornale di Montanelli, avevano tentato di apporre una lapide a ricordo nei pressi della sepoltura. Subito la stampa anglicizzante di Malta insorse a difesa dell’antifascismo oltraggiato, vecchie cariatidi filobritanniche della sudditanza maltese. Accusarono falsamente i promotori persino di saluti fascisti ed altre scemenze. L’iniziativa sfumò: il governo maltese prima acconsentì poi pose il veto. Non si vuol credere che si possa onorare Carmelo anche se si professano ideali democratici. Da ultimo è scoppiato a Malta uno scandalo (la stampa italiana si è guardata bene dal riferire): prendono infatti sempre più corpo le voci che vogliono le spoglie di Carmelo trasferite di nascosto dal carcere “di Corradino” all’ossario comune del cimitero “dell’Addolorata” a Paola. Le sue ossa sarebbero state così definitivamente disperse. A seguito dello scandalo il governo maltese ha emesso un comunicato ufficiale chiarendo che mai il governo italiano è intervenuto ufficialmente dal dopoguerra in poi sulla questione Borg Pisani. Solo un professore dell’Università di Genova, prosegue testualmente il comunicato, ha cercato di sollevare più volte in questi ultimi dieci anni l’argomento. Del resto i vari ambasciatori italiani a Malta, succedutisi nel tempo, hanno sempre riferito, a chi si informava, di aver affrontato il discorso Carmelo solo in via privata, incontrando per strada i vari ministri maltesi (Malta è piccola) o a qualche ricevimento fra una tartina e l’altra. Anche al congresso delle “Dante Alighieri” svoltosi a Malta qualche anno con l’intervento del nostro Ministro degli Esteri, silenzio completo. Giulio Vignoli GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 11 SETTEMBRE 2001, NEW YORK, TORRI GEMELLE: di Roberto Piazzini Le possibili ragioni storiche di questa data L'11 settembre del 2001 il mondo occidentale ha tremato: le Torri Gemelle di New York erano state abbattute con un attentato realizzato con l'impatto di due aerei pilotati da pirati islamici. Non si vuole qui fare una attribuzione di responsabilità legate a fatti politici, economici e geo-strategici e di scontro di civiltà, ma ricercare solo se per la scelta di quella precisa data vi possano essere state ragioni di carattere storico. Historia magistra vitae? Forse la storia non è mai stata maestra di vita: gli errori si ripetono sempre, e le ragioni sono sempre le stesse dalla notte dei tempi e legate peraltro agli stessi motivi che hanno pure fatto crescere il mondo: nulla esiste senza il suo contrario. Ma solo la conoscenza degli eventi storici, delle cause che li hanno generati, delle date in cui si sono verificati e quindi anche della loro consecuzione temporale e causale, può dare spiegazione di molti fatti anche se apparentemente molto distanti nel tempo. L'importanza delle date Da decenni è invalsa l’idea che le date non servano, che siano inutile nozionismo; talvolta è certamente vero che la data esatta non sia indispensabile e basterebbe conoscere il periodo, talvolta invece è vero che, per capire certi avvenimenti e certe responsabilità, talora mondiali, sia indispensabile conoscere non solo il periodo ma anche l'anno il mese e addirittura il giorno. Ma per quanto riguarda la data dell’11 settembre per l'attentato alle Torri Gemelle, questa data può trovare spiegazione in altri 11 settembre che hanno connotato fatti storici “antichi”, fondamentali anche se poco conosciuti in generale, ma che possono essere legati a quello che alcuni potrebbero chiamare ancora scontro di civiltà e che trovano origine nello scontro secolare tra Impero Asburgico e Impero Ottomano, tra la Civiltà Cristiano-Giudaica e la Civiltà Islamica. Gli altri 11 settembre Le date cui mi riferisco sono l'11-12 settembre 1683 a Vienna e l’11 settembre 1697 a Zenta; in queste battaglie infatti l'impero Turco dové subire due grandi sconfitte ambedue nel momento e nelle condizioni in cui credeva di avere sbaragliato l'esercito asburgico e di avere in pugno Vienna e il suo impero. Ma prima... un po’ di storia generale Per comprendere i termini del problema e la configu- GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 razione dei due imperi contendenti quello Asburgico e quello Turco Ottomano è utile ricordare alcuni elementi fondamentali che risalgono all'origine stessa dell'ISLAM (che significa Sottomissione) quando Maometto operò l'unione di tutte le tribù nomadi ed idolatre – Pietra Nera – della penisola Arabica instaurando una religione monoteistica in cui si fondono e si identificano legge civile e religiosa e non si distinguono potere temporale e spirituale: la legge Sharia è contenuta nel Corano. L'Islam prevede 5 obblighi fondamentali – pilastri della fede – per un musulmano: la professione di fede, la preghiera, il digiuno nel ramadam, il pellegrinaggio alla Mecca, l'elemosina; a questi se ne aggiunge un sesto quello della guerra santa – Jihad – applicato specialmente durante tutto il lungo periodo della espansione araba. Jihad significa tentativo, sforzo inteso anche in senso militare, combattivo, quale obbligo imposto da Dio a tutti i musulmani giacché la rivelazione di Allah si rivolge a tutto il genere umano ed è quindi compito di coloro che l'hanno accettato – i musulmani – di lottare senza sosta per convertire, o almeno soggiogare coloro che ancora non l'hanno fatto. È questo un obbligo che non conosce limiti di tempo e di spazio e che deve protrarsi finché il mondo intero non abbia accettato la fede islamica o non sia stato sottomesso al potere dello stato islamico. Questo tentativo – stato di guerra – potrà anche essere sospeso ma potrà terminare solo con la vittoria dell'Islam. È anche con questo messianismo che, dopo la morte di Maometto nel 632, i suoi successori attuano una rapidissima violenta e inarrestabile conquistando Siria e Palestina e cioè regioni ricche di civiltà ebrea – gli ebrei erano lì da circa 2000 anni – greca, romana, bizantina (Gerusalemme, Aleppo cadono nel 638), e sottomettendo in pochi decenni enormi regioni in Asia, in Africa, in India. In Europa già nel 711 gli arabi attraversano lo stretto di Gibilterra (Gebel el Tarik), arrivando nel cuore della Francia dove però sono sconfitti nel 732 a Poitiers da Carlo Martello e rigettati sotto i Pirenei in Spagna dove però la zona delle Asturie non fu mai presa dagli arabi: da qui iniziò la lenta riconquista (el Cyd) che si concluse vittoriosamente quando i Re Cattolici il 2 gennaio 1492 conquistarono l'ultimo regno arabo di Granada. Nella penisola anatolica, l'odierna Turchia, dove si erano da tempo stabilite tribù turche (la parola significa “i forti“), la dinastia dei Selgiucidi nell’XI secolo diede a queste popolazioni unità forza e potenza, dando luogo nel 1302 alla nascita dell'impero Ottomano, denominazione che deriva dal nome del capo turco Osman o Uthman. L'impero Ottomano spinto ancora dal messianismo 37 guerriero voluto dalla Jihah che voleva la guerra ad oltranza per convertire o sottomettere il mondo “infedele” ebbe continui scontri con l'impero bizantino conquistando vari Paesi Balcanici fino alla presa di Costantinopoli nel 1453. Con ciò l'ultimo ostacolo alla ulteriore espansione in Europa ormai era solo l'Impero asburgico e Vienna che infatti venne assediata già una prima volta nel 1529, ma senza successo. Anche sul mare la potenza marittima turca – anche con i corsari tra cui il Barbarossa – dominava ormai il Mediterraneo (presa di Otranto del 1480 e uccisione degli 800 martiri). Un duro colpo la marina turca riceveva però con la vittoria della flotta Cristiana nella battaglia navale di Lepanto del 7 ottobre 1571: alla lega, comandata dal giovane Don Giovanni d'Austria, parteciparono tutti gli stati cristiani Spagna, Venezia, Genova, Savoia, Papato, Malta, Firenze...tranne la Francia dati i suoi interessi con il mondo islamico. Ma questo fu solo un arresto temporaneo dell'espansione turca. Gli altri 11 settembre Gli altri 11 settembre derivano appunto dalla ulteriore e continua spinta di conquista che animò l'impero turco verso la fine del XVII secolo quando nel 1682 vi fu una ennesima invasione e il 14 luglio del 1683 fu posto l'assedio a Vienna. 200.000 turchi al comando del Visir Kara Mustafà assediano Vienna il cui presidio contava nemmeno 20.000 difensori; la vittoria appariva sicura. Le divisioni interne alla cristianità tra cattolici e protestanti impedivano l'invio di immediati e congrui soccorsi – la guerra di religione dei trent'anni era ancora un ricordo recente – mentre la Francia del re Sole parteggiava addirittura per l'impero turco; le sorti di Vienna apparivano segnate: dopo due mesi di assedio cruento con bombardamenti e mine, i difensori erano ridotti a circa 6000. I contrasti tra nazioni protestanti e cattoliche, ancora molto forti e tali da impedire di riunire gli sforzi dei vari paesi, furono però finalmente superati con l'opera diplomatica e pacificatrice del monaco Marco d'Aviano; si riuscì così a superare le divisioni e si poté costituire un esercito di soccorso con protestanti e cattolici nel quale però ancora una volta mancava la Francia di Luigi XIV. Quando l’11 Settembre 1683 Vienna stava per cadere sotto l'ultimo poderoso attacco turco, in quello stesso giorno 11 settembre arrivò – a Khalemberg – l'esercito di Giovanni Sobieski, re di Polonia, che insieme all'Imperatore Leopoldo I, iniziò la controffensiva con la quale in 36 ore tra l’11 e il 12 settembre i turchi furono battuti clamorosamente: Vienna era liberata, la via dell'occidente era sbarrata. Questa data segna quindi un momento storico per l'intera Europa: se Vienna fosse caduta quale altro osta- 38 colo valido sarebbe esistito per arginare l'aggressione turco-islamica nel continente europeo? L’11 settembre 2001 è quindi solo una coincidenza nel confronto tra mondo cristiano e musulmano? Ma c'è un altro 11 settembre altrettanto importante e che rafforza il dubbio di una semplice coincidenza: l’11 settembre 1697, quando e dove sarà determinante un personaggio, che già all'età di vent'anni aveva partecipato alla liberazione di Vienna e che per più di 50 anni a oriente protesse l’Impero e la cristianità dai continui assalti Turchi mentre ad occidente contro la Francia fece rimpiangere al Re Sole di non averlo voluto con sé: questo personaggio è il Principe Eugenio di Savoia. Il principe Eugenio di Savoia Eugenio era nato a Parigi nel 1663 da Maurizio di Savoia-Soissons Carignano e da Olimpia Mancini, nipote del Cardinal Mazzarino. Già destinato alla carriera ecclesiastica “le petit abbé” chiese invece al Re Sole Luigi XIV il permesso di entrare nell'esercito con il comando di una compagnia; ne ottenne uno sprezzante rifiuto forse dovuto al suo poco prestante aspetto o forse anche per dicerie sulla sua condotta dissoluta. Il giovane Eugenio offeso a morte partì per l'Austria dove si presentò all'imperatore Leopoldo I che lo accolse nel suo esercito: Vienna era sotto assedio di un enorme esercito turco ed erano benvenuti tutti i volontari che accorrevano in aiuto della cristianità minacciata dai turchi e dall'Islam. Dopo la liberazione di Vienna Eugenio percorse una carriera militare luminosa e rapidissima distinguendosi in numerose battaglie sia sul fronte turco che sul fronte occidentale contro la Francia. Nel 1687 con la vittoria nella Battaglia di Mohacs a soli 24 anni ebbe la nomina a feldmaresciallo. Ma nella ripresa dell'offensiva turca del 1696 è a Zenta, sempre in Yugoslavia, l’11 settembre 1697, che la sua fama e la sua gloria assurgono al massimo: con un esercito di 55.000 uomini Eugenio con ardite tattiche e rapidi movimenti anche notturni riuscì a sconfiggere in modo pesante una poderosa armata turca – sicura della vittoria – che contava circa 100.000 uomini, tra i quali il terribile corpo dei Giannizzeri; i turchi ebbero perdite per circa 25.000 morti a fronte dei circa 450 degli austriaci. Una vittoria schiacciante, alla quale ne seguirono altre, tra le quali quella della liberazione di Belgrado, quando in condizioni ancora una volta impossibili per la disparità delle forze in campo e giacché Eugenio si trovò accerchiato tra la città di Belgrado che assediava e un altro esercito turco nel frattempo intervenuto; con tattiche che ricordavano quelle di Zenta, Eugenio riesce a sbaragliare i turchi con quello che fu ben definito il “Miracolo di Belgrado“: era l’agosto del 1717. Ma quello che colpisce è ancora la specificità di quelle date: 11 settembre 1683 – Vienna, 11 settembre 1697 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 – Zenta, 11 settembre 2001 – New York. Tutto è una semplice coincidenza ovvero possiamo pensare a qualche legame di causa ed effetto? E perché gli Stati Uniti? Possiamo pensare ad una sorta di rivalsa se non di vendetta, delle antiche ma sempre cocenti sconfitte subite e di intimidazione all'intero Occidente di cui gli Stati Uniti sono considerati l'evidente vessillo? È certo difficile dare risposte sicure ma un dubbio, certamente si impone a tutti noi nel considerare la pressione che la Turchia islamica ha esercitato per secoli per la conquista della penisola Balcanica dell'Austria e forse dell'Europa (caduta l'Austria – ultimo baluardo – quando e dove la conquista turca si sarebbe poi fermata?) e la pressione che anche attualmente l'Islam, in diverse forme, attua sull'Occidente. Ciò conferisce ad Eugenio un carisma enorme di salvatore dell'intera Europa dal pericolo turco, carisma che lo rende noto e famoso in Austria e in Germania, dove le grandi strade delle città recano il nome Prinz Eugen Strasse, mentre in Italia è molto poco o per nulla conosciuto. Eugenio e l'unità d'Italia Ma oltre a salvare l'Europa si può affermare che, in un certo modo, ad Eugenio si debba anche l'Unità d'Italia. Il ducato di Savoia alla fine del 1600 era, come sempre, coinvolto in scenari strategici dove si alternavano i superiori interessi di grandi e potenti nazioni: la Spagna, la Francia, l'Austria, l'Inghilterra... mentre la sua posizione a cavallo dei passi alpini lo rendevano, a seconda dei casi, prezioso alleato o pericoloso nemico ma in ogni caso sempre elemento importante per ogni equilibrio. Questa condizione indusse il duca Vittorio Amedeo II – cugino di Eugenio di Savoia – ad una pendolarità di alleanze tra Francia e Austria che, iniziata già verso la fine del '600, continuò ancor più, nel XVIII secolo con la guerra di succesione di Spagna. Nell'anno 1700 infatti era morto – senza eredi diretti – il Re di Spagna Carlo II, ultimo discendente di Carlo V, che nel testamento aveva nominato quale suo successore il principe francese Filippo d'Angiò, Borbone, nipote di Luigi XIV, che si insediò subito a Madrid con il nome di Filippo V. A questa successione si opposero vari paesi europei – e principalmente l'imperatore d'Austria Leopoldo I – che vedevano in tal modo allargarsi enormemente in una unica dinastia la forza della Francia unita cosi alla Spagna (che peraltro già aveva il dominio anche dei Paesi Bassi, del Milanese, del regno di Napoli) e che inoltre era anche alleata della Baviera. Leopoldo I a sua volta designò quale re di Spagna suo figlio Carlo. Si generò così contro la Francia e la Spagna una GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 coalizione formata da vari Paesi tra i quali l'Impero Asburgico, l'Inghilterra, l'Olanda, la Danimarca, il Portogallo che temevano l'estendersi dell'egemonia della stessa dinastia borbonica su tutto il continente. La guerra durò circa 10 anni e dopo un buon inizio ebbe esiti molto pesanti per i francesi: infatti il principe Eugenio con l'amico alleato John Churchill – duca di Marlborough – riportarono grandi vittorie sui francesi (Oudenard, Malplaquet, Blenhaim...) tali da essere denominati i “Castore e Polluce che oscurarono il (re) Sole”. In un primo momento Vittorio Amedeo, spregiudicato e abile negoziatore, si tenne in disparte ma poi fu costretto a scegliere firmando un trattato di alleanza con la Francia del Re Sole – sancito dal matrimonio della figlia con Filippo V di Spagna – pur sapendo che una vittoria franco-spagnola avrebbe significato l’accerchiamento totale del Ducato e la fine della autonomia sabauda. Vittorio Amedeo (lui stesso sposato con una nipote di Luigi XIV) intavola così trattative segrete con l'Austria il cui comandante in Italia era suo cugino Eugenio; poi nell'autunno del 1703 rompe gli indugi e firma un trattato di Alleanza con l'Austria con ciò impegnandosi in una impresa rischiosa per la esistenza stessa del Ducato e della Dinastia ma che in caso positivo ne avrebbe assicurato piena autonomia politica e strategica. Per la Francia e per Luigi XIV, con il cambiamento di fronte, la nuova guerra con il Ducato di Savoia divenne una guerra di totale dominio e addirittura di annessione dello stesso al territorio francese. La Savoia e poi anche tutto il Piemonte vengono conquistati dagli eserciti francesi; Torino stessa è assediata e sta ormai per cedere (tipica la guerra fatta di grandi cannoneggiamenti, di mine e di talpe): è celebre l'episodio di Pietro Micca che muore facendo esplodere una mina distruggendo così una galleria e impedendo ai francesi di entrare nella Cittadella fortificata di Torino. Il 7 settembre 1706 interviene però l'esercito di Eugenio di Savoia, comandante dell'esercito austriaco in Italia, che insieme a Vittorio Amedeo con manovre rapide anticipano le mosse dell'esercito francese e lo sconfiggono pesantemente costringendo i Francesi ad abbandonare l'Italia: in memoria e ringraziamento di questa vittoria, venne eretta la basilica sulla collina di Superga dalla quale i due cugini avevano studiato la strategia della battaglia. La Francia di Luigi XIV è battuta ancora una volta da quell'abatino che lui rifiutò; Torino con l'intero Ducato, rafforzato ed ingrandito, è salvo; solo pochi anni dopo, alla fine della guerra, con il Trattato di Utrecht del 1713, nel riassetto degli equilibri europei, e anche in relazione al contributo dato nella guerra contro la Francia, il Ducato siederà al tavolo con i grandi e otterrà oltre a notevoli ingrandimenti territoriali, la corona del Regno di Sicilia, Regno che sarà 39 scambiato poi nel 1720 con il Regno di Sardegna. Sarà questo Regno di Sardegna, che farà e sosterrà la prima e seconda Guerra d'Indipendenza, sarà questo Regno – che aveva dato e conservato la costituzione – al quale Garibaldi si rivolgerà per la sua impresa dei Mille per unire con i Savoia quell'Italia da troppi secoli ostello e serva dello straniero: unione suggellata da Garibaldi dopo la conquista del Regno delle Due Sicilie quando il 26 ottobre 1860 incontrò il Re a Teano e lo salutò con la celebre frase “saluto Vittorio Emanuele Re d'Italia”. In questi termini quindi, insieme a Vittorio Amedeo II, il Principe Eugenio può a giusto titolo essere considerato uno dei Padri della Patria. Eugenio ... l'uomo Il Principe Eugenio si staglia tra i più grandi personaggi Europei per la grande cultura oltre per le sue doti strategiche e diplomatiche: il suo palazzo del Belvedere a Vienna ne testimonia il gusto raffinato. Alcune definizioni, possono darne una migliore immagine: - “Marte senza Venere” (giacché non si sposò mai); - “Uno dei più grandi condottieri della storia, insieme ad Alessandro Magno, Annibale, Giulio Cesare (Napoleone Bonaparte); - “Scosse la grandezza di Luigi XIV e della potenza ottomana e, nonostante tutte le vittorie e gli incarichi ricoperti, sdegnò le tentazioni del fasto e della ricchezza”(Voltaire). Inoltre una sua affermazione: ”posso vivere assolutamente felice con un reddito di diecimila fiorini: ho una tale abbondanza di libri eccellenti che non potrò mai annoiarmi“ ne definisce i contorni di uomo di una grande cultura che trasportò in ogni sua azione. Infine la sua natura di apolide e di uomo mitteleuropeo è messa in rilievo dalla maniera in cui spesso si firmava: “Eugenio von Savoie” pone in luce la sua italianità di stirpe, la sua nascita in Francia, il suo fedele servizio all’Imperatore d'Asburgo e alla stessa Austria. Eugenio morì a Vienna nel 1736 dove è tumulato nella cattedrale di Santo Stefano mentre il suo cuore è conservato nella basilica di Superga. ITALIA NUOVA E ITALIANI VECCHI DI MASSIMO D’AZEGLIO di Alessandro Ambrosini Propongo alcuni passi tolti dalla premessa “Origine e scopo dell’opera” che Massimo d’Azeglio scrisse per il suo libro ”I miei ricordi”: “…i più pericolosi nemici d’Italia …sono gli italiani. E perché? Per la ragione che gli italiani hanno voluto fare una Italia nuova, e loro rimanere gli italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perché pensano a riformare l’Italia, e nessuno si accorge che per riuscirvi bisogna prima riformare se stesso; perché l’Italia come tutti i popoli non potrà diventare nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte contro lo straniero, come contro i settari dell’interno, libera e di propria ragione, finché grandi e piccoli mezzani, ognuno nella sua sfera non faccia il suo dovere, e non lo faccia bene, od almeno meglio che può …il primo bisogno dell’Italia e’che si formino italiani dotati di alti e forti caratteri. E purtroppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: purtroppo s’e’fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani…” Questo brano del Marchese Massimo Taparelli d’Azeglio (1798-1866) e’degno di attenzione ed interesse. Ma pare che l’autore negli sudi letterari e ancor più verso il vasto pubblico sia accolto con distacco, dimenticato forse no, ma trascurato sicuramente. Eppure si tratta di una forte figura di italiano, appassionato sempre nella sua vita condotta verso mete, 40 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 per le quali egli non risparmia energie e alle quali dedica con carattere la sua volontà. E’un raro e caratteristico esempio di eclettico, pittore prima, poi scrittore, filosofo educatore, politico, uomo di guerra e di governo. Molti suoi dipinti si trovano esposti nel museo civico di Torino e nelle gallerie di Brera e del castello sforzesco in Milano. E’una pittura genuina e sentita, soffusa di una pallida luce in atmosfera dorata, talvolta malinconica, che tenta di uscire dai canoni accademici ancorati alla scenografia settecentesca per rivelare quel gusto del colore caro agli impressionisti. Quale pittore figura anche nell’albo dei soci onorari dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dopo aver eseguito la sua tela più famosa ed ammirata “La disfida di Barletta” in Massimo d’Azeglio si fa strada l’idea di scrivere un romanzo storico che si intitola “L’Ettore Fieramosca o la Disfida di Barletta” allo scopo di “mettere un po’di foco in corpo agli italiani”. Seguono altri romanzi storici con il medesimo dichiarato intento politico, intento che trova la sua più alta espressione negli opuscoli a sfondo sociale e di ribellione: “Degli ultimi casi di Romagna” (1864) e “I lutti in Lombardia” (1848). Come uomo d’arme partecipa attivamente alla prima guerra d’indipendenza nelle truppe volontarie del Generale Durando ed è pure ferito a Vicenza. Come uomo di governo presiede, in un momento storico difficile, al primo ministero di Vittorio Emanuele II dal maggio 1849 al maggio 1852. Nelle sue funzioni di capo del governo consiglia al Re nel novem- bre del 1849 il proclama di Moncalieri, atto di dubbia costituzionalità, ma certamente coraggioso e necessario, indirizzato al popolo piemontese. Nel proclama si deplora l’intransigente ostilità della sinistra, causa dello scioglimento delle camere, verso la pace di Milano e si invitano gli elettori alla scelta di uomini consapevoli della gravità del momento. Il libro di più alto valore letterario, per la prosa sciolta e gradevole, a tratti gustosa, sempre appassionata resta “I miei ricordi”. Alcuni brani rivelano una evidente e profonda finalità educativa. Ritornando all’inizio, il brano riportato è strutturato su un periodare robusto, stile Machiavelli, e sviluppa un tema che non perde lo spiccato senso di modernità e che trova caratteri di aderenza all’attuale contesto politico-sociale. E’facile cogliervi un ammonimento chiaro ed un consiglio deciso per realizzare una pace ordinata tra gli italiani, chiamiamola pure “pace sociale”, nella quale però ognuno al suo posto è chiamato a fare il proprio dovere. E che dire della frase: “s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani”? Quante volte l’abbiamo sentita riportare sulla bocca dei politici di allora, di quelli dei periodi seguenti e che ancor oggi si manifesta come un proclama forte e coerente …un grazie di cuore a Massimo d’Azeglio. Bibliografia: P. Silva: La politica di Napoleone III e l’Italia, Roma 1927 L. Salvatorelli: Pensiero ed azione del Risorgimento. IL 150° DEL REGIO ESERCITO di Francesco Atanasio Il 4 maggio 1861 il Ministro della Guerra Gen. Manfredo Fanti emanava la nota ufficiale n° 76: “Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici Militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda”. Il nuovo Regno istituzionalizzava così il suo esercito, chiamato a fondere con il meccanismo della coscrizione obbligatoria popolazioni da secoli – tranne per il Piemonte sabaudo – rese quasi inidonee alla vita militare. Infatti gli Stati preunitari, ad eccezione parziale del Regno borbonico ( ad esclusione della Sicilia, esonerata dalla leva militare perché ritenuti i suoi uomini poco fedeli alla corona napoletana) e il Granducato di Toscana, avevano mantenuto solo piccoli reparti, destinati a compiti di polizia interna. Era stata questa “esclusione” a gravare sugli Italiani, accusati dagli osservatori stranieri di non “sapere” e di non “voler” combattere e solo i sacrifici dei volontari accorsi sui campi di battaglia fin dalla primavera del 1848 e l’impegno profuso dall’Armata Sarda avevaGUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 no rovesciato tale pregiudizio: gli universitari toscani a Curtatone e Montanara, i “regolari “ napoletani del gen. Guglielmo Pepe in Veneto, i siciliani di La Masa in Lombardia, i bersaglieri di Luciano Manara, i fanti, i cavalleggeri, gli artiglieri di Carlo Alberto si erano distinti negli scontri della prima guerra d’indipendenza, nella difesa della Repubblica romana e di quella veneziana, pagando la sconfitta con il sacrificio della vita, l’esilio, la perdita dei beni personali, la proscrizione. L’atto formale del generale Manfredo Fanti sanciva la nascita della nuova forza armata, ma lunga e complessa ne era stata la gestazione. Uscito battuto dalla 1a guerra d’indipendenza, il Piemonte aveva però mantenuto saldo e coeso il proprio esercito: da più parti si era invocata un’opera di riforma che Vittorio Emanuele II affiderà ad Alfonso La Marmora, ministro della Guerra quasi senza interruzione dal 1849 al 1860: riordino di sussistenza, sanità e Stato Maggiore, innalzamento del livello culturale della truppa, creazione della Scuola di fanteria a Ivrea, di Cavalleria a Pinerolo, d’Artiglieria e Genio a Torino, codificazione del principio dell’avanzamento per merito. Nel 1854, dopo un ampio dibattimento par41 lamentare, è varata la legge sul reclutamento dell’esercito sul modello francese: ferma obbligatoria di 5 anni per cinque classi e sei classi nominali di riservisti. “…l’esercito piemontese quale risultava dalle riforme attuate fra il 1850 e il 1857 dal generale Alfonso La Marmora era un solido strumento di guerra…il migliore degli eserciti degli Stati italiani…forte d’una gloriosa tradizione, d’una solida disciplina e animato da uno schietto sentimento patriottico”1. All’aprirsi delle ostilità il 27 aprile 1859 il Regno mobilitava 5 divisioni di fanteria e 1 di cavalleria, pronte a reggere l’urto di 11 divisioni austriache a Montebello e a Palestro e poi, a fianco dell’armata francese, a colpire e battere il nemico a Magenta e a San Martino. Con la caduta dei regimi preunitari al vittorioso esercito piemontese si unirà quello toscano (composto da una divisione ringiovanita nei quadri e ben addestrata) e le truppe levate a Modena, Parma e Bologna, affidate rispettivamente a due ex ufficiali borbonici, reduci della 1a guerra d’indipendenza, esuli a Torino: Girolamo Ulloa e Luigi Mezzacapo. Al comando del neo costituito “Esercito dell’Italia Centrale” verrà destinato il Fanti, nativo di Carpi, che aveva combattuto nelle guerre civili di Spagna e Portogallo e poi con l’uniforme sarda in Crimea e in Lombardia. L’esperto ufficiale istituisce la leva militare nei nuovi territori, dà nuova vita alla Scuola Militare di Modena, riordina gli effettivi già reclutati con quadri dell’esercito piemontese cosicché il 1860 vede a fianco delle 5 Divisioni sabaude 3 Divisione lombarde, 3 emiliane e 2 toscane per un totale di 13, tre nuovi reggimenti di cavalleria (Milano, Lodi e Montebello) e 9 batterie d’artiglieria. “L’opera del generale Manfredo Fanti fra l’ottobre 1859 e il gennaio 1860 era stata veramente grandiosa: non solo le forze regolari della Toscana, ma pure quelle eterogenee delle Romane e degli ex Ducati di Modena e di Parma potevano entrare a far parte dell’esercito piemontese o, meglio, del nuovo esercito dell’Italia settentrionale che si avviava a divenire italiano”2. Cavour, ritornato il 21 gennaio a presiedere il Consiglio dei Ministri, chiamava al dicastero della Guerra Fanti con il compito di consolidare la nuova armata: il 25 marzo l’esercito veniva ripartito fin dal tempo di pace in 13 Divisioni attive, riunite in 5 Comandi militari, da mutare in caso di guerra in altrettanti comandi di corpo d’armata. A settembre, al compiersi dell’impresa dei Mille, Fanti poteva fronteggiare con 3 Corpi d'Armata la minaccia austriaca sul Mincio e sul Po e muovere con gli altri due all'annientamento delle truppe pontificie a Castelfidardo, alla conquista delle piazze di Ancona, Perugia e Spoleto e infine all'assedio di Capua e Gaeta. Il generale modenese, che aveva comandato i due corpi di spedizione nei territori pontifici e napoletani, riprese le funzioni di ministro, pose mano al definitivo riordino dell'esercito. Con decreto del 24 gennaio 1861 venivano formate 6 nuove brigate, i battaglioni di bersaglieri salivano a 36, si creavano 42 30 nuove batterie d'artiglieria e le truppe del Genio si accrescevano di un terzo. Il nuovo Regno disponeva così di 17 Divisioni di fanteria, numero però sempre inferiore a uno Stato che aveva una popolazione di 22 milioni di abitanti, ma le cui nuove regioni meridionali erano era piagate dal brigantaggio e dalla renitenza alla leva. Se l’aristocrazia e i ceti borghesi vedranno con orgoglio i propri figli accedere alla vita militare e copioso è l’elenco dei Caduti nella III guerra d’indipendenza e nelle guerre coloniali (da un Vincenzo Statella a un Agostino Chigi Albani della Rovere), forti ostilità la leva susciterà fra le popolazioni contadine del Mezzogiorno d’Italia, che si vedevano privare per numerosi anni della prole, sostegno indispensabile alla loro fragile economia. Il fenomeno si andrà lentamente esaurendo, ma solo con la Grande Guerra si avrà la piena consapevolezza della necessità di uno sforzo collettivo. Cavour e Fanti dovettero anche affrontare e risolvere con gravi contrasti la questione dell'esercito garibaldino, forte di c.a. 50.000 uomini e 7.000 ufficiali (una cifra elefantiaca se confrontata con i 3.000 dell’Armata sarda del 1859). Il vincitore di Calatafimi, Palermo, Milazzo e del Volturno proponeva che questa armata, composta da volontari, rimanesse a fianco dell'esercito regolare, per liberare insieme Roma e le Venezie. Era un progetto che si scontrava con l'impossibilità di esibire dinanzi all'Europa una massa in armi priva di subordinazione gerarchica, votata a colpi di mano e insurrezioni, e con l’esiguità dei bilanci statali. Nelle convulse sedute della Camera dei Deputati del 19 e 20 aprile si decise di respingere tale proposta e di ammettere solo ufficiali accuratamente esaminati: nel 1862 ne entreranno 1740 e fra essi i migliori come Medici, Bixio, Cosenz e Sirtori. Per riconciliare gli ex sudditi borbonici vennero infine accolte 2.220 domande sulle 3.600 presentate da ufficiali dell’esercito napoletano. Come la nuova Italia si era potuta formare innestando il sogno dell’indipendenza e dell’unità sul tronco plurisecolare di Casa Savoia, così su gli antichi corpi militari della dinastia subalpina, aureolati delle vittorie conquistate nei secoli passati e fieri del contributo dato alle campagne risorgimentali, sorsero le forze armate del nuovo Stato. Ai trofei conquistati in un glorioso passato si cumuleranno, divenendo patrimonio dell’intera Nazione, quelli guadagnati dai suoi figli nelle campagne coloniali, nella Grande Guerra e nel secondo conflitto mondiale. E nel momento di gravissimo turbamento dello spirito nazionale, seguito al doloroso, ma ineluttabile armistizio del settembre 1943, saranno gli uomini con le “stellette”, fedeli al giuramento prestato (assieme alle altre Forze Armate e agli altri Corpi dello Stato) “per il bene inseparabile del Re e della Patria” a guidare la riscossa da Porta San Paolo e da Montelungo. Accanto a reggimenti tre volte secolari come i “Granatieri di Sardegna” e il “Savoia Cavalleria”, che hanno scritto pagine eroiche sull’altopiano di Asiago e sul Monte Cengio, il primo, e a Udine e a Jsbuschenskj, il secondo, troviamo corpi più giovani come i Bersaglieri, voluti da Carlo Alberto nel 1836, GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 e gli Alpini, costituiti nel 1872 “per combattere e difendere tutte le porte d’Italia”, gli Arditi della Grande Guerra, i Paracadutisti, legati ai sacrifici di El Alamein. Di eguale rilievo i fasti dell’Arma di Artiglieria, che celebra la sua festa il 15 giugno, data di inizio della “battaglia del Solstizio” che inchiodò nel 1918 sul Tonale e sul Monte Grappa il nemico, di quella del Genio, emula di Pietro Micca, del Corpo Sanitario, coadiuvato dalla nostra Croce Rossa, animata dall’esempio delle Donne di Casa Savoia. Ai soldati italiani si affiancheranno i nostri “coloniali”, ascari, meharisti, spahis, che diedero, ovunque chiamati, prove sublimi di fedeltà al tricolore fino all’estremo sacrificio, e i Cappellani militari – da don Giovanni Mazzoni a padre Reginaldo Giuliani, da don Enelio Franzoni a don Carlo Gnocchi – che assicurarono nell’inferno dei combattimenti il conforto della Fede cattolica. Nel 150° dell’unità d’Italia, memori delle parole di Umberto II che nel primo centenario ricordò come “nel 1861 Regno e Unità erano già una cosa sola”, salutiamo con orgoglio e gratitudine le bandiere antiche e nuove dell’Esercito Italiano, la cui tradizione e il cui quotidiano impegno rappresentano la certezza della rinascita della Patria. 1) P. Pieri, Storia Militare del Risorgimento, Einaudi Editore, pag. 577 2) Ibidem, pag. 631 FAMIGLIA: ASPETTI GIURIDICI, PSICOLOGICI E MEDICI NELLA SOCIETÀ DI OGGI. Parte prima di Maria Lapis La famiglia è il fondamento di ogni società civile e, come tale, non poteva non trovare riconoscimento nella nostra Costituzione che, nello specifico, le dedica tre articoli: - Art.29: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità della famiglia. - Art.30: E’dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità. - Art. 31: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. Cenni storici La scelta fondamentale compiuta dai nostri costituenti di inserire la famiglia nella carta costituzionale non fu scontata poiché andava contro la tradizione legislativa costituzionale. Lo Statuto Albertino (1848), che per oltre un secolo aveva rappresentato la costituzione del Regno d’Italia, non aveva trattato l’istituto della famiglia. Lo Stato liberale, pur tutelando la famiglia, l’aveva relegata nel codice civile (1865), ossia tra gli istituti GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 ed i rapporti di diritto privato, valorizzandone solo quegli aspetti di natura patrimoniale derivanti dal matrimonio che segnarono il fondamento della famiglia borghese a partire dal codice napoleonico del 1804, al quale si ispirarono le successive codificazioni europee dell’800. Il regime fascista adottò, invece, una concezione pubblicistica della famiglia, subordinandola ai fini propri dello Stato, tanto da prevedere il dovere dei genitori di educare ed istruire la prole, oltre che in base ai principi morali, in conformità al sentimento nazionale fascista (art.147 codice civile del 1942 – testo originario). Distaccandosi da tali precedenti, i nostri costituenti intesero riconoscere la famiglia come realtà originaria e primigenia rispetto allo Stato, evidenziandone le fondamentali e peculiari funzioni, insieme alla scuola, nella formazione e nello sviluppo della persona umana. Nel 1947, a seguito di accesi dibattiti nell’ambito dell’assemblea costituente, venne a manifestarsi la chiara volontà di inserire la famiglia tra le istituzioni cardine del nuovo assetto costituzionale secondo la sua realtà originaria, ossia come comunità naturale costituita dall’unione di un uomo ed una donna, con assunzione di reciproci diritti e doveri mediante il matrimonio, ove si sviluppa la persona umana in un contesto di reciproca solidarietà, sulla base del contemperamento dei principi laici e cattolici. Il codice civile del 1942, seppure promulgato appena sei anni prima della carta costituzionale, regolamentava una famiglia organizzata ancora in maniera gerarchica e patriarcale. La posizione del marito era preminente non solo dal punto di vista formale, ma anche dal punto di vista operativo, ritenuto che a lui 43 erano rimesse tutte le scelte attinenti alla vita famigliare, anche in considerazione della diversa situazione patrimoniale dei suoi componenti. Il marito veniva indicato come capo della famiglia e detentore della potestà maritale e genitoriale sui figli con palese violazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. Bisogna aspettare la riforma del 1975 per realizzare il pieno coordinamento tra la Costituzione ed il Codice Civile, con la enunciazione di nuove norme che regolamentano la materia sulla base di una rinnovata e ampia idea di solidarietà ed uguaglianza, che diviene il principio cardine ispiratore di tutti i nuovi istituti familiari, sia dal punto di vista spirituale che dei bisogni materiali del nucleo. Diritti e doveri dei coniugi La richiamata riforma del diritto di famiglia ha riproposto in termini nuovi, quindi, la questione relativa alla ricerca di un contemperamento tra il rispetto dei doveri coniugali e le libertà individuali dei singoli coniugi, da riconoscere loro in egual misura In tale nuova prospettiva, ciascuno dei coniugi, nell’esercizio dei propri diritti fondamentali ha: - libertà di manifestazione di pensiero, nel rispetto, però, nell’ambito familiare, della libertà e sensibilità altrui; - libertà di scelta delle frequentazioni, purché non si violi il dovere di fedeltà; - libertà di professare la religione prescelta, purché l’eventuale cambio di culto sia compatibile con i concorrenti doveri di coniuge e di genitore; - diritto alla riservatezza della propria sfera personale ed esclusiva, nella quale non sono ammesse ingerenze nemmeno da parte del coniuge, purché contemperato con il dovere di assistenza che impone a ciascuno di essi di non pregiudicare la comunione di vita familiare privilegiando i propri interessi personali; - diritto alla segretezza della corrispondenza, anche telematica; - libertà di scelta dell’attività lavorativa essendo il relativo diritto tutelato dalla Costituzione; in particolare, per la donna, l’attività lavorativa extradomestica non deve trovare limitazione alcuna, ma è da considerare, anzi, doverosa, in quanto il legislatore ha imposto ad entrambi i coniugi di contribuire ai bisogni della famiglia con le proprie sostanze ed il proprio lavoro, secondo un principio di proporzionalità rispetto alle capacità di ciascuno di essi. Ai diritti dei coniugi, si accostano i reciproci doveri: - il dovere di fedeltà, da individuare nella reciproca dedizione fisica e spirituale, nell’impegno reciproco di devozione, nello spirito di collaborazione, in un comportamento ispirato alla lealtà verso il coniuge e tutto il nucleo familiare, contemperando gli interessi individuali con l’instaurazione di una completa comunione di vita. Nella moderna pro- 44 spettiva sociale, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito come l’obbligo di fedeltà, quale contenuto minimo inderogabile, ricomprenda anche il dovere per la moglie di non ricorrere a pratiche di fecondazione artificiale e all’interruzione della gravidanza, e per il marito, di non autorizzare la propria sterilizzazione o la donazione del seme, a meno che tutto ciò risulti giustificato da un accordo volontariamente raggiunto tra i coniugi; - il dovere di assistenza sia materiale, sia economico, sia morale, ovvero il sostegno affettivo, psicologico, spirituale, l’interessamento reciproco di un coniuge ai bisogni ed alle aspettative dell’altro nello studio, nel lavoro e nella malattia; - il dovere di coabitazione, ovvero la scelta della residenza famigliare che, a differenza del passato – determinata unilateralmente dal marito – è oggi rimessa alla effettiva volontà concordata da entrambi i coniugi. Ciò in quanto è nella residenza famigliare che i coniugi realizzano la comunione ed il rapporto stabile di affetti e di vita familiare, costituendo il punto di riferimento spaziale cui ci si riporta idealmente in caso di lontananza; - il dovere di contribuzione e di collaborazione che, sul piano economico, attua il principio di solidarietà ed uguaglianza tra i coniugi al fine di soddisfare le esigenze comuni ed i reciproci bisogni garantendo loro un unitario tenore di vita. Tra i doveri imposti ai coniugi particolare rilievo meritano “i doveri genitoriali” previsti dalla Costituzione (art. 30 e 2) e dalla norma del codice civile (art.147) ove è sancito l’obbligo dei genitori di provvedere al mantenimento, alla istruzione ed alla educazione dei figli assecondandone le inclinazioni, le capacità e le aspirazioni. Tale obbligo grava sui genitori anche nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio – c.d. figli naturali – dato che dal fatto stesso della procreazione discende l’assunzione di tutti i diritti e doveri propri della filiazione legittima; ciò in quanto la costituzione fa propria una concezione unitaria del rapporto di filiazione a prescindere dallo stato di figlio. A differenza del passato, in cui la relazione tra genitori e figli era improntata ad uno schema di potestàsoggezione, con l’ingresso della riforma del diritto di famiglia, tale “relazione” si è trasformata in “rapporto” data la reciprocità dei diritti e doveri nonché lo scambio e l’incontro delle loro esperienze. Dovere principale dei genitori è quello di mantenere i figli, assicurando loro quell’insieme di bisogni materiali e spirituali quali la salute, l’istruzione, l’educazione ed il benessere secondo il tenore di vita e le condizioni economiche della famiglia. I genitori dovranno, quindi, istruire i figli sostenendo le spese scolastiche e vigilando sulla presenza, specie della scuola dell’obbligo, e sul loro profitto. Particolare rilievo assume l’azione educativa dei genitori che dovrà sempre essere improntata al rispetto della personalità dei figli e non più alle sole regole GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 di condotta morale. Le scelte religiose, politiche ed ideologiche non possono più essere imposte al figlio adolescente; i genitori dovranno solo limitarsi ad indirizzare i figli ad altre esperienze similari per un libero confronto ed una libera scelta. Peraltro, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo (New York – 20/11/1989, ratificata e resa esecutiva con L.176/1991), ha affermato il principio della illiceità dell’uso della violenza per scopi educativi. Tale convenzione riconosce, inoltre, il diritto del minore alla riservatezza ovvero ad una sua sfera privata, commisurata al grado di maturità dello stesso. Tornando sull’obbligo al mantenimento dei figli, sia essi legittimi che naturali, è appena il caso di ricordare come lo stesso non viene meno con il raggiungimento della loro maggiore età, ma solo allorquando gli stessi diventeranno economicamente autosufficienti, cioè avranno raggiunto quell’indipendenza economica che ne garantisca la dignità umana mediante l’espletamento di un lavoro stabile. La violazione dei doveri genitoriali è sancibile penalmente oltre che civilmente, comportando, secondo il prevalente orientamento giurisprudenziale, una violazione dei diritti fondamentali della persona, suscettibile, quindi, di risarcimento danni, quando al mancato dovere si accompagni una effettiva lesione che abbia inciso sul corretto sviluppo della personalità condizionandone il processo di crescita, lo stile di vita e le scelte abituali. L’affidamento condiviso Sul punto un cenno merita la legge n.54/2006, entrata in vigore dall’01/03/2006, recante disposizioni in materia di separazione dei genitori ed affidamento condiviso dei figli, con la quale il legislatore, sulla scorta delle esperienze ed indicazioni emerse anche negli altri paesi comunitari, ha voluto effettuare una svolta rispetto al passato ed attuare il diritto dei figli ad un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, anche in caso di disgregazione della famiglia. I principi fondamentali della riforma sono due: 1) il diritto dei figli alla c.d. bi-genitorialità, che consiste nel diritto soggettivo della prole di continuare e mantenere un rapporto costante ed equilibrato con entrambi i genitori in costanza della crisi del nucleo familiare; 2) il principio della condivisione della responsabilità genitoriale, che implica l’esercizio condiviso della potestà parentale, come regime di responsabilizzazione dei genitori per il solo fatto della procreazione. Nel sistema previgente, risultante dalla riforma del 1975 e dalla legge sul divorzio, così come modificata nel 1987, la regola era l’affidamento dei figli ad uno solo dei genitori che esercitava in via esclusiva la potestà, fatte salve le ipotesi residuali di affidamento alternato e congiunto, rimaste prive di applicazione pratica. GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 Il legislatore del 2006 cambia prospettiva e, con un intervento sicuramente innovativo rispetto al passato, ribalta il previgente rapporto tra regola ed eccezione. L’affidamento condiviso diventa la regola, ferma restando la possibilità per il Giudice di disporre l’affidamento ad uno solo dei genitori quando ritenga, con provvedimento motivato, che l’affidamento anche all’altro sia contrario all’interesse del minore. La famiglia di fatto A seguito dei profondi cambiamenti che hanno interessato la nostra società negli ultimi decenni non può non rilevarsi come, statisticamente, sia diminuito il numero dei matrimoni, si è accresciuta la percentuale di quelli celebrati solo civilmente, si è innalzata l’età del matrimonio ed è diminuito il numero dei figli, è cresciuta la percentuale dei separati e divorziati, così come sono aumentate le unioni libere, cioè le coabitazioni o convivenze non fondate sul matrimonio. Proprio quest’ultimo risvolto sociale ha dato adito ad uno dei temi più dibattuti in Italia domandandosi quale rilevanza giuridica attribuire ad altre forme di convivenza diverse dal matrimonio. L’argomento forma oggetto di approfondimento sia nella dottrina civilistica che nella giurisprudenza, sia di legittimità che costituzionale, ove si è arrivati ad estendere taluni benefici previsti per il coniuge anche al convivente more uxorio, intendendo il termine famiglia esteso anche a quel consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di fatto assistenza e solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo. Tuttavia, considerata la episodicità con cui ancora avviene il riconoscimento della rilevanza giuridica della famiglia di fatto, può accadere che i membri della coppia, i quali non hanno inteso assumere reciprocamente obblighi ed acquistare diritti attraverso l’istituto del matrimonio, intendano conseguire situazioni giuridiche protette ricorrendo alla stipulazione di altri negozi, più o meno tipici, aventi per lo più contenuto economico: la rendita vitalizia, la donazione modale, l’istituzione di erede o di legato, il comodato vita natural durante, i contratti di assicurazione sulla vita a beneficio del convivente. Diversa è l’attenzione dell’ordinamento in caso di filiazione all’interno di una famiglia di fatto. I genitori naturali assumono tutti i diritti ed i doveri che i coniugi hanno nei confronti dei figli nati in costanza di matrimonio. Dall’altro verso, la Costituzione afferma la equiparazione, nei confronti dei genitori, dei figli legittimi a quelli nati fuori dal matrimonio e demanda alla legge di assicurare ai figli naturali ogni tutela giuridica e sociale. Le convivenze omosessuali L’aspetto nuovo emerso nel dibattito degli ultimi anni è dato dal tentativo di ricomprendere nel concetto di coppie di fatto anche forme di convivenza tra perso45 ne dello stesso sesso (convivenze omosessuali). Da qui la tendenza più recente di alcuni ordinamenti, recepita da qualche anno anche in proposte emerse sul piano politico nel nostro Paese, ad affrontare il tema delle convivenze mediante l’introduzione di modelli legislativi caratterizzati dall’esplicita previsione dell’indifferenza del sesso dei conviventi. È chiaro che, posta in questi termini, la questione dell’eventuale tutela giuridica di forme di convivenza diverse dal matrimonio assume profili molto più problematici sia sul piano giurisprudenziale che costituzionale, ove è evidente la differente rilevanza delle convivenze eterosessuali rispetto a quelle omosessuali. Per le prime, infatti, vale comunque quell’indiretto riconoscimento derivante dagli artt. 30 e 31 Cost., in quanto la filiazione è tutelata anche fuori dal matrimonio, sia pure tenendo conto e preservando il primato che spetta alla famiglia fondata sul matrimonio, che crea l’ambiente umano più idoneo alla crescita ed alla educazione dei figli, per come confermato dal legislatore nell’ultima riforma in materia di adozione (D.L. 24/04/2001 n.150), il cui diritto resta riservato alle sole coppie coniugate. Per le coppie omosessuali, invece, non è possibile alcun riferimento alle disposizioni costituzionali in materia di matrimonio, famiglia e filiazione, mentre per esse è ricorrente il richiamo all’art. 2 Cost., nel quale si afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. La famiglia allargata Una specificazione della famiglia di fatto, tipica dei tempi nostri, è la cosiddetta famiglia allargata, frutto di convivenze o unioni successive ad un primo matrimonio. Oggi, l’idea tradizionale della famiglia allungata, nel senso che spesso comprendeva genitori, figli e nonni in un ideale abbraccio di più generazioni, deve confrontarsi anche con il nuovo scenario della famiglia allargata: in pratica, accade che, spesso, nella convivenza successiva al primo matrimonio, arrivano altri figli, i quali dovranno imparare a convivere con quelli già nati, o accade che figli già grandi si ritrovino a doversi relazionare con uno o più fratelli con cui hanno in comune un solo genitore. Non vi è dubbio che quello della famiglia allargata rappresenti un fenomeno complesso per i suoi risvolti psicologici, tale da richiedere un impegno notevole alla coppia nella divisione dei ruoli e nella creazione di un dialogo con i figli, aperto al confronto ed alla comprensione dei loro bisogni e dei loro spazi. Un significativo ma critico spunto di riflessione può rinvenirsi nella esternazione di Papa Benedetto XVI effettuata, in materia di famiglia allargata, lo scorso settembre 2009: “I giovani, per essere istruiti ed educati – ha ammonito il Pontefice – hanno bisogno di riferimenti estremamente precisi e concreti, di genito- 46 ri determinati e certi che in modo diverso concorrano alla loro formazione. E’proprio questo principio che la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mobile, che moltiplica i padri e le madri e fa in modo che la maggioranza di quelli che si sentono orfani non siano i figli senza genitori, ma i figli che ne hanno troppi”. I matrimoni misti L’art. 116 del codice civile in materia di matrimoni misti si limitava a prevedere che lo straniero il quale vuole contrarre matrimonio nello Stato italiano deve presentare all’ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell’Autorità competente del proprio paese, dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio, ferma restando la sua soggezione alle disposizioni contenute negli articoli 85, 86, 87, 88, 89 del codice civile sugli impedimenti vigenti nel nostro Paese per infermità di mente, precedente matrimonio, parentela e affinità, delitto e divieto temporaneo di nuove nozze. La legge n. 94 del 15/07/2009, però, richiede oggi che lo straniero presenti un ulteriore documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano. Tale ultima norma, dalla dubbia legittimità costituzionale per il paventato contrasto con l’art.29 Cost., troverebbe la sua giustificazione nel tentativo di evitare il ricorso al matrimonio misto come un espediente simulato per procurarsi la regolarità di soggiornare in Italia. Le maggiori problematiche sorgono nel caso in cui le unioni avvengono tra persone non omogenee dal punto di vista socio-culturale. E’anche vero che sempre più cristiani occidentali viaggiano verso paesi a maggioranza musulmana per turismo, lavoro o studio, così facilitandosi la formazione di coppie miste. A tale proposito è bene evidenziare come per la sharia o legge islamica, la donna musulmana può sposare solamente un uomo musulmano, altrimenti il matrimonio non sarà riconosciuto nell’Islam, che pretende la conversione dello sposo cristiano. La situazione è differente quando il partner cristiano è la donna. Poiché un musulmano può sposare una donna cristiana, ella non è costretta dalla legge islamica a convertirsi, sebbene è probabile che subisca forti pressioni in tal senso per assicurare ai figli la crescita in quella fede. A ciò si aggiunga che, per la legge islamica, un uomo musulmano può prendere un’altra moglie senza divorziare dalla prima, fino ad un totale di quattro, sebbene non sia il caso di enfatizzare questo problema, perché meno dell’1% dei musulmani sono poligami e molte nazioni a maggioranza musulmana hanno severe restrizioni riguardo alla poligamia, mentre in altri, (Turchia, Bosnia e Repubbliche dell’Asia Centrale) la stessa è proibita. Papa Giovanni Paolo II, in più occasioni, ebbe ad evidenziare come i matrimoni cristiano-musulmani possono rappresentare una “opportunità privilegiata” GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 per il dialogo tra religioni e culture diverse. In contrasto con tale atteggiamento propositivo, si pone il monito recentemente lanciato da mons. Paolo Rigon, Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale Ligure, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Il matrimonio misto è un matrimonio ad alto rischio. Non ci si deve illudere sulla presunta o apparente integrazione di chi ha culture e religioni diverse perché non è la permanenza per anni in Italia che integra e neppure gli studi fatti in Italia, e, soprattutto, è necessario diffidare dalle promesse che vengono espresse da queste persone perché, proprio per quanto concerne il matrimonio, la famiglia e la prole, le culture ataviche hanno sempre la supremazia, oltre alla grandissima influenza delle famiglie di origine”. FAMIGLIA: ASPETTI GIURIDICI, PSICOLOGICI E MEDICI NELLA SOCIETÀ DI OGGI Parte seconda di Elza Russo Alla parola stimolo “famiglia” la maggioranza dei giovani degli anni ’70 associava il significato di famiglia nucleare, soffocante, patogena, culla di inibizione sessuale, piena di perbenismo borghese. Tutte cose da lasciarsi dietro le spalle. Gli esperimenti di vita alternativa alla famiglia (le comuni, le convivenze di fatto) ebbero, proprio a partire dagli anni ’70, gli albori, ottenendo sempre più successo, per cui la morte della famiglia sembrava segnata. Addirittura si addebitavano al fallimento della famiglia, come istituzione, fenomeni come l’individualismo, la solitudine, le depressioni e altro, dando per scontato che la famiglia non era più quella di una volta (cioè struttura positiva e desiderabile) ma solo rappresentazione ideale della famiglia felice. Una volta la famiglia era un luogo sicuro contro le tensioni del mondo di fuori: genitori amorevoli, una madre che aveva sempre tempo per i suoi figli (mai stanca e stressata); un padre che assicurava il benessere dei suoi; nonni e zii che trasmettevano le loro esperienze e alleggerivano il compito dei genitori. Non è casuale la somiglianza di questi stereotipi con quelli pubblicizzati dai media. I pubblicitari ammaniscono in permanenza, senza che spesso ci si renda conto, proprio quel materiale di cui è fatta la nostra concezione della famiglia. Mentre nei serial televisivi e nelle telenovelas la realtà ha, da tempo libero accesso (sotto forma di tradimenti, divorzi e relazioni irregolari), negli spot pubblicitari le famiglie sono come noi le vorremmo: sane e felici, senza litigi, rotture, problemi scolastici. Tutti si amano (che e poi quello che stato e chiesa ancora oggi si aspettano da qualsiasi famiglia). Si sa che la vita non è mai come la dipinge la pubblicità, ma ciò non impedisce di sentirsi in colpa perché, magari inconsciamente, si tende a confrontare quell’immagine di famiglia ideale con la realtà portando a considerare, con rammarico, di non essere capaci di costruire una famiglia così unita e serena. A questa mancata corrispondenza tra ideale e realtà si reagisce sentendosi delusi, traditi, rabbiosi, tornando ad esaltare la vita familiare dei bei tempi andati: GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 la famiglia allargata che viveva tutta sotto lo stesso tetto, dove la madre dedicava con amore la sua vita esclusivamente all’educazione dei figli e dove i coniugi rimanevano uniti finché morte non li separava. L’immagine della famiglia felice ed unita è di origine recente: gli anni “50” del secolo scorso (il periodo d’oro della famiglia nucleare). Ciò è stato possibile per la situazione particolare del dopoguerra, con la sensazione di partire per costruire qualcosa di nuovo e per il benessere di più larghe masse della popolazione, cosicché fu possibile una vita familiare senza precedenti. Mai, prima di allora ci si era sposati e avuto figli così presto; mai la percentuale di separazioni e divorzi era stata così bassa, come bassa era la percentuale dei single. I valori della famiglia borghese divennero, negli anni “50”, valori collettivi. Per la prima volta si attribuiva alla famiglia il compito di soddisfare tutti i bisogni dei suoi membri che dovevano ricavare la propria identità e l’immagine di sé dai ruoli che rivestivano all’interno del nucleo familiare. Il matrimonio e la famiglia erano, ormai, questione di sentimenti e non più di considerazioni personali e di interesse. Per quegli anni la cosiddetta forma di famiglia nucleare apparve la più ovvia anche se non la più felice, come invece appare trasfigurata dal ricordo (infatti in quegli anni le gravidanze di minorenni erano più di oggi, la disparità del livello d’istruzione tra i due sessi era cresciuta più che nel mezzo secolo precedente e le donne non godevano di parità dei diritti). Pertanto di quegli anni è rimasto nella memoria solo l’aspetto positivo, improntando di sé la nostra concezione della famiglia più di tutti i secoli precedenti. Quindi il confronto deve essere fatto con tutta la storia sociale delle strutture familiari e non solo con la situazione eccezionale degli anni “50”. Allargando, in questo modo, la prospettiva storica risulta chiaro che non si può parlare oggi di crisi della famiglia ma di trasformazione. Le insoddisfazioni e le auto-accuse, derivate dal suddetto mito degli anni “50”, portano a sopravvalutare le potenzialità della famiglia soprattutto in due ambiti: 47 A) Il valore che le si attribuisce ai fini della salute mentale dei figli. B) La vita affettiva dei suoi membri. Per ciò che riguarda il primo ambito, per la mentalità corrente, la famiglia passa ancora per il miglior ambiente possibile dove il bambino possa crescere. Questo fa si che, non appena il bambino presenta una qualunque difficoltà, la ragazza madre o la divorziata si trovi costretta a discolparsi in qualche modo. Succede così che le madri si sentano rimordere la coscienza quando affidano al nido o alla babysitter il bambino, mentre patrigni e matrigne soffrono sentimenti d’inferiorità rispetto ai genitori biologici. Lo studioso inglese Rudolph Schaffer arriva alla conclusione che «qualunque modello familiare (famiglia nucleare, tradizionale, incompleta, adottiva, convivenze alternative) ha scarsi effetti sull’adattamento del bambino. Anche l’affidamento ad una coppia omosessuale non ha alcuna conseguenza negativa sullo sviluppo del bambino e non comporta, di per sé, (ne più e ne meno dell’assenza della figura paterna o dello scambio di ruoli fra padre e madre) disturbi dell’identità sessuale. Non conta il fatto che i bambini crescano in un nucleo regolare ma è invece decisiva, come dimostrano tutte le ricerche la qualità dei rapporti familiari e quest’ultima non è legata ad alcuna forma particolare di famiglia. Personalità sane possono svilupparsi in tutte le possibili forme di interazione sociale. È importante solo che il rapporto in cui si trovano inserite sia vissuto come soddisfacente». Per quanto riguarda il secondo ambito (quello affettivo), viene considerato come terreno privilegiato della famiglia. Secondo quest’errata convinzione i membri della famiglia devono essere tutti l’uno per l’altro. Solo in famiglia si può mostrare il proprio intimo, lasciando cadere la maschera quotidiana. La realtà è diversa: i membri di una famiglia, spesso, non sanno molto gli uni degli altri e i loro sentimenti preferiscono comunicarli a persone che considerano più adatte ed affidabili dei familiari. Oggi si trovano sul mercato innumerevoli proposte terapeutiche o gruppi di auto-aiuto, per cui le questioni più intime vengono affrontate con dei perfetti estranei. Eppure sopravvive l’idea che problemi e preoccupazioni siano “faccende di famiglia”. Il concetto di famiglia ideale non contempla che la realtà quotidiana sia, spesso, in contrasto con la pretesa di risolvere tutti i problemi nella e con la famiglia. Sia che i legami familiari siano un aiuto e un sostegno o, al contrario, una prigionia soffocante, le esperienze di tutta una vita nella e con la famiglia lasciano un’impronta sulla personalità, sulla visione del mondo e sul comportamento. Direttamente o indirettamente, la famiglia influisce sulla salute dei figli, trasmettendo un certo tipo di consapevolezza e modelli di condotta sani o a rischio. In molti casi la famiglia non è un’oasi di vita sana e serena ma è fonte di malattie e malessere. Si pensi agli effetti 48 negativi sulla prole di genitori affetti da malattie mentali (comprese le nevrosi gravi e le psicosi), disturbi di personalità, deviazioni sessuali, depressione, genitori maltrattanti, con particolare riferimento alla sindrome di Munchausen procurata e all’incesto. Quali influssi positivi può avere la famiglia sullo sviluppo della salute dei suoi membri? I meccanismi che entrano in gioco sono i seguenti: 1) La famiglia è il primo veicolo di conoscenza del mondo: vi impariamo come funziona il mondo di fuori, quali ruoli possiamo svolgervi, che possibilità la vita ha in serbo per noi. Questa trasmissione del sapere è soprattutto affidata ai genitori, i quali, tuttavia, a loro volta imparano cose importanti dai figli che riportano in casa nuove informazioni e tendenze. 2) La famiglia è un terreno sperimentale in cui si mettono alla prova idee e comportamenti. 3) La famiglia trasmette valori, concezioni, ideologie costituendo un gruppo di riferimento quando, nel modo esterno, ci confrontiamo con altre idee e valori. 4) La famiglia è la prima rete sociale in cui l’individuo si inserisce e può fornire, per prima, valida protezione e sostegno pratico e concreto ai suoi membri. 5) La famiglia è il luogo migliore dove possiamo trovare riposo e ristoro in periodi di crisi e di malattia. 6) La famiglia stabilizza l’identità personale dopo insuccessi e conflitti. I familiari ci sollevano, ci restituiscono fiducia in noi stessi e ci aiutano a superare perdite e frustrazioni. Se questi meccanismi familiari funzionano bene sono una barriera potente contro le crisi e le difficoltà della vita. Nel nostro mondo moderno, quindi, in cui gli stimoli di vita conducono, in buona parte, alla solitudine, alla superficialità dei rapporti, all’insicurezza (con aumento di ansia, stress e logorio) un modo di superare tutto questo può essere la riscoperta della famiglia e di rapporti più veri. Lo studioso Norbert Herriger ha svolto una ricerca sull’invulnerabilità della famiglia seguendo ed osservando le famiglie di 14 donne malate di cancro, dopo le dimissioni dall’ospedale. Nel gruppo erano comprese le famiglie alcune pazienti che i medici e gli psicologi avevano giudicato particolarmente dotate di capacità di resistenza alla malattia. Dai colloqui e dalle osservazioni sono emessi quattro aspetti che caratterizzano le famiglie cosiddette “invulnerabili”: 1) L’assunzione collettiva del problema. La crisi o la malattia di un membro della famiglia colpisce tutti e tutti si sentono responsabili del processo di guarigione. La famiglia, quindi, si mostra capace di crescita e sa adattarsi alla nuova situazione di pericolo. 2) La famiglia attinge energie e speranze dai suoi legami emotivi. Amore, fiducia, disponibilità, aiutano chi è colpito dalla malattia, soprattutto quando nascono, inevitabilmente, sentimenti di paura, impotenza e rabbia nel malato. L’esperienza di GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 non essere abbandonati crea una qualità nuova del clima familiare. 3) La famiglia sa di poter reggere anche ad un evento drammatico come la malattia di uno dei suoi componenti. Si sente in grado di superare la crisi con le sue forze, addossandosi, a lungo, un carico non indifferente perché può rifarsi a situazioni in cui ha saputo superare problemi e difficoltà. Nasce così quello che Herriger chiama “ottimismo familiare”: una fiducia collettiva nelle proprie forze, nella propria coesione interiore. 4) Le famiglie che non si lasciano schiacciare dalle crisi e dalle malattie si distinguono, infine, per la disponibilità ad affrontare pubblicamente i loro problemi senza rinchiudersi tra quattro mura. Possono, così, mobilitare aiuti dall’esterno. Non si vergognano di avere un problema e non sono, quindi, costrette a costruire una facciata per mante- nere all’esterno le apparenze della famiglia felice. Pertanto se la famiglia comincia ad abdicare alla propria funzione e offre ai figli solo benessere materiale aspettandosi in cambio riconoscenza a vita senza che niente sia guadagnato con fatica e sacrificio, allora i figli cresceranno con l’idea che non contano niente affetti, emozioni, sentimenti, ma che la felicità sta nel possedere tante cose (possibilmente le migliori). Pertanto continueranno a crescere i consumi materiali dei più giovani, l’abuso di droghe, di alcool, gli incidenti del sabato sera post discoteca. Invece la vera eredità, il vero amore per i figli, la famiglia lo dimostra se insegna a questi ultimi a misurarsi come individui, con pregi e limiti, con la propria realtà conquistando ogni giorno una fetta di autostima, un pezzetto di gioia, senza spendere e spandere, perché la felicità non potrà mai essere nel fare, nell’arraffare ma solo nel saper essere. DUE OPINIONI PIEMONTESI “Il Sovrano è come un genitore che cerca il bene della propria famiglia, ma è fallibile”. Così, sentii mio padre commentare, in conversazione con un vicino, quando ero ancora bambino. Faceva probabilmente allusione al Referendum Istituzionale del 1946 che dette adito alla repubblica. Da buon piemontese, mio padre non avrebbe certo indicato la via dell’esilio a S. M. Umberto II. Ritengo che, neppur’io, l’avrei fatto, all’epoca. Contrariamente, ho dei dubbi sul come voterei nel 2011, se ci fosse un nuovo Referendum Istituzionale. Tuttavia, trovo difficile accettare che ancora oggi i nostri due ultimi Sovrani e le loro consorti siano sepolti in suolo straniero. Per inclinazione personale, e per amore della Storia, ho visitato nel recente passato, le tombe dei nostri Sovrani: Conti, Duchi e Re, in Savoia, in Piemonte, ed a Roma. Visitai pure la tomba della Regina Elena a Montpellier, sempre adorna di fiori freschi. Capisco, in un certo senso, la scelta dell’elettorato italiano del ’46, in quel dopo-guerra, si cercava disperatamente un colpevole per tutti i disastri del quinquennio precedente. Sono convinto, però, che sia doveroso di riconoscere il contributo cardinale delle LL. MM. Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II nella realizzazione del “Sogno Risorgimentale”. S. M. Carlo Alberto iniziò l’azione che gli costò il Trono, l’Esilio, la Vita. La persistenza, l’ambizione ed il coraggio di S. M. Vittorio Emanuele II contribuirono in modo capitale al completamento dell’Unità. Conseguentemente, mi sembra doveroso che gli Italiani, in omaggio e riconoscimento dello storico ruolo di Casa Savoia, esigano che le Salme delle LL. MM. Vittorio Emanuele III ed Umberto II e delle Loro Regine siano ritornate all’Italico Suolo. Penso che l’avvenire proverà che la riconoscenza ed il rispetto GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 della Storia non fanno difetto agli Italiani di oggi. Pietro Monticone Molti anni fa, durante una mia breve sosta a Roma, ebbi l’opportunità di visitare, con vivo interesse storico e architettonico, il Pantheon. Rimasi colpito dalla maestà di questo monumento che raggruppava diversi cicli storici della mia Patria, dalle origini imperiali al periodo risorgimentale, lasciando tuttavia un vuoto storico di circa 60 anni, i più recenti, quelli in cui mi identificavo. L’assenza della tomba del Re Vittorio Emanuele III, del di lui figlio Umberto II, e delle rispettive mogli, Regina Elena e Maria Josè, mi turbò. Il ciclo storico non era completo! Perché l’Italia non aveva accolto nel Pantheon anche questi personaggi reali? Ostilità, forse? I tempi in cui vissero furono difficili e difficili furono le loro decisioni, e di questo ne sarà giudice la storia. Ma ora, dopo 60 anni, 3 generazioni e 2 Repubbliche, è tempo che le spoglie di questi onorati personaggi storici ritornino a casa, siano tumulate con doveroso decoro nella “Tomba della Patria”, e, onorati nel loro ruolo storico che nessuno può negare. A questo proposito voglio ringraziare il Maggiore Andrea M. Coda di San Grato per avermi dato l’opportunità di unirmi a tutti coloro che credono in questa causa. La celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia sarebbe la degna occasione per risanare un’ingiustizia che si protrae da troppo tempo, ed un vivo riconoscimento del popolo italiano alla casa Savoia senza la cui partecipazione e guida non ci sarebbe questo evento. Piero Fonsato 49 LIBRI libro per agevolare la conoscenza e la divulgazione della nostra storia. Il cinema infatti, per l'immediatezza delle immagini, raggiunge questi scopi prima di qualsiasi altro mezzo di comunicazione e tocca chi non legge libri, in particolare le giovani generazioni alle quali nessuno insegna quanto sia importante conoscere la storia. A dimostrazione di ciò molti enti e scuole pubbliche hanno chiesto alla Delegazione di tenere conferenze in argomento risorgimentale con proiezione di spezzoni di film a soggetto, cosa che abbiamo accettato di buon grado di fare e stiamo facendo. BOLOGNA Nell'ambito delle iniziative per il 150° della proclamazione del regno d'Italia, la Delegazione di Bologna ha ideato e promosso due pubblicazioni riguardanti le vicende risorgimentali: "IL RISORGIMENTO A BOLOGNA", "IL RISORGIMENTO NEL CINEMA ITALIANO". Il primo, realizzato con il patrocinio del Comune di Bologna, Quartiere Santo Stefano riporta gli eventi bolognese e la storia di personaggi locali che hanno avuto un ruolo fondamentale nell'unità d'Italia. Scritto da cinque Guardie d'Onore e da alcuni dei maggiori storici cittadini, il libro è stato presentato in numerosissimi incontri pubblici, donato alle biblioteche ed alle scuole della provincia di Bologna e distribuito in veste leggermente modificata nelle edicole come allegato al quotidiano Il Resto del Carlino. Importanti per la conoscenza della storia locale, la cronologia dei fatti bolognesi dal 1794 al 1861 e la descrizione dei 102 siti e personaggi (44 dei quali bolognesi) che in città hanno intitolato una via o una piazza, ma sconosciuti per mancanza di insegnamento alla maggior parte di coloro che transitando per le vie leggono le targhe. Il secondo, "IL RISORGIMENTO NEL CINEMA ITALIANO", finanziato in parte dalla Delegazione riporta e descrive dettagliatamente 136 film a soggetto risorgimentale prodotti in Italia dal 1905 al 2010, 61 dei quali del periodo del cinema muto e 75 del sonoro. È un'opera completa, unica del suo genere, scritta dai Proff. Giorgio Sangiorgi e Giovanni Lasi esperti cinefili. Si compone di schede che per ogni film riportano la trama, gli interpreti, la regia, la valutazione della critica e contiene un indice cronologico ed un indice tematico che consentono di conoscere l'anno di produzione di ogni singola pellicola, il numero ed il titolo delle stesse riferite ad ogni evento o periodo risorgimentale. Abbiamo pensato e voluto questo 50 IL TERRORISMO di Antonella Colonna Vilasi, Ed. Mursia “Con il termine strategia della tensione, utilizzato per la prima volta dopo l’attentato di Piazza Fontana, ci si riferisce a una teoria interpretativa che analizza l’insieme delle stragi e degli attentati terroristici italiani avvenuti nel secondo dopoguerra e, con particolare intensità, tra il 1969 e il 1984 e, in misura minore, anche successivamente. Il movente principale di questa particolare strategia è ravvisato nella destabilizzazione della situazione politica italiana. 150 morti, 562 feriti, 11 stragi, un numero ancora indefinito di tentativi di strage: per quindici anni, dal 1969 al 1984, l’Italia è stato un Paese insanguinato dalla logica del terrore. Una logica stragista al servizio di finalità politiche per nulla oscure: il condizionamento della vita democratica di una nazione e la lotta politica concepita come sconto senza quartiere e improntata al ricatto del terrore. Anni passati? Anni che non torneranno mai più?” Con l’esperienza acquisita come saggista, autrice di pubblicazioni criminologico-forensi, nelle quali si occupa di criminalità organizzata, mafia ed intelligence, Antonella Colonna Vilasi ricostruisce ora uno dei periodi più misteriosi e controversi della storia contemporanea del nostro Paese, rivisitando proprio quel quindicennio maledetto che, tra eversione “rossa” e “nera”, ha inciso, forse indelebilmente, le nostre GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 stesse coscienze. “Il Terrorismo” (Mursia, Milano 2009, € 19.00) reca la prestigiosa prefazione di Piero Luigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia tra il 1997 ed il 2005 che, dopo aver evidenziato le tre principali direttrici lungo cui si muove la ricerca (la strategia della tensione, l’eversione rossa e quella nera), rimarca come il testo di Antonella Colonna Vilasi si caratterizzi “per un linguaggio narrativo distaccato che completa le conoscenze anche di coloro che hanno avuto l’occasione di svolgere indagini sul fenomeno terroristico, mediante opportune citazioni testuali di articoli di stampa editi nei vari momenti storici e di documenti, anche di fonte internazionale, che, preclusi un tempo all’accesso, sono diventati via via disponibili grazie all’apertura di archivi riservati”. E il lettore non impiegherà molto per verificare, di persona, l’estrema attualità del testo che - ancora parole di Vigna - “è testimonianza del fatto che la repressione del terrorismo avvenne, pur fra le notevoli difficoltà incontrate dall’azione investigativa - specie quella diretta a contrastare l’eversione di destra - nel rispetto dei fondamentali principi costituzionali, senza ricorrere alle 'scorciatoie' propugnate dai sostenitori del cosiddetto 'diritto penale del nemico', ma anche perché dà conto, a chi non visse quei periodi, dei percorsi che si sono dovuti compiere per la stabilizzazione del nostro assetto democratico”. Utile come non mai, la ricerca di Antonella Colonna Vilasi è uno strumento di ricerca per riportare la luce su un passato che tale non sembrerebbe essere. Del tutto… ITALIA PATRIA DI SCIENZIATI DI Waldimaro Fiorentino, Edizioni Catinaccio Il primo volume di «Italia patria di scienziati» è stato accolto con attenzione persino superiore al previsto. Presentato in diverse località italiane, ha ottenuto lusinghiere recensioni dagli organi di informazione italiani ed esteri; il volume è stato anche tradotto in lingua araba e presentato con successo al Salone del libro del Cairo ed alla Biblioteca Alessandrina di Alessandria d’Egitto. L’esposizione di questo secondo volume ricalca quello adottato nel primo volume e segue il criterio della semplicità più efficace, allo scopo di favorire la maggiore conoscenza del contributo italiano al progresso scientifico; un contributo che è stato ed è importante ed abbraccia tutti i diversi ambiti delle scienze. Attraverso gli approfondimenti eseguiti per la stesura dell’opera, si sono individuati oltre 5 mila scienziati italiani, alcuni dei quali hanno dato vita a studi, scoperte ed invenzioni di portata persino epocale; tra quelli citati in questo volume Prospero Alpini, che individuò il sesso delle GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 piante e fece conoscere al mondo il caffè; Giovan Battista Amici, anticipatore della rivoluzione, poi detta copernicana; Giovanni Canestrini, che fece conoscere in Italia la teoria Darwiniana; Gregorio Ricci Curbastro, i cui studi furono alla base della teoria della relatività enunciata dal Alfred Einstein; Ascanio Sobrero, creatore della nitroglicerina, dalla quale Alfred Nobel ricavò la dinamite; Luigi Santarella, il mago del cemento Armato; Enrico Forlanini, l’inventore dell’elicottero; Luigi Stipa, creatore dell’aereo a reazione; Raffaele Piria, l’inventore dell’aspirina, la medicina più usata al mondo; Aldo Castellani, il debellatore della malattia del sonno; Gaetano Arturo e Luigi Crocco, progenitori del volo spaziale; Ugo Tiberio, competitore di Guglielmo Marconi nell’invenzione del radar; Giovanni Bonica, l’inventore della terapia del dolore; per non fare che alcuni esempi soltanto. In concomitanza con il 150° anniversario dell’Unità e dell’Indipendenza d’Italia, questo secondo volume sottolinea il contributo di tanti nostri scienziati al Risorgimento nazionale; contributo, peraltro, già segnalato per diversi degli studiosi fatti conoscere nel primo volume. Inoltre, anche in questo volume, «Italia patria di scienziati» si pone l’obiettivo di rammentare quanto abbia contribuito l’opera dei nostri scienziati e di fa crescere la consapevolezza di quanto avrebbe ancora da guadagnare il nostro Paese – anche sotto il profilo economico, occupazionale, sociale e di immagine – qualora potenzialità non comuni formate in Italia spesso non venissero ignorate, non incoraggiate e disperse. Questo secondo volume è stato presentato al CNR – Consiglio nazionale delle Ricerche – a Roma, nel corso del Convegno «Gli scienziati italiani per l’Unità d’Italia e per lo sviluppo dell’Italia», LXXI Riunione scientifica della Sips, Società italiana per il progresso delle scienze, tenutasi sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, ed organizzato in collaborazione con le maggiori Organizzazioni scientifiche italiane. Il libro è stato premiato con medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. LA MONARCHIA FASCISTA di Paolo Colombo Biblioteca storica il Mulino Il complesso rapporto tra Monarchia e Fascismo, troppo spesso liquidato in termini sbrigativi, approssimativi e superficiali, viene attentamente analizzato in questo testo di notevole interesse. L’autore, ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano, ripercorre un periodo storico ancora assai dibattuto ed approfondisce lo studio del ruolo della Corona durante il Governo fascista, tema fondamentale nella storia politica pressoché ignorato per circa un sessantennio. L’architettura istituzionale delineata dallo Statuto e 51 profondamente modificata dalla produzione normativa del Regime viene illustrata al lettore senza la presunzione di voler giungere a conclusioni definite, ma delineando un quadro di natura squisitamente storico-giuridica attraverso l’analisi del periodo intercorrente tra la salita al potere di Benito Mussolini e l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Momenti importantissimi quali la decisione del Re di non firmare la proclamazione dello stato d’assedio nel 1922 e la prudenza manifestata in più occasioni (es. costituzione della Milizia), sono sospetti che vengono ripercorsi attraverso lo studio e l’analisi dei testi normativi dell’epoca; allo stesso modo viene inquadrato il ruolo della corona in un panorama legislativo in costante divenire, volto ad un’accentuazione sempre più marcata delle prerogative del Capo del Governo che diviene progressivamente unico interlocutore del Capo dello Stato nei rapporti con i Ministri. La perplessità del Sovrano circa l’opportunità di muovere guerra all’Etiopia ed il suo ruolo di Capo di Stato a fronte delle nuove espansioni coloniali; i pareri dei giuristi a 52 seguito dell’istituzione di Primo Maresciallo dell’Impero, nonché le relative prerogative; l’offerta della Corona d’Albania e il nuovo assetto istituzionale delineatosi; la costituzione di uno Stato indipendente croato, la cui corona viene offerta nuovamente ad un Savoia: sono aspetti che vengono affrontati con grande attenzione dall’autore, il quale mantiene un alto profilo, senza cadere nella facile retorica e rifuggendo da stereotipi consolidati. Viene poi illustrata la struttura amministrativa del Quirinale, con il potente Ministero della Real Casa che diventa progressivamente un importante crocevia per intrecci strategici volti all’inversione della rotta italiana ed all’inizio della fine di Mussolini. Dettagliata infine la descrizione della scarsa permeabilità di Casa Savoia di fronte alle insistenze del PNF per un atto formale di adesione, nonché della strenua difesa della bandiera da parte del Sovrano onde evitare inserimenti di simboli del Regime. Un testo assai pregevole, certamente importante nella biblioteca di un devoto a Casa Savoia GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 NUOVI ISCRITTI NUMERO COGNOME E NOME GRADO MILITARE PROFESSIONE CITTÀ NASC. 21.740 MARINO BATÀ Orazio Andrea Professore d'orchestra Alcara Li Fusi (ME) 21.741 CALÒ Eugenia Direttrice di banca Roma 21.742 ALIQUÒ Filippo Maria Maresciallo N. P. Editore, giornalista Reggio Calabria 1964 21.743 TIRAMANI Devis Carabiniere scelto Graduato CC Rustigazzo di Lug.no (PC) 1976 21.744 PITZALIS Marina Libero professionista Vado Ligure (SV) 21.791 MEACCI Gian Franco Imprenditore Firenze 1942 21.792 GALGANI Mauro Imprenditore Certaldo (FI) 1949 21.793 PAZZAGLIA Alessandro Avvocato Roma 1960 21.794 DI PASTENA Omar Sottufficiale CC Messina 1974 21.795 SAGRAMOSO Federico Studente Milano 1992 21.796 CENTIS Alfredo Caporale Quadro direttivo bancario Cogliate (MB) 1968 21.797 CHIRIACO Mauro Maresciallo capo Sottufficiale CC Catanzaro Lido 1968 21.798 MAUGERI Riccardo Appuntato scelto Graduato G. d. F. Busalla (GE) 1970 21.799 MARAFIOTI Giuseppe Imprenditore edile Rozzano (MI) 1969 21.800 TREVISAN Cinzia Consulente immobiliare Milano 21.801 ZENNARO Mario Pensionato Chioggia (VE) 1933 21.802 ROMANI Simone Studente Paliano (FR) 1992 21.803 SAVEGNANO Matteo Studente Monte di Malo (VI) 1991 21.804 COSENTINO Salvatore Sergente Pensionato Rosolina (RO) 1949 21.805 ROSSI LEIDI Lanfranco Fante d'arresto Docente scuola media super. Venezia 1952 21.806 NAGLIERO Anna Maria Maresciallo Sottufficiale A. M. Pomezia (RM) 21.807 BIOLÈ Corrado Medico Borgo San Dalmazzo (CN) 21.808 SALA Isabella Libera professionista Aosta 21.809 TOMEI Gaetano Carabiniere scelto Graduato CC Aosta 1984 21.810 GIANNUZZI Mario Carabiniere Carabiniere Courmayeur (AO) 1979 21.811 CALDERONE Nado Maresciallo capo Sottufficiale CC Courmayeur (AO) 1964 21.812 FERRARI Luca Impiegato Parma 1975 21.813 AGOSTA Maria Caterina Notaio Catania 21.814 CATANIA Ruggero Artigliere Impiegato statale Catania 1962 21.815 LONGO MINNOLO Ignazio Maresciallo Ispettore G. d. F. Catania 1977 21.816 MUCCIO Giancarlo Avvocato Bologna 1939 21.817 CACCIARI Franco Impiegato amministrativo Bologna 1946 21.818 LOVATELLI RAVARINO Cristiano Giornalista Bologna 1952 21.819 GEREMICCA Walter Medico chirurgo Crotone 1951 21.820 MINGO Fermino Guardiamarina Dirigente azienda autotrasp. Montecassiano (MC) 1954 21.821 CLESCERI Calogero Sergente Sottufficiale EI Canicattì (AG) 1979 21.822 VANELLA Giuseppe Agente P. S. Naro (AG) 1980 21.823 DENTI Marcello Appuntato scelto Graduato CC Domodossola (VB) 1968 21.824 PATITUCCI Salvatore Maresciallo capo Sottufficiale CC Domodossola (VB) 1965 Tenente Maresciallo capo Nocchiere 1989 1961 2 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 53 21.825 DI FUCCIA Giuseppe 21.826 DEBENEDETI Adelio Manager aziendale Lamezia Terme (CZ) 1982 Commercialista Alessandria 1964 21.827 GABRIELE Gaetano Medico chirurgo Castrocielo (FR) 1956 21.828 BONGIOVANNI Lorenzo Responsabile sicurezza Bologna 1962 21.829 21.830 LARIZZA Luigi Sacerdote Taranto 1949 TESSARIOL Stefania Casalinga Taranto 21.831 LEO Alessia Studentessa universitaria Taranto 21.835 DENTESANO Adriano Colonnello fanteria Pensionato Udine 1943 21.836 PERNACE Giuseppe Geniere parà Cond. appar. chimiche Caltanissetta 1946 21.837 AMICO Michela Pensionata Caltanissetta 21.838 LAPAGLIA Lina Pensionata Caltanissetta 21.839 DA BUSTI Maria Grazia Docente universitario Perugia 21.840 GIORDANO Angelo Avvocato Novara 1974 21.841 SCIBILIA Francesco Assistente P. S. Torregrotta (ME) 1971 21.842 PERRINI Andrea Graduato M. M. Massafra (TA) 1986 21.843 BORROMEO Ernesto Funzionario amministrativo Corigliano Schiavonea (CS) 1961 21.844 GABRIELE Giovanni Maresciallo aiutante Sottufficiale CC San Pietro in Lama (LE) 1967 21.845 DE PASCALIS Carlo Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Vernole (LE) 1964 21.846 BARRALE Francesca Agente di commercio Acireale (CT) 1953 21.847 BEVILACQUA Marzia 21.848 SALLUZZO Giovanni 21.849 SKOBLOW David Victor 21.850 MASCARINI Luigi 21.851 PAPA Cosimo M. 21.852 PRIVITERA Roberto 21.853 ZIMMARO Emilio 21.854 MONOPOLI Maria Anna 21.855 MARIOTTI Giancarlo 21.856 BELLERI Antonella 21.857 DETTORI Matteo Emanuele 21.858 Aviere scelto Sottotenente C. R. I. Aviere capo Comune 1^ classe Barrafranca (EN) Vicebrigadiere Sottufficiale G. d. F. Roma Avvocato New York (U. S. A.) Imprenditore di azienda San Vito al Tagliamento (PN) 1947 Collaboratore amb. Colombia Roma 1984 Sergente maggiore Sottufficiale Guidonia Montecelio (RM) 1973 Geniere Pensionato Roma 1922 Professoressa Roma Graduato CC Roma 1980 Consulente aziendale Brescia 1967 Carabiniere Allievo Sottufficiale CC Uri (SS) 1989 PALOMBI Franco Sergente Imprenditore Roma 1941 21.859 TOMA Bruno Tenente di cavalleria Dipendente patr. dello Stato Roma 1970 21.860 VERO Nicola Capitano Ufficiale EI Roma 1973 21.861 COVELLI Gian Piero Tenente Medico chirurgo Roma 1959 21.862 BENEDETTI Giuseppe Maresciallo capo Sottufficiale CC Formello (RM) 1970 21.863 FERRERO Giorgio Imprenditore Roma 1940 21.864 MORALE Paolo Luogotenente Sottufficiale CC Valpelline (AO) 1960 21.865 PINNA Alessandro Maresciallo capo Sottufficiale CC Asti 1972 21.866 BORASO Diego Direttore d'albergo Cisterna d'Asti (AT) 1974 21.867 LILLIU Antonio Ispettore capo P. S. Asti 1959 21.868 SCRIMAGLIO Nello Pensionato Nizza Monferrato (AT) 1946 Caporalmaggiore Carabiniere scelto Luogotenente 1963 21.869 PASCAUDO Angelo Sergente Artigiano edile Montechiaro (AT) 1966 21.870 FABOZZO Antimo Maresciallo Controllore traffico aereo Marsala (TP) 1974 21.871 LEVATO Carmine Maresciallo aiutante Pensionato Petilia Policastro (KR) 1959 21.872 GIUSTINO Filippo Maresciallo capo Sottufficiale CC Gravina di Catania (CT) 1972 2 54 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 21.873 FRAZZETTA Francesco Salvatore 21.874 CARUSO Grazia 21.875 CHIANELLA Giancarlo 21.876 21.877 Sottotenente medico Medico generico Raddusa (CT) 1955 Insegnante Catania 1953 Appuntato scelto Graduato CC Gravina di Catania (CT) 1976 FARINA Guido Maresciallo di 1^ cl. Sottufficiale A. M. Pomezia (RM) 1972 CASTALDI Mario Maggiore Ufficiale A. M. Pomezia (RM) 1972 21.878 DI GIORGIO Maria Avvocato Roma 21.879 SALERNO Gabriella Avvocato Roma 21.880 PAPURELLO Nicolò Imprenditore Lombardone (TO) 1982 21.881 SALVIONI Massimo Sottufficiale EI Roma 1976 21.882 CAPPELLI Elisabetta Impiegata Alessandria 21.883 DETTORI Carlo Dirigente UNAAT Oristano 1955 21.884 FERRAJOLI Giuseppe Imprenditore Roma 1949 21.885 DELFINI Andrea Imprenditore Roma 1971 21.886 BIANCHETTI Anna Maria 21.887 TRICOLI Giuseppe 21.888 FERRARIS Paolo 21.889 DE IORIO Giovanni 21.890 DAVIDE Marino 21.891 MARINARO Enzo Maresciallo aiutante 21.892 ATTIMONELLI Graziano Colonnello 21.893 GARAU Carlo 21.894 FATUCCI Luciano Maresciallo Soldato Maresciallo capo Ristoratrice Roma Tributarista Formia (LT) 1951 Medico ospedaliero Torino 1957 Sottufficiale EI San Giorgio Piacentino (PC) 1967 Imbianchino verniciatore Casei Gerola (PV) 1986 Sottufficiale CC Melzo (MI) 1963 Pensionato Asti 1950 Quadro direttivo amm.ne Stato Pimentel (CA) 1954 Assistente capo P. S. Roma 1964 21.895 Antonio E NOME NUMERO RONCHI COGNOME Sottotenente GRADO MILITARE Commerciante PROFESSIONE Imola (BO)CITTÀ 1926 NASC. 21.896 OTTA Maurizio Caporale Maggiore Consulente energetico Roma 1963 21.897 DE ANDREA Paola Insegnante a riposo Alessandria 21.898 LUXARDO Santino Marittimo a riposo Alessandria 21.899 SGARAMELLA Anna Impiegata alla Corte dei Conti Imola (BO) 21.900 ALBERTI Giampiero Dottore commercialista e rev. Bologna 1961 21.901 GIOVANNINI Claudio Pensionato Bologna 1951 21.902 RISPOLI Fabio Avvocato Chieti 1963 21.903 DEL ROSARIO Giuseppe Funzionario A. S. L. Chieti 1955 21.904 CARFORA Ermenegildo Funzionario P. C. M. Roma 1959 21.905 LA ROCCA Francesco Caltanissetta 1983 21.906 TOMELLERI Lucia 21.907 SARTOR Giorgio Giulio 21.908 D'ANGELO Giorgio 21.909 BRAGA Silvana 21.910 TROMBINI Igor 21.911 FERRO Giuseppe 21.912 Marò Paracadutista Luogotenente CC 1942 Pensionata Peschiera del Garda (VR) Artigliere Ex insegnante Pescantina (VR) 1949 Mar. Magg. Aiutante Pensionato Adria (RO) 1949 Casalinga Adria (RO) Soldato Operaio manutentore del verde Adria (RO) 1976 Soldato Responsabile post-vendita Adria (RO) 1955 CALÀ Arcangelo Pensionato San Cataldo (CL) 1947 21.913 RUSSO Maurizio Antonio Responsabile commerciale San Cataldo (CL) 1978 21.914 PERILLI Emanuele Architetto Strangolagalli (FR) 1960 21.915 SCHINEA Vincenzo Carabiniere scelto Graduato CC Vibo Marina (VV) 1981 21.916 PETACCIA Tiziano Maresciallo capo Sottufficiale CC Bee (VB) 1964 21.917 MONSIGNORI Alessandro Appuntato scelto Graduato CC Verbania (VB) 1969 21.918 RAIA Alessio Primo aviere Imprenditore Guidonia (RM) 1966 21.919 ROTA Felice Alpino Direttore sanitario Cairo Montenotte (SV) 1947 2 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 55 21.919 ROTA Felice Alpino Direttore sanitario Cairo Montenotte (SV) 1947 21.920 DI GREGORIO Luigi Aviere scelto Artigiano Vasto (CH) 1968 21.921 DI PIETRO Maurizio Marò btg San Marco Imprenditore Casalbordino (CH) 1964 21.922 DIMITRI Antonio Colonnello EI Pensionato Manduria (TA) 1947 21.923 CAPRIOLI Emanuele Capo di 1^ classe Sottufficiale MM Taranto 1971 21.924 TARENTINI Vito Ettore Sottotenente art. Ingegnere Manduria (TA) 1948 21.925 RICCI Angelo Studente universitario Massafra (TA) 1986 21.926 NOTARISTEFANO Immacolata Studentessa universitaria Massafra (TA) 21.927 ERARIO Paolo Pensionato Manduria (TA) 1946 21.928 GERGOLET Dario Imprenditore Doberdò del Lago (GO) 1958 21.929 COPPOLA Cosimo Carabiniere scelto Graduato CC Ceglie Messapica (TA) 1982 21.930 CICALA Isacco Carabiniere aus. Bancario Bascapè (PV) 1977 21.931 BOLLITO Piercarlo Carabiniere Imprenditore sett. alimentare Valfenera (AT) 1971 21.932 COVELLI Michele Odontoiatra Bari 1971 21.933 PALUMBO Maria Casalinga Bari 21.934 YUSTI von ARTH Tibor Concertista e prof. univ. Stuttgart (Germania) 1928 21.935 VULCANO Angelo Giovanni A. Imprenditore Roma 1955 21.936 ZANGARA Giacomo Sacerdote Enna 1971 21.937 SCOGNAMIGLIO Angelo Professore universitario Napoli 1940 21.938 FORNITO Umberto Docente di gastronomia Frattamaggiore (NA) 1953 21.939 BUGLIARI Maria Sofia Infermiere professionale Caltagirone (CT) 1985 21.940 CAGNACCI Massimo Notaio Crescentino (NO) 1955 21.941 DI PASQUALE Giuseppe Luigi Agronomo-Funzionario reg. Palermo 1936 21.942 HOEHLE Bernd Istruttore di protezione person. Stadthagen (Germania) 1975 21.934 YUSTI von ARTH Tibor Concertista e prof. univ. Stuttgart (Germania) 1928 21.935 VULCANO Angelo Giovanni A. Imprenditore Roma 1955 21.936 ZANGARA Giacomo Sacerdote Enna 1971 Colonnello Colonnello 21.937 SCOGNAMIGLIO Angelo Professore universitario Napoli 1940 21.938 FORNITO Umberto Docente di gastronomia Frattamaggiore (NA) 1953 21.939 BUGLIARI Maria Sofia Infermiere professionale Caltagirone (CT) 1985 21.940 CAGNACCI Massimo Notaio Crescentino (NO) 1955 21.941 DI PASQUALE Giuseppe Luigi Agronomo-Funzionario reg. Palermo 1936 21.942 HOEHLE Bernd Istruttore di protezione person. Stadthagen (Germania) 1975 21.943 CIROTTI Vittorio Avvocato Roma 1949 21.944 OLIVIERI Alessandro Carabiniere scelto Agente di commercio Prè Saint Didier (AO) 1963 21.945 LALA Roberto Sergente Guardia giurata Pieve Emanuele (MI) 1973 21.946 CAVALLO Luigi Caporale Avvocato Foggia 1952 21.947 MARCHESIELLO Vittorio Primo aviere Pittore Foggia 1945 21.948 MARCHIZZA Alberto Caporale Graduato EI Antrodoco (RI) 1984 21.949 LOPES Gian Luca Funzionario Roma 1972 21.950 RIVA Andrea Geometra Lettere (NA) 1943 21.951 VENTURELLI Nicola Imprenditore Mantova 1964 21.952 TERRANOVA Sebastiano Sottufficiale CC Scordia (CT) 1971 21.953 OCCHIPINTI Loredana Concetta A. Docente di scuola primaria Catania 21.954 LUBIN Giuseppina Gavirate (VA) 21.955 POLETTI Ivan Busto Arsizio (VA) 56 Maresciallo capo 1970 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2011 21.956 SPRIANO Ileana Libera professionista Alessandria 21.957 POLITELLI Rossana Funzionaria ENEL Roma 21.958 D'ANGELO Marco Carabiniere Imprenditore Paganica (AQ) 1974 21.959 BERARDI Angelo Carabiniere aus. Commerciante Ruvo di Puglia (BA) 1973 21.960 MAZZONE Angelo Carabiniere aus. Geometra Ruvo di Puglia (BA) 1979 21.961 CELLINI Nicola Caporale Graduato EI Catanzaro 1991 21.962 LOPERFIDO Gino Caporale Maggiore Pittore Roma 1944 21.963 LANFRANCO Paolo Sindaco Valfenera (AT) 1982 21.964 de LA FOREST DIVONNE Philibert Direttore risorse umane Parigi (Francia) 1980 21.965 AMATO Flavia Tecnico di montaggio a/v Corigliano Calabro 21.966 SERVIDIO Roberto Sottufficiale di P. S. Poggio Mirteto (RI) 21.967 BELLI Laura Studentessa liceale Pesaro (PU) 21.968 LIPPOLIS Arturo Brigadiere Sottufficiale CC La Salle (AO) 1961 21.969 CASCONE Gennaro Tenente Ufficiale CC Gravina di Catania (CT) 1982 21.970 TIBALDI Nella Commerciante Bologna 1941 21.971 GAGLIARDI Patrizio Antonio Autiere Scenografo Bologna 1965 21.972 DEGLI ESPOSTI Franco Alpino Investigatore privato Bologna 1950 21.973 BONGINI Ludovico Avvocato Pianoro (BO) 1980 21.974 BONGINI Daniele Beniamino Dirigente Pianoro (BO) 1949 21.975 GUGLIELMI Benito Dirigente ind.le in pensione Borgo San Dalmazzo (CN) 1938 21.976 ANGELINI Luigia Infermiera Roma 21.977 ROSSI Massimo S. Ten. di Vascello Dirigente d'azienda Roma 1959 21.978 LARICCHIUTA Giuseppe Caporale Imprenditore Talsano (TA) 1966 21.979 APPOLLONI Attilio Sergente Musicista compositore Viterbo 1950 21.980 GALLO Alfonso Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Monte San Vito (AN) 1960 21.981 AVILA Rosario Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Rosolini (SR) 1964 21.982 DI RUVO Domenico Maresciallo Sottufficiale CC Senigallia (AN) 1970 21.983 BELMONTE Giuseppe Imprenditore Roma 1957 21.984 CARNELLI Mauro Quadro direttivo bancario Gerenzano (VA) 1966 21.985 DELL'OLIO Tommaso Amministratore condominiale Garbagnate Milanese (MI) 1949 21.986 MASCIOCCHI Fabrizio M. E. Sergente Dirigente d'azienda Cernusco sul Naviglio (MI) 1969 21.987 FIORENTINO Attilio Sottocapo di 2^ cl. Graduato di truppa MM Procida (NA) 1982 21.988 VALLOZZI Giuseppe Sottocapo Graduato di truppa MM Pozzuoli (NA) 1986 21.989 D'ALESSANDRO Davide Sottocapo Graduato di truppa MM Minturno (LT) 1986 21.990 ZAMPELLI Antonio Finanziere Pensionato Benevento 1941 21.991 LIOTINO Angelo Michele Carabiniere Carabiniere Sammichele di Bari (BA) 1979 21.981 AVILA Rosario Maresciallo aiutante Sottufficiale CC Rosolini (SR) 1964 21.982 DI RUVO Domenico Maresciallo Sottufficiale CC Senigallia (AN) 1970 21.983 BELMONTE Giuseppe Imprenditore Roma 1957 21.984 CARNELLI Mauro Quadro direttivo bancario Gerenzano (VA) 1966 21.985 DELL'OLIO Tommaso Amministratore condominiale Garbagnate Milanese (MI) 1949 21.986 MASCIOCCHI Fabrizio M. E. Sergente Dirigente d'azienda Cernusco sul Naviglio (MI) 1969 21.987 FIORENTINO Attilio Sottocapo di 2^ cl. Graduato di truppa MM Procida (NA) 1982 21.988 VALLOZZI Giuseppe Sottocapo Graduato di truppa MM Pozzuoli (NA) 1986 21.989 D'ALESSANDRO Davide Sottocapo Graduato di truppa MM Minturno (LT) 1986 21.990 ZAMPELLI Antonio Finanziere Pensionato Benevento 1941 21.991 LIOTINO Angelo Michele Carabiniere Carabiniere Sammichele di Bari (BA) 1979 GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2011 Caporale Maggiore Caporale 1971 57 OGGETTISTICA 58 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 59 60 GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011 I sovrani d’Italia in visita a Boscottrecaseper alleviare le sofferenze della popolazione (da un arazzo ricamato dalla Contessa Gina Campari). Carlo Ademollo - La breccia di Porta Pia