maggio - giugno 2011 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D

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maggio - giugno 2011 - ISTITUTO NAZIONALE per la GUARDIA D
Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (CONV. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n° 300/86 del 10/06/1986
GUARDIA D’ONORE
Alberto Li Gobbi, Generale di Corpo d’Armata, Medaglia d’Oro al Valor Militare, Guardia d’Onore,
ha raggiunto in cielo Aldo Li Gobbi, Medaglia d’Oro della Guerra di Liberazione
maggio - giugno 2011
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SOMMARIO
pag.
MAGGIO - GIUGNO 2011
Rivista bimestrale dell’Istituto
Nazionale per la Guardia d’Onore
alle Reali Tombe del Pantheon
Direzione:
00186 Roma - Via della Minerva, 20
Tel. 06.67.93.430
Fax. 06.69.92.54.84
Indirizzo Internet
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E-mail dell’Istituto:
[email protected]
Cronaca delle Delegazioni
1
Prossimi eventi
20
Quote sociali
23
Firme di omaggio ai Re d’Italia
24
Ore di servizio 2010
24
Note Liete
29
Quattro passi nel tesseramento
30
Avvisi
32
Cultura
33
Libri
50
Nuovi iscritti
53
Oggettistica
58
Modulo di domanda d’iscrizione
60
Direttore Responsabile
Ugo d’Atri
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degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica
riservata. per le riproduzioni anche se parziali, è fatto
abbligo di chiederne preventiva autorizzazione, citarne
la fonte, inviando all’Istituto una copia.
Registrazione del Tribunale di Roma
n.° 300/86 del 10-06-1986
Spedizione in abbonamento postale
Del presente numero di 64 pagine sono state
stampate 4500 copie
Finito di stampare il 22/06/2011
Impaginazione e stampa: Co.Art s.r.l.
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Prevista consegna alle poste il 24/06/2011
SOMMARIO
La collaborazione del Direttore e dei soci è da sempre
gratuita e mai può assumere la forma di lavoro dipendente o di collaborazione
autonoma perché incompatibile con la natura volontaristica dell’Istituto Nazionale
per la Guardia d’Onore alle
reali Tombe del Pantheon,
di cui la Rivista è organo.
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della Costituzione, interventi
anche di non soci a titolo
gratuito, riservandosi sempre e comunque il diritto di
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Ogni collaborazione implica
accettazione integrale e senza
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Hanno collaborato a questo numero:
Alessandro Ambrosini
Francesco Atanasio
Carlo Bindolini
Ugo d’Atri
Piero Fonsato
Maria Lapis
Salvatore La Lota
Pietro Monticone
Roberto Piazzini
Elza Russo
Giulio Vignoli
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
CRONACA DELLE
DELEGAZIONI
ASTI
Domenica 03 aprile 2011 la Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe al Pantheon si è
recata ad Alba nel Monastero “Beata Margherita di
Savoia” dove il cappellano delle GG. DD. OO. di Asti
Don Luigi Binello ha celebrato una Santa Messa in
onore della Beata Margherita fondatrice del Monastero. Il venerato corpo della Beata Margherita di
Savoia Acaja, Marchesa del Monferrato, nata a Pinerolo nel giugno 1390 e morta ad Alba il 23 novembre
1464 si conserva incorrotto nella Chiesa del Convento in un’urna visibile da tutti i fedeli. La Beata Margherita, figlia di Amedeo di Savoia Acaja e di Caterina di Ginevra, signori del Piemonte, a 13 anni fu
indotta per “ragioni di stato” a sposare il Marchese
del Monferrato Teodoro il Paleologo della Casa
Imperiale di Costantinopoli, già vedovo e con due
figli. A 28 anni rimasta vedova andò ad Alba per
condurvi, con un gruppo di dame che l’avevano
seguita, una vita di preghiera e di carità come terziaria, rifiutando nuove nozze col Duca di Milano Filippo Maria Visconti. Nel 1445 fondò il Monastero
Domenicano a lei intitolato nel quale si spense nel
1464. San Pio V nel 1566 ne permise il culto al
Monastero di Alba e Clemente X nel 1671 lo estese a
tutto l’ordine domenicano, fissandone la memoria il
27 novembre. Nell’iconografia è spesso rappresentata con tre frecce: esse rappresentano le malattie, le
persecuzioni e le calunnie che essa generosamente
accettò dal Signore; a volte compare anche un
capriolo che richiama la sua eroica obbedienza. A
seguito della ricognizione canonica iniziata il 4
dicembre 2001 il venerato corpo della Beata Margherita è stato fatto oggetto di restauro conservativo
che si è concluso dopo un anno con opportuni interventi di specialisti. La fama di santità della Beata
Margherita era molto estesa tanto da essere definita
dai suoi biografi “Margherita di Savoia La Grande”.
Alla Santa Messa, allietata dai canti sacri eseguiti
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
con sapiente maestria dalla Guardia d’Onore della
Delegazione di Asti, la mezzo soprano Dott.ssa Paola Nebiolo, hanno partecipato anche le Suore di
Clausura del convento oltre la grata di divisione
come d’uso. Alla Celebrazione erano presenti: per la
Delegazione di Savona il Conte Cornero Giuseppe
capodelegazione, il Dott. Nolasco Ezio, l’Avv. Ruocco
Daniele e il Rag. Taro Roberto Console di Norvegia a
Savona. Il Delegato di Savona Pastorino Lorenzo,
assente per malattia, ha mandato i suoi saluti. Per la
Delegazione di Cuneo il Delegato Mineo Matteo, il
Reggente Bruno Pietro, il Delegato della Val Maira e
Valli limitrofe Bergia Walter e una quindicina tra
guardie e accompagnatori. La Delegazione di Asti
era presente con 80 persone al seguito guidate dal
Cav. Triberti Giovanni. Hanno presenziato: il consigliere Ingrasci Franco, in rappresentanza del Sindaco di Asti, il Sindaco di Valfenera Dr. Lanfranco Paolo, il Consigliere Prof. Scaravelli Gaetano per il
Comune di Reggiolo, dieci Assessori in rappresentan-
Una rappresentanza delle Guardie d’Onore di Asti, Cuneo e
Savona ad Alba.
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za di Comuni di Asti e Provincia, l’Ispettore Capo
della Questura di Asti Lo Giudice Antonino, il Maresciallo Capo e vice Comandante dei Carabinieri di
Montechiaro Dott. Pinna Alessandro, il Presidente
regionale A. N. R. R. A. Traverso Adriano, il Presidente R. S. I. Sardi Giuseppe, il Presidente U. N. I. R.
R. di Cuneo Viora Piero, il reduce di Russia Roffinella Angelo. La Guardia d’Onore Balestrino Pietro ha
portato in chiesa un quadro raffigurante la Beata
Margherita di Savoia (opera del ‘700) che è stato
collocato davanti all’altare per la durata della Santa
Messa in omaggio alla venerata di Casa Savoia. Il
Delegato di Asti Cav. Giovanni Triberti ha ringraziato di cuore la Madre Badessa Suor Gemma Vero,
Suor Teresina, Suor Agostina e tutte le suore del
Monastero domenicano per la disponibilità dimostrata nel permettere alle Delegazioni di Asti, Cuneo e
Savona lo svolgimento della celebrazione. È seguito
un pranzo conviviale per i convenuti in una trattoria
di Diano d’Alba. Guardie d’Onore presenti della
delegazione di Asti con mantelli e 5 bandiere: Triberti Giovanni (delegato), Bussi Giancarlo (vice delegato), Caroli Luigi (segretario), Galeasso Giorgio, Berruti Marco, Tomasini Roberta, Bollito Piercarlo, Dezzani Osvaldo, Rustichelli Corrado, Agagliati Severino, Ciravegna Giorgio, Sardi Giuseppe, Bugnano
Pier Giuseppe, Balestrino Pietro, Scrimaglio Nello,
Malinouskaja Alena, Cognazzo Giovanni, Nebiolo
Paola, Pellegrino Andrea, Gugliotta Valerio, Ghione
Nello, Ingrasci Franco, Pinna Alessandro, Lo Giudice Antonino, Lanfranco Paolo, Bollito Federico,
Gavazza Ivano, Scipioni Luca, Ponzone Andrea.
Il 12 marzo 2011 di ritorno da Altacomba, dove la
Delegazione di Asti delle Guardie d’Onore si era
recata alla celebrazione in onore delle LL.AA.RR.
Umberto II e Maria Josè, il Delegato Cav. Giovanni
Triberti ha organizzato una raccolta di offerte in
favore di Don Francesco, presente sul pullman tra i
partecipanti, parroco di Cossombrato (At) e collaboratore del Vescovo di Asti. Il sacerdote è un prete
indiano, proveniente da una zona poverissima dell’India, in cui la popolazione vive in condizioni di
estrema indigenza.
Egli devolve l’80% del magro stipendio che percepisce in Italia alla casa madre di provenienza, per cui è
costretto a vivere in condizioni di difficoltà.
Le Guardie d’Onore di Asti, hanno risposto come
sempre con generosità, offrendo al sacerdote una
cospicua somma per le sue necessità.
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Il Delegato Cav. Giovanni Triberti ringrazia sentitamente le Guardie d’Onore e tutti coloro che hanno
offerto il loro contributo a Don Francesco.
Sabato 23 aprile 2011 la Delegazione di Asti delle
Guardie d’Onore ha partecipato ai funerali del Delegato di Varese Dott. Giordano Manenti di Golasecca (Va).
Era presente l’alfiere Federico Bollito con la bandiera delle Guardie d’Onore di Asti, listata a lutto.
Il Delegato di Asti delle Guardie d’Onore Cav. Giovanni Triberti, porge alla famiglia del defunto e alla
Delegazione di Varese le più sentite condoglianze per
il grave lutto.
BARI
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la Delegazione di Bari ed il Comune di Altamura
hanno realizzato una cerimonia che ha visto la par-
Le Guardie d’Onore Antonio Altavilla e Pamela Montillo.
Le Guardie d’Onore Erriquez e Calia.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
bardo di Cumia, i delegati provinciali di Caserta,
prof. Aldo Anzevino, e il delegato provinciale di
Avellino, Augusto Genovese.
CAMPOBASSO
Le Guardie d’Onore De Robertis ed Abbattista (delegato).
tecipazione di autorità civili e militari, oltreché di
diverse Guardie d'Onore. Alla cerimonia
è seguito un convegno e l'inaugurazione di una
mostra sul Tricolore curata dalla G. d'O. prof. Erriquez. I rappresentanti della Giunta Comunale di
Altamura si sono complimentati con le Guardie
d'Onore per la riuscita della manifestazione.
BENEVENTO
Morcone, 29 aprile 2011
Si è svolta la cerimonia di premiazione del concorso letterario istituito dalla delegazione beneventana
e rivolto agli alunni della provincia di Benevento.
In apertura il coro del locale liceo scientifico ha
cantato l’inno a Carlo Alberto ovvero di Mameli
seguito da altri canti risorgimentali.
Dopo il saluto del prof. Mottola, dirigente scolastico, il prof. Ciro Romano, ispettore dell’Istituto, ha
parlato sul tema: “La legalità, elemento fondamentale per la coscienza nazionale” e il cap. vasc. (ris.)
Ugo d’Atri ha parlato sul tema: “L’eredità del
Risorgimento”.
Infine in delegato provinciale di Benevento, prof.
ing. Pasquale Mongillo, ha premiato gli studenti
vincitori del concorso ed ha proceduto all’intitolazione della delegazione alla M. O. V. M. Gen. C.
d’A. Oreste Fortuna, Guardia d’Onore.
Con il voce-sindaco di Morcone erano presenti il
consultore avv. Pier Francesco del Mercato, l’ispettore della Campania duca dott. Giannandrea Lom-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Nella mattinata del 4 maggio u. s., su invito del
Comandante Militare Regionale "Molise", Gen. B.
Aldo Piccotti, una rappresentanza della Delegazione di Campobasso dell'Istituto ha preso parte alla
cerimonia per il 150° anniversario della Costituzione dell'Esercito Italiano, tenutasi presso la caserma
"Gen. Gabriele Pepe" in Campobasso.
La rappresentanza era composta da: Fabio Fontana, Delegato, Pasquale Venditti, Vice Delegato,
Michele Martelli, e i signori Mario Bonsanto e
Agnieszka Sienkiewicz, simpatizzanti.
CREMONA
Il Comune di San Bassano, nel cremonese, ha voluto in occasione del 25 Aprile intitolare una sala
consiliare alla M. O. V. M. Vincenzo Capelli, alla
cerimonia hanno partecipato le autorità Civili con a
capo il Sindaco Cesira Bassanelli, le autorità Militari del X Reggimento Genio Guastatori con una rappresentanza, i labari delle Associazioni d'Arma il
Labaro della Federazione Provinciale dell'Istituto
del Nastro Azzurro e, indicata per ultima ma certamente non ultima, la Rappresentanza della Delega-
San Bassano Cremonese (CR), 25 Aprile 2011.
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San Bassano Cremonese (CR), le Guardie d’Onore partecipano alla commemorazione del 25 Aprile 2011.
zione Cremonese dell'Istituto, le cui Insegne erano,
durante tutta la cerimonia, sfilata compresa, subito
dietro al Labaro del Nastro Azzurro.
Un profondo ringraziamento va alla famiglia Bosio
ove spicca la Signora Bosio Grassi Rita con il mantello dell'Istituto e l'immancabile alfiere Federico
Carioni Vienna.
L'Italia era entrata in guerra da pochi giorni quando, il 22 giugno 1940, (l'allora soldato Vincenzo
Capelli aveva 24 anni) lo scoppio di una granata gli
provocò la perdita della vista con conseguente enucleazione.
Nonostante fosse ferito e cieco continuò sino alla
fine ad incitare i commilitoni e portò il pezzo di
cannone lì dove doveva essere installato.
Ritenutosi fortunato per non aver perso la vita diede inizio alla Sua attività a favore dei non vedenti e
dei sofferenti, operò per anni ed anni in ospedale
Militare a Milano.
Proprio mentre operava a Napoli all'Istituto per i
Ciechi ricevette la visita del Principe di Piemonte
Umberto di Savoia che si recò appositamente per
conferire all'allora Soldato Capelli la Medaglia d'Oro al Valor Militare, successivamente al Soldato
Capelli venne riconosciuto il Ruolo d'Onore che lo
portò piano piano al grado di Colonnello.
150 anni dalla consegna dello Stendardo al glorioso Reggimento, avvenuta di fronte al Castello Sforzesco, lo scorso 6 maggio alle ore 15.22, Savoia
Cavalleria è diventato Cittadino Onorario della
Città di Milano.
Il legame indissolubile che vede il Reggimento legato alla Città della Madonnina, le Sue Glorie, l'Eroismo, la Dedizione al dovere, testimoniata ancora
oggi dalla presenza di uno Squadrone impiegato nel
progetto "strade sicure" sono stati i punti determinanti per fare esprimere il Consiglio Comunale che
si è fatto interpreste dei sentimenti di stima e di
riconoscenza di tutti i cittadini milanesi.
La proposta del Vicepresidente del Consiglio
Comunale Stefano Di Martino è stata votata all'unanimità da tutti i Consiglieri.
Di Martino ha affermato che questo atto solenne,
votato nell'anno del 150° della proclamazione del
Regno d'Italia, testimonia come le Istituzioni siano
attente a quei valori di amor di Patria che animano il
popolo Italiano e che non sono venuti meno nei secoli.
Di Martino prenderà immediatamente contatti con il
Sindaco per organizzare la cerimonia di conferimento.
PADOVA
“Italiani in Armi”: è il titolo della bella mostra
organizzata a Monselice per il 150° dell’unità d’Italia. È stata inaugurata domenica 1° maggio nel
complesso monumentale “San Paolo” dal Sindaco
Longhi alla presenza delle Autorità locali e del
MILANO
Nel 150° della proclamazione del Regno d'Italia e a
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La Bandiera che avvolse le spoglie del Padre della Patria e di
Umberto I.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Contrammiraglio Piattelli dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, venuto da Roma, che ha contribuito alla sua realizzazione. Gran parte del materiale espositivo è stato tratto dal Museo Storico
Navale di Venezia, al quale si è aggiunta la preziosa collezione di quaranta divise storiche del
Comandante Stefano Meconi. Il Luogotenente e
Guardia d’Onore Riccardo Jannuzzi è stato l’animatore della bella iniziativa e curatore dell’allestimento. Tra i cimeli, la spada da cerimonia di Garibaldi e quelle dei fratelli Bandiera di cui è esposto
anche l’ultimo ritratto originale, prima della loro
morte. Al centro della esposizione, onorata da
Guardie d’Onore con mantello, la Bandiera che
avvolse le spoglie di Vittorio Emanuele II e Umberto I
durante le solenni esequie al Pantheon. Con il folto
pubblico, numerose le Guardie d’Onore di Padova e
Vicenza, con il Delegato Gen. Pietro Grassi.
PISA
Le GG. d’O. pisane si sono ritrovate nel ristorante
Bagus di Pisa per una piacevole conviviale in occasione dello scambio degli auguri pasquali. L’occasione è stata utile per rafforzare la reciproca conoscenza e per impostare una certa attività per consolidare il numero del gruppo pisano. Al termine un
beneaugurante brindisi alle Reale Famiglia e all’Istituto.
RAGUSA
Il 24 marzo u. s. la Delegazione Provinciale di
Ragusa ha festeggiato la “SS. Annunziata” Patrona
dell’Istituto.
Nella Basilica della “SS. Annunziata” in Ispica, con
l’ostensione di bandiera sabauda, cesto di fiori
riportante lo stemma sabaudo, è stata officiata la S.
Messa in onore della Santa Patrona ed anche in suffragio dei Sovrani d’Italia defunti.
Il parroco don Giuseppe Stella, nell’Omelia ha
ricordato tutti i Re e le Regine d’Italia. Alla cerimonia religiosa erano presenti: il Sindaco di Ispica avv.
Piero Rustico, le GG. d’O. Piccitto (delegato), Donzello, Moltisanti, Gulino, Stella.
I quotidiani La Sicilia ed Il Giornale di Sicilia hanno riportato l’evento.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
24 marzo 2011. Celebrazione Festa “SS. Annunziata-Ispica
Delegazione Provinciale di Ragusa.
RIMINI
Il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce
Rossa Italiana, presenti in uniforme, presieduto
dall'Ispettrice Provinciale Sorella Anna Rosa D'Araio, ha voluto ricordare la Santa Patrona del Corpo, Santa Caterina, con la celebrazione di una Santa Messa cui hanno preso parte Autorità Civili,
Militari e le Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i rispettivi Labari. Per l'Istituto erano presenti il delegato Giovanni Ruzzier e la G. d'O.
Amm. Aleardo M. Cingolani. Il nostro Delegato ha
portato alle Sorelle il saluto cordiale di S. A. R. la
Principessa Silvia di Savoia-Aosta, Ispettrice del
Corpo delle II. VV.
ROMA
21 aprile 2011
In occasione del 2766° anniversario della fondazione della città di Roma, l’Istituto è stato invitato dal
sindaco alle varie celebrazioni dell’evento iniziato
con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare
della Patria e proseguita in Campidoglio con gli
interventi del sindaco e del Ministro della Difesa
On. La Russa.
La cittadinanza onoraria di Roma è stata conferita
al 1° Rgt. Granatieri di Sardegna in assenza del
comandante, Colonnello Emiliani, Guardia d’Onore, impegnato in missione di pace all’estero; e al
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Roma, 21 aprile 2011, Il cap. Covino, il cap. vasc. d’Atri e il
dott. Pietroni.
Rgt. Lancieri di Montebello (8°).
Per l’Istituto erano presenti il Presidente, Capitano di
Vascello (ris.) Ugo d’Atri ed il presidente del collegio
dei revisori dei conti dott. Armando Pietroni; inoltre,
il capitano dei Granatieri Antonio Covino, il sig. Emilio Giordano dell’Associazione Nazionale Arma di
Cavalleria, il generale Ernesto Bonelli, già comandante del 2° reggimento Granatieri di Sardegna.
26 aprile 2011
Nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario
della costituzione dello Stato italiano, il Presidente
della Repubblica ha incontrato le associazioni combattentistiche e partigiane e le associazioni d’Arma
presso l’auditorium della Casa Madre del Mutilato
di Guerra.
L’Istituto era rappresentato dal capitano di vascello
(ris.) Ugo d’Atri, presidente del sodalizio, e dal
dott. Armando Pietroni, presidente del collegio dei
revisori dei conti.
7 maggio 2011
Alla guardia d’onore solenne di sabato 7 maggio
erano presenti: Bilotti, Buonfiglio, Cazzaniga (Monza e Brianza), Deiana, Mastrosanti (cerimoniere
della delegazione di Roma), Micheli (Perugia), Pierangeli, Riu (La Spezia), Savarese, Spaziani (Grosseto), Venditti.
10 maggio 2011
L’Onorevole Alfredo Covelli, esponente monarchico
e capo dei monarchici politicamente organizzati
presente in Parlamento per trentatré anni, è stato
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ricordato con una cerimonia articolata in due fasi.
I figli Fortunato, Marcello, Maria Rosaria e Gianpiero, hanno deposto una corona d’alloro al
Pantheon alla tomba del Re Vittorio Emanuele II.
Erano accompagnati da una folta rappresentanza
dell’Istituto.
Successivamente si è tenuto su Alfredo Covelli un
convegno nelle sale di Palazzo Ferrajoli, di fronte a
Palazzo Chigi. Relazioni sono state tenute dall’Avvocato Roberto Vittucci Righini, dall’Avvocato
Francesco Caroleo Grimaldi di Crotone, moderatore il Dott. Antonio Buccioni. Erano presenti quasi
duecento persone, fra le quali il Principe Carlo
Massimo, la Marchesa Afan de Rivera Costaguti, il
Duca Caravita di Toritto, il Principe Gugliemo Giovanelli Marconi, il Senatore Pazienza, il Comandante
d’Atri, il Dott. Lazzarino de Lorenzo, il Tenente
Colonnello Caruso, il Dott. Arsetti, il Marchese Ferrajoli, la Dr.ssa Antonelli e i Conti Niccolini.
13 maggio 2011
Nel contesto delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario del Regno d’Italia, ed in collaborazione con l’Associazione dei Piemontesi a Roma,
all’hotel de la Minerve, il prof. Ciro Romano, ispettore alla Cultura dell’Istituto, ha presentato il volume “Amori e selvaggina. Vita privata di Vittorio
Emanuele II”, di cui è autore il dott. Dino Ramella.
Con l’autore, erano presenti circa ottanta persone,
fra le quali il principe Carlo Massimo, il presidente
dell’Istituto, capitano di vascello (ris.) Ugo d’Atri,
gli ispettori nob. dott. Antonio Lazzarino de Lorenzo e nob. dott. Agostino Mattoli, i delegati provinciali di Roma, Ten. Col. s. p. e. Paolo Caruso, e di
Catanzaro, avv. Antonio Palaja di Tocco, il col.
Alfonso Cardinale, il ten. col. Carlo Cetteo Cipriani,
il conte prof. Maurizio Grandi di Mordano, il dott.
Mario Chianale, segretario dell’Associazione Piemontesi a Roma, il gen. Davite, l’avv. Pazzaglia, la
dr.ssa Clelia Antonelli, membro del collegio dei
revisori dei conti, l’avv. Vittorio Cirotti, la dr.ssa
Lorenzoni.
ROVIGO
30 gennaio 2011
La Guardia d’Onore Antonio Ladogana ha partecipato alla cerimonia organizzata dalla sezione di
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Crespino (RO) dell'Associazione Nazionale Bersaglieri per ricordare i Militari Caduti in guerra e nelle missioni di Pace.
6 febbraio 2011
Si è svolta nella Chiesa della Rotonda di Rovigo la
cerimonia per ricordare la tragedia delle Brigate
Alpine che combatterono nella battaglia di Nikolaijewka. Alla presenza di tutte le massime autorità
civili e militari, con la partecipazione delle Associazioni d'Arma con Bandiera, il Cappellano militare degli alpini ha officiato la S. Messa. Trasferimento in corteo in Piazza Vittorio Emanuele, alza
Bandiera, deposizione di una Corona al monumento dei dispersi in Russia e, dopo i discorsi delle
varie autorità, un alpino ha descritto nei minimi
particolari la travagliata vicenda degli Alpini in
Russia. La commozione ha travolto i partecipanti.
Presenti le Guardie d'Onore A. Ladogana e Grillo.
16 aprile 2011
Su invito della locale Sezione dell’Associazione
Lagunari e Truppe Anfibie, la cerimonia per
festeggiare il 15° anno della costituzione della
Sezione di Crespino ha visto la presenza di molte
autorità civili e militari; per il nostro Istituto hanno
partecipato le GG. d'O. Garbin e Ladogana A.
17 aprile 2011
In occasione della festa di S. Giorgio, Patrono della
Cavalleria, la Sezione di Adria (RO) ha organizzato
una importante cerimonia per festeggiare nel
migliore dei modi tale ricorrenza. Su invito del Presidente, hanno partecipato le GG. d'O Zagato, Forza, Toso e Ladogana.
SIRACUSA
Vivo successo di pubblico e di consensi ha avuto la
terza edizione della mostra iconografica “ I MILLE
ANNI DI CASA SAVOIA PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLA PROCLAMAZIONE DEL REGNO
D’ITALIA”, organizzata dalla Delegazione prov.le
di Siracusa dell’Istituto GG.OO.RR.TT. Pantheon
con il contributo della Presidenza Nazionale e dell’Istituto del Nastro Azzurro. La mostra è stata
inaugurata il 12 marzo 2011 nelle sale del “Museo
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
del Viaggiatore” di Palazzolo Acreide grazie al
patrocinio dell’Istituto di Studi Acrensi, presieduto dal Prof. Salvatore Distefano. L’esposizione
rimasta aperta sino al 3 aprile 2011, è stata visitata dagli studenti delle ultime classi di tutti gli
Istituti superiori del Comune di Palazzolo, guidati
dai rispettivi docenti e dai soci dei Club Service.
Il 6 febbraio, nell’antica chiesa di San Francesco
all’Immacolata in Lentini, per iniziativa della
Delegazione Provinciale di Siracusa dell’Istituto è
stata celebrata una Santa Messa nell’anniversario
del pio transito della Serva di Dio Maria Cristina
di Savoia, Regina delle Due Sicilie e per invocare
la sua beatificazione. Al solenne rito, animato dalla corale polifonica “Ad Dei Laudem” ed officiato
dal Cappellano della Delegazione Don Enzo Iacono Isidoro, è intervenuto il Sindaco di Lentini,
Alfio Mangiameli, che ha disposto l’invio del gon-
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falone della città scortato dai Vigili Urbani in alta
uniforme. Con le GG.OO. di Siracusa le GG.OO.
di Messina, di Catania e di Caltanissetta, guidate
dal delegato Enzo Falzone, l’Ispettore Regionale
Dott. Milazzo Savoca, gli insigniti degli OO. DD.
SS., i soci delle Associazioni Combattentistiche e
d’Arma della Provincia. La GG.OO. Ivan Grancagnolo e Luca Fazzino hanno curato l’organizzazione del solenne evento, giunto ormai alla sua
sesta edizione.
TARANTO
4 novembre 2010
Per il secondo anno di seguito nella splendida cittadina pugliese di Palagiano, giovedì 4 novembre, le
Guardie d’Onore della Delegazione, invitate dal
Sindaco, Dott. Rocco Ressa, partecipano alla suggestiva Cerimonia Celebrativa in occasione della
ricorrenza della fine della Prima Guerra Mondiale,
Giorno dell’Unità Nazionale e Festa delle Forze
Armate.
Festeggiare, per non dimenticare il sacrificio dei
nostri Soldati che con coraggio hanno combattuto
e pagato anche con la vita per quei diritti di Unità
e Libertà che oggi abbiamo la fortuna di vivere.
Per la ricorrenza come è consuetudine si è
proceduto alla deposizione della Corona d’Alloro
presso il Monumento dei Caduti in guerra, al quale
ci si è avvicinati, dopo la S. Messa, in Corteo ed in
doveroso silenzio.
Presso la Sede dell’Associazione Combattenti e
Reduci, ha avuto luogo, di poi, la Consegna dei
Diplomi della Cittadinanza Onoraria del Comune
di Fossalta di Piave agli eredi di alcuni Cavalieri di
Vittorio Veneto.; tra l’altro anche alle Guardie Calò
e Montalto.
Alla Cerimonia era presente, con orgoglio, una
rappresentanza delle GG. d’O. della Delegazione di
Taranto. Erano infatti presenti: il Delegato, Col. Francesco Calò e le Guardie d’Onore C. V. Giuseppe Montalto, C.C. Gianni Festa, S. Ten. Angelo Oliva, M.M.
“A” Franco Montanariello, M.llo Vito Tito.
4 dic. 2010 – S. Barbara a bordo di Nave
CAVOUR
In una tiepida, ma ventosa giornata, a bordo di
Nave CAVOUR, ancorata nella nuova e moderna
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Base Navale di Chiapparo - Taranto, ha avuto
luogo la suggestiva Cerimonia Celebrativa della
Festa della S. Patrona della Marina Militare, alla
presenza dell’Ammiraglio Comandante in Capo
della Squadra Navale e delle più alte Autorità Militari, Civili e Politiche di Taranto e Provincia.
S. Messa, discorsi di rito, Preghiera del Marinaio e
poi… tutti a visitare questa splendida Unità, frutto
dell’ingegneria e delle tecniche più sofisticate dei
nostri progettisti e delle maestranze dei nostri cantieri navali.
Numerose le Associazioni Combattentistiche e d’Arma
e tra queste non poteva certamente mancare l’Istituto,
rappresentato dalla Delegazione di Taranto, a nome
del quale il Delegato Provinciale ha presentato,
com’è consuetudine, gli Auguri delle Guardie al
Comandante in Capo della Squadra Navale, Amm.
di Squadra Luigi Binelli Mantelli.
Alla Cerimonia erano presenti, con orgoglio, in
rappresentanza delle GG. d’O. della Delegazione di
Taranto, il Delegato, Cav. Uff. Francesco Calò e le
Guardie d’Onore Cav. Giuseppe Montalto, Cav.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Nicola Nisi , Cav. Gianni Festa, Cav. Tommaso De
Luca.
Sabato 18 Dicembre 2010 - Ricevimento delle
nuove GG. d’O.
Momento emotivamente di grande rilevanza nella
Delegazione Provinciale delle Guardie d’Onore alle
Reali Tombe del Pantheon per il Ricevimento delle
nuove Guardie.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Aspettando il Natale, Santa Messa, presso la Chiesa
del Sacro Cuore di Gesù, celebrata dal Parroco,
Don Luigi Larizza alla presenza della quasi totalità
delle Guardie della Delegazione, accompagnate da
consorti, figli ed amici, dei Cavalieri del Capitolo di
Puglia del Sacro Ordine Imperiale Nemagnico
Angelico Costantiniano di San Giorgio e Santo Stefano di Rito Orientale, di Soci delle Associazioni
Combattentistiche e d’Arma, dell’A.N.M.I., della
Croce Rossa italiana di Taranto con numerosi associati appartenenti alle varie Componenti – Crocerossine, militari, volontari del Soccorso, Dame – dei
Corpi Sanitari Internazionali, Associazioni queste
che annoverano tra esse diverse Guardie d’Onore, e
numerosa e folta moltitudine di cittadini della
comunità religiosa che ormai da oltre un anno ci
accoglie tra i suoi fedeli.
Al termine, momento di intensa trepidazione: La
Preghiera della Guardia d’Onore, seguita dalla cerimonia d’ingresso delle Nuove Guardie d’Onore che,
con il giuramento e l’imposizione del mantello,
entrano a far parte della nostra Famiglia a pieno
titolo.
Tra l’ammirazione e l’esultanza degli astanti, seguita da uno scrosciante battito di mani, la Cerimonia
raggiunge il suo culmine con l’imposizione da parte del Delegato, Cav. Uff. Francesco Calò, coadiuvato dalla Guardia d’Onore Cav. Giuseppe Montalto, del Mantello al Parroco che ha accolto con
immenso piacere il nostro desiderio di annoverarlo
tra noi, assumendo ufficialmente da questa sera la
nostra guida pastorale in qualità di Cappellano delle Guardie della Provincia Jonica.
La Delegazione di Taranto, da questa sera, ha il suo
Cappellano.
Al termine della Cerimonia, la serata ha avuto la
sua conclusione con un festoso convivio presso un
noto ristorante tarantino. Alla Cerimonia era presente, con orgoglio, la Delegazione Provinciale delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon
della Provincia Jonica.
Le Guardie d’Onore della Delegazione Jonica hanno
partecipato alla Cerimonia per l’inaugurazione della
Sezione Bersaglieri “ODIGITRIA” di Crispiano.
La Cerimonia ha avuto inizio con l’ammassamento
cui è seguito lo sfilamento del corteo lungo il percorso tracciato per le vie cittadine e che ha infine
visto l’entrata in piazza Santa Maria della Neve dei
Bersaglieri, con relativa Fanfara a passo di corsa.
9
Una staffetta delle Guardie, in rappresentanza della Delegazione, per le quali i simboli d’appartenenza all’Istituto erano ben evidenti, ha fatto ingresso
anch’essa a passo di corsa con i Vertici delle Associazioni bersaglieri presenti e con le Autorità cittadine, dietro al Laboro Regionale e quelli delle varie
Sezioni Bersaglieri presenti alla Cerimonia.
Dopo l’inaugurazione della Sezione, sulla Piazza
antistante la sede comunale, ove si era costituito
uno spiegamento di Bersaglieri con i propri Labari,
ha avuto luogo l’inserimento nel predetto schieramento del Medagliere Regionale del Corpo dei Bersaglieri e del Gonfalone della Città di Crispiano e
quindi dopo la deposizione di una Corona d’Alloro
ai piedi della Lapide che ricorda i nomi dei Crispianesi caduti in battaglia, le note del “Piave” e di poi
del Silenzio “Fuori Ordinanza” hanno scandito i
minuti del commovente momento del “Ricordo”.
Al termine hanno chiuso la Cerimonia le allocuzioni del Cappellano Militare, Mons.Renato Pizzigallo,
del Presidente Regionale bers. Gen.Michele Genchi,
del Presidente della neo-nata Sezione “ODIGITRIA” bers. Angelo Serio e del Sindaco di Crispiano Dr. Giuseppe Laddomada.
Durante la Cerimonia abbiamo occupato una posizione di grande visibilità e considerazione, a lato
delle Istituzioni regionali e cittadine e prima dei
rappresentati delle Associazioni Combattentistiche
e d’Arma e delle FF. A. presenti.
Senza tralasciare il manifesto e graditissimo ringraziamento per la nostra partecipazione che abbiamo
ricevuto dalle Autorità Civili e dal Presidente dell’Associazione Bersaglieri di Crispiano.
Anche con le Autorità cittadine di questa ridente
cittadina della Provincia Jonica si è aperto un proficuo dialogo che ci vedrà partecipi sempre più nel-
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la vita sociale della Comunità.
Siamo anche qui a Crispiano accreditati e sempre
più legittimati ad essere sul territorio.
Ormai il vincolo di grande rispetto, di collaborazione e d’amicizia ci vedono sempre più presenti sul
territorio ed encomiabile è anche la volontà ed il
piacere di averci compartecipi alle Cerimonie militari e civili.
La Delegazione era presente con il Delegato,
Cav.Uff. Francesco Calò, il Vice delegato, Cav. Giuseppe Montalto, con due Consiglieri, Cav. Nicola
Nisi e Cav. Domenico Violi, con le GG.d’O. Cav.
Gianfranco Festa, Cav. Donato Orlando, Dr. Adolfo
Spadavecchia, Dr. Vito Antonio Zanframundo, Cav.
Tommaso De Luca, Sig. Marcello Sportelli; accompagnavano le GG. d’O. le gentili consorti ed il “simpatizzante” C.te Franco Di Taranto con la consorte.
Al termine della Cerimonia la rappresentanza della
Delegazione ha anche partecipato alla piacevole
riunione conviviale presso il Ristorante “Villa
Maria” in Crispiano (Ta), ospitando al proprio
tavolo il Presidente della neonata Sezione.
La Delegazione delle Guardie d’Onore alle Reali
Tombe del Pantheon della Provincia Jonica continua il suo inarrestabile percorso nel territorio.
26 Febbraio
Le Guardie d’Onore della Delegazione Jonica hanno celebrato il 150ennale della Proclamazione del
Regno d’Italia con una Cerimonia, che ha visto la
partecipazione di un gran numero di Guardie della
Delegazione di Taranto, di parenti, di amici, di
appartenenti a diverse Associazioni e di una moltitudine di fedeli della Comunità parrocchiale che
gremivano la chiesa, durante la quale ha avuto luogo anche il Giuramento delle Nuove Guardie.
La Delegazione lo ha fatto partecipando ad una
Santa Messa officiata dal Parroco della nostra Parrocchia, la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, e nostro
Cappellano durante la quale sono anche state ricordate, con una breve allocuzione del Delegato, le
nostre Origini e le Guardie che hanno raggiunto la
casa del Padre in tempi più remoti ed in tempi più
recenti.
Durante la Cerimonia il Delegato ha avuto l’onore
di imporre la “Mozzetta” al Nostro Cappellano,
G.d’O. Larizza don Luigi che poi ha ricevuto nelle
proprie mani da parte delle nuove Guardie, alla
presenza della Bandiera della Delegazione e dello
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
stesso Delegato, coadiuvato dalle GG. d’O. Montalto e Nisi, il giuramento di Fedeltà al Nostro Istituto.
Hanno prestato giuramento la Sig.ra Stefania Tessariol, il Sottocapo della M. M. Maria Santovito, la
Studentessa della Facoltà di Scienze della Comunicazione Immacolata Notaristefano, il Dott. Gianni
Miccoli, gli Avv. Giuseppe D’Ambrosio ed Enrico
D’Ambrosio, il Col.f. in congedo Antonio Dimitri,
l’Ingegnre, sten.a.cong, Vito Ettore Tarentini, il
Sig. Paolo Erario, il Capo di 1a Classe della M.M.
Emanuele Caprioli, il Sottocapo della M.M. Andrea
Perrini, il Laureando in Ingegneria Angelo Ricci, il
Militare di C.R.I. Sig. Marcello Sportelli.
Alla Cerimonia hanno occupato il posto d’onore la
Bandiera della Delegazione di Taranto, il Labaro
della Delegazione di Bari, il Labaro della Delegazione di Lecce e la Bandiera Sociale dell’Associazione del Personale in congedo della Polizia di Stato.
Hanno dato lustro alla Cerimonia, con la loro partecipazione, il Presidente della Associazione della
Polizia di Stato, Gen. Div. Antonio Dellinoci,
accompagnato da alcuni Soci Pluridecorati, tra i
quali Antonio Carta, uno dei pochi superstiti delle
sanguinose ed eroiche battaglie combattute nel
Nord Africa e ad El-Alamein, l’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Massafra, Raffaele
Gentile, il Delegato di Lecce, Cav. Luigi Mazza con
una rappresentanza di sue Guardie, il Delegato di
Bari Cav. Giuseppe Abbattista, il Dott. Salvatore
Abbruzzese, in rappresentanza dell’Associazione
Nazionale Interforze, il Gen. Div. G.d’O. Claudio
Donnaloia con una fitta rappresentanza dei Corpi
Sanitari Internazionali, il Presidente dell’Associazione bersaglieri di Crispiano, Bers. Angelo SERIO,
con una compatta rappresentanza di suoi sempre
“giovani” bersaglieri.
Presenti, come sempre, i rappresentanti dei Cavalieri del Capitolo di Puglia del Sacro Ordine Imperiale Nemagnico Angelico Costantiniano di San
Giorgio e Santo Stefano di Rito Orientale, nonché
una rappresentanza di Crocerossine e di Volontari
del Soccorso della Croce Rossa italiana – Comitato
di Taranto.
Ormai siamo ben inseriti nel tessuto della città; le
nostre Cerimonie sono seguite, oltre che dalle Istituzioni, anche da un folto numero di persone che ci
onorano con il loro rispetto e con la lora sentita
partecipazione.
Partecipazione che spesso nasce soltanto dal loro
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
passa-parola.
Alla Cerimonia era presente, sempre con l’Orgoglio
di esserci, la Delegazione Provinciale delle Guardie
d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon della Provincia Jonica: ci siamo e ci saremo sempre.
Al termine della Cerimonia ha avuto luogo anche
una simpatica riunione conviviale presso il Ristorante “C’era una volta” in Crispiano (Ta).
Celebrazione del 150°Anniversario dello Stato
Italiano presso l’I. C. S. “L. Sciascia” di Talsano
Venerdì 11 Marzo 2011 la Delegazione Provinciale
di Taranto dell’Istituto ha partecipato alla rievocazione storica degli avvenimenti che hanno portato
alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861,
invitata dal Dirigente Scolastico dell’I. C. S. “L.
Sciascia”.
Il Comitato d’Onore era costituito dal Sindaco di
Taranto, dall’Arcivescovo, dal Provveditore agli
Sudi dall’Assessore alla Cultura di Taranto e dal
Presidente della Circoscrizione
Dopo il saluto del Dirigente scolastico Prof. Benito Lomonte, a seguire l’Intervento del prof Riccardo Pagano, ordinario dell’Università di Bari sul
tema “Unità d’Italia”: i valori educativi.
A Seguire la proiezione di un breve DVD “Impresa dei Mille” del laboratorio artistico del Prof.
Pasquale Abete, con elaborati grafico-cromatici
degli alunni delle 3^ classi e riproduzioni di lettere e manifesti risorgimentali a cura del Prof.
Michelangelo Iurlaro.
Un susseguirsi di canti, di intermezzi vocali, strumentali e coreutici di rigorosa Epoca Risorgimentale, presentati dai cori della scuola, hanno costi-
Talsano (TA), 11 marzo 2011, incontro per il 150° presso la
scuola “L. Sciascia”.
11
Taranto, 30 marzo 2011, presentazione dell’Istituto e della
delegazione all’Ammiraglio Squadra. Andrea Toscano.
Taranto, visita della delegazione al Circolo Ufficiali della
Marina.
tuito il sottofondo musicale su cui sembravano
scivolare gli eventi narrati con grande maestria da
una voce solista e/o proiettati sullo sfondo del palcoscenico e sul quale si muovevano, magnifici
attori, gli alunni della scuola prescelti per le rappresentazioni storiche.
Per tutta la durata della manifestazione a tutto
questo scenario storico facevano distintamente
una magnifica cornice musicale in sottofondo le
note della Marcia Reale.
Presenti alla manifestazione il Delegato di Taranto, Cav. Uff. Francesco Calò, il Vice Delegato Cav.
Giuseppe Montalto, il Consigliere Avv. Giuseppe
D’Ambrosio e la G. d’O. Cav. Tommaso De Luca.
Incontro di presentazione a Taranto con l’Ammiraglio di Squadra Andrea Toscano.
Mercoledì 30 marzo 2011 il Delegato, accompagnato dai suoi collaboratori della Delegazione
Provinciale di Taranto dell’Istituto, è stato ricevu-
12
to, per un incontro di presentazione, dal Comandante in Capo del Dipartimento dello Ionio e del
Canale d’Otranto, Ammiraglio di Squadra Andrea
Toscano.
Dopo le presentazioni di rito, l’Alto Ufficiale si è
intrattenuto con la nostra Rappresentanza facendo emergere un grande interesse per il nostro Istituto e per la Sua Storia, compiacendosi per il
nostro riconosciuto impegno sul territorio al fianco delle Istituzioni, sia militari che civili.
Nel corso dell’incontro, dopo un ulteriore colloquio informale e prima dei saluti conclusivi, è
seguito lo scambio del rispettivo Crest, con l’impegno di una collaborazione sempre più viva e più
salda nel rispetto e nella salvaguardia di quei
Valori che indiscutibilmente ci identificano e ci
congiungono.
Erano presenti all’incontro, accanto all’Ammiraglio Andrea Toscano, i Vertici della Delegazione
Provinciale di Taranto dell’Istituto Nazionale delle Guardie d'Onore alle Reali Tombe del
Pantheon, da sinistra a destra nella foto, il Consigliere, G. d’O. Nisi C. V. Nicola, il Delegato G.
d’O. Calò Gen. Francesco, il Consigliere G. d’O.
D’Ambrosio Avv. Giuseppe, il Vice Delegato G.
d’O. Montalto C. V. Giuseppe.
Cerimonia per Precetto Pasquale e per il Ricevimento nella Delegazione delle nuove Guardie d’Onore.
Nell’ambito delle attività della Delegazione Provinciale, in occasione della Santa Messa, per il
precetto pasquale, come ormai è festosa consuetudine, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di
Taranto e celebrata dal Parroco Don Luigi G. d’O.
Taranto, 19 aprile 2011, Santa Messa di Precetto Pasquale
ed investiture di nuove Guardie.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Taranto, 21 aprile 2011, rito della Settimana Santa.
Larizza, Cappellano della Delegazione ha avuto
luogo anche il festeggiamento per l’ingresso di
alcune Guardie d’Onore nuove iscritte.
La cerimonia ha raggiunto il culmine della solennità nella proclamazione del giuramento ai piedi
dell’Altare Maggiore delle nuove guardie e dell’imposizione del Mantello, dopo l’atto benedicente del Cappellano.
A seguire, per ciascuno, un gioioso applauso
augurale da parte degli astanti ha ratificato la
breve quanto significativa celebrazione.
Hanno prestato giuramento e ricevuto il mantello
le Guardie d’Onore: D.ssa Carolina De Liquori,
Sig. Giuseppe Laricchiuta.
Erano altresì presenti alla cerimonia il Delegato
ed un nutrito gruppo di GG. d’O. accompagnate
dai familiari oltre ad un congruo gruppo di fedeli
che come sempre ci onora con la sua presenza.
Riti per la Settimana Santa a Taranto
Le Guardie d’Onore della Delegazione di Taranto
partecipano anche quest’anno alla Veglia ai piedi
del Santo Sepolcro allestito ai lati dell’Altare
maggiore nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù,
eletta ormai a loro Parrocchia.
Anche quest’anno gran folla di credenti a visitare
la chiesa, ma anche grande partecipazione non
solo di fedeli, ma anche di curiosi ad entusiasmarsi dinanzi alle Guardie, avvolte nei loro storici mantelli, rigidamente schierate ai lati del
Sepolcro mentre svolgono con grande dignità il
loro servizio di guardia in turni di un’ora ed a
gruppi da due, quattro o sei.
Ancora una volta, come il trascorso anno, “Fla-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
sh” da ogni lato, prodotti dai fedeli in visita al
Sepolcro, per trattenere nel proprio telefonino o
nella propria macchina fotografica una, due, tante foto che sicuramente conserveranno tra i ricordi più belli.
Molti fedeli di ogni età si son fatti fotografare ai
piedi dell’altare utilizzando come sfondo il Santo
Sepolcro presidiato dalle nostre Guardie.
Anche quest’anno è immensa la nostra soddisfazione
per gli apprezzamenti che riceviamo e che ci spingono
a percorrere la via che abbiamo tracciato e che ci farà
conseguire nuovi ed ambiti traguardi.
Con la certezza che ormai siamo apprezzati e
benaccolti, se invitati, partecipiamo agli avvenimenti che si svolgono su tutto il territorio con
grande propensione.
CONFERENZA DAL TITOLO “VIVA L’ITALIA,
ODI E CANTI DEL RISORGIMENTO”
Una Rappresentanza delle Guardie d’Onore della
Delegazione di Taranto, guidata dal Delegato,
partecipa all’Evento celebrativo che è stato organizzato presso il Circolo Ufficiali per ricordare i
150 anni dalla proclamazione del Regno d’Italia.
L’amm. Giacomo Lo Presti, Ispettore della storica
(1871) Società Nazionale di Salvamento ha introdotto il Cap. medico dr. prof. Giuseppe Lauriello,
stimato storico ed insigne cultore della Scuola
Medica Salernitana che ha esposto una Sua esigente analisi storica sull’argomento.
La Conferenza, emotivamente coinvolgente, è stata sviluppata in un’atmosfera briosa e seducente
di canti, di suoni ed immagini.
Sono stati inoltre proiettati, unitamente ad alcune
rare stampe dell’Epoca, diversi documenti ed
inserti storici che hanno rievocato i fatti della
nostra Storia; il viaggio narrativo, è stato scandito da due voci femminili, magistralmente collocate, che si sono alternate per recitare alcune poesie
dal contenuto squisitamente in tema e scritte da
Autori di quel momento storico.
Numerosissime le Odi ed i Canti che hanno
attraversato il clima dell’Epopea Risorgimentale:
da quelli militari di “Addio mia bella addio” a
quelli lirici di “Va’pensiero”, per finire, a conclusione dell’ideale viaggio, alla nostra “Marcia Reale” ed al nostro “Fratelli d’Italia”, entrambi
ascoltati sull’attenti da tutto l’uditorio mentre,
proiettata su di una grande lavagna luminosa si
13
susseguivano le due Bandiere che hanno scandito
la nostra storia, quella della Costituzione del
Regno d’Italia e quella Celebrativa del 2011,
accomunate da un'unica tangibile realtà: quella
di essere stato e di essere il Tricolore che ci ha
uniti e ci unisce.
trasmessi la Marcia Reale e l’Inno di Mameli, tra la
commozione di molti.
La cerimonia si e conclusa con la recita da parte del
cav. prof. Damilano, di una patriottica poesia sulla
Bandiera Italiana e sulla nostra Patria.
Mentre il pullman continuava il suo viaggio, veniva
trasmessa ancora tramite radio, una vecchia regi-
TORINO
Anche questo anno la Dama Giovanna Cresta di
Torino, Sindaco dell’Istituto Nastro Azzurro, Federazione Provinciale di Torino e Guardia d'Onore già
dal 1986, ha organizzato per il 12/03/2011 il servizio
pullman per il trasferimento presso l’Abbazia di Hautecombe, per coloro che desideravano essere presenti
alla celebrazione della Santa Messa, in suffragio delle
LL. MM. il Re Umberto II nel XXVIII Anniversario
della Sua dipartita e la Regina Maria Jose.
II gruppo di 50 persone, questo anno era composto
da Guardie d'Onore, da Dame e Cavalieri degli
Ordini Dinastici, da simpatizzanti e devoti alla Reale Casa Sabauda.
Prima di attraversare il Tunnel del Frejus, il pullman si e fermato in un posteggio, dove come
avviene ogni anno, si è svolto il Rito dell’Alza
Bandiera.
Dopo che la Dama Giovanna ed altre persone avevano
terminato di addobbare il pullman con fotografie delle LL. MM. il Re Umberto II e la Regina Maria Josè,
alcune Guardie d'Onore hanno attraversato tutto il
corridoio del pullman tenendo in alto la Bandiera Tricolore con lo stemma Sabaudo che veniva poi appeso
al finestrone del vetro posteriore dell'automezzo.
Nel frattempo, tramite la radio di bordo, sono stati
Torino, 17 marzo 2011. I monarchici si riuniscono sotto il
monumento di Vittorio Emanuele II.
14
Torino, 17 marzo 2011.
La Guardia d’Onore Vittorio Manfredini durante le celebrazioni del
150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia ha prestato servizio di guardia presso il Palazzo Reale, nella Sala del Trono.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
strazione della telecronaca della cerimonia funebre
avvenuta ad Hautecombe durante il funerale di S.
M. il Re Umberto II e commentata dal compianto
presentatore Enzo Tortora.
Durante tutto il viaggio, la dama Giovanna, coadiuvata da alcune persone, è passata nel corridoio
del pullman, per distribuire caramelle, dolci, cioccolatini e tante altre leccornie.
Molto seguita e sentita, è stata presso la Cattedrale
dell’Abbazia di Hautecombe, la concelebrazione
della Santa Messa, officiata dal Vescovo di Chambery e da alcuni Sacerdoti Italiani, alla presenza
delle Altezze Reali il Principe Vittorio Emanuele e
la Principessa Marina Doria.
Al termine, tutti quanti i presenti, hanno potuto
stringere la mano al Principe Vittorio Emanuele ed
alla Principessa Marina Doria, ammirando la Loro
affabilità, la Loro signorilità e la Loro gentilezza.
Dopo aver iniziato il viaggio di ritorno, dopo pochi
minuti, il pullman ha compiuto una fermata fuori
programma, nei pressi del Lago di Bourget.
La Dama Giovanna ed il marito Cav. Franco, desideravano festeggiare con tutti noi, i XXV anni di preparazione del servizio di trasporto con il pullman da
Torino a Hautecombe e viceversa per essere stati sempre presenti a questa Cerimonia religiosa.
Sono stati offerti altri tipi di biscotti, altri cioccolatini, accompagnati pure da un bicchiere di un ottimo spumante.
TRAPANI
Domenica 27 febbraio 2011, in occasione della
Messa celebrata da padre Stefano Smedile, Cappellano Provinciale dell’Istituto, nel Convento di Santa Maria di Alcamo, in suffragio di Sua Maestà il Re
Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, in presenza di un folto pubblico e delle Guardie d'Onore
Gaspare Di Via, Giuseppe Meo, il Delegato Provinciale di Trapani, G. d’O. Damiano Bonventre, ha
pronunciato il seguente discorso: “Signori della
Guardia, cari fedeli, eccoci dinanzi alla maestosa
figura di colui che fu Padre ed unificatore dell’Italia: Vittorio Emanuele II. Il nome del Re ricorda a
noi italiani ed al mondo l'unità d’Italia. Il Sovrano
nacque a Torino il 14 marzo 1820 da Carlo Alberto e da Maria Teresa di Toscana. Fin da bambino
rivelò un animo buono e compassionevole, una fer-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
rea volontà ed una memoria tenacissima. Nell’adolescenza fu educato alla vita militare; egli alle cerimonie di corte preferiva la vita del soldato e spesso,
parlando con i suoi, ripeteva: “Preferisco piazza
d'armi”. All'età di 22 anni sposò Maria Adelaide,
figlia di Ranieri, Vicerè della Lombardia, dalla
quale ebbe otto figli. Nella Ia Guerra d'Indipendenza contro l'Austria, nel 1848, al giovane Principe
Sabaudo fu affidato il comando di una divisione. Si
coprì di gloria a Pastrengo e nella battaglia di Goito del 30 maggio 1848. In questa battaglia rimase
ferito ad una gamba da una scheggia di mitraglia.
Il 23 marzo 1849, nell’infausta giornata di Novara,
Vittorio Emanuele anima i suoi soldati e dà grandissima prova del suo valore di soldato. Il 24 marzo 1849 ricevette la Corona di Re dal padre Carlo
Alberto, nel momento in cui l’esercito piemontese
subiva una sconfitta atroce, con gli austriaci pronti
a marciare su Torino. All’alba del 26 marzo 1849
firmò con il Generale Radetzky, dopo una breve e
cortese conversazione, un armistizio. Il suo cuore di
uomo fu straziato dalla morte prematura del figlio
15
Vittorio Emanuele, Duca del Genovese, della
moglie Maria Adelaide e del figlio Odone, Duca di
Monferrato, morto appena ventenne. Nel decennio
di preparazione che va, dal 1848 al 1858, il Re,
grazie alla politica lungimirante di Camillo di
Cavour, partecipa con 17.000 uomini, sotto il
comando del Generale Alfonso della Marmora alla
vittoria del 16 agosto 1855 nella battaglia della
Cernaia. Per tanto valore, che onorò Casa Savoia,
fu permesso al Piemonte di partecipare al congresso di Parigi, indetto dall’Austria ed accettato dall’Imperatore russo Alessandro II. In quella circostanza, Camillo Benso di Cavour, Primo Ministro
del Re, di fronte ai Plenipotenziari degli Stati d’Europa, con energia, dimostrò la necessità di liberare
per sempre l’Italia da ogni dominazione straniera e
specialmente da quella austriaca. Nel 1859, in
occasione della II Guerra d’Indipendenza, nella
giornata del 24 giugno, mentre le armi francesi riuscivano vittoriose a Solferino, Vittorio Emanuele II
combatteva a San Martino una sanguinosissima
battaglia. Ben quattro volte il colle di San Martino
fu occupato ed abbandonato. Finalmente, dopo
sedici ore di lotta, la Bandiera del Risorgimento Italiano sventolò vittoriosa. l’Italia aveva finalmente
conquistata la sua libertà e la sua indipendenza.
l’Austria domandò ed ottenne un armistizio il 9
luglio dello stesso anno. Con la pace di Villafranca,
conclusa il 12 luglio 1859, l’Austria cedette la
Lombardia e rinunciò al suo potere egemonico sul
resto dell’Italia. Grazie alle battaglie di Solferino e
di San Martino, la Toscana, le Romagne, i Ducati di
Parma e di Modena, e tutto il Regno delle Due Sicilie, nel 1860, passarono sotto la giurisdizione del
Piemonte. Liberato il Regno Napoletano, con l’apporto di Garibaldi e dei suoi volontari, i piemontesi, al comando del Re Vittorio Emanuele II, penetrarono nelle Marche e nell’Umbria, vincendo a
Castelfidardo. Così pure quelle regioni, con i plebisciti, si dichiararono unite all’Italia ed a Vittorio
Emanuele. Il 18 febbraio 1861 si aprì in Torino il
primo parlamento nazionale. Grande fu l'entusiasmo dei primi deputati e dei primi senatori di tutte
le parti d’Italia. Il 17 marzo 1861, Vittorio Emanuele II fu proclamato, dal primo parlamento italiano, Re d'Italia. Nel 1865, la capitale d’Italia fu
trasferita a Firenze. Nella IIIa Guerra d'Indipendenza, grazie all’apporto prussiano, il Veneto si unì
all'Italia. Nel 1870 venne la volta di Roma. Il 20
16
settembre dello stesso anno, con la Breccia di Porta
Pia, aperta dal prode Maggiore d’Artiglieria Luigi
Pelloux, cessò il governo assoluto dei papi, che si
era opposto all’unità d’Italia. Il 5 dicembre 1870, il
Re pronunciava, in Roma ed in presenza di tutti i
deputati e senatori, la seguente celebre frase: “L'Italia è libera ed una; ormai non dipende più che da
noi il farla grande e felice.” Il grande Re che, con il
pericolo della vita ci aveva dato l’indipendenza e
l’unità sognata da tanti martiri, rimase sempre un
uomo umile vicino al popolo ed ai poveri. Il 9 gennaio 1878, dopo brevissima malattia, la morte ci
rapiva, come disse Pasquale Galluppi: “il Re buono, il Re onesto, il Re galantuomo, il Padre della
Patria!”. Egli morì serenamente, con la coscienza
di avere compiuto sempre il suo dovere e prima che
la sua grande anima tornasse a Dio, raccomandò al
suo augusto figliolo, Umberto, di restare fedele al
cristorexismo, all’Italia ed alla libertà. La sua salma, che riposa al Pantheon, è affidata dal giorno
della sua sepoltura alle Guardie d’Onore, che sono i
continuatori di quel primo gruppo di Guardie d’Onore formato dai veterani reduci delle patrie battaglie.”
Alla Santa Messa ha partecipato, a titolo personale,
il Comandante della Polizia Municipale di Salemi,
maggiore Diego Muraca.
TRIESTE
I 150 anni della proclamazione del Regno d’Italia
sono stati l’occasione per la Delegazione di Trieste
per celebrare, in due giornate dense di significato,
storici avvenimenti.
All’antico “Caffè degli Specchi” affacciato su Piazza dell’Unità d’Italia (con il Palazzo del Municipio
illuminato da luci tricolori) si è tenuta la “Cena dei
150 anni” solennizzata da un afflusso di G.d.O e
simpatizzanti superiore alle aspettative: su ogni
tavolo due bandierine tricolori con le storiche date
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
1861-2011 ricordavano l’avvenimento, così come
su ogni piatto di portata il tricolore veniva opportunamente riportato. Nella prolusione del Gen. Riccardo Basile (delegato di Trieste) e nelle parole della G.d.O Enzo Barbarino a metà convivio si sono
tracciate le linee guida dell’Istituto senza dimenticare la determinante importanza di Casa Savoia in
quell’avvenimento e con un accorato pensiero ai
tanti esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati che
tuttora anelano all’ideale di unità nell’Italia. La
serata si concludeva con l’ingresso in sala da pranzo di una gigantesca torta (vedi foto) che riportava
con le date centenarie i due tricolori che in questi
150 anni hanno rappresentato l’Italia.
Il giorno 18 marzo le G.d.O si sono ritrovate nella
Chiesa di Notre Dame de Sion dove il sacerdote
Don Ettore Malnati, affiancato dalla G.d.O Don
Roberto Gherbaz, nell’anniversario della morte di
S.M. Umberto II ha voluto ricordare i Sovrani e le
Regine di Casa Savoia che per 85 anni hanno retto
e seguito le sorti dell’amata Italia. La funzione religiosa, accompagnata dal Coro della Benemerita
Arma dei Carabinieri (Ass. di Trieste), si è chiusa
con la lettura da parte del Gen. Basile della Preghiera delle GdO.
UDINE
Il giorno 18 febbraio presso l’Università degli Studi
di Udine, il Comitato Provinciale delle Guardie
d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, in collaborazione con il Club Unesco di Udine e l'Associazione Sicilia - Friuli V. Giulia, nel 150° anniversario
dell’Unità d’Italia, ha organizzato una conferenza
di argomento storico sulla grande guerra, tenuta
dal generale di cavalleria corazzata Vito De Caro
che, con la profonda competenza in materia e con
l’eloquenza appassionata ed entusiasmante che lo
caratterizza, ha reso noti alcuni aspetti meno conosciuti della nostra storia evidenziando il ruolo
importantissimo che la cavalleria ha avuto per la
vittoria finale nella spaventosa battaglia di Pozzuolo
del Friuli ove è riuscita, immolandosi, a fermare tre
armate nemiche per dare il tempo alla terza armata
di ritirarsi oltre il Piave.
È stato senz’altro di grande importanza conoscere gli
episodi meno noti di una guerra dall’esito incerto fino
alla fine e che ha visto il coinvolgimento di tutto il popolo e la scomparsa di un’intera generazione che ha paga-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
to un altissimo tributo con il proprio sangue ed inoltre
ha lasciato un numero spaventoso di invalidi.
La serata si è conclusa con l’entrata di tre nuove
Guardie D’Onore come si può evincere dalla foto
allegata: da sinistra il relatore gen. Vito De Caro, la
nuova Guardia dr. Renata Capria D’Aronco, pres.
del club Unesco di Udine, il gen. Monsignor Franco
Millimaci che ha consegnato le tessere ai nuovi soci,
il delegato p.le di Udine Maurizio Calderari, e le
nuove Guardie d’Onore, la signora Renata Cecotti
ed il consorte colonnello Adriano Dentesano.
VENEZIA
Venerdì 6 maggio si è tenuta al ristorante “Bella
Venezia” di Chioggia (VE) una conviviale culturale
dedicata a Giorgio Perlasca e alla sua opera di salvataggio degli ebrei ungheresi. Relatore è stato il
figlio Franco, che ha tenuto una commovente relazione, con una descrizione del personaggio – definito lo Schindler italiano – per troppo tempo dimenticato da tutti, dai fascisti (era contrario alle leggi
razziali e non aderì a Salò), dai democristiani, dalla Chiesa e dai comunisti. Non rinnegò mai la sua
storia, come raccontato da lui stesso in una testimonianza inedita.
Per un’ora intera il relatore è riuscito a catturare
l’attenzione dei presenti, con momenti di grande
commozione.
VIBO VALENTIA
Il delegato Gennaro Bonaventura con le Guardie
d'Onore Bulone, Murdà e Paolo Fedele partecipavano alla Santa Messa celebrata dal parroco di Vibo
Marina, Don Saverio Di Bella, presso la chiesa par-
17
rocchiale Maria SS. del Rosario in occasione del 150°
anno dell'unità d'Italia. Nell'omelia il parroco ha
parlato del risorgimento italiano, menzionando più
volte i Savoia. Bonaventura e Bulone si posizionavano ai lati dell'altare maggiore. Alla santa messa partecipavano autorità civili e militari. I partecipanti
avevano una coccarda tricolore ed i bambini avevano
tra e mani una bandierine tricolore.
VITERBO
Anche Viterbo ha festeggiato il 150° anniversario della
proclamazione del Regno d'Italia.
Nei giorni 16, 17 e 18 marzo la delegazione viterbese
dell’Istituto ha organizzato, con il patrocinio della Provincia di Viterbo, una mostra di manifesti monarchici.
Di particolare importanza il manifesto, datato 9 gennaio 1878, con il quale il Sindaco di Viterbo annunciava alla popolazione la morte di Vittorio Emanuele II.
Molto interesse ha destato l'esposizione della famosa
"Camicia Rossa" garibaldina con berretto e pistola del
volontario Alessandro Quadrani che partecipò alle guerre dell'Agro Romano del 1867 e le riproduzioni della
Casata Sabauda da Umberto Biancamano a Vittorio
Emanuele Principe di Napoli.
La mattina del 17 marzo la Città si è risvegliata con una
miriade di bandierine sabaude lungo le strade principali e sulle fontane cittadine.
La mattina del 18 la delegazione dell’Istituto è stata
invitata a partecipare al giuramento degli allievi della
Scuola marescialli dell’Esercito alla presenza del Capo
di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. cda Giuseppe Vallotto.
Nel pomeriggio si è svolta la S.Messa in suffragio di S.M.
Umberto II, nel ventottesimo anniversario della dipartita, nella Chiesa del Gonfalone, annunciata da manifesti
murali a lutto.
18
Giovedì 12 maggio Anita Garibaldi è stata ospite della
Città per ricordare il 150° anniversario di fondazione
della nostra Patria.
Su invito della Delegazione viterbese dell’Istituto la
nipote dell’Eroe dei Due Mondi al suo arrivo a Viterbo
ha voluto deporre dei fiori al busto del bisnonno collocato a Pratogiardino, ad opera dello scultore viterbese
Silvestro Zei nel 1884, alla presenza delle Associazioni
d’Arma con labaro ed al suono del fischio del nostromo
Oscar Colonna.
Il sindaco della Città, Giulio Marini, ha poi ricevuto la
signora
Garibaldi
accompagnata
dal
Presidente, Cap. Vasc. Ugo d’Atri, nel suo studio, incentrando la conversazione sulle cerimonie che si sono svolte in tutta Italia in occasione di questo 150° anniversario che hanno suscitato moltissima attenzione, forse al
contrario delle aspettative, nella popolazione; visitando
nell’occasione anche la mostra risorgimentale “Gioventù Ribelle” nelle sale del Comune.
La signora Anita ha poi incontrato il prefetto di Viterbo,
Antonella Scolamiero, al Palazzo del Governo con un
piacevole incontro sulle realtà giovanili italiane che molto spesso riescono a dare un contributo positivo alle
nostre problematiche.
Alle ore 18,00 nella sala Conferenze della Provincia
l’Assessore alla Cultura, avv. Giuseppe Fraticelli, ha
accolto la gentile Ospite con parole di grande stima per
l’indimenticabile Giuseppe Garibaldi che con i suoi
ideali ha permesso a Casa Savoia di far sì che l’Italia
potesse finalmente diventare un’unica Nazione.
A seguire il Comandante d’Atri in un appassionato
discorso ha sottolineato il significato dell’Istituto della
Guardia del Pantheon di cui Garibaldi fu Vicepresidente.
L’ing. Roberto Piazzini ha invece tenuto un excursus sul-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
la nascita del Tricolore e le sue successive modificazioni
nel corso degli anni legate ai cambiamenti nazionali che si
sono succeduti nel XIX secolo nel nostro Stivale.
Al termine ha preso la parola Anita Garibaldi che pur
ricordando le gesta eroiche dei nostri Avi ha voluto lanciare un appello per il nostro futuro legandolo soprattutto ai nostri Ragazzi che devono avere i giusti slanci
per poter disegnare una Patria libera, unica e forte come
hanno voluto consegnarci coloro che per la Patria hanno donato anche la vita.
Un pomeriggio intenso che Anita Garibaldi ha voluto
donare alla nostra Città e che i viterbesi hanno accolto
con grande entusiasmo come accolsero con uguale passione il Bisnonno nel 1876.
Al convegno erano presenti circa settanta persone, fra le
quali il Gen. C. d’A. Antonelli, il colonnello dei bersaglieri nob. Mochi, il colonnello d’artiglieria Congedo, il
duca Hardouin di Gallese.
BRASILE
La delegazione, guidata dal co. dr. ing. William Marmonti ha raccolto fondi e materiale per un soccorso
umanitario in seguito alle piogge nella Sierra di Rio de
Janeiro (Petropolis, Teresópolis e le città intorno). Sono
il secondo nella linea di successione, essendo Capo
della Casa suo fratello Dom Luiz.
Il delegato Marmonti e la Guardia d’Onore Marcos
Rodriguez Pinchiari, barone di Santa Justina, hanno avuto il grande onore di essere invitati al tavolo
principale, al cui capo sedeva il terzo della linea di
successione S. A. R. il Principe Dom Antonio; la
Guardia d'Onore Visconte di Tourinho Marques,
rappresentante dell’Istituto nello Stato di Bahia, era
invece al tavolo di S. A. R. il Principe Gabriel, dando così prova della sempre presente visibilità e del
prestigio presso la famiglia imperiale brasiliana.
CANADA-QUÉBEC
Il nostro Istituto ha donato attraverso il delegato,
co. magg. Andrea M. Coda di San Grato, un assegno di 5 mila dollari alla fondazione “Canadian
Military Families” in memoria di Giovanni Battista Scapaccino, Carabiniere Reale che a Pont les
Echelles (Chambery), il 3 febbraio 1834, rifiutò
di inneggiare alla repubblica e, gridando “Viva al
Re”, venne colpito a morte, meritando la prima
Medaglia d’Oro al Valor Militare dell’Esercito
Sabaudo.
OLANDA
stati raccolti più di tre tonnellate di viveri, dimostrando
ancora una volta la grande capacità di mobilitazione di
cui è capace la delegazione brasiliana.
La delegazione ha partecipato alla bellissima cena
in per i 70 anni di S. A. I. R. il Principe Imperiale
Dom Bertrand di Orleans e Braganza, purtroppo
assente per motivi di salute. Presenti autorità del
mondo civile e militare del Brasile. Dom Bertrand è
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Il delegato, dr. avv. Hans Hoegen Dijkhof, consegna la tessera al neo-iscritto, barone Bob Juchter van Bergen Quast.
19
PROSSIMI
EVENTI
VENERDÌ 24 GIUGNO 2011
Cagliari, nella ricorrenza della data che ricorda la vittoria
della Regia Armata Sarda nella Battaglia di San Martino,
organizzata dalla Delegazione di Cagliari, presso il Cimitero
Monumentale di N. S. di Bonaria in Cagliari, si terrà la cerimonia commemorativa dei Caduti, Eroi e Martiri sardi
nelle guerre per l’Indipendenza e per l’Unità d’Italia; sarà
deposta inoltre una corona d’alloro, presso il monumento
eretto alla memoria del Generale Carlo Sanna.
VENERDÌ 24 GIUGNO 2011
Roma, Campidoglio, Sala della Protomoteca, ore 9.30, convegno su S. M. Vittorio Emanuele II organizzato con Roma
Capitale. Programma: ore 9,30 indirizzo di saluto del Sindaco di Roma; ore 10,00 indirizzo di saluto del presidente
dell’Istituto; ore 10,30 prof. Ciro Romano, docente delle
università Federico II di Napoli e di Turku (Finlandia) “Il
ruolo della dinastia e della monarchia sabauda nella
costruzione dello Stato nazionale italiano”; ore 11,15 coffee
break; ore 11,45 prof. Nicola Neri, docente di storia delle
relazioni internazionali all’università di Bari “Vittorio
Emanuele II: il Re e il soldato nell’Europa delle grandi
potenze”; ore 12,30 prof. avv. Riccardo Scarpa, docente di
sociologia della politica e del diritto all’università di Roma
Tre “Il Padre della Patria”; ore 13,15 pausa; ore 15,00 prof.
Stefano E. Monti Bragadin, università di Genova “Vittorio
Emanuele II: realismo e ardimento”; ore 16,00 prof. Antonio Bellizzi, professore aggregato presso il Dipartimento di
Studî sullo Stato, università di Firenze “Attualità simbolico-istituzionale del primo Re d’Italia”; ore 17,00 conclusione dei lavori e dibattito
SABATO 25 GIUGNO 2011
Alessandria, nell’ambito del viaggio a cavallo sui luoghi delle
battaglie risorgimentali, itinerario di avvicinamento e percorso
attorno alla Cittadella. Relatore della conferenza: prof. Farella. Contatti: Giampiero Cassero (I. N. G. O. R. T. P.) tel.
328/4562004, Franco Mosca (FITETREC-ANTE) tel.
328/6286382
SABATO 25 GIUGNO 2011
Cagliari, Basilica Magistrale “Santa Croce” in Cagliari, messa
in memoria dei Caduti sardi durante le Battaglie di San Martino e Solferino. Al termine, i partecipanti si recheranno presso il Monumento a detti Caduti dedicato, per ascoltare canti
ed inni nazionali eseguiti dal Coro Polifonico Santa Cecilia di
Cagliari.
DOMENICA 26 GIUGNO 2011
Alessandria, ore 8.30 ritrovo e partenza dal parcheggio di via
XX Settembre per Moncalieri, in occasione delle cerimonie del
centenario della futura Beata Principessa Clotilde di Savoia.
Seguiranno il pranzo e la visita alla Reale Basilica di Superga
con guida, omaggio alle Tombe Reali ed al monumento del
“Grande Torino”
20
DOMENICA 26 GIUGNO 2011
Verona, nell’ambito del viaggio a cavallo sui luoghi delle
battaglie risorgimentali, itinerario Sommacampagna-Casolare
dello Staffalo-Custoza. Contatti: Roberto de Razza Planelli (I.
N. G. O. R. T. P.) tel. 334/6926815, Giuseppe Benevello di
Challant (FITETREC-ANTE) tel. 340/6406720
SABATO 2 LUGLIO 2011
Catania, visita ufficiale alla Delegazione del Presidente
Nazionale Cap. di Vascello Dott. Ugo d’Atri. Programma: ore
17:30 Conferenza sul tema “150 anni dall’Unità d’Italia”,
Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia (ex Monastero
dei Benedettini); Saluti: On. Raffaele Stancanelli, Sindaco di
Catania, Prof. Nunzio Famoso, Preside Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere; Introduzione: Avv. Maria Lapis, Delegato Provincia di Catania; Relatore: Com. te di Vasc. Dott. Ugo
d’Atri, Presidente Nazionale INGORRTTP; Interventi programmati: Dott.ssa Vincenza Speranza, Dott. Mario Mingiardi, Prof. Mauro Guarino, Dott. Sergio Sportelli; ore 20:30
Breve intervento musicale del Soprano Nadia Ester Suriano,
accompagnata al pianoforte dal M° Mirella D’Amato (Una
Hotel Palace, via Etnea); ore 21:30 Cocktail di benvenuto,
Terrazza Una Hotel Palace; ore 23:30 Giro by night per le
vie di Catania con autobus turistico scoperto (È previsto
l’abito scuro). Costo della cena, compreso il giro turistico,
euro 45 a persona; l’autobus sarà a nostra disposizione per
gli spostamenti vari. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi entro il 20 /06 /2011 all’Avv. Maria Lapis, Delegato
Provinciale di Catania tel. fax. 095 538080,
[email protected] o al Dott. Salvatore La Lota Di Blasi,
Segretario organizzativo, 347.4053861, [email protected]
(ore pasti). Programma ufficiale salvo eventuali e
improvvise modifiche dell’ultimo momento
DOMENICA 3 LUGLIO 2011
Catania, visita ufficiale alla Delegazione del Presidente
Nazionale Cap. di Vascello Dott. Ugo d’Atri. Programma: ore
11.30 Santa Messa Solenne nella Chiesa Capitolare di Sangiuliano; presenti le Guardie d’Onore in tenuta ufficiale. È previsto l’impiego del mantello o, per chi ne fosse sprovvisto, della relativa fascia; ore 13:00 Pranzo sulla terrazza dell’Hotel
Royal di via Antonino di Sangiuliano (prezzo 35 euro a persona). Per informazioni e prenotazioni rivolgersi entro il 20
/06 /2011 all’Avv. Maria Lapis, Delegato Provinciale di Catania tel. fax. 095 538080, [email protected] o al Dott. Salvatore La Lota Di Blasi, Segretario organizzativo,
347.4053861, [email protected] (ore pasti). Programma
ufficiale salvo eventuali e improvvise modifiche dell’ultimo
momento
VENERDÌ 8, SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO 2011
Visita ad Alessandria del presidente dell’Istituto organizzata
dal delegato, M.llo Giampiero Cassero. Nell’occasione si svolgerà il raduno delle Guardie d’Onore piemontesi, liguri e lombarde nella Cittadella
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
SABATO 9 LUGLIO 2011
Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45,
conferenza “Le glorie alpine”. Relatore dott. Federico Pizzi
GIOVEDÌ 14 LUGLIO 2011
Como, cortile d’onore della sede comunale, via Vittorio
Emanuele II n° 97, ore 21, la Delegazione provinciale volendo
commemorare, ancora una volta, il 150° dell’Unità d’Italia,
desidera offrire un concerto a tutti gli Amministratori del
Comune di Como, a tutte le Autorità religiose, civili e militari
della Città e alla cittadinanza tutta. Il concerto sarà tenuto da
parte dell’Orchestra d’Archi “Accademici Jupiter”, Violino
solista e concertatore: Davide Alogna. Programma: Vivaldi: un
concerto delle “4 stagioni”; Haydn: Concerto per violino e
orchestra in Do Maggiore; Mozart: Adagio Kv 261 in Mi Maggiore; Kriesler: Liebeslied: Williams: Schlinder’s List; Piazzolla. Inverno Porteno
VENERDÌ 19 AGOSTO - DOMENICA 21 AGOSTO 2011
Baia Domitia (CE)
Concerto della fanfaradei Bersaglieri di Aprilia (LT). Un drappello di Garibaldini a cavallo percorrerrà i luoghi della
battaglia del Garigliano. Deposizione di una corona d’alloro al
Monumento dei Caduti.
Organizzazione logistica a cura della Guardia del d’Onore
Gaetano De Cristoforo, proprietario del Park Hotel (tel.
0823.930111, e-mail [email protected])
SABATO 23 LUGLIO 2011
Monza, cerimonia di commemorazione del 111° Anniversario
del Regicidio di S. M. il Re Umberto I. Programma: ore 09.45
ritrovo in Piazza del Duomo; ore 10.00 partenza del corteo di
commemorazione che da Piazza del Duomo si porterà alla
Cappella Espiatoria (Via Matteo da Campione), accompagnerà il corteo la Banda Musicale di Valbrona; ore 10.30 deposizione delle corone nel Sacello Monumentale della Cappella
Espiatoria alla presenza delle Autorità Civili e Militari, esecuzione della Marcia Reale, dell’Inno Sardo e del Silenzio,
trasferimento alla Villa Reale; ore 11.30 Santa Messa in suffragio di S. M. il Re Umberto I presso la Cappella della Villa
Reale. Celebrerà la Sacra Funzione Don Simone Rolandi, Cappellano della Delegazione e Vice Priore della Delegazione per
la Lombardia degli Ordini Dinastici
VENERDÌ 29 LUGLIO 2011
Roma, Pantheon, ore 18, Messa in suffragio di S. M. il Re
Umberto I
DOMENICA 31 LUGLIO 2011
Reggio Calabria, Messa solenne in suffragio di S. M. il Re
Umberto I nella Chiesa di San Giorgio al Corso
SETTEMBRE 2011
Piana delle Orme (Borgo San Michele) (LT), ore 10: visita
guidata del museo; ore 13: pranzo sul posto. Latina, ore 17:
deposizione di una corona d'alloro ai caduti pontini di tutte le
guerre; serata con illustrazione dei fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri in congedo in Piazza del Popolo;
Latina, mattinata: percorso guidato nel centro della città con la
partecipazione dell'Associazione "Cavalieri della transumanza";
Terracina (LT), ore 10: visita guidata del centro storico della
città (che, durante la Seconda Guerra Mondiale, subì un
furioso bombardamento), ore 12: deposizione di una corona
d'alloro ai caduti della città; pomeriggio: gita guidata per la
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
piana del Circeo. Sabaudia, sera: visita con illustrazione dei
fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri in congedo;
Sabaudia (LT), mattina: visita alla città fondata a seguito della bonifica pontina compiuta nell'epoca mussoliniana; visita
ad un impianto urbanistico costruito ex novo secondo il
razionalismo italiano. Al termine, deposizione di una corona
al monumento ai caduti. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato (tel. 335/5710643, e-mail [email protected])
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011
Pallenzona di Avolasca (AL), cerimonia al Tempio del Ricordo
dedicato alla Madonna del Bersagliere, dove si trova il quadro
della Santa Caterina da Siena dedicato alla Principessa Mafalda di Savoia
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2011
Vicoforte di Mondovì (CN), ore 10, inaugurazione dell’annuale
fiera che da oltre 400 anni è stata l’anello di congiunzione dei
traffici con la Liguria e la vicina Francia. Presso il Santuario
sarà celebrata una SS. MM. alla quale parteciperanno autorità
civili, militari e religiose della Provincia di Cuneo; è prevista la
partecipazione di un picchetto d’onore del 2° Reggimento
Alpini di Cuneo e di una rappresentanza dei Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il rito verrà officiato dal Vescovo di Mondovì, Mons.Luciano Pacomio, e
dal Rettore del Santuario, Don Bartolomeo Bessone. Al termine della SS. MM. sarà servito un pranzo nel refettorio settecentesco dell'attiguo Monastero.
SABATO 10 SETTEMBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45,
conferenza “Reale Arma dei Carabinieri”. Relatore dott.ssa
Enrica Magnani Bosio
VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011
Cereseto Monferrato (AL), Monferrato Resort, fraz. Cascine
Franchi, ore 19.30, Gran Galà del Risorgimento Italiano organizzato da Maria Enrica Magnani Bosio: “L’Italia s’è desta…viva V. E. R. D. I.”, poesia e musica per festeggiare i 150
anni del Regno d’Italia. Seguirà, alle ore 21, cena sabauda con
menu “regale”. Abito scuro. Costo 70 euro. Per le prenotazioni, da effettuarsi entro il 18 maggio, rivolgersi a Carmine
Passalacqua al numero 338/8757442
SABATO 17 SETTEMBRE 2011
Fondi (LT), ore 10: incontro dei radunisti nella città di Fondi
e deposizione di una corona ai caduti; visita del centro storico;
serata con illustrazione dei fatti d'arme e concerto della fanfara dei bersaglieri. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato
(tel. 335/5710643, e-mail [email protected]).
SABATO 17 SETTEMBRE 2011
Torgiano (PG), resort “Le tre vaselle”, tè danzante con la Società di Danza Ottocentesca di Ancona.
DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011
Gaeta (LT), mattina: visita al centro storico di Gaeta, luogo
dell'assedio avvenuto nel 1860; deposizione di una corona ai
caduti in guerra; sfilata dei garibaldini a cavallo. Punto di contatto: gen. Carmine Bennato (tel. 335/5710643, e-mail
[email protected]).
DOMENICA 18 SETTEMBRE 2011
Pescocostanzo (AQ), Xa Giornata Nazionale Mauriziana.
21
MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2011
Alessandria, Sala Giunta del Municipio, ore 18, in occasione
dell’anniversario della Breccia di Porta Pia, conferenza del
dott. Alberto Di Maria: “Pio IX e l’Unità d’Italia” in collaborazione con l’Istituto del Risorgimento di Alessandria e l’Associazione Nazionale Bersaglieri di Alessandria. Seguirà un convivio serale.
VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011
Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA, 17
MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione con:
Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione
Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”,
ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo Storico Risorgimentale 23
Marzo 1849. Con il Patrocinio di: Città di Trieste, Comune di
Borgolavezzaro (NO), Comune di Recetto (NO), Comune di
Romentino (NO), Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC), Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00
– 16,00 Visita guidata presso la sala di Abdicazione di Sua
Maestà Sarda Carlo Alberto di Savoia-Carignano. Visita presso
il Museo Risorgimentale di Via Greppi, 11; Ore 17,00 conferenza presso il Convitto Nazionale Carlo Alberto “Aula Magna”
(Baluardo Partigiani, 6) 1 – Battaglia della Bicocca – 23 marzo
1849, Prima Guerra d’Indipendenza, relatore Dr. PAOLO CIRRI; 2 – Processo dell’Unità d’Italia attraverso la Storia di Casa
Savoia e del Regio Esercito, relatore Dr. STEFANO TOSI Presidente dell’Associazione “N del Novarese”.
VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2011
Roma, Pantheon, gran concerto di musica barocca.
SABATO 24 SETTEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 18.30, convegno sui "150 anni del Regno d'Italia" presso la Sala convegni della Reggia Moncada. Inaugurazione del Quadro, dono della Delegazione Nissena, al Teatro
Comunale Regina Margherita e alla città di Caltanissetta.
SABATO 24 SETTEMBRE 2011
Novara, 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA,
17 MARZO 1861-4 NOVEMBRE 1918. In collaborazione
con: Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Delegazione Piemonte, Associazione Cultura Sport e Spettacolo “TASONIS”, ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO,
ASSOCIAZIONE Amici del Parco della Battaglia Gruppo
Storico Risorgimentale 23 Marzo 1849. Con il Patrocinio
di: Città di Trieste, Comune di Borgolavezzaro (NO),
Comune di Recetto (NO), Comune di Romentino (NO),
Comune di Vespolate (NO), Comune di Villarboit (VC),
Comune di Bascapè (PV). Programma: Ore 15,00 Ritrovo
al monumento ai caduti di tutte le guerre (Viale IV
Novembre) deposizione corona d’alloro, arrivo in Piazza
Martiri deposizione Corona d’Alloro al Padre della Patria
S.M. Vittorio Emanuele II (Piazza Martiri), deposizione
corona d’alloro al monumento di Sua Maestà Carlo
Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna. (Piazza Puccini)
a memoria della riforma che igienizzò la Città di Novara,
arrivo preso la Basilica di SAN GAUDENZIO Tempio
Civico; Ore 15,45 Santa Messa in Suffragio a Sua Maestà
Vittorio Emanuele II Re d’Italia (PADRE DELLA
PATRIA) e di tutti i Caduti che contribuirono alla
Costruzione e alla Rinascita della Patria. Celebrante: Can.
Prof. don Mario Perotti (Prefetto del Capitolo dei Canonici del Duomo). Al termine della funzione visita dello
Scurolo contenente le reliquie di San Gaudenzio. Presen-
22
zieranno alla cerimonia il Presidente Nazionale dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon Cap. di Vasc. Dr. Cav. Gr. Uff. Ugo d’Atri,
l’Ispettore per l’Italia Meridionale Avv. Cav. Angelo
Gadaleta, l’Ispettore Nazionale Giovanile Dr. Cav. Federico Pizzi, il Delegato per il Piemonte degli Ordini Dinastici della Reale Casa di Savoia Cav. Gr. Cr. Carlo Buffa dei
conti di Perrero. Addetto al Cerimoniale: Dr. Cav. Alberto
Di Maria. ALLA FINE DELLA CERIMONIA SI TERRA’
IL RINFRESCO PRESSO L’ALBERGO ITALIA Via Generale Paolo Solaroli, 8/10 Novara.
DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011
Granze (PD), agriturismo “Le Bove” della N. D. Emanuela
Rusconi Camerini, consorte del Socio Luciano Caffagni, ore
10,00, conferenza della G. d’O. Dott. Giulio de Renoche sul
tema: “Ugo Foscolo: il poeta, il politico, il combattente”. Alle
ore 13,00 pranzo nel vicino Agriturismo “La Calendula” (euro
20,00) e successiva sosta pomeridiana in amicizia presso i
cortesi Ospiti Caffagni-Rusconi Camerini. Prenotazioni entro
lunedì 19 settembre.
LUNEDÌ 26 SETTEMBRE 2011
Roma, convegno di studi storici dedicato al gen. m.se Alfonso
Ferrero de la Marmora. L'evento è organizzato in collaborazione con l'Associazione Piemontesi a Roma.
SABATO 1° OTTOBRE 2011
Roma, Hotel Crowne Plaza Saint Peter’s, cena dell’Unità d’Italia in collaborazione con l’Associazione Piemontesi e l’Associazione Campani. Saranno elaborati piatti originari del Regno
delle Due Sicilie da parte dello chef napoletano Domenico
D’Imperio e del Regno di Sardegna da parte dello chef
piemontese Stefano Cravero.
DOMENICA 2 OTTOBRE 2011
Bari, Circolo Unione, convegno: “L’Unità d’Italia tra storia e
cultura”. Seguirà una cena sociale per raccolta fondi per i terremotati del Giappone.
LUNEDÌ 3 OTTOBRE 2011
Roma, Associazione dei Piemontesi a Roma, ore 17.30, conferenza della prof.ssa Silvana Balbi de Caro: "Schegge di storia
impresse nel metallo: 150 anni dell'unità d'Italia".
VENERDÌ 7 OTTOBRE 2011
Roma, convegno nel 440° anniversario della battaglia di Lepanto.
SABATO 8 OTTOBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), Centro Culturale M. Massari, ore 20.45,
conferenza “Garibaldi e Cavour, protagonisti del Risorgimento italiano”. Relatore cap. vasc. (ris.) Ugo d’Atri, presidente
dell’Istituto.
VENERDÌ 14 OTTOBRE 2011
Roma, ore 17, Associazione dei Piemontesi a Roma, via
Aldrovandi n° 16, convegno su “La Marina e i Savoia”; Amb.
Francesco Mezzalama.
DOMENICA 16 OTTOBRE 2011
Caltanissetta, ore 11, Santa Messa in suffragio dei caduti di
tutte le guerre. Pranzo. Alle ore 16.30 deposizione di una corona d'alloro al monumento al Re Vittorio Emanuele II (Padre
della Patria) presso il giardino pubblico a Villa Amedeo e al
monumento ai caduti in viale Regina Margherita.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
MARTEDÌ 18 OTTOBRE 2011
Bologna, cena di gala a chiusura delle manifestazioni per i 150
anni del Regno d’Italia; ospite d’onore il Principe Emanuele
Filiberto di Savoia.
VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011
Castello di Monselice (PD), ingresso euro 5,00 oppure gratuito, ore 16.30, visita organizzata dalla delegazione provinciale. Luogo di estremo interesse per l’assetto medioevale,
accompagnati da Riccardo Ghidotti, Presidente della locale
Associazione Amici dei Musei. Alle ore 20,00 cena sociale al
Circolo Ufficiali (euro 20,00). Prenotazioni entro sabato 15
ottobre, precisando la partecipazione ad una o ad ambedue
le attività.
VENERDÌ 21 OTTOBRE 2011
Roma, L. U. M. S. A., ore 9, convegno: “Il Risorgimento italiano”.
GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2011
Roma, Accademia dei Piemontesi a Roma, ore 17.30, conferenza del prof. Gaspare Mura dell'Accademia di Scienze Umane e
Sociali (A. S. U. S.): "La cultura cattolica del Risorgimento”.
VENERDÌ 28 - DOMENICA 30 OTTOBRE 2011
Première rievocativa della battaglia del Garigliano del 29 ottobre 1860 da parte del Consorzio Torre Capodiferro.
DOMENICA 6 NOVEMBRE 2011
Pieve Vergonte (VB), commemorazione del 4 novembre,
chiusura delle celebrazioni per il 150° anno dall’unità d’Italia
e inaugurazione della lapide commemorativa in onore del
Padre della Patria Vittorio Emanuele II e intitolazione della via
“Unità d’Italia”.
DOMENICA 11 DICEMBRE 2011
Ristorante “Piroga”, Via Euganea n° 48, Selvazzano Dentro
(PD) (inizio Strada dei Colli, dopo Tencarola), ore 12,30
pranzo di Natale (euro 30,00). Prenotazioni entro lunedì 5
dicembre. Si partecipi come sempre in gran numero, anche
per procedere ai rinnovi delle iscrizioni per il 2012.
DOMENICA 20 NOVEMBRE 2011
Alessandria, chiesa di San Rocco, ore 11, Santa Messa in ricordo del Re Umberto II e di tutti i Caduti per la Patria. Seguirà
un pranzo sociale.
DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 18, Santa Messa presso la parrocchia di San
Marco in ricordo della Serva di Dio Sua Maestà la Regina Elena. Presentazione delle nuove Guardie, conviviale presso un
noto locale cittadino.
LUNEDÌ 28 NOVEMBRE 2011
Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. la Regina
Elena.
SABATO 17 DICEMBRE 2011
Caltanissetta, ore 20, scambio degli auguri e concerto di
Natale.
SABATO 17 DICEMBRE 2011
Roma, Casa dell'Aviatore, cena e serata di gala a conclusione
dei festeggiamenti.
MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2011
Roma, Pantheon, ore 17, Messa in suffragio di S. M. il Re Vittorio Emanuele III.
QUOTE
SOCIALI
AMMISSIONE .............................................................50 Euro (senza fascia e cravatta/foulard)
.....................................................................................100 Euro (con fascia e cravatta/foulard)
RINNOVI ANNUALI ...................................................30 Euro
I versamenti possono essere eseguiti sul
C.C.P. 59325001: INTESTATO A ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE ALLE REALI
TOMBE DEL PANTHEON
Preghiamo inoltre i sig.ri soci di prendere nota delle nuove coordinate bancarie dell’Istituto:
numero conto: 000000092139
IBAN (coordinate bancarie internazionali) IT84R 05390 03201 000000092139
BIC: ARBAIT 33042
Banca Etruria, via Uffici del Vicario n° 45/48, 00186 Roma, tel 06/69768340
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
23
FIRME DI OMAGGIO
AI RE D’ITALIA
Il numero delle firme di omaggio ai Sovrani d’Italia raccolti nel Pantheon, ad Altacomba, a Montpellier e
ad Alessandria d’Egitto durante il 2010 è stato complessivamente di 85856, come è evidenziato dalla
tabella che segue, che riporta i dati dal 1978.
Come da sempre, i registri delle firme sono accuratamente custoditi in Presidenza, a disposizione di chiunque voglia consultarli.
2007: 123750
1999: 132367
1992: 93272
1985: 75019
1978: 34556
2008: 108160
2000: 198583
1993: 86131
1986: 59554
1979: 32556
2009: 83842
2001: 191870
1994: 95052
1987: 86877
1980: 32104
2010: 85856
2002: 161325
1995: 96448
1988: 85055
1981: 34871
2003: 154576
1996: 109895
1989: 71631
1982: 57499
2004: 144000
1997: 104864
1990: 68632
1983: 35765
2006: 122848
1998: 91300
1991: 94944
1984: 62764
ORE DI GUARDIA
2010
Ecco i nominativi delle Guardie d’Onore, suddivisi per provincia con a fianco il numero delle ore di
guardia effettuate nel 2010.
Il numero delle ore tiene anche conto dei servizi prestati presso le Tombe Reali provvisoriamente all’estero, per le quali sono state attribuite 4 ore per ciascun servizio, così come per le cerimonie di Roma
(anniversario dell’Istituto, gennaio) e di Altacomba (marzo).
Per le messe ufficiali al Pantheon, sono state attribuite 2 ore di servizio.
Si ricorda che i servizi di guardia sono esclusivamente quelli espletati presso le Tombe dei Re e delle
Regine d’Italia (Pantheon, Alessandria d’Egitto, Montpellier, Altacomba), non altri. È stato quindi eliminato dal conteggio (e quindi dal totale) ogni altro tipo di servizio.
Come negli ultimi anni, si è fatto ricorso all’autocertificazione, per economia di personale; si fa peraltro
riserva di effettuare controlli a campione.
1981:
1982:
1983:
1984:
1985:
1986:
24
1179
1740
2573
3194
4285
4062
1987:
1988:
1989:
1990:
1991:
1992:
5055
5578
5388
5985
6110
5793
1993:
1994:
1995:
1996:
1997:
1998:
7729
7079
7795
8286
8039
9018
1999:
2000:
2001:
2002:
2003:
2004:
10172
11826
13682
16320
11093
8182
2005:
2006:
2007:
2008:
2009:
2010:
8175
5631
7170
6255
7319
4446
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
AGRIGENTO
IACONA
VELLA CANNELLA
DI CESARE
ALESSANDRIA
PASSALACQUA
ULANDI
CASSERO
ANCONA
DE SANTIS CELSI S.
MORESI
CICCONI MASSI C.
CICCONI MASSI P.
BROCCA
SILVESTRELLI
SCARSATO
PELLEGRINO
AREZZO
BORGIA
ASCOLI PICENO
DI BIASE
ASTI
FRANZINI TIBALDEO
TRIBERTI G.
AVELLINO
GENOVESE
BARI
BALDASSARRE
CASSA
BUCCI T.
AMBROSINI
GADAIETA
BENEVENTO
MONGILLO
BERGAMO
CANOVA
BIELLA
CERAMI
CONZON R.
BOLOGNA
GALLIANI A. M.
SPETTOLI
RUGGERI
BRESCIA
ABBIATICO
BRINDISI
CHIRIATTI
CAGLIARI
SABA M. J.
LIPPI SERRA P. A.
CALTANISSETTA
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
12
12
30
6
18
4
11
48
6
6
47
37
16
4
4
4
4
4
35
4
8
4
4
4
4
4
6
4
2
14
4
2
4
15
4
BONIFAZIO
SPANÒ
FIOCCO
DI FRANCESCO
D'OCA
FALZONE E.
GIAMPORCARO
FALCONE
SERPENTE
CAMPOBASSO
SIMIGLIANI
CASERTA
ANZEVINO
CERRONE
CATANIA
VALORE
CUVA
SQUILLACI
BONACCORSI
BUGLIARI
CARUSO
CONSOLANTE
D'ALESSANDRO
DI STEFANO
GRASSO RACITI
GRECO
LA DELFA
LAPIS M.
LO PRESTI
RAPISARDA
RUSSO
SCHINOCCA S.
SPORTELLI
TODARO
CATANZARO
PALAJA DI TOCCO
CHIETI
VITA
FAIETA
MARCELLO
ROLLO
CIAVATTA
DI MUZIO
MORELLI
CARTA
VITALE
MARINI
CAPPELLONE
FORNAROLA
FRANGIONE
RAPA
8
6
8
8
8
9
4
4
12
6
43
18
40
4
9
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
7
4
6
11
7
7
6
6
6
6
6
6
6
6
25
LANCIA
SAVINI
IANNETTI
LIBERATORE
COSTANTINI
MARINO
NATARELLI
SCAMPOLI
PETROCCHI
GATTO
DI DONATO
MECHI
CREMONA
BOSIO GRASSI
MANTOVANI
COMO
REINA
ROBUTTI
PICHIERRI G.
PAPAGNI
TAGLIABUE
PUPPI
BERGAMINI
BRAMBILLA
ORTELLI
PANIZZA
ROCCATO
CROTONE
CAVALLARO
CUNEO
DALMASSO
BRUNO P.
ENNA
ASTORINA
GRECO
CALÌ
FIRENZE
CASTINI
RISPOLI
BELLI
DUVINA P. L.
PICCHIANI
FOGGIA
DELLI CARRI
FORLÌ-CESENA
ARFILLI
FLAMIGNI
FROSINONE
COLTELLACCI
PASIN
GENOVA
26
4
5
5
4
4
4
20
45
85
11
14
4
5
8
39
2
12
6
6
2
2
2
27
2
2
4
8
4
8
8
11
6
6
7
4
4
4
30
4
33
4
ZOPPI DI ZOLASCO
FANTINI MONSELLO
SAPONARO MONTI BRAGADIN
GROSSETO
GIUSTI
IMPERIA
CHERSOLA
ISERNIA
BIASIUCCI
ORRINO
L'AQUILA
COLASANTE
DEL ZOPPO C.
LECCE
TONDO
SARCINELLA
TARANTINO
SCARLINO
LUCCA
TEUCCI
TONZANI
MACERATA
CICCONI
LUCIANI
MANTOVA
BOTTURA S.
MASSA-CARRARA
AZZATO
BIANCARDI
AMBROSINI
LAMBRUSCHI
SERAFINI
BORGHINI
BARZAGHI
FRANZONI
CARDI CIGOLI
MESSINA
SCILIBERTO
DE LORENZO
DE FRANCESCO
CARDULLO
DI PASTENA
MIGNANI
ARENA
SABATO
ARENA
FELICE
PROTO
LA FAUCI
TORTORICI
SANTORO
14
8
4
4
4
19
4
17
4
2
14
21
10
10
5
8
4
4
2
4
4
4
2
2
8
4
4
6
35
8
8
6
8
4
4
4
28
21
18
28
4
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
MILANO
NAKAMURA
PORRETTI
PUCCINELLI CASSATA
GAROSCI
ANTONIUZZI
PIERATO
DI MARTINO
MASTROIANNI
TERNI
MODENA
NARDI
MONZA-BRIANZA
CAZZANIGA
NAPOLI
BOVA
PANNONE
MAZZEO
LOMBARDO DI CUMIA
ROMANO
ROCCO DI TORREPADULA
PADOVA
BENAZZATO
BICCARI
CAVINATO
DEL PIERO
DE PALO
FRANCESCHINI
GRASSI
MANTIERO
ORTOLAN
PETROBELLI
SCIMECA
GIUSTINIANI
PALERMO
ABATE
ANDRONICO
AVERSANO
BELLOTTA
D'APPOLITO
MAGGIORE
NAVARRA
PULEIO
VECCHIO
ZASA
ODDO
PAVIA
ZAFFINO
GIGANTI
TRAVAGLINO
TONDO
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
12
17
22
4
8
8
8
4
8
4
2
5
2
18
4
4
4
4
4
4
4
4
4
8
4
4
4
4
12
4
4
4
4
8
4
4
4
4
6
7
6
2
1
2
BALDI
PERUGIA
CAPPELLETTI
INSINGA
ARDISSONE
PESCARA
CRUCIANO
PIACENZA
COSMO
SASSO
PORDENONE
D'ANTONA
RAGUSA
GULINO
PICCITTO
TERRANOVA
PIAZZESE
RAVENNA
BERDONDINI
REGGIO CALABRIA
FRANCICA di PANAYA
RIETI
TRUINI PALOMBA
RIMINI
RUZZIER
ROMA
D'ATRI
SALVINI
MASTROSANTI
LANDI LAURO
FANTINI
AMETRANO
OLIVERI
BUONFIGLIO
MAROTTI
SCUDERI
VENDITTI
PAPETTA
PERSICO
D'ANGELO
RANA
PALUMBO
ERRICO
CALANDRA
PIETRONI
PESCE
FURLAN
RICCI
PORRO PAPA
RUSSO
TOMAINO
4
6
6
4
4
2
4
6
8
9
2
16
4
4
4
4
28
19
475
39
50
52
40
142
29
23
17
14
16
18
20
22
24
404
6
89
34
6
220
33
4
27
TRIPEPI
NOVELLINO
MARINI DETTINA A.
MORGANTI C.
ANTONELLI
PERCIBALLI
DE PASQUALE
GIGLIO
FALCIONI
CUDEMO
BOIDI COUCEYRO
CARUSO
ROVIGO
LADOGANA
GIULIOTTI
SALERNO
COLASANTE
GATTO
RESCIGNO
D'ERRICO
SASSARI
DE MURTAS
BRUNO
SAVONA
PASTORINO
SIRACUSA
ATANASIO
TARANTO
ANNOSCIA
OLIVA
CALO'
TERNI
DE ANGELIS
TORINO
LUCIA
COMMISSO
FILIPPI
MONTANI
GREMO
RICCINI BONANATE
GENTA
BERMOND
ISONI
DE ANDREIS
RAPISARDA
TRENTO
CALZA'
PONZANI
TRAPANI
BONFIGLIO
28
6
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
4
9
4
26
6
4
4
14
4
4
4
3
3
4
16
6
8
18
4
1
2
9
17
11
15
10
15
11
9
TRIESTE
CANARUTTO
MINNECI
MARIO
ZUCCHI
BASILE
UDINE
PONTELLI
FABRIS
MILLIMACI
CALDERARI
VARESE
PANDOLFI
GIUSSANI GALLAZZI
PREMOLI
CERIANI
CASTOLDI D’OSSOLA
BERLINGUER
DEL GRANDE
SLONGO
ARCURI
VISMARA
DE TOMMASI
BERTONI
MANENTI
FELOTTI C.
FELOTTI E.
VENEZIA
DABALA'
SCARPA
LUCIA DI MASCA
ROMANELLI
VERBANIA-CUSIO-OSSOLA
PIRONI
ROLANDI
ELLI
D'AURIA
LANA ALESSANDRO
LANA ANDREA
TORRISI
IOLITA
VERCELLI
MAGNANI BOSIO
VERONA
BRAGRANZA
PANATO
MALERBA
DE RAZZA PLANELLI
VICENZA
ROSALI
LAMONEA
2
2
2
15
4
6
4
4
4
10
42
21
17
2
2
2
2
2
2
2
2
6
5
5
6
6
30
4
16
8
10
12
8
8
8
8
4
10
10
2
4
24
5
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
VITERBO
QUADRANI A.
PETRI P. F.
AUSTRALIA
STAGLIANO'
CANADA
GENTILE
FRANCIA
4
4
4
4
CARRIER-DALBION
TORBIERO
GRAN BRETAGNA
DONFRANCESCO
OLANDA-GERMANIA
HOEGEN-DIJKHOF
SVIZZERA
DI SANT'ANDREA
15
10
4
4
4
NOTE LIETE
Giulianova. Venerdì 18 marzo 2011.
All'Ospedale Civile "Mazzini" di Teramo, alle ore
18:21, è nato Carlo Maria Vittorio Emanuele De
Berardinis, del peso di Kg. 2,530 e lungo cm. 49,
per la gioia della G. d'O. Walter e della signora
Lucia Temeprini e delle due sorelline (Chiara e
Giulia). La scelta di chiamarlo Carlo in ricordo del
nonno, caduto nella 1^ G. M.; Maria, in devozione
della protettrice di Giulianova: Maria Santissima
dello Splendore, che viene festeggiata ogni 22 aprile
nella città adriatica; Vittorio Emanuele: in ricordo
del passaggio del Re Vittorio Emanuele II a Giulianova (prima città dell'ex Regno delle due Sicilie),
dove alloggiò nella Villa della Montagnola (del
Conte Carlo Acquaviva), proprio davanti la casa
del della famiglia De Berardinis.
In casa della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del
Pantheon della Delegazione di Asti, Nello Ghione, è
venuto al mondo “Umberto“, esattamente nel giorno
della ricorrenza della morte di S. M. Umberto II. Nella famiglia Ghione è il secondo membro a cui viene,
con onore, attribuito tale nome importante.
Il 25 aprile 2011 è nata Francesca, figlia della
Guardia d’Onore di Frattamaggiore (NA) Antonio
Vitale.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Il Commissario Straordinario per il Corpo Militare
della Croce Rossa Italiana con suo provvedimento
ha promosso al grado di Capitano Commissario le
Guardie d’Onore ragusane Salvatore Donzello e
Raffaele Stella.
Roseto degli Abruzzi (TE). La Guardia d’Onore
di Giulianova (TE), Walter De Berardinis, è stato premiato con la medaglia d’Oro dall’Associazione Nazionale Donatori di Sangue FidasCuore di Giulianova, per aver superato le 40
d onazioni ininterrotte (ad oggi 44), con la
seguente motivazione: “L’Associazione Donatori
di Sangue Fidas-Cuore sezione Flagnani, assegna al donatore, Walter De Berardinis, la
Medaglia d’Oro. Quale attestato di riconoscimento per le numerose donazioni effettuate,
dando prova di responsabilità sociale e di maturità civile con altruismo disinteressato che si
eleva al di sopra di ogni considerazione politica
e di parte”. Giulianova, domenica 27 febbraio
2011,
La Guardia d’Onore Primo Maresciallo Dott. Massimo Giovannoli si è laureato in Scienze dell’Educazione e della Formazione lo scorso 22 febbraio
all’università di Napoli.
29
QUATTRO PASSI
NEL
TESSERAMENTO
Iscritti
nell’anno
Consistenza al 31
dicembre
2002
592
4584
532
4057
2003
704
4485
428
4056
2004
600
4755
690
4057
2005
554
4719
654
4065
2006
528
4841
609
4232
2007
543
4720
548
4172
2008
419
4566
645
3921
2009
542
4556
653
3903
2010
496
4396
446
3950
Iscritti
al 31-12-2010
AOSTA
VAL D’AOSTA
ALESSANDRIA
ASTI
BIELLA
CUNEO
NOVARA
TORINO
VERBANIA
VERCELLI
PIEMONTE
GENOVA
IMPERIA
LA SPEZIA
SAVONA
LIGURIA
BERGAMO
BRESCIA
COMO
CREMONA
30
11
11
54
107
24
44
17
180
48
17
491
90
18
20
47
175
90
32
71
12
Nuovi iscritti
2010
5
6
18
2
4
2
8
2
42
3
6
19
19
3
2
3
Depennati per
morosità
Consistenza al 1° gennaio
successivo
Iscritti
al 31-12-2010
LECCO
1
LODI
4
MILANO
170
MANTOVA
13
PAVIA
35
SONDRIO
4
VARESE
46
LOMBARDIA
412
BOLZANO
10
TRENTO
14
TRENTINO-ALTOADIGE 24
BELLUNO
2
PADOVA
70
ROVIGO
35
TREVISO
10
VENEZIA
31
VICENZA
34
VERONA
41
VENETO
223
GORIZIA
9
Nuovi iscritti
2010
1
20
1
6
4
41
2
2
1
9
13
6
3
32
1
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
PORDENONE
TRIESTE
UDINE
FRIULI-VENEZIA GIULIA
BOLOGNA
FORLÌ-CESENA
FERRARA
MODENA
PIACENZA
PARMA
RAVENNA
REGGIO EMILIA
RIMINI
R. S. M.
EMILIA-ROMAGNA
AREZZO
FIRENZE
GROSSETO
LIVORNO
LUCCA
MASSA-CARRARA
PISA
PRATO
PISTOIA
SIENA
TOSCANA
ANCONA
ASCOLI PICENO
MACERATA
PESARO E URBINO
MARCHE
PERUGIA
TERNI
UMBRIA
FROSINONE
LATINA
RIETI
ROMA
VITERBO
LAZIO
L’AQUILA
CHIETI
PESCARA
TERAMO
ABRUZZO
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
4
37
30
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10
17
37
37
14
5
14
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12
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479
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18
CAMPOBASSO
ISERNIA
MOLISE
AVELLINO
BENEVENTO
CASERTA
NAPOLI
SALERNO
CAMPANIA
MATERA
POTENZA
BASILICATA
BARI
BRINDISI
FOGGIA
LECCE
TARANTO
PUGLIA
COSENZA
CATANZARO
CROTONE
REGGIO CALABRIA
VIBO VALENTIA
CALABRIA
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
ENNA
MESSINA
PALERMO
RAGUSA
SIRACUSA
TRAPANI
SICILIA
CAGLIARI
NUORO
ORISTANO
SASSARI
SARDEGNA
EUROPA
NORD-AMERICA
SUD-AMERICA
AUSTRALIA
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5
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AVVISI
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
CULTURA
TERESA IACONO ROCCADARIO:
una poetessa del Risorgimento
vittoriese
Il processo di unificazione italiana non nasce e non si
realizza soltanto attraverso gli illustri statisti, filosofi
o patrioti dell’inizio ottocento, ma anche grazie al
contributo importante e incisivo della mano e del
pensiero femminile. Da ciò è possibile sostenere che
“Risorgimento della Nazione” è anche “Risorgimento
delle Donne” dedite all’azione caritatevole, alla letteratura, alla poesia, al volontariato. Il panorama vasto
va dalle donne che cucivano le bandiere alle donne
che insegnavano negli asili per “l’infanzia del popolo” di don Ferrante Aporti.
Nel 2011, ricorrendo l’anniversario della proclamazione del Regno d’Italia, con Vittorio Emanuele di
Savoia non più Re di Sardegna ma di uno Stato più
vasto che andava dal Mediterraneo alle Alpi, tante
sono le manifestazioni che vogliono ricordare l’evento. Ma si dimentica che il 17 marzo del 1861 non si
ebbe un’Italia Unita nel senso stretto del termine,
unificazione avutasi solo ai primi del ‘900 con l’ultimo conflitto mondiale, bensì la proclamazione di un
Regno, quello italiano, a cui ancora mancavano
Roma, Venezia e Trieste.
Le nostre donne siciliane non sono passate certamente inosservate, ed anche in Provincia di Ragusa, dove
il sindaco ragusano Luciano Nicastro fece sventolare
per primo in Sicilia, la nuova bandiera nazionale, il
Tricolore, sulla facciata della chiesa Madre di San
Giovanni Battista il 16 maggio del 1860, spiccano
donne d’indole poetica e risorgimentale che si ispiravano all’Italia, a Garibaldi, a Roma liberata. Poi la
forza del pensiero e della cultura ha fatto da supporto alla circolazione di idee, patriottiche e rivoluzionarie, al punto da creare temi poetici risorgimentali di
caratura nazionale e diffusi fino al livello locale.
La Provincia di Ragusa ha dato i suoi frutti migliori
attraverso i versi di un’inedita e quasi oggi sconosciuta
ma raffinatissima poetessa vittoriese dell’Ottocento
risorgimentale, Teresa Iacono Roccadario la quale scrivendo centinaia di sonetti, ottave e romanze entrò nel
Pantheon delle donne letterate che inneggiarono
all’Unificazione italiana.
Ne conosciamo la vita attraverso il racconto del suo
pronipote, il marchese Salvatore Palmeri di Villalba,
il quale ha raccolto tutto l’intero patrimonio letterario, ne ha ordinato e sistemato ogni singola poesia. La
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
piccola Teresa o “Teresina”, come ella stessa si firmava in alcuni sonetti giovanili, nacque a Vittoria nel
1842 da Salvatore e Rosa Modica da famiglia “civile e benestante”.
Spiccando per intelligenza e interesse per le lettere,
imparò a leggere e a scrivere assistendo alle lezioni
che un precettore teneva alla sorella minore di quattro anni. La vena poetica sbocciò molto presto, e già
nel 1857, l’anno della spedizione di Sapri, a soli 15
anni scrisse un sonetto di natura risorgimentale
appunto, dal titolo “L’Italia”.
Teresa sposò Giombattista Alessandrello a 32 anni,
un’età avanzata per l’epoca a causa dell’eccessiva
timidezza di lui, il quale si limitava a dichiararsi,
essendo anche poeta, attraverso suoi versi a lei dedicati senza andare mai oltre. Ma già la prima produzione poetica della “piccola Teresina”, piena di entusiasmo per “l’italica redenzione” è ovviamente tutta
risorgimentale e dell’Italia essa tratterà a lungo. Di lei
si conservano, infatti, tre sonetti e un inno dedicati
all’Italia; un sonetto a Venezia; varie poesie dedicate
a Roma e all’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi,
definito ora “..invitto duce forte e bellicoso”, ora
“Belisario novello”, o ancora “il gran nizzardo”; un
sonetto dedicato ai Savoia, dal titolo “Dall’Alpe
all’Appennino”, che considerava dinastia traino del
processo di unificazione contro “il vil tedesco”; e persino un riferimento ad Anita Garibaldi, nella poesia
“L’esule”: “Amor mio non mi scordar. Fra mie braccia
svenne: e manco le venia il respir nel petto chiuse i lumi
e di pallore si coprì il pudico aspetto…”.
I temi presenti nella poesia di Teresa Iacono, riprendono, dunque, i motivi generali che circolavano a
livello nazionale. Un esempio lampante sta nel sonetto giovanile “L’Italia” del 1857, in cui l’autrice
riprende l’idea generale della debole virilità degli
uomini italici di quel periodo, riconquistata poi attraverso le campagne risorgimentali, idea evidenziata
dalla studiosa Lucy Riall, e incredibilmente presente
anche nei versi della Iacono: “Piange e rimembra in
guisa assai pietosa, dei figli antichi, le virtù e le geste
ed or sue membra lacerate e peste mira la gente estranea e baldanzosa alla mollezza, al vizio, abbandonati crede i suoi figli e se ne cruccia e geme, niun mi soccorre –esclama- oh figli ingrati”.
Tale ricorrere di temi comuni derivava sia da un
mescolamento di idee, sia dagli scambi letterari
che la Iacono aveva con altre poetesse di respiro
letterario più ampio. Come, ad esempio, la poetessa netina Mariannina Coffa Caruso, la messinese
Letteria Montoro, e la palermitana Giuseppina
33
Turrisi Colonna. Un cenacolo di donne poetesse
centrali nella società di metà ‘800, allorché in
tutta la penisola si passò “da un semplice drappello ad una folta schiera di donne letterate”,
come dice Simonetta Soldani in un saggio dedicato alle donne del Risorgimento. Anche se, assai
difficile rimase la loro affermazione in termini
culturali e sociali, ed esse poterono trovare fortuna solo se appartenenti ad una vera e propria
“genealogia familiare dedita alla scrittura”, o
quando partecipi di veri e propri circoli letterari.
La nostra Teresa Iacono Roccadario partecipò ad
entrambi i casi: ella fu infatti favorita dal clima familiare - lo stesso marito era poeta sebbene di fama
minore e suo nipote era il poeta vittoriese Neli
Maltese, con molta probabilità da lei avviato all’interesse per la poesia – ma ebbe anche importanti corrispondenze letterarie con altre poetesse. Eppure la sua
produzione poetica è stata rinvenuta dagli eredi in
forme inedite: il suo carattere schivo e riservato la
portò, infatti, a non pubblicare mai nulla, malgrado
molte sue poesie venissero, per suo volere, corrette da
un altro letterato vittoriese suo contemporaneo, il
dottor Emanuele Iapichino, e tre di esse pubblicate in
una sua raccolta.
Teresa Iacono Roccadario passò a miglior vita nel
1939 quasi centenaria, portando con se l’esperienza
non solo del Risorgimento italiano e ragusano, ma
della nuova Italia crispina e giolittiana, fino a giungere alla prima guerra mondiale e al ventennio fascista. Il suo viaggio terminò alle porte del secondo conflitto mondiale lasciando dei versi che senza dubbio,
secondo un’analisi critica di esperti letterati, si
mostrano in tutta la loro bellezza poetica facendo
emergere lo stile di una donna dall’animo nobile e
sensibile.
Salvatore La Lota Di Blasi
CARMELO BORG PISANI
Quasi sessantanove anni fa, il 28 novembre 1942, a
Malta veniva impiccato dagli inglesi un pittore. Chi
era costui? Si chiamava Carmelo Borg Pisani ed
aveva ventisette anni. La vicenda merita di essere
raccontata.
Al termine dell’avventura napoleonica, Malta si era
ritrovata nella condizione di colonia inglese, una delle
tre in Europa, insieme a Cipro e Gibilterra. Eppure
Malta aveva un grande passato, dal 1530 al 1798
aveva ospitato i Cavalieri dell’Ordine di
Gerusalemme sotto l’alta sovranità del Regno delle
Due Sicilie.
Davanti alla commissione britannica venuta per compiere un’inchiesta sulla crisi costituzionale del 1931,
l’avv. Enrico Mizzi, capo del Partito Nazionalista, e
più volte Primo Ministro del Governo autonomo maltese, affermava nella seduta del 12 maggio: “Chi sono
i maltesi? A quale razza appartengono? La nazionalità di un popolo consta di parecchi elementi. La lingua ne è uno, ma non l’unico. Gli elementi costitutivi
della nazionalità di un popolo, oltre la lingua, sono
la geografia, la razza, la storia, i costumi, la religione, la legislazione e naturalmente la coscienza popolare che assomma e sintetizza gli elementi naturali e
morali già ricordati. Per quanto riguarda l’elemento
territoriale, credo che nessuno vorrà negare che quest’isola, distante cinquanta miglia dalla Sicilia,
appartenga geograficamente all’Italia. Per quanto
riguarda la razza invito la Commissione ad osservare che il 90% della popolazione porta cognomi italiani. L’altro elemento che comprova la nazionalità di
un popolo è la storia. Chiunque siano stati i primi
abitatori di Malta, resta il fatto storicamente accer-
34
tato che Malta ha partecipato alle stesse vicissitudini storiche della vicina Sicilia e che il periodo di
distacco dalla storia siciliana è coinciso con il periodo della dominazione britannica. Per quanto riguarda la religione non esiste dubbio che la nostra
coscienza religiosa è identica a quella degli italiani.
Riguardo alle leggi, cioè allo sviluppo della legislazione in Malta, esso procede di pari passo con lo sviluppo delle leggi italiane. I costumi del popolo non
sono certo costumi africani e non sono neanche costumi inglesi, sono costumi del tutto europei e in quanto
tali non possono essere che italiani per via della nostra
posizione geografica”.
Così parlava Enrico Mizzi, il grande profeta del
nazionalismo maltese, l’esponente più alto e più autorevole della cultura italiana, latina ed europea del
popolo maltese. Nel passo sopra citato difendeva la
lingua italiana che allora era seriamente minacciata e
che di lì a poco avrebbe subito un gravissimo colpo
dal quale non si sarebbe mai più ripresa. Conviene
aggiungere che gli atteggiamenti e gli atti del Partito
nazionalista erano condivisi dalla popolazione, infatti detto partito otteneva molto spesso una netta maggioranza di voti e prima dell’ultima guerra la maggioranza dei maltesi si sentiva italiana.
In tale clima si era formato Carmelo Borg Pisani.
Nato a Senglea il 10 agosto 1915, aveva frequentato
la scuola italiana di Malta “Umberto I”. Fondata nel
1890 da Carlo Luigi Borg, noto nell’isola come
“Professor Carlotto”, nel 1926 divenne di proprietà
dello Stato italiano che la rinnovò e la riconobbe
Regia scuola italiana all’estero. Comunque prima
della venuta degli inglesi la questione della lingua
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
non si era mai posta ed i capi locali non avevano sentito il bisogno di insistere sulla cultura italiana della
popolazione. Gli stessi Cavalieri, pur non essendo
tutti o in maggioranza di nazionalità italiana, comunicavano col popolo in italiano. La cosiddetta
“Questione della lingua” sorse subito dopo l’occupazione inglese. Scrisse al proposito un noto studioso
maltese , il Ganado: Gl’Inglesi al loro arrivo nutrirono l’intenzione di diffondere l’influenza britannica
nel Mediterraneo. E Malta doveva servire da trampolino di lancio di tale opera di propaganda. Per
influenza britannica si intendeva allora la lingua
inglese, e la politica inglese e la religione protestante”.
Ma torniamo all’Umberto I. La frequentavano seisettecento allievi, ragazzi e ragazze: non tutti provenivano da famiglie filoitaliane, benché la maggioranza lo fosse. Era una scuola prestigiosa per gli insegnanti, ben organizzata anche per quanto riguardava
lo sport. La scuola godeva anche della particolare
attenzione del governo inglese che vedeva in essa come era- un focolaio di italianità.
La situazione prese a precipitare. Gli inglesi, preoccupati della politica espansionista italiana, sospesero
nel 1933 la costituzione da loro stessi concessa nel
1921, che permetteva una limitata autonomia, e l’anno dopo l’italiano, fino ad allora lingua ufficiale
insieme all’inglese, fu estromesso ed al suo posto
venne innalzato quale lingua ufficiale il dialetto maltese (dialetto arabo del Nordafrica con molti vocaboli del dialetto siciliano e dell’italiano). I ministri
nazionalisti furono mandati a spasso nonostante il
partito avesse conquistato alle ultime elezioni ventuno dei trentadue seggi del Parlamento. Le scuole italiane furono costrette a chiudere. In seguito alle misure repressive di quegli anni la lingua, la cultura e la
presenza ideale italiana a Malta subirono un colpo da
cui non si sarebbero più riprese.
Da un dispaccio del governatore inglese del 5 luglio
1933 apprendiamo che il 7 luglio sarebbe partito per
una vacanza a Roma - insieme ad alcuni coetanei Carmelo Borg Pisani. Gli inglesi quindi sorvegliavano
chi aveva rapporti con l’Italia. Carmelo, che aveva al
contempo frequentato la scuola di pittura (la sua vera
passione) di Carnana Dingli, noto artista locale, decise di trasferirsi a Roma per perfezionarsi presso
l’Accademia di Belle Arti. Chiese ed ottenne una
borsa di studio del governo italiano, “essendo più che
mai vivissimo il suo sentimento di italianità”. Nel
1936 gli fu concessa la sovvenzione di tremila lire e
partì. La produzione artistica di quel periodo del
Borg Pisani è di buon livello. Ricordiamo
L’acquaiola, Modella che si veste, L’attesa, quadro
allegorico, rappresentante una donna in costume
maltese: Malta che attende la liberazione (tuttora in
varie case maltesi si conservano quadri del pittore,
ma una nostra proposta di farne una mostra non è
stata accolta dall’Istituto italiano di cultura…). Gli
studenti maltesi allora ospiti della Capitale erano una
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
folta schiera e fra essi Borg Pisani fondò il Circolo
amici della storia di Malta, associazione sorta in seno
alla Deputazione per la storia di Malta che, fra l’altro, pubblicava l’Archivio storico di Malta.
Il 30 maggio 1940, pochi giorni prima dell’entrata
dell’Italia in guerra, Carmelo Borg Pisani, dopo aver
restituito il passaporto all’ambasciata della Gran
Bretagna, scrive a Mussolini: “In questo momento, in
cui l’Italia si apparecchia a scendere in lotta per
completare la sua unità, io desidero significarvi che
sono ai vostri ordini, pronto a dare tutto quello che
posso per dare il mio contributo alla mia vera Patria,
l’Italia. Sono maltese di nascita, ma mi sono sempre
sentito italiano e ho sempre dedicato in Malta tutta
la mia attività nella propaganda di opere italiane
(…) intendo qui restare offrendo l’opera mia per il
coronamento del mio grande ideale, quale è di vedere Malta resa all’Italia”.
Tre giorni dopo la dichiarazione di guerra cercò di
arruolarsi volontario. Non superò l’esame medico,
perché miopissimo, ma ormai aveva a Roma delle
conoscenze e decise di approfittarne: nonostante il
certificato medico di non idoneità, il 16 aprile 1941
fu arruolato nella Milizia volontaria per la sicurezza
nazionale.
Malgrado la vicinanza fra la Sicilia e Malta, l’Italia
non disponeva di informazioni sull’isola. Gli inglesi
avevano arrestato e deportato in Uganda tutta la
classe dirigente filoitaliana, come Enrico Mizzi ed il
presidente della Corte Suprema, Marcieca. L’isola era
piccola e facilmente controllabile. Venne deciso quindi di inviare informatori sull’isola, Carmelo si offrì
volontario. Nell’aprile 1942 egli aveva già scritto il
suo testamento spirituale indirizzato allo scrittore
Umberto Biscottini, attivo nell’Archivio storico di
Malta:”Nel caso che Iddio abbia disposto che non mi
sia concesso abbracciarvi il giorno della Vittoria e
che, per il trionfo della nostra fede, abbia determinato il mio sacrificio, desidero in questo momento solenne dirvi: al momento della guerra avrei potuto tornare a Malta se lo avessi voluto, ma rimasi perché sentii la voce della Patria e credetti mio dovere rimanere là dove la Patria vera raccoglieva le forze di tutti i
suoi figli per liberare anche i miei fratelli: così di mia
spontanea volontà volli servire la Patria in armi ed
insieme agli altri camerati maltesi volli partecipare
come volontario alle operazioni di guerra (altri giovani maltesi si erano infatti arruolati). Di mia spontanea volontà ho altresì chiesto e ottenuto di poter
adempiere la difficile missione che mi è stata affidata. Prego Iddio che essa riesca e che possa anche la
mia diretta partecipazione alla più grande impresa
affrettare la liberazione dei fratelli che la triste necessità della guerra sottopone ogni giorno alle più dure
e dolorose prove”. Chiudeva con un “Viva Malta italiana!”.
Nella notte tra il 17 ed il 18 maggio 1942, Carmelo
Borg Pisani andò incontro al suo destino, quando
dalla Sicilia partì in direzione della sua isola. Il moto-
35
scafo silurante n.214 al comando del sottotenente
Ungarelli, dopo aver costeggiato l’isola verso nord,
fece sbarcare un certo Caio Borghi (era il nome di
copertura). Sceso con l’attrezzatura predisposta, su
un battellino pneumatico, “Caio Borghi” raggiunse le
scogliere e si nascose in una caverna con l’intenzione
di dare inizio alla missione cui era preparato. Ma presto, stremato dalla fame -le provviste erano andate
perdute insieme alla radio- dovette uscire allo scoperto. Ritenuto un civile, in cattive condizioni di salute, venne trasportato all’ospedale di Mtarfa. Qui un
suo compagno d’infanzia, un medico di famiglia
inglese, lo riconosceva e lo denunciava alle autorità.
Arrestato, interrogato, Borg Pisani veniva chiuso in
una casa di Sliema e poi nelle carceri “di Corradino”.
La casa era un’abitazione privata: a rigore quindi
non avrebbe potuto essere utilizzata per tenervi un
prigioniero. Il 25 giugno 1942 appariva perciò sulla
Gazzetta Ufficiale un avviso a firma del governatore
con cui questi si autoconferiva il potere di “emettere
direttive affinché la persona sia detenuta, confinata o
trattenuta in luogo autorizzato secondo detto ordine,
sotto la sorveglianza di persona o persone specificamente designate in detto ordine e in ottemperanza
alle direttive man mano emesse dal Governatore”.
Così Borg Pisani poteva essere detenuto dovunque e
fino a quando al signor governatore piacesse.
Il processo ebbe inizio il 12 novembre 1942 e il suo
esito era scontato: giovedì 19 novembre Carmelo
veniva condannato a morte per impiccagione.
L’esecuzione avvenne il 28 novembre. In Italia, tale
era la disinformazione da Malta, si ritenne che
Carmelo fosse stato fucilato ed in tal senso i giornali
ed i settimanali riferirono, anche con disegni raffiguranti una fucilazione. Sull’architrave della porta
della cella fu trovata incisa una scritta in italiano: “I
vili ed i servi non sono graditi al Signore”. Il suo
corpo fu inumato nel cimitero del carcere in una fossa
anonima contenente anche i corpi dei condannati per
reati comuni.
Il 4 maggio 1943 Vittorio Emanuele III, motu prorio,
conferiva a Carmelo Borg Pisani, alla memoria, la
medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Irredento maltese e, come tale esente da
obblighi militari, chiedeva ripetutamente ed otteneva
di essere arruolato, nonostante una grave imperfezione fisica (la forte miopia). Conseguita la nomina ad
ufficiale della Milizia Artiglieria marittima, chiedeva
insistentemente di essere utilizzato in una rischiosissima impresa di guerra, alla quale si preparava in
lunghi mesi di allenamento e di studio, in perfetta
serenità di spirito e in piena consapevolezza della
gravità del pericolo. Catturato dal nemico, riafferma-
36
va (…) la sua nazionalità italiana (…). Fulgido
esempio di eroismo, di fede, di abnegazione e di virtù
militari, che si riallaccia alle pure tradizioni dell’irredentismo”.
Dopo la guerra, persino il suo busto al Pincio fu ignobilmente rimosso e non si sa dove sia finito, fu tentata
in Italia qualche iniziativa da parte di privati per porre
termine allo sconcio di una Medaglia d’Oro sepolta fra
i ladri e gli assassini. Venne interessato qualche deputato indipendente ed anticonformista (e perciò non rieletto nella successiva legislatura) che presentò delle interrogazioni in Parlamento. In genere non ebbe risposta.
Solo una volta il governo italiano rispose che non essendo mai stato Carmelo cittadino italiano, nulla poteva.
Al contempo a Malta le vicissitudini di Carmelo, che
sono sempre state ben presenti, al contrario che nell’immemore Italia per la quale morì, hanno diviso e
dividono l’opinione pubblica isolana: eroe o traditore?
Alcuni giovani, uniti nell’associazione dei giovani lettori de Il Giornale di Montanelli, avevano tentato di
apporre una lapide a ricordo nei pressi della sepoltura.
Subito la stampa anglicizzante di Malta insorse a difesa dell’antifascismo oltraggiato, vecchie cariatidi filobritanniche della sudditanza maltese. Accusarono falsamente i promotori persino di saluti fascisti ed altre
scemenze. L’iniziativa sfumò: il governo maltese prima
acconsentì poi pose il veto. Non si vuol credere che si
possa onorare Carmelo anche se si professano ideali
democratici.
Da ultimo è scoppiato a Malta uno scandalo (la stampa italiana si è guardata bene dal riferire): prendono
infatti sempre più corpo le voci che vogliono le spoglie di Carmelo trasferite di nascosto dal carcere “di
Corradino” all’ossario comune del cimitero
“dell’Addolorata” a Paola. Le sue ossa sarebbero
state così definitivamente disperse. A seguito dello
scandalo il governo maltese ha emesso un comunicato ufficiale chiarendo che mai il governo italiano è
intervenuto ufficialmente dal dopoguerra in poi sulla
questione Borg Pisani. Solo un professore
dell’Università di Genova, prosegue testualmente il
comunicato, ha cercato di sollevare più volte in questi ultimi dieci anni l’argomento. Del resto i vari
ambasciatori italiani a Malta, succedutisi nel tempo,
hanno sempre riferito, a chi si informava, di aver
affrontato il discorso Carmelo solo in via privata,
incontrando per strada i vari ministri maltesi (Malta
è piccola) o a qualche ricevimento fra una tartina e
l’altra. Anche al congresso delle “Dante Alighieri”
svoltosi a Malta qualche anno con l’intervento del
nostro Ministro degli Esteri, silenzio completo.
Giulio Vignoli
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
11 SETTEMBRE 2001, NEW YORK, TORRI GEMELLE:
di Roberto Piazzini
Le possibili ragioni storiche di questa data
L'11 settembre del 2001 il mondo occidentale ha tremato: le Torri Gemelle di New York erano state
abbattute con un attentato realizzato con l'impatto di
due aerei pilotati da pirati islamici.
Non si vuole qui fare una attribuzione di responsabilità
legate a fatti politici, economici e geo-strategici e di
scontro di civiltà, ma ricercare solo se per la scelta di
quella precisa data vi possano essere state ragioni di
carattere storico.
Historia magistra vitae?
Forse la storia non è mai stata maestra di vita: gli
errori si ripetono sempre, e le ragioni sono sempre le
stesse dalla notte dei tempi e legate peraltro agli stessi motivi che hanno pure fatto crescere il mondo:
nulla esiste senza il suo contrario.
Ma solo la conoscenza degli eventi storici, delle cause
che li hanno generati, delle date in cui si sono verificati e quindi anche della loro consecuzione temporale e
causale, può dare spiegazione di molti fatti anche se
apparentemente molto distanti nel tempo.
L'importanza delle date
Da decenni è invalsa l’idea che le date non servano,
che siano inutile nozionismo; talvolta è certamente
vero che la data esatta non sia indispensabile e basterebbe conoscere il periodo, talvolta invece è vero che,
per capire certi avvenimenti e certe responsabilità,
talora mondiali, sia indispensabile conoscere non solo
il periodo ma anche l'anno il mese e addirittura il
giorno.
Ma per quanto riguarda la data dell’11 settembre per
l'attentato alle Torri Gemelle, questa data può trovare spiegazione in altri 11 settembre che hanno connotato fatti storici “antichi”, fondamentali anche se
poco conosciuti in generale, ma che possono essere
legati a quello che alcuni potrebbero chiamare ancora scontro di civiltà e che trovano origine nello scontro secolare tra Impero Asburgico e Impero
Ottomano, tra la Civiltà Cristiano-Giudaica e la
Civiltà Islamica.
Gli altri 11 settembre
Le date cui mi riferisco sono l'11-12 settembre 1683
a Vienna e l’11 settembre 1697 a Zenta; in queste
battaglie infatti l'impero Turco dové subire due grandi sconfitte ambedue nel momento e nelle condizioni
in cui credeva di avere sbaragliato l'esercito asburgico e di avere in pugno Vienna e il suo impero.
Ma prima... un po’ di storia generale
Per comprendere i termini del problema e la configu-
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
razione dei due imperi contendenti quello Asburgico
e quello Turco Ottomano è utile ricordare alcuni elementi fondamentali che risalgono all'origine stessa
dell'ISLAM (che significa Sottomissione) quando
Maometto operò l'unione di tutte le tribù nomadi ed
idolatre – Pietra Nera – della penisola Arabica instaurando una religione monoteistica in cui si fondono e
si identificano legge civile e religiosa e non si distinguono potere temporale e spirituale: la legge Sharia è
contenuta nel Corano.
L'Islam prevede 5 obblighi fondamentali – pilastri
della fede – per un musulmano: la professione di fede,
la preghiera, il digiuno nel ramadam, il pellegrinaggio alla Mecca, l'elemosina; a questi se ne aggiunge
un sesto quello della guerra santa – Jihad – applicato
specialmente durante tutto il lungo periodo della
espansione araba.
Jihad significa tentativo, sforzo inteso anche in senso
militare, combattivo, quale obbligo imposto da Dio a
tutti i musulmani giacché la rivelazione di Allah si
rivolge a tutto il genere umano ed è quindi compito di
coloro che l'hanno accettato – i musulmani – di lottare senza sosta per convertire, o almeno soggiogare
coloro che ancora non l'hanno fatto. È questo un
obbligo che non conosce limiti di tempo e di spazio e
che deve protrarsi finché il mondo intero non abbia
accettato la fede islamica o non sia stato sottomesso
al potere dello stato islamico. Questo tentativo – stato
di guerra – potrà anche essere sospeso ma potrà terminare solo con la vittoria dell'Islam.
È anche con questo messianismo che, dopo la morte
di Maometto nel 632, i suoi successori attuano una
rapidissima violenta e inarrestabile conquistando
Siria e Palestina e cioè regioni ricche di civiltà ebrea
– gli ebrei erano lì da circa 2000 anni – greca, romana, bizantina (Gerusalemme, Aleppo cadono nel
638), e sottomettendo in pochi decenni enormi regioni in Asia, in Africa, in India.
In Europa già nel 711 gli arabi attraversano lo stretto di Gibilterra (Gebel el Tarik), arrivando nel cuore
della Francia dove però sono sconfitti nel 732 a
Poitiers da Carlo Martello e rigettati sotto i Pirenei in
Spagna dove però la zona delle Asturie non fu mai
presa dagli arabi: da qui iniziò la lenta riconquista (el
Cyd) che si concluse vittoriosamente quando i Re
Cattolici il 2 gennaio 1492 conquistarono l'ultimo
regno arabo di Granada.
Nella penisola anatolica, l'odierna Turchia, dove si
erano da tempo stabilite tribù turche (la parola significa “i forti“), la dinastia dei Selgiucidi nell’XI secolo
diede a queste popolazioni unità forza e potenza,
dando luogo nel 1302 alla nascita dell'impero
Ottomano, denominazione che deriva dal nome del
capo turco Osman o Uthman.
L'impero Ottomano spinto ancora dal messianismo
37
guerriero voluto dalla Jihah che voleva la guerra ad
oltranza per convertire o sottomettere il mondo “infedele” ebbe continui scontri con l'impero bizantino
conquistando vari Paesi Balcanici fino alla presa di
Costantinopoli nel 1453.
Con ciò l'ultimo ostacolo alla ulteriore espansione in
Europa ormai era solo l'Impero asburgico e Vienna
che infatti venne assediata già una prima volta nel
1529, ma senza successo.
Anche sul mare la potenza marittima turca – anche
con i corsari tra cui il Barbarossa – dominava ormai
il Mediterraneo (presa di Otranto del 1480 e uccisione degli 800 martiri). Un duro colpo la marina
turca riceveva però con la vittoria della flotta
Cristiana nella battaglia navale di Lepanto del 7
ottobre 1571: alla lega, comandata dal giovane Don
Giovanni d'Austria, parteciparono tutti gli stati cristiani Spagna, Venezia, Genova, Savoia, Papato, Malta,
Firenze...tranne la Francia dati i suoi interessi con il
mondo islamico.
Ma questo fu solo un arresto temporaneo dell'espansione turca.
Gli altri 11 settembre
Gli altri 11 settembre derivano appunto dalla ulteriore e continua spinta di conquista che animò l'impero turco verso la fine del XVII secolo quando nel
1682 vi fu una ennesima invasione e il 14 luglio del
1683 fu posto l'assedio a Vienna.
200.000 turchi al comando del Visir Kara Mustafà
assediano Vienna il cui presidio contava nemmeno
20.000 difensori; la vittoria appariva sicura. Le
divisioni interne alla cristianità tra cattolici e protestanti impedivano l'invio di immediati e congrui
soccorsi – la guerra di religione dei trent'anni era
ancora un ricordo recente – mentre la Francia del re
Sole parteggiava addirittura per l'impero turco; le
sorti di Vienna apparivano segnate: dopo due mesi
di assedio cruento con bombardamenti e mine, i
difensori erano ridotti a circa 6000.
I contrasti tra nazioni protestanti e cattoliche, ancora molto forti e tali da impedire di riunire gli sforzi
dei vari paesi, furono però finalmente superati con l'opera diplomatica e pacificatrice del monaco Marco
d'Aviano; si riuscì così a superare le divisioni e si poté
costituire un esercito di soccorso con protestanti e cattolici nel quale però ancora una volta mancava la
Francia di Luigi XIV.
Quando l’11 Settembre 1683 Vienna stava per
cadere sotto l'ultimo poderoso attacco turco, in
quello stesso giorno 11 settembre arrivò – a
Khalemberg – l'esercito di Giovanni Sobieski, re di
Polonia, che insieme all'Imperatore Leopoldo I, iniziò la controffensiva con la quale in 36 ore tra l’11
e il 12 settembre i turchi furono battuti clamorosamente: Vienna era liberata, la via dell'occidente era
sbarrata.
Questa data segna quindi un momento storico per
l'intera Europa: se Vienna fosse caduta quale altro osta-
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colo valido sarebbe esistito per arginare l'aggressione
turco-islamica nel continente europeo?
L’11 settembre 2001 è quindi solo una coincidenza nel
confronto tra mondo cristiano e musulmano?
Ma c'è un altro 11 settembre altrettanto importante
e che rafforza il dubbio di una semplice coincidenza: l’11 settembre 1697, quando e dove sarà determinante un personaggio, che già all'età di vent'anni
aveva partecipato alla liberazione di Vienna e che
per più di 50 anni a oriente protesse l’Impero e la
cristianità dai continui assalti Turchi mentre ad
occidente contro la Francia fece rimpiangere al Re
Sole di non averlo voluto con sé: questo personaggio
è il Principe Eugenio di Savoia.
Il principe Eugenio di Savoia
Eugenio era nato a Parigi nel 1663 da Maurizio di
Savoia-Soissons Carignano e da Olimpia Mancini,
nipote del Cardinal Mazzarino.
Già destinato alla carriera ecclesiastica “le petit
abbé” chiese invece al Re Sole Luigi XIV il permesso di entrare nell'esercito con il comando di una
compagnia; ne ottenne uno sprezzante rifiuto forse
dovuto al suo poco prestante aspetto o forse anche
per dicerie sulla sua condotta dissoluta. Il giovane
Eugenio offeso a morte partì per l'Austria dove si
presentò all'imperatore Leopoldo I che lo accolse nel
suo esercito: Vienna era sotto assedio di un enorme
esercito turco ed erano benvenuti tutti i volontari
che accorrevano in aiuto della cristianità minacciata dai turchi e dall'Islam.
Dopo la liberazione di Vienna Eugenio percorse una
carriera militare luminosa e rapidissima distinguendosi in numerose battaglie sia sul fronte turco che
sul fronte occidentale contro la Francia.
Nel 1687 con la vittoria nella Battaglia di Mohacs a
soli 24 anni ebbe la nomina a feldmaresciallo.
Ma nella ripresa dell'offensiva turca del 1696 è a
Zenta, sempre in Yugoslavia, l’11 settembre 1697,
che la sua fama e la sua gloria assurgono al massimo: con un esercito di 55.000 uomini Eugenio con
ardite tattiche e rapidi movimenti anche notturni
riuscì a sconfiggere in modo pesante una poderosa
armata turca – sicura della vittoria – che contava
circa 100.000 uomini, tra i quali il terribile corpo
dei Giannizzeri; i turchi ebbero perdite per circa
25.000 morti a fronte dei circa 450 degli austriaci.
Una vittoria schiacciante, alla quale ne seguirono
altre, tra le quali quella della liberazione di
Belgrado, quando in condizioni ancora una volta
impossibili per la disparità delle forze in campo e
giacché Eugenio si trovò accerchiato tra la città di
Belgrado che assediava e un altro esercito turco nel
frattempo intervenuto; con tattiche che ricordavano
quelle di Zenta, Eugenio riesce a sbaragliare i turchi
con quello che fu ben definito il “Miracolo di
Belgrado“: era l’agosto del 1717.
Ma quello che colpisce è ancora la specificità di quelle
date: 11 settembre 1683 – Vienna, 11 settembre 1697
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
– Zenta, 11 settembre 2001 – New York.
Tutto è una semplice coincidenza ovvero possiamo
pensare a qualche legame di causa ed effetto? E
perché gli Stati Uniti?
Possiamo pensare ad una sorta di rivalsa se non di vendetta, delle antiche ma sempre cocenti sconfitte subite e
di intimidazione all'intero Occidente di cui gli Stati
Uniti sono considerati l'evidente vessillo?
È certo difficile dare risposte sicure ma un dubbio,
certamente si impone a tutti noi nel considerare la
pressione che la Turchia islamica ha esercitato per
secoli per la conquista della penisola Balcanica
dell'Austria e forse dell'Europa (caduta l'Austria –
ultimo baluardo – quando e dove la conquista turca
si sarebbe poi fermata?) e la pressione che anche
attualmente l'Islam, in diverse forme, attua
sull'Occidente.
Ciò conferisce ad Eugenio un carisma enorme di salvatore dell'intera Europa dal pericolo turco, carisma che lo rende noto e famoso in Austria e in
Germania, dove le grandi strade delle città recano il
nome Prinz Eugen Strasse, mentre in Italia è molto
poco o per nulla conosciuto.
Eugenio e l'unità d'Italia
Ma oltre a salvare l'Europa si può affermare che, in
un certo modo, ad Eugenio si debba anche l'Unità
d'Italia.
Il ducato di Savoia alla fine del 1600 era, come sempre, coinvolto in scenari strategici dove si alternavano i
superiori interessi di grandi e potenti nazioni: la
Spagna, la Francia, l'Austria, l'Inghilterra... mentre la
sua posizione a cavallo dei passi alpini lo rendevano, a
seconda dei casi, prezioso alleato o pericoloso nemico
ma in ogni caso sempre elemento importante per ogni
equilibrio.
Questa condizione indusse il duca Vittorio Amedeo
II – cugino di Eugenio di Savoia – ad una pendolarità di alleanze tra Francia e Austria che, iniziata
già verso la fine del '600, continuò ancor più, nel
XVIII secolo con la guerra di succesione di Spagna.
Nell'anno 1700 infatti era morto – senza eredi diretti – il Re di Spagna Carlo II, ultimo discendente di
Carlo V, che nel testamento aveva nominato quale
suo successore il principe francese Filippo d'Angiò,
Borbone, nipote di Luigi XIV, che si insediò subito a
Madrid con il nome di Filippo V.
A questa successione si opposero vari paesi europei
– e principalmente l'imperatore d'Austria Leopoldo
I – che vedevano in tal modo allargarsi enormemente in una unica dinastia la forza della Francia
unita cosi alla Spagna (che peraltro già aveva il
dominio anche dei Paesi Bassi, del Milanese, del
regno di Napoli) e che inoltre era anche alleata
della Baviera.
Leopoldo I a sua volta designò quale re di Spagna
suo figlio Carlo.
Si generò così contro la Francia e la Spagna una
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
coalizione formata da vari Paesi tra i quali
l'Impero Asburgico, l'Inghilterra, l'Olanda, la
Danimarca, il Portogallo che temevano l'estendersi dell'egemonia della stessa dinastia borbonica su
tutto il continente.
La guerra durò circa 10 anni e dopo un buon inizio
ebbe esiti molto pesanti per i francesi: infatti il principe Eugenio con l'amico alleato John Churchill –
duca di Marlborough – riportarono grandi vittorie
sui francesi (Oudenard, Malplaquet, Blenhaim...)
tali da essere denominati i “Castore e Polluce che
oscurarono il (re) Sole”.
In un primo momento Vittorio Amedeo, spregiudicato e abile negoziatore, si tenne in disparte ma poi
fu costretto a scegliere firmando un trattato di
alleanza con la Francia del Re Sole – sancito dal
matrimonio della figlia con Filippo V di Spagna –
pur sapendo che una vittoria franco-spagnola
avrebbe significato l’accerchiamento totale del
Ducato e la fine della autonomia sabauda.
Vittorio Amedeo (lui stesso sposato con una nipote
di Luigi XIV) intavola così trattative segrete con
l'Austria il cui comandante in Italia era suo cugino
Eugenio; poi nell'autunno del 1703 rompe gli indugi e firma un trattato di Alleanza con l'Austria con
ciò impegnandosi in una impresa rischiosa per la
esistenza stessa del Ducato e della Dinastia ma che
in caso positivo ne avrebbe assicurato piena autonomia politica e strategica.
Per la Francia e per Luigi XIV, con il cambiamento
di fronte, la nuova guerra con il Ducato di Savoia
divenne una guerra di totale dominio e addirittura
di annessione dello stesso al territorio francese.
La Savoia e poi anche tutto il Piemonte vengono
conquistati dagli eserciti francesi; Torino stessa è
assediata e sta ormai per cedere (tipica la guerra
fatta di grandi cannoneggiamenti, di mine e di
talpe): è celebre l'episodio di Pietro Micca che
muore facendo esplodere una mina distruggendo
così una galleria e impedendo ai francesi di entrare
nella Cittadella fortificata di Torino.
Il 7 settembre 1706 interviene però l'esercito di
Eugenio di Savoia, comandante dell'esercito
austriaco in Italia, che insieme a Vittorio Amedeo
con manovre rapide anticipano le mosse dell'esercito francese e lo sconfiggono pesantemente costringendo i Francesi ad abbandonare l'Italia: in memoria e ringraziamento di questa vittoria, venne eretta
la basilica sulla collina di Superga dalla quale i due
cugini avevano studiato la strategia della battaglia.
La Francia di Luigi XIV è battuta ancora una volta
da quell'abatino che lui rifiutò; Torino con l'intero
Ducato, rafforzato ed ingrandito, è salvo; solo pochi
anni dopo, alla fine della guerra, con il Trattato di
Utrecht del 1713, nel riassetto degli equilibri europei, e anche in relazione al contributo dato nella
guerra contro la Francia, il Ducato siederà al tavolo
con i grandi e otterrà oltre a notevoli ingrandimenti territoriali, la corona del Regno di Sicilia, Regno che sarà
39
scambiato poi nel 1720 con il Regno di Sardegna.
Sarà questo Regno di Sardegna, che farà e sosterrà la
prima e seconda Guerra d'Indipendenza, sarà questo
Regno – che aveva dato e conservato la costituzione – al
quale Garibaldi si rivolgerà per la sua impresa dei
Mille per unire con i Savoia quell'Italia da troppi
secoli ostello e serva dello straniero: unione suggellata da Garibaldi dopo la conquista del Regno delle
Due Sicilie quando il 26 ottobre 1860 incontrò il Re
a Teano e lo salutò con la celebre frase “saluto
Vittorio Emanuele Re d'Italia”.
In questi termini quindi, insieme a Vittorio Amedeo
II, il Principe Eugenio può a giusto titolo essere considerato uno dei Padri della Patria.
Eugenio ... l'uomo
Il Principe Eugenio si staglia tra i più grandi personaggi Europei per la grande cultura oltre per le sue
doti strategiche e diplomatiche: il suo palazzo del
Belvedere a Vienna ne testimonia il gusto raffinato.
Alcune definizioni, possono darne una migliore
immagine:
- “Marte senza Venere” (giacché non si sposò mai);
- “Uno dei più grandi condottieri della storia, insieme ad Alessandro Magno, Annibale, Giulio Cesare
(Napoleone Bonaparte);
- “Scosse la grandezza di Luigi XIV e della potenza
ottomana e, nonostante tutte le vittorie e gli incarichi ricoperti, sdegnò le tentazioni del fasto e
della ricchezza”(Voltaire).
Inoltre una sua affermazione: ”posso vivere assolutamente felice con un reddito di diecimila fiorini: ho
una tale abbondanza di libri eccellenti che non
potrò mai annoiarmi“ ne definisce i contorni di
uomo di una grande cultura che trasportò in ogni
sua azione.
Infine la sua natura di apolide e di uomo mitteleuropeo è messa in rilievo dalla maniera in cui spesso
si firmava: “Eugenio von Savoie” pone in luce la sua
italianità di stirpe, la sua nascita in Francia, il suo
fedele servizio all’Imperatore d'Asburgo e alla stessa Austria.
Eugenio morì a Vienna nel 1736 dove è tumulato
nella cattedrale di Santo Stefano mentre il suo cuore
è conservato nella basilica di Superga.
ITALIA NUOVA E ITALIANI VECCHI DI MASSIMO D’AZEGLIO
di Alessandro Ambrosini
Propongo alcuni passi tolti dalla premessa “Origine e
scopo dell’opera” che Massimo d’Azeglio scrisse per il
suo libro ”I miei ricordi”:
“…i più pericolosi nemici d’Italia …sono gli italiani.
E perché? Per la ragione che gli italiani hanno voluto fare una Italia nuova, e loro rimanere gli italiani
vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie
morali che furono ab antico il loro retaggio; perché
pensano a riformare l’Italia, e nessuno si accorge che
per riuscirvi bisogna prima riformare se stesso; perché l’Italia come tutti i popoli non potrà diventare
nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte contro lo straniero, come contro i settari dell’interno, libera e di propria ragione, finché grandi e
piccoli mezzani, ognuno nella sua sfera non faccia il
suo dovere, e non lo faccia bene, od almeno meglio
che può …il primo bisogno dell’Italia e’che si formino italiani dotati di alti e forti caratteri. E purtroppo
si va ogni giorno più verso il polo opposto: purtroppo
s’e’fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani…”
Questo brano del Marchese Massimo Taparelli
d’Azeglio (1798-1866) e’degno di attenzione ed interesse. Ma pare che l’autore negli sudi letterari e ancor
più verso il vasto pubblico sia accolto con distacco,
dimenticato forse no, ma trascurato sicuramente.
Eppure si tratta di una forte figura di italiano, appassionato sempre nella sua vita condotta verso mete,
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GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
per le quali egli non risparmia energie e alle quali
dedica con carattere la sua volontà. E’un raro e caratteristico esempio di eclettico, pittore prima, poi scrittore, filosofo educatore, politico, uomo di guerra e di
governo. Molti suoi dipinti si trovano esposti nel
museo civico di Torino e nelle gallerie di Brera e del
castello sforzesco in Milano. E’una pittura genuina e
sentita, soffusa di una pallida luce in atmosfera dorata,
talvolta malinconica, che tenta di uscire dai canoni
accademici ancorati alla scenografia settecentesca per
rivelare quel gusto del colore caro agli impressionisti.
Quale pittore figura anche nell’albo dei soci onorari
dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dopo aver eseguito la sua tela più famosa ed ammirata “La disfida di
Barletta” in Massimo d’Azeglio si fa strada l’idea di
scrivere un romanzo storico che si intitola “L’Ettore
Fieramosca o la Disfida di Barletta” allo scopo di “mettere un po’di foco in corpo agli italiani”.
Seguono altri romanzi storici con il medesimo dichiarato intento politico, intento che trova la sua più alta
espressione negli opuscoli a sfondo sociale e di ribellione: “Degli ultimi casi di Romagna” (1864) e “I lutti in
Lombardia” (1848).
Come uomo d’arme partecipa attivamente alla prima
guerra d’indipendenza nelle truppe volontarie del
Generale Durando ed è pure ferito a Vicenza.
Come uomo di governo presiede, in un momento storico difficile, al primo ministero di Vittorio Emanuele
II dal maggio 1849 al maggio 1852. Nelle sue funzioni di capo del governo consiglia al Re nel novem-
bre del 1849 il proclama di Moncalieri, atto di dubbia costituzionalità, ma certamente coraggioso e
necessario, indirizzato al popolo piemontese. Nel proclama si deplora l’intransigente ostilità della sinistra,
causa dello scioglimento delle camere, verso la pace
di Milano e si invitano gli elettori alla scelta di uomini consapevoli della gravità del momento.
Il libro di più alto valore letterario, per la prosa sciolta e gradevole, a tratti gustosa, sempre appassionata
resta “I miei ricordi”. Alcuni brani rivelano una evidente e profonda finalità educativa.
Ritornando all’inizio, il brano riportato è strutturato su un
periodare robusto, stile Machiavelli, e sviluppa un tema che
non perde lo spiccato senso di modernità e che trova caratteri di aderenza all’attuale contesto politico-sociale.
E’facile cogliervi un ammonimento chiaro ed un consiglio
deciso per realizzare una pace ordinata tra gli italiani, chiamiamola pure “pace sociale”, nella quale però ognuno al suo
posto è chiamato a fare il proprio dovere.
E che dire della frase: “s’è fatta l’Italia, ma non si
fanno gli italiani”? Quante volte l’abbiamo sentita
riportare sulla bocca dei politici di allora, di quelli dei
periodi seguenti e che ancor oggi si manifesta come
un proclama forte e coerente …un grazie di cuore a
Massimo d’Azeglio.
Bibliografia:
P. Silva: La politica di Napoleone III e l’Italia, Roma
1927
L. Salvatorelli: Pensiero ed azione del Risorgimento.
IL 150° DEL REGIO ESERCITO
di Francesco Atanasio
Il 4 maggio 1861 il Ministro della Guerra Gen.
Manfredo Fanti emanava la nota ufficiale n° 76:
“Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale
S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto
rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici Militari
che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il
nome di Esercito Italiano rimanendo abolita l’antica
denominazione di Armata Sarda”. Il nuovo Regno
istituzionalizzava così il suo esercito, chiamato a fondere con il meccanismo della coscrizione obbligatoria
popolazioni da secoli – tranne per il Piemonte sabaudo – rese quasi inidonee alla vita militare. Infatti gli
Stati preunitari, ad eccezione parziale del Regno borbonico ( ad esclusione della Sicilia, esonerata dalla
leva militare perché ritenuti i suoi uomini poco fedeli alla corona napoletana) e il Granducato di
Toscana, avevano mantenuto solo piccoli reparti,
destinati a compiti di polizia interna. Era stata questa “esclusione” a gravare sugli Italiani, accusati
dagli osservatori stranieri di non “sapere” e di non
“voler” combattere e solo i sacrifici dei volontari
accorsi sui campi di battaglia fin dalla primavera del
1848 e l’impegno profuso dall’Armata Sarda avevaGUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
no rovesciato tale pregiudizio: gli universitari toscani
a Curtatone e Montanara, i “regolari “ napoletani del
gen. Guglielmo Pepe in Veneto, i siciliani di La Masa
in Lombardia, i bersaglieri di Luciano Manara, i
fanti, i cavalleggeri, gli artiglieri di Carlo Alberto si
erano distinti negli scontri della prima guerra d’indipendenza, nella difesa della Repubblica romana e di
quella veneziana, pagando la sconfitta con il sacrificio della vita, l’esilio, la perdita dei beni personali, la
proscrizione. L’atto formale del generale Manfredo
Fanti sanciva la nascita della nuova forza armata, ma
lunga e complessa ne era stata la gestazione. Uscito
battuto dalla 1a guerra d’indipendenza, il Piemonte
aveva però mantenuto saldo e coeso il proprio esercito:
da più parti si era invocata un’opera di riforma che
Vittorio Emanuele II affiderà ad Alfonso La Marmora,
ministro della Guerra quasi senza interruzione dal
1849 al 1860: riordino di sussistenza, sanità e Stato
Maggiore, innalzamento del livello culturale della
truppa, creazione della Scuola di fanteria a Ivrea, di
Cavalleria a Pinerolo, d’Artiglieria e Genio a Torino,
codificazione del principio dell’avanzamento per
merito. Nel 1854, dopo un ampio dibattimento par41
lamentare, è varata la legge sul reclutamento dell’esercito sul modello francese: ferma obbligatoria di 5
anni per cinque classi e sei classi nominali di riservisti. “…l’esercito piemontese quale risultava dalle
riforme attuate fra il 1850 e il 1857 dal generale
Alfonso La Marmora era un solido strumento di guerra…il migliore degli eserciti degli Stati italiani…forte
d’una gloriosa tradizione, d’una solida disciplina e
animato da uno schietto sentimento patriottico”1.
All’aprirsi delle ostilità il 27 aprile 1859 il Regno
mobilitava 5 divisioni di fanteria e 1 di cavalleria,
pronte a reggere l’urto di 11 divisioni austriache a
Montebello e a Palestro e poi, a fianco dell’armata
francese, a colpire e battere il nemico a Magenta e a
San Martino. Con la caduta dei regimi preunitari al
vittorioso esercito piemontese si unirà quello toscano
(composto da una divisione ringiovanita nei quadri e
ben addestrata) e le truppe levate a Modena, Parma
e Bologna, affidate rispettivamente a due ex ufficiali
borbonici, reduci della 1a guerra d’indipendenza,
esuli a Torino: Girolamo Ulloa e Luigi Mezzacapo. Al
comando del neo costituito “Esercito dell’Italia
Centrale” verrà destinato il Fanti, nativo di Carpi,
che aveva combattuto nelle guerre civili di Spagna e
Portogallo e poi con l’uniforme sarda in Crimea e in
Lombardia. L’esperto ufficiale istituisce la leva militare nei nuovi territori, dà nuova vita alla Scuola
Militare di Modena, riordina gli effettivi già reclutati
con quadri dell’esercito piemontese cosicché il 1860
vede a fianco delle 5 Divisioni sabaude 3 Divisione
lombarde, 3 emiliane e 2 toscane per un totale di 13,
tre nuovi reggimenti di cavalleria (Milano, Lodi e
Montebello) e 9 batterie d’artiglieria. “L’opera del
generale Manfredo Fanti fra l’ottobre 1859 e il gennaio 1860 era stata veramente grandiosa: non solo le
forze regolari della Toscana, ma pure quelle eterogenee delle Romane e degli ex Ducati di Modena e di
Parma potevano entrare a far parte dell’esercito piemontese o, meglio, del nuovo esercito dell’Italia settentrionale che si avviava a divenire italiano”2.
Cavour, ritornato il 21 gennaio a presiedere il
Consiglio dei Ministri, chiamava al dicastero della
Guerra Fanti con il compito di consolidare la nuova
armata: il 25 marzo l’esercito veniva ripartito fin dal
tempo di pace in 13 Divisioni attive, riunite in 5
Comandi militari, da mutare in caso di guerra in
altrettanti comandi di corpo d’armata. A settembre,
al compiersi dell’impresa dei Mille, Fanti poteva
fronteggiare con 3 Corpi d'Armata la minaccia
austriaca sul Mincio e sul Po e muovere con gli altri
due all'annientamento delle truppe pontificie a
Castelfidardo, alla conquista delle piazze di Ancona,
Perugia e Spoleto e infine all'assedio di Capua e
Gaeta. Il generale modenese, che aveva comandato i
due corpi di spedizione nei territori pontifici e napoletani, riprese le funzioni di ministro, pose mano al
definitivo riordino dell'esercito. Con decreto del 24
gennaio 1861 venivano formate 6 nuove brigate, i
battaglioni di bersaglieri salivano a 36, si creavano
42
30 nuove batterie d'artiglieria e le truppe del Genio si
accrescevano di un terzo. Il nuovo Regno disponeva
così di 17 Divisioni di fanteria, numero però sempre
inferiore a uno Stato che aveva una popolazione di 22
milioni di abitanti, ma le cui nuove regioni meridionali erano era piagate dal brigantaggio e dalla renitenza alla leva. Se l’aristocrazia e i ceti borghesi
vedranno con orgoglio i propri figli accedere alla vita
militare e copioso è l’elenco dei Caduti nella III guerra d’indipendenza e nelle guerre coloniali (da un
Vincenzo Statella a un Agostino Chigi Albani della
Rovere), forti ostilità la leva susciterà fra le popolazioni
contadine del Mezzogiorno d’Italia, che si vedevano privare per numerosi anni della prole, sostegno indispensabile alla loro fragile economia. Il fenomeno si andrà
lentamente esaurendo, ma solo con la Grande Guerra si
avrà la piena consapevolezza della necessità di uno
sforzo collettivo. Cavour e Fanti dovettero anche
affrontare e risolvere con gravi contrasti la questione
dell'esercito garibaldino, forte di c.a. 50.000 uomini e
7.000 ufficiali (una cifra elefantiaca se confrontata con
i 3.000 dell’Armata sarda del 1859). Il vincitore di
Calatafimi, Palermo, Milazzo e del Volturno proponeva
che questa armata, composta da volontari, rimanesse a
fianco dell'esercito regolare, per liberare insieme Roma
e le Venezie. Era un progetto che si scontrava con l'impossibilità di esibire dinanzi all'Europa una massa in
armi priva di subordinazione gerarchica, votata a colpi
di mano e insurrezioni, e con l’esiguità dei bilanci statali. Nelle convulse sedute della Camera dei Deputati
del 19 e 20 aprile si decise di respingere tale proposta e
di ammettere solo ufficiali accuratamente esaminati:
nel 1862 ne entreranno 1740 e fra essi i migliori come
Medici, Bixio, Cosenz e Sirtori. Per riconciliare gli ex
sudditi borbonici vennero infine accolte 2.220 domande sulle 3.600 presentate da ufficiali dell’esercito napoletano. Come la nuova Italia si era potuta formare innestando il sogno dell’indipendenza e dell’unità sul tronco plurisecolare di Casa Savoia, così su gli antichi corpi
militari della dinastia subalpina, aureolati delle vittorie
conquistate nei secoli passati e fieri del contributo dato
alle campagne risorgimentali, sorsero le forze armate
del nuovo Stato. Ai trofei conquistati in un glorioso passato si cumuleranno, divenendo patrimonio dell’intera
Nazione, quelli guadagnati dai suoi figli nelle campagne coloniali, nella Grande Guerra e nel secondo conflitto mondiale. E nel momento di gravissimo turbamento dello spirito nazionale, seguito al doloroso, ma
ineluttabile armistizio del settembre 1943, saranno gli
uomini con le “stellette”, fedeli al giuramento prestato
(assieme alle altre Forze Armate e agli altri Corpi dello
Stato) “per il bene inseparabile del Re e della Patria” a
guidare la riscossa da Porta San Paolo e da
Montelungo. Accanto a reggimenti tre volte secolari
come i “Granatieri di Sardegna” e il “Savoia
Cavalleria”, che hanno scritto pagine eroiche sull’altopiano di Asiago e sul Monte Cengio, il primo, e a Udine
e a Jsbuschenskj, il secondo, troviamo corpi più giovani come i Bersaglieri, voluti da Carlo Alberto nel 1836,
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
e gli Alpini, costituiti nel 1872 “per combattere e difendere tutte le porte d’Italia”, gli Arditi della Grande
Guerra, i Paracadutisti, legati ai sacrifici di El Alamein.
Di eguale rilievo i fasti dell’Arma di Artiglieria, che
celebra la sua festa il 15 giugno, data di inizio della
“battaglia del Solstizio” che inchiodò nel 1918 sul
Tonale e sul Monte Grappa il nemico, di quella del
Genio, emula di Pietro Micca, del Corpo Sanitario, coadiuvato dalla nostra Croce Rossa, animata dall’esempio delle Donne di Casa Savoia. Ai soldati italiani si
affiancheranno i nostri “coloniali”, ascari, meharisti,
spahis, che diedero, ovunque chiamati, prove sublimi
di fedeltà al tricolore fino all’estremo sacrificio, e i
Cappellani militari – da don Giovanni Mazzoni a
padre Reginaldo Giuliani, da don Enelio Franzoni a
don Carlo Gnocchi – che assicurarono nell’inferno dei
combattimenti il conforto della Fede cattolica. Nel
150° dell’unità d’Italia, memori delle parole di
Umberto II che nel primo centenario ricordò come
“nel 1861 Regno e Unità erano già una cosa sola”,
salutiamo con orgoglio e gratitudine le bandiere antiche e nuove dell’Esercito Italiano, la cui tradizione e
il cui quotidiano impegno rappresentano la certezza
della rinascita della Patria.
1) P. Pieri, Storia Militare del Risorgimento, Einaudi Editore, pag. 577
2) Ibidem, pag. 631
FAMIGLIA: ASPETTI GIURIDICI,
PSICOLOGICI E MEDICI NELLA SOCIETÀ DI OGGI.
Parte prima
di Maria Lapis
La famiglia è il fondamento di ogni società civile e,
come tale, non poteva non trovare riconoscimento
nella nostra Costituzione che, nello specifico, le dedica tre articoli:
- Art.29: La Repubblica riconosce i diritti della
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza
morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità della famiglia.
- Art.30: E’dovere e diritto dei genitori mantenere,
istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal
matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la
legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio
ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i
diritti dei membri della famiglia legittima. La
legge detta le norme e i limiti per la ricerca della
paternità.
- Art. 31: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della
famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, con
particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù,
favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Cenni storici
La scelta fondamentale compiuta dai nostri costituenti di inserire la famiglia nella carta costituzionale non fu scontata poiché andava contro la tradizione legislativa costituzionale.
Lo Statuto Albertino (1848), che per oltre un secolo
aveva rappresentato la costituzione del Regno
d’Italia, non aveva trattato l’istituto della famiglia.
Lo Stato liberale, pur tutelando la famiglia, l’aveva
relegata nel codice civile (1865), ossia tra gli istituti
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
ed i rapporti di diritto privato, valorizzandone solo
quegli aspetti di natura patrimoniale derivanti dal
matrimonio che segnarono il fondamento della famiglia borghese a partire dal codice napoleonico del
1804, al quale si ispirarono le successive codificazioni europee dell’800.
Il regime fascista adottò, invece, una concezione
pubblicistica della famiglia, subordinandola ai fini
propri dello Stato, tanto da prevedere il dovere dei
genitori di educare ed istruire la prole, oltre che in
base ai principi morali, in conformità al sentimento
nazionale fascista (art.147 codice civile del 1942 –
testo originario).
Distaccandosi da tali precedenti, i nostri costituenti
intesero riconoscere la famiglia come realtà originaria e primigenia rispetto allo Stato, evidenziandone le
fondamentali e peculiari funzioni, insieme alla scuola, nella formazione e nello sviluppo della persona
umana.
Nel 1947, a seguito di accesi dibattiti nell’ambito
dell’assemblea costituente, venne a manifestarsi la
chiara volontà di inserire la famiglia tra le istituzioni
cardine del nuovo assetto costituzionale secondo la
sua realtà originaria, ossia come comunità naturale
costituita dall’unione di un uomo ed una donna, con
assunzione di reciproci diritti e doveri mediante il
matrimonio, ove si sviluppa la persona umana in un
contesto di reciproca solidarietà, sulla base del contemperamento dei principi laici e cattolici.
Il codice civile del 1942, seppure promulgato appena
sei anni prima della carta costituzionale, regolamentava una famiglia organizzata ancora in maniera
gerarchica e patriarcale. La posizione del marito era
preminente non solo dal punto di vista formale, ma
anche dal punto di vista operativo, ritenuto che a lui
43
erano rimesse tutte le scelte attinenti alla vita famigliare, anche in considerazione della diversa situazione patrimoniale dei suoi componenti. Il marito veniva indicato come capo della famiglia e detentore della
potestà maritale e genitoriale sui figli con palese violazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
Bisogna aspettare la riforma del 1975 per realizzare
il pieno coordinamento tra la Costituzione ed il
Codice Civile, con la enunciazione di nuove norme
che regolamentano la materia sulla base di una rinnovata e ampia idea di solidarietà ed uguaglianza, che
diviene il principio cardine ispiratore di tutti i nuovi
istituti familiari, sia dal punto di vista spirituale che dei
bisogni materiali del nucleo.
Diritti e doveri dei coniugi
La richiamata riforma del diritto di famiglia ha
riproposto in termini nuovi, quindi, la questione relativa alla ricerca di un contemperamento tra il rispetto dei doveri coniugali e le libertà individuali dei singoli coniugi, da riconoscere loro in egual misura
In tale nuova prospettiva, ciascuno dei coniugi, nell’esercizio dei propri diritti fondamentali ha:
- libertà di manifestazione di pensiero, nel rispetto,
però, nell’ambito familiare, della libertà e sensibilità altrui;
- libertà di scelta delle frequentazioni, purché non si
violi il dovere di fedeltà;
- libertà di professare la religione prescelta, purché
l’eventuale cambio di culto sia compatibile con i
concorrenti doveri di coniuge e di genitore;
- diritto alla riservatezza della propria sfera personale ed esclusiva, nella quale non sono ammesse
ingerenze nemmeno da parte del coniuge, purché
contemperato con il dovere di assistenza che impone a ciascuno di essi di non pregiudicare la comunione di vita familiare privilegiando i propri interessi personali;
- diritto alla segretezza della corrispondenza, anche
telematica;
- libertà di scelta dell’attività lavorativa essendo il
relativo diritto tutelato dalla Costituzione; in particolare, per la donna, l’attività lavorativa extradomestica non deve trovare limitazione alcuna,
ma è da considerare, anzi, doverosa, in quanto il
legislatore ha imposto ad entrambi i coniugi di
contribuire ai bisogni della famiglia con le proprie
sostanze ed il proprio lavoro, secondo un principio
di proporzionalità rispetto alle capacità di ciascuno di essi.
Ai diritti dei coniugi, si accostano i reciproci doveri:
- il dovere di fedeltà, da individuare nella reciproca
dedizione fisica e spirituale, nell’impegno reciproco di devozione, nello spirito di collaborazione, in
un comportamento ispirato alla lealtà verso il
coniuge e tutto il nucleo familiare, contemperando
gli interessi individuali con l’instaurazione di una
completa comunione di vita. Nella moderna pro-
44
spettiva sociale, la giurisprudenza di legittimità ha
chiarito come l’obbligo di fedeltà, quale contenuto
minimo inderogabile, ricomprenda anche il dovere per la moglie di non ricorrere a pratiche di
fecondazione artificiale e all’interruzione della
gravidanza, e per il marito, di non autorizzare la
propria sterilizzazione o la donazione del seme, a
meno che tutto ciò risulti giustificato da un accordo volontariamente raggiunto tra i coniugi;
- il dovere di assistenza sia materiale, sia economico, sia morale, ovvero il sostegno affettivo, psicologico, spirituale, l’interessamento reciproco di un
coniuge ai bisogni ed alle aspettative dell’altro
nello studio, nel lavoro e nella malattia;
- il dovere di coabitazione, ovvero la scelta della
residenza famigliare che, a differenza del passato
– determinata unilateralmente dal marito – è oggi
rimessa alla effettiva volontà concordata da
entrambi i coniugi. Ciò in quanto è nella residenza famigliare che i coniugi realizzano la comunione ed il rapporto stabile di affetti e di vita familiare, costituendo il punto di riferimento spaziale cui
ci si riporta idealmente in caso di lontananza;
- il dovere di contribuzione e di collaborazione che,
sul piano economico, attua il principio di solidarietà ed uguaglianza tra i coniugi al fine di soddisfare le esigenze comuni ed i reciproci bisogni
garantendo loro un unitario tenore di vita.
Tra i doveri imposti ai coniugi particolare rilievo
meritano “i doveri genitoriali” previsti dalla
Costituzione (art. 30 e 2) e dalla norma del codice
civile (art.147) ove è sancito l’obbligo dei genitori di
provvedere al mantenimento, alla istruzione ed alla
educazione dei figli assecondandone le inclinazioni, le
capacità e le aspirazioni. Tale obbligo grava sui genitori anche nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio – c.d. figli naturali – dato che dal fatto stesso
della procreazione discende l’assunzione di tutti i
diritti e doveri propri della filiazione legittima; ciò in
quanto la costituzione fa propria una concezione unitaria del rapporto di filiazione a prescindere dallo
stato di figlio.
A differenza del passato, in cui la relazione tra genitori e figli era improntata ad uno schema di potestàsoggezione, con l’ingresso della riforma del diritto di
famiglia, tale “relazione” si è trasformata in “rapporto” data la reciprocità dei diritti e doveri nonché lo
scambio e l’incontro delle loro esperienze.
Dovere principale dei genitori è quello di mantenere i
figli, assicurando loro quell’insieme di bisogni materiali e spirituali quali la salute, l’istruzione, l’educazione ed il benessere secondo il tenore di vita e le condizioni economiche della famiglia. I genitori dovranno, quindi, istruire i figli sostenendo le spese scolastiche e vigilando sulla presenza, specie della scuola dell’obbligo, e sul loro profitto.
Particolare rilievo assume l’azione educativa dei
genitori che dovrà sempre essere improntata al rispetto della personalità dei figli e non più alle sole regole
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
di condotta morale.
Le scelte religiose, politiche ed ideologiche non possono più essere imposte al figlio adolescente; i genitori dovranno solo limitarsi ad indirizzare i figli ad altre
esperienze similari per un libero confronto ed una
libera scelta.
Peraltro, la Convenzione delle Nazioni Unite sui
Diritti del Fanciullo (New York – 20/11/1989, ratificata e resa esecutiva con L.176/1991), ha affermato
il principio della illiceità dell’uso della violenza per
scopi educativi. Tale convenzione riconosce, inoltre, il
diritto del minore alla riservatezza ovvero ad una sua
sfera privata, commisurata al grado di maturità dello
stesso.
Tornando sull’obbligo al mantenimento dei figli, sia
essi legittimi che naturali, è appena il caso di ricordare come lo stesso non viene meno con il raggiungimento della loro maggiore età, ma solo allorquando
gli stessi diventeranno economicamente autosufficienti, cioè avranno raggiunto quell’indipendenza
economica che ne garantisca la dignità umana
mediante l’espletamento di un lavoro stabile.
La violazione dei doveri genitoriali è sancibile penalmente oltre che civilmente, comportando, secondo il
prevalente orientamento giurisprudenziale, una violazione dei diritti fondamentali della persona, suscettibile, quindi, di risarcimento danni, quando al mancato dovere si accompagni una effettiva lesione che
abbia inciso sul corretto sviluppo della personalità
condizionandone il processo di crescita, lo stile di vita
e le scelte abituali.
L’affidamento condiviso
Sul punto un cenno merita la legge n.54/2006, entrata in vigore dall’01/03/2006, recante disposizioni in
materia di separazione dei genitori ed affidamento
condiviso dei figli, con la quale il legislatore, sulla
scorta delle esperienze ed indicazioni emerse anche
negli altri paesi comunitari, ha voluto effettuare una
svolta rispetto al passato ed attuare il diritto dei figli
ad un rapporto equilibrato e continuativo con
entrambi i genitori, anche in caso di disgregazione
della famiglia.
I principi fondamentali della riforma sono due: 1) il
diritto dei figli alla c.d. bi-genitorialità, che consiste
nel diritto soggettivo della prole di continuare e mantenere un rapporto costante ed equilibrato con
entrambi i genitori in costanza della crisi del nucleo
familiare; 2) il principio della condivisione della
responsabilità genitoriale, che implica l’esercizio condiviso della potestà parentale, come regime di responsabilizzazione dei genitori per il solo fatto della procreazione.
Nel sistema previgente, risultante dalla riforma del
1975 e dalla legge sul divorzio, così come modificata
nel 1987, la regola era l’affidamento dei figli ad uno
solo dei genitori che esercitava in via esclusiva la potestà, fatte salve le ipotesi residuali di affidamento alternato e congiunto, rimaste prive di applicazione pratica.
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
Il legislatore del 2006 cambia prospettiva e, con un
intervento sicuramente innovativo rispetto al passato,
ribalta il previgente rapporto tra regola ed eccezione.
L’affidamento condiviso diventa la regola, ferma
restando la possibilità per il Giudice di disporre l’affidamento ad uno solo dei genitori quando ritenga,
con provvedimento motivato, che l’affidamento
anche all’altro sia contrario all’interesse del minore.
La famiglia di fatto
A seguito dei profondi cambiamenti che hanno interessato la nostra società negli ultimi decenni non può
non rilevarsi come, statisticamente, sia diminuito il
numero dei matrimoni, si è accresciuta la percentuale di quelli celebrati solo civilmente, si è innalzata
l’età del matrimonio ed è diminuito il numero dei
figli, è cresciuta la percentuale dei separati e divorziati, così come sono aumentate le unioni libere, cioè
le coabitazioni o convivenze non fondate sul matrimonio.
Proprio quest’ultimo risvolto sociale ha dato adito ad
uno dei temi più dibattuti in Italia domandandosi
quale rilevanza giuridica attribuire ad altre forme di
convivenza diverse dal matrimonio.
L’argomento forma oggetto di approfondimento sia
nella dottrina civilistica che nella giurisprudenza,
sia di legittimità che costituzionale, ove si è arrivati
ad estendere taluni benefici previsti per il coniuge
anche al convivente more uxorio, intendendo il termine famiglia esteso anche a quel consorzio di persone tra le quali, per strette relazioni e consuetudini di vita, siano sorti rapporti di fatto assistenza e
solidarietà per un apprezzabile periodo di tempo.
Tuttavia, considerata la episodicità con cui ancora
avviene il riconoscimento della rilevanza giuridica
della famiglia di fatto, può accadere che i membri
della coppia, i quali non hanno inteso assumere reciprocamente obblighi ed acquistare diritti attraverso
l’istituto del matrimonio, intendano conseguire situazioni giuridiche protette ricorrendo alla stipulazione
di altri negozi, più o meno tipici, aventi per lo più
contenuto economico: la rendita vitalizia, la donazione modale, l’istituzione di erede o di legato, il comodato vita natural durante, i contratti di assicurazione
sulla vita a beneficio del convivente.
Diversa è l’attenzione dell’ordinamento in caso di
filiazione all’interno di una famiglia di fatto. I genitori naturali assumono tutti i diritti ed i doveri che i
coniugi hanno nei confronti dei figli nati in costanza
di matrimonio. Dall’altro verso, la Costituzione afferma la equiparazione, nei confronti dei genitori, dei
figli legittimi a quelli nati fuori dal matrimonio e
demanda alla legge di assicurare ai figli naturali ogni
tutela giuridica e sociale.
Le convivenze omosessuali
L’aspetto nuovo emerso nel dibattito degli ultimi anni
è dato dal tentativo di ricomprendere nel concetto di
coppie di fatto anche forme di convivenza tra perso45
ne dello stesso sesso (convivenze omosessuali). Da qui
la tendenza più recente di alcuni ordinamenti, recepita da qualche anno anche in proposte emerse sul
piano politico nel nostro Paese, ad affrontare il tema
delle convivenze mediante l’introduzione di modelli
legislativi caratterizzati dall’esplicita previsione dell’indifferenza del sesso dei conviventi.
È chiaro che, posta in questi termini, la questione dell’eventuale tutela giuridica di forme di convivenza
diverse dal matrimonio assume profili molto più problematici sia sul piano giurisprudenziale che costituzionale, ove è evidente la differente rilevanza delle convivenze eterosessuali rispetto a quelle omosessuali.
Per le prime, infatti, vale comunque quell’indiretto
riconoscimento derivante dagli artt. 30 e 31 Cost., in
quanto la filiazione è tutelata anche fuori dal matrimonio, sia pure tenendo conto e preservando il primato che spetta alla famiglia fondata sul matrimonio,
che crea l’ambiente umano più idoneo alla crescita ed
alla educazione dei figli, per come confermato dal
legislatore nell’ultima riforma in materia di adozione
(D.L. 24/04/2001 n.150), il cui diritto resta riservato alle sole coppie coniugate.
Per le coppie omosessuali, invece, non è possibile
alcun riferimento alle disposizioni costituzionali in
materia di matrimonio, famiglia e filiazione, mentre
per esse è ricorrente il richiamo all’art. 2 Cost., nel
quale si afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo
sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
La famiglia allargata
Una specificazione della famiglia di fatto, tipica dei
tempi nostri, è la cosiddetta famiglia allargata, frutto
di convivenze o unioni successive ad un primo matrimonio.
Oggi, l’idea tradizionale della famiglia allungata, nel
senso che spesso comprendeva genitori, figli e nonni
in un ideale abbraccio di più generazioni, deve confrontarsi anche con il nuovo scenario della famiglia
allargata: in pratica, accade che, spesso, nella convivenza successiva al primo matrimonio, arrivano altri
figli, i quali dovranno imparare a convivere con quelli già nati, o accade che figli già grandi si ritrovino a
doversi relazionare con uno o più fratelli con cui
hanno in comune un solo genitore.
Non vi è dubbio che quello della famiglia allargata
rappresenti un fenomeno complesso per i suoi risvolti psicologici, tale da richiedere un impegno notevole
alla coppia nella divisione dei ruoli e nella creazione
di un dialogo con i figli, aperto al confronto ed alla
comprensione dei loro bisogni e dei loro spazi.
Un significativo ma critico spunto di riflessione può
rinvenirsi nella esternazione di Papa Benedetto XVI
effettuata, in materia di famiglia allargata, lo scorso
settembre 2009: “I giovani, per essere istruiti ed educati – ha ammonito il Pontefice – hanno bisogno di
riferimenti estremamente precisi e concreti, di genito-
46
ri determinati e certi che in modo diverso concorrano
alla loro formazione. E’proprio questo principio che
la pratica del divorzio sta minando e compromettendo con la cosiddetta famiglia allargata e mobile, che
moltiplica i padri e le madri e fa in modo che la maggioranza di quelli che si sentono orfani non siano i
figli senza genitori, ma i figli che ne hanno troppi”.
I matrimoni misti
L’art. 116 del codice civile in materia di matrimoni
misti si limitava a prevedere che lo straniero il quale
vuole contrarre matrimonio nello Stato italiano deve
presentare all’ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell’Autorità competente del proprio paese,
dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio, ferma restando la sua
soggezione alle disposizioni contenute negli articoli
85, 86, 87, 88, 89 del codice civile sugli impedimenti vigenti nel nostro Paese per infermità di mente,
precedente matrimonio, parentela e affinità, delitto e
divieto temporaneo di nuove nozze.
La legge n. 94 del 15/07/2009, però, richiede oggi
che lo straniero presenti un ulteriore documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano. Tale ultima norma, dalla dubbia legittimità costituzionale per il paventato contrasto con l’art.29
Cost., troverebbe la sua giustificazione nel tentativo
di evitare il ricorso al matrimonio misto come un
espediente simulato per procurarsi la regolarità di
soggiornare in Italia.
Le maggiori problematiche sorgono nel caso in cui le
unioni avvengono tra persone non omogenee dal
punto di vista socio-culturale.
E’anche vero che sempre più cristiani occidentali
viaggiano verso paesi a maggioranza musulmana per
turismo, lavoro o studio, così facilitandosi la formazione di coppie miste.
A tale proposito è bene evidenziare come per la sharia o legge islamica, la donna musulmana può sposare solamente un uomo musulmano, altrimenti il
matrimonio non sarà riconosciuto nell’Islam, che pretende la conversione dello sposo cristiano. La situazione è differente quando il partner cristiano è la
donna. Poiché un musulmano può sposare una donna
cristiana, ella non è costretta dalla legge islamica a
convertirsi, sebbene è probabile che subisca forti
pressioni in tal senso per assicurare ai figli la crescita
in quella fede. A ciò si aggiunga che, per la legge islamica, un uomo musulmano può prendere un’altra
moglie senza divorziare dalla prima, fino ad un totale di quattro, sebbene non sia il caso di enfatizzare
questo problema, perché meno dell’1% dei musulmani sono poligami e molte nazioni a maggioranza
musulmana hanno severe restrizioni riguardo alla
poligamia, mentre in altri, (Turchia, Bosnia e
Repubbliche dell’Asia Centrale) la stessa è proibita.
Papa Giovanni Paolo II, in più occasioni, ebbe ad evidenziare come i matrimoni cristiano-musulmani possono rappresentare una “opportunità privilegiata”
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
per il dialogo tra religioni e culture diverse. In contrasto con tale atteggiamento propositivo, si pone il
monito recentemente lanciato da mons. Paolo Rigon,
Presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale
Ligure, in occasione dell’inaugurazione dell’anno
giudiziario: “Il matrimonio misto è un matrimonio ad
alto rischio. Non ci si deve illudere sulla presunta o
apparente integrazione di chi ha culture e religioni
diverse perché non è la permanenza per anni in Italia
che integra e neppure gli studi fatti in Italia, e,
soprattutto, è necessario diffidare dalle promesse che
vengono espresse da queste persone perché, proprio
per quanto concerne il matrimonio, la famiglia e la
prole, le culture ataviche hanno sempre la supremazia, oltre alla grandissima influenza delle famiglie di
origine”.
FAMIGLIA: ASPETTI GIURIDICI,
PSICOLOGICI E MEDICI NELLA SOCIETÀ DI OGGI
Parte seconda
di Elza Russo
Alla parola stimolo “famiglia” la maggioranza dei giovani degli anni ’70 associava il significato di famiglia
nucleare, soffocante, patogena, culla di inibizione sessuale, piena di perbenismo borghese. Tutte cose da
lasciarsi dietro le spalle.
Gli esperimenti di vita alternativa alla famiglia (le
comuni, le convivenze di fatto) ebbero, proprio a partire dagli anni ’70, gli albori, ottenendo sempre più
successo, per cui la morte della famiglia sembrava
segnata. Addirittura si addebitavano al fallimento
della famiglia, come istituzione, fenomeni come l’individualismo, la solitudine, le depressioni e altro,
dando per scontato che la famiglia non era più quella di una volta (cioè struttura positiva e desiderabile)
ma solo rappresentazione ideale della famiglia felice.
Una volta la famiglia era un luogo sicuro contro le
tensioni del mondo di fuori: genitori amorevoli, una
madre che aveva sempre tempo per i suoi figli (mai
stanca e stressata); un padre che assicurava il benessere dei suoi; nonni e zii che trasmettevano le loro
esperienze e alleggerivano il compito dei genitori.
Non è casuale la somiglianza di questi stereotipi con
quelli pubblicizzati dai media. I pubblicitari ammaniscono in permanenza, senza che spesso ci si renda
conto, proprio quel materiale di cui è fatta la nostra
concezione della famiglia. Mentre nei serial televisivi
e nelle telenovelas la realtà ha, da tempo libero accesso (sotto forma di tradimenti, divorzi e relazioni irregolari), negli spot pubblicitari le famiglie sono come
noi le vorremmo: sane e felici, senza litigi, rotture,
problemi scolastici. Tutti si amano (che e poi quello
che stato e chiesa ancora oggi si aspettano da qualsiasi famiglia). Si sa che la vita non è mai come la
dipinge la pubblicità, ma ciò non impedisce di sentirsi in colpa perché, magari inconsciamente, si tende a
confrontare quell’immagine di famiglia ideale con la
realtà portando a considerare, con rammarico, di non
essere capaci di costruire una famiglia così unita e
serena.
A questa mancata corrispondenza tra ideale e realtà
si reagisce sentendosi delusi, traditi, rabbiosi, tornando ad esaltare la vita familiare dei bei tempi andati:
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
la famiglia allargata che viveva tutta sotto lo stesso
tetto, dove la madre dedicava con amore la sua vita
esclusivamente all’educazione dei figli e dove i coniugi rimanevano uniti finché morte non li separava.
L’immagine della famiglia felice ed unita è di origine
recente: gli anni “50” del secolo scorso (il periodo
d’oro della famiglia nucleare). Ciò è stato possibile
per la situazione particolare del dopoguerra, con la
sensazione di partire per costruire qualcosa di nuovo
e per il benessere di più larghe masse della popolazione, cosicché fu possibile una vita familiare senza
precedenti. Mai, prima di allora ci si era sposati e
avuto figli così presto; mai la percentuale di separazioni e divorzi era stata così bassa, come bassa era la
percentuale dei single. I valori della famiglia borghese divennero, negli anni “50”, valori collettivi. Per la
prima volta si attribuiva alla famiglia il compito di
soddisfare tutti i bisogni dei suoi membri che dovevano ricavare la propria identità e l’immagine di sé
dai ruoli che rivestivano all’interno del nucleo familiare. Il matrimonio e la famiglia erano, ormai, questione di sentimenti e non più di considerazioni personali e di interesse. Per quegli anni la cosiddetta
forma di famiglia nucleare apparve la più ovvia
anche se non la più felice, come invece appare trasfigurata dal ricordo (infatti in quegli anni le gravidanze di minorenni erano più di oggi, la disparità del
livello d’istruzione tra i due sessi era cresciuta più che
nel mezzo secolo precedente e le donne non godevano
di parità dei diritti). Pertanto di quegli anni è rimasto nella memoria solo l’aspetto positivo, improntando di sé la nostra concezione della famiglia più di
tutti i secoli precedenti.
Quindi il confronto deve essere fatto con tutta la storia sociale delle strutture familiari e non solo con la
situazione eccezionale degli anni “50”. Allargando, in
questo modo, la prospettiva storica risulta chiaro che
non si può parlare oggi di crisi della famiglia ma di
trasformazione. Le insoddisfazioni e le auto-accuse,
derivate dal suddetto mito degli anni “50”, portano a
sopravvalutare le potenzialità della famiglia soprattutto in due ambiti:
47
A) Il valore che le si attribuisce ai fini della salute
mentale dei figli.
B) La vita affettiva dei suoi membri.
Per ciò che riguarda il primo ambito, per la mentalità
corrente, la famiglia passa ancora per il miglior
ambiente possibile dove il bambino possa crescere.
Questo fa si che, non appena il bambino presenta
una qualunque difficoltà, la ragazza madre o la
divorziata si trovi costretta a discolparsi in qualche
modo. Succede così che le madri si sentano rimordere la coscienza quando affidano al nido o alla
babysitter il bambino, mentre patrigni e matrigne
soffrono sentimenti d’inferiorità rispetto ai genitori
biologici.
Lo studioso inglese Rudolph Schaffer arriva alla conclusione che «qualunque modello familiare (famiglia
nucleare, tradizionale, incompleta, adottiva, convivenze alternative) ha scarsi effetti sull’adattamento
del bambino. Anche l’affidamento ad una coppia
omosessuale non ha alcuna conseguenza negativa
sullo sviluppo del bambino e non comporta, di per sé,
(ne più e ne meno dell’assenza della figura paterna o
dello scambio di ruoli fra padre e madre) disturbi
dell’identità sessuale. Non conta il fatto che i bambini crescano in un nucleo regolare ma è invece decisiva, come dimostrano tutte le ricerche la qualità dei
rapporti familiari e quest’ultima non è legata ad alcuna forma particolare di famiglia. Personalità sane possono svilupparsi in tutte le possibili forme di interazione sociale. È importante solo che il rapporto in cui si
trovano inserite sia vissuto come soddisfacente».
Per quanto riguarda il secondo ambito (quello affettivo), viene considerato come terreno privilegiato
della famiglia. Secondo quest’errata convinzione i
membri della famiglia devono essere tutti l’uno per
l’altro. Solo in famiglia si può mostrare il proprio
intimo, lasciando cadere la maschera quotidiana. La
realtà è diversa: i membri di una famiglia, spesso,
non sanno molto gli uni degli altri e i loro sentimenti
preferiscono comunicarli a persone che considerano
più adatte ed affidabili dei familiari. Oggi si trovano
sul mercato innumerevoli proposte terapeutiche o
gruppi di auto-aiuto, per cui le questioni più intime
vengono affrontate con dei perfetti estranei. Eppure
sopravvive l’idea che problemi e preoccupazioni siano
“faccende di famiglia”. Il concetto di famiglia ideale
non contempla che la realtà quotidiana sia, spesso, in
contrasto con la pretesa di risolvere tutti i problemi
nella e con la famiglia.
Sia che i legami familiari siano un aiuto e un sostegno o, al contrario, una prigionia soffocante, le esperienze di tutta una vita nella e con la famiglia lasciano un’impronta sulla personalità, sulla visione del
mondo e sul comportamento. Direttamente o indirettamente, la famiglia influisce sulla salute dei figli,
trasmettendo un certo tipo di consapevolezza e
modelli di condotta sani o a rischio. In molti casi la
famiglia non è un’oasi di vita sana e serena ma è
fonte di malattie e malessere. Si pensi agli effetti
48
negativi sulla prole di genitori affetti da malattie
mentali (comprese le nevrosi gravi e le psicosi),
disturbi di personalità, deviazioni sessuali, depressione, genitori maltrattanti, con particolare riferimento
alla sindrome di Munchausen procurata e all’incesto.
Quali influssi positivi può avere la famiglia sullo sviluppo della salute dei suoi membri? I meccanismi che
entrano in gioco sono i seguenti:
1) La famiglia è il primo veicolo di conoscenza del
mondo: vi impariamo come funziona il mondo di
fuori, quali ruoli possiamo svolgervi, che possibilità la vita ha in serbo per noi. Questa trasmissione del sapere è soprattutto affidata ai genitori, i
quali, tuttavia, a loro volta imparano cose importanti dai figli che riportano in casa nuove informazioni e tendenze.
2) La famiglia è un terreno sperimentale in cui si
mettono alla prova idee e comportamenti.
3) La famiglia trasmette valori, concezioni, ideologie costituendo un gruppo di riferimento quando, nel modo
esterno, ci confrontiamo con altre idee e valori.
4) La famiglia è la prima rete sociale in cui l’individuo si inserisce e può fornire, per prima, valida
protezione e sostegno pratico e concreto ai suoi
membri.
5) La famiglia è il luogo migliore dove possiamo trovare riposo e ristoro in periodi di crisi e di malattia.
6) La famiglia stabilizza l’identità personale dopo
insuccessi e conflitti. I familiari ci sollevano, ci
restituiscono fiducia in noi stessi e ci aiutano a
superare perdite e frustrazioni. Se questi meccanismi familiari funzionano bene sono una barriera
potente contro le crisi e le difficoltà della vita.
Nel nostro mondo moderno, quindi, in cui gli stimoli
di vita conducono, in buona parte, alla solitudine,
alla superficialità dei rapporti, all’insicurezza (con
aumento di ansia, stress e logorio) un modo di superare tutto questo può essere la riscoperta della famiglia e di rapporti più veri.
Lo studioso Norbert Herriger ha svolto una ricerca
sull’invulnerabilità della famiglia seguendo ed osservando le famiglie di 14 donne malate di cancro, dopo
le dimissioni dall’ospedale.
Nel gruppo erano comprese le famiglie alcune pazienti che i medici e gli psicologi avevano giudicato particolarmente dotate di capacità di resistenza alla
malattia. Dai colloqui e dalle osservazioni sono emessi quattro aspetti che caratterizzano le famiglie cosiddette “invulnerabili”:
1) L’assunzione collettiva del problema. La crisi o la
malattia di un membro della famiglia colpisce tutti e
tutti si sentono responsabili del processo di guarigione. La famiglia, quindi, si mostra capace di crescita e
sa adattarsi alla nuova situazione di pericolo.
2) La famiglia attinge energie e speranze dai suoi
legami emotivi. Amore, fiducia, disponibilità, aiutano chi è colpito dalla malattia, soprattutto quando nascono, inevitabilmente, sentimenti di paura,
impotenza e rabbia nel malato. L’esperienza di
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
non essere abbandonati crea una qualità nuova del
clima familiare.
3) La famiglia sa di poter reggere anche ad un evento drammatico come la malattia di uno dei suoi
componenti. Si sente in grado di superare la crisi
con le sue forze, addossandosi, a lungo, un carico
non indifferente perché può rifarsi a situazioni in
cui ha saputo superare problemi e difficoltà. Nasce
così quello che Herriger chiama “ottimismo familiare”: una fiducia collettiva nelle proprie forze,
nella propria coesione interiore.
4) Le famiglie che non si lasciano schiacciare dalle
crisi e dalle malattie si distinguono, infine, per la
disponibilità ad affrontare pubblicamente i loro
problemi senza rinchiudersi tra quattro mura.
Possono, così, mobilitare aiuti dall’esterno. Non si
vergognano di avere un problema e non sono,
quindi, costrette a costruire una facciata per mante-
nere all’esterno le apparenze della famiglia felice.
Pertanto se la famiglia comincia ad abdicare alla propria funzione e offre ai figli solo benessere materiale
aspettandosi in cambio riconoscenza a vita senza che
niente sia guadagnato con fatica e sacrificio, allora i
figli cresceranno con l’idea che non contano niente
affetti, emozioni, sentimenti, ma che la felicità sta nel
possedere tante cose (possibilmente le migliori).
Pertanto continueranno a crescere i consumi materiali dei più giovani, l’abuso di droghe, di alcool, gli
incidenti del sabato sera post discoteca.
Invece la vera eredità, il vero amore per i figli, la
famiglia lo dimostra se insegna a questi ultimi a
misurarsi come individui, con pregi e limiti, con la
propria realtà conquistando ogni giorno una fetta di
autostima, un pezzetto di gioia, senza spendere e
spandere, perché la felicità non potrà mai essere nel
fare, nell’arraffare ma solo nel saper essere.
DUE OPINIONI PIEMONTESI
“Il Sovrano è come un genitore che cerca il bene della
propria famiglia, ma è fallibile”. Così, sentii mio padre
commentare, in conversazione con un vicino, quando
ero ancora bambino.
Faceva probabilmente allusione al Referendum
Istituzionale del 1946 che dette adito alla repubblica.
Da buon piemontese, mio padre non avrebbe certo indicato la via dell’esilio a S. M. Umberto II.
Ritengo che, neppur’io, l’avrei fatto, all’epoca.
Contrariamente, ho dei dubbi sul come voterei nel
2011, se ci fosse un nuovo Referendum Istituzionale.
Tuttavia, trovo difficile accettare che ancora oggi i
nostri due ultimi Sovrani e le loro consorti siano sepolti
in suolo straniero. Per inclinazione personale, e per
amore della Storia, ho visitato nel recente passato, le
tombe dei nostri Sovrani: Conti, Duchi e Re, in Savoia, in
Piemonte, ed a Roma. Visitai pure la tomba della Regina
Elena a Montpellier, sempre adorna di fiori freschi.
Capisco, in un certo senso, la scelta dell’elettorato italiano
del ’46, in quel dopo-guerra, si cercava disperatamente un
colpevole per tutti i disastri del quinquennio precedente.
Sono convinto, però, che sia doveroso di riconoscere il contributo cardinale delle LL. MM. Carlo Alberto e Vittorio
Emanuele II nella realizzazione del “Sogno
Risorgimentale”.
S. M. Carlo Alberto iniziò l’azione che gli costò il Trono,
l’Esilio, la Vita. La persistenza, l’ambizione ed il coraggio di S. M. Vittorio Emanuele II contribuirono in modo
capitale al completamento dell’Unità.
Conseguentemente, mi sembra doveroso che gli Italiani,
in omaggio e riconoscimento dello storico ruolo di Casa
Savoia, esigano che le Salme delle LL. MM. Vittorio
Emanuele III ed Umberto II e delle Loro Regine siano
ritornate all’Italico Suolo.
Penso che l’avvenire proverà che la riconoscenza ed il rispetto
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
della Storia non fanno difetto agli Italiani di oggi.
Pietro Monticone
Molti anni fa, durante una mia breve sosta a Roma, ebbi
l’opportunità di visitare, con vivo interesse storico e
architettonico, il Pantheon.
Rimasi colpito dalla maestà di questo monumento che
raggruppava diversi cicli storici della mia Patria, dalle
origini imperiali al periodo risorgimentale, lasciando
tuttavia un vuoto storico di circa 60 anni, i più recenti,
quelli in cui mi identificavo.
L’assenza della tomba del Re Vittorio Emanuele III, del
di lui figlio Umberto II, e delle rispettive mogli, Regina
Elena e Maria Josè, mi turbò. Il ciclo storico non era
completo!
Perché l’Italia non aveva accolto nel Pantheon anche
questi personaggi reali? Ostilità, forse?
I tempi in cui vissero furono difficili e difficili furono le
loro decisioni, e di questo ne sarà giudice la storia.
Ma ora, dopo 60 anni, 3 generazioni e 2 Repubbliche, è
tempo che le spoglie di questi onorati personaggi storici ritornino a casa, siano tumulate con doveroso decoro
nella “Tomba della Patria”, e, onorati nel loro ruolo storico che nessuno può negare.
A questo proposito voglio ringraziare il Maggiore Andrea
M. Coda di San Grato per avermi dato l’opportunità di
unirmi a tutti coloro che credono in questa causa.
La celebrazione del 150° anniversario dell’Unità
d’Italia sarebbe la degna occasione per risanare un’ingiustizia che si protrae da troppo tempo, ed un vivo
riconoscimento del popolo italiano alla casa Savoia
senza la cui partecipazione e guida non ci sarebbe questo evento.
Piero Fonsato
49
LIBRI
libro per agevolare la conoscenza e la divulgazione della
nostra storia. Il cinema infatti, per l'immediatezza delle
immagini, raggiunge questi scopi prima di qualsiasi altro
mezzo di comunicazione e tocca chi non legge libri, in particolare le giovani generazioni alle quali nessuno insegna
quanto sia importante conoscere la storia. A dimostrazione
di ciò molti enti e scuole pubbliche hanno chiesto alla
Delegazione di tenere conferenze in argomento risorgimentale con proiezione di spezzoni di film a soggetto, cosa
che abbiamo accettato di buon grado di fare e stiamo
facendo.
BOLOGNA
Nell'ambito delle iniziative per il 150° della proclamazione
del regno d'Italia, la Delegazione di Bologna ha ideato e
promosso due pubblicazioni riguardanti le vicende risorgimentali: "IL RISORGIMENTO A BOLOGNA", "IL
RISORGIMENTO NEL CINEMA ITALIANO".
Il primo, realizzato con il patrocinio del Comune di
Bologna, Quartiere Santo Stefano riporta gli eventi bolognese e la storia di personaggi locali che hanno avuto un
ruolo fondamentale nell'unità d'Italia. Scritto da cinque
Guardie d'Onore e da alcuni dei maggiori storici cittadini,
il libro è stato presentato in numerosissimi incontri pubblici, donato alle biblioteche ed alle scuole della provincia
di Bologna e distribuito in veste leggermente modificata
nelle edicole come allegato al quotidiano Il Resto del
Carlino. Importanti per la conoscenza della storia locale,
la cronologia dei fatti bolognesi dal 1794 al 1861 e la
descrizione dei 102 siti e personaggi (44 dei quali bolognesi) che in città hanno intitolato una via o una piazza, ma
sconosciuti per mancanza di insegnamento alla maggior
parte di coloro che transitando per le vie leggono le targhe.
Il secondo, "IL RISORGIMENTO NEL CINEMA ITALIANO", finanziato in parte dalla Delegazione riporta e
descrive dettagliatamente 136 film a soggetto risorgimentale prodotti in Italia dal 1905 al 2010, 61 dei quali del
periodo del cinema muto e 75 del sonoro. È un'opera completa, unica del suo genere, scritta dai Proff. Giorgio
Sangiorgi e Giovanni Lasi esperti cinefili. Si compone di
schede che per ogni film riportano la trama, gli interpreti,
la regia, la valutazione della critica e contiene un indice
cronologico ed un indice tematico che consentono di
conoscere l'anno di produzione di ogni singola pellicola, il
numero ed il titolo delle stesse riferite ad ogni evento o
periodo risorgimentale. Abbiamo pensato e voluto questo
50
IL TERRORISMO di Antonella Colonna Vilasi, Ed.
Mursia
“Con il termine strategia della tensione, utilizzato per la
prima volta dopo l’attentato di Piazza Fontana, ci si riferisce
a una teoria interpretativa che analizza l’insieme delle stragi
e degli attentati terroristici italiani avvenuti nel secondo
dopoguerra e, con particolare intensità, tra il 1969 e il 1984
e, in misura minore, anche successivamente.
Il movente principale di questa particolare strategia è
ravvisato nella destabilizzazione della situazione politica
italiana.
150 morti, 562 feriti, 11 stragi, un numero ancora
indefinito di tentativi di strage: per quindici anni, dal
1969 al 1984, l’Italia è stato un Paese insanguinato dalla
logica del terrore.
Una logica stragista al servizio di finalità politiche per
nulla oscure: il condizionamento della vita democratica di
una nazione e la lotta politica concepita come sconto senza
quartiere e improntata al ricatto del terrore.
Anni passati?
Anni che non torneranno mai più?”
Con l’esperienza acquisita
come saggista, autrice di
pubblicazioni criminologico-forensi, nelle quali si
occupa di criminalità organizzata, mafia ed intelligence, Antonella Colonna
Vilasi ricostruisce ora uno
dei periodi più misteriosi e
controversi della storia contemporanea del nostro
Paese, rivisitando proprio
quel quindicennio maledetto che, tra eversione “rossa”
e “nera”, ha inciso, forse
indelebilmente, le nostre
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
stesse coscienze.
“Il Terrorismo” (Mursia, Milano 2009, € 19.00) reca la
prestigiosa prefazione di Piero Luigi Vigna, Procuratore
Nazionale Antimafia tra il 1997 ed il 2005 che, dopo aver
evidenziato le tre principali direttrici lungo cui si muove la
ricerca (la strategia della tensione, l’eversione rossa e quella nera), rimarca come il testo di Antonella Colonna Vilasi
si caratterizzi “per un linguaggio narrativo distaccato che
completa le conoscenze anche di coloro che hanno avuto
l’occasione di svolgere indagini sul fenomeno terroristico,
mediante opportune citazioni testuali di articoli di stampa
editi nei vari momenti storici e di documenti, anche di
fonte internazionale, che, preclusi un tempo all’accesso,
sono diventati via via disponibili grazie all’apertura di
archivi riservati”.
E il lettore non impiegherà molto per verificare, di persona, l’estrema attualità del testo che - ancora parole di
Vigna - “è testimonianza del fatto che la repressione del
terrorismo avvenne, pur fra le notevoli difficoltà incontrate dall’azione investigativa - specie quella diretta a contrastare l’eversione di destra - nel rispetto dei fondamentali principi costituzionali, senza ricorrere alle 'scorciatoie'
propugnate dai sostenitori del cosiddetto 'diritto penale
del nemico', ma anche perché dà conto, a chi non visse
quei periodi, dei percorsi che si sono dovuti compiere per
la stabilizzazione del nostro assetto democratico”.
Utile come non mai, la ricerca di Antonella Colonna Vilasi
è uno strumento di ricerca per riportare la luce su un passato che tale non sembrerebbe essere. Del tutto…
ITALIA PATRIA DI SCIENZIATI DI Waldimaro
Fiorentino, Edizioni Catinaccio
Il primo volume di «Italia patria di scienziati» è stato
accolto con attenzione persino superiore al previsto.
Presentato in diverse località italiane, ha ottenuto lusinghiere recensioni dagli organi di informazione italiani ed
esteri; il volume è stato anche tradotto in lingua araba e
presentato con successo al Salone del libro del Cairo ed alla
Biblioteca Alessandrina di Alessandria d’Egitto.
L’esposizione di questo secondo volume ricalca quello
adottato nel primo volume e segue il criterio della semplicità più efficace, allo scopo di favorire la maggiore conoscenza del contributo italiano al progresso scientifico; un
contributo che è stato ed è
importante ed abbraccia
tutti i diversi ambiti delle
scienze.
Attraverso gli approfondimenti eseguiti per la stesura
dell’opera, si sono individuati oltre 5 mila scienziati
italiani, alcuni dei quali
hanno dato vita a studi,
scoperte ed invenzioni di
portata persino epocale; tra
quelli citati in questo volume Prospero Alpini, che
individuò il sesso delle
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
piante e fece conoscere al mondo il caffè; Giovan Battista
Amici, anticipatore della rivoluzione, poi detta copernicana; Giovanni Canestrini, che fece conoscere in Italia la teoria Darwiniana; Gregorio Ricci Curbastro, i cui studi furono alla base della teoria della relatività enunciata dal
Alfred Einstein; Ascanio Sobrero, creatore della nitroglicerina, dalla quale Alfred Nobel ricavò la dinamite; Luigi
Santarella, il mago del cemento Armato; Enrico Forlanini,
l’inventore dell’elicottero; Luigi Stipa, creatore dell’aereo a
reazione; Raffaele Piria, l’inventore dell’aspirina, la medicina più usata al mondo; Aldo Castellani, il debellatore
della malattia del sonno; Gaetano Arturo e Luigi Crocco,
progenitori del volo spaziale; Ugo Tiberio, competitore
di Guglielmo Marconi nell’invenzione del radar;
Giovanni Bonica, l’inventore della terapia del dolore;
per non fare che alcuni esempi soltanto. In concomitanza con il 150° anniversario dell’Unità e dell’Indipendenza
d’Italia, questo secondo volume sottolinea il contributo di
tanti nostri scienziati al Risorgimento nazionale; contributo,
peraltro, già segnalato per diversi degli studiosi fatti conoscere nel primo volume. Inoltre, anche in questo volume,
«Italia patria di scienziati» si pone l’obiettivo di rammentare
quanto abbia contribuito l’opera dei nostri scienziati e di fa
crescere la consapevolezza di quanto avrebbe ancora da guadagnare il nostro Paese – anche sotto il profilo economico,
occupazionale, sociale e di immagine – qualora potenzialità
non comuni formate in Italia spesso non venissero ignorate,
non incoraggiate e disperse.
Questo secondo volume è stato presentato al CNR –
Consiglio nazionale delle Ricerche – a Roma, nel corso del
Convegno «Gli scienziati italiani per l’Unità d’Italia e per
lo sviluppo dell’Italia», LXXI Riunione scientifica della
Sips, Società italiana per il progresso delle scienze, tenutasi sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica,
ed organizzato in collaborazione con le maggiori
Organizzazioni scientifiche italiane.
Il libro è stato premiato con medaglia del Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano.
LA MONARCHIA FASCISTA di Paolo Colombo
Biblioteca storica il Mulino
Il complesso rapporto tra Monarchia e Fascismo, troppo
spesso liquidato in termini sbrigativi, approssimativi e
superficiali, viene attentamente analizzato in questo testo
di notevole interesse.
L’autore, ordinario di Storia
delle istituzioni politiche
presso la Facoltà di Scienze
Politiche dell’Università Cattolica di Milano, ripercorre un
periodo storico ancora assai
dibattuto ed approfondisce lo
studio del ruolo della Corona
durante il Governo fascista,
tema fondamentale nella storia politica pressoché ignorato
per circa un sessantennio.
L’architettura istituzionale
delineata dallo Statuto e
51
profondamente modificata dalla produzione normativa del
Regime viene illustrata al lettore senza la presunzione di
voler giungere a conclusioni definite, ma delineando un
quadro di natura squisitamente storico-giuridica attraverso l’analisi del periodo intercorrente tra la salita al potere
di Benito Mussolini e l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale.
Momenti importantissimi quali la decisione del Re di non firmare la proclamazione dello stato d’assedio nel 1922 e la
prudenza manifestata in più occasioni (es. costituzione della
Milizia), sono sospetti che vengono ripercorsi attraverso lo
studio e l’analisi dei testi normativi dell’epoca; allo stesso
modo viene inquadrato il ruolo della corona in un panorama
legislativo in costante divenire, volto ad un’accentuazione
sempre più marcata delle prerogative del Capo del Governo
che diviene progressivamente unico interlocutore del Capo
dello Stato nei rapporti con i Ministri.
La perplessità del Sovrano circa l’opportunità di muovere
guerra all’Etiopia ed il suo ruolo di Capo di Stato a fronte
delle nuove espansioni coloniali; i pareri dei giuristi a
52
seguito dell’istituzione di Primo Maresciallo dell’Impero,
nonché le relative prerogative; l’offerta della Corona
d’Albania e il nuovo assetto istituzionale delineatosi; la
costituzione di uno Stato indipendente croato, la cui corona viene offerta nuovamente ad un Savoia: sono aspetti
che vengono affrontati con grande attenzione dall’autore,
il quale mantiene un alto profilo, senza cadere nella facile
retorica e rifuggendo da stereotipi consolidati.
Viene poi illustrata la struttura amministrativa del
Quirinale, con il potente Ministero della Real Casa che
diventa progressivamente un importante crocevia per
intrecci strategici volti all’inversione della rotta italiana ed
all’inizio della fine di Mussolini.
Dettagliata infine la descrizione della scarsa permeabilità
di Casa Savoia di fronte alle insistenze del PNF per un atto
formale di adesione, nonché della strenua difesa della bandiera da parte del Sovrano onde evitare inserimenti di simboli del Regime.
Un testo assai pregevole, certamente importante nella
biblioteca di un devoto a Casa Savoia
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
NUOVI
ISCRITTI
NUMERO
COGNOME
E
NOME
GRADO MILITARE
PROFESSIONE
CITTÀ
NASC.
21.740
MARINO BATÀ Orazio Andrea
Professore d'orchestra
Alcara Li Fusi (ME)
21.741
CALÒ Eugenia
Direttrice di banca
Roma
21.742
ALIQUÒ Filippo Maria
Maresciallo N. P.
Editore, giornalista
Reggio Calabria
1964
21.743
TIRAMANI Devis
Carabiniere scelto
Graduato CC
Rustigazzo di Lug.no (PC)
1976
21.744
PITZALIS Marina
Libero professionista
Vado Ligure (SV)
21.791
MEACCI Gian Franco
Imprenditore
Firenze
1942
21.792
GALGANI Mauro
Imprenditore
Certaldo (FI)
1949
21.793
PAZZAGLIA Alessandro
Avvocato
Roma
1960
21.794
DI PASTENA Omar
Sottufficiale CC
Messina
1974
21.795
SAGRAMOSO Federico
Studente
Milano
1992
21.796
CENTIS Alfredo
Caporale
Quadro direttivo bancario
Cogliate (MB)
1968
21.797
CHIRIACO Mauro
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Catanzaro Lido
1968
21.798
MAUGERI Riccardo
Appuntato scelto
Graduato G. d. F.
Busalla (GE)
1970
21.799
MARAFIOTI Giuseppe
Imprenditore edile
Rozzano (MI)
1969
21.800
TREVISAN Cinzia
Consulente immobiliare
Milano
21.801
ZENNARO Mario
Pensionato
Chioggia (VE)
1933
21.802
ROMANI Simone
Studente
Paliano (FR)
1992
21.803
SAVEGNANO Matteo
Studente
Monte di Malo (VI)
1991
21.804
COSENTINO Salvatore
Sergente
Pensionato
Rosolina (RO)
1949
21.805
ROSSI LEIDI Lanfranco
Fante d'arresto
Docente scuola media
super.
Venezia
1952
21.806
NAGLIERO Anna Maria
Maresciallo
Sottufficiale A. M.
Pomezia (RM)
21.807
BIOLÈ Corrado
Medico
Borgo San Dalmazzo (CN)
21.808
SALA Isabella
Libera professionista
Aosta
21.809
TOMEI Gaetano
Carabiniere scelto
Graduato CC
Aosta
1984
21.810
GIANNUZZI Mario
Carabiniere
Carabiniere
Courmayeur (AO)
1979
21.811
CALDERONE Nado
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Courmayeur (AO)
1964
21.812
FERRARI Luca
Impiegato
Parma
1975
21.813
AGOSTA Maria Caterina
Notaio
Catania
21.814
CATANIA Ruggero
Artigliere
Impiegato statale
Catania
1962
21.815
LONGO MINNOLO Ignazio
Maresciallo
Ispettore G. d. F.
Catania
1977
21.816
MUCCIO Giancarlo
Avvocato
Bologna
1939
21.817
CACCIARI Franco
Impiegato amministrativo
Bologna
1946
21.818
LOVATELLI RAVARINO Cristiano
Giornalista
Bologna
1952
21.819
GEREMICCA Walter
Medico chirurgo
Crotone
1951
21.820
MINGO Fermino
Guardiamarina
Dirigente azienda autotrasp.
Montecassiano (MC)
1954
21.821
CLESCERI Calogero
Sergente
Sottufficiale EI
Canicattì (AG)
1979
21.822
VANELLA Giuseppe
Agente P. S.
Naro (AG)
1980
21.823
DENTI Marcello
Appuntato scelto
Graduato CC
Domodossola (VB)
1968
21.824
PATITUCCI Salvatore
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Domodossola (VB)
1965
Tenente
Maresciallo capo
Nocchiere
1989
1961
2
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
53
21.825
DI FUCCIA Giuseppe
21.826
DEBENEDETI Adelio
Manager aziendale
Lamezia Terme (CZ)
1982
Commercialista
Alessandria
1964
21.827
GABRIELE Gaetano
Medico chirurgo
Castrocielo (FR)
1956
21.828
BONGIOVANNI Lorenzo
Responsabile sicurezza
Bologna
1962
21.829
21.830
LARIZZA Luigi
Sacerdote
Taranto
1949
TESSARIOL Stefania
Casalinga
Taranto
21.831
LEO Alessia
Studentessa universitaria
Taranto
21.835
DENTESANO Adriano
Colonnello fanteria
Pensionato
Udine
1943
21.836
PERNACE Giuseppe
Geniere parà
Cond. appar. chimiche
Caltanissetta
1946
21.837
AMICO Michela
Pensionata
Caltanissetta
21.838
LAPAGLIA Lina
Pensionata
Caltanissetta
21.839
DA BUSTI Maria Grazia
Docente universitario
Perugia
21.840
GIORDANO Angelo
Avvocato
Novara
1974
21.841
SCIBILIA Francesco
Assistente P. S.
Torregrotta (ME)
1971
21.842
PERRINI Andrea
Graduato M. M.
Massafra (TA)
1986
21.843
BORROMEO Ernesto
Funzionario amministrativo
Corigliano Schiavonea
(CS)
1961
21.844
GABRIELE Giovanni
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
San Pietro in Lama (LE)
1967
21.845
DE PASCALIS Carlo
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Vernole (LE)
1964
21.846
BARRALE Francesca
Agente di commercio
Acireale (CT)
1953
21.847
BEVILACQUA Marzia
21.848
SALLUZZO Giovanni
21.849
SKOBLOW David Victor
21.850
MASCARINI Luigi
21.851
PAPA Cosimo M.
21.852
PRIVITERA Roberto
21.853
ZIMMARO Emilio
21.854
MONOPOLI Maria Anna
21.855
MARIOTTI Giancarlo
21.856
BELLERI Antonella
21.857
DETTORI Matteo Emanuele
21.858
Aviere scelto
Sottotenente C. R. I.
Aviere capo
Comune 1^ classe
Barrafranca (EN)
Vicebrigadiere
Sottufficiale G. d. F.
Roma
Avvocato
New York (U. S. A.)
Imprenditore di azienda
San Vito al Tagliamento
(PN)
1947
Collaboratore amb. Colombia
Roma
1984
Sergente maggiore
Sottufficiale
Guidonia Montecelio (RM)
1973
Geniere
Pensionato
Roma
1922
Professoressa
Roma
Graduato CC
Roma
1980
Consulente aziendale
Brescia
1967
Carabiniere
Allievo Sottufficiale CC
Uri (SS)
1989
PALOMBI Franco
Sergente
Imprenditore
Roma
1941
21.859
TOMA Bruno
Tenente di cavalleria
Dipendente patr. dello
Stato
Roma
1970
21.860
VERO Nicola
Capitano
Ufficiale EI
Roma
1973
21.861
COVELLI Gian Piero
Tenente
Medico chirurgo
Roma
1959
21.862
BENEDETTI Giuseppe
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Formello (RM)
1970
21.863
FERRERO Giorgio
Imprenditore
Roma
1940
21.864
MORALE Paolo
Luogotenente
Sottufficiale CC
Valpelline (AO)
1960
21.865
PINNA Alessandro
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Asti
1972
21.866
BORASO Diego
Direttore d'albergo
Cisterna d'Asti (AT)
1974
21.867
LILLIU Antonio
Ispettore capo P. S.
Asti
1959
21.868
SCRIMAGLIO Nello
Pensionato
Nizza Monferrato (AT)
1946
Caporalmaggiore
Carabiniere scelto
Luogotenente
1963
21.869
PASCAUDO Angelo
Sergente
Artigiano edile
Montechiaro (AT)
1966
21.870
FABOZZO Antimo
Maresciallo
Controllore traffico aereo
Marsala (TP)
1974
21.871
LEVATO Carmine
Maresciallo aiutante
Pensionato
Petilia Policastro (KR)
1959
21.872
GIUSTINO Filippo
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Gravina di Catania (CT)
1972
2
54
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
21.873
FRAZZETTA Francesco Salvatore
21.874
CARUSO Grazia
21.875
CHIANELLA Giancarlo
21.876
21.877
Sottotenente medico
Medico generico
Raddusa (CT)
1955
Insegnante
Catania
1953
Appuntato scelto
Graduato CC
Gravina di Catania (CT)
1976
FARINA Guido
Maresciallo di 1^ cl.
Sottufficiale A. M.
Pomezia (RM)
1972
CASTALDI Mario
Maggiore
Ufficiale A. M.
Pomezia (RM)
1972
21.878
DI GIORGIO Maria
Avvocato
Roma
21.879
SALERNO Gabriella
Avvocato
Roma
21.880
PAPURELLO Nicolò
Imprenditore
Lombardone (TO)
1982
21.881
SALVIONI Massimo
Sottufficiale EI
Roma
1976
21.882
CAPPELLI Elisabetta
Impiegata
Alessandria
21.883
DETTORI Carlo
Dirigente UNAAT
Oristano
1955
21.884
FERRAJOLI Giuseppe
Imprenditore
Roma
1949
21.885
DELFINI Andrea
Imprenditore
Roma
1971
21.886
BIANCHETTI Anna Maria
21.887
TRICOLI Giuseppe
21.888
FERRARIS Paolo
21.889
DE IORIO Giovanni
21.890
DAVIDE Marino
21.891
MARINARO Enzo
Maresciallo aiutante
21.892
ATTIMONELLI Graziano
Colonnello
21.893
GARAU Carlo
21.894
FATUCCI Luciano
Maresciallo
Soldato
Maresciallo capo
Ristoratrice
Roma
Tributarista
Formia (LT)
1951
Medico ospedaliero
Torino
1957
Sottufficiale EI
San Giorgio Piacentino (PC)
1967
Imbianchino verniciatore
Casei Gerola (PV)
1986
Sottufficiale CC
Melzo (MI)
1963
Pensionato
Asti
1950
Quadro direttivo amm.ne Stato
Pimentel (CA)
1954
Assistente capo P. S.
Roma
1964
21.895
Antonio E NOME
NUMERO RONCHI
COGNOME
Sottotenente
GRADO MILITARE
Commerciante
PROFESSIONE
Imola (BO)CITTÀ
1926
NASC.
21.896
OTTA Maurizio
Caporale Maggiore
Consulente energetico
Roma
1963
21.897
DE ANDREA Paola
Insegnante a riposo
Alessandria
21.898
LUXARDO Santino
Marittimo a riposo
Alessandria
21.899
SGARAMELLA Anna
Impiegata alla Corte dei
Conti
Imola (BO)
21.900
ALBERTI Giampiero
Dottore commercialista e
rev.
Bologna
1961
21.901
GIOVANNINI Claudio
Pensionato
Bologna
1951
21.902
RISPOLI Fabio
Avvocato
Chieti
1963
21.903
DEL ROSARIO Giuseppe
Funzionario A. S. L.
Chieti
1955
21.904
CARFORA Ermenegildo
Funzionario P. C. M.
Roma
1959
21.905
LA ROCCA Francesco
Caltanissetta
1983
21.906
TOMELLERI Lucia
21.907
SARTOR Giorgio Giulio
21.908
D'ANGELO Giorgio
21.909
BRAGA Silvana
21.910
TROMBINI Igor
21.911
FERRO Giuseppe
21.912
Marò
Paracadutista
Luogotenente CC
1942
Pensionata
Peschiera del Garda (VR)
Artigliere
Ex insegnante
Pescantina (VR)
1949
Mar. Magg. Aiutante
Pensionato
Adria (RO)
1949
Casalinga
Adria (RO)
Soldato
Operaio manutentore del
verde
Adria (RO)
1976
Soldato
Responsabile post-vendita
Adria (RO)
1955
CALÀ Arcangelo
Pensionato
San Cataldo (CL)
1947
21.913
RUSSO Maurizio Antonio
Responsabile commerciale
San Cataldo (CL)
1978
21.914
PERILLI Emanuele
Architetto
Strangolagalli (FR)
1960
21.915
SCHINEA Vincenzo
Carabiniere scelto
Graduato CC
Vibo Marina (VV)
1981
21.916
PETACCIA Tiziano
Maresciallo capo
Sottufficiale CC
Bee (VB)
1964
21.917
MONSIGNORI Alessandro
Appuntato scelto
Graduato CC
Verbania (VB)
1969
21.918
RAIA Alessio
Primo aviere
Imprenditore
Guidonia (RM)
1966
21.919
ROTA Felice
Alpino
Direttore sanitario
Cairo Montenotte (SV)
1947
2
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
55
21.919
ROTA Felice
Alpino
Direttore sanitario
Cairo Montenotte (SV)
1947
21.920
DI GREGORIO Luigi
Aviere scelto
Artigiano
Vasto (CH)
1968
21.921
DI PIETRO Maurizio
Marò btg San Marco
Imprenditore
Casalbordino (CH)
1964
21.922
DIMITRI Antonio
Colonnello EI
Pensionato
Manduria (TA)
1947
21.923
CAPRIOLI Emanuele
Capo di 1^ classe
Sottufficiale MM
Taranto
1971
21.924
TARENTINI Vito Ettore
Sottotenente art.
Ingegnere
Manduria (TA)
1948
21.925
RICCI Angelo
Studente universitario
Massafra (TA)
1986
21.926
NOTARISTEFANO Immacolata
Studentessa universitaria
Massafra (TA)
21.927
ERARIO Paolo
Pensionato
Manduria (TA)
1946
21.928
GERGOLET Dario
Imprenditore
Doberdò del Lago (GO)
1958
21.929
COPPOLA Cosimo
Carabiniere scelto
Graduato CC
Ceglie Messapica (TA)
1982
21.930
CICALA Isacco
Carabiniere aus.
Bancario
Bascapè (PV)
1977
21.931
BOLLITO Piercarlo
Carabiniere
Imprenditore sett. alimentare
Valfenera (AT)
1971
21.932
COVELLI Michele
Odontoiatra
Bari
1971
21.933
PALUMBO Maria
Casalinga
Bari
21.934
YUSTI von ARTH Tibor
Concertista e prof. univ.
Stuttgart (Germania)
1928
21.935
VULCANO Angelo Giovanni A.
Imprenditore
Roma
1955
21.936
ZANGARA Giacomo
Sacerdote
Enna
1971
21.937
SCOGNAMIGLIO Angelo
Professore universitario
Napoli
1940
21.938
FORNITO Umberto
Docente di gastronomia
Frattamaggiore (NA)
1953
21.939
BUGLIARI Maria Sofia
Infermiere professionale
Caltagirone (CT)
1985
21.940
CAGNACCI Massimo
Notaio
Crescentino (NO)
1955
21.941
DI PASQUALE Giuseppe Luigi
Agronomo-Funzionario reg. Palermo
1936
21.942
HOEHLE Bernd
Istruttore di protezione
person.
Stadthagen (Germania)
1975
21.934
YUSTI von ARTH Tibor
Concertista e prof. univ.
Stuttgart (Germania)
1928
21.935
VULCANO Angelo Giovanni A.
Imprenditore
Roma
1955
21.936
ZANGARA Giacomo
Sacerdote
Enna
1971
Colonnello
Colonnello
21.937
SCOGNAMIGLIO Angelo
Professore universitario
Napoli
1940
21.938
FORNITO Umberto
Docente di gastronomia
Frattamaggiore (NA)
1953
21.939
BUGLIARI Maria Sofia
Infermiere professionale
Caltagirone (CT)
1985
21.940
CAGNACCI Massimo
Notaio
Crescentino (NO)
1955
21.941
DI PASQUALE Giuseppe Luigi
Agronomo-Funzionario reg. Palermo
1936
21.942
HOEHLE Bernd
Istruttore di protezione
person.
Stadthagen (Germania)
1975
21.943
CIROTTI Vittorio
Avvocato
Roma
1949
21.944
OLIVIERI Alessandro
Carabiniere scelto
Agente di commercio
Prè Saint Didier (AO)
1963
21.945
LALA Roberto
Sergente
Guardia giurata
Pieve Emanuele (MI)
1973
21.946
CAVALLO Luigi
Caporale
Avvocato
Foggia
1952
21.947
MARCHESIELLO Vittorio
Primo aviere
Pittore
Foggia
1945
21.948
MARCHIZZA Alberto
Caporale
Graduato EI
Antrodoco (RI)
1984
21.949
LOPES Gian Luca
Funzionario
Roma
1972
21.950
RIVA Andrea
Geometra
Lettere (NA)
1943
21.951
VENTURELLI Nicola
Imprenditore
Mantova
1964
21.952
TERRANOVA Sebastiano
Sottufficiale CC
Scordia (CT)
1971
21.953
OCCHIPINTI Loredana Concetta A.
Docente di scuola primaria
Catania
21.954
LUBIN Giuseppina
Gavirate (VA)
21.955
POLETTI Ivan
Busto Arsizio (VA)
56
Maresciallo capo
1970
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2011
21.956
SPRIANO Ileana
Libera professionista
Alessandria
21.957
POLITELLI Rossana
Funzionaria ENEL
Roma
21.958
D'ANGELO Marco
Carabiniere
Imprenditore
Paganica (AQ)
1974
21.959
BERARDI Angelo
Carabiniere aus.
Commerciante
Ruvo di Puglia (BA)
1973
21.960
MAZZONE Angelo
Carabiniere aus.
Geometra
Ruvo di Puglia (BA)
1979
21.961
CELLINI Nicola
Caporale
Graduato EI
Catanzaro
1991
21.962
LOPERFIDO Gino
Caporale Maggiore
Pittore
Roma
1944
21.963
LANFRANCO Paolo
Sindaco
Valfenera (AT)
1982
21.964
de LA FOREST DIVONNE
Philibert
Direttore risorse umane
Parigi (Francia)
1980
21.965
AMATO Flavia
Tecnico di montaggio a/v
Corigliano Calabro
21.966
SERVIDIO Roberto
Sottufficiale di P. S.
Poggio Mirteto (RI)
21.967
BELLI Laura
Studentessa liceale
Pesaro (PU)
21.968
LIPPOLIS Arturo
Brigadiere
Sottufficiale CC
La Salle (AO)
1961
21.969
CASCONE Gennaro
Tenente
Ufficiale CC
Gravina di Catania (CT)
1982
21.970
TIBALDI Nella
Commerciante
Bologna
1941
21.971
GAGLIARDI Patrizio Antonio
Autiere
Scenografo
Bologna
1965
21.972
DEGLI ESPOSTI Franco
Alpino
Investigatore privato
Bologna
1950
21.973
BONGINI Ludovico
Avvocato
Pianoro (BO)
1980
21.974
BONGINI Daniele Beniamino
Dirigente
Pianoro (BO)
1949
21.975
GUGLIELMI Benito
Dirigente ind.le in pensione
Borgo San Dalmazzo (CN)
1938
21.976
ANGELINI Luigia
Infermiera
Roma
21.977
ROSSI Massimo
S. Ten. di Vascello
Dirigente d'azienda
Roma
1959
21.978
LARICCHIUTA Giuseppe
Caporale
Imprenditore
Talsano (TA)
1966
21.979
APPOLLONI Attilio
Sergente
Musicista compositore
Viterbo
1950
21.980
GALLO Alfonso
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Monte San Vito (AN)
1960
21.981
AVILA Rosario
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Rosolini (SR)
1964
21.982
DI RUVO Domenico
Maresciallo
Sottufficiale CC
Senigallia (AN)
1970
21.983
BELMONTE Giuseppe
Imprenditore
Roma
1957
21.984
CARNELLI Mauro
Quadro direttivo bancario
Gerenzano (VA)
1966
21.985
DELL'OLIO Tommaso
Amministratore condominiale
Garbagnate Milanese (MI)
1949
21.986
MASCIOCCHI Fabrizio M. E.
Sergente
Dirigente d'azienda
Cernusco sul Naviglio (MI) 1969
21.987
FIORENTINO Attilio
Sottocapo di 2^ cl.
Graduato di truppa MM
Procida (NA)
1982
21.988
VALLOZZI Giuseppe
Sottocapo
Graduato di truppa MM
Pozzuoli (NA)
1986
21.989
D'ALESSANDRO Davide
Sottocapo
Graduato di truppa MM
Minturno (LT)
1986
21.990
ZAMPELLI Antonio
Finanziere
Pensionato
Benevento
1941
21.991
LIOTINO Angelo Michele
Carabiniere
Carabiniere
Sammichele di Bari (BA)
1979
21.981
AVILA Rosario
Maresciallo aiutante
Sottufficiale CC
Rosolini (SR)
1964
21.982
DI RUVO Domenico
Maresciallo
Sottufficiale CC
Senigallia (AN)
1970
21.983
BELMONTE Giuseppe
Imprenditore
Roma
1957
21.984
CARNELLI Mauro
Quadro direttivo bancario
Gerenzano (VA)
1966
21.985
DELL'OLIO Tommaso
Amministratore condominiale
Garbagnate Milanese (MI)
1949
21.986
MASCIOCCHI Fabrizio M. E.
Sergente
Dirigente d'azienda
Cernusco sul Naviglio (MI) 1969
21.987
FIORENTINO Attilio
Sottocapo di 2^ cl.
Graduato di truppa MM
Procida (NA)
1982
21.988
VALLOZZI Giuseppe
Sottocapo
Graduato di truppa MM
Pozzuoli (NA)
1986
21.989
D'ALESSANDRO Davide
Sottocapo
Graduato di truppa MM
Minturno (LT)
1986
21.990
ZAMPELLI Antonio
Finanziere
Pensionato
Benevento
1941
21.991
LIOTINO Angelo Michele
Carabiniere
Carabiniere
Sammichele di Bari (BA)
1979
GUARDIA D’ONORE N. 1 - 2011
Caporale Maggiore
Caporale
1971
57
OGGETTISTICA
58
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
59
60
GUARDIA D’ONORE N. 3 - 2011
I sovrani d’Italia in visita a
Boscottrecaseper alleviare le sofferenze
della popolazione (da un arazzo ricamato
dalla Contessa Gina Campari).
Carlo Ademollo - La breccia di Porta Pia