Fare impresa, una sfida e un onore

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Fare impresa, una sfida e un onore
IMPRESA
L’agroalimentare al Meeting di Rimini
Fare impresa, una sfida
e un onore
di Alessandro Pantani
C
il
proprio capitale invece di tagliare il
personale. Oppure chi ha puntato con
decisione sulla formazione umana e
tecnica dei suoi associati. C’è chi ha
accettato la sfida dell’imprenditoria perché
ama il proprio lavoro e vuole reagire alle sfide di un’economia in trasformazione. C’è invece chi nell’agroalimentare ci si è trovato quasi per caso e invece di fare l’avvocato
HI HA AFFRONTATO LA CRISI INVESTENDO
“L’onore di fare impresa”
Sono sei le aziende selezionate da Cdo Agroalimentare
per l’edizione 2008 del Meeting dedicata al tema “L’onore di fare impresa”. «Si tratta di esperienze - spiega Gardini - che descrivono la volontà di credere in ciò cui si
sono dedicate e dimostrano come, pure in un contesto
difficile, ciascuna è riuscita a vincere la sfida della competitività». Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, ad esempio, è una realtà che dimostra come il motore dell’impresa non sia sempre e solo il profitto. «L’imprenditore
agricolo - spiega Paolo Voltini, presidente del Consorzio
- sfida la realtà con atteggiamento positivo investendo
tempo, energia e denaro solo perché ama il proprio lavoro e perché è capace di reagire positivamente alle sfide
di un’economia cambiata».
Nato nel 1977 dall’unione di agricoltori locali allo
scopo di commercializzare il pomodoro fresco, oggi è
una cooperativa che ne trasforma circa 150 tonnellate
all’anno. «Da tempo in Europa si nota un abbandono delle aree rurali e un “invecchiamento” del settore. La no-
produce vini di alta qualità senza rimpiangere codici
e toghe. E ancora c’è chi, nonostante le piccole dimensioni della sua impresa, ha deciso di sfidare i mercati internazionali con la passione di chi ama il proprio
lavoro e chi, infine, lavora da anni affinché le imprese del suo settore assumano la dignità di veri operatori e non attendano, a mano tesa, il prossimo finanziamento pubblico.
Sono tanti i volti dell’impresa che Cdo Agroalimentare ha deciso di mostrare quest’anno al Meeting: volti di persone che, pur nella difficoltà quotidiana del
fare impresa, hanno deciso di porre al centro del proprio lavoro l’ideale che muove il cuore umano. «Quando parliamo di impresa - commenta Camillo Gardini,
presidente di Cdo Agroalimentare - questo ideale si
traduce nel concetto di onore, un termine sintetico
che descrive le motivazioni per cui un uomo può decidere di dar vita a un’atAllo stand di Cdo Agroalimentare sei testimonianze di
tività».
Oggi, più che in passa- imprenditori che, nonostante le difficoltà, continuano a
to, fare impresa è difficiinvestire e credere nelle proprie aziende e hanno scelto di
le: vincoli, leggi, problematiche legate ai mercati “non mollare”
disincentivano a investire. «Ci sono persone - continua stra realtà è in controtendenza. Molti di noi sono giovaGardini - che di fronte alla difficoltà di fare impresa ni che hanno riscoperto valori e tradizioni legate al termollano. Noi invece racconteremo il positivo e fare- ritorio e che affrontano un mercato sempre più compemo conoscere chi, nonostante le difficoltà, continua titivo e globalizzato trasformandolo in un’opportunità
a fare impresa e a sviluppare un “nuovo” che può di- per le loro aziende. Questo modo di stare davanti alla
ventare proposta per tutti».
realtà li rende imprenditori qualificati e competitivi».
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AGOSTO 2008
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CORRIEREDELLEOPERE
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IMPRESA
Largo ai giovani
Ha puntato decisamente sui giovani anche Dino Bellussi, presidente di Florabella - Mercato dei fiori di Marsala:
straniero in terra straniera, questo imprenditore di Verona ormai da 30 anni in una terra spesso considerata
un luogo da cui fuggire, ha creato un nuovo modo di fare impresa, spingendo i giovani a investire, associarsi e
sfidare il mercato.
«Per me l’onore di fare impresa è considerare la propria attività come qualcosa che serve alla collettività, e
non solo all’imprenditore: sicuramente questo in Sicilia
è una sfida. Abbiamo puntato per lo più sui giovani, cercando di partire da un gruppo di piccole realtà e trasformandole in un’impresa unica, associata. In questo modo
anche imprenditori con terreni di modeste dimensioni
hanno scoperto che insieme agli altri costituiscono un
unicum importante, e non piccole realtà isolate».
Ma per diffondere queste idee è necessario investire
nella formazione del “capitale umano”, scontrandosi a
volte con una tradizione fatta di assistenzialismo e caccia al “lavoro fisso”. «Abbiamo prima di tutto investito
sulla formazione sia tecnica che imprenditoriale, per far
capire cosa significhi fare impresa. Trasmettendo ai giovani il piacere del rischio, più calcolato possibile, abbiamo mostrato loro le potenzialità di ogni singola azienda. Ci sono stati momenti molto difficili, ma oggi Florabella è un gruppo di persone che si sostengono, si scambiano know-how e lavorano insieme a un progetto più grande cui tutti, dall’imprenditore al collaboratore, portano
il proprio contributo».
Investire sull’azienda è investire sulle persone
Lavorare insieme e considerare dipendenti e collaborato-
ri come membri di una grande famiglia con cui costruire la propria impresa. La pensa così Franco Bignami, titolare della Bignami produzioni avicole che da oltre quarant’anni è leader nel settore dei tacchini. In quattro decenni di attività, nonostante la psicosi aviaria e il crollo
dei consumi, Bignami non ha mai dovuto affrontare un
giorno di sciopero: «È un segnale che mostra quanto i dipendenti tengano al bene dell’azienda». Per Franco Bignami fare impresa è un onore, ma soprattutto è «l’orgoglio di creare posti di lavoro. L’azienda per me è come
un figlio, così come lo sono i miei collaboratori e dipendenti. Mi hanno aiutato a crearla e sono loro molto riconoscente».Quando sul mondo, soprattutto grazie ai media, è scoppiata la psicosi legata all’influenza aviaria, il
settore avicolo ha dovuto affrontare un momento di grande crisi. Molti concorrenti hanno reagito alla contrazione del mercato tagliando sul personale, Bignami ha deciso invece di investire tutto il suo capitale privato nell’azienda. «L’ho fatto volentieri e se tornassi indietro lo
rifarei. Ho parlato con i miei dipendenti, reparto per reparto, spiegando che c’era un momento di crisi e, se necessario, avremmo tolto due o tre giornate di lavoro al
mese a ognuno. Grazie a Dio non ce n’è stato bisogno e
nel corso dell’anno nessun dipendente si è dimesso».
L’innovazione è l’olio del “motore-impresa”
Giampaolo Dal Pane, titolare della Summerfruit, non ha
dubbi: «L’innovazione è come il cambio dell’olio a un motore: se non si fa si grippa». Coltivatore di kiwi dal 1978,
Dal Pane, a soli sei anni dall’inizio delle attività, ha inventato “summerkiwi”, una varietà che giunge a maturazione un mese prima di quelle tradizionali. «L’impresa è un luogo privilegiato dove uno esprime il proprio io
IMPRESA
Azienda
Località
Attività
Occupati
Mercati
Florabella Srl – Mercato dei
Fiori
Azienda agricola Tremonti
Con.da Santo Padre
Imola (BO)
delle Perriere (TP)
Asta alla “olandese” di fiori
Produzione e commercializzazione vini
100 aziende associate
8
Sicilia occidentale
Italia, Europa, Usa, Canada,
Giappone, Cina e Russia.
Bignami produzioni avicole Spa
Anzola Emilia (BO)
Filiera del tacchino
400
Italia, Europa, Africa
Summerfruit - Dal Pane Vivai
Castel Bolognese (RA)
Produzione e commercializzazione kiwi
60
Europa, Sud America,
Nuova Zelanda
Consorzio di tutela Vitellone
Bianco Appennino Centrale
Ponte San Giovanni (PG)
7
Italia
Consorzio Casalasco del pomodoro – Soc. Agr. Coop.
Rivarolo del Re (CR)
Tutela del marchio contro abusi
e contraffazioni, promozione e
valorizzazione del prodotto
Coltivazione e trasformazione
del pomodoro
300
Europa, Sudafrica, Usa
e la personalità emerge e modifica la realtà, tenendo conto dei bisogni delle persone che vi lavorano, delle necessità dei clienti e dei fornitori. L’onore di fare impresa è
l’essere stati scelti, l’avere detto sì e lavorare per sviluppare un progetto più grande di noi che spesso ci supera,
ci preoccupa, ma che, pur nella enorme fatica quotidiana, genera un bene». Lo sguardo di Dal Pane è puntato
al futuro: «Nostro padre ci ha insegnato a vedere sempre
un’evoluzione positiva della realtà. È con questo spirito
che abbiamo affrontato investimenti rischiosi. Alla prova dei fatti questa è risultata una scelta vincente. Abbiamo una spiccata vocazione ad andare sempre oltre, a non
fermarci di fronte alle difficoltà, ma a sviluppare tutta
la nostra immaginazione per superarle. La soddisfazione
di vedere crescere l’azienda e verificare che il bene della
nostra impresa coincide con il bene di tante famiglie che
lavorano con noi è già una grande ricompensa, così come lo è il profitto che ne può derivare».
L’azienda come vocazione
David Navacchia, che gestisce con il fratello l’azienda agricola “Tre Monti” a Imola, a vent’anni aveva cominciato
gli studi da avvocato. Oggi, festeggiato il 45esimo compleanno, invece di girare per tribunali passeggia fra le
sue viti con lo sguardo di chi è innamorato della propria
professione.
«Quello che facciamo qui trascende dall’aspetto puramente economico. In un certo senso ci sentiamo privilegiati, perché sentiamo la possibilità e la responsabilità di
essere co-creatori, di collaborare alla creazione delle co-
IMPRESA
se. Vediamo i frutti della nostra opera e questo produce
non solo reddito ma anche un grande piacere personale». In una terra da sempre vocata al vino come prodotto di largo consumo Navacchia ha investito sulla qualità: «Il vino buono dona un momento piacevole a chi lo
gusta, e anche questo è uno dei fattori che ci fa pensare
che fare impresa sia un onore». Quella della Tre Monti è
un’esperienza di “filiera corta”: tutte le fasi produttive si
svolgono in loco. «Vedere uscire la bottiglia dalla cantina dopo almeno un anno, sentire che viene apprezzata,
sono fonti di soddisfazione che danno la forza di andare
avanti anche quando la contingenza è difficile. Il mio
non è un mestiere che si fa pensando solo al profitto: per
me l’azienda è una vocazione a cui rispondo, impegnandomi al massimo».
Un concetto nuovo
«Vedere l’impresa come un onore è un concetto nuovo».
A sostenerlo è Stefano Mengoli, presidente del Consorzio
di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.
«Fino a oggi era considerato un sacrificio, meritevole della compassione e dell’aiuto di tutti gli enti possibili. Questo ha trasformato molte aziende agroalimentari in realtà alla ricerca di contributi più che della quadratura del
bilancio». Questa etichetta però non si può applicare ai
soci del Consorzio: «Abbiamo cercato di emancipare le
nostre imprese, rendendole indipendenti da aiuti e contributi e in grado di ottenere dal mercato tutto quello
che il loro lavoro, se ben fatto, può garantire». Un impegno concretizzato nella valorizzazione di un prodotto
specifico e nell’avvio di iniziative per sostenerne la commercializzazione, anche attraverso la creazione di una
struttura apposita che agisce in sinergia con il Consor-
zio. La chiave di volta, quindi, è unirsi: «L’individualismo è una realtà storica dell’agroalimentare italiano
che deriva da trent’anni di assistenzialismo. La nostra
sfida è tenere unite le diverse realtà che sono nostre
associate, seguendo la logica di mercato e fornendo risposte concrete ai bisogni partendo dalla realtà quotidiana fatta di prodotti da valorizzare, ma anche bilanci da fare quadrare». ■
Meeting 2008 - L’onore di fare impresa
Sono come sempre autorevoli i nomi dei relatori che venerdì
29 alle ore 19.00 in Sala Neri saliranno sul palco per il
workshop organizzato da Cdo Agroalimentare dal titolo “Prezzi
prodotti alimentari, alcune domande per capire”.
Saranno presenti, fra gli altri, Angelo Frascarelli, professore
dell’Università di Perugia, Luciano Sita, presidente Granarolo
Spa e Aldo Soldi, Presidente Ancc-Coop.
Durante la settimana, invece, a ognuna delle sei imprese citate nell’articolo sarà dedicato il momento di approfondimento
quotidiano sul tema “L’onore di fare impresa”. Ogni pomeriggio, alle ore 18, ci sarà infatti un incontro con il protagonista
dell’impresa del giorno.
Domenica 24: Florabella - Mercato dei fiori
Lunedì 25: Bignami Produzioni avicole spa
Martedì 26: Consorzio di tutela del Vitellone Bianco
dell’Appennino Centrale
Mercoledì 27: Azienda Agricola Tremonti
Giovedì 28: Summerkiwi
Venerdì 29: Consorzio Casalasco del pomodoro