Agroalimentare Dicembre - Camera di Commercio di Bologna

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Agroalimentare Dicembre - Camera di Commercio di Bologna
OSSERVATORIO AGROALIMENTARE
IN PROVINCIA DI BOLOGNA
Dicembre 2013
A cura di:
Vania Corazza
Ufficio Statistica e Studi
Piazza Mercanzia, 4
40125 - Bologna
Tel. 051/6093512
Fax 051/6093467
E-mail: [email protected]
Sito web Camera di Commercio: www.bo.camcom.it
Sito web Ufficio Statistica (Rete Starnet):
www.starnet.unioncamere.it - Area Territoriale Bologna
Dicembre 2013
I dati relativi ai periodi più recenti sono in parte provvisori e potranno essere suscettibili di rettifiche
nelle successive edizioni. I dati contenuti in precedenti pubblicazioni che non concordano con quelli del
presente volume s’intendono rettificati.
I dati pubblicati possono essere riprodotti purché ne venga citata la fonte
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Marzo 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
INDICE
PARTE I – OSSERVATORIO AGROALIMENTARE
5
CAPITOLO 1 – LA SITUAZIONE ECONOMICA
7
CAPITOLO 2 – L’AGRICOLTURA
8
CAPITOLO 3 – IL COMMERCIO ESTERO
10
3.1 IL COMMERCIO ESTERO DELL’UNIONE EUROPEA
10
3.2 IL COMMERCIO INTERNAZIONALE DELL’ITALIA
12
CAPITOLO 4 – IL VALORE AGGIUNTO
15
CAPITOLO 5 – LA PRODUZIONE
17
4.1 LA PRODUZIONE DELL’AGRICOLTURA
17
4.1 LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
19
CAPITOLO 6 – I PREZZI
20
6.1 I PREZZI DEI PRODOTTI INDUSTRIALI
20
6.2 I PREZZI AL DETTAGLIO
22
CAPITOLO 7– I CONSUMI
24
CAPITOLO 8 – LE IMPRESE DEL SETTORE AGROALIMENTARE
IN PROVINCIA DI BOLOGNA
27
8.1 AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA
27
8.2 INDUSTRIA ALIMENTARE E DELLE BEVANDE
29
PARTE II – LE FONTI
31
3
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Parte I
Osservatorio
Agroalimentare
5
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
CAPITOLO 1 – LA SITUAZIONE ECONOMICA
L’economia mondiale sembra essere entrata in un momento di transizione, secondo
1
le più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale , con le economie avanzate che
gradualmente mostrano segnali di rafforzamento, mentre la crescita nei mercati emergenti
sta rallentando. Tali sviluppi potranno portare tensioni di varia natura, come le sfide che
dovranno affrontare i mercati emergenti, quali il rallentamento della crescita e condizioni
finanziarie più rigide a livello globale, innescate dalla politica monetaria degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Europa, il FMI ravvisa segnali di ripresa, sebbene ritenga, per i
Paesi più in difficoltà, che la crescita delle esportazioni e il miglioramento della competitività
non siano ancora sufficientemente forti per contrastare la sofferenza della domanda interna.
Secondo gli analisti del FMI, il sentiero di ripresa dell’economia mondiale sta proseguendo,
sebbene con ritmi troppo lenti, tanto che continuano a permanere rischi al ribasso.
2
L’OCSE, con l’ultima pubblicazione del cosiddetto superindice , ravvisa segnali di
miglioramento per tutti i paesi dell’area, con modalità differenti nelle principali economie
emergenti. Nell’Area Euro si confermano segnali di miglioramento, per l’Italia si parla di più
tenui cambiamenti positivi.
Nella pubblicazione congiunta Istat, Ifo e INSEE, a fronte della crescita del PIL dello
0,3%, nel secondo trimestre 2013, sostenuta dalla domanda mondiale e dal graduale
rallentamento delle restrizioni fiscali, dopo sei trimestri di flessioni consecutive, si sottolinea
il lento passo previsto per l’Area Euro fino al primo trimestre 2014. Mentre il permanere di
condizioni sfavorevoli per l’occupazione influenzerà senz’altro le dinamiche dei consumi
privati, che si ipotizzano pressoché stabili nei tre trimestri dell’orizzonte di previsione.
1
2
World Economic Outlook, International Monetary Fund, Ottobre 2013.
Composite Leading Indicators, OECD, 9 Dicembre 2013.
7
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CAPITOLO 2 – L’AGRICOLTURA
Nei Paesi dell’Unione Europea, i redditi dei lavoratori agricoli, nel 2012, hanno
annotato una sostanziale stabilità, rispetto all’anno precedente, secondo quanto pubblicato
da Eurostat (+0,5%).
Le differenze tra i diversi Paesi sono sostanziali, si passa dalla variazione annua del
reddito degli operatori agricoli danesi del +33,5% al +10,4% per i tedeschi. Si attestano su
variazioni positive anche i Paesi Bassi (+8,1%), la Francia (+5,3%) e la Spagna (+2,3%).
Paesi europei che sono anche i principali fornitori di prodotti agricoli per l’Italia, infatti,
Francia, Spagna, Paesi Bassi e Germania, insieme ad Ucraina e Canada annoverano quasi
il 51% delle importazioni italiane di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca.
La variazione annua dei redditi agricoli italiani, nel 2012, si attesta sul -4,2%. Negativa
anche la variazione tendenziale del Regno Unito (-6,3%), ma su livelli decisamente
superiori a quelli italiani.
Indice del reddito reale in agricoltura per unità di lavoro annua
Principali partner commerciali dell’Italia per i prodotti agricoli
(Numeri indice 2005=100)
160
Regno Unito
150
Germania
140
Francia
UE-27
130
Austria
120
Paesi Bassi
110
Spagna
100
Italia
90
80
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Eurostat
In Europa, l’area agricola utilizzata, in ettari, secondo i dati resi disponibili da
Eurostat, è aumentata negli ultimi cinque anni (+1,4%), contemporaneamente i possessori
di terreni agricoli sono diminuiti del 17%.
Tali dati mostrano come il processo di concentrazione delle proprietà agricole sia
diffuso a tutti i paesi dell’Unione Europea, con differenze molto marcate nelle diverse
nazioni. Si passa, infatti, dalla Germania, con una diminuzione delle aree agricole del 2% e
una concomitante flessione dei possessori di terreni agricoli del 23%, alla Grecia, nella
8
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quale le aree agricole sono aumentate del 30%, mentre i relativi possessori sono diminuiti
di oltre il 13%. In Francia l’aumento dei terreni agricoli, di quasi un punto percentuale, ha
visto una flessione dei possessori di quasi il 10%. In Italia, ad una crescita di poco più
dell’1% dei terreni, è correlata una flessione di oltre il 6% dei proprietari.
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CAPITOLO 3 – IL COMMERCIO ESTERO
3.1 Il commercio estero dell’Unione Europea
Nel corso del 2012, il commercio estero dell’Unione Europea-27, per il settore
alimentari, bevande e tabacco, è aumentato del 6,7% a livello tendenziale, con un incremento del 4,9% per il commercio all’interno dell’Unione e una variazione del +11,8% per
quanto riguarda i flussi commerciali verso i Paesi extra UE-27.
Paesi Bassi, Germania, Francia e Spagna, nel 2012, hanno realizzato quasi il 53%
delle vendite estere di prodotti alimentari, intra ed extra-UE-27. Paesi Bassi, Germania e
Spagna realizzano oltre i tre quarti delle vendite all’interno dell’Unione Europea, mentre le
esportazioni francesi al di fuori dei confini comunitari si attestano oltre il 34%. Seguono il
Belgio, con una quota dell’8% di esportazioni di prodotti alimentari trasformati (l’86% nei
mercati comunitari) e l’Italia che, con una quota del 7,5%, esporta, analogamente alla
Francia, circa un terzo dei propri prodotti alimentari al di fuori dei confini dell’Unione.
Alimentari, bevande e tabacco: esportazioni dei Paesi UE-27
(Milioni di euro)
60.000
50.000
40.000
Extra UE
UE
30.000
20.000
10.000
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Eurostat
È proseguita, anche nel 2012, la diminuzione complessiva del deficit commerciale dei
Paesi dell’Unione Europea-27, inoltre, dopo cinque anni, è tornato in zona positiva il saldo
3
dei prodotti alimentari trasformati. Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat , la bilancia
commerciale dell’Unione Europea-28 (dal 1° luglio 2 013 la Croazia è entrata a far parte
dell’Unione), nei primi otto mesi dell’anno in corso, annota un saldo positivo di 37,8 miliardi
3
International trade, Eurostat, 18 novembre 2013
10
Malta
Cipro
Estonia
Lussemburgo
Slovenia
Finlandia
Lettonia
Bulgaria
Slovacchia
Lituania
Romania
Grecia
Portogallo
Svezia
Repubblica Ceca
Ungheria
Irlanda
Austria
Polonia
Danimarca
Italia
Regno Unito
Belgio
Francia
Spagna
Germania
Paesi Bassi
0
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di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente il saldo era di -82,6 miliardi di
euro. Tra gennaio e agosto 2013, i flussi commerciali di prodotti alimentari e bevande
riportano un saldo positivo (4,7 miliardi di euro), in forte aumento a livello tendenziale. Nello
stesso periodo aumenta il saldo positivo nei confronti degli Stati Uniti (+6,6%) e diminuisce
quello negativo con la Cina di oltre undici punti percentuali. Migliora di oltre il 2% il deficit
nei confronti della Russia e raddoppia il surplus con la Svizzera.
Saldi commerciali dei Paesi UE-27: 2012 (Milioni di euro)
Tutti i settori
Germania
Paesi Bassi
Irlanda
Rep. Ceca
Italia
Danimarca
Svezia
Ungheria
Belgio
Slovacchia
Slovenia
Estonia
Malta
Lituania
Lettonia
Finlandia
Cipro
Bulgaria
Lussemburgo
Austria
Romania
Polonia
Portogallo
Grecia
Spagna
Francia
Regno Unito
-170.000
-120.000
-70.000
-20.000
30.000
80.000
130.000
180.000
Alimentari, bevande e tabacco
Germania
Paesi Bassi
Irlanda
Rep. Ceca
Italia
Danimarca
Svezia
Ungheria
Belgio
Slovacchia
Slovenia
Estonia
Malta
Lituania
Lettonia
Finlandia
Cipro
Bulgaria
Lussemburgo
Austria
Romania
Polonia
Portogallo
Grecia
Spagna
Francia
Regno Unito
-25.000
-20.000
-15.000
-10.000
-5.000
0
5.000
10.000
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Eurostat
11
15.000
20.000
25.000
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
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I Paesi Bassi, primo paese esportatore netto di prodotti alimentari all’interno
dell’Unione Europea-27, nel 2012 hanno visto un incremento del saldo, positivo, del 2,4%,
mentre la Francia, secondo esportatore netto ha annotato una lieve flessione (-0,2%).
La Germania, primo esportatore netto nel totale dei settori produttivi, con un saldo in
crescita del 18,6% nel 2012, nello stesso anno riporta un saldo negativo per i prodotti
alimentari, comunque in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente.
L’Italia, dopo nove anni di saldi commerciali negativi, chiude il 2012 con un dato
4
positivo: quasi dieci miliardi di euro . Se si entra nel dettaglio dei prodotti alimentari
trasformati, il saldo rimane negativo per 1,2 miliardi di euro, ma più che dimezzato rispetto
all’anno precedente. Tra gennaio e agosto dell’anno in corso, il saldo commerciale italiano
complessivo è nuovamente positivo (18,8 miliardi di euro) e in forte miglioramento sullo
stesso periodo dell’anno precedente, mentre rimane in zona negativa il saldo dei prodotti
alimentari, oltre seicento milioni di euro, ma in netta diminuzione rispetto ai primi otto mesi
dello scorso anno.
3.2 Il commercio internazionale dell’Italia
In Italia è proseguita anche nel corso del 2013 la diminuzione della domanda interna,
le esportazioni hanno dunque mantenuto un ruolo fondamentale per l’economia del nostro
Paese.
Nei primi sei mesi dell’anno in corso, le esportazioni del settore agroalimentare hanno
costituito oltre l’8% delle esportazioni italiane complessive, mentre le importazioni hanno
pesato per l’11%. I saldi commerciali dei comparti che costituiscono l’agroalimentare,
agricoltura e prodotti alimentari trasformati, in questo primo scorcio di anno, mostrano
dinamiche differenti. L’agricoltura, infatti, mantiene un saldo negativo (oltre 3,4 miliardi di
euro) e in crescita, a livello tendenziale, del 3,3%, mentre i prodotti dell’industria alimentare
annotano quasi un dimezzamento del saldo, che, seppure negativo (480 milioni di euro), è
molto più contenuto di quello dell’agricoltura. Complessivamente, il saldo negativo della
bilancia commerciale del settore agroalimentare, nei primi sei mesi dell’anno, diminuisce di
quasi otto punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Commercio internazionale - 1° semestre
(Variazioni % rispetto all’anno precedente)
2011/10
2012/11
2013/12
Import.
Esport.
Import.
Esport.
Import.
Esport.
Agricoltura
Industria Alimentare
Agroalimentare
24,2%
11,0%
15,1%
9,2%
11,2%
10,8%
-8,0%
-0,8%
-3,2%
-4,4%
7,2%
4,7%
4,6%
2,8%
3,3%
6,0%
6,5%
6,4%
Totale Settori
17,0%
15,6%
-5,5%
4,4%
-7,1%
-0,6%
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
4
Banca dati Coeweb, Istat, novembre 2013.
12
Peso % 2013
Import.
3,6%
7,5%
11,0%
Esport.
1,6%
6,8%
8,4%
100,0% 100,0%
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
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I Paesi dell’Unione Europea continuano a costituire i principali mercati di sbocco per i
prodotti agroalimentari italiani, infatti oltre i due terzi dei flussi commerciali del comparto, in
uscita e in entrata, sono realizzati con tale area.
Commercio internazionale del settore agroalimentare - 1° semestre
Totale agroalimentare
di cui Unione Europea-27
Germania
Francia
Regno Unito
Austria
Paesi Bassi
Extra Ue-27
Stati Uniti
Svizzera
Giappone
Canada
Russia
Esportazioni
mln €
2013/12
16.239
6,4%
10.808
4,7%
3.058
4,7%
1.912
3,0%
1.294
6,2%
627
7,3%
600
5,6%
5.431
10,0%
1.344
6,6%
652
6,1%
352
2,7%
298
3,9%
288
4,9%
Importazioni
mln €
2013/12
20.134
3,3%
14.082
1,6%
2.900
4,2%
2.842
0,0%
295
-4,6%
702
4,2%
1.817
-0,9%
6.052
7,7%
422
39,7%
142
-23,4%
5
-17,6%
112
10,7%
200
-1,8%
Saldi
mln €
-3.896
-3.275
159
-930
1.000
-75
-1.217
-621
923
511
347
186
88
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Nei primi sei mesi del 2013 la Germania ha sostituito la Francia come principale
fornitore di prodotti alimentari dell’Italia. Le importazioni di derrate tedesche raggiungono
infatti il 14,4%, mentre quelle francesi si attestano sul 14,1%. Seguono Spagna e Paesi
Bassi, entrambi con circa il 9% di quota.
Per quanto riguarda le esportazioni, il principale mercato di sbocco, per l’agroalimentare italiano, continua ad essere la Germania, con quasi il 19% di vendite. Seguono
la Francia, con quasi il 12% e gli Stati Uniti, con oltre l’8%.
Per il settore agricoltura, in Germania si esportano specialmente ortaggi e meloni,
pomacee e frutta a nocciolo, mentre si importano soprattutto cereali, riso escluso. I
principali prodotti, acquistati presso le industrie alimentari tedesche, sono quelli delle
industrie lattiero-casearie, la carne lavorata e conservata, il tabacco e lo zucchero. Mentre
le vendite italiane in Germania riguardano principalmente i vini, la frutta e gli ortaggi lavorati
e conservati, la carne conservata e i prodotti da forno. Il saldo commerciale del settore
agroalimentare, tra Italia e Germania, è positivo per il nostro Paese, grazie alle esportazioni
dei prodotti dell’agricoltura.
Situazione del tutto diversa si verifica con la Francia, nazione verso la quale il saldo
agroalimentare è fortemente in passivo, sebbene in lieve diminuzione nel primo semestre
dell’anno in corso. I principali prodotti agricoli importati sono i cereali, riso escluso, e i bovini
da carne, mentre i prodotti esportati sono soprattutto piante e ortaggi. Questi ultimi vengono
contemporaneamente importati dalla Francia, tanto che il saldo risulta essere negativo. Per
quanto concerne l’industria alimentare, dalla Francia si importa soprattutto carne lavorata e
conservata e prodotti delle industrie lattiero-casearie. Si esportano prodotti delle industrie
lattiero-casearie, prodotti da forno, carne lavorata e frutta e ortaggi lavorati e conservati.
Per il comparto dei vini, le esportazioni, seppure con una quota contenuta, sono più
consistenti delle importazioni.
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Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Per quanto riguarda le importazioni italiane di prodotti agroalimentari, oltre il 50%
proviene da cinque Paesi dell’Unione Europea (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e
Austria), mentre solo il 10% arriva dai primi cinque Paesi Extra-UE, in ordine di importanza
per le importazioni, ovvero: Brasile, Indonesia, Stati Uniti, Ucraina e Cina. Oltre il 52% delle
esportazioni è rivolto a Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Paesi Bassi, Spagna e
Belgio. Mentre i primi cinque Paesi Extra-Ue, in ordine di vendite estere, sono Stati Uniti,
Svizzera, Giappone, Canada e Russia, complessivamente con circa il 18% di quota.
Nei confronti degli Stati Uniti, il saldo commerciale italiano dell’agroalimentare è
positivo, grazie ai prodotti alimentari trasformati, soprattutto il vino; l’agricoltura, nel primo
semestre 2013, ha, infatti, registrato un deficit di oltre 190 milioni di euro, dovuto soprattutto
all’importazione di cereali, riso escluso. Il saldo commerciale dei prodotti agroalimentari tra
Italia e Svizzera è positivo ed in crescita nei primi sei mesi di quest’anno. Si esportano
principalmente ortaggi, vini e prodotti delle imprese casearie.
Il saldo con il Brasile, invece, è negativo, sia per quanto riguarda l’agricoltura,
principalmente per l’importazione di piante per la produzione di bevande, sia per i prodotti
trasformati, soprattutto per l’acquisto di carne lavorata e conservata. Deficit fortemente
negativo con l’Indonesia, dalla quale importiamo quasi esclusivamente (oltre il 90% degli
acquisti agroalimentari in tale Paese) olio raffinato o grezzo.
Osservando il dettaglio delle categorie di prodotto, si può rilevare come, anche nei
primi sei mesi del 2013, il miglior apporto al saldo commerciale del settore agroalimentare
venga fornito dalle bevande, vini inclusi, infatti, il surplus di tale categoria registra un
incremento di oltre il 12%, rispetto al primo semestre del 2012. Seguono i prodotti della
trasformazione dei cereali (il cui saldo, positivo, è aumentato del 5,3%) e le preparazioni
dell’industria conserviera (saldo +7,4%).
Saldo normalizzato (%) in valore – primo semestre 2013
Bevande alcoliche e non alcoliche, aceto
Pasta, pane e prodotti della pasticceria
Preparazioni di ortaggi, legumi e frutta
Fiori e piante ornamentali
Preparazioni alimentari diverse
Cacao e sue preparazioni
Ortaggi e legumi freschi e secchi
Frutti commestibili
Totale agroalimentare
Caffè, the e spezie
Latte e derivati, uova, miele naturale
Grassi e oli animali o vegetali
Preparazioni di carni, pesci, crostacei e molluschi
Carni e frattaglie
Panelli, farine e mangimi
Semi e frutti oleosi
Zuccheri e prodotti a base di zuccheri
Cereali
Tabacchi
Pesci, crostacei e molluschi vivi, freschi, cong., secchi
Animali vivi
-100
-80
-60
-40
-20
0
20
40
60
80
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Saldi fortemente negativi si riscontrano per il commercio di animali vivi, prodotti della
pesca, tabacchi, cereali e zucchero.
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Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
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CAPITOLO 4 – IL VALORE AGGIUNTO
5
In Italia, la variazione del PIL in volume, secondo le stime più recenti diffuse da Istat ,
nel 2012 è stata pari a -2,5%, a fronte di un +0,5% nell’anno precedente. Il valore aggiunto
ha registrato diminuzioni in tutti i settori: -5,8% le costruzioni, -4,4% l’agricoltura, silvicoltura
e pesca, -3,1% l’industria in senso stretto e -1,7% i servizi.
All’interno di tale situazione critica, l’industria alimentare ha mostrato un andamento
in controtendenza, complessivamente ha, infatti, chiuso il 2012 con una variazione del
6
valore aggiunto reale del +0,8 , il dettaglio trimestrale mostra come le contrazioni, che pur
si sono registrate nel secondo e nel quarto trimestre, siano state molto più contenute
rispetto a quelle complessive dell’Industria manifatturiera.
Valore aggiunto ai prezzi di base (valori concatenati): Industria
(Variazioni tendenziali trimestrali)
9,9%
Industria manifatturiera
9,1%
Industrie alimentari, delle
bevande e del tabacco
7,0%
5,5%
4,7%
4,3%
4,0%
5,9%
3,8%
3,8%
3,1%
2,8%
1,7%
0,4%
-0,8%
-1,1%
-1,3%
-1,1%
-2,8%
-3,5%
-4,1%
-4,9%
II
III
2010
IV
I
II
III
IV
2011
I
II
III
IV
2012
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
7
Nel primo semestre 2013, l’analisi trimestrale del valore aggiunto mostra come la
variazione tendenziale negativa riguardi tutti i settori dell’economia italiana. Infatti, nel
secondo trimestre dell’anno in corso, la variazione del valore aggiunto dell’agricoltura si
attesta sul -2,6%, dopo aver segnato nel primo trimestre dell’anno un +0,1%; il valore
aggiunto dell’Industria, tra aprile e giugno, ha annotato una contrazione del 3,6%, dovuta al
-2,5% dell’Industria in senso stretto e al -6,9% delle costruzioni, flessioni comunque in
rallentamento rispetto a quelle registrate nei primi tre mesi dell’anno.
5
Conti economici nazionali, Istat , 3 ottobre 2013.
Tendenze Agroalimentare, ISMEA, 17 maggio 2013.
7
Conti economici trimestrali, Istat, 10 settembre 2013.
6
15
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Valore aggiunto ai prezzi di base (valori concatenati):
agricoltura, silvicoltura e pesca
(Variazioni tendenziali trimestrali)
0,9%
0,2%
0,0%
0,3%
0,1%
0,0%
-0,1%
-0,5%
-0,9%
-1,0%
-1,3%
-1,4%
-2,6%
-3,5%
-3,7%
-4,0%
-6,1%
-6,9%
I
II
III
2009
IV
I
II
III
IV
I
2010
II
III
IV
I
2011
II
III
2012
IV
I
II
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Prosegue, nei primi due trimestri dell’anno, la diminuzione congiunturale dei principali
aggregati della domanda interna: consumi finali nazionali (-0,3% sia nel primo trimestre sia
nel secondo), investimenti fissi lordi (-3,3% tra gennaio e marzo e -0,3% tra aprile e
giugno).
8
Secondo i risultati preliminari pubblicati da Istat riguardo ai Conti economici regionali ,
nella graduatoria del PIL pro-capite a prezzi correnti, la Regione Emilia Romagna nel 2012
risulta essere al quarto posto, con 31.538 euro, dopo Bolzano, Valle d’Aosta e Lombardia.
Nel 2012 la diminuzione tendenziale del PIL emiliano-romagnolo, in volume, è risultata
essere del tutto in linea con quella nazionale (-2,5%), mentre la variazione della spesa per
consumi finali delle famiglie (-3,4%) è stata più contenuta rispetto alla media italiana (-4%).
8
Conti economici regionali, Istat, 27 novembre 2013.
16
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
CAPITOLO 5 – LA PRODUZIONE
5.1 La produzione dell’agricoltura
Secondo i dati Istat, diffusi negli aggregati dei conti nazionali annuali per branca di
attività economica, la produzione agricola italiana, nel 2012, si è attestata sui 50,5 miliardi
di euro, a prezzi correnti, registrando in tal modo un aumento dell’1,8%. Incremento legato
principalmente alla crescita dei prezzi, infatti, in termini reali, la produzione è diminuita del
9
3,2% . I consumi intermedi sono aumentati a prezzi correnti (+2,9%), mentre a prezzi
costanti registrano una flessione dell’1,9%. Di conseguenza il valore aggiunto agricolo
aumenta lievemente a valori correnti (+0,8%), in termini reali, invece, diminuisce del 4,4%.
L’incremento della produzione agricola, a prezzi correnti, per quanto concerne le
coltivazioni, è legato soprattutto ai prodotti vitivinicoli, alla frutta e agli agrumi. Per il
comparto produttivo della zootecnia, il valore corrente della produzione, segna una
variazione negativa per il latte e per il miele, mentre l’andamento è positivo per gli
allevamenti, così come per le attività di supporto all’agricoltura.
La produzione lorda vendibile dell’Emilia Romagna, secondo quanto pubblicato
10
dall’Assessorato Regionale Agricoltura , nel 2012 è aumentata del 3,4%, su base annua,
attestandosi su un valore di circa 4.450 milioni di euro. L’incremento più consistente è stato
relativo alle coltivazioni legnose (+18,1%), mentre la PLV delle coltivazioni erbacee ha
segnato una variazione negativa (-6,9%). La zootecnia, nel complesso, ha annotato un
+4,2%.
Emilia Romagna: produzione lorda vendibile
Forlì Cesena
13,9%
Ferrara
13,9%
Rimini
2,3%
Piacenza
9,5%
Bologna
10,6%
Parma
11,5%
Modena
13,5%
Reggio Emilia
12,8%
Ravenna
12,1%
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Regione Emilia Romagna
Analogamente a quanto accaduto nell’anno precedente, anche i risultati del 2012
sono legati principalmente all’aumento dei prezzi e alla concomitante diminuzione delle
quantità prodotte.
9
Banca dati I.Stat, Istat, edizione Giugno 2013
Sistema Agro-alimentare dell’Emilia-Romagna, presentazione del Rapporto 2012, 27 maggio 2013
10
17
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Emilia Romagna: produzione di beni e servizi per la branca agricoltura
(Prezzi correnti – Giugno 2013)
Coltivazioni agricole
Erbacee
Cereali
frumento tenero
frumento duro
orzo
granoturco ibrido
riso
Legumi secchi
Patate e ortaggi
patate
Coltivazioni industriali
barbababietola da zucchero
Fiori e piante da vaso
Foraggere
Legnose
Prodotti vitivinicoli
uva da vino venduta
vino
Prodotti olivicoltura
Frutta
pesche
mele
pere
noci
actinidia
Altre legnose
Allevamenti
Prodotti zootecnici alimentari
Carni
carni bovine
carni suine
pollame
Latte
latte di vacca e bufala
latte di pecora e capra
Uova
Miele
Produzioni zootecniche non alimentari
Attività di supporto all'agricoltura
2012
Mln €
Peso %
2.675
44,4%
1.431
23,8%
649
10,8%
268
4,4%
95
1,6%
24
0,4%
164
2,7%
14
0,2%
5
0,1%
633
10,5%
74
1,2%
76
1,3%
62
1,0%
67
1,1%
260
4,3%
984
16,3%
323
5,4%
161
2,7%
161
2,7%
2
0,0%
593
9,8%
53
0,9%
44
0,7%
275
4,6%
2
0,0%
40
0,7%
66
1,1%
2.628
43,6%
2.628
43,6%
1.549
25,7%
343
5,7%
519
8,6%
593
9,8%
758
12,6%
754
12,5%
4
0,1%
317
5,3%
4
0,1%
0
0,0%
720
12,0%
Variazioni %
2011/10
2012/11
10,2
-8,4
19,6
-12,5
43,5
-18,6
44,7
18,9
4,2
11,7
36,5
19,2
75,9
-45,8
36,7
-31,3
-25,7
-4,6
6,0
-7,0
10,0
-13,0
-8,2
-5,8
-13,3
19,7
-5,6
-4,0
-0,8
-5,6
0,4
-2,6
6,1
19,5
-0,8
17,6
14,4
21,7
8,6
-25,3
-1,2
-11,2
-26,0
2,4
-2,0
-6,1
5,1
-13,5
-13,7
-14,6
107,8
-25,6
-5,0
-4,8
12,2
7,1
12,2
7,1
13,8
7,1
8,1
4,1
14,2
6,3
19,7
10,3
13,0
-0,2
13,1
-0,2
-5,1
2,5
1,6
30,7
4,1
-13,6
6,4
7,2
4,8
5,5
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
In provincia di Bologna, la produzione lorda vendibile, nel 2012, è aumentata circa
dell’1,6%. Incremento correlato al buon andamento del valore corrente della produzione
vitivinicola e a quello dei prodotti zootecnici.
18
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
5.2 La produzione industriale
Prosegue, anche nel terzo trimestre dell’anno in corso, la diminuzione della
produzione industriale italiana delle attività manifatturiere, infatti, tra gennaio e settembre
11
2013 la variazione tendenziale annota un -3,9% . Flessione più contenuta per le industrie
alimentari, delle bevande e del tabacco che, nello stesso periodo, si attestano sul -2%. Per
quanto riguarda il manifatturiero, tale variazione è comunque in rallentamento rispetto ai
primi nove mesi del 2012, sullo stesso periodo del 2011, quando è stata del -6,9%.
Differente la situazione per le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, infatti, tra
gennaio e settembre 2012 la flessione si era attestata sul -1,3%.
Indice della produzione industriale
(2010=100 - Dati destagionalizzati)
125
120
Attività
manifatturiere
115
110
105
100
Industrie alimentari,
delle bevande e del
tabacco
95
90
2009
luglio
aprile
gennaio
luglio
2012
ottobre
aprile
gennaio
luglio
2011
ottobre
aprile
gennaio
luglio
2010
ottobre
aprile
gennaio
luglio
ottobre
aprile
gennaio
luglio
2008
ottobre
aprile
gennaio
luglio
2007
ottobre
aprile
gennaio
85
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Entrando nel dettaglio dei dati relativi alla produzione industriale delle Industrie
alimentari, delle bevande e del tabacco, si osserva come, in realtà, la diminuzione dei primi
nove mesi dell’anno in corso sia dovuta principalmente alla forte flessione della produzione
delle industrie del tabacco e, seppure in termini lievemente inferiori, delle industrie delle
bevande. Le industrie alimentari segnano, quindi, una diminuzione più contenuta.
11
Produzione industriale, Istat, 11 novembre 2013.
19
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
CAPITOLO 6 – I PREZZI
6.1 I prezzi dei prodotti industriali
Tra gennaio e settembre 2013 i prezzi dei prodotti industriali sono diminuiti dello 0,8%
a livello tendenziale. Riduzione che è stata meno marcata per i prezzi dei prodotti venduti
sul mercato estero nel complesso (-0,5%), con una sostanziale differenza tra quelli dei
prodotti destinati all’area euro (-0,9%) e quelli relativi all’area non euro (-0,2%).
Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (2010=100)
111
Mercato interno
109
Area non euro
107
105
Area euro
103
101
99
97
95
gen
mar
mag
lug
sett
nov
set
nov
gen
mar
sett
dic
set
nov
gen
mar
sett
nov
set
nov
gen
mar
sett
gen
mag
lug
set
nov
sett
feb
mag
lug
set
nov
sett
gen
mag
lug
set
nov
sett
93
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Tali variazioni sembrano comunque non intensificare ulteriormente il divario tra i
prezzi alla produzione per il mercato interno e quelli attinenti il mercato estero.
Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (2010=100)
115
Industrie alimentari
110
105
Attività
Manifatturiere
100
Industria delle
bevande
95
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
90
2007
2008
2009
2010
2011
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
20
2012
2013
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
I prezzi della produzione industriale delle industrie alimentari, delle bevande e dei
tabacchi sono aumentati anche nel 2013 (+2,9% nei primi nove mesi dell’anno a livello tendenziale), con maggiore intensità per quanto riguarda i prodotti per il mercato interno
(+3,1%). Complessivamente, l’industria alimentare ha registrato aumenti tendenziali dei
prezzi per 13 trimestri consecutivi.
Industrie alimentari e delle bevande
Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali (2010=100)
115
Mercato interno
110
105
Mercato Estero
100
95
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
90
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
I prezzi della produzione delle industrie alimentari e delle bevande per il mercato
estero hanno visto un incremento dell’1,8%, nei primi tre trimestri dell’anno, con un +2,5%
per i prezzi dei prodotti destinati all’area euro e un +1,1% per i prezzi dei prodotti per l’area
extra euro.
L’incremento del 2,9%, dei prezzi alla produzione delle industrie alimentari e delle
bevande, è costituito da un +2,8% di aumento dovuto alle industrie alimentari e di un +3,3%
relativo alle industrie delle bevande.
Il fatturato dell’industria, tra gennaio e settembre 2013, è diminuito del 4,8%, con un
calo del 7,3% per quanto riguarda il mercato interno, mentre registra un lieve incremento
sul mercato estero (+0,6%). Nello stesso periodo le industrie alimentari e delle bevande
annotano una lieve flessione (-0,3%), dovuta a un -1,4% relativo al mercato interno e a un
incremento del 5,7% sui mercati esteri.
La diminuzione del fatturato è legata soprattutto alla flessione del fatturato delle
industrie delle bevande (-4,3%) che, sul mercato interno, ha raggiunto il -8,2%, mentre sul
mercato estero registra un incremento del 9,3%.
21
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Fatturato dell’Industria
(Dati destagionalizzati- 2010=100)
120
Estero
115
110
105
Totale
100
95
90
Interno
85
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
nov
gen
mar
mag
lug
set
80
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Le industrie alimentari che, complessivamente, hanno annotato un lieve aumento del
fatturato (+0,4%), hanno visto un rallentamento sul mercato interno (-0,4%) e una
variazione positiva sui mercati esteri (+4,8%).
6.2 I prezzi al dettaglio
Nei primi nove mesi dell’anno in corso, prosegue il rallentamento del tasso d’inflazione complessivo, fenomeno collegato principalmente all’andamento dei prezzi dei beni
12
energetici. In settembre, l’inflazione acquisita per il 2013 è dell’1,3% .
Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(Indici 2010=100)
110
108
106
104
Prodotti alimentari e
bevande analcoliche
102
100
98
Indice generale
96
2009
2010
2011
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
12
Prezzi al consumo, Istat, 11 ottobre 2013.
22
2013
luglio
settembre
marzo
maggio
gennaio
novembre
luglio
2012
settembre
marzo
maggio
gennaio
novembre
luglio
settembre
marzo
maggio
gennaio
novembre
luglio
settembre
marzo
maggio
gennaio
novembre
luglio
settembre
marzo
maggio
gennaio
novembre
luglio
2008
settembre
maggio
marzo
gennaio
94
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Nello stesso periodo il tasso d’inflazione dei prodotti alimentari e delle bevande
analcoliche si attesta sul +2,4%, mentre le bevande alcoliche e i tabacchi registrano un più
moderato 1,4%. Proprio i prodotti alimentari e le bevande analcoliche concorrono
maggiormente a determinare l’attuale tasso di inflazione generale.
I prodotti alimentari che maggiormente hanno registrato un aumento nei prezzi al
dettaglio, nei primi nove mesi del 2013, sono la frutta (+7,7%) e i prodotti vegetali (+5,2%).
Seguono i vini con un +4,4% e gli oli e grassi (+2,9%). Gli incrementi più contenuti sono
stati annotati dalle birre (+1,1%) e dalle acque minerali, bevande analcoliche, succhi di
frutta e verdura (+1,3%). Carni (+2%) e pesci e prodotti ittici (+1,9%) si collocano nel centro
della graduatoria.
Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività - Bologna
(Indici 2010=100)
114
Bevande alcoliche e
tabacchi
112
110
Prodotti alimentari e
bevande analcoliche
108
Indice generale
106
104
102
2011
2012
sett
lug
mag
nar
gen
nov
sett
lug
mag
nar
gen
nov
sett
lug
mag
nar
gen
100
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
In provincia di Bologna, nel periodo in esame, l’incremento dei prezzi dei prodotti
alimentari è stato lievemente più accentuato rispetto alla media nazionale.
23
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
CAPITOLO 7 – I CONSUMI
Nei primi nove mesi del 2013 prosegue la flessione dei consumi finali delle famiglie,
che si protrae da undici trimestri consecutivi, sebbene nell’anno in corso si stia evidenziando un rallentamento. Infatti, tra luglio e settembre, la spesa delle famiglie residenti si è
13
attestata, a livello tendenziale, sul -1,9% , diminuzione in frenata rispetto a quanto registrato nei precedenti trimestri dell’anno, quando si era annotato un -3,2% tra aprile e
giugno, a fronte di un -3,4% nel primo trimestre, sempre su base annua.
Spesa per consumi finali delle famiglie
(Dati nazionali trimestrali destagionalizzati – milioni di euro)
220.000
218.000
216.000
214.000
212.000
210.000
208.000
206.000
204.000
202.000
I
II
III
IV
I
II
2008
III
IV
I
2009
II
III
IV
I
2010
II
III
IV
I
II
2011
III
IV
I
2012
II
III
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Il rallentamento dei consumi ha riguardato in modo consistente i consumi di alimentari, bevande e tabacco che, nei primi nove mesi dell’anno, hanno annotato diminuzioni
tendenziali di circa tre punti percentuali in ogni trimestre.
Spesa per consumi finali delle famiglie: funzioni di spesa
(Variazioni congiunturali)
1
Totale
Alimentari, bevande e tabacco
0
-1
-2
I
II
III
IV
I
2009
II
III
2010
IV
I
II
III
IV
I
II
2011
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
13
Conti economici trimestrali, Istat.
24
III
2012
IV
I
II
2013
III
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
14
Secondo quanto pubblicato da ISMEA , tra gennaio e settembre 2013, il valore della
spesa dei prodotti alimentari delle famiglie italiane è diminuito del 3,9%, su base annua,
mentre la contrazione in volume si è attestata sul -1,7%.
Acquisti domestici nazionali di prodotti agroalimentari
(Variazioni % Gen-Set 2013/Gen-Set 2012)
3,6
-0,6
-0,8
-0,9
-2
-2,1
-3,2
-1
-2,2
-2,7
-3,4
-3,7
-4
-4,7
-5,3
-6,4
-6,7
Quantità
Valore
Oli e grassi
vegetali
Vini
Altri prodotti
alimentari
Prodotti ittici
Derivati dei
cereali
Altre bevande
alcoliche ed
analcoliche
Latte e derivati
Ortofrutta
Carne e derivati
-14,3
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati ISMEA
Il calo del valore della spesa, maggiore rispetto a quello dei volumi acquistati, per
quasi tutte le categorie alimentari, evidenzia come le famiglie siano orientate verso prodotti
in promozione oppure con prezzi medi contenuti. Eccezione, in controtendenza, è costituita
dai vini, per i quali la vendita in quantità annota un -6,7%, mentre in valore raggiunge un
+3,6%.
Acquisti domestici nazionali di prodotti agroalimentari - 2012
Carne e derivati
25,6%
Ortofrutta
21,8%
Oli e grassi
vegetali
1,9%
Vini
2,1%
Latte e derivati
19,1%
Altri prodotti
alimentari
5,8%
Prodotti ittici
7,3%
Derivati dei cereali
7,9%
Altre bevande
alcoliche ed
analcoliche
8,5%
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati ISMEA
14
Consumi Alimentari, ISMEA, 13 novembre 2013.
25
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
I dati diffusi da Istat, relativamente ai primi nove mesi dell’anno, per quanto riguarda il
commercio al dettaglio del settore alimentare, mostrano come la flessione sia più contenuta
per la grande distribuzione (-0,6%), mentre le imprese operanti su piccole superfici segnano
un -3,2%. Entrando nel dettaglio della grande distribuzione a prevalenza alimentare, si
evidenziano cali per ipermercati (-2,1%) e supermercati (-1,5%), da sottolineare, invece, il
fatto che i discount alimentari annotino una variazione positiva (+1,4%).
Fiducia dei consumatori
(Indici base 2005=100 - dati destagionalizzati)
105,0
100,0
95,0
90,0
85,0
2011
2012
sett
lug
mag
mar
gen
nov
sett
lug
mag
mar
gen
nov
sett
lug
mag
mar
gen
80,0
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Istat
Singolare, in tale contesto, l’andamento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che, nei primi nove mesi dell’anno registra incrementi progressivi, con un’impennata di
nove punti percentuali nel mese di giugno.
Secondo i dati dell’Indagine sui consumi delle famiglie, realizzata da Istat, nella quale
vengono analizzati i comportamenti di spesa delle famiglie residenti sul territorio nazionale,
nell’anno 2012, ultimo dato disponibile, al quesito volto ad indagare se la famiglia avesse
cambiato la quantità e la qualità di particolari gruppi di spesa, ovvero, pane, pasta, carne
pesce frutta e verdura e abbigliamento, diminuisce il numero di famiglie che non lo ha fatto.
Il 53,7% di intervistati ha affermato di non cambiare quantità e qualità di pane acquistato,
affermazione in calo di quasi otto punti percentuali rispetto a quanto riscontrato l’anno
precedente. Analogamente per quanto riguarda la pasta, con circa il 49% che dichiara di
non modificare il proprio comportamento, ma con una diminuzione di oltre 8 punti
percentuali. Variazione negativa anche tra chi asserisce di non modificare gli acquisti di
carne, pesce, frutta e verdura, abbigliamento. Viceversa, chi dichiara di aver diminuito la
quantità di prodotti alimentari acquistati, circa un terzo degli intervistati, aumenta di circa
cinque punti percentuali per tutte le categorie analizzate, pur con diversa intensità. Invece,
le famiglie che dichiarano di aver diminuito la qualità degli acquisti oscillano tra il 6 e il 10%,
a seconda dei gruppi di spesa, con incrementi inferiori al punto percentuale. Analoga la
quota di chi dichiara di aver diminuito sia la quantità sia la qualità degli acquisti alimentari,
in crescita di oltre due punti percentuali a livello tendenziale.
26
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
CAPITOLO 8 – LE IMPRESE DEL SETTORE AGROALIMENTARE IN
PROVINCIA DI BOLOGNA
8.1 Agricoltura, silvicoltura e pesca
Prosegue, anche in provincia di Bologna, la flessione del numero di imprese agricole,
peraltro in modo analogo a quanto accade a livello nazionale, seppure con intensità
lievemente maggiore. Infatti, negli ultimi dieci anni, la variazione media annua delle imprese
attive in agricoltura, in provincia di Bologna, è stata -2,6%, quella nazionale -2,3%.
Agricoltura, silvicoltura e pesca: imprese attive
(Numeri indice 2003=100 - Secondo trimestre 2013)
100,00
95,00
90,00
85,00
Italia
80,00
Bologna
75,00
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Infocamere, Registro Imprese
Nel secondo trimestre del 2013, diminuisce, in tutte le province della regione, su base
annua, la quota delle imprese giovanili in agricoltura. Nello stesso periodo, a livello
regionale, le imprese giovanili del settore diminuiscono del 5,7%, con intensità molto
differenziate a seconda delle province. A Bologna la variazione si attesta sul -3,3%.
Agricoltura: imprese attive
(Secondo trimestre 2013)
Emilia-Romagna
Imprese giovanili sul totale provinciale
6,7%
Piacenza
8,8%
Rimini
4,5%
Bologna
15,1%
Reggio Emilia
10,2%
Modena
13,9%
3,7%
3,7%
3,3%
2,9%
Parma
10,3%
Forlì-Cesena
11,8%
2,7%
2,7%
2,3%
2,2%
Rn
FC
Ferrara
13,1%
Ravenna
12,4%
Fe
Pc
Pr
RE
Mo
Ra
Bo
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Infocamere, Registro Imprese
27
Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Negli ultimi dieci anni, la flessione del numero di aziende agricole è stata pressoché
continua, contemporaneamente il numero totale di imprese attive sul territorio provinciale
ha registrato un andamento correlato agli effetti della crisi economica. Negli ultimi cinque
anni il tasso di variazione medio annuo delle imprese agricole si è attestato sul -3% mentre
quello complessivo delle imprese ha annotato un più contenuto -0,4%.
Imprese attive in provincia di Bologna: Agricoltura e Totale
(Secondo trimestre 2013)
Totale
12.545
Agricoltura
88.505
88.253
88.286
88.177
88.071
87.978
88.064
87.521
86.882
86.866
86.298
9.610
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Infocamere, Registro Imprese
Nel secondo trimestre 2013, le imprese agricole bolognesi attive sono diminuite del
3,6%, su base annua, mentre il totale imprese ha segnato una variazione pari a -0,7%. Se
si entra nel dettaglio delle tipologie di attività, le imprese di coltivazione dei cereali, che
costituiscono quasi il 91% delle imprese agricole attive in provincia di Bologna, segnano un
-3,8%, sempre a livello tendenziale. Nello stesso tempo, gli allevamenti, con una quota di
oltre l’8%, diminuiscono del 2,7%.
Per quanto concerne la forma giuridica delle imprese del settore agricoltura,
prosegue il percorso di trasformazione verso forme societarie più strutturate.
Agricoltura, silvicoltura e pesca: imprese attive in provincia di Bologna
(Secondo trimestre 2013)
Imprese individuali
84,4%
Tasso di variazione medio annuo
2013/2003
Società di capitale
4,4%
Società di persone
Altre forme
0,8%
Società di persone Società di capitale
1,6%
13,1%
0,7%
Imprese individuali
-3,1%
Altre forme
-5,3%
Totale
-2,6%
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Infocamere, Registro Imprese
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Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Dicembre 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Infatti, negli ultimi dieci anni, si è verificato un progressivo incremento delle società di
capitale, mentre le imprese individuali, pur mantenendo una netta preponderanza, sono
diminuite di oltre tremila unità.
8.2 Industria alimentare e delle bevande
L’Industria alimentare e delle bevande, settore tipicamente anticiclico, nella prima
metà dell’anno in corso ha mostrato segnali di rallentamento, per quanto riguarda il numero
di aziende. Nel secondo trimestre 2013, infatti, le imprese attive del settore hanno segnato
un -0,5%, nello stesso periodo del 2012 si era invece annotato un +4,1%. Va sottolineato
che l’Industria manifatturiera, nel secondo trimestre 2013, ha segnato un rallentamento più
consistente (-1,9%), analogamente a quanto accaduto nello stesso periodo dell’anno
scorso.
Provincia di Bologna: industrie alimentari e delle bevande
(Secondo trimestre 2013)
Imprese attive per classe di addetti
Variazioni n. imprese attive 2013/12
Da 0 a 5 addetti
66%
Attività
manifatturiere
Oltre 50 addetti
3%
Da 6 a 9 addetti
16%
Da 20 a 49 addetti Da 10 a 19 addetti
5%
10%
Da 0 a 5 addetti
Da 6 a 9 addetti
Da 10 a 19 addetti
Da 20 a 49 addetti
Oltre 50 addetti
0,7%
-3,7%
-10,2%
-7,4%
-10,7%
Industrie
alimentari e
delle bevande
2,2%
0,0%
-10,3%
-8,6%
-10,5%
Elaborazioni Ufficio Statistica Studi CCIAA Bologna su dati Infocamere, Registro Imprese
Nel secondo trimestre 2013, si può notare come le imprese con classe dimensionale
più contenuta siano aumentate nell’Industria alimentare: +2,2% le imprese fino a cinque
addetti, variazione nulla per quelle da 6 a 9 addetti e flessione per le altre. Andamento
simile si registra complessivamente nel manifatturiero, ma con una minor tenuta per quanto
riguarda il numero di imprese attive fino a dieci addetti.
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Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Marzo 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
Parte II
L e fo n ti
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Osservatorio agroalimentare, provincia di Bologna - Marzo 2013
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna
LE FONTI
-
Infocamere - Registro Imprese
ISMEA
Istat
Organizzazione mondiale del commercio (WTO)
Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)
Regione Emilia-Romagna
Ufficio Statistico dell'Unione Europea (Eurostat)
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