Lavoro, le situazioni critiche in provincia La mappa

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Lavoro, le situazioni critiche in provincia La mappa
1° Maggio
La mappa
Venerdì, 27 aprile 2012
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Lavoro, le situazioni critiche in provincia
A CURA DI MATTEO RANZINI
FONDERIE VIGEVANESI
10 PERSONE COINVOLTE.
POSSIBILE MOBILITÀ, MA ANCHE
PER I RESTANTI 20-30 NON
CI SONO BUONE PROSPETTIVE.
SEA (TRIVOLZIO)
130 PERSONE COINVOLTE.
FABBRICA CHIUSA E OPERAI
IN CASSINTEGRAZIONE.
CABLELETTRA (ROBBIO)
120 PERSONE COINVOLTE.
AZIENDEA IN FALLIMENTO
RILEVATA DALLA YAZAKI. CIG
STRAORDINARIA PER I 120
CISAM (VELLEZZO)
19 PERSONE COINVOLTE.
DITTA FALLITA NELLO
SCORSO MESE DI FEBBRAIO
FMC FONDERIA
(MONTEBELLO)
20 PERSONE COINVOLTE.
CO.MET. (MORTARA)
17 PERSONE COINVOLTE.
AZIENDA CHIUSA E MESSA
IN LIQUIDAZIONE.
TUTTO IL PERSONALE È STATO
MESSO IN MOBILITÀ.
SALVADEO (VOGHERA)
18 PERSONE COINVOLTE.
DITTA FALLITA.
COMELZ (VIGEVANO)
95 PERSONE COINVOLTE.
DITTA GIÀ IN LIQUIDAZIONE.
VIAGGIA VERSO LA MOBILITÀ,
UNA VOLTA
FINITI GLI AMMORTIZZATORI.
SIVAL (SANNAZZARO)
30 PERSONE COINVOLTE.
PROBABILE FALLIMENTO,
ANCORA ATTIVE 12 SETTIMANE
DI CASSINTEGRAZIONE.
BRASILIA (RETORBIDO)
190 PERSONE COINVOLTE.
CASSINTEGRAZIONE GIÀ APERTA
MA I DIPENDENTI
NON RICEVONO SOLDI.
CARAPELLI (VOGHERA)
22 PERSONE COINVOLTE
PERDERANNO IL POSTO.
ALTRE 50 SARANNO SPOSTATE
A INVERUNO.
Nella mappa della nostra provincia abbiamo collocato le siutazioni più critiche, secondo le indicaizoni della Fiom-Cgil di Pavia. Sono
situazioni complicate in cui per almeno un anno è stata tamponata la situazione ma che nella maggior parte dei casi è solo un differimento della chisuura. Sono 325 i soggetti coinvolti più altri 325 a rischio, con un totale che si aggira sui 700 posti in meno previsti per
il 2013. L’unico dato positiuvo proviene dalla ditta Cameron di Gambolò che ha assunto 100 persone.
I numeri della crisi
Bossi (Fiom-Cgil Pavia): 700
operai a rischio entro il 2013
Settecento operai a rischio entro il 2013. E’ la triste sentenza secondo i dati della Fiom (metalmeccanici) Cgil di Pavia. Ce li illustra Carlo Bossi, segretario Fiom, che al comparto metalmeccanico aggiunge anche considerazioni su
quello artigiano. “Nel primo bimestre 2012”, spiega Bossi,
“vi sono stati 89 licenziamenti in provincia di Pavia in
aziende sopra i 15 dipendenti. Ma il dramma è nelle piccole aziende con 405 soggetti coinvolti. A livello sindacale le
piccole imprese sono le più difficili da tutelare”. Interessanti i dati sulle ore di cassintegrazione. “Nel primo trimestre
2012”, prosegue Bossi, “siamo a 1 milione e 800 mila con
una proiezione sui 12 mesi che ci porterà a più di 7 milioni
di ore; certo il dato numerico è in calo rispetto ai 9 milioni
di ore del 2011 o agli oltre 11 milioni del 2010 ma a questi
numeri vanno comparati i dati sui licenziamenti che, come
detto in precedenza, ammonteranno a 700”.
Sul dato delle ore di Cig richieste è interessante analizzare
la percentuale delle categorie coinvolte: il 45% delle ore riguarda il settore meccanico, il 30% quello edile e il 17%
quello delle pelli-calzature; il settore meccanico soffre perchè serve tutti i settori in crisi, quello edile è bloccato per i
mancati pagamenti degli enti locali e la difficoltà di accesso al credito delle famiglie, quello calzaturiero perchè si va
a produrre da altre parti.
Bossi lancia, allora, l’allarme: “Grazie agli accordi sindacali e alla Cig abbiamo differito la crisi di 9-10 mesi; ma in
questo tempo bisogna che la politica si svegli e faccia ripartire la crescita. A livello proviunciale se si decide di puntare
sul vino, sul riso e sulla sanità è necessario che si investa su
questi settori con accordi e verifiche rapide, perchè il mercato del lavoro non si rivolta come un calzino in qualche settimana. Ci vogliono mesi”.
Secondo Bossi il problema più grande nel nostro territorio
è la riconversione: “Se chi faceva il tornitore viene riconvertito in un altro settore dove fa formazione? Non ci sono
realtà formative sviluppate sul terrtitorio e ci vogliono corsi
annuali per fornire le adeguate competenze”.
A fronte dei dati sopra illustrati e della congiuntura negativa Bossi fa una riflessione amara sul 1° maggio, festa dei
lavoratori: “Una volta si celebravano le conquiste dei lavoratori, oggi il 1° maggio si celebra il posto di lavoro. Credo
che sia fondamentale in questo contesto che ogni persona
possa mantenere la propria dignità di lavoratore e di uomo
o donna. Uno Stato che si definisce democratico e moderno
deve garantire la qualità dei rapporti umani anche sul posto di lavoro. Purtroppo questo non accade e, anzi, la crisi
sta causando un aumento delle molestie sessuali sui posti di
lavoro, un aumento delle tensioni sociali e la lacerazione dei
rapporti familiari”.
Matteo Ranzini