2OO imprese del Legno Arredo operano già in Reti di Impresa

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2OO imprese del Legno Arredo operano già in Reti di Impresa
2OO imprese del Legno Arredo operano già in Reti di
Impresa
Il quarto Osservatorio sul tema di Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano
annuncia che il secondo semestre 2013 ha visto il numero record di 389
nuovi contratti e 1.555 imprese coinvolte. Questo ha portato, alla fine
dello scorso dicembre, ad avere 1.353 reti registrate in Camera di
Commercio per un totale di 6.435 imprese aderenti. Di queste, sono
circa 200 le imprese legate ai settori del legno-arredo che fanno oggi
parte di una o più reti di impresa.
Il grafico qui sopra fa capire come la differenza di vivacità delle diverse regioni
sia notevolissima.
I motivi della crescita sono vari: la normativa è divenuta meno incerta. Per
esempio, nel 2013 è stata varata una norma finalizzata a semplificare
l’utilizzo del personale tra le diverse imprese. Inoltre l’Autorità di vigilanza sui
contratti pubblici ha reso più chiara la possibilità di partecipare a bandi da
parte di imprese in rete
Le imprese manifatturiere in rete presentano un miglior posizionamento
competitivo rispetto a quelle non coinvolte in contratti di rete. È più alta la
quota di chi può vantare attività di export (51,6% circa contro il 29,8%),
certificati di qualità (28% contro il 15,7%), partecipate estere (15,9%
contro il 6%), marchi registrati a livello internazionale (16,5% contro il
7,1%), brevetti richiesti all’Epo (16,8% contro il 6,4%), certificati ambientali
(14,3% contro il 5,7%).
A mettersi assieme sono aziende molto spesso radicalmente diverse tra loro.
Basti pensare che nel 54,7% dei casi le imprese appartiene a macrosettori
diversi.
Posti i vantaggi delle esperienze presentate, lo studio mette in guardia che le
reti d’impresa non sono una panacea. Nel 2012, infatti, le imprese che erano
già in rete nel 2011 hanno mostrato un calo del fatturato solo di poco
inferiore a quello delle imprese non in rete (-4,2% vs. -4,9 per cento). Sul
fronte reddituale, invece, i riscontri sono maggiormente visibili, con una
tenuta maggiore per le imprese coinvolte in rete che in termini di Ebitda
margin hanno perso “solo” 2 decimi di punto percentuale (scendendo nel
2012 al 7,6% dal 7,8% del 2011) rispetto ai 6 decimi persi dalle altre
imprese (da 7,6% a 7 per cento).
Approfondimento a cura dell’Ufficio Reti di Impresa