e la magia del cinema

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e la magia del cinema
PLUS MAGAZINE
Foto di Chico De Luigi – Courtesy Saverio Ferragina
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IN QUESTO NUMERO
SAMANTHA CRISTOFORETTI
LA PRIMA ASTRONAUTA ITALIANA
DUE CHIACCHIERE CON
EUGENIO FINARDI
GABRIELE SALVATORES
RACCONTA “ITALY IN A DAY”
GITEX 2014
SCHEGGE DI FUTURO
FESTIVAL DEL FILM DI ROMA
IL PUBBLICO PREMIA “TRASH”
RAOUL GILIOLI
VITA, 200 STORIES THROUGH THE GLASS
STEFANO
ACCORSI
e la magia del cinema
Supplemento a La voce dei bancari – Periodico trimestrale per la cultura
e il tempo libero – Numero VII - dicembre 2014
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In questo numero:
PLUS MAGAZINE
Supplemento a La voce dei bancari
Periodico trimestrale per la cultura e il tempo
libero
Redazione e Amministrazione
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Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
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4Copertina
Stefano Accorsi e la magìa del cinema
8 Protagonisti
Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana
12 Protagonisti
Due chiacchiere con Eugenio Finardi
16 Protagonisti
Gabriele Salvatores racconta “Italy in a day”
20 Tecnofuturo
Gitex 2014: schegge di futuro
Direttore Responsabile
Paolo Panerai
Direttore Editoriale
Mauro Bossola
Caporedattore
Paola Gomiero
Segreteria di redazione
Chiara Attolico
Photo editor
Alessandro Lercara,
Salvatore Taormina
Hanno collaborato a questo numero:
Benedetta Breveglieri, Antonio Lo Campo,
Dario Migliardi, Barbara Odetto,
Barbara Oggero, Mariangela Salvalaggio,
Salvatore Taormina.
Fotografie
Chico De Luigi - Courtesy of Saverio Ferragina,
Archivio ESA, Archivio NASA, Archivio Stilisti,
Pietro Gentile, Barbara Oggero, Salvatore Taormina.
Pubblicità
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Grafica e impaginazione
Carlo Fantinel – Torino
Stampa
Garabello Artegrafica – San Mauro Torinese
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24 Eventi
Festival del Film di Roma: il pubblico premia “Trash”
26 Protagonisti
Raoul Gilioli: Vita, 200 stories through the glass
30Moda
Storia d’inverno
36Recensioni
Film, libri, fumetti, mostre, musica, teatro
42Mappamondo
Norvegia: a caccia dell’Aurora Boreale
50 Iniziative associati
Convenzioni nazionali
E D I T O R I A L E
Paola Gomiero
Direttore FABI Plus
50 anni d’Italia
nello spazio
Cosa spinge l’essere umano verso lo spazio infinito?
Il concetto di esplorazione dello spazio è sicuramente da sempre affascinante… molti
invidiano gli astronauti e sognano di poter un giorno andare lassù, oltre l’orizzonte, dove il
buio è cosmico e le stelle emettono una luce accecante. Altri viceversa, si interrogano sull’utilità delle missioni spaziali, estremamente costose e rischiose, senza considerare che queste
esplorazioni hanno contribuito a dare delle risposte fondamentali sulle origini della vita, a
fornire degli strumenti per la comprensione dell’universo, ad ampliare l’orizzonte culturale
dell’uomo e quindi a garantire un futuro migliore sulla terra. Per studiare la terra dobbiamo
guardarla dall’alto e i satelliti occupano un ruolo imprescindibile nel lavoro degli scienziati
per comprendere le dinamiche del nostro pianeta e poter attivare, di conseguenza, le misure di protezione dell’ambiente e la conservazione delle risorse naturali.
Anche se non ce ne rendiamo conto, tutti noi
utilizziamo quotidianamente le applicazioni
rese possibili dall’accesso allo spazio: quando
usiamo il telefonino, guardiamo la televisione,
navighiamo su internet oppure guardiamo le
previsioni meteo e anche quando viaggiamo in
aereo, o ci facciamo guidare alla meta con precisione assoluta da quel piccolo marchingegno che
risponde al nome di “navigatore satellitare”.
Il nostro paese ha investito nel settore aerospaziale
ricoprendo un ruolo importante e con grande orgoglio nel
mese di dicembre si festeggeranno i 50 anni di storia italiana nello spazio. Una presenza
sempre più significativa iniziata nel dicembre del ‘64 con il lancio del satellite San Marco, il
primo con bandiera tricolore.
Ed ora un altro importante traguardo sta per essere raggiunto, poiché il Capitano
dell’Aeronautica Militare Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio,
sarà la protagonista della missione “Futura”, progetto dal nome evocativo che svilupperà,
durante i suoi sei mesi di permanenza nel cosmo, otto programmi di ricerca scientifica.
Noi di Plus Magazine, l’abbiamo incontrata durante uno dei suoi tour in Italia e ci
siamo fatti raccontare il suo percorso personale e un po’ della sua vita speciale, che le ha
consentito di essere pronta per affrontare questa straordinaria esperienza (pag. 8-10).
Buona lettura!
[email protected]
dicembre 2014 | Plus Magazine | EDITORIALE
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COPERTINA
STEFANO
ACCORSI
E LA MAGIA
DEL CINEMA
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M I G L I A R D I
COPERTINA
2002 - alla 59ª Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, Stefano Accorsi è
premiato con la Coppa Volpi per la migliore
interpretazione in “Un viaggio chiamato amore”
diretto da Michele Placido (foto Pietro Coccia).
Cos’hai imparato da quell’esperienza?
Quel lavoro mi ha dato molto perché mi ha insegnato che bisogna fare sempre le cose che
piacciono e soprattutto non bisogna avere preconcetti ideologici. L’attore non è un mestiere
ideologico. È una professione che ha a che fare
con la necessità, con il desiderio, con il volersi
reinventare, ma soprattutto è un mestiere che ti
porta a “Fare” con la “F” maiuscola, che è l’unico
modo per imparare.
LE COLLINE DELLE LANGHE
sono state l’ispirazione per Stefano Accorsi per
provare un nuovo percorso artistico. Ha ideato e
condotto, per Sky Arte, il programma “Parole che
restano, viaggio nella lettertura italiana” ed è impegnato in questi giorni nella registrazione delle
8 puntate che vedremo in onda il prossimo anno
sul canale satellitare. In queste puntate, Accorsi
incontrerà diversi personaggi tra i quali Mimmo Paladino, Roberto Bolle, Federico Marchetti,
etc... ai quali chiederà di raccontare il libro che ha
segnato la loro vita. E nella storica tenuta Fontanafredda a Serralunga d’Alba sede della Fondazione E. di Mirafiore, ha incontrato il patron di Eataly Oscar Farinetti, ed è
stato invitato a tenere nel Laboratorio di Resistenza permanente una lectio
magistralis dal titolo “Narrativa per immagini: la magia del cinema”.
Andiamo indietro nel tempo, quando hai deciso di voler fare l’attore?
Credo di aver sempre voluto fare l’attore, fin da quando avevo sette anni
e chiedevo ai miei genitori di portarmi al cinema. Vedevo i film di Sergio
Leone e rimanevo affascinato da quei personaggi così intensi e pieni di vita.
Poi c’è stato il battesimo con la pubblicità di “Due gusti is meglio
che one”.
Sono passati molti anni, ma non rinnego quel periodo, anche perché il regista era Daniele Luchetti, e poi quello spot mi ha dato la popolarità. Una
volta mentre passeggiavo per Bologna venni riconosciuto da uno che mi
disse “Ciao Maxibon”, come se fossi diventato un personaggio dei super eroi.
La tua prima volta al cinema è stato con
Pupi Avati, anche lui uno dei mostri sacri del
cinema italiano.
Andai al provino del film “Fratelli e sorelle” che
era curato dalla sua capo casting e passai il primo
scalino. Poi ci fu un altro provino con il suo assistente e finalmente, alla terza prova fui davanti
a Pupi. Mi lasciò libero di improvvisare. Qualche
giorno dopo mi chiamò insieme a Luciano Federico che era l’altro attore. Ci disse: “Ho preso voi
due perché, uno ha fatto il miglior provino di tutto
il casting e l’altro ha fatto il peggior provino”. Indovina chi era il secondo?
Poi hai deciso di andare a Scuola di Teatro.
Sì, la scuola è importante ed è stato fondamentale,
ma non ti dà il diritto di avere un ruolo rispetto a
un attore che invece non l’ha fatta. La formazione
è importante, ma ci vuole anche la curiosità e la
capacità di imparare. Questa l’ottieni solo quando si lavora ed è una cosa che vale sia in teatro che
al cinema. L’importante è avere la consapevolezza
di non essere mai arrivati.
Successivamente hai lavorato a opere prime,
ma altrettanto importante è stato l’incontro
con Gabriele Muccino ne “L’ultimo bacio”?
Muccino è un regista che dà tutto, lui pensa al
film 24 ore al giorno. Lo si vede chiaramente da
come gira, da quello che chiede agli attori. Le sue
storie sono sempre piene di pathos. Il suo film
parlava di sentimenti, di una crisi generazionale,
avevo paura che potesse essere un film con una
sua fragilità, ma questa era anche la sua forza e
avevo il timore che non potesse essere capita.
dicembre 2014 | Plus Magazine | COPERTINA
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COPERTINA
Stefano Accorsi e Ferzan Özpetek.
troupe leggera per raccontare in maniera divertente un punto di vista ricco di soddisfazioni.
Con Ferzan Özpetek hai fatto “Le fate ignoranti”, com’è andata?
Mi era piaciuto molto il suo primo film, “Hamman” e ricordo che qualcuno
mi disse: “Pensaci bene prima di accettare questo ruolo”. Credo che le tematiche debbano essere affrontate con la consapevolezza di accettare i propri
ruoli. Ferzan ha un grande pudore nel raccontare le sue storie e questo mi
ha convinto a seguirlo anche nel film successivo che era “Saturno contro”.
Come scegli i tuoi progetti cinematografici?
Sostanzialmente se è un regista che conosco e che mi propone una sceneggiatura che mi piace, si parte già con il piede giusto. Quando incontro il
regista è importante che si possa andare d’accordo e che lui sia rispettoso
del lavoro dell’attore. Ci sono registi che non hanno questa attenzione. Un
attore deve sapersi esporre e il regista deve essere bravo a capire e gestire
questi stati d’animo. Ci vuole poco per “far chiudere” un attore, limitargli la
sua espressione. Ci sono registi che non sanno guardare gli attori e amarli.
Ma da una buona sceneggiatura poi nasce sempre un film bello?
Fare un film è un’avventura, ogni film ha una propria anima, che la si scopre
solo quando il film è finito. Questa è la grande magia del cinema, uno sa da
dove parte, ma non sa dove arriverà. Anche se tutto è studiato nei minimi
particolari, c’è l’anima del film che prevarrà a prescindere da tutto. È bello
capire che esiste qualcosa fuori dal controllo di ciò che è stato scritto a tavolino. D’altronde se non fosse così tutti sarebbero bravi a fare i film e ci
sarebbero solo film di successo.
Tu che hai lavorato anche all’estero qual è la principale differenza rispetto alle produzioni italiane?
Sono i soldi che fanno la differenza. Sembrerà banale, ma in Francia hanno
un sistema più ricco, strutturato, con delle brave maestranze. Le nostre produzioni sono eccezionali e le nostre troupe hanno una conoscenza del mestiere che raramente ho riscontrato negli altri Paesi. La differenza sostanziale
è che per quanto può sembrare bello lavorare su un progetto estero, ti senti
sempre un po’ un ospite. Invece se sei in Italia, dove ci sono le tue radici e reciti in italiano senti che è una dimensione che ti appartiene in maniera totale.
Ti riconosci nella definizione che ti ha dato Oscar Farinetti che ha detto che hai la leggerezza Calviniana?
– Ride contento e ci scherza su – È una meravigliosa definizione e Calvino
lavorava tantissimo per arrivare a quella leggerezza. Io ci posso provare.
Il cinema ha attraversato molte rivoluzioni, dal sonoro, al colore, al dolby, oggi il digitale con le Web Series. Cosa pensi di questi nuovi linguaggi?
Sono la palestra ideale per i giovani, basta una piccola telecamera e una
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Ci hai fatto vedere il tuo bellissimo cortometraggio “Io non ti conosco”. Com’è nato?
Ho incontrato l’imprenditore Federico Marchetti – il fondatore e amministratore delegato di Yoox
Group ndr – che mi chiese se avevo voglia di fare
un video. Gli dissi che avrei preferito girare un
corto. Questa idea nasce da una storia che un fioraio di Sanremo, dove andai a comprare dei fiori,
mi raccontò. Poi naturalmente con gli sceneggiatori Marianna Cappi e Francesco Bruni l’abbiamo romanzata un po’. È una storia che mi ha affascinato e sorpreso da subito. E poi sono contento
di aver lavorato con Gianfelice Imparato che è un
attore bravissimo.
Con questo cortometraggio hai dimostrato
una maturazione e una consapevolezza della
tue capacità non solo di attore. Hai intenzione
di passare alla regia di un lungometraggio?
È un desiderio che avevo da tempo, diciamo che
ci sto lavorando – sorride –.
Il 9 dicembre Stefano accorsi debutterà al Teatro
della Pergola di Firenze con lo spettacolo “Decamerone vizi, virtù, passioni” liberamente tratto dal
Decamerone di Giovanni Boccaccio, adattamento teatrale e regia di Marco Baliani e proseguirà
fino a metà aprile in tournée in Italia.
Federico Marchetti e Stefano Accorsi con il premio
Nastro d’Argento 2014 per il Miglior esordio alla regia.
PROTAGONISTI
SAMANTHA,
LA PRIMA ASTRONAUTA ITALIANA
I N T E R V I S T A
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C A M P O
foto: Archivio ESA e NASA
Samantha Cristoforetti, è nata a
Milano nel 1977, ma è originaria di Malé,
in Trentino. Nel 2001 si è laureata all’Università Tecnica di Monaco di Baviera,
con un master in ingegneria meccanica
dedicato alla propulsione aerospaziale,
ha frequentato per alcuni mesi la scuola nazionale superiore di aeronautica e
spazio di Tolosa, in Francia, e per dieci
mesi l’Università di Chimica Mendeleev
a Mosca. Nello stesso anno, Samantha ha frequentato l’Accademia
dell’Aeronautica Militare Italiana a Pozzuoli, diplomandosi nel 2005. In
seguito è stata alla Sheppard Air Force Base in Texas e ha conseguito il
brevetto di pilota militare dopo esser stata assegnata al 51° Stormo di
Istrana. Come Luca Parmitano (andato in orbita nel maggio 2013) che fa
parte del suo stesso gruppo di sei astronauti ESA selezionati nel 2009,
Samantha è Capitano dell’Aeronautica Italiana, e ha accumulato centinaia di ore di volo su diversi tipi di aerei militari. Samantha sale anche
sul podio delle prime donne astronauta europee; è la terza in assoluto
dopo la ricercatrice britannica Helen Sharman, e la francese dell’ESA,
Claude André-Deshays. La prima in assoluto è stata, nel 1963, la russa
Valentina Tereshkova (oggi 75enne), mentre la prima americana è stata
Sally Ride, nel 1983, scomparsa prematuramente un mese fa. Di recente, nella cronologia delle donne dello spazio, è arrivata anche la prima
taikonauta cinese, Liu Yang, che ha volato lo scorso giugno sulla capsula Shenzhou 9.
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L
a piattaforma di lancio si trova nello storico perimetro della base spaziale di Bajkonur, nel
Kazakhistan, da cui partì il primo uomo lanciato nello spazio, Jurij Gagarin. È lo stesso da dove
venne lanciata, nel 1963, anche la prima donna
del cosmo, Valentina Tereskhova.
Da pochi giorni (salvo imprevisti dell’ultimo
momento), un’altra donna cosmonauta è “salpata” dal cosmodromo delle missioni spaziali russe,
per una spedizione di sei mesi a bordo della ISS,
la Stazione Spaziale Internazionale, il più grande
avamposto spaziale mai costruito dall’uomo. Il
razzo vettore di tipo Sojuz ha portato nello spazio
e in direzione della ISS la Sojuz 41 (o Sojuz TmA15 M), con a bordo i tre cosmonauti dell’equipaggio delle “Spedizioni 42-43”: seduta sul sedile
di sinistra della Sojuz, c’era la prima astronauta
italiana, Samantha Cristoforetti. Che poi, dopo
l’aggancio con la Stazione, è entrata a far parte
dell’equipaggio che attualmente vive e lavora sulla Stazione.
Assieme a Samantha, con la Sojuz sono partiti il
comandante russo Anton Skhaplerov e l’ingegnere di bordo della NASA, Terry Virts.
PROTAGONISTI
Samantha Cristoforetti, Capitano dell’Aeronautica Militare Italiana, selezionata dall’ESA nel
2009 assieme ad altri cinque astronauti (compreso Luca Parmitano), diventa così la prima italiana
in viaggio tra le stelle, e solo la terza europea a
compiere un’impresa spaziale.
La ISS è quella straordinaria base che si trova a
400 chilometri d’altezza dal nostro pianeta, una
struttura pesante circa 400 tonnellate e formata
da centinaia di componenti realizzate da varie
nazioni (Italia compresa), che nel frattempo ha
già ospitato Umberto Guidoni, Paolo Nespoli,
Roberto Vittori e Luca Parmitano.
Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Samantha nel corso di un suo recente tour in Italia,
dove ha anche promosso il sito web “Avamposto
42”, all’interno del quale racconterà ogni fase della sua missione, tramite foto, video e racconti,
oltre a presentare la sua missione, battezzata “Futura”, una missione frutto della cooperazione tra
la NASA e la nostra agenzia spaziale ASI.
“Tutto è andato bene nella nostra preparazione” –
ci dice Samantha Cristoforetti – “In primavera,
assieme ai miei due compagni di missione, Anton
e Terry, siamo stati l’equipaggio di riserva per la
missione partita in maggio, svolgendo tutte le fasi
di preparazione come se il lancio dovessimo effettuarlo noi. Abbiamo anche accompagnato i tre cosmonauti in partenza fino alla rampa di lancio...”.
Le ultime settimane prima del lancio come le
trascorrerai? L’addestramento sarà sempre più
frenetico...
Saranno dedicate molto all’addestramento per
il lancio. Trascorreremo sei mesi in orbita, e soltanto poche ore nella Sojuz per il lancio e per il
ritorno, eppure gran parte dell’addestramento è
dedicato a queste fasi, perché sono i momenti più
dinamici e potenzialmente pericolosi. Insieme al
comandante ho trascorso diverse ore a settimana
nel simulatore Sojuz, spesso indossando la tuta
pressurizzata russa Sokol. Ripetiamo tutte le procedure principali e, soprattutto, affrontiamo insieme le molteplici avarie che il nostro istruttore
inserisce negli scenari sempre diversi.
Sempre a proposito del lancio, vai in orbita sulla Sojuz, unico mezzo
rimasto dopo il ritiro degli shuttle. Come pilota di professione, avresti preferito la navetta spaziale?
Per un astronauta di professione, qualsiasi veicolo va bene per raggiungere
lo spazio. La Sojuz e lo shuttle sono due veicoli diversi, nati anche con differenti obiettivi. Sono complementari tra loro: le capsule tradizionali forse
sono più adatte, anche in futuro, per l’esplorazione dello spazio lontano. Gli
spazio plani, o veicoli spaziali alati, offrono certamente più versatilità nel
fare da spola con l’orbita terrestre. Ma la stessa Sojuz è ottimale per fare da
navetta per astronauti con la Stazione Spaziale, così come le altre capsule attualmente in sviluppo negli USA. Rispetto allo shuttle hanno costi inferiori.
E di questi tempi, non è poco...
Il mio ruolo è un misto tra co-pilota e ingegnere
dei sistemi; ci si aspetta da me una conoscenza
approfondita della macchina, ma anche la capacità di assistere il comandante nel gestire le fasi
dinamiche: per intenderci, quando funzionano i
motori. Sono anche addestrata, così come Anton,
al volo manuale, sia per l’attracco alla Stazione
Spaziale che per il rientro.
Ma ora che lo shuttle è andato in pensione, non se ne sente la mancanza?
La Sojuz va bene per il trasporto degli astronauti, moduli come il nostro
ATV sono ottimali per i rifornimenti. Ciò che manca rispetto allo shuttle
è la possibilità di portare materiali di grosse dimensioni in orbita terrestre.
I successi recenti dei voli delle Dragon di SpaceX però sono importanti,
perché queste sono navicelle che possono portare astronauti e carichi un
po’ più complessi di una navicella convenzionale.
dicembre 2014 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
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PROTAGONISTI
di cui sono orgogliosa. Gli elementi pressurizzati in cui vivono gli astronauti sono in gran parte
“Made in Italy” e un grande contributo durante
la fase di costruzione è stato dato dagli MPLM, i
moduli logistici forniti all’Agenzia Spaziale Italiana. Peraltro la mia missione, “Futura”, è proprio
il frutto di quell’impegno della nostra Agenzia
Spaziale e della nostra industria.
Diventerai la prima italiana nello spazio. Era il tuo sogno, quello di
astronauta? O volevi fare il pilota?
Il mio sogno fin da bambina era proprio quello di diventare astronauta. Poi
è normale che il fascino dell’esplorazione spaziale lascia posto, in seguito,
a scelte di studio e professionali differenti. Per diventare astronauta infatti,
non c’è un percorso diretto: ero appassionata di tecnologia e di scienza, per
cui dopo il diploma ho fatto ingegneria aerospaziale, e mi sono appassionata al volo, in particolare al volo militare e sono diventata pilota militare.
Queste esperienze mi hanno poi indirizzata verso la possibilità di realizzare
il sogno di astronauta. Ci sono riuscita e ne sono ovviamente molto felice.
Ti senti orgogliosa di diventare, oltre che astronauta che va in orbita,
la prima italiana tra le stelle?
Certo, ma questa è soprattutto una grande impresa italiana nel suo insieme,
Tornando all’astronautica, ormai tua professione unica e a tempo pieno, hai dei miti di
quando eri ragazzina? Le imprese di Valentina
Tereshkova, la prima donna dello spazio, o l’americana Sally Ride?
Conoscevo le loro imprese tramite letture. Però
tra le astronauta donne ammiravo in particolare Eileen Collins, che negli anni novanta divenne prima donna pilota dello shuttle, e in seguito
la prima donna pilota a comandare una navetta
spaziale. Ammiravo anche molto Shannon Lucid,
prima americana a passare diversi mesi sulla Stazione Spaziale Russa MIR.
Lavorerai su diversi esperimenti nei sei mesi
in orbita. Per quali discipline scientifiche?
Sì, ve ne saranno diversi, dall’equilibrio all’utilizzo di nanotecnologie per contrastare la decalcificazione delle ossa, dall’insufficienza venosa alle
stampanti 3D, dai problemi del sonno a sistemi
innovativi di monitoraggio della salute... la nostra comunità scientifica sarà ben rappresentata
durante la missione “Futura”.
Sei stata molto impegnata per l’addestramento, negli ultimi due anni. Ma come hai trascorso il tuo tempo libero?
L’ho trascorso scrivendo sui blog o twittando con
amici appassionati di astronautica e spazio, aggiornando la mia avventura e preparazione. E poi
sto leggendo dei libri di nutrizione, un tema che
mi interessa molto e che sarà uno dei leitmotiv
della mia missione. E poi, sto imparando il cinese.
Ti prenoti per un volo futuro con i cinesi? Anche loro ormai sono protagonisti dello scenario
spaziale...
No, è solo una mia curiosità personale, per imparare una lingua che conosco pochissimo.
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PROTAGONISTI
DUE CHIACCHIERE
CON EUGENIO
FINARDI
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B R E V E G L I E R I
“COME SAVONAROLA” è un po’ Eugenio Finardi. Idee soli-
de, posizioni coerenti e oltre 40 anni di musica che ci racconta attraverso
i suoi brani, dal rock al blues, dalla musica da cantautore alle interpretazioni di poeti russi. Una vita dedicata alla musica con un forte desiderio
di comunicare e comprendere.
Iniziamo con Cramps di Giovanni Sassi che nel 1975 pubblica il tuo
album “Non gettare alcun oggetto dai finestrini”. È a mio parere un
percorso preciso, e con la cover “Saluteremo il Signor Padrone”, canti
“per il male che ci ha fatto, che ci ha sempre maltrattato”. Dopo quasi
40 anni, ci sono ancora un po’ troppi padroni in giro. Chi sono?
Sono molti. Ma i padroni di oggi fanno rimpiangere i padroni di ieri.
Perché i padroni di allora si vedevano. Erano presenti, vivevano nel tuo
stesso territorio. Oggi il predominio è dei pochi invisibili personaggi della Finanza, isolati completamente dal contesto sociale in cui esercitano. Il
Patto Sociale che c’era un tempo fra operaio e dirigente si è rotto.
Io stesso sono figlio di un dirigente e posso dire con assoluta certezza che
quanto guadagnava mio padre era sicuramente molto rispetto al salario
di un operaio, ma mai quanto il divario che si è creato oggi fra gli stipendi dei dirigenti e i salari medi. Conosco signori che si sono fatti costruire
Resorts o hanno prodotto situazioni tali, da garantirsi l’isolamento da
chiunque, anche da quella che chiamiamo comunemente “alta borghesia”. Vogliono essere soli, senza contatti esterni.
Dal 1980 ad oggi l’economia delle classi medio basse è cresciuta del 2%,
quella rappresentata da questi signori (che non supera l’un per mille
della popolazione mondiale) è invece salita del 200%. E questo è vergognoso.
Nel 1978 esce “Blitz” e con questo album il mondo della musica
accoglie con uno straordinario successo “Extraterrestre”. È un momento delicatissimo per la storia italiana. Penso agli anni di piombo, o a
scioperi importanti come quello di Torino e la marcia dei 40.000. “Extraterrestre” è la storia di un ragazzo che si confronta con la propria
paura ed è, per me, anche l’uomo che si ritroverà negli anni Ottanta,
quelli che sono stati per molti di noi, gli anni dell’illusione. Credi sia
cambiato qualcosa da allora?
PROTAGONISTI
Sono consapevole di avere dato con la mia musica, la testimonianza di un momento di riflusso
culturale molto preciso. Gli anni Ottanta sono
stati anni complicati. Io sono di madre americana e non mi dimentico la presidenza Reagan, come non dimentico quello che ha fatto la
Thatcher. Ad un certo punto hanno tirato giù la
serranda dei diritti. Non so se ti ricordi l’episodio
del licenziamento di massa dei controllori di volo
(in America, ndr). Avevano scioperato. Sono stati
tutti sbattuti fuori. È come se avessero dato un
colpo di spugna a tutte le conquiste che si erano
ottenute sino ad allora.
Ci sono sempre corsi e ricorsi storici, e so bene
che un disequilibrio fra le conquiste dei diritti
della fine degli anni Settanta non poteva continuare senza battute di arresto. È fisiologico.
Tuttavia, non posso definirlo un cambiamento
positivo. Ti racconto questo: lo scorso anno ero a New York e stavo vedendo alla CNN l’intervista ad un dirigente dell’Alcoa che lanciava un allarme
strategico, lamentando che in America mancava la mano d’opera specializzata per produrre alluminio militare. Il suo intervistatore gli ha quindi
chiesto come avessero fatto sino ad allora. La risposta è stata che lo aveva
prodotto l’Europa. L’Italia, e più precisamente la Sardegna. La conclusione
è che lo stabilimento sardo è stato chiuso perché l’energia costava troppo e
la mano d’opera specializzata, quella che sarebbe tanto servita in America,
è stata invece mandata a casa. Capisci allora di cosa parlo, di un’ideologia
strisciante che in nome del profitto ci sta portando inevitabilmente verso
un nuovo Medio Evo.
Nel 1990 esce “Musica Ribelle”. È un inno al potere della musica, è
stato un inno per la mia generazione. Ma la musica ha ancora il potere
di rivoluzionare?
In realtà ho inciso “Musica Ribelle” nel 1976. Nel 1990 l’ho rifatta. Quando è
uscita la prima volta, c’era la Rai e qualche radio libera. Ora la comunicazione è più diluita perché è più frastagliata. Una canzone può essere mandata in
rete velocemente perché i mezzi di comunicazione sono più liquidi rispetto
dicembre 2014 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
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PROTAGONISTI
a prima. In un attimo ti colleghi con il resto del
mondo. Ti dico una cosa: penso che se Mandela è
stato liberato è anche grazie alla pressione esercitata dal mondo dello spettacolo.
Oggi, nel 2014 e con 40 anni di musica alle
spalle, hai portato in giro per l’Italia il “Fibrillante Tour”, un bel progetto al quale hanno partecipato generazioni di musicisti molto diversi
fra loro, da Casacci dei Subsonica ad Agnelli
degli Afterhours. Un ritorno alla musica forte,
attraverso un rock dove c’è la tua storia, e anche
un po’ di sana indignazione. Mi chiedo però, se
la generazione di oggi sia in grado di capire e
di reagire.
Io vivo “Fibrillante” come un album di testimonianza. Non ho dato volutamente un’impronta
ideologica. “Fibrillante” non racconta una rivoluzione e non lo considero un album di lotta. Sono
pezzi che portano una testimonianza.
In “Cadere Sognare” mi sono ispirato alla storia
di un disoccupato sardo che durante un mio concerto, a Carbonia, si mise a gridare tutta la sua disperazione. Aveva perso il lavoro. Oggi purtroppo
è la storia di molti. Persone che vengono private
di un ruolo sociale, di una dignità. Ho amici che
non mi hanno confessato di avere perso il lavoro
fino a quando non ne hanno trovato un altro. La
gente si vergogna. Come fosse una colpa. Questo
è un album che vive in mezzo alla gente di oggi, e
anche durante il tour me ne sono accorto. Quando cantavo pezzi vecchi, sentivo le urla di gioia,
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del riconoscimento. Ma quando ho cantato pezzi nuovi, come questo di cui
ti ho parlato, ho sentito l’adesione, la comprensione profonda, gli applausi
che crescevano, perché chi ascoltava, sapeva.
La tua musica è approdata anche al Teatro alla Scala di Milano dove
sei stato per ben due volte, e fra l’altro sei stato l’unico cantante italiano
ad essere stato invitato. Com’è il tuo approccio al teatro?
Sono stato alla Scala per due stagioni diverse, di cui una con Carlo Boccadoro. Ed è stato un successo. Con lui ho anche lavorato a “Il Cantante al Microfono”, concerto ispirato alle canzoni e parole del poeta e dissidente russo,
Vladimir Vysotsky. È stato bellissimo perché in quell’occasione ho introdotto quasi tutti i suoi brani, e il teatro si è mescolato alla musica, è diventato
musica. E le parole aiutano a capire. Credo che anche il teatro serva a questo.
Anche perché io sento il bisogno del pubblico. Chiede idee e non ideologie.
Ma guardati intorno: giornalisti, storici, uomini di spettacolo. Tutti cercano
di capire. Abbiamo tutti il desiderio che qualcuno ci spieghi, che decodifichi
cosa accade intorno a noi.
Sei un uomo contemporaneo e conosci bene cosa sia la musica, mi dici
cosa producono oggi le case discografiche? C’è spazio solo per “prodottini” televisivi come gli One Direction, oppure uno spazio per la canzone
vera può ancora esistere?
Bisogna vedere cosa si intende per canzone vera. Un po’ di tempo fa sono
venuti proprio gli One Direction a Milano e mia figlia di 15 anni ha invitato
le sue amiche a casa nostra e sono andate al concerto. Io e mia moglie sentivamo le urla di felicità. Da genitori eravamo un po’ preoccupati, ma posso
dirti che mi sono commosso. Sentivo questo fuoco ed è stato straordinario.
Rappresentano comunque una speranza, una passione. E se i ragazzi oggi
ascoltano questo tipo di musica, non sono io che devo giudicare. Quello che
conta è che hanno dentro di loro una immotivata e meravigliosa speranza.
Mi commuove vedere tutto questo fuoco che continua ancora.
Io adoro il blues e il tuo disco “Anima Blues”, del 2005, che ti ha portato
in giro per l’Italia con oltre 150 concerti. Ci sarà altro blues nei prossimi
progetti?
Piace tanto anche a me e sicuramente ci sarà. Fra l’altro l’anno prossimo è il
decennale di “Anima Blues” e mi piacerebbe fare un tour. Ma non so ancora.
Posso dirti che quando suono la chitarra per conto mio, io suono blues. È la
mia passione segreta. Da musicista e cantautore ti dico che la canzone d’autore è mia moglie e il blues è la mia amante. Io le follie le faccio lì.
Grazie Eugenio.
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PROTAGONISTI
GABRIELE SALVATORES
RACCONTA
“ITALY IN A DAY”
Immaginate di filmare un evento particolare o delle riflessioni della vostra giornata con
una telecamera o con un cellulare e poi avere la fortuna di vedere selezionato il vostro
video tra tutti quelli che il regista premio Oscar Gabriele Salvatores ha ricevuto. “Italy
in a day” è l’edizione italiana di un progetto nato da Ridley Scott, per il quale si è chiesto
agli italiani di inviare dei video realizzati durante le 24 ore del 26 ottobre 2013.
I N T E R V I S T A
D A R I O
d i
M I G L I A R D I
Che cos’È
“Italy in a day”?
Un diario emotivo, un censimento delle emozione e dei pensieri di tutti quegli italiani che hanno voluto confrontarsi con
un tema specifico. È come una confessione laica di voler condividere i propri sentimenti attraverso le immagini. Un collettivo psicodramma italiano, di volta in volta tenero, arrabbiato,
divertente o disperato. Ma anche una coinvolgente riflessione,
sincera e senza filtri intellettuali, sul senso stesso di questo nostro viaggio comune sul pianeta Terra in questi anni.
Siamo in pieno periodo Selfie, è stato difficile accettare
questa sfida?
Nell’epoca della comunicazione digitale, della condivisione
istantanea, dello strapotere delle immagini, “Italy in a day” è il
primo esperimento italiano di film collettivo, dove il materiale
narrativo, le immagini e i pensieri, vengono forniti da chiunque
lo voglia e l’organizzazione del racconto è affidata a chi lo fa per
mestiere, cioè il regista, i montatori e i musicisti.
Che tipo di film è?
È “Social Movie” realizzato con passione, rispetto e senso di responsabilità, senza rinunciare al necessario sguardo e al personale punto di vista sulla realtà.
Immagino che sia stato un grosso lavoro di équipe, come
avete fatto a selezionare i video che vi sono arrivati? Quale
criterio avete usato?
16
PROTAGONISTI
foto di Claudio Iannone
Abbiamo usato il filtro della sincerità, dove sentivamo che le storie che gli italiani raccontavano
erano vere e sincere e non avevano intenti esibizionistici. Questa è stata la nostra prima selezione. Poi c’erano delle domande o meglio delle
linee guida alle quali avevamo chiesto di rispondere.
Per lavorare a una selezione del genere, vuol
dire che avevate una troupe affiatata?
Sì, abbiamo avuto i ragazzi delle scuole di montaggio di Milano che hanno realizzato il lavoro di
selezione iniziale. Poi due montatori professionisti, Massimo Quaglia e Chiara Grissiotti, che
hanno portato a termine il lavoro.
Sono 44 mila i video arrivati nelle vostre sale
di montaggio. Gli italiani, sono esibizionisti,
edonisti o hanno voglia di raccontare che sono
presenti e che esistono?
Ridley Scott quando ha lanciato “World in a day”,
ha ricevuto 15 mila video da tutto il mondo. Noi
in Italia, ne abbiamo avuti quasi 45 mila. Questo
vuol dire che siamo un popolo che ha bisogno di
essere ascoltato. Ed è per questo che mi piacerebbe che qualcuno dei nostri politici lo vedesse, per
capire dove va l’Italia. Mi aspettavo più rabbia e
protesta. Invece vengono fuori le storie in cui si narrano i problemi, i bisogni. Mi sembra che dicano: “Se tu ti occupi della mia via, per favore fai in
modo di farmi vivere in maniera dignitosa?”.
E poi nel film c’è anche una guest star, l’astronauta Luca Parmitano
dalla Stazione Spaziale Internazionale, come lo hai convinto?
È una persona molto generosa e intelligente. Aveva dei contatti con delle
testate giornalistiche, allora gli abbiamo detto di girare un breve video sulle
riflessioni di quello che avrebbe fatto il giorno 26 ottobre. E lui si è prestato
al nostro gioco.
È affascinante l’idea di un uomo, un italiano, che gira attorno al pianeta. E
lui, che in una giornata vede molte più albe e tramonti di noi, ha filmato ciò
che vedeva dalla sua postazione spaziale privilegiata. Poi abbiamo montato
il suo filmato in alternanza con quello che accadeva sulla terra.
Si vedono anche gli italiani in giro per il mondo che raccontano il loro
“Italians in a Day”. Ci sono italiani a Shanghai, a New York, o su una
nave mercantile...
... oppure un cardiochirurgo in Kurdistan, o i medici di Emergency. Gli italiani sono sparsi in tutto il mondo, come ben sappiamo. E abbiamo chiesto,
non solo di raccontare quello che succedeva in Italia, ma raccontare quel
giorno da italiano, ovunque uno si trovasse.
Non volevo dare un’immagine di ottimismo, ma emerge soprattutto un’Italia sofferente, se possiamo usare questa parola un po’ abusata, e risalta
un’Italia piena di speranza, con un senso del futuro e tutto questo non è
affatto male.
dicembre 2014 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
17
PROTAGONISTI
Qualche anno fa sarebbe stato irrealizzabile?
Sì, perché ora che c’è la moda dei Selfie, la tecnologia è più semplice da usare. Abbiamo ricevuto video realizzati anche con il telefonino e avevano una
qualità accettabile. L’unica cosa che consiglio quando si deve fare un video
con il cellulare è quello di tenerlo in orizzontale per coprire una parte più
grande del fotogramma e non in verticale in cui ci sono le bande nere ai lati.
Come ti sei visto e sentito a “girare” questo film?
Sono stato quello a cui migliaia di persone hanno affidato il proprio “messagge in a bottle” . Ho usato il maggior rispetto possibile e anche attenzione.
Ho dovuto prendere coscienza del mio ruolo. Raccontare la mia storia, anche se con le parole degli altri. Oggi, che siamo sommersi da qualsiasi tipo
di immagine, non è forse il montaggio, quindi il racconto, la vera anima di
un film?
Un racconto fatto tutto di montaggio aveva
bisogno di un supporto musicale particolare,
come quello dei DeProducers (Vittorio Cosma,
Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigalia e Max Casacci), che musica gli hai chiesto di comporre?
È stato un lavoro lungo, sono stati molto bravi
perché ho chiesto loro, come anche al montatore
e a me stesso, di fare un passo indietro rispetto
alle nostre professionalità e al nostro modo di lavorare. In questa maniera abbiamo potuto mettere la nostra professionalità al servizio di immagini fatte da altri. È stato un lavoro difficilissimo
dal punto di vista musicale. Si sono dovuti adattare a non imporre la propria musica, ma hanno
seguito l’emozione che ogni video poteva offrire.
Essendo poi un film di solo montaggio, mantenere emozioni diverse, avere una propria personalità, era una cosa difficile. E sono contento che
siano riusciti a custodire una “lunga emozione
musicale”.
Perché hai scelto la data del 26 ottobre?
È una scelta in parte casuale e in parte voluta.
Volevamo raccontare il sabato, che è, per citare
Giacomo Leopardi “Il Sabato del villaggio”, quel
giorno di pausa prima della festa in cui non si
lavora e durante il quale c’è anche un momento
di riflessione su noi stessi. Se avessimo scelto un
giorno lavorativo avremmo avuto meno emozioni personali.
Basta una telecamera per essere un regista?
Assolutamente no! Non basta avere una chitarra
per essere un musicista. Come non credo nella
democrazia diretta. E non credo neanche che il
pubblico possa avere sempre ragione. Per questo
ho trovato molto emozionante, istruttivo e interessante questo lungo esperimento realizzabile
solo oggi grazie alla tecnologia di cui disponiamo.
18
Chi ha potuto vedere il film trasmesso su Rai 3 il 26 ottobre scorso, ha potuto ammirare tutta la poetica di Gabriele Salvatores. Ci sono momenti di
grande emozione come quando una ragazza filma i propri genitori annunciando che stanno per diventare nonni. Oppure le riflessioni di un ragazzo
che lavora su una nave cargo lungo l’Atlantico e racconta del viaggio e del
lavoro che sta facendo.
Dopo questa esperienza, Gabriele Salvatores è alle prese con il suo nuovo
film “Il ragazzo invisibile” un fantasy che ha come protagonista un ragazzo
di 13 anni che scopre di avere un super potere, quello dell’invisibilità. Il film
è pronto per uscire in questo mese.
TECNOFUTURO
SCHEGGE
GITEX
2014
20
TECNOFUTURO
DI FUTURO
N
d i
PIETRO GENTILE
onostante tutti i tentativi di ripresa e gli
annunci di possibili investimenti da parte della Pubblica Amministrazione i dati sono ancora sconfortanti per l’Information & Communication Technology italiano: gli ultimi numeri forniti nell’ambito
del Rapporto Assinform, pubblicati nel mese di ottobre, ci dicono che
nel primo semestre del 2014 il mercato dell’Information Technology
ha subìto, dopo la perdita del 2013 (-4,3%), un’ulteriore contrazione,
pari a -3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È un
risultato che continua ad essere allarmante in quanto, a differenza del passato, non si vedono segnali di ripresa. Le previsioni per il
2015 non sono certo quelle che avremmo sperato.
Diversa è invece la situazione nel resto del mondo in cui l’ICT cresce a ritmi forsennati.
Ormai per quanto mi riguarda è diventato un appuntamento stabile quello del GITEX,
la più grande fiera informatica del Medio Oriente che è diventata un punto di riferimento per tutta l’Africa e parte dell’Asia, a cui partecipo per il quinto anno.
A Dubai, dove si è svolto il GITEX 2014, la crescita economica è del 5%: non siamo ai
livelli cinesi ma poco ci manca...
Nei giorni passati si è svolto a Milano lo SMAU
2014, che purtroppo, nonostante il grande
sforzo degli organizzatori, secondo voci che
mi sono giunte da amici che vi hanno partecipato, è solo il ricordo di quella che in passato
era una delle più importanti fiere europee nel
settore informatico.
Il perché siamo rimasti indietro ormai lo sappiamo, è inutile continuare a rinvangare le colpe politiche, la mancanza di visione strategica,
l’arretratezza culturale e la limitata apertura
al resto del mondo. Il problema è che questo
divario si sta allargando ancora oggi invece di
restringersi. Qui a Dubai la scelta di investire
in nuove tecnologie è stata fatta vent’anni fa
e tutto ciò che è stato creato da questa visione
non è andato perso neanche durante la breve
crisi tra il 2009 ed il 2011.
I numeri del GITEX 2014 sono impressionan-
dicembre 2014 | Plus Magazine | TECNOFUTURO
21
TECNOFUTURO
ti: più di 142 mila professionisti dell’ICT provenienti da 150 nazioni, 3.700
espositori provenienti da 61 Paesi e ben 1.500 giornalisti accreditati provenienti da tutto il mondo. Una decina gli stand italiani. Certo, guardando
la dimensione e la presenza di stand Cinesi o Sud Coreani sembra sempre
più necessaria la regia di un’Agenzia Europea anziché le singole rappresentanze nazionali e questo vale non solo per le piccole nazioni europee
che non possono fare massa critica.
LE NOVITÀ TECNOLOGICHE
Visitare fiere tecnologiche come il GITEX di Dubai o il Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, la fiera più grande al mondo per la tecnologia di consumo, dà la possibilità di vedere e toccare con mano in anteprima le più importanti novità tecnologiche disponibili al mondo.
È in queste fiere che le più grandi società preferiscono annunciare i nuovi prodotti, perché
sanno che avranno un’immediata visibilità grazie ai numerosi giornalisti e ai blogger presenti
all’evento. Da questo punto di vista il GITEX di
Dubai è ormai la seconda fiera al mondo dopo il
CES di Las Vegas.
Per quanto riguarda le tendenze dell’anno
(novità che però probabilmente difficilmente
vedremo nel Bel Paese), si conferma la grande
spinta all’innovazione nel settore della Pubblica
Amministrazione che in Italia scarseggia: negli
stand governativi sono sempre più presenti i
droni destinati alle forze militari, i banchi con
video tridimensionali per insegnare ai bimbi
ad entrare da subito nel futuro e per quanto riguarda la giustizia addirittura un autobus totalmente informatizzato destinato ad una “corte di
giustizia” mobile per i processi in direttissima,
cosa impensabile in Italia.
Tornando a oggetti di consumo più globalizzanti, nel settore dell’intrattenimento video questo
è l’anno dell’Ultra HD con la tecnologia 4k che
permetterà di avere nella propria casa televisori
con una definizione sempre più elevata.
Ma la vera novità dell’anno è il video a LED da
105 pollici curvo già presentato da Samsung a
Las Vegas ma che desta grande stupore se affiancato ad un secondo dello stesso tipo, formato
da un semicerchio gigante, dalle immagini ultra
perfette che difficilmente potrà entrare all’interno di un nostro salotto.
Nel settore Software e Servizi, il tema più trattato è stato quello del Cloud Computing, che
ha sicuramente raggiunto la maturità a livello
mondiale: in particolare la gestione della sicurezza ha assunto un ruolo cruciale rafforzando
la posizione delle principali case produttrici
presenti in massa al GITEX.
Nel settore dei sistemi operativi si osserva come
i dispositivi basati su Android siano ormai prevalenti tra i prodotti di nuovo rilascio.
Tornando al settore Consumer si conferma il
boom degli smartphone che sono in grado di
soddisfare il bisogno di ogni tipo di utenza, così
com’è confermato l’aumento della dimensione
media degli stessi, moda lanciata da Samsung
negli scorsi anni e definitivamente suggellata da
Apple con il lancio del suo iPhone 6 Plus.
Una nota di colore dalle decine di stand cinesi,
per favorire e amplificare l’inarrestabile moda
dei selfie effettuati con il proprio smartphone,
sono i diversi modelli di bastoncino più o meno
22
TECNOFUTURO
estensibili e dotati di comandi, tali da effettuare
i selfie più comodamente e dalla giusta distanza:
sembra quindi che questo sia l’anno dei Selfie
Stick!
Tornando agli espositori, sicuramente rispetto
al passato in cui la presenza di stand italiani era
praticamente nulla, qualche passo in avanti è
stato fatto, ma purtroppo tutto ciò risulta minimo, sia rispetto al numero totale delle società
presenti, sia in rapporto alla crescita dell’evento
stesso negli anni.
EXPO 2020!
Era presente anche lo stand dell’Expo Milano
2015, ma preferisco trattenermi da considerazioni. In questo caso il confronto con gli Emirati
Arabi, e con Dubai in particolare, è immediato
in quanto da qualche mese è stata assegnata proprio a Dubai l’organizzazione dell’Expo 2020.
Parlando con il Responsabile delle Relazioni con
i Media del Dubai World Trade Centre, ormai
vecchia conoscenza, scopro che per l’Expo mondiale 2020 i lavori sono già cominciati e si prevede una fiera strabiliante che indicativamente
avrà come argomento l’energia e la tecnologia,
con numeri di gran lunga superiori all’Expo
2010 di Shanghai. I lavori per la preparazione
dell’Expo dovrebbero terminare entro il 2019.
Un altro interlocutore che ha osato esporsi maggiormente, ma che non ha voluto essere citato
nell’articolo, mi ha parlato della costruzione di
un nuovo grattacielo che potrebbe perfino competere con il Burj Khalifa che con i suoi 828 metri
è già oggi il più alto grattacielo del mondo.
L’apoteosi verrebbe raggiunta con la realizzazione di uno spazioporto sito a metà strada tra la
sede dell’Expo 2020 e la capitale degli Emirati
Arabi, Abu Dhabi, che permetterebbe di far decollare le navette spaziali sviluppate dalla società
americana Virgin Galactic posseduta dal multi
miliardario Sir. Richard Branson. Il progetto di
Branson procederà nonostante il recente disastro
della navetta Space Ship Two, avvenuto per errore
del pilota sui cieli del deserto del Mojave in California.
Viste tutte queste innovazioni, il messaggio che
posso lasciare è che in Italia dobbiamo resettare tutto e saltare un’intera generazione sperando che la prossima rimedi alle arretratezze
delle precedenti: fortunatamente l’evoluzione
tecnologica opera per salti quantici e forse, se
siamo fortunati, un bambino italiano in futuro
ci salverà.
dicembre 2014 | Plus Magazine | TECNOFUTURO
23
EVENTI
d i
PA O L A G O M I E R O
FESTIVAL DEL FILM DI ROMA:
IL PUBBLICO PREMIA
TRASH
di Daldry
24
d
al 16 al 25 ottobre la nostra capitale
è stata protagonista della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
Anche quest’anno l’Auditorium Parco della
Musica è stato animato da una kermesse ricchissima di appuntamenti: 51 lungometraggi
distribuiti sulle 4 sezioni del festival, 24 prime
mondiali, 11 europee e 6 internazionali; 366 diverse proiezioni, per un numero di partecipanti
complessivo di oltre 150mila persone.
Tante le star, nazionali e internazionali presenti
sul red carpet, a cominciare dalla madrina della
manifestazione Nicoletta Romanoff per continuare con Maria Grazia Cucinotta, Cristiana
Capotondi, Valentina Lodovini, Kevin Costner,
Benicio del Toro, Clive Owen, Park Chan-Wook,
Lily Collins, Richard Gere e le due giovani stelle
del momento, Sam Claflin e Josh Hutcherson,
per la gioia delle ragazzine.
EVENTI
Anche quest’anno la premiazione è stata affidata
al pubblico, chiamato ad esprimere la sua preferenza alla fine di ogni proiezione.
Ed è Trash, la fiaba di Stephen Daldry, ambientata nelle favelas brasiliane, la pellicola che si è
meritata la vittoria della nona edizione. Il film
parla della straordinaria e pericolosa avventura di Rafael e Gardo, due ragazzi delle favelas
di Rio, che si trovano implicati in una rocambolesca vicenda a causa del ritrovamento di un
portafogli che cambierà per sempre la loro vita
e quella di chi li circonda.
Stephen Daldry, già candidato all’Oscar con Billy Elliot nel 2000 e Molto forte incredibilmente
vicino del 2011, era presente al Gala a ricevere il
Premio del Pubblico. Nel cast anche Mara Rooney e Martin Sheen nei panni di un padre missionario americano.
Trash uscirà prossimamente in tutte le sale cinematografiche e sarà distribuito da Universal che
ha deciso di devolvere il denaro del premio alle
famiglie che vivono nelle favelas carioca.
Il Premio del Pubblico per la sezione Cinema
d’Oggi è andato al cinese Shier gongmin/12 Citizens di Xu Ang. Si tratta del remake, applicato
alla Cina contemporanea, de La parola ai giurati
(1957) di Sidney Lumet e successivamente di 12
(2007) del russo Nikita Mikhalkov. Il Premio del
Pubblico Mondo è stato vinto da Haider, adattamento di Vishal Bhardwaj dell’Amleto di William Shakespeare.
Per la sezione cinema Italia il premio per la fiction è andato al film Fino a qui tutto bene del
regista pisano Roan Johnson, mentre quello per
i documentari è stato conferito a Looking for
Kadija, opera di Francesco G. Raganato.
Altri titoli che saranno protagonisti indiscussi
della prossima stagione cinematografica sono:
L’amore bugiardo – Gone Girl, thriller di David
Fincher che sta già mietendo consensi unanimi,
oppure Time Out of Mind che vede un Richard
Gere in aperta corsa per la statuetta come miglior attore agli Academy Awards. E poi ancora
Escobar: Paradise Lost con Benicio del Toro nei
panni del trafficante Pablo Escobar, Still Alice
con Julianne Moore (altra interpretazione di cui
sentiremo parlare), A Most Wanted Man, ultima interpretazione di Philip Seymour Hoffman
e infine Nightcrawler con un Jake Gyllenhaal
irriconoscibile e intenso.
La nona edizione del Festival si è chiusa con il saluto al direttore artistico Marco Muller che, dopo
tre anni, ha il mandato in scadenza e lui stesso ha
sottolineato che ritiene la sua esperienza conclusa.
Dal prossimo anno cambierà quindi la direzione artistica, ma si continuerà sulla strada già impostata mantenendo la qualità internazionale con
attori e star, come ha sottolineato il direttore generale della Fondazione
Cinema per Roma Lamberto Mancini.
dicembre 2014 | Plus Magazine | EVENTI
25
PROTAGONISTI
VITA,
200
STORIES
THROUGH THE GLASS
PER AIUTARE I BAMBINI BISOGNOSI
LA CREATIVITÀ DIVENTA
PARTECIPATA E SOLIDALE
Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í
Può un’opera d’arte supportare chi soffre?
Sì, secondo l’artista torinese che devolve
in beneficenza il ricavato del proprio lavoro
e invita tutti a fare come lui.
i n t e r v i s t a
d i
Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í
BARBARA ODETTO
26
PROTAGONISTI
Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í Í
l dizionario italiano
definisce l’arte: “Qualsiasi forma di attività
dell’uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva”.
Quando si parla dei progetti creativi di Raoul
Gilioli, però, occorre andare al di là del puro significato etimologico; occorre aggiungere che
l’arte è una forma di denuncia nei confronti delle
minoranze. In tutto il suo iter creativo, infatti, lo
scultore torinese ha sempre avuto una sensibilità particolare verso gli emarginati e verso coloro
che soffrono o che sono vittime di ingiustizie.
Coerente con se stesso e con le proprie ideologie,
dopo gli studi Raoul Gilioli ha vissuto in Centro
America dedicandosi alla conoscenza e alla fotografia delle comunità indigene; nel corso degli
anni ha approfondito le tematiche sociali e le ha
tradotte in opere d’arte sino a giungere, nel 2014,
alla realizzazione di quella che è la summa del
suo manifesto creativo: “VITA, 200 stories through the glass”. Vero esempio di arte contemporanea, partecipata e solidale, ogni opera di questo
suo ultimo progetto può essere acquistata su
prenotazione o commissionata direttamente sul
sito www.vita200stories.org e il ricavato verrà devoluto alla Fondazione Aiutare i Bambini Onlus
per l’apertura e il mantenimento di asili nido e
spazi gioco nelle aree disagiate d’Italia, come ci
spiega l’artista stesso.
Raoul, come è nato “VITA, 200 stories through
the glass”?
Volevo raccontare il rapporto intergenerazionale
che unisce i bambini agli adulti perché la loro è
una contaminazione reciproca di valori ed esperienze. In un contesto storico e sociale di cambiamenti come quello attuale, entrambi sono infatti
portatori di vita e di speranza in quanto i bambini hanno sogni da realizzare e gli adulti hanno
valori da trasmettere. Non a caso rappresento
ogni coppia per mano, in un gesto di protezione
reciproca che diventa il punto di riferimento per
entrambi.
Il progetto prevede duecento sculture in cristallo: un traguardo ambizioso…
In effetti lo è! Il mio intento è di realizzare un’installazione da posizionare
prima a Torino, la mia città, e successivamente nelle principali piazze italiane. Vorrei creare un esercito di angeli trasparenti che siano portatori di
valori e che fungano da esempio per tutti.
A proposito di valori, in che modo “VITA, 200 stories through the glass”
è una forma di arte solidale?
Acquistando un’opera, che può rappresentare genericamente un adulto e
un bambino oppure l’acquirente stesso e suo figlio o suo nipote, ognuno
può diventare mecenate dell’arte contemporanea e sostenitore di un progetto sociale e umanitario di grande valore. Il ricavato sarà devoluto infatti alla
Fondazione Aiutare i Bambini Onlus che ha come mission sostenere i piccoli
che vivono in uno stato di povertà, malattia, mancanza di istruzione o che
hanno subito violenze fisiche o morali così da offrire loro l’opportunità di
una vita migliore. Tengo a sottolineare che il costo delle sculture si riferisce
esclusivamente al materiale impiegato e alla logistica e non alla quotazione
dell’opera. Il gruppo Private Banking di Torino, con Alessandro Caroleo e
Olivia Mondelli, sponsorizza il progetto e la Fondazione Mediolanum Onlus
raddoppia il capitale raccolto devolvendolo alla Fondazione Aiutare i Bambini Onlus.
L’iter creativo si articola in più fasi: ce le racconti?
Ogni coppia selezionata è fotografata per mano e lo scatto viene poi tra-
dicembre 2014 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
27
PROTAGONISTI
sformato, mediante taglio waterjet, in una scultura in cristallo Linea Azzurra
AGC di dimensioni reali. Ho scelto il cristallo perché è ricco di significati
metaforici: è un materiale che dev’essere preservato con la massima cura,
proprio come le relazioni umane; è inoltre trasparente come il rapporto tra
le persone, che dovrebbe basarsi sulla fiducia e sul rispetto.
Sulla superficie di ogni opera posiziono un QR Code in modo che coloro
che vedono l’installazione possano accedere, mediante smartphone, al sito
dedicato in cui sono presentate le interviste e i video di ogni gruppo di protagonisti e che può essere arricchito anche dalle testimonianze dei visitatori.
In tal senso, la mia è una forma d’arte social che connette le persone in
modo interattivo e lo spettatore non è un semplice fruitore, ma diventa egli
stesso protagonista.
Nelle interviste ogni bimbo racconta la storia dell’adulto facendola propria
e viceversa, nell’ottica di uno scambio generazionale che unisce sogni e realtà, aspettative e risultati reali.
Come selezioni i protagonisti di “VITA, 200 stories through the glass”?
Gli adulti possono essere committenti o persone individuate in tutta Italia
in funzione dei ceti e della localizzazione geografica perché il mio obiettivo
è di intercettare e rappresentare le principali tipologie sociali. Tra gli adulti
intervistati ho anche selezionato alcuni ambasciatori del mondo della cultura, della scienza, dello sport e della finanza. I bambini, invece, provengono
dal quartiere napoletano di Scampia, dalla zona delle Vallette di Torino e da
altre realtà della penisola che vivono una situazione di particolare disagio.
Le sculture hanno già avuto un riconoscimento prestigioso: quale?
Sono molto soddisfatto di come sta procedendo il lavoro perché la stampa
nazionale ha dimostrato interesse per questa iniziativa artistica e solidale,
incluso Plus Magazine che ringrazio. A fine settembre il progetto è stato selezionato dalla testata Panorama tra le eccellenze d’Italia ed è stato presentato
a Verbania ad un pubblico di giornalisti e di rappresentanti della cultura e
dell’economia nazionale.
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Raoul, da sempre nella tua arte dimostri una
sensibilità particolare verso i più deboli e gli
emarginati: ripercorriamo il tuo iter creativo?
Oltre all’esperienza giovanile in Centro America
come fotografo, nel 2010 ho stretto una collaborazione con il brand americano DC che finanzia
il progetto foto-installativo “Skatheroisme Esprit
Gitane” dedicato agli skaters gitani e presentato
in cinque gallerie italiane; nel 2015 è anche previsto un tour nelle principali capitali europee.
Tengo molto anche alla performance installativa “Pupilla, through the looking glass” che ha per
tema la violenza sulle donne e che è stata presentata nel 2012 nella sede dell’Assessorato alla Cultura di Torino all’interno della manifestazione di
arte contemporanea “Artissima” e nel 2014 presso
il Castello Ducale di Agliè.
Nell’estate di quest’anno “Pupilla” è diventata protagonista di alcuni flash mob creativi nel
centro di Torino che hanno suscitato curiosità
e interesse ed hanno coinvolto uomini e donne
che passavano per strada e che si sono prestati a
posare nudi all’interno del sarcofago creato per
l’installazione. Per me è stato gratificante scoprire
come la mia arte sia stata capita e come il messaggio di denuncia che volevo lanciare sia stato recepito senza alcun fraintendimento. Al progetto
iniziale del 2012 si è affiancato, nel 2013, “Pupilla
sulla violenza di genere” che è stato esposto alla
Reggia di Venaria Reale con altrettanto successo.
Tu non sei solo scultore, ma anche designer e
fotografo. Ci parli di te?
Dopo aver frequentato un corso di design a Rotterdam, a Torino ho creato il marchio di gioielli
Ion jewellery e Formatc-design. Come fotografo ho partecipato a numerose rassegne in Italia
e all’estero e durante il Torino Film Festival del
2008 ho presentato il lavoro “Permèabilite” dedicato a Roman Polanski.
Nello stesso anno sono stato selezionato per Trieste Fotografia e tra il 2009 e il 2010 ho esposto
“My girl play at my house” a Trieste, a Lubijana e
alla Triennale di Milano. Nel 2011 ho inaugurato
il monumento skateabile “8sk8” dedicato a Torino e ispirato al mondo dello skateboard e della
complessa convivenza con la città.
Ho poi realizzato l’installazione di corpi e auto
demolite “Crash” presso il Museo Regionale di
Scienze Naturali di Torino e a Parigi, nel 2012, ho
inaugurato la galleria The Hub con la retrospettiva “Who Are You”.
È necessario presentare la tessera
durante la 1ª visita
MODA
STORIA D’INVERNO non è solo il titolo del romanzo di Mark
Helprin che ha per sfondo la New York del 1916 e neppure la
sua trasposizione cinematografica firmata da Akiva Goldsman
che ha per protagonisti Colin Farrell, Russell Crowe, Will Smith,
William Hurt e Jennifer Connelly. In queste pagine STORIA
D’INVERNO è il racconto di una moda che si impadronisce
del cielo plumbeo e delle temperature più rigide per farci sentire frizzanti e glam. SEMPRE E COMUNQUE.
STORIA
D’INVERNO
>>> di BARBARA ODETTO
(foto Archivio Stilisti)
30
MODA
A
LAUR BI
STRAM
LO STILE?
ECO FRIENDLY!
Con la linea YOJ Laura Strambi prosegue la sua mission ecosostenibile
anche per questa stagione. La sua è
una scelta progettuale che si riassume in una collezione composta da
tre tipologie: abito, cappotto, camicia. Tutte da assemblare per creare
insiemi unici, capaci di esprimere la
personalità di ogni donna. Lunghezze
e fitting minimal, colori e stampe decorative e strutturali al tempo stesso,
volumi equilibrati ed eleganza contemporanea sono i focus di questo
brand che porta il Made in Italy fuori
dal Bel Paese e piace tanto anche alle celebrità internazionali. I colori anti freddo scelti da
Laura Strambi sono il giallo, il rosa, il burgundy, il light blue e il verde abbinati a stampe dai
segni forti, tra espressionismo astratto e primitivismo. Crêpe di lana, raso eco life, pelle concia
vegetale sono invece alcune delle texture che vengono declinate in un gioco di sovrapposizioni che trasformano il giorno e la sera in una parentesi di design sartoriale.
>>> www.laurastrambi.it
NOT ONLY BAGS
La donna che sceglie The Bridge indossa un concetto, un modo di vivere e di pensare che trascende ogni tendenza
e si fa icona di stile. Il marchio, nato nel 1975, negli anni ha mantenuto i parametri qualitativi di allora, ecco perché la
pelletteria The Bridge è in cuoio pieno fiore, lavorato secondo le più rigorose tecniche artigianali dalla fase di concia
alla tintura e lucidatura con rulli d’ambra. Il risultato? Il cuoio, morbido ed elastico, ha un aspetto vivo e brillante che con il passare del tempo acquista
quel fascino vissuto e inconfondibile che è il tratto distintivo del marchio. Per l’autunno-inverno la collezione comprende come sempre
valigeria, borse da viaggio, cartelle professionali, bags da donna
e piccola pelletteria. Il tutto caratterizzato da un’eleganza classica e un lusso discreto nel quale l’attenzione per qualità e per i dettagli ricopre un
ruolo chiave ed è sinonimo di quel Made in
Italy che piace alle signore di ogni continente.
THE
E
G
D
I
R
B
>>> www.thebridge.it
dicembre 2014 | Plus Magazine | MODA
31
MODA
A
L
L
E
T
S
JEAN
IPERFEMMINILE
Il viaggio di Stella Jean conduce ad un crocevia tra
Italia, Giappone e Africa, arricchito dall’artigianalità
nostrana. L’ibrido tra Geisha e Mannish attitude si
riassume in un gioco di ruoli consapevole e ironico,
mentre il ménage tra le tre diverse ispirazioni culturali
è rivelato dai lunghi kimono di lana alpaca e mohair
realizzati ai ferri e rifiniti dal ricamo a mano ad intarsio
e raffigurante i paesaggi autunnali tipici dell’Estremo
Oriente. La stampa wax evolve invece in nuove texture, in un continuo gioco di rimandi: le sete delle bluse
con fiocco annodato al collo sono perfette, ad esempio, per una Madame Butterfly urbana. Interessanti
anche i tessuti canvas rigati realizzati a telaio dalle
artigiane del Burkina Faso nell’ambito del progetto
Ethical Fashion dell’agenzia dell’ONU ITC, che per
la prima volta debuttano nella collezione autunnoinverno. Sperimentazione, innovazione, innesti culturali, artigianali e sartoriali operano quindi all’unisono
per un’autentica gioia dello sguardo.
>>> www.stellajean.it
32
MODA
LE TUE SCARPE E...YU
Giocose, divertenti, a tratti irriverenti: sono le chaussures
firmate YU che combattono il freddo e la mancanza di sole
con tonalità allegre e con un design ricercato e di tendenza. I modelli, pratici e flat, sono perfetti per fare lo slalom tra le pozzanghere, ma non dimenticano il
lato fashion e puntano su colori e fantasie
inedite.
Pensate per chi ama giocare con la moda e, dall’alba al tramonto, ha voglia di esprimere la propria personalità, sono
il must have di stagione. La donna che sceglie YU può spaziare dall’iconico modello slip on sino agli intramontabili
desert boots: irrinunciabili nella stagione invernale!
I materiali protagonisti di questa ultima tranche
dell’anno sono il cavallino, rivisitato e sdrammatizzato, e la zebra mentre le fantasie vanno dal mimetico al colorato passando per i
pois e giungendo fino al più classico pied
de poule. Riassumendo… praticità e stile
per una scarpa easy to wear.
YU
dicembre 2014 | Plus Magazine | MODA
33
MODA
AD OGNI UOMO
T
N
A
G
Vietato dire che il sesso forte non può giocare con la
moda! Gant per l’autunno-inverno 2014 propone outfit e
capispalla diversi a seconda della personalità di ognuno.
Si va dal tipico sportswear americano, capace di mixare casual e raffinatezza
e perfetto per ogni occasione, ai look da giardiniere newyorchese della collezione Gant Rugger. Non manca poi lo stile “rubato” dagli armadietti dello
spogliatoio dei celebri Dillon Panthers creato da Michael Bastian che mixa elementi sportivi e college per uno mood contemporaneo. Come sempre fanno
capolino gli elementi preppy tipici del brand quali i maglioncini in cashmere
e i blazer in lana, per un’eleganza raffinata e senza tempo. La trilogia di colori
sceglie bianco, blu e rosso, ma abbina anche sfumature di verde, kaki, marrone
e grigio, con accenti di arancio. Last but not least, come sempre la griffe punta
su linee asciutte e contemporanee, per una perfetta vestibilità.
>>> www.gant.com
34
IL SUO STILE
MODA
LD
E
I
F
S
BROOK
DANDY, MA NON SOLO
Anti freddo davvero stylish per il menswear firmato Brooksfield, che pensa a due tipologie di
uomo: classico e raffinato oppure informale, ma
sempre attento alla qualità. Al primo è dedicata
la linea Sartorialist che ha nella maglieria uno dei
suoi punti di forza e che predilige tinte brillanti e
al tempo stesso sofisticate come il verde acido, il papavero, il purple, il cherry, il capri e il mirto. Per lui il
brand sceglie anche pantaloni in velluto realizzati in nuance come royal, zucca, prato e susina. Per il secondo è pensata la collezione Modern dandy, con una vestibilità più asciutta e colli morbidi e ridotti nelle
proporzioni. Il capospalla viene reinterpretato partendo da pezzi storici come il parka e il peacoat, ma
scegliendo materiali più attuali come la lana cotta, mentre le giacche sono rigorosamente destrutturate e
confortevoli. In entrambi gli stili, il lui firmato Brooksfield è raffinato, attento ai dettagli e ricerca un tratto
che lo distingua e lo renda unico.
>>> www.brooksfield.com
dicembre 2014 | Plus Magazine | MODA
35
plus magazine cinema
MAGIC IN THE MOONLIGHT
36
film
IL RICCO, IL POVERO
E IL MAGGIORDOMO
FATHERS AND DAUGHTERS
inverno
FURY
Regia: Woody Allen
Data uscita: 04/12/2014
Cast: Eileen Atkins, Colin Firth,
Marcia Gay Harden, Hamish
Linklater, Simon McBurney,
Emma Stone, etc.
Trama: L’illusionista cinese
Wei Ling Soo è il più celebrato mago della sua epoca, ma
pochi sanno che il suo costume cela l’identità di Stanley
Regia: Aldo Baglio, Giovanni
Storti, Giacomo Poretti
Data uscita: 11/12/2014
Cast: Aldo Baglio, Giacomo
Poretti, Giovanni Storti, Francesca Neri
Trama: Giacomo è un ricco
e spregiudicato broker. Il suo
fido maggiordomo è Giovanni, cultore di arti marziali e
della filosofia giapponese.
Regia: Gabriele Muccino
Data uscita: 22/01/2015
Cast: Aaron Paul, Octavia
Spencer, Quvenzhané Wallis,
Diane Kruger, Haley Bennett.
Russell Crowe, etc.
Trama: Jake è uno scrittore
di successo, Katie la sua amatissima figlia. Le conseguenze
di un grave incidente impediranno a Jake di crescere
Regia: David Ayer
Data uscita: 29/01/2015
Cast: Brad Pitt, Logan Lerman,
Scott Eastwood, Shia LaBeouf,
Jon Bernthal, Jason Isaacs, Michael Peña, Jim Parrack, etc.
Trama: Ambientato durante
la fine della seconda guerra
mondiale, il film narra di un
agguerrito sergente dell’esercito americano, da tutti chia-
Crawford, uno scorbutico ed
arrogante inglese con un’altissima opinione di se stesso
ed un’avversione per i finti
medium. Convinto dal suo
vecchio amico, Howard Burkan, Stanley si reca in missione nella residenza della
famiglia Catledge, in Costa
Azzurra. Si presenta come un
uomo d’affari per smascherare la giovane ed affascinante
chiaroveggente Sophie Baker
che risiede lì insieme a sua
madre. Già dal suo primo incontro con Sophie, Stanley la
taccia di essere una mistificatrice facile da smascherare.
Ma, con sua grande sorpresa
e disagio, Sophie si esibisce
in diversi esercizi di lettura
della mente che sfuggono a
qualunque comprensione razionale e che lasciano Stanley
sbigottito...
Aldo è un venditore abusivo
nel mercato di quartiere. Durante una rocambolesca fuga
dai vigili che controllano le
licenze, Aldo viene investito
in auto da Giovanni e Giacomo, che lo caricano su in tutta
fretta. Giacomo gli propone
un risarcimento in cambio
di qualche lavoretto e Aldo
accetta. L’arrivo di Aldo porta
grande scompiglio, ma per
poco: un inaspettato tracollo
finanziario colpisce la fortuna
di Giacomo. Tutto è perduto,
la villa, i risparmi di Giovanni, i soldi promessi ad Aldo.
In questa situazione d’emergenza Giacomo è costretto
ad accettare l’invito di Aldo:
Giacomo e Giovanni si trasferiscono così a casa di Calcedonia, la madre di Aldo. Tra i
mille disagi e le disavventure
della convivenza, Giacomo
riesce a mettere in piedi un
nuovo progetto che potrebbe
salvarli tutti.
Katie accanto a lui. Venticinque anni dopo Katie è una
splendida donna laureata in
psicologia che sconta il danno emotivo della sua infanzia
tormentata. Avanti e indietro
nel tempo scopriremo tutto
ciò che è accaduto e la sua
battaglia per riconquistare
la serenità perduta. Gabriele
Muccino ha definito il film
come il più “potente e importante della sua carriera” da
quando ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti nel 2006.
Una storia nella quale per certi aspetti il regista si riconosce
profondamente, nella quale si è immerso con tutto se
stesso e nella quale, proprio
per la vastità di temi che tocca e affronta ognuno si potrà
riconoscere.
mato Wardaddy (Brad Pitt),
che comanda un carro armato Sherman e il suo equipaggio di cinque uomini in
una missione mortale dietro
le linee nemiche nell’aprile
1945, con la Germania nazista
appena collassata. L’unità militare è composta, tra gli altri,
da Norman Ellison, un tipografo dell’esercito e membro
del gruppo più giovane e con
meno esperienza, che vorrebbe diventare un cecchino,
soprattutto per le influenze di
Grady Travis, uomo di mondo
e vizioso originario dell’Arkansas, da sempre dedito alla
guida di carri armati. In inferiorità numerica e disarmato,
Wardaddy e i suoi uomini
saranno protagonisti di gesta
eroiche per colpire al cuore la
Germania nazista.
recensioni
OLTRE IL MURO
di Antonio Spadaro, Abraham Skorka, Omar Abboud
In questo libro si parla di un
abbraccio: quello che Papa
Francesco, Omar Abboud
e Abraham Skorka si sono
scambiati davanti al Muro
del Pianto di Gerusalemme
durante il primo viaggio del
Pontefice in Terra Santa. Un
gesto spontaneo e genui-
no compiuto da amici che
da sempre condividono un
dialogo fecondo pur professando fedi differenti, testimoniando una modalità
unica di vivere l’esperienza
religiosa. Antonio Spadaro
indaga le ragioni profonde
che hanno ispirato il viaggio
di Bergoglio e ripercorre i gesti e le parole di quei giorni,
segnati in Medio Oriente da
tensioni crescenti: la visita al
Santo Sepolcro, alla Moschea
della Cupola e alla Grotta
della Natività, l’incontro con
i bambini dei campi profughi
palestinesi e l’omaggio alle
vittime dell’Olocausto al memoriale di Yad Vashem. Scegliendo quella dell’amicizia
e dell’empatia come strada
privilegiata, Francesco ha
scardinato tutti gli schemi,
mostrando al mondo come
per conquistare la pace occorra un cambio di mentalità
radicale che porti a non veder
più nell’altro un nemico.
libri
CIULLA, IL GRANDE
MALFATTORE
di Dario Fo e Piero Sciotto
plus magazine letture
TRILOGIA DELL’AMICIZIA
di Luis Sepulveda
L’ERBA DELLE NOTTI
di Modiano Patrick
Dario Fo se n’è subito innamorato, forse per quel cognome che ne anticipa il destino
da giullare. Ciulla, il grande
malfattore è il titolo del nuovo libro scritto dal vincitore
del premio Nobel. È la storia
vera di Paolo Ciulla, giovane
siciliano assai versato nel di-
Tre grandi storie di amicizia,
differenza e amore e rispetto per la natura, capaci di
divertire e commuovere più
generazioni di lettori, perché
questa è la magia del grande
scrittore cileno. Capitata in
una macchia di petrolio nelle acque del mare del Nord,
Il nuovo romanzo dell’autore Premio Nobel per la Letteratura 2014 è un romanzo
onirico, evocativo che incanta con la sua melodia coinvolgente e risuona a lungo
nella memoria e nel cuore,
come il sassofono preciso e
malinconico di Stan Getz.
segno, che sulla fine dell’Ottocento si trasferisce a Roma
per studiare architettura.
Non diventerà mai architetto, ma sarà testimone di una
fine di secolo turbolenta tra
corruzione e scandali bancari, mentre nella capitale lo
sfrenato boom dell’edilizia
alimenta il malaffare e arricchisce i pochi proprio quando la crisi economica impoverisce i molti. Paolo incontra
anche le idee degli anarchici
e dei socialisti, mentre sul
lato professionale non riesce
a veder coronati i suoi sogni
di gloria. Dopo anni vagabondi per l’Europa, Paolo,
deluso e invecchiato anzitempo, torna in Sicilia dove
mette il suo genio artistico
al servizio del crimine e falsifica banconote. La scoperta
della banda e il conseguente
processo saranno per Paolo
il riconoscimento di una genialità mai emersa...
la gabbiana Kengah atterra
in fin di vita sul balcone del
gatto Zorba, al quale affida
l’uovo che sta per deporre
strappandogli la promessa di
averne cura e di insegnare a
volare al piccolo che nascerà.
Ma come può un gatto insegnare a volare? A Monaco,
Max è cresciuto con il suo
gatto Mix, ma adesso che
Max è grande, Mix è invecchiato e sta perdendo la vista. Ma un giorno sente degli
strani rumori e intuisce la
presenza di un topo. È la nascita di una nuova, bizzarra
amicizia… Le lumache sono
abituate a condurre una vita
lenta e silenziosa, ma una di
loro si ribella: vuole avere un
nome ed è curiosa di scoprire
le ragioni della lentezza. Per
questo, nonostante la disapprovazione delle compagne,
intraprende un viaggio che
si trasforma in un’avventura
verso la libertà.
Jean è uno scrittore solitario
che fatica a distinguere il
presente dal passato, i ricordi
veri da quelli immaginari.
Eppure non ha sognato: sul
suo vecchio taccuino nero
degli anni Sessanta sono infatti annotati nomi, numeri
di telefono, date di appuntamenti, e persino brevi testi
“che hanno qualcosa a che
fare con la letteratura”. Nelle
sue lunghe passeggiate negli
stessi quartieri di allora, fra
i palazzi e la folla anonima
della Parigi moderna, Jean ricorda un’epoca in cui non esistevano gli iPhone, un tempo
in cui la città era diversa: una
topologia dove il reale trascolora nel sogno, quasi un paesaggio interiore dove a volte
si apre un varco nel tempo, e
dalla memoria scaturiscono
fantasmi del passato o scrittori come Gérard de Nerval,
Tristan Corbière e perfino Jeanne Duval, la musa di Baudelaire.
dicembre 2014 | Plus Magazine | RECENSIONI
37
f&c
plus magazine fumetti e cartoons
di Salvatore Taormina (il Tao)
ADAM WILD
N° 1 “Gli schiavi di Zanzibar”
Sergio Bonelli Editore
Brossurato,
98 pagine in b/n
Formato: cm 17 x 24 - € 3,30
In edicola e fumetteria
Come non parlare della nuova serie targata Sergio Bonelli
Editore, da sempre simbolo di
garanzia e di qualità, e ancor
di più in questa occasione
visto che la serie è ideata e
scritta da Gianfranco Manfredi, uno dei migliori narratori di storie fantastiche-avventurose in circolazione. La
serie è ambientata nell’Africa
subequatoriale alla fine del
diciannovesimo secolo dopo
la morte di David Livingstone. Adam Wild pur essendo
un membro della Royal Ge-
ographical
Society di
Londra è un
uomo d’azione che
si batte con
veemenza
contro
la
tratta degli
esseri
umani
e
lo sfruttamento delle
popolazioni
africane.
Già
dalle
prime pagine dell’albo
ci si rende
conto di essere di fronte a
una storia di primordine,
dove la magia degli ambienti
si respira “a pelle” e ci si ritrova catapultati con la fantasia
in un mondo avventuroso
d’altri tempi, ma che ancora
riesce a farci sognare. Adam
ha anche una compagna fissa: Amina, una giovane ma
combattiva principessa Bantu che introdurrà pian piano
nella storia anche l’elemento femminile dandogli una
parte di primo piano nella
storia. Nella lunga galleria
dei nemici che Adam Wild
dovrà affrontare, spiccano su
tutti un cacciatore texiano e
una sadica dark lady inglese,
una coppia crudele e spietata
che metterà in seria difficoltà
il nostro eroe. Insomma l’av-
 Appuntamenti
REGGIO EMILIA – 6 e 7 dicembre 2014
Centro fieristico Mancasale – Via Filangieri 15
(a fianco del casello autostradale di Reggio Emilia)
All’interno della manifestazione “Cambi e scambi” potrete
trovare, oltre ai fumetti, giocattoli, profumi, libri antichi etc.
La mostra principe per i collezionisti di fumetti, dove si può
trovare il meglio dell’alto antiquariato del settore ma anche
le nuove proposte della moderna editoria e volumi di critica
sul fumetto.
38
ventura con la “A” maiuscola
è iniziata e non possiamo far
altro che consigliarvela.
SEXY TALES
N° 3 “Bellezze bestiali”
Associazione
Gli amici del Fumetto
Cartonato, 48 pagine
+ cover a colori
Formato: cm 21 x 29,7
€ 17,90
(Edizione con Sovraccoperta e Cover variant € 26,00)
In libreria e fumetteria
inverno
stivali”. Sono tre brevi, ma
intense storie, che vi faranno
davvero divertire e perché
no, anche un po’ sognare. In
fondo parliamo sempre di
storie d’amore, ispirate da
una sensibilità tutta femminile. Piccolo capolavoro del
genere. Imperdibile.
IL CALENDARIO
DELLE “NIRIIDES”
Autoprodotto dalle autrici
Formato: cm 17 x 44
€ 10,00
L’anno nuovo si avvicina
e come non recensire e in
qualche modo incoraggiare
un’iniziativa come questa
realizzata da dodici coraggiose ragazze. Niriides è un
collettivo aperto, formato da
disegnatrici provenienti da
ogni parte d’Italia. Il progetto nasce a metà del 2014 con
l’intento di rendere omaggio
all’universo femminile.
In questo ultimo capitolo della prima trilogia interamente
scritta, disegnata e colorata a
mano da Elena Mirulla (uno
dei migliori giovani talenti
italiani in circolazione), troviamo altre tre storie auto
conclusive, parodie ironiche
e leggermente sexy ispirate
a tre famose favole: “La bella addormentata”, “La bella e
la bestia” e “La gatta con gli
AREZZO COMICS – 24 e 25 gennaio 2015
Centro Affari Via Spallanzani
Una mostra ampiamente dedicata al fumetto con notevole
presenza di autori, tavole rotonde e belle mostre espositive.
Consigliata anche per il collezionismo, è abbinata a una mostra del “Disco antico”.
MILANO NOVEGRO – 6 e 7 febbraio 2015
Parco Esposizioni Novegro
Una mostra rivolta principalmente a un pubblico giovane,
appassionato di cosplayer ma non solo, non manca infatti la
presenza di piccole case editrici e di rivenditori di alto fumetto
d’antiquariato.
A tale scopo, 12 donne hanno
unito la loro arte per realizzare, in un calendario, mese per
mese, l’altra metà del cielo. Il
magnifico risultato è sotto gli
occhi di tutti: immenso.
Per prenotarne una copia si
può scrivere direttamente
all’indirizzo email: niriides.
[email protected], il sottoscritto lo consiglia vivamente, in fondo giovani e pieni
d’entusiasmo lo siamo stati
tutti.
recensioni
mostre
plus magazine arte, scienza
e costume
grande studioso ed estimatore di fama
internazionale. Il percorso espositivo
mostrerà oltre quarantacinque capolavori assoluti: alcuni appartenuti alla sua
collezione, insieme alle opere di Poussin,
Guercino, Carracci e Caravaggio provenienti dall’Hermitage Museum di San
Pietroburgo e da altre raccolte pubbliche.
Roma - Palazzo Barberini
Via delle IV Fontane 13 - Tel. 06 4824184
www.daguercinoacaravaggio.it
MARC CHAGALL
Una retrospettiva 1908-1985
Fino al 1° febbraio 2015
La mostra è la più grande retrospettiva
degli ultimi cinquant’anni mai dedicata
in Italia a Marc Chagall, con oltre duecentoventi opere che guidano i visitatori lungo tutto il percorso artistico del
pittore, accostando opere ancora nelle
collezioni degli eredi, e talvolta inedite,
a capolavori provenienti dai maggiori
musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo
Nazionale Russo di San Pietroburgo e il
Centre George Pompidou. Alla mostra
sono esposti soprattutto dipinti dal
1908, data in cui Chagall realizzò le sue
prime opere come il Nudo rosso del 1909,
fino alle ultime degli anni ‘80.
Milano - Palazzo Reale
Piazza Duomo 12 - Tel. 02 54911
www.mostrachagall.it
DA GUERCINO A CARAVAGGIO
Sir Denis Mahon e l’arte Italiana
del XVII secolo
Fino all’8 febbraio 2015
La Galleria Nazionale d’Arte Antica in
Palazzo Barberini, in collaborazione con
la società Beni Culturali e con il sostegno
di The Sir Denis Mahon Charitable Trust,
dà vita ad una rassegna culturale che,
per completezza e rigore, sarà da considerare un omaggio di ampio respiro alla
grande stagione del Barocco e all’opera
di Sir Denis Mahon, che di tale periodo fu
AMEDEO MODIGLIANI ET SES AMIS
Fino al 15 febbraio 2015
Quest’esposizione, la cui cura scientifica
è affidata a Jean Michel Bouhours, accreditato studioso di Modigliani e curatore
del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou, intende presentare la produzione artistica di Amedeo
Modigliani nel contesto della cosiddetta
Scuola di Parigi. Con il termine Scuola di
Parigi, coniato dal critico d’arte André
Warnod, si è soliti indicare un manipolo di artisti per lo più di origine ebraica i
quali, discriminati nei loro paesi d’origine, si riunirono a Parigi, la “Città aureolata degli audaci” già patria degli Impressionisti e di molti altri movimenti fin de
siècle come il Simbolismo.
Pisa - Palazzo Blu
Lungarno Gambacorti 9 - Tel. 050 6160047
www.modiglianipisa.it
PERSONE - Ritratti di uomini, donne,
bambini (1850-1950) da collezioni pubbliche e private pugliesi
Fino al 31 marzo 2015
La mostra “Persone” si presenta come l’evento di fine anno della Pinacoteca “Corrado Giaquinto” di Bari, e ha l’intento di
proporre al grande pubblico un’approfondita lettura del genere “ritratto” attraverso l’esposizione di circa cento opere (pittoriche, scultoree, grafiche), datate
o databili tra il 1850 (con poche eccezioni
di epoca precedente) e il 1950, scelte tra
quelle conservate nella stessa Pinacoteca barese e nei più importanti musei
pugliesi, nonché in alcune collezioni private, anch’esse pugliesi. La mostra sarà
accompagnata da un catalogo a cura di
Clara Gelao, contenente brevi saggi introduttivi nonché la riproduzione a colori di tutte le opere.
Bari - Pinacoteca Provinciale
“Corrado Giaquinto”
Via Spalato 19 - Tel. 080 5412420
www.pinacotecabari.it
TUTANKHAMON, CARAVAGGIO,
VAN GOGH
La sera e i notturni dagli Egizi al ‘900
Fino al 2 giugno 2015
Dal 24 dicembre 2014 al 2 giugno 2015
la Basilica Palladiana accoglierà centoventi opere provenienti da trenta musei
di tutto il mondo dedicate al tema della
notte, dagli antichi Egizi al Novecento.
La mostra è ideata e curata da Marco
Goldin per “Linea d’ombra” ed è suddivisa in sei sezioni tematiche: le prime due
sale saranno dedicate all’antico Egitto
seguite da dodici sale con i capolavori
dal Cinquecento al Novecento di Van
Gogh, Caravaggio, Rembrandt, El Greco,
Tiziano, Monet, Gauguin, Böcklin, Matisse, Munch, Cézanne, Bacon, Giordano,
Rothko, Rubens, Turner, Friedrich, Corot,
Klee, Millet e Hopper.
Vicenza - Basilica Palladiana
Piazza dei Signori - Tel. 0422 429999
www.lineadombra.it
dicembre 2014 | Plus Magazine | RECENSIONI
39
plus magazine musica
musica
soci sono al lavoro su ben due album,
il primo dei quali uscirà il 9 dicembre
2014. Si tratta di Monuments to an
Elegy, le cui registrazioni si sono concluse a Chicago lo scorso giugno, e che
vede la presenza alla batteria di Tommy Lee. Monuments to an Elegy si inserisce all’interno del progetto Teagarden
by Kaleidoscope, iniziato nel 2010 con
Song for a Sailor per poi proseguire nel
2012 con Oceania, e si concluderà con
Day for Night, il secondo album al momento in lavorazione, la cui uscita è attesa per il 2015.
Tiziano Ferro
TZN-THE BEST OF TIZIANO FERRO
Martedì 25 novembre è uscito TZN-The
best of Tiziano Ferro, il nuovo lavoro
di Tiziano Ferro disponibile in quattro
versioni: doppio CD, 4 CD deluxe, Box
Fan Edition e 4 LP Limited. La raccolta
contiene grandi successi, rarità, duetti
e inediti tra cui il singolo Senza scappa-
re mai più. L’album è stato registrato a
Los Angeles, esce a tre anni di distanza dal multi platino L’amore è una cosa
semplice ed è stato presentato così sul
sito dell’artista: “La storia di Tiziano
Ferro, uno dei modi possibili di raccontarla. Una storia dedicata a tutti coloro
che l’hanno vissuta e condivisa”.
Il ritorno di Tiziano Ferro è sicuramente
uno dei più attesi degli ultimi mesi. La
prossima estate debutterà per la prima
volta negli stadi con il suo tour.
Gianna Nannini
HITALIA
Hitalia verrà pubblicato dalla Sony Music il 1° dicembre in tempo per il mercato discografico natalizio. Gianna Nannini ritorna sulle scene e come sempre lo
fa a modo suo. Il suo ultimo singolo inedito risale allo scorso anno (In The Rain)
e i mesi di silenzio sono stati interrotti
soltanto dall’annuncio di un milione di
fan su Facebook, con tanto di video di
ringraziamento. A quasi due anni da
Inno, la cantante ha annunciato che il
nuovo album conterrà diciassette brani
della canzone d’autore che hanno fatto
grande la musica italiana. Insomma, un
omaggio alla canzone cantautoriale tricolore rivisitata in chiave rock. Hitalia è
una produzione internazionale realizzata tra Milano e Londra.
Smashing Pumpkins
MONUMENTS TO AN ELEGY
Gli Smashing Pumpkins in questi ultimi tempi si stanno dando molto da
fare, come dimostrano i resoconti del
loro blog/sito ufficiale: Billy Corgan e
40
inverno
Carmen Consoli
ALBUM 2015
Ha scelto Facebook, ma l’ha fatto con il
consueto stile che la contraddistingue.
Dopo un intenso periodo ricco di gioie,
tra cui quella della maternità, Carmen
Consoli ha comunicato il suo ritorno
negli store e ai live. Un lungo periodo
di assenza che la stessa artista siciliana paragona a quello dei censimenti
nell’antica Roma, “un tempo per contarsi, per contare le ricchezze, per contare le
strade percorse e quelle ancora da percorrere... è bello contarci perché siamo
di più in famiglia. Questa è la mia più
grande ricchezza e felicità”.
Il nuovo album (di cui ancora non si
conosce il titolo), sarà in vendita dal 20
gennaio 2015, mentre il tour, internazionale, partirà dall’Olympia di Parigi.
recensioni
teatro
plus magazine teatro
TEATRO CARLO FELICE - Genova
Tosca
Date: 20, 21, 23, 27, 28, 30 dicembre 2014
e 2 gennaio 2015
parato dal Maestro Paolo Vero, saranno
impegnati nell’esecuzione di prestigiosi programmi sinfonici.
Il concerto d’apertura dell’anno 2015,
in programma il 9 e 10 gennaio, vedrà l’esecuzione della Sinfonia in do
maggiore di Richard Wagner. Seguirà
un omaggio a Johnnes Brahms con la
partecipazione del Coro e Contralto
nell’esecuzione della Rapsodie op.53. Da
segnalare che questo brano, raramente
eseguito al Teatro Verdi di Trieste, è ricavato dal Viaggio d’Inverno nella Harz
di Goethe.
La Tosca di Giacomo Puccini, su libretto
dei fidati Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, è un’opera degli eccessi. La gelosia
di Tosca, l’eroismo repubblicano del
suo amato, il pittore Mario Cavaradossi, la cattiveria del Barone Scarpia, capo
della polizia: tutto è estremo, in questa
vicenda ambientata nella Roma politicamente in subbuglio del 1800.
I momenti forti non si contano: la tor-
del sogno della piccola Clara e delle sue
fantastiche avventure in compagnia
del Principe Schiaccianoci, della Fata
Confetto e dei malvagi ratti governati
da re Topo.
I protagonisti saranno Giuseppe Picone
e Jurgita Dronina, insieme ad Alessandro Macario e ad Anbeta Toromani, le
scene saranno di Nicola Rubertelli e i
costumi di Giusi Giustino.
tura di Cavaradossi e la sua fucilazione
in scena; Tosca, cantante lirica vissuta
sempre “d’arte e d’amore”, che uccide
Scarpia, colui davanti a cui “tremava
tutta Roma”, congedandosi dal suo cadavere con un rituale tra il macabro e
il solenne; il salto nel vuoto di Tosca dai
bastioni di Castel Sant’Angelo; la libidine sfrenata di Scarpia.
TEATRO DI SAN CARLO - Napoli
Lo Schiaccianoci
Date: dal 30 dicembre 2014
al 5 gennaio 2015
Non esiste periodo migliore delle festività natalizie per rivivere l’incanto
de Lo Schiaccianoci. E il San Carlo tiene
fede all’ormai consolidata tradizione di
riproporre, tra Natale e l’inizio del nuovo anno, le sognanti atmosfere del balletto composto da Čajkovskij.
Questa favola sulle punte, ambientata
ad inizio del XIX secolo, si svolge proprio durante la vigilia di Natale e narra
TEATRO LA FENICE - Venezia
L’elisir d’amore
Date: 30 gennaio, 1, 7, 12,
e 19 febbraio 2015
TEATRO VERDI - Trieste
Sinfonia in do maggIORE
di Richard Wagner
Date: 9 e 10 gennaio 2015
La Stagione Sinfonica 2014-2015 del
Teatro Verdi di Trieste si caratterizza
per la particolare attenzione posta, anche quest’anno, alle scelte artistiche di
Direttori e Solisti, e alla qualità e varietà dei programmi proposti.
Gli organici artistici dell’Orchestra e del
Coro del Teatro Verdi, quest’ultimo pre-
ll più famoso tra i capolavori di Gaetano Donizetti (sicuramente una delle
opere più amate del repertorio lirico) è
un’opera buffa in due atti, tratta dalla
commedia Le Philtre, di Eugène Scribe,
su libretto di Felice Romani.
Fu rappresentata per la prima volta a
Milano il 12 maggio del 1832 al Teatro
della Cannobiana. La felicità melodica
della sua musica, l’invenzione di alcune delle romanze più famose di tutto
il repertorio lirico, la vena ironica che
percorre l’opera dall’inizio alla fine, la
definizione psicologica dei personaggi, cui Donizetti piega magistralmente
toni e sfumature della partitura, hanno
reso fin da subito L’elisir una delle opere più presenti nei cartelloni teatrali di
tutto il mondo.
dicembre 2014 | Plus Magazine | RECENSIONI
41
MAPPAMONDO
di BARBARA OGGERO
Dinnanzi all’Aurora Boreale, prima della meraviglia o dello stupore,
c’è l’incredulità. Perché anche se sei arrivato in Norvegia per avvistare
Lei e la stai sognando sin dalla prenotazione del viaggio, quando ti
trovi al suo cospetto per la prima (la seconda, la terza) volta non ci
credi. Ti devono dire che finalmente la stai vedendo perché tu, creatura di altre latitudini, proprio non te
l’aspetti nonostante l’abbia vista mille volte in fotografia o nei documentari in televisione.
NON MI CREDETE? Vi racconto com’è andato il mio primo avvistamento. Sedevo al caldo sul ponte panoramico della nave che naviga tra i fiordi, immersa nel buio pesto delle
quattro pomeridiane, quando un fascio di luce verde acido
colorò in maniera tenue una piccola porzione di cielo. Colta
da un dubbio e col naso incollato al vetro cercai di capire
se quel bagliore fosse un riflesso dell’insidioso segnale delle
uscite di emergenza. Mi spostai, cambiai direzione di sguardo, confrontai tono con tono e nonostante fossi convinta che
quella proiezione fosse impossibile, mi rimisi comoda concludendo che: “Potrebbe essere pure l’Aurora Boreale, ma finché qualcuno non lo conferma, io cosa ne so?”.
In navigazione nei fiordi norvegesi
48
42
MAPPAMONDO
a caccia dell’Aurora Boreale
“The Green Lady”
nei pressi di Tromsø.
Trascorsero pochi istanti da quel pensiero quando la
voce del Capitano informò dagli altoparlanti che stavamo navigando in un fiordo dal nome irripetibile e
che sopra di noi si era formata un’attività di Northern
Lights. Lo disse come al supermercato si annuncia che
ha aperto una cassa in più, ma quelle due parole in
inglese, tradotte in italiano “Luci del Nord” (ovvero
Aurora Boreale), risvegliarono i passeggeri dallo stato catatonico in cui la notte pressoché totale getta il
metabolismo. Lo scompiglio si tradusse in un fluire di gente sui ponti esterni, a diversi gradi sotto zero
con appena un pile addosso. Nel frattempo Lei se n’era già andata perché, questo lo imparammo subito,
l’Aurora compare e scompare a suo piacimento e ogni attività (così sono chiamate le manifestazioni)
può durare da pochi minuti a un tempo che si perde nell’estatica osservazione.
dicembre 2014 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
43
MAPPAMONDO
Tutti scrutammo il cielo nero in cerca di un bagliore, chiedendoci dove fosse finita, smaniosi e
timorosi di aver perso un’occasione, finché Lei, in
tutto il suo fascino, fece nuovamente comparsa.
In quel momento calò il silenzio, rotto solo dal
rumore dei motori della nave e dallo sciabordio
delle onde schiaffeggiate. Calò anche qualche lacrima per l’emozione, subito gelata dal vento del
Mare del Nord.
Il tempo di vederla scomparire nuovamente, tornammo tutti sul ponte con piumini e macchine
fotografiche montate sui cavalletti. Ma si sappia:
quelle foto sono soprattutto una poesia legata al
momento sublime e alla sensazione di trovarsi al
cospetto di un prodigio della natura; sono lo sfo-
44
cato per eccellenza, con la nave in movimento e The Green Lady (uno degli
altri nomi con cui viene evocata) che danza sensuale.
Già, perché il suo movimento (che sia orizzontale o verticale o trasversale
rispetto alla Terra) è fluttuante, morbido, evanescente come un ballo giocato sul vedo-non vedo. Impossibile non innamorarsene al primo colpo, non
restarne turbati e rapiti, non desiderarla ancora, non bramarne le movenze
un’altra volta.
Il periodo migliore per avvistarla è generalmente tra ottobre a marzo, nelle
regioni interne o in prossimità del Circolo Polare Artico: Norvegia, Svezia,
Finlandia, Islanda, Groenlandia, Russia e talvolta in Scozia. Però, anche negli anni di accertata super attività, nessuno degli operatori turistici di questi
paesi garantirà mai che quella sera Ella si paleserà. “Ci sono delle probabilità”
ti dicono quando prenoti un’escursione, perché Lei se ne frega se hai fatto
migliaia di kilometri per goderti le sue cangianti nuance del verde, del giallo
e del rosso, e hai vissuto giorni interi nel buio.
MAPPAMONDO
Questo aspetto del buio ventidue ore al giorno (e una luce crepuscolare per le
restanti due) noi non ce l’abbiamo davvero presente finché non ci troviamo
a viverlo. Superato lo spaesamento iniziale, i riflessi sempre blu sulla neve e
sull’acqua fanno assumere al paesaggio dei contorni così romantici che rendono il viaggio un’esperienza da raccontare e ricordare negli anni a venire.
Su quella meraviglia di barca postale, che è in realtà una gradevolissima nave
da crociera con attività organizzate per intrattenere gli ospiti, si costeggia la
Norvegia nella sua estensione da Bergen ad Alta (e ritorno) ammirando le
pareti a strapiombo dei fiordi, le colorate case in legno o i panorami lindi
e selvatici, punteggiati dalle piccole luci di fari insediati su scogli sperduti.
Ogni volta che la nave attracca in un porto, per un tempo che va dai quindici
minuti alle quattro ore, è possibile scendere a terra. Per quanto la Norvegia sia
un paese poco densamente abitato e l’architettura decisamente simile, ciascuna delle cittadine visitate durante quelle soste ha mostrato un suo carattere.
Da sinistra a destra e dall’alto in basso:
Alesund, la capitale norvegese del Liberty.
Vicolo di Bryggen, quartiere anseatico di Bergen.
Bryggen, le case del quartiere anseatico di Bergen,
Patrimonio UNESCO.
Cattedrale di Nidaros a Trondheim, meta di pellegrinaggio.
Il fiordo di Tromsø. La sua conformazione protegge la città
dal freddo nordico e le regala un clima più mite.
La moderna Cattedrale del Mar Artico a Tromsø.
scovile: è l’edificio religioso più antico della Scandinavia; guardate la vista dal bel Ponte Vecchio;
passeggiate per le vie commerciali e per i docks
amabilmente recuperati; se avete tempo salite fino
alla residenza reale, ma non chiedete di vedere il
mercato del pesce: è tutt’altro rispetto a quel che
ci potremmo aspettare!
A Bergen, seconda città della Norvegia, è bello camminare per le strettoie di
Bryggen, il famoso quartiere anseatico Patrimonio dell’Umanità. Le case che
danno sul porto, tutte colorate e tutte in legno, sono paurosamente storte ma
portano bene i loro 700 anni. Se vi addentrate nei vicoli, aperti tra un edificio
e l’altro, scoprirete un piccolo quartiere fermo nel tempo. Sono solo abitazioni (i negozi per turisti sono lungo la strada) e c’è un silenzio assordante.
Ålesund ha una forma allungata su un istmo di terra che corre nel suo fiordo. La miglior visuale della cittadina si gode dal punto panoramico Fjellstua,
raggiungibile con una scarpinata di mezz’ora e 418 gradini. Preparatevi a
sudare anche d’inverno. Questa città poi è conosciuta per l’architettura liberty, perciò quando camminate per le sue vie, tenete il naso alzato e godetevi:
decorazioni, guglie e torrette.
Scendere a Bodø significa calcare la terra del Circolo Polare Artico e tal motivo, da solo, vale la
sosta. Per il resto, spingetevi fino alla Cattedrale:
il suo aspetto appuntito rappresenta senza dubbio una certa architettura nordica. Poi date uno
sguardo al municipio e alla torre dell’orologio.
Tromsø è definita La Parigi della Scandinavia, per
le luci e la vivace vita sociale. È anche la capitale
Un paio d’ore a Trondheim, la terza città norvegese, servono per esplorarla
con calma. Dedicate del tempo alla Cattedrale di Nidaros: è del XII secolo ed
è testimone di gran parte della storia reale nazionale; fermatevi al Palazzo Ve-
dicembre 2014 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
45
MAPPAMONDO
Il panorama del fiordo
visto dal treno Oslo Bergen.
La Cattedrale di Oslo
e il celebre trampolino Holmenkollen.
dell’Aurora Boreale per i facili collegamenti aerei
da Londra e per la quantità di agenzie turistiche
che organizzano ogni giorno delle escursioni naturalistiche, dalla slitta trainata dai cani alla serata
in una tenda sami (o lappone).
Tra una gita e l’altra, è quasi d’obbligo lo struscio
sulla via principale da Polaria – l’Acquario Artico
a forma di domino – alla moderna Cattedrale del
Mar Artico.
Un’altra bellezza imperdibile della Norvegia è in
realtà un viaggio nel viaggio: si tratta della linea
ferroviaria tra Oslo e Bergen, considerata tra le più
panoramiche al mondo. Il treno corre a una velocità di crociera costante per tutti i 480 km, coperti
in sette – puntuali – ore: i paesaggi vanno da montagne ricoperte di abeti e larici, a crinali imbiancati da cui pendono grandi stalattiti; fiordi scuri,
laghi immobili e fiumi limpidi sulle cui sponde si
ergono case color mattone e zafferano.
46
In un viaggio in Norvegia è doveroso fermarsi ad Oslo. Se avete letto la saga
del detective Harry Hole scritta dal famoso Jo Nesbø e ambientata proprio
nella capitale, forse vi aspetterete una città in mano alla delinquenza, dove
spaccio, omicidi e prostituzione accadono in ogni angolo di strada. Ecco, la
realtà romanzata è nettamente più esagerata della verità. Oslo è – almeno
all’apparenza – una tranquilla città del nord Europa, molto silenziosa per la
quasi totale assenza di mezzi a motore.
La capitale della Norvegia è adagiata sulle rive di un fiordo e circondata da
verdi colline ricche di boschi. Proprio sull’ansa del mare è stata costruita di
recente l’Opera House, i cui interni in legno chiaro fanno da contraltare al
marmo bianco dell’esterno. Proprio per questa sua particolarità, guardandola
dalla strada ricorda un grosso iceberg e, se non siete interessati a opere o balletti, potrete almeno passeggiare sulle sue pendenze godendovi il tramonto.
Oltre al medievale Castello di Akershus e all’austera Cattedrale, merita una
visita la Galleria Nazionale ove sono esposte opere che vanno dall’Ottocento
alla Seconda Guerra Mondiale, tra cui molti dei dipinti di Edvard Munch,
come il celebre Urlo.
Particolarità della città sono invece: il Parco di Vigeland, un vero e proprio
museo all’aperto con ben 212 sculture in granito e bronzo tutte da guardare
MAPPAMONDO
Dall’alto in basso:
La ricostruzione di una nave e una scultura lignea
rappresentante Odino nel Museo delle navi vichinghe a Oslo.
Opera House nel fiordo di Oslo, costruita in marmo e dalla
forma di iceberg.
Vista al tramonto sul fiordo di Oslo dal tetto dell’Opera
House.
e fotografare; il Museo delle navi vichinghe, imponenti imbarcazioni del IX
secolo che raccontano la storia e le abitudini di un’epoca lontana; il trampolino di salto con gli sci Holmenkollen, in acciaio e cemento, appollaiato sulla
collina più alta: visibile anche dalla città, è aperto tutto l’anno sancendo la
passione dei norvegesi per lo sci e la vita a stretto contatto con la natura e le
sue meraviglie.
dicembre 2014 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
47
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dicembre 2014 | Plus Magazine | CONVENZIONI
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dicembre 2014 | Plus Magazine | CONVENZIONI
53
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ABBONAMENTI RIVISTE
Una delle principali società europee
nel settore editoriale, la sua mission è
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di favorire la diffusione della cultura
e delle idee con una produzione che
tocca ogni genere e raggiunge tutti i
lettori.
Per gli associati FABI:
• sconti fino al 78% su abbonamenti
settimanali, mensili e periodici.
Per informazioni: telefonare al Servizio
Clienti 199 111999, oppure inviare una
mail a [email protected]
Per sottoscrivere gli abbonamenti
scaricare l’apposito coupon di adesione dal sito www.associatiallafabi.it
NCC ITALY
NCC Italy è un’azienda leader nei
servizi di noleggio con conducente a
Roma. NCC Italy nel corso degli anni
ha imparato a differenziarsi dai tanti
competitors grazie all’indiscutibile
qualità dei servizi offerti ed alla totale propensione alla soddisfazione del
cliente.
L’azienda offre un’ampia gamma di
servizi, che spaziano dai servizi di
trasferimento verso aeroporti, porti
e stazioni ferroviarie, servizi turistici,
servizi Business, ed eventi speciali,
quali matrimoni, meetings e fiere.
La NCC Italy propone solo auto di
recente immatricolazione, autisti professionali, cordiali e multilingua.
Per gli associati FABI:
• tariffe agevolate visibili sulla
newsletter presente sul sito
ww.associatiallafabi.it
NH HOTELS
È una delle 25 maggiori catene alberghiere al mondo e una delle principali
in Europa. Gestisce circa 400 alberghi
(di cui 53 in Italia). La convezione per
gli associati FABI riguarda gli alberghi
in Italia e prevede:
• tariffe specifiche per l’NH Machiavelli, Touring e President di Milano,
per l’NH Leonardo da Vinci e Vittorio Veneto di Roma e per l’NH Excelsior di Siena, mentre per gli altri
alberghi NH in Italia è previsto uno
sconto del 15% sulla miglior tariffa
disponibile al momento della prenotazione.
Il codice identificativo della convenzione è visibile sulla newsletter presente sul sito www.associatiallafabi.it
Per prenotazioni individuali:
Centro Prenotazioni: 848 390 398
[email protected]
Per prenotazioni gruppi:
Ufficio Gruppi: 800 160 199
[email protected]
&
POLIZZA AUTO
Per il tramite della Biverbroker condizioni agevolate sulle tariffe relative
alle coperture assicurative riguardanti
autovetture, camper e moto.
Per gli associati FABI:
• RC Autovettura: sconto fino al 62%;
• ARD (incendio, furto, kasko, ecc.):
sconto fino al 40%;
• eventi naturali e atti vandalici:
sconto fino al 40%.
Per richiedere il preventivo accedere
al sito www.fabi.polizze.it “area preventivi auto e camper” e seguire le indicazioni. Per informazioni scrivere a:
[email protected]
&
POLIZZA CASA
Per il tramite della Biverbroker condizioni agevolate sulle tariffe relative
alle coperture assicurative riguardanti
la casa/abitazione (dimora abituale o
saltuaria) e precisamente:
• RC capo famiglia - incendio - furto.
Per richiedere un preventivo compilare la modulistica allegata alla newsletter sul sito www.associatiallafabi.it
SALMOIRAGHI & VIGANÒ
Salmoiraghi & Viganò è un marchio
leader nel panorama dell’ottica al
dettaglio con 500 punti vendita in
Italia. A questa consolidata attività
ha affiancato la proposta di soluzioni
CONVENZIONI
acustiche personalizzate e di ultima
generazione grazie alla presenza di
specialisti dell’udito altamente qualificati.
Per gli associati FABI:
• sconto del 20% su occhiali da vista
completi di lenti;
• sconto del 15% su apparecchi acustici;
• sconto del 15% su occhiali da sole;
• sconto del 10% su lenti a contatto;
• sconto del 5% su strumentazione
ottica non elettronica (telescopi,
microscopi, binocoli, bussole, e oltre 200 strumenti per hobby, sport e
tempo libero).
La scontistica sugli apparecchi acustici è applicabile nei negozi dove l’attività audioprotesica sia operativa.
Sul sito www.salmoiraghievigano.it
potrete visualizzare le ultime promozioni e l’elenco dei punti vendita.
SIMPLY GROUP SRL
Simply Group Srl rappresenta la Diamond Resorts International che è specializzata in località e proprietà di vacanza con un programma basato su
punti di scambio.
Per gli associati FABI:
• Simply Group Srl mette a disposizione gratuitamente, per ogni iscritto
che ne faccia richiesta, un Voucher
Resort per una settimana di soggiorno dal valore di € 750,00 a Tenerife
o Costa del Sol per un minimo di
56
due persone pagando solo le Spese
Amministrative, comprensive di Assicurazione Mondial Assistance, di €
48,00 a persona.
Per ogni dettaglio scaricare la newsletter dal sito www.associatiallafabi.it
Per Informazioni e prenotazioni:
Centro informazioni - 02 99775000
oppure scrivere all’indirizzo
[email protected]
SLOW FOOD
La Campagna per i soci FABI
Diventare socio Slow Food vuol dire
entrare a far parte di un’associazione
che difende il cibo “vero” con i denti
per scegliere quello che mangiamo in
base ai nostri gusti, alla nostra cultura e alla nostra identità. Donando la
tessera Slow Food regalerete un intero mondo fatto di produttori che lavorano in armonia con l’ambiente per
ottenere quell’eccellenza gastronomica vanto del nostro Paese, prodotti
tutelati da progetti come i Presìdi
Slow Food e l’Arca del Gusto, cene,
degustazioni, eventi, orti scolastici e
mercati contadini, campagne in difesa della sovranità alimentare in tutto
il mondo.
E i vantaggi sono tantissimi: sconti
sui corsi di degustazione Master of
Food, su tutto il catalogo Slow Food
Editore, gadget, durante gli eventi nei
locali amici.
Per gli associati FABI:
con la tessera Slow Food a € 25,00 riceverete:
• Slow, la rivista di Slow Food in formato elettronico (4 numeri anno);
• una guida della collana MANGIAMOLI GIUSTI;
• la e-newsletter settimanale con
consigli, appuntamenti, notizie dal
mondo Slow;
• sconti su libri e gadget e sugli eventi nazionali come Salone del Gusto
Terra Madre (i soci Slow Food pagheranno il biglietto d’ingresso € 10,00
anziché € 20,00).
In esclusiva...
• un libro omaggio della Collana Terra
Madre e un buono sconto del 40%
da utilizzare per l’acquisto di libri
presso lo stand Slow Food durante
gli eventi nazionali del 2014.
La campagna è valida da marzo al 31
dicembre 2014.
Per le adesioni www.associatiallafabi.it
UNITELMA SAPIENZA
UNIVERSITA’ TELEMATICA
“Braccio” telematico della prestigiosa
Università romana La Sapienza, con
sede a Roma, Viale Regina Elena 295,
è un’Università pubblica non statale istituita con decreto del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca in data 7 maggio 2004, con
peculiarità di formazione universitaria
tramite internet. Unitelma Sapienza è
autorizzata a rilasciare i seguenti titoli
di studio: Laurea, Laurea Magistrale,
Diploma di specializzazione, Dottorato di Ricerca e Master Universitari di
I e II livello, validi a tutti gli effetti di
legge.
Per gli associati FABI riduzione sulla
retta annuale di iscrizione. Esempio:
• corso di laurea € 1.500,00;
• corso di laurea magistrale e laurea
magistrale a ciclo unico € 1.700,00.
Troverete le informazioni su iscrizioni, immatricolazioni, valutazioni preimmatricolazioni ed elenco corsi su
www.unitelma.it
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PLUS MAGAZINE
Foto di Chico De Luigi – Courtesy Saverio Ferragina
29
IN QUESTO NUMERO
SAMANTHA CRISTOFORETTI
LA PRIMA ASTRONAUTA ITALIANA
DUE CHIACCHIERE CON
EUGENIO FINARDI
GABRIELE SALVATORES
RACCONTA “ITALY IN A DAY”
GITEX 2014
SCHEGGE DI FUTURO
FESTIVAL DEL FILM DI ROMA
IL PUBBLICO PREMIA “TRASH”
RAOUL GILIOLI
VITA, 200 STORIES THROUGH THE GLASS
TORINO
GUARDARE LEONARDO NEGLI OCCHI
STEFANO
ACCORSI
e la magia del cinema
Periodico dell’Associazione FABI Plus per la cultura e il tempo libero
Pubblicazione trimestrale Numero XXIX- dicembre 2014
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