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PLUS MAGAZINE
24
IN QUESTO NUMERO:
RUBRICHE:
MODA
MEDICINA E SALUTE
BENESSERE
RECENSIONI
MAPPAMONDO
GUSTI E PIACERI
IDEE E SERVIZI
COMUNICAZIONE E IMMAGINE
TORINO SECONDO NOI
GLI ESPERTI RISPONDONO
LA PAROLA AI LETTORI
PROPOSTE:
VISITE GUIDATE
CONFERENZE E CORSI
CONVENZIONI PER GLI ASSOCIATI
GITE – SPETTACOLI
70ª Mostra del cinema di Venezia:
L’inossidabile George
apre la passerella: fan in delirio
GIUSEPPE TORNATORE: LA MIGLIORE OFFERTA DEL CINEMA ITALIANO RAPHAEL GUALAZZI: UNA BUONA MUSICA
SUONA IN QUALSIASI LINGUA TAORMINA FILM FEST: LA KERMESSE SICILIANA RICCA DI OSPITI INTERNAZIONALI
MIGUEL ANGEL GURRIA: ITALIA E LAVORO, QUALE FUTURO? REF13: ROMA EUROPA FESTIVAL 2013
MARIO TURETTA: UNA GIORNATA DA RE SOCIAL MEDIA WEEK: TORINO CAPITALE DEL DIGITALE
MARGHERITA GRANBASSI: TORNO IN PEDANA PER CONTINUARE A SOGNARE
Periodico dell’Associazione FABI Plus per la cultura e il tempo libero
Pubblicazione trimestrale Numero XXIV- settembre 2013
Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - NO/TORINO N._1/2013
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PLUS MAGAZINE
Periodico trimestrale dell’Associazione
Fabi Plus per la cultura e il tempo libero
Numero 24 - settembre 2013
Reg. presso il tribunale di Torino
n. 5919 dell’8/11/2005
Redazione e Amministrazione
Via Guarini, 4 – 10123 Torino
Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
www.fabiplus.org/magazine.html
[email protected]
Direttore editoriale
Paola Gomiero
Direttore responsabile
Mauro Bossola
Caporedattore
Pietro Gentile
In questo numero:
2Copertina 70ª Mostra del cinema di Venezia. L’inossidabile George apre la passerella: fan in delirio
6 Protagonisti
Giuseppe Tornatore. La migliore offerta del cinema italiano
10 Protagonisti
Raphael Gualazzi: una buona musica suona in qualsiasi lingua
14 Eventi
Taormina Film Fest. La kermesse siciliana ricca di ospiti internazionali
16 Tecnofuturo
Miguel Angel Gurría. Italia e lavoro, quale futuro?
20 Eventi
Ref13: Roma Europa Festival 2013
24 Moda
30 Medicina e salute
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Chiccosissimamente
Prevenzione in rosa. Da IRM check up dedicati all’universo femminile
Nuove tecnologie nella chirurgia refrattiva: Femtolasik
Chirurgia estetica: una scelta consapevole
La salute del piede affidata al professionista
40 Benessere
La Kinesiologia per il benessere dell’individuo
42 Recensioni
Film, libri, fumetti, mostre, musica, teatri
48 Mappamondo
Etiopia: alla scoperta della culla dell’umanità
54 Iniziative associatiConvenzioni nazionali
Segreteria di redazione
Milena Lagnese
Photo editor
Alessandro Lercara, Cosimo Torraco
Hanno collaborato a questo numero:
Benedetta Breveglieri, Dario Migliardi,
Barbara Odetto, Giuliana Rebaudo,
Mariangela Salvalaggio, Salvatore Taormina,
Emanuela Truzzi.
Fotografie
Archivio Il Tucano, Archivio Stilisti, Archivio Teatro
Regio, Archivio Comune di Torino, Archivio Taormina
Film Fest, Archivio Mostra Venezia, Archivio Roma
Europa Festival, Franco56, Roberto Morzone, Daniele
Solavaggione, Salvatore Taormina.
Pubblicità
Nova Labor Servizi srl
Via Guarini, 4
10123 Torino
Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
Grafica e impaginazione
Fantinel Graphic Designers – Torino
Stampa
Garabello Artegrafica – San Mauro Torinese
La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti.
Il materiale inviato non viene restituito.
È vietata e perseguibile civilmente e penalmente ai sensi della legge sul diritto d’autore ogni forma di riproduzione dei contenuti
di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione scritta dell’editore.
In copertina
George Clooney
LUS
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24
IP
FAB
Torino: vivere la città
58 Protagonisti
Mario Turetta. Una giornata da re: il Polo Reale di Torino
62 Eventi
Social Media Week: Torino
capitale del digitale
Le rubriche
65 Gusti e piaceri
67 Idee e servizi
72 Comunicazione e immagine
70 Protagonisti
Margherita Granbassi. Torno in pedana per continuare a sognare
74 Itinerari
Torino, secondo noi ...
Le proposte
76 Visite guidate
80 Conferenze e corsi
81 Convenzioni territoriali
83 I luoghi del gusto
84 Le gite
85 Biglietteria
87 Gli esperti rispondono
92 La parola ai lettori
Paola Gomiero
Direttore Fabi Plus
Editoriale
Cari lettori,
per la nostra copertina abbiamo scelto il volto internazionale di George Clooney, incontrato a Venezia insieme a Sandra Bullock in occasione della presentazione del suo ultimo film “Gravity”.
Molte le pagine riservate al cinema, come quelle
dedicate ai numerosi artisti partecipanti al Taormina Film Fest. Una ‘chicca’ per i cinefili l’incontro/intervista con il regista Giuseppe Tornatore, che ci parla
anche della sua ultima e pluripremiata produzione,
“La migliore offerta”, già ampiamente apprezzata sul
grande schermo.
La rubrica moda per la nuova stagione ci invita
ad essere ‘chic e raffinati’ con capi di assoluta eleganza proposti da Moncler, Bruno Magli, Antonio Marras, Luisa Beccaria, Cantarelli e Borbonese, interessanti firme della moda italiana.
Altre interviste di sicuro interesse, dal talentuoso
artista di Urbino Raphael Gualazzi ad uno dei grandi
“decisori” della scena mondiale, Miguel Angel Gurria,
Segretario Generale dell’OCSE, intervistato in occasione del Festival dell’Economia di Trento, che ci spiega
come sia posizionata l’Italia, nell’utilizzo della tecnologia, rispetto al resto del mondo.
Torino - Parco Colletta
(foto franco56)
Per gli appassionati di mostre è in arrivo un autunno ricco di proposte in tutta Italia e
per chi soggiorna nella capitale suggeriamo il grande appuntamento “Roma Europa Festival 2013” giunto alla 28 ma edizione. Quest’anno saranno dodici i teatri romani che ospiteranno per due mesi il mondo dell’arte, della prosa, della danza e della musica.
Per chi ama viaggiare, ecco un itinerario insolito nell’affascinante Etiopia: “La culla
dell’umanità”, con le sue bellezze selvagge e i suoi popoli misteriosi.
E ora parliamo di convenzioni: sconti e offerte hanno suscitato grande apprezzamento tra i nostri Associati, in particolare quella stipulata con Alpitourworld, che prevede il
12% di sconto cumulabile con le offerte di catalogo.
Vi auguro buona lettura e buon autunno.
Arrivederci a dicembre.
[email protected]
settembre 2013 | Plus Magazine | EDITORIALE
01
COPERTINA
70ª Mostra del cinema di Venezia:
L’INOSSIDABILE GEORGE G
APRE LA
PASSERELLA:
FAN IN DELIRIO
k a cura di PAOLA GOMIERO
foto Archivio Festival
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eorge Clooney, dopo aver trascorso l’estate nella sua villa di Laglio, è arrivato a Venezia in splendida forma.
Ormai abitué della kermesse veneziana, è
giunto al Festival in compagnia di Sandra Bullock per presentare “Gravity”: il film di Alfonso
Cuaron che ha aperto la 70a edizione della Mostra d’Arte Cinematografica.
E sul tappeto rosso della pellicola George
non ha deluso nessuno. Elegantissimo, in smoking nero, si è soffermato a lungo con fan e fotografi senza trascurare Sandra.
È stato anche molto generoso con i giornalisti trattenendosi a lungo con loro e, avvicinatosi
alla transenna che delimita lo spazio dedicato,
proprio prima di varcare la soglia dell’ingresso
alla Sala Grande per la cerimonia di inaugurazione, alla classica domanda sulla sua vita sentimentale ha risposto in italiano: “fidanzarmi?
Ci penserò”.
Anche in conferenza stampa, riempita da
giornalisti all’inverosimile, come pochi divi
sanno fare, non è mancato il suo classico e simpatico umorismo.
Alla domanda su com’è avere l’illusione di
COPERTINA
GRAVITY
essere soli nell’universo, Clooney ha risposto che: “all’inizio non è stato facile crederci, perché...aveva comunque tutta
la troupe attorno!”.
In molti poi sono stati curiosi di sapere come lui e Sandra Bullock si sono preparati per interpretare una prova
tanto dura a livello sia fisico che mentale e lui ha risposto:
“abbiamo fatto parecchio yoga insieme per allenare la nostra
flessibilità. E ci siamo riusciti! Diciamo che per Sandra è stato
più difficile, perché aveva molte più scene da girare; per questo
lei ha avuto un allenatore fin da subito. Io, invece, per prepararmi bevevo parecchio”.
Sandra Bullock ha invece spiegato: “mi sono allenata
molto, perché volevo essere forte e dare al mio personaggio un
aspetto particolare, quasi androgino, Rayan è una donna che
ha subito una grave perdita che l’ha svuotata del suo lato materno. Per cui era
necessario provare a rimuovere anche dal suo corpo i lineamenti femminili. E
in effetti nel corso delle riprese ho avvertito il cambiamento”.
Nel film “Gravity”, Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan Stone, un
brillante ingegnere medico alla sua prima missione sullo Shuttle, mentre Matt
Kowalsky (George Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua ultima missione prima del ritiro.
Durante quella che sembra una passeggiata nello spazio di routine, ecco che
accade il terribile incidente. Lo Shuttle
viene distrutto e Stone e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità completamente soli e attaccati l’uno
all’altra.
Il silenzio assordante è la conferma della
perdita definitiva di ogni contatto con la
Terra e, con esso, ogni speranza di essere
salvati. La paura si trasforma in panico e
ogni boccata d’aria consuma il poco ossigeno rimasto.
Ma l’unica strada verso casa potrebbe essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante distesa dello spazio.
Il film, davvero emozionante, è stato l’apertura giusta per il Festival, per dare immediatamente il senso di come vanno le
cose. Il nero e il vuoto dello spazio, i corpi
delle star che fluttuano e scompaiono nel
nulla.
Il film a ben osservare non è forse l’esatta
sintesi dello stato del cinema d’oggi, sospeso senza (più) peso nell’etere e nello
spazio e affollato di suoni e di messaggi
subliminali sul potere delle grandi potenze economiche vecchie e nuove come
quella descritta dai satelliti cinesi russi e
americani.
Oltre alle difficoltà tecniche legate alla fase di riprese, che hanno necessitato di una tecnologia ad hoc “lavoravamo su una specie di piattaforma
luminosa” racconta George “dove bisognava stare attenti a non reagire alle
macchine che si muovevano verso di te a gran velocità”, una delle difficoltà
più grandi è stata abituare corpo e mente all’assenza di gravità.
“Nello spazio ci si muove in maniera incredibilmente lenta, ma nello stesso
tempo bisogna comunicare in modo più veloce rispetto alla parlata normale”
spiega ancora Clooney. “Quando abbiamo iniziato le prove Sandra proprio
non ci riusciva; ma dopo poco tempo ha iniziato a controllare molto di più i
movimenti e io ogni volta mi chiedevo: <Ma come cavolo fa?> C’è poco da
dire: è stata straordinaria”.
Sandra Bullock e George Clooney sul “red carpet” della Mostra.
settembre 2013 | Plus Magazine | COPERTINA
3
COPERTINA
“Tutto merito degli astronauti che ho potuto consultare mentre giravamo il
film” racconta l’attrice. “Li chiamavo dal mio cellulare; loro erano sulla base
spaziale e stavano ad ascoltare tutte le mie domande bizzarre, dandomi consigli soprattutto sulla fisicità da adottare in determinate situazioni. Mi hanno
fatto sentire molto piccola, perché ho capito che chi fa questo mestiere ha una
passione straordinaria per la vita”. E a coloro che le hanno chiesto come fa
a mantenersi così in forma e mantenere la propria bellezza, ha risposto:
“avere un bambino di tre anni da sollevare e portare in giro ogni giorno aiuta
molto. Tra l’altro questo film mi ha aiutato a riflettere sul cosa ci fa alzare ogni
mattina con la voglia di vivere. Per me la risposta è proprio il mio bambino”.
George sulla questione non si è espresso e neppure se l’è sentita di
rispondere quando gli hanno chiesto se sia giusto che Barack Obama
mandi le truppe in Siria. Però ha confermato di essere proprietario di un
satellite in Sudan “lo usiamo per monitorare la situazione e le atrocità che
vengono commesse”.
E poi, proprio prima di lasciare la sala, ha riacceso il microfono: “e non
volete sapere un mio parere sul nuovo Batman di Ben Affleck?”. E conclude
in modo ironico la conferenza stampa.
Sempre a proposito dell’umorismo di Clooney, Sandra Bullock, in
un’altra occasione così si è espressa sul collega: “io e George siamo stati
separati alla nascita. Mi sento la sua versione femminile. Andiamo pazzi per
l’hip hop d’annata, quello degli anni 90’. È stata una gioia per tutti averlo
sul set, soprattutto dopo che con Cuaron ha accettato di fargli sottoscrivere
una tregua sui suoi soliti e micidiali scherzi. Quando ha finito i suoi giorni di
lavorazione è sceso un velo di tristezza”.
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PROTAGONISTI
Giuseppe Tornatore
LA MIGLIORE
OFFERTA
DEL CINEMA
ITALIANO I
di Dario Migliardi
06
L SUO ULTIMO FILM “La migliore offerta”, le cui musiche
sono ancora una volta composte e arrangiate dal grande Maestro
Ennio Morricone, continua a mietere successi, dopo aver fatto incetta di premi ai David di Donatello. A luglio ha vinto sei Nastri
d’Argento 2013 del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici a
Taormina e ha ricevuto il Premio Giovani Cinematografici al Festival
di Collisioni 2013, è soddisfatto?
Sì, il film è andato bene fin dall’inizio e quindi sono molto contento.
“La migliore offerta”, ha una storia così intrigante, avvolgente,
che cattura subito fin dalla primissima scena, come è nata l’idea di
questo film?
Nasce dal mio metodo tradizionale di lavoro che è quello di lasciare macerare le idee a lungo, anche per anni. Questa storia ha avuto una genesi molto lunga. Solo quando le storie maturano e mi
danno l’energia e lo sprint per volerle veramente realizzare, allora
decido che è arrivato il momento giusto.
Ha avuto tante riscritture?
Anche questo nasce da una lunga sedimentazione, da tentativi,
da lunghe azioni, prove, trasformazioni e riscritture, abbandoni,
riprese e revisioni della scrittura, e poi finalmente ecco la grande
magia, l’alchimia.
Lavora sempre così?
Abitualmente sì.
“La migliore offerta”, può essere considerato anche un omaggio
all’arte?
Se dicessi che ho fatto il film per fare un omaggio all’arte, le direi
una bugia colossale. Non è stata quella la molla che mi ha ispirato.
Però mi piaceva il mondo delle aste e la figura del battitore mi at-
PROTAGONISTI
traeva. Mi sembrava un mondo originale e poco raccontato dal cinema
ed era funzionale alla geometria della storia. E quindi, come mi capita
sempre quando devo fare un film e mi devo confrontare con mondi
e ambienti che magari non conosco molto, ovviamente studio, mi informo, frequento e cerco. Incontro persone che possono darmi la loro
esperienza e questo è l’aspetto più divertente del mio mestiere.
È stato così anche quando ha girato “La leggenda del pianista sull’oceano”?
Era un film ambientato su un transatlantico tra l’Italia e gli Stati Uniti
all’inizio del secolo scorso. Dovevo vivere in un ambiente come quello
per poter fare un film. E allora mi documentai, lessi molto e cercai anche i progetti delle navi per capire com’era la vita a bordo.
Per “La migliore offerta”, ha incontrato qualcuno che l’ha ispirata?
Ho incontrato due, tre battitori d’aste, mi sono fatto spiegare il loro ruolo, le regole deontologiche della loro funzione che sono molto rigorose,
ho frequentato successivamente qualche asta e piano piano ho elaborato
la mia storia.
“La migliore offerta” ha visto anche un grosso investimento produttivo,
lei che rapporti ha con i produttori?
Ho sempre avuto buoni rapporti con chi produce i miei film. Anche se so
che in ogni film c’è sempre un momento di tensione, poi se l’opera viene
bene ogni tensione si trasforma. Se invece non ha il successo che si sperava, i rapporti si possono anche incrinare, ma generalmente no. Con i
produttori con i quali ho lavorato sono sempre rimasto in ottimi rapporti
anche quando poi non abbiamo più lavorato assieme. Ovviamente è una
formula chimica elettrica, – ride, mentre ne spiega il significato – perché il loro mestiere è molto difficile, duro ed è sempre più difficile. Loro
devono trovare i margini per finanziare il film, il regista deve fare il film
come l’ha pensato e loro cercano di semplificare e ridurre. C’è sempre
una tendenza da parte loro a ridurre e da parte
tua a inseguire le cose come le avevi pensate.
Ed è lì che poi si possono creare conflitti, anche
violenti, che si possono ricomporre nel film se
è la storia che tutti volevano realizzare.
In questi giorni c’è ancora la polemica sul tax
credit, lei con chi sta? Crede che questa forma
di finanziamento possa aiutare a produrre più
film?
Il tax credit è uno strumento ormai in uso in
tutti quei Paesi in cui si dà un minimo di importanza al cinema. È quasi innaturale che in
Italia si debba ancora lottare o mobilitarsi per
convincere il governo, anche in questi tempi di
difficoltà. È uno strumento necessario, prima
di tutto perché non è un’elargizione di soldi
e poi perché consente un finanziamento che
successivamente ritorna. Annullarlo o ridurlo
drasticamente significa indurre il produttore a
produrre di meno o addirittura a non produrre
più e il problema del nostro cinema è che dobbiamo fare più film.
Lei ha lavorato con tantissimi attori tutti
molto importanti come Ben Gazzara, Tim Roth,
Philippe Noiret, Marcello Mastroianni, Gérard
Depardieu, Roman Polaňski, Geoffrey Rush,
etc.. qual è quello che l’ha sorpreso di più?
Sono stati tanti gli attori con i quali ho lavorato e sono stato molto fortunato, ma gli attori
settembre 2013 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
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PROTAGONISTI
che mi hanno sorpreso sono molti, li ha praticamente citati tutti e sono attori che non ti
fanno pesare la loro grandezza o la loro grande
esperienza. Ciò che mi colpisce è che affrontano il loro lavoro con una bella dose di umiltà e
di sano atteggiamento artigianale che è ciò che
mi fa apprezzare di più l’animo di un grande
artista. Sono attori che hanno girato magari
centinaia di film e tu sei alla tua prima esperienza e lavorano con te ad armi pari, senza
farti sentire in un atteggiamento di inferiorità.
Come è stato il confronto con un attore/regista come Roman Polaňski in “Una pura formalità”, era intimorito?
No, non sono mai stato intimorito dalla sua
grande personalità, ma mi aspettavo che potesse dire un giorno, sia pure per istinto, qualcosa
da regista, sarebbe stata la cosa più naturale.
Per esempio, avrebbe potuto dirmi di piazzare
la macchina da presa in un altro posto rispetto
alla prospettiva in cui l’avevo messa io. E invece non si è mai permesso di suggerire, ha fatto
l’attore e basta. Gli attori più sono grandi e più
sono semplici nei rapporti umani, meno sono
grandi e più si complicano le cose. In genere
la difficoltà è con l’attore che non ha raggiunto
una sicurezza professionale e ha dei margini
di inquietudine, di insicurezza. Con questo
tipo di attore ci possono essere delle frizioni o
delle difficoltà di comprensione.
Cos’è che avvicina l’attore al regista?
C’è un mediatore straordinario tra il regista e
l’attore, che è il personaggio. Allora il rapporto
tra regista e attore è direttamente proporzionale all’amore che l’attore ha verso il proprio
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personaggio e che il regista nutre per
la storia di cui spesso è anche autore.
Lei ha una grande conoscenza del
linguaggio cinematografico e ogni sua
inquadratura è come una pennellata
di un artista sulla propria tela. Qual è
stato il piano sequenza più difficile che
ha girato?
Non ho fatto tanti piani sequenza nei
miei film e non ho mai seguito quella filosofia che dice che sono come
delle medaglie. Il piano sequenza
nasce da un’esigenza molto povera,
nasce quando si doveva risolvere una
giornata di lavoro che sarebbe andata
troppo per le lunghe e per non sforare
con il programma si diceva “giriamo
legato”. Successivamente dopo la Nouvelle Vague e gli anni ‘60 si ricercava
quell’aspetto anche un po’ snob da
cinema colto e da cinefilo che era il piano sequenza.
Non mi sono mai detto “Adesso faccio un bel piano sequenza”. Se la storia,
la sceneggiatura ha bisogno di quel determinato linguaggio come trovata linguistica, armonica con il racconto, allora lo realizzo, ma non ho
mai fatto un’inquadratura pensando di essere un virtuoso.
I piani sequenza più difficili che ho fatto sono due. Il primo riguarda i
titoli di testa di “Una pura formalità”, l’altro è un piano sequenza molto
curioso ne “L’uomo delle stelle”, quando più abitanti del paese provano
il copione con la famosa frase “Domani è un altro giorno”. Tutte e due
erano già concepiti in sceneggiatura.
Ne “La migliore offerta”, c’è un grande uso discreto degli effetti speciali
e del digitale, non si userà più la pellicola?
Il mio ultimo film è stato girato tutto in digitale.
Come si è trovato?
Mi sono trovato benissimo – ride, con un sorriso da bambino soddisfatto come se avesse trovato un nuovo gioco con cui divertirsi – lo dico
conservando totalmente la mia religione e il mio amore per la pellicola.
Però è una scelta che prima o poi avrei dovuto fare. E poiché lavorare
in pellicola ultimamente non ti dà più la possibilità di ottenere la stessa
qualità che si riusciva a ottenere fino a dieci, vent’anni fa, allora ho deciso di varcare il Rubicone.
C’è arrivato per gradi?
Due tre anni fa avevo fatto un documentario sul produttore Goffredo
Lombardo, erano tante interviste e la scelta del digitale fu quasi obbligatoria perché altrimenti i costi sarebbero lievitati enormemente.
E quando ho fatto “La migliore offerta”, d’accordo con il direttore della
fotografia, abbiamo fatto dei provini, delle comparazioni tra la pellicola
e il digitale e poi ho maturato che si trattava di fare il passo e non sono
per niente pentito e penso che andrò avanti così.
PROTAGONISTI
É
di DARIO MIGLIARDI
foto di Daniele Solavaggione
10
uno degli artisti italiani più talentuosi e bravi nati negli ultimi anni.
Per fortuna non arriva dai “talents” o da qualsiasi altra trasmissione televisiva. Il suo è un percorso serio, fatto di studi al Conservatorio e di conoscenza degli stili musicali da strada come lo stridepiano, il ragtime e il blues. È italiano ma la sua musica è riconosciuta
universale in tutto il mondo. Dopo aver stravinto il Festival di Sanremo
Giovani nel 2012, primo premio e premio della Critica (non era mai successo prima), ha iniziato a girare per l’Europa con la sua musica così originale e così divertente. Per un artista come lui l’Italia gli sta un po’ stretta
e da qualche tempo si è trasferito a vivere a Londra dove i contagi musicali
raggiungono alti livelli di interesse. Scrive e compone indifferentemente
in inglese o in italiano a seconda di quello che viene meglio.
Il cantare in italiano o in inglese, può essere realmente un valore aggiunto, capace di fare la differenza tra una canzone e l’altra decretandone
il successo?
Secondo me una buona musica dovrebbe suonare in qualsiasi lingua,
ovviamente ogni lingua ha una sua particolare abitudine. L’inglese a
PROTAGONISTI
sopra a un’altra musica, la sfida diventa davvero affascinante.
RaphaeI
Gualazzi:
La tua musica non ha uno stile italiano. Ci
racconti le tue contaminazioni musicali?
Come ho detto prima, tutta la scuola dello stride-piano è un genere che nasce e si sviluppa in
America tra la fine degli anni ‘10 e gli anni ‘40
del secolo scorso. È un’evoluzione del ragtime
e ha come capi scuola Fats Waller, Mary Lou
Williams, Willie ‘The Lion’ Smith, Earl Hines,
insomma sono tanti grandi jazzisti. E poi c’è
il mondo vocale che parte dal blues delle origini fino al soul di Johnny “Guitar” Watson, Gil
Scott-Heron, Curtis Mayfield, Al Green questi
tanto per fare dei nomi, ma ce ne sarebbero
tantissimi altri.
In Happy Mistake il tuo ultimo album c’è
una bella improvvisazione e una dedica a un
film di Federico Fellini, Amarcord. Tu sei di Urbino, ti senti vicino culturalmente a quella terra
romagnola?
Mi sento attratto dalla mia terra, anche se è un
anno e mezzo che non ci abito più. Linguisticamente è come se fossi connesso alla Romagna,
tant’è che ultimamente molti Comuni si sono
una buona
musica suona in qualsiasi
lingua
mio avviso è molto percussivo anche nei tempi veloci, mentre l’italiano
si valorizza molto nei tempi larghi, perché è una lingua bella, solare,
dolce, che riesce a essere piena di significato sia in poche parole che con
tante parole.
Uno dei brani con cui ti sei fatto conoscere è Don’t Stop, la cover dei
Fleetwood Mac. Quanto è importante cantare in inglese per te?
Diciamo che il mio cantare in inglese deriva dalla musica a cui sono affezionato e che mi ha conquistato, mi affascina e mi ispira. È una musica particolare e poco conosciuta in Italia, lo stride-piano, una derivazione
del blues del mondo afro-americano.
Infatti la prima pubblicazione del 2005 Love Outside the window era completamente in inglese, mentre nel secondo album ho deciso con piacere
di valorizzare la lingua italiana.
Quali sono i pregi della nostra lingua?
Ha un suono bellissimo e dico sempre che è la sfida più grande scrivere in italiano, perché l’italiano è già una musica di per sé, è come se
suonasse già senza musica. Così, quando devi aggiungere una musica
staccati e si sono legati alle Marche. E quindi
ho pensato di celebrare il grande maestro Nino
Rota, autore della musiche di Amarcord con il
suo tema bellissimo, semplice e appassionato
ma anche versatile, stupendo ed eterno. E ho
deciso di rivisitarlo in una libera improvvisazione perché quando una musica è così bella e
perfetta, sarebbe stupido tentare di affrontarlo
in modo ancora più complesso di quello che
già è. E poi è un film al quale sono davvero
molto legato.
Ti piace la tua regione, che rapporto hai con
le tue “radici”?
Le Marche sono divise geograficamente in tre
parti molto differenti fra loro. C’è la zona Picena, quella Dorica e poi c’è il Montefeltro, e
storicamente il territorio aveva come capitale
settembre 2013 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
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PROTAGONISTI
la musica a essere protagonista. Perché per me è importante che il mondo musicale rimanga al centro del mio progetto.
Urbino. Qui il mecenatismo del Duca Federico II da Montefeltro ha ospitato moltissimi artisti come Piero della Francesca, Giorgio Martini, Francesco Laurana e ci sarebbe
ancora una lista infinita da scrivere. Stiamo
parlando del periodo del Rinascimento e il
Ducato è stato uno dei punti di riferimento
più importati per la nostra cultura. A Urbino
è nata una delle prime Università d’Europa e
da molti anni è riconosciuta come patrimonio
mondiale dell’Unesco. Ci sono quindi tutti i
presupposti per essere una bella regione con
un passato degno di essere citato.
Vorresti scrivere per il cinema?
Sarebbe un progetto stupendo e mi piacerebbe tanto poterlo attuare e rappresentare. Penso
che nella mia professione ci siano tanti aspetti e le opportunità richiedono un determinato
percorso e una certa esperienza. Comunque se
mi si presentasse l’occasione sarei ben felice di
affrontare questo nuovo percorso.
C’è un film che ti ha particolarmente attratto
e che avresti voluto comporre la colonna sonora?
Onestamente non mi sono mai proiettato in
questa direzione. Posso dirti che ci sono dei
film che mi sono piaciuti molto. Sono appassionato al genere biografico che parla di grandi
persone e che ne rivela l’umanità e la loro quotidianità. Per esempio mi è piaciuto molto Le
vie en rose, una formidabile ricostruzione della
vita di Edith Piaf, del regista Olivier Dahan e
anche Ray il film di Tom Hackford, dove Jamie
Foxx interpreta il grande Ray Charles.
I tuoi video sono apparentemente molto
semplici da interpretare, ci sei tu con il tuo carisma e tutto ruota attorno alla tua musica.
Come nasce un tuo videoclip come per esempio
Sai (ci basta un sogno), ci sei tu con il pianoforte
e dei palloncini bianchi attorno.
Il regista del videoclip è Laurent Seroussi. Lui
ha sviluppato la sua idea molto pittorica e l’unica raccomandazione che gli ho fatto è stata
quella di mantenere la semplicità perché fosse
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Dopo Reality and Fantasy quanto è cambiata la tua vita?
Si è intensificata molto e di questo sono felice, anche se mi sento sempre lo stesso musicista che ero prima. Quello che faccio ora è sempre
stato quello che avrei voluto fare, girare per le città e fare concerti in città
diverse. Ciò che mi piace di più è il rapporto che ho con i miei musicisti
e con il pubblico. La mia vita comunque è migliorata tantissimo, anche
se ogni cosa ha il suo prezzo, per esempio ciò che riguarda i rapporti con
le persone care a cui posso dedicare poco tempo. Purtroppo non vedo la
mia famiglia molto spesso e questo mi addolora un po’.
Ti eserciti al pianoforte per otto, nove ore al giorno?
Se non sono in tournée assolutamente sì. Il pianoforte è uno strumento
che racchiude in sé un’orchestra e potrebbe essere frainteso come uno
strumento facile da suonare, invece è molto indiretto perché è molto
difficile conoscerlo ed entrare in armonia con esso. È uno studio che
non finisce mai. Quando invece sono in giro per concerti mi esercito
per un’ora al soundcheck, poi il concerto dura due ore, per cui ho tre ore
assicurate di musica. E mi manca non poter dedicare altro tempo.
Caterina Caselli, la tua discografica, dice che un artista come te nasce
una volta ogni 90 anni, sei d’accordo? Condividi?
Non lo sapevo e sono molto lusingato ma non saprei autodefinirmi.
Quello che so è l’amore che ho per la musica ed è una dedizione che
non smetterò mai di esercitare.
Come ti trovi a vivere a Londra?
Molto bene anche se Urbino è sempre dentro al mio cuore.
Raphael Gualazzi deve ancora fare il soundcheck del suo concerto che terrà fra qualche ora al Summer Camp Grulandia. Lo osservo mentre sale
sul palco, con attenzione prepara i suoni e comunica con il tecnico del
suono. Quando si siede di fronte al pianoforte, anche se non è ancora
buio e le luci del teatro non sono ancora preparate, appena le sue dita
sfiorano e toccano il pianoforte tutto attorno si inebria della sua armonia, dei tasti neri e bianchi sfiorati a volte con dolcezza altre volte con
forza e dinamismo. L’incanto del suo concerto sta per nascere.
EVENTI
Taormina
Film Fest
La kermesse siciliana
ricca di ospiti
internazionali
di SALVATORE TAORMINA
S
i è aperta con “Man Of Steel-L’uomo d’acciaio” la rassegna internazionale del Festival del Cinema di Taormina. Il regista Zack Snyder
ha riportato per la sesta volta sullo schermo Superman, riscuotendo
subito un grande successo di pubblico e di critica, registrando il “tutto
esaurito”. Mattatore della serata è stato il Premio Oscar Russel Crowe,
giunto a Taormina con il cast del film quasi al completo tra i quali segnaliamo la presenza di Michael Shannon e Henry Cavill (Clark Kent).
La seconda giornata è stata dedicata all’incontro con un altro importante Premio Oscar: Giuseppe Tornatore, che ha tenuto la Taoclass
“Sud e Regia” e ha poi ricevuto al Teatro Antico il prestigioso “Premio
Cariddi”; da segnalare l’intervento in video conferenza di Francesco
Rosi. Appuntamento importante anche per la solidarietà S.A.S.: il
Principe Alberto II di Monaco ha ricevuto il premio “Taormina Humanitarian Award” per l’impegno della sua fondazione verso la difesa della
biodiversità e del bacino Mediterraneo. Madrina d’eccezione della serata è stata la sempre splendida Ornella Muti.
Moltissime le presenze illustri negli incontri che si sono susseguiti: da Nino Frassica a Rocco Papaleo e Giovanni Veronesi, da Franco
Battiato a Enrico Brignano, da Lino Banfi a Alessandro Siani, tanto per
citarne alcuni. Ampio spazio è stato dato al Cinema Italiano; su tutti
il film di Marco Risi: “Cha Cha Cha” con i bravissimi Luca Argentero e
Eva Herzigova.
In alto: Meg Ryan durante la premiazione.
Qui sopra: Mario Sesti, Direttore Editoriale del Festival
e Tiziana Rocca, General Manager.
48
14
Importanti partecipazioni anche nel campo della musica: da Hanggun che ha ricevuto il “Premio Speciale FAO/Taormina” ed ha cantato un
brano in diretta, al “nostro” Roberto Vecchioni, vincitore della 3a edizione del Taormina Media Award “W. Goethe”, il premio internazionale di
EVENTI
giornalismo istituito dal comune di Taormina.
Molte le Miss (di ieri e di oggi) presenti al Festival. Madrine d’eccezione sono state anche le
attrici Giorgia Surina, Margareth Madè e Gloria
Guida, premiate con il “Premio Città di Tao”.
Importante presenza fissa al Festival è stata
quella di Ronn Moss (il Ridge di Beautiful) a
cui è stato consegnato il “Premio La Botte”.
Un festival a tutto tondo, che ha visto la sua
apoteosi con l’arrivo dei divi americani Meg
Ryan e Jeremy Irons, ma che non ha mancato
di strizzare l’occhio alla classica commedia
all’italiana e alle fiction televisive di casa nostra. Inoltre è stata data una grande attenzione alle iniziative legate ai giovani come le Tao
Class per i ragazzi del Campus e l’interessante iniziativa dei Cortometraggi amatoriali realizzati dai ragazzi della Provincia di Messina
in occasione della Manifestazione “Corto Tendenza Festival” del Comune di Barcellona P.G.
che ha visto la vittoria del cortometraggio di
Giorgio Speciale dal titolo “Il tema”, una sicura promessa del cinema italiano.
La serata finale ha visto la presenza del Premio Oscar Marisa Tomei e di Gigi Proietti e
la proiezione del film “The Lone Ranger” con
In alto:
la premiazione
di Marisa Tomei
e Gigi Proietti.
Qui a fianco:
tra le celebrità
presenti al Festival
Jeremy Irons, Russel
Crowe e Ron Moss.
Johnny Depp e Armie Hammer. La 59a edizione del Taormina Film Fest, guidata dal
Direttore Editoriale Mario Sesti e dalla General Manager Tiziana Rocca, si chiude con un
grande successo registrando un aumento di
pubblico e di gradimento da parte della critica
internazionale. Un Festival ben organizzato e
di primissimo livello che mi permetto di consigliare a tutti. Al prossimo anno.
settembre 2013 | Plus Magazine | EVENTI
15
TECNOFUTURO
Italia&Lavoro,
TECNOFUTURO
quale futuro?
Intervista al Segretario Generale dell’OCSE
Miguel Angel Gurría
di PIETRO GENTILE
L
e nuove tecnologie stanno influenzando sempre più la nostra vita, in molti casi semplificandola. Il rovescio della medaglia sta nel fatto che la nostra
Nazione non ha investito massicciamente negli ultimi vent’anni nello sviluppo tecnologico. Ad esempio, ci troviamo ad essere grandi utilizzatori di
SmartPhones, Tablet, Notebook, ma non produciamo tali strumenti e molto
spesso nemmeno i software che li gestiscono. Nonostante tutti i passi avanti
fatti, siamo una delle nazioni OCSE più arretrate nell’utilizzo di Internet. Anche la
diffusione della Banda Larga è cresciuta al rallentatore negli ultimi anni rispetto alle
altre nazioni sviluppate ma anche rispetto a quelle in via di sviluppo.
L’Italia è quindi sempre più un utilizzatore passivo delle nuove tecnologie prodotte
e controllate dai paesi asiatici in particolar modo Corea e Cina. È questo un “treno”
che l’Italia potrebbe aver perso.
Nel maggio 2013 l’OCSE, l’Organizzazione mondiale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha pubblicato il Rapporto sull’andamento dell’economia in Italia.
Nel dossier si legge che “l’Italia ha avviato un ambizioso programma di riforme volto a
ripristinare la sostenibilità delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine.
Assieme alle misure intraprese a livello dell’area dell’euro, questi auspicati interventi hanno ridotto i rischi di rallentamento
economico e potrebbero aiutare l’Italia a uscire dalla recessione
già nel corso del 2013”.
Unitamente al Rapporto, l’OCSE aveva indicato alcune
raccomandazioni di carattere fiscale e finanziario: “I risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali devono essere
consolidati attraverso l’implementazione di ulteriori misure
volte a promuovere la crescita e migliorare la competitività. L’obiettivo è che il paese intraprenda nel più breve tempo possibile
la strada di una crescita sana”.
Parlando del settore bancario, secondo l’OCSE, sebbene il
sistema in Italia “si sia dimostrato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà. Il settore
finanziario rimane esposto a rischi sistemici, occorre incoraggiare
le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale”.
settembre 2013 | Plus Magazine | TECNOFUTURO
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TECNOFUTURO
Nonostante la parola “crescita” sia citata più volte nel Rapporto e nelle
Raccomandazioni, sembra essere ancora il “rigore” la “parola d’ordine”
dell’OCSE per quanto riguarda l’Italia.
La crescita in Italia si è fermata e purtroppo tale fenomeno ha accentuato il formarsi di sacche di diseguaglianza che minano nel profondo
la coesione sociale in una nazione che negli anni passati era riuscita a
trovare uno stabile equilibrio, anche grazie alle famiglie ed alle comunità locali.
Nel corso del Festival dell’Economia di Trento, il Segretario Generale
OCSE Miguel Angel Gurría ha tenuto una conferenza dedicata alle “Diseguaglianze nel mondo ed all’interno delle nazioni”.
Per capire il fenomeno della diseguaglianza è necessario partire dai
numeri. Oggi il reddito medio dei paesi OCSE è 9 volte più alto rispetto
a quello dei paesi poveri, con un divario del 30% rispetto ad una generazione fa. “Quest’anno l’OCSE – ha dichiarato Gurría – si confronta attorno al tema: «It’s all about people: Jobs, Equality and Trust». Nella sola area
dell’euro, il tasso di disoccupazione ha raggiunto un livello record del 12%.
I giovani sono i più colpiti da questo fenomeno. In Italia la disoccupazione
è arrivata al 12,5%, quella giovanile è al 38%. Nell’agenda dei governi deve
rientrare quindi come priorità la promozione dell’orientamento professionale
e di un’adeguata transizione dalla scuola al lavoro, così come la riqualificazione del lavoro”.
Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare, su tali argomenti, nel
corso dell’edizione 2013 del Festival dell’Economia di Trento, il Segretario Generale dell’OCSE Miguel Angel Gurrìa.
Lo sviluppo di nuove tecnologie si sta spostando verso altri lidi al di
fuori dell’Europa. Cosa può succedere se la ricchezza creata dal settore
tecnologico continuerà a crescere a ritmi così elevati distribuendo tale
benessere ai pochi occupati nel settore al di fuori del nostro continente?
Crede che l’Italia abbia definitivamente “perso il treno” dell’innovazione?
Perché pensa che vi debba essere la fine della storia domani? Non
è che domani mattina dobbiamo tutti comprare o investire in nuove
tecnologie perché dopodomani ci sarà la fine del mondo!! No, non concordo con l’affermazione secondo la quale l’Italia abbia perso il treno
dell’innovazione.
Nel settore delle nuove tecnologie non è
mai troppo tardi. Tutti gli investimenti fatti
nelle nuove tecnologie fra due anni saranno
obsoleti. Vi sono settori in cui chi ha investito
più tardi ha perfino avuto vantaggi competitivi
in quanto si è potuto avvalere dell’ultimo ritrovato disponibile sul mercato.
Può darsi che l’Italia sia in ritardo considerando il dato aggregato, ma non bisogna
dimenticare che la struttura dell’economia
italiana è costituita da piccole e medie imprese. L’Italia è il paese in cui le piccole e medie
imprese hanno trovato il modo di integrarsi
al meglio anche grazie alle nuove tecnologie.
Normalmente quando si parla di piccole o medie imprese lo stereotipo è quello di aziende
con basso livello tecnologico, processi arretrati,
mancanza di connessione con i mercati esteri.
In Italia invece le piccole e medie imprese che
fanno parte dei cosiddetti Distretti Industriali
riescono ad integrarsi grazie alle nuove tecnologie all’interno di quella che oggi viene definita la “Global Value Chain” la Catena Globale
di Valore.
Ovviamente queste aziende non potranno
competere con l’Asia o il Messico sul lato del
costo del lavoro, ma sicuramente potranno
competere ad alto livello sulla conoscenza, sulla creatività e sul design. Per un Paese come
l’Italia la tecnologia può rendere possibile anche l’esportazione della “cultura” di cui voi siete estremamente forti, avendo inoltre un mercato di riferimento sempre più grande.
Prenda ad esempio la Spagna. La Spagna sta
già avendo un surplus commerciale nonostante la crisi e non esporta solamente “Jamón”!!
La Spagna esporta già oggi tecnologia, talenti, conoscenza. Sfortunatamente stanno
anche esportando “persone”, spesso i migliori,
così come sta avvenendo per la Grecia, l’Italia,
il Portogallo e da qualche tempo anche per
l’Irlanda che fino a qualche anno fa “importava” talenti ed oggi li esporta a causa della crisi
economica. Ma il messaggio di base è che queste nazioni, compresa l’Italia, inevitabilmente
devono spostare la propria economia verso i
servizi, le nuove tecnologie, l’Economia della
Conoscenza, integrando tali servizi nel mix di
esportazione.
Riguardo al settore bancario, non crede che a
forza di rafforzare il capitale la stretta del credito possa essere eccessiva per i paesi in crisi come
Spagna e Italia che hanno un sistema bancario
con grandi players molto solidi?
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TECNOFUTURO
Non concordo con il fatto che le banche oggi siano
eccessivamente capitalizzate. A mio avviso in questo
momento le banche hanno
la giusta capitalizzazione. Il
problema è che rischiamo
di nuovo di trovarci nella
stessa condizione del 2008
e non possiamo correre questo rischio a livello globale.
Io penso che vi sia stato
un grande progresso nella
consapevolezza da parte dei
Top Manager Bancari, dei
regolatori, dei leader politici che le banche sono così
importanti, troppo importanti per essere lasciate solo
nelle mani dei regolatori o
addirittura solo dei banchieri.
Gli Stati Uniti sono stati i primi a trovarsi nelle condizioni di crisi nel 2008, la crisi
finanziaria è stata immediata, così come rapida è stata la soluzione che gli USA hanno
trovato.
Poi la crisi, il “virus”, ha attraversato l’Atlantico ed ha colpito gli UK e gli europei hanno detto «è un problema Anglosassone!». Ma i
“virus” non hanno “passaporto”, non sono soggetti a Schengen e così il problema è arrivato
in Europa.
L’Europa non ha generato il problema, inizialmente la crisi non è stata violenta, ma tale
è diventata perché gli europei si sono mossi lentamente nel ricapitalizzare le proprie
banche. È inevitabile che le banche abbiano
iniziato a prestare meno soldi, perché questa
crisi è la peggiore della nostra vita, parlo della
mia e della sua vita perché noi “non eravamo
presenti nel 1929” per cui per noi questa è la
peggiore crisi finanziaria della storia.
Noi non siamo ancora usciti dalla crisi e le
banche non sono ancora al sicuro. Non stiamo vivendo “tempi normali”. Dobbiamo prima normalizzare il sistema. Le banche hanno
il “dovere di sopravvivere” e dopo la sopravvivenza hanno il compito di prestare denaro ed
intermediare i risparmi. Questo non sta ancora accadendo in Europa ed in particolare in
certe nazioni tra cui Spagna ed Italia.
Come si torna alla normalità? Lo si fa solo
dopo aver passato, non solo ai raggi x, ma addirittura effettuando una “risonanza magnetica” che ripulisca in modo preciso e specifico
i bilanci di ogni singola banca. È una questione di tempo ma anche di
convinzione. Se si continua a guardare i risultati dei singoli trimestri
come in passato non si andrà molto lontano.
Miguel Angel Gurrìa (1950)
è un Economista e Diplomatico
Messicano, Segretario Generale
dell’OCSE dal 1 ° giugno 2006.
Gurrìa si è laureato in Economia presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico
(UNAM) e ha intrapreso studi
post-laurea presso l’Università
di Leeds, nel Regno Unito e presso l’Università di Harvard, negli Stati Uniti.
È stato Ministro messicano degli Affari Esteri (1994-1997) e Ministro delle Finanze (1998-2000).
Gurrìa è stato Presidente e Amministratore Delegato della Banca
Nazionale di sviluppo del Messico (NAFIN) e Presidente e Amministratore Delegato della Banca Commercio Estero (Bancomext).
Ha lavorato, dal 2010, in qualità di Commissario per la Commissione a Banda Larga per lo sviluppo digitale per l’utilizzo di tecnologie a banda larga come un fattore chiave per lo sviluppo sociale
ed economico.
Il 30 settembre 2010 è stato riconfermato dall’OCSE per un secondo mandato di cinque anni dopo il suo primo periodo terminato
il 1 ° giugno 2011.
settembre 2013 | Plus Magazine | TECNOFUTURO
19
EVENTI
ROMA
EUROPA
FESTIVAL
2013
di BENEDETTA BREVEGLIERI
The Art Reacts. Testualmente “l’arte reagisce”. Ecco lo slogan dello straordinario appuntamento autunnale con l’arte e la musica
del Roma Europa Festival 2013, in scena sui palcoscenici capitolini dal
25 settembre al 24 novembre 2013. Alla sua 28a edizione, il Festival
quest’anno registra addirittura 41 performance con oltre 60 artisti del
grande palcoscenico internazionale. Dodici i teatri di Roma che ospitano il mondo dell’arte, della prosa, della danza e della musica.
Una missione contemporanea messa in scena da una rete istituzionale consolidatissima: il Ministero dei Beni Culturali, l’Università La
Sapienza, l’Accademia di Santa Cecilia, il Comune di Roma, La Provincia, la Regione, Telecom Italia e i teatri romani più celebri - il Vascello,
l’Eliseo, l’avanguardista Palladium - danno vita alla testimonianza più
avvincente dell’arte e della cultura contemporanea in Europa.
Un programma vastissimo quello di quest’anno: Emanuel Gat,
Thomas Ostermeier, Antonio Latella, Sasha Walz, Jan Fabre e Carlo
Boccadoro per citare la generazione più “beat” di questo nostro secolo.
20
EVENTI
Artisti non più giovanissimi e che da quasi mezzo secolo tentano
ininterrottamente di dare voce al cambiamento artistico di una cultura
che implode perché non ha più risorse. E poi artisti più giovani come
Alessandro Sciarroni, Tabea Martin, Simona Bertozzi, Nicola Galli, Claudia Catarzi e Anna Basti che aprono l’edizione 2013 di DNA (Danza
Nazionale Autoriale).
Una misticanza artistica che potrebbe quasi, in un primo momento,
condurre lo spettatore nel caos mentale. Non è così.
È una linea lunga, nemmeno troppo sottile, che abbraccia danza, prosa, musica, arti visive e digitali e racconta come l’arte reagisca e combatta, sebbene di denaro non ne venga più investito a sufficienza, sebbene
il mondo cambi faccia così velocemente. “Occorre forse accettare che nulla
cambi affinché tutto cambi?” ha dichiarato Monique Veaute, Presidente
della Fondazione Roma Europa Festival alla presentazione del programma autunnale. “Oppure, auspicare che finalmente tutto si muova e che la
cultura, che è il nostro lavoro, venga finalmente considerata come il motore
della conoscenza, del rispetto dei valori, di un dibattito che apre nuove prospettive di crescita? È possibile questo o stiamo rincorrendo un’utopia? Roma
Europa è in presa diretta col mondo e con i suoi creatori, al centro di un dibattito continuo con le realtà culturali che ci circondano e con cui lavoriamo:
dall’Asia all’Africa, dall’Europa agli Stati-Uniti”.
Il Festival si apre con The Goldlandbergs, poema sonoro di Emanuel
Gat, dedicato alla natura delle relazioni, e continua con la musica di
Thomas Ostermeier, che porta sul palcoscenico il capolavoro di Henrik
Ibsen, Hedda Gabler, un ritratto di donna crudele nella perenne ricerca
di un’indipendenza che non riesce ad ottenere. Con Yasmeen Godder,
invece, e il suo See her Change, la donna diventa una creatura fluida, in
trasformazione perpetua, simbolo della nostra condizione sociale.
Sasha Walz ci raccoglie tutti in una dimensione primitiva che alla
musica sinfonica di Edgar Varèse, Arcana, si accompagna quella percussiva di Iannis Xenakis, Rebond B, e quella di Claude Vivier.
Riprende la fragilità della vita umana Alessandro Sciarroni in
Untitled – I will be there when you die, che sostituisce la scontata visione
di un artista che vagabonda, con la delicatezza di un artista che danza.
Il nostro Antonio Latella, per contro, ci costringe anch’esso ad una
riflessione dolorosa attraverso il libro Le Benevole di J. Littell, per indagare il sentimento nazista di menzogna e morte che ha giustificato l’olocausto assieme agli attori e musicisti della Schauspielhaus Wien. Di un
approccio estetico diverso i Muta Imago, che indagano un’altra crisi,
quella del mondo arabo, e in particolare quella delle speranze e delusioni nate e morte attorno a Piazza Tahrir nel centro del Cairo.
Di potere e violenza si occupa anche la leggendaria creazione di Jan
Fabre, The Power of Theatrical Madness, dove il teatro si trasforma in
una crudele creatura che abolisce il palcoscenico come è da tradizione
concepito. Tuttavia, la storia cruda fa poi posto all’amore profano dei
miti di Tristano e Isotta rivisitate nell’opera mutimediale di Santasangre
e nel colore del folclore amerindo, con le leggende d’amore peruviane.
Con Tebea Martin e il suo Duet for two dancers, invece, siamo di fronte
alla società e al comportamento umano nella quotidianità lavorativa. Al
centro l’ansia delle aspettative, i canoni imposti dal proprio ambito professionale, il timore di scelte sbagliate, il tutto condito con una raffinata
ironia e un senso tutto sommato ottimistico.
E poi la famosa e attesissima compagnia La
Sociètas Raffaello Sanzio con Romeo Castellucci che presentano The Four Season Restaurant,
simbolo del rifiuto dell’artista, della negazione
dell’immagine e di una sorta di contratto sociale che porta irrimediabilmente alla solitudine.
I temi ambientali e gli effetti dei cambiamenti climatici sono ripresi da una poetica della testimonianza, con video dal Vietman e dalla
Cina e diventano i protagonisti di Sfumato, del
coreografo Rachid Ouramdane, che racconta
la fragilità delle persone comuni attraverso la
musica di Jean-Baptiste Julien.
settembre 2013 | Plus Magazine | EVENTI
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EVENTI
plicità. Lo fanno attraverso forme ed estetiche molto diverse, quasi che la
molteplicità sia l’unica cifra unificante di quel momento confuso e quasi
imprendibile che cerchiamo di definire contemporaneità. Sono artisti che
continuano spesso a elaborare temi, traumi, innovazioni e rotture che hanno caratterizzato il Novecento, come a dire che per pensare il presente non
si può prescindere dal secolo breve, anche nella creazione artistica. In questa
necessità di essere saldamente qui e ora, il nostro pensiero non sfugge alla
necessità di immaginare il futuro”.
La sperimentazione regge l’intera struttura di Roma Europa Festival. L’intenzione principale non è la solita denuncia trita e ritrita. La
diversità culturale, che vive nelle espressioni artistiche di una sessantina di individui, ha lo scopo di farci immergere in una dimensione
che per quanto difficile e spesso incomprensibile possa sembrare, vuole solo farci riflettere su come noi tutti, insieme all’arte e al mondo,
stiamo cambiando. Una riflessione sull’involuzione (vedi Latella con
la guerra nazista o la più recente guerra civile in Mozambico ricordata
in quest’occasione da Panaibra Canda) ma anche una testimonianza
più aperta e fiduciosa verso una collettività di forme artistiche che convivono grazie all’amore e alla volontà di aprire sempre di più le frontiere dell’arte alla quotidianità più semplice ed ordinaria. Non essere
più staccati e spettatori tout court. Essere noi, dentro di lei: e quindi la
danza dentro il teatro, il teatro nella musica, la musica nelle arti visive.
Abbiamo in fondo permesso a forme di comunicazioni diverse dalla
scrittura di impadronirsi delle nostre abitudini, dovremmo volere che
anche l’arte diventasse, in qualche misura e a nostra misura, ovviamente, una beata abitudine.
“Grazie a Roma Europa – dice Paolo Damiani, conosciuto pittore romano e fedele fruitore di Roma Europa Festival da vent’anni – siamo
testimoni, a 360 gradi, di tutto quello che accade nel mondo dell’arte. E lo
siamo nell’attimo esatto in cui si fa spettacolo. Diventiamo spettatori di arti
visive, ma poi di musica nel teatro e della performance teatrale nella musica.
La complessità dell’arte è riconosciuta in quanto tale, senza una distinzione
netta fra espressioni specifiche. E quindi sei spettatore di un balletto, ma lo
sei pure di un’istallazione e di un opera musicale. Guardi uno spettacolo di
prosa, ma sei accolto in una dimensione di arti visive contemporanee. Nulla
è distinto. Ed è a mio parere un messaggio molto forte e preciso di quello che
ci sta accadendo”.
Anche When we were Old di Emmanuel Jouthe
e Chiara Frigo parla di ambiente: una foresta
pluviale trasformata in città e una vecchia stazione di benzina in un parco. Cicli compositi
di costruzione e disfacimento, con vecchio e
nuovo che si ritrovano.
“Gli artisti che abbiamo invitato – spiega Fabrizio Grifasi, Direttore di Roma Europa – ci
offrono il loro sguardo sull’uomo del nostro tempo,
le sue contraddizioni, le sue ansie, la sua molte-
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E infatti, accanto alle opere degli artisti, il pubblico può interagire
proprio per dare senso a quella linea “non troppo sottile” che ci accompagna dalla vecchia tradizione artistica a quella di oggi, e alcuni spettacoli potranno essere visti in diretta streaming. Quest’anno, come novità
assoluta, sarà disponibile una nuova applicazione dedicata alle attività
del Festival, con dei codici da utilizzare nelle pagine del programma
per scaricare gratuitamente i contenuti multimediali connessi a ogni
spettacolo, così come gli speciali di Sky Arte HD e la documentazione
di ogni evento che sarà disponibile sulla web TV di Roma Europa.
Il Festival è un po’ tutto questo. L’arte che reagisce, ma che include.
L’arte europea che ci abbraccia, ma che protesta. Monique Veaute spera
che con la rassegna il confine tra arte, danza, design, fotografia e teatro
venga superato. Sicuramente Roma Europa ci è vicina, quanto meno
come provocazione e risposta ad una società che non ha forse più molto chiaro in cosa investire e come recuperare quella risorsa, profonda e
prima, rappresentata proprio dal nostro patrimonio artistico.
MODA
Nuova stagione e nuovo gioco di parole per raccontare lo stile che i couturier
hanno studiato per lei e per lui. Outfit e accessori non sono semplici anti freddo, ma vere opere
d’arte che descrivono la storia e la personalità di chi li indossa e di chi li ha creati. La parola
d’ordine è eleganza che va oltre la sua etimologia e diventa ricerca, studio e approfondimento.
Perché essere chic – anzi, chiccosissimamente raffinati – non passa mai di moda.
>>> BARBARA ODETTO
(foto Archivio Stilisti)
MODA
MONCLER
A QUALCUNO PIACE CALDO
Cos’hanno in comune il trench, la giacca vis-à-vis e il chiodo nell’universo Moncler? Semplice,
sono i nuovi must di questo brand che prosegue la tendenza iniziata da qualche stagione
volta a reinterpretare il duvet in maniera totalmente nuova. Pur mantenendo fede ai requisiti
tecnici che da sempre la caratterizzano, la griffe crea soluzioni estetiche alternative con un
twist in più. La rivisitazione non si limita solo all’utilizzo della piuma, ma passa per l’estetica
e stravolge il concetto di anti freddo. Linee e tagli importanti sono definiti da dettagli couture
che enfatizzano la silhouette. Tinte chiare come lo champagne, il tortora e il grigio mélange
si alternano ai toni del cammello, mentre accenti di giallo e di bianco si uniscono al noir. Le
proposte si arricchiscono infine di tonalità nuove come il burgundy, il verde e il ruggine; le fantasie sono invece illuminate dal lurex e le stampe a fiori oppure marmorizzate tono su tono.
Indossare Moncler, dunque, non significa solo essere protette dalle temperature più rigide, ma
vivere uno stile perfetto sulla neve e ideale in città.
>>> www.moncler.com
PASO DOBLE
BRUNO MAGLI
Classico e contemporaneo al tempo stesso: è questo l’uomo Bruno
Magli che per i mesi più freddi opta per i tradizionali mocassini college con frange e nappine rivisitati però con materiali nuovi come la crosta, il camoscio slavato e il ponyskin
stampa animalier. Davvero interessante è l’accostamento
di colori intensi e profondi come il nero, il
dark bordeaux, il blu navy e il verde bottiglia
per il mocassino con mascherina, proposto in
vitello abrasivato in versione bicolor. Accanto all’intramontabile
stringata fa capolino l’anfibio in vitello con inserti in “cervo tridimensionale” nelle sfumature
del verde e del plum, per un lui che osa con disinvoltura. Chi opta per il lusso estremo sceglie invece i mocassini in coccodrillo proposti nei classici colori del nero e del
blu, ma anche nei toni più caldi del cuoio e del bordeaux. Per la donna
le calzature e gli accessori firmati Bruno Magli sono in coccodrillo e
si colorano nei vivaci toni del rosa, del verde brillante e del lilla. Gli
stivali cavaliere e i mocassini realizzati con lavorazioni artigianali
in pellami pregiati sono invece abbinati alla nuova messenger
bag. La nuance più cool è l’acquamarine proposta anche nella
versione bicolor con il brown. Un must have al quale non si può
certo rinunciare
>>> www.brunomagli.it
settembre 2013 | Plus Magazine | MODA
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MODA
BRIT STYLE
Antonio Marras, poliedrico e mai banale, si ispira ad una lei di altri tempi che
ama l’arte, la letteratura, i viaggi, la
città, ma anche la campagna e il giardinaggio. Una lady dagli accenti british
che mixa elementi del passato con capi
attuali, senza dimenticare stile e personalità. La collezione autunno-inverno
sceglie una mescolanza di materiali, forme e fantasie in cui preziosi jacquard si
uniscono alla tappezzeria in velluto devorè e a ruvidi tweed maschili, a gessati
e galles mélange. Naturalmente non mancano l’organza di seta e il raso di
cotone pesante. I colori sono decisi: grigi e marroni illuminati da improvvisi
lampi di luce che variano dai gialli ai fucsia, dai bianchi intensi ai rossi accesi.
Splendide le giacche vintage in tweed, arricchite da ricami che sembrano “rubati” ai campi della campagna inglese, così come le coperte militari che diventano grandi pastrani. Non mancano infine intarsi di tessuti a rose ed elementi
floreali, pizzo macramé e perle. Un’unione solo in apparenza discordante che
offre affascinanti dicotomie che esaltano la femminilità in maniera nuova.
>>> www.antoniomarras.it
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MODA
BORBONESE
THE AVIATOR
La donna icona di Borbonese per questa seconda parte dell’anno è
Amelia Earhart, pioniera del volo in solitaria, la prima lady a trasvolare
sull’Atlantico dopo Lindbergh e la prima persona ad attraversare il Pacifico, nel 1932. Per il suo carattere indipendente e contemporaneo Lady
Lindy è la testimonial perfetta di queste bags concepite intorno all’idea
del viaggio. L’estetica delle divise da aviatore è stata tradotta con il segno
della “V” o chevron, che ricorre nella costruzione delle borse, nella loro
forma, nei dettagli a punta delle maniglie, nello schema compositivo
delle lavorazioni patchwork e dei ricami che riconducono al volo, questa
volta della farfalla, già codice di Borbonese dagli anni ’80 quando la
maison tradusse gli splendidi disegni di Giacomo Balla. Tornando ad
oggi, i materiali sono morbidi e sensuali come da tradizione del brand,
mentre le nuances giocano con il grigio perla, il blush, il lampone e si fanno complici del guardaroba femminile con gli immancabili cuoio e nero.
ANTONIO MARRAS
>>> www.borbonese.com
settembre 2013 | Plus Magazine | MODA
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MODA
MOONLIGHT
Tenebra e luce, seduzione e introspezione, colore e femminilità: questi
elementi compongono la collezione fall-winter 2013 di Luisa Beccaria
in un sottile gioco di contrasti, in bilico tra simbolismo e sensualità.
La donna alla quale si ispira è iper femminile e sensibile, ama le
forme morbide e scivolate, i pizzi macramè di lana e tulle ricamati in
ciniglia. Per il giorno vuole praticità e sceglie cappotti nove decimi in
tweed, tailleur e gonne alla caviglia, maxi cardigan e tubini affusolati
in tulle stretch e ancora ampie gonne plissé con stampe arabesque
e pois di ispirazione decò. Per la sera predilige invece la sinuosità e
indossa abiti accesi da bagliori d’oro e pizzi metallizzati. La palette
cromatica ha toni quasi lunari che spaziano dal panna al bianco con
tonalità del blu notte, del bluette, del turchese, del verde emerald,
dell’acid green sino ad arrivare al gold. Colori sussurrati che fanno
sognare sotto le stelle dei cieli invernali.
>>> www.luisabeccaria.it
LUISA BECCARIA
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MODA
A SERIOUS MAN
Il guardaroba Cantarelli ha uno stile che si riconosce
dai tagli dei capi, dalla ricerca dei tessuti e dalla cura
dei particolari sartoriali. Tutto è rigorosamente Made
in Italy ed è studiato per un uomo che sa ciò che vuole. Gli abiti sono realizzati con le disegnature tipiche
del brand – madras, tartan, overcheck – mentre i colori spaziano dalle tonalità della carta da zucchero al
blu polveroso passando per i marroni caldi ed eleganti,
il glacé, i bruciati, i nocciola e i beige freddi; non mancano poi il sabbia tendente al grigio con decorazioni che
vanno dal ruggine al terra di Siena e all’ocra e ancora
punti di verde e di rosso. Accanto ad una linea con una
vestibilità più slim sia nelle giacche e nei cappotti sia
negli abiti, il brand propone anche una gamma destrutturata e easy chic. Perché Cantarelli veste l’uomo con
eleganza in ogni momento della giornata.
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settembre 2013 | Plus Magazine | MODA
29
MEDICINA E SALUTE
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
Prevenzione in rosa
Da IRM check up dedicati all’universo femminile
Lo stile di vita, è risaputo, incide in maniera significativa sulla salute
e sul benessere delle persone; nel caso
dell’universo femminile, poi, ai fattori
connessi allo stile di vita se ne aggiunge
un altro legato alla sfera sessuale: l’ingresso nello stato di menopausa, infatti,
può determinare l’insorgere di una serie
di patologie e problematiche più o meno
invasive – carcinoma al seno e all’utero,
osteoporosi – che tuttavia, se indagate
nel corso degli anni attraverso programmi di prevenzione mirati, possono essere bloccate ai primi segni di insorgenza
o comunque curate.
Senza creare allarmismi ingiustificati, è bene sapere che il tumore al seno
colpisce una donna su dieci. Non solo:
ogni anno nel nostro paese vengono
diagnosticati trentasettemila nuovi casi,
molti dei quali però sono risolti con successo. La mortalità per questa patologia,
fortunatamente, è diminuita in maniera
sensibile sia grazie ai costanti progressi
della ricerca medica sia perché sempre
più donne si sottopongono a screening
periodici. Spesso infatti la palpazione
del seno fatta in autonomia non basta a
diagnosticare la patologia e si rendono
necessari esami specifici quali la mammografia e l’ecografia mammaria.
30
La prevenzione è davvero un alleato
prezioso: per questa ragione il centro
IRM (Indagini Ricerche Mediche) di Pianezza propone un interessante percorso
senologico integrato, studiato in funzione dell’età. Al di sotto dei 40 anni è bene
effettuare una visita senologica – che consiste nell’anamnesi, nell’ispezione e nella
palpazione – associata ad una ecografia
mammaria; al di sopra dei 40 anni invece
è utile integrare il percorso di screening
con la mammografia, da effettuarsi una
volta all’anno. Entrambi gli esami diagnostici non sono né invasivi né dolorosi e,
soprattutto, sono altamente specifici.
Parallelamente è stato sviluppato un
mini check-up ginecologico che prevede, oltre agli esami ematochimici, il PAP
TEST, la visita ginecologica ed il controllo senologico. Lo screening senologico
e quello ginecologico possono essere
abbinati tra di loro ed, eventualmente,
adeguati alle esigenze specifiche delle pazienti ed al loro quadro diagnostico.
Presso IRM è attivo anche un ambulatorio di osteoporosi, altro argomento
delicato e fondamentale per l’universo
rosa dal momento che il suo insorgere è
spesso legato alla menopausa. In questa
fase della vita della donna si ha infatti una
riduzione nella formazione degli estrogeni, che svolgono un’azione protettiva nei
confronti del tessuto osseo. La patologia
è piuttosto diffusa e interessa il 25% delle
donne con età superiore ai 40 anni, il 33%
delle signore sopra i 60 anni e il 66% di
quelle oltre gli 80 anni. Classificata come
malattia sistemica dello scheletro, l’osteoporosi causa una progressiva riduzione
della massa ossea e un deterioramento
della microarchitettura del tessuto osseo,
che diventa quindi più fragile e facilmente soggetto alle fratture. Particolarmente
a rischio in tal senso sono le anche, la colonna vertebrale e il polso.
Nel centro IRM è possibile effettuare un percorso di prevenzione specifico
composto di due fasi: la prima prevede
la visita specialistica di valutazione dell’osteoporosi e la densitometria ossea,
fondamentali per individuare la presen-
za della patologia e l’eventuale grado di
avanzamento; la seconda fase, consigliata soltanto alle pazienti con un marcato
sviluppo della patologia, prevede un pacchetto di esami ematochimici altamente
specifici, tra cui CTX, vitamina D, fosfatasi alcalina ossea.
Sulla base dei risultati ad ogni donna
viene consigliato un percorso specifico
da seguire che consiste sia nella cura attraverso medicinali mirati, sia nella pratica di attività fisica e nell’individuazione di
un adeguato regime alimentare.
Centro IRM Indagini Ricerche Mediche
Via Torino 19 – Pianezza (To)
Tel. 011 9662585
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prevenzione;
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privati.
MEDICINA E SALUTE
di Emanuela Truzzi (foto A. Lercara)
Il Dr. Claudio Panico
è Primario di due reparti all’Ospedale
Oftalmico di Torino: Traumatologia Oculare
e Oculistica Generale.
La Traumatologia oculare è una disciplina
altamente specialistica di cui esistono solo due
Reparti in Italia, a Torino e a Napoli.
Nuove tecnologie nella chirurgia refrattiva:
FEMTOLASIK
Dr. Panico, racconti ai nostri lettori la
sua storia professionale.
Professionalmente sono nato nel reparto di traumatologia dell’Oftalmico
di Torino e sono sempre rimasto interno da oltre trent’anni. Qui affrontiamo
tutta la chirurgia oculare, dal trapianto
della cornea alla cataratta, dalla correzione dei difetti di refrazione, fino
alla chirurgia della retina con i corpi
estranei, i distacchi di retina, la rottura
del bulbo. Sono titolare di un corso di
32
Pronto Soccorso e Chirurgia Traumatologica presso la Scuola di Specialità in
Oftalmologia dell’Università di Medicina di Torino.
Con il passare degli anni, oltre a continuare il nostro aggiornamento internazionale, ho iniziato ad essere invitato come chirurgo a corsi e congressi
di chirurgia in diretta. Ad esempio al
congresso inglese svoltosi a Windsor e
trasmesso via satellite a una platea di
400 oculisti riuniti a più di 300 miglia
di distanza. In quell’occasione eseguii
due interventi di microchirurgia della cataratta praticata attraverso due
piccolissimi fori, tecnica che nel 2004
era poco diffusa in Gran Bretagna. Più
recente è stato l’invito ad eseguire in
diretta una chirurgia combinata, cioè
un intervento di cataratta associato
ad una chirurgia della retina con una
tecnica mininvasiva a piccolo taglio al
congresso internazionale SOI svoltosi a
Milano, nel maggio 2012.
Ultimamente abbiamo operato i tre
ragazzi della Val di Susa a cui è scoppiata una bomba a mano alcuni mesi
fa. Li abbiamo soccorsi una domenica,
aprendo due sale operatorie contemporaneamente e operando dalle sette
del mattino alle cinque del pomeriggio.
Il ragazzo più grave ha perso anche
una mano e dopo 4-5 ore di intervento chirurgico di ricostruzione del bulbo
oculare ci siamo dovuti arrendere e abbiamo dovuto asportarlo. L’altro occhio
percepiva ancora la luce, quindi abbiamo effettuato il trapianto della cornea,
ricostruito il bulbo, asportato la cataratta, riaccollato il distacco di retina e
fermato l’emorragia. I 2 ragazzi più colpiti sono stati rioperati tutti e due per
tre volte nel giro di un mese e mezzo
e adesso hanno un residuo di capacità
visiva e confidiamo che possano recuperare ancora. Il terzo ragazzo ha subito un solo intervento ed ha un’ottima
MEDICINA E SALUTE
visione in entrambi gli occhi. Arrivano
spesso casi molto gravi in quanto gestiamo l’unico pronto soccorso regionale oculare aperto 24 ore al giorno per
365 giorni.
Ci parli delle nuove tecnologie utilizzate per trattare casi meno disperati e
garantire un miglior benessere.
L’oculistica è una delle scienze mediche che ha avuto lo sviluppo più rapido
negli ultimi anni. L’evoluzione tecnologica degli strumenti diagnostici e terapeutici è stata tale da rendere rapidamente obsolete le proprie attrezzature
nell’arco di pochissimi anni.
Abbiamo effettuato investimenti importanti per comprare i nuovi laser con
cui trattare i difetti di refrazione come
la miopia, l’astigmatismo, l’ipermetropia e adesso anche la presbiopia.
Oggi siamo in grado di trattare anche
i pazienti oltre i 40 anni riuscendo a far
portare meno gli occhiali da vicino.
L’ultimo laser è stato acquisito l’anno
scorso e abbiamo maturato un followup di un anno e mezzo. Ogni quattro
anni sostituiamo i nostri laser, alla scadenza del leasing d’acquisto, in modo
da contare sempre sul massimo della
tecnologia. Questo per quanto riguarda la professione privata, mentre il sistema sanitario nazionale in tempi di
spending review non può gestire investimenti così importanti che superano
il milione di euro. Anche se avessimo
accesso a tali risorse sarebbero destinate a risolvere patologie più complesse.
La chirurgia refrattiva si può assimilare
parzialmente alla chirurgia estetica e
quindi non è così indispensabile, anche
se ci sono dei difetti di vista importanti,
per i quali non è soltanto un mero desiderio di migliorare il proprio aspetto
estetico ma una reale necessità. Con un
difetto grave che comporti l’uso di lenti
troppo forti, la visione diventa scarsa
anche con gli occhiali, mentre grazie al
trattamento laser o l’utilizzo delle lenti
a contatto la visione migliora molto.
Quali sono stati i progressi più recenti
in tal senso, Dr. Panico?
Per molti anni abbiamo utilizzato i
laser a eccimeri, mentre ora ci sono
un brand conosciuto al grande pubblico che produce ottiche per cannocchiali, lenti per occhiali, obiettivi fotografici, lenti per telescopi astronomici con
una reputazione elevatissima da oltre
duecento anni e costantemente al top
dell’industria ottica mondiale. Di questi laser a femtosecondi ce ne sono due
in Piemonte ma di questa qualità con
piattaforma Zeiss ce ne sono solo tre
in tutta Italia.
quelli a femtosecondi, come il modello che abbiamo acquisito di recente.
Il femtosecondo è un’unità di misura
di tempo uguale a un miliardesimo di
milionesimo di secondo ed è il tempo
impiegato da un elettrone per passare
da uno stato ad un altro. Utilizzando
impulsi così brevi questo laser può applicare un’energia molto piccola con un
bassissimo effetto termico e provocare
un traumatismo praticamente irrilevante, pur essendo terapeuticamente
molto efficace e molto sicuro. Il nostro
appartiene già alla 4ª generazione. Abbiamo acquisito una piattaforma Zeiss,
il marchio migliore e più innovativo che
opera in questa tecnologia. Si tratta di
Come si svolge questo intervento?
Il paziente non si accorge assolutamente di nulla e anche dopo l’intervento
non prova alcun dolore, il recupero
della vista è pressoché istantaneo. Se i
pazienti vengono operati il venerdì noi
promettiamo di poter andare a lavorare già il lunedì. Con il laser a eccimeri
il primo giorno e la prima notte erano
dolorose, si doveva rimanere al buio
tre o quattro giorni e tenere le lenti a
contatto per cinque, mentre prima di
poter stare al computer per tutta una
giornata lavorativa dovevano passarne
quindici; con il femtolaser il recupero è
immediato. Gli interventi vengono effettuati presso la Clinica Fornaca dove
abbiamo una sala operatoria dedicata
che utilizziamo in esclusiva e i laser
sono di nostra proprietà, non della clinica. Avevamo bisogno di poter contare
su un ambiente sterile che non venisse
utilizzato da nessun altro.
settembre 2013 | Plus Magazine | MEDICINA E SALUTE
33
MEDICINA E SALUTE
sivo matura fino ai 18 anni e bisogna
considerare che esiste un intervallo di
variabilità individuale per cui per avere
la garanzia della massima stabilità del
risultato è consigliabile attendere fino
ai 22/23 anni. La nostra esperienza ventennale ci conferma che il difetto che
andremo a correggere non peggiorerà
più, a meno che sia in atto una malattia
miopica evolutiva, destinata a peggiorare durante tutto il corso della vita. In
questi casi bisogna chiarire bene al paziente che si resetta la miopia e dopo
due o tre anni ci sarà un nuovo peggioramento. Se i criteri di selezione sono
corretti i casi di un nuovo intervento
sono rarissimi. Il mio consiglio è quello
di farsi regalare l’intervento per la laurea. È un bel regalo!
Oggi siamo in grado di correggere tutti i quattro tipi di difetti di refrazione,
intervenendo su miopia, astigmatismo,
ipermetropia e presbiopia.
Dr. Panico, ci sono dei limiti di età da
rispettare per effettuare l’intervento?
Noi consigliamo di attendere i 22/23
anni e interveniamo solo a quell’età.
Prima operiamo soltanto coloro che
devono effettuare un concorso che richieda il massimo della capacità visiva
come per entrare nei carabinieri o in
alcuni reparti specializzati dell’esercito o per gli allievi piloti. Il sistema vi-
Quali sono gli esami da affrontare
prima di sottoporsi a questo intervento?
Individuare un difetto di vista che sia
compatibile con quello trattabile con il
laser e quindi non estremo. I casi più
complessi si possono correggere meglio con la chirurgia o con delle lenti
intraoculari. Inoltre il difetto non deve
essere progressivo. Si misura lo spessore della cornea con la pachimetria e
si esegue una topografia corneale per
rilevare irregolarità della superficie corneale. Se la cornea è regolare il laser
effettua un ottimo lavoro altrimenti,
come nel caso del cheratocono che
rappresenta un criterio di esclusione
assoluta, preferiamo non intervenire.
Il criterio ispiratore di questa chirurgia
è di essere una tecnica a complicanze
tendenti a zero. Tutti quei casi che possono comportare un minimo rischio li
escludiamo.
Per quanto riguarda la cataratta, intervenite sempre con il femtolaser?
Stiamo valutando di utilizzarlo ma la
nostra tecnica tradizionale ad ultrasuoni è eccellente, non necessita di anestesia, si pratica una fessura di 1,8 mm
nella cornea attraverso cui viene infilata
una lente pieghevole, arrotolata come
una foglia di sigaro e il paziente va a
casa con le sue gambe, senza bendaggi
e dopo 24 ore vede bene. È un intervento che effettuiamo con la stessa tecnica
anche in ospedale. L’altro nostro cavallo di battaglia sono gli interventi sulla
retina. Una chirurgia mininvasiva senza punti con un recupero molto rapido
che comprende tutta la chirurgia della
macula e la terapia della degenerazione maculare senile. Siamo stati uno dei
cinque centri specialistici in Italia ad
aver condotto queste sperimentazioni.
Gli interventi maculari li associamo sovente alla cataratta. Eseguiamo anche
la chirurgia del distacco di retina, una
chirurgia molto complessa che richiede
un training lunghissimo e pochi oculisti sono in grado di affrontare.
Diversamente dalle molteplici strutture
low cost sorte negli ultimi anni, possiamo paragonare l’equipe del Dr. Panico al team Ferrari di F1, un’eccellenza
italiana inimitabile dove tecnologia e
capitale umano si coniugano allo stato
dell’arte!
Dr. CLAUDIO PANICO - Oculista
C.so Vittorio Emanuele II 62 - Torino
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34
MEDICINA E SALUTE
di Emanuela Truzzi (foto A. Lercara)
Maria Luisa Pozzuoli
Quando la richiesta di una paziente
va al di fuori dell’armonia fisiologica
della figura, come si comporta Dott.ssa
Pozzuoli?
Se mi viene richiesto un cambiamento
radicale che reputo non armonico cerco
di persuadere la paziente spiegando tutte le problematiche legate a quel tipo di
correzione. Nel caso ritenga il risultato
di cattivo gusto, posso anche declinare
l’intervento. Con l’ausilio di tabelle antropometriche cerco sempre di evidenziare quali risultati si possono ottenere
mantenendo un’armonia del proprio
corpo e quali difficoltà funzionali si incontrano quando si vuole esagerare.
una scelta consapevole
Parlando di chirurgia mammaria,
può essere necessario ricorrervi a seguito
di una gravidanza per ritornare allo stato precedente?
Ritornare al seno precedente alla gravidanza e all’allattamento è impossibile.
Con la gravidanza avvengono modificazioni strutturali a carico dei legamenti di
Cooper che sono irreversibili. Questi legamenti si allentano e non c’è più il reggiseno dermico naturale, il seno scende
e sembra svuotato. In questo caso si
parla di ptosi mammaria. Utilizzando le
protesi più moderne, pur non riuscendo
a replicare la tonicità di un seno naturale
lo si rimodella per dare nuovamente alla
donna un’immagine armoniosa con un
seno bello alla vista e al tatto. Personalmente scelgo le migliori protesi mammarie Allergan e Mentor, garantite a vita.
nista sia laureato. I medici specialisti in
chirurgia plastica o dermatologia sono
le figure professionali di elezione, le uniche a possedere le conoscenze anatomiche indispensabili per operare sul derma. Sembra un’affermazione scontata,
ma oggi non lo è. Sicuramente è importante stabilire un’empatia con il medico
che prende in cura la propria immagine.
Non bisogna aver timore di affermare
esplicitamente che cosa si vuole ottenere, sia un ritocco che non deve farsi
notare come un intervento più evidente.
Per un chirurgo plastico il successo più
grande è quello di riuscire a soddisfare i
desideri della paziente.
Per quanto riguarda l’invecchiamento
del viso, che cosa si può fare senza ricorrere a un vero e proprio lifting?
Premesso che il processo di invecchiamento comincia a 25 anni, le regole
basilari sono quelle della prevenzione.
Evitare l’esposizione ai raggi solari, il
fumo, l’alcol, le abitudini di vita viziate
e lo scarso riposo. Anche l’alimentazione va curata. Si può iniziare con un cosmeceutico, una crema che nasce dalla
sperimentazione di un’azienda specializzata soltanto in questo tipo di prodotto, formulato per i diversi tipi di pelle.
Parliamo di medicina estetica: è un trattamento propedeutico a una serie di metodiche ben conosciute che vanno appli-
CHIRURGIA
ESTETICA:
È un piacere conoscere la Dott.ssa Maria Luisa Pozzuoli, medico specialista
in Chirurgia Maxillo Facciale e Master
in Chirurgia Estetica Morfodinamica: 14
anni dedicati allo studio conseguendo
sempre il massimo dei voti e una professione esercitata con eccellenti risultati.
Oggi più che mai è importante affidarsi a mani competenti ed esperte, non
solo nell’ambito chirurgico ma anche
per la cura dell’aspetto estetico complessivo della persona. Quali sono i passaggi
che si possono affrontare prima di arrivare a veri e propri interventi chirurgici?
Innanzitutto assicurarsi che il professio-
36
MEDICINA E SALUTE
cate in ambulatorio con competenza. Si
va da un soft peeling per eliminare le
cellule morte a un restyling completo a
radiofrequenza, una tecnica che scalda
il derma e ha effetto tensore sulle fibre
collagene, inducendo la produzione di
nuovo collagene e quindi con un’azione
che si protrae nel tempo. Sono tante le
tecniche con effetto sinergico che si possono applicare per raggiungere risultati
assolutamente naturali.
Come medico estetico lei persegue
un’armonia del volto e del corpo senza
eccessi che evidenzino un intervento innaturale.
Si può iniziare un percorso. Chiedo sempre alle mie pazienti di descrivere che
cosa suscita più fastidio e molte non
sanno rispondere. Vorrebbero genericamente un cambiamento, ma non sanno
esattamente in quale direzione e chiedono di essere supportate. Oppure si fissano su un difetto microscopico trascurandone altri molto più evidenti. Questo
dimostra come la psicologia giochi un
ruolo prevalente. Utilizzo delle foto pre e
post trattamento per documentare l’efficacia degli interventi che attuo, come
l’applicazione di un filler o una biostimolazione con fattori di crescita piastrinici,
in modo che la paziente possa dare una
valutazione oggettiva del risultato raggiunto.
Per effettuare gli interventi chirurgici
a quali strutture si affida Dott.ssa Pozzuoli?
Presso la Clinica Fornaca a Torino, la Columbus a Milano e Villa Parioli a Roma.
Qui eseguo interventi di mastoplastica,
rinoplastica, liposuzione, blefaroplastica,
addominoplastica. In studio non eseguo
alcuna chirurgia.
E il pubblico maschile cosa chiede di
preferenza? È vero che c’è una differenza tra i pazienti torinesi e quelli di Milano e Roma?
Certamente! A Torino i pazienti vengono
nel mio studio per informarsi ma sono
molto indecisi e raramente passano
all’azione. A Milano e Roma invece sono
più decisi. Quando giungono alla prima
visita mi chiedono esattamente un certo
tipo di intervento. Il pubblico maschile
è molto più esigente e vanitoso di quello femminile, ma anche più riservato.
Nessuno vuole ammettere di fare ricorso alla chirurgia estetica. Mentre tra le
donne la classe sociale è eterogenea, i
maschi appartengono quasi sempre alle
categorie dirigenziali o imprenditoriali.
Gli interventi più richiesti sono tossina
botulinica e filler per le rughe del viso e
poi liposuzione e rinoplastica.
Riferendoci alle figure professionali
che propongono trattamenti di medicina e chirurgia estetica, oggi esiste una
certa giungla. Cosa ci dice in proposito?
Sono in molti a proporre trattamenti,
dal centro estetico al medico dentista.
Entrambi non hanno la professionalità
per intervenire in questo ambito. Esistono colleghi che attrezzano il proprio
studio per effettuare interventi di chirurgia come mastoplastiche e liposuzioni, facendo correre gravissimi rischi
alle pazienti. È importante comprendere che si tratta di una chirurgia a tutti
gli effetti e necessita di sale operatorie
attrezzate, un’equipe multidisciplinare
con anestesisti e rianimatori. C’è un rischio intraoperatorio e perioperatorio, è
indispensabile disporre di attrezzature
di primo livello. Ci si accorge della superficialità di certi approcci soltanto quando
avviene un incidente grave. È necessario
uno screening mirato dei pazienti, non
tutti possono venire operati e non si devono far correre rischi inutili. Suggerisco
alle pazienti di valutare attentamente la
professionalità delle figure a cui affidare
la propria salute e avere consapevolezza
dei rischi a cui si espongono accettando di sottoporsi a una chirurgia low cost
oppure a una medicina estetica generica
e approssimativa che non sia in grado di
certificare provenienza e qualità di protesi e sostanze impiegate.
Quindi una scelta consapevole e oculata affidandoci a una figura professionale come la Dott.ssa Pozzuoli, che
esercita con successo da molti anni!
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di medicina estetica
settembre 2013 | Plus Magazine | MEDICINA E SALUTE
37
MEDICINA E SALUTE
di Emanuela Truzzi (foto A. Lercara)
logia presso l’Università di Pisa. Le due
materie sono strettamente legate e consequenziali per produrre una diagnosi
corretta: il posturologo ricerca la causa
di un’errata postura e se il problema
coinvolge le strutture del piede, il podologo è il professionista specializzato che
si occupa di curarla.
Che cos’è la postura?
La nostra posizione nello spazio è regolata da informazioni che giungono alla
struttura del nostro sistema nervoso
centrale dai recettori posturali quali per
esempio: l’apparato vestibolare, il recettore oculare, l’apparato stomatognatico,
la pelle e il piede. Questi recettori forniscono contemporaneamente delle informazioni che consentono al nostro corpo
di attuare delle contrazioni muscolari
per mantenere, ad esempio, la stazione
eretta. I recettori devono fornire delle
La SALUTE DEL PIEDE
affidata al professionista
Il Dott. Luca Traversone
è un podologo laureato presso
la facoltà di Medicina e Chirurgia
di Genova in podologia
con un master in posturologia.
Ha tre studi in città e provincia.
Ci spieghi meglio la figura del podologo, Dott. Traversone. Di cosa si occupa?
Il podologo si occupa della salute del
piede e delle patologie legate alla deambulazione. Dopo la laurea in podologia
ho voluto completare la mia formazione
professionale con un Master in Posturo-
informazioni coerenti affinché noi manteniamo delle posizioni, delle posture
corrette. La postura corretta è quella che
genera il minor dispendio energetico.
Una postura sbagliata nasce quando un
recettore lavora male e passa al sistema
nervoso centrale informazioni incoerenti. Entro certi limiti il nostro organismo
riesce a compensarle, oltre si innescano
stati patologici. Una cicatrice che altera
la sensibilità, un piede che non svolge
fisiologicamente le fasi del passo oppure un grave difetto della vista possono
procurare informazioni incoerenti e dare
adito a posture scorrette. Il ruolo del posturologo è quello di individuare qual è
il recettore che dà l’informazione sbagliata e incoerente che genera il difetto
di postura. Se ricade nell’ambito di sua
competenza lo cura, altrimenti lo affida
ad altro posturologo specialista in quel
recettore disfunzionale.
Quali sono i motivi per cui una persona può rivolgersi a un podologo?
A Torino la professione del podologo è
38
MEDICINA E SALUTE
ancora poco conosciuta, siamo soltanto
otto. Spesso ci si rivolge di preferenza, a
seconda del problema, all’ortopedico o
all’estetista. In generale qualsiasi dolore
alle strutture del piede durante la deambulazione e non, dovrebbe indirizzare il
paziente al podologo. Spesso si rivolgono a noi gli sportivi per correggere un
difetto biomeccanico nello svolgimento
del passo che ne limita le prestazioni.
Oppure la persona che lavora in piedi
tutto il giorno e vuole risolvere il dolore alle estremità. Il podologo è in grado
di fare una diagnosi, una prescrizione
di ortesi plantare e direttamente la sua
realizzazione in quanto in possesso di
autorizzazione del Ministero della Salute come costruttore di dispositivi medici
su misura.
Spesso le donne fanno riferimento ai
centri estetici per risolvere problemi di
minore entità. È corretto?
Assolutamente no. Anche un semplice
callo, un’ipertrofia cutanea ricorrente,
può avere una causa disfunzionale che
va diagnosticata e curata. Questo è un
processo che un centro estetico non può
affrontare, il personale non ha le basi
scientifiche per farlo e non è autorizzato
per legge a porre in atto alcuna cura. Il
centro estetico può migliorare l’aspetto
delle estremità, ma non curarle. Utilizzare strumenti destinati al personale
sanitario con poca cognizione non porta
ad alcun vantaggio, anzi può essere peggiorativo.
Quali sono le patologie che più frequentemente provocano danni alla salute del piede?
Ho svolto la mia tesi sul piede diabetico
e continuo a collaborare con gli ambulatori del centro diabetologico del San
Giovanni Vecchio-Molinette. Il diabete
è una patologia invalidante che provoca gravi danni alle strutture vascolari e
nervose, limitando la funzionalità delle
estremità. Rimuovere un ipercheratosi
da un piede diabetico richiede la massima cautela per non procurare ulcere.
Non intervenire nella maniera corretta
rimanendo troppo superficiali può mascherare una lesione che invece andrebbe scoperta e curata tempestivamente.
Il paziente diabetico deve affidarsi ad
un podologo, essere educato circa la
sua patologia e controllato continuamente per prevenire complicazioni che,
se trascurate, diventano di difficile risoluzione. È vera la consuetudine che prevenire è meglio che curare, ma pochi la
mettono in pratica.
Quali sono le categorie di sportivi che
si rivolgono alle sue cure, Dott. Traversone?
Ad esempio i calciatori, che hanno frequentemente male al piede e alla gamba. In quel caso dobbiamo effettuare
un’analisi biomeccanica del loro passo
durante la corsa ed eventualmente correggere un movimento non fisiologico,
compensandolo con un plantare o una
diversa scarpetta. Oppure le ballerine,
che a causa della posizione sulle punte
presentano sovente unghie spaccate o
incarnite che ne limitano la performance, allora si pone in atto la riabilitazione
ungueale. La corsa è molto traumatica
per le estremità e se il piede del podista
non svolge correttamente la dinamica
del passo è necessario ridistribuire le
pressioni generate dal gesto atletico attraverso un plantare. In ambito sportivo
si possono realizzare delle piccole ortesi
digitali in silicone che servono a proteggere e limitare gli attriti e le pressioni
nella scarpetta. Questo elimina il dolore e permette alle strutture infiammate di guarire. Sono utili sia agli sportivi
professionisti sia ai dilettanti o anche a
chi ha una piccola deformità in un dito
che ne limita la deambulazione.
Ci sono professioni che richiedono calzature particolari che provocano disagi
o traumi al piede.
Nel caso di un diabetico le scarpe antinfortunistiche non sono proprio le calzature ideali e possono procurare lesioni.
Si deve intervenire creando una struttura
protettiva e al tempo stesso non traumatica per le delicate strutture anatomiche
dei portatori di tale patologia.
Parliamo di noi donne che per vanità
costringiamo i nostri piedi dentro calzature belle a vedersi ma faticose e traumatiche da portare. Cosa ci consiglia?
Un tacco alto indossato tutto il giorno
provocherà dei danni mentre porta-
Luca Traversone
to saltuariamente per una serata o un
evento non genererà alcun problema,
sempre che a monte non ci siano patologie che rendano pericolosa la calzata
anche per 10 minuti. A lungo termine i
tacchi alti provocano metatarsalgie e,
qualora ci sia una predisposizione genetica, l’insorgenza dell’alluce valgo.
Anche le scarpe completamente piatte
come le ballerine causano problemi di
talloniti e tendiniti al tendine di Achille. La scarpa migliore è quella che consente una distribuzione equilibrata della pressione tra avampiede e tallone. Il
tacco ideale è intorno ai 4 centimetri.
Dott. LUCA TRAVERSONE - Podologo
• Via Giannetti 7a (zona Gran Madre)
Torino - Tel. 011 8399088
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posturale
settembre 2013 | Plus Magazine | MEDICINA E SALUTE
39
BENESSERE
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
Chiara, come si è avvicinata alla Kinesiologia?
Nel 1994 ho iniziato a frequentare dei
corsi di massaggio e per anni ho approfondito questo aspetto. Sentivo però che
mi mancava una parte che andasse oltre
ciò che era puramente solo strutturale e
che dovevo completare la mia formazione. Ho scoperto la Kinesiologia quasi per
caso e mi sono subito appassionata; mi
sono iscritta all’Istituto IKSEN di Maurizio Piva, che oltre 30 anni fa ha introdotto in Italia questa disciplina, e sono
diventata operatore abilitato AKSI.
La Kinesiologia
per il benessere
dell’individuo
Come si articola una seduta?
Dopo un primo incontro in cui pongo
delle domande specifiche per conoscere
la persona e i suoi eventuali disagi, definisco con il soggetto l’obiettivo che consiste nel passare dal disturbo che avverte
al contattare il potenziale che serve per
la sua eliminazione. La motivazione ha
un ruolo fondamentale per sviluppare il
potenziale dell’individuo, per questo bisogna scoprire qual è e dov’è il blocco,
ma soprattutto occorre capire se chi si
sottopone ad una seduta kinesiologica
vuole realmente stare bene. Durante la
seduta non mi limito quindi ad ascoltare,
Ne parliamo con Chiara Mattea
P
otenzialmente ogni persona ha tutte le risorse necessarie per vivere in equilibrio con se
stessa, con gli altri e con l’ambiente che la circonda. I fattori di stress che intervengono più o
meno quotidianamente e che creano disarmonia, però, sono molteplici e il loro accumularsi
può dare vita a tensioni di carattere fisico, psicologico, emotivo e non solo. Un valido aiuto
per ritrovare un benessere generale è la Kinesiologia, una tecnica riequilibrativa che attraverso la valutazione del tono muscolare dell’individuo è in grado di definire esattamente lo
stato di salute dell’organismo.
Il fondatore di questa affascinante disciplina è il medico chiropratico americano Dott.George Joseph Goodheart Jr. che nel 1964 pubblicò sulla rivista Digest of Chiropractic Economics un articolo sulla Kinesiologia applicata. Le sue teorie trovarono il favore di molti suoi
colleghi e a poco a poco il metodo si diffuse con successo grazie ad un suo stretto collaboratore, il Dott. John Thie, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il pianeta. Per conoscere
meglio la disciplina e i suoi diversi benefici abbiamo incontrato Chiara Mattea, da tempo
operatrice in Kinesiologia e istruttrice di Touch for Health, Touch for Learning ed Energia
Tibetana, che con grande solarità ci ha raccontato in modo chiaro come avviene una seduta e come il soggetto interessato recupera in poco tempo il proprio benessere psico-fisico.
40
ma osservo anche il linguaggio del corpo perché mi fornisce delle indicazioni
importanti. Dopo la prima fase procedo
con il test muscolare e attraverso questo
evidenzio quale tecnica è più adatta per
portare la persona alla motivazione e al
raggiungimento del traguardo.
In cosa consiste il test muscolare?
Mentre il soggetto cerca di mantenere
una posizione stabilita a priori di un arto
superiore o inferiore, effettuo per pochi
secondi una pressione ferma e costante
sul muscolo. Non misuro la forza fisica, ma la prontezza di riflesso che ha il
muscolo: la variazione di tono da stabile
BENESSERE
a non stabile o vice versa ci indica se e
su quale aspetto occorre lavorare. La disarmonia può essere di carattere fisico,
ad esempio strutturale o biochimico,
ma anche di tipo nutrizionale, emotivo,
mentale o puramente energetico. Dopo il
test chiedo al corpo dove intervenire per
raggiungere l’obiettivo e, sempre attraverso questo, ricevo la risposta. L’aspetto interessante è che talvolta il corpo mi
offre indicazioni diverse dalla mia idea
originaria, questo perché – ad esempio
– un disagio articolare o posturale può
essere legato ad un aspetto emozionale.
Io traduco i messaggi che ricevo e lavoro
in quella direzione, utilizzando la tecnica
più adatta per ognuno.
Quali tecniche adotta dopo il test muscolare?
Dipende dalla risposta che ricevo dall’organismo. Ho un ventaglio molto ampio,
composto da più di 200 tipi di tecniche
diverse. Alcune di queste puramente
strutturali, altre più legate all’aspetto
emotivo o energetico della persona. Eseguo tutte quelle che il sistema mi comunica essere necessarie. Tra queste, l’utilizzo di riequilibri di Energia Tibetana e
dei Fiori di Bach rappresentano – per il
mio lavoro con la persona – un buonissimo supporto.
Come “lavorano” i Fiori di Bach?
Questo tipo di floriterapia considera le
emozioni e la personalità del soggetto,
che sono alla base del sintomo che si
manifesta nel corpo: il fiore avvia il processo di trasformazione dell’emozione,
che passa da negativa a positiva, sino a
far scomparire del tutto il disturbo fisico,
espressione di un disagio molto più profondo. Individuando il fiore attraverso i
test spesso si hanno delle sorprese perché quello evidenziato non è il fiore che
toglie il sintomo, ma quello che serve per
produrre il cambiamento necessario ad
andare verso l’obiettivo.
Che cos’è l’Energia Tibetana?
Si tratta di una tecnica che considera
la presenza nell’essere umano di figure
a forma di 8 o infinito che vorticano in
armonia. Ce ne sono di grandi, che interessano tutto il corpo, di medie – ad
esempio nella testa, nel tronco e nelle
gambe – e di piccole, per lo più nelle articolazioni e nelle cicatrici.
Quando si verificano dei traumi fisici o
emotivi queste figure non si muovono
più in maniera fluida e armonica e devono quindi essere riequilibrate. Alcuni
benefici del migliorare il flusso a forma
di 8 sono: alleviamento del dolore fisico,
riduzione del gonfiore, aumento del movimento delle articolazioni, più energia
e vitalità e centratura. É possibile anche
che sia macchie cutanee che cicatrici
sbiadiscano.
Quanto dura una seduta di Kinesiologia?
Negli adulti dai cinquanta minuti all’ora,
nei bambini sono sufficienti quarantacinque minuti.
A chi consiglia questa tecnica?
A tutti coloro che hanno come obiettivo
il proprio benessere psico-fisico e il mantenimento della salute. La Kinesiologia
non è utilizzata a livello diagnostico e,
soprattutto, non sostituisce assolutamente la medicina tradizionale. La sua finalità è il riequilibrio energetico di tutte le
componenti della persona, per cui ha un
approccio olistico, inoltre non è invasiva
e dunque è perfetta per tutti, dai neonati
agli anziani. Da anni collaboro con vari
enti e la applico anche su persone con
disabilità fisiche, emotive e mentali con
risultati a volte sorprendenti.
Ci sono disturbi sui quali la Kinesiologia ha presa maggiore?
Proprio perché dipende dall’obiettivo di
benessere di ciascun individuo, tutti gli
squilibri possono essere affrontati: dal
mal di schiena ai problemi di coordinazione, alle intolleranze di vario genere,
dai disturbi alimentari agli attacchi di
panico e carenza di autostima; ancora
dai tic nervosi alla fatica cronica, dalla dislessia all’iperattività sia nei bambini che
negli adulti, dalla difficoltà di relazione
con altri alla difficoltà di concentrazione o di relazione con il mondo esterno.
E, a mio avviso ancora più importante,
la Kinesiologia risulta essere una modalità per entrare in contatto con il nostro
mondo interno che è di gran lunga molto
più grande ed affascinante di ciò che percepiamo essere fuori da noi.
CHIARA MATTEA - Kinesiologa
Riceve su appuntamento:
•Corso Susa 64/F - Caselette (To)
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settembre 2013 | Plus Magazine | benesserE
41
plus magazine cinema
3 GRAVITY
Regia: Alfonso Cuarón
Data uscita: 03/10/2013
Cast: George Clooney, Sandra
Bullock
Trama: La brillante dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) è alla sua prima missione a bordo dello shuttle; Matt
Kovalsky (George Clooney) è
invece un astronauta esperto
al suo ultimo volo prima della
pensione. Ma quella che sembrava una normale passeggiata nello spazio si trasforma in
una catastrofe e lo shuttle vie-
film
un agente di polizia (Nicolas
Cage) sulle tracce di un serial
killer, Robert Hansen (John
Cusack), nelle gelate pianure
dell’Alaska. Ad aiutarlo è l’unica donna (Anessa Hudgens)
sfuggita alle grinfie dello psicopatico. Nonostante il suo
lato oscuro, il maniaco, conduceva un’esistenza di pacifico padre di famiglia e aveva
un ruolo attivo nella propria
comunità.
ne distrutto, lasciando Stone
e Kowalsky completamente
soli, collegati solo fra loro e
fluttuanti nell’oscurità. Il silenzio assordante in cui sono
immersi significa che hanno
perso ogni contatto con la
Terra... e ogni speranza di salvezza.
3 IL CACCIATORE DI DONNE
Regia: Scott Walker
Data uscita: 10/10/2013
Cast: Nicolas Cage, Radha
Mitchell, John Cusack, Vanessa Hudgens, Katherine
LaNasa, Dean Norris, Curtis
Jackson, Jodi Lyn O'Keefe,
Ryan O'Nan, Gia Mantegna
Trama: La storia, ispirata a
fatti realmente accaduti, vede
42
3 DIANA
Regia: Oliver Hirschbiegel
Data uscita: 13/10/2013
Cast: Naomi Watts, Naveen
Andrews, Douglas Hodge, Geraldine James, Juliet Stevenson,
Charles Edwards, Cas Anvar,
Laurence Belcher
Trama: Il film ricostruisce
l’affaire tra la Principessa Diana Spencer e un medico paki-
stano, il dottor Hasnat Kahn,
che lei incontrò nel ‘95, quando si recò a far visita ad un
suo amico che aveva appena
subito un intervento chirurgico al cuore. Nel 2008 Kahn
parlò pubblicamente della
sua storia con la Principessa. Alle rivelazioni di Kahn,
fecero seguito quelle di Paul
Burrell, segretario di Diana, il
quale confermò che il medico pakistano era stato il vero
amore della Principessa, e
che Dodi Al Fayed era stato
solo un pretesto per farlo ingelosire.
3 CAPTAIN PHILLIPS
Regia: Paul Greengrass
Data uscita: 7/11/2013
Cast: Tom Hanks, Catherine Keener, Michael Chernus,
Max Martini, Chris Mulkey,
Yul Vazquez, David Warshofsky, Corey Johnson, John Magaro, Angus MacInnes, San
Shella, Mark Holden, Vincenzo Nicoli, Louis Mahoney, Gigi
Raines
Trama: Nell’aprile 2009 il
Capitano Richard Phillips, comandante della MV Maersk
Alabama, viene catturato, con
la sua nave, dai pirati somali.
Phillips coraggiosamente si
offre come ostaggio per proteggere la sua ciurma e rimane in mano dei pirati tre gior-
autunno
ni prima di essere liberato da
un team di U.S. .
3 QUESTIONE DI TEMPO
Regia: Richard Curtis
Data uscita: 7/11/2013
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy,
Tom Hollander, Margot Robbie, Lydia Wilson, Vanessa
Kirby
Trama: All’età di 21 anni, Tim
Lake scopre di essere in grado di viaggiare nel tempo.
Dopo l’ennesima, deludente
festa di Capodanno, il padre
di Tim rivela a suo figlio che
gli uomini della loro famiglia
hanno sempre avuto il potere
di viaggiare attraverso il tempo. Tim non può cambiare la
storia ma può cambiare quel
che accade e che è accaduto
nella sua vita, perciò decide
di rendere il suo mondo migliore trovandosi una fidanzata. Sfortunatamente questa
impresa non sarà facile come
potrebbe sembrare.
recensioni
SCRIVERE
La vita non è in rima
(per quello che ne so)
di Luciano Ligabue
La vita non è in rima vuol
dire da un lato che i conti non sempre tornano.
Dall’altro che, per fortuna,
non siamo costretti a vivere
secondo uno schema precostituito. E anche questo
libro ha uno schema libero. Al centro c’è la scrittura
di Ligabue, in tutte le sue
forme. Si parte dalle parole
delle sue canzoni, dei suoi
libri, dei suoi film e si arriva
a parlare del suo modo di
vedere il mondo.
La lingua e il dialetto, la famiglia e la politica, il dolore,
la speranza, l’arte, il calcio,
il sesso, l’amore, l’amicizia,
la memoria, la felicità di riuscire a sentirsi anche solo
per un momento «leggero,
nel vestito migliore, nella testa un po’ di sole ed in bocca
una canzone».
Dentro la scrittura di Ligabue c’è una scelta delle
parole che rappresenta un
punto di vista sulla vita.
Ma soprattutto c’è tanta
musica, che trasforma e am-
libri
plus magazine letture
plifica il senso di
ogni parola. Perché per ogni cosa
detta c’è sempre
un motivo e quel
motivo è spesso
il modo in cui la
canzone ci entra
nelle vene, diventa parte di noi.
Un libro pieno di
spunti sorprendenti, di acume,
di dolcezza, di
ironia che farà
scopr irea Luciano Ligabue a chi
ancora non lo conosce bene, ma
stupirà anche chi
( c omea o g nu no
dei suoi tantissimi fan) pensa di sapere già tutto di lui.
EXPO 58
di Jonathan Coe
L'Exposition Universelle et
Internationale de Bruxelles
del 1958 è il primo evento
del genere dopo la Seconda
Guerra Mondiale. La tensione politica tra la
Nato e i paesi del
blocco sovietico
è al suo culmine.
In piena Guerra
Fredda, dietro la
facciata di una
ma n i festa zione
che si propone di
avvicinare i popoli della Terra,
fervono operazioni d'intelligence
in cui le grandi
potenze si spiano
a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione
del pub Britannia
nel
padiglione
inglese è un giovane copywriter
del Central Office
of Information di
TAKEN
di Erin Bownman
Londra, Thomas Foley, che
si trova così catapultato al
centro di un mondo d'intrighi internazionali di cui
diventa un'inconsapevole
pedina.
A Claysoot, una
piccola comunità
isolata dal resto
del mondo da alte
mura, tutti i ragazzi scompaiono
il giorno in cui
compiono diciotto
anni. Non appena
scocca l’ora fatidica, la terra trema,
il vento infuria e
del giovane non
rimane traccia.
Ecco perché, a pochi mesi
dal suo compleanno, Gray si
prepara ad affrontare il terribile destino che lo attende. Ma, un giorno, trova per
caso una misteriosa lettera
della madre, morta ormai
da molti anni, che lo spinge
a reagire.
Insieme con Emma, la ragazza di cui è innamorato,
decide quindi di fuggire
dalla città per scoprire che
cosa si nasconde dietro le
invalicabili mura di Claysoot. Quello che Gray non sa
è che là fuori lo aspetta un
segreto inquietante…
settembre 2013 | Plus Magazine | RECENSIONI
43
f&c
plus magazine fumetti e cartoons
MAGICA DISNEY
3000 volte Topolino
Comicon Edizioni
Brossurato, 238 pagine a colori
Formato cm 19 x 26
€ 22,00
L’affacciarsi del primo numero di Topolino in formato
“Libretto”, nell’aprile del 1949,
ha sicuramente determinato
una vera e propria rivoluzio-
ne nel mondo del fumetto
italiano e dell’immaginario
popolare. Il volume ripercorre
la vita editoriale del personaggio dai suoi esordi nei primi anni trenta, in
formato giornale,
fino all’uscita del
numero 3.000 del
Topolino libretto
pubblicato a maggio del 2013. Un
volume importante, curato nella sua
ricerca iconografica, davvero imperdibile per tutti gli
amanti dell’universo Disney che
tanto ha fatto sognare i bambini di
tantissime generazioni.
44
di Salvatore Taormina (il Tao)
denti sottopagati continuino
ad andare al lavoro tutte le
mattine con lo stesso zelo etc.
Lacernet scruta il mondo delle aziende con grande acume
descrivendolo con umorismo
e gaudente crudeltà intellettuale, riuscendo a non mancare un solo bersaglio nell’illustrazione della cruda realtà
lavorativa di tutti i giorni. Irresistibile.
COME SOPRAVVIVERE
IN AZIENDA
Edizioni Q Press - Manu Lacernet
Brossurato, 48 pagine in b/n
Formato cm 16,5 x 24
€ 9,90
Si tratta di un’importante
guida pratica per uscire vivi
dallo spietato mondo dell’Azienda. Dal sesso in ufficio
ai curriculum vitae truccati,
affronta senza timore i temi
più scabrosi e disparati. Risponde a domande sugli
azionisti, sul perché dipen-
 Appuntamenti
autunno
 ROMICS: FESTIVAL DEL FUMETTO DI ROMA
3/6 ottobre 2013
c/o Nuova Fiera di Roma – Via Portuense
Una splendida mostra consigliata soprattutto per famiglie con bambini. Quasi assente del tutto il settore
del collezionismo, la mostra è incentrata su videogiochi, competizioni per cosplayer e nuove uscite editoriali.
momento di presentazione al pubblico di tutte le principali novità del settore da parte di tutte le principali
case editrici italiane. Ampio spazio dedicato anche ai
“Games” e alle gare per i cospleyer che tingono di “Colore” la città per tutti e 4 i giorni della manifestazione.
Presenti anche molti rivenditori di alto antiquariato
fumettistico e di tavole originali.
 BOLOGNA COMICS
12/13 ottobre 2013
c/o Palanord – Via Stalingrado 81
La mostra è incentrata sul collezionismo di fumetti e
figurine, ma non mancano le presentazioni di volumi e
mostre a tema. Consigliata.
 PADOVA COMICS
1/3 novembre 2013
Fiere di Padova - Via N.Tommaseo 59
Una fiera dedicata a un pubblico variegato, presenti
sia il settore del collezionismo che l’editoria dedicata
alle nuove generazioni.
 LUCCA COMICS AND GAMES
31 ottobre/3 novembre 2013
Piazza Napoleone/del Giglio - Centro di Lucca
La principale fiera del fumetto italiana e la terza a livello internazionale (dopo San Diego e Angouleme), vi
si riuniscono tutti i principali editori nazionali, punto
d’incontro per giovani fumettisti che possono far visionare i loro lavori agli “Editor” delle case editrici e
 REGGIO EMILIA
30 novembre/1° dicembre 2013
Centro fieristico Mancatale - Via Filangieri 15
All’interno della manifestazione “Cambi e scambi”
dove oltre ai fumetti potrete trovare giocattoli, profumi, libri antichi etc.
La mostra principe per i collezionisti di fumetti, dove si
può trovare il meglio dell’alto antiquariato del settore.
IO SÒ CARMELA
Edizioni Becco Giallo
Alessia di Giovanni
e Monica Barengo
Brossurato, 148 pagine a colori
Formato cm 15 x 21
€ 15,00
15 aprile 2007, Carmela Cirella si getta dal settimo piano
di un palazzo nel quartiere
Paolo VI di Taranto.
Aveva solo 13 anni ed era stata stuprata da più persone.
Abbandonata dalle istituzioni, chiusa in un centro di
recupero e i suoi violentatori
liberi come se nulla fosse mai
accaduto.
Il volume racconta la sua storia basandosi sul suo diario
ritrovato dopo la morte.
È un grido di aiuto, di rabbia e
anche di speranza.
Perché Carmela possa diventare il simbolo della ribellione contro questi abusi
indegni di un’umanità che si
definisce civile spesso solo a
parole.
recensioni
mostre
plus magazine arte, scienza
e costume
infatti esprimono la poetica della scultrice attraverso forme che rimandano
alla materia primordiale al suo evolversi
e trasformarsi in creazioni artistiche.
Govone (Cn) - Castello Reale
Piazza Vittorio Emanuele 1
0173 58103
www.comune.govone.cn.it
ANTONELLO DA MESSINA
Fino al 12 gennaio 2014
Il progetto espositivo propone un’indagine articolata e uno sguardo originale
sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo
studio degli intrecci storico-artistici e
delle controversie ancora aperte.
Rovereto (Tn) - Mart Rovereto
Corso Bettini 43
0464 438887
www.mart.trento.it
ALL YOU NEED IS LOVE
John Lennon artista, attore, performer
Fino al 20 ottobre 2013
“All you need is Love” intende render
conto, per la prima volta in Italia, degli esiti del multiforme talento di John
Lennon, solo di riflesso considerato in
quest’occasione nella celeberrima veste
di musicista e indagato, invece, come artista visivo e attore.
Modena - Galleria Civica
Corso Canalgrande 103
059 2032911/059 2032940
www.comune.modena.it/galleria
MARIA CRISTINA CARLINI
Fare Secondo Natura
Fino al 3 novembre 2013
La mostra mette in luce lo stretto legame
estetico dell’artista con la natura e con i
suoi elementi intesi come fonte di inesauribile ispirazione. Le opere esposte
ENRICO BAJ
Bambini, ultracorpi & altre storie
Fino al 20 dicembre 2013
L’esposizione presenta un gruppo di
opere fondamentali dell’artista milanese degli anni Cinquanta e una serie
di rari documenti, manifesti, riviste,
fotografie che restituiscono il clima di
scambi culturali, amicizie, polemiche, tipico del periodo in cui Milano si afferma
come centro autorevolissimo dell’avanguardia internazionale, in uno dei suoi
momenti culturalmente più vividi.
Milano - Fondazione
Arnaldo Pomodoro
Vicolo Lavandai 2/a - 02 89075394
www.fondazionearnaldopomodoro.it
ARCHIMEDE. ARTE E SCIENZA
DELL'INVENZIONE
Fino al 12 gennaio 2014
Una mostra sulla figura di Archimede,
ingegno del III secolo a.C.. L'esposizione
rivela i tanti aspetti del geniale scienziato siracusano illustrando lo straordinario contributo che hanno dato le sue
indagini ed invenzioni alla conoscenza
del mondo antico e dei secoli a venire.
Roma - Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio 1 - 06 0608
www.museicapitolini.org
settembre 2013 | Plus Magazine | RECENSIONI
45
plus magazine musica
musica
autunno
un album molto più personale rispetto
agli ultimi lavori, con un forte ritorno
alle origini, dove ripercorrerà la sua intera carriera artistica iniziata nel 2004
con il cd multi platino “Back to Bedlam”,
realizzato all’epoca insieme al produttore Tom Rothrock, tornato di nuovo a lavorare con lui insieme all’altro producer
Martin Terefe.
Samuele Bersani
NUVOLA NUMERO NOVE
L’ottavo disco di inediti di Samuele Bersani, “Nuvola Numero Nove”, uscirà il
prossimo 10 settembre 2013 su etichetta
Sony Music, a quattro anni di distanza
dal precedente “Manifesto Abusivo”.
L’annuncio l’ha dato su Facebook lo stesso cantautore riminese, spiegando che
fra un album e l’altro ci ha messo come
al solito un po’ di anni perché, per poter
scrivere delle storie inedite, aveva innanzitutto la necessità di viverle. “Nuvola Numero Nove” non è però un disco al
100% autobiografico, in quanto racconta anche storie che non lo riguardano
direttamente ma che gli sono soltanto
passate davanti.
Oltre al titolo del nuovo album, Samuele
Bersani ha reso nota anche la copertina,
in cui compaiono la sagoma del volto del cantautore e l’immagine di una
spiaggia deserta.
Placebo
LOUD LIKE LOVE
La tracklist del nuovo album dei Placebo, “Loud Like Love”, è finalmente nota.
Ci avviciniamo quindi a grandi passi
verso l’uscita del settimo album di inediti della band di Brian Molko, prevista
il 16 settembre 2013, a ben quattro anni
di distanza dal precedente “Battle for
the Sun”. “Loud Like Love” sarà messo in
vendita in cinque diversi formati: cd, vinile, download, digipack e un cofanetto
super deluxe in sole 1000 copie autografate dalla band con cd, vinile, dvd con
contenuti speciali, poster, ecc.
46
Il nuovo album è anticipato dal singolo
“Too Many Friends”, che è invece disponibile in digital download su iTunes già
dal 9 luglio. L’album “Loud Like Love” sarà
supportato da un tour europeo che prenderà il via da Varsavia il 12 novembre e
toccherà anche l’Italia per un’unica data
a Bologna, Unipol Arena di Casalecchio
di Reno, il 23 novembre.
James Blunt
MOON LANDING
Il nuovo album di James Blunt “Moon
Landing” uscirà il 22 ottobre 2013 e sarà
il quarto cd in studio del cantautore
inglese che in nove anni di carriera ha
venduto circa 17 milioni di album e 20
milioni di singoli in tutto il mondo. Eppure sono trascorsi soltanto alcuni mesi
da quando Blunt aveva annunciato il
proprio ritiro dalla scena musicale per
dedicare più tempo a sé stesso, ma evidentemente gli è bastato fermarsi un
po’ e ricaricare le batterie, soprattutto
a livello mentale, per ritrovare la giusta
ispirazione e impegnarsi alla composizione della sua nuova fatica discografica.
James Blunt ha dichiarato che si tratta di
Elton John
THE DIVING BOARD
Dopo l’album di inediti intitolato “The
captain & the kid” lanciato sul mercato
nel lontano 2006, finalmente Elton John
ritorna con un nuovo e unico album intitolato “The diving board”.
Si tratta sicuramente di un passaggio,
anzi un ritorno, verso il vecchio stile che
caratterizzava il sound del Sir inglese: un
sound caratterizzato dal tipico trinomio
pianoforte-basso-batteria.
Lo stile di “The diving board” ricorda
moltissimo quello che caratterizzava gli
album anni ’70 di Elton, come il famosissimo “Home Again”.
L’album sarà disponibile in diverse versioni che vanno da quella standard in
CD, a quella in vinile (per i collezionisti)
fino a quella digitale: quest’ultima sarà
una versione deluxe che conterrà i 19
brani standard più l’inedita bonus track
intitolata “Candlelit bedroom” e altre tre
canzoni registrate durante i live.
recensioni
teatro
plus magazine teatro
Il Teatro Regio di Torino è il teatro lirico della città
di Torino, nonché uno dei più grandi ed importanti
d'Italia, ed uno dei teatri italiani più rilevanti nel
panorama europeo ed internazionale.
Stagione 2013-2014
L’ITALIA IN OPERA
Tredici opere, due balletti, uno spettacolo in prima assoluta, un Gala dedicato a Giuseppe Verdi: mai prima d’ora nella
storia del Teatro Regio si è realizzata una Stagione tanto densa quanto la prossima.
Nella nuova Stagione l’attenzione è concentrata sulla
grande musica italiana, in particolare su quella di Verdi e di
Puccini ai quali vengono dedicati due festival.
Il sipario si aprirà il 9 ottobre con il verdiano Simon Boccanegra (9-23/10) diretto dal maestro Gianandrea Noseda, nello
splendido allestimento firmato per il Teatro Regio da Sylvano
Bussotti; protagonisti del melodramma ambientato a Genova:
Ambrogio Maestri, María José Siri e Michele Pertusi.
Il Festival Verdi proseguirà quindi con due tra le opere non
solo più popolari, ma anche più paradigmatiche del Verdi “politico” e “sociologico”: Rigoletto (17-25/10) e La traviata (18-27/10),
presentate in due allestimenti che fanno parte del repertorio
del teatro e la cui esecuzione musicale sarà affidata a due direttori esperti quali Donato Renzetti e Renato Palumbo e a
nuovi protagonisti: Devid Cecconi, Laura Giordano e Piero Pretti per Rigoletto e Irina Lungu, Massimo Giordano e Marco Di
Felice per Traviata.
A novembre (14-16/11), il tributo a Giuseppe Verdi si arricchirà ulteriormente grazie alla prima assoluta di Verdi, narrar
cantando, lo spettacolo di Marco Paolini e Mario Brunello in cui
verrà messo in luce il Verdi librettista, regista, impresario, patriota e politico.
A dicembre (18 e 22/12), a conclusione dell’anno dedicato al
compositore in occasione del 200° anniversario della nascita,
un Gala lirico-sinfonico con tre ampie selezioni da Macbeth, Il
trovatore, Aida e un cast d’eccezione: Barbara Frittoli, Marcelo
Álvarez e Marianne Cornetti. Le serate si arricchiranno di degustazioni con meraviglie gastronomiche dell’Emilia, terra
natale di Verdi.
Tornando alla Stagione, a novembre (7-17/11), un altro protagonista dell’italianità nell’opera: Gioachino Rossini, Il barbiere
di Siviglia, sotto la direzione di Alessandro De Marchi, nell’allestimento firmato da Luisa Spinatelli. Protagonista un cast
dotato di grande vis comica che annovera Antonino Siragusa,
Laura Polverelli, Paolo Bordogna, Vito Priante e Nicola Ulivieri.
Facendo un salto in avanti nel calendario, maggio (7-18/5),
l’ultima opera scritta da Rossini appena trentasettenne: Guglielmo Tell. Sul palcoscenico del Regio verrà presentato un
nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con il Rossini
Opera Festival, firmato dal regista Graham Vick e diretto da
Gianandrea Noseda. Nel ruolo del protagonista, uno degli artisti più eleganti del panorama internazionale: Carlos Álvarez;
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settembre 2013 | Plus Magazine | RECENSIONI
47
MAPPAMONDO
ETIOP
alla scoperta della
Popoli misteriosi, grandiose scenografie
e affascinanti paesaggi naturalistici
Nel cuore di una natura grandiosa, che ha disegnato montagne, canyon
impressionanti, altopiani immensi, laghi e fiumi, pianure e savane, vulcani, deserti di sale e distese di lava, gli eredi di antiche civiltà convivono
con etnie primordiali. Tutto in Etiopia ci parla di una terra antichissima.
48
MAPPAMONDO
PIA
“culla dell’umanità”
STORIE DI VIAGGI
E VIAGGIATORI
LA STORIA DELL’ETIOPIa è un intreccio di avvenimenti affascinanti e leggendari come l’incontro tra il Re Salomone e la Regina di Saba,
l’avventuroso viaggio dell’Arca dell’Alleanza, la
grandezza del regno di Axum e la nascita del
Cristianesimo, l’ascesa dell’Islamismo, il mitico Re Lalibela e le undici chiese scolpite nella
roccia, ottava Meraviglia del Mondo.
L’Etiopia è forse il luogo dove è iniziato il
cammino dell’uomo. Qui, nella depressione
dell’Afar e nella valle dell’Omo, sono venuti
alla luce i resti dei nostri più remoti antenati.
Questa affascinante realtà di “culla dell’umanità” convive con quella sontuosa, monumentale, di alta spiritualità, testimoniata dalle chiese
rupestri.
Nella leggendaria “Terra di Punt”, ricca di
ebano, avorio, oro grezzo, incenso, mirra e di
quelle misteriose fragranze che i sacerdoti bruciavano all’ombra delle piramidi, mitizzata dagli egizi e dagli antichi greci come la “fresca isola
celestiale”, crocevia di migrazioni e terra di frontiera tra le genti arabiche e i popoli dell’Africa
Nera, si sono fuse nel tempo culture profondamente diverse.
È un’energia speciale quella che porta il popolo etiope ad interiorizzare la propria fede, a
recludersi fisicamente in luoghi remoti, costruendo chiese che sono fortezze, intagliate
nella roccia, a strapiombo su baratri inaccessibili, sino a diventare immense e silenziose
preghiere di pietra. Un’energia che ha origini
lontanissime e affonda le radici nella storia e
nel mito.
a pag. 48
Etiopia, Africa di riti ed antiche liturgie:
un sacerdote copto ad Axum, culla della
cristianità copta. (Daniele Pellegrini)
a fianco
Cruciforme, monolitica ed ipogea, la
superba basilica di San Giorgio a Lalibela
lascia stupefatti. (Cinzia Bassani)
settembre 2013 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
49
MAPPAMONDO
Si deve risalire al 330 quando, miracolosamente
scampati ad una tempesta, i siriani Frumenzio
ed Edesio furono fatti prigionieri ad Axum, dove
regnava Ella Hamida. Divenuto precettore del
giovane principe Ezana, lo convertì al cristianesimo e divenne col tempo il primo vescovo d’Etiopia: scompaiono dalle monete axumite i simboli
sabei del sole e della luna, si affaccia la croce.
L’Etiopia accoglie gli esuli monofisiti delle persecuzioni, moltiplica le conversioni e si distacca
sempre più dall’ortodossia cattolica.
Si rafforzano da quel momento i legami con Bisanzio e, soprattutto nell’altopiano centro-settentrionale ed in Eritrea, l’arte si sviluppa intorno
a modelli autoctoni: la pittura su legno e le miniature richiamano influssi siro-armeni e copti,
l’architettura si ispira a schemi basilicali siriani
con interni a navate, pareti stuccate e piccole
cupole di origine bizantina. E mentre l’Impero
Etiope si richiude in se stesso, quasi per forza
centripeta, l’arte – di riflesso – incapace di elaborare una cultura propria, perfeziona schemi e
modelli acquisiti e offre nella pittura esempi di
grande interesse.
Molte chiese sono ricoperte di dipinti all’esterno
come all’interno: la pittura veste ogni superficie,
un “horror vacui” che produce labirinti di segni,
teste angeliche, la vita di Gesù e dei santi, i miracoli di Maria.
Dopo il XV secolo l’iconografia e la composizione iniziano ad accogliere anche le influenze europee, mentre prevalgono il tipo umano
e l’ambiente di genere etiopico. Ma l’influenza
straniera non superò l’iconografica: il disegno
rimaneva schematico e fisso, mancavano equilibrio compositivo e vitali modelli creativi. Le figure sono ancora stereotipate, i gesti impacciati,
l’assenza di spazialità e la scelta di rappresenta-
50
re su un unico piano le figure in diversi atteggiamenti sono i soli criteri
compositivi. Solo in tempi più recenti la pittura etiopica tradizionale ha
acquisito maggiore morbidezza: i soggetti si sono arricchiti di nuove iconografie anche profane, la prospettiva, da orizzontale, diventa – forse per
influenze indo-persiane – a volo d’uccello, un realismo crescente si fa strada, superando in parte il carico simbolico e ieratico che contraddistingueva
la pittura nel passato.
Verso la fine dell’Ottocento, con l’introduzione della fotografia in Etiopia,
crebbe anche l’esigenza di una ritrattistica più naturalistica e gradualmente
più viva, ricca di dettagli, traboccante di vitalità e di fantasia. Ai soggetti sacri si affiancano così episodi mitologici e storici, da San Giorgio che uccide
il Drago alla Regina di Saba, dagli eserciti egiziani invasori fermati dall’imperatore etiopico Giovanni IV alle truppe italiane sconfitte da Menelik II ad
Adua. Il disegno è conciso e preciso, le campiture di colore più armoniche,
MAPPAMONDO
a pag.50
un leggero chiaroscuro (forse un prestito dalla tecnica fotografica?) sottolinea
alcuni particolari, i dettagli si moltiplicano (ricami a stellette, dischi, panneggi e ondulazioni): la pittura etiope racconta la storia e diventa storia.
Essere avvolti dai colori di questi cicli pittorici è un’esperienza profonda
e indimenticabile, e uno dei momenti migliori per scegliere di visitare
l’Etiopia è quello delle feste tradizionali copte: tutta la traboccante vitalità
espressiva dell’arte e della cultura etiope, la carica emotiva e spirituale di un
popolo è lì, nei rituali precisi e nelle liturgie commoventi che si dispiegano
ad Axum, a Lalibela o nella cornice delle chiese del Lago Tana soprattutto
tra gennaio ed aprile.
Una giovane Afar accanto alla sua tenda. Gli Afar,
anche denominati Danakil o Dancali, originari della
Dancalia, terra fra le più inospitali al mondo, hanno
i lineamenti affilati degli arabi, sono allevatori
di dromedari, dediti ad una povera pastorizia,
all’estrazione e al commercio del sale. (Carla Milone)
Un monaco copto sulla soglia di una chiesa a
Lalibela. Le chiese di Lalibela non si innalzano verso
il cielo, ma sprofondano nella terra. Capolavoro di
intaglio nella roccia, si nascondono ieratiche spesso
collegate da passaggi sotterranei. (Anna Dardanelli)
A nord del Lago Tana, attraversato dal corso del Takazzé che nei millenni
ha scavato gole profondissime, dirupi e falesie vertiginose, si sviluppa il
complesso territorio del Simien. Questa è l’area montagnosa più importan-
L’immagine di San Giorgio che trafigge il drago in un
monastero del Lago Tana. Gli affreschi sulle pareti
di queste chiese sono come tessuti, stupefacenti
esplosioni di colori. (Anna Dardanelli)
te d’Etiopia e una delle più grandiose scenografie d’Africa. Vi si trovano diverse cime di 4000 metri e la montagna più alta del paese, il Ras Dashen,
che con i suoi 4620 metri è anche la quarta d’Africa, preceduta solo dal
Kilimanjaro, dal Monte Kenya e dal Ruwenzori.
Un pellegrino avvolto nel bianco “shamma”, la tunica
tradizionale, prega dinnanzi alla porta di una chiesa a
Lalibela. (Anna Dardanelli)
Il territorio del Simien è il risultato di un’intensa attività vulcanica con impressionanti eruzioni di lava. La fase della glaciazione e, in seguito, il periodo delle grandi piogge si accanirono su quella superficie di magma indurito, disgregandolo, insinuandosi, mordendolo, scavandolo fino a ridurlo
ad un intricato intersecarsi di valloni, forre, canyon, tra i quali emergono,
come relitti sopravvissuti di lontane ere, fantasmagoriche guglie, montagne, ambe e frammenti di piane. I simboli per eccellenza di quest’area
montagnosa, santuario naturalistico oggi protetto, sono la volpe del Simien, la “volpe rossa”, da alcuni denominata “ sciacallo rosso”, il Walia Ibex,
che gli italiani ribattezzarono “stambecco abissino”, e la “scimmia Gelada”,
La caratteristica architettura di un villaggio con i
“tucul”, le capanne circolari dal tetto in paglia, che
punteggia un verdissimo paesaggio dell’altopiano
subito dopo la stagione delle piogge. (Salvatore Renis)
settembre 2013 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
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MAPPAMONDO
La piana di Dallol. I surreali paesaggi
e gli incredibili colori della Dancalia. (Carla Milone)
un babbuino dalla macchia rossa sul petto, detto
anche “scimmia leone” per la foltissima criniera
del maschio.
A nord est invece c’è un’altra Etiopia, quella dura
e difficile della Dancalia, un ambiente irreale,
apocalittico, fatto di deserti lavici e aree vulcaniche, luogo infernale e metafisico dove ancor oggi
si snodano lente le carovane con i dromedari e
i loro carichi di sale, che si lasciano alle spalle
Pastorello incontrato sulle montagne del Simien, regione di
grandiosi panorami. (Anna Dardanelli)
Originali ed eleganti nella loro semplicità gli ornamenti
di questa donna appartenente all’etnia Mursi, che vive
nell’Etiopia meridionale. Le donne Mursi sono famose per il
caratteristico piattello labiale di terracotta. (Carla Milone)
52
scenari danteschi per i mercati e le frescure degli
altopiani.
ganizzazione sono ancora – ma forse per poco – quelle tribali, tramandate
nel tempo.
E poi ci sono le terre del sud, dove forse è iniziato il cammino dell’uomo. Nel territorio delimitato dalla fossa tettonica di Galla, che raccoglie
le acque di numerosi bacini lacustri e si spinge
lungo l’immensa frattura della Rift Valley sino ai
laghi Chew Bahir e Turkana, vivono numerose
etnie, per lo più classificate come popolazioni di
discendenza nilotica. Dalla città di Arba Minch,
capoluogo della regione Gamo Gofa, 450 chilometri circa a sud della capitale Addis Abeba, si
abbandona l’Africa degli altopiani e delle terre
coltivate per un’Africa dove la savana si stende a
perdita d’occhio, dove l’unica legge e l’unica or-
Harar, nel settore orientale, in prossimità del confine con la Somalia, non
è Etiopia, è un frammento di terra yemenita incastonata in terra etiope con
nell’aria quell’abbandono indolente, tipico della penisola sud-arabica. La
cultura musulmana porta con sé la bianca architettura, il canto del muezzin dai minareti, l’intimità segreta delle case arredate di cuscini dove, pigramente, le donne rimangono distese, una certa vanità, il gusto della bellezza
e un’attenzione verso quei piaceri che danno al vivere un’apparenza più
leggera. Due gli edifici in modo diverso legati alla storia: la residenza di
Ras Makonnen, il padre di Ras Tafari divenuto imperatore col nome di
Hailé Sellassié e la casa di Arthur Rimbaud. Molti appassionati del viaggio
come metafora della vita romantica, si avvicinano ad Harar come pellegrini
al tempio. E qui i versi di Rimbaud del celebre “Le Bateau Ivre” vibrano
ancora intensi.
MAPPAMONDO
Scorcio di Harar, isola etnica e linguistica dell’est etiopico,
quarta città santa del mondo islamico, antico e favoloso
emporio di commerci citata nelle cronache dei viaggiatori
dell’Ottocento. Qui si respirano già le atmosfere proprie
della cultura costiera del Corno d’Africa. (Salvatore Renis)
Dancalia. Carovane in movimento. I dromedari sono ancor
oggi utilizzati per il trasporto del sale verso i mercati degli
altopiani, ma la loro sopravvivenza è a rischio.
Con il nuovo impulso dato dall’attuale governo alla
costruzione di strade si presume verranno presto sostituite
dai camion. (Christian Le Tily)
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dei laghi e nell’intatta realtà etnografica della
“Valle dell’Omo” sino al lago Turkana, al confine
con il Kenya.
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settembre 2013 | Plus Magazine | MAPPAMONDO
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Per gli associati FABI riduzione sulla
retta annuale di iscrizione. Esempio:
• Corso di laurea € 1.500,00;
• Corso di laurea magistrale e laurea
magistrale a ciclo unico € 1.700,00.
Troverete le informazioni su iscrizioni, immatricolazioni, valutazioni preimmatricolazioni ed elenco corsi su
www.unitelma.it
TORINO
vivere
la città
PROTAGONISTI: MARIO TURETTA: UNA GIORNATA DA
RE ○ PROTAGONISTI: MARGHERITA GRANBASSI: TORNO IN PEDANA PER CONTINUARE A SOGNARE ○ EVENTI:
SOCIAL MEDIA WEEK: TORINO CAPITALE DEL DIGITALE
○ RUBRICHE: GUSTI E PIACERI, IDEE E SERVIZI, COMUNICAZIONE E IMMAGINE, GLI ESPERTI RISPONDONO, LA
PAROLA AI LETTORI ○ ITINERARI: TORINO SECONDO NOI
○ PROPOSTE: VISITE GUIDATE, CONFERENZE E CORSI,
CONVENZIONI, GITE E SPETTACOLI.
PROTAGONISTI
Musei: il Polo Reale di Torino
UNA GIORNATA
RE
N
dA
Oltre tre km di storia in un unico
percorso espositivo per rivivere la genesi
della città dal primo insediamento
romano all’Unità d’Italia
di MARIANGELA SALVALAGGIO
ON DOVRÀ PASSARE ancora troppo tempo prima di poter
passeggiare attraverso un sistema museale integrato nel salotto
di Torino. La nascita del Polo Reale non è più soltanto sulla carta
e già oggi chi entra a Palazzo Reale può visitare l’Armeria e la
Biblioteca Reale, passando per la prima sezione della Galleria Sabauda e il
Museo di Antichità, grazie ad un percorso interno e al biglietto unico che
costa 12 euro. Dall’autunno del 2014 saranno completati i lavori di ampliamento della Galleria Sabauda e ci sarà il collegamento fisico con Palazzo
Reale e il Museo Archeologico.
Mario Turetta
58
Ripercorriamo le tappe di questa impresa con Mario Turetta, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte. All’epoca sembrava
un’avventura avveniristica per i tempi previsti mentre oggi quel progetto che
prevedeva l’unificazione di quattro musei di fatto è già esistente.
Siamo partiti nel 2005 con una presentazione in cui si delineava l’idea.
Proprio in questi giorni abbiamo riguardato i primi disegni e abbiamo visto
quanto sia molto più raffinato il progetto attuale rispetto a quello originario.
Partiamo dall’aprile del 2012, quando è stata inaugurata la prima sezione
della Galleria Sabauda.
Con quel trasferimento e l’apertura del passaggio tra Palazzo Reale e l’Armeria il progetto ha preso forma. Tra il 2011 e il 2012 siamo riusciti ad anticipare la consegna del primo lotto della Galleria. Non è stato semplice mettere
insieme due organizzazioni diverse. Con il 2013 è arrivata l’inaugurazione
della sezione archeologica e abbiamo aperto lo scalone di collegamento tra
la Galleria e il Museo di Antichità e dal primo giugno abbiamo introdotto
un unico biglietto per quattro musei. Non abbiamo ancora il collegamento
fisico ma lo avremo nel 2014 e il visitatore potrà entrare in Galleria e da lì
andare al Museo Archeologico. Così avremo collegato le cinque sezioni che
costituiscono il Polo.
PROTAGONISTI
Ritorniamo a Palazzo Reale.
Dal primo piano si arriva all’Armeria Reale dove abbiamo riaperto il
collegamento con la Biblioteca Reale, attraverso lo scalone alfierano. Un
tratto di strada era stato chiuso negli anni Sessanta per ricavare spazi
adibiti ad uffici. Qui il lavoro è stato di risistemazione di tutte le epigrafi
e delle lapidi inserite da Carlo Alberto.
Qualcuno sostiene che il percorso sia molto lungo e che non sia possibile vedere tutto in un giorno.
Con Fabio Fabbro, responsabile dei servizi di biglietteria al Louvre, abbiamo constatato che questo accade anche all’estero: è così al British
Museum, all’Hermitage e il biglietto vale ovunque una giornata.
Anche nei giardini c’è un cantiere.
I giardini sono il tessuto connettivo del sistema. Per tanti anni sono stati
sacrificati: prima, in seguito all’incendio del 2007, sono serviti come
supporto al cantiere, poi sono stati impiegati per l’Ostensione della Sindone, poi ancora sono serviti al cantiere di Palazzo Reale e adesso per
quello della Galleria. Ora sono stati consegnati e per poterli riaprire sono
necessari dodici mesi di lavori. Salvo ritardi dovuti alle condizioni atmo-
sferiche, nella tarda primavera o ad inizio estate del 2014 avremo i giardini restituiti. Saranno a pagamento (l’ipotesi è di 2 euro) e stiamo
studiando formule agevolate per i residenti ma
ci sono questioni di sicurezza da considerare
e direi anche di eguaglianza con chi pagherà
il biglietto.
Resteranno gratuiti i giardini bassi.
Certo, quelli sono pubblici e non fanno parte del Polo ma stiamo lavorando al progetto
‘Giardino forbito’ che prevede una serie di attività di carattere didattico, con il coinvolgimento dei produttori di piante. L’idea è di avere,
oltre al classico shop con oggetti in vendita,
anche un’area acquisto riservata alla botanica.
Ci sveli una sorpresa.
Stiamo lavorando al raddoppio della sala bunker del caveau dove è conservato l’Autoritratto
settembre 2013 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
59
PROTAGONISTI
di Leonardo e dove si trovano i disegni più pregiati della Biblioteca Reale per consentire una
fruizione maggiore. Attualmente, in contemporanea, possono entrare 20 persone al massimo. Grazie all’accordo con lo Studio Trucco,
che si è impegnato nei carotaggi, si è visto che
in un punto possono esserci dei locali di passaggio collegati a stanze di guerra usate come
bunker. Sono spazi voltati, quindi non semplici
depositi, ed è probabile che si faccia un percorso che da sotto porti a Palazzo Reale, chiudendo
così il cerchio della visita al Polo ed evitando il
problema che si incontrino visitatori che arrivano insieme ad altri che tornano indietro.
Come è nata la collaborazione con l’Accademia?
Era naturale che anche l’Accademia Albertina,
fondata da Carlo Alberto, rientrasse nel concetto di Polo Reale pur non essendo fisicamente
connessa. L’Accademia ci ha chiesto di prevedere una convenzione affinché i visitatori del
Polo Reale, con lo stesso biglietto, possano
accedere anche all’Accademia. Ci saranno iniziative congiunte, come rappresentazioni di
opere in un unico percorso.
Come sono stati i rapporti con il governo?
Il progetto del Polo Reale è stato condiviso con
tutti i ministri e i sottosegretari che in questi
anni si sono succeduti. Abbiamo sempre avuto
grande incoraggiamento e soprattutto abbiamo ottenuto i fondi.
Qual è l’investimento?
Dal 2000 ad oggi è di poco più di 98 milioni di
euro di cui oltre 72 milioni provengono da Roma
e 5 milioni dalla Regione. Tutto il resto, oltre 20
milioni di euro, sono arrivati dalle Fondazioni
(Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Consulta per la valorizzazione del patrimonio).
60
Il Polo è dotato di un’unica centrale tecnologica per ottimizzare i consumi e raffreddare gli
impianti.
Questo progetto è già realizzato. Quando sono
arrivato a Torino c’erano in previsione più
centrali per il freddo e il caldo. In questo caso
siamo stati lungimiranti, evitando inutili doppioni.
Chi ha pensato per primo al Polo Reale?
Dalla fine degli anni Novanta Torino ha un organismo che progetta la trasformazione della
città (Torino Internazionale, ndr) e già allora
c’era un riferimento al museo generalizzato.
Non era esplicitato il concetto di Polo Reale. Dal
2004, con il progetto di Venaria in fase avanzata, pensai a cosa fare e, facendo il classico
tour delle residenze, ho cominciato a notare la stranezza di un unico
compendio con a capo la stessa amministrazione ma gestito in sezioni
differenti. Mi è venuto naturale fare un parallelismo con il Louvre, ma
qui c’erano orari, turni e biglietti diversi. Così, grazie alla mia squadra,
è nato il progetto del Polo.
Tempo di Fondazioni e superfondazioni, cosa succederà al Polo Reale?
Al momento non c’è nessun piano in questo senso. Come direttore regionale ho partecipato alla realizzazione della Fondazione del Museo Egizio e del Consorzio della Venaria e come sistema statale in Piemonte abbiamo contribuito a realizzare importanti e nuove modalità di gestione.
Sono convinto che la fondazione non sia sempre la soluzione ottimale.
Per la sua storia e visto i notevoli investimenti fatti dallo Stato sul Polo
Reale e, considerati anche gli straordinari architetti, archeologi, studiosi
che si sono impegnati in questo progetto, mi sembra giusto che queste professionalità continuino a lavorare. Del resto, fino a dieci anni fa
sembrava una follia pensare di essere al pari di altri istituti in Europa ed
ora Torino è una delle capitali della cultura. Ne siamo orgogliosi ma poi
nessuno ha la bacchetta magica e tutto può succedere.
Aquaforte Argenterie Greggio Artlinea Bibigi Breil Cammilli Chronotech
Chimento Chimento uomo Citizen G. Carità Gioiel Art Guess Hamilton Hiphop
I Titoli Ivat Ivv Le Bebè Maestro Riverso Mediterraneo Morellato Ny by Fani
Orologi Ferrari Ottaviani Pandora ReCarlo Rebecca Thun Venerio Argenti Vetta
EVENTI
di BENEDETTA BREVEGLIERI
Capitale
del digitale
N
on solo uomini, ma animali sociali. E Torino ci da ragione e
ospita la settimana della comunicazione sociale, ovvero la Social Media
Week, dal 23 al 27 settembre 2013. Protagonista assoluta la Comunicazione. Cinque giorni della capitale piemontese saranno interamente
dedicati alla comunicazione digitale e ai Social Media. Quattordici le
città coinvolte in tutto il mondo: da Torino a Londra, da Milano a Bogotà. 1000 gli eventi programmati in totale, di cui 98 a Torino. Seminari,
conferenze e laboratori ospitati in moltissimi luoghi della città, in cui
si lavorerà, confrontandosi e contribuendo sicuramente a fare un passo in avanti nella comprensione di quello che accade negli altri Paesi
e nell’era, appunto, del Verbo Digitale. Un evento importantissimo
che si ripete ogni anno, a febbraio e a settembre, e che costituisce un
appuntamento imperdibile non solo per gli addetti ai lavori, ma anche
per coloro che sono appassionati di comunicazione digitale e sperimentazione dei Social Media e dei Social Network. Attenzione però,
perché la Social Media Week non deve essere confusa come un meeting di maniaci del “twitteriamo allegramente”. Nato a New York dalla
mente di Toby Daniels, infatti, l’evento nasce con lo scopo di indagare
sul tipo di impatto sociale, culturale e ovviamente economico, che sta
avendo oggi la comunicazione digitale nelle nostre società.
La prima giornata di incontri si baserà sulla Partecipazione e sulla scoperta del ruolo della condivisione, sia fra individui singoli, che fra persone ed enti pubblici, spiegando quali dati e contenuti
possono essere trasmessi e prodotti da questo atteggiamento nei confronti della comunicazione
digitale. Il 25 settembre, invece, la parola d’ordine è Innovazione: quella dei laboratori, delle idee
che diventano imprese e non falliscono, degli individui che collezionano progetti nel mondo del
digitale e ne fanno un’impresa. Il giorno successivo, invece, il tema sarà Produrre e cioè cosa impatta sull’economia reale quando si attiva una certa forma di comunicazione.
62
48
EVENTI
E poi ancora, il 27 settembre tornerà una
delle parole chiavi di questo evento mondiale
e cioè Creare. Un’immersione vera e propria
dei Social Media sulla creatività, dai media tradizionali alla musica, dall’arte allo spettacolo,
senza trascurare la grande industria dell’intrattenimento.
L’ultima giornata di conferenze e laboratori sarà infine dedicata al grande tema del
Viaggio. L’industria del turismo non può assolutamente essere esclusa, visto che proprio
gli strumenti digitali più semplici (leggi ad
esempio le recensioni sulla rete) insieme alla
trasmissione globale dei Social Network hanno “salvato” nel vero senso
del termine, piccole realtà turistiche, lontane dalle grandi mete più
conosciute e altrettanto meritevoli per bellezza ed eccellenza. L’obiettivo è quindi evidente: uno strumento alla portata di tutti che possa
consolidare abitudini tese al progresso o le sviluppi, altresì, in aree
di maggiore bisogno. Nell’approccio della Social Media Week, Internet
diventa un modello di comportamento: non più una cruda connessione personale, ma uno strumento per tentare di trovare soluzioni
ai problemi attraverso la collaborazione tra pari. Siamo quasi vicini
ad una nuova Rivoluzione Industriale? Si. Qualche secolo dopo e con
meno reticenze. Forse. Il sistema aziendale, il mondo del Business al
suo completo, il sistema istituzionale e gli apparati pubblici debbono
garantirsi, e in fretta, una posizione efficace che possa avvantaggiarsi
di nuove opportunità in termini di competitività economica e di efficienza, proprio grazie alla realizzazione di nuovi sistemi produttivi
basati su un’architettura sociale con potenzialità di crescita e di diffu-
sione più rapide e meno dispendiose rispetto ai modelli di business
standard. L’evento ha un tema ogni anno, e questa volta l’attenzione
si sposta sui principi della collaborazione e della connessione globale
riunite sotto il titolo di “Open & Connected” e cioè “Aperto & Connesso”.
Torino si rende dunque protagonista della più grande manifestazione mondiale sullo stato dell’arte dei Social Media e della nuova era del
digitale e, in poco meno di cinque anni, Social Media Week conta più
di 100.000 membri in 26 città di tutto il mondo.
settembre 2013 | Plus Magazine | EVENTI
63
Ora Scavolini non è più solo sinonimo di cucina.
Da oggi la nuova collezione Blu Scavolini
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GUSTI E PIACERI
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
Immerso nella campagna di Revigliasco, Cà Mentin è il nuovo ristorante che
lo chef Enzo Gola, già titolare del Faro,
ha ricavato da un cascinale adibito ad
allevamento di cavalli. Il nome rende
omaggio al nonno Clemente, soprannominato Mentin, che nel 1890 aveva
acquistato la struttura. Caratterizzato
da un’atmosfera intima e raffinata, nel
Charme
e arte della ristorazione ...
Cà Mentin non propone “solo” cibo di qualità
locale convivono elementi rustici e moderni – interessante è l’opera dell’artista
Mauro Benetti che accoglie il cliente al
piano superiore – per un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, mix
che si traduce anche nella preparazione e nella presentazione dei piatti. Le
ampie vetrate dell’open space al primo
piano permettono di ammirare sia il panorama della collina sia il dehors esterno, location ideale per un pranzo o una
cena nei mesi più caldi.
Tutto, nell’intento del titolare, è concepito per far sentire l’ospite a proprio
agio: “Cà Mentin è un luogo che diventa
casa, con una cucina curata e attenta ai
dettagli, che unisce l’armonia dei cibi alla
qualità delle bevande. Mi piace che l’ospite
mi suggerisca quello che vorrebbe mangiare
e accontentarlo per me significa coccolarlo”
sottolinea con orgoglio Enzo Gola.
Il menù proposto dallo chef punta
sull’utilizzo di prodotti a chilometri zero
appartenenti alla filiera corta, alcuni dei
quali coltivati nei 3.000 metri quadri di
orto annessi al ristorante.
I piatti, sintesi di qualità e design, rivisitano le ricette classiche in maniera
innovativa per regalare sapori unici. Tra
gli antipasti, assolutamente da provare
sia lo sformatino di carciofi con fonduta
e cialda di parmigiano sia i gamberoni
lardellati con salsa guacamole rivisitata;
tra i primi segnaliamo l’uovo nel ravio-
lo con la fonduta, il burro di marga al
tartufo bianco e il parmigiano reggiano – rivisitazione di un’antica ricetta di
Casa Savoia – e la padellata allo scoglio
con pasta casereccia artigianale o il risotto alle mele con “lard d’Muncalè” e
rosmarino. Il filetto di manzo di Fassone al madera con scaloppa di fois gras e
il petto d’anatra al mango e frutti rossi
– così come il fritto misto composto da
carciofi, toma d’Alba e cervella – sono
invece alcune delle squisite proposte
tra i numerosi secondi, mentre i dessert sono rigorosamente una sorpresa.
La cantina offre ai clienti la possibilità
di abbinare ai piatti il miglior vino ed
è frutto di un’attenta “ricognizione sul
campo” svolta dal titolare stesso.
Molte le etichette piemontesi, perché
il territorio vanta centinaia di piccole
aziende che producono rossi e non solo
di alto livello e sono protagoniste di progetti ambiziosi a costi accessibili: il prodotto ideale secondo Cà Mentin.
Per quanto riguarda le altre regioni, soprattutto per i bianchi e le bollicine, la
carta offre un quadro interessante dell’enologia italiana con prodotti consolidati
e dallo standard qualitativo elevato che
provengono da tutta la penisola, Sardegna e Alto Adige in primis. L’intento di
Enzo Gola è chiaro: “Vogliamo il sapore
delle cose semplici, quelle che rimandano
all’infanzia, ai piatti della nonna, ma
sempre con la curiosità di esplorare nuovi
mondi. Per questo il menù e i vini sono studiati con attenzione”.
Una qualità indiscussa e mai banale che
viene apprezzata dalla clientela fidelizzata, che sceglie Cà Mentin sia per l’ottimo food sia per trascorrere una parentesi di relax, perfettamente in linea con
la filosofia di Enzo Gola che non vuole
essere il “regista” di un semplice ristorante, ma di un mondo in cui i clienti
diventano protagonisti.
CÀ MENTIN
Via Baricco 3
Revigliasco (To)
Tel. 011 2072138 – 335 6810627
www.camentin.it
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Martedì e mercoledì aperti a cena
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Domenica aperti a pranzo e a cena
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settembre 2013 | Plus Magazine | GUSTI E PIACERI
65
GUSTI E PIACERI
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
dalle emittenti radiofoniche argentine.
Naturalmente l’atmosfera da sola non
basterebbe a fare del Volver il ristorante
porteño più rinomato del capoluogo piemontese.
A conferma che la filosofia proposta
nel corso del tempo dai titolari è davvero vincente, il 2013 ha visto l’apertura
del franchising di via Torino 197 a San
Mauro Torinese, che mantiene intatti sia il mood sia la qualità indiscussa
delle materie utilizzate in cucina. Fiore
all’occhiello dei tre locali sono le carni
argentine e i vini. Le prime sono selezionate da una macelleria artigiana che
fornisce bovini di 22 mesi allevati allo
“case argentine”, deve essere rigorosamente originale. La carta non propone
solo la parilla de carbón (grigliata al carbone) ed una serie di entradas (antipasti), ma anche una lista di stuzzicanti
menù completi che includono empanadas (piccoli calzoni ripieni di carne),
provoletas (formaggio cotto alla piastra),
chorizos (salsicce) e molto altro ancora,
postres (dolci) inclusi.
Non manca poi una proposta vegetariana altrettanto appetitosa per soddisfare
tutti i palati. Aperti sia a pranzo sia a
cena, i tre locali offrono anche un menù
più easy per il mediodía cioè il mezzogiorno. Novità targata 2013 è invece il
Tango, musica porteña
e cibo di qualità
Tutto questo è Volver
V
OLVER è il titolo di uno dei più famosi tanghi di Carlos Gardel e in spagnolo significa ritornare. Considerando
che la maggior parte della clientela dei
ristoranti Volver è fidelizzata, sicuramente nessun altro nome sarebbe stato
più adatto di quello scelto da Monica
Galante, la titolare. Le sedi torinesi di
via Botero 7 angolo via Barbaroux e di
via Santa Croce 0/3 nei pressi di piazza
Carlina, come anche il locale in franchising inaugurato il primo febbraio
di quest’anno a San Mauro Torinese,
rendono omaggio alla musica, al ballo,
allo spirito e naturalmente alla cucina
argentina.
Lo stile porteño è tradotto perfettamente negli ambienti informali nei quali
si suddividono i tre locali caratterizzati
dai tavoli in legno e dalle pareti colorate
sulle quali sono riprodotte le abitazioni
tipiche de La Boca, celebre quartiere di
Buenos Aires; il tutto è accompagnato
dalla musica che ravviva i pranzi e le
cene con un repertorio che spazia dal
tango tradizionale al tango nuevo senza
tuttavia dimenticare le playlist proposte
66
stato brado; tutte le carni sono sottoposte a controlli accurati che consentono,
con la certificazione di qualità, il riconoscimento delle norme U.E. per l’importazione in Europa. I secondi sono
frutto di uno studio delle etichette più
interessanti del paese sudamericano e
spaziano dalle proposte più tradizionali
a quelle più innovative tanto per i bianchi quanto per i rossi.
A rendere squisite le carni ci pensano
poi los parilleros, i maestri della griglia,
veri esperti nella cottura dell’asado argentino e conoscitori dei tagli di carne
più adatti ad ogni piatto. Loro, come lo
staff, provengono da questo paese del
Sud America perché tutto, in queste
servizio di delivery a domicilio: una coccola ghiotta per gli amanti della cucina
argentina. Anche se, ovviamente, l’atmosfera conviviale che si respira nei tre
ristoranti Volver è la cornice ideale per
unire food e divertimento. A questo proposito, assolutamente da non perdere le
serate a tema che promettono di lasciare
un ricordo indelebile in questo autunno
sabaudo. Un esempio? Le cene in cui
un’artista argentina dipinge quadri di
tango che vengono poi sorteggiati come
premio per i clienti. Perché il Volver è
questo. Un cuore argentino che pulsa
nella nostra città.
RISTORANTE VOLVER
Torino
• Via Botero 7 angolo Via Barbaroux
• Via Santa Croce 0/3 (piazza Carlina)
www.ristorantivolver.com
[email protected]
Tel. 011 5660524 – 328 9586494
Orari: tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30
e dalle 19.30 alle 00.00
San Mauro Torinese
Via Torino 197
Tel. 011 8986433 – 011 8986700
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IDEE E SERVIZI
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
Arredare con
passione Un must
T
utto è iniziato oltre un secolo fa,
quando Lorenzo Griva aprì a Pinerolo
un laboratorio di falegnameria dedicato
al restauro e alla produzione di mobili.
Dopo di lui il figlio Giuseppe – dopo
anni di esperienza nelle botteghe della
zona – nel 1931 stabilì il suo laboratorio
nell’odierna sede.
Giunta alla quarta generazione, la famiglia Griva, oggi come un tempo, prosegue la propria mission con dedizione,
grazie anche al supporto di un team di
arredatori esperti che fornisce una consulenza completa: dallo studio degli spazi domestici alla scelta dei materiali, dai
colori che meglio esaltano l’ambiente
agli arredi.
Nei 2000 metri quadrati di esposizione la clientela può valutare soluzioni e
idee progettuali complete che prendono
in considerazione le esigenze estetiche,
pratiche e di budget di ognuno. Lo show
room propone sia arredamenti moderni sia forme retrò e linee semplici delle
migliori marche per ogni area della casa:
dalla cucina alla zona giorno, dai bagni
alla zona notte, dalle camerette per i ragazzi ai mobili per ufficio passando per
gli accessori e per i complementi d’arredo. Esiste poi una sezione dedicata
all’outlet, con soluzioni davvero interessanti e vantaggiose, mentre chi predilige mobili o arredi personalizzati può
scegliere creazioni su misura realizzate
ad hoc. Naturalmente il mobilificio cura
in ogni singolo dettaglio anche le fasi di
montaggio.
Per rispondere in maniera puntuale ai
desideri dei propri interlocutori, accanto
al marchio storico si affianca Biogriva,
una realtà giovane e dinamica che nasce dal rispetto dell’ambiente, del lavoro
artigiano e del benessere. I mobili e i
complementi d’arredo firmati Biogriva
sono eco sostenibili, vengono cioè realizzati con legni provenienti da foreste
controllate, ed hanno le finiture lavorate
per Griva Casa
con oli e cere naturali. I titolari riassumono così la filosofia del brand: “Vogliamo che il mobile sia un oggetto desiderato e
che divenga, per chi lo sceglie, l’espressione
tangibile e condivisibile del proprio modo di
pensare. Ecco perché chi acquista Biogriva lo fa in quanto crede in questi valori”.
A dimostrazione dell’attenzione riposta
in questo ambito, la famiglia ha scelto
di lavorare con tecnologie pulite e rinnovabili, utilizza luci LED per illuminare
una parte dello show room e da tempo
si avvale del sistema fotovoltaico. Sempre in ottica di riporre la massima attenzione non solo all’ambiente, ma anche
al cliente, Griva Casa ricorda che sino
al 31 dicembre è attivo il Bonus Fiscale
per cui è possibile detrarre fiscalmente il 50% dell’importo sull’acquisto dei
mobili (D.L. 63/2013). Un’agevolazione
importante per chi desidera arredare o
rinnovare la propria abitazione.
Griva Casa non è “solo” un mobilificio,
ma anche il fulcro di una serie di eventi e iniziative volte a valorizzare il territorio, ecco perché ha creato una stretta
sinergia con aziende quali Reita, che si
occupa di materie plastiche e articoli tecnici, Omphalos arredo e benessere, Ebe
Porte e la famosa Galup.
Lo spazio offre infine agli architetti un
desk sharing, ovvero un ufficio attrezzato per progettare le soluzioni d’arredo
dei propri clienti. La vision della famiglia
Griva è ben definita: essere un punto di
riferimento nazionale ed internazionale per l’arredamento contemporaneo e
biologico con la passione di diffondere
il buon gusto e la qualità alle persone
che desiderano dare cuore alla propria
casa. Una vision condivisa appieno dalla
clientela non solo locale o italiana, ma
anche straniera, soprattutto svizzera,
francese e greca. Una vision che non si
basa solo sulla teoria, ma su azioni concrete e tangibili.
GRIVA CASA
Stradale San Secondo 38 – Pinerolo (To)
Tel. 0121 201712 – Fax 0121 303042
www.mobiligriva.it – [email protected]
www.biogriva.com – [email protected]
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settembre 2013 | Plus Magazine | IDEE E SERVIZI
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IDEE E SERVIZI
di Barbara Odetto (foto A. Lercara)
un progetto realizzato con gli studenti
dell’Istituto Europeo di Design di Torino.
I giovani danno vita a creazioni interpretando in chiave contemporanea gioielli e oggetti preziosi tratti dall’archivio
storico della gioielleria Musy.
Sicuramente una delle proposte più
interessanti in tal senso è lo splendido
anello Nodo, realizzato secondo l’antico
Gioielleria Musy padre e figli
Stile, eleganza e contemporaneità
B
asta varcare la soglia del raffinato
negozio al numero 1 della centralissima via Po per entrare in un’atmosfera
sospesa nel tempo, probabilmente la
stessa dell’epoca di Cavour e dei nobili
torinesi del Settecento.
La Gioielleria Musy padre e figli, infatti,
è un caposaldo tra le botteghe storiche
che rendono il capoluogo piemontese
così regale e ricco di personalità e, altrettanto sicuramente, non si può descrivere la filosofia del negozio attuale senza
presentare la sua storia.
Lo stesso titolare di oggi, il Signor Mario Bellitti, racconta che Giacomo Musy,
originario di Massongy (antica Massongium romana) nella provincia di Chiablese, nel 1707 si trasferì a Torino e in
poco tempo divenne un fornitore ufficiale della Real Casa Savoia. La qualità
dei materiali impiegati, la cura del dettaglio e l’originalità delle sue creazioni
artigiane, tra le quali l’orologio situato
nel proscenio del Teatro Carignano, segnarono un’epoca e gli regalarono grande fama. Per tre secoli gli eredi sono
riusciti a mantenere lo stesso standard
del loro fondatore con coerenza e con
serietà.
L’ultima generazione di una dinastia
così importante è stata la famiglia Roggero che nel 2011 ha ceduto la gioielleria all’attuale titolare che vanta anch’egli
una lunga tradizione in questo settore.
68
Rispettosa del mondo che rappresenta il
nome Musy, la nuova proprietà ha accolto la sfida di lavorare secondo i criteri
di stile ed eleganza che dal 1707 caratterizzano il negozio. Anche la selezione
dei brand proposti è in linea con questa
filosofia; tra i più interessanti segnaliamo Mikimoto, la marca più prestigiosa
al mondo nella creazione di gioielli con
diamanti, perle e collane di perle, i gioielli e le perle griffati Mimi, la gioielleria
di Chaumet (gioielliere dell’Imperatore
Napoleone) e ancora gli argenti di Buccellati – Musy era anche un noto argentiere – e le stilografiche Aurora. Firme
di prestigio, tutte con una storia importante da raccontare.
Accanto alle proposte di lusso vi sono
anche quelle più accessibili, ma sempre
scelte con cura. Poiché il passato è importante, ma evolvere è un must, la proprietà punta sull’innovazione attraverso
disegno dal maestro orafo e reso più
contemporaneo nella scelta dei materiali utilizzati: oro rosa 9 karati, argento
e diamanti. Questo splendido “oggetto
del desiderio” è proposto in quattro versioni differenti: in argento con un pavé
di sedici diamanti bianchi, in argento
con un pavé di sedici diamanti neri, in
argento con un pavé di sedici rubini rossi e in oro rosa nove carati con un diamante. Mentre gli argenti sono esposti
al piano superiore, al quale si accede
con una scala a chiocciola in ferro battuto dell’epoca, tutti i preziosi sono invece
presentati nelle vetrine interne che fanno da perimetro al negozio.
A proposito degli spazi e dell’arredo,
il negozio è stato restaurato in maniera conservativa; sono infatti originali il
bancone in legno, i mobili, la cassaforte
e la pendola realizzata da Musy stesso,
oltre che la chiusura della vetrina lato
strada. Interventi calibrati per mantenere intatta una certa atmosfera di altri
tempi, senza tuttavia risultare troppo
agé. Perché Musy, ai suoi tempi, era un
innovatore e la bottega, oggi, mantiene
intatto lo stesso mood.
GIOIELLERIA MUSY
Via Po 1 - Torino
Tel. 011 8173875 – 011 8125582
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PROTAGONISTI
Ha un sorriso contagioso
la plurimedagliata a Pechino 2008.
Margherita Granbassi
è spesso a Torino, città che ama
e dove ha trovato anche l’amore.
Torino le ha portato bene: qui,
con il suo fioretto, è diventata
campionessa del mondo,
battendo due atlete
come Trillini e Vezzali.
E sotto la Mole ha scelto
di essere testimonial
della campagna del Centro
di Collaborazione Medica
“Sorrisi di madri africane”,
che aiuta a partorire
le giovani mamme.
Margherita
Granbassi Torno
in pedana
per continuare a sognare
di MARIANGELA SALVALAGGIO
48
70
S
ono spesso a Torino, città del mio compagno. Continuo a vivere a
Roma, da luglio di due anni fa mi alleno a Bologna e torno spesso nella
mia Trieste. Torino e Trieste sono molto simili per l’eleganza architettonica e per le persone che ci vivono. Torino mi piace, è una città molto
viva culturalmente e da amante della buona cucina devo dire che ovunque in Piemonte si mangia molto bene.
Ultima gara disputata, il campionato italiano. Un traguardo, nonostante le tante vittorie internazionali, perché viene dopo un brutto infortunio al ginocchio che avrebbe piegato molti. La tua tenacia è un esempio
e mi hai confidato che sono in tanti a chiederti: chi te la fa fare?
Eh sì, due anni di riabilitazione non sono proprio pochi. Mi sento come
una bambina che inizia a camminare. Cosa mi spinge? L’amore che
provo per questo sport e l’amaro in bocca che mi lascerebbe terminare
in questo modo la mia carriera.
Che stagione è stata?
L’obiettivo di quest’anno era partecipare agli Assoluti nella mia Trieste e
ci sono riuscita, solo per questo sono contenta. In quel momento il mio
massimo era fare qualche passo avanti nell’eliminazione diretta poi ho
perso per un calo fisico contro una grandissima. Questa è la terza estate
di lavoro duro a Bologna con il mio fisioterapista. Devo colmare un gap
che è ancora piuttosto consistente.
Niente vacanze?
No, solo ginnastica e pesi. Un mese fa ho subito un intervento di rifini-
PROTAGONISTI
tura ma sono già abbastanza attiva: vado sulla cyclette, tra poco riprenderò a correre e tra qualche settimana dovrei essere pronta per tornare
in pedana.
Prossimo obiettivo?
Penso di partecipare in una condizione più che buona alle gare nazionali, ai primi di dicembre, competizioni che per un’atleta che prepara la
Coppa del Mondo passano generalmente in secondo piano, ma che per
me invece saranno fondamentali: dovrò cercare di mettermi in mostra
per sperare di prendere parte alla stagione di Coppa del Mondo che inizierà a gennaio.
Da Santoro agli studi di trasmissioni sportive, passando per Ballando
con le Stelle. Hai fatto tanta tv nei mesi di lontananza dalla pedana.
Mi chiedono tutti che cosa farò da grande e in questi giorni mi pongo
anche io questa domanda. Le esperienze fatte mi sono piaciute molto,
giornalismo e comunicazione sono affascinanti. Spero di riuscire a dare
anche l’esame da giornalista.
Hai incontrato di recente i bambini del Club Scherma Torino, che domande ti hanno fatto?
Mi hanno riempito di domande come avrei fatto anche io se mi fossi
trovata in quella situazione. Mi hanno chiesto come si fa a raggiungere
grandi risultati, qual è stato il momento più difficile e se ho mai pensato di smettere. Ecco, in un momento come questo, quella è stata una
domanda piuttosto calzante. Mi ha colpito che un bimbo che ha appena
iniziato pensi già che prima o poi tutto debba finire.
Come è nato il tuo impegno con il Centro di Collaborazione Medica?
Ho qualche pregio ma soprattutto molti difetti: uno di questi è la memoria corta. Non saprei, ma ricordo bene che come primo evento abbiamo
promosso una mostra fotografica per la campagna in favore delle madri
africane.
Ero con Giovanna Trillini e mi ha fatto piacere avere condiviso avventure agonistiche ed essere insieme anche in iniziative di questo genere.
Il Centro mi tiene sempre aggiornata sull’andamento della campagna e
mi sono aggiudicata un quadro con tre madri africane. Spero di fare il
prima possibile un viaggio in Africa per capire cosa succede sul campo.
Qualche volta ti vedremo anche allo Juventus
Stadium. Qual è il tuo mito in bianconero?
Non vedo l’ora di andarci. Come tutti gli juventini sono rimasta molto legata al nome di Del
Piero, però, nel presente i miei preferiti sono
Pirlo e Marchisio. Sono convinta che visti i
nuovi acquisti faremo ancora molto bene.
Quanto è importante la serenità affettiva per
far bene anche sul lavoro?
Mi porto sempre dietro gli strascichi di un momento no, anche quando mi calo la maschera
non riesco a tracciare una linea con la vita di
tutti i giorni, per cui la serenità negli affetti è
fondamentale.
Se chiudessi gli occhi potresti vederti a Rio?
Sono una persona fiduciosa ma nello stesso
tempo ho i piedi ben piantati a terra. Se chiudi
gli occhi vuol dire che stai sognando e un sogno ti aiuta ad affrontare con più motivazione
e grinta la realtà. Mi rendo conto che sarà molto molto dura: dopo l’intervento non sapevo
nemmeno se sarei potuta tornare a camminare in maniera decente e invece sono riuscita a
ritornare in pedana.
La voglia c’è e la testa anche...
Sì ma a Rio, a meno che non decidano di introdurre la gara a squadre, andranno due, massimo tre atlete, e sappiamo che in Italia le fiorettiste sono le più forti al mondo. Sarà molto
difficile ma nessuno ci impedisce di sognare.
settembre 2013 | Plus Magazine | PROTAGONISTI
71
COMUNICAZIONE E IMMAGINE
foto R. Morzone
compiere una scelta:
fomentare questa sofferenza oppure lottare
per liberarsi dal proprio
fardello o almeno renderlo più leggero, meno
invadente. Perché tutto
questo possa accadere
bisogna avere il coraggio
di affrontare se stessi e
comprendere le azioni,
le persone, le situazioni
che hanno originato la
nostra sofferenza.
Oscar Wilde è stato lapi-
porre fine a un rancore che, con il passar degli anni, indurisce i nostri cuori
colmandoli di risentimento verso gli
altri o verso noi stessi… ed effettivamente è ancor più difficile perdonare
i propri errori. Ecco perché diventa
necessario coltivare la gratitudine per
maturare il perdono.
Il sentimento di gratitudine è un’espressione dell’amore che possiamo
trovare ogni giorno in piccoli e grandi
gesti che spesso la mente distratta o
soffocata da altre cose non riesce neanche a scorgere. Si dimentica di essere grati e si nutre la fame di possesso
L’ombra
Emanuela Truzzi
O
gni giorno viviamo nuove esperienze e le confrontiamo con la realtà
circostante per valutare se siano positive o negative; entrano nella nostra
memoria emotiva a volte velatamente
altre prepotentemente e possono trasformarsi in tatuaggi dolorosi per la
nostra mente. Cerchiamo di dimenticare o addirittura giochiamo a ingannare noi stessi fingendo che certe cose
non siano accadute e inevitabilmente
entriamo in un oblio di incertezze e
confusione oppure sopportiamo tristemente una condizione vissuta e non
metabolizzata.
Il peso dei ricordi è come una zavorra che può trascinare l’individuo in
un baratro profondo se non riesce a
sciogliere le pene che affollano la sua
mente e alimentano il suo dolore. È un
percorso tortuoso e faticoso ma non è
un tunnel senza uscita… c’è sempre la
possibilità di scegliere.
Sì, l’essere umano ha il libero arbitrio, l’intelligenza che gli permette di
72
dei ricordi
dario nel suo pensiero: “I figli iniziano
amando i genitori, in seguito li giudicano: raramente se non mai, li perdonano”.
Non sono d’accordo sul finale, il processo di cambiamento si può affrontare con il sostegno di un bravo coach.
Due parole fondamentali che utilizzo
nei percorsi coaching mi confermano
da sempre che si può cambiare: la gratitudine e il perdono.
Se cerchiamo una chiave di lettura
profonda ci rendiamo conto di quanto
i due termini siano interconnessi e necessari al vissuto esperienziale di ogni
individuo. La cultura moderna non fa
molto per valorizzare il perdono, anzi,
il più delle volte legittima il rancore e la
vendetta. Come sostiene lo psicologo
canadese Monbourquette, “nel perdono
non ci si limita a non vendicarsi, ma si
deve avere il coraggio di andare alla radice delle tendenze aggressive deviate per
estirparle”.
Il perdono, interpretato al di là del significato escatologico e cattolico, può
come se tutto potesse trasformarsi in
proprietà, anche le persone: figli, mariti, sorelle, mogli e amici!
Provate ogni mattina a pensare ad
almeno tre cose a cui siete grati e vi
accorgerete che, dopo gli sforzi iniziali, imparerete a osservare e non solo
guardare la realtà che vi circonda e ad
apprezzarla. La gratitudine illumina la
nostra vita dando ombra ai ricordi e il
perdono ci permette di vivere meglio
il presente.
Dr.ssa Emanuela Truzzi
docente in comunicazione
e coach motivazionale
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ITINERARI
TORINO
secondo noi
Barbara Odetto & Alessandro Lercara:
una giornalista e un fotografo
alla scoperta della città.
I
ARTE, CULTURA, STORIA E DESIGN,
MA ANCHE BUSINESS, MODA
E APPUNTAMENTI GLAM.
AREE VERDI, ZONE INDUSTRIALI,
PUNTI IN CUI CONVIVONO ETNIE
E TRADIZIONI DIVERSE: TORINO
HA MILLE ANIME AFFASCINANTI
E NOI VE LE FAREMO SCOPRIRE.
QUARTIERE DOPO QUARTIERE.
74
l terzo appuntamento alla scoperta della città è in San Salvario, che si snoda tra la
centralissima stazione di Porta Nuova e il raffinato parco del Valentino. La zona
si divide in due parti: da un lato il quadrilatero diventato sinonimo di nightlife e
ricco di locali aperti dal tramonto all’alba, dall’altro la zona più radical chic, con le
boutique e le botteghe artigiane simbolo della Torino di un tempo. Il borgo, più
di altri, ha vissuto numerose “vite”: nella metà del 1600 furono costruiti, su progetto di Carlo e Amedeo di Castellamonte, la Chiesa di San Salvatore e il Castello
del Valentino, residenza della Madama Reale Maria Cristina di Francia.
ITINERARI
cani. Qualche esempio? Il laboratorio
del mosaicista terrazziere Andrea Besana che si occupa prevalentemente di
progettazione, realizzazione e restauro
di mosaici e pavimenti alla veneziana, lo studio di Bernardino Di Cintio,
operatore shiatsu, e Fulful design che
propone mobili, oggetti per la casa
e accessori per la persona che hanno
come leit motiv la ricerca di creazioni
innovative dallo stile non convenzionale. In San Salvario, naturalmente,
anche il food è internazionale e alle
trattorie piemontesi si affiancano lo-
Tra il 1860 e il 1868 venne edificata
la stazione ferroviaria di Porta Nuova
che univa la città a Genova e nel 1900
fu inaugurato il primo stabilimento produttivo della Fiat nella zona di
corso Dante. Forse proprio per la sua
vicinanza alla stazione, il quartiere è
sempre stato luogo d’elezione degli
immigrati: prima di chi, dal sud Italia,
veniva nel capoluogo piemontese per
lavorare nella grande azienda automobilistica e poi dei numerosi stranieri
che dagli anni novanta hanno scelto la
nostra città. La sua vocazione multietnica si traduce nella presenza di tante
chiese cattoliche alle quali si affiancano il tempio valdese, la sinagoga e le
sale di preghiera musulmane.
cali multietnici come Alef, ristorante
ebraico la cui cucina osserva le regole
dell’alimentazione Kasher e il ritmo
delle feste ebraiche e delle usanze di
molte comunità del mondo. Nel quartiere sorgono infine alcuni dei locali
più trendy della città come le Lavanderie Ramone, per una musica live di
alto livello, e il Lanificio San Salvatore,
perfetto per l’apericena.
Le diverse “vite” di San Salvario sono
sottolineate dalla convivenza di italiani
e stranieri, dall’alternarsi di case con
interni cortili e ballatoi – tipici della
Torino popolare e industriale – a raffinate abitazioni in stile liberty e ancora
dalla presenza di botteghe di impagliatori di sedie, materassai, cordai, tappezzieri, vetrai artistici che si affiancano ai centri di medicina alternativa,
agli studi creativi di ultima generazione e ai negozi di acconciatura nordafri-
settembre 2013 | Plus Magazine | ITINERARI
75
VISITE GUIDATE
Scoprire Torino
e non solo
di Giuliana Rebaudo
C
on l’arrivo dell’autunno riprendono le visite al territorio torinese
con un calendario fitto di iniziative.
Nonostante l’indubbia difficoltà degli
enti pubblici in questa fase di recessione economica che limita, o quanto
meno ritarda, anche le iniziative culturali, non mancano le occasioni per
proseguire i nostri incontri e scoprire
sempre nuove realtà del patrimonio
storico-artistico di Torino e non solo.
A fine settembre è prevista una passeggiata dedicata all’architettura Liberty nell’area intorno a corso Francia e via Cibrario, testimonianza dell’espansione
della città tra fine Ottocento e inizio Novecento e dell’adesione al gusto modernista internazionale da parte dell’alta borghesia torinese. A seguire, è prevista la
visita alla Chiesa Reale di San Lorenzo, capolavoro di Guarino Guarini per scoprire, nello splendore dell’edificio e della sua decorazione, gli effetti ottici “speciali” che l’architetto ha creato grazie alle sue conoscenze astronomiche, facendo
apparire, in particolari condizioni di luce, l’immagine di Dio altrimenti invisibile,
favorendo – secondo la formula barocca – la devozione attraverso la meraviglia.
Visiteremo il nuovo allestimento dei “Capolavori della Galleria Sabauda nella
Manica Nuova di Palazzo Reale”, prima tappa del definitivo trasferimento dei
dipinti della Pinacoteca nell’ala ottocentesca di Palazzo Reale, divenuto parte del
nuovo “Polo Reale” di Torino, che riunisce in un unico complesso architettonico
diversi itinerari museali: un collegamento che offre uno straordinario percorso di
visita fra storia, cultura, arte e paesaggio, che permette di rivivere l’intera storia
della città, dal primo insediamento romano all’Unità d’Italia. Nel Polo Reale si
visiterà anche la mostra temporanea “Archeologia di Torino”, che espone, con
un allestimento multimediale, i ritrovamenti più significativi fatti nell’area urbana torinese dall’Ottocento ai giorni nostri, riferibili a un arco di tempo che dal
neolitico, attraverso l’età medievale, giunge agli strati più recenti. Alla Venaria
Reale sarà possibile visitare la mostra temporanea “Carrozze e portantine delle
corti italiane” che presenta alcune carrozze di gala risalenti al XVIII e XIX secolo, usate dai sovrani in occasione di grandi cerimonie pubbliche, tra le quali il
fiabesco Berlingotto del 1789 di Vittorio Emanuele I e la maestosa “Palombella”,
l’automobile del 1909 appartenuta alla Regina Margherita che iniziò a segnare il
passaggio dalle carrozze alle auto di parata.
Per i mesi successivi sono in previsione altri itinerari di visita, alcuni dei quali
da voi suggeriti, e alcune proposte di viaggi di una giornata o di un week-end in
altre città storiche, che saranno presentati nel prossimo numero della rivista.
Dunque arrivederci a presto.
76
VISITE GUIDATE
Programma Autunno 2013
Per la prenotazione alle visite contattare FABI Plus tel. 011 5611153
oppure [email protected]
MUSEO DI ANTICHITÁ:
PERCORSO TORINO
UN PERCORSO
TRA L’ARCHITETTURA LIBERTY
INTORNO A CORSO FRANCIA
Visita guidata all’area intorno a corso
Francia e via Cibrario, oggetto di un’importante espansione edilizia subito
dopo la costruzione nel 1864-65 di piazza Statuto, cerniera tra la città barocca e
quella ottocentesca. Le nuove strade e
i lotti edificabili sono orientati secondo
la consueta maglia ortogonale, ma l’edificazione si sviluppa in modo irregolare con un’interessante alternanza di
palazzine residenziali, case da reddito,
stabilimenti produttivi ed edifici pubblici. Soprattutto nel tratto compreso tra
piazza Statuto e piazza Bernini è possibile incontrare edifici di notevole pregio
in stile Liberty, tendenza europea innovativa, che ha a Torino un importante
sviluppo dopo l’Esposizione Internazionale organizzata al Valentino nel 1902.
Data: domenica 22 settembre 2013
Orario: dalle ore 15.00 alle 16.30
Visita guidata a uno dei capolavori torinesi di Guarino Guarini, realizzato tra il
1668 e il 1678, per sciogliere il voto che
Emanuele Filiberto fece in occasione
della battaglia di San Quintino, combattuta contro la Francia nella notte di
San Lorenzo del 1557, grazie alla quale
i Savoia poterono tornare in possesso
del loro ducato. L’edificio rappresenta
uno dei tesori barocchi più significativi
della città, testimonianza di una prima
apertura significativa sul piano politico,
oltre che culturale, al linguaggio del barocco romano, che interrompe la severa
tradizione architettonica del ducato piemontese. Alla semplicità dell’esterno,
accentuata dalla rinuncia alla facciata
guariniana in favore dell’omogeneità
architettonica della piazza, si contrappone un interno mirabile per la ricchezza decorativa che comprende anche
“effetti ottici speciali” e la straordinaria
soluzione strutturale della cupola, manifestazione tangibile del pensiero religioso, filosofico e scientifico seicentesco
e della concezione dell’arte intesa come
meraviglia propria dell’età barocca.
Il Museo di Antichità di Torino – ora
parte integrante del Polo Reale di Torino - con la mostra “Archeologia a Torino” apre la sua terza sezione, dedicata
alla lunga storia della città, nei locali al
piano seminterrato, direttamente affacciati sul teatro romano.
La mostra illustra, attraverso audiovisivi
e reperti, l’origine e la funzione celebrativa delle collezioni ad opera della dinastia sabauda, a cui fanno seguito approfondimenti di aspetti particolari della
vita della città dalla protostoria all’Ottocento attraverso materiali archeologici
provenienti da contesti insediativi e funerari rinvenuti nell’area urbana. Rilievi
marmorei, sculture in bronzo, epigrafi
e corredi funerari recuperati durante
la creazione delle infrastrutture dell’espansione dei nuovi quartieri ottocenteschi, ma anche disegni, fotografie e
appunti, in parte inediti, che documentano i ritrovamenti archeologici e i cantieri di recupero e restauro delle mura,
della Porta Palatina e di Palazzo Madama, del teatro e della basilica paleocristiana del Salvatore. L’evolversi recente
dell’archeologia urbana completa con
nuovi dati e ulteriori reperti i risultati
delle indagini ottocentesche e di primo
Novecento, mentre alcuni manufatti di
pregio – come i mosaici pavimentali e
il vasellame – precisano la natura e la
qualità dell’abitare nel tessuto edilizio
residenziale della città antica.
Data: domenica 13 ottobre 2013
Orario: dalle ore 15.00 alle 16.30
Data: domenica 10 novembre 2013
Orario: dalle ore 15.00 alle 16.30
CHIESA REALE DI SAN LORENZO
settembre 2013 | Plus Magazine | VISITE GUIDATE
77
VISITE GUIDATE
Scoprire Torino
e non solo
MOSTRA TEMPORANEA “GRAN GALA REALE”
ALLA REGGIA DI VENARIA
Visita alla mostra temporanea “Carrozze e portantine delle corti italiane” che
presenta 10 meravigliose carrozze risalenti al XVIII e XIX secolo usate dai
sovrani per le loro uscite pubbliche in
occasioni di grandi cerimonie. Si tratta di “opere” tra le più sfarzose ed affascinanti della storia delle corti: un
patrimonio di grande importanza che
desta incanto e stupore, e su cui si intende attirare interesse ed attenzione
per le valenze storiche ed artistiche che
richiama. Sono presenti alcune superbe carrozze di gala dei sovrani italiani
dell’epoca della Restaurazione e del
Risorgimento: Carlo Alberto, Vittorio
Emanuele II, Pio IX, i Re di Napoli, di
Sicilia e Sardegna e del Granduca di To-
scana. In mostra anche il celebre fiabesco Berlingotto del 1789 di Vittorio Emanuele I, l’unica carrozza regale italiana
del Settecento rimasta tra gli ultimi
simboli dell’Antico Regime, probabilmente in uso anche alla Venaria Reale.
Completano l’allestimento 3 portantine
di corte del Settecento, alcuni preziosi
disegni originali delle carrozze e la maestosa “Palombella”, l’automobile del
1909 appartenuta alla Regina Margherita che iniziò a segnare il passaggio dalle
carrozze alle auto di parata.
Data: domenica 1 dicembre 2013
Orario: dalle ore 10.00 alle 12.00
I CAPOLAVORI DELLA GALLERIA
SABAUDA NELLA MANICA NUOVA
DI PALAZZO REALE
Presso la Manica Nuova del Palazzo
Reale di Torino è possibile visitare la
mostra “Torino, Europa. Le grandi opere d’arte della Galleria Sabauda nella
Manica Nuova di Palazzo Reale”. Sono
esposte 95 opere d’arte, tra sculture e
dipinti del periodo storico compreso fra
il XIV e il XIX secolo, provenienti dalla
Galleria Sabauda di Torino. La mostra
segna per la Pinacoteca di Torino l’inizio di una nuova fase; rappresenta infatti la prima tappa del trasferimento,
che verrà completato nel 2014, di tutte
le 1.200 opere della Galleria Sabauda
nella Manica Nuova di Palazzo Reale,
parte integrante del nuovo Polo Reale di Torino, un grande e importante
complesso museale nel centro storico
di Torino che includerà: Palazzo Reale,
Palazzo Chiablese, la Biblioteca Reale,
l’Armeria Reale, la Galleria Sabauda, il
Museo di Antichità e i rinnovati Giardini
Reali.
Data: domenica 15 dicembre 2013
Orario: dalle ore 9.30 alle 11.00
78
CONFERENZE E CORSI
CONFERENZE E CORSI
AUTUNNO 2013
Gli appuntamenti si svolgono presso la sede di Via Guarini 4 a Torino nelle date sotto
indicate dalle ore 18,00 alle ore 19,30.
La partecipazione è gratuita per gli associati e loro familiari.
Al termine di ogni conferenza viene offerto un aperitivo ai partecipanti.
Per prenotazioni rivolgersi a FABI Plus tel. 011 5611153 – [email protected]
CONFERENZE
8 OTTOBRE 2013
“Piede e postura”
Relatore: Dr. Luca Traversone
Podologo
15 OTTOBRE 2013
“Ansie, paure, fobie... come superarle”
Relatore: Dr. Enrico Rolla
Fondatore e direttore Istituto Watson
29 OTTOBRE 2013
“Intolleranze alimentari: come migliorare resa ed efficienza e rafforzare le capacità difensive del proprio organismo”
Relatrice: Dr.ssa Elisabetta Zecchin
Biologa nutrizionista
5 novemBRE 2013
“Kinesiologia e Fiori di Bach”
Relatrice: Chiara Mattea
Kinesiologa
12 novemBRE 2013
26 novemBRE 2013
“Laser e vista: Femtolasik. L’ultima
frontiera della chirurgia refrattiva”
Relatore: Dr. Claudio Panico
Primario Ospedale Oftalmico di Torino
“Invecchiamento cutaneo, ringiovanimento naturale; come riportare indietro l’orologio”
Relatrice: Dr.ssa Maria Luisa Pozzuoli
Chirurgo Estetico e Chirurgo Maxillo Facciale
20 novemBRE 2013
“Coppie di fatto - Unioni civili”
Relatore: Notaio Remo Bassetti
CORSi
16 ottoBRE 2013
“L’elisir della bellezza”
Relatrici: Dr.ssa Bianca Toesca e Dr.ssa
Fosca Lagattolla di Easyeventi
13 novemBRE 2013
“Il bon ton in ufficio”
Relatrici: Dr.ssa Bianca Toesca e Dr.ssa
Fosca Lagattolla di Easyeventi
4 DICEMBRE 2013
“L’arte della tavola natalizia”
Relatrici: Dr.ssa Bianca Toesca e Dr.ssa
Fosca Lagattolla di Easyeventi
80
CONVENZIONI
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moderno interior design, raffinato ed
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persone;
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82
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territorio piemontese.
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Caposaldo tra le botteghe storiche
che rendono il capoluogo piemontese così regale e ricco di personalità.
Si trovano firme di prestigio, tutte
con una storia importante da raccontare. Accanto alle proposte di lusso vi
sono anche quelle più accessibili, ma
sempre scelte con cura.
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dell’espresso e la tecnologia di uno dei
marchi più conosciuti e apprezzati nel
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subito i diversi aromi dei grandi espressi Lavazza A Modo Mio.
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Medico Chirurgo Oculista
Primario di due reparti all’Ospedale
Oftalmico di Torino, Traumatologia
Oculare e Oculistica Generale.
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dalla correzione dei difetti di refrazione, fino alla chirurgia della retina con
i corpi estranei, i distacchi di retina, la
rottura del bulbo.
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assicurazione.
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ABBONAMENTI RIVISTE
Una delle principali società europee nel
settore editoriale, la sua mission è di favorire la diffusione della cultura e delle
idee con una produzione che tocca ogni
genere e raggiunge tutti i lettori.
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mensili e periodici ed inoltre contributo
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Cell. 335 8063960
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I LUOGHI DEL GUSTO
I luoghi del gusto
FABI Plus consiglia:
RISTORANTE ARGENTINO
VOLVER
Il segreto del ristorante Volver è
quello di far cuocere la carne da
cuochi specializzati, secondo
le antiche tradizioni: il punto
di forza è infatti la carne argentina, considerata tra le migliori
al mondo, che arriva fresca, sottovuoto.
Inoltre si possono scegliere i
migliori tagli della carne italiana
selezionati da una macelleria
artigiana. Al menù si aggiunge
un’ampia varietà di antipasti
e piatti tipici argentini, quali le
“empanadas” da accompagnare a prelibati vini locali.
RISTORANTE CA’ MENTIN
Immerso nella campagna di
Revigliasco, in una splendida
posizione affacciata sulla collina di Pecetto, il Ristorante Cà
Mentin è stato ricavato da un
vecchio cascinale completamente ristrutturato. Ambienti in
cui convivono con armonia elementi rustici e moderni, in un
perfetto equilibrio tra tradizione
e innovazione: a partire dall’arredamento, concepito con gusto e attenzione per i dettagli,
sino alla preparazione dei piatti.
Materie prime di qualità che
provengono dalla filiera corta,
servizio accurato, perfetto mix
di tradizione e sperimentazione
ed una cantina ricca di etichette
interessanti sono gli ingredienti
usati dal suo chef e titolare.
Ristorante Volver
Via Botero angolo Via Barbaroux - Torino
Via Santa Croce 0/3 Piazza Carlina - Torino
Tel. 011 560524 - 0115628441 - Cell. 328 9586494
www.ristorantivolver.com
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Per gli associati FABI Plus: sconto del 15% a cena
Ristorante Cà Mentin
Via Baricco 3 - Revigliasco (To)
Tel. 011 2072138 - Cell. 335 6810627
www.camentin.it
[email protected]
Per gli associati FABI Plus: sconto del 10%
RISTORANTE
DELFINO BLU
Il Ristorante Delfino Blu e le sue
specialità ai frutti di mare sono
tra le più conosciute e apprezzate all’interno del panorama
della ristorazione torinese.
Da oltre 25 anni il Delfino Blu
è il punto di riferimento per
quanti amano gustare un menù
RISTORANTE
LA PERGOLA ROSA
Il Ristorante La Pergola Rosa
nasce nel 1938 ed è stato recentemente oggetto di un restyling che gli ha permesso di
mantenere la sua affascinante
impronta Art Decò anni ‘40.
Una cena alla Pergola Rosa vuol
dire cordialità, intimità, cucina
di pesce ricco di proposte creative e stuzzicanti. Il titolare cura
personalmente ogni portata e
coordina il suo staff composto
da otto persone tra la sala e la
cucina che collaborano con lui
da 15 anni.
Ristorante Delfino Blu
C.so Orbassano 277 - Torino
Tel. 011 3115080
www.ristorantedelfinoblu.com
[email protected]
Per gli associati FABI Plus: sconto del 10%
tradizionale non solo piemontese. Costante attenzione nella
ricerca della qualità dei prodotti, carni, pesce e verdure principalmente di stagione.
La Carta dei vini abbraccia l’internazionalità con predominanza piemontese.
Ristorante La Pergola Rosa
Via XX Settembre 18/A – Torino
Tel. 011 537562
www.lapergolarosa.it
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Per gli associati FABI Plus: sconto del 10% a cena
settembre 2013 | Plus Magazine | I LUOGHI DEL GUSTO
83
CONVENZIONI
Dr.ssa POZZUOLI MARIA LUISA
Chirurgo Estetico e Chirurgo Maxillo
Facciale
Medico specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale, ha conseguito anche un
Master in Chirurgia Estetica Morfodinamica.
Esegue interventi di mastoplastica,
rinoplastica, liposuzione, blefaroplastica, addominoplastica presso la clinica Fornaca a Torino, la Columbus a
Milano e Villa Parioli a Roma.
Per gli associati FABI Plus
sconto del 10% sui trattamenti di medicina estetica.
Per prenotazioni:
• Torino: Studio Medico
Via Pietro Micca 21 - Torino
Tel. 011 6989797
Cell. 345 3105694
• Milano: Clinica “Columbus”
Via Michelangelo Buonarroti 48
Milano
Cell. 345 3105694
• Roma: Clinica “Villa Parioli”
Via F. Giordano 8 - Roma
Cell. 345 3105694
[email protected]
www.dottoressapozzuoli.com
Dr. TRAVERSONE LUCA
Medico Podologo
È un podologo laureato presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Genova con un master in posturologia.
Si occupa della salute del piede e delle
patologie legate alla deambulazione e
alla postura.
Per gli associati FABI Plus sconto del
15% su visita podologica e posturale
• Via Giannetti 7a - Torino
(Gran Madre)
Tel. 011 8399088
• Via Abeg 43 - Borgone di Susa (To)
Cell. 347 0744686
• Via Mazzini 3/B - Settimo Torinese (To)
Cell. 347 0744686
[email protected]
www.podologist.it
84
GITE
Per prenotazioni
rivolgersi a FABI Plus Tel. 011 5611153
[email protected]
Sabato 31 agosto
e domenica 1 settembre 2013
VENEZIA
Regata Storica
Week-end dedicato alla visita della città e delle
isole lagunari in occasione della famosa Regata Storica, una spettacolare sfilata di antiche
imbarcazioni cinquecentesche e personaggi in
costume. In occasione della manifestazione il
Bacino di San Marco pullula di circa 1500 gondole di ogni tipo provenienti da tutta Europa, che si radunano fin dal mattino
ed attendono il via per iniziare un percorso di circa 30 km lungo il Canal Grande.
Una fedele ricostruzione del passato glorioso di una delle Repubbliche Marinare
più potenti e influenti del Mediterraneo.
Sabato e domenica 9/10 novembre 2013
PARMA
November Porc - VIII edizione
Tutti i fine settimana del mese di novembre la
“Bassa Parmense” si vestirà a festa per l’edizione 2013 della staffetta più golosa d’Italia,
il November Porc...speriamo ci sia la nebbia!
Un mese all’insegna del divertimento e della
buona tavola con mercati di prodotti tipici,
attrazioni musicali, artisti di strada, stand
gastronomici e concerti live! Si potranno assaporare le delizie della zona: Culatello di Zibello, Spalla Cruda di Palasone, Spalla di San Secondo, Parmigiano
Reggiano, Fortana del Taro e tante altre bontà gastronomiche.
Sabato e domenica 7/8 dicembre 2013
ALTO ADIGE
Mercatini di Natale
Week-end in Trentino per visitare i famosi
mercatini di Natale nelle città di Bressanone e
Bolzano, dove ha avuto origine questa allegra
tradizione diffusasi poi in vari luoghi d’Europa. Le eleganti bancarelle in legno adornate secondo lo stile tipico tirolese offrono ai
visitatori i più svariati prodotti tradizionali
sudtirolesi come presepi, stoffe, ceramiche fatte a mano, sculture in legno,
ma anche gustose leccornie che stupiranno ogni palato. Rappresentazioni del
presepe vivente, spettacoli di marionette e giostre musicali regalano ai bambini, e non solo, momenti di magica felicità. Al calar della sera le magiche
note natalizie e la romantica luce delle candele invadono i vicoli con toni caldi
e suggestivi. Pernottamento in un tipico albergo Tirolese e nella mattinata di
domenica, visita alla famosa fabbrica di ceramiche Thun.
SPETTACOLI
Tramite il circuito ticket.it vendita di biglietti per gli
spettacoli:
NEGRITA
MAX PEZZALI
TORINO
Teatro Colosseo
19 ottobre 2013 ore 21.00
TORINO
Palaolimpico ex Isozaki
10 novembre 2013 ore 21.00
Galleria A € 34,50
Galleria B € 28,75
Poltronissima € 40,25
Poltrona A € 34,50
Poltrona B € 28,75
NEK
1° anello numerato € 41,40
2° anello num. frontale € 41,40
2° anello non numerato € 34,50
Parterre € 34,50
NEGRAMARO
TORINO
Palaolimpico ex Isozaki
16 ottobre 2013 ore 21.00
TORINO
Palaolimpico ex Isozaki
28 novembre 2013 ore 21.00
1° anello numerato € 40,25
Parterre € 34,50
QUEENS OF THE STONE AGE
ASSAGO (MI)
Mediolanum Forum
3 novembre 2013 ore 21.00
1° anello numerato € 46,00
2° anello num. frontale € 40,25
2° anello non numerato € 34,50
Parterre € 40,25
PAOLO CONTE
TORINO – Auditorium
G. Agnelli – Lingotto
29 novembre 2013 ore 21.00
Galleria € 45,00
Poltronissima 1º posti € 110,00
Poltronissima 3º posti € 90,00
Poltrona 1º posti € 80,00
Poltrona 2º posti € 70,00
Poltrona 3º posti € 60,00
Parterre non numerato € 37,95
Tribuna non numerata € 37,95
50 ANNI NOMADI
TORINO
Teatro Colosseo
9 novembre 2013 ore 21.00
EMMA
TORINO
Palaolimpico ex Isozaki
7 dicembre 2013 ore 21.00
Galleria A € 31,00
Galleria B € 23,00
Platea A € 37,95
Platea B € 31,00
1° anello numerato € 36,80
2° anello num. frontale € 36,80
Parterre € 32,20
Per prenotazioni e ritiro biglietti
rivolgersi a FABI Plus – Tel. 011 5611153 – [email protected]
settembre 2013 | Plus Magazine | SPETTACOLI
85
l’architetto risponde
L’architetto Giovanna Furbatto collabora
con Plus Magazine per offrire ai lettori il suo
parere e i suoi consigli relativi a ristrutturazione
di residenze private, uffici e negozi, realizzazione
di nuove costruzioni, classificazione energetica,
accatastamenti, pratiche edilizie.
Potete inviare le vostre domande
a [email protected].
Sto per iniziare la ristrutturazione del
mio alloggio. Posso ancora usufruire
delle detrazioni fiscali?
Benedetta
Certo. Fino al 31 dicembre 2013, secondo recentissime disposizioni, sarà
possibile detrarre le spese sostenute
per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria fino a un tetto
massimo di spesa di e 96.000,00, detraibili al 50 % in dieci anni. Inoltre gli
interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica quali il rifacimento della coibentazione, l’installazione
d’infissi termici e simili, fruiscono di
un rimborso pari al 65% dell’importo.
Un’importante novità è la possibilità di
detrarre anche la spesa per l’acquisto di
mobili, per un massimo di e 10.000,00
(sempre al 50%, in 10 anni). Per ottenere
le agevolazioni è però essenziale che il
rifacimento dell’arredamento sia successivo a un intervento di ristrutturazione.
◆◆◆
Ho un alloggio al mare con una particolarità: nel palazzo il lastrico solare è
diviso in tanti piccoli lotti di proprietà
dei condomini, ciascuno formante dei
piccoli terrazzi. Posso chiudere la mia
parte? E, in tal caso, devo chiedere un
permesso edilizio?
Jacopo
Se il regolamento condominiale
specifica con chiarezza che il lastrico
solare è suddiviso in singole proprietà, è sufficiente comunicare all’amministratore le proprie intenzioni. Per
quanto riguarda l’eventuale permesso
edilizio, non è necessario, se si tratta di
una struttura completamente rimovibile, ma anche in questo caso è necessario darne comunicazione scritta.
◆◆◆
◆◆◆
Sto ristrutturando il mio appartamento operando modifiche interne. Prima
di iniziare i lavori, ho presentato un regolare permesso presso l’Ufficio Tecnico
di Torino. Nel corso dei lavori vorrei tuttavia modificare il progetto originale.
Devo presentare una variante?
Matteo
Ho un piccolo basso fabbricato in periferia a Torino. Come posso valorizzarlo,
senza spendere tanto?
Veronica
Sì. Si deve procedere con la richiesta di una “variante in corso d’opera”
da presentarsi prima di eseguire i lavori.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un
professionista per chiedere uno studio
di fattibilità sull’area in cui insiste il
suo immobile. Il costo di questa prestazione professionale non è elevato
e permette di definire chiaramente le
possibilità d’intervento prima di prendere una qualsiasi decisione.
settembre 2013 | Plus Magazine | GLI ESPERTI RISPONDONO
87
il notaio risponde
Il notaio Remo Bassetti, titolare dell’omonimo studio torinese,
collabora con la nostra rivista, per fornire ai lettori chiarimenti
su problematiche e pratiche inerenti per esempio a successioni,
donazioni, compravendita di immobili, costituzione di associazioni e fondazioni, convenzioni matrimoniali e costituzione di
fondi patrimoniali, mutui e altri tipi di finanziamento.
Per le vostre domande scrivete a [email protected].
Sono divorziata da alcuni anni e ora
convivo con il mio compagno, vorrei
sapere se avremo gli stessi diritti delle
coppie sposate grazie alla nuova legge sulle unioni civili.
Elisabetta - Intesasanpaolo
Gentile signora, attualmente non
c’è alcuna nuova legge sulle unioni
civili, nonostante i periodici proclamino di questo o quel politico che
promette di uniformare il nostro paese al resto d’Europa. Per via contrattuale, però, è possibile ( e a mio parere
in molti casi del tutto consigliabile)
regolamentare i rapporti in modo da
ottenere una tutela, sia nei reciproci
rapporti che con effetto verso i terzi:
in altre parole fare del convivente
un quasi-coniuge dal punto di vista
dei diritti. È una casistica su cui ho
concentrato molto il mio studio e la
mia attenzione in questo periodo e
che mi ha portato a varare quello
che ho definito “contratto di unione
civile”, una sorta di Pacs italiano.
◆◆◆
Mio marito è un piccolo imprenditore
e mi ha chiesto di fare la separazione dei beni. Questa scelta influirà sui
miei diritti ereditari?
Giuliana
Gentile signora, non credo di conoscere ormai un solo imprenditore,
piccolo o grande che sia, che si trovi
in comunione dei beni con il coniuge. Lo dico senza nessuna intenzione
di influenzarla a pro della richiesta
di suo marito, ma solo per dire che
è in effetti una cautela abbastanza
normale per chi rischia il proprio
patrimonio nell’attività d’impresa.
La separazione dei beni con i diritti
successori non c’entra assolutamente nulla, i diritti saranno i medesimi.
Tutti gli effetti si verificano da vivi: il
più importante è che i beni comprati
da soli, senza l’intervento del coniu-
ge, non diventano comuni durante
il matrimonio ma, appunto, cadono
solo in successione.
◆◆◆
Egregio Notaio mia zia, senza figli, è
vedova da più di 20 anni. Suo marito
era bancario ed aveva 2 figli di primo
letto. Se la zia muore quali sono i diritti e le pretese dei figli di lui?
Paola
Il nostro diritto prevede che destinatari della successione siano solo
i parenti, mai gli affini, vale a dire i
parenti acquisiti: pertanto ai figli
dell’ex marito non spetta nulla. A
meno che, naturalmente, non sia intenzione della zia di lasciar loro una
quota di eredità o anche istituirli
unici eredi con testamento.
◆◆◆
Ho acquistato 5 anni fa da INDAP un
appartamento prima casa con agevolazione in quanto ero in affitto, posso
venderlo e acquistarne un altro più
piccolo (sempre prima casa) senza
problemi o costi?
Antonio
Per capirne di più dovrei probabilmente vedere il suo titolo di acquisto e verificare che da esso non risulti
qualche vincolo alla vendita, quinquennale o decennale: quest’ultimo,
evidentemente, costituirebbe più
che un problema. Per il resto, in linea
di principio, se sono trascorsi effettivamente cinque anni non c’è mai un
rischio di onere o spesa a carico del
venditore.
88
l’esperto fiscale risponde
Paolo Quaglia, responsabile della sezione fiscale
della Nova Labor Servizi /Caaf Fabi srl,
collabora con la nostra rivista per rispondere
ai quesiti posti dai lettori relativi a redditi,
detrazioni e deduzioni inerenti alla compilazione
del Modello 730.
Potete inviare le vostre domande
a [email protected].
◆◆◆
Mia moglie ha acquistato al 100%,
come prima casa, l’immobile dove
attualmente risiediamo. È unica intestataria del mutuo per l’acquisto, ma
è fiscalmente a carico del sottoscritto.
Posso portarmi in detrazione gli interessi passivi?
Roberto
I versamenti per il riscatto degli anni
di laurea sono oneri deducibili o detraibili?
Francesco
Purtroppo no: mancando in capo
a Lei la duplice condizione di proprietario e di intestatario del contratto
di mutuo, il fatto che la moglie sia
fiscalmente a suo carico è irrilevante
e quindi, come detto, non è possibile
detrarre gli interessi passivi.
La normativa fiscale vigente elenca tra gli oneri deducibili dal reddito
anche i contributi previdenziali e assistenziali versati facoltativamente
alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza,
qualunque sia la causa che origina il
versamento: il riscatto degli anni di
laurea rientra a pieno titolo in tale
fattispecie. Diversamente, nel caso in
cui il riscatto sia eseguito in favore di
familiari a carico, i contributi versati
possono essere detratti dall’Irpef nella misura del 19% .
◆◆◆
◆◆◆
Ho conseguito, prima di entrare in
Banca dove attualmente lavoro, una
laurea in Ingegneria e successivamente mi sono iscritto al relativo ordine professionale: la tassa annuale
che verso per l’iscrizione al predetto
ordine è detraibile?
Giuliano
Ho concesso in comodato a mia madre con facoltà di locazione a terzi
un immobile di mia proprietà. È intenzione di mia madre stipulare un
contratto di locazione con opzione
per la cedolare secca, in cui essa stessa
risulta locatrice. Chi deve dichiarare il
reddito relativo?
Anna - Intesanpaolo
Nel suo caso la conseguenza dal
punto di vista fiscale è che la titolarità del reddito fondiario non si trasferisce ma resta in capo al proprietario/comodante, cioè dovrà essere
imputato esclusivamente a Lei e non
a sua madre.
Il contratto di comodato è, in sostanza, un contratto a effetti obbligatori
e non reali: in altre parole il soggetto
che riceve in comodato il bene, denominato comodatario, acquisisce
nei confronti dello stesso un diritto
personale di godimento e non un diritto reale. Bisogna inoltre aggiungere che la legge concede la facoltà di
applicare la cedolare secca solo alle
persone fisiche titolari del diritto di
proprietà o di un altro diritto reale
di godimento (uso, usufrutto e abitazione) per cui non è neppure possibile assoggettare a cedolare secca il
contratto di locazione.
Qualora, come nel suo caso, si
svolga un’attività di lavoro dipendente, la quota pagata per l’iscrizione a un ordine professionale non è
un onere detraibile né deducibile dal
reddito complessivo. Anche se l’iscrizione obbligatoria a un ordine professionale comporta il versamento di
una tassa annuale, tale tassa, solo nel
caso di esercizio dell’attività professionale, è fiscalmente deducibile in
sede di determinazione del reddito
di lavoro autonomo, rientrando tra
le spese inerenti l’esercizio della professione.
settembre 2013 | Plus Magazine | GLI ESPERTI RISPONDONO
89
l’esperto immobiliare risponde
Il Dottor Cesare Furbatto, titolare
dell’omonimo studio immobiliare
torinese, collabora con la nostra
rivista per dare la possibilità ai
lettori di avere risposte esaustive alle
domande inerenti il settore casa.
Potete inviare le vostre richieste a
[email protected].
Ho ereditato un immobile insieme ai
miei due fratelli e a 2 cugini. Non riusciamo a metterci d’accordo su come
procedere per individuare esattamente
i valori anche perché uno dei cugini potrebbe essere direttamente interessato
all’acquisto. Come ci suggerisce di procedere?
Pier Giorgio
Consiglio di far eseguire da ciascuno di voi una perizia scritta, di escludere le due valutazioni con il valore più
alto e quella con il valore basso e successivamente procederei alla media
delle altre 3 perizie.
◆◆◆
Sono proprietario di un alloggio a Torino e vorrei comprare l’appartamento
del mio vicino per potermi allargare.
Il mio appartamento è stato acquistato con le agevolazioni prima casa. Nel
fare questo eventuale secondo acquisto
posso godere nuovamente delle agevolazioni di prima casa?
Antonino
Sì, è possibile acquistarlo come prima casa provvedendo, prima dell’atto,
ad una fusione catastale dei due immobili.
◆◆◆
Ho sottoscritto un compromesso per
l’acquisto di un appartamento a Torino.
Posso nominare una terza persona che
acquisti al posto mio?
Arianna - Unicredit
L’art. 1401 del codice civile contempla questa possibilità : “la dichiarazione di nomina dev’essere comunicata
all’altra parte nel termine di tre giorni
dalla stipulazione del contratto, se le
parti non hanno stabilito un termine
diverso”.
◆◆◆
Sono proprietario di un negozio occupato con un contratto che scadrà fra 2
anni. Avrei deciso di venderlo e dal momento che l’inquilino non è interessato
all’acquisto mi consiglia di disdettare il
contratto?
Umberto
Si, ma deve tener conto che l’inquilino ha diritto ad un’indennità per la
perdita di avviamento pari a 18 mensi-
lità dell’ultimo canone pagato che può
raddoppiare qualora dovesse acquistare qualcuno che eserciti la stessa attività o attività affini.
◆◆◆
Sono proprietario di un alloggio che vorrei affittare. Per una mia maggiore tutela
posso richiedere al futuro nuovo inquilino un deposito cauzionale di 4/5 mesi?
Romeo, esodato
No, il deposito cauzionale non può
essere superiore a tre mensilità del
canone. Esso è produttivo di interessi
legali che devono essere corrisposti al
conduttore alla fine di ogni anno.
◆◆◆
Sono proprietario di un alloggio ad
Alassio che vorrei vendere. Non conosco
nessuna agenzia immobiliare in loco e
quindi non saprei come muovermi. Ha
qualche consiglio da darmi?
Emanuele
Le consiglio due strade:
1) dedicare uno/due week-end sul posto
(normalmente in media/alta stagione
le agenzie della riviera sono aperte anche la domenica), contattare le agenzie
più referenziate e alla fine fare la propria scelta (in funzione della persona,
del servizio offerto, del marketing promozionale proposto e dei costi provvigionali);
2) affidarsi ad una agenzia torinese la
quale in co-agency si affiancherà ad
una agenzia locale. Normalmente i
costi provvigionali non cambiano (il
proprietario paga l’agenzia di Torino
mentre l’acquirente paga l’agenzia del
mare). Il vantaggio è di un marketing
più esteso con un raggio d’azione più
ampio (ogni agenzia fa pubblicità sul
proprio territorio).
90
l’avvocato risponde
Pubblichiamo alcuni dei quesiti posti dai nostri
lettori all’avvocato Giuseppina Verduci alla
quale abbiamo chiesto, per ciascuno di essi,
di esprimere il suo parere. Come al solito
tra le richieste pervenute in redazione si è
cercato di scegliere quelle con una valenza
di interesse generale.
Potete inviare le vostre domande per l’avvocato
Verduci direttamente a [email protected].
Scrive Marco dalla Provincia di Torino
sottoponendo alla mia attenzione il seguente quesito: “Sono iscritto al primo
anno di un corso di laurea breve alla
Facoltà di Economia e Commercio di
Torino e contemporaneamente lavoro
a tempo indeterminato in una grossa
società. Ho diritto ai permessi retribuiti
quando ho necessità di assentarmi dal
lavoro per sostenere gli esami?”
Gentile lettore, i lavoratori studenti,
iscritti e frequentanti corsi regolari di
studio in scuole di istruzione primaria,
secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate
al rilascio di titoli di studio legali, compresi quelli universitari, hanno diritto
alla concessione di permessi giornalieri
retribuiti per consentire di sostenere le
prove di esami.
Oltre a ciò il datore di lavoro deve, se
richiesto dal lavoratore, assegnare allo
stesso turni di lavoro che agevolino la
frequenza ai corsi e la preparazione agli
esami e non lo obblighino a prestazioni
di lavoro straordinario o durante i riposi
settimanali. In altre parole, il datore di
lavoro non può pretendere che lo studente lavoratore si adegui a turni di lavoro che non permettano la frequenza
delle lezioni o lo studio personale per
sostenere gli esami, né tantomeno la
sua presenza al lavoro oltre l’orario normale e nelle giornate non lavorative.
come ha ribadito la recente sentenza n.
20658/05 della Cassazione, che ha riconosciuto l’estensione dei diritti dell’articolo 10 anche a chi frequenta corsi di
laurea breve.
◆◆◆
Mi scrive una lettrice su un tema di particolare attualità trovandoci in prossimità di vacanze estive. La signora mi
esprime la sua preoccupazione relativamente al risarcimento del danno che
ha richiesto a seguito dello smarrimento della propria valigia da parte di una
compagnia aerea, poiché teme che la
normativa vigente preveda delle ipotesi
che lo escludano.
La vicenda che la lettrice ha descritto integra pienamente un’ipotesi di
responsabilità del vettore aereo che secondo quanto previsto dall’ex art. 3 Regolamento CE n. 2027/97 è disciplinata
dalla Convenzione di Montreal del 1999.
L’art. 17, co.2 della predetta Convenzione
stabilisce che “Il vettore è responsabile
del danno derivante dalla distruzione,
perdita o deterioramento dei bagagli
consegnati, per il fatto stesso che l’evento che ha causato la distruzione, la perdita o il deterioramento si è prodotto a
bordo dell’aeromobile oppure nel corso
di qualsiasi periodo durante il quale il
vettore aveva in custodia i bagagli consegnati”.
Tale responsabilità è esclusa solo nel
caso in cui “il danno derivi esclusivamente dalla natura dei bagagli o da difetto o vizio intrinseco”.
Trattasi, con evidenza, di una responsabilità contrattuale particolarmente rigorosa, che presume la colpa del vettore
e dalla quale quest’ultimo può liberarsi
soltanto provando che l’inadempimento è, in realtà, non imputabile a sé, collegandosi a una causa del tutto indipendente dalla sua sfera giuridica.
Il vettore, infatti, a fronte del pagamento del corrispettivo del viaggio e
dell’emissione del biglietto, assume
non solo l’obbligazione principale di trasferimento di una persona da un luogo
all’altro, ma anche quella, accessoria,
di trasporto e custodia delle cose che il
viaggiatore porta con sé.
Pertanto, lo smarrimento e/o la conseguente ritardata riconsegna della valigia costituiscono una violazione dei
doveri contrattuali gravanti sulla compagnia, con obbligo, per quest’ultima, di
risarcire tutti i danni patrimoniali e non
patrimoniali collegati al trasportato.
È quanto prevede l’articolo 10 della legge 300 del 1970 più comunemente nota
come Statuto dei lavoratori.
La norma riguarda tutti i lavoratori studenti e si ricollega all’esigenza di accrescere la professionalità del lavoratore o
più in generale il suo patrimonio culturale, in armonia con i principi di cui
agli articoli 34 e 41 della Costituzione
settembre 2013 | Plus Magazine | GLI ESPERTI RISPONDONO
91
La parola ai lettori
Sono un associato giunto a voi tramite il mio
gestore bancario (vostro iscritto) che durante un
incontro mi ha fatto cenno della vostra attività.
Ho letto la rivista e mi sono aggregato con
entusiasmo, utilizzando spesso i vostri servizi.
Ultimamente ho partecipato ad un’interessante
conferenza presso i vostri locali e, considerato
che faccio parte di un circolo fotografico, vorrei
proporre un incontro su questo tema. Se l’iniziativa avesse un buon riscontro potremmo offrire
la partecipazioni a condizioni particolarmente
favorevoli ai corsi di fotografia che periodicamente organizziamo presso la nostra struttura.
Luca - Intesasanpaolo
Buongiorno Luca,
molto interessante sarebbe proporre l’arte della
fotografia ai nostri iscritti!
Mi contatti per un incontro e in quell’occasione
organizzeremo le iniziative.
Un ringraziamento al vostro team che si occupa delle dichiarazioni dei redditi di noi iscritti. Considero che questo servizio, oltre a essere
di grande utilità oggettiva, venga svolto in un
ambiente amichevole e di grande disponibilità,
consentendoci di affrontare con maggiore serenità i mille dubbi che ogni anno ci assalgono.
Umberto pensionato
Grazie Sig. Umberto,
mi fa piacere leggere questa mail, girerò i suoi
complimenti ai nostri fiscalisti.
Spettabile redazione,
la vostra bella rivista si occupa di cultura e
tempo libero, ma nel tempo libero dovrebbe trovare più spazio lo sport. Non si tratta di una critica fine a se stessa ma di una considerazione che
ritengo costruttiva. Il nostro territorio dispone di
risorse come pochi altri, possibilità di escursioni
a piedi, in bici e sugli sci a tutti i livelli.
Se lo riterrete opportuno, sono disposto come
iscritto a condividere con voi idee e iniziative.
Antonio
Grazie Antonio per la disponibilità, la contatteremo per un appuntamento.
Mi presento, sono un iscritto che ha una passione per la buona tavola! Non ho ancora saltato
nessuno dei ristoranti da voi consigliati e devo
dire che le indicazioni sono sempre state di
buon livello. Perché non inserire una scala di gradimento dei vari locali proposti in
base alle segnalazioni di noi iscritti che li
abbiamo sperimentati?
Gianluca - Unicredit
Gent.mo Gianluca,
la buona tavola è un argomento coinvolgente. È sicuramente un’ idea quella di pubblicare una graduatoria sui ristoranti che sono
piaciuti di più!
92
PLUS MAGAZINE
Periodico trimestrale dell’Associazione
Fabi Plus per la cultura e il tempo libero
Numero 24 - settembre 2013
Reg. presso il tribunale di Torino
n. 5919 dell’8/11/2005
Redazione e Amministrazione
Via Guarini, 4 – 10123 Torino
Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
www.fabiplus.org/magazine.html
[email protected]
Direttore editoriale
Paola Gomiero
Direttore responsabile
Mauro Bossola
Caporedattore
Pietro Gentile
In questo numero:
2Copertina 70ª Mostra del cinema di Venezia. L’inossidabile George apre la passerella: fan in delirio
6 Protagonisti
Giuseppe Tornatore. La migliore offerta del cinema italiano
10 Protagonisti
Raphael Gualazzi: una buona musica suona in qualsiasi lingua
14 Eventi
Taormina Film Fest. La kermesse siciliana ricca di ospiti internazionali
16 Tecnofuturo
Miguel Angel Gurría. Italia e lavoro, quale futuro?
20 Eventi
Ref13: Roma Europa Festival 2013
24 Moda
30 Medicina e salute
32
36
38
Chiccosissimamente
Prevenzione in rosa. Da IRM check up dedicati all’universo femminile
Nuove tecnologie nella chirurgia refrattiva: Femtolasik
Chirurgia estetica: una scelta consapevole
La salute del piede affidata al professionista
40 Benessere
La Kinesiologia per il benessere dell’individuo
42 Recensioni
Film, libri, fumetti, mostre, musica, teatri
48 Mappamondo
Etiopia: alla scoperta della culla dell’umanità
54 Iniziative associatiConvenzioni nazionali
Segreteria di redazione
Milena Lagnese
Photo editor
Alessandro Lercara, Cosimo Torraco
Hanno collaborato a questo numero:
Benedetta Breveglieri, Dario Migliardi,
Barbara Odetto, Giuliana Rebaudo,
Mariangela Salvalaggio, Salvatore Taormina,
Emanuela Truzzi.
Fotografie
Archivio Il Tucano, Archivio Stilisti, Archivio Teatro
Regio, Archivio Comune di Torino, Archivio Taormina
Film Fest, Archivio Mostra Venezia, Archivio Roma
Europa Festival, Franco56, Roberto Morzone, Daniele
Solavaggione, Salvatore Taormina.
Pubblicità
Nova Labor Servizi srl
Via Guarini, 4
10123 Torino
Tel. 011 5611153
Fax 011 540096
Grafica e impaginazione
Fantinel Graphic Designers – Torino
Stampa
Garabello Artegrafica – San Mauro Torinese
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Il materiale inviato non viene restituito.
È vietata e perseguibile civilmente e penalmente ai sensi della legge sul diritto d’autore ogni forma di riproduzione dei contenuti
di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione scritta dell’editore.
In copertina
George Clooney
LUS
SU
24
IP
FAB
Torino: vivere la città
58 Protagonisti
Mario Turetta. Una giornata da re: il Polo Reale di Torino
62 Eventi
Social Media Week: Torino
capitale del digitale
Le rubriche
65 Gusti e piaceri
67 Idee e servizi
72 Comunicazione e immagine
70 Protagonisti
Margherita Granbassi. Torno in pedana per continuare a sognare
74 Itinerari
Torino, secondo noi ...
Le proposte
76 Visite guidate
80 Conferenze e corsi
81 Convenzioni territoriali
83 I luoghi del gusto
84 Le gite
85 Biglietteria
87 Gli esperti rispondono
92 La parola ai lettori
PLUS MAGAZINE
24
IN QUESTO NUMERO:
RUBRICHE:
MODA
MEDICINA E SALUTE
BENESSERE
RECENSIONI
MAPPAMONDO
GUSTI E PIACERI
IDEE E SERVIZI
COMUNICAZIONE E IMMAGINE
TORINO SECONDO NOI
GLI ESPERTI RISPONDONO
LA PAROLA AI LETTORI
PROPOSTE:
VISITE GUIDATE
CONFERENZE E CORSI
CONVENZIONI PER GLI ASSOCIATI
GITE – SPETTACOLI
70ª Mostra del cinema di Venezia:
L’inossidabile George
apre la passerella: fan in delirio
GIUSEPPE TORNATORE: LA MIGLIORE OFFERTA DEL CINEMA ITALIANO RAPHAEL GUALAZZI: UNA BUONA MUSICA
SUONA IN QUALSIASI LINGUA TAORMINA FILM FEST: LA KERMESSE SICILIANA RICCA DI OSPITI INTERNAZIONALI
MIGUEL ANGEL GURRIA: ITALIA E LAVORO, QUALE FUTURO? REF13: ROMA EUROPA FESTIVAL 2013
MARIO TURETTA: UNA GIORNATA DA RE SOCIAL MEDIA WEEK: TORINO CAPITALE DEL DIGITALE
MARGHERITA GRANBASSI: TORNO IN PEDANA PER CONTINUARE A SOGNARE
Periodico dell’Associazione FABI Plus per la cultura e il tempo libero
Pubblicazione trimestrale Numero XXIV- settembre 2013
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