L`Italia e il burkini in piscina, tra imbarazzi e dubbi sui divieti

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L`Italia e il burkini in piscina, tra imbarazzi e dubbi sui divieti
13/11/2016
L'Italia e il burkini in piscina, tra imbarazzi e dubbi sui divieti ­ Repubblica.it
Cronaca
L'Italia e il burkini
in piscina, tra
imbarazzi e dubbi
sui divieti
Costumi da bagno e religione musulmana, i casi da Verona a Vercelli, da Bolzano a Ferrara a Lodi. Diversi
dal caso Francia
di SIMONA CASALINI
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17 agosto 2016
Donne musulmane e burkini, vestite da capo a piedi per un bagno a mare o in piscina. Come si comporta l'Italia? Il tema che infiamma la
Francia dopo la netta presa di posizione del premier francese Manuel Valls contro l'indumento delle musulmane che copre l'intero
corpo e il capo "incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica", ha avuto alcuni precedenti anche in Italia, con polemiche e
prese di posizioni pro e contro. E qualche tentativo leghista, finora naufragato, di apporre un analogo stop al suo utilizzo. Finora però non
ha mai lacerato l'opinione pubblica. Ad oggi, non c'è nessun divieto in vigore in Italia sull'uso di quel "costume ascellare" come invece hanno stabilito alcuni comuni costieri
francesi, ad esempio Cannes. E sono residuali i casi rimbalzati sulle cronache di proteste dei vicini di ombrellone contro le donne col
corpo tutto coperto apparse su lidi, spiagge e scogli: per via del minor numero di musulmane presenti in Italia rispetto alla Francia, ma
anche per una certa noncurante tolleranza tipica, si direbbe, degli italiani in vacanza. Piuttosto, i casi di cui più si è parlato in Italia riguardano soprattutto l'uso del burkini in piscina, con donne musulmane tutte coperte negli
impianti pubblici viste più volte, raramente allontanate, quasi sempre contornate da sguardi perplessi, talvolta invitate a non presentarsi
più con tutto quel tessuto sul corpo: rivendicando però non questioni a sfondo religioso o di sicurezza, queste sì assai incendiarie e
controverse, piuttosto regolamenti ministeriali su norme igienico­sanitarie. E del resto nessuna altra legge in vigore può di fatto vietarli: il burkini vela sì tutto il corpo e le sue forme, ma lascia scoperto il volto e
quindi anche il più intransigente non potrebbe invocare la vecchia (ma ora nuovamente stracitata) legge 152 del 22 maggio 1975
sull'ordine pubblico nelle manifestazioni che vieta "l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il
riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo". Era diventata un grimaldello anti­black
bloc, ora è un possibile appiglio per gli intolleranti contro le donne musulmane in strada col viso velato. Aboudrar: "Ma vietare il burkini rischia di aumentare l'islamofobia" Ma qui si parla di costumi di bagno, il burqa­bikini, ma con ovale ben visibile. E' un'altra faccenda. Uno dei primi casi di donna con le
forme coperte che si è presentata a bordo piscina scoppiò a Verona nel 2009. La scena sollevò soprattutto curiosità, ma anche qualche
alzata di scudi di mamme con bambini impauriti. Il direttore dell'impianto, subito interpellato, se la cavò in qualche modo: non ha invitato la
giovane a lasciare la piscina, piuttosto le ha chiesto la composizione del tessuto del "burkini" per verificare se fosse a norma di legge per
poter essere immerso in una piscina pubblica. Quasi in contemporanea, a Varallo, comune in provincia di Vercelli, si prospettarono
casi simili, ma furono affrontati muscolarmente. L'allora sindaco Gianluca Buonanno, il parlamentare leghista scomparso di recente,
decise tout court di vietare il burkini in tutte le piscine e lungo i torrenti e i laghi nel territorio di Varallo Sesia, con annesse pesanti
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ammende balneari, 500 euro, a chi non avesse rispettato il diniego. Finì poi che cinque anni dopo lo stesso Buonanno fu condannato da
un tribunale a pagare lui una multa, ma per discriminazione razziale. Più di recente, nel 2015, la piscina comunale di Bolzano è stata tra le prime a autorizzarlo esplicitamente, un impianto che d'estate
ospita contemporaneamente anche tremila frequentatori. "ll regolamento del Lido era stato scritto parecchi anni fa quando in Alto Adige
non vivevano ancora donna musulmane, oppure se erano qui non frequentavano la piscina. Oggi la realtà è un'altra e anche noi siamo
stati chiamati ­ giustamente ­ ad adattarci ai tempi", così aveva spiegato Gianni Felicetti, responsabile dell'impianto per il Comune. E,
sempre lo scorso anno, Ferrara ha organizzato un corso di nuoto per sole donne musulmane, con implicita la possibilità di presentarsi
rivestite di tessuto. Qui però, almeno stando al racconto del responsabile del corso, tra la trentina di donne che parteciparono all'iniziativa, in pochissime si
presentarono coperte da capo a piedi, la gran parte indossavano un casto costume intero e, insieme, un paio di pantaloncini corti. Adesso, dopo l'effetto Francia, si riaccendono le polemiche e la Regione Lombardia, la prima (e unica) regione d'Italia ad applicare dal 1
gennaio di quest'anno l'esplicito divieto di usare il burka, (il velo che copre interamente il volto) in ospedali e uffici regionali, ora si dice
pronta a varare sul suo territorio anche il divieto al costume coprente nelle piscine, fiumi e laghi. E qualche giorno fa a Lodi era
scoppiato un battibecco tra bagnini e una musulmana vestita che
si è immersa in un impianto pubblico. Ma la questione si è risolta pacificamente: l'indumento era sì inconsueto, ingombrante, poco pratico,
ma era fatto di nylon, dunque consentito dalle norme sanitarie. E tutto è finito lì. Mi piace You and 2,9 mln others like this.
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