C`è la mafia dietro il marchio Bagagli Sotto sequestro

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C`è la mafia dietro il marchio Bagagli Sotto sequestro
IL BLITZ
C'è la mafia dietro il marchio Bagagli
Sotto sequestro una sfilza di negozi
Mercoledì 15 Maggio 2013 - 06:30 di Riccardo Lo Verso
Provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Sotto
sequestro sono finiti i negozi di Palermo, Catania e Bagheria leader nella
vendita di scarpe, borse, valigie e accessori delle più famose griffe.
Passano in amministrazione giudiziaria anche case, terreni, conti correnti,
macchine e persino un lussuoso yacht. Secondo le indagini della Dia, il
titolare Filippo Giardina avrebbe come socio occulto il boss Salvatore
Milano. Indagine pure sulle sponsorizzazioni da parte di alcuni ex
calciatori del Palermo.
PALERMO - Ci sono i soldi della mafia dietro il noto marchio Bagagli. Sotto sequestro sono
finiti i negozi di Palermo, Catania e Bagheria. Negozi leader nella vendita di scarpe, borse, valigie e
accessori delle più famose griffe. Negozi a cui hanno prestato il loro volto, per le campagne
pubblicitarie, grandi campioni del calcio. Giocatori ignari di tutto, poi andati via da Palermo per
fare le fortune di altri prestigiosi club di serie A. E non ci sono solo i negozi fra i beni sotto
sequestro: passano in amministrazione giudiziaria anche case, terreni, conti correnti, altre attività
commerciali, macchine e persino un lussuoso yacht. Il tutto per un valore che supera i 16 milioni di
euro.
Il sequestro è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su
richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del sostituto Dario Scaletta. Le indagini sono
state affidate alla Direzione investigativa antimafia. Sono stati gli agenti agli ordini del direttore
nazionale Arturo De Felice e del capo centro di Palermo, Giuseppe D'Agata, a scandagliare la
posizione patrimoniale di Filippo Giardina, titolare della Bagagli srl. Ne è venuto fuori che si
sarebbe intestato fittiziamente la proprietà dei negozi in nome e per conto di Salvatore Milano,
uomo d'onore della famiglia di Palermo Centro, già condannato per mafia, arrestato nel blitz Perso
del 2008, e oggi agli arresti domiciliari. La misura di prevenzione è solo patrimoniale, quella
personale, basata sulla presunta pericolosità sociale dei due soggetti, deve ancora passare al vaglio
del Tribunale.
Che dietro i negozi Bagagli ci fosse la mano della mafia lo hanno raccontato anche diversi
collaboratori di giustizia. Per ultimo Manuel Pasta, in un interrogatorio di tre mesi fa. Era l'uomo
che gestiva la cassa del mandamento di Resuttana. Dal libro mastro ereditato da Salvo Genova,
arrestato prima di lui, risultava che Bagagli doveva pagare tremila euro a Pasqua e altrettanti a
Natale, secondo la più rigida regola di Cosa nostra “Sin dall'inizio della mia gestione nacque un
problema riguardo a Bagagli - ha raccontato il pentito - per l'anno 2008 non era stata pagata alcuna
somma. A quel punto decidemmo di fare il segnale al negozio di via XX settembre”.
Un'intimidazione
in
piena
regola.
L'anno dopo, nel 2009, ad intestarsi la causa Bagagli sarebbe stato Gianni Nicchi in persona:
“Nicchi mi disse che sua sorella lavorava in uno dei negozi e che lui e Milano avevano interesse
nell'attività commerciale”. Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di altri collaboratori: Marcello
Trapani, Andrea Bonaccorso e Marco Messina. Quelle di Di Trapani, ex legale del boss Salvatore
Lo Piccolo hanno aperto uno squarcio su un altro capitolo investigativo ancora in corso. Milano
sarebbe riuscito ad avere come testimonial di Bagagli alcuni ex calciatori rosanero che nei mesi
scorsi sono stati pure sentiti in Procura assieme all'ex direttore sportivo Rino Foschi. Testimonial
d'eccezione e pure a costo zero.
Agli atti dell'inchiesta ci sono pure le intercettazioni fra Milano e alcuni ex dirigenti del club
di Viale del Fante. Uno di loro diceva all'uomo d'onore: “Mi ha chiamato Filippo (Che la Dia
identifica in Filippo Giardina ndr) perché insomma ha fatto la pubblicità con Cavani... è contento
perché è riuscito a farla sempre...”. “Senza spese, senza usare soldi risparmiare sempre”, lo
anticipava Milano. Edinson Cavani, oggi bomber del Napoli, non è l'unico calciatore ad avere
prestato la propria immagine per la pubblicità di Bagagli. Ci sono pure Andrea Barzagli, difensore
della Juventus campione d'Italia, e Cristian Zaccardo, oggi tesserato del Milan (i calciatori sono
totalmente estranei alla vicenda). Nel corso delle indagini la Dia ha scoperto pure che ci sarebbe
troppa differenza fra i redditi dichiarati da Giardina e il suo reale patrimonio. Così come sarebbe
emerso un tentativo di trasferite parte dei negozi ad un'altra società per evitare che il patrimonio un
giorno potesse finire sotto sequestro. Un tentativo non riuscito.