- Proloco Settimo Vittone

Transcript

- Proloco Settimo Vittone
EDITORIALE
La discesa a valle, il ritorno a
casa, la fatica dell’alpeggio, la
certezza che l’inverno è vicino,
segna il ritmo del tempo con le
sue stagioni e la vita di chi la
montagna la vive realmente e
ne conosce i suoi segreti. “La festa della discesa delle mandrie
dagli alpeggi” assume quindi
un aspetto che va al di là di
una interessante e coreografica
sfilata che attraversa il centro
cittadino per riassumere nella
sua estrema sintesi la “cultura”
della montagna. Il merito di un
evento di questo genere è il riavvicinare la popolazione della
piana ed i giovani alla tradizione
della cultura alpina, che in una
filiera coniuga il mantenimento
del territorio, la sua difesa attraverso la vita vissuta in alpeggio,
sino alla produzione e vendita dei
prodotti naturali. Stiamo parlando di prodotti lattieri e caseari
con caratteristiche di alto profilo,
molto distanti dalle produzioni
in serie di migliaia di formaggi
dal gusto identico.
La produzione sul
territorio impone
piccole quantità di
lavorato con una
grande qualità.
Stiamo parlando
di gusto, di sapore autentico che è direttamente
connesso, utilizzando una terminologia moderna, alla stessa qualità delle erbe di alpeggio. Ecco
quindi che partecipare a questa
“Festa” assume significati diversi, tra questi il riconoscimento a
uomini e donne che mantengo-
no in salute la montagna e la
tutelano con orgoglio; tra difficoltà quotidiane e rinunce per
espletare un mestiere non facile
ma nella più assoluta libertà di
sentirsi parte attiva di un passato e di una memoria che non
si vuole dimenticare. Memoria
che nei secoli si è trasformato
rappresentando oggi una garanzia sul prodotto diventato
fonte di reddito.
Ennio Jr. Pedrini
La Dësnalpà2012
Dësnalpà2012
Settimo Vittone 26-27-28 ottobre
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Dësnalpà2012
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Dësnalpà2012
INTERVISTA AL PRIMO CITTADINO: SABRINA NORO
Alla guida di Settimo Vittone,
con la carica di Sindaco eletto
nelle amministrative del 2009
l’architetto Sabrina Noro ha le
idee molto chiare sul significato
della manifestazione della “Desnalpà”. Ci accoglie in municipio e ci ha esteso l’opinione ed il
valore di questo evento per l’intera amministrazione comunale
nell’intervista che segue:
D. Cosa significa per lei la
desnalpà e quale valore attribuisce a questa manifestazione?
R. Per me la desnalpà è un
momento di forte aggregazione
tra l’intera popolazione, di vita
contadina, nel senso che è un
avvenimento che puntualmente
da anni si ripete e ci ricollega ai
nostri avi ed alla transumanza
una delle attività che hanno
segnato e segnano il nostro
territorio.
D. Quindi ha un senso l’evento odierno?
R. Assolutamente sì, SettimoVittone vuole tributare il ringraziamento per il lavoro e l’attac-
5
“PUNTIAMO ALLA CONSERVAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO”
Tutela e difesa Invito e ringraziamento
della montagna del Presidente Proloco
camento alla montagna, a chi ci
vive e ci lavora e ancora per il
presidio svolto attivamente sulle
nostre terre alte. Le problematiche della montagna sono sempre
più ignorate ma a Settimo grazie
considerati come i “giardinieri”
del paesaggio e che venga data
loro l’oppurtunità di vivere con
il lavoro della montagna diventandone le “sentinelle” avanzate.
D. In molti parlano di so-
agli allevatori e alle loro attività possiamo ancora affermare
di avere una montagna curata.
D. Il convegno della proloco
guidata da Francesco Rao è
dunque uno stimolo ulteriore
ad evidenziare la montagna
con la sua vita?
R. Desidero ringraziare la proloco per il meritevole impegno che
da anni pone nell’organizzazione di questo evento giunto alla
12ma edizione, ma soprattutto
invitare i miei concittadini a
partecipare al convegno sulla
montagna. L’obiettivo o meglio la
considerazione, è che gli agricoltori e gli allevatori devono essere
stegno alla montagna poi
entrando nei fatti si scopre
che c’è molto fumo e poco
arrosto, ne conviene?
R. Effettivamente è così anche
se devo sottolineare che ci sono
persone che sentono la montagna e la difendono realmente,
tra queste anche l’Assessore
provinciale Marco Balagna, noi
peraltro come amministrazione
siamo a favore di un riavvicinamento dei giovani alla montagna
ed all’agricoltura di montagna
con proposte serie e concrete, che
permettono una vita dignitosa
anche se dura e di fatica.
Ennio Junior Pedrini
E’ giunto l’autunno con i suoi
multicolori e profumi, e con
l’autunno le mandrie ritornano
verso i luoghi di ricovero invernale, dopo aver trascorso l’estate
negli alpeggi. E noi tutti con il
ritorno delle mandrie ci prepariamo ad onorare le persone che
svolgono un lavoro indispensabile
per l’economia del paese oltre a
garantire la conservazione del
nostro territorio.
Per questi motivi si rinnova la
festa della “Dësnalpà” giunta
quest’anno alla sua dodicesima
edizione. Tutte le iniziative che si
svolgeranno durante i tre giorni
di festa avranno luogo presso il
padiglione di Pianta Grant.
La manifestazione inizierà Venerdi
26 con l’orchestra spettacolo “Le
Mondine”, con questo spettacolo abbiamo voluto ricordare un
percorso storico dell’agricoltura.
Sabato 27 come di consueto si
svolgerà il Convegno “Legno,
Acqua, Foresta, Suolo e Territorio: elementi di un patto
di sistema per le comunità
locali” che tratterà temi legati
al mondo dell’agricoltura con
interventi atti a far emergere
nuove opportunità di sviluppo.
Ringrazio tutti i relatori che porteranno un contributo autorevole
alle iniziative che si potranno
realizzare sul territorio .
Domenica 28 rappresenta l’apice
della Festa grazie alla disponibi-
lità degli allevatori Settimesi si
svolgera’ la sfilata degli animali
lungo le vie del nostro paese .
Si respira un’atmosfera magica,
carica di intensita’ emotiva: gli
animali addobbati con ghirlande di fiori sembrano
mostrare la dolcezza
della natura contrapposta al duro lavoro
che quotidianamente
affrontano con i loro
proprietari, ancora
una volta sono loro
i protagonisti per un
giorno, e la popolazione plaude felice il
loro passaggio. Non
si premia la bellezza dell’ animale o il
fiore più delicato, si
premia il lavoro e la
costanza a preservare gli antichi faticosi
mestieri. Ringrazio di cuore tutti
gli allevatori, l’Amministrazione
Comunale, che ci supporta e ci
stimola per la programmazione
degli eventi che si susseguono
nei tre giorni di manifestazione.
Un grazie particolare a tutto il
Direttivo della Pro Loco, agli
amici della stessa, che con spirito
di abnegazione per l’intero arco
della manifestazione si prodigano
per portare in tavola i piatti della nostra tradizione contadina.
Da parte mia rinnovo un caloroso invito a tutta la popola-
zione Settimese e dei comuni
limitrofi ad una loro numerosa
partecipazione per trascorrere
insieme momenti di festa all’insegna dell’amicizia e cordialità.
Concludendo, rivolgo fin d’ora
un caloroso ringraziamento a
tutti coloro che collaborano per
la riuscita della manifestazione
ed in particolare:
Comunità Montana Dora Baltea;
Comando Carabinieri Settimo
Vittone; Gruppo Ana Settimo/
Carema; AIB Gruppo Antiincendi Boschivi.
Un grazie particolare a tutti gli
sponsor che annualmente supportano la manifestazione
Buona DESNALPA’ a tutti
il Presidente
Francesco Rao
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Dësnalpà2012
6
programma
 VENERDÌ 26 ottobre 2012
ORE 21:00 Apertura manifestazione
con esibizione dell’orchestra spettacolo “Le Mondine” presso il salone riscaldato in località Piantagrant
La 12ª edizione
 SABATO 27 ottobre 2012
ORE 9:30 Salone Consiliare, convegno su “Legno, acqua, foresta,
suolo e territorio. Elementi di
un patto di sistema per le comunità locali”.
ORE 10:00 Ex Sala Consiliare,
apertura mostre di pittura e fotografica espongono Mania Gillio e
Ugo Sarteur.
ORE 20:00 Salone riscaldato in località Piantagrant, apertura serate
enogastronomiche con bolliti misti e antiche salse. Prenotazione
presso “Cartoleria Più Per Meno”
- Tel. 0125 658852 (posti limitati)
ORE 21:00 Raduno dei Quintet di
Netro, Valchiusella, Hone, Montalto
Dora e Settimo Vittone.
ORE 21:00 Mungitura a mano
delle bovine nella stalla, ricostruita puntualmente presso l’area di
Piantagrant.
Tutta la serata sarà allietata dai musici dei quintet presenti alla manifestazione.
Comunità Montana
Comunità
Montana
Valchiusella,
Valle
Valle
Sacra e Valchiusella,
Dora Baltea
Sacra e Dora Baltea
Canavesana
Canavesana
Comune
diSettimo
Settimo
Vittone
Comune di
Vittone
DESNALPA' 2012
DESNALPA'
2012
CONVEGNO Convegno
IL PROGRAMMA
Convegno
LEGNO, ACQUA, FORESTA, SUOLO E TERRITORIO: ELEMENTI DI UN
PATTO DI SISTEMA PER LE COMUNITA' LOCALI
MOVIDA
LEGNO, ACQUA, FORESTA, SUOLO E TERRITORIO: ELEMENTI DI UN
PATTO
DI SISTEMA
LE
LOCALI
Sabato
27 ottobre PER
presso
la COMUNITA'
Sala consigliare
Comune di Settimo Vittone (TO) - via Montiglie n° 1/I
presenta
Boccabuona
*L'APERITIVO REGIONALE*
TUTTI I VENERDÌ
APERICENA
VINI SELEZIONATI
09:00
09:30
Sabato 27 ottobre presso la Sala consigliare
Registrazione dei partecipanti.
Comune
di Settimo Vittone (TO) - via Montiglie n° 1/I
Saluto di benvenuto: Dott.ssa Marina Carlevato – Presidente della Comunità Montana
Valchiusella, Valle Sacra e Dora Baltea Canavesana - Arch. Sabrina Noro – Sindaco del
Comune di Settimo Vittone – Francesco Rao – Presidente dell’Associazione Turistica Pro
09:00
Registrazione
dei partecipanti.
Loco di Settimo
Vittone.
09:30
9:45
dei lavori.Dott.ssa
Saluto Apertura
di benvenuto:
Marina Carlevato – Presidente della Comunità Montana
Moderatore:
Valchiusella,
ValleFrancesco
Sacra e Rao
Dora Baltea Canavesana - Arch. Sabrina Noro – Sindaco del
10:00
“Zootecnia
nel Vittone
territorio– montano:
quale
per uno dell’Associazione
sviluppo veramente
Comune
di Settimo
Francesco
Raoricerca
– Presidente
Turistica Pro
Loco disostenibile?"
Settimo Vittone.
Relatore: Prof. Luca Battaglini. Dipartimento di Scienze Agrarie, forestali e alimentari.
9:45
Università di Torino.
Apertura
dei lavori.
10:15
“Utilizzo delle fonti di energie rinnovabili: l’esempio dei progetti Renerfor e Wood E3”
Moderatore: Francesco Rao
Relatore: Dott. Marco Corgnati. Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Economia
10:00
montana
e foreste.
Regione montano:
Piemonte.
“Zootecnia
nel
territorio
quale ricerca per uno sviluppo veramente
10:30
“L'approvvigionamento della biomassa per una caldaia di teleriscaldamento a cippato”.
sostenibile?"
Introduce
AssessoreDipartimento
all'agricoltura deldi
Comune
di Tavagnasco
Relatore:
Prof. Marco
LucaGirodo
Battaglini.
Scienze
Agrarie, forestali e alimentari.
Università
di Torino.
Relatore:
Dott. Paolo Terzolo. Dottore Forestale. Libero professionista.
10:15
10:45
“Il delle
bosco:fonti
quali di
risorse
valorizzare
oltre allal’esempio
biomassa per
combustibile?”.
Relatrice:
“Utilizzo
energie
rinnovabili:
deiuso
progetti
Renerfor
e Wood
Dott.ssa Isabella Ballauri Del Conte. Dottore Forestale. Libero professionista.
E3”
Relatore:
Dott. Marco
Corgnati. Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Economia
11:00
“La stabilità
dei versanti”.
montana
e foreste. Regione Piemonte.
Relatore: Ing. Gabriele Mazza Studio Mazza
10:30
11:15
“Ruralità come sinonimo
di identità
di unper
territorio”
“L'approvvigionamento
della
biomassa
una caldaia
di teleriscaldamento a cippato”.
Relatore: Prof. Antonio De Rossi Politecnico di Torino Dipartimento di Architettura
Introduce
Marco Girodo Assessore all'agricoltura del Comune di Tavagnasco
Design.
10:45
“L'attiva
della
società
consortile Dottore
nel proporre
forme cooperativistiche
per lo sviluppo della
Relatore:
Dott.
Paolo
Terzolo.
Forestale.
Libero professionista.
11:30
filiera-legno”.
Relatore:
Luca valorizzare
Bringhen. Presidente
Gal biomassa
Valli del Canavese
“Il bosco:
qualiDott.
risorse
oltre alla
per uso combustibile?”.
11:45
Chiusura
dei lavori.
Dott.ssa
Isabella
Ballauri
11:00
e
Relatrice:
Del Conte. Dottore Forestale. Libero professionista.
Dott. Roberto Tentoni - Consigliere della Regione Piemonte. Vice Presidente della 1a
“La stabilità
dei versanti”.
Commissione.
Relatore: Ing. Gabriele Mazza Studio Mazza
BUFFET DJSET:
11:15
DALLE 19:30 IN AVANTI
11:30
11:45
“Ruralità come sinonimo di identità di un territorio”
Relatore: Prof. Antonio De Rossi Politecnico di Torino Dipartimento di Architettura e
Design.
“L'attiva della società consortile nel proporre forme cooperativistiche per lo sviluppo della
filiera-legno”.
Relatore: Dott. Luca Bringhen. Presidente Gal Valli del Canavese
Chiusura dei lavori.
Dott. Roberto Tentoni - Consigliere della Regione Piemonte. Vice Presidente della 1a
Commissione.
Dësnalpà2012
programma
 DOMENICA 28 ottobre 2012
ORE 8:00 Apertura del mercatino
delle attività artigianali lungo le
vie del paese, degustazione e vendita dei prodotti tipici locali (vino, olio,
formaggi miasse e salignun).
ORE 11:00 Distribuzione polenta
concia e spezzatino da asporto
e a seguire pranzo presso il salone
pluriuso di Piantagrant. Acquisto
buoni presso “Cartoleria Più Per
Meno” - Tel. 0125 658852
ORE 11:45 Ritrovo degli allevatori con le loro mandrie presso il
Castello di Settimo Vittone.
ORE 14:00 Discesa delle mandrie
precedute dalla filarmonica Vittoria
di Settimo Vittone e sfilata lungo le
antiche vie del paese.
ORE 20:30 Chiusura delle manifestazioni con cena degli allevatori e simpatizzanti presso il salone
riscaldato in località Piantagrant.
Prenotazioni presso “Cartoleria Più
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Dësnalpà2012
10
Il complesso paleocristiano
formato dalla pieve di San
Lorenzo e dal battistero di
San Giovanni Battista a Settimo Vittone, rappresenta
una delle vestigia più antiche
del Canavese, risalente verosimilmente alla seconda metà
del IX secolo. Il complesso
è posto su di una rocca, nei
pressi di strutture difensive
costruite forse già nel X secolo a protezione della pieve,
sulle quali più tardi venne costruito il castello vecchio (tra
le cui strutture superbe sono
ancora presenti finestre con
decorazioni in cotto).
Collocata in posizione elevata
rispetto al paese ed al corso
della Dora Baltea, la pieve e
l’annesso battistero, dovevano costituire, nel Medioevo,
una tappa importante per
viaggiatori e pellegrini che si
muovevano lungo la via Francigena. Il contesto ambientale, popolato da vigneti che si
inerpicano lungo i terrazzamenti della conca – sostenuti
dai caratteristici tupiun, colonnette in pietra imbiancate
con la calce - arricchisce la
suggestione del luogo.
Il complesso è oggi “monumento segnalato dal FAI”. Il
battistero e la pieve, sorti in
piena età carolingia, costituiscono uno dei principali
esempi di architettura “preromanica” in Piemonte. Sono
costruiti essenzialmente con
ciottoli e schegge di pietra locale; le coperture sono quasi
interamente realizzate con
le caratteristiche lose (lastre
naturali di pietra). Lapide
apocrifa dedicata ad Ansgar-
ITINERARI: CONOSCIAMO SETTIMO VITTONE
Pieve di San Lorenzo
Aperta al pubblico
domenica 28 ottobre
da Il battistero presenta una
pianta ottagonale ed è coperto da una volta a spicchi. Il
campanile in laterizi, posto
sopra la volta, costituisce
manifestamente un’aggiunta
più tarda (probabilmente nel
XIII secolo) di stile romanico.
Successiva è anche l’abside
rettangolare che fuoriesce
dal perimetro ottagonale, con
funzione di presbiterio del
battistero.
In origine, come per altre costruzioni simili, il battistero
doveva essere staccato dalla
chiesa; più tardi si costruì,
sul lato sud, un passaggio che
lo unisce ad essa.
La pieve, ad aula unica, pre-
VERNICIATURA
INDUSTRIALE
polveri e liquido
senta un’apparente pianta a
croce latina, con tre nicchioni
che si aprono nell’area presbiteriale con volte a botte. Vi si
entra attraverso il campanile
che si appoggia alla navata,
costruito anch’esso in epoca
più tarda (forse XIII secolo),
annullando contemporaneamente l’ingresso primitivo.
La tradizione – credibile, anche se non suffragata da documenti- vuole che il complesso
paleocristiano sia sorto sotto
gli Anscarici che nel IX secolo
reggevano la Marca d’Ivrea.
Una leggenda romantica vuole che vi sia sepolta la bella
ed infelice Ansgarda, figlia
di Anscario, moglie ripudiata
del re di Francia Ludovico II
il Balbo, ritiratasi a meditare
in questo luogo, dove trovò
poi sepoltura nell’anno 889.
Una lapide apocrifa posta
nel battistero ed un sarcofago sul piazzale del complesso
plebano hanno alimentato
questo mito. La pieve, posta
sull’altura del castello, doveva avere funzioni di “chiesa
castrense” (un documento del
1232 la cita come chiesa in castrum Septimi); ma – per concessione dei Signori del luogodovette presto fungere anche
da parrocchiale. Svolse tale
ruolo sino al 1661 quando, al
suo posto, venne eletta a parrocchiale la chiesa di Sant’Andrea, situata al centro del borgo di Settimo Vittone.
Il complesso monumentale
si è salvato dalle ingiurie del
tempo per merito di interventi di restauro svolti negli anni
1896-97 a cura dell’Ufficio
Regionale per la Conservazione dei Monumenti, diretto, a quella data, da Alfredo
d’Andrade: si sono conservati
numerosi suoi disegni per i
lavori di restauro da eseguire. Risale a tale intevento
l’inserimento in facciata di
una bifora di foggia romanica
con “capitello a stampella”. Ai
lavori del d’Andrate fecero seguito altri interventi; durante quelli eseguiti nell’ultima
decade del XX secolo, è stata
recuperata una gran parte degli affreschi che coprono quasi
interamente le pareti della
pieve.
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Dësnalpà2012
ITINERARI: CONOSCIAMO SETTIMO VITTONE
NEL ‘500 LA GUERRA FRANCOSPAGNOLA
Passeggiata tra quiete e serenità
La pieve di San Lorenzo ha
come sfondo una sorta di anfiteatro naturale circondato
da colline moreniche, che si
estende sopra il paese di Settimo e le sue frazioni, dove il
clima è particolarmente mite.
Vi cresce l’olivo, come si può
constatare anche dalle piante che stanno nei pressi del-
la chiesa. La coltura di gran
lunga prevalente è quella della vite. Un lavoro secolare di
costruzione di terrazzamenti, strappati alla montagna,
sostenuti da muri a secco e
riempiti di terra riportata,
ha consentito l’impianto di
splendidi vigneti di nebbiolo. I pergolati assumono l’aspetto di un’opera ciclopica,
sorretti come sono dai tipici
tupiun, colonnette in pietra
imbiancate con la calce che
trattengono il calore del giorno per restituirlo dopo il tramonto.
Tutta la conca è attraversata
da una rete di suggestive mulattiere che collegano tra di
&
Aperitivando Spiluccando
in un vero
mulino a macine
del 1900
11
loro e con le frazioni di fondovalle le abitazioni e le vigne
che stanno in alto sulla conca.
La pieve di san Lorenzo è un
punto di snodo di tale rete di
mulattiere: prendendo a destra si arriva a Montestrutto,
dopo aver toccato la chiesetta
romanica di San Giacomo;
volgendo a sinistra si arriva
ai ruderi del castello di Cesnola e poi a Torredaniele.
Lungo sentieri analoghi dovevano muoversi i viaggiatori
ed i pellegrini che percorrevano la via Francigena e che
preferivano muoversi a mezza costa anziché lungo le più
pericolose zone di fondovalle,
dove scorre la Dora Baltea.
Viaggio nella storia
Castello
Fondato nel IX secolo da Attone Anscario, primo Marchese d’Ivrea che vi fissò la sua seconda dimora, il castello venne fatto
smantellare nel ‘500 durante la guerra tra Spagnoli e Francesi dal
Duca Carlo III di Savoia insieme a quelli di Cesnola e Castruzzone. Restano dell’impianto medioevale i ruderi di una torre e alcuni
fregi in cotto. Tra tardo ‘600 e XVlII secolo vennero ampliati i corpi
di fabbrica più antichi che si affacciano sulla valle. Questa parte,
detta “castello nuovo”, ha assunto nel tempo le fattezze di una
villa residenziale.
Corona Grossa
Un’altra importante testimonianza del IX secolo è data da questo
complesso che fu anch’esso fatto edificare da Attone Anscario,
ed aveva la funzione di ospedale per pellegrini della Marca d’Ivrea.
Chiesa Parrocchiale di Sant’ Andrea
Eretta nel luogo della primitiva chiesa del ‘200, rappresenta un
vero capolavoro del ‘600, anche se con i suoi successivi ampliamenti venne terminata soltanto nel 1851.All’interno si trovano alcune opere di notevole valore artistico come la raffinata balaustra
e l’altare maggiore in marmi policromi (1743), realizzati da Carlo
Giudici, il pulpito in noce di autore ignoto, il leggio del coro, opera
di Giovanni Godone (inizio ‘800). I due splendidi medaglioni nel
presbiterio furono eseguiti da Giuseppe Borra, l’ostensorio in argento da Andrea Boucheron, artista di fama internazionale.
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LA PIEVE ROMANICA DI SAN GIACOMO
Viaggio nella storia
Castello di Cesnola
Si trova nell’omonima frazione un tempo Comune. Salendo tra i
vigneti, con una bella rnulattiera medievale si raggiungono i ruderi
del castello dei Palma di Cesnola, risalente all’XI secolo.
Castello e Chiesa di San Giacomo a Montestrutto
Anche l’ultima borgata del fondovalle anticamente era sede di
Comune. Le sue case si appoggiano allo sperone di roccia che è
dirupo sulla Dora quasi ostruendo la viabilità (da ciò il nome primitivo di Mons Obstructus). Sulla sua sommità si erge un castello,
eretto sulle rovine di
quello precedente medioevale, rifatto in stile
neogotico. Romanica
è invece la pieve di San
Giacomo, visibile sotto.
UNA TESTIMONIANZA STRAORDINARIA APERTA A TUTTI
I segreti negli affreschi della Pieve
Gli affreschi che si trovano all’interno della chiesa e
lungo le pareti del corridoio
che porta al battistero, costituiscono una testimonianza,
straordinariamente
ricca,
dell’evoluzione che la pittura ha avuto, su di un arco di
tempo lungo quasi tre secoli,
in terra di Canavese. Non è
facile nella “disordinata” impaginazione degli affreschi
trovare il filo cronologico
che ci fa passare dalla prima
metà del XII secolo fin quasi
sul finire del Quattrocento.
Le raffigurazioni più antiche
sono i frammenti del Giudizio
Universale, riconoscibili (pur
con molte difficoltà, stante il
precario stato di conservazione) in alto nell’arco absidato:
le gote arrossate e gli occhi
sgranati (visibili nelle foto
prese da vicino) ne testimoniano
inequivocabilmente
l’appartenenza alla pittura
romanica. Databile all’altezza del XIII secolo è l’immagine del San Michele Arcangelo
che pesa le anime posta nel
secondo registro degli affreschi che occupano la parete
destra della chiesa.
Tra i dipinti collocabili a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo troviamo addirittura un
affresco autografo: si tratta
della monumentale e ieratica figura di un santo regale
(San Cristoforo) che tiene in
mano un ramo con frutti (una
palma con datteri), firmata
da tal “Guilielmus de Orta”.
In qualche continuità temporale e stilistica con esso, nel
registro inferiore della stessa parete, si trova la scena
del Miracolo di San Nicola di
Bari ed una Adorazione dei
Magi con una Madonna che
tiene in mano uno stranissimo fiore.
Sempre sulla parete destra,
troviamo una delle migliori
pitture trecentesche presenti
nella chiesa: un Santo vescovo in trono regale ed elegante,
intento a scambiare cartigli
Chiesa
di San Pietro
All’ingresso del borgo
medievale di Torredaniele, si nota la chiesetta, rifatta nell’Ottocento, ma già citata, da
una Bolla del 1216 di
Papa Innocenza III, tra
le dipendenze della Sacra di San Michele.
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con un monaco; essa è dovuta, probabilmente, allo stesso
pittore che, nel terzo registro
superiore della parete, ha dipinto un’Ultima Cena (ormai
alquanto mutilata). Accanto
al Santo vescovo in trono, è
posto un affresco dell’inizio
del XV secolo che raffigura
la Visione del beato Pietro di
Lussemburgo, con il beato in
preghiera davanti al crocifisso al quale appare l’immagine della Madonna col Bambino Nella prima metà del
XV secolo sono impegnati ad
affrescare la pieve, pittori dei
quali esiste una relativamente più ricca documentazione.
Si tratta, innanzi tutto, di
di un anziano che, forse volutamente, lo assimilano alla
figura dell’Eterno; attorno a
lui le figure del “Tetramorfo”,
vale a dire i simboli dei Quattro Evangelisti. Sulla parete
di fondo è raffigurata, sopra
una piccola finestra, una Pietà; ai suoi lati trovano posto
un San Lorenzo ed un San
Martino che divide il mantello con un povero. Infine, sulle
pareti laterali troviamo, da
una parte, la scena di San Lorenzo che presenta un devoto
alla Madonna e, dall’altra le
sante Marta, Lucia e Caterina di Alessandria. L’ignoto
Maestro degli affreschi della
cappella Avogadro si dimostra, nella resa volumetrica
nei corpi e nell’uso di tenui
colori, aggiornato sulla lezio-
Dux Aimo (Aimone Duce) che
qui dipinge, sulla parete di
sinistra, un Angelo con le tre
Marie al sepolcro, opera che
lascia trasparire il suo gusto
miniaturistico. Nella Adorazione dei Magi, e nella scena
frammentaria di San Francesco che riceve le stigmate,
poste nel corridoio di collegamento al battistero, si è voluto
riconoscere la prima maniera
stilistica di un artista eporediese, Giacomino da Ivrea. La
parte meglio conservata degli
affreschi è quella fatta realizzare, nella piccola cappella destra del presbiterio, da
Giovanni Martino Avogadro
di Casanova, pievano della
chiesa negli anni sessanta ottanta del XV secolo. Il programma iconografico doveva
essere ben meditato. Sulla ne pierfrancescana, ma gli fa
volta a botte, in una man- difetto (come emerge dall’apdorla di luce, è raffigurato un prossimazione dei volti e dei
Cristo benedicente – con una panneggi) la piena padronanfolta barba bianca e l’aspetto za dei mezzi pittorici.
“OLIVICOLTURA IN PIEMONTE? LA SFIDA DI SETTIMO VITTONE”
Da peschiera inaugurata nel 1930
all’attuale frantoio “Vito Groccia”
Pubblichiamo un articolo apparso su Piemontemese.it la
rivista diretta dall’amico Nico
Ivaldi, che con questo articolo
di Elisa Viglio dal titolo “La
sfida di Settimo Vittone - Olivicoltura in Piemonte?” ha
ricevuto una menzione speciale alla quinta edizione del
Premio Piemonte Mese, sezione Economia. Lo riteniamo
esplicativo di come economia
e difesa della tradizione si
possono felicemente coniugare una visione di rilancio del
prodotto canavesano di alta
qualità.
La redazione
“...Dal punto di vista istituzionale, tutto è iniziato con la
fondazione, il 15 ottobre 2003,
a Vialfrè, dell’Asspo, Associazione Piemontese Olivicoltori.
Si trattava allora di poco più
di una decina di coltivatori,
fra cui lo stesso Vito Groccia e
il compaesano Adriano Giovanetto, figlio di Alberto ed attuale assessore all’agricoltura
di Settimo Vittone, che credevano nella possibilità di intraprendere questa attività sui
terreni del Piemonte e della
Valle d’Aosta e desideravano
associarsi per scambiarsi conoscenze, idee e suggerimenti.
L’associazione, attualmente
presieduta da Pier Luigi Baratono, conta ora trecentoquaranta soci, che ricevono
periodicamente informazioni
specifiche grazie agli studi
del dottor Antonino De Maria,
tecnico dell’ASSPO, che chiarisce: “Malgrado gli olivicoltori piemontesi non possano
competere, per la quantità
della produzione, con i colleghi di altre regioni, le olive
piemontesi, prevalentemente
di tipo leccino, sono di ottima
qualità e producono un olio
dolce e delicato. La scarsa
quantità rende molto improbabile un futuro ottenimento
della certificazione Dop, prosegue De Maria, ma seri controlli da parte nostra permettono la completa tracciabilità
della filiera produttiva”.
Sin dalla fondazione l’Asspo
ha intrapreso un approfondito studio sull’olivicoltura
piemontese, effettuando tra
l’altro un censimento che ha
permesso al solo dottor De
Maria di contare circa ottantamila piante sul territorio
regionale e monitorando la Ma torniamo a Settimo Vittopresenza della mosca olearia, ne, dove, dopo anni di pazienprincipale parassita dell’oli- te lavoro, nel 2002 il Circolo
vo: i dati sono sul sito www. Molino Lingarda presieduto
asspo.it, dove sono anche da Vito Groccia organizzava
elencati i punti vendita di olio la prima “Sagra delle olive e
piemontese. Grazie anche al dell’olio”, producendo per la
lavoro dell’associazione, dai prima volta l’olio della Riviecirca trecento produttori, fra ra Settimese, con la frangitusingoli e aziende, del 2005, si ra di circa 200 kg di olive a
è raggiunta al presente quota Villanova d’Albenga: lo stupoottocentoquindici.
re dei liguri nel notare la qua-
lità dei frutti canavesani sarà
d’incoraggiamento per perseverare nella sfida, mettendo
a dimora centinaia di piante
e studiandone attentamente
l’adattabilità al territorio.
In seguito ad un progetto portato avanti dall’amministrazione dell’allora sindaco Mauro Peretto nell’ambito di un
bando destinato ai comuni di
confine, si era nel frattempo
13
SANTI E PITTORI: SINTETICA DESCRIZIONE
Affreschi interni
Corridoio tra il battistero e la pieve – Giacomino da Ivrea (attribuito), Adorazione dei Magi, prima metà XV secolo; – Giacomino
da Ivrea (attribuito), San Francesco riceve le stigmate; – Pittore
del XV secolo, Santo Stefano, frammento;
Abside – Arco absidale, in alto: Giudizio Universale, frammento,
XII secolo; – Parete sinistra: Santo con un giovane devoto, XIV
secolo; – Parete destra: Annunciazione e santi, XIV secolo;
Cappella Avogadro, affrescata del così detto “Maestro della
cappella Avogadro, 1460-80 (lo stemma degli Avogadro precede ai sue lati la cappella) – Soffitto: Cristo benedicente (in
forma di Dio Padre), Simboli degli Evangelisti (Tetramorfo); – Parete sinistra: San Lorenzo presenta il committente alla Madonna
(il volto del committente, il pievano Martino Avogadro, è abraso)
Parete di fondo: San Lorenzo, San Martino, sopra la finestra Cristo in pietà; – Parete di destra: Santa Marta, Santa Lucia e Santa
Caterina di Alessandria
Parete destra della navata della pieve – Guglielmo da Orta,
Monumentale figura di
santo regale (San Cristoforo), XIII-XIV secolo; – In alto: Ultima cena
(frammenti), XIV secolo;
– Registro mediano: San
Michele Arcangelo che
pesa le anime, XIII secolo; Santo vescovo in trono, XIV secolo; Visione
del beato Pietro di Lussemburgo, prima metà
del XV secolo; – Registro
inferiore: San Nicola di
Bari compie il miracolo
della salamoia, XIV secolo; Adorazione dei Magi,
XIV secolo;
Contro facciata – San
Giorgio uccide il drago
(frammento), XV secolo – Madonna della Misericordia (frammento), XIV secolo
Parete sinistra – Martirio di san Lorenzo (frammento); – Aimone
Duce, Le tre Marie al sepolcro, prima metà del XV secolo
prospettata l’idea di ristrutturare l’ex peschiera inaugurata nel 1930 da Maria José
di Savoia e di adattare l’edificio a frantoio. La “scommessa”, come è stata definita dal
successore di Peretto, Sabrina
Noro, è stata seguita anche
dall’attuale amministrazione
che, con l’aiuto del Circolo
Molino Lingarda presieduto da Enrico Groccia, figlio e
successore di Vito, e dell’Associazione Settima Pietra
presieduta da Mauro Orlassino e poi da Adriano Borgesio,
ha portato a termine i lavori
raggiungendo il meritato
obiettivo con l’inaugurazione
del frantoio comunale dedicato a Vito Groccia, scomparso
pochi mesi prima. All’interno
del locale è stato collocato un
impianto Pegaso 500, di cui
si occupa, accanto al mastro
frantoiano ingegner Franco
Franceschini, Luca Giovanetto, formato dal personale
dell’Amc, ditta fornitrice dei
macchinari.
Al di là dei possibili sviluppi
economici, spiega l’assessore
Adriano Giovanetto, l’olivicoltura offre la duplice prospettiva di promuovere il territorio e
le sue eccellenze, sviluppando
il settore turistico, e di prendersi cura di tale territorio,
destinando ad oliveto vigne e
campi abbandonati e migliorandoli così non solo dal lato
paesaggistico, ma anche da
quello della sicurezza in caso
di calamità naturali come frane e smottamenti”. Al riguardo, è in avvio il progetto “Olivi
e territorio” promosso dall’Associazione Settima Pietra,
che ha come obiettivo proprio
quello di curare e promuovere
il territorio settimese: i proprietari di terreni incolti potranno richiedere al Comune
una perizia gratuita per verificare la possibilità di destinare
tali spazi ad oliveto e, in caso
positivo, saranno aiutati, sempre gratuitamente, a ripulire
il terreno e piantare gli olivi.
Accanto all’Associazione Settima Pietra, che ha tra l’altro
organizzato nel 2007 il primo
corso di olivicoltura, un ruolo
senz’altro fondamentale è giocato dal Circolo Molino Lingarda, che, con l’approvazione
da parte del Consiglio comunale dello scorso 29 novembre,
ha ottenuto l’affidamento della gestione dell’intera attività
olivicola, dalla coltivazione e
dalla pulizia dei terreni alla
lavorazione e all’utilizzo del
prodotto finito per la “Sagra
delle olive e dell’olio”.
Come sottolinea ancora l’assessore Giovanetto, “se l’olivicoltura in Piemonte non è
una realistica fonte esclusiva
di reddito, può comunque
costituire un buon complemento per le aziende agricole
già avviate, oltre ad essere
un’attività che, accanto alla
manutenzione del territorio,
offre molte soddisfazioni: con
dieci o quindici piante di olivo
si può produrre olio sufficiente all’autoconsumo di una famiglia di medie dimensioni”.
L’idea di fondo emersa dal
convegno organizzato in occasione dell’inaugurazione del
frantoio, comunque, è la stessa che di recente è sostenuta
in pressoché ogni discussione
sul turismo e sulle produzioni
locali: l’unica maniera efficace
per promuovere le eccellenze
del territorio è quella di lasciare da parte il campanilismo ed iniziare a fare sistema,
unendo le energie di produttori privati ed enti pubblici per
lavorare in direzione di un
obiettivo comune.
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AD SEPTIMUM LAPIDEM MILIARIUM
Viaggio nella storia
Sulla data di fondazione o nascita dei primi nuclei abitativi in mancanza di dati certi, si fa riferimento alla citazione Ad septimum lapidem miliarium, che potrebbe significare la presenza di una una
mutationes, una “stazione di servizio”, attrezzata per accogliere
i viaggiatori in possesso di regolare documentazione rilasciata
dall’amministrazione centrale romana.
Se cosÌ fosse, si potrebbe far risalire la nascita del primo villaggio
in Settimo al tempo di Cornelio e Caio (133-123 a.C.), periodo,
che coinciderebbe con la realizzazione della prima strada consolare. Questa ipotesi troverebbe giustificazione nel fatto che il miliarium, rinvenuto a Settimo - ora giacente presso gli scantinati del
Museo Garda d’Ivrea - risalirebbe proprio al periodo sopra riportato. L’evento storico più significativo di Settimo Vittone, ricordato
ogni anno in una rievocazione storica, ci riporta al IX secolo, agli
anni antecedenti l’882. Si narra che Asgarda, Regina di Francia
ripudiata dal marito Luigi II (detto il Balbo) e sorella Attone Anscario, Marchese di Ivrea si recò da lui trovando finalmente rifugio
e conforto in questo piccolo ed accogliente paese, per dedicarsi
alla preghiera e all’assistenza dei poveri.
Qui morì nel 889 e venne sepolta, secondo la tradizione, nella
chiesa della pieve di San Lorenzo. Nella realtà non esistono molte
testimonianze storiche del borgo che, a partire dall’XI secolo fu
compreso nel territorio denominato Valle di Montalto e dipendeva dal Vescovo di Ivrea. L’area, importante sia da un punto di vista
strategico che economico, venne a lungo contesa. I Signori del
luogo cercarono sempre di destreggiarsi abilmente tra il Vescovo
di Ivrea e l’alleanza con le Città di Ivrea e Vercelli per mantenere
una certa autonoma e indipendenza. Nel 1357, dopo alterne vidende il Vescovo cedette ogni diritto feudale sulla valle ai Savoia,
che a metà ‘600 riconosceranno al Signore del luogo, allora Gottiffredo di Cesnola, il titolo comitale.
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IL PERCORSO CANAVESANO SINO AD EPOREDIA
La Francigena di “Sigerico”
Il percorso Canavesano della
Via Francigena, nella Provincia di Torino, si sviluppa per
un tratto di circa 40 Km, dal
confine con la Regione Valle
d’Aosta al confine con la Provincia di Biella; attraversando il territorio dei Comuni
di: Carema, Settimo Vittone,
Borgofranco d’Ivrea, Montalto Dora, Ivrea, Cascinette
d’Ivrea, Burolo, Bollengo, Palazzo Canavese, Piverone.
Questo percorso, che rispetta l’itinerario principale,
compiuto
dall’Arcivescovo
Sigerico nel 990 dc.nel suo
viaggio di ritorno da Roma
a Canterbury e riconosciuto
ufficialmente dal Consiglio
d’ Europa, è stato tracciato
e mappato dall’ Associazione
“La Via Francigena di Sigerico“, in pieno accordo con le
Amministrazioni Comunali
interessate, le quali hanno
contribuito con consigli e indicazioni alla stesura del percorso. L’Associazione “La Via
Francigena di Sigerico” ha
esteso il suo intervento anche
ai tre Comuni della Provincia di Biella, con il loro pieno
accordo: Viverone, Roppolo e
Cavaglià, fino al confine con
la Provincia di Vercelli. Ha
inoltre collaborato e collabora con i Comuni della Regione Valle d’Aosta per il tratto
finale dell’itinerario proveniente dal Passo del Gran S.
Bernardo e che si conclude
con il Comune di Pont Saint
Martin anch’esso convenzionato con “La Via Francigena
di Sigerico”. La tipologia del
percorso è stata studiata per
rispondere alle esigenze di
persone che procedono a piedi, in bicicletta o a cavallo;
sono state selezionate strade
non trafficate, carrareccie
e sentieri. Per i casi in cui è
stato indispensabile percorrere per brevi tratti le strade trafficate e asfaltate sono
stati previsti e richiesti, alle
Amministrazioni locali, interventi di messa in sicurezza.
L’itinerario ha inoltre tenuto
conto di tutti i più importanti
monumenti storico-culturali
presenti sul percorso, nonché
dalla presenza di importanti
monumenti di interesse storico culturale nonché di significativi aspetti paesaggistici e
di particolari situazioni naturalistiche in prossimità del
percorso principale ma non
toccate dallo stesso.
degli aspetti naturalistici e
ambientali più significativi.
Sono in corso, parallelamente, studi e ricerche finalizzati
alla valorizzazione di alcune
varianti significative al percorso principale, motivate
Nota della redazione
Si comunica che le notizie inerenti l’approfondimento
storico-ambientale geografico dei Comuni di: Settimo Vittone e Montalto Dora, ricalcano le infomazioni contenute
nei siti ufficiali dei Comuni stessi.
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