Le interviste integrali ai 7 gestori italiani vincitori

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Le interviste integrali ai 7 gestori italiani vincitori
+ Sette gestori italiani incoronati dal Grand Prix
+ Come viene assegnato il rating ai fondi e ai gestori delle società di risparmio
Le interviste integrali ai 7 gestori italiani vincitori
Glauco Maggi
parigi
Queste le domande comuni per tutti:
1) Quale è stato il fondo che ha dato la miglior performance nel 2011 tra quelli della vostra scuderia, in assoluto e relativamente al benchmark di
riferimento?
2) Che previsione di mercato prospettate in questi giorni alla vostra clientela, per il 2012, per i vostri fondi azionari?
3) E per quelli obbligazionari?
4) Qual è, per un investitore di lungo periodo, cioè oltre i 10-15 anni, la ripartizione di portafoglio tra fondi monetari, obbligazionari e azionari che state
suggerendo in questo periodo?
5) Futuro dell’euro. Entro fine 2012 pensate che l’eurozona abbia gli stessi paesi di adesso? E quale cambio con il dollaro ipotizzate per l’euro per fine
dicembre 2012?
6) Gli indici Usa sono da mesi in rally. Durerà? Credete nella ripresa Usa che pare avviata?
7) Borse in Europa e nei Paesi Emergenti. Quali prospettive di crescita hanno secondo voi nel corso del 2012?
Ed ecco le risposte dei responsabili delle sette società vincitrici
Per EPSILON Maria Bruna Riccardi, responsabile investimenti quantitativi
1) Il fondo di Epsilon SGR con la performance assoluta più elevata nel 2011 è Epsilon Cash, un prodotto di liquidità che ha realizzato un rendimento di
+1,8% al netto di tutti gli oneri gravanti. In termini relativi, invece, il miglior fondo è stato il bilanciato Epsilon DLongRun che ha superato il proprio
indice di riferimento dello 0,7%.
2) I nostri modelli di asset allocation suggeriscono di mantenere invariato il peso delle azioni in portafoglio, con un’esposizione moderata. Da un lato, è
necessario attendere conferme sull’evoluzione del ciclo economico globale, dall’altro, il rischio connesso con la situazione politica nell’area Euro appare
ancora elevato. Da inizio 2012 a oggi i mercati azionari hanno avuto un andamento positivo, in parte sulla spinta di un possibile rallentamento negli Stati
Uniti meno marcato di quanto previsto, ma soprattutto per l’impegno mostrato dai paesi della zona Euro nel voler risolvere la crisi del debito. Non aver
colto l’occasione consiglierebbe cautela nell’aumentare il peso delle azioni in portafoglio in questo momento, d’altra parte chi è riuscito a realizzare buoni
rendimenti può comunque mantenere un posizionamento più prudente.
3) Quando si parla di obbligazioni è opportuno distinguere e specificare bene a quale mercato ci si riferisce, anche all’interno dell’area Euro. Con
differenziali di rendimento tra governativi di diverso paese, e tra emissioni societarie, è possibile costruire un portafoglio che generi un buon reddito, anche
con una duration contenuta.
4) Non crediamo opportuno dare indicazioni per un’allocazione statica su un orizzonte temporale così lungo. Preferiamo suggerire prodotti di risparmio
gestito che si pongano dei limiti di rischio e che lascino alla professionalità della società di gestione la libertà di definire, di periodo in periodo,
l’allocazione ottimale delle attività. Abbiamo visto, infatti, il mondo cambiare drasticamente negli ultimi 5 anni. Le allocazioni di portafoglio che la teoria
definiva vincenti nel lungo periodo si sono dimostrate poco efficienti alla prova dei fatti: i mercati azionari europei in 10 anni (dal 2001 al 2011) non hanno
generato valore, ma anche un indice globale come il MSCI World ha realizzato una performance media annua del 4%, con un premio per il rischio
sostanzialmente nullo.
5) E’ una nostra ferma convinzione e riteniamo che nessuno dovrebbe augurarsi il contrario. L’esclusione della Grecia creerebbe un pericoloso precedente
togliendo credibilità al progetto di Unione Monetaria e riportando grande confusione e incertezza nei mercati. Difficile fare previsioni per il cambio
Euro/Dollaro a fine anno, ci sono, infatti, fattori che possono supportare sia un forte apprezzamento sia un deprezzamento del cambio. Da non sottovalutare
anche situazioni esogene come le elezioni presidenziali negli Stati Uniti: se escludiamo il 2004, in occasione delle ultime 10 elezioni il dollaro si è
apprezzato nel corso dell’anno.
6) Potrebbe proseguire il trend degli ultimi mesi, grazie al buon momentum di mercato, soprattutto se per la zona Euro dovesse profilarsi una soluzione più
chiara attraverso, per esempio, il rafforzamento dei fondi salvastati (ESM-ESFS). Tuttavia a oggi le valutazioni non sono più particolarmente interessanti.
Dal punto di vista macroeconomico aspettiamo che escano dati di conferma che il ciclo economico sia avviato effettivamente su un percorso migliore di
quello ipotizzato nei mesi precedenti: di recente il mercato del lavoro è tornano a mostrare una dinamica brillante e l’andamento dei consumi è rimasto
sempre abbastanza sostenuto.
7) Le prospettive di crescita in Europa non sono buone per il 2012 e ci si attende un miglioramento solo a partire dal 2013, ma tutto dipenderà dalla
capacità di agire dei governi dell’Euro Zona. Per il momento, quindi, consigliamo cautela, pur essendo pronti ad aumentare l’esposizione in portafoglio
sulla base delle evoluzioni politiche. Come già accaduto tra la metà di dicembre e la prima decade di febbraio, infatti, importanti novità positive sul fronte
Il contenuto del presente documento riflette esclusivamente le opinioni, i giudizi e le elaborazioni di chi lo ha redatto e non impegna Epsilon SGR. Le informazioni contenute nel documento non rappresentano e non
intendono rappresentare un'offerta, un invito, una proposta o un consiglio ad effettuare investimenti nei fondi comuni di investimento o negli altri strumenti finanziari eventualmente citati. Prima di procedere a qualsiasi
investimento è infatti necessario comprenderne le caratteristiche ed i rischi e valutarne l'adeguatezza rispetto ai propri obiettivi di investimento ed alla propria propensione al rischio. In particolare con riferimento ai
fondi comuni di investimento, prima dell'adesione si raccomanda di leggere attentamente le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) ed il Prospetto. Informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei prodotti gestiti da
Epsilon SGR sono contenute nella Sezione Prodotti del presente sito internet. In tale Sezione sono riportate anche informazioni sui rendimenti dei fondi comuni di investimento redatte secondo gli standard previsti
dalla normativa vigente.
politico genererebbero un incremento nell’andamento dei principali indici. Anche i mercati emergenti hanno realizzato buone performance dall’inizio
dell’anno. Ma il trend potrà proseguire solo se non si materializzeranno cattive sorprese negli Stati Uniti e in Europa.
Per ERSEL Marco Covelli, Direttore Investimenti Diretti di Ersel, e Andrea Nascè, Direttore Investimenti Multimanager di Ersel.
1) Due fondi si sono particolarmente distinti: un obbligazionario a breve termine e un azionario internazionale. Il fondo obbligazionario che ha registrato
nel 2011 la migliore performance in termini assoluti è Fondersel Reddito con +3,7%, battendo anche il proprio benchmark di riferimento del 1,4%.
Fondersel Reddito è il fondo comune d’investimento gestito dal team interno di Ersel dedicato all’investimento in titoli governativi dell’area Euro con
scadenza media inferiore ai due anni. La buona performance del fondo è frutto di una gestione tattica del rischio paese che nella seconda metà dell’anno ha
privilegiato l’investimento sui titoli degli emittenti aventi un elevato merito creditizio rispetto ai titoli dei paesi "periferici" e di quelli emessi da Italia e
Spagna. Tale scelta ha permesso di proteggere il capitale investito dai forti movimenti negativi degli spread. Questa posizione è stata modificata nell’ultimo
mese dell’anno, investendo su emissioni italiane soprattutto e sulle scadenze più brevi. Il fondo ha quindi tratto beneficio dalla decisa riduzione dei tassi
che su questo settore di curva l’Italia ha vissuto.Globersel Equity è stato il fondo azionario internazionale della scuderia Ersel ad ottenere la migliore
performance assoluta e relativa, avendo registrato un +4,05% rispetto all’indece MSCI World. In termini assoluti è riuscito a chiudere l’anno praticamente
invariato: un risultato notevole considerando l’estrema volatilità e i ripetuti trabocchetti presentati dai mercati azionari nel corso dell’anno. Con una
performance assoluta pari a -0,1% il fondo ha infatti dimostrato il suo carattere difensivo, frutto della scelta di aziende che combinano bassi livelli di
indebitamento ad elevate prospettive di crescita utili. E’ significativo sottolineare che il netto vantaggio conseguito rispetto al benchmark (+4,05%) si è
verificato in un anno di massima crisi di tutti gli stili di gestione attiva. Guardando ai contributi su base annua, gli effetti positivi sono arrivati soprattutto
dalle posizioni detenute sul mercato USA. Gli investimenti sul mercato giapponese hanno complessivamente deluso, erodendo in modo consistente i
guadagni altrove conseguiti.
2) Dopo due mesi di ininterrotte salite temiamo che vi sia la possibilità di una fase di consolidamento che possa venir sfruttata tatticamente. In un’ottica
più strategica manteniamo invece un posizionamento costruttivo sul comparto azionario. A livello di area geografica, in questa prima parte del 2012,
abbiamo proceduto ad aumentare l’esposizione sui paesi emergenti, in virtù di valutazioni attraenti rispetto a quelle dei paesi sviluppati. Forza relativa del
ciclo economico e minori squilibri di bilancio restano punti di forza di queste aree.
3) Sul mercato obbligazionario governativo europeo ci si interroga se il fattore determinante della riduzione degli spread dei paesi periferici sia stata la
decisione della BCE di espandere il proprio bilancio con ben due aste triennali di liquidità oppure se siano state le prospettive di miglioramento dei
fondamentali nei due paesi chiave Italia e Spagna. Probabilmente, entrambe i fattori in questa fase sono risultati determinati, anche se il primo ha valenza
più di breve periodo, mentre il secondo induce ad aspettative che via sia ancora spazio per ulteriori chiusure dello spread, in particolare in Italia, nel corso
dell’anno.
4) L’elevata volatilità dei mercati finanziari di questi ultimi anni ha reso l’investitore medio molto attento alla conservazione del capitale. Questo ci porta a
consigliare una esposizione ai mercati azionari nell’ordine del 20-25%, una quota allocata in obbligazioni del 60% circa, di cui un 15% circa in emissioni
societarie europee, altrettanto in obbligazioni dei paesi emergenti e la quota restante in obbligazioni governative europee di medio periodo, in particolare
italiane. Da ultimo, una quota ancora consistente in strumenti di liquidità nell’ordine del 15-20%.
5) Seppure attraverso un processo di progressivi aggiustamenti, foriero sui mercati di tensioni e volatilità, lo scenario interno all’area euro può oggi contare
su alcune importanti evoluzioni: a)
un nuovo quadro politico nei paesi periferici; b) una progettualità più netta nell’omogeneizzare le politiche
economiche e fiscali (fiscal compact); c) un più chiaro ruolo dei fondi salva stato (sebbene ancora di dimensioni contenute); d) un ruolo di forte sostegno
alla circolazione della liquidità da parte della BCE.Tutto ciò porta a ritenere che non vi saranno eventi traumatici legati alla modifica del perimetro di
composizione dell’area monetaria comune. In tale contesto, il cambio dollaro euro, seppur con ampia volatilità, rimane all’interno della banda di
oscillazione compatibile con i fondamentali, banda che ha come valore centrale il livello di 1,35.
6) In questa fase i segnali di maggiore vitalità provengono proprio dall’economia USA, mentre per l’Europa la dinamica del ciclo appare decisamente più
contenuta. I dati di tenuta del mercato del lavoro e di maggior fiducia in alcuni indicatori anticipatori (tra cui si evidenziano, da ultimo, anche alcuni del
settore immobiliare) sono benauguranti per un proseguimento della dinamica di moderata ripresa in atto.In merito al mercato azionario, da inizio anno, si è
registrato un rialzo quasi in linea con l’intera crescita annuale attesa per i profitti (8% ca), per i quali è improbabile che si possa assistere a revisioni al
rialzo. Ulteriori incrementi del mercato è più probabile quindi che possano venire solo da un aumento delle valutazioni nel rapporto prezzo/utili e quindi da
una maggior fiducia degli investitori sulla stabilità del ciclo americano e più in generale internazionale.
7) Per entrambi i mercati le aspettative sono moderatamente positive. In Europa il tema del debito continuerà ad essere il principale fattore nel determinare
la dinamica di mercato, mentre i paesi emergenti dovrebbero trarre vantaggio da tassi di crescita dell’economia ragionevoli e dal supporto della politica
monetaria.
Per ANIMA Sgr Armando Carcaterra, Direttore Investimenti
1) Il fondo che ha generato la miglior performance assoluta nel 2011 è stato il Prima Bond Dollar, fondo obbligazionario governativo che ha registrato una
performance dell’11,68%. Il fondo che ha presentato il miglior rendimento relativo, in territorio positivo, è il fondo azionario Americhe che ha generato un
rendimento del 4,52% contro il 4,07% dell’indice di riferimento. Con il contesto di incertezza ed elevata volatilità sui mercati del 2011, complice
soprattutto la crisi del debito sovrano nell’Eurozona, i nostri fondi flessibili sono stati quelli che hanno ottenuto i risultati migliori. Questo perché ANIMA
ha sviluppato prodotti finalizzati al raggiungimento di performance decorrelate dall’andamento dei mercati, in sintonia con la ricerca di rendimenti assoluti
positivi degli investitori; fra questi rientrano i prodotti Alto Potenziale e in particolare il fondo PRIMAStrategia Italia Alto Potenziale (della gamma
Sistema PRIMA) che l’anno scorso nonostante il mercato azionario italiano a picco ha registrato ugualmente risultati molto soddisfacenti e lo stesso
discorso vale per il fondo Star High Potential Europe o il PRIMA Star Market Neutral Europe (della gamma irlandese Anima PRIMA Funds). Sono tutti
fondi che rientrano nella Linea d’offerta Strategie, una serie di prodotti a rendimento assoluto, il cui valore aggiunto sta nell’ampia discrezionalità attribuita
al gestore e dall’utilizzo di strumenti finanziari e strategie di investimento innovative.
2) L’impostazione dei mercati finanziari rimane positiva e in chiave strategica i mercati mostrano ancora buone potenzialità supportate dalle consistenti
dosi di liquidità immesse nel sistema dalle Banche Centrali, in particolare dalla Bce. A ciò va aggiunto un cambiamento favorevole di buona parte degli
indici di fiducia, un miglioramento delle condizioni macro e della crescita a livello globale, veicolata soprattutto dal progresso degli Usa con i dati
principali che si confermano moderatamente positivi insieme a un livello di occupazione che ha superato le aspettative. Tuttavia, i mercati sono
relativamente minacciati sia dal rallentamento del rally attuale, inficiato da probabili prese di profitto, sia dal rischio Grecia che incide ancora sul sentiment
degli investitori e spiega buona parte della sottoperformance degli indici europei rispetto ai listini americani. Positivi quindi, ma tenendo conto di possibili
fasi di consolidamento di breve periodo in chiave tattica.
3) Se il quadro macro è in miglioramento, va ancora evidenziato un disallineamento temporale tra mercati e risposte della “governance”, senza contare che
restano da risolvere in modo definitivo alcune questioni, prima fra tutte quella relativa alla delicata situazione finanziaria della Grecia, per la quale si
prospetta un nuovo piano di salvataggio. In particolare, sul fronte obbligazionario il mercato dei tassi dell’Europa “Core” evidenzia ancora una notevole
avversione al rischio. La parte a breve della curva è ancorata e la domanda per titoli di Stato poco rischiosi e con alto merito di credito è ancora
elevata. Molto più interessante si presenta il mercato dei dei titoli di stato “periferici” e quello corporate. Per quanto riguarda il primo è da guardare con
interesse l’Italia, che sta beneficiando di un cambio di sentiment del mercato in seguito alle misure fiscali di fine anno e alla rinnovata fiducia degli
investitori. In merito al secondo segmento, invece, il restringimento degli spread sui titoli di Stato ha favorito una riduzione dei rendimenti delle
obbligazioni corporate con benefici sui relativi prezzi; a proposito, nonostante il settore dei finanziari rappresenti quello che più ha beneficiato del rally dei
mercati delle ultime settimane, continua a presentare buone potenzialità grazie ad una situazione patrimoniale del sistema bancario generalmente piuttosto
solida e all’ iniezione di liquidità fornita dalla Bce anche con seconda operazione di rifinanziamento a tre anni (pronti contro termine) dello scorso 29
Il contenuto del presente documento riflette esclusivamente le opinioni, i giudizi e le elaborazioni di chi lo ha redatto e non impegna Epsilon SGR. Le informazioni contenute nel documento non rappresentano e non
intendono rappresentare un'offerta, un invito, una proposta o un consiglio ad effettuare investimenti nei fondi comuni di investimento o negli altri strumenti finanziari eventualmente citati. Prima di procedere a qualsiasi
investimento è infatti necessario comprenderne le caratteristiche ed i rischi e valutarne l'adeguatezza rispetto ai propri obiettivi di investimento ed alla propria propensione al rischio. In particolare con riferimento ai
fondi comuni di investimento, prima dell'adesione si raccomanda di leggere attentamente le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) ed il Prospetto. Informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei prodotti gestiti da
Epsilon SGR sono contenute nella Sezione Prodotti del presente sito internet. In tale Sezione sono riportate anche informazioni sui rendimenti dei fondi comuni di investimento redatte secondo gli standard previsti
dalla normativa vigente.
febbraio.
4) Premesso che ogni investitore ha propensione al rischio, orizzonte temporale e disponibilità differente, e pertanto non è possibile generalizzare, a nostro
avviso il modello indicativo di ripartizione di portafoglio per un investitore di lungo periodo, dovrebbe contemplare: 60% di fondi azionari; 30% di fondi
obbligazioni e il residuale 10% in fondi monetari.
5) Riteniamo che non ci saranno cambiamenti per quanto riguarda i Paesi aderenti all’Eurozona. Per quanto riguarda le prospettive per il cambio eurodollaro a fine 2012 pensiamo che si attesterà intorno a quota 1,25.
6) La ripresa ciclica è avviata, come dimostra il miglioramento dei dati macro e in relazione a occupazione e mercato immobiliare. Inoltre, riteniamo che la
ripresa in USA sia supportata soprattutto da due aspetti strutturali: la crescita demografica e l’indipendenza energetica.
7) Per quanto riguarda le Borse europee ci attendiamo una fase di consolidamento dopo il forte rialzo nel mese di gennaio e delle ultime settimane. In Italia
prosegue il recupero di credibilità, confermato dal progressivo restringimento degli spread sui titoli di Stato, in particolare i rendimenti sulla parte a breve
della curva (1-3 anni) sono tornati ai livelli di inizio 2011. Invece, nei Paesi emergenti il miglioramento nell’appetito per il rischio negli ultimi mesi ha
dato benefici. Sono migliorate le aspettative sulla crescita globale e in Cina (un terzo del PIL dei Paesi Emergenti). Il Giappone ha ben performato da inizio
anno e continua a rimanere interessante.
Per UbiPramerica EmilioFranco, Cfa, responsabile investimenti
1) Nel 2011, la migliore performance assoluta è stata realizzata da UBI Pramerica Obbligazioni Dollari (+10,6%), mentre il migliore fondo contro
benchmark è stato UBI SICAV EURO Equity High Dividend (+10,8%).
2) Siamo cauti sui mercati azionari. I recenti rialzi, dovuti alle sorprese macro positive in USA, agli effetti dell’azione della BCE a supporto della liquidita’
delle banche e al posizionamento difensivo degli investitori, hanno riassorbito l’ opportunita’ valutativa. I rischi ciclici (recessione in Area Euro) e
strutturali (deleveraging, vulnerabilità banche, sostenibilità fiscale, crisi istituzionale dell’EMU e problemi di competitività) restano elevati.
3) Sulle obbligazioni governative “core”, suggeriamo una sottoesposizione alla duration. Le valutazioni sono ricche e riflettono la ricerca di sicurezza e gli
effetti degli straordinari interventi di politica monetaria. Continuiamo a preferire i bond societari, che offrono nel medio termine il miglior profilo rischio
rendimento.
4) Per un investitore dinamico con un orizzonte temporale lungo suggeriamo un portafoglio composto per il 40% in azioni e per il 30% ciascuno in
obbligazioni e comparto monetario, con una ampia diversificazione per asset class, geografica e valutaria.
5) Nel nostro scenario centrale, sì. Resta pero’ possibile che errori di “policy”, come un fallimento disordinato della Grecia, possano causare una
ridefinizione del perimetro dell’Unione Monetaria. Perchè il circolo virtuoso innescato dalla BCE prosegua e riesca a stabilizzare durevolmente la
situazione, è necessario che l’Euro si deprezzi contro il dollaro.
6) In un contesto di rallentamento, gli USA sono una eccezione. Il mercato del lavoro ha iniziato a migliorare, ma restano dubbi sulla sostenibilità di questa
fase. Preoccupano, il processo di riduzione dell’indebitamento pubblico e delle famiglie. Valutazioni neutrali e rally recente rendono probabile una fase di
consolidamento o correzione del listino americano.
7) I nostri mercati azionari preferiti sono quelli dei Paesi Emergenti. I trend strutturali di crescita sono estremamente favorevoli, guidati dalle dinamiche
demografiche. Le valutazioni sono attraenti e le politiche economiche hanno ampi spazi di manovra per contrastare eventuali rallentamenti ciclici.
Per Fideuram Investimenti Tommaso Corcos, amministratore delegato
1) In termini assoluti la migliore performance è stata messa a segno dal comparto obbligazionario americano del fondo multicomparto di diritto
lussemburghese Fonditalia Bond USA che ha avuto una performance di circa il 13%.In termini relativi i migliori risultati sono stati conseguiti dal comparto
Fonditalia Global che ha avuto una performance positiva dell’1,9% contro un -4% del benchmark e dal comparto Flexible Italy che ha avuto una
performance positiva del 3% contro una performance negativa del mercato italiano di circa il 22%.
2) Le valutazioni sul mercato, a nostro parere ancora contenute e la forte liquidità presente nel sistema, ci farebbero propendere per un mercato azionario
ancora in crescita. Tuttavia sono ancora molti i fattori di incertezza che potrebbero condizionare i mercati nel corso dell’anno. Fattori legati alla gestione
del debito sovrano, in particolare nell’Area Euro, e ai rischi di recessione economica, nonostante le politiche monetarie espansive delle Banche Centrali,
derivanti dai piani di austerità fiscale attivati dai vari governi . Pertanto il nostro approccio si basa su un’ampia diversificazione, innanzi tutto fra azionario
ed obbligazionario. Per quanto riguarda il mercato azionario guardiamo con interesse all’America e siamo favorevoli ad un’attenta selezione di opportunità
di investimento sui mercati emergenti, in particolare in Cina ed India dove riteniamo che la discesa dell’inflazione offra degli spazi di manovra maggiori
per attuare delle politiche espansive qualora il quadro macro economico dovesse deteriorarsi.
3) La parte obbligazionaria europea a breve beneficia, da un lato, della politica monetaria espansiva (convenzionale e non) della BCE e del processo di
riforme strutturali che stanno avendo luogo in Italia e in Spagna. La parte a lunga della zona core beneficia ancora del differenziale di rating dei paesi core
e dell’outlook debole della crescita, mentre la parte dei paesi non core hanno visto un restringimento dei rendimenti molto significativo che potrebbe
arrivare a breve a un floor . Nell’area Euro rimangono tuttavia delle incertezze derivanti dai paesi come la Grecia e il Portogallo , oltre a un rischio relativo
alla Francia, che potrebbe avere un deficit fiscale maggiore delle attese. Per questo motivo si ritiene che nella prima meta’ dell’anno si possa vedere ancora
un po’ di volatilita’ sui rendimenti europei, in particolare a medio termine. Inoltre un po’ di volatilita’ potrebbe derivare da un assestamento sulle
aspettative di crescita degli Usa, che potrebbero temperare i movimenti di rendimento anche negli Usa. Ci attendiamo che, nella seconda parte dell’anno, la
gestione del rischio sovrano nell’area euro possa essere considerato di minore importanza rispetto ai dodici mesi precedenti e quindi stabilizzare i
rendimenti nei vari paesi dell’area. Mentre per gli Usa la gestione del deficit fiscale potrebbe avere un impatto sulla parte lunga della curva. Per quanto
riguarda i mercati corporate investment grade, considerando che il sistema bancario europeo ha ritrovato forza grazie alle operazioni di rifinanziamento a
tre anni della Bce, questo comparto dovrebbe offrire dei buoni spunti di rendimento, mentre la componente high yield essere un po’ volatile, in quanto
maggiormente esposta agli aggiustamenti del ciclo economico . Relativamente alla componente emergente, i fondamentali di questi paesi continuano a
essere positivi, benche’ negativamente influenzati da un aumento dei prezzi delle materie prime, che potrebbe temperare le aspettative di tagli da parte
delle banche centrali di quelle zone. Quindi, si consiglia una esposizione differenziata fra debito esterno (esposto ai fondamentali) e quello locale (esposto
alla valuta e ai rendimenti locali).
4) Un investitore per cui è possibile definire un orizzonte di investimento di lungo termine come quello individuato puó opportunamente farsi carico di
gestire un livello di esposizione importante ad asset class rischiose. La cosa importante è che ció avvenga non dimenticando mai di mantenere un elevato
livello di diversificazione.Con un orizzonte temporale cosí ampio non è efficiente investire strutturalmente in monetario. Questa è un’asset class da tenere
nei limiti delle esigenze di cassa o in modo opportunistico. Il portafoglio potrebbe, quindi, essere investito per circa il 35% in obbligazioni ed il 65% in
azioni diversificando ampiamente tra mercati.Volendo è possibile arricchire ulteriormente la diversificazione introducendo asset class come le obbligazioni
convertibili, le materie prime e il real estate. In questo caso il portafoglio potrebbe contenere un 30% di esposizione alle obbligazioni, un 50% di azioni,
distribuite ugualmente tra azioni europee ed azioni di mercati diversi, un 10% di esposizione al tema delle materie prime, ed un 5%, ognuno, su convertibili
e real estate.
5) Dopo l’approvazione da parte delle autorità europee del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia, le probabilità che quest’ultima dichiari default in modo
Il contenuto del presente documento riflette esclusivamente le opinioni, i giudizi e le elaborazioni di chi lo ha redatto e non impegna Epsilon SGR. Le informazioni contenute nel documento non rappresentano e non
intendono rappresentare un'offerta, un invito, una proposta o un consiglio ad effettuare investimenti nei fondi comuni di investimento o negli altri strumenti finanziari eventualmente citati. Prima di procedere a qualsiasi
investimento è infatti necessario comprenderne le caratteristiche ed i rischi e valutarne l'adeguatezza rispetto ai propri obiettivi di investimento ed alla propria propensione al rischio. In particolare con riferimento ai
fondi comuni di investimento, prima dell'adesione si raccomanda di leggere attentamente le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) ed il Prospetto. Informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei prodotti gestiti da
Epsilon SGR sono contenute nella Sezione Prodotti del presente sito internet. In tale Sezione sono riportate anche informazioni sui rendimenti dei fondi comuni di investimento redatte secondo gli standard previsti
dalla normativa vigente.
“incontrollato” ed esca dalla zona euro si sono notevolmente ridotte. Pur riconoscendo che il paese deve affrontare ancora molte sfide cruciali nei prossimi
mesi (dalla ristrutturazione del debito del settore privato, che si terrà a marzo, alle elezioni politiche), restiamo moderatamente costruttivi e riteniamo che
l’area euro terminerà l’anno con lo stesso numero di paesi membri con cui l’ha iniziato. Del resto, un’uscita della Grecia dall’area euro non conviene nella
fase attuale a nessuna delle parti in causa, visti da un lato i notevoli rischi di contagio al resto dei periferici e dall’altro la non auto-sufficienza della stessa
Grecia (che non è ancora arrivata ad avere un avanzo primario, al netto della spesa per interessi), senza considerare l’enorme incertezza “sistemica” che un
tale evento potrebbe scatenare.Siamo negativi sull’euro nei confronti del dollaro, attendendo che ritorni a deprezzarsi e chiuda l’anno su livelli inferiori a
quelli attuali . Il livello attuale ci appare elevato e non allineato coi fondamentali delle due aree: la politica monetaria della BCE resterà infatti espansiva
(grazie alle aste straordinarie a tre anni e anche all’eventualità di un altro taglio dei tassi), per alleviare una politica fiscale invece molto più restrittiva che
negli USA. Tale politica fiscale a sua volta determina un divario crescente tra le prospettive di crescita per l’area euro e quelle degli Stati Uniti, a favore di
questi ultimi.
6) Siamo costruttivi per le prospettive della ripresa negli Stati Uniti: ci aspettiamo quest’anno una crescita in media annua vicina al 2.5%, in accelerazione
dall’1.7% del 2011. Pur riconoscendo i rischi relativi alla dinamica dei consumi e della spesa pubblica, riteniamo che gli Usa possano sostenere ritmi di
crescita tra il 2% e il 2.5% t/t annualizzato (con un rischio al rialzo): ci sono continui segnali positivi sia dal mercato immobiliare (che ha ormai raggiunto
il fondo e dovrebbe gradualmente tornare a contribuire positivamente alla crescita) che, soprattutto, dal mercato del lavoro. Se si aggiunge la
predisposizione della Fed per una politica monetaria ancora espansiva, che dia un ulteriore stimolo alla crescita attraverso un terzo programma di
Quantitative Easing questa primavera, nonché lo stimolo fornito da un dollaro ancora debole rispetto alla sua media storica, le prospettive restano positive,
soprattutto per la prima metà dell’anno. La seconda metà potrebbe risentire dell’incertezza delle elezioni di novembre, e soprattutto delle conseguenze che
queste avranno per la conduzione della politica fiscale nel 2013, che dovrebbe diventare più restrittiva.
7) Per i paesi emergenti le prospettive macroeconomiche del 2012 sono positive. La Cina sembra sempre più orientata verso una
stabilizzazione/rallentamento “morbido” della crescita, il che fornisce un supporto importante al resto del mondo emergente. Nella maggior parte dei paesi,
soprattutto in Asia e America latina (meno nell’Est Europa, che più risente delle difficoltà dell’area euro), la crescita mostra una sostanziale tenuta, se non
una riaccelerazione, grazie alla continua espansione della domanda interna che resta l’elemento che più contraddistingue i paesi emergenti rispetto a quelli
avanzati, alle prese invece con prospettive molto negative della propria domanda interna (a causa della riduzione del debito, sia pubblico che privato,
accumulato nel decennio precedente). L’inflazione sta scendendo, grazie all’impatto delle politiche restrittive dello scorso anno e alla discesa dei prezzi
delle materie prime (dopo gli eccezionali aumenti tra fine 2010 e avvio 2011). Il rallentamento dell’inflazione, a sua volta, consente una politica monetaria
più espansiva e di supporto alla crescita, rispetto a quanto fatto nel 2011. Gli asset finanziari emergenti traggono beneficio anche dalle politiche monetarie
espansive di Fed e BCE, nonché dal deprezzamento delle loro valute contro dollaro, a cui si è assistito nella parte finale dello scorso anno (durante
l’aggravio della crisi del debito dell’area euro), che ha corretto alcuni “eccessi”, ristabilendo livelli di tasso di cambio maggiormente competitivi. I rischi
sono legati da un lato a sorprese negative sul fronte della crescita mondiale (rallentamento forte della Cina, un altro deragliamento della crisi del debito
sovrano dell’area euro), ma dall’altro anche dal ritorno al rialzo dell’inflazione, a causa di shock ai prezzi delle materie prime (il recente rialzo del petrolio
desta qualche preoccupazione) e/o di uno stimolo delle politiche economiche che si riveli eccessivo rispetto all’effettivo rallentamento della crescita.
Per Eurizon Capital Sgr Alessandro Solina, direttore investimenti
1) Il fondo Eurizon Obbligazioni Internazionali ha generato un rendimento assoluto pari a 8.04%, grazie alla diversificazione valutaria e al calo dei
rendimento obbligazionari. Tra i fondi col miglior risultato rispetto a benchmark segnalo Eurizon Obbligazionario Etico.
2) Per il 2012 dei mercati azionari abbiamo un messaggio di un cauto ottimisto. La cautela sta nel fatto che ancora temiamo i colpi di coda della crisi da
cui stiamo uscendo. Però siamo ottimisti sul fatto che il peggio sia passato e che lo scenario sia in graduale, ma costante miglioramento.
3) Ci aspettiamo che i fondi obbligazionari proseguano nel buon andamento che hanno mostrato da fine dello scorso anno. Il rientro delle tensioni in
Eurozona dovrebbe infatti continuare a supportare i titoli di stato italiani e vediamo ancora spazi di apprezzamento per le obbligazioni corporate.
4) Dipende dall’obiettivo dell’investitore. Suggeriamo un investimento "finalizzato". Ad esempio con obiettivo di rivalutazione del capitale, rischio
moderato e orizzonte 15 anni, oggi consigliamo una ripartizione iniziale con 40% azioni, 50% obbligazioni e 10% monetario. La componente in valuta
ammonta al 35%. I pesi andranno però ribilanciati nel tempo al variare delle condizioni di mercato.
5) Sì, vediamo un’Eurozona ancora a 17. Ciò non toglie che nei prossimi mesi i mercati continueranno ad interrogarsi sul rischio di un abbandono, ad
esempio della Grecia. Il cambio ce lo immaginiamo nel corridoio 1.30-1.40. Anche senza un’opinione forte sul cambio riteniamo comunque opportuno
mantenere un certo grado di diversificazione valutaria, come parziale protezione da eventuali colpi di coda della crisi in eurozona.
6) Da ottobre la borsa USA è salita di quasi il 30%. Dopo una tale velocità di apprezzamento è probabile che nel corso dei prossimi mesi il mercato avrà
la necessità almeno di rifiatare. I segnali di miglioramento ciclico ci sembrano tuttavia solidi. Un’eventuale correzione, a meno che non intervenga uno
stravolgimento dello scenario, potrebbe essere l’occasione per aumentare le posizioni.
7) Se lo scenario di ripresa ciclica a livello globale e rientro delle tensioni in Eurozona sarà confermato, le borse dei Paesi Emergenti e dell’Europa
dovrebbero fare meglio di quella USA quest’anno, al contrario di quando successo nel 2011. Per entrambe le aree, valgono le considerazione di cautela
fatte per gli USA, circa la probabile necessità di una presa di respiro dopo il forte rialzo degli ultimi mesi.
Per DEXIA AM Renato Guerriero responsabile Italia
1) Il fondo che ha generato la miglior performance in euro nel 2011 è stato il Dexia Bonds World Government Plus. Si tratta di un fondo obbligazionario
governativo mondiale che ha avuto un rendimento del 10.19%. Il fondo che ha presentato il miglior rendimento relativo è il Dexia Sustainable North
America che ha generato un rendimento del 6.15% contro un indice di riferimento che ha avuto un rendimento del -0.07%.
2) I mercati azionari sono partiti molto positivamente nel 2012 e stanno cercando di trovare un nuovo Equilibrio. Le valorizzazioni sono particolarmente
basse, ma giustificate dal difficile contesto macro e microeconomico. Per poter contare su un ulteriore rimbalzo dell’equity è necessario trovare una
maggiore stabilità e evitare di ripetere gli errori del mondo politico che hanno influenzato troppo gli andamenti di mercato nel corso degli ultimi 18 mesi.
In quest’ambito stiamo assistendo a cambiamenti significativi e strutturali quali ad esempio l’importanza dell’Asia, l’impennata del prezzo delle materie
prime e l’esaurimento dei carburanti fossili. Infine l’Europa deve scegliere tra declino e riforme e ci sembra che un maggiore federalismo possa essere un
cammino da perseguire. Le società scegliere a nostro avviso sono quelle aziende europee che sono capaci di innovare, i grandi gruppi che possono contare
su una presenza internazionale ed infine il tema dei mercati emergenti ritorna d’attualità dopo un 2011 un po’ deludente.
3) Nel mercato obbligazionario si apre un forte dilemma tra qualità e rendimento. I paesi core della zona euro, offrono rendimenti poco interessanti e il
rischio di rialzo dei tassi si comincia a fare importante. In termini di finanze pubbliche Francia e Usa sono abbastanza in difficoltà. La ricerca della qualità
deve continuare al di fuori dei paesi della zona Euro. I periferici si sono ripresi bene, in particolare Irlanda, Italia e Spagna, ma su questi paesi siamo ancora
prudenti, soprattutto alla luce della gestione dei deficit di bilancio. La diversificazione geografica resta dunque la parola chiave, ma anche la
diversificazione in titoli societari, obbligazionari bancari garantiti e sovranazionali può rappresentare una buona prospettiva d’investimento. Tutto ciò non
dimenticando che l’esposizione obbligazionaria non deve tralasciare le economie emergenti.
4) Secondo i nostri calcoli relativi ai rendimenti attesi, in una prospettiva a lungo termine le azioni hanno attualmente i più alti ritorni. Le valutazione nelle
varie regioni (mercati sviluppati ed emergenti) sono attraente; le società sono globalmente ben gestite e presentano una situazione finanziaria sana. Nella
crisi precedente le aziende hanno ridotto le spese e realizzato nuovi incrementi di produttività: sono quindi pronte per trarne profitto nel prossimo ciclo di
crescita. A seconda del profilo di rischio dell’ investitore, noi suggeriremmo di allocare gran parte del portafoglio in titoli azionari. Inoltre, la nostra
Il contenuto del presente documento riflette esclusivamente le opinioni, i giudizi e le elaborazioni di chi lo ha redatto e non impegna Epsilon SGR. Le informazioni contenute nel documento non rappresentano e non
intendono rappresentare un'offerta, un invito, una proposta o un consiglio ad effettuare investimenti nei fondi comuni di investimento o negli altri strumenti finanziari eventualmente citati. Prima di procedere a qualsiasi
investimento è infatti necessario comprenderne le caratteristiche ed i rischi e valutarne l'adeguatezza rispetto ai propri obiettivi di investimento ed alla propria propensione al rischio. In particolare con riferimento ai
fondi comuni di investimento, prima dell'adesione si raccomanda di leggere attentamente le Informazioni Chiave per gli Investitori (KIID) ed il Prospetto. Informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei prodotti gestiti da
Epsilon SGR sono contenute nella Sezione Prodotti del presente sito internet. In tale Sezione sono riportate anche informazioni sui rendimenti dei fondi comuni di investimento redatte secondo gli standard previsti
dalla normativa vigente.
allocazione obbligazionaria favorirebbe le asset class più rischiose e in crescita, come le obbligazioni dei mercati emergenti (sia in valuta locale o in valuta
forte) e obbligazioni ad alto rendimento. Abbasseremmo anche la duration globale del portafoglio e suggeriremmo anche di sotto pesare le obbligazioni
governative a lungo termine emesse dai Paesi sviluppati, le asset class meno interessanti a nostro giudizio in una prospettiva a lungo termine.
5) Noi crediamo che l'Europa riuscirà a cavarsela e che entro la fine dell'anno l'euro continuerà ad esistere con un inalterato assetto dal punto di vista dei
Paesi membri. Il tasso di cambio Euro/dollaro dovrebbe rimanere ai livelli attuali, probabilmente al di sotto dell’1,30 se la crisi rimarrà ancora in una fase
acuta, ma facilmente sopra i 1,40 se le cose miglioreranno in Europa e contestualmente l'attenzione dei mercati si sposterà sui problemi fiscali degli Stati
Uniti.
6) Sì, crediamo che la ripresa degli Stati Uniti abbia attualmente guadagnato slancio e continuerà, ma ad una velocità modesta (2,5%, al massimo per il
2012). tale trend potrebbe deragliare a causa di shock esterni, in particolare un forte aumento dei prezzi del petrolio.
7) Mentre entrambe le aree presentano attualmente valutazioni attraenti, privilegiamo chiaramente un sovrappeso dei mercati emergenti rispetto ai mercati
europei. I mercati emergenti potrebbero trarre beneficio dalla ripresa globale e da un maggiore supporto da politiche monetarie accomodanti rispetto allo
scorso anno. Riguardo ai mercati europei riteniamo che i problemi siano ancora ben lungi dall'essere risolti per cui si meritano un premio al rischio più
elevato ancora per un pò. La percezione degli investitori del rischio di coda in Europa è andata scemando a partire dall'inizio dell'anno grazie all'intervento
della BCE, ma non sono state adottate misure strutturali e durature per ripristinare un ambiente favorevole alla crescita e per garantire la solvibilità di
alcuni paesi periferici. Inoltre, non sono stati compiti significativi passi volti a rafforzare le fondamenta della zona euro. Potrebbe essere necessaria una
rinnovata la pressione per giungere infine ad una soluzione accettabile i Paesi core e periferici. Mentre i mercati azionari emergenti, in assenza di shock
esterno, potrebbero registrare un rialzo tra il 5 e il 10, a fine anno ci aspettiamo un andamento piatto per i mercati europei.
Il contenuto del presente documento riflette esclusivamente le opinioni, i giudizi e le elaborazioni di chi lo ha redatto e non impegna Epsilon SGR. Le informazioni contenute nel documento non rappresentano e non
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